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Diamo Voce Comunità Parrocchiale San Donnino M. - Cicognolo Diamo Voce S. Natale 2016 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un iglio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sem- pre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà ine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà que- sto, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’ange- lo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vec- chiaia ha concepito anch’essa un iglio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». Al- lora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: av- venga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. (Lc 1,26-38). Mi colpisce sempre, ri- leggendo questo brano, il racconto di un incontro così straordinario che diventa dono e responsabilità come lo è ogni incontro. Nel Vangelo, Luca pone in relazione due avvenimenti che nella loro diversità ci aiutano a capire il pensiero di Dio e le sue scelte, e investono la chiesa della quale siamo chiamati a diventare testimoni credibili e servi. Vengono annunciate due nascite e almeno una delle due, guardando al contesto e alle circostanze sem- bra avere qualcosa di straordinario: la prima viene L’incontro annunciata a Gerusalemme, il luogo è il tempio, chi riceve l’annuncio è un sacerdote del tempio e il momento è il più solenne che ci possa essere: l’ora dell’offerta dell’incenso! Tutti saremmo tentati di pensare che questo è il contesto giusto per la nasci- ta del Messia. Invece no, la scelta di Dio è diversa: non Gerusalemme ma Nazareth, un villaggio mai nominato nella Bibbia; non la Giudea luogo della fede giustamente professata, ma la Galilea, terra di conine, terra di mescolanza di razze e di religioni e proprio per questo, secondo i puristi della religione, non abitata da Dio; ma proprio lì Gesù risorto invita gli Apostoli ad incontrarlo perché è proprio lì che si attua un’autentica testimonianza….; non il tempio ma una casa; non un sacerdote ma una normalissima ragazza sola in casa; non nell’ora più importante dal punto di vista liturgico e rituale, ma la quotidianità, forse quella dei lavori domestici. Mi affascina tantis- simo pensare che Dio ami legare la propria storia alla piccolezza, alla fragilità, al silenzio, alla solitu- dine di una ragazza che ha potuto sperimentare che l’incontro con Dio e con la sua Parola non avviene in luoghi speciali, particola- ri, ma poveri ed inconsue- ti. Il testo poi ci parla di un angelo che annuncia le parole di Dio: ciò che Maria sarà d’ora in poi, nasce nel contesto di un incontro, di una relazio- ne che a lei viene donata. Non c’è iniziativa da par- te sua e non c’è nemmeno obbedienza ad una legge, ad una regola. Maria oggi ci dice che la prima (e forse unica) obbedienza che conosce è quella dell’a- scolto. Maria obbedisce ad un incontro! In questo senso, pensando a me mi viene da dire: chissà quan- te occasioni ho perso nella mia vita sottovalutando l’importanza degli incontri con le persone. Maria mi dice con forza questo: la mia responsabilità, quello che sono e quello che sarò dipende dalla mia capaci- tà ad accogliere l’iniziativa di Dio nella mia vita. Il

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Diamo VoceComunità Parrocchiale San Donnino M. - Cicognolo

Diamo VoceS. Natale 2016

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un iglio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sem-pre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà ine».Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà que-sto, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’ange-lo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vec-chiaia ha concepito anch’essa un iglio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». Al-lora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: av-venga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. (Lc

1,26-38).

Mi colpisce sempre, ri-leggendo questo brano, il racconto di un incontro così straordinario che diventa dono e responsabilità come lo è ogni incontro. Nel Vangelo, Luca pone in relazione due avvenimenti che nella loro diversità ci aiutano a capire il pensiero di Dio e le sue scelte, e investono la chiesa della quale siamo chiamati a diventare testimoni credibili e servi.Vengono annunciate due nascite e almeno una delle due, guardando al contesto e alle circostanze sem-bra avere qualcosa di straordinario: la prima viene

