«da duemila anni, la · 2017-05-25 · vino (gv 2) e con il corrispon-dente miracolo della...

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Maggio/Giugno 2017 - Anno VIII° Copia Gratuita “The Marians Magazine” è disponibile on-line su www.giovanipromanduria.org e su www.manduriapparitions.blogspot.com FOLLOW US ON FACEBOOK! “Piccoli figli della Vergine dell’Eucaristia” «Da duemila anni, la Chiesa è la culla in cui Maria depone Gesù e lo affi- da all'adorazione e alla contem- plazione di tutti i popoli. Che at- traverso l’umiltà della Sposa pos- sa risplendere ancora di più la gloria e la forza dell'Eucaristia che essa celebra e conserva nel suo seno» (Cfr. Bolla di indizione del Grande Giubileo del 2000 - Incarnationis mysterium n.11). In che modo Maria è presente nella comunità che celebra l'Eu- caristia? Ricordiamo le due scene gio- vannee: le nozze di Cana, con il miracolo dell'acqua mutata in vino (Gv 2) e con il corrispon- dente miracolo della moltiplica- zione dei pani (Gv 6); la conse- gna di Giovanni a Maria sul Cal- vario. Si tratta di scene eucaristi- che: Gesù dà inizio alla nuova economia sacramentale della Chiesa, della quale l'Eucaristia è il vertice. Ricordiamo ancora che dopo l'Ascensione gli apostoli «erano assidui e concordi nella preghie- ra, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Ge- sù» (Atti 1,14). Si dice anche che essi «erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazio- ne del pane e nelle preghie- re» (At 2,42). Maria, come madre della Chiesa, è stata quindi la prima a vivere l'Eucaristia e a contempla- re nella fede Gesù eucaristico. Maria ha una presenza e un ruolo decisivo sia nell'incarnazio- ne, sia nell'economia sacramenta- ria della chiesa: in entrambe essa ha detto il suo "fiat" nella fede, nella speranza, nella carità. In entrambe essa è capostipite di una nuova generazione voluta da Dio: nella prima, la generazione del Figlio di Dio fatto carne; nel- la seconda, la generazione della comunità ecclesiale che sgorga dal costato di Cristo e che si nu- tre del suo Corpo e del suo San- gue. Come la chiesa, anche Maria dona ai cristiani il Cristo eucari- stico per il loro nutrimento spiri- tuale. Per Efrem Siro, l'Eucaristia è il mistero del Corpo di Cristo na- to da Maria e presente nella chie- sa: "Solo a me hai mostrato la tua bellezza in due immagini! Il pane infatti ti rappresenta bene così come il pensiero; e abiti nel pane e in quelli che lo mangiano! E la tua chiesa ti vede visibil- mente e invisibilmente così come ti vede tua madre". I Padri della chiesa fanno an- che notare che è nel seno di Ma- ria che Gesù è diventato sacerdo- te, prendendo il corpo che dove- va poi offrire in sacrificio. È nell'incarnazione che Gesù diven- ta gran sacerdote, prendendo il (Continua a pagina 2)

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Maggio/Giugno 2017 - Anno VIII°

Copia Gratuita

“The Marians Magazine” è disponibile on-line su www.giovanipromanduria.org e su www.manduriapparitions.blogspot.com

FOLLOW US ON FACEBOOK! “Piccoli figli della Vergine dell’Eucaristia”

«Da duemila anni, la

Chiesa è la culla in

cui Maria depone Gesù e lo affi-

da all'adorazione e alla contem-

plazione di tutti i popoli. Che at-

traverso l’umiltà della Sposa pos-

sa risplendere ancora di più la

gloria e la forza dell'Eucaristia

che essa celebra e conserva nel

suo seno» (Cfr. Bolla di indizione

del Grande Giubileo del 2000 -

Incarnationis mysterium n.11).

In che modo Maria è presente

nella comunità che celebra l'Eu-

caristia?

Ricordiamo le due scene gio-

vannee: le nozze di Cana, con il

miracolo dell'acqua mutata in

vino (Gv 2) e con il corrispon-

dente miracolo della moltiplica-

zione dei pani (Gv 6); la conse-

gna di Giovanni a Maria sul Cal-

vario. Si tratta di scene eucaristi-

che: Gesù dà inizio alla nuova

economia sacramentale della

Chiesa, della quale l'Eucaristia è

il vertice.

Ricordiamo ancora che dopo

l'Ascensione gli apostoli «erano

assidui e concordi nella preghie-

ra, insieme con alcune donne e

con Maria, la madre di Ge-

sù» (Atti 1,14). Si dice anche che

essi «erano assidui nell'ascoltare

l'insegnamento degli apostoli e

nell'unione fraterna, nella frazio-

ne del pane e nelle preghie-

re» (At 2,42).

Maria, come madre della

Chiesa, è stata quindi la prima a

vivere l'Eucaristia e a contempla-

re nella fede Gesù eucaristico.

Maria ha una presenza e un

ruolo decisivo sia nell'incarnazio-

ne, sia nell'economia sacramenta-

ria della chiesa: in entrambe essa

ha detto il suo "fiat" nella fede,

nella speranza, nella carità. In

entrambe essa è capostipite di

una nuova generazione voluta da

Dio: nella prima, la generazione

del Figlio di Dio fatto carne; nel-

la seconda, la generazione della

comunità ecclesiale che sgorga

dal costato di Cristo e che si nu-

tre del suo Corpo e del suo San-

gue.

Come la chiesa, anche Maria

dona ai cristiani il Cristo eucari-

stico per il loro nutrimento spiri-

tuale.

Per Efrem Siro, l'Eucaristia è

il mistero del Corpo di Cristo na-

to da Maria e presente nella chie-

sa: "Solo a me hai mostrato la

tua bellezza in due immagini! Il

pane infatti ti rappresenta bene

così come il pensiero; e abiti nel

pane e in quelli che lo mangiano!

E la tua chiesa ti vede visibil-

mente e invisibilmente così come

ti vede tua madre".

I Padri della chiesa fanno an-

che notare che è nel seno di Ma-

ria che Gesù è diventato sacerdo-

te, prendendo il corpo che dove-

va poi offrire in sacrificio. È

nell'incarnazione che Gesù diven-

ta gran sacerdote, prendendo il

(Continua a pagina 2)

2

corpo da immolare in sacrificio al

Padre.

II patriarca Proclo di Costanti-

nopoli (+ 446) sottolinea a ragio-

ne che Maria è il tempio in cui

Dio è divenuto sacerdote e vitti-

ma. Per cui ogni celebrazione

eucaristica, memoriale del sacri-

ficio della croce, ha un intrinseco

ed essenziale riferimento a Ma-

ria, alla sua fecondità sacerdotale

misteriosa, che ci ha valso il vero

e unico sacerdote, il pane venuto

dal cielo, il vino di vita eterna. E’

nel seno della Vergine la sorgen-

te del sacerdozio di Cristo e della

chiesa.

