corrispondenze art and design - città dei … and design from sicily corrispondenze facolta'...

83

Upload: vunhan

Post on 16-Feb-2019

216 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

art and design �from Sicily

CORRISPONDENZE

FACOLTA' DI ARCHITETTURA DI PALERMO �ISTITUTO DI DISEGNO INDUSTRIALE

REGIONE SICILIANA�ASSESSORATO COOPERAZIONE, COMMERCIO�ARTIGIANATO E PESCA FONDAZIONE ORESTIADI GIBELLINA

luglio 2002�AMMAN_City Hall

A cura della Fondazione Orestiadi

I DESIGNER�Michele Argentino�Enzo Castellana�Giuseppe Di Nicola�Paolo Di Vita�Marinella Ferrara�Enzo Fiammetta�Sandro Giacomarra �Mariella La Guidara�Ugo La Pietra�H. H. Lim�Oreste Marrone�Rosanna Nauta�Angelo Pantina�Walter Parlato�Enzo Rullo�Alex Titone�Viviana Trapani��

LE AZIENDE�ALESSI CERAMICHE_Caltagirone�AMATO ANTONINO_Palermo�ARTE DEL RICAMO_Castellammare�BARONI_Mazara del Vallo�CALECA ITALIA_Patti�CENTRO DEL PAPIRO_Siracusa�DI TERRA E DI FUOCO_Palermo�FRANZONE_Gela�GIANO_Catania�LE CANDELE DI AMRITA_Catania�MAESTRI EVOLA_Alcamo�WOODESIGN_Palermo

GLI ARTISTI�Carla Accardi�Emilio Angelini�Alighiero Boetti�Michele Canzoneri�Antonio Corpora�Pietro Consagra�Toti Garraffa�Emilio Isgrò�Alfonso Leto�Ute Pika e Umberto Leone�Mario Schifano�Giusto Sucato�Giulio Turcato�Ahmed Fouad Selim�Ahmed Refaat�Ayman El Semary�Sahar El Amir

Grafica: Francesco Monterosso

Fondazione Orestiadi �

Istituto di Alta Cultura ONLUS�

Baglio di Stefano 91024 Gibellina (TP) - Italy�

Tel. 0924 67844 - fax 0924 67855 �

www.fondazione.orestiadi.it

dicembre 2002 - gennaio 2003�DAMASCO_Caravanserraglio

Compilare la cedola e spedire a/Please fill in the coupon and send to: EDIZIONI IMAGO INTERNATIONAL S.r.l.Corso Indipendenza, 6 - 20129 Milano - tel. 02.70009474 fax 02.71092112 [email protected] www.imagoshopandfair.it

DESIDERO AbbONARMI ALLA RIvISTA TRIMESTRALE IMAGO ShOp&FAIR – I would lIke to subscrIbe to the three-monthly magazIne IMAGO ShOp&FAIR

■ ANNUALE (4 numeri) e 18 ■ bIENNALE (8 numeri) e 36 For one year (4 issues) e 31 For two years (8 issues) e 62

■ Dettagliante ■ produttore ■ progettista ■ Altro

pAGAMENTO / Payment ■ assegno allegato intestato a EDIZIONI IMAGO INTERNATIONAL S.r.l. enclosed cheque made out to edIzIonI Imago InternatIonal s.r.l.

■ c/c postale n. 18160242 intestato a EDIZIONI IMAGO INTERNATIONAL S.r.l.

■CARTA DI CREDITO / credIt card (Carta Sì - visa - Eurocard - Mastercard)

N. Scadenza/expiry date

Nome/name via/address

Cap/Postcode Città/town country

Telefono/Phone Fax e-mail

Data/date Firma/signature

47

N.B.

Si

pre

ga d

i scr

iver

e in

sta

mpa

tello

• P

leas

e w

rite

in b

lock

cap

itals

4

la prima rivista internazionale dedicata all’arredo dello spazio espositivo, inteso sia

come spazio commerciale che come

spazio culturale

4 numeri all’anno

rivolti ai punti vendita e agli esercizi commerciali

di ogni settore merceologico, agli espositori ed agli

allestitori di stand, ai progettisti ed ai visual

merchandisers

abbonarsi è…informarsi…conoscere…scegliere

4

the first international magazine devoted to the

furnishing of the exhibition space,

understood as both a commercial space and a cultural space

4 issues a year

directed at the sales outlets and shops of

every market sector, at exhibitors

and stand furnishers, at designers and visual

merchandisers

to subscribe means…to get informed …to find out…to choose

10

COMITATO PROMOTORE

Luigi Badiali(Presidente BIC Toscana) Giacomo Basso(Segretario Generale C.A.S.A.) Camilla Michelotti(L’Arte del Quotidiano) Giorgio Pozzi(Assessore all’Artigianato Reg. Lombardia)Bruno GamboneFrancesco Giacomin(Segretario Generale Confartigianato) Demetrio Mafrica

Giancarlo Sangalli(Segretario Generale C.N.A.)

“Sinfonia spaziale”, tempera su carta realizzatada Antonio Ascari (1921) per la manifattura JSA di Busto Arsizio, 1957, cm. 60x63 (Foto Lomazzi).

Alabastro di Volterra Sergio Occhipinti (Presidente Euralabastri) Irene TaddeiBronzo del veronese Gian Maria CologneseCeramica campana Eduardo AlamaroCeramica di Caltagirone Francesco JudicaCeramica di Castelli Vincenzo Di GiosaffatteCeramica di Albisola Massimo TroguCeramica di Deruta Nello Zenoni (Resp. Artig. Regione Umbria) Nello TeodoriCeramica di Grottaglie Giuseppe Vinci (Sindaco Grottaglie) Ciro MasellaCeramica di PalermoRosario RotondoCeramica umbra Nello TeodoriCeramica di Vietri sul Mare Massimo Bignardi

Ceramica faentina Maria Concetta Cossa (Pres. Ente Ceramica Faenza) Tiziano DalpozzoCeramica piemontese Luisa PerloCeramica sestese Stefano FollesaCeramica di Nove Katia Brugnolo (Dir. Museo delle Ceramiche di Nove)Ceramica di Laveno Marcello MorandiniCotto di Impruneta Stefano FollesaCristallo di Colle Val d’Elsa Giampiero Brogi (Pres. Consorzio Crist. Colle Val d’Elsa)Ferro della Basilicata Valerio GiambersioFerro di Asolo Stefano BordignonGioiello di Vicenza Maria Rosaria PalmaIntarsio di Sorrento Alessandro Fiorentino

Legno di Cantù Aurelio PorroLegno di Saluzzo Elena Arrò CerianiLegno della Val d’Aosta Franco BalanMarmo di Carrara Antonello PellicciaMarmi e pietre del trapanese Enzo FiammettaMarmo veronese Vincenzo PavanMosaico di Monreale Anna CapraMosaico di Ravenna Gianni Morelli Elisabetta Gonzo Alessandro VicariMosaico di Spilimbergo Piergiorgio Masotti (E.S.A. Friuli Venezia Giulia) Paolo CorettiOro di Valenza Lia LentiPietra di Apricena Domenico Potenza

Pietra di Fontanarosa Mario PagliaroPietra di Lavagna Alfredo Gioventù Marisa Bacigalupo Pietra lavica Vincenzo FiammettaPietra leccese Luigi De Luca Davide MancinaPietra piperina Giorgio BlancoPietra Serena Gilberto CorrettiPietra Vicentina Maria Rosaria PalmaPizzo di Cantù Aurelio PorroTessuto di Como Roberto De PaolisTravertino romano Claudio GiudiciVetro di Altare Mariateresa ChiricoVetro di Empoli Stefania VitiVetro di Murano Federica Marangoni

COMITATO TECNICO E CORRISPONDENTI PER LE AREE ARTIGIANE

AAlik Cavaliere, “Duello tra Ruggero e Rodomonte” 1994, ottone e rame, cm. 260x135x100,(foto Walter Mirolo).

7

S O M M A R I O

ARTIGIANATOTRA ARTE E DESIGNAnno XII, Numero 47 ottobre/dicembre 2002Registrazione al Tribunale di Milanon. 45 del 30.1.1991

Con il patrocinio del Ministero Industria Commercio e Artigianato

Segreteria generale,amminiStrazione e abbonamentiEdizioni imago intErnational S.r.l.Corso indipendenza, 6 - 20129 milanotel. 02.70009474 - 02.70009480 Fax 02.71092112e-mail: [email protected]

Segreteria di redazioneVia guercino, 7 - 20154 milanotel. 02.33608400 - Fax 02.33608389

direttore reSponSabileUgo la Pietra

direttore editorialeadriano gatti

Comitato SCientifiCoEnzo Biffi gentili, gillo dorfles, Vittorio Fagone, anty Pansera

Hanno Collaborato a queSto numeroPer i testi: Eduardo alamaro, Enzo Biffi gentili, Felice Bonalumi, tina Brescia, angelo Caruso, Simona Cesana, Paolo Coretti, Federica Franceschini, Federico gatti, Florinda gaudio, Flaminio gualdoni, Ugo la Pietra, Pasquale mancini, murilo Fernando moro, aurelio Porro, isabella taddeo, angela Vettese, davide Viganò. Per le fotografie: Elio Ciol, giovanna dal magro, Eurofotocine, Foto lomazzi,Walter mirolo, Walter moesch, maria mulas, Pietro nicosia, giovanni ricci, raymond Sauvaire, Van Sloen & raemakers.

inSerzioni pubbliCitarieCreation Vetrina ii cop.; artigiano metropolitano pag.1; C’è Usato & Usato pag.2; Corrispondenze Mediterranee pag.3; Koinè pag.4; i.S.o.l.a. pag.5; Nolostand pag.6; AF-L’Artigiano in Fiera pag.7; nozone pagg.8; Fiera di Barcellona pag.9; artigianato artistico religioso pag.63; taormina gift Fair pag.80; imago Shop & Fair pag.81; architettura minimalista iii cop.; morelato iV cop.

traduzione teSti in ingleSeSpaziolingue s.r.l., milano

realizzazione e StampaSatE s.r.l. zingonia - Verdellino (Bg)Stampa su patinata opaca senza legno

pubbliCitÀ e ComuniCazioneCorso indipendenza, 6 - 20129 milanotel. 02.70009474 - 02.70009480 Fax 02.71092112

diStribuzione italia - ediColaintEr orBiS S.p.a. Via Benedetto Croce, 4 - 20094 Corsico (mi) tel. 02.48693228 - Fax 02.48693213

diStribuzione italia - libreriaJoo distribuzione - Via F. argelati, 3520143 milano - tel. 02.8375671- Fax 02.58112324

diStribuzione eSteroa.i.E. agenzia italiana di Esportazione S.p.a.Via manzoni, 12 - 20089 rozzano (mi)tel. 02.5753911 - Fax 02.57512606

abbonamentiitalia: € 20,70 all’anno. Numeri arretrati € 7,70Estero: € 33,60 all’anno. Numeri arretrati € 10,30

© 2002 Edizioni imago intErnational S.r.l. tutti i diritti riservati. riproduzione dei testi e delle fotosolo previo consenso scritto dell’Editore.

EditorialeRITORNO ALLA NATURA di Ugo La Pietra 12

StoriaJSA E GLI ANNI CINQUANTA di Flaminio Gualdoni 14

DesignMASAYO AVE di Isabella Taddeo 20

MostreIMPARA L’ARTE E METTILA DA PARTE di Enzo Biffi Gentili 24

ALIK CAVALIERE E L’ORLANDO FURIOSO di Angela Vettese 30

IniziativeWWW.ARTISANEXPO.IT di Davide Viganò 34

ProgettiC’È USATO & USATO di Angelo Caruso 36

LaboratoriATELIER FUORICLASSE di Isabella Taddeo 40

TERRAMIA di Pasquale Mancini 44

AutoriPASSI D’AUTORE di Federica Franceschini 48

AziendePROGETTI E PROPOSTE MORELATO di Ugo La Pietra 52

Fiere e SaloniMARTA Va EDIZIONE di Fernando Murilo Moro 56

TENDENCE 2002 di Florinda Gaudio 57

L’I.S.O.L.A. AL MACEF di Tina Brescia 60

48° FLORENCE GIFT MART di Federico Gatti  61

57° M.I.A. di Felice Bonalumi  62

RubricheMATERIALI E TECNICHE - LA PIETRA PIASENTINA di Paolo Coretti 64

AREE REGIONALI OMOGENEE 70

SEGNALAZIONI 72

CALENDARIO DELLE MOSTRE 82

English text 85

Indirizzi 88

www.ArtigianArteDesign.it

12

Ritorno alla natura

È ormai noto a tutti che la nostra società si muove sempre più all’interno di due tendenze distinte ed opposte. Infatti, se da una parte assistiamo all’organizzazione di catene di mass media continentali, nello stesso tempo, dall’altra constatiamo l’insorgere del bisogno di piccola imprenditoria, di forte amore di cose di paese, di dialetti, di comportamenti “di gruppo”, di oggetti “fatti ad arte”.È sicuramente un effetto dovuto anche all’incombente possibile “disastro ecologico”, che spinge molte persone a guardare con attenzione e affetto la natura. Se da una parte si legge la crescita di una società incapace di comunicare con l’ambiente, dall’altra troviamo tracce vistose di gruppi sociali in cerca di rapporti diretti con il mondo reale e con la natura che ci circonda. Tutto ciò lo possiamo leggere attraverso la crescita di un sempre più elevato bisogno di oggetti in grado di “comunicare”; capacità di comunicazione che viene recuperata anche dalla materialità dell’oggetto; oggetti in cui la materialità è esaltata dall’uso di materiali naturali, di tecniche tradizionali e spesso da una sempre più ampia e diffusa iconografia figurativa (che allude quindi, in modo più o meno esplicito, alla natura che ci circonda). Oggetti e materiali che ci ricordano che la nostra realtà è fatta di territori a cui corrispondono culture e tradizioni differenziate ancora ben radicate.

equilibrio con il mondo e lo fa rivolgendo la propria attenzione verso ciò che può toccare con mano, nella speranza che questa pratica diretta possa ridare all’individuo quella sensibilità che culture passate avevano nei confronti dell’ambiente.

Culture e tradizioni che si sono evolute in un processo di forte relazione con i materiali, i cibi, la lingua, i comportamenti, l’architettura, creando l’identità e la cultura di un luogo. Sono questi i segni di una società che cerca di ritrovare il “giusto”

“Souvenir di Vietri sul Mare” di Ugo La Pietra, realizzazione Francesco Raimondi.

EDITORIALE

di Ugo La Pietra

13

JSA e gli anni CinquantaNata in una zona all’avanguardia del settore tessile la Manifattura JSA coniuga da subito la vocazione della ricerca artistica nella produzione in un continuo e serrato confronto con le grandi correnti internazionali del design

storiadi Flaminio Gualdoni(Foto Lomazzi)

14

La formidabile testimonianza della mostra “La manifattura JSA e gli anni Cinquanta” promossa dall’assessorato alle Relazioni e Giovani dalla città di Busto Arsizio, presso il Museo Tessile e della Tradizione Industriale, dal 13 aprile al 19 maggio, ripropone l’attività di una azienda illuminata ma anche tutto il fervore culturale che negli anni Cinquanta coinvolse ancora una volta (forse l’ultima) l’arte in rapporto alle arti applicate. É la IX Triennale di Milano, 1951, a rilanciare in Italia il tema dell’ “unità delle arti”, declinazione nostrana di quella “sintesi delle arti” che, sulla scorta dell’indicazione di Le Corbusier, è argomento-chiave del congresso bergamasco del CIAM, 1949. Portare “gli artisti alla prova di problemi concreti, promuovendo nuovi rapporti di collaborazione fra le varie arti: architettura, pittura e scultura, per l’elevazione di un livello di vita tanto spirituale che pratico”: questo il programma della manifestazione, la quale mira a riprendere in modo concettualmente energico il filo conduttore delle Triennali d’anteguerra, affondando parimenti il proprio scandaglio riflessivo sul trapasso tra Ottocento e modernità: in una parola, sul milieu dei Boito, dei Pogliaghi, dei Ricci, dello “scegliere e ricomporre”, del liberty all’Esposizione milanese del 1906, e poi della “ricostruzione futurista

dell’universo”… La manifestazione innesca un dibattito vivissimo, coinvolgente soprattutto –ma non solamente– gli artisti che fanno riferimento all’esperienza del Movimento

Arte Concreta, un dibattito, beninteso, primariamente alimentato e continuamente rilanciato, con sovrano spirito di curiosità intellettuale, da Gio Ponti e dalla sua “Domus”.

Nella pagina a fronte: Max Huber (1919) “Contrasti”pastello su carta, 1956, cm.47x34.

In questa pagina, dall’alto: Enrico Baj (1924) “I pupazzi di Baj” collage, 1956, cm. 68x187;Piero Dorazio “Roma notturna” tempera su carta, 1957, cm 64x60.

15

Dall’alto: Emanuele Luzzati “Il carro dei comici” pannello stampato, 1957, cm. 150x240;Gio Ponti (1891-1979) “Estate” raso stampato, 1956;Gianni Dova (1925-1991) “Senza titolo” tempera su carta, 1954, cm.87x125.

