«da duemila anni, la · 2017-05-25 · vino (gv 2) e con il corrispon-dente miracolo della...
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Maggio/Giugno 2017 - Anno VIII°
Copia Gratuita
“The Marians Magazine” è disponibile on-line su www.giovanipromanduria.org e su www.manduriapparitions.blogspot.com
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«Da duemila anni, la
Chiesa è la culla in
cui Maria depone Gesù e lo affi-
da all'adorazione e alla contem-
plazione di tutti i popoli. Che at-
traverso l’umiltà della Sposa pos-
sa risplendere ancora di più la
gloria e la forza dell'Eucaristia
che essa celebra e conserva nel
suo seno» (Cfr. Bolla di indizione
del Grande Giubileo del 2000 -
Incarnationis mysterium n.11).
In che modo Maria è presente
nella comunità che celebra l'Eu-
caristia?
Ricordiamo le due scene gio-
vannee: le nozze di Cana, con il
miracolo dell'acqua mutata in
vino (Gv 2) e con il corrispon-
dente miracolo della moltiplica-
zione dei pani (Gv 6); la conse-
gna di Giovanni a Maria sul Cal-
vario. Si tratta di scene eucaristi-
che: Gesù dà inizio alla nuova
economia sacramentale della
Chiesa, della quale l'Eucaristia è
il vertice.
Ricordiamo ancora che dopo
l'Ascensione gli apostoli «erano
assidui e concordi nella preghie-
ra, insieme con alcune donne e
con Maria, la madre di Ge-
sù» (Atti 1,14). Si dice anche che
essi «erano assidui nell'ascoltare
l'insegnamento degli apostoli e
nell'unione fraterna, nella frazio-
ne del pane e nelle preghie-
re» (At 2,42).
Maria, come madre della
Chiesa, è stata quindi la prima a
vivere l'Eucaristia e a contempla-
re nella fede Gesù eucaristico.
Maria ha una presenza e un
ruolo decisivo sia nell'incarnazio-
ne, sia nell'economia sacramenta-
ria della chiesa: in entrambe essa
ha detto il suo "fiat" nella fede,
nella speranza, nella carità. In
entrambe essa è capostipite di
una nuova generazione voluta da
Dio: nella prima, la generazione
del Figlio di Dio fatto carne; nel-
la seconda, la generazione della
comunità ecclesiale che sgorga
dal costato di Cristo e che si nu-
tre del suo Corpo e del suo San-
gue.
Come la chiesa, anche Maria
dona ai cristiani il Cristo eucari-
stico per il loro nutrimento spiri-
tuale.
Per Efrem Siro, l'Eucaristia è
il mistero del Corpo di Cristo na-
to da Maria e presente nella chie-
sa: "Solo a me hai mostrato la
tua bellezza in due immagini! Il
pane infatti ti rappresenta bene
così come il pensiero; e abiti nel
pane e in quelli che lo mangiano!
E la tua chiesa ti vede visibil-
mente e invisibilmente così come
ti vede tua madre".
I Padri della chiesa fanno an-
che notare che è nel seno di Ma-
ria che Gesù è diventato sacerdo-
te, prendendo il corpo che dove-
va poi offrire in sacrificio. È
nell'incarnazione che Gesù diven-
ta gran sacerdote, prendendo il
(Continua a pagina 2)
2
corpo da immolare in sacrificio al
Padre.
II patriarca Proclo di Costanti-
nopoli (+ 446) sottolinea a ragio-
ne che Maria è il tempio in cui
Dio è divenuto sacerdote e vitti-
ma. Per cui ogni celebrazione
eucaristica, memoriale del sacri-
ficio della croce, ha un intrinseco
ed essenziale riferimento a Ma-
ria, alla sua fecondità sacerdotale
misteriosa, che ci ha valso il vero
e unico sacerdote, il pane venuto
dal cielo, il vino di vita eterna. E’
nel seno della Vergine la sorgen-
te del sacerdozio di Cristo e della
chiesa.
Nella controversia contro Be-
rengario di Tours (+1088), contro
un simbolismo che rischiava di
svuotare la realtà fisica dell'incar-
nazione e dell'Eucaristia, si ricor-
re al ruolo storico di Maria. Nel
testo del giuramento imposto a
Berengario dal Sinodo romano
del 1079 si legge che il pane e il
vino "sono dopo la consacrazio-
ne il vero corpo di Cristo, nato
da Maria Vergine, che pendette
sulla croce offerto per la salvezza
del mondo e che siede alla destra
del Padre".
Per cui nell'Eucaristia si tratta
del vero Corpo di Cristo, nato
dalla vergine Maria: "Ave, verum
corpus, natum de Maria virgine",
dirà poi un famoso testo eucari-
stico del secolo XIV.
Il ricorso alla Vergine nell'Eu-
caristia è quindi un test di verità e
di ortodossia. Il legame tra Maria
e l'Eucaristia è mediato, ma so-
stanziale: il corpo eucaristico è lo
stesso corpo formato nel seno
della beata Vergine.
Per cui S. Bonaventura arrive-
rà anche ad attribuire alla Ma-
donna una certa mediazione eu-
caristica: come il corpo fisico di
Cristo ci è stato dato dalle mani
della Vergine, così da queste
stesse mani deve essere ricevuto
il suo corpo eucaristico. Gersone
chiama Maria "madre dell'Euca-
ristia".
La funzione materna di Maria
e della chiesa in ordine all'Euca-
ristia può essere così sintetizzata:
"Maria generò il Cristo terreno,
la chiesa genera il Cristo eucari-
stico”. La vita di Maria fu tutta
concentrata sull'educazione e
sulla custodia di Cristo, la vita
intima della chiesa e la sua più
assillante preoccupazione è la
cura del tesoro dell'Eucaristia.
Maria diede al mondo il Cristo
terreno affinché il mondo fosse
redento dall'immolazione della
sua santa carne e da quella im-
molazione sbocciassero figli di
Dio. Uguale scopo hanno il corpo
e il sangue eucaristico nella chie-
sa: generare, cioè, sempre nuovi
figli di Dio.
Come Maria partecipò al sa-
crificio della croce, così tutta
quanta la chiesa partecipa al san-
to sacrificio della Messa [...].
Maria è la celeste e autentica in-
terceditrice presso il Figlio, la
chiesa è la terrena, autentica e
onnipotente interceditrice dei
suoi figli.
La chiesa per questo non cele-
bra mai l'Eucaristia senza invoca-
re a più riprese l'intercessione
della madre del Signore. In cia-
scuna Messa Maria sembra pro-
lungare attraverso la chiesa la
domanda fatta a Cana: "Non han-
no più vino" (Gv 2,5).
