cronache ipogee aprile n.3-010

16
cronache ipogee pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 3/200 cronache ipogee "Uniti per crescere". È questo il motto che accompagna la nascita di una nuova interessante iniziativa nella provincia di Gorizia, la Scuola di Speleologia Isontina. Il progetto, presentato venerdì 2 aprile, nella sede dell'amministrazione pro- vinciale alla presenza dell'assessore allo sport sig.ra Sara Vito, riunisce dopo una felice esperienza durata due anni, le singole Scuole di Speleologia appartenenti ai gruppi speleologici di Monfalcone, Doberdò del Lago e Gorizia si sono riunite per dare inizio a un progetto unico e innovativo per la nostra provincia. È nato così, lo scorso mese nel corso di una proficua riunione di lavoro, il progetto didattico della Scuola di Spe- leologia Isontina che vede al momento riuniti in un unico organismo e intento il Gruppo Speleologico Monfalconese A.d.F., il Gruppo Speleologico “Talpe del Carso” e il Centro Ricerche Carsi- che “C. Seppenhofer” di Gorizia. Si tratta, in pratica, di un primo pro- getto pilota che se in futuro prenderà piede potrà svilupparsi sull'intero territorio regionale, almeno questo è l'auspicio del coordinatore regionale C.N.S.S. - S.S.I. del Friuli Venezia Giulia, sig. Mauro Kraus. "Con questo progetto aggiungiamo un ulteriore tassello al percorso di cresci- ta della speleologia isontina che già abbiamo iniziato con il tavolo attivato a livello provinciale" ha commentato l'assessore provinciale allo Sport Sara Vito, "e con il portale ideato su internet". "In un momento di crisi, come quello attuale, unire le forze è la strada giusta da perseguire" ha detto invece Mauro Kraus. "e il mio auspicio è che in futuro si possa arrivare a una unica scuola di speleologia regionale". Il nuovo organismo, aderente alla Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della Società Speleolo- gica Italiana, si propone così di fare da forza trainante per l'insegnamento della speleologia nell'Isontino in modo da dare ai più giovani una linea guida per l'avvicinamento alle pratiche di questa disciplina. Pratica che, ricordiamolo, oltre ad avvicinare i giovani alla conoscenza del territorio che li circonda, dà loro la possibilità a misurarsi in una pratica sportiva davvero suggestiva. L’unione poi, delle tre scuole, suggela una collaborazione tra i gruppi pro- vinciali promossa dalla Federazione Speleologica Isontina e fortemente auspicata dalla Provincia di Gorizia stessa attraverso l’interessamento dell’assessore provinciale Sara Vito. Il nuovo organismo di fatto si attiene a tutte le direttive nazionali della Scuola Centrale della Società Speleologica Italiana e può contare sui migliori Istruttori di Tecnica già presenti nelle varie scuole di provenienza e sulla par- tecipazione di diversi specialisti esterni nelle varie materie didattiche. A coordinare la nuova iniziativa di- dattica è stato nominato all'unanimità e in qualità di Direttore della Scuola il sig. Sergio Soban di Monfalcone che, al momento dell'insediamento si è riproposto di dare a quest'ultima, un profilo piuttosto alto al suo livello didattico. Come primo atto perciò sono già state effettuate delle riunioni, tra gli istruttori, in palestra di roccia per verificare e uniformare i dettami didattici impartiti dalla Commissione Nazionale Scuole S.S.I. e poi è stato messo a punto, con pignoleria, il programma didattico per il corso di speleologia di 1° livello che verrà svolto dal 9 settembre al 14 ottobre di quest'anno. Nel corso delle riunioni preparatorie si è poi parlato anche della necessità di organizzare, a livello regionale, uno stage per la verifica di nuovi istruttori di tecnica (IT) e aiuto istruttori (AI) in modo da incrementare il corpo do- cente, non solo di quella isontina ma anche a beneficio delle altre scuole regionali. Con l'organizzazione di questo stage la Scuola di Speleologia Isontina si porrebbe così in primo piano nell'in- segnamento della speleologia nella nostra provincia. Maurizio Tavagnutti NASCE LA SCUOLA DI SPELEOLOGIA ISONTINA

Upload: scintilena

Post on 19-Jun-2015

409 views

Category:

Documents


4 download

DESCRIPTION

Notiziario di Speleologia del Friuli Venezia Giulia

TRANSCRIPT

Page 1: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee �

pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 3/20�0

cronache ipogee

"Uniti per crescere".È questo il motto che accompagna la nascita di una nuova interessante iniziativa nella provincia di Gorizia, la Scuola di Speleologia Isontina.Il progetto, presentato venerdì 2 aprile, nella sede dell'amministrazione pro-vinciale alla presenza dell'assessore allo sport sig.ra Sara Vito, riunisce dopo una felice esperienza durata due anni, le singole Scuole di Speleologia appartenenti ai gruppi speleologici di Monfalcone, Doberdò del Lago e Gorizia si sono riunite per dare inizio a un progetto unico e innovativo per la nostra provincia.È nato così, lo scorso mese nel corso di una proficua riunione di lavoro, il progetto didattico della Scuola di Spe-leologia Isontina che vede al momento riuniti in un unico organismo e intento il Gruppo Speleologico Monfalconese A.d.F., il Gruppo Speleologico “Talpe del Carso” e il Centro Ricerche Carsi-che “C. Seppenhofer” di Gorizia.Si tratta, in pratica, di un primo pro-getto pilota che se in futuro prenderà piede potrà svilupparsi sull'intero territorio regionale, almeno questo è l'auspicio del coordinatore regionale C.N.S.S. - S.S.I. del Friuli Venezia Giulia, sig. Mauro Kraus."Con questo progetto aggiungiamo un ulteriore tassello al percorso di cresci-ta della speleologia isontina che già abbiamo iniziato con il tavolo attivato a livello provinciale" ha commentato l'assessore provinciale allo Sport Sara Vito, "e con il portale ideato su internet"."In un momento di crisi, come quello attuale, unire le forze è la strada giusta da perseguire" ha detto invece Mauro Kraus. "e il mio auspicio è che in futuro si possa arrivare a una unica scuola di speleologia regionale".Il nuovo organismo, aderente alla Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della Società Speleolo-gica Italiana, si propone così di fare

da forza trainante per l'insegnamento della speleologia nell'Isontino in modo da dare ai più giovani una linea guida per l'avvicinamento alle pratiche di questa disciplina.Pratica che, ricordiamolo, oltre ad avvicinare i giovani alla conoscenza del territorio che li circonda, dà loro la possibilità a misurarsi in una pratica sportiva davvero suggestiva.L’unione poi, delle tre scuole, suggela una collaborazione tra i gruppi pro-vinciali promossa dalla Federazione Speleologica Isontina e fortemente auspicata dalla Provincia di Gorizia stessa attraverso l’interessamento dell’assessore provinciale Sara Vito.Il nuovo organismo di fatto si attiene a tutte le direttive nazionali della Scuola Centrale della Società Speleologica Italiana e può contare sui migliori Istruttori di Tecnica già presenti nelle varie scuole di provenienza e sulla par-tecipazione di diversi specialisti esterni nelle varie materie didattiche.A coordinare la nuova iniziativa di-dattica è stato nominato all'unanimità e in qualità di Direttore della Scuola il sig. Sergio Soban di Monfalcone che, al momento dell'insediamento si

è riproposto di dare a quest'ultima, un profilo piuttosto alto al suo livello didattico.Come primo atto perciò sono già state effettuate delle riunioni, tra gli istruttori, in palestra di roccia per verificare e uniformare i dettami didattici impartiti dalla Commissione Nazionale Scuole S.S.I. e poi è stato messo a punto, con pignoleria, il programma didattico per il corso di speleologia di 1° livello che verrà svolto dal 9 settembre al 14 ottobre di quest'anno.Nel corso delle riunioni preparatorie si è poi parlato anche della necessità di organizzare, a livello regionale, uno stage per la verifica di nuovi istruttori di tecnica (IT) e aiuto istruttori (AI) in modo da incrementare il corpo do-cente, non solo di quella isontina ma anche a beneficio delle altre scuole regionali.Con l'organizzazione di questo stage la Scuola di Speleologia Isontina si porrebbe così in primo piano nell'in-segnamento della speleologia nella nostra provincia.