16

“Io credo profondamente negli artisti d’oggi, nei miei fratelli artisti d’oggi” (scrive lo stesso Gio Ponti nel 1952), i quali dovranno contribuire a una “architettura civilissima, bella, serena, luminosa, sonante, chiara, colorata e pura”. Nel dibattito, vivissimo, intersecato strettamente e come congenito al nascere del design moderno, si moltiplicano le voci. “Sono convinto che si formeranno delle unità creative, in cui architetto, pittore e scultore, alla maniera dei Maestri Comacini, daranno un nuovo volto all’architettura moderna. (…) La sintesi dell’architettura con le altre arti si può concepire soltanto nel convivere degli architetti con i pittori e gli scultori alla maniera dei Maestri Comacini”, scrive Ico Parisi nel 1953, in seno a un’inchiesta della rivista “Numero” sulla nuova architettura che raccoglie gli interventi di Sartoris, Michelucci, Quaroni, Albini, Figini e Pollini, Sive, Wogensky Parent, Schein, Emery, Miquel. Non sono che esempi, tra i molti, d’un clima che determina di sé tutto il decennio, e che trova svolgimento perfetto nelle due successive edizioni della Triennale, 1954 e 1957.In seno a questo clima altri filoni di interesse si agitano e maturano. Il tentativo di recuperare, dopo mal declinati crocianesimi, il patrimonio turgido e alto d’esperienza che le pratiche

17

altoartigianali hanno conferito alla ricerca artistica; il valore della piccola serie nel modello della nascente impresa italiana, quasi una contaminazione tra atelier di pensiero e struttura produttiva; il fondamento dell’inventare come lievito del progettare, in una sorta di continua fagocitazione di stimoli che il dettato duro delle discipline vorrebbe eteronomi.Per ragione storica, le pratiche guida di quel formidabile decennio di integrazioni sono la pittura, forte di una identità storica “alta” che il muralismo del Novecento ha rilucidato, con il corollario del mosaico e dell’arazzo; e la ceramica, crocevia per eccellenza sia per la qualità dei suoi interpreti, Fontana e Fausto Melotti in testa (non a caso tra i premiati maggiori alla IX Triennale), sia per la flessibilità illimitata d’una tecnica pur così storicamente radicata. Non meno intenso, ad uno sguardo appena men che superficiale, e anzi fatto forte dal coincidere con il riformarsi di distretti e modelli produttivi autorevoli, è tuttavia il lavoro concettuale e sperimentale sulla tessitura, sulla stoffa.Assai indicative, in quella IX Triennale, sono non solo la Mostra Internazionale di oggetti d’arte applicata eseguiti da pittori e scultori, ma anche quella delle Stoffe d’arte italiane, la quale persegue, perfetta interpretazione del progetto grande di Ponti e compagni, l’integrazione ulteriore

Dall’alto:Ettore Sottsass Jr. (1917) “Miraggio” tempera su carta, 1956, cm.48x67;Lucio Fontana (1899-1968) “Concetto spaziale” china nera, gialla e verde, buchi su carta assorbente, 1953, cm.51x40.

18

Dall’alto: Bruno Munari (1907-1998) “Grafie” collage, 1955, cm. 46x49;Giò Pomodoro (1930) “Labirinto” tempera su carta, 1956, cm.110x110.

tra cultura decorativa nordica e tradizione nostrana, ovvero un “essere italianissimi e modernissimi” di chiave cosmopolita, anziché autarchica. Divengono leggendarie, in quel contesto, non solo le figure massime della tessitura di matrice artigianale, come Gegia Bronzini e Renata Bonfanti, ma anche le esperienze più esplicitamente volte al produrre, delle quali Fede Cheti è, da subito, interprete maggiore. È proprio Fede Cheti, dalla tolda dello storico negozio milanese di via Manzoni 23, a lanciare per la X Triennale, 1954, un concorso per “tessuti stampati per mobili imbottiti”, ricco di un primo premio di 400.000 lire, nella cui giuria figurano Fontana e Marco Zanuso. Quasi contemporaneamente, a dire del propagarsi dell’attenzione e dell’entusiasmo produttivo, il Centro Internazionale delle Arti e del Costume di Venezia di Paolo Marinotti lancia un parallelo concorso per “tessuti stampati per abbigliamento femminile” con un primo premio di 500.000 lire, al quale un altro seguirà di lì a due anni. Fatto notevole, il bando chiede idee, idee innovative, anche ove prescindano dai requisiti tecnici dell’attuabilità. Non basta: ecco la “X Triennale Socota per disegni di stoffe di arredamento”, che vanta 3000 concorrenti e assegna, informano i documenti ufficiali

19

della X Triennale milanese, un primo premio di 500.000 lire a Enrico Prampolini, un secondo premio alla parigina Helène Cristofanetti, e un terzo premio al giovane Gianni Dova. Le tre realizzazioni, poste in produzione da Socota (Como), ottengono diplomi d’onore alla Triennale. Al loro fianco, tra gli altri, si legge di un diploma a Gegia Bronzini, di uno a un tessuto di Lucio Fontana per JSA, e di una medaglia d’argento a Roberto Crippa per un altro tessuto JSA. È in questo momento, dunque, che si assiste alla vera e propria impennata di un’attenzione produttiva che transita dal tessuto d’arte al tessuto d’artista. Di questo panorama intrecciato e animatissimo la JSA di Luigi Grampa è, si può ben notare, cuore ed epicentro. Nata nel 1949 in una Busto Arsizio che si pone all’avanguardia del progresso tecnologico e produttivo in questo settore, come ben testimoniano le Mostre del Tessile (le quali culmineranno con la Ninth International Textile Exhibition, 1958), JSA è l’azienda che da subito coniuga vocazione all’integrazione della ricerca artistica nella produzione con un confronto serrato, continuo, con le grandi correnti internazionali del design tessile, dai modelli nordici dell’Artek di Alvar Aalto e della Grantex di Arne Jacobsen agli esempi statunintensi di Charles e Ray Eames.

Dall’alto:Ruth Christensen “Gioco di triangoli” tempera su carta, 1957, cm. 70x123;Roberto Crippa (1924-1972) “Fuochi d’artificio” olio su cartone, 1955, cm.38x58;Sergio Tofano “La sagra dei miliardi” tempera su cartoncino, 1953, cm.40x42.

20

Designdi Isabella Taddeo Masayo Ave

Il design che cerca una riconciliazionetra qualità emozionali e ragioni industrialiche approfondisce lo studio dei vari materiali che ne svela le potenzialità nascoste e la vera bellezza

Giovane e originale figura di designer nel panorama internazionale, definisce il suo lavoro “un design per il tatto e la sensazione”, conferendo alla percezione tattile una grande importanza, un canale privilegiato per entrare in contatto con l’uomo, le sue abitudini, le sue esigenze e le sue sensazioni.Il piacere di toccare/essere toccato, oppure no, è un punto essenziale nel design anche se non viene sempre valutato al pari di funzionalità e stile. Toccare implica l’avvicinamento, la scoperta e poi l’accettazione o meno di un oggetto decidendo di introdurlo nella propria vita. Innescare questo meccanismo di avvicinamento è un’operazione complessa e se osserviamo le centinaia di oggetti che popolano le nostre case, spesso sterili prodotti di un design di massa, verso pochi di essi proviamo questa attrazione. Desiderio che invece emerge quasi istintivo ed immediato davanti alle creazioni di Masayo Ave. Attraverso l’attenzione, l’osservazione e manipolazione artistica, Masayo Ave svela le qualità nascoste nei materiali industriali, usati spesso solo per le loro qualità utilitaristiche, che ritrovano una loro dignità e forza espressiva ma soprattutto un dialogo con l’uomo assolutamente inedito.Masayo non prova mai a

“costringere” il materiale verso una forma prestabilita, ma tenta di ascoltare la sua “voce interiore”, voce che, secondo lei, ogni materiale possiede e che deve guidarla a scoprirne la forma più congeniale: nascono così oggetti sorprendentemente inediti, che si inseriscono nell’ambiente e nella vita di ogni giorno, con straordinaria delicatezza e raffinatezza.Anche utilizzando materiali naturali per Masayo la filosofia è la stessa. Le ultime creazioni “Back to nature”, portavasi in legno dalle forme pulite, geometriche, rigorose, frutto dell’intervento dell’uomo che tenta di “addomesticare la natura”, sono caratterizzate da spaccature, cioè normali processi

naturali del materiale.Questo perchè, persino tagliandolo o curvandolo, il legno è vivo, si muove, respira e, attraverso queste spaccature, manifesta la forza della natura: caratteristiche che, se all’interno della produzione di massa vengono considerate difetti, diventano qui elementi distintivi di grande forza espressiva.“Il nostro modo di vivere sta cambiando rapidamente -afferma Masayo- perciò occorre guardare con attenzione la realtà. Con l’avvento dell’industrializzazione migliaia di oggetti hanno invaso le nostre case ma ciò non ha portato una vera felicità. Il valore di un oggetto è stato troppo spesso considerato in base a quanto questo oggetto veniva

21

Nella pagina a fronte: Masayo Ave e i suoi “Block01”.

In questa pagina, dall’alto: lampada “Ninni”, 1996, realizzata con tecnica shibori giapponese; lampada “Genesi”, 1998, con diffusore in lastra ondulata di schiuma reticol di PUR lavabile.

22

richiesto sul mercato, quanti pezzi venivano venduti, anche se poi nel giro di poco tempo scompariva e non ne rimaneva nessun ricordo.Io ricerco un design che abbia valore in futuro, non mi interessa produrre centinaia di pezzi, ma se riesco a farne solo uno davvero bene e coerentemente con il mio modo di pensare, allora sono contenta.”Cosa caratterizza secondo te il “buon design”?“Ciò che viene messo in relazione con l’uomo non deve produrre stress ma creare serenità e contribuire alla felicità della persona.Chiunque percepisce la realtà attraverso ciò che vede e tocca e se ciò che vede e tocca sono oggetti “fatti ad arte”, forse questi possono aiutarlo a vivere meglio.Allora mi dico che in questo campo io posso essere utile.”Come vedi il rapporto industria-artigianato?“Purtroppo l’artigianato non vive in una situazione privilegiata e spesso sopravvive solo grazie al souvenir per turisti, con risultati di basso livello perchè si tratta di riproposizione di forme e decori della tradizione ripetuti infinite volte. Un meccanismo vicino alla serialità della logica industriale, con la quale non può reggere il confronto, che non fa bene all’artigianato e che, anzi, lo impoverisce. Il contatto diretto con la materia dovrebbe invece essere un momento privilegiato

finalizzato soprattutto alla ricerca e alla sperimentazione.Oggi c’è una grande richiesta di prodotti fatti a mano, oggetti carichi di valore, ma so anche che se mi spingo troppo in quella direzione e mi concentro su un unico oggetto, arrivo al pezzo unico e sconfino nel campo dell’arte, e questo può esser utile, solo a poche persone.Occorre trovare un giusto equilibrio tra qualità emozionali e ragioni industriali.”Come nascono i tuoi oggetti?“Io non comincio mai da un disegno ma agisco direttamente nella materia: in questo modo la mia mente e le mie mani lavorano

in sintonia, per portare la materia a parlare da sé e ad esprimersi senza alcuna costrizione formale, che potrebbe derivare dal puro ragionamento.Quando arrivo ad un risultato, valuto se ciò che è uscito dalle mie mani può essere proposto e sviluppato anche per una produzione di serie, oppure se è importante proteggerlo e conservarlo nella sfera del “tutto fatto a mano”. Per esempio, utilizzando la tecnica giapponese shibori, una tecnica complessa di modellazione del tessuto, ho realizzato delle lampade molto interessanti ma assolutamente improponibili sul mercato

Dall’alto: dettaglio e pannello in feltro con bacchette in corian.

23

per una produzione più vasta, data la complessità e i lunghi tempi di lavorazione.Volevo però avere, da una lampada, quel particolare effetto, quella trasparenza, quel calore, utilizzando un materiale che potesse essere adottato anche dall’industria e quindi sviluppato per una produzione più ampia.Dalla mia ricerca è nata “Genesi”, lampada con diffusore in lastra ondulata di schiuma reticol di PUR lavabile che, montata direttamente al corpo del propilene con sei bottoni automatici a pressione, fornisce da sé la sua rotondità.La struttura della cellula aperta del diffusore ammorbidisce la forte freddezza, tipica caratteristica della luce fluorescente, creando un’incandescenza misteriosa e piacevole come una palla di schiuma luminosa. Ho ritrovato così la poesia della lampada con tecnica shibori in un materiale adatto ad una produzione più ampia.” Cosa auguri al design del futuro?“Credo che il designer sia investito da una grande responsabilità nel disegnare l’aspetto del futuro.Ciò che manca di più al design commerciale oggi, sovraffollato da milioni di prodotto inutili, è una sincera visione per il futuro. Mi auguro quindi che ritrovi una visione sincera e gioiosa della vita.”

Dall’alto: “Filly”, 1992;

lampade “LittleMy”, 1996; “Tofts”, 1995.

24

MOSTREdi Enzo Biffi Gentili Impara l’arte e mettila da parte

Una grande manifestazione a Torino per il centenario dell’Esposizione del 1902 sull’arte decorativa con l’ambizioso progetto di rifondare lo “Stato dell’Arte Applicata Contemporanea”

“Cosa si intende oggi per arti applicate?”. È la prima domanda che mi fu posta, quattro anni fa, in un’intervista alla vigilia del mio primo tentativo di descrivere attraverso una serie di mostre e convegni lo “Stato dell’Arte”, applicata naturalmente, a livello europeo (L. Perlo, Entrare in Materia, in Mater Materia, primo quaderno della Biennale Internazionale di Arti Applicate di Matera, settembre 1999).

Allora risposi: “Non lo so con precisione”, per la verità poi procedendo a una “campionatura” di artefatti che a mio avviso potevano essere considerati esemplificativi di una teoria e di una pratica che non osa, o non può, dire il suo nome. Adesso, alla vigilia delle Celebrazioni del Centenario dell’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902 che, recidivo, dirigo, mi viene riproposta, frequentemente, la questione.

Vorrei questa volta rispondere, con alcuni amici promotori dell’evento come Rolando Picchioni, anch’egli letterato di formazione: “codesto solo oggi possiamo dirti,/ ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”. È un passo avanti. Abbandoniamo i toni impostati della voce e le referenze a poeti comunque laureati. Non so con precisione cosa è l’arte l’applicata, confermo, ma so cosa non deve essere e cosa non voglio che sia:

25

una certa arte contemporanea “pura”, o “concettuale” ma con pretese di nouveau engagement che ci affligge in troppe manifestazioni. Mi sorregge al proposito proprio la citazione di uno statement di cent’anni fa, quando i sostenitori dell’arte decorativa non mostravano i complessi che paralizzano molti nostri attuali talenti: “L’arte applicata fa senza l’arte pura; e se essa trionfasse così, quadri e statue non sarebber più buoni che per i musei, i cimiteri…” (D. Mantovani, L’Esposizione di Torino, che si chiude martedì, in “L’Illustrazione Italiana”, n. 45, 9 novembre 1902). Intendiamoci, è assolutamente reciproca, tornando all’oggi, questa esigenza di distinzione, di presa di distanze: penso a Michelangelo Pistoletto, commissario di TOO BIG, la Biennale dell’Arte Giovane che si è svolta a Torino quest’anno e che aveva come tema The Big Social Game. Ebbene, nonostante l’aspetto “impegnato” dell’evento, Pistoletto ha tenuto pubblicamente a precisare che non si trattava di arte “applicata”, ma di arte “implicata” (sottovalutando, a mio parere, l’accezione anche negativa, un po’ criminale, del termine). Ma c’è chi è andato subito a “vedere” questo gioco sociale. Da un lato Pablo Echaurren, che ne ha denunciato il “trasando manierato”, il “concettualismo spuntato” e “l’imitazione della contestazione”

Nella pagina a fronte: di Leonardo Bistolfi, affiche della “Prima Esposizione Internazionale delle Arti Decorative Moderne” tenutasi a Torino dall’aprile al novembre 1902.

In questa pagina, dall’alto: il logo della manifestazione”Artigiano Metropolitano”, che si terrà a Torino dal dicembre 2002 al gennaio 2003;di David Huycke “Pearlinder”, 2000, argento martellinato.

26

commemorativo. Da una parte, dovremo attualizzare l’obiettivo di “riavvicinare la vita all’arte”, dando visibilità a quanti oggi non sono riconosciuti, e non si riconoscono, nel sistema delle arti (sono anche le argomentazioni di Echaurren: “ci sono giovani che si dislocano altrove, giovani che stanno nelle piazze, giovani incazzati e per questo ignorati…”). Vorrei passare dalla predica alla pratica, e finalmente dare opportunità di emersione alla nuova figura dell’ artigiano metropolitano, di chi si guadagna la vita, per scelta o per obbligo,

Inquesta pagina:immagini di alcuni palazzi che ospiteranno

gli eventi.

Nella pagina a fronte, dall’alto:di Bernard François “Rose rosse”,

2001, pendente;“La Slovacchia a tavola”,

1996, autori vari.