Nella controversia contro Be-

rengario di Tours (+1088), contro

un simbolismo che rischiava di

svuotare la realtà fisica dell'incar-

nazione e dell'Eucaristia, si ricor-

re al ruolo storico di Maria. Nel

testo del giuramento imposto a

Berengario dal Sinodo romano

del 1079 si legge che il pane e il

vino "sono dopo la consacrazio-

ne il vero corpo di Cristo, nato

da Maria Vergine, che pendette

sulla croce offerto per la salvezza

del mondo e che siede alla destra

del Padre".

Per cui nell'Eucaristia si tratta

del vero Corpo di Cristo, nato

dalla vergine Maria: "Ave, verum

corpus, natum de Maria virgine",

dirà poi un famoso testo eucari-

stico del secolo XIV.

Il ricorso alla Vergine nell'Eu-

caristia è quindi un test di verità e

di ortodossia. Il legame tra Maria

e l'Eucaristia è mediato, ma so-

stanziale: il corpo eucaristico è lo

stesso corpo formato nel seno

della beata Vergine.

Per cui S. Bonaventura arrive-

rà anche ad attribuire alla Ma-

donna una certa mediazione eu-

caristica: come il corpo fisico di

Cristo ci è stato dato dalle mani

della Vergine, così da queste

stesse mani deve essere ricevuto

il suo corpo eucaristico. Gersone

chiama Maria "madre dell'Euca-

ristia".

La funzione materna di Maria

e della chiesa in ordine all'Euca-

ristia può essere così sintetizzata:

"Maria generò il Cristo terreno,

la chiesa genera il Cristo eucari-

stico”. La vita di Maria fu tutta

concentrata sull'educazione e

sulla custodia di Cristo, la vita

intima della chiesa e la sua più

assillante preoccupazione è la

cura del tesoro dell'Eucaristia.

Maria diede al mondo il Cristo

terreno affinché il mondo fosse

redento dall'immolazione della

sua santa carne e da quella im-

molazione sbocciassero figli di

Dio. Uguale scopo hanno il corpo

e il sangue eucaristico nella chie-

sa: generare, cioè, sempre nuovi

figli di Dio.

Come Maria partecipò al sa-

crificio della croce, così tutta

quanta la chiesa partecipa al san-

to sacrificio della Messa [...].

Maria è la celeste e autentica in-

terceditrice presso il Figlio, la

chiesa è la terrena, autentica e

onnipotente interceditrice dei

suoi figli.

La chiesa per questo non cele-

bra mai l'Eucaristia senza invoca-

re a più riprese l'intercessione

della madre del Signore. In cia-

scuna Messa Maria sembra pro-

lungare attraverso la chiesa la

domanda fatta a Cana: "Non han-

no più vino" (Gv 2,5).

Ad ogni Messa Maria offre

come membro eminente della

chiesa non solo il suo consenso

passato all'incarnazione e alla

croce, ma anche i suoi meriti e la

presente intercessione materna e

gloriosa.

"Maria guida all’Eucaristia"

Per questo la maternità spiritu-

ale di Maria "è particolarmente

avvertita e vissuta dal popolo

cristiano nel sacro Convito - ce-

lebrazione liturgica del mistero

della redenzione-, nel quale si fa

presente Cristo, il suo vero corpo

nato da Maria Vergine".

(Redemptoris Mater n.44)

Giovanni Paolo II così conti-

nua: "Ben a ragione la pietà del

popolo cristiano ha sempre rav-

visato un profondo legame tra la

devozione alla Vergine santa e il

culto dell'Eucaristia: è, questo,

un fatto rilevabile nella liturgia

sia occidentale che orientale,

nella tradizione delle famiglie

religiose, nella spiritualità dei

movimenti contemporanei anche

giovanili, nella pastorale dei san-

tuari mariani. Maria guida i fe-

deli all'Eucaristia".

Si sa che è proprio del mini-

stero apostolico radunare i fedeli

attorno all'Eucaristia e presieder-

la. In questo richiamo al Cristo

eucaristico la beata Vergine, regi-

na degli Apostoli, ha quasi un

suo ministero "carismatico" di

radunare il popolo dei fedeli at-

torno all'Eucaristia e avviarli alla

lode e alla comunione con Dio

Trinità. (Dalle meditazioni

del Card. Angelo Amato, SDB)

(Continua da pagina 1)

Io desidero guidarvi alla verità

e mai come in questa

generazione l’uomo

si è opposto al buon Dio,

Padre della compassione,

sfidandolo attraverso l’offesa

ed il rigetto verso il Figlio Mio,

vivo nel Sacramento Santissimo.

(Mess. 5.10.1999)

3

Nel centenario dell’apparizione a Fatima

ai tre pastorelli ci ritroviamo a riflet-

tere ancora una volta sullo sviluppo che questa ma-

riofania ha avuto nel mondo ma soprattutto nelle

anime. Con l’aiuto di una cartina geografica, trac-

ciando una linea da Fatima a Manduria si nota co-

me esse siano su una stessa linea, tradotto in termini

geografici...su un unico parallelo 39°/40°!

Se per alcuni questo non vuol dire nulla, per co-

loro che sono attenti alla voce soprannaturale del

Cielo, ciò indica come queste due realtà siano lega-

te da un filo sottile e conferma, per certi versi, la

veridicità della manifestazione celeste nella terra di

Manduria…

Del messaggio che parte da Fatima e prosegue a

Manduria ci sarebbe molto da dire specie alla luce

dell’attuale situazione del mondo. Ma in questo pic-

colo spazio vogliamo soffermarci sull’aspetto este-

riore attraverso il quale si presenta la Vergine San-

tissima.

A Fatima ella appare con al centro il suo Cuore

Immacolato trafitto di spine come mezzo di conver-

sione e riparazione, a Manduria a quel Cuore trafit-

to si sovrappone Gesù-Eucaristia, centro e culmine

della storia umana. Dalla conversione alla riparazio-

ne a Gesù-Eucaristia sempre attraverso il Suo Ma-

terno Cuore di madre.

Ma quello che ci colpisce di più e che accomuna

entrambe le mariofanie è la posizione della mano

posta sotto come ad indicare…suggerire nell’intimo

del cuore: “Guarda il mio Cuore trafitto di spine!

Attraverso di esso si manifesta la misericordia di

Dio per i peccatori”….e a Manduria: “Guarda il

Cuore trafitto di mio figlio che per voi si è immola-

to e per il quale chiedo riparazione”. Così come un

tempo ai pastorelli, oggi siamo noi i destinatari di

questa chiamata che non ha ancora trovato sul suo

pieno compimento…

Un’altra analogia che si pone a chi la osserva è

nella veste della Vergine Santa. A Fatima appare

con una stella dorata in basso simbolo della nuova

evangelizzazione, quella stessa stella che a Mandu-

ria svela come essere l’inizio di una nuova evange-

lizzazione cominciata con il pontificato di San Gio-

vanni Paolo II, fedele testimone dell’amore di Ma-

ria–Totus tuus ego sum!