Maurizio Tavagnutti

NASCE LA SCUOLA DI SPELEOLOGIA ISONTINA

Page 2: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee2

Nella speleologia triestina, non solo i grandi speleologi e le grandi imprese debbono essere ricordati, anche i grandi eventi o i volumi e gli scritti che segnarono un’epoca, cioè i risultati materiali dell’ingegno, degli sforzi e dei sacrifici, che uomini e squadre assie-me, uniti dalla passione per questa disciplina produssero.2010, corre il cinquantenario di uno di questi, il cosiddetto – giacché così fu chiamato all’epoca – “Decennale”. Ossia l’insieme di lavori, per lo più originali, coordinato dal geologo e carsologo prof. Carlo D’Ambrosi e dal naturalista e speleologo prof. Walter Maucci, che, concepito come una raccolta di testi scientifici concatenati, fu pubblicato sotto il titolo “Dieci ani della Sezione Geo-speleologica della Società Adriatica di Scienze (1951-1960)” sulla prestigiosa rivista sociale, e precisamente sul Volume LI -1960 del Bollettino della Società Adriatica di Scienze (primo della nuova serie), editato nel 1961.Sulla rivista, questa specifica raccolta, ideata – come si sarà capito – per la ricorrenza dei dieci anni di attività della Sezione Geo-speleologica della Società, occupa l’intera seconda parte del Bollettino dalle pagine 109 a 334 ma, in effetti, essa ebbe la massima diffusione, soprattutto nella speleo-logia, come estratto, o meglio come volume a sé stante, rinumerato, di 1-228 pagine. Nasceva, insomma, un volume.Indubbiamente, il volume raccoglieva il frutto di un decennio straordinario per la speleologia triestina (anni Cinquan-ta), grazie soprattutto a quell’opera, che appare ancor oggi “incredibile”, che fu prodotta, in un indissolubile assieme tra scienza e esplorazione, dalla Sezione Geo-speleologica. Non è il caso, qui, di ripercorrere questa indimenticabile stagione, anche perché recentemente essa è stata ampiamen-te ricordata, e soprattutto storicamente criticamente analizzata, nel volumetto edito nel 2009 dalla Società Adriatica di Speleologia, a memoria del grande speleologo triestino Walter Maucci, dal titolo “Walter Maucci (1922-1995): speleologo scienziato triestino. Scritti memorialistici e celebrativi”, a cura di Sergio Dambrosi e Rino Semeraro, di 150 pagg.Corre però l’obbligo di elencare gli arti-

coli che il “Decennale” portava. Il “De-cennale” inizia con un’introduzione dal titolo “Sezione Geo-speleologica della Soc. Adriatica di Scienze. Dieci anni di attività (1951-1960)”, con in calce l’elenco, per annata, delle pubblicazioni della Sezione (ben quarantacinque la-vori!), (pagg.5-32), senza firma (Anon.), che da quanto mi consta fu scritta integralmente dal Maucci: una trentina di pagine che tramandano il “mito” di quel decennio dell’“Adriatica”. Segue, a cura di C. D’ambrosi e W. Maucci, il “lavoro” complessivo “Geo-speleologia del Carso Triestino” (Lavoro eseguito col contributo del C.N.R.), introdotto da una “Premessa” (pagg. 35-37), anch’essa senza firma (Anon.), ma che mi consta esser uscita dalla penna del D’Ambrosi. In questa breve premessa si ritrova la vena lirica del geologo istriano (il quale, ricordo, usava chiu-dere le conferenze che teneva con la lettura di una sua poesia). Essa inizia così… “Dai morbidi declivi del Flysch, che quasi a farle cornice, abbraccia-no da tre lati la città di Trieste e si immergono a bagnarsi nell’Adriatico, scorgiamo levarsi, a guisa di aspri contrafforti, gli accidentati dirupi, che scoscesi si arrampicano a delimitare l’altipiano del Carso. La estesa superfi-cie forma una specie di vasto tavolato, sul quale le accidentalità topografiche si susseguono senza scosse, senza bruschi stacchi, qua abbassandosi in una spaziosa conca depressa, là inar-candosi in rilievi collinosi dai contorni morbidamente configurati. La asprezza di lineamenti, che manca nelle grandi linee del paesaggio, si manifesta inve-ce in tutta la sua tormentata varietà, nel minuto modellamento della super-ficie. Le modeste pinete si alternano al magro pascolo, per lasciare poi il posto alla pietraia sconvolta. La rada vegetazione intristisce sul nudo sasso, e qua e là esplode nel lussureggiare delle doline. Le gole degli imbuti do-linici e gli anfratti dei campi solcati si aprono talora nel nero speco di voragini e di umidi antri. Su questo territorio del Carso Triestino, le gene-razioni di studiosi e di esploratori, fin dal secolo scorso, hanno esercitato le loro osservazioni, e ci hanno dato le prime interpretazioni geo-morfolo-giche…”. Così, proprio a significare la perfetta continuità d’intenti tra gli studiosi e gli esploratori della Trieste di

fine Ottocento, asburgica, e poi quelli del primo mezzo secolo del Novecento, con quelli del Secondo Dopoguerra, in cui D’Ambrosi e Maucci con le loro ricerche s’inserivano. E poi avanti, con notizie più storiche e tecniche. Come si vede, da quelle righe, anche gli uo-mini di scienza triestini (sconosciuti ai critici letterari) possono trasmettere il lirismo del Carso, che nel loro caso si è maturato con l’amore verso il territorio lungamente indagato, dimostrando di poter star alla pari con i maggiori poeti e prosatori giuliani. Debbo anche dire che, in quelle frasi, c’è il Carso, tutto, della mia giovinezza di speleologo. Un Carso che, almeno paesaggisti-camente, non c’è più, o meglio più prosaicamente si è trasformato.Seguono i lavori della “Geo-speleologia del Carso Triestino”: di Carlo D’Ambrosi “Sviluppo e caratteristiche geologiche della serie stratigrafica del Carso di Trieste” (pagg. 39-58), di Walter Maucci “Evoluzione geomorfologica del Carso Triestino successiva all’emersione definitiva” (pagg. 59-82), di Carso D’Ambrosi “Lo stato attuale delle co-noscenze sull’idrologia e sull’idrografia del Carso di Trieste” (pagg. 83-97), sempre di Carlo D’Ambrosi “Sull’origine delle doline carsiche nel quadro gene-tico del carsismo in generale” (pagg. 99-125), di nuovo Walter Maucci con “La speleogenesi nel Carso Triestino” (pagg. 127-148) e con “Lo stato attuale del catasto speleologico della Venezia Giulia (Grotte del Carso Triestino)” (pagg. 149-189). Seguono poi altri due lavori, non inclusi nel compendio “Geo-speleologia del Carso Triestino”, ma giustamente inseriti nel “Decen-nale”. Essi sono, di Claudio Scala “Analisi della proiezione stereografica puntiforme e delle sue applicazioni in speleomorfometria comparata” (pagg. 187-202), e di Walter Maucci “Contri-buto per una terminologia speleologica italiana” (pagg. 203-228).Il volume, ovviamente, descriveva la “geo-speleologia” del Carso di allora, del Carso com’era conosciuto a quel tempo, o più precisamente se vogliamo del Carso Triestino, cioè quella parte del Carso rimasta all’Italia e divenuta amministrativamente Provincia di Trie-ste; già, perché la parte goriziana (a ovest delle bocche del Timavo), che costituiva l’estrema, ma geostruttu-ralmente completa, propaggine nord-

CINqUANT’ANNI fA, “IL DECENNALE”: UN vOLUmE NATO DA UN CICLO ChE SI ChIUSE mA ChE fU PUNTO DI ArrIvO E DI PArTENzA DELLA SPELEOLOGIA TrIESTINA