(P. Echaurren, La Biennale dell’arte giovane invecchiata, in “Carta. Cantieri Sociali” n.13, 19 giugno 2002); dall’altro Luca Beatrice, che sin dal titolo di un suo articolo, adottando il linguaggio del poker, ha partecipato a questo gioco duro (The Big Social Bluff, in “Flash Art”, n. 234 giugno-luglio 2002). Ho citato due fonti insospettabili di connivenze con il “passatismo”: figure diversissime, Echaurren e Beatrice sono notoriamente l’uno cultore delle avanguardie storiche e “di massa” e l’altro cool hunter di tendenze, ma entrambi colgono il logorio di quel tipo d’arte moderna (TOO BIG a Torino non è che un episodio tra tanti), soprattutto quando pretende di intervenire nel conflitto, e nello sviluppo, sociale. Torniamo ai nostri avi subalpini dell’Esposizione del 1902, perché proprio nel patrimonio genetico dell’arte decorativa o applicata sta, a differenza di quella pura, iscritta profondamente l’esigenza di un nuovo rapporto con la vita reale. Si legga, nel primo numero de

“L’Arte Decorativa Moderna”, la rivista nata nello stesso anno dell’Esposizione e dedicata alla decorazione “della casa e della via”, in un testo intitolato “Lo scopo”, vero e proprio manifesto dei promotori: “Bisogna riavvicinare la vita all’arte se si vuole che l’arte ritorni alla vita” (si badi: la vita all’arte, prima che l’arte alla vita, che è posizione diversa da teorie come quelle su Leben und Kunst del peraltro ottimo Udo Kultermann a cavallo degli anni ’60 e ’70, “formidabili” anche per Pistoletto, ma soprattutto dagli attuali cascami e saldi di quelle ideologie…). Il manifesto del 1902 era sottoscritto dai seguenti nomi, con l’indicazione delle relative qualifiche: Leonardo Bistolfi, Scultore; Davide Calandra, Scultore; Giorgio Ceragioli, Decoratore; G.A. Reycend, Architetto; Enrico Thovez, Critico d’arte. Ecco dichiarato il primo exemplum per il Centenario che dobbiamo celebrare in modo “attivo” e non semplicemente

27

con un nuovo lavoro “autonomo” (autoprogettato, autocostruito, autocommercializzato) e non mi interessa più che tanto, in una prima fase, eccepire su insufficienze o eccessi espressivi, e men che meno sull’adozione di materiali o tecniche “bassi” (riconoscerò pari dignità in questa prospettiva al tatuatore e al ceramografo). Dall’altra, dovremo proseguire su un cammino già iniziato con la proposta del Manifesto per le Arti Applicate del Nuovo Secolo promosso da Confartigianato e CNA: come nel manifesto del 1902, che vedeva

affiancate le firme del decoratore e quella dell’architetto, in questo nostro erano congiunte quella del filosofo e del liutaio, dell’orefice e del critico d’arte. È, formalmente, il rifiuto di vecchie e nuove gerarchie, della riduzione dell’artiere a un ruolo solo esecutivo. L’ho ribadito recentemente proprio su queste pagine: non bisogna assolutamente ritenere che l’artigiano abbia esaurito la sua carica creativa e che sia incapace di rinnovare la tradizione (Vietri sul Mare. Elogio del volgare, in “Artigianato” n. 45 apr/giu 2002). Basta conoscere un

poco la storia: un tempo era grande Gio Ponti, ma lo era anche Pietro Melandri (e i pezzi creati dalla interferenza di gusto Ponti-Melandri non sono poi così memorabili…). E oggi forse non ci mancano i Ponti e i Ponticelli, ci mancano i Melandri e i Bucci… Sia chiaro: mi rendo ben conto della complessità dell’argomento e della fondatezza di alcune argomentazioni avverse. So che non si può aprire la sola “via della mano sinistra”, con qualche rischio demagogico e populistico; ma che si deve anche perseguire una “via della mano

28

divengano orafi gli scultori”. Per questo ordineremo con il World Crafts Council per il Centenario a Palazzo Bricherasio una mostra intitolata Masterpieces, che andrà considerata come una “galleria dei modelli” d’arte applicata contemporanea, di “capi d’opera”, reintroducendo così criteri di selezione , di discriminazione estetica e di didattica. Persino nelle Accademie di Belle Arti, ove l’arte si “purifica”

sino allo svaporamento, la progettazione artistica per l’impresa e le arti applicate sono tornate a essere, con Ugo La Pietra, materie di insegnamento; ora anche i temi della “arte-techne” e della “bellezza” tornano ad avere diritto di cittadinanza: si pensi alla nuova proposta del Presidente del Comitato Scientifico delle Celebrazioni del Centenario torinese, e neo-Presidente del Consiglio di Amministrazione della Accademia di Brera, Stefano Zecchi, diretta alla istituzione di una Scuola d’Applicazione d’Arte e Architettura (esperimento che rappresenta, certo, un revival delle scuole-officine ottocentesche, ma anche l’adeguamento a quelle scuole-laboratori assolutamente contemporanee, che nel Nord Europa e nei paesi anglosassoni hanno reso il loro termine craft pronunciabile e spendibile, anche dalle nostre riviste très design…).

In questa pagina, da sinistra: di Daniel De Montmollin “Vaso”

2001, grès e smalti sovrapposti (foto Raymond Sauvaire);

di Carol Rama “Bavagliolo” 1951 (pittura su bavaglino).

Nella pagina a fronte, dall’alto: Manifattura Lusso - Torino

“Ceramiche Eccentriche” anni ’50; Piet Stockmans “Sette di Coppe”

1997, porcellana colata bianca (foto Van Sloen & Raemakers).

destra”, più tradizionale, elitaria e formativa, che tenda a ricomporre nella stessa figura professionale facoltà cognitive, progettuali, costruttive e manuali. È quanto auspicava nel 1902 Dino Mantovani nello stesso articolo già citato: “L’artista fra noi conosce pochissimo la lavorazione del materiale, che fu cura e studio de’ nostri sommi artefici antichi. Gli scultori fiorentini erano orafi in origine, ora è il momento che

29

Nel prossimo dicembre Torino diventerà nuovamente capitale delle Arti Applicate per celebrare il Centenario della sua Esposizione Internazionale del 1902, di fondamentale valore storico per essere stata la prima al mondo riservata esclusi-vamente alle arti decorative. Sarà la Fondazione per il Libro, Musica e Cultura (creata e partecipata da Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, guidata dal Segretario Generale Rolando Picchioni e, per questa specifica missione, da Enzo Biffi Gentili nel ruolo di Direttore Artistico), insieme alla massi-ma organizzazione del settore World Crafts Council, a coordinare una com-plessa e articolata “macchina espositiva” che coinvolgerà l’intera città attraverso grandi mostre, convegni e infine l’Arti-giano Metropolitano, il primo Simposio Internazionale dedicato alla eccellenza e all’innovazione, anche tras-gressiva, nelle contemporanee Art i Appl ica te . Un’operazione ambiziosa di nuova politi-ca culturale, che realizza un primo grande obiettivo del recente Manifesto per le Arti Applicate del Nuo-vo Secolo di CNA e Confartigianato, anch’esse promotrici ufficiali dell’evento. Sull’ideale “asse” di via Lagrange si snoderanno le “mostre del centenario”, animando il cuore della città barocca e consentendo ai visitatori di ripercorrere, in una “passeggiata architet-tonica e decorativa”, un secolo di creativi-tà artistico-industriale. Alcuni esempi: - a Palazzo Cavour la mostra “TO 1902002. Le manifatture aristocra-tiche” (5/12/02-2/2/03), promossa da Regione Piemonte e curata da Rossana Bossaglia e Cristina Morozzi, proporrà un “paragone” tra artefatti del 1902 e

2002 realizzati dalle stesse imprese attive ieri e oggi; - a Palazzo Bricherasio “Masterpie-ces. L’artista artigiano tra Picasso e Sottsass” (5/12/02-26/1/03), promossa da Provincia di Torino e curata da Enzo Biffi Gentili, presenterà “capi d’opera” delle arti applicate europee, mentre quel-le italiane saranno a Palazzo Carignano; - a Palazzo Lascaris saranno esposte opere d’arte applicata piemontesi di ieri e di oggi; - a Palazzo Graneri “L’architetto arti-sta” (5/12/02-2/2/03), promossa dal Pro-getto BTicino e curata dall’Ordine Archi-tetti di Torino con il Collegio Architetti di Catalogna, renderà omaggio

a Gaudì; - da San Filippo Neri si giungerà all’Ar-chivio di Stato ove “Eccentri- City. Torino città d’arte e industria 1945-1968” (5/12/02-2/2/03), a cura del Seminario Superiore Arti Applicate Congregazione Oratorio di Torino, documenterà l’incredibile fioritura di arti applicate “eccentiche” a Torino tra il 1945 e il 1968; - infine alla Cavalleria Reale la mostra mercato “Artigianato Metropolitano” (5/12/02-3/2/03), promossa dalla città di Torino e curata dallo stesso Seminario, vedrà la partecipazione di giovani che autonomamente progettano, producono, commercializzano i propri artefatti.

30

MOSTREdi Angela Vettese Alik Cavaliere

e l’Orlando FuriosoTutto il mondo di Ludovico Ariostoattraverso dipinti e sculture dell’artistain mostra al Centro Artistico Alik Cavalieredal 6 ottobre al 5 novembre 2002

Ippogrifi, la lotta tra Rodomonte e Ruggero e tutto il mondo di Ludovico Ariosto. La mostra, introdotta da Elena Pontiggia, che si inaugurerà il 5 ottobre presso il centro Artistico Alik Cavaliere di Milano in via De Amicis 17, ricorderà l’artista con dipinti e sculture su questi temi. “Sono

tornato ad Ariosto per guardarmi allo specchio”, ebbe a scrivere Alik nelle riflessioni che hanno accompagnato il suo lungo impegno sull’ Orlando Furioso. Per Cavaliere, infatti, la ricerca sull'Ariosto ha costituito una straordinaria occasione di riflessione sul tema “cambiamento

di epoca” e del nuovo ruolo che, in questa temperie esaltante ma sconvolgente, assume sia l’artista in particolare sia l’uomo in generale. Come accadrebbe a un individuo odierno, Ariosto descrisse infatti: la dilatazione dello spazio, la rivoluzione dei costumi, i mutamenti nel modo di

31

Nella pagina a fronte:Alik Cavaliere, “Non conosce la pace e non l’estima chi provato non ha la guerra prima”, Ludovico Ariosto, Orlando Furioso (canto 31°), pastelli su carta telata, 1993/1994, cm. 310x358 (foto Maria Mulas).

In questa pagina:Alik Cavaliere, “Duello tra Ruggero e Rodomonte” 1994, ottone e rame, cm.260x135x100 (foto Walter Miralo).

pensare e il cambiamento nel modo di concepire la realtà tutta. Nel nuovo mondo, nel suo tempo come nel nostro, nulla è immobile e ogni riferimento si sposta, dando luogo a scenari inediti e a contraddizioni palpabili. L'Ariosto rivisita la propria epoca nel poema senza un accenno esplicito alla realtà estraniante e complessa dei nuovi mondi; eppure sullo sfondo delle vicende narrate aleggia il mare, che collega i luoghi delle battaglie; donne, cavalieri, armi e amori divengono pretesti per la libertà del poeta, che con impareggiabile ironia mette in dubbio i valori acquisiti e le coordinate tradizionali della vita e del romanzo cavalleresco, “mandando or questo or quel giù nell'inferno a dar notizia del viver moderno". Questa eccezionale capacità di intuire e rendere nell'arte le trasformazioni della sua epoca, scorrono ai nostri occhi in parallelo alle riflessioni del grande scultore Arturo Martini, generando “opere che la gente guardandole scopre di aversi senza accorgere cambiati gli occhi”. Nel lavoro di Cavaliere, Ariosto si fa dunque metafora del fare artistico, inteso come maniera per pensare il proprio presente, e a confrontarsi con lui su questo stesso terreno. Un tema, quello dell'artista a confronto con se stesso e con la propria epoca, che ritroviamo come un filo (forse fisicamente

32

reso da quel filo di lana o di ottone così spesso presente nelle installazioni dello scultore) che collega indissolubilmente tutte le opere più complesse di Cavaliere, da Il Pigmalione alle Riflessioni da Narciso, dal Fast Museum a I Processi, per citare soltanto alcune tappe. Così l'opera dello scultore, sempre potentemente collegata alla fabula, alla narrazione, al racconto, diventa anche meta-opera, cioè opera che è una occasione per porre domande sulla propria stessa ragione di esistere. Questo il senso della presenza ricorrente di cornici, palcoscenici teatrali, specchi, elementi che ne denunciano le ragioni costruttive in modo aperto anziché nascosto. L’opera si mette in scena e intenta un processo di autoanalisi senza fine. E da questa spinta a superare le barriere dell'opera, a travalicare le regole imposte dal buon senso e dalla etichetta, ha origine probabilmente anche l'esigenza di evadere dai limiti della scultura: così si spiega l’utilizzo di innumerevoli materiali e tecniche e anche di rendere talvolta, come in questo caso, la pittura protagonista della scena. E la pittura si dimostra strumento duttile e inesauribile di affabulazione, che permette di “differire”, come scriveva Ariosto, avventure e situazioni, di rileggere l'Orlando furioso con libertà simile a quella che il Poeta si prese nel crearlo. Ne derivano affreschi policentrici all'interno dei quali si aggirano un po’ spaesati i paladini di Ariosto, le rosee dame, i cavalli

Nella pagina a fronte:Alik Cavaliere, “Scene dall’Orlando Furioso”pastelli, acquarelli e tempere su carta telata, 1993/1994, due pannelli cm. 150x365 e 162x365 (foto Maria Mulas).

dai potenti glutei, le caravelle dalle cento vele spiegate, castelli in fiamme e ovunque radure e boschetti, larghe chiazze di verde tra l'azzurro pallido del cielo e quello intenso del mare, tra i gialli e gli ocra di una terra a sprazzi arida e disseminata dalle macchie rosse del sangue e dell'amore, dei tetti e degli incendi, dei fiori e delle finiture delle armi. Accanto ai quadri, sospesi nel tempo, aleggiano grandiosi gli eroi in battaglia e l'ippogrifo, in doppia versione, composti di lastre di ottone e rame. Una gran parte di questo lavoro è stata presentata la prima volta da Cavaliere alla Galleria Arcadia di Milano nel 1994, un'altra a Capo d'Orlando l'estate seguente. Nell'occasione del premio dell'Accademia di San Luca, sempre nel ’94, Alik tenne una conferenza dal titolo: “Ludovico Ariosto, l'Orlando Furioso e la primavera del 1994”, in cui scriveva: “...1994 e seguenti: vanificate le speranze messianiche dettate da utopiche scorciatoie ideologiche (gestite entro vecchi, obsoleti schemi) occorreva avere la capacità, la disponibilità e il coraggio di ripartire dal progetto, dai progetti; dispersiva follia è stata l'averli, con brusche sterzate, dirottati su altrettanto utopici miti di salvazione frammentati su ‘tecnologia’, sul ‘mercato’, su rigide regole di credi religiosi, su modesti, talora meschini interessi regionali, etnici o corporativi; talora persino su un salvatico nulla. […]. Il momento in cui viviamo è straordinario,

ricchissimo culturalmente. Il ‘grande’ gesto che occorre, secondo me, fare per sentirsi parte del processo è quello di riappropriarsi come singoli della propria mente, ché, altrimenti, siamo dei fantocci erranti, disarmati paladini del nulla. I singoli individui riconquistino la dignità di pensare in proprio -non per delega ad altri, amici, gruppi, consanguinei o sofisticati moderni strumenti di informazione ed elaborazione-. La riappropriazione della propria mente, la conquista della capacità di guardarsi intorno da soli per 360 gradi, senza paure, panico, pur nell'incapacità iniziale delle scelte, costituisce una traumatica benefica operazione rivoluzionaria già iniziata, nei primi attimi o passi resi incerti per l'atrofia muscolare in noi tutti ingenerata. Ci accorgeremo finalmente dei tanti, infiniti singoli che sono pensanti: solo allora avremo la possibilità di comunicare con loro e tra noi, la gioia di avere qualcosa da dire e ricevere: autentiche informazioni per un arricchimento interno ed esterno tra essere ‘umani’ che possano rendere il proprio progetto individuale ricchezza collettiva; solo allora potremo avventurarci in progetti collettivi corali, divenuti possibili. D'altronde il processo mi pare sia pure in embrione già iniziato.”

La mostra proseguirà fino al 5 novembre 2002: da lunedì a venerdì ore 9,30 - 12,30; il pomeriggio su appuntamento, tel.02.8323220.

