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Cristo, nostra Pasqua, è risorto. Alleluia! anno XII n. 2 - aprile 2009 Pasqua:la festa che cele- bra la nascita di un mondo nuovo. Pasqua: “il giorno del Signore” è “Signore dei giorni”. Il giorno che ha fatto il Signore. Gli altri giorni li abbiamo fatti noi. Sono opere nostre. I giorni del tradimento, dell’abbandono, della fuga, del rinnega- mento, dell’odio, della vi- gliaccheria, del peccato, li abbiamo inventati noi. Oggi, invece, è il giorno creato dal Signore. È un giorno nuovo, è il primo giorno della nuova crea- zione, è il giorno che inau- gura un mondo nuovo. Noi abbiamo inventato le tenebre. Lui ci offre la luce. Noi abbiamo accumulato sozzure. Lui ci inonda di acqua purificatrice. Noi abbiamo cercato la morte, lavoriamo per la morte. Lui ci regala la vita. Noi abbiamo fabbricato l’odio. Lui ha rispo- sto con l’ostinazione dell’amore e del perdono. Noi abbiamo scelto il peccato. Lui ha reagito con la misericordia. Noi l’abbiamo condanna- to. Lui ci ha “graziati”. Questo è il giorno del “passaggio”. Passag- gio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo. “CRISTO NOSTRA PASQUA”. Pasqua viene tradotta abitualmente con “passaggio”. Ora Cristo è il nostro “passaggio”. In Lui passiamo da una si- tuazione di morte alla vita. Lui ci ha fatti passare nel mondo nuovo della libertà. Cristo, oggi, ci offre il “suo”giorno. Ci consegna un mondo nuovo. Dobbiamo tagliare i ponti col vecchio, con l’odio, con le divisioni. Oggi tutto ri- comincia daccapo. C’è un appuntamento da rispettare. Il Signore risorto ci precede, è davanti a noi. Con un Dio che ci precede, che è sempre “più” avanti non c’è proprio da stare tranquilli. “Egli vi precede”: ecco la consegna di Pasqua. Non possiamo stare fermi, bisogna venire fuori. “Non sei solo, Io sono con te! Vieni fuori, c’è la Vita che ti aspetta!” Ci ordina di uscire da noi stessi anche quando abbiamo paura di esporci, quando abbiamo paura di “dare troppo”. Occorre essere preoccupati di non mancare ai suoi appuntamenti sorprendenti e scomodi. Per questo, prima di essere un augurio di Pace, la Pasqua è un augurio di inquietudine. Oggi mi viene voglia di dire non “Il Signore sia con voi”, ma “L’inquietudine del Cristo sia sempre con voi”. La cosa più incredibile che possa succederci. Dopo anni e anni di attesa, finalmente i nostri artigiani potranno disporre di nuove aree su cui poter realizzare i loro insediamenti produttivi. Lo scorso 24 marzo, infatti, il Consiglio comunale, con il voto favorevole della mag- gioranza e di un solo consigliere della mino- ranza, ha definitivamente approvato la variante al Piano regolatore generale, necessaria per adeguare lo strumento urbanistico alle nuove esigenze cittadine. L’iter è stato lungo, più lungo del previsto, ma alla fine il primario obiettivo dell’attuale Amministrazione è stato realizzato. Peccato che, anche in questa occasione, abbiamo dovuto registrare la nota stonata di sempre, ovvero lo strano ed insensato atteg- giamento ostruzionistico di qualche esponente dell’opposizione il quale, fin dall’inizio del mandato, sembra avere un’unica missione: quella di disprezzare, denigrare e ostacolare qualsiasi iniziativa messa in campo dall’Am- ministrazione per lo sviluppo del paese. E’ bene che i cittadini sappiano che, nell’oc- casione dell’approvazione della nuova zona artigianale, quasi tutta la minoranza, per motivi non sostanziali, si è allontanata dall’Aula per non votare il provvedimento ritenuto legittimo e tecnicamente idoneo dal segretario generale e dal funzionario comunale responsabile del procedimento. Durante il dibattito consiliare, peraltro, per cercare di far rinviare l’argomento, il bravo “tessitore” dell’opposizione puntigliosamente è intervenuto ben 43 volte (nonostante il rego- lamento comunale preveda massimo due inter- venti per ogni singolo argomento). Ma è meglio lasciar perdere. Parliamo dell’importante pietra miliare che è stata raggiunta, anche grazie alla collabora- zione dei tecnici locali e dei cittadini i quali, in fase preparatoria, hanno voluto prendere parte alle diverse riunioni organizzate dall’Am- ministrazione per acquisire suggerimenti, pareri e aspettative. Se non vi saranno altri intoppi, dunque, entro breve potranno essere disponibili nuovi lotti su un primo nucleo che si estenderà per 5 ettari lungo la circonvallazione e verso la comunale via Troali, e per altri 2,40 ettari in prossimità della vecchia zona Pip di via Salice. Successivamente ci sarà la possibilità di ampliare ulteriormente l’area adiacente la circonvallazione, fino a raggiungere l’esten- sione complessiva di 14,70 ettari. Non è possibile, in questa sede, inoltrarsi nei diversi e complessi dettagli tecnici. Quello che è importante sottolineare è che la nuova zona artigianale, insieme al Piano urbanistico generale attualmente in itinere, costituiranno un concreto volano per la crescita economica della nostra comunità. Come ho avuto già modo di sottolineare in Consiglio comunale, la nuova zona Pip era particolarmente attesa dai nostri artigiani. Basti pensare che, in occasione di un recente bando per l’assegnazione di un vecchio lotto di 3.200 metri nell’area di via Salice, resosi disponibile a seguito di rinuncia dell’assegna- tario originario, sono pervenute al Comune ben sette richieste da parte di altrettanti cittadini, che hanno intenzione di realizzare progetti di attività produttive. Ciò vuol dire che, nel nostro paese, esiste una potenzialità imprenditoriale ancora note- vole, nonostante il momento di crisi a livello globale. Per tale ragione, l’Amministrazione aveva il dovere di non perdere altro tempo e di ap- provare il più presto possibile la variante al Prg. Rispondere alle giuste istanze del settore, peraltro, oltre che agevolare la realizzazione di legittime aspirazioni dei singoli imprenditori interessati, consente di creare le condizioni per incrementare l’occupazione locale e, in generale, per promuovere lo sviluppo dell’in- tero territorio. Concludo questo breve intervento con l’au- gurio che la Santa Pasqua possa donare a tutte le famiglie vegliesi pace e serenità. La nuova zona Pip di Veglie è realtà Il Sindaco di Veglie Fernando Fai Pagina Locale: Intervista a M.Rosaria De Bartolomeo Esponente PD Veglie Intervista a Rosario Manca Esponente PDL Veglie Lettere al Giornale da pag. 4 Notizie e Curiosità da pag. 5 Attualità da pag. 7 Spiritualità e poesia da pag. 10 Controvoci Ragazzi inserto interno - La nuova zona PIP di Veglie è realtà di F.Fai - Un paese tradito - Comunicato Stampa - Che giro? di F.Stefanizzi L'angolo delle buone notizie pag. 12

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Cristo, nostra Pasqua, è risorto. Alleluia!anno XII n. 2 - aprile 2009

Pasqua:la festa che cele-bra la nascita di un mondonuovo. Pasqua: “il giornodel Signore” è “Signore deigiorni”. Il giorno che ha fattoil Signore. Gli altri giorni liabbiamo fatti noi. Sonoopere nostre. I giorni deltradimento, dell’abbandono,della fuga, del rinnega-mento, dell’odio, della vi-gliaccheria, del peccato, liabbiamo inventati noi.

Oggi, invece, è il giornocreato dal Signore. È ungiorno nuovo, è il primogiorno della nuova crea-zione, è il giorno che inau-gura un mondo nuovo.

Noi abbiamo inventato letenebre. Lui ci offre la luce.Noi abbiamo accumulatosozzure. Lui ci inonda di acqua purificatrice.Noi abbiamo cercato la morte, lavoriamo perla morte. Lui ci regala la vita.

Noi abbiamo fabbricato l’odio. Lui ha rispo-sto con l’ostinazione dell’amore e del perdono.Noi abbiamo scelto il peccato. Lui ha reagitocon la misericordia. Noi l’abbiamo condanna-to. Lui ci ha “graziati”.

Questo è il giorno del “passaggio”. Passag-gio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo.

“ C R I S TO N O S T R A PA S Q U A ” .Pasqua viene tradotta abitualmente con

“passaggio”. Ora Cristo è il nostro “passaggio”.

In Lui passiamo da una si-tuazione di morte alla vita.Lui ci ha fatti passare nelmondo nuovo della libertà.Cristo, oggi, ci offre il“suo”giorno. Ci consegnaun mondo nuovo.

Dobbiamo tagliare i ponticol vecchio, con l’odio, conle divisioni. Oggi tutto ri-comincia daccapo. C’è unappuntamento da rispettare.Il Signore risorto ci precede,è davanti a noi. Con un Dioche ci precede, che è sempre“più” avanti non c’è proprioda stare tranquilli. “Egli viprecede”: ecco la consegnadi Pasqua.

Non possiamo stare fermi,bisogna venire fuori. “Nonsei solo, Io sono con te!

Vieni fuori, c’è la Vita che ti aspetta!” Ciordina di uscire da noi stessi anche quandoabbiamo paura di esporci, quando abbiamopaura di “dare troppo”.

Occorre essere preoccupati di non mancareai suoi appuntamenti sorprendenti e scomodi.Per questo, prima di essere un augurio di Pace,la Pasqua è un augurio di inquietudine.

Oggi mi viene voglia di dire non “Il Signoresia con voi”, ma “L’inquietudine del Cristosia sempre con voi”. La cosa più incredibileche possa succederci.

Dopo anni e anni di attesa, finalmente inostri artigiani potranno disporre di nuove areesu cui poter realizzare i loro insediamentiproduttivi.

Lo scorso 24 marzo, infatti, il Consigliocomunale, con il voto favorevole della mag-gioranza e di un solo consigliere della mino-ranza, ha definitivamente approvato la varianteal Piano regolatore generale, necessaria peradeguare lo strumento urbanistico alle nuoveesigenze cittadine.

L’iter è stato lungo, più lungo del previsto,ma alla fine il primario obiettivo dell’attualeAmministrazione è stato realizzato.

Peccato che, anche in questa occasione,abbiamo dovuto registrare la nota stonata disempre, ovvero lo strano ed insensato atteg-giamento ostruzionistico di qualche esponentedell’opposizione il quale, fin dall’inizio delmandato, sembra avere un’unica missione:quella di disprezzare, denigrare e ostacolarequalsiasi iniziativa messa in campo dall’Am-ministrazione per lo sviluppo del paese.

E’ bene che i cittadini sappiano che, nell’oc-casione dell’approvazione della nuova zonaartigianale, quasi tutta la minoranza, per motivinon sostanziali, si è allontanata dall’Aula pernon votare il provvedimento ritenuto legittimoe tecnicamente idoneo dal segretario generalee dal funzionario comunale responsabile delprocedimento.