Ad ogni Messa Maria offre
come membro eminente della
chiesa non solo il suo consenso
passato all'incarnazione e alla
croce, ma anche i suoi meriti e la
presente intercessione materna e
gloriosa.
"Maria guida all’Eucaristia"
Per questo la maternità spiritu-
ale di Maria "è particolarmente
avvertita e vissuta dal popolo
cristiano nel sacro Convito - ce-
lebrazione liturgica del mistero
della redenzione-, nel quale si fa
presente Cristo, il suo vero corpo
nato da Maria Vergine".
(Redemptoris Mater n.44)
Giovanni Paolo II così conti-
nua: "Ben a ragione la pietà del
popolo cristiano ha sempre rav-
visato un profondo legame tra la
devozione alla Vergine santa e il
culto dell'Eucaristia: è, questo,
un fatto rilevabile nella liturgia
sia occidentale che orientale,
nella tradizione delle famiglie
religiose, nella spiritualità dei
movimenti contemporanei anche
giovanili, nella pastorale dei san-
tuari mariani. Maria guida i fe-
deli all'Eucaristia".
Si sa che è proprio del mini-
stero apostolico radunare i fedeli
attorno all'Eucaristia e presieder-
la. In questo richiamo al Cristo
eucaristico la beata Vergine, regi-
na degli Apostoli, ha quasi un
suo ministero "carismatico" di
radunare il popolo dei fedeli at-
torno all'Eucaristia e avviarli alla
lode e alla comunione con Dio
Trinità. (Dalle meditazioni
del Card. Angelo Amato, SDB)
(Continua da pagina 1)
Io desidero guidarvi alla verità
e mai come in questa
generazione l’uomo
si è opposto al buon Dio,
Padre della compassione,
sfidandolo attraverso l’offesa
ed il rigetto verso il Figlio Mio,
vivo nel Sacramento Santissimo.
(Mess. 5.10.1999)
3
Nel centenario dell’apparizione a Fatima
ai tre pastorelli ci ritroviamo a riflet-
tere ancora una volta sullo sviluppo che questa ma-
riofania ha avuto nel mondo ma soprattutto nelle
anime. Con l’aiuto di una cartina geografica, trac-
ciando una linea da Fatima a Manduria si nota co-
me esse siano su una stessa linea, tradotto in termini
geografici...su un unico parallelo 39°/40°!
Se per alcuni questo non vuol dire nulla, per co-
loro che sono attenti alla voce soprannaturale del
Cielo, ciò indica come queste due realtà siano lega-
te da un filo sottile e conferma, per certi versi, la
veridicità della manifestazione celeste nella terra di
Manduria…
Del messaggio che parte da Fatima e prosegue a
Manduria ci sarebbe molto da dire specie alla luce
dell’attuale situazione del mondo. Ma in questo pic-
colo spazio vogliamo soffermarci sull’aspetto este-
riore attraverso il quale si presenta la Vergine San-
tissima.
A Fatima ella appare con al centro il suo Cuore
Immacolato trafitto di spine come mezzo di conver-
sione e riparazione, a Manduria a quel Cuore trafit-
to si sovrappone Gesù-Eucaristia, centro e culmine
della storia umana. Dalla conversione alla riparazio-
ne a Gesù-Eucaristia sempre attraverso il Suo Ma-
terno Cuore di madre.
Ma quello che ci colpisce di più e che accomuna
entrambe le mariofanie è la posizione della mano
posta sotto come ad indicare…suggerire nell’intimo
del cuore: “Guarda il mio Cuore trafitto di spine!
Attraverso di esso si manifesta la misericordia di
Dio per i peccatori”….e a Manduria: “Guarda il
Cuore trafitto di mio figlio che per voi si è immola-
to e per il quale chiedo riparazione”. Così come un
tempo ai pastorelli, oggi siamo noi i destinatari di
questa chiamata che non ha ancora trovato sul suo
pieno compimento…
Un’altra analogia che si pone a chi la osserva è
nella veste della Vergine Santa. A Fatima appare
con una stella dorata in basso simbolo della nuova
evangelizzazione, quella stessa stella che a Mandu-
ria svela come essere l’inizio di una nuova evange-
lizzazione cominciata con il pontificato di San Gio-
vanni Paolo II, fedele testimone dell’amore di Ma-
ria–Totus tuus ego sum!
Alla luce di quanto detto ci piace lasciarci avvol-
gere da questo grande mistero che è l’Amore di Dio
che da Fatima a Manduria ci conduce maternamente
con la creatura più dolce da Lui creata perché, attra-
verso di lei possiamo giungere in Paradiso per la
strada sicura di Maria, la Vergine dell’Eucaristia! •
”Da Fatima sto conducendo la battaglia
e da qui ad altrove continuerò a portarla
e tanti figli li condurrò
con Me in Cielo…”
(23.10.1994)
4
L a Madonna apparendo a Fatima il 13 giugno
1917, disse a Lucia: “Gesu’ vuole servirsi di te
per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire
nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”.
Poi, in quella apparizione, fece vedere ai tre veg-
genti il suo Cuore coronato di spine: il Cuore Im-
macolato della Mamma amareggiato per i peccati
dei figli e per la loro dannazione eterna!
Lucia racconta: “Il 10 dicembre 1925 mi apparve
in camera la Vergine Santissima e al suo fianco un
Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna
gli teneva la mano sulle spalle e, contemporanea-
mente, nell’altra mano reggeva un Cuore circonda-
to di spine”. In quel momento il Bambino disse:
“Abbi compassione del Cuore della Tua Madre
Santissima avvolto nelle spine che gli uomini ingra-
ti gli configgono continuamente, mentre non v’è chi
faccia atti di riparazione per strappargliele”.
E subito la Vergine Santissima aggiunse:
“Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di
spine che gli uomini ingrati infliggono continua-
mente con bestemmie e ingratitudini. Consolami
almeno tu e fa sapere questo:
A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sa-
bato, si confesseranno, riceveranno la santa Co-
munione, reciteranno il Rosario e mi faranno
compagnia per quindici minuti meditando i Mi-
steri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni,
prometto di assisterli nell’ora della morte con
tutte le grazie necessarie alla salvezza”.
E’ questa la grande promessa del Cuore di Maria
che si affianca a quella del Cuore di Gesù.
Per ottenere la promessa del Cuore di Maria si ri-
chiedono le seguenti condizioni:
1 – Confessione, fatta entro gli otto giorni prece-
denti, con l’intenzione di riparare le offese fatte al
Cuore Immacolato di Maria. Se uno nella confessio-
ne si dimentica di fare tale intenzione, può formu-
larla nella confessione seguente.
2 – Comunione, fatta in grazia di Dio con la stessa
intenzione della confessione.
3 – La Comunione deve essere fatta nel primo saba-
to del mese.