L’incontro

annunciata a Gerusalemme, il luogo è il tempio, chi riceve l’annuncio è un sacerdote del tempio e il momento è il più solenne che ci possa essere: l’ora dell’offerta dell’incenso! Tutti saremmo tentati di pensare che questo è il contesto giusto per la nasci-ta del Messia. Invece no, la scelta di Dio è diversa: non Gerusalemme ma Nazareth, un villaggio mai nominato nella Bibbia; non la Giudea luogo della fede giustamente professata, ma la Galilea, terra di conine, terra di mescolanza di razze e di religioni e proprio per questo, secondo i puristi della religione, non abitata da Dio; ma proprio lì Gesù risorto invita gli Apostoli ad incontrarlo perché è proprio lì che si attua un’autentica testimonianza….; non il tempio ma una casa; non un sacerdote ma una normalissima ragazza sola in casa; non nell’ora più importante dal punto di vista liturgico e rituale, ma la quotidianità, forse quella dei lavori domestici. Mi affascina tantis-simo pensare che Dio ami legare la propria storia alla piccolezza, alla fragilità, al silenzio, alla solitu-dine di una ragazza che ha potuto sperimentare che l’incontro con Dio e con la sua Parola non avviene in

luoghi speciali, particola-ri, ma poveri ed inconsue-ti.Il testo poi ci parla di un angelo che annuncia le parole di Dio: ciò che Maria sarà d’ora in poi, nasce nel contesto di un incontro, di una relazio-ne che a lei viene donata. Non c’è iniziativa da par-

te sua e non c’è nemmeno obbedienza ad una legge, ad una regola. Maria oggi ci dice che la prima (e forse unica) obbedienza che conosce è quella dell’a-scolto. Maria obbedisce ad un incontro! In questo senso, pensando a me mi viene da dire: chissà quan-te occasioni ho perso nella mia vita sottovalutando l’importanza degli incontri con le persone. Maria mi dice con forza questo: la mia responsabilità, quello che sono e quello che sarò dipende dalla mia capaci-tà ad accogliere l’iniziativa di Dio nella mia vita. Il

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2 S. Natale 2016

più delle volte faccio si che siano le mie scelte, le mie idee o le mie convinzioni a dare una direzione alla mia vita e invece sono chiamato ad ascoltare le parole di un Altro, la persona di un Altro.Da questo incontro nasce per Maria una responsabilità: la stessa cosa accade per noi credo e la responsabi-lità è capacità di essere risposta per l’altro. Certo non si può essere risposta a tutto, ma credo non ci si debba spaventare di fronte all’enormità della testimonianza nella quale ci immergiamo. Nella relazione, nelle relazioni Maria ci insegna proprio questo: calarci, immergerci, immedesimarci, coin-volgerci. Ho sempre legato, in questo senso, la solennità dell’Immacolata al dono della fortezza, nel senso che quando guardo a Maria, vedo una donna, non una igura angelicata. Penso a come inisce questo brano di Vangelo; inisce molto male: dopo la gioia, dopo mille promesse di presenza di Dio, dopo il: nascerà un santo, sarà chiamato iglio di Dio, nulla è impossibile a Dio, come inisce tutto? L’angelo se ne va e Maria resta lì, sola. Sento che qui nasce Maria come donna in pienezza. Fortezza per me non vuol dire semplice-mente forza, ma anche radicalità e fermezza e coraggio. Chi è più forte? Sono più forte io con le mie paure e il mio nascondermi, o Maria con il suo turbamento e il suo dire: Eccomi? Chi è più forte? Io che gioco tante volte a scaricare la responsabilità sugli altri o Maria che accetta la responsabilità di una maternità che immediatamente appare qualcosa di impossibile, di troppo grande? Chi è più forte? Forse io, che scaricando addirittura su Dio la responsabilità non riconosco più in me e negli altri un dono, oppure Maria che accetta di fondare la propria vita sulla fragilità della parola di Dio (avvenga per me quello che hai detto)? Gioisci Maria, il Signore è con te, non temere: che bello il saluto dell’angelo; contiene una promessa, quella della vicinanza di Dio, della sua compagnia, anticipata da una conseguenza. Sì, perché quando Dio entra nella tua vita, la conseguenza non può che essere la gioia. Maria gioisce. La gioia, ha anche una sorgente, una fonte. Se sono capace di gioire è perché Dio fa delle scelte, a mio parere, straordinarie. Ad esempio, quello che emerge dal vangelo e dalla Bibbia è questo: Dio sceglie la piccolezza, e la scelta della piccolezza è per me motivo di gioia!“Dove posa lo sguardo Dio? Su Nazareth e sulla Galilea, luoghi riiutati, marginali, di conine, oggetto di pregiudizio; poserà il suo sguardo sulla piccolezza di Betlemme, sulla piccolezza di un corpo di bambino, sulla piccolezza di una ragazza poco più che adolescente, ed io, dove poso il mio sguardo? Se le preferenze di Dio sono quelle, chiare, lampanti, perché continuo a preferire le grandezze, le potenze, le sicurezze?”Ricordo che Betlemme di Efrata, è una parola ebraica che signiica: Betlemme, la feconda. Che bello questo: a Betlemme la tradizione ebraica abbia sempre legato la fecondità, perché signiica che l’ha legata alla piccolezza: e tu Betlemme di Efrata, la piccola, la minima, la troppo piccola per poter essere messa a confronto con le altre città di Giuda. Sono fecondo allora quando sono piccolo, quando sono minimo come Betlemme, perché non sono la grandezza, la forza, la fama di Gerusalemme le cose che contano, ma conta, ovvero fa la storia chi, come Betlemme, è sempre rimasto piccolo. È un po’ questo l’augurio che vi faccio per questo Natale, che siate fecondi perché capaci di farvi piccoli e restare piccoli.Con affetto.