Durante il dibattito consiliare, peraltro, percercare di far rinviare l’argomento, il bravo“tessitore” dell’opposizione puntigliosamenteè intervenuto ben 43 volte (nonostante il rego-lamento comunale preveda massimo due inter-venti per ogni singolo argomento).

Ma è meglio lasciar perdere.Parliamo dell’importante pietra miliare che

è stata raggiunta, anche grazie alla collabora-zione dei tecnici locali e dei cittadini i quali,in fase preparatoria, hanno voluto prendereparte alle diverse riunioni organizzate dall’Am-ministrazione per acquisire suggerimenti, parerie aspettative.

Se non vi saranno altri intoppi, dunque, entrobreve potranno essere disponibili nuovi lottisu un primo nucleo che si estenderà per 5 ettarilungo la circonvallazione e verso la comunalevia Troali, e per altri 2,40 ettari in prossimitàdella vecchia zona Pip di via Salice.

Successivamente ci sarà la possibilità diampliare ulteriormente l’area adiacente lacirconvallazione, fino a raggiungere l’esten-sione complessiva di 14,70 ettari.

Non è possibile, in questa sede, inoltrarsinei diversi e complessi dettagli tecnici.

Quello che è importante sottolineare è chela nuova zona artigianale, insieme al Pianourbanistico generale attualmente in itinere,costituiranno un concreto volano per la crescitaeconomica della nostra comunità.

Come ho avuto già modo di sottolineare inConsiglio comunale, la nuova zona Pip eraparticolarmente attesa dai nostri artigiani.

Basti pensare che, in occasione di un recentebando per l’assegnazione di un vecchio lottodi 3.200 metri nell’area di via Salice, resosidisponibile a seguito di rinuncia dell’assegna-tario originario, sono pervenute al Comuneben sette richieste da parte di altrettanti cittadini,che hanno intenzione di realizzare progetti diattività produttive.

Ciò vuol dire che, nel nostro paese, esisteuna potenzialità imprenditoriale ancora note-vole, nonostante il momento di crisi a livelloglobale.

Per tale ragione, l’Amministrazione avevail dovere di non perdere altro tempo e di ap-provare il più presto possibile la variante alPrg.

Rispondere alle giuste istanze del settore,peraltro, oltre che agevolare la realizzazionedi legittime aspirazioni dei singoli imprenditoriinteressati, consente di creare le condizioniper incrementare l’occupazione locale e, ingenerale, per promuovere lo sviluppo dell’in-tero territorio.

Concludo questo breve intervento con l’au-gurio che la Santa Pasqua possa donare a tuttele famiglie vegliesi pace e serenità.

La nuova zona Pip di Veglie è realtà

Il Sindaco di VeglieFernando Fai

Pagina Locale:

Intervista a M.RosariaDe Bartolomeo Esponente PD Veglie

Intervista a Rosario MancaEsponente PDL Veglie

Lettere al Giornaleda pag. 4

Notizie e Curiositàda pag. 5

Attualitàda pag. 7

Spiritualità e poesiada pag. 10

Controvoci Ragazziinserto interno

- La nuova zona PIP di Veglie è realtà di F.Fai

- Un paese tradito - Comunicato Stampa- Che giro? di F.Stefanizzi

L'angolo delle buone notiziepag. 12

D. Da pochi giorni si è costituito il partito del Popolo dellaLibertà. Da esponente del Partito Democratico, da giovane e dadonna, cosa ne pensa di questa svolta politica nazionale?

R. Personalmente credo che parlare di “ svolta” presupponga unmomento in cui il corso degli eventi muta profondamente, unmomento in cui sia contemplato un passaggio decisionale precedutoa sua volta da un necessario momento di dialogo, di scambio dipareri, idee ed opinioni, di dibattito dialettico dal quale si escaconvergenti o divergenti. Da esponente del PD, ma soprattutto dagiovane donna che guarda con occhio attento e critico al mondodella politica, nonostante ne faccia parte attivamente, ho potutonotare come, nel congresso di costituzione del PDL, di tutto l’iterstoricamente naturale che porta alla nascita di nuove realtà politiche,non ci sia stata neanche la parvenza. Per queste motivazioni lacostituzione del PDL non credo si possa definire “una svolta politica

nazionale”, quanto una sorta di “investitura” di Silvio Berlusconia l e a d e r a s s o l u t o d i u n p a r t i t o g i à e s i s t e n t e .A tal proposito grande sconcerto ha provocato in me l’atteggiamentodel Presidente Fini, uomo da me sempre stimato per il suo spessore

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PAGINA LOCALE

E’ assurdo, l’Amministrazione di Veglie non approva la costituzionedel Parco del Negroamaro. Boicottare un’iniziativa della Provinciadi Lecce, che mira a valorizzare il sistema produttivo del territoriolegato alle attività annesse all’Agricoltura, rasenta la follia. Veglie,paese agricolo, per colpa della maggioranza rimane escluso da unconsorzio che ha come finalità: il sostegno e la tutela alle produzioniagricole; il miglioramento della viabilità nelle campagne; i contributialla riqualificazione delle costruzioni rurali; la valorizzazione delvino e dell’olio; la costruzione di percorsi turistici enogastronomici,storici e culturali; il potenziamento delle strutture agroturistiche;la realizzazione di reti commerciali; la conservazione e il rispettodella storia delle tradizioni contadine. In un momento di grave crisieconomica, che rende difficile continuare ad impegnarsi nel settoreagricolo, la chiusura della maggioranza alle opportunità offertedalla Provincia mortifica e offende quanti si procurano il proprio

reddito lavorando in Agricoltura. Tali scelte danneggiano gli interessidegli agricoltori, degli operatori turistici, dei commercianti e degliartigiani. Blocca lo sviluppo di un intero comparto e la crescitaeconomica di tutto il paese. I sottoscritti, che già in passato hannochiesto a tutte le forze politiche di sostenere l’iniziativa dellaProvincia, insistono affinché, in tempi brevi, il provvedimento siariportato in Consiglio Comunale e messo ai voti. I cittadini devonosapere quali consiglieri sono favorevoli e quali contrari alla costi-tuzione del Parco del Negramaro.

Associazione CommerciantiAssociazione Agriturismo Terra d'Aneo

Confederazione Italiana Agricoltori-Coldiretti

CGIL

COMUNICATO STAMPA

Un Paese tradito Veglie non lo merita!

Intervista a Maria Rosaria De BartolomeoEsponente PD Veglie

Sì, che giro, verrebbe da dire! Dal 1° aprile, l’amministrazionecomunale di Veglie ha deciso di aumentare i costi a carico delcittadino per i seguenti servizi comunali: mensa scolastica, trasportoscolastico, nettezza urbana.

Tiket giornaliero mensa da 2€ a 2,70€Abbonamento trasporto scuola materna, ed elementare da 10,33€

a 15€Abbonamento scuola media da 15€ a 25€Aumento nettezza urbana (tenuto conto dei

maggiori costi per gli anni 2005/2006/2007/2008)circa + 30%

Per quanto riguarda la mensa scolastica,l’amministrazione ha fatto un parziale dietrofront, dopo le due riunioni con i genitori, fon-damentalmente perché si è constatato che tuttele famiglie avevano già provveduto all’acquistodi tutti i biglietti necessari per terminare l’annoscolastico. E così si è deciso di rimandare l’au-mento del loro costo a partire dal 1° di ottobre,mentre per il trasporto e per la nettezza urbanasono rimasti gli aumenti stabiliti.

Premesso che la minoranza ha già provveduto,in sede di bilancio, a presentare due emendamenti, affinché sipotessero scongiurare tali aumenti; premesso che, sia il precedentegoverno italiano che l’attuale hanno cercato di aiutare con politicheeconomiche mirate le famiglie con bambini e la regione ha stanziatodei soldi al Comune di Veglie per il trasporto scolastico: il risultatodi questi aumenti è un grande sbaglio, sia sociale, sia economico.

Strano, com’è possibile vi chiederete?Intanto bisogna ricordare che un abbonamento mensile per il

trasporto scolastico da Veglie a Copertino, andata e ritorno, costa

26€, mentre l’abbonamento mensile per il trasporto alle scuolemedie di Veglie, partendo dal paese stesso, ne costa 25€ e quelloper andare alle scuole materne ed elementari, sempre su Veglie,stesso ne costa 15€.

Dal punto di vista economico, l’attuale maggioranza ha pensatoche con l’aumento degli abbonamenti del trasporto, ci fosse una

maggiore entrata di 10.000€: il servizio costacomplessivamente 67.000€, di cui 35.000 a caricodelle famiglie.

In seguito agli aumenti del costo del trasportoscolastico a carico delle famiglie, gli abbonamentifatti dai bambini dell’asilo e delle scuole ele-mentari si sono ridotti del 20%, mentre quelli deiragazzi di scuola media si sono ridotti del 50%circa.

Risultato: il Comune di Veglie (quindi noi tutti)dovrà sempre pagare 67.000€ annui per il servizio,indipendentemente dal fatto che ad usufruire diquesto servizio saranno 5, 20 o100 bambini.

Ora, le entrate che derivano dagli abbonamentisaranno inferiori a quelle precedenti agli aumenti.

E io mi chiedo: Che giro? Era questo che vo-levano veramente ottenere?

Oppure dobbiamo aspettarci che l’anno prossimo non ci sia piùservizio di trasporto?

Il cittadino non esiste solo quando bisogna farlo pagare: in unademocrazia è giusto che ci sia un equilibrio tra tasse pagate e serviziricevuti.

Che giro?

Fabrizio Stefanizzi(Consigliere Comunale)

Aumento delle Tasse per le famiglie vegliesi: qual' è il risultato ottenuto?

via R.Margherita, 40 - Veglie0832.966509

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D. Ci rivolgiamo a Lei come ex segretario per Veglie di AlleanzaNazionale, partito storico della destra italiana. Dopo il passaggioal congresso di Fiuggi da MSI a Alleanza Nazionale, il suo partito,pochi giorni fa, si è sciolto. Quali sono stati i suoi sentimenti ecosa le resta dell’esperienza vissuta in questi anni?