Alla luce di quanto detto ci piace lasciarci avvol-

gere da questo grande mistero che è l’Amore di Dio

che da Fatima a Manduria ci conduce maternamente

con la creatura più dolce da Lui creata perché, attra-

verso di lei possiamo giungere in Paradiso per la

strada sicura di Maria, la Vergine dell’Eucaristia! •

”Da Fatima sto conducendo la battaglia

e da qui ad altrove continuerò a portarla

e tanti figli li condurrò

con Me in Cielo…”

(23.10.1994)

4

L a Madonna apparendo a Fatima il 13 giugno

1917, disse a Lucia: “Gesu’ vuole servirsi di te

per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire

nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”.

Poi, in quella apparizione, fece vedere ai tre veg-

genti il suo Cuore coronato di spine: il Cuore Im-

macolato della Mamma amareggiato per i peccati

dei figli e per la loro dannazione eterna!

Lucia racconta: “Il 10 dicembre 1925 mi apparve

in camera la Vergine Santissima e al suo fianco un

Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna

gli teneva la mano sulle spalle e, contemporanea-

mente, nell’altra mano reggeva un Cuore circonda-

to di spine”. In quel momento il Bambino disse:

“Abbi compassione del Cuore della Tua Madre

Santissima avvolto nelle spine che gli uomini ingra-

ti gli configgono continuamente, mentre non v’è chi

faccia atti di riparazione per strappargliele”.

E subito la Vergine Santissima aggiunse:

“Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di

spine che gli uomini ingrati infliggono continua-

mente con bestemmie e ingratitudini. Consolami

almeno tu e fa sapere questo:

A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sa-

bato, si confesseranno, riceveranno la santa Co-

munione, reciteranno il Rosario e mi faranno

compagnia per quindici minuti meditando i Mi-

steri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni,

prometto di assisterli nell’ora della morte con

tutte le grazie necessarie alla salvezza”.

E’ questa la grande promessa del Cuore di Maria

che si affianca a quella del Cuore di Gesù.

Per ottenere la promessa del Cuore di Maria si ri-

chiedono le seguenti condizioni:

1 – Confessione, fatta entro gli otto giorni prece-

denti, con l’intenzione di riparare le offese fatte al

Cuore Immacolato di Maria. Se uno nella confessio-

ne si dimentica di fare tale intenzione, può formu-

larla nella confessione seguente.

2 – Comunione, fatta in grazia di Dio con la stessa

intenzione della confessione.

3 – La Comunione deve essere fatta nel primo saba-

to del mese.

4 – La Confessione e la Comunione devono ripeter-

si per cinque mesi consecutivi, senza interruzione,

altrimenti si deve ricominciare da capo.

5 – Recitare la corona del Rosario, almeno la terza

parte, con la stessa intenzione della confessione.

6 – Meditazione, per un quarto d’ora fare compa-

gnia alla SS.ma Vergine meditando sui misteri del

Rosario.

Un confessore di Lucia le chiese il perché del

numero cinque. Lei lo chiese a Gesù, il quale le ri-

spose: “Si tratta di riparare le cinque offese dirette

al Cuore Immacolato di Maria.

1– Le bestemmie contro la sua Immacolata Conce-

zione.

2 – Contro la sua Verginità.

3– Contro la sua Maternità divina e il rifiuto di rico-

noscerla come Madre degli uomini.

4– L’opera di coloro che pubblicamente infondono

nel cuore dei piccoli l’indifferenza, il disprezzo e

perfino l’odio contro questa Madre Immacolata.

5 – L’opera di coloro che la offendono direttamente

nelle sue immagini sacre.

Nel profondo della richiesta di consacrazione del

Cuore di Maria e della comunione riparatrice dei

primi sabati, risiede la centralità di Dio. In quanto

cammino che conduce a Dio, il Cuore di Maria è un

cuore modellato seguendo il Cuore di Dio stesso –

“vi darò pastori secondo il mio cuore” (Ger 3, 15) –

e consacrarsi ad esso è accogliere la volontà di la-

sciarsi convertire dalla misericordia divina.

Il Cuore Immacolato è icona delle volontà di mi-

sericordia che Dio ha per il suo popolo.

Anche i primi sabati, offerti in riparazione del

Cuore Immacolato di Maria, evocheranno nel cre-

dente la centralità della misericordia di Dio e gli

ricorderanno come il cuore senza macchia lascia

trasparire la Sua presenza amorevole.

La devozione ai primi cinque sabati del chiama an-

che oggi ogni cuore che batte su questa terra. Non

è poi un grande sacrificio ciò che la Madonna chie-

de ma ciò presuppone la nostra disponibilità a ri-

cambiare questo Amore donato gratuitamente per-

ché attraverso la Riparazione, come ci ricorda la

Madonna a Manduria, numerose grazie scenderan-

no sulle anime… •

I primi cinque sabati del mese I primi cinque sabati del mese I primi cinque sabati del mese per riparare il Cuore Immacolato di Mariaper riparare il Cuore Immacolato di Mariaper riparare il Cuore Immacolato di Maria

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Partendo dalla Bibbia:

L’Olio per il candelabro

Tu ordinerai agli Israeliti che ti

procurino olio puro di olive

schiacciate per il candelabro, per

tener sempre accesa una lampa-

da. Nella tenda del convegno, al

di fuori del velo che sta davanti

alla Testimonianza, Aronne e i

suoi figli la prepareranno, perché

dalla sera alla mattina essa sia

davanti al Signore: rito perenne

presso gli Israeliti di generazione

in generazione. (Es 27,20)

L’Olio dell’unzione

Il Signore parlò a Mo-

sè: "Procùrati balsami pregiati:

mirra vergine per il peso di cin-

quecento sicli, cinnamòmo odori-

fero, la metà, cioè duecentocin-

quanta sicli, canna odorifera,

duecentocinquanta, cassia, cin-

quecento sicli, secondo il siclo

del santuario, e un hin d'olio d'o-

liva.

Ne farai l'olio per l'unzione

sacra, un unguento composto se-

condo l'arte del profumiere: sarà

l'olio per l'unzione sacra. Con

esso ungerai la tenda del conve-

gno, l'arca della Testimonian-

za, la tavola e tutti i suoi accesso-

ri, il candelabro con i suoi acces-

sori, l'altare del profumo, l'altare

degli olocausti e tutti i suoi ac-

cessori; la conca e il suo piede-

stallo.

Consacrerai queste cose, le

quali diventeranno santissime:

quanto le toccherà sarà santo.

Ungerai anche Aronne e i suoi

figli e li consacrerai perché eser-

citino il mio sacerdozio. Agli I-

sraeliti dirai: questo sarà per voi

l'olio dell'unzione sacra per le

vostre generazioni. Non si dovrà

versare sul corpo di nessun uomo

e di simile a questo non ne dovre-

te fare: è una cosa santa e santa la

dovrete ritenere. Chi ne farà di

simile a questo o ne porrà sopra

un uomo estraneo sarà eliminato

dal suo popolo". (Es 30,22-33)

La lampada del santuario

Il Signore disse ancora a Mo-

sè: "Parla ad Aronne e riferisci:

Quando collocherai le lampade,

le sette lampade dovranno proiet-

tare la luce davanti al candela-

bro". Aronne fece così: collocò le

lampade in modo che facessero

luce davanti al candelabro, come

il Signore aveva ordinato a Mo-

sè. (Num 8,1-2)

I gruppi dei leviti

Eleazaro, figlio del sacerdote A-

ronne, avrà la sorveglianza dell'o-

lio per il candelabro, del profumo

aromatico dell'offerta perenne e

dell'olio dell'unzione e la sorve-

glianza di tutta la Dimora e di

quanto contiene, del santuario e

dei suoi arredi. (Num 4,16)

La lampada perenne

Il Signore disse ancora a Mo-

sè: "Ordina agli Israeliti che ti

portino olio puro di olive schiac-

ciate per il candelabro, per tenere

le lampade sempre acce-

se. Aronne lo preparerà nella ten-

da del convegno, fuori del velo

che sta davanti alla Testimonian-

za, perché le lampade ardano

sempre, da sera a mattina, davan-

ti al Signore.