Don Francesco

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S. Natale 2016 3

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesi-derati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, inché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio. Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, inché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa. Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiu-se è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, ino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro igli senza fortuna, senza salute, senza lavoro. Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame. I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella igura, ma non scalda-no. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative. I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge “, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

+ Tonino Bello

Auguri scomodi

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4 S. Natale 2016

LA NOSTRA CHIESA UN SOGNO… UN CANTIERE

Il Signore Gesù, morto e risorto per noi, ci ha con-segnato il suo “sogno di Chiesa”: mistero di grazia, comunione fraterna, aperta a tutti nella missione e nel servizio. Nella nostra diocesi di Cremona, iglia di una lunga storia di santità, questo “cantiere” è ben aperto, e ogni anno richiede qualche ritocco al progetto e qualche nuova distribuzione delle forze. Per iniziare un cammino ci vuole una meta, un per-corso... e partire. Queste pagine presentano a tutti il cammino da condividere: ben più di un programma e di un calendario. E’ la vita che lo esige, con uno stile che insieme cureremo e testimonieremo. I punti di riferimento autorevoli non mancano: il Concilio Vaticano II, l’esempio e la parola di Papa Francesco (soprattutto coi suoi documenti Evangelii Gaudium, Laudato sì e Amoris Laetitia); gli orien-tamenti della Chiesa italiana per Educare alla vita buona del Vangelo, l’esperienza del convegno eccle-siale celebrato a Firenze nel novembre 2015, con le utili indicazioni sulle cinque “vie” e sull’apporto dei giovani. Un agile volumetto con i testi e le immagini è in diffusione nelle comunità. Il Papa ci ha fatto contemplare in Gesù il volto di un Dio “svuotato”, di un Dio che ha assunto la condi-zione degli uomini più umiliati ed emarginati. Per vederlo e capirlo dobbiamo abbassarci, scegliendo solo la gloria di Dio e non la gloria umana, matu-rando sentimenti veri di umiltà e disinteresse, per cercare la nostra beatitudine servendo la felicità di chi ci sta accanto. Diceva: “evitiamo, per favore, di «rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudi-ci implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tran-quilli» (EG 49)”. Idee ribadite ai Vescovi italiani nel maggio 2016, anche in ordine ai beni e alle strutture: “in una visione evangelica, evitate di appesantirvi in una pastorale di conservazione, che ostacola l’a-pertura alla perenne novità dello Spirito. Mantenete soltanto ciò che può servire per l’esperienza di fede e di carità del popolo di Dio”. E ancora a Firenze: “Davanti ai mali o ai problemi della Chiesa è inutile cercare soluzioni in conser-vatorismi e fondamentalismi, nella restaurazione di condotte e forme superate che neppure culturalmente hanno capacità di essere signiicative. La dottrina cristiana non è un sistema chiuso inca-pace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, sa animare. Ha volto non ri-gido, ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne

tenera: la dottrina cristiana si chiama Gesù Cristo”. Non possiamo più conidare nell’eficientismo delle strutture, né rifugiarci in forme di intimismo spiri-tualistico. La traiettoria è quella dell’incarnazione, di Cristo e della Chiesa, fatta di vicinanza alla gente e preghiera, in un contatto quotidiano e sereno con il popolo di Dio, e con le sue membra più fragili e provate, anche dal peccato.