R. Io ritengo che sia sbagliato dire che il partito si è sciolto; credo,invece, sia giusto dire rinato, come l’MSI a Fiuggi è rinato con AN,così AN a Roma è rinata nel PDL. È del tutto evidente che tra ANe FI ci fossero così tante convergenze sulla vicenda politica italiana,che è bastato mettere assieme il bisogno che hanno gli italiani diuna politica più semplice e fluida con la voglia di cambiare in

meglio l’Italia di Fini e Berlusconi, ed ecco il partito unico dicentrodestra è divenuto realtà. Debbo ammettere che sono statomolto soddisfatto di tutto questo perché, per noi di destra, ilpresidenzialismo è stato sempre un punto centrale della politica,voluto fortemente dal più grande di tutti noi, Giorgio Almirante: ilpartito unico va appunto in questa direzione. Quello che più mirimane di questi anni è lo stupore che ho provato e provo ascoltandole considerazioni nel dibattito, ancora aperto, sull’identità di destra,sul fascismo e l’antifascismo all’interno, non solo del nostroschieramento politico, ma di tutta la politica italiana. Ne parlanotutti, ma proprio tutti!!! Solo noi, ormai, non ne parliamo più; noiche un tempo eravamo definiti neofascisti e per questo motivo, soloper questo motivo, eravamo emarginati e isolati: era come seavessimo la peste, altro che extracomunitari. Accadeva, per questo,che molti di noi (non tutti per fortuna), raggiunta l’età per cuibisognava lavorare, hanno dovuto tapparsi naso e bocca ed integrarsi,altrimenti mangiavano pane e idee. Ora lo stupore, quindi, dopocirca trent’anni dagli anni di piombo e settanta dal ventennio fascista,è di ascoltare lo stesso argomento, ancora quello, sempre quello:che siamo poco fascisti, per alcuni; molto fascisti, per altri; addiritturaantifascisti, per altri ancora. Nessuno si è accorto, intanto, che inquesto ultimo ventennio, il mio partito ha governato da MSI, hagovernato da AN e sta governando da PDL; lo ha fatto e lo stafacendo perché gli italiani, democraticamente, con il loro voto, lo

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culturale e politico, nonostante militasse in un versante opposto,che supinamente ha sciolto un partito storico come AN confluendonel PDL .

Riconosco tuttavia l’altissimo livello organizzativo del congressodel PDL nonché l’ottima strutturazione a livello mediatico e pub-blicitario, che sicuramente hanno potuto abbagliare il sempliceosservatore che si limita ad assistere senza intervenire, ma che,d’altro canto, non sono riusciti a colmare quelle lacune scaturentida una totale assenza di contenuto politico ben ravvisabile, tra leluci accecanti di uno sfarzoso teatrino, all’occhio di un attentoosservatore.

D. E’ noto all'opinione pubblica che candidata per il PD allapresidenza provinciale sarà Loredana Capone. Cosa rappresentaquesta candidatura per il vostro partito?

R. Oramai Loredana Capone, esponente del Partito Democratico,è la nostra candidata alla presidenza della provincia da più di unmese. Rappresenta la sintesi di tutte le anime della nostra coalizione,colei che porterà avanti il progetto politico del nuovo patto delcentro sinistra.

Ovviamente per il Pd Loredana è una punta d’orgoglio, ricordiamoche è una donna di soli 45 anni, moglie e madre di quattro figlie,avvocato affermato con 10 anni di attività politica alle spalle, giànella giunta Salvemini, assessore provinciale e attualmente vicepresidente della provincia.

E’ la concretizzazione della politica del PD, la concretizzazionedi una pol i t ica che ha vogl ia d i r innovamento .Loredana Capone rappresenta per il Partito Democratico, e nonsolo, l’innovazione e la continuità.

L’innovazione: in una politica che ha voglia di cambiare e cambia,cambia in meglio.

Cambia generazione, cambia sesso, cambia sensibilità nell’ap-procciarsi ai giovani, alle famiglie nella loro vita quotidiana, ai loroproblemi quotidiani. Una politica che cambia puntando concretamenteallo sviluppo del territorio, valorizzando le potenzialità di ognirealtà, indirizzando tutto il lavoro verso una concreta progettualitàche veda i cittadini impegnati in prima persona a dare il lorocontributo attivo, grande o piccolo che sia. Una politica che cambiadecidendo di coinvolgere il potenziale migliore che questo nostroterritorio ha: i giovani, ascoltando le loro istanze, rendendoli partecipinella definizione del programma, schierandoli in prima linea nellaprossima tornata elettorale, investendo realmente su di loro, for-mandoli e specializzandoli.

Ma Loredana Capone rappresenta anche la continuità con tuttociò che di buono la giunta di Giovanni Pellegrino ha realizzatodurante il suo governo, non a caso si è parlato e si continua a parlare

della candidatura di Loredana come un “passaggio di testimonenaturale” con il Presidente Giovanni Pellegrino, ulteriore specifica-zione di come la sua persona sia condivisa in toto dalla coalizionetutta.

D. Cosa ne pensa della fuga dal Pd che si registra negli ultimitempi , vedi Dario Stefano candidato alle provinciali con l'UDC,e nelle ultime settimane il malcontento di Lorenzo Ria che è statoipotizzato come possibile candidatura per i l Pdl?

R. Sinceramente non vedo una “ vera e propria fuga”, indubbiamentesarei poco onesta se non parlassi dell’allontanamento dal PD dialcuni nostri esponenti, tuttavia tengo a specificare che, il passaggiodi Stefano all’UDC e il “salto” di Ria nel PDL non hanno avutogrossi contraccolpi, né nell’Assemblea provinciale del PD, né tantomeno nei singoli circoli territoriali. Questo perché le persone chehanno deciso di aderire al PD lo hanno fatto perché hanno credutonel progetto politico di partito, lo hanno fatto per portare avanti unabattaglia politica di rinnovamento, non l’hanno fatto per dare spallaalle battaglie “personali “ di qualche “big”, che senza troppi problemie dubbi, decide di abbandonare il proprio partito nelle file del qualee nelle liste bloccate del quale si è visto eleggere parlamentare coni voti del centro sinistra.

Sono ben lontana dal giustificare trasformismi mossi dalla“convenienza” e dall’ “opportunità” del singolo, questo non è ilmodo di fare politica del PD e, se alcune persone credono che ilPD sia un autobus sul quale salire e scendere in base alle opportunitàpersonali e alle circostanze del caso, è bene che si sappia che ilnostro modo di fare politica è avulso da tali logiche e giochi.

D. In questa tornata elettorale, Veglie che ruolo avrà? Quali lepossibili candidature locali del Pd?

R. In ogni tornata elettorale ogni paese fa storia a sé. Senza dubbionelle elezioni amministrative provinciali ogni paese ha il suo ruolofondamentale nell’ambito di un sistema elettorale proporzionale.

Posso solo affermare con certezza che, anche in questa tornataelettorale, il Partito Democratico di Veglie ci sarà attivamente e sifarà sentire, ma soprattutto sarà pronto ad ascoltare la gente e araccogliere le sue proposte e le sue istanze facendosi portavoce conla nostra candidata alla presidenza della provincia, Loredana Capone.Ora come ora non si può parlare di candidature facendo nomi ecognomi, sicuramente non posso negare che Veglie esprimerà i suoicandidati tra le liste del Partito Democratico, ma il tutto si stabiliràdemocraticamente a livello collegiale con gli altri esponenti delPartito Democratico di Salice Salentino.

Intervista a Rosario MancaEsponente PDL Veglie

Stefania Casaluce

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Carta straccia. Ecco quelloche sono le mie volontà, imiei credo, i valori che hosostenuto per tutta la vita.Carta traccia. Quante di-scussioni, quante incazza-ture, quante parole dette escritte. Tutto giù, nel movi-mento rotatorio dell'acquache va giù dopo aver tiratolo sciacquone.

Ho affrontato ogni confronto con la convinzione di avere sempreun asso nella manica, un'arma infallibile da usare nel momentodecisivo. Il mio asso era questo articolo della Costituzione dellaRepubblica Italiana: "La repubblica tutela la salute come fondamen-tale diritto dell'individuo e interesse della collettività. E garantiscecure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a undeterminato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge.La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispettodella persona umana."

Questa è la Carta fondamentale del nostro Stato, della nostraRepubblica. Anche questa, carta straccia.

Ed ero persino convinto che se non fossi riuscito a convincere imiei avversari della bontà delle mie tesi, avrei pur sempre potutodecidere solo per me, decidere della mia vita, decidere del miocorpo e della mia mente. Mi sbagliavo.

In data 26/03/2009 il Senato ha approvato il disegno di leggeCalabrò, che ha come oggetto il cosiddetto "biotestamento", otestamento biologico. L'iter per l'approvazione di questa legge hapreso il via dopo la oramai notissima vicenda che ha coinvolto lapovera Eluana Englaro, che ormai riposa in pace dopo una "vita"d'inferno. Ebbene, tanto per cambiare, ci si è resi conto che unalegge non c'era proprio nel momento in cui la legge serviva.

Dopo accese discussioni gli inquilini del Senato della Repubblicahanno approvato il "Ddl Senato 10 -A- Disposizioni in materia dialleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazionianticipate di trattamento". Il punto centrale del testo approvato èappunto la DAT (dichiarazione anticipata di trattamento), con laquale ogni persona può esprimere "in situazione di compiutainformazione medico-clinica", le sue volontà sul trattamento dasubire nel caso in cui dovesse perdere la propria capacità di intenderee volere. L'art 4 afferma inoltre che "Nella dichiarazione anticipatadi trattamento può essere esplicitata la rinuncia da parte del soggettoad ogni o ad alcune forme particolari di trattamenti sanitari in quanto

di carattere sproporzionato, o sperimentale." E l'art 7 precisa che"La dichiarazione anticipata di trattamento assume rilievo nelmomento in cui è accertato che il soggetto in stato vegetativo nonè più in grado di comprendere le informazioni circa il trattamentosanitario e le sue conseguenze e per questo motivo non può assumeredecisioni che lo riguardano."

Un testo, consentitemi di dirlo, fin troppo avanzato in un paesecome il nostro, in cui il Vaticano si inserisce quotidianamente neldibattito politico e non paga le tasse sugli immobili.

Con la mia DAT quindi io posso decidere, quando sono ancoracapace di intendere e volere, a quali trattamenti voglio esseresottoposto, e a quali no; se voglio stare anni e anni ad invecchiaresu un letto oppure no; se voglio rimanere imprigionato in un corpoche un tempo camminava e faceva l'amore e che ora deve essereaiutato a defecare. Insomma, posso decidere della mia vita.

Invece no. Perché c'è qualcuno che è convinto che la mia vitanon sia mia, che appartenga a qualcun altro, e che debba essere loStato a decidere per me. È stato infatti inserito nella legge un piccoloemendamento dell'UDC, il partito di Cuffaro per capirci, che recitacosì : "Le volontà espresse dal soggetto nella sua dichiarazioneanticipata di trattamento sono prese in considerazione dal medicocurante che, sentito il fiduciario, annota nella cartella clinica lemotivazioni per le quali ritiene di seguirle o meno". Il fiduciario èla persona a cui io ho affidato la mia dichiarazione, che deve vigilaresulla sua applicazione, ed è anche l'unico soggetto che può interagirecon il medico. Tuttavia: "Nel caso di controversia tra il fiduciarioed il medico curante, la questione è sottoposta alla valutazione diun collegio di medici composto da un medico legale, un anestesista-rianimatore ed un neurologo, sentiti il medico curante e il medicospecialista della patologia...".