4 – La Confessione e la Comunione devono ripeter-
si per cinque mesi consecutivi, senza interruzione,
altrimenti si deve ricominciare da capo.
5 – Recitare la corona del Rosario, almeno la terza
parte, con la stessa intenzione della confessione.
6 – Meditazione, per un quarto d’ora fare compa-
gnia alla SS.ma Vergine meditando sui misteri del
Rosario.
Un confessore di Lucia le chiese il perché del
numero cinque. Lei lo chiese a Gesù, il quale le ri-
spose: “Si tratta di riparare le cinque offese dirette
al Cuore Immacolato di Maria.
1– Le bestemmie contro la sua Immacolata Conce-
zione.
2 – Contro la sua Verginità.
3– Contro la sua Maternità divina e il rifiuto di rico-
noscerla come Madre degli uomini.
4– L’opera di coloro che pubblicamente infondono
nel cuore dei piccoli l’indifferenza, il disprezzo e
perfino l’odio contro questa Madre Immacolata.
5 – L’opera di coloro che la offendono direttamente
nelle sue immagini sacre.
Nel profondo della richiesta di consacrazione del
Cuore di Maria e della comunione riparatrice dei
primi sabati, risiede la centralità di Dio. In quanto
cammino che conduce a Dio, il Cuore di Maria è un
cuore modellato seguendo il Cuore di Dio stesso –
“vi darò pastori secondo il mio cuore” (Ger 3, 15) –
e consacrarsi ad esso è accogliere la volontà di la-
sciarsi convertire dalla misericordia divina.
Il Cuore Immacolato è icona delle volontà di mi-
sericordia che Dio ha per il suo popolo.
Anche i primi sabati, offerti in riparazione del
Cuore Immacolato di Maria, evocheranno nel cre-
dente la centralità della misericordia di Dio e gli
ricorderanno come il cuore senza macchia lascia
trasparire la Sua presenza amorevole.
La devozione ai primi cinque sabati del chiama an-
che oggi ogni cuore che batte su questa terra. Non
è poi un grande sacrificio ciò che la Madonna chie-
de ma ciò presuppone la nostra disponibilità a ri-
cambiare questo Amore donato gratuitamente per-
ché attraverso la Riparazione, come ci ricorda la
Madonna a Manduria, numerose grazie scenderan-
no sulle anime… •
I primi cinque sabati del mese I primi cinque sabati del mese I primi cinque sabati del mese per riparare il Cuore Immacolato di Mariaper riparare il Cuore Immacolato di Mariaper riparare il Cuore Immacolato di Maria
5
Partendo dalla Bibbia:
L’Olio per il candelabro
Tu ordinerai agli Israeliti che ti
procurino olio puro di olive
schiacciate per il candelabro, per
tener sempre accesa una lampa-
da. Nella tenda del convegno, al
di fuori del velo che sta davanti
alla Testimonianza, Aronne e i
suoi figli la prepareranno, perché
dalla sera alla mattina essa sia
davanti al Signore: rito perenne
presso gli Israeliti di generazione
in generazione. (Es 27,20)
L’Olio dell’unzione
Il Signore parlò a Mo-
sè: "Procùrati balsami pregiati:
mirra vergine per il peso di cin-
quecento sicli, cinnamòmo odori-
fero, la metà, cioè duecentocin-
quanta sicli, canna odorifera,
duecentocinquanta, cassia, cin-
quecento sicli, secondo il siclo
del santuario, e un hin d'olio d'o-
liva.
Ne farai l'olio per l'unzione
sacra, un unguento composto se-
condo l'arte del profumiere: sarà
l'olio per l'unzione sacra. Con
esso ungerai la tenda del conve-
gno, l'arca della Testimonian-
za, la tavola e tutti i suoi accesso-
ri, il candelabro con i suoi acces-
sori, l'altare del profumo, l'altare
degli olocausti e tutti i suoi ac-
cessori; la conca e il suo piede-
stallo.
Consacrerai queste cose, le
quali diventeranno santissime:
quanto le toccherà sarà santo.
Ungerai anche Aronne e i suoi
figli e li consacrerai perché eser-
citino il mio sacerdozio. Agli I-
sraeliti dirai: questo sarà per voi
l'olio dell'unzione sacra per le
vostre generazioni. Non si dovrà
versare sul corpo di nessun uomo
e di simile a questo non ne dovre-
te fare: è una cosa santa e santa la
dovrete ritenere. Chi ne farà di
simile a questo o ne porrà sopra
un uomo estraneo sarà eliminato
dal suo popolo". (Es 30,22-33)
La lampada del santuario
Il Signore disse ancora a Mo-
sè: "Parla ad Aronne e riferisci:
Quando collocherai le lampade,
le sette lampade dovranno proiet-
tare la luce davanti al candela-
bro". Aronne fece così: collocò le
lampade in modo che facessero
luce davanti al candelabro, come
il Signore aveva ordinato a Mo-
sè. (Num 8,1-2)
I gruppi dei leviti
Eleazaro, figlio del sacerdote A-
ronne, avrà la sorveglianza dell'o-
lio per il candelabro, del profumo
aromatico dell'offerta perenne e
dell'olio dell'unzione e la sorve-
glianza di tutta la Dimora e di
quanto contiene, del santuario e
dei suoi arredi. (Num 4,16)
La lampada perenne
Il Signore disse ancora a Mo-
sè: "Ordina agli Israeliti che ti
portino olio puro di olive schiac-
ciate per il candelabro, per tenere
le lampade sempre acce-
se. Aronne lo preparerà nella ten-
da del convegno, fuori del velo
che sta davanti alla Testimonian-
za, perché le lampade ardano
sempre, da sera a mattina, davan-
ti al Signore.
È una legge perenne, di gene-
razione in generazione. Egli le
disporrà sul candelabro d'oro pu-
ro, perché ardano sempre davanti
al Signore. Prenderai anche fior
di farina e ne farai cuocere dodici
focacce; ogni focaccia sarà di due
decimi di efa. Le disporrai su due
pile, sei per pila, sulla tavola d'o-
ro puro davanti al Signore. (Lev
24, 1-6)
Allo stato selvatico, l’ulivo si
presenta in tutto il suo splendore
naturale. Il suo legno è ritenuto
tanto nobile da entrare a far parte
dei materiali utilizzati per la co-
struzione del “Santo dei Santi”,
(Continua a pagina 6)
6
la porta più sacra del Tempio.
Il Re Salomone “fece costruire
la porta della cella con battenti di
legno di ulivo; il frontale e gli
stipiti formavano un pentagono. I
due battenti erano di legno di uli-
vo”. (1Re 6,31-32).