È una legge perenne, di gene-

razione in generazione. Egli le

disporrà sul candelabro d'oro pu-

ro, perché ardano sempre davanti

al Signore. Prenderai anche fior

di farina e ne farai cuocere dodici

focacce; ogni focaccia sarà di due

decimi di efa. Le disporrai su due

pile, sei per pila, sulla tavola d'o-

ro puro davanti al Signore. (Lev

24, 1-6)

Allo stato selvatico, l’ulivo si

presenta in tutto il suo splendore

naturale. Il suo legno è ritenuto

tanto nobile da entrare a far parte

dei materiali utilizzati per la co-

struzione del “Santo dei Santi”,

(Continua a pagina 6)

6

la porta più sacra del Tempio.

Il Re Salomone “fece costruire

la porta della cella con battenti di

legno di ulivo; il frontale e gli

stipiti formavano un pentagono. I

due battenti erano di legno di uli-

vo”. (1Re 6,31-32).

Dopo la morte di Oloferne,

Giuditta e le sue compagne si

incoronarono di fronde di ulivo

per danzare e cantare la loro azio-

ne di grazie al Signore (Gdt

15,13)

E Giobbe rievocando la pro-

sperità di cui godeva in passato

dice: “quando mi lavavo in piedi

nel latte e la roccia mi versava

ruscelli d'olio!” (Gb 29,6)

L’olivo trova posto anche nei

salmi:

“Io invece come olivo verdeg-

giante nella casa di Dio. Mi ab-

bandono alla fedeltà di Dio ora e

per sempre” (Sal 52,10) “Tu mi

doni la forza di un bùfalo, mi co-

spargi di olio splendente” (Sal

92,11).

L’Olio dunque è uno degli ele-

menti usati per un rito sacro.

Nell’elenco delle cose necessarie

per l’organizzazione del culto

vengono citati due tipi di olio:

quello per il candelabro e quello

per l’unzione, profumato con aro-

mi (Es 25,6)

L’olio è un segno di gioia, ma

la vera gioia è frutto della giusti-

zia e della rettitudine. Per questo

un sovrano terreno che è stato

consacrato con l’olio

dell’unzione, può essere sulla

terra un riflesso della luce del

Signore: il Re eterno.

Il tuo trono, Dio, dura per

sempre; è scettro giusto lo scettro

del tuo regno. Ami la giustizia e

l'empietà detesti: Dio, il tuo Dio

ti ha consacrato con olio di leti-

zia, a preferenza dei tuoi egua-

li. (Sal 45,7-8)

La Madonna nella apparizioni di

Manduria si manifesta come la

Vergine dell’Eucaristia, Madre

dell’Ulivo benedetto, Sorgente

d’Olio santo della perenne unzio-

ne. A volte si rivolge a noi con

un linguaggio biblico: “Donna

delle due alleanze” oppure “Io

sono la donna che è nel deserto”

o ancora “chiedo a tutti di invo-

carmi come l’Immacolata che è

Vergine dell’Eucaristia scesa a

voi con l’olio del candelabro che

è davanti a Dio (Lv 24,2-3) per-

ché al mio passaggio indietreggi

la notte del male” (Mess

8/12/2001)

Alla luce di quanto abbiamo

letto precedentemente abbiamo

compreso che è lei la “lampada

perenne” che nessun vento può

spegnere, perché la fiamma non

oscilla ma va con premura al

cuore del Figlio che si consuma

ancora sull’altare sotto le spoglie

eucaristiche per amore, solo per

amore.

Lei, la tutta pura è la sorgente

d’olio santo, dal suo immacolato

cuore sgorga l’olio premuto

dall’Eterno Ulivo di pace

“Gesù”, l’Unto per eccellenza

del Padre perché a sua volta con

la mano di Maria ungesse peren-

nemente i suoi figli, piccoli vir-

gulti di ulivo, innestati nel grande

e unico “Ulivo benedetto Gesù”.

- Come virgulti d’ulivo intorno

alla tua mensa (Sal. 128,3) -

“Un tempo ti chiesi la devo-

zione alle mie lacrime e alla Ma-

dre dell’Ulivo benedetto, appella-

tivo che il mio cuore ha desidera-

to manifestare, ed ancora SS.

Vergine dell’olio, perché io desi-

dero ungere (benedire) eterna-

mente i miei figli, affinché siate

un giardino fiorito da offrire al

Signore Iddio e lo vado realiz-

zando tuttavia, curando anche i

vostri malanni fisici con l’olio

che il cuore di mio Figlio dona

(Mess. 14/8/1995)

“Olio, santo olio, l’essenza

che mia Madre continua a prepa-

rare per dare ai sofferenti, oggi

più di un tempo quando ella stes-

sa, con le sue purissime mani, si

adoperava per impastare

l’unguento lenitore da dare ai

miei poveri discepoli che avreb-

bero risollevato le piaghe e

l ’ u o m o s t e s s o ! ” (M es s .

22/6/1998)

Corri nel mondo a offrire

l’unguento che scaturisce dal suo

immacolato e trafitto cuore a cau-

sa della degenerazione di questa

figliolanza incosciente. (Mess.

16/7/1998)

Sui monti, fra le valli, fra om-

brosi alberi sia innalzata la sua

immagine, Profeta del Padre, sor-

gente della confermazione.

(Mess. 16/7/1998)

Io moltiplicherò l’olio come

una sorgente inesauribile. Tante

anime torneranno a Vita nuova.

Io desidero ringraziare i miei

consacrati che diffondono il bal-

samo delle mie lacrime: per mez-

zo della loro unzione si attueran-

no le mie grazie. I malati abbiano

fede ed accettino la croce come

segno di amore e fedeltà. Chi ac-

coglierà il mio messaggio come

un dono, riceverà, per i meriti dei

patimenti del Figlio mio, libera-

zione e guarigione! (Mess.

23/1/1999)

Sono Io la SS. Vergine imma-

colata, Regina della Pace, Madre

dell’olio dell’eterna salvezza.

(Continua da pagina 5)

(Continua a pagina 7)

Particolare lacrimazione di olio

Aprile 2009

7

(Mess. 24/8/1994)

Ho il desiderio di aprire a tutti voi il significato

di “Madre dell’Ulivo benedetto”. Figli miei, l’ulivo

è il segno della pace ed anche in questo luogo mi

sono presentata come Madre della pace. (Mess.

23/8/1994)

Pace, pace, pace, prima che la sua Ira trabocchi.