In pratica, signori, le mie volontà non sono vincolanti, non contanoniente, saranno solo "prese in considerazione" dal medico. Cartastraccia. E nemmeno la persona che ho incaricato di difendermi, ditutelarmi quando io non potrò più farlo, ha qualche possibilità di

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L E T T E R E

Stefania Casaluce

hanno deciso. Gli italiani hanno gradito e premiato sin dall’iniziola nostra alleanza con Berlusconi e ci hanno dato il loro consenso.Questo, per tutta la gente che in quegli anni bui ha subito emargi-nazione e soprusi, significa molto. E' stato una forma di riscattopolitico-sociale, una vittoria a 360°. Il resto sono chiacchiere, solochiacchiere che il più delle volte vengono fatte da gente che è statabocciata dagli elettori e si inventa ora il movimento del nord, orail movimento del sud, chiamandosi, tra di loro, “camerati”.. maquali camerati? Cercano solo il modo di riciclarsi. Certamentebisogna fare un doveroso distinguo. Non tutti, per fortuna, son così.Ci sono alcuni critici del partito unico, ne cito uno per tutti, LorenzoCatamo, che hanno deciso, solo ed esclusivamente per motiviideologici e di appartenenza, di non aderire al PDL e non per biecoopportunismo; a questi va tutto il nostro rispetto poiché ne cono-sciamo la storia e l’onestà intellettuale.

D. Domenica 29 marzo si è costituito il Partito del Popolo dellaLibertà; è stato eletto per acclamazione Silvio Berlusconi. Veglieaveva come unici delegati con diritto di voto 2 persone: lei, RosarioManca, per An e Valerio Armonico per Forza Italia. Cosa haprovato durante l’assemblea costituente del nuovo partito?

R. Sì, domenica 29 marzo, Valerio ed io abbiamo condivisoquesto momento storico da protagonisti, in quanto eravamo duedei cinquanta delegati di Lecce e provincia, mandati a votare lanascita del partito unico degli italiani, il PDL. La sensazione provatadurante l’assemblea è stata forte, invasiva, una bellissima percezione

di potenza e vittoria che spero ci accompagnerà nel prossimo futuroquando, insieme, affronteremo i molteplici impegni elettorali.

D. Si riconosce nella figura del neoeletto presidente Berlusconi?

R. E come non potrei? È l’esempio vivente di come l’uomo puòarrivare ovunque. Poi ad essere sinceri, a noi di destra ci ha fattoun grande regalo: ci ha salvato da anni di governo di sinistra.Bisogna ammettere che se non ci fosse stato lui (ndr: SilvioBerlusconi), i compagni di questo nostro bel paese che è l’Italia,avrebbero governato indisturbati per molto tempo, visto che i loroavversari politici li avevano annientati con “tangentopoli”. Questoè il motivo per cui la sinistra italiana lo odia a morte. Mi riconoscoin lui anche quando è dissacrante durante i cerimoniali odiosi, rigidie ridicoli; da ultimo, l’episodio con la Regina d’Inghilterra, duranteil G20, che mi ha fatto impazzire: non si sente secondo a nessunoe questo da italiano mi inorgoglisce! “L’addormentato”, invece, velo ricordate? Solo figuracce e non se lo filava nessuno.

D. Nel mese di Giugno, gli italiani sono chiamati a votare perle europee e le provinciali. Quale risultato si aspetta dal neonatoPDL?

R. Questa risposta è facile. Da "missionario" del PDL (parole delPresidente) mi aspetto il 51%.

Carta stracciaIl testamento biologico:"solo carta straccia"

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prevalere in un eventuale contrasto con il medico. Carta straccia."Ha scritto qualcosa il paziente qui davanti in stato vegetativo?""Sì, ha dichiarato che in un caso come questo vorrebbe che si

evitassero cure inutili mirate solo a prolungare l'agonia o lo statoattuale"

"Sì, sì, vabbè, ma questo non capiva niente... Infermiere! Continuicon i palliativi, con l'idratazione e con l'alimentazione forzate.Signora, stia tranquilla, prima o poi suo figlio si sveglia. PerchéDio è grande!"

Carta straccia. Daniele Durante

Cari Amici... lontani e vicini, parte una nuova SFIDA per chici crede e anche per chi non ci crede. Le Associazioni di Volon-tariato "Superamento Handicap" e SFIDA intendono costituireun gruppo spettacolo (cantanti, musicisti, guppi, ballerini, caba-rettisti, ecc.) per proporre serate pubbliche per raccolta fondidestinati alla creazione di un Centro Residenziale per Disabiliautogestito dagli stessi, in provincia di Lecce.

I componenti del gruppo, previa selezione, saranno associatialla proponente associazione senza fini di lucro. Chiunque fosseinteressato a "divertirsi" e a mettere a disposizione le proprie dotia servizio di una giusta causa, può segnalarsi via posta elettronicascrivendo a: [email protected], oppure contattando leassociazioni “Superamento Handicap” e SFIDA .

Si resta a disposizione per ogni ed ulteriore chiarimento.Ci aspettiamo adesioni convinte.

ps: ci fate un favore? Fate girare questa lettera a tutti i vostriamici e agli amici degli amici. GRAZIE

Invito per tutti i musicisti,ballerini, gruppi musicali e teatrali,

cantanti e cabarettisti

Sandrino Ratta

Dopo la scomparsa avvenuta direcente di Teodoro Marsigliante(conosciuto anche come “lu Diatoruti li rrobbe”) va via un altro pezzodi storia vegliese.

Cosa faceva Teodoro? Chi se loricorda alzi una mano!

Diversi anni fa, di buon’ora, ognimattina, dopo aver fatto uscire la suaasinella (di nome “Catarina”), dopoaverla pulita e dopo averle messo le“scarpe” agli zoccoli (fatte di gomma

di copertone, affinché non scivolasse sulle “chianche”), dopoaverla sistemata sotto la “trainella” (un carro di legno con grandiruote), caricava stoffe, lino, percalla, flanella, raso e tanto tantoaltro.

Iniziava quindi il suo quotidiano giro del paese, a piedi, accantoalla “Catarina”, gridando a pieni polmoni: “camicie, vestaglie,la rrobba allu metru!”.

La gente usciva da casa formando capannelli umani, che oltrea comprare qualche “metru e parmu” di stoffa, coglievano anchel’occasione per scambiare una parola, senza disdegnare una risatae qualche scherzo.

Dopo parecchi metri “lu Diatoru cu la Catarina” rientravanoa casa, facendo il lavoro inverso del mattino: scaricare tutta la“trainella” ed infine, la cosa più difficile, portare l’asinella nellasua stalla. Per poter far questo bisognava salire tre scalini (cosache gli asini rifiutano categoricamente). Come ovviare a questo?Semplice, si copriva la testa dell’asino con un sacco ed il giocoera fatto.

Il resto diventa storia relativamente più recente. Teodoro avevainfatti stabilito la sua attività di commerciante di stoffe in viaVeneto, dove aveva lasciato aperta la sua attività fino al momentodel pensionamento.

Sta passa lu Diatoru!Ricordo di Teodoro Marsigliante

Lettera firmata

Carissimo don Tonino,con la mano tremante ti scrivo una

semplice lettera per dirti tutto il miograzie. E’ inutile dire che la tua morteper noi tutti, seminaristi teologi, è statauna grande perdita, non tanto perchéricoprivi il ruolo di rettore, quantoperché sei stato per noi testimone delvero sacerdozio. Ho ancora negli occhiil tuo sorriso, la tua gioia e la tua gra-titudine verso Dio. Non ci sarà più latua voce, accanto alla mia, che sapevasempre sdrammatizzare e spazzare via tanti dubbi superflui conuna sola domanda: “Quanto ami Cristo?”. Non vedrò più il tuovero e unico amore per Cristo, che si concretizzava nell’amoree nella costanza nella preghiera. Insieme a tutti noi, seminaristiteologi, staranno soffrendo tutti coloro che in svariati anni diministero hai accompagnato e indirizzato verso Cristo. Daiseminaristi del seminario minore di Bari, che ti hanno visto primacome educatore e poi come padre spirituale, ai parrocchiani dellacattedrale di Bari, che hanno avuto la gioia di averti per sette annicome parroco. Dai laici affidati a te mediante la direzione dell’uf-ficio diocesano, all’Azione Cattolica.

“La tua sinfonia in Sì maggiore”. Questo un tuo slogan peruna delle giornate mondiali delle vocazioni, del cui centro nazionalesei stato vice-direttore. Proprio questo slogan riassume ciò chepiù ti ha caratterizzato, cioè la tua capacità di spenderti avendocome unico centro Cristo, come unico primato la preghiera ecome unica preoccupazione il far trasparire Cristo a chi ti stavaaccanto. Adesso c’è tristezza, sconforto e solitudine, ma è comese in questo momento tu, insieme a Santa Teresa, mi ripeti: “Nullati turbi, nulla ti spaventi, chi ha Dio nulla gli manca, solo Diobasta”. E così, al posto dello sconforto, c’è la gioia dei tuoiinsegnamenti e la gratitudine per averti conosciuto.

Un angelo incontratosulla mia strada…

Lettera a don Tonino Ladisa, Rettore delPontificio Seminario Regionale Pugliese

Gabriele Bergamo

Notizie e Curiosità

Il giorno 18 marzo 2009 il Co-mitato della Direzione Nazionaledel Centro Studi Cattolici“Giuseppe Toniolo” ha deliberartodi costituire il Coordinamento deiCircoli “G. Toniolo” anche in pro-vincia di Lecce.

L’Associazione ispirandosi allatradizione del cattolicesimo ed allaDottrina Sociale della Chiesa ha loscopo, tra l’atro, di:

- diffondere la cultura ed il pen-siero cattolico;

- realizzare studi, ricerche edapprofondimenti in materia di or-ganizzazione della democrazia edelle istituzioni democratiche, diforme e strumenti della partecipa-zione politica, di riforma delleistituzioni e di decentramento po-litico-amministrativo, di organiz-

zazione e riforma dei servizi pubblici, di sviluppo economico locale;- permettere l’incontro ed il confronto tra uomini e donne che,

riconoscendosi nei valori del cattolicesimo, condividono la visioneetica dell’economia e della società;

- studiare e promuovere la Dottrina Sociale della Chiesa;- studiare la figura del Venerabile Giuseppe Toniolo.

Il Centro Studi Cattolici nasce dalla volontà di alcuni intellettualiitaliani di far conoscere e divulgare l’attività sociale e spirituale diGiuseppe Toniolo.

Esso nacque a Treviso nel 1845, dopo gli studi medi compiuti aVenezia, frequentò l’Università di Padova, conseguendovi la laureain diritto.

A Padova cominciò la sua carriera universitaria, divenendosuccessivamente docente ordinario a Pisa.

Nel 1878 sposò Maria Schitteri, dalla quale ebbe sette figli. Fuuna esperienza di famiglia ricca di tenerezza e di preghiera, unafamiglia dove era di casa la Parola di Dio.

Negli anni ‘80 cominciò ad interessarsi attivamente all’Opera deiCongressi.

Il suo ideale era riconquistare la Società a Cristo.Pio X, dopo l’enciclica “Il Fermo Proposito”, gli affida l’organiz-

zazione dell’Unione Popolare.Lo anima la speranza di una civiltà fondata sull’amore.Questa sua intuizione trova il clima adatto nel pontificato di Leone

XIII.Il Toniolo diventa il grande apostolo della Rerun novarum, “leader”

dei cattolici sociali italiani a cavallo del secolo, e certamente unodei più grandi testimoni sociali del nostro tempo.