34

INIZIATIVEdi Davide Viganò www.ArtisanExpo.it

Dopo il primo anno di sperimentazioneil portale dell’artigianato lombardo tira le somme di un positivo bilancio a favore degli artigiani che incrementano i loro contatti all’estero

ArtisanExpo.it, il portale dedicato all’artigianato lombardo, inizia ad assaporare i primi risultati, frutto di un costante lavoro di promozione in Italia e all’estero. Il portale, che promuove le aziende artigiane lombarde dei settori casa- arredo, tessile-abbigliamento e artigianato artistico, vede incrementare l’accesso di utenti sul sito, nonché i contatti delle aziende espositrici: richieste di preventivi e informazioni sui prodotti, nonché di ordini veri e propri. Tra i paesi esteri che hanno generato maggiori negoziazioni con le aziende presenti sul sito, abbiamo gli USA al primo posto, seguiti da Germania, Canada, Iran e Pakistan. Non mancano poi contatti con paesi europei, sud-americani ed asiatici. ArtisanExpo però non si ferma, anzi, prosegue la sua sfida e lancia una campagna negli USA che include azioni di marketing mirate sul target di riferimento (grossisti, dettaglianti, distributori, appassionati del made in Italy,…) con direct-mailing e inserzione di pagine pubblicitarie su riviste specializzate relative ai tre settori del portale. E ancora, campagne banner, direct-e-mailing, iscrizione sui principali motori di ricerca statunitensi e su directory specializzate, per finire poi con un evento di presentazione del sito che si terrà a New York il 16 ottobre 2002. I risultati ottenuti sono anche da attribuire al costante lavoro di posizionamento sui motori di ricerca italiani e internazionali più usati dal pubblico del web. Ma non è finita, ArtisanExpo si rinnova! Cambia infatti versione grafica e acquisisce

una nuova piattaforma tecnologica, più flessibile e dinamica, che permetterà tra l’altro una maggiore autonomia delle ditte espositrici in quanto, grazie al sistema di “selfpublishing”, esse saranno in grado di aggiornare autonomamente i prodotti esposti. Con l’apposita sessione formativa vengono forniti alle ditte espositrici gli elementi per il funzionamento del back-end del sito nonché le password di accesso al sistema. Inoltre, nella nuova release, la traduzione dell’intero sito anche in lingua spagnola (la versione inglese e tedesca sono già presenti) consentirà alle ditte di allargare i propri contatti sui mercati in lingua spagnola, dove sono previste nuove azioni promozionali. Grandi passi avanti quindi per l’Artigiano che espone i propri prodotti su

ArtisanExpo.it che, da un lato sfrutta il canale Internet per promuoversi all’estero e dall’altra acquisisce sempre più familiarità e competenze con le nuove tecnologie. “Non bisogna però dimenticare che, con l’evolversi dei nuovi scenari legati al mondo di Internet, è inevitabile che le aziende, alle quali vengono proposte offerte di ogni tipo, si sentano spesso disorientate di fronte alle molteplici possibilità. Inoltre vi sono le iniziative individuali che si moltiplicano molto rapidamente. Si tratta dei singoli siti aziendali spesso realizzati senza tener conto dell’ “usability” e della campagna promozionale, senza la quale il sito rimarrebbe disperso nell’immenso mare di Internet” commenta Fabio

35

Nella due pagine: alcuni oggetti di artigianato lombardo appartenenti ai principali settori che espongono su ArtisanExpo.it..

Bentivegna responsabile dell’area eBusiness & WebMarketing in Promos. Per meglio orientare le aziende, Promos ha appena condotto un’analisi dei competitors italiani ed esteri di ArtisanExpo, dalla quale si evince che, rispetto ai concorrenti, ArtisanExpo risulta essere il sistema più bilanciato sia come numero di settori che come rapporto vetrine/prodotti, nonché in termini di servizi offerti alle aziende aderenti. Inoltre mostra maggiore attenzione alla promozione, in particolar modo quella rivolta ai mercati esteri. In questa fase il portale è ancora aperto ad accogliere le nuove adesioni di aziende artigiane lombarde che vorrebbero esporre i propri prodotti sul sito. Questo tipo di operazione in genere è limitata ad alcuni periodi, in quanto si cerca il più possibile di allineare le ditte aderenti in modo da far percorrere insieme le tappe previste dal progetto (assistenza, formazione, realizzazione e traduzione vetrine, promozione, ecc…). Promos è sempre disponibile a fornire informazioni e dettagli relativi al progetto. Il progetto, promosso da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia in collaborazione con le Associazioni Artigiane (Confartigianato Lombardia, C.N.A. Lombardia, C.L.A.A.I., C.A.S.A.), è realizzato da PROMOS (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano per le Relazioni Internazionali) in collaborazione con Cedcamera.

36

PROGETTIdi Angelo Caruso C’è Usato & Usato

Esigenze di un ritrovato gusto del recupero intelligente nel lay-out di un negozio in franchising

In questi ultimi anni, si è assistito al progressivo proliferare dei “mercatini degli oggetti usati”e della formula commerciale del “conto vendita” da privato venditore a privato acquirente, con la semplice mediazione dellastruttura commerciale, che cura l'esposizione e la vendita degli oggetti, traendo proventi dalle provvigioni maturate. La ragione di tale espansione e di tanto successo è dovuta alla recente inversione di tendenza, quando, dopo il boom economico degli anni ’60 e l’era del consumismo degli anni ’80, col nuovo millennio (gioco forza, e facendo dunque di necessità virtù), si è diffusa la nuova filosofia del “recupero intelligente” e del riciclaggio. Si può dunque ritenere che, in un breve lasso di tempo, questa nuova sensibilità farà registrare un notevole incremento della disponibilità di oggetti “usati”, dunque, una maggiore offerta a prezzi sempre più accessibili per un pubblico certamente in progressivo aumento. Ovviamente, la selezione degli oggetti “usati” d’antiquariato riduce tale proporzionalità inversa tra maggiore offerta e minore prezzo, pertanto si è ritenuto commercialmente necessario integrare il conto vendita proveniente dai privati con il conto vendita proveniente dalle aziende raccoglitrici, integrato inoltre, con la vera e propria compravendita, sia dalle aziende che dai privati. In questo modo si ha la possibilità di effettuare un elevato volume di transazioni remunerate

a provvigione, con un esiguo investimento per l'acquisto di merce. L’idea innovativa messa a punto dall'Arch. Angelo Caruso (Art-Director) e oggi sviluppata da NoZone - Servizi Tecnici per il Franchising, è quella di mettere insieme e a disposizione sia degli operatori che dei clienti, i vantaggi di un “mercatino dell'usato” con lo standard qualitativo paragonabile in linea di massima a quello di un negozio di Antiquariato, passando pure per la trattazione di oggetti d’arte, d’artigianato, d’arredamento e di design (nuovi e di revival), alla maniera di un normale negozio, la cui impostazione, però, somiglia più

a uno show-room, dove, per la propria clientela, viene selezionato il migliore “Usato”, cui corrisponde un certo “valore aggiunto”: il tempo e la manualità artistica. Il marchio, nella sua semplice dicitura “C’è Usato & Usato”, sintetizza, riassume e trasferisce in maniera immediatatutta una serie di informazioni e concetti, quali, ad esempio:l’antiquariato autentico è pur sempre un oggetto “Usato”; nei negozi del network, non si tratta tutto l’usato indistintamente, ma solo l’Usato d’un certo tipo e livello. Trattandosi dunque di “Usato” e di “conto vendita”, i prezzi risultano sicuramente vantaggiosi rispetto a

37

Nella pagina a fronte in alto, da sinistra: progetto dell’insegna e della facciata di un negozio “C’è Usato & Usato”;

In basso, da sinistra:scorcio degli ambienti d’ingresso: sulla cassettiera in eclettico, sormontata da caminiera “Luigi Filippo”, l’oggettistica è di artigianato indonesiano e tunisino;un angolo della sala da pranzo, custodisce una credenza-dispensa incassata nel muro utizzata per accogliere piccole collezioni ed oggetti contadini d’uso quotidiano.

In questa pagina, dall’alto: sala da pranzo di modernariato,

sul mobile a specchiera: portafoto, candele e centrotavola sudafricani,

sul tavolo, impreziosito da un tappeto in damasco,

pezzi da cucina in ceramica tunisina, alle pareti stampe di Mirò e Matisse;

l’angolo riservato alle ceramiche siciliane: la scelta è caduta su artigiani che sono

in grado di personalizzare le richieste, con propensione al design.

quelli di un antiquario. In un negozio “C’è Usato & Usato” si può trovare competenza di settore a garanzia del prodotto, ma nessuna pretesa di voler passare per antiquari; per cui il cliente ha un approccio con questa nuova realtà commerciale molto più rilassato, instaura con gli operatori un rapporto quasi “alla pari”, maggior fiducia e minore diffidenza nell'approccio con l'oggetto di antiquariato.Il lay-out Il lay-out di un punto vendita è studiato per sposare a pieno la filosofia del recupero intelligente.Ove possibile vengono lasciati intatti gli elementi caratteristici e caratterizzanti della location: vecchi pavimenti, volte in gesso, piccole lesioni, piccoli difetti in genere, evidente segno del passare del tempo. Innanzitutto, si è curato l'aspetto di una facile esportabilità a basso costo in qualunque regione d’Italia ed in qualunque contesto della città.I colori mediterranei “forti”, ma dati “a una sola mano”, consentono anche a vecchie pareti di ritrovare una nuova vitalità. Il giallo si sposa benissimo con le varie tonalità del legno, sino al nero dei mobili ebanizzati, mentre il rosso esalta le dorature di cornici e fregi. Tutto lo spazio espositivo risulta caldo, avvolgente e invitante. La disposizione delle ambientazioni, appositamente studiata secondo schemi piuttosto standard (benchè coi pezzi unici e non “di serie” tale operazione risulta abbastanza complessa), rende il contesto più

simile ad una abitazione che non ad un negozio; i salottini diventano angoli di convivialità con la clientela, eppure sono essi stessi merce in vendita. L’insegna, in legno a doghe e sovrastanti lettere in forex, risulta (così come i pannelli) abbastanza versatile e dimensionalmente adattabile, idonea ad essere inserita

anche sulle facciate degli edifici ubicati nei centri storici delle nostre città d'arte. Le vetrine, abbastanza ampie e volutamente piene di merce in posizione avanzata, offrono all'esterno scorci di ambientazioni di sfondo, tali da risultare addirittura sfocate, come sbiadite dal tempo, benchè, la forza dei colori adottati, venga fuori

38

Dall’alto: nella camera da letto liberty si sono curati i dettagli per ricreare un ambiente siciliano di cent’anni fa: culla in ciliegio, mobile porta-camicie anni ’40 su cui poggia una psiche tardo impero;primo piano del letto matrimoniale che si riflette negli specchi dell’armadio, un’antica scala per la raccolta della frutta è utilizzata per esporre ricami.

numerosissima fascia di utenti che ha smesso di frequentare squallidi mercatini dell’usato dove tanta roba è di cattivo gusto o addirittura davvero inutile; questo genere di utente però, benchè ne subisca il fascino, quasi sempre rinuncia all'acquisto dell'oggetto importante, o per paura d’essere raggirato per l’assenza di garanzia alcuna o per semplice difficoltà di trasporto. Ecco perchè anche l’ubicazione del Punto Vendita risulta essere un fattore importante! Un punto vendita “C’è Usato & Usato”, non richiede grossi investimenti per l'impianto iniziale nè per la ordinaria gestione, infatti: costi zero per l'arredamento dei locali poichè, mobili e oggetti in vendita, opportunamente ambientati, costituiscono già essi stessi l’arredo, riuscendo persino a creare un contesto gradevole e raffinato.Da ciò deriva pure una certa facilità nell’eventualità di uno

spostamento dell’attività da un luogo all’altro della città (niente arredi fissi, niente su misura, tutto agevolmente trasferibile). Tempi brevissimi per l'ottenimento delle necessarie autorizzazioni e delle licenze commerciali. Nessun investimento per il restauro dei pezzi, infatti: un mobile di antiquariato in conto vendita, se non trova acquirente entro un certo periodo di tempo, dovrà essere restituito al suo proprietario nello stato in cui questi lo ha consegnato; un mobile di antiquariato non restaurato può essere movimentato senza particolari cure o attenzioni, inoltre, certifica da sè la propria autenticità, conserva il fascino della patina acquisita nel tempo, offre l’opportunità di un acquistoa prezzo inferiore, concede la possibilità, agli appassionati del “fai da te”, di assecondare l'esigenza dell'hobby. Altro vantaggio, proprio di questo settore, è che ogni pezzo

accattivante come un irrifiutabile invito ad entrare. Dischi da 78 giri degli anni ’20 e degli anni ’30, girano sul grammofono, rendendo l'ambiente molto più realisticodi quanto non riescano a fare tanti altri elementi d'arredo. Le pareti vengono arricchite di fregi, cartigli, decorazioni floreali, stampe e incisioni d'epoca. Le eventuali finestre vengono corredate di tende a ricamo, su bastoni ad anelli. I tappeti rossi sul pavimento, delimitano e focalizzano zone specifiche, pur rimanendo essenzialmente un contestosufficientemente open-space. Addobbi in fiori secchi di ottima fattura artigianale, quadri di artisti locali del passato o contemporanei, cocci, terre cotte, ceramiche raku e tanto altro ancora, rendono l'insieme veramente irresistibile e fascinoso. Le luci, rigorosamente bianche (alogene), intercalate alle luci ad incandescenza dei lumi e delle piantane artigianali, esaltano gli oggetti e la loro natura, senza alterarne minimamente l'aspetto abbondantemente invecchiato.Quella che si respira, insomma, è autentica “aria d’altri tempi”.La formula, la novità e i vantaggiSi è ritenuta vincente l’idea di potere offrire a chiunque l’opportunità di essere “cacciatore” nel riuscire a trovare l'affare da “mercatino” in un contesto, però, di oggetti tutti di buon livello e che normalmente si trovano soltanto dall'antiquario a prezzi sensibilmente più alti. “C’è Usato & Usato” si rivolge pure, e principalmente, a quella

39

Dall’alto e da sinistra:veduta delle vetrine di un negozio C’è Usato e Usato: “Antiche terre di Sicilia”, al n. 62 di via Vittorio Emanuele III a Belpasso (CT);salottino siciliano d’ingresso fine ’800, piattaia liberty francese in mogano su cui è esposta una collezione di riproduzioni di reperti greci e romani, il tappeto beduino è di fattura marocchina;in primo piano tavolo anni ’20 in radica con sedie déco, sul tavolo servizio di piatti tunisino, in fondo vetrina da sala francese fine ’800 in radica laccata nera e credenza déco.

d’antiquariato autentico è praticamente “unico”. Si opera quindi come in una sorta di monopolio dove ciascun pezzo e ciascun prezzo risente spesso di fattori specifici relativi e correlati alla circostanza caso per caso; spesso, un indugio da parte del cliente, un “...grazie torno domani” risulta fatale! Una volta persa l’occasione di acquistare quel dato oggetto non è più possibile recuperare; il cliente si abitua in fretta all’idea che quando trova ciò che ha cercato, allora non deve indugiare! L’eventuale invenduto (tra la merce acquistata), non costituisce “giacenza” bensì diviene “assortimento” e capitalizzazione, non si corre infatti il rischio che l'anno venturo passi di moda o perda valore, anzi, proprio il contrario! Col passare del tempo, merce poco ricercata e dunque di basso valore iniziale, può diventare di colpo ambita e quindi abbastanza quotata. La clientela affida con fiducia gli oggetti da vendere, anche quelli di un certo valore, sapendo che l’assicurazione incendio e furto convenzionata, garantisce da qualunque eventuale spiacevole imprevisto!La strategiaUn punto vendita “C’è Usato & Usato” consente, tramite la gradevole ambientazione dei pezzi esposti, di poter proporre ad un prezzo adeguato anche quegli oggetti insoliti e quelle “curiosità” (il più delle volte snobbate se non messe in luce opportunamente) di difficile inserimento e per ciò reperibili a buon mercato. Infatti,

uno dei parametri di valutazione più attendibili circa l’autenticità del pezzo è appunto fornito dal prezzo. La clientela e gli appassionati del genere (che di norma se ne intendono un po’ pur non essendo antiquari) sanno che, per forza di cose, un pezzo autentico dovrà pure costare un tantino più di un qualsiasi altro oggetto dubbio! Si sarebbe portati addirittura a diffidare, nel vedere un bell’oggetto d’antiquariato autentico, esposto a prezzi da “patacca”. Per questa ragione, tutti gli oggetti esposti presso i punti vendita della rete, recano l'etichetta col prezzo, e a tal proposito, una gradevole particolarità, è rappresentata dal fatto che, il talloncino del prezzo, rigorosamente in “carta

riciclata”, viene compilato con la penna stilografica a mano. A scanso d’equivoci, l’etichetta del prezzo è un elemento fortemente rassicurante per qualunque acquirente, sia per il più esperto che per l’amatore estemporaneo! Ne consegue, per logica, che il prezzo esposto sarà per forza il più congruo: anche un cliente inesperto potrà acquistare senza l’angoscia di dover pagare il conto dell’inesperienza!