Page 3: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee 3

CINqUANT’ANNI fA, “IL DECENNALE”: UN vOLUmE NATO DA UN CICLO ChE SI ChIUSE mA ChE fU PUNTO DI ArrIvO E DI PArTENzA DELLA SPELEOLOGIA TrIESTINA

occidentale del “Carso propriamente detto”, non veniva ancora praticamente considerata. Un Carso non certo co-nosciuto, dal punto di vista geologico e carsico, come lo è oggi. Tanto per far capire la distanza dalle conoscenze attuali, porto alcuni esempi: esso era ancora concepito come un’anticlina-le carbonatica, con affioramenti dal Cretacico medio (e dubitativamente inferiore) al Luteziano medio, mem-bro inferiore, su cui giaceva il Flysch eocenico, in continuità stratigrafica, con uno “scivolamento per gravità”, e perciò un modello ben lontano da un anticlinorio fagliato sovrascorso sulla grande “faglia di Trieste” (o “faglia di San Giovanni”), inversa, sul Flysch silico-clastico; un Carso dove il modellamento superficiale era pre-ponderatamente legato ai paleofiumi miocenici, e dove quindi la dissoluzione differenziale su rocce litologicamente disomogenee, calcaree e dolomitiche, era ancora assai poco considerata nelle azioni endogene; un carsismo ipogeo legato quasi esclusivamente all’azione delle acque vadose e con un’antica fase d’inghiottitoi fossili, per-ciò estraneo alla speleogenesi freatica che si capirà, poi, esser stata deter-minante nella proto formazione delle cavità; un Carso dove la “terra rossa” era, dogmaticamente, il prodotto della degradazione delle rocce carsiche, e non invece prodotto dall’erosione del Flysch indi trasportato sul suolo carsico e nelle sue depressioni per dilavamento; un Carso dove l’unica “finestra” sul Timavo sotterraneo era, ancora, e solo l’Abisso di Trebiciano, e dove un acquifero carsico profondo non era ancora peraltro concepito; e così avanti… Un tanto per chiarire a che punto erano ancora le conoscen-ze di base. Il compendio di studi sul “Decennale” costituiva, ad ogni modo, lo stato dell’arte di allora. E quanti stimoli di maggior conoscenza provo-cò, quante domande anche irriverenti verso la tradizione scientifica sollecitò, quando i nuovi carsologi e speleologi – anni Sessanta – iniziarono a vedere “cose nuove”? Stimoli e domande non si contarono. Quel che è sicuro – però – è che tutti noi (dell’allora nuova ge-nerazione), indistintamente, partimmo dal “Decennale”.Certo, il “Decennale” non è paragona-bile a volumi precedenti che segnarono la storia della speleologia triestina, soprattutto per quel che concerne, nel contesto nazionale, l’ispirazione e

la didattica per le giovani generazioni in cui proruppero – parlo del “Duemila Grotte” di Bertarelli e Boegan del 1926 e del “Il Timavo, studio sull'idrografia carsica subaerea e sotterranea” del 1938 del Boegan. Esso s’inserisce comunque, e decisamente, in questo filone. Anche il “Decennale”, infatti, divenne per molti anni un modello e un punto di arrivo ed – ecco l’importanza! – di partenza per la generazione di grottisti che, sostanzialmente, prose-guì nella strada speleologica tracciata dal Maucci. Il volume, indubbiamente, presentava una serie di testi di sintesi che offriva, allo scandire degli anni Sessanta, una panoramica completa, sotto l’aspetto geologico, geomorfolo-gico e idrogeologico, dello stato delle conoscenze sul carsismo del Carso Triestino. Una summa, insomma, un testo che divenne “bibbia” per gli spe-leologi-studiosi triestini in erba, che si affacciavano, scendendo negli abissi e nelle grotte del Carso, alla ricerca speleologica. Che, ricordiamolo, era ed è scientifica. Gente che andava sottoterra per capire, per comprendere come le grotte erano fatte e si erano formate, per riportare in superficie dati e rilievi, per dare scopo all’esplorazio-ne godendo della pienezza che può trasmettere la conoscenza quando si veste di Scienza. Credo che, almeno per questa categoria di persone e per gli speleologi dell’epoca che non si limitarono alle gare di risalita dai “pozzi da 100” (e negli anni Sessanta, di speleologi “veri”, ce n’erano tanti!), il “Decennale” ebbe su di loro un’in-fluenza e un impatto fortissimi.Un episodio, per tutti. Mi ricordo, primi anni Sessanta, giunti per strade diverse, Tullio Piemontese (dell’“Alpina” – come un tempo si chiamava la “Boe-gan”) ed io (dell’“Adriatica” – come un tempo si chiamava la “Sezione Geo-speleologica”), alla “2699” (cioè alla Grotta I a SE di Monrupino, N° 2699 V.G.), le ore di discussione scientifica nella dolina d’ingresso, dopo l’uscita di rilevamento geomorfologico in grotta. Ebbene, l’intera discussione, per Tullio ed io, aveva un punto di partenza: quello degli studi del “Decennale”. Per Tullio, erano gli studi che intraprende-va sul Carso post-scoperta del nuovo ramo della Grotta presso la Fornace di Aurisina, per me, invece, erano gli studi che intraprendevo sul Carso post-scoperta della Fessura del Vento. Tullio Piemontese, con il quale molti anni più tardi (precisamente nel 1973)

io ebbi un bellissimo rapporto di studio durante l’esplorazione e le indagini geologiche tecniche e geomorfologiche nella Grotta della Cava Italcementi, sul Carso, appena venuta alla luce grazie ai brillamenti delle mine, fu forte esplo-ratore e fecondo studioso del carsismo sotterraneo, per oltre un decennio, so-prattutto sul Carso e sull’Alburno, oltre che essere tra i primi a scendere negli abissi del Canin. Lo ricordo qui poiché la sua persona, che nella speleologia triestina definisco notevole, fu assai poco valorizzata, e così la sua opera scientifica, dopo il tragico incidente nel Golfo di Trieste che, nell’ottobre del 1985, gli costò la vita. Da parte degli speleologi un unico articoletto “in memoria”, lo ricorda, scritto dal suo compagno di tante esplorazioni Mario Gherbaz, su “Progressione 14” (grazie Marietto, vecchio e caro amico). Troppo poco.Ancor oggi, dopo cinquant’anni, il “Decennale” rappresenta un pezzo di pregio, un libro che ha fatto la storia della speleologia triestina. Un libro che, senz’ombra di dubbio, creò vocazioni, diede il là, venne ammirato e si volle emulare, fu studiato e ristudiato, e fu, per le ricerche future, effettivamente base formativa e – lo ripeto convinto – punto di partenza. Come tutte le “sintesi”, esso chiudeva un ciclo straor-dinario, quello degli anni Cinquanta di Maucci e degli speleologi e degli stu-diosi che lo seguirono nell’“Adriatica” e fuori. Fortunatamente si apriva un altro ciclo, altrettanto straordinario, quello del decennio “del Sessanta” della Commissione Grotte “Eugenio Boegan”, quasi rinata - direi - che nel ’61 lanciò “Atti e Memorie”, si avviò verso una lunga stagione esplorativa e di studio sull’Alburno e sul Canin, e consentì il prorompere sulla scena di nuovi, grandi, studiosi del carsismo come Fabio Forti e Tullio Tommasini, senza qui voler dimenticare gli altri. Ma, questo è storia.Il “Decennale”, che qui abbiamo ricor-dato nel suo cinquantenario, rimane nella Speleologia un brillante esempio di come esplorazione e scienza (scu-sate se insisto) possano coniugarsi in un gruppo grotte. E i risultati furono ottenuti grazie ad una perfetta miscela tra capacità e intelligenza degli spe-leologi che collaborano fianco a fianco per un decennio. In altre parole, più che di gruppi grotte fu questione (come sempre) di persone.

Rino Semeraro

Page 4: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee�

aprile 20�0...

SABATO 17 APrILE

La speleologia in Friulano alla “XII settimanadella cultura”

Organizzato dall’EcoMuseo delle Acque del Gemonese e dall’Unione Speleologica Pordenonese C.A.I. si è svolto sabato scorso, a Gemona, del Friuli l’incontro “Il Friulano per la didattica naturalistica?”.L’iniziativa inserita nei programmi pre-disposti dal Centro di educazione am-bientale “Mulino Cocconi” per l’edizione 2010 della “Settimana della cultura” ha avuto come momento centrale la presentazione della mostra didattica e del libretto illustrato “Scur tant che in bocje: speleologjie par fruts” frutti della traduzione in madre lingua effettuato dalla prof.ssa Marisa Comelli, dall’ori-ginale ”Buio Pesto: speleologia per bambini” degli speleologi marchigiani Alfredo Campagnoli e Ettore Sbaffi, e proposti dall’USP per incentivare la conoscenza, anche fra i più piccoli, del magico mondo delle grotte.Nel corso dell’incontro speleologi, insegnanti e operatori naturalistici e museali hanno confrontato le recipro-che esperienze didattiche di utilizzo del Friulano per far conoscere le particolarità naturalistiche e culturali del territorio, rilevando come strumenti divulgativi come ”Scur tant che in bocje” possano favorirne l’operatività e la diffusione. La mostra, di particolare interesse per le scuole, (prenotazio-ne: [email protected]) è visitabile, fino al 30 maggio, il sabato e domenica con orario 16.00-18.00 Organizzatori e relatori dell'incontro “Il friulano per la didattica naturalistica?”.

mArTEDì 13 APrILEmErCOLEDì 14 APrILE

Nel corso di queste due giornate l'Assessorato alla

Cultura del Comune di Trieste e i Civici Musei di Storia e Arte di Trieste, hanno presentato la mostra

Scorcio della mostra "Due fiorini soltanto. Sebastyianutti e Benque, fotografi a Trieste.(Maurizio Radacich)

La copertina del catalogo della mostra.