Morì il 7 ottobre 1918.Il 14 giugno 1971 Paolo VI chiuse l’esame della sua vita con il

Decreto di Eroicità delle Virtù, che lo rende venerabile nella Chiesadi Cristo.

In provincia di Lecce il Coordinamento Provinciale ha avviatol’attività culturale nella sede sita in Viale Giovanni Paolo II n. 25,inoltre sono stati già avviati alcuni Circoli C.S.C. sull’intero territorio.

A Veglie il Centro Studi Cattolici “Giuseppe Toniolo” è ubicatoin Via Vescovo Verrienti n. 3. Vi hanno già aderito diversi amici dicultura cattolica.

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Notizie e Curiosità

Uno dei momenti fondamentali dellaliturgia cristiana è la Pasqua che celebracon riti e processioni la morte e resur-rezione di Gesù Cristo.

In tutto il mondo, l’uovo è simbolodella Pasqua, poiché simbolo esso stessodi vita che nasce, ma anche di misteroe di sacralità.

Nel paganesimo, si credeva che il cieloe la terra fossero due metà dello stessouovo.

Con il cristianesimo, l’uovo si legòall’immagine della rinascita di Cristo edella natura; infatti, la resurrezione diGesù è festeggiata la domenica succes-

siva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera.L’uso di donare e ricevere uova nel periodo pasquale risale al

Medioevo: durante il digiuno della Quaresima era proibito mangiarne,per questo, durante la messa della domenica di Pasqua venivanobenedette e poi rassodate; quindi regalate a parenti e amici comebuon augurio.

La tradizione pasquale di decorare le uova nasce da diverseleggende: una riguarda Maria Maddalena, che trovando il sepolcrodi Gesù vuoto, corse dai discepoli per annunciare la straordinarianotizia. Pietro che era incredulo le disse: “Crederò a quello che dicisolo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse”; subitole uova si colorarono di un rosso intenso.

Così dopo la morte e resurrezione di Gesù Cristo, Maria Maddalena

ottenne un invito a un banchetto dato dall’imperatore Tiberio e gliregalò un uovo dal guscio rosso come testimonianza della resurrezionedi Gesù.

Il colore rosso rappresentava il sangue di Gesù Cristo versatodurante la crocifissione.

La seconda leggenda racconta che Maria, Madre di Gesù, portòin omaggio a Ponzio Pilato un cesto dorato pieno di uova perchiedere la liberazione del Figlio.

Ricevendo un secco rifiuto dal procuratore romano della Giudea,per il dolore, Maria lasciò cadere il cesto con tutte le uova, cherotolando, si dispersero in ogni angolo della terra e quindi anchenelle nostre case.

Oggi l’uovo di Pasqua più diffuso è il classico uovo di cioccolato,creato dai cuochi del Re Sole, Luigi XIV, che servì a imitare l’uovo

di struzzo e che più tardi furiempito anche con la sor-presa.

Forse non tutti sanno chele sorprese dell’uovo di Pa-squa arrivano da Cina, HongKong e Corea, che si com-prano a peso e che trovarneuna di valore è solo que-stione di fortuna.

Buona Pasqua

La leggenda delle uova di Pasqua

Mercedes Mazzarello

Il Centro si è costituito anche in provincia di LecceCentro Studi Cattolici "Giuseppe Toniolo"

.srl

Via XXVIII settembre, 26Tel e fax 0832.966319

e.mail: [email protected]

Il Coordinatore Provincialedel C.S.C. “G. Toniolo”

Santino Mazzotta

290 i morti, di cui 20 bambini, almeno 15 i dispersi, 1500 i feriti;40.000 gli sfollati.

Questo il tragico bilancio, in continuo aggiornamento, del terremotoche nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 aprile, alle ore 3.32, hasquarciato la città de L’Aquila e altri 26 centri limitrofi, in Abruzzo.

Da quel momento le nostre coscienze sono ferme su quei corpiestratti dalle macerie, sulle case sgretolate come fossero biscottiche si sbriciolano nel latte, sulle facce di chi è riuscito a salvarsi,ma ha lo sguardo perso nel vuoto.

Sono tante le storie d’incontri dolorosi con la morte o di ritrovatiappuntamenti con la vita che, in questi giorni, vengono raccontatedalle diverse testate giornalistiche, in una gara mediatica senzaesclusione di colpi. Una gara che ha avuto il suo momento peggiorenell’edizione del TG1 delle 13,30 di martedì 7 aprile, quando laconduttrice, a dimostrazione che per le TV l’informazione di unatragedia ripaga in termini di ascolto, spendeva 1 minuto, 8 secondie 932 decimi per autocelebrare il proprio telegiornale che si eraconfermato leader dell’informazione nazionale, grazie agli sharerecord raggiunti in tutte le edizioni e gli speciali sul terremoto.

Ricorderemo il sisma che ha devastato l’Abruzzo anche perquesto, per un giornalismo alla disperata ricerca del sensazionalismoche intralcia addirittura i soccorsi e dove l’ambizione per lo scoopfa spesso dimenticare che dietro ad ogni notizia c’è una tragediaumana. C’è la sofferenza di chi è morto, di chi ha perso tutto, dichi ha non ha più fiducia nel futuro. C’è la privacy e la dignità diuomini, donne e bambini che in una notte, che resterà indelebilenelle loro e nelle nostre menti, si sono dovuti arrendere alla furiadella Terra. Una terra che ha tremato, dalle 3.32 del 6 Aprile, peraltre 1000 volte, rinnovando quel sentimento di panico e di terrore,suscitati dal trovarsi senza difese di fronte a qualcosa di imprevedibilee molto più forte di noi.

Eppure quella stessa natura incontrollabile si era già annunciata,con scosse di magnitudo più bassa, che forse avrebbero dovuto

mettere in funzione stra-tegie di difesa e di fuga.

Così non è stato e questonon è certo il momentodelle facili polemiche, mastringe il cuore a pensareai genitori di quei figlimandati all’Università perstudiare e morti sotto lemacerie della Casa delloStudente. Aumenta larabbia quando si pensaall’Ospedale San Salva-tore de L’Aquila, inau-gurato alla fine degli anni´90 e fiore all’occhiellodella Sanità della zona,diventato il simbolo dellavergogna degli edificicostruiti in assoluto spre-gio delle norme antisi-smiche. Una vergognaancora più spietata se sipensa che un ospedale,proprio in virtù dellafunzione che esercita, sarebbe dovuto rimanere agibile in queitragici momenti di emergenza e poter funzionare garantendo assi-stenza sanitaria ai feriti. Purtroppo, però, proprio gli edifici pubblici,realizzati con i soldi dei cittadini, sono state le costruzioni danneggiateper prima e, anche se non è il momento delle facili polemiche,rimane il dubbio lecito che sindaci, assessori, vigili urbani, abbianospesso permesso che l’uomo sfidasse impunemente la natura,contando solo sulla buona sorte che, alle 3.32 del 6 aprile, ha voltatole spalle.

Quando l’emergenza sarà finita e si ripenserà al sisma con piùtranquillità, si indagherà su eventuali responsabilità e si potrà forsedare vita ad un serio programma di messa a norma degli edifici.

Ora però ci sono altre priorità. Ora bisogna solo dare speranzae fiducia ai 40.000 sfollati che sono attanagliati dall’incertezza sulfuturo. Lo stanno facendo i quasi 12.000 soccorritori giunti inAbruzzo dopo la tragedia. Tra questi anche cinque nostri concittadini,i vigili del fuoco Tonio Caroppo, Alfredo Guida, Pietro Calò,Giovanni Maggiore e Giovanni Stifanelli del Comando dei VV. FF.di Veglie, partiti per l’Abruzzo nella prima mattinata del 6 apriledopo essere stati allertati dal Comando Nazionale.

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Attualità

Stavolta l'Europa la sta facendo grossa: in uncolpo prova a distruggere un'economia e unacultura, quella del vino rosato. Un'economia euna cultura che riguardano il Salento più che altriposti d'Italia: qui negli ultimi anni si è investitotanto per recuperare la tradizione del Rosato delSalento, un marchio distintivo di qualità enologicafino agli anni Sessanta, distrutto poi da vinificatoridisonesti che avevano realizzato vini-mistura discarsa qualità, spacciati a pochi soldi nei super-mercati di mezza Italia.

Il rosato è un prodotto nobile, discende dallalacrima degli antichi romani, e ha costi di produzione superiori aquelli di un rosso. Ha bisogno di uve di qualità che presuppongonoun lavoro in vigna accurato, una vendemmia "dolce" e una vinifi-cazione immediata.

Severino Garofano, decano degli enologi di qualità nel Salentoe non solo, sostiene che è il vino di una notte. Colore, odore e saporesi giocano col lavoro di un anno nei campi e con la macerazione

di poche ore delle vinacce.È un vino che ha bisogno di vitigni particolari.

E il Negroamaro, assieme al Montepulcianod'Abruzzo, per qualità e per tradizione è uno deivitigni più vocati. Nel Salento aziende storichee aziende giovani hanno riscoperto la strada dellaqualità. Nell'ultima edizione del concorso eno-logico Rosalento quasi 50 aziende hanno pre-sentato il loro prodotto. Il rosato, anche grazie aquesto nuovo vento che viene dal Salento, si staimponendo come compagno, a tutto pasto, deipiatti della dieta mediterranea. Il mercato ne ha

decretato un successo, che evidentemente fa gola a qualcuno. Mail mercato si conquista con la qualità, non mescolando chardonnaye pinot noir, dopo aver mischiato le carte a Bruxelles.

La battaglia per il Rosato è una battaglia decisiva per l'economiadel Salento, ma anche per la sua cultura. Nessun salentino, dallaProvincia alla Regione al Governo può dichiararsi renitente.

Dal Nuovo Quotidiano di Puglia

Il vino rosato. Giù le mani dal Salento

A. M.

La Comunità Europea ha regolamentato la produzione del vino rosato ottenuto permiscelazione di vini rossi e bianchi, attentando all’identità del vero vino rosato di qualità

6 APRILE 2009, ORE 3.32Quando bisogna arrendersi alla furia della Natura e all’imperizia dell’uomo

C’era una volta il carcere inteso come casa di vetro, un luogoove era possibile “guardare e vederci chiaro”, uno spazio in cui lasocietà civile, poteva osservare ciò che in un penitenziario accadeva,ma soprattutto ciò che non accadeva.

In un paese come il nostro, dove ogni giorno il passo indietro èpiù veloce ed esteso di quello fatto in avanti, per arginare un

fenomeno diffuso come l’illegalità, non basterà certamente laconfigurazione di un carcere costretto a vivere di se stesso.

Sembra un secolo, quando dal carcere potevano uscire suoni dicultura del bello, di ricostruzione morale, di collaborazione tradentro e fuori, nuovi orientamenti esistenziali, cambiamenti interiorie non lamentazioni.