Il Papa ci ha detto: ”Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai di-menticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lie-ta col volto di mamma, che comprende, accompa-gna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà... permettete-mi solo di lasciarvi un’indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e cir-coscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evange-lii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni, specialmente sulle tre o quattro priorità che avrete individuato... Sono sicu-ro della vostra capacità di mettervi in movimento creativo per concretizzare questo studio. Ne sono sicuro perché siete una Chiesa adulta, antichissima nella fede, solida nelle radici e ampia nei frutti”. Tutto ciò vale anche per la Chiesa di Cremona. Come faremo? Davanti a noi si aprono CINQUE

VIE.

1. LA VIA DELL’USCIRE

Consapevoli che il Signore è vivo, attivo e operante nel mondo, possiamo uscire con iducia, percorrere le strade di tutti, costruire piazze di in-contro, offrire la compagnia della cura e della mise-ricordia a chi è rimasto ai bordi. Uscire è uno stile, plasmato dall’umanità di Gesù, più che un’attività particolare. Ciò chiede alle nostre comunità un cam-mino di conversione all’essenziale, in un processo sinodale, basato sull’ascolto della Parola di Dio, sul-la cura delle persone e delle relazioni, specie quelle più ferite, scommettendo sui laici e sui giovani.

PRESENTAZIONE DEL CAMMINO DIOCESANO PER L’ANNO PASTORALE 2016-2017

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2. LA VIA DELL’ANNUNCIARE

Accogliere e annunciare il Vangelo colma di gioia, allarga la vita. Tutto nasce dall’ascolto, tutto si genera intorno all’annuncio di Gesù Verbo incarnato e Signore della Pasqua. Ne deriva una rinnovata ca-pacità di ascolto di tutto ciò che è umano, e l’urgenza di una “stagione evangelizzatrice più fervorosa, gio-iosa, generosa, audace, piena d’amore ino in fondo e di vita contagiosa” (EG 260). Si tratta di rimettere sempre al centro il Vangelo della misericordia, a cominciare dalla comunità educante e evangelizzan-te, famiglia di famiglie, rinnovando ancora i diversi percorsi formativi perché siano esperienze di Chiesa viva e fraterna, che rispondano alla sete di verità ed amore.

3. LA VIA DELL’ABITARE

“Farsi abitare da Cristo”, nelle nostre relazioni, cu-rando alcuni atteggiamenti: lasciare spazio all’altro, accogliere le fragilità e far emergere la dignità di ciascuno, accompagnare e fare alleanza. Dobbiamo ripensare la parrocchia, il territorio, le diverse forme del servizio nella società, per essere una Chiesa sul passo degli ultimi, capace di umile condivisione.

4. LA VIA DELL’EDUCARE

La Chiesa si misura da tempo con la sida educativa, cercando forme nuove, che si conformino, sia

nel contenuto che nel metodo, alla pedagogia dell’in-carnazione di Gesù. Ci impegnamo a costruire la comunità educante, coltivando alleanze e sinergie, dentro e fuori il tessuto ecclesiale, per formare gli adulti, ripensare i percorsi con maggiore attenzione alla maturazione umana e affettivo-relazionale, ap-profondire e valorizzare i nuovi linguaggi in educa-zione, la cultura e la bellezza.

5. LA VIA DEL TRASFIGURARE

Gesù ha fatto nuove tutte le cose: lasciamoci trasi-gurare da Lui, dal suo sguardo che cerca ogni uomo, per farne emergere la bellezza nascosta. Se nelle nostre comunità registriamo, a volte, un certo attivismo pastorale, un’insuficiente integrazione tra liturgia e vita, una certa frammentarietà della propo-sta pastorale, dobbiamo evidenziare il primato della Parola e della preghiera, facendo interagire la litur-gia con tutte le dimensioni dell’umano... perché le nostre liturgie siano capaci di ricreare quella prossi-mità amorevole che Gesù sapeva creare con le per-sone che incontrava.