Dopo la morte di Oloferne,
Giuditta e le sue compagne si
incoronarono di fronde di ulivo
per danzare e cantare la loro azio-
ne di grazie al Signore (Gdt
15,13)
E Giobbe rievocando la pro-
sperità di cui godeva in passato
dice: “quando mi lavavo in piedi
nel latte e la roccia mi versava
ruscelli d'olio!” (Gb 29,6)
L’olivo trova posto anche nei
salmi:
“Io invece come olivo verdeg-
giante nella casa di Dio. Mi ab-
bandono alla fedeltà di Dio ora e
per sempre” (Sal 52,10) “Tu mi
doni la forza di un bùfalo, mi co-
spargi di olio splendente” (Sal
92,11).
L’Olio dunque è uno degli ele-
menti usati per un rito sacro.
Nell’elenco delle cose necessarie
per l’organizzazione del culto
vengono citati due tipi di olio:
quello per il candelabro e quello
per l’unzione, profumato con aro-
mi (Es 25,6)
L’olio è un segno di gioia, ma
la vera gioia è frutto della giusti-
zia e della rettitudine. Per questo
un sovrano terreno che è stato
consacrato con l’olio
dell’unzione, può essere sulla
terra un riflesso della luce del
Signore: il Re eterno.
Il tuo trono, Dio, dura per
sempre; è scettro giusto lo scettro
del tuo regno. Ami la giustizia e
l'empietà detesti: Dio, il tuo Dio
ti ha consacrato con olio di leti-
zia, a preferenza dei tuoi egua-
li. (Sal 45,7-8)
La Madonna nella apparizioni di
Manduria si manifesta come la
Vergine dell’Eucaristia, Madre
dell’Ulivo benedetto, Sorgente
d’Olio santo della perenne unzio-
ne. A volte si rivolge a noi con
un linguaggio biblico: “Donna
delle due alleanze” oppure “Io
sono la donna che è nel deserto”
o ancora “chiedo a tutti di invo-
carmi come l’Immacolata che è
Vergine dell’Eucaristia scesa a
voi con l’olio del candelabro che
è davanti a Dio (Lv 24,2-3) per-
ché al mio passaggio indietreggi
la notte del male” (Mess
8/12/2001)
Alla luce di quanto abbiamo
letto precedentemente abbiamo
compreso che è lei la “lampada
perenne” che nessun vento può
spegnere, perché la fiamma non
oscilla ma va con premura al
cuore del Figlio che si consuma
ancora sull’altare sotto le spoglie
eucaristiche per amore, solo per
amore.
Lei, la tutta pura è la sorgente
d’olio santo, dal suo immacolato
cuore sgorga l’olio premuto
dall’Eterno Ulivo di pace
“Gesù”, l’Unto per eccellenza
del Padre perché a sua volta con
la mano di Maria ungesse peren-
nemente i suoi figli, piccoli vir-
gulti di ulivo, innestati nel grande
e unico “Ulivo benedetto Gesù”.
- Come virgulti d’ulivo intorno
alla tua mensa (Sal. 128,3) -
“Un tempo ti chiesi la devo-
zione alle mie lacrime e alla Ma-
dre dell’Ulivo benedetto, appella-
tivo che il mio cuore ha desidera-
to manifestare, ed ancora SS.
Vergine dell’olio, perché io desi-
dero ungere (benedire) eterna-
mente i miei figli, affinché siate
un giardino fiorito da offrire al
Signore Iddio e lo vado realiz-
zando tuttavia, curando anche i
vostri malanni fisici con l’olio
che il cuore di mio Figlio dona
(Mess. 14/8/1995)
“Olio, santo olio, l’essenza
che mia Madre continua a prepa-
rare per dare ai sofferenti, oggi
più di un tempo quando ella stes-
sa, con le sue purissime mani, si
adoperava per impastare
l’unguento lenitore da dare ai
miei poveri discepoli che avreb-
bero risollevato le piaghe e
l ’ u o m o s t e s s o ! ” (M es s .
22/6/1998)
Corri nel mondo a offrire
l’unguento che scaturisce dal suo
immacolato e trafitto cuore a cau-
sa della degenerazione di questa
figliolanza incosciente. (Mess.
16/7/1998)
Sui monti, fra le valli, fra om-
brosi alberi sia innalzata la sua
immagine, Profeta del Padre, sor-
gente della confermazione.
(Mess. 16/7/1998)
Io moltiplicherò l’olio come
una sorgente inesauribile. Tante
anime torneranno a Vita nuova.
Io desidero ringraziare i miei
consacrati che diffondono il bal-
samo delle mie lacrime: per mez-
zo della loro unzione si attueran-
no le mie grazie. I malati abbiano
fede ed accettino la croce come
segno di amore e fedeltà. Chi ac-
coglierà il mio messaggio come
un dono, riceverà, per i meriti dei
patimenti del Figlio mio, libera-
zione e guarigione! (Mess.
23/1/1999)
Sono Io la SS. Vergine imma-
colata, Regina della Pace, Madre
dell’olio dell’eterna salvezza.
(Continua da pagina 5)
(Continua a pagina 7)
Particolare lacrimazione di olio
Aprile 2009
7
(Mess. 24/8/1994)
Ho il desiderio di aprire a tutti voi il significato
di “Madre dell’Ulivo benedetto”. Figli miei, l’ulivo
è il segno della pace ed anche in questo luogo mi
sono presentata come Madre della pace. (Mess.
23/8/1994)
Pace, pace, pace, prima che la sua Ira trabocchi.
(Mess. 23/12/1994)
Io sono la Mamma dell’Ulivo ed è per questo
che ho desiderato chiamare questo luogo a me con-
sacrato “Celeste Verdura”. (Mess. 3/7/1994)
Sono cresciuta…come un ulivo maestoso nella
pianura (Sir 24,14)
Io sono la bella Uliva da cui esce sempre olio di
misericordia e sto nella pianura affinché tutti mi
vedano e tutti a me ricorrano (Visite al SS. Sacra-
mento e a Maria SS – S. Alfonso Maria de’ Liguori)
Ella è Myriam, colomba pura dell’autentica pa-
ce, frondosa Uliva del Padre, Madre del pacifico
mio cuore. (Mess. 16/7/1998)
Mio ulivo verdeggiante è la tua giovane soffe-
renza. Tu sei il segno del mio Amore (Mess.
22/7/1996)
Che cos’è dunque l’olio se non il segno
dell’Amore di Dio?
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli oc-
chi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il
mio calice trabocca. (Sal 23,5)
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino. Per
la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi, profumo
olezzante è il tuo nome, per questo le giovinette ti
amano. (Ct 1,3)
L’olio dell’amore è su voi e da voi trabocca sul
mondo. Voi siete quelli che lo attirano, voi preziosi
vasi in cui si fanno incenso i sacrifici della vostra
vita, ardenti lampade che nessun vento turba, e ten-
dete il vostro spirito acceso come fiamma diritta
verso il mio altare. Non dimenticate la vostra ele-
zione e non profanate il segno regale con contami-
nazioni umane. Rimanete nel Tabernacolo a benedi-
re per chi maledice, a pregare per chi ha bisogno di
ogni misericordia. il mondo sarà salvo per voi.