Oggi crea imbarazzo persino discutere sulla possibilità di uma-nizzare la pena, per l’italiano medio è più sbrigativo e menoimpegnativo risolvere la questione con il metodo della chiave buttatavia, della battuta fuorviante che: “non c’è certezza della condanna,figuriamoci della pena”, insomma macerie dialettiche su cui spostarequa e là l’attenzione.

Forse non è sufficiente richiedere a gran voce inasprimenti dellepene, costruzione di nuovi complessi penitenziari, non convincepiù la formuletta: “nel paese delle bugie, la verità è una malattia”.

Perseguire con onestà e coerenza un vero interesse collettivosignifica pensare al benessere delle persone, quelle innocenti, quellespesso indifese e più deboli, quelle che sono state spinte, a volte

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Contattato telefoni-camente, il Vigile delFuoco Tonio Caroppo,in quel momento inservizio a Monticchio,dove insieme ai suoicolleghi stava ispezio-nando le abitazioni le-sionate al fine di veri-f icarne l’agibil i tà,accompagnando la po-polazione a prendereoggetti di prima neces-sità, mi riferisce di unpaese che sembra esserestato bombardato. Miracconta dello sgomento

e della paura che si legge sulle facce della gente, ma poi si soffermasulla grande dignità dimostrata da queste persone di fronte allatragedia che li ha colpiti e dei mille grazie ricevuti da chi, invece,dovrebbe solo pretendere, dopo che la vita gli ha tolto tutto.

Tonio è un vigile del fuoco. Insieme con lui volontari della C.R.Ie della protezione civile, medici, infermieri e le varie forze dell'ordine,ma anche semplici cittadini, tutti insieme impegnati in una lottacontro le conseguenze devastatrici della furia della Natura e del-l’imperizia dell’uomo. Dopo aver scavato tra le macerie senza sosta,per riuscire a tirare fuori, in minor tempo possibile, le moltissimepersone rimaste intrappolate da sotto le macerie, ora aiutano lapopolazione abruzzese a riappropriarsi della vita, accompagnandoqualcuno nelle proprie case per prendere qualche vestito, raccontandole favole ai bambini per rendere più lievi le loro giornate, lavorandonelle cucine da campo per fornire un pasto caldo.

Sono degli eroi o, come vengono chiamati dalla gente del posto,degli angeli, che esprimono la loro generosità in silenzio senzaesibizione. Sono il simbolo di un’Italia bella da raccontare, un’Italiache dà il meglio di sé nei momenti di pericolo e durante le tragedie.Un’Italia in cui da una parte c’è gente che specula sulle strutturefacendole crollare al primo terremoto e dall’altra c’è gente che credeancora nella solidarietà e nell’umanità. È questa parte d’Italia chemi piace di più. È questa parte d’Italia che voglio ringraziare e mifa sentire orgogliosa d’essere italiana.

Sabrina Lezzi

Oggi i libri che sileggono sono molto po-chi, come poco è iltempo libero, ma incambio c’è tanta tecno-logia.

I bambini hanno conla tecnologia un rapportomolto stretto.

Da studi effettuati, èrisultato che c’è una fortecorrelazione tra il titolodi studio dei genitori e

l’uso del PC da parte dei figli.Più alto di grado è il titolo di studio, tanto più i bambini utilizzano

il PC.Questo è un sintomo che la società sta cambiando, che si evolve,

che muta attraverso la rete e la realtà virtuale.Sembra che i bambini siano molto più esperti dei genitori nell’uso

delle nuove tecnologie.Con internet i bambini leggono, scrivono e interagiscono con

informazioni audiovisive piuttosto che con i l ibri.I bambini vivono ora in un mondo, dove nuovi linguaggi e il

computer sono parte integrante degli ambienti quotidiani e diapprendimento.

Attraverso il computer, i bambini apprendono facilmente evelocemente, sentendosi stimolati a “fare” sempre meglio e di più.

Le tecnologie multimediali sembra che siano un valido supportosoprattutto per l’istruzione dei bambini della scuola primaria.

Attraverso il computer, il bambino gioca con i vari argomenti,avendo a disposizione un materiale più completo di quello fornitoda un libro; come immagini e suoni che facilitano il ricordo di temispesso difficili da comprendere per la loro giovane età.

Il computer risponde alla moderna filosofia dell’edutainment(“educational” + “entertainment” –educativo, didattico–), perchéoffre ai bambini la possibilità di apprendere divertendosi, senzasminuire il valore delle conoscenze.

Spesso i genitori rimangono sorpresi e affascinati dall’estremafacilità con cui i bambini utilizzano il PC; ciò deriva dal fatto chei bambini hanno un apprendimento esperienziale, cioè le azionisono guidate dalle risposte fornite dall’ambiente che li circonda.Crescendo, l’apprendimento diventa cognitivo, meno spontaneoe sempre più dipendente da altre persone con le quali ci si relazionaverbalmente.

Quindi il computer offre ai bambini un processo affine a quelloche essi utilizzano per conoscere ciò che li circonda, cioè apprendonoper esplorazione, manipolando e giocando.

A volte, però, sia i genitori sia gli insegnanti non sono adegua-tamente preparati a guidare e ad assecondare i bambini, che spessosi sentono disorientati.

La tecnologia, se sfruttata bene, porterà entusiasmo, conoscenza,vivacità, apertura mentale ai nostri bambini, soprattutto a quellimeno dotati.

Come tutte le medaglie, però, c’è anche un altro lato menopiacevole: l’uso errato e prolungato del computer può causare gravidanni alla salute fisica e psicologica dei bambini, facendoli isolaree non socializzare con gli altri.

La maggior parte dei bambini considera il computer come ungiocattolo, è quindi importante condurre il bambino a farne un usointelligente e non passivo, evitando magari di lasciarlo da solodavanti al PC per troppo tempo.

Mercedes Mazzarello

Bambini tecnologici

Carcere.Una pena rispettosa della dignità della persona

Anoressia, anche su Controvoci se ne è parlato, qualche mese fa.C’è chi definisce l’anoressia e la bulimia delle malattie mentali, chile definisce disturbi alimentari, chi semplicisticamente malattiedell’anima. Una cosa è certa: troppe donne (sono decisamente menogli uomini) ne soffrono e forse nemmeno lo sanno. Non so se lecause scatenanti di queste patologie siano comuni a tutte le personeanoressiche o bulimiche, o se ogni storia segua un percorso tuttosuo, estremamente soggettivo. Io conosco le ragioni che spinserome sull’orlo della “malattia”, ragioni all’apparenza stupide e banali,ma importanti per un’adolescente qual ero io all’epoca dei fatti.

Avevo 15 anni e due fratelli un pò più piccoli di me che sottoli-neavano continuamente i miei difetti fisici, con l’atteggiamentotipicamente sadico dei ragazzini che all’improvviso scopronol’universo femminile e cominciano a guardarlo con diffidenza ecuriosità e a giudicarlo solo in base all’aspetto esteriore, classificandole “femmine” in due sole categorie: le bone e le racchie.

Per i miei fratelli è chiaro che io facessi parte delle “racchie”.Così la scarsa autostima che avevo, la poca fiducia nelle mie capacitàe potenzialità, unite all’insicurezza e alla confusione che accompa-gnano il periodo adolescenziale, mi portarono ad essere particolar-mente vulnerabile.

Ma fu soltanto quando il mio fidanzatino di allora, guardandouna mia foto scattata al mare, affermò cinicamente che avevo dellecosce che sembravano prosciutti, che cominciai ad osservarmiattentamente allo specchio e a prendere coscienza di tutti i mieidifetti fisici, reali ma anche immaginari. E allora i commenti acididei miei fratelli divennero insostenibili e l’opinione del mio fidan-zatino sulle mie cosce divenne così determinante, da farmi capireche dovevo necessariamente fare qualcosa per essere sicura dipiacergli. Pesavo 56 Kg per 163 cm. circa di altezza. Non ero grassa,né magra. Il mio peso andava bene, ma guardandomi nello specchio,all’improvviso, la percezione che avevo di me era cambiata. Nonmi piaceva più nulla del mio corpo, era tutto un difetto. Mi vedevo,d’un tratto, grossa!!!

Fu così che cominciò. Iniziai a praticare un’ora, un’ora e mezzoal giorno di ginnastica, tra salti con la corda, corsa sul posto edesercizi vari; ma, soprattutto, cominciai a non mangiare più. Dapprimaridussi progressivamente la quantità di cibo ingurgitata, poi cominciaia selezionare gli alimenti introdotti. Via i grassi, le fritture, gliinsaccati, i dolci, la pasta, il pane, e poi, man mano, via tutto ilresto. Mangiavo ormai solo una mela e un pacchetto di crackers

integrali al giorno.A mia madre raccon-

tavo, durante il pranzo,di aver mangiato tantodurante la ricreazionescolastica e di non averepiù appetito e la sera ledicevo di aver già cenatocon uno o due panini. Inrealtà non mangiavo piùnulla! Nel giro di duemesi avevo perso 10 kg.Ne pesavo 46 e tentavodisperatamente di per-dere ancora peso, manon ci riuscivo più. Miguardavo allo specchioe mi vedevo sempregrassa. Ero passata dallataglia 44 alla 38-40, maio non ero ancora ab-bastanza magra, dovevoperdere altro peso. Il cibo non mi interessava più, mi faceva venireil voltastomaco solo l’idea di doverlo ingurgitare e vivevo conterrore e ansia i momenti dei pasti condivisi con gli altri, durantei quali dovevo trovare mille scuse per giustificare la mia mancanzadi appetito.

Ormai avevo un vero e proprio blocco psicologico, un rifiutoostinato del cibo che consideravo un nemico. Mia madre se neaccorse in tempo, capì che mi stavo ammalando e, preoccupata peril mio rapido deperimento fisico, mi costrinse a fare delle analisi.Risultò che avevo una grave forma di anemia dovuta a carenza diferro. Da lì iniziò il mio percorso inverso.

Tutte le mattine, non ricordo più per quanto tempo, prima diandare a scuola, passavo dallo studio del mio medico curante perfare delle endovene di ferro che mi avrebbero rimessa un pò su edascoltavo le sue prediche, e quelle di mia madre, sull’assurdità delmio comportamento, sulla necessità di riprendere a mangiareregolarmente per non incorrere in problemi ancora più gravi, sullanecessità di alimentarmi correttamente per non bloccare lo sviluppodel mio corpo nell’età più delicata.

Ricordo come fu difficile ritornare a mangiare, con accanto miamadre che mi costringeva a farlo e mi sorvegliava continuamente,ripetendomi le sue instancabili ramanzine. I primi bocconi dopolunghi mesi di digiuno, ingoiati tra la nausea e i sensi di colpa,erano vissuti e percepiti come un attentato al mio fisico, al miobenessere.

Lentamente, grazie alla pazienza e presenza vigile di mia madree al mio sforzo di volontà riuscii, pian piano, con fatica, a ritrovareil piacere di mangiare, io che prima di quella terribile esperienzaero una “buona forchetta”, un’amante del cibo, della buona cucina.Io che qualche tempo dopo ripresi a mangiare con lo stesso gustodi prima, con un ritrovato senso di appagamento.