C’è Usato & Usato Via Rossi 43, 21020 Barasso (VA) tel 0332.745270 fax 0332.745270<http://www.ceusatoeusato.it> [email protected]

NoZone Servizi Tecnici per il Franchising

40

LABORATORIdi Isabella Taddeo Atelier “FuoriClasse”

Un laboratorio nel quartiere di Brera a Milano espressione naturale delle esperienze di ricerca condotte da Matilde Trapassi con gli studenti di Decorazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera

Già da qualche anno Matilde Trapassi, insegnante di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera, desiderava creare uno spazio-laboratorio dove fare ricerca nel campo delle arti applicate, con alcuni dei suoi migliori studenti. Da questo sogno nasce poi un progetto che si concretizza due anni fa con l’apertura, nel cuore di Brera, del laboratorio “FuoriClasse”, uno spazio che in qualche modo rappresenta una proiezione verso l’esterno del lavoro svolto in classe e una possibilità per gli studenti di proporre, ad una clientela più vasta e specializzata, le proprie creazioni; una finestra sul mondo e un vivace e fervido luogo di scambio di idee, supportate

dall’esperienza e dalla grande sensibilità di Matilde Trapassi. Un laboratorio dove si sperimentano tecniche dal sapore antico come: felting, ingobbio, tintura a riserva, mosaico, intarsio, plumaria..., che attraverso nuove forme e decori ritrovano forza e vitalità per una lettura più contemporanea. I “motivi” di queste creazioni sono elaborazioni

di un libero immaginario iconografico e trasmigrano da un materiale all’altro, da un forma all’altra creando spesso contrasti stimolanti e di grande impatto visivo. I “capisaldi” dell’atelier, oltre naturalmente a Matilde Trapassi, sono Cristiana Di Nardo, Nadia Odorico ed Esra Sakir, allieve di Matilde e specializzate nella lavorazione del feltro, tecnica che hanno appreso nell’Europa del nord (Islanda, Finlandia, Svezia,...), dove quest’arte è stata recuperata e valorizzata ormai da tempo. Il “felting” ha origini antichissime e nasce in un contesto umile e decentrato dai grandi circuiti del commercio e della ricchezza, ma offre infinite possibilità espressive

41

Nella pagina a fronte, dall’alto: vasi lisciati in argilla neradi Lee Hwa Seon, esecuzione a “lucignolo” o a “colombino”, con decorazioni a “ingobbio”; feltri tridimensionali rigidi,di ispirazione orientaledi Cristiana Di Nardorealizzazione senza cuciture.

grazie anche alla facilità con cui può essere accostato con altri materiali. Dalle sapienti mani di queste due ragazze nascono arazzi, cappelli, borse, abiti, vasi, complementi d’arredo,... Di pregevole interesse sono le stampe su carta giapponese da matrice in feltro di Cristiana Di Nardo con inserimento di filamenti in feltro, opere di straordinaria raffinatezza dove la nobilitazione di questo umile materiale raggiunge livelli espressivi davvero molto alti. Ogni autore che collabora con l’Atelier, studenti che

Matilde definisce “fuoriclasse”, presenta i propri elaborati grazie a eventi e piccole mostre che periodicamente si svolgono presso il laboratorio. Da segnalare un giovane di grande talento: Daniele Broglia che riscopre e valorizza l’antica “arte plumaria”, un’arte antichissima (le cui origini risalgono alla notte dei tempi) diffusa dall’Asia meridionale e orientale, attraverso l’Indonesia e l’Oceania, fino alle due Americhe, caratterizzata dall’uso di penne e piume di uccelli

In questa pagina, dall’alto: piatto in ceramica,

di ispirazione ispano-moresca di Matilde Trapassi;

“Wearable-art”, giacca/scultura indossabile (e dettaglio)

di Nadia Odorico, realizzazione a mosaico,

tessere in lana cotta incollate con silicone su materiale morbido;

arazzo in feltro realizzato in atelier

per il pittore Saverio Terrusoda un suo acquarello del ’56.

42

A lato: moduli in feltro di forma quadrata

per la realizzazione di arazzi, coperte o tappeti componibili

di Esra Sakir.

Sotto: particolare e stampe da matrici in feltro di

Cristiana Di Nardocon inclusioni di feltro colorato.

nella decorazione di vesti, armi, attrezzi e oggetti d’uso culturale o profano. Solo quando queste piume vengono lavorate secondo un piano ornamentale chiaramente riconoscibile e con l’aiuto di mezzi tecnici si può parlare di arte plumaria, i cui prodotti più alti appaiono come veri e propri mosaici di straordinaria bellezza.La particolarità e genialità del lavoro di Daniele Broglia è che però utilizza un altro materiale: ricava da bottiglie di plastica moduli precisi e puliti, tagliati uno ad uno, che fissa su un supporto (stoffa, reti leggerissime) da cui prendono forma splendidi mantelli, cappelli, abiti dalle textures inconsuete. Questo materiale, che poco si presta ad elaborazioni artistiche, viene nobilitato attraverso questo preciso e raffinato intervento manuale che lo discosta da ciò che qualcuno potrebbe definire un’operazione “trash”. La precisione con cui vengono rifiniti questi moduli e la leggerezza dell’effetto d’insieme ingannano l’occhio che li percepisce come vere e proprie piume. Questa sperimentazione si è concretizzata, con il contributo dell’Accademia di Belle Arti di Brera e dell’atelier “FuoriClasse”, in “Artificiosa Pluma”, evento svoltosi per “Sposa Italia Collezioni”, nel giugno scorso presso la Fiera di Milano, in cui è stato presentato un abito da sposa realizzato con questa tecnica.

43

A lato:tappeto in feltro di forma circolare (e dettaglio) di Matilde Trapassi, produzione coordinata ai piatti in ceramica.

Sotto, dall’alto: “Mosaico di piume” (mantello con decorazione di ispirazione Maori)e pannello decorativo (particolare)di Daniele Broglia,due opere di “arte plumaria” realizzate con piumein plastica trasparente.

44

LABORATORIdi Pasqaule Mancini(Foto Walter Moesch)

TerramiaInnovativo laboratorio ceramico napoletano ma anche centro artistico culturale con corsi di ceramica, arte presepiale e decorazione che vanta uno show-room nel centro storico cittadino

Moltissimi napoletani, e non solo loro, ricordano con nostalgia le grandi rassegne di arte presepiale e di ceramica artistica campana tenute durante il periodo natalizio, dagli anni ottanta, nel complesso monumentale di Santa Maria La Nova, posto all’inizio dei punti cardinali del centro storico di Napoli. Durante una di quelle edizioni, mi pare quella del Natale 1988, era esposta nella apposita sezione presepi una grande “Natività” in terracotta, assolutamente nuova nella posizione dei personaggi, intrigante quanto suggestiva e sicuramente “rivoluzionaria” per un pubblico notoriamente tradizionale come quello napoletano. Proprio quel pubblico, specialmente la sua componente giovanile, mostrava di gradire quella “Natività”, fermandosi a discutere con gli autori, giovani anche loro. Struttura che allora muoveva i primi passi nell’ambito delle grandi mostre, già operante sul territorio cittadino specialmente per i corsi per l’apprendistato della ceramica aperti anche a persone di una certa età, oltre che nella produzione di manufatti molto interessanti che andremo fra poco ad analizzare.Conobbi dunque in quella circostanza Paola Capriotti, romana di nascita, trapiantata da anni a Napoli e sposata con un napoletano. Da un costruttivo

scambio di opinioni sullo stato di salute della ceramica campana, rimasi colpito dalla preparazione professionale della mia interlocutrice, dalla sua grinta, oltre che dalla sua vissuta consapevolezza di operare, addirittura come imprenditrice, in

un settore le cui leve di comando sono riservate solitamente agli uomini. Quest’ultimo aspetto non era allora, così come non lo è ancora oggi, marginale, anche se molte cose, dal 1988 ad oggi, pure in Campania sono cambiate. Infatti anche in questa regione è

45

Nella pagina a fronte: “A’ Caffettera e’ Pulcenella”, realizzata dal Laboratorio Terramia: Valeria Albino, Paola Capriotti, Francesca Casale, Gianluca Di Tonto, Gabriella Tomei.

In questa pagina, dal Corso di Ceramica e di Decorazione, dall’alto e da sinistra: “lume” in terraglia bianca opaca; acquasantiera in terraglia bianca lucida; immagine con maestri, collaboratori e studenti all’opera.

possibile trovare, in diverse realtà produttive, donne imprenditrici che hanno dimostrato capacità manageriali notevoli. Da sempre in Campania, nei luoghi tradizionali dove si lavora la ceramica (Cerreto Sannita, Napoli San Lorenzello, Vietri sul Mare) la responsabilità nella gestione delle botteghe e dei laboratori, sia quelli a conduzione familiare che altri più importanti, spetta ai maschi, ai maestri, custodi gelosi dei loro segreti, padri-padroni, almeno fino a non molti anni fa, di un sistema verticistico di conduzione aziendale dove ogni personaggio, dal più semplice a quello più complesso, doveva funzionare secondo certe regole non scritte tramandate da padre in figlio che non prevedevano nessun tipo di accordo e collaborazione con le botteghe concorrenti. Ci vollero Max Melarson e soprattutto Irene Kowaliska per aprire, agli inizi degli anni cinquanta del secolo scorso a Vietri sul Mare, nuovi e più proficui orizzonti per la ceramica locale. Alle donne che si dedicavano alla ceramica, almeno per quelle dotate, era riservato il compito di decoratrici, cosa che accade anche oggi. La nostra Paola Capriotti, invece, nella seconda metà degli anni ottanta si inserì a muso duro -occorre subito precisarlo- in questo contesto a Napoli aprendo, appunto, il laboratorio

“Terramia”, dove si cercarono subito nuove strade per una produzione ceramica che non fosse di routine, immettendo sul mercato, non solo locale, nuovi tipi di manufatti personalizzati da colori e debrì mai visti prima e che il mercato, sondato attraverso la partecipazione alle fiere settoriali di Firenze, Milano ed anche all’estero, mostrò subito di gradire. Nel laboratorio Terramia, in Via Pigna 76 a Napoli, che attualmente occupa molti ambienti per la progettazione, la foggiatura, la decorazione, l’essicazione e grandi spazi espositivi, si lavora anche la ceramica d’arte con la creazione di opere di ottimo livello. Rimarchevole la produzione in terracotta delle mitiche caffettiere napoletane, anche in grande formato,

vivacizzate da tanti pulcinella in diverse positure, alcune con i coperchi trasformati in mini-presepi con pastori lillipuziani di complessa fattura.Terramia vanta anche uno studio di design e di progettazione di manufatti per l’arredo casa e per il giardino; a latere, corsi di ceramica, decorazione scultura e pittura. E’ comunque un centro attrezzato di ottimo livello, sicuramente tra i migliori nel suo campo in tutta la Campania, che vanta uno show-room dei propri prodotti, a prezzi imbattibili, in Via S. Giovannni Maggiore Pignatelli a Napoli, proprio nel cuore del centro storico, a pochi passi da San Domenico Maggiore. Gli anni che sono trascorsi sono stati ricchi di soddisfazioni, ma anche terribilmente duri, per questa piccola donna d’acciaio che

46

si chiama Paola Capriotti. La grinta è quella di sempre. Paola non è una persona che molla facilmente. Per lei la ceramica è stata una scelta di vita. La stessa grinta ha trasmesso al figlio Luca, divenuto un perno essenziale del laboratorio e suo prezioso consigliere. Per finire, riportiamo alcuni brani di un’intervista che Paola Capriotti ci concesse anni fa, con accenni che riguardano il passato ed il presente del suo lavoro, i programmi futuri e soprattutto… un grande sogno nel cassetto che ora ha finalmente realizzato. ...Da quanto tempo ti è venuta questa passione per la ceramica? Da sempre! Fin da ragazzina mi è piaciuto modellare la creta, creare personaggi di fantasia, oggetti d’uso, sculture in miniatura, decorare piccoli vasi. (…) Dopo le scuole superiori mi sono sempre più convinta che la mia strada era questa e poi fondare un laboratorio, programmarlo e dirigerlo secondo le mie idee e

cercare le strade per una produzione con nuove aggettivazioni, dal linguaggio, se non proprio rivoluzionario, che si discostasse dalla solita routine. In buona parte ora credo di esserci riuscita, anche grazie a quei collaboratori che avevano compreso le mie aspirazioni e a mio figlio Luca che è davvero un punto di forza in tutti i sensi. Ti ritieni soddisfatta del lavoro fin qui svolto e dei traguardi raggiunti? In buona parte mi sento soddisfatta, ma non ho ancora raggiunto il mio sogno più grande: la creazione di un centro artistico culturale e di una scuola riconosciuta dalla Regione in cui ognuno possa dare libero sfogo al suo estro, scuola aperta a tutti, non solo ai giovani ma anche a portatori di handicap ed anziani...Dopo vent’anni circa il sogno si è realizzato! Esiste finalmente la scuola di ceramica, arte presepiale e decorazione, tenuta da maestri di grande professionalità, coordinati

da validi collaboratori: Arte Presepiale: Davide Giannone; Ceramica: Rito Marigliano e Raffaele Sansone; Tornio: Gino e Antonio Anastasio; Pittura: Maria Pia Daidone e Maurizio Riccio; Scultura: Rito Marigliano e Ciro Polio Oliviero. Tra i collaboratori: Valeria Albino, Annie Beunardeau, Francesca Casale, Fabio Celiento, Ciriello, Gianluca Di Tonto, Gabriella Fedele, Rosa Muzzica, Loredana Panunzio, Ettore Passetto, Gabriella Tomeo, Alessio Valentinelli. L’impegno è veramente arduo, perché occorre mantenere alto il prestigio del proprio marchio in presenza, soprattutto, di una concorrenza a dir poco spregiudicata, che invade letteralmente il mercato con prodotti scadenti e a prezzi ridicoli, e non ci si riferisce solo alle importazioni di manufatti di ceramica provenienti dalla Cina e dintorni! Ci vorrebbe poi, e qui casca l’asino, un intervento finanziario adeguato da parte della Regione.

47

Nella pagina a fronte, da sinistra: acquasantiera in terraglia “craquelè” con decori in rilievo;bottiglie decorative di Antonio Anastasio e Paola Capriotti, tecnica a tornio e assemblaggio.

In questa pagina, dall’alto: dalla collezione Pulcinellomania: “’A ce piglià ’o cafè”, servizio da caffè per due, tre, quattro o cinque persone; differenti manufatti di caffettieree bricchi personalizzati.

PULCINELLoMANIACeramica…che impresa!!! “Napoletanità vuol dire che la vita, oltre che vissuta, va anche interpretata, altrimenti finirebbe il piacere di viverla alla giornata, che è il modo più sagace di accettazione… Interpretare la vita significa viverla variamente e raccontarla con personale intuizione, fatta di malinconia, satira inoffensiva, allegria rilassante (di Mario e Tiziana Pirone e Rosanna Cannoniere, da “Napule chest’é”). Nasce, allora, Terramia, grazie all’inesauribile vena creativa di Paola Capriotti e dei suoi collaboratori, una sorta di risveglio commerciale! C’è la voglia di comunicare attraverso il linguaggio umoristico, i detti, gli slogan, le frasi: A’ tazzulella ‘e cafè…Carmela a caffettera…Scio’ scio’ ciucciuvettola… Terramia di Luca Gianì, giovane imprenditore napoletano, figlio di Paola Capriotti, vuol far rivivere la napoletanità che è stata ben definita. L’azienda, con l’originalità del suo prodotto conosciuto in varie parti del mondo, è una delle aziende di ceramica leader della Campania. Luca, che si occupa del comparto artistico oltre che delle pubbliche relazioni, sta dimostrando di avere la stoffa dell’imprenditore di razza, un giovane serio, maturo, con le idee chiare, consapevole del compito che assolve e degli impegni seri che questa attività comporta. Ha già compreso una cosa fondamentale che regola la vita di ogni azienda che si rispetti, piccola o grande che sia, e cioè che per stare alla pari con le altre realtà produttive che operano nel suo settore devi avere idee sempre nuove, essere continuamente aggiornato sulle tendenze del mercato ed offrire comunque prodotti di qualità. Anche per queste ragioni Luca, nel contesto della ceramica d’arte e seriale, ha dato il via alla produzione di “pulcinella” ed altri soggetti della memoria storico-popolare di Napoli. Un’iniziativa che sta incontrando i favori della committenza più esigente.

AUTORIdi Federica Franceschini Passi d’autore

Cinquanta formelle in terracotta tracce di tutte le scelte stilistiche e tematiche del linguaggio dello scultore Graziano Pompili

Guardando la parete che ospita le cinquanta formelle in terracotta intitolate “Passi d’autore” si ha l’impressione di essere avvolti in un grande abbraccio colmo di storie ed emozioni. Graziano Pompili, lo scultore faentino di nascita e reggiano di adozione che ha dato vita a questa suggestiva opera, ha voluto, attraverso una serie di immagini, raccontare il suo trascorso artistico e di vita. Le terracotte, presentate insieme a diverse creazioni recenti dell’artista nel più ampio contesto della mostra “Autoritratti”, sono state realizzate per una sala del suggestivo Circolo degli Artisti di Faenza, sede della mostra stessa terminata il 14 gennaio 2001.Un omaggio, quindi, alla città che lo ha visto crescere e che, tra i banchi dell’Istituto d’Arte, gli ha permesso di avere il primo contatto con le potenzialità espressive della terracotta, utilizzata, in quest’opera, con ingobbiatura (tecnica antica in uso tra i greci e i romani). In “Passi d’autore”, Pompili ripropone i soggetti scaturiti dalle sue scelte espressive nel corso degli anni quasi volesse riflettere, nel chiaro e intenso sapore del ricordo, sul valore delle esperienze trascorse.Come scrisse Hermann Hesse ne Le stagioni della vita (“Come si potrebbe lodare un giorno prima del suo tramonto?”), Graziano Pompili ha avvertito la

fuggevolezza del presente e ha capito che il ritmo incalzante delle ore si porta via la coscienza e in parte la magia dei momenti vissuti; per questo si è fermato a rimirare dietro di sé, nel tentativo di riafferrare, attraverso la nostalgia, ogni istante trascorso. Per dare voce ai suoi ricordi Pompili usa immagini plasmate nella terracotta e racconta un cammino già percorso, forse dimenticato, ma che ora riappare in tutto il suo valore, sapientemente ridisegnato e colorato delle emozioni che il tempo ha tenuto sospese.Le cinquanta formelle contengono, come una biografia, le tracce di tutte le scelte stilistiche e tematiche che hanno

permesso all’artista di approdare ad un linguaggio ricco di sensibilità e di messaggi. In alcune di queste terracotte troviamo riproposti gli elementi che Pompili perseguiva con forza alla fine degli anni ’70: conchiglie e foglie fossilizzate, amigdale preistoriche e forme naturali che nascono dal terreno. Sono soggetti che si distinguono per spontaneità, resa ancora più evidente dal trattamento non perfetto del materiale, e ricordano quelli collezionati con grande entusiasmo dallo scultore quando era bambino. In essi si legge chiaramente l’attenzione dell’artista verso uno scolpire pronto ad accogliere le suggestioni del passato

48

archeologico che sembrano trapelare da impronte o segni lasciati nel terreno. È una passione, quella per i ritrovamenti e l’archeologia, che non ha tardato di sfociare nell’amore per le forme della scultura classica, riproposte in altre formelle di “Passi d’autore” secondo il gusto e lo stile coltivato da Pompili per tutti gli anni Ottanta. Vengono rappresentate anfore antiche, cavalli dalla sagoma chiaramente classicheggiante, ali appartenute a qualche nike greca e soprattutto frammenti accostati come se si trattasse di oggetti riaffiorati da uno scavo. Questi ultimi danno la sensazione di qualcosa che è ritornato faticosamente alla luce lottando contro la legge del tempo che, con il suo trascorrere e posarsi sulle cose, le modifica e ne rivela aspetti prima ignoti. Per esempio una formella ospita il volto di un bambino, scomposto in numerosi cocci che danno l’idea di qualcosa di dimenticato, ma ancora ricco di messaggi.Altre formelle ancora, sempre legate alla passione per lo scavo, sono dedicate alla figura umana e presentano corpi mancanti di alcune parti oppure mezzi busti posati su colonne che ricordano gli etruschi, i Dalla Robbia e Piero della Francesca. Pompili terrà sempre viva nella sua poetica l’idea del ritrovamento, del recuperare il

Nella pagina a fronte: “Cavallo con ombra”, terracotta cm.30x40.