(Mess. 23/12/1994)

Io sono la Mamma dell’Ulivo ed è per questo

che ho desiderato chiamare questo luogo a me con-

sacrato “Celeste Verdura”. (Mess. 3/7/1994)

Sono cresciuta…come un ulivo maestoso nella

pianura (Sir 24,14)

Io sono la bella Uliva da cui esce sempre olio di

misericordia e sto nella pianura affinché tutti mi

vedano e tutti a me ricorrano (Visite al SS. Sacra-

mento e a Maria SS – S. Alfonso Maria de’ Liguori)

Ella è Myriam, colomba pura dell’autentica pa-

ce, frondosa Uliva del Padre, Madre del pacifico

mio cuore. (Mess. 16/7/1998)

Mio ulivo verdeggiante è la tua giovane soffe-

renza. Tu sei il segno del mio Amore (Mess.

22/7/1996)

Che cos’è dunque l’olio se non il segno

dell’Amore di Dio?

Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli oc-

chi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il

mio calice trabocca. (Sal 23,5)

Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino. Per

la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi, profumo

olezzante è il tuo nome, per questo le giovinette ti

amano. (Ct 1,3)

L’olio dell’amore è su voi e da voi trabocca sul

mondo. Voi siete quelli che lo attirano, voi preziosi

vasi in cui si fanno incenso i sacrifici della vostra

vita, ardenti lampade che nessun vento turba, e ten-

dete il vostro spirito acceso come fiamma diritta

verso il mio altare. Non dimenticate la vostra ele-

zione e non profanate il segno regale con contami-

nazioni umane. Rimanete nel Tabernacolo a benedi-

re per chi maledice, a pregare per chi ha bisogno di

ogni misericordia. il mondo sarà salvo per voi.

(Quaderno del 43 di Maria Valtorta)

Per quanto uno pecchi, se veramente pentito ri-

torna a me, io sono pronta ad accoglierlo; non bado

alla gravità del suo peccato, ma alla volontà con la

quale ritorna. Non disdegno di ungere e risanare le

sue piaghe, poiché sono chiamata e realmente sono

Madre di misericordia. (Visite al SS. Sacramento e

a Maria SS – S. Alfonso Maria de’ Liguori)

Cari figli, vi ho offerto l’olio perché l’Altissimo

ha desiderato fare del mio cuore la sorgente ove po-

ter attingere gioia e libertà interiore. (Mess.

23/10/1998)

Tale olio che io, santissima Vergine dell’Ulivo

benedetto, Regina dell’universale pace ho effuso, è

stato un luminoso dono di mio Figlio, affinché si

rivalutasse questo prezioso elemento nella vita dei

Sacramenti. Olio: balsamo ed unzione! (Mess. Notte

23-24/5/1995) •

(Continua da pagina 6)

ATTO DI CONSACRAZIONE E RIPARAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Vergine santissima e Madre nostra, nel mostrare il tuo Cuore circondato di spine,

simbolo delle bestemmie ed ingratitudini con cui gli uomini ripagano le finezze del tuo amore,

hai chiesto di consolarti e ripararti. Come figli ti vogliamo amare e consolare sempre,

ma specialmente dopo i tuoi materni lamenti, vogliamo riparare il tuo Cuore Addolorato e Immacolato

che la cattiveria degli uomini ferisce con le pungenti spine dei loro peccati.

In modo particolare vogliamo riparare le bestemmie proferite contro la tua Immacolata Concezione

e la tua Santa Verginità. Molti, purtroppo, negano che tu sei Madre di Dio

e non ti vogliono accettare come tenera Madre degli uomini.

Altri, non potendoti oltraggiare direttamente, scaricando la loro collera satanica profanando le tue Sacre Immagini

e non mancano coloro che cercano di infondere nei cuori, soprattutto dei bambini innocenti che ti sono tanto cari,

l’indifferenza, il disprezzo ed anche l’odio contro di Te.

Vergine santissima, prostrati ai tuoi piedi, esprimiamo la nostra pena e promettiamo di riparare,

con i nostri sacrifici, comunioni e preghiere, tanti peccati ed offese di questi tuoi figli ingrati.

Riconoscendo che anche noi non sempre corrispondiamo alle tue predilezioni, né ti amiamo ed onoriamo

sufficientemente come Madre nostra, supplichiamo il perdono misericordioso per le nostre colpe e freddezze.

Madre santa, vogliamo ancora chiederti compassione, protezione e benedizioni per gli attivisti atei

e i nemici della Chiesa. Riconducili tutti alla vera Chiesa, ovile di salvezza,

come hai promesso nelle tue apparizioni a Fatima.

Per quanti sono tuoi figli, per tutte le famiglie e per noi in particolare che ci consacriamo interamente al tuo Cuore

Immacolato sii rifugio nelle angustie e tentazioni della Vita; sii cammino per giungere a Dio,

unica fonte di pace e di gioia. Amen. Salve Regina..

8

G iacinta Marto nasce l’11

marzo 1910 ad Aljustrel

(Fatima, Portogallo) settima ed

ultima figlia di Manuel Pedro

Marto e di Olimpia di Gesù. Nel

1916, all’età di sei anni, inizia a

lavorare come pastorella.

La Chiesa ha meditato molto,

prima di elevarla alla gloria degli

altari, non perché si avesse qual-

che dubbio sulla sua vita cristalli-

na, ma perché fior di teologi cer-

cavano di mettersi d’accordo su

una questione non di poco conto:

se cioè a 10 anni non ancora

compiuti le virtù possono essere

vissute in grado eroico, come è

appunto richiesto ad ogni cristia-

no che viene proposto alla vene-

razione dei fedeli come beato o

santo.

Alla fine ogni dubbio si è

sciolto, anche perché il buon Dio

ha messo più di una firma (i mi-

racoli, richiesti per portare qual-

cuno “sugli altari”) sulla santità

di questa bambina.

Non dunque per aver avuto sei

apparizioni della Madonna, ma

perché queste l’hanno aiutata a

raggiungere la perfezione cristia-

na.

Tutto inizia un altro 13 mag-

gio di 83 anni prima, nel 1917,

quando la Madonna le appare per

la prima volta (ha appena 7 anni),

mentre è al pascolo con il fratello

Francesco e la cuginetta Lucia. È

quest’ultima (morta il 13 febbra-

io 2005 sulla soglia dei 98 anni) a

testimoniare che Giacinta fino a

quel giorno è una bambina come

tutte le altre: le piace giocare,

come a tutti i bambini di

quell’età; è un po’ permalosa, fa

il broncio per un nonnulla e non

si rassegna tanto facilmente a

perdere; le piace ballare e basta il

suono di un piffero rudimentale

per far fremere e roteare il suo

piccolo corpo.

La Madonna irrompe nella sua

vita e la cambia radicalmente:

medita a lungo sull’eternità

dell’inferno e “prende sul serio i

sacrifici per la conversione dei

peccatori”, si priva anche della

merenda per soccorrere i bambini

di due famiglie bisognose, si in-

namora del Papa che vorrebbe

tanto incontrare a tu per tu, la

sorprendono spesso in preghiera

fatta con uno slancio di amore

sicuramente superiore alla sua

età. Qualsiasi sofferenza, offerta

per la conversione dei peccatori,

è sempre accompagnata da un

amore che si riscontra solo nei

più grandi mistici.