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disperatamente a esprimereuna doverosa esigenza digiustizia.

Interesse collettivo èanche dare dignità alla pe-na, perché non si trasformiin una condizione contrariaal senso di umanità, de-privata della possibilità diriabilitazione, di una spe-ranza che non rimangamera illusione.

Interesse collettivo nonè qualcosa di opinabile, è un preciso salvacondotto alla solidarietàcostruttiva, quella che non spende tutto di sé, limitandosi a spedirein galera chi sbaglia, ma che anche si impegna affinché chi entrain prigione non abbia a uscire destrutturato al punto da non risultarepiù annoverabile tra le persone o gli esseri umani.

Un preciso interesse della collettività non sta solamente nell’utilità

indiscutibile dell’azione penale, ma altrettanto bene sta nel visionarela detenzione che ne conseguirà. Non è possibile essere intransigenticon il reato e disattenti sulla compromissione nelle condizioni diinvivibilità all’interno di un istituto carcerario.

Non è materia secondaria investire energie e danari per giungerea una pena rispettosa della dignità delle persone, propensa a unaarchitettura del fare che persegua parametri essenziali, per considerareplausibile un nuovo orientamento sociale.

Quale carcere e quale interesse collettivo privilegiare: le risposteche sapremo fornire, risulteranno la conferma di una malattiainguaribile, oppure l’intuizione necessaria per tentare la cura piùappropriata.

L’ampiezza del reato, l’intensità della condanna, non consentonooltre di trincerarsi dietro l’enigma insoluto di un carcere vessato eumiliato a una sorta di terra di nessuno, ma proprio attraverso questaautoipnosi collettiva, ripartire, investendo sulle risorse degli uomini,riformulando un percorso condiviso di nuove opportunità, riconci-liazione e riscatto.

Vincenzo Andraous

Anoressia: rifiuto del cibo, ma soprattutto di se stessiRacconto di un’esperienza vissuta in prima persona

Esp. e Lab: Via S.Elia, 14 - VeglieTel. 0832.969079

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a cura di Daniela Della BonaSPIRITUALITA'

Per anni, non lo nego, hocontinuato ad avere un rap-porto complicato e conflittualecon il cibo, con il mio corpo.

Tuttora alterno periodi digrandi abbuffate a periodi dimaggiore contenimento,sempre alla ricerca di unequilibrio, quell’equilibrio chedifficilmente si può raggiun-gere se non si ha una buonaautostima, se non ci si vuolebene e non ci si accetta perquello che si è. Io ho capitosolo tempo dopo di essere stataper un breve periodo della miavita anoressica. Ho avuto lafortuna di uscirne in tempo,ma quella breve esperienza mi

aiuta ora a comprendere le difficoltà vissute da chi cade nel baratrodella malattia e quelle che sono le responsabilità proprie e altrui.

Purtroppo nell’età adolescenziale, quando ancora il carattere e lapersonalità non sono definiti e si cercano dei modelli di riferimento,anche estetici, a cui ispirarsi nella ricerca affannosa di se stessi e

della propria identità, diventa determinante l’influenza dell’ambienteesterno, capace di condizionare, con la sua forza comunicativa, lacapacità di percepire la realtà. Ed ecco che persino le modelleanoressiche, osannate e strapagate dagli stilisti, diventano iconedella bellezza moderna, a cui anche le donne adulte a volte tendono.

E’ vero che i canoni di bellezza variano nel tempo, ma come sipuò considerare bello un “appendiabiti ambulante”, uno scheletrovestito, fosse pure da Valentino, Armani o chissà chi? Si parla tantodi impegno da parte degli stilisti a bandire dalle passerelle le modelletroppo magre, con taglia inferiore alla 42, ma guardando le ultimesfilate di moda, si capisce bene che ancora siamo lontani dal proporremodelli sani di bellezza. Molte modelle muoiono di anoressia, molteragazzine e troppe donne adulte ne soffrono e forse non lo sanno,ingoiate da una macchina mediatica che spinge tutto e tutti versomodelli di perfezione (o di bruttezza?) difficili da raggiungere, inuna società dove tutto tende ad omologarsi, ad assomigliarsi e ledifferenze ad appiattirsi.

Credo che spetti soprattutto ai genitori, agli insegnanti e aglieducatori in genere il compito di trasmettere ai giovani valori emodelli di riferimento positivi, facendo nel contempo crescere inloro l’autostima, il rispetto e l’amore per se stessi e aiutandoli aguardare con occhio critico la realtà che li circonda.

Una lettrice

Che cos’èL’Apostolato della Preghiera (AdP) è un’associazione di fedeli

che, mettendo come fondamento e centro della propria vita Cristoe il mistero eucaristico, offrono a Dio ogni istante della propriaesistenza, unendosi alle intenzioni di preghiera del Papa e deiVescovi e lasciandosi guidare ed aiutare da Maria.

La storiaL’Apostolato della Preghiera nasce nel 1844 per iniziativa del

padre gesuita Francesco Gaultrelet per esortare i seminaristi adoffrire preghiere e sacrifici per il buon successo delle missioni; maesso si diffonde subito al di fuori del seminario, grazie soprattuttoall’opera di un altro padre gesuita, Enrico Ramière. L’associazionesi propone di vivere la spiritualità del Sacro Cuore di Gesù, partendodalle parole che, secoli prima, Gesù pronunciò durante un’apparizionea Margherita Maria Alacoque: “Questo cuore brucia di tanto amoreper te e per tutti gli uomini che non posso più contenerlo. E’necessario, perciò, che per mezzo tuo sia fatto conoscere a tutti,sicché tutti siano ricolmi dei benefici del mio Cuore e siano preservatidagli eterni supplizi”. E ancora: “Ho una sete ardente di essereonorato dagli uomini nel santissimo Sacramento: ma non trovoquasi nessuno che si adoperi ad estinguere la mia sete e corrispondaal mio amore”.

Verso la fine del XIX secolo, l’associazione propone un vastomovimento di Riparazione mediante la pubblica consacrazione dellefamiglie al Sacro Cuore oltraggiato. Nonostante l’opposizione delmondo culturale, della stampa e perfino dei Cattolici Liberali,l’iniziativa ha grande successo: in un solo anno 2 milioni di famiglienel mondo si consacrano. Oggi l'Apostolato della Preghiera èpresente in tutto il mondo ed ha almeno 45 milioni di iscritti.

MissioneL’Apostolato della Preghiera offre un modo profondo e allo stesso

tempo semplice di vivere, attraverso la preghiera quotidiana per ilbene dell’umanità in questo mondo.

Questa è la sua principale missione, perché la preghiera cambiale cose nel modo migliore.

L' AdP propone tre impegni fondamentali e progressivi: l'Offertaquotidiana, la Consacrazione, la Riparazione.

Nella nostra diocesiNella nostra diocesi, l’ordinamento dell’Apostolato della Preghiera

nasce con l’istituzione della prima Presidente Diocesana, nel lontano1905: la Contessa Maria Grazia Balsamo, donna di grande e notacarità che sostenne la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore inBrindisi.

L’anno giubilare ha segnato la vita dell’associazione all’internodella nostra diocesi, grazie alla straordinaria peregrinatio delle sacrereliquie di Santa Margherita Maria Alacoque, in occasione dellaquale è avvenuta la consegna all’intera Arcidiocesi di Brindisi –Ostini, agli associati e ai fedeli tutti dello Statuto e RegolamentoDiocesano dell’Apostolato della Preghiera: strumento di comunionee fedeltà; espressione della diocesanità e del sentirsi famigliaecclesiale.

A VeglieIl movimento si riunisce una volta al mese, presso la Parrochia

del SS. Rosario, per la preghiera, l’adorazione eucaristica e ladistribuzione mensile di una pagellina a tutti gli associati, nellaquale si trovano l’Offerta quotidiana e le Intenzioni di preghieradel Papa e dei Vescovi. Partecipa alle processioni con lo stendardoe l’abitino con l’immagine del Sacro Cuore di Gesù. Nel corsodell’anno il movimento partecipa anche agli incontri organizzati alivello diocesano.

Riferimenti sul territorio vegliese: sig.ra Maria De Matteis,responsabile dell’Apostolato della Preghiera di Veglie, pressoparrocchia SS. Rosario.

Si ringrazia per le informazioni sopra riportate la sig.ra MariaDe Matteis.

Continua il nostro viaggio tra i movimenti, i gruppi, le associazioni ispirate dallo Spirito Santo.In questo numero approfondiamo la conoscenza dell’associazione secolare: Apostolato della Preghiera.

SISTEMI: TELECOMUNICAZIONI - INFORMATICI - ELETTRICI

Via Bosco, s.n. - Veglie (Le)Tel. e Fax 0832.970190 - 970005 - 970735

C.so Settembrini, 49 (c/o Mirafiori Corpo 1) TorinoTel. 011.0035400 - 0036535 - Fax 011.0036900

e-mail: [email protected] http://www.nectelecomunicazioni.it

Apostolato della Preghiera

BUONA PASQUA 2009

Buona Pasquaa tutti i bambini, quelli lontani e quelli vicini,a tutti i bambini del mondo intero,ai quali porgo un augurio sincero.

Buona Pasquaal povero e all’anzianoanche a loro mi sento vicino con il mio amore da cristiano.

Buona Pasquaa tutti perché tutti fratelli siamoe il mio augurio giunga nel mondo, anche ai potentiaffinché non mandino gente a fare la guerrain nessun posto della terra.

Andrea Coppola

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In questa Pasqua l’Italia…il mondo sta vivendo il dramma delleconseguenze del terremoto.

E l’uomo si domanda: perché il dolore? Il nostro Dio non dàuna risposta teorica a questa domanda sconcertante. Egli si offrecome la “custodia”, il “grembo”di questo dolore; il Dio che nonlascia andare perduta nessuna lacrima dei suoi figli, perché le fasue. E’ un Dio vicino, che proprio nella vicinanza rivela il suoamore di misericordia e la sua tenerezza fedele. Il Figlio di Dioè il grande compagno della sofferenza, soprattutto di quella degli“innocenti”.