Continua…

+ Antonio Napolioni, vescovo

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6 S. Natale 2016

LA NOSTRA CHIESA UN SOGNO… UN CANTIERE

Martedì 6 dicembre scorso, si è svolta, presso il salone dell’oratorio, la riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale per rilettere sul cammino di missione e di servizio aperto a tutti coloro che sappiano assumersi delle responsabilità, che abbiano la forza di donarsi, la capacità di collaborare, guardare avanti docili all’a-zione dello Spirito Santo, per rinnovare il volto della nostra comunità.Tante indicazioni su cui rilettere ed agire le troviamo nella lettera inviata alla Comunità Diocesana, da parte del nostro Vescovo Antonio il quale invita ad un cammino di conversione basato sull’ascolto, l’acco-glienza e l’annuncio della Parola di Dio che colma di gioia, della preghiera davanti a Gesù Eucaristico, alla cura delle persone e delle relazioni specie quelle più ferite, scommettendo sui laici e sui giovani.Alla luce di tutto ciò, alcuni presenti al Consiglio Pastorale si sono chiesti come riuscire a coinvolgere più persone a partecipare alle proposte pastorali parrocchiali che ci aiutano a riscoprire la nostra missionarietà e ad allargare i nostri schemi mentali, aiutano la comunità a credere alla missione di Cristo e a non chiudere gli occhi sulle miserie umane, aiutano a seminare speranza e a sentirci tutti fratelli.

Il nostro Vescovo Antonio ci invita costantemente a proporre e sperimentare con convinzione un incontro settimanale intorno alla Parola di Dio della domenica che consenta al sacerdote e ai fedeli di saper discer-nere, ispirati dallo Spirito Santo, quanto il Signore ci vuole trasmettere.Importante è quindi saper aprire le porte del nostro cuore e delle nostre case per favorire incontri incentrati su questi argomenti, attraverso la proposta pastorale parrocchiale della “lectio divina”.Il Vescovo auspica anche una maggiore attenzione nei confronti delle famiglie in particolari situazioni di vita.

Su questo argomento anche Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetizia” dedica un in-tero capitolo su come accompagnare, discernere, integrare la fragilità delle famiglie; e il Consiglio Parroc-chiale propone di poter coinvolgere queste famiglie durante la liturgia domenicale.Sempre il Vescovo Antonio invita le comunità a saper maturare un miglior ascolto dei giovani cercandoli dove essi vivono, ed organizzare incontri nelle loro case.Il XXVI Congresso Eucaristico Nazionale che si è svolto nello scorso mese di settembre a Genova ha la-sciato un messaggio a tutte le diocesi: nella preghiera e nell’adorazione di Gesù Eucaristia vivo, presente in mezzo a noi, riusciamo ad incontrare la Sua ininita misericordia.Apriamo dunque il nostro cuore a Gesù, lasciamoci impastare dal Suo amore, cerchiamo di trovare anche piccoli momenti per fermarci ad adorare il Santissimo Sacramento pane di vita che ci nutre e ci aiuta e ci sostiene in ogni momento della nostra giornata.Su queste le proposte, nei prossimi mesi, il Consiglio Pastorale intende coinvolgere la comunità parroc-chiale in un cammino che aiuti ciascuno a vivere un’esperienza fruttuosa di incontro con il Signore Gesù.

Cesare Galantini

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Filo diretto con Don Emanuele

“Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomi-ni di buona volontà”Con queste parole pronunciate dagli angeli ai pastori di Betlemme, parole piene di vita, di speranza e d’amore, noi missionari di Gesù e di Maria con tutta la nostra missione vi porgiamo i nostri più sinceri Auguri di un Santo Natale e di un felice ano nuovo.Che Gesù misericordioso, per intercessione della Vergine Maria, vi benedica e vi protegga dai pericoli dell’anima e del corpo.

Don Emanuele

Cari amici,la vostra preziosa collaborazione, sotto varie forme e in vari modi, ci ha permesso di sostenere le missioni di don Emanuele e suor Marta in Togo.“Se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’aflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce” (Isaia 58,10).Che il nostro dare porti luce e diventi per noi motivo di gioia.Grazie e buon Natale!

Daniela CodignolaAssociazione Amici di don Emanuele

Sta per terminare l’anno della Misericordia. E’ stato un anno di grazia e di benedizione. Ringraziamo il Signore che ci ha concesso di vivere nella gioia. E grazie a voi tutti ami-ci e benefattori che ci avete sostenuto.Che l’Onnipotente vi colmi della sua grazia e che lo Spirito della pace vi accompagni.Buon Natale e che il nuovo anno sia ricco di gioia e di amo-re.