In qesta pagina dall’alto: “Collezione”, terracotta cm. 35x30; “Multiplo”, terracotta cm. 30x30.

49

50

passato come fa anche in “Passi d’autore”, che vuole essere, a suo modo, un ritorno delle origini, personali dell’artista, ma anche dell’umanità. L’elemento che, secondo lo scultore reggiano, meglio simboleggia le radici di tutti gli uomini, è la casa, soggetto presente in ben dieci delle cinquanta terracotte e protagonista nella produzione di Pompili dagli inizi degli anni Novanta fino ad ora. La casa, la struttura più significativa attorno alla quale si articola la vita delle persone, rappresenta meglio di ogni altra cosa il legame inscindibile dell’uomo con la terra, legame inteso sia in senso biologico che culturale (in linea con tale messaggio, certe sculture degli anni ’92-’97 si intitolavano opportunamente, citando Holderlin, “L’uomo abita il mondo”). Alcune di queste case vengono raffigurate sulla sommità di montagne librate nell’aria che ricordano da vicino l’incantevole quadro di Magritte del 1961 “Il castello dei Pirenei”, e sembrano nascere dalla terra che si allarga in modo naturale sotto di loro.In altre due formelle la casa viene invece ripetuta identica in una serie, racchiusa in una specie di griglia, come per sottolineare la pluralità delle esperienze umane e allo stesso tempo l’universalità dei valori che le governano.

In qesta pagina dall’alto: “Collezione”, terracotta cm. 30x45; “Passi d’autore”, terracotte cm. 300x350.

51

Ma, seguendo l’ispirazione che anima le sue ultimissime creazioni del 2000, Pompili ripropone in “Passi d’autore” la casa abbinata alla figura umana, in quello che appare un autoritratto essenziale e non caratterizzato. L’artista, in due formelle, si rappresenta con le gambe scostate, come sul punto di muovere un passo, nell’atteggiamento degli antichi offerenti greci o romani e tiene sulle mani o sulla testa una casa. Pompili, quindi, si offre con una confessione, si mostra agli altri e comunica se stesso, la sua storia e la sua cultura, inglobate e rappresentate appunto dalla casa. Graziano Pompili è riuscito a esprimere al massimo le potenzialità comunicative della sua arte, regalando in uno sguardo solo la storia e la poetica di una intera vita artistica. Ma lo scultore ha creato quest’opera anche per se stesso, mosso dalla necessità di recuperare e riassaporare un trascorso che si tende sempre a mettere da parte in modo frettoloso a favore della novità, sebbene rimanga inconsciamente impresso in ogni azione. Pompili ha capito che le conquiste del passato possono diventare un importante punto di riferimento, un luogo magicamente sospeso da cui attingere, perché no, nuovi elementi per il futuro.

In qesta pagina dall’alto: “Senza titolo”, terracotta cm.45x30; “Formella”, terracotta cm.45x30.

52

AZIENDEdi Ugo La Pietra Progetti e proposte Morelato

Ad Abitare il Tempo 2002 la Ditta Morelato ha anticipato i suoi programmi futuri con la nuova collezione “Classico 2000” e l’Osservatorio sull’Arte Applicata nel Mobile

L’immagine consolidata della produzione Morelato, ormai nota per la produzione di oggetti progettati rivisitando gli stili del passato, riferiti al ’700, ’800 e ’900, si arricchirà, secondo un programma messo a punto con l’art director Ugo La Pietra, di un nuovo capitolo dedicato al 2000.Per l’anno 2003 è stata presentata, ad “Abitare il Tempo” a Verona, la nuova collezione “Classico 2000”.Così la Morelato ha esplorato e proposto, attraverso un lavoro di ricerca e progettazione con il coinvolgimento di alcuni designer, quattro secoli di storia dove però, per quanto riguarda il 2000, i riferimenti non potranno essere fatti a “stilemi” acquisiti dalla storia delle “Arti Applicate”, ma da una classicità contemporanea tutta da scoprire e che la stessa Morelato preferisce definire “lo stileal di sopra degli stili”. Proprio come, qualche volta, Gio Ponti indicava la vera essenza del “mobile classico” come un mobile senza riferimenti a periodi storici, quindi non “una sedia barocca, neoclassica, liberty ...” ma una “sedia sedia”, un oggetto cioè capace di farsi riconoscere come l’oggetto che esprime tutto o il meglio della cultura progettuale espressa nel tempo.In sintesi, la nuova collezione vedrà rappresentati tutti i principi e i valori che hanno da sempre caratterizzato i mobili Morelato in

53

chiave contemporanea: attenzione agli aspetti ecologici (nelle materie, finiture, lucidature, ecc.), oggetti dedicati all’area affettiva dello spazio domestico sociale-individuale (soggiorno, pranzo, camera da letto), oggetti il cui risultato è anche quello di un’attenta ed innovativa ricerca sui materiali e quindi, come accennato sopra, oggetti al di sopra degli stili e quindi, usando forme archetipali, essenziali e rassicuranti. A questi programmi di ordine progettuale e produttivo si aggiunge l’iniziativa prettamente culturale della nascita dell’Osservatorio sull’Arte Applicata nel Mobile. La Ditta Morelato, che di fatto si impegna da tempo a sviluppare e sostenere iniziative culturali cercando di dare importanza alla

Nella pagina a fronte: pubblicazione che raccoglie una collezione di mobili realizzati dalla Morelato. Ricerca e sperimentazioneall’intero di tre gruppi di oggetti con riferimenti più o meno espliciti al classico, “relazioni-citazioni-allusioni”, una proposta per la costituzione dell’Osservatorio sull’Arte Applicata del Mobile a cura di Ugo La Pietra.In questa pagina, dall’alto:alcuni oggetti della collezione di mobili progettati da Antonio Berdondini, ebanista a Faenza negli anni ’30/40, di prossima produzione dalla Berdondini: poltrona “Maggio”; mobiletto “Villa Savoia”; tavolo “Ettore”.

54

Sotto, dall’alto e da sinistra:alcuni progetti realizzati da Pier Luigi Ghianda: secretaire da tavolo in legno di noce, 1980 ca.; “Maria Palitas”, poltrona a dondolo, da un’idea di Gae Aulenti, legno di cedro, 1975; “Kioto”, tavolo di Gianfranco Frattini, legno di faggio naturale, 1974; traversa da bagno di Gae Aulenti, legno di cedro e abete, 1981; scatola portapillole, legni di essenze diverse, 1935; “Etagère”, libreria da centro di Mario Bellini, massello, 1989.

55

tradizione del mobile classico (vedi la collezione Morelato “Ricerca e Sperimentazione”, presentata al Museo Minguzzi durante il Salone del Mobile di Milano), oggi presenta un nuovo ed ambizioso programma: la relizzazione di un Osservatorio sull’Arte Applicata nell’area veneta, con particolare attenzione alla lavorazione del mobile.Una struttura che dovrebbe svolgere attività di promozione e valorizzazione dell’area di Bovolone/Cerea e del mobile veneto, oltre a contribuire alla valorizzazione del mobile a livello nazionale ed internazionale.Così, come primo segno dell’attività dell’Osservatorio, alla manifestazione di settembre presso Palazzo Taidelli, sono state presentate due esperienze particolarmente significative: il lavoro del maestro ebanista Pierluigi Ghianda, che rappresenta un raro esempio di “valore culturale” e di “capacità fattuale” nella lavorazione del legno; l’anticipazione della Collezione Berdondini, ispirata ai modelli realizzati da Antonio Berdondini, ebanista che ha operato a Faenza soprattutto tra gli anni ’30 e ’40. Due proposte che indicano sinteticamente quella che sarà la politica culturale di questa struttura: espressione della cultura materiale in grado di rinsaldare il legame tra memoria storica e proposte contemporanee.

Dall’alto:logo della nuova collezione Morelato “Classico 2000”;Pier Luigi Ghianda ritratto nel suo laboratorio in differenti fasi di lavorazione.

56

FIERE E SALONIdi Fernando Murilo Moro

Marta Va edizione Dal cinque all’otto dicembre 2002 in occasione della Mostra dell’Artigianato di qualitàhappy hours, concerti serali ed altri eventiper la festa d’Inverno che si terrà a Firenzeentro i bastioni medicei della Fortezza da Basso

Firenze, dal cinque all’otto dicembre 2002, è sotto il segno dell’artigianato in festa: Marta, Mostra dell’Artigianato, indosserà i colori, le luci, i profumi di una festa d’Inverno da vivere tutti insieme, per quattro giorni consecutivi, nella centralissima Fortezza da Basso. Tante le novità in programma per la mostra, organizzata per il quinto anno consecutivo da Firenze Expo & Congress, a partire dall’ampliamento dei settori merceologici della manifestazione per abbracciare a 360 gradi l’intera sfera della strenna natalizia, da quella prodotta dalle nostre secolari tradizioni artigianali a quella multietnica, per finire con le proposte più sfiziose ed allettanti da cogliere al volo per il tempo libero. L’artigianato unito alle invitanti atmosfere di una kermesse prenatalizia saranno gli ingredienti principali della manifestazione che di anno in anno si ripropone e si rinnova sia come opportunità commerciale, sia come momento da trascorrere in fiera a contatto diretto con le migliori creazioni della creatività e della fantasia. Negli storici ambienti della Fortezza da Basso l’aria di festa si colora di sogni e desideri per un mondo immaginario ma tangibile di piccoli e grandi doni. Dirlo con un oggetto: dall’oggettistica ai complementi d’arredo alle proposte per il living e la decorazione della casa, dall’oreficeria e bigiotteria fino ai prodotti biologici e naturali, ai profumi, alle essenze esotiche e candele aromatiche per rendere più luminosi, caldi, avvolgenti ed intimi gli spazi del Natale.

Questo e molto di più si potrà vedere, toccare ed acquistare a Marta, dal 5 all’8/12/02. Sono previste inoltre aree di intrattenimento per i visitatori, che spazieranno dalle dimostrazioni di punto a croce, ricamo, découpage, creazioni in cera ed altri materiali artistici, alle degustazioni e corsi di sommelier e di cucina fino a spazi-animazioni per i più piccoli. Saranno inoltre allestiti all’interno della Fortezza cybercafé come punto di incontro per teenager e adulti, secondo le nuove tendenze del gusto che privilegiano il desiderio di incontrarsi e conoscersi al di là dei confini di tempo e spazio. Concerti serali ed altri eventi -primo fra tutti l’happy hours aperto fino alle 02.00 di notte- completeranno il calendario degli appuntamenti in

programma alla Fortezza da Basso nei quattro giorni di svolgimento della mostra mercato. Marta dunque non solo vetrina e volano commerciale per centinaia di imprese e di laboratori artigiani che presenteranno alla festa d’Inverno alla Fortezza, con prodotti di qualità e ricercatezza, il livello raggiunto dalla produzione artigianale italiana, ma anche come anteprima fiorentina del Natale, luogo privilegiato di incontro da vivere, nello spirito comune della festa, entro i bastioni medicei della Fortezza da Basso, dal 5 all’8/12/02.

Orario di apertura: 10.00 - 23.00Biglietto € 7,00 - Ridotto € 5,00 Informazioni: Firenze Expo&Congress tel 055.49.721 - fax 055.4973237e-mail: [email protected]

“Opera buffa”, tavola realizzata da Imelda Bassanello, cm. 160x190, 1996 (particolare)

57

FIERE E SALONIdi Florinda Gaudio Tendence 2002

Molto soddisfatti gli oltre 100.000 visitatori specializzati internazionali giunti a Francoforte per la manifestazione d’autunnoche ha annunciato “Tendence Lifestyle”nuovo concetto espositivo per il 2003

Nella difficile situazione economica attuale Tendence 2002 ha mostrato i punti di forza come le debolezze del mercato, ma con un orientamento tendenzialmente positivo. Dal 30/8 al 3/9/2002 la manifestazione ha riconfermato la propria leadership quale principale appuntamento per fare gli ordini per la stagione autunno/inverno, come anche per riassortirsi in vista delle vendite di Natale, contando 4.444 espositori provenienti da 86 Paesi su una superficie espositiva lorda di 321.500 mq e oltre 100.000 visitatori da 67 Paesi. Proprio

quest’anno, ovvero, data la difficile situazione economica, la più grande fiera mondiale dei beni di consumo del periodo autunnale doveva dimostrare la propria importanza ed essere il motore di nuovi impulsi per l’industria dei beni di consumo internazionale. “Tendence resta il più importante appuntamento per fare gli ordini per la stagione autunno-inverno. Questo ci è stato confermato dalla maggior parte degli espositori e visitatori nei giorni scorsi” è il bilancio, sostanzialmente positivo, della manifestazione,

del dr. Michael Peters, Membro del Consiglio Direttivo di Messe Frankfurt. “Mentre alcuni hanno già avvertito segnali di ripresa in primavera, altri puntano invece sulla congiuntura invernale”. A Tendence la voglia di fare acquisti e al tempo stesso la frustrazione erano presenti l’una accanto all’altra. Dai fatturati record alla stasi totale, dalla corsa agli acquisti al rifiuto di comprare, la fiera si è presentata quest’anno come quella delle contraddizioni. Ma questo quadro controverso dimostra anche che non è sempre tutta colpa

58

con Tendence si è svolto il congresso sulle nuove tendenze nel commercio e consumi.Museums Shop a Tendence 2002Anche quest’anno nell’ambito di Gallery -salone specializzato di quadri e cornici- nel padiglione 4.0 si è svolto per la seconda volta il Museums Shop, dove produttori e manifatture hanno presentato ai compratori di articoli museali e di prestigiose boutique del regalo le ultime novità e tendenze. L’offerta spazia da raffinati articoli da regalo, molti dei quali su licenza, a speciali produzioni realizzate per rinomati musei e collezioni. Sia che si tratti di prodotti dell’artigianato artistico italiano, di ceramica o di tessuti pregiati, ciò che contraddistingue tutti i prodotti di questo salone è l’alto grado di cultura, originalità e qualità. Nella mostra speciale “Museo Museo”, nel padiglione 4.0, il gruppo italiano “Artex” ha presentato la tradizione e l’arte toscana in una mostra intitolata “take art away”, che unisce l‘artigianato artistico al marketing. Tutti i prodotti esposti nella mostra -articoli da regalo, complementi d’arredo, tessili per l’arredamento, lavori di oreficeria e gioielli- vengono prodotti essenzialmente per i negozi di articoli museali. Idee innovative per l’allestimento e l’arredamento del Musems Shop sono state presentate nella mostra speciale “Display” dal gruppo Octanorum, che ha fornito così ai negozi di articoli museali spunti e suggerimenti interessanti per la vetrinistica, importante strumento di promozione delle vendite. Tendence Lifestyle: nuovo

concetto espositivo dal 2003 Lifestyle nei quattro “mondi dei consumi” Il commerciante si trova oggi di fronte a un nuovo tipo di consumatore, ben consapevole e informato, che ben presto non accetterà più un’offerta di prodotti sovrabbondante, complessa e caotica. Messe Frankfurt sta seguendo questo processo di trasformazione con molta attenzione e anticipatamente presenterà, a partire dal 2003, un nuovo concetto espositivo per Tendence. Principio base della nuova concezione della manifestazione una strutturazione non più per tipologia di prodotto, bensì per “mondi dei consumi”, che copriranno tutti i settori più importanti dei diversi stili di vita del consumatore finale. Questi mondi si chiameranno: Modern Living, Emotion, Joy e Function.JoyIl nuovo settore espositivo per l’intero comparto internazionale degli articoli da regalo si chiama “Joy”. Variopinti, spiritosi e divertenti, ma al tempo stesso di prestigio e qualità sono gli articoli presentati dai saloni specializzati “Gifts Unlimited”, “Manufakturen & Collectables”, “Carat”, “Seasons”, “Senses”, “Modern Crafts” e “Passage/Gift”.L’offerta spazia dagli articoli da regalo, gioielli, manufatti preziosi e oggetti da collezionare, ai prodotti di cartoleria e decorazioni, fino ai prodotti per la cura del corpo. In questo contesto particolarmente ricco e interessante si colloca nuovamente anche

della congiuntura economica. “Spetta anche alla volontà dei singoli trovare nuove prospettive. Tendence ha dimostrato, quest’anno in particolare, che proprio questi impulsi innovativi sono ciò di cui ha bisogno il mercato per rimettersi in moto, e qui li può trovare” dichiara Peters. Sul fronte dei visitatori è stato superato l’esame a pieni voti: il 90% degli oltre 100.000 visitatori ha raggiunto i propri obiettivi e si è dichiarato da soddisfatto fino a molto soddisfatto. La qualità dei visitatori specializzati è inoltre ulteriormente cresciuta rispetto alla precedente edizione. Proprio dall’estero sono venuti i top-buyer dotati di potere decisionale che hanno sfruttato il loro soggiorno a Francoforte in maniera decisamente più intensa rispetto al passato. I Paesi europei maggiormente rappresentati sono stati Svizzera, Lichtenstein, Italia, Olanda, Francia, Austria, Belgio e Lussemburgo, così come Gran Bretagna e Spagna.Per quanto riguarda i visitatori d’oltreoceano i principali Paesi di provenienza sono stati USA, Giappone e Corea del Sud. Anche quest’anno il grado di internazionalità di Tendence è stato del 24% circa. Con le mostre speciali quali, per esempio, “Caffee” o “Windows”, Messe Frankfurt ha offerto ai commercianti ispirazione e orientamento sulle nuove tendenze del mercato. Creativi, designer e artisti hanno fornito ai dettaglianti suggerimenti e idee innovative per avvicinare i clienti. Concomitante

Nella pagina precedente:immagine di uno stand nel padiglione “Gallery”.