10-11 APrILE

CNSAS"Speleo Trauma Care"Si è svolto a Trieste nelle

giornate del 10-11 aprile il corso sani-tario "Speleo Trauma Care" per tecnici del Soccorso Speleologico organizzato dalla Scuola Nazionale medici per l'emergenza ad alto rischio in ambien-te ipogeo in collaborazione con la II Delegazione FVG. Le lezioni frontali e pratiche si sono svolte presso la sede del Soccorso nella località Padriciano e hanno visto impegnati 8 tra medici ed infermieri del CNSAS provenienti da tutta Italia e 21 allievi tecnici del Soccorso speleo regionale.Due giornate dedicate a come gesti-re l'intervento sul ferito da parte dei tecnici che arrivano per primi nella zona dell'incidente e che hanno il compito di assistere l'infortunato ed effettuare le prime medicalizzazioni in attesa dell'arrivo dei sanitari. Tutti 21 allievi hanno superato l'esame finale previsto

e il relativo catalogo de: "Due fiorini soltanto. Sebastanutti e Benque, foto-grafi a Trieste".Francesco Benque scattò e donò al Museo, nel maggio 1909, 27 soggetti che ritraggono le Grotte di San Can-ziano all'epoca dei lavori, eseguiti dai mitici "Grottenarbeiter", per attrezzare turisticamente la cavità.Il CAT ha collaborato all'iniziativa prestando dei materiali speleologici dell'epoca per l'allestimento della mo-stra storica. Importante la donazione di un notevole fondo fotografico fatta, al Comune, da Maurizio Radacich

Page 5: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee �

Anche la speleologia sbar-ca su Facebook, il so-cial-network più diffuso al

momento. Da poco il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”, già presen-te nel Web con un proprio sito, ha co-stituito un gruppo sul popolare social-network per potersi raffrontare verso il mondo giovanile con idee e proposte innovative e proporre iniziative volte ad avvicinare i giovani alla conoscenza del mondo sotterraneo attraverso una forma nuova e moderna.È questo un progetto pilota che po-trebbe fare da apripista per un metodo nuovo ed innovativo per diffondere la conoscenza e la salvaguardia dell’am-

vENErDì 16 APrILE

Presso il Centro visite della Riserva Naturale della Val Rosandra-Dolina Glinščice a Bagnoli della Rosandra

(Trieste) è stata organizzata una serata di proiezione - presentazione fotografica di Peter Gedei.La proiezione delle foto speleo è stata presentata unicamente in lingua slovena.L’autore Peter Gedei si occupa della fotografia di grotta da quando si è unito al gruppo grotte Železničar di Ljubljana, di cui è socio dal 1987.Ha iniziato a mietere i primi successi

biente naturale. Da subito in pochi gior-ni, il gruppo, ha raggiunto la bellezza di 170 iscrizioni a dimostrazione che la moderna tecnologia informatica alle volte può ottenere risultati insperati.In questo modo dunque, gli speleologi goriziani, intendono proporsi ad un mondo giovanile che molti considerano apatico ma che forse vuole conoscere, anche solo attraverso l’informatica, il misterioso mondo sotterraneo e il fasci-no del buio delle grotte o molto sem-plicemente fare esperienze nuove.Le iniziative proposte sono molte, si parte a breve con una giornata di stu-di, il 24 aprile, dedicata alle leggende legate alle grotte del Friuli, a fine mag-gio ci sarà, a Monfalcone, la giornata del volontariato dove il “Seppenhofer” sarà presente con un proprio stand espositivo dove ci sarà la possibilità, per il visitatore, di venire a conoscenza delle varie iniziative messe in campo dal gruppo.In settembre infine, verrà organizzato un corso di avvicinamento alla speleo-logia organizzato con la neocostituita Scuola di Speleologia Isontina di cui il gruppo goriziano fa parte.Continueranno poi per tutto l’arco dell’anno le escursioni in grotte del Carso e siti della Prima Guerra sul Monte Sabotino, attività queste a cui tutti sono invitati a partecipare.Il gruppo goriziano sarà ben lieto di mettere a disposizione dei più giovani, in forma del tutto gratuita, materiali e informazioni per poter provare il brivido di un’esplorazione sotterranea accompagnati naturalmente da esperti istruttori. Per saperne di più basta consultare il sito: www.seppenhofer.it o Facebook (Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”).

Maurizio Tavagnutti

LA fATTOrIADETUrPA IL CArSO

La fattoria didattica di San Martino del Carso diventa caso politico."Assistiamo impotenti ai lavori nell'area limitrofa alla Zona sacra di Cima San Michele", ha denunciato il consigliere di opposizione David Cernic in un'in-terrogazione presentata nel corso del consiglio comunale di Sagrado.Cernic paventa il pericolo che l'opera, anche se inserita nel contesto del progetto di valorizzazione del territorio Carso 2014, si trasformi in "uno stru-mento di sfruttamento indiscriminato e non rispettoso del territorio, in grado di avvilire la naturale bellezza dell'am-biente e minare il ricordo che ispira a tutto il Paese". In questo modo anzi-ché valorizzare il Carso da un punto di vista naturalistico come vorrebbe fare la Provincia di Gorizia quanto lo stesso Comune, lo si deturperebbe cancellandone le caratteristiche che lo rendono unico.David Cernic ricorda che la fattoria didattica si trova proprio sopra il Valloncello dell'albero isolato dove Giuseppe Ungaretti scrisse tre delle poesie raccolte in "Porto sepolto", (tra cui la stessa San Martino) e che vicino c'è quella "buca carsica" spesso citata nelle relazioni ufficiali dei combatti-menti. Sempre nell'area della fattoria didattica si trova un dedalo di percorsi sotterranei di cui sono stati contati almeno una quindicina di imbocchi.

(da: Il Piccolo 03/04/2010)Maurizio Tavagnutti

Monte San Michele. Piazzale con gli ingressi delle gallerie. (Franco Gherlizza)

Galleria principale delle cannoniere del monte San Michele. (Giulio Benussi)

Monte San Michele. Mimetizzazione delle gallerie usate quale posto di comando e osservatorio italiano. Ogni caverna era predisposta per contenere un pezzo di artiglieria da 149 mm.

(Associazione Dolomitenfreunde Wien)

Monte San Michele. Uno degli ingressi alla caverna austro-ungarica “Generale Lukacich”.

(Franco Gherlizza)

zONA SACrA DI SAN mIChELE mentre il libretto, anche nella sua ver-sione in italiano, può essere richiesto all’Unione Speleologica Pordenonese C.A.I. ([email protected]).

Page 6: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee�

LUNEDì 26 APrILEvENErDì 30 APrILE

Il Corso di Formazione per Aspiranti Guide Speleologiche, organizzato dal Collegio delle Guide Speleologiche del Friuli Venezia Giulia, sta giungendo al suo epilogo dopo un percorso formativo durato più di un anno.Le lezioni teoriche e pratiche segui-ranno questo calendario:• Lunedì 26/4 (8.30 - 18.00): archeo-

logia e preistoria ipogea con risvolti didattici e divulgativi (prof. G. Bo-schian - Università di Siena).

• Martedì 27/4 (8.30 - 18.00): aspetti naturalistici delle aree carsiche, biologia epigea ed ipogea (dott.ssa C. Brun - Area science Park).

• Mercoledì (28/4 (8.30-12.30): aspetti didattici, cenni storici e architettonici degli ipogei artificiali (F. Gherlizza).

• Mercoledì 28/4 (14.00-18.00): fi-siologia ipogea (dott.ssa Stenner).

• Giovedì 29/4 (9.00 - 17.30): geologia generale e geologia regionale (dott.ssa Piano - Regione FVG).