(Quaderno del 43 di Maria Valtorta)
Per quanto uno pecchi, se veramente pentito ri-
torna a me, io sono pronta ad accoglierlo; non bado
alla gravità del suo peccato, ma alla volontà con la
quale ritorna. Non disdegno di ungere e risanare le
sue piaghe, poiché sono chiamata e realmente sono
Madre di misericordia. (Visite al SS. Sacramento e
a Maria SS – S. Alfonso Maria de’ Liguori)
Cari figli, vi ho offerto l’olio perché l’Altissimo
ha desiderato fare del mio cuore la sorgente ove po-
ter attingere gioia e libertà interiore. (Mess.
23/10/1998)
Tale olio che io, santissima Vergine dell’Ulivo
benedetto, Regina dell’universale pace ho effuso, è
stato un luminoso dono di mio Figlio, affinché si
rivalutasse questo prezioso elemento nella vita dei
Sacramenti. Olio: balsamo ed unzione! (Mess. Notte
23-24/5/1995) •
(Continua da pagina 6)
ATTO DI CONSACRAZIONE E RIPARAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Vergine santissima e Madre nostra, nel mostrare il tuo Cuore circondato di spine,
simbolo delle bestemmie ed ingratitudini con cui gli uomini ripagano le finezze del tuo amore,
hai chiesto di consolarti e ripararti. Come figli ti vogliamo amare e consolare sempre,
ma specialmente dopo i tuoi materni lamenti, vogliamo riparare il tuo Cuore Addolorato e Immacolato
che la cattiveria degli uomini ferisce con le pungenti spine dei loro peccati.
In modo particolare vogliamo riparare le bestemmie proferite contro la tua Immacolata Concezione
e la tua Santa Verginità. Molti, purtroppo, negano che tu sei Madre di Dio
e non ti vogliono accettare come tenera Madre degli uomini.
Altri, non potendoti oltraggiare direttamente, scaricando la loro collera satanica profanando le tue Sacre Immagini
e non mancano coloro che cercano di infondere nei cuori, soprattutto dei bambini innocenti che ti sono tanto cari,
l’indifferenza, il disprezzo ed anche l’odio contro di Te.
Vergine santissima, prostrati ai tuoi piedi, esprimiamo la nostra pena e promettiamo di riparare,
con i nostri sacrifici, comunioni e preghiere, tanti peccati ed offese di questi tuoi figli ingrati.
Riconoscendo che anche noi non sempre corrispondiamo alle tue predilezioni, né ti amiamo ed onoriamo
sufficientemente come Madre nostra, supplichiamo il perdono misericordioso per le nostre colpe e freddezze.
Madre santa, vogliamo ancora chiederti compassione, protezione e benedizioni per gli attivisti atei
e i nemici della Chiesa. Riconducili tutti alla vera Chiesa, ovile di salvezza,
come hai promesso nelle tue apparizioni a Fatima.
Per quanti sono tuoi figli, per tutte le famiglie e per noi in particolare che ci consacriamo interamente al tuo Cuore
Immacolato sii rifugio nelle angustie e tentazioni della Vita; sii cammino per giungere a Dio,
unica fonte di pace e di gioia. Amen. Salve Regina..
8
G iacinta Marto nasce l’11
marzo 1910 ad Aljustrel
(Fatima, Portogallo) settima ed
ultima figlia di Manuel Pedro
Marto e di Olimpia di Gesù. Nel
1916, all’età di sei anni, inizia a
lavorare come pastorella.
La Chiesa ha meditato molto,
prima di elevarla alla gloria degli
altari, non perché si avesse qual-
che dubbio sulla sua vita cristalli-
na, ma perché fior di teologi cer-
cavano di mettersi d’accordo su
una questione non di poco conto:
se cioè a 10 anni non ancora
compiuti le virtù possono essere
vissute in grado eroico, come è
appunto richiesto ad ogni cristia-
no che viene proposto alla vene-
razione dei fedeli come beato o
santo.
Alla fine ogni dubbio si è
sciolto, anche perché il buon Dio
ha messo più di una firma (i mi-
racoli, richiesti per portare qual-
cuno “sugli altari”) sulla santità
di questa bambina.
Non dunque per aver avuto sei
apparizioni della Madonna, ma
perché queste l’hanno aiutata a
raggiungere la perfezione cristia-
na.
Tutto inizia un altro 13 mag-
gio di 83 anni prima, nel 1917,
quando la Madonna le appare per
la prima volta (ha appena 7 anni),
mentre è al pascolo con il fratello
Francesco e la cuginetta Lucia. È
quest’ultima (morta il 13 febbra-
io 2005 sulla soglia dei 98 anni) a
testimoniare che Giacinta fino a
quel giorno è una bambina come
tutte le altre: le piace giocare,
come a tutti i bambini di
quell’età; è un po’ permalosa, fa
il broncio per un nonnulla e non
si rassegna tanto facilmente a
perdere; le piace ballare e basta il
suono di un piffero rudimentale
per far fremere e roteare il suo
piccolo corpo.
La Madonna irrompe nella sua
vita e la cambia radicalmente:
medita a lungo sull’eternità
dell’inferno e “prende sul serio i
sacrifici per la conversione dei
peccatori”, si priva anche della
merenda per soccorrere i bambini
di due famiglie bisognose, si in-
namora del Papa che vorrebbe
tanto incontrare a tu per tu, la
sorprendono spesso in preghiera
fatta con uno slancio di amore
sicuramente superiore alla sua
età. Qualsiasi sofferenza, offerta
per la conversione dei peccatori,
è sempre accompagnata da un
amore che si riscontra solo nei
più grandi mistici.
Il 23 dicembre 1918, 14 mesi
dopo l’ultima apparizione, lei e
Francesco vengono colpiti dalla
“ s p a g n o l a ” , m a m e n t r e
quest’ultimo si spegne in pochi
mesi, per Giacinta il calvario è
più tormentato perché soprag-
giunge una pleurite purulenta, da
lei sopportata e offerta “per la
conversione dei peccatori e per
riparare gli oltraggi che si fanno
al cuore immacolato di Maria”.
Un ultimo grande sacrificio le
viene chiesto: staccarsi dai suoi e
soprattutto dalla cugina Lucia,
per un ricovero nell’ospedale D.
Estefania a Lisbona. Si tenta di
tutto, anche un intervento chirur-
gico senza anestesia, per tentare
di strapparla dalla morte, ma la
Madonna viene serenamente a
prenderla il 20 febbraio 1920,
come aveva promesso.