59

Museums Shop con l’obiettivo di raggiungere così nuove categorie di clienti, oltre a quelle ormai classiche dei negozi di articoli museali e delle gallerie, come per esempio le boutique del regalo o le grandi catene commerciali internazionali con assortimenti di qualità e prestigio.Modern Living“Modern living” è il “mondo dei consumi” per arredare, decorare, cucinare e fare regali, dallo stile classico-moderno, fino all’avanguardia e al lifestyle. Nei tre saloni specializzati “Interior Design”, “Young & Trendy” e “Cook & Eat” il commerciante trova le ultimissime tendenze e il design più attuale.Emotion“Emotion” si presenta come il “mondo dei consumi” per lo stile di vista classico che spazia su tutte le categorie merceologiche. I saloni specializzati “Bel Etage”, “Country Home” e “Passage/Home” presentano soluzioni e oggetti d’arredo dal design classico, così come in stile country. FunctionDal 2003 “Function” è il “mondo dei consumi” per gli articoli casalinghi, la cucina e la tavola apparecchiata. Nei saloni specializzati “Table Top” e “Kitchen & Houseware” gli operatori commerciali trovano oggetti in cristallo, porcellana e ceramica, posateria, così come articoli in argento e metallo, stoviglie, coltelleria, utensili da cucina e prodotti per la pulizia, sia per il commercio al dettaglio che per quello in grossi volumi.

A lato:veduta della mostra “take art away”realizzata dalla società Artex di Firenze all’interno dello spazio ”Museo Museo Art Store” nella sezione “Museumsshop”.

Sotto: immagine dello stand “Africa”nel padiglione “Gallery”.

60

FIERE E SALONIdi Tina Brescia L’I.S.O.L.A. al Macef

La Sardegna protagonista dell’edizione autunnaleha presentato agli operatori del settoreun significativo campionario d’artigianato artisticola realizzazione in diretta di un bel tappeto tradizionale ma anche l’agro-alimentare e l’industria turisticala realizzazione in diretta di un tappeto tradizionale

L’artigianato artistico sardo, coordinato e promosso dall’ I.S.O.L.A., è stato tra i protagonisti dell’edizione autunnale del MACEF, una delle maggiori esposizioni mondiali di articoli da regalo e arredo casa. La manifestazione, che quest’anno ha occupato tutti gli spazi di Fiera Milano con 2.800 espositori, è servita alla Sardegna per fare conoscere anche altri prodotti di qualità, dal vino al formaggio al turismo culturale. Grazie all’iniziativa congiunta di I.S.O.L.A., ERSAT e ESIT, gli enti strumentali della Regione che promuovono rispettivamente l’artigianato, l’agro-alimentare e l’industria turistica, è stato allestito uno stand dove il pubblico del MACEF -decine di migliaia di commercianti- ha potuto degustare i prodotti e ottenere le cartine con i vari itinerari tematici: un invito per programmare le prossime vacanze oltre le ben note spiagge. Ovviamente l’attenzione più direttamente commerciale era riservata allo stand tradizionale che presentava un significativo campionario di ceramiche, vetri, tessuti lavorati, cestini ma anche le casettine in trachite arricchite con inserimenti in argento. Per l’I.S.O.L.A., presente con il presidente Giuseppe Ventura, il direttore generale Gabriele Peretti e il coordinatore Lorenzo Muggianu, il MACEF è stata l’occasione anche per incontrare la stampa specializzata, quella che segnala le tendenze sia agli operatori del settore, sia al vasto pubblico degli

acquirenti, nonchè alcuni rappresentanti della Regione Lombardia, tra cui l’unico di origine sarda presente nel Consiglio, Stefano Maullo. Il pubblico ha potuto anche ammirare, nell’apposito spazio fieristico dedicato al “fatto a mano”,

la tessitrice Maria Chiara Maxia, residente a San Basilio (Cagliari) ma originaria di Orani (Nuoro), che durante le giornate della manifestazione ha realizzato “in diretta” un bellissimo tappeto della tradizione sarda.

61

48° Florence Gift MartAtmosfera natalizia e creatività delle aziende espositrici coniugate a suggestioni orientali e fantasie etniche hanno portato una ventata di grande ottimismo nei numerosi compratori presenti all’ultima edizione dal 13 al 16 settembre alla Fortezza Da Basso

Dall’alto: immagini degli stand “Sia Italia”, “Tessitura Pardi” e “Diana Communication”.

L’atmosfera natalizia che regnava negli stand, ora sontuosi, ora divertenti ma sempre gradevolmente allestiti, ha portato una ventata d’ottimismo, grazie alla creatività delle aziende espositrici con le loro ultime novità, e decisamente positiva è stata la risposta dei numerosi compratori. Massiccia la presenza del centro-sud, i cui operatori hanno dimostrato di considerare l’appuntamento con il Gift un momento irrinunciabile del proprio lavoro e Firenze sede ideale per un evento fieristico di qualità. Tante, inoltre, le iniziative degli espositori per coinvolgere la propria clientela, come nel caso di “Tè…nel deserto” organizzata da Assoregalo, meeting point con esibizioni di danze medio-orientali e tè alla menta come in una tenda beduina. Suggestioni d’oriente, fantasie etniche e richiami esotici vengono così ad arricchire il panorama dell’articolo da regalo, affiancandosi alle tradizionali produzioni “Made in Italy”, all’artigianato artistico e al classico complemento d’arredo; un mix di tradizione e originalità che risponde al gusto attuale, come ha dimostrato anche “Christmas Lifestyle”,la scenografia realizzata da SIA Italia e dedicata al natale interpretato secondo i diversi stili di vita, dal moderno giovanile al country, dal classico rivisitato al minimal chic, in una fantasmagoria di forme e colori sempre di ottimo gusto. Qualità al passo coi tempi, dunque, e il Florence Mart può guardare con serenità al prossimo appuntamento, dal 15 al 17 marzo 2003, quando la manifestazione si svolgerà in

contemporanea con Pitti Casa nella unica sede della Fortezza da Basso. La sempre più stretta collaborazione con Pitti Immagine apre sicuramente ottime prospettive, vista la naturale vicinanza dei settori commerciali e vista l’attuale tendenza, ormai accentuata anche nella vendita al dettaglio, ad offrire una proposta coordinata per l’ambiente domestico, dall’arredo ai tessuti, dalla tavola alla biancheria per la casa.

FIERE E SALONIdi Federico Gatti

E in marzo il Florence Mart riproporrà Home Collection, che si colloca appunto in quest’ottica, sezione speciale all’interno della quale aziende prestigiose presenteranno un’ampia panoramica della miglior produzione contemporanea del complemento d’arredo. Al Florence Mart sono già al lavoro per garantire ad espositori e compratori un 49° Gift brillante e variegato, dal 15 al 17 marzo 2003.

62

FIERE E SALONIdi Felice Bonalumi 57° MIA

L’artigianato di Kioto e delle montagne di Lombardia insieme al rinnovato ed elegante allesimento protagonisti alla Mostra dell’Arredamento di Monza che conferma il suo ruolo di punta nel settore fieristco per le piccole e le medie imprese artigiane

Con il patrocinio e il contributo della Regione Lombardia (Assessorato Artigianato, Nuova Economia, Innovazione e Ricerca Tecnologica) e di Unioncamere Lombardia, i settori dedicati all’artigianato hanno calamitato l’attenzione di un pubblico attento e preparato, confermando la positiva decisione, operata da MIA, di mettere a confronto aree di Paesi diversi a forte vocazione artigiana.Artigianato di KyotoSono stati presentati i maestri artigiani della Prefettura di Kyoto, per la prima volta in Italia, con pezzi unici, recentemente rinnovati in termini di restyling, che rispondono totalmente ai nuovi spazi conquistati dal prodotto artigiano. Kyoto e la sua Prefettura sono considerati, da tutti i giapponesi, il “cuore antico” del Paese del Sol Levante e i prodotti artigiani della zona vantano un marchio: “KYO”, segno di distinzione e di prestigio. La mostra, patrocinata dalla prefettura di Kyoto e dal Consolato Giapponese di Milano, è parte di un progetto che si completerà nel 2003 con due importanti eventi:a) la presenza di una selezione di opere di maestri artigiani lombardi a Kyoto, in giugno;b) La rassegna di progetti per una casa del futuro: “Lombardia Design &Kyoto Design”, che si terrà in una prestigiosa sede milanese, ad aprile, in occasione del Salone del Mobile. Artigianato&MontagnaLe montagne di Lombardia, molto conosciute grazie ad un turismo moderno ed efficiente, sono anche “cultura”, innanzitutto artigianato. Nell’Anno Internazionale della Montagna è proprio questo

l’aspetto che si è voluto porre in primo piano perché l’artigianato delle valli montane è sempre stato attivo e presente, ma senza dubbio deve essere meglio conosciuto e trovare nuovi sbocchi di mercato. MIA ha dedicato uno spazio, primo atto di un’importante opera di nuova comunicazione, allo scopo di sottolinearne ricchezza dei materiali, modernità di produzione, storia. Tantissime sono le valli in cui i vari tipi di materiali hanno incontrato i migliori artefici e, considerata l’impossibilità di realizzare una mostra esaustiva, si è optato per una selezione dei pezzi più significativi. Il visitatore ha così potuto rendersi conto della grande ricchezza

di questo artigianato e della sua capacità di proporsi al mercato in modo innovativo. A completamento della rassegna sono stati inseriti alcuni costumi seicenteschi valtellinesi e della Val Chiavenna, realizzati dai sarti dell’Unione Artigiani di Sondrio. L’importanza dell’artigianato di montagna trova infine conferma nel progetto di realizzare un CD-rom, che presenterà l’intero artigianato delle valli, sempre con il patrocinio e il contributo della Regione Lombardia (Assessore all’Artigianato, Nuova Economia, Ricerca e Innovazione Tecnologica Giorgio Pozzi) e Unioncamere (Presidente Vico Valassi).

Dall’alto: due scorci della mostra “Artigianato&Montagna”; veduta della mostra “Kyoto”.

64

M A T E R I A L I E T E C N I C h E

su “Il paese della pietra”, il famoso prof. Mario Pieri autore della “Marmologia-Dizionario di marmi e graniti italiani ed esteri”, nel 1966 affermi che il medesimo nome, viste le qualità morfologiche del materiale, sia da ricondurre al formaggio grana del Piacentino, ed é perfino disar-mante sentire che molti illustri cono-scitori della pietra piasentina ritenga-no che essa si chiami così perché piase, termine questo che, noncurante della lingua friulana, risulta di fin troppo facile comprensione e si riferisce alla parlata veneta o veneto-udinese ampiamente diffusa nel Friuli centro-meridionale.

La classificazione petrograficaPresente in tre varietà fondamentali (a grana grossa, grana media e grana fina), dal punto di vista petrografico la pietra piasentina può essere com-presa tra le rocce classiche di tipo carbonatico, rocce che, nel caso delle varietà a grana grossa e media vengo-no classificate tra le calciruditi men-tre, nel caso della varietà a grana fine, quest’ultima risulta compresa tra quelle definite calcareniti. Più nello specifico, come ampiamen-te illustrato da Giovanni Battista

La denominazione comuneIl suo nome commerciale é “pietra piasentina”. E in un luogo come il Friuli, in cui i toponomasti più illustri si arrabattano da qualche secolo per trovare una ragione capace di motiva-re in maniera scientifica l’etimologia della parola Udine -parola il cui signi-ficato risulta essere ancora confuso nel mistero delle lingue del passato-, anche gli argomenti che portano a denominare così la pietra piasentina affondano in quella, spesso disperata, mancanza di certezze che accomuna i destini della ricerca sulle origini di alcune parole friulane. Tra le tesi che sembrano risultare maggiormente credibili, comunque, la più accreditata rimane quella che sostiene che il termine piasentina altro non sia che una venetizzazione di pia-centina e che, nel periodo in cui la Repubblica Veneta era egemone su tutto il territorio friulano, tale agget-tivo sia stato attribuito alla nostra pie-tra in quanto essa, ad un occhio poco esercitato, poteva apparire simile ad un’altra pietra che, a quel tempo, veniva estratta sui rilievi prossimi alla città di Piacenza. Nel contempo, però, é curioso pensare che, come ci riferisce Gianfranco Ellero nel 1986

Carulli e da Roberto Onofri nella pubblicazione intitolata “La pietra piasentina”, edita da Del Bianco di Udine nel 1968, per quanto riguarda la pietra piasentina a grana grossa, si tratta di una brecciola a debole poli-cromia, di colore variabile dal grigio-nocciola al grigio-marrone intenso. Nella massa di fondo -quasi sempre di colore grigio- sono compresi fram-menti calcarei arrotondati con dimensioni variabili da qualche mil-limetro ad oltre il centimetro e, dato che le dimensioni medie dei fram-menti si aggirano sugli otto millime-tri, la roccia può essere definita come una calcirudite. Per quanto riguarda, invece, la pietra piasentina a grana media, si tratta di una brecciola molto compatta, che si presenta con un colore di fondo grigio scuro e risulta costituita da frammenti calcarei che, a volte, presentano spigoli legger-mente arrotondati ed a volte, invece, spigoli vivi. Anche in questo caso, risultando le dimensioni dei granuli comprese tra un millimetro e circa otto millimetri, la varietà di roccia in questione rientra tra le calciruditi. Da ultimo, infine, la pietra piasentina a grana fine si presenta come una roc-cia molto compatta, con tinta di base

Le tecniche dei maestri

LA PIETRA PIASENTINAdi Paolo Coretti

65

color grigio-nocciola piuttosto scuro e uniforme. Essa é fittamente pun-teggiata da minuti frammenti che mostrano gradazioni di colore varia-bili dal nocciola chiaro al bruno scuro, fino al nero, e da qualche resto fossillifero di piccolissime dimensio-ni. I frammenti, anche essi prevalen-temente di natura calcarea, hanno un diametro medio di circa un millime-tro e sono distribuiti con grande omogeneità. In base all’aspetto granulometrico ed alla composizione mineralogica, detta varietà di roccia può essere compresa nell’ambito delle calcareniti.

Le proprietà fisico meccanichePer tutte le varietà granulometriche, il peso risulta pari a 2.690 kg/mc. e questo fatto, se riferito alla classifica- zione delle rocce messa a punto da Salmoiraghi, colloca la pietra piasen-tina tra le rocce pesanti e la rende si- mile, per peso al metrocubo, ad alcu- ni calcari compatti ma anche alle tra-chiti ed ai graniti in genere. Ad un coefficiente di assorbimento dell’ac-qua, poi, pari allo 0,21% della massa calcolata, coefficiente che con-sente di far rientrare la pietra piasen-tina nella categoria delle rocce com-patte e che consente anche di preve-dere per essa la possibilità di utilizzo in presenza d’acqua battente e di gelo, essa mostra una resistenza alla compressione che, pur variando tra 1.200 kg./cmq., per la pietra piasenti-na a grana grossa, a 2.200 kg./cmq., per quella a grana fine, se avvicina la prima varietà alle caratteristiche di un buon marmo, associa le caratteristi-che della seconda a quelle ottime del porfido del Trentino. Alla buona resistenza alla flessione, infine, resistenza che, anche in questo caso, varia in funzione della diversa grana del materiale e dichiara valori compresi tra 135 a 181 kg./ cmq., affianca una resistenza all’usura pari a 0,58%, percentuale questa che, riferi-ta per consuetudine al valore assoluto del granito di San Fedelino, rende possibile classificare la pietra piasen-tina tra i materiali più resistenti all’abrasione.