Il 23 dicembre 1918, 14 mesi

dopo l’ultima apparizione, lei e

Francesco vengono colpiti dalla

“ s p a g n o l a ” , m a m e n t r e

quest’ultimo si spegne in pochi

mesi, per Giacinta il calvario è

più tormentato perché soprag-

giunge una pleurite purulenta, da

lei sopportata e offerta “per la

conversione dei peccatori e per

riparare gli oltraggi che si fanno

al cuore immacolato di Maria”.

Un ultimo grande sacrificio le

viene chiesto: staccarsi dai suoi e

soprattutto dalla cugina Lucia,

per un ricovero nell’ospedale D.

Estefania a Lisbona. Si tenta di

tutto, anche un intervento chirur-

gico senza anestesia, per tentare

di strapparla dalla morte, ma la

Madonna viene serenamente a

prenderla il 20 febbraio 1920,

come aveva promesso.

Francesco Marto nacque ad

Alijustrel, nella parrocchia di Fa-

tima, l'11 giugno 1908; è il pe-

nultimo degli undici figli di Ema-

nuele Pietro Marto e Olimpia di

Gesù. Con la sorellina Giacinta e

la cugina Lucia sarà il terzo pro-

tagonista delle apparizioni del

1917.

Alla fine del 1918 Francesco e

Giacinta furono irrimediabilmen-

te colpiti dall'epidemia di bronco-

p o l m o n i t e , l a t e r r i b i l e

"spagnola", che seminò tanti

morti in tutta l'Europa. La malat-

(Continua a pagina 9)

9

tia lo rendeva così debole da non

aver più la forza di recitare il Ro-

sario. Egli sapeva perfettamente

che sarebbe morto e tale certezza

gli veniva da quanto la "Bianca

Signora" aveva detto a Fatima

nell'apparizione del 13 giugno

1917: "Vorrei chiedervi di por-

tarci in cielo", domandò Lucia

alla Vergine, a nome suo e dei

cugini. "Sì, Giacinta e Francesco

li porterò presto", fu la risposta,

"ma tu devi restare qui ancora un

po' di tempo". Durante la malattia

Francesco si mostrò sempre alle-

gro e contento.

Quando Lucia gli domandava

se soffriva molto, egli così ri-

spondeva: “Abbastanza, ma non

fa niente, soffro per consolare il

Signore, e poi tra poco vado in

cielo!". Nel febbraio 1919 le sue

condizioni peggiorarono visibil-

mente e fu deciso di farlo rima-

nere a letto, assistito quasi sem-

pre da Giacinta. Un giorno i due

bambini mandarono a chiamare

Lucia che, appena entrò da loro,

disse: "La Madonna è venuta a

trovarci e dice che presto tornerà

a prendere Francesco per con-

durlo in Cielo".

Il 2 aprile lo stato di salute di

Francesco era così aggravato che

fu chiamato il parroco per con-

fessarlo. Egli temeva di morire

senza poter ricevere la prima Co-

munione e questo pensiero gli

causava una grande pena. Ma il

parroco lo accontentò sommini-

strandogli per la prima volta l'Eu-

carestia la sera stessa.

L'indomani Francesco diceva

alla sorellina Giacinta: "Oggi so-

no più felice di te, perché ho Ge-

sù nel mio cuore". E insieme si

misero a recitare il santo Rosario.

A notte salutò Lucia, dandosi un

arrivederci in Cielo. Poi disse

alla madre: "Guarda, mamma,

che bella luce là, vicino alla por-

ta!... Adesso non la vedo più...".

Il suo volto si illuminò di un sor-

riso angelico e, senza agonia,

senza contrazione, senza un ge-

mito, spirò dolcemente erano le

10 di sera. Ancora non aveva 11

anni.

Messaggero di preghiera e pe-

nitenza

Lucia descrive Francesco co-

me un bambino vivace, ma non

capriccioso, aveva un carattere

pacifico; nei giochi, se sorgeva

qualche discussione, lui cedeva

senza resistere; era di poche pa-

role e anche per fare la sua pre-

ghiera e offrire sacrifici gli piace-

va nascondersi perfino dalla so-

rella e da Lucia.

Quando andava a scuola, arri-

vando a Fatima, gli piaceva resta-

re in chiesa "vicino a Gesù", co-

me egli diceva: "Per me non vale

la pena di imparare a leggere,

fra poco vado in Cielo. Quando

torni da scuola vieni a chiamar-

mi".

Francesco Marto non fu solo

l'ambasciatore di un invito alla

preghiera e penitenza, ma con

tutte le forze si sforzò di incarna-

re nella sua vita tale messaggio,

che proclamò al mondo più con

le opere che con le parole. Non

perdeva nessuna occasione per

unirsi alla Passione di Cristo e

così cooperare alla salvezza delle

anime, alla pace nel mondo e alla

crescita della Chiesa. L'altra pie-

tra miliare del suo apostolato fu

la preghiera: sentì che la sua mis-

sione era di pregare incessante-

mente secondo le intenzioni della

Madonna.

Nutrì una speciale devozione

all'Eucarestia e trascorreva molto

tempo in chiesa ad adorare il

Santissimo Sacramento, che chia-

mava "Gesù nascosto". Ogni

giorno recitava i quindici misteri

del S. Rosario e spesso ne ag-

giungeva altri per soddisfare i

desideri della Vergine. Pregava

per consolare Dio, per onorare la

Madre del Signore, per suffragare

le anime del Purgatorio, per so-

stenere il Sommo Pontefice nella

sua missione di pastore universa-

le; pregava per le necessità del

mondo sconvolto dall'odio e dal

peccato.

La fama di santità, già goduta

in vita, si consolidò e si accrebbe

dopo la sua morte; molti fedeli e

devoti, dopo averlo invocato, di-

chiaravano di essere stati esaudi-

ti. Il 13 maggio 1989 (72° anni-

versario di Fatima) il Papa pro-

clamò l'eroicità delle virtù di

Francesco e Giacinta e successi-

vamente approvò e promulgò

l'autenticità di un miracolo attri-

buito alla loro intercessione. Infi-

ne, Giovanni Paolo II li ha pro-

clamati Beati, proprio a Fatima,

luogo delle apparizioni.

Il 13 Maggio 2017 il Santo

Padre Francesco ha ufficialmente

dichiarato santi i due bambini,

servi semplici e fedeli del proget-

to di Dio.•

(Continua da pagina 8)

Santuario di Fatima

10

C arissimi tutti, pace e gioia in abbondanza!

Sono qui a scrivere su questo piccolo spazio

per rendere lode, onore e grazie a Colei che è Re-

gina dei nostri cuori.