• Venerdì 30/4 (9.00 - 13.00): legisla-zione professionale, aspetti giuridici e deontologici (avv. Longo).

• Venerdì 30/4 (14 - 17.30): aspetti assicurativi e legali (ing. Roggia).

Gli incontri si svolgeranno nel paese carsico di Cerolje con base presso l'agriturismo di Franc Fabec.Sono previste escursioni tematiche.

mArTEDì 20 APrILE

La Società di Studi Carsici A. F. Lindner ha presentato

al pubblico presente nella sala del recentemente inaugurato Auditorium di Ronchi dei Legionari (Gorizia) alcuni documentari, di cui uno sul Carso Mon-falconese e l'altro su una spedizione speleologica in Marocco dal titolo “Le pietre raccontano…”L’evento è stato realizzato in collabo-razione con il Comune e la Biblioteca di Ronchi dei Legionari in occasione della rassegna "Arte, Storia e Spet-tacolo" per la Settimana Nazionale della Cultura.

SABATO 17 APrILE

Nel corso della trasmissio-ne radiofonica, di RAI Uno,

"Libri a Nord Est", si è parlato del libro scritto da Carlos Solito "Il contrario del Sole".La rubrica, condotta dai giornalisti triestini Piero Spirito e Luigi Zanini, ha visto la partecipazione in studio di Clarissa Brun e Franco Gherlizza che hanno commentato alcuni aspetti della speleologia locale, spaziando dalla recente spedizione speleologica dell'Associazione Ka.W.E. in Viet Nam, ai corsi di speleologia e concludendo con informazioni utili sul Collegio delle Guide Speleologiche del Friuli Venezia Giulia e sulla didattica nelle scuole.

di una certa rilevanza negli anni no-vanta e successivamente si è dedicato esclusivamente a questo difficile set-tore fotografico.È noto soprattutto all’estero, dove appare regolarmente sulla carta stam-pata, principalmente su calendari e in competizioni fotografiche di rilievo, raggiungendo molto spesso il podio.L’ultimo alloro, il più ricercato, l’ha guadagnato proprio sul terreno di casa, vincendo nel concorso "Foto-grafiamo la Slovenia", tra 8500 foto partecipanti.La macchina fotografica lo segue in ogni esplorazione speleologica, nel corso delle quali, con l’aiuto degli amici grottisti del Club Železničar, cattura scrupolosamente le immagini delle esplorazioni, le bellezze e i misteri del mondo sotterraneo.Peter Gedei ha mostrato le bellezze del sottosuolo della Slovenia e di alcune tra le più belle grotte francesi.

Molto apprezzato il documentario “Le pietre raccontano…” e l'intervento di una dei protagonisti della spedizio-ne, la socia Elisabetta Miniussi, che ha saputo trasmettere agli astanti le emozioni provate in quel viaggio. Si tratta del resoconto di un’esplorazione speleologica effettuata nel 2008 in Ma-rocco da Fabrizio Bosco ed Elisabetta Miniussi della Società di Studi Carsici A. F. Lindner in collaborazione con il Gruppo Speleologico Valli del Natisone (Udine).Il secondo documentario, intitolato “La Monte”, come viene comunemente indicato nel dialetto locale il Carso Monfalconese, è stato realizzato da Ugo Stocker. In questo interessante lavoro sono stati presentati vari aspetti e mutazioni del paesaggio del Carso Monfalconese nel tempo: dai primi anni del ‘900 ai giorni nostri (grotte, sentieri, cippi, acquedotti, trincee della prima Guerra Mondiale e postazioni militari della Guerra Fredda).

STUDI E rICErChE

Alla presenza di una ot-tantina di persone riunite nella Sala Consigliare del

Comune di Ronchi dei Legionari (Gorizia) è stato presentato il nuovo numero della rivista "Studi e Ricerche" della Società di Studi Carsici "A. F. Lindner".180 pagine che spaziano dalle esplorazioni speleologiche nel comprensorio montano di Pianca-vallo (Friuli) alle indagini scientifi-che in diverse grotte della Regione Friuli Venezia Giulia.La serata si è degnamente conclu-sa con un graditissimo rinfresco.

ErrATA COrrIGE

Per una svista, abbiamo segnalato erroneamente la Società che ha prodotto il volume "Studi e Ricer-che" ci scusiamo con la "Società di Studi Carsici "A. f. Lindner" e provvediamo, qui sotto, alla dovuta correzione.

Alcuni momenti della manifestazione "Le pietre raccontano" organizzata dalla Società di Studi Carsici "A.F. Lindner" a Ronchi dei Legionari (Gorizia). (Fulvio Perich)

Page 7: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee �

SABATO 24 APrILEStreghe, orchi e krivapete. Le grotte tra miti e leggende.

La Federazione Speleologica Isontina, nell’ambito del proprio programma di divulgazione della speleologia, da tempo propone e organizza conferenze e proiezioni su vari temi legati alla speleologia regionale.A questo scopo ha organizzato una intera giornata dedicata alle leggende legate alle grotte del Friuli.La manifestazione si è svolta presso la sala conferenze dei Musei Provinciali di Borgo Castello a Gorizia a partire dalle ore 9.30 ed è terminata alle ore 17.30.I vari aspetti del fenomeno carsico - caverne, voragini, campi solcati, risor-genti - hanno sempre colpito la fantasia dell’uomo che vi collegava una volta presenze mitiche e soprannaturali.Il progresso delle scienze e dei mezzi di informazione e soprattutto la scom-

parsa della chiusa società patriarcale per cui ogni borgo e ogni vallata costituivano un universo a se stante, hanno contribuito nel nostro secolo alla distruzione di questo mondo di fiaba ora dolce, ora crudele, ma sempre poetico e spontaneo.Questo processo irreversibile coinvolge con maggiore o minore velocità tutte le regioni italiane, non ultima quel-la friulana. Anzi, in questa zona di confine, esso viene accelerato dalle conseguenze di due conflitti mondiali: spostamento di confini, migrazioni, ecc.Per fortuna non mancano studiosi e associazioni che hanno raccolto quanto resta del folklore friulano.Tra i primi che si interessarono al folklore delle grotte si distingue Luigi Gortani che, pur non essendo spe-leologo, aveva esposto in un capitolo della Guida della Carnia di Giovanni Marinelli (1898) quanto si sapeva allora sull’argomento.Fra gli speleologi che si sono interes-sati all’argomento dobbiamo ricordare il Lazzarini (1904) e il De Gasperi (1913, 1917). Per un lungo periodo - dalla fine della prima guerra mondiale ai giorni nostri - non vi sono monografie sull’ar-gomento ma solo accenni a leggende sulle grotte in studi che riguardano le tradizioni popolari della Carnia e delle Giulie o qualche analisi dei racconti - per lo più di origine storica - che ri-guardano singole cavità (San Giovanni d’Antro, Grotta di Santa Colomba).Negli ultimi anni altri speleologi han-no ripreso questo genere di ricerca pubblicando lavori di minor mole ma che hanno il merito di dare un primo inquadramento sistematico alla materia (Chiappa, 1965; CaraCCi, 1971; Faraone e Guidi, 1974-75).La giornata di studi sulle leggende legate al magico mondo delle grotte friulane è stata accompagnata da proiezioni digitali che hanno illustrato le varie tesi degli autori che si sono succeduti al tavolo degli oratori.Nel corso della giornata sono stati presi in esame i vari aspetti delle tradizioni popolari che sin dai tempi remoti hanno associato le grotte con la presenza di esseri diabolici.In particolare è stato spiegato come sono nate le leggende legate alle grotte e quali sono i vari esseri fantastici o demoniaci che la tradizione popolare friulana ha legato all’ambiente sotter-raneo.L'incontro è stato dedicato allo studioso di folklore ipogeo Egizio Faraone.

mErCOLEDì 21 APrILE

Nell'ottica del programma concordato con il Comune

di Muggia e con l'Istituto Comprensivo "G. Lucio" di Muggia il Club Alpinistico Triestino ha organizzato una visita alla Grotta dell'Acqua (o di Boriano) con le classi prime medie della sopracitata scuola. Alla escursione hanno parteci-pato cinque docenti e 41 ragazzi che sono stati accompagnati da otto spe-leologi del CAT tra i quali tre istruttori di Speleologia quattro soci del Gruppo Grotte e una guida speleologica del Friuli Venezia Giulia.