Questi pensieri, tolti da una riflessione del Card. Carlo MariaMartini, possono orientare le nostre menti sconvolte e dolorantidi fronte al dramma che stiamo vivendo. La preghiera per idefunti e per tutti i colpiti direttamente, l’ammirazione di quanti,istituzioni e volontari, si stanno adoperando a ricuperare (scavandocon le unghie) altre vittime, la speranza che le mille promessedei potenti non siano dimenticate presto, sostengano quelli chestanno soffrendo di più.

don Giuseppe Paladini

Il terremoto: riflessioni brevi

P O E S I A

Il mondo va male, l’Italia è smarritanon c’è più lavoro, la grana è finita;c’è tanto sfacelo, i valori son svaniti ,ognun si ribella e pretende diritti.Di chi è la colpa, si chiedono in tanti :in questa maniera non si va più avanti :Bisogna scovare la pecora nera,tornare al più presto alla vita che c’era.La causa è rumena, borbotta la massa;no, sono gli zingari a battere cassa.Ci son le invasioni, carrette del mare:l’Italia è sconvolta, non c’è niente da fare.I giovani son bulli, la droga impera;l’Italia si trova in piena bufera.Ma se tutto va male non è il migrantela pecora nera, la causa portante.E allora, vediamo, il problema qual è?E’morto il buon senso, nessun sa l’età;quand’era con noi avea vinto paure e viltà.Sarà ricordato per averci lasciato le buone maniere,della gioia di dare, e dell’amore egli fu il vero pioniere.La sua salute incominciò a mancar velocemente,quando abbiam cacciato Dio dalla nostra mente,e i suoi comandamenti son materia di derisionee dalla Chiesa e dal bene si è cambiato direzione.Del buon senso son sopravissuti tre fratellastri,che della vita attuale son diventati i pilastri :“Gli altri han la colpa, conosco il mio diritto,son vittima della società, ma io filo dritto.”Non c’era molta gente al suo funerale;il motivo? Ma mi sembra piuttosto normale!Nessuno s’era accorto che era sparito,povero buon senso comune, anche morendo aveva fallito.E’ Pasqua, è risorto Cristo Signore,facciamo risorgere il buon senso d’onore.Cambiamo maniera, battiamoci il petto;chissà se sono io in pieno difetto.La colpa di tutto, non sono gli altri, neppure i migranti:se punto il mio dito, ho sempre i difetti davanti.Se cambio il mio cuore e risorgo con Cristo,l’Italia si desta e sarà bel tempo mai visto.

Padre Gianni Fanzolato Loreto, Città di Maria

Mea culpa, DomineChissà se centro anch’io, Signore!

La Croce e l’Uomo,il sangue,lo sfinimento,umana fragilità.La Croce e l’uomo,ultima volontàdi un perdono.La Croce e l’Uomo,risorge e ricomponel’ingiustizia,quella ottusa e conclusa,

che non intendearretrare.La Croce e l’Uomo,dove ritrovareun sussulto di dignità.La Croce e l’Uomo,in ginocchio,con lo sguardo in alto,dove appesa a mezz’ariasta la lezione,ben custoditanella preghiera,quella che non si imparaalla lavagna,tra gessetti abbandonati eparole spese male,si apprende con l’esempio,da perseguire in orme digitali,che portano agli Uominiai piedi della Croce.Auguri di buona Pasqua,Auguri di buona riconciliazione,Auguri di buona vita.Insieme.

La Croce e l'Uomo

Vincenzo Andraous

Da VeglieUn’azienda agricola vegliese giunge in finale al Concorso

“Olivario”Al concorso dell'Ercole Oliario giunge in finale, per la sezione oli

Dop, l’Azienda Agricola Rollo Antonio di Veglie. Il concorso si proponedi valorizzare i migliori oli extravergine di oliva provenienti da zonecon riconoscimento, nazionale e/o comunitario, a denominazione diorigine (DOP e IGP) per favorirne la conoscenza e rafforzarne lapresenza sui mercati interni ed esteri.

Finalmente il riscaldamento!E’ ritornato in funzione l’impianto di riscaldamento del Palazzetto

dello Sport di Veglie, per la gioia di tutti gli sportivi vegliesi e ospiti,che potranno, finalmente, tornare a fare la doccia sul posto.

Tappati i buchi delle strade vegliesiL’amministrazione comunale vegliese ha provveduto a chiudere le

buche presenti sull’asfalto delle strade vegliesi che attentavano allasalute degli autoveicoli. L’azione ha interessato più o meno tutto ilterritorio cittadino. Poche le buche rimaste senza “toppa”.

Dal mondoPiccoli miracoli tra le macerie del terremotoDopo le numerose notizie tragiche, giunte nelle nostre case tramite

i mass media, relative alle centinaia di persone trovate morte sotto lemacerie del terremoto in Abruzzo, ecco giungere l’annuncio di unpiccolo e straordinario miracolo. 5 degli 8 bambini ospiti dell’orfanotrofiodi San Gregorio sono stati estratti illesi dalle macerie, gli altri 3 eranoriusciti a scappare via prima del crollo dell’edificio. Oltre 60 le personeestratte vive, grazie all’impegno di tutte le forze di protezione civileintervenute.

Ritrovato il piccolo Michael CipollaSembrava l’ennesima scomparsa di un minore dall’epilogo tragico,

invece ecco giungere la buona notizia del ritrovamento del piccoloMichael, un bambino di 5 anni della provincia di Cosenza, che si eraallontanato dalla casa della nonna per cercare il padre, scomparendoper 24 lunghe e interminabili ore. Il bambino era caduto in un canale.Ora è di nuovo tra le braccia forti e rassicuranti dei suoi genitori, sanoe salvo, con lo sguardo spaventato e stanco, ma visibilmente commossoe felice. Una storia che si conclude finalmente bene. E in quella casasarà di nuovo Pasqua!

Sulla pista di Nardò battuti sette record del mondo in 24 oreSperimentato con successo, sulla pista di Nardò, un nuovo pneumatico

della Pirelli, che in 24 ore di corsa continua, su una moto SuzukiHayabusa, lungo tutto il circuito della pista ad una velocità di oltre 230km orari, ha permesso di battere ben sette record del mondo. Lopneumatico presenta l’immagine di un angelo che, dopo circa millechilometri di percorrenza, sparisce per lasciare il posto ad alcuni intagliche raffigurano la sagoma di un demone.

Sotto gli occhi di decine di piloti, giornalisti stranieri e dello stafftecnico del dipartimento di sperimentazione Pirelli, il pilota alla guidadella Suzuki, Diego Giugovaz, ha sfidato la fatica fisica e psicologica,il sonno e il freddo della notte, sfrecciando per 24 ore di fila sulla pistaneretina e aggiudicandosi così un posto nell’albo d’oro dei record.

In Puglia i primi distributori di idrogeno per autoLa Puglia è pronta per realizzare la prima rete in Italia di distributori

di idrogeno per veicoli, idrogeno derivante da energie rinnovabili enon da metano. La notizia è trapelata dalla presentazione di Energethica2009, il salone dell’energia rinnovabile e sostenibile in programma dal5 al 7 marzo alla Fiera di Genova.

Secondo il fisico Nicola Conenna, padre del progetto pugliese, nonchépresidente dell’Università dell’Idrogeno H2U, sarà l’energia radianteproveniente dal sole la fonte energetica alla quale si farà riferimento

per la produzione di idrogeno, perché non inquina ed è garantita per3-4 miliardi di anni’’.

L'Europarlamento ha deciso di togliere via dal mercato le lampadineclassiche

L'Europarlamento lo scorso 23 febbraio ha approvato un provvedi-mento che toglierà dal mercato la vecchia lampadina ad incandescenza,brevettata da Edison nel 1880. Al suo posto rimarranno le più modernelampade compatte fluorescenti e le alogene di nuova generazione. Ilprovvedimento ha lo scopo di fronteggiare l'emergenza energetica e ilsurriscaldamento globale. Sarà di circa 25 – 50 euro il risparmio annuoper famiglia, e si avranno circa 15 milioni di CO2 in meno. Già dasettembre 2009, i produttori non potranno più fornire ai punti venditale lampadine ad incandescenza da 100 Watt e quelle smerigliate diqualsiasi potenza. Nel 2010, sarà la volta delle lampade da 75W, seguitenel 2011 da quelle da 60W. Il 2012 segnerà il passo anche per quelleda 40, 25 e 15 Watt. Ad essere interessati dal provvedimento, sarannonon solo le abitazioni private, ma anche gli edifici pubblici, gli ufficie le strade.

Sono previste alcune eccezioni: rimarranno in uso, infatti, le lampadineda frigo, da freezer e da forno, quelle utilizzate in neonatologia e nelleincubatrici degli allevamenti.

Abolita la pena di morte nel New MexicoIl New Mexico è il quindicesimo stato americano ad aver abolito la

pena di morte. La legge, dopo l'approvazione di Camera e Senato, èstata firmata dal Governatore ed entrerà in vigore dal 1° luglio. IlGovernatore democratico Bill Richardson, in passato favorevole allapena capitale, in un comunicato riportato dalle agenzie stampa, haspiegato: "Firmare questa legge è stata la decisione più sofferta dellamia vita politica, ma ho dovuto prendere atto che la possibilità che uninnocente venga giustiziato esiste, e una cosa del genere è un anatemaper la nostra sensibilità di essere umani".

Negli USA, la pena di morte è attualmente prevista in 35 stati, nel2008 sono state eseguite 37 condanne, di cui 18 solo nello stato delTexas.

L'IVA si pagherà solo a fattura incassataE' finalmente stato approvato, dopo essere stato invocato a lungo e

da più parti, il provvedimento che consentirà di sanare quella che puòessere considerata una vera stortura nel sistema di riscossione dei tributi.Il decreto, dopo aver ricevuto il via libera di Bruxelles, è stato infattifirmato dal ministro Tremonti e, per la sua operatività, si attende solola pubblicazione nella "Gazzetta Ufficiale".

Finora il sistema prevedeva il versamento anticipato, e non a saldofattura, dell'IVA. Nel concreto tale prassi, che prevedeva anticipi ancheelevati, ha messo a lungo in difficoltà le tante piccole aziende di cuiè costellato il sistema produttivo italiano, portando talvolta le impresepiù esposte addirittura a ipotizzare la chiusura dell'attività.Beneficiari sono coloro che nel 2008 non hanno raggiunto i 200milaeuro di fatturato. Si ipotizza che, in tal modo, mediamente ogni impresainteressata potrà disporre di circa 10mila euro di liquidità aggiuntiva.

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Bimestrale di attualità, cultura,politica, ambiente, religione, sport

Anno XII N° 2 - aprile 2009

Via Dante, 1 - 73010 Veglie (Le)Registrazione Tribunale: iscritto aln. 677 del registro della stampa deltribunale di Lecce il 19 marzo 1998

Editore:Fernando Paladini

Grafica& Impaginazione:

Mauro MeaGian Piero Leo

La collaborazione allarealizzazione di Contro-Voci è gratuita, volon-taria e aperta a tutti.La redazione non ri-sponde delle opinioniespresse nei singoli ar-ticoli ma si riserva discartare gli scritti noninerenti allo spirito eagli obiettivi del giorna-le.

Redazione: don Cosimo Rolli

Sabrina LezziMauro Mea

Gian Piero LeoAndrea CoppolaFlavio Vetrano

Valentina Tondo

Comitato Direttivo:Fernando Paladini

Daniela Della BonaStefania Casaluce

Collaboratori:Pina Lanza

Alessia MeaElisabetta Mea

Gabriele Bergamo

Stampato presso:Cartoleria G.Conte - Veglie

Direttore:Ilio Palmariggi

a cura di Daniela Della Bona

Parrocchia SS. Rosario, via Dante - FarmaciaSan Giovanni, via 4 novembre - TabacchinoRicevitoria di Lezzi Neviana, piazza XXIVMaggio - L'Angolo della Focaccia, via Bosco- Biblioteca Comunale, via D.Chiesa -

Questo numero di Controvocisarà distribuito su Veglie presso:

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