Nel 2013 ho perso un bambino al quarto mese

di gravidanza a causa di un distacco alla placenta

che mi ha costretta a letto per circa un mese dopo

il ricovero urgente in ospedale. In quell’occasione

ho fatto di tutto per salvare il mio bambino e quan-

do Dio lo ha richiamato a sé ho cercato di accetta-

re la sua volontà e di offrire il mio dolore. Il medi-

co che mi aveva in cura mi consolò dicendomi che

probabilmente il bambino avrebbe sviluppato alla

nascita una cardiopatia congenita che lo avrebbe

portato ad avere grossi problemi.

Inizialmente ho preso questo evento come un

richiamo a rafforzare la mia fede, a credere che

nonostante tutto Dio ci ama e a volte le croci ce li

risparmia sul nascere! Ma non avevo ancora fatto i

conti con il dolore che naturalmente prova una

mamma alla perdita del figlio… Questo dolore ha

scavano un buco dentro di me che mi ha portato

lentamente a distaccarmi dalla preghiera e da tutto

ciò che la Madonna mi aveva dato negli anni! (Ho

conosciuto la Vergine dell’Eucaristia nel 2000

all’età di 22 anni). Ma c’era qualcosa di forte che

non mi faceva mollare! Mi sentivo stonata, non

riuscivo più a provare nulla dentro al mio cuore e

questo mi faceva stare male perché non era possi-

bile che tutto fosse svanito così.

Iniziò così dentro di me un processo di ricerca,

di ricerca di Dio, quel Dio che mi faceva battere il

cuore, che faceva vibrare ogni singola cellula del

mio essere e anche nel dolore mi generava conti-

nuamente! Ma niente! Lo pregavo, lo invocavo,

mi tenevo stretta a Lui attraverso i Sacramenti per-

ché in fondo al mio cuore sapevo che quella strada

non mi avrebbe fatto perdere perché una dolce Si-

gnora me lo aveva insegnato nella giovinezza!

Questa forza la sentivo forte dentro di me nono-

stante il dolore, mi trascinavo, ma sapevo che do-

vevo percorrere quella strada!

Sul finire dello stesso anno sono di nuovo in

attesa ma anche questa volta le cose non vanno

bene sin dall’inizio e sono stata costretta ad effet-

tuare i dovuti interventi poiché dentro la camera

gestazionale non c’era nulla! Nuovamente il medi-

co mi rincuorava dicendomi che ero un soggetto

sano poiché lui si basava sul fatto scientifico che

avendo avuto già una figlia (all’epoca aveva 7 an-

ni) non era possibile che io avessi qualche patolo-

gia che non mi permetteva di avere un altro figlio!

Ma non riuscivo a capacitarmi così lo convinsi a

prescrivermi degli esami genetici dai quali, mi dis-

se, non era risultato nulla di rilevante!

Inutile dire che la mia vita spirituale era cam-

biata ma ho continuato la mia ricerca nonostante le

mie numerose mancanze che mi scatenavano sensi

di colpa enormi che non mi facevano andare avan-

ti! Ogni volta come una bambina ritornavo a Lui

perché sapevo che ama i peccatori perché se così

non fosse stato, la Madonna mi aveva fatto cono-

scere un altro Dio!

A gennaio 2015 nuovamente Dio mi da’ la pos-

sibilità di diventare mamma. Inutile dire con quale

ansia ho vissuto ogni giorno. Non facevo altro che

piangere per la paura di rivivere di nuovo la perdi-

ta di un figlio. Nonostante questo c’era qualcosa di

diverso stavolta… il medico mi segnava le visite

mensili tutti i 23 o quasi. Era come se la Madonna

intendesse farmi sentire ancor di più la sua vici-

nanza e affidarmi a lei ma stavo facendo ancora i

conti con il mio dolore e spesso crollavo ed avevo

paura. Giungo così al termine della gravidanza e il

5 settembre nasce Davide Maria portando gioia a

tutta la famiglia!

Piano piano, occupandomi di lui è iniziata la

mia ripresa ma pensavo che quel dolore al cuore

non mi avrebbe più risanata del tutto!

Qualche mese fa mio padre, a causa di un pro-

blema respiratorio, è stato visitato da uno pneumo-

logo che, in base alla sintomatologia, gli ha pre-

scritto degli esami genetici! Ebbene, è risultato

affetto da trombofilia! Quegli stessi esami genetici

che avevo fatto anche io qualche anno prima! La

mia patologia mi consente però di avere il 50% di

possibilità di portare a termine la gravidanza se

(Continua a pagina 11)

11

non faccio le relative cure del caso. Se a molti

può far paura, questa notizia a me ha portato sol-

lievo e consolazione, un senso di leggerezza nel

cuore che mi ha permesso di gioire nonostante il

dolore perché mi ha fatto capire che se i figli sono

un dono: i miei sono un dono doppio perché, sen-

za saperlo, ho portato avanti due gravidanze, sen-

za problemi, con il rischio inconsapevole di poter-

li perdere poiché non sono stata sottoposta alle

precauzioni del caso!

Questo per me è un segno tangibile dell’Amore

di Dio! Quel Dio che la Vergine dell’Eucaristia

mi ha fatto conoscere 17 anni fa e che puntual-

mente non si è smentito nella sua generosità.

Quanto al figlio che ho perso so che è in buone

mani e anche lui da lassù è un dono perché mi ha

permesso di ritornare a Dio e di godere di

quell’Amore tangibile del Padre.

Questo è quanto la Vergine dell’Eucaristia va

operando. Ella, serva attenta e fedele

dell’Altissimo, Madre di Dio e madre nostra, vuo-

le solo condurci a Gesù per essere suoi per sem-

pre e rimane sempre al nostro fianco per far sì che

quella fiamma nel cuore rimanga sempre accesa.

Come le vergini sagge, ella provvede affinché non

manchi mai l’olio nelle nostre lampade fino al

nostro incontro con lo Sposo…

W la Vergine dell’Eucaristia!

In fede

Daniela P.

“...Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto

e dell’afflizione, rivestiti dello splendore della gloria

che ti viene da Dio per sempre…”

(Bar 5,1)

(Continua da pagina 10)

Una spina nel fianco per coloro che consi-

derano la religione da un lato un fatto

politico, dall’altro un fatto idealista. Cioè per quelli

che considerano la Chiesa di Cristo quel luogo ideale

atto a garantire posti di lavoro o atto a garantire pol-

trone, considerando la Chiesa gerarchica: due dimen-

sioni completamente sbagliate.

Ecco che la Madonna è venuta a guarirci, perché

sono delle vere “forme di patologia” che nel tempo rischiano di far diventare atei tutti quanti… soprattutto

queste generazioni di oggi, in cui noi ci troviamo ad essere “ponte”, testimonianze viventi, trasmissione di

questa nostra esperienza. Se è vero che tutto il mondo si regge per Cristo, cosa sarà un mondo fatto di gio-

vani che non costruiscono con Cristo il loro futuro? La Madonna sta parlando di quello che il demonio è

riuscito con la sua astuzia a impartire come veleno nelle menti e nei cuori (anche di tantissimi consacrati),

che Gesù o Dio è “un fatto puramente teologico”.