Escursione guidata per 5 professori e 41 ragazzi della Scuola Media di Muggia nella Grotta dell'Acqua (Carso triestino). (Ferruccio Podgornik)

Gorizia. Incontro sul Folklore delle Grotte.Il tavolo della presidenza con, da sinistra: Paolo Montina, studioso; Maurizio Tavagnutti, Presidente del "C.R.C. C. Seppenhofer"; Ferdinando Zimolo, Presidente della Federazione Speleologica Isontina e Sara Vito, Assessore allo Sport della Provincia di Gorizia. (Lino Monaco)

Panoramica della sala. (Maurizio Tavagnutti)

vENErDì 23 APrILE

Duilio Cobol, della Sezio-ne Speleosubacquea del

Club Alpinistico Triestino, ha tenuto una serata sul tema "La Speleologia subacquea nel Friuli Venezia Giulia. Storia ed evoluzione".L'incontro pubblico si è tenuto presso il Dipartimento di Geoscienze dell'Uni-versità di Trieste che ha messo a no-stra disposizione l'aula e l'attrezzatura audiovisiva.L'iniziativa fa parte di un programma speleo-didattico che il CAT ha intra-preso assieme al CRUT dell'Univer-sità di Trieste e che si è sviluppato ulteriormente con il recente Corso di Speleologia a favore di questi ultimi.

Egizio Faraone. (Franco Gherlizza)

Page 8: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee�

I Gruppi Speleologici del pordenonese uniti in nuove importanti esplorazioni a PradisDopo un anno di preparati-vi, è stata portata a termine la prima parte del progetto di immersione speleosubac-quea nei sifoni terminali del complesso carsico denomi-nato “Complesso La Val-Mainarda-Noglar-Battei” in Comune di Clauzetto.

Questo sistema carsico si sviluppa nel calcari delle prealpi di Clauzetto, nella zona di Pradis di Sotto, presso gli abitati di Battei e Gerchia, ove af-fiora uno zoccolo calcareo, delimitato dai torrenti Rio Secco e Cosa, sotto i contrafforti delle cime Cuesterelde e Dagn, dalle caratteristiche idrogeolo-giche uniche.Qui il fenomeno carsico è noto ai più grazie alle “Grotte Verdi”, luogo ove si svolgono visite turistiche e manifesta-zioni varie, ma che è assolutamente marginale rispetto ai complessi celati nelle profondità della montagna, prati-cabili solo per esperti speleologi.All’interno di quelle rocce, infatti, si estende per oltre 6 chilometri un intricato reticolo di pozzi e gallerie, perennemente ricco di torrenti e ca-scate d’acqua.Un mondo “altro”, oltre le frontiere geografiche di comune percezione.L’acqua presente nelle rocce calcaree si spinge in profondità fino a riempire completamente interi tratti di gallerie e pozzi, formando quelli che in gergo sono chiamati “sifoni”.Ed è in quei sifoni che oggi, a duecen-tocinquanta metri di profondità, si sono concentrati gli sforzi degli esploratori speleosubacquei per contribuire alle conoscenze idrogeologiche e geogra-fiche dell’area.

Per circa un anno gli speleologi, coor-dinati da Ivan Castelrotto e Romina De Lorenzi, quest’ultima, tra l’altro, oggi alla guida dell’Unione Speleologica Pordenonese C.A.I., si sono impegnati ad attrezzare la via di discesa al fondo estremo del complesso, lavoro osta-colato per alcuni periodi dalle piogge che hanno reso inagibili le condotte, specie in profondità.Durante la preparazione della via al fondo sono state esplorate alcune vie in risalita e scoperti nuovi importanti ambienti che aggiungono lunghezza al già cospicuo metraggio del sistema carsico.Al termine di questi lavori preparatori sono state realizzate le immersioni, rese possibili grazie ad un lavoro di squadra tra i tre gruppi speleologici provinciali, G.S. Pradis, G.S. Sacile e U.S.P. C.A.I. PN , che hanno collabo-rato in uno spirito unico di solidarietà, alternandosi nella discesa e risalita della grotta con pesanti sacchi per il trasporto di grandi quantità di materiali delicatiIl sifone finale, posto alla base di una diaclasi verticale, direttamente immergente in acqua dopo un salto di circa 10 metri, è stato esplorato fino a 20 metri di profondità, dal team spe-leosubacqueo composto da Ceschin Daniele, Cirillo Daniele e Zanette Denis senza che però se ne intravedesse il fondo, anche a causa della torbidità dell’acqua che ha pregiudicato la pro-secuzione dell’immersione.Nella stessa giornata è stato tentato l’attraversamento di un secondo sifone posto più in quota, immersione sospe-sa sempre per torbidità.Un buon inizio che prelude a una proficua continuazione, considerando che già si pensa a una prossima esperienza per portare il limite delle esplorazioni più in profondità.

foran des Aganis (friuli)

Sorgente dell'Isonzo (Slovenia)

Sorgente del Kropa (Slovenia)

Page 9: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee �

Edi Umani, meglio conosciuto con il soprannome di "Bunny" è andato a esplorare un mondo che, a noi mortali, non è concesso vedere.S'è n'è andato in modo discreto, come è vissuto, lasciandoci orfani della sua innata disponibilità e di un modo di concepire l'appartenenza a una Società che, nel nostro mondo, è ormai scomparso.Era arrivato in sede del Club Alpi-nistico Triestino nel 1973, a dician-nove anni, e si era subito affiatato con gli altri giovani che, quella volta, riempivano abbondantemente l'unica sala "comune" della vecchia sede sociale.Persona estremamente modesta ha sempre cercato di fare il suo lavoro senza manie di protagonismo e senza chiedere mai niente in cambio: un uomo che dava un enorme valore a un sincero "grazie".Il suo carattere bonario e altruista lo ha fatto apprezzare da soci e amici soprattutto per la disponibilità con il quale si accollava spontaneamente le mansioni più umili e quelle meno gratificanti.Eccolo allora, mentre gli altri si riposano, accendere l'immancabile pipa e i fornelli (cucinava benissimo) alla fine di lunghe giornate esplorative; oppure fermo ad aspettare in una fredda cavernetta del Fontanone di Goriuda, anche per 18 ore di fila, che gli speleosub emergessero dal-l'acqua soltanto per fargli trovare una tazza di the o di caffè caldo.Gesti e modi di agire all'apparenza semplici, ma che hanno lasciato, proprio per questo motivo, un senso di vuoto ancora più grande.Sono stati proprio i nostri speleosub a voler dare un segno tangibile della loro riconoscenza nei suoi confronti, durante le esplorazioni del 2009 nel fontanone di Goriuda, indicando nel rilievo come "Osteria da Bunny" la sala che dà sul primo sifone.Altro gesto semplice, ma sincero, che lo aveva fatto piangere per la com-mozione e per la consapevolezza che il suo contributo non era banale.Troppo tardi ci accorgiamo di quanto un amico è stato importante nella nostra vita. E tu lo sei stato a 360°.

Franco Gherlizza

1975. Monte Canin. (Giovanni Giardina)

2009. Fontanon di Goriuda (Friuli): "Osteria da Bunny". (Gianfranco Cresi)

SABATO 24 APrILE

Proseguendo con le inizia-tive di scambio e collabo-

razione tra gruppi speleologici italiani, si è svolto, nella giornata indicata, l'incontro con una ventina di colleghi piemontesi del Gruppo Speleologico CAI Varallo (VC). L'appuntamento era stato fissato a Razdrto (Slovenia) dove il gruppo ha pernottato in previsione delle visite alle grotte di San Canziano e di Postumia.La sera, dopo la cena conviviale, Fran-co Gherlizza, per il CAT, ha proiettato il video "Andar per grotte", filmato che ripercorre le fasi storiche della spe-leologia triestina, a cui è seguita una proiezione, a cura di Paolo Testa del G.S. Varallo, sugli aspetti geologici che hanno dato vita alle grotte in Italia.

vENErDì 30 APrILE

Nel nutrito programma di-dattico che vede coinvolti

il Gruppo Speleologico Carnico CAI Tolmezzo e gli istituti scolastici della Carnia (Friuli) ci si imbatte anche in un classico percorso che sta diventando sempre più "gettonato" grazie alla disponibilità dell'associazione che ne gestisce le visite turistiche: la Grotta Nuova di Villanova.Ed è proprio qui che il sodalizio carnico ha accompagnato una cinquantina di ragazzi delle scuole di Villa Santina/Lauco nella data sopra riportata.