Le suore Notre Dame de Nazareth

Don Emanuele, don Francesco e i Missionari di

Gesù e di Maria in Togo

Kpedomé: le suore Notre Dame de Nazareth con i

bimbi della scuola materna

Abala: la comunità dei frati festeggia con don Ema-

nuele il nuovo pozzo

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8 S. Natale 2016

Carissimi parrocchiani, mi è sembrato giusto illustrarvi, in questo numero del giornalino, il progetto che stiamo portando avanti per l’adeguamento del nuovo Centro parrocchiale S. Giovanni Paolo II.Ci sono voluti anni per decidermi ad acquistare l’immobile per diversi motivi e dubbi, ma dopo diverse trattative ho valutato che era un’opportunità e un affare conveniente.Tutta l’area ha una superice di mq 1313 circa di cui mq 308 circa sono occupati dal capannone.• Il prezzo totale dell’immobile è stato: € 45.000;• Spese notarili: € 1.500;• Registrazione acquisto immobile: € 321;• Abbiamo aperto un mutuo con la Banca Popolare di Cremona di € 70.000 da estinguere entro 15 anni con una rata mensile di € 458.56.• Il pagamento della rata viene coperto da una parte con l’afitto della casa ereditata dalla Parrocchia e parte dal contributo del bar dell’Oratorio.Stiamo preparando tutto un progetto di adeguamento per:• Ricavare una sala polifunzionale per le varie attività parrocchiali e a disposizione di chi ne ha bisogno;• Un deposito su due piani;• Area esterna per campi di basket, calcetto, pallavolo ecc.Vi verranno relazionate, strada facendo, le spese che si affronteranno per questo adeguamento.So che siamo in periodi un po’ dificili e cercheremo di fare l’essenziale puntando anche sul volontariato che già fa opere straordinarie in tutta la parrocchia.Sono già arrivati contributi personali e anonimi di persone generose che con discrezione e delicatezza hanno già contribuito a questo progetto e le ringrazio di cuore. Vorrei coinvolgere la comunità con una sottoscrizione e un’iniziativa mensile durante le nostre celebrazioni Domenicali cioè durate le S. Messe della prima domenica di ogni mese che di solito la dedichiamo alla carità, verrà distribuita una busta a tutti i fedeli durante la Messa e chi vuole contribuire può, con molta libertà, mettere la sua offerta, poi passerà una persona a raccoglierle prima della ine della Messa stessa. Allego le varie immagini del progetto che abbiamo intenzione di attuare.

Nuovo centro parrocchiale “S. Giovanni Paolo II”

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10 S. Natale 2016

CALENDARIO DELLE FESTE NATALIZIE 2016-17

MARTEDI’ 21 DICEMBRE

Ore 15.00: confessioni per i ragazzi delle elementari e medie;

SABATO 24 DICEMBRE

Ore 9.30 – 11.00: confessioni per gli ammalati;ore 15.00 – 17.00: confessioni per adulti (don Giuseppe);ore 22.30: Veglia della luce – benedizione del presepio e S. MESSA solenne

DOMENICA 25 DICEMBRE – Natale del Signore

Orario festivo S. MesseOre 11.00: S. Messa solenneOre 18.00: S. Messa solenne al Dosso

LUNEDI’ 26 DICEMBRE – S. Stefano

Ore 8.30: S. Messa solenne al Dosso Ore 11.00: S. Messa solenne

SABATO 31 DICEMBRE – ultimo giorno dell’anno

Ore 17.30: S. Messa a suffragio dei defunti del 2016 e canto del Te deum di ringraziamento;ore 20.00: Cenone per tutti in Oratorio;

DOMENICA 1 GENNAIO 2015 – primo giorno dell’anno, MARIA SS. MADRE DI DIO, giornata

della Pace

Ore 11.00: S. Messa solenne e canto del Veni Creator;ore 18.00: S. Messa solenne al Dosso

VENERD’ 6 GENNAIO – Epifania del Signore

Ore 8.30: S. Messa solenne al Dosso;Ore 11.00: S. Messa solenne;Ore 16.00: Benedizione dei fanciulli, premiazione concorso Presepi e raccolta offerte per l’Avvento di carità.

DOMENICA 8 GENNAIO – Battesimo del Signore e festa delle famiglie

Ore 8.30: S. Messa solenne al DossoOre 11.00: S. Messa solenne e benedizione delle famiglieOre 17.00: Concerto del coro del liceo Musicale

DOMENICA 15 GENNAIO – Parrocchia in montagna ad Andalo

• Parrocchia 0372 - 818035• Don Francesco 348 - 4415833• Caritas Cicognolo 331 - 4110284