Francesco Marto nacque ad
Alijustrel, nella parrocchia di Fa-
tima, l'11 giugno 1908; è il pe-
nultimo degli undici figli di Ema-
nuele Pietro Marto e Olimpia di
Gesù. Con la sorellina Giacinta e
la cugina Lucia sarà il terzo pro-
tagonista delle apparizioni del
1917.
Alla fine del 1918 Francesco e
Giacinta furono irrimediabilmen-
te colpiti dall'epidemia di bronco-
p o l m o n i t e , l a t e r r i b i l e
"spagnola", che seminò tanti
morti in tutta l'Europa. La malat-
(Continua a pagina 9)
9
tia lo rendeva così debole da non
aver più la forza di recitare il Ro-
sario. Egli sapeva perfettamente
che sarebbe morto e tale certezza
gli veniva da quanto la "Bianca
Signora" aveva detto a Fatima
nell'apparizione del 13 giugno
1917: "Vorrei chiedervi di por-
tarci in cielo", domandò Lucia
alla Vergine, a nome suo e dei
cugini. "Sì, Giacinta e Francesco
li porterò presto", fu la risposta,
"ma tu devi restare qui ancora un
po' di tempo". Durante la malattia
Francesco si mostrò sempre alle-
gro e contento.
Quando Lucia gli domandava
se soffriva molto, egli così ri-
spondeva: “Abbastanza, ma non
fa niente, soffro per consolare il
Signore, e poi tra poco vado in
cielo!". Nel febbraio 1919 le sue
condizioni peggiorarono visibil-
mente e fu deciso di farlo rima-
nere a letto, assistito quasi sem-
pre da Giacinta. Un giorno i due
bambini mandarono a chiamare
Lucia che, appena entrò da loro,
disse: "La Madonna è venuta a
trovarci e dice che presto tornerà
a prendere Francesco per con-
durlo in Cielo".
Il 2 aprile lo stato di salute di
Francesco era così aggravato che
fu chiamato il parroco per con-
fessarlo. Egli temeva di morire
senza poter ricevere la prima Co-
munione e questo pensiero gli
causava una grande pena. Ma il
parroco lo accontentò sommini-
strandogli per la prima volta l'Eu-
carestia la sera stessa.
L'indomani Francesco diceva
alla sorellina Giacinta: "Oggi so-
no più felice di te, perché ho Ge-
sù nel mio cuore". E insieme si
misero a recitare il santo Rosario.
A notte salutò Lucia, dandosi un
arrivederci in Cielo. Poi disse
alla madre: "Guarda, mamma,
che bella luce là, vicino alla por-
ta!... Adesso non la vedo più...".
Il suo volto si illuminò di un sor-
riso angelico e, senza agonia,
senza contrazione, senza un ge-
mito, spirò dolcemente erano le
10 di sera. Ancora non aveva 11
anni.
Messaggero di preghiera e pe-
nitenza
Lucia descrive Francesco co-
me un bambino vivace, ma non
capriccioso, aveva un carattere
pacifico; nei giochi, se sorgeva
qualche discussione, lui cedeva
senza resistere; era di poche pa-
role e anche per fare la sua pre-
ghiera e offrire sacrifici gli piace-
va nascondersi perfino dalla so-
rella e da Lucia.
Quando andava a scuola, arri-
vando a Fatima, gli piaceva resta-
re in chiesa "vicino a Gesù", co-
me egli diceva: "Per me non vale
la pena di imparare a leggere,
fra poco vado in Cielo. Quando
torni da scuola vieni a chiamar-
mi".
Francesco Marto non fu solo
l'ambasciatore di un invito alla
preghiera e penitenza, ma con
tutte le forze si sforzò di incarna-
re nella sua vita tale messaggio,
che proclamò al mondo più con
le opere che con le parole. Non
perdeva nessuna occasione per
unirsi alla Passione di Cristo e
così cooperare alla salvezza delle
anime, alla pace nel mondo e alla
crescita della Chiesa. L'altra pie-
tra miliare del suo apostolato fu
la preghiera: sentì che la sua mis-
sione era di pregare incessante-
mente secondo le intenzioni della
Madonna.
Nutrì una speciale devozione
all'Eucarestia e trascorreva molto
tempo in chiesa ad adorare il
Santissimo Sacramento, che chia-
mava "Gesù nascosto". Ogni
giorno recitava i quindici misteri
del S. Rosario e spesso ne ag-
giungeva altri per soddisfare i
desideri della Vergine. Pregava
per consolare Dio, per onorare la
Madre del Signore, per suffragare
le anime del Purgatorio, per so-
stenere il Sommo Pontefice nella
sua missione di pastore universa-
le; pregava per le necessità del
mondo sconvolto dall'odio e dal
peccato.
La fama di santità, già goduta
in vita, si consolidò e si accrebbe
dopo la sua morte; molti fedeli e
devoti, dopo averlo invocato, di-
chiaravano di essere stati esaudi-
ti. Il 13 maggio 1989 (72° anni-
versario di Fatima) il Papa pro-
clamò l'eroicità delle virtù di
Francesco e Giacinta e successi-
vamente approvò e promulgò
l'autenticità di un miracolo attri-
buito alla loro intercessione. Infi-
ne, Giovanni Paolo II li ha pro-
clamati Beati, proprio a Fatima,
luogo delle apparizioni.
Il 13 Maggio 2017 il Santo
Padre Francesco ha ufficialmente
dichiarato santi i due bambini,
servi semplici e fedeli del proget-
to di Dio.•
(Continua da pagina 8)
Santuario di Fatima
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C arissimi tutti, pace e gioia in abbondanza!
Sono qui a scrivere su questo piccolo spazio
per rendere lode, onore e grazie a Colei che è Re-
gina dei nostri cuori.
Nel 2013 ho perso un bambino al quarto mese
di gravidanza a causa di un distacco alla placenta
che mi ha costretta a letto per circa un mese dopo
il ricovero urgente in ospedale. In quell’occasione
ho fatto di tutto per salvare il mio bambino e quan-
do Dio lo ha richiamato a sé ho cercato di accetta-
re la sua volontà e di offrire il mio dolore. Il medi-
co che mi aveva in cura mi consolò dicendomi che
probabilmente il bambino avrebbe sviluppato alla
nascita una cardiopatia congenita che lo avrebbe
portato ad avere grossi problemi.
Inizialmente ho preso questo evento come un
richiamo a rafforzare la mia fede, a credere che
nonostante tutto Dio ci ama e a volte le croci ce li
risparmia sul nascere! Ma non avevo ancora fatto i
conti con il dolore che naturalmente prova una
mamma alla perdita del figlio… Questo dolore ha
scavano un buco dentro di me che mi ha portato
lentamente a distaccarmi dalla preghiera e da tutto
ciò che la Madonna mi aveva dato negli anni! (Ho
conosciuto la Vergine dell’Eucaristia nel 2000
all’età di 22 anni). Ma c’era qualcosa di forte che
non mi faceva mollare! Mi sentivo stonata, non
riuscivo più a provare nulla dentro al mio cuore e
questo mi faceva stare male perché non era possi-
bile che tutto fosse svanito così.