"BUNNy"

IL PIrATA A GrADISCA

Venerdì 9 aprile, a Gradisca d'Isonzo, è stato presentato il libro di Roberto Covaz "Il tesoro del Carso. Vita e misteri del Pirata benefattore" (Edizioni della Laguna). L'autore ha conversato con il giornalista Sandro Scandolara. La presentazione è stata introdotta dall'assessore comunale alla Cultura, Paolo Bressan.Il libro tocca da vicino la comunità di Gradisca, soprattutto quelle persone residenti alla Bruma. Lì, infatti, gran parte delle case apparteneva al Pira-ta, protagonista del racconto, che si chiamava Angelo Ignazio Musmezzi. Vissuto a cavallo tra il 700 e l'800, Musmezzi, che era nato a San Pier d'Isonzo, nel corso della sua rocambo-lesca vita da mercante si era arricchito enormemente. Morì a Farra d'Isonzo; si dice che abbia nascosto gran parte del suo tesoro in una cavità del Carso. (da: Il Piccolo, 29/04/2010)

Page 10: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee�0

maggio 20�0...6-9 mAGGIO

La Scuola Nazionale di Speleologia del C.A.I. e il

Club Alpino Italiano Sezione di Porde-none, organizzano un Corso Nazionale di Specializzazione su: "Cartografia e rilievo topografico ipogeo, elaborazioni dati e restituzione, uso del GPS e del programma Ozi Explorer".La manifestazione si svolgerà a Barcis (Pordenone) nelle giornate che vanno dal 6 al 9 maggio 2010.Per informazioni: Unione Speleologica Pordenonese C.A.I.

CLUB ALPINISTICOTrIESTINOAppuntamenti di maggio

mArTEDì 4 mAGGIO 2010

È stata programmata, nella giornata di martedì 4 maggio una escursione speleo-didattica a Osoppo (Udine). L'iniziativa fa parte del programma scolastico concordato tra il Club Alpi-nistico Triestino, l'Istituto Comprensivo "G. Lucio" e il Comune di Muggia, al fine di far conoscere ai giovani allievi delle scuole medie i vari aspetti del mondo ipogeo regionale.Alla escursione parteciperanno 45 ra-gazzi e 5 professori della Scuola media "N. Sauro" di Muggia (Trieste) i quali visiteranno gli ipogei naturali e artifi-ciali del Forte di Osoppo e del vicino Colle di San Rocco accompagnati da istruttori e soci del Gruppo Grotte.

7-9 mAGGIO

Il CAT parteciperà al quinto “Euro Spe-leo Forum” organizzato dalla Società Speleologica Ungherese (MKBT) con il patrocinio della Federazione Spe-leologica Europea (FSE) che si terrà a Budapest (Ungheria) nelle date in oggetto.La nostra partecipazione è stata accol-ta dagli organizzatori con tre interventi: il primo si riferisce all'allestimento di una mostra sulla storia e sulla evo-luzione della speleologia subacquea triestina con testi (in cinque lingue) e foto d'epoca. Il secondo prevede la proiezione del video che ripercorre le recenti esplorazioni speleosub all'in-

Gruppo di corsisti e accompagnatori del CAT nella quarta edizione di "Speleorando 2009".

(Daniela Perhinek)

PrOGETTO DI rICErCA SCIENTIfICA "rIO vAAT"

Il Gruppo Speleologico Carnico "Michele Gortani" CAI Tolmezzo e il Club Alpinistico Triestino hanno avviato una collaborazione

scientifica che riguarda la Grotta del Rio Vaat e tutta l'area circostante.Il progetto "Rio Vaat" ha per scopo:1. La definizione del bacino di assorbi-mento di una piccola area geografica in comune di Cavazzo Carnico/Ver-zegnis.2. Verificare se c'è relazione tra l'acqua che si trova dentro la grotta di Rio Vaat e le varie sorgenti a valle della stessa, in particolare con le sorgenti che rifor-niscono le tre prese degli acquedotti poco a valle della grotta.3. Verificare la relazione tra la pio-vosità media dell'area di riferimento e la variazione del livello dell'acqua in grotta.A tal fine si prevede di effettuare alcune

terno del Fontanone di Goriuda (sot-totitolato in inglese). Il terzo, ha scopi esclusivamente didattici in quanto mira alla distribuzione gratuita del poster a fumetti "L'ultimo Continente", anche questo tradotto in lingua inglese.

13 mAGGIO / 22 GIUGNOSPELEOrANDO (v EDIzIONE)

Il Gruppo Grotte del Club Alpinistico Triestino promuove la quinta edizione del corso propedeutico alla speleologia denominato "Speleorando".L'iniziativa, che si avvale della colla-borazione del Civico Museo di Storia Naturale di Trieste, si prefigge lo scopo di far conoscere l'ambiente ipogeo carsico nel modo più semplice e di-vertente possibile.

Sul Forte di Osoppo, con le classi seconde della Scuola Media di Muggia, nel 2009. (Archivio CAT)

Grotta del Rio Vaat. (Massimo Razzuoli)

DOmENICA 23 mAGGIO

Siete tutti invitati, domeni-ca 23 maggio 2010, alle manifestazioni per l’85°

anniversario della scoperta della Grotta Nuova e al Concerto in Grotta.Nell'allegato depliant il programma del-la giornata. Vi attendiamo numerosi.

Lucia Braida

Page 11: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee ��

colorazioni e una serie di monitoraggi secondo alcuni parametri nella Grotta di Rio Vaat.1. Delimitazione geografica dell'area interessata al progetto: come confine meridionale, lo spartiacque superficia-le che da Sella Chianzutan scende varso E-SE, in destra idrografica del Tagliamento, va dai 1744 m della cima del monte Piombada, ai 1615 m del monte Piciat e giù lungo le pendici del monte Faèit, fino ai 195 m del lago di Cavazzo o dei Tre Comuni.Come confine nord, la zona a sud del rio Faèit fino a Cavazzo Carnico, e a SO della strada provinciale 512 tra Cavazzo Carnico e Somplago.2. Questi versanti che danno sul Ta-gliamento, non sono privi di sentieri, strade, mulattiere carreggiabili e ad uso forestale che arrivano anche in quota, una malga ristrutturata, qualche ricovero. Generalmente facilmente accessibili se non c'è neve, in quasi tutto il periodo dell'anno.3. A parte il torrente Faeit, che è il maggiore per portata, vi sono alcuni ruscelli minori tributari, alcuni intermit-tenti: rio Zalada, rio Ortai, rio Ciane-vutta. Più a SO, sotto Cesclans, il rio Chiampon, poi rio Pusala, giù fino al lago di Cavazzo, con il suo tributario, rio Vaat. Più a sud ancora il rio del

Band e siamo all'imbocco nord della galleria autostradale di Alesso.4. L'area meridionale della strada pro-vinciale 512 tra Cavazzo e Somplago è caratterizzata da un interessante area paludosa “Palude Vuarbis” (270 m slm) e da una serie di sorgenti anche modestamente copiose fino a quella significativa e caratteristica alla base della palestra naturale di arrampicata di Somplago.5. L'area è caratterizzata da un conti-nuo boschivo (faggeto e abetaia) che sovrasta Cavazzo, Carnico la bella piana di Cesclans, e la rocca che sovrasta Somplago.6. Speleologicamente significative:Buse dai Pagans e Forra della Chia-nevate in destra Faèit, in “Valle di Cavazzo”. Grotte di Corona 1 (sco-perta dal Michele Gortani) e Corona 2 (GSCMG) in quota. Mentre un poco più a valle, la Grotta di Rio Vaat subito sopra Cesclans.7. Di queste, la Grotta di Rio Vaat, potrebbe intercettare la falda freatica che alimenta l'acquedotto di Cesclans, Mena, Somplago, Alesso, Interneppo e Bordano e ne potrebbe fare da spia di livello. Certamente si comporta da risorgiva di troppo pieno in seguito a copiose precipitazioni.

Claudio Schiavon (GSC)

GrOTTA DI rIO vAAT 2318 frComune di Cavazzo CarnicoCartografia IGM: tavoletta 14, III SO, Tolmezzo, ed. 1962Coordinate: 0°35'46”E - 46°20'41”NQuota: 415 m slmSviluppo spaziale: m 126Sviluppo planimetrico: m 94Dislivello: m 36 (+2/-35)Rilievo: Gruppo Grotte Novara (1973), Gruppo Speleologico Carnico (2002).