Vedete, per diventare atei ci vuole molto poco: basta ogni giorno dire a sé stessi: “Ce la faccio da solo”,

e relegare Dio in un posto sempre più lontano…come accade oggi per il Santissimo Sacramento! Questa

sofferenza di Cristo morale, spirituale, mentale e fisica si riproduce in tutto il Corpo mistico. Uno dei più

grandi pericoli che satana ha lanciato definitivamente contro l’umanità e che ha fatto filtrare attraverso la

(Continua a pagina 12)

12

nostra politica e

società, è la ca-

duta della fami-

glia. Quale ca-

rattere ha l’Italia

che la distingue

da tutti gli altri

Stati? E’ il valo-

re della famiglia.

Se in Italia

venissero appro-

vate certe leggi,

il mondo intero

sarà in una tale

desolazione, in

cui non sarà

“solo” la fami-

glia in quanto

tale a subire tutte

le aggressioni

demoniache che

verranno da tutti

i peccati giustifi-

cati. Non ce lo

possiamo per-

mettere. L’Italia

è la coscienza del mondo. La Madonna ha detto:

“Se l’Italia compirà questo passo, Dio lascerà che

l’Italia riceva dei castighi tremendi!”. Nel momen-

to in cui la nostra famiglia viene colpita, non ci sarà

più Chiesa.

Chi saranno i sacerdoti che celebreranno i nostri

matrimoni? Non ce ne sarà più bisogno, tanto non ci

sarà più bisogno di celebrarli… La Madonna vuole

che le mamme siano mamme e che i papà tornino

ad essere papà…che amino il sacrificio. È un mo-

mento importante per capire che non è il denaro che

fa la felicità nelle nostre case. Gesù ha affidato alla

donna la Salvezza della Chiesa e del mondo.

La Riparazione ci dà la dimensione del sacrifi-

cio, un sacrificio da vivere proprio come una mis-

sione. Faccio questo per…

Dunque è la dichiarata “battaglia” che la Madon-

na ha fatto suonare dai quattro Angeli ai quattro an-

goli della terra contro il nemico infernale, che pensa

di aver già vinto, mentre ha vinto solo poche batta-

glie, ma non la guerra. Ecco che con la massoneria,

la sua grande serva, satana si è voluto infiltrare in

ogni luogo dello strato sociale. Infatti la massoneria

è variopinta: è bianca, è nera, è gialla, è viola, ma

all’interno del suo nucleo non cambia la sua politi-

ca, che è questa: lottare contro la Chiesa cattolica.

Vedete, anche il terrorismo, anche questa situa-

zione creata a tavolino di questo musulmanesimo,

che a un certo punto della storia scoppia, viene in

occidente per chissà quale rabbia non identificata e,

guarda caso, il fine è sempre lo stesso: fare guerra

ai cristiani. Eh, ma basta! È sempre lo stesso disco

su un giradischi dalla punta spuntata, che suona la

stessa musica che abbiamo considerato nel nostro

studio della storia quando eravamo a scuola.

Ma oggi c’è un grande pericolo: si rischia che

dentro una grande bomba ne scoppino tantissime

altre, cioè è come se tutte le rabbie, le stanchezze,

gli sbagli, gli errori e gli orrori degli uomini di que-

sti secoli passati confluiscano tutto in una volta in

questa fine del secondo millennio e inizio del terzo.

“È un pericolo e un tempo delicatissimo, in cui è

evidente - la Madonna sta dicendo – che necessita-

no solo bocche che pregano, persone che si sacrifi-

cano: solo gente che ama Gesù potrà salvare il mon-

do”. È questo il grande Messaggio della Madonna,

ma è ovvio che se noi non andiamo a recuperare il

più grande Amore della nostra vita, non avremo la

forza per realizzare tutto questo. •

(Tratto dalle meditazioni di Debora,

Bolzano, 17.3.2007)

(Continua da pagina 11)

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Maggio/Giugno 2017 - Anno VIII°

Copia Gratuita FOLLOW US ON FACEBOOK! “Piccoli figli della Vergine dell’Eucaristia”

“The Marians Magazine — IL MESSAGGIO” è parte integrante del relativo Magazine. Tuttavia d’ora in poi si è scelto di separarlo dallo stesso affinché possa essere strumento di apostolato

per far conoscere la dolce voce della SS. Vergine dell’Eucaristia. E’ disponibile on-line su www.giovanipromanduria.org e su www.manduriapparitions.blogspot.com

Sia lodato Gesù Cristo!

D: “Sempre sia lodato!”

Maria SS: “Cari figli Miei, oggi con il Mio Cuore di Madre vi invito a realizzare l’amore e la pace nelle

vostre famiglie e nella società. Io desidero che vi apriate con piena fiducia all’Opera dello Spirito Santo, il

quale vi manifesterà, non tardi, il nuovo volto dell’umanità, purificata e riconciliata con Dio”

D: “Sono felice che Tu sia qui, perché tante persone mi hanno chiesto di presentarTi le loro cause.”

Maria SS: “Io vengo per i Miei figli che vogliono accogliere, con le loro forze, il Mio richiamo e vi benedi-

co, perché il vostro aiuto nelle Mie mani è un invincibile strumento per ottenere liberazione e salvez-

za” (Qui la Madonna vaga intorno con gli occhi. Dice qualcosa e poi):

Ma pregate, figli Miei, perché senza sosta Io tocco i cuori delle creature che già non hanno più la

speranza. Io cerco in modo particolare quei figli che si sono arresi al male. Coraggio, ricominciate con Me

e abbandonate satana rifiutando il peccato.

(Qui la Madonna si fa più seria; il Suo sguardo, ritornando su di me, si fa pietoso).

Figliola, la decisione di seguirMi, attraverso la Penitenza e la Riparazione, che Io ho chiesto in que-

sto luogo, è stata un dono del Signore e così anche altri saranno capaci di ciò, perché non Mi fermerò nel

distribuire grazie, ogni giorno, ai piedi del Mio “albero” e nel mondo, ove la Mia Devozione sarà accolta.

Tra breve riceverai ancora due segreti che segneranno il tempo del termine delle Apparizioni pub-

bliche, ma tu non devi essere triste, perché Gesù ti lascerà il dono del dialogo interiore, per testimoniare il

Suo amore. Dopo verrò di nuovo, per annunciare una nuova Apparizione che vi indicherà il tempo nel qua-

le la terra sarà avvolta da varie sofferenze, perché la giustizia, la fedeltà e la fede possano trionfare.

Vi invito tutti ancora a dare vita ai Focolari di preghiera che Io stessa custodirò con la Mia Presenza.

Cari figli, dei giorni tristi si avvicinano e per questo vi sto invitando alla decisione per Dio. Non ab-

biate paura, perché Io intercedo per voi che vi affidate a Me nella preghiera. Ho bisogno della vostra colla-

borazione, perché l’ora dell’angoscia possa passare nel più breve tempo possibile.

Ora vi chiedo di offrire al Signore la vostra sincera amicizia. Io desidero che ritroviate Gesù nel Suo

tabernacolo. Parlate a tutti dell’importanza che ha il Ministero sacerdotale. Perdonate e pregate per i Miei

figli Sacerdoti. Siate loro accanto come Io sono accanto a voi. Verrò presto, presto, presto: attendiMi. La

Pace resti in te”

(Messaggio del 23.11.1999)