Iniziò così dentro di me un processo di ricerca,
di ricerca di Dio, quel Dio che mi faceva battere il
cuore, che faceva vibrare ogni singola cellula del
mio essere e anche nel dolore mi generava conti-
nuamente! Ma niente! Lo pregavo, lo invocavo,
mi tenevo stretta a Lui attraverso i Sacramenti per-
ché in fondo al mio cuore sapevo che quella strada
non mi avrebbe fatto perdere perché una dolce Si-
gnora me lo aveva insegnato nella giovinezza!
Questa forza la sentivo forte dentro di me nono-
stante il dolore, mi trascinavo, ma sapevo che do-
vevo percorrere quella strada!
Sul finire dello stesso anno sono di nuovo in
attesa ma anche questa volta le cose non vanno
bene sin dall’inizio e sono stata costretta ad effet-
tuare i dovuti interventi poiché dentro la camera
gestazionale non c’era nulla! Nuovamente il medi-
co mi rincuorava dicendomi che ero un soggetto
sano poiché lui si basava sul fatto scientifico che
avendo avuto già una figlia (all’epoca aveva 7 an-
ni) non era possibile che io avessi qualche patolo-
gia che non mi permetteva di avere un altro figlio!
Ma non riuscivo a capacitarmi così lo convinsi a
prescrivermi degli esami genetici dai quali, mi dis-
se, non era risultato nulla di rilevante!
Inutile dire che la mia vita spirituale era cam-
biata ma ho continuato la mia ricerca nonostante le
mie numerose mancanze che mi scatenavano sensi
di colpa enormi che non mi facevano andare avan-
ti! Ogni volta come una bambina ritornavo a Lui
perché sapevo che ama i peccatori perché se così
non fosse stato, la Madonna mi aveva fatto cono-
scere un altro Dio!
A gennaio 2015 nuovamente Dio mi da’ la pos-
sibilità di diventare mamma. Inutile dire con quale
ansia ho vissuto ogni giorno. Non facevo altro che
piangere per la paura di rivivere di nuovo la perdi-
ta di un figlio. Nonostante questo c’era qualcosa di
diverso stavolta… il medico mi segnava le visite
mensili tutti i 23 o quasi. Era come se la Madonna
intendesse farmi sentire ancor di più la sua vici-
nanza e affidarmi a lei ma stavo facendo ancora i
conti con il mio dolore e spesso crollavo ed avevo
paura. Giungo così al termine della gravidanza e il
5 settembre nasce Davide Maria portando gioia a
tutta la famiglia!
Piano piano, occupandomi di lui è iniziata la
mia ripresa ma pensavo che quel dolore al cuore
non mi avrebbe più risanata del tutto!
Qualche mese fa mio padre, a causa di un pro-
blema respiratorio, è stato visitato da uno pneumo-
logo che, in base alla sintomatologia, gli ha pre-
scritto degli esami genetici! Ebbene, è risultato
affetto da trombofilia! Quegli stessi esami genetici
che avevo fatto anche io qualche anno prima! La
mia patologia mi consente però di avere il 50% di
possibilità di portare a termine la gravidanza se
(Continua a pagina 11)
11
non faccio le relative cure del caso. Se a molti
può far paura, questa notizia a me ha portato sol-
lievo e consolazione, un senso di leggerezza nel
cuore che mi ha permesso di gioire nonostante il
dolore perché mi ha fatto capire che se i figli sono
un dono: i miei sono un dono doppio perché, sen-
za saperlo, ho portato avanti due gravidanze, sen-
za problemi, con il rischio inconsapevole di poter-
li perdere poiché non sono stata sottoposta alle
precauzioni del caso!
Questo per me è un segno tangibile dell’Amore
di Dio! Quel Dio che la Vergine dell’Eucaristia
mi ha fatto conoscere 17 anni fa e che puntual-
mente non si è smentito nella sua generosità.
Quanto al figlio che ho perso so che è in buone
mani e anche lui da lassù è un dono perché mi ha
permesso di ritornare a Dio e di godere di
quell’Amore tangibile del Padre.
Questo è quanto la Vergine dell’Eucaristia va
operando. Ella, serva attenta e fedele
dell’Altissimo, Madre di Dio e madre nostra, vuo-
le solo condurci a Gesù per essere suoi per sem-
pre e rimane sempre al nostro fianco per far sì che
quella fiamma nel cuore rimanga sempre accesa.
Come le vergini sagge, ella provvede affinché non
manchi mai l’olio nelle nostre lampade fino al
nostro incontro con lo Sposo…
W la Vergine dell’Eucaristia!
In fede
Daniela P.
“...Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto
e dell’afflizione, rivestiti dello splendore della gloria
che ti viene da Dio per sempre…”
(Bar 5,1)
(Continua da pagina 10)
Una spina nel fianco per coloro che consi-
derano la religione da un lato un fatto
politico, dall’altro un fatto idealista. Cioè per quelli
che considerano la Chiesa di Cristo quel luogo ideale
atto a garantire posti di lavoro o atto a garantire pol-
trone, considerando la Chiesa gerarchica: due dimen-
sioni completamente sbagliate.
Ecco che la Madonna è venuta a guarirci, perché
sono delle vere “forme di patologia” che nel tempo rischiano di far diventare atei tutti quanti… soprattutto
queste generazioni di oggi, in cui noi ci troviamo ad essere “ponte”, testimonianze viventi, trasmissione di
questa nostra esperienza. Se è vero che tutto il mondo si regge per Cristo, cosa sarà un mondo fatto di gio-
vani che non costruiscono con Cristo il loro futuro? La Madonna sta parlando di quello che il demonio è
riuscito con la sua astuzia a impartire come veleno nelle menti e nei cuori (anche di tantissimi consacrati),
che Gesù o Dio è “un fatto puramente teologico”.
Vedete, per diventare atei ci vuole molto poco: basta ogni giorno dire a sé stessi: “Ce la faccio da solo”,
e relegare Dio in un posto sempre più lontano…come accade oggi per il Santissimo Sacramento! Questa
sofferenza di Cristo morale, spirituale, mentale e fisica si riproduce in tutto il Corpo mistico. Uno dei più
grandi pericoli che satana ha lanciato definitivamente contro l’umanità e che ha fatto filtrare attraverso la
(Continua a pagina 12)
12
nostra politica e
società, è la ca-
duta della fami-
glia. Quale ca-
rattere ha l’Italia
che la distingue
da tutti gli altri
Stati? E’ il valo-
re della famiglia.