Grotta del Rio Vaat. (Archivio G.S. Carnico)

GrOTTA DI rIO vAAT2318 fr

Sezione longitudinale

Page 12: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee�2

ore 11.00 - Nel suggestivo scenario naturale della Grotta Nuova di Villanova, sul nuovo, spettacolare percorso turistico...

CONCERTO IN GROTTAIl Coro “LIS VILIS” di Coia e Sammardenchia, diretto dal Maestro Aldo Micco, propone un entusiasmante repertorio

di canti tradizionali friulani, canti di montagna, brani di musica nazionale e internazionaleINGRESSO GRATUITO

Amplificazione a cura di PELLARINI G. AUDIO SERVICE - Via Julia, 12 - Tarcento - Tel. 0432 784248 - cell. 338 9310978La temperatura all’interno della Grotta è di 11 gradi

Presso la sede del GELGV (ex latteria) - Ingresso liberoore 14.45 - Saluto del Presidente del GELGV Mauro Pinosa (Villanova delle Grotte) - Apertura mostra fotografica storicaore 15.00 - Rinvenuto a Roma dopo 85 anni, verrà donato al GELGV, dal dott. Renato Cesaroni di Roma, il primo rilievo della Grotta Nuova realizzato nel 1925 da Pietro Negro, scopritore della grottaore 15.15 - NILDE NEGRO (Villanova delle Grotte) - Due vite per la Grotta Nuova: Pietro e Dante Negroore 15.30 - Ing. FRANCESCO ALESSANDRINI (Udine) - Il progetto di ampliamento del percorso turistico della Grotta Nuovaore 16.00 - GIORDANO MARSIGLIO (ANF - Tarcento) - Fossili del Bernadiaore 16.30 - GUGLIELMO ESPOSITO (GELGV - Villanova delle Grotte) - Proiezioni digitali e filmati 3D “AAA FVG Offresi - Scatti Fotografici - Magie di Acqua, Terra e Fuoco - Alla Ricerca della Storia” “Top Secret Project FVG” - “Nel Cuore della Grotta”

INFO MANIFESTAZIONI - ORARI DI VISITA GROTTA NUOVA:Gruppo Esploratori e Lavoratori Grotte di Villanova - cell. 392 1306550 - tel. 0432 787915 - [email protected]

85° ANNIVERSARIO DELLA SCOPERTA DELLA GROTTA NUOVA

Domenica 23 maggio 2010 - Villanova delle Grotte - Lusevera (UD)

Con il Patrociniodel Comune di Lusevera

e della Federazione SpeleologicaRegionale del Friuli Venezia Giulia

Bar Trattoria

Terminal GrotteVillanova delle Grotte

Tel. 0432 787020cell. 335 1682549Chiuso il lunedì

Cucina tipica dell’Alta Val TorreSu prenotazione cucina Thailandese

AL PANORAMA

Bar - Spaghetteria - Ristoro velocePiazza della Chiesa - Villanova delle Grotte

Tel. 0432 787025Chiuso il martedì

Foto

: San

dro

Sedr

an P

hoto

Team

Page 13: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee �3

Österreichischer HöhlenrettungsdienstLandesverband Salzburg

Kirchenweg 2 Tel. +43 662 854117A-5071 Wals Fax. +43 662 854117-15 www.hoehlenrettung.at

Österreichischer HöhlenrettungsdienstLandesverband Salzburg

European Cave Rescue Meeting 2010Saalfelden, May 14th to 16th

Medical treatment inside the cave

Program

Friday, 14thRegistration starting at 13:00Opening ceremony at 17:00DinnerFilm projection

Saturday, May 15thProgram start at 9:00Morning: Round table on medical treatment – presentations and equipment LunchAfternoon: Round table on medical treatment – presentations and equipmentDinnerDiscussions

Sunday, May 24thProgram start at 9:00Morning: Presentation Internet platform, European Assosiation and Cooperation Close of the meeting at 12:00Lunch

Contact

for further information, registration and paper hand in please contact Cornelia [email protected]

Page 14: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee��

European Cave Rescue Meeting 2010

Österreichischer HöhlenrettungsdienstLandesverband Salzburg

Subscription fee

€ 50,- per personThe subscription fee includes meals and lodging in a youth hostel as well as the conference transcript including all presentations held during the meeting.

If you do not want to sleep in a youth hostel please tell us, we can recommend bed & breakfast pensions and hotels.Please give notice if any of you is vegetarian to prepare special meals.

Fees shall be transferred to below bank account and apply at the same time as registration to the Cave Rescue Meeting. Please state under „reason for transfer“ your and/or your organisationʼs name.

Österreichischer HöhlenrettungsdienstRaiba Leogang BLZ 35031account no. 72009IBAN: AT933503100000072009BIC/Swift: RVSAAT2S031

We ask you to register until March 30th.

How to reach the meeting premises

By Plane: By Train:- Salzburg airport - Zell am See railway stationWe will pick you up - Saalfelden railway station

We will pick you upBy Car: From North/ Germany:highway A8 München - Salzburg - Exit Siegsdorf (Traunstein) on deutsche Alpenstraße, border crossing Steinpass (tunnel) to Unken, Lofer and Saalfelden. No vignette necessary

From East/ Austria:highway west A1 Wien - Salzburg Exit Wals/Lofer, B1 or 312 to Unken, Lofer and Saalfelden

From Southhighway A10 (Tauernautobahn) – interception Pongau – St.Johann – B 311– Zell am See – Saalfelden

From West (Swiss or France)highway A12 (Inntalautobahn) – Innsbruck – Salzburg – exit Kufstein / St. Johann i. Tirol / Lofer – Lofer - Saalfelden

Page 15: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee ��

European Cave Rescue Meeting 2010

Österreichischer HöhlenrettungsdienstLandesverband Salzburg

Call for papers

The focus this year will be the medical treatment inside the cave.Since we want to compare our different approaches to the medical treatment I would like to ask you to prepare presentations containing following topics:

Medical traininge.g.: emergency doctors, paramedics, cave rescuers to be first at the patient, basic training for all cave rescue staff

Medical equipmente.g.: emergency doctors, paramedics, cave rescuers to be first at the patient, medical equipment around the stretcher, medical equipment for all cave rescuers

Care for the patient in the cavePain treatment: Possibilities and restrictionsWhen to start transportationCaring for the patient during transport – principlesExample of interesting rescue including lessons learned (if available)

Additionally there will be the possibility to show the medical equipment used. We will prepare tables and give also the possibility to show posters.

Although the main topic is the medical treatment noone wants to miss innovative changes in the other organisations. So if you have news to share with the other organisations there will be the possibility. Just hand in also the topic, so we can include to the conference transcript.

You are invited to hand in the abstracts (topic and time planned) until March 30thand the presentations until April 30th,so the meeting schedule can be planned and the conference transcript prepared.

As a reference time we ask you to prepare presentations not longer than 20 minutes.European Cave Rescue Meeting 2010

Österreichischer HöhlenrettungsdienstLandesverband Salzburg

Additional offer

for Thursday, May 13th afternoon and Friday, May 14th morning

ActivitiesCave: Lamprechtsofen touristic or cavingGorges: Seisenbergklamm touristic, Vorderkaserklamm touristic Silvermine: Schaubergwerk Leogang

Please see also following link (Saalachtaler Naturgewalten):http://www.naturgewalten.at/england.htm

The additional night in the youth hostel can be organized.

Please sign in specially for the additional offer and choose which activity you want to join, so we can prepare the activities and also book the youth hostel.

Page 16: Cronache Ipogee Aprile n.3-010

cronache ipogee��

European Cave Rescue Meeting 2010

Österreichischer HöhlenrettungsdienstLandesverband Salzburg

Registration Form

Organisation........................................................................................................................

Name ............................................................... e-mail ...................................................

Name ............................................................... e-mail ...................................................

Name ............................................................... e-mail ...................................................

Name ............................................................... e-mail ...................................................

registration fee € 50,- pp payed on …………………..

Arrival Date Thursday Friday

Arrival Time for pickup ....................................

Presentation medical treatment

Speech Equipment presentation

Title ............................................................................................................................

Topics ...........................................................................................................................

Referee .....................................................

Length .................. min (please do not exceed 20 min)

Additional video (rescue or training)

Title ........................................................... Length .................. min

Additional Offer

Program for Thursday/Friday morning required Thu Fri

Lamprechtsofen cave touristic caving tour

Gorges touristic

Silvermine touristic