Se in Italia
venissero appro-
vate certe leggi,
il mondo intero
sarà in una tale
desolazione, in
cui non sarà
“solo” la fami-
glia in quanto
tale a subire tutte
le aggressioni
demoniache che
verranno da tutti
i peccati giustifi-
cati. Non ce lo
possiamo per-
mettere. L’Italia
è la coscienza del mondo. La Madonna ha detto:
“Se l’Italia compirà questo passo, Dio lascerà che
l’Italia riceva dei castighi tremendi!”. Nel momen-
to in cui la nostra famiglia viene colpita, non ci sarà
più Chiesa.
Chi saranno i sacerdoti che celebreranno i nostri
matrimoni? Non ce ne sarà più bisogno, tanto non ci
sarà più bisogno di celebrarli… La Madonna vuole
che le mamme siano mamme e che i papà tornino
ad essere papà…che amino il sacrificio. È un mo-
mento importante per capire che non è il denaro che
fa la felicità nelle nostre case. Gesù ha affidato alla
donna la Salvezza della Chiesa e del mondo.
La Riparazione ci dà la dimensione del sacrifi-
cio, un sacrificio da vivere proprio come una mis-
sione. Faccio questo per…
Dunque è la dichiarata “battaglia” che la Madon-
na ha fatto suonare dai quattro Angeli ai quattro an-
goli della terra contro il nemico infernale, che pensa
di aver già vinto, mentre ha vinto solo poche batta-
glie, ma non la guerra. Ecco che con la massoneria,
la sua grande serva, satana si è voluto infiltrare in
ogni luogo dello strato sociale. Infatti la massoneria
è variopinta: è bianca, è nera, è gialla, è viola, ma
all’interno del suo nucleo non cambia la sua politi-
ca, che è questa: lottare contro la Chiesa cattolica.
Vedete, anche il terrorismo, anche questa situa-
zione creata a tavolino di questo musulmanesimo,
che a un certo punto della storia scoppia, viene in
occidente per chissà quale rabbia non identificata e,
guarda caso, il fine è sempre lo stesso: fare guerra
ai cristiani. Eh, ma basta! È sempre lo stesso disco
su un giradischi dalla punta spuntata, che suona la
stessa musica che abbiamo considerato nel nostro
studio della storia quando eravamo a scuola.
Ma oggi c’è un grande pericolo: si rischia che
dentro una grande bomba ne scoppino tantissime
altre, cioè è come se tutte le rabbie, le stanchezze,
gli sbagli, gli errori e gli orrori degli uomini di que-
sti secoli passati confluiscano tutto in una volta in
questa fine del secondo millennio e inizio del terzo.
“È un pericolo e un tempo delicatissimo, in cui è
evidente - la Madonna sta dicendo – che necessita-
no solo bocche che pregano, persone che si sacrifi-
cano: solo gente che ama Gesù potrà salvare il mon-
do”. È questo il grande Messaggio della Madonna,
ma è ovvio che se noi non andiamo a recuperare il
più grande Amore della nostra vita, non avremo la
forza per realizzare tutto questo. •
(Tratto dalle meditazioni di Debora,
Bolzano, 17.3.2007)
(Continua da pagina 11)
13
Maggio/Giugno 2017 - Anno VIII°
Copia Gratuita FOLLOW US ON FACEBOOK! “Piccoli figli della Vergine dell’Eucaristia”
“The Marians Magazine — IL MESSAGGIO” è parte integrante del relativo Magazine. Tuttavia d’ora in poi si è scelto di separarlo dallo stesso affinché possa essere strumento di apostolato
per far conoscere la dolce voce della SS. Vergine dell’Eucaristia. E’ disponibile on-line su www.giovanipromanduria.org e su www.manduriapparitions.blogspot.com
Sia lodato Gesù Cristo!
D: “Sempre sia lodato!”
Maria SS: “Cari figli Miei, oggi con il Mio Cuore di Madre vi invito a realizzare l’amore e la pace nelle
vostre famiglie e nella società. Io desidero che vi apriate con piena fiducia all’Opera dello Spirito Santo, il
quale vi manifesterà, non tardi, il nuovo volto dell’umanità, purificata e riconciliata con Dio”
D: “Sono felice che Tu sia qui, perché tante persone mi hanno chiesto di presentarTi le loro cause.”
Maria SS: “Io vengo per i Miei figli che vogliono accogliere, con le loro forze, il Mio richiamo e vi benedi-
co, perché il vostro aiuto nelle Mie mani è un invincibile strumento per ottenere liberazione e salvez-
za” (Qui la Madonna vaga intorno con gli occhi. Dice qualcosa e poi):
Ma pregate, figli Miei, perché senza sosta Io tocco i cuori delle creature che già non hanno più la
speranza. Io cerco in modo particolare quei figli che si sono arresi al male. Coraggio, ricominciate con Me
e abbandonate satana rifiutando il peccato.
(Qui la Madonna si fa più seria; il Suo sguardo, ritornando su di me, si fa pietoso).
Figliola, la decisione di seguirMi, attraverso la Penitenza e la Riparazione, che Io ho chiesto in que-
sto luogo, è stata un dono del Signore e così anche altri saranno capaci di ciò, perché non Mi fermerò nel
distribuire grazie, ogni giorno, ai piedi del Mio “albero” e nel mondo, ove la Mia Devozione sarà accolta.
Tra breve riceverai ancora due segreti che segneranno il tempo del termine delle Apparizioni pub-
bliche, ma tu non devi essere triste, perché Gesù ti lascerà il dono del dialogo interiore, per testimoniare il
Suo amore. Dopo verrò di nuovo, per annunciare una nuova Apparizione che vi indicherà il tempo nel qua-
le la terra sarà avvolta da varie sofferenze, perché la giustizia, la fedeltà e la fede possano trionfare.
Vi invito tutti ancora a dare vita ai Focolari di preghiera che Io stessa custodirò con la Mia Presenza.
Cari figli, dei giorni tristi si avvicinano e per questo vi sto invitando alla decisione per Dio. Non ab-
biate paura, perché Io intercedo per voi che vi affidate a Me nella preghiera. Ho bisogno della vostra colla-
borazione, perché l’ora dell’angoscia possa passare nel più breve tempo possibile.
Ora vi chiedo di offrire al Signore la vostra sincera amicizia. Io desidero che ritroviate Gesù nel Suo
tabernacolo. Parlate a tutti dell’importanza che ha il Ministero sacerdotale. Perdonate e pregate per i Miei
figli Sacerdoti. Siate loro accanto come Io sono accanto a voi. Verrò presto, presto, presto: attendiMi. La
Pace resti in te”
(Messaggio del 23.11.1999)