Il luogo e le caveSono i rilievi e le vallate modellate dai due rami del torrente Chiarò (forse dalla radice preromana kar che significa luogo roccioso o sassoso), il ramo del Chiarò di Torreano e quel-lo di Prestento. In un paesaggio ver-dissimo, fatto di boschi e di campi coltivati a granoturco ed a vigneti, punteggiato, a volte, da piccoli villag-gi, al tempo stesso aspri e ridenti. Nel territorio amministrato dai Co-muni di Torreano (la pietra piasentina viene anche detta pietra di Tor-reano), di Faedis, di San Leonardo e di San Pietro al Natisone, tutti Co-muni in Provincia di Udine e tutti luoghi situati nelle vicinanze della affascinante città di Cividale (l’antica Forum Julii), città che, come Aqui-leia, ha sostenuto per secoli il ruolo di capitale dell’antico Friuli. Le cave, nascoste il più delle volte alla vista dei passanti dalla naturale vege-tazione dei luoghi, sono costituite da banchi di rocce affioranti. Si tratta di cave a cielo aperto e il materiale, spesso incoerente nelle parti superfi-ciali, nell’immediato sottosuolo

M A T E R I A L I E T E C N I C h E

Nella pagina a fronte, da sinistra: sbancamento del fronte di cava; suddivisione di un blocco; deposito di blocchi grezzi.

In questa pagina, dall’alto e da sinistra:due immagini del taglio di lastresu banco a rulliera;taglio di un blocco con disco diamantato; lucidatura meccanica.

mostra omogeneità per giacimenti di potenza variabile da 20 a 200 mt. Un tempo, le rocce, ripulite dalle parti terrose, in maniera analoga a quello che succedeva nelle cave di ogni luogo, venivano ridotte nelle dimensioni con l’aiuto di cunei di legno che, infilati nelle fessure delle rocce e bagnati periodicamente, con-sentivano il distacco controllato delle singole parti e agevolavano così la movimentazione ed il lievo degli ele-menti. Solo in tempi recenti -ma anche solo per rimuovere con mag-gior facilità il materiale di superficie che, di solito, non presentava alcun interesse di carattere commerciale- si procedeva al minamento dell’area destinata alla cava mediante l’utilizzo di micce e polvere nera collocata al’interno di alcuni anfratti naturali o creati per l’occasione. Attualmente l’attività estrattiva, pur conservando inalterata molta parte dell’antica fati-ca, viene condotta con l’utilizzo di cunei e martinetti oleodinamici, rara-mente con filo elicoidale veloce e diamantato (quest’ultima lavorazione si presta con migliori risultati nelle

66

M A T E R I A L I E T E C N I C h E

cave in cui i blocchi sono di grandi dimensioni e costituiscono fronti di altezza rilevante) e, soprattutto, a mezzo di au-topale di media e grande potenza, mezzi questi che sono utili anche alla ripulitura delle rocce, al distacco ed alla movimentazione degli elementi che possono essere traspor-tati nella dimensione originaria e, soprattutto, alla sistemazione provvi-soria, prima, e definitiva, poi, dei detriti delle lavorazioni di escavazio-ne.

Sistemi di lavorazioneLe rocce, sbozzate in maniera som-maria nel luogo dell’escavazione e, successivamente, trasportate nelle botteghe o nei laboratori della zona per essere regolarizzate nella forma, in maniera funzionale all’utilizzazio-ne individuata, vengono trasformate in lastre di vario spessore o in massel-li. Le lavorazioni di sbozzatura -lavo-razioni che un tempo venivano effet-tuate necessariamente con mazze e grandi scalpelli a punta mozza- oggi possono essere realizzate con scalpelli a percussione alimentati ad aria com-pressa mentre l’attività di segagione, che fino a pochi decenni or- sono poteva essere realizzata solo mediante l’utilizzo di fili elicoidali ad azione continua e che vedeva l’uso dell’acqua e della sabbia come materiale abrasi-vo, viene affidata a telai del tipo mul-tilama o a telai dotati di lame o dischi diamantati capaci di operare in maniera contemporanea su tutto il blocco proveniente dalla cava e, otti-mizzando la segagione, capaci anche di ricavare da esso un numero di lastre o di masselli congeniale alle dimensioni del blocco e alla riduzio-ne degli sprechi. Le superfici delle lastre e dei masselli così ricavati,

dopo le necessarie operazioni di taglio e di rifilatura, possono essere conservate allo stato originario (fini-tura a piano di sega), oppure possono essere sottoposte alle lavorazioni di levigatura, lucidatura, fiammatura, bocciardatura e lavorazione a punta di scalpello. Nello specifico, la leviga-tura, mediante l’utilizzo di mole abra-sive a grana progressivamente decre-scente, rende la superficie della pietra liscia ma opaca (la pietra piasentina, in questo caso, si presenta di un colo-re grigio chiaro che la avvicina, sotto il profilo cromatico, alla, forse più conosciuta, pietra serena); la lucida-tura, invece, ottenuta an-ch’essa con mole abrasive, rende la superficie così lucida da risultare specchiante ed esalta l’impasto colorato del materiale mettendo in evidenza tutte le sfuma-ture che vanno dal grigio-nocciola al grigio-marrone e le intrusioni calca-

In alto: attrezzi da lavoro con denominazioni

in lingua friulana.

Sotto, da sinistra: lucidatura a mano mediante mola abrasiva; fiammatura con cannello ossioacetilenico;

bocciardatura con percussione a banco.

ree o fossillifere di varia natura; infi-ne la fiammatura che, riservata alla pietra piasentina ed alle pietre ignee di tipo granitoide, si ottiene scaldan-do la superficie del materiale con un cannello ossiacetilenico lanciato “a dardo” con inclinazione di 45° che, provocando la vetrificazione dei sili-cati di superficie, conferisce alla pie-tra un aspetto ruvido molto vivo e resistente. La bocciardatura, invece, lavorazione che può essere eseguita a mano o a macchina applicando alla mazzetta o all’utensile meccanico un elemento di acciaio dotato di una sequenza di pri-smi appuntiti disposti in maniera reti-colare, rende la superficie variamente punteggiata e, in relazione al tipo di disegno che ne deriva, la bocciardatu-ra viene classificata di tipo medio o di tipo fine, tipo quest’ultimo, che viene comunemente denominato San Marco a ricordo delle tante lavora-zioni che, a Venezia, venivano ese-guite sulla pietra bianca d’Istria. La finitura a punta di scalpello, infine, viene ottenuta solo manualmente agendo sulla superficie della pietra con lo scalpello di acciaio (di varia dimensione e forma) e con la mazzet-ta di peso adeguato al tipo di lavora-zione e, in relazione all’effetto otte-nuto, prende il nome di spuntatura (tipo grosso, medio o fine), se la superficie risulta essere molto aspra e lascia intravedere quanto hanno

67

M A T E R I A L I E T E C N I C h E

Dall’alto e da sinistra: fontana realizzata dal maestro Cipriano, disegno dell’architetto Giovanni Carrara di Bergamo, 1542;bassorilievo in corso di lavorazione, Centro di Formazione Porfessionale E.F.A.; decori in bassorilievo realizzati da Consorzio Produttori Pietra Piasentina.

agito i colpi di scalpello nella pro-fondità del materiale, di gradinatura (anch’essa di tipo medio o fine), se la superficie presenta una rigatura più o meno accentuata, e di scalpellatura (di tipo medio o fine, alla cristiana) qualora la superficie evochi una sorta di satinatura e presenti una rigatura sottile, di scarso approfondimento e di andamento incrociato.

L’utilizzo storico e quello odiernoE’ certamente la pietra del Friuli costruito, la pietra delle strade e delle piazze, dei numerosi porticati e delle frequenti fontane. Conosciuta e utilizzata come pietra da costruzione già nel periodo roma-no, si diffonde e trova la sua applica-zione anche come pietra ornamentale nel periodo medioevale, in quel periodo in cui il sentimento naziona-le e l’autarchia economica si sono combinati con le straordinarie capa-cità dei lapicidi che, provenienti dalla Lombardia e dalle regioni del nord Europa, hanno trovato nel Friuli dei Patriarchi le opportunità per espri-mersi e per costruire le architetture e le cose che sono diventate il simbolo del Friuli di sempre. La stagione feli-ce della pietra piasentina prosegue anche dopo la caduta del Patriarcato, durante la Repubblica di Venezia, prosegue perché sostenuta da quella aristocrazia veneta dell’entroterra che -pur con la parsimonia che il luogo richiedeva- tentava di dar fondo alle proprie risorse per autocelebrare la nuova organizzazione del territorio e, soprattutto, per applicare in ogni luogo della Repubblica un linguaggio architettonico ed artistico uniforme, venetizzante e di maniera. Dal 1700, invece, e fino agli anni del secondo dopoguerra, la pietra piasen-tina perde il significato che aveva conquistato nel Medioevo e durante il Rinascimento di marca veneta e ritorna ad essere considerata solo ottima pietra da lavoro, adatta a rea-lizzare cordonate per marciapiedi e soprattutto a lastricare strade e piaz-ze. Modesti sono anche gli utilizzi nella cultura domestica: piccoli lava-toi da cucina, abbeveratoi nei cortili e

68

M A T E R I A L I E T E C N I C h E

Dall’alto, particolari delle facciate di due palazzi di Udine: Palazzo Antonini Cernazai, 1608;Palazzo Montegnacco Beghinz, 1730.

troguoli, mortai per pestare il sale o le granaglie, rari contenitori per il grasso. In tempi recenti, infine, a seguito della costituzione del Con-sorzio dei Produttori della Pietra Piasentina, consorzio impegnato ormai dalla metà degli anni sessanta nella riorganizzazione delle risorse e nella valorizzazione del materiale e delle sue applicazioni, ma anche gra-zie ad alcune manifestazioni di carat-tere artistico e culturale quali il Simposio Internazionale di Scultura che si tiene annualmente a Reana del Rojale, le giornate di scultura orga-nizzate da Giuditta Jaconcig a Cividale del Friuli e grazie all’attività di promozione dell’Ente per lo Svi-luppo dell’Artigianato nel Friuli Venezia Giulia (vedi anche Artigia-nato 38 del mese di settembre 2000), l’utilizzo della pietra piasentina ha riacquistato nuovo vigore e ciò ha de-terminato una maggiore qualità nelle applicazioni di carattere edilizio ma anche e, soprattutto, una nuova pre-senza della pietra piasentina nel mondo dell’arte e del design.

La formazione di un piccolo laboratorio artigianoEscludendo dal panorama produttivo la formazione dei semilavorati o delle componenti ripetitive o semise-riali destinate al mondo dell’edilizia, prodotti questi riservati per opportu-nità economica e funzionale alle industrie del settore dell’escavazione e della lavorazione della pietra, l’am-bito entro il quale la bottega artigiana può trovare una giustificata colloca-zione é quello riservato alla produ-zione di oggetti d’uso di dimensioni contenute e di oggetti d’arte in gene-re. Il laboratorio minimo richiede un locale di almeno 50 mq. e necessita di un’area scoperta, facilmente accessi-bile e configurata in maniera tale da agevolare le operazioni di carico e scarico del materiale, il suo razionale deposito e le indispensabili movimen-tazioni.L’attrezzatura richiesta per dar corso all’attività é costituita da una sega a banco funzionante con disco dia-mantato ed acqua, una levigatrice a

69

M A T E R I A L I E T E C N I C h E

Dall’alto e da sinistra: due immagini di oggetti realizzati da T.A.M. di Leo Sabbadini di Torreano; bocciardatura a mano; veduta di un laboratorio del Centro Formazione Professionale E.F.A. di Cividale del Friuli.

banco completa di mole abrasive col-locate su disco attivo sul piano oriz-zontale, uno o più martelli percussori completi di scalpelli per le sbozzatu-re dei blocchi e per le sagomature grezze, una sega mobile completa di accessori intercambiabili in grado di consentire piccoli tagli, fresature, levigature e lucidature delle superfici, vari scalpelli in acciaio temperato, alcuni martelli e mazzette tra loro diversi per peso e per possibilità di applicare sul battente utensili speciali quali piastre per bocciardatura o altro. Il locale dovrà essere collegato alla rete idrica (l’acqua é indispensabile per tagliare/levigare gli elementi) ed alla rete dell’energia elettrica (deve essere previsto un contratto che con-senta un assorbimento minimo di 10KW) e, data la rumorosità di certe lavorazioni, dovrà essere collocato nelle zone consentite dagli strumenti urbanistici vigenti per tali attività. Il reperimento del materiale grezzo di piccole o medie dimensioni risulta agevolato sotto il profilo economico e normativo, se ricercato tra gli scarti della produzione industriale.

Le scuoleA Cividale del Friuli, con l’intento di qualificare culturalmente coloro che operano nel settore e rinnovare la na-turale continuità, che ci si augura so-pravviva tra il mestiere tradizionale e le nuove tecnologie, da molti anni, presso il Centro Formazione Profes-sionale E.F.A., si tengono corsi bien-nali per scalpellino o marmista. Si tratta di un’iniziativa che, pur con-frontandosi quotidianamente con le difficoltà che investono l’attuale mondo dell’artigianato e con la crisi profonda che attraversano le scuole professionali di ogni settore, affronta seriamente il tema della cultura del fare, svolge un ruolo fondamentale per la crescita culturale del comparto produttivo della pietra piasentina ed è capace di offrire ogni anno grandi opportunità di lavoro ai numerosi giovani che frequentano detti corsi.

72

S E G N A L A Z I O N I

AUTORI

STEFANO DOVIGONato nel 1967 a Vicenza, dove vive e lavora, ha completato la maturità ar-tistica con diverse esperienze lavo-rative nel campo dell’arredamento e design del mobile. Creatore di scul-ture lignee esposte presso la parroc-chia della SS.Trinità di Padova, si de-dica, attualmente, ad un progetto ri-guardante l’arte sacra, in particolare alla realizzazione e commercializza-zione, insieme a Roberto Bertelli, di crocefissi realizzati in legno naturale supportati da un appoggio in plexi-glas. Questi crocefissi accomunano le caratteristiche più tipiche del prodot-to seriale e le prerogative di un'ulti-mazi-one artigianale, differenziando in tal modo ogni singolo pezzo come esclu-sivo e unico. Proprio la rifinitura arti-gianale e la naturalità del materiale sono indice di assoluta originalità del prodotto che si differenzia da una creazione fatta in serie. Il particolare studio di questo piccolo gioiello (dimensioni mm. 180xh280), realizzato in legno multistrato impiallacciato noce con una base in plexiglas, ne per-mette una duplice utilizzazione, sia come oggetto da parete che da appog-gio. Le parti sono scolpite ad intaglio con finiture a mano ed il modello “D100 Classic” ha diverse possibilità di varianti in produzione, con vari piallac-ci precomposti multicolor ed inserti (in alternativa alle parti scolpite) in rame 8/10 smaltato a fuoco (950 C°) nelle seguenti versioni: giallo oro, rosso rubino e blu cobalto. I materiali utiliz-zati hanno consentito a Dovigo di

coordinare il tutto per ottenere una perfetta fusione “forma e colore”. Per informazioni sul prodotto consultare il sito internet www.dovigo-2000.com op-pure contattare la ditta Cogyto s.a.s., tel/fax 0444.860416. Adriano Gatti

LAMBERTO CORREGGIARI

La Bottega dei Vasai ha presentato, in occasione del Salone del Mobile, una collezione di vasi in ceramica Poesie di Creta d isegnat i da Lamberto Correggiari. Il vaso come archetipo, creato come presenza in assenza di fiori è, nella ricerca di Correggiari, una forma che suggerisce l’essenza vitale della crescita: forme organiche, doppie, chiuse, con aperture per accogliere e accostare fiori unici e rari. Una ricerca formale nel mondo ceramico, realizza-ta da una delle realtà ceramiche più interessanti del territorio milanese: “La Bottega dei Vasai”, fondata nel ’79 da Emanuele Napoli, è ormai una realtà ben radicata e conosciuta nel panorama milanese della produzione artistica di terrecotte, ceramiche, maioliche. Molti dei maggiori architetti e designer ital-iani, da Guerriero a La Pietra, da Rasulo a Veneziano, Santachiara, Scacchetti, Calabroni, Babled, hanno collaborato con la Bottega dei Vasai, progettando oggetti unici o seriali che hanno visto un uso estremamente raffi-

REGINA GAMBATESA“My south”, la mia anima, è il titolo della nuova collezione di gioielli di Regina Gambatesa nei quali appare il

nato della ceramica, trattata con forme originali e rifiniture inedite. In visione, nell’occasione, anche i grandi vasi di Emanuele Napoli: disegni diversi, dimensioni diverse ma tutte pura forma, essenziali nel loro classico aspetto. Simona Cesana

Vaso di Lamberto Correggiari.

Crocefisso di Stefano Dovigo. Collana in frangia di corallo bianco, turchese, labradorite e oro di Regina Gambatesa.

Vasi di Emanuele Napoli.

73

S E G N A L A Z I O N I

forte desiderio di interpretare il senso di appartenenza a una cultura, una terra. Il progetto si affida all’istinto e ogni gioiello è un’opera che scaturisce quasi “naturalmente” grazie a ciò che la natura offre. Ecco quindi esprimersi la forza delle pietre: apatite, granato, turchese; la luminescenza delle perle; il fascino del corallo; la preziosità dell’oro; la delicatezza del cotone. Elementi, materiali, che rimandano al sud, con la sua passione e nostalgia, che per Regina è sempre ottima fonte di ispirazione. (S.C.)

ENRICA GIOVINENata a Grado (GO) nel ’66, si diplo-ma presso il liceo artistico e successi-vamente all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Esordisce nel mondo del-la pittura bidimensionale e, dopo un lungo percorso caratterizzato dalla continua ricerca e sperimentazione di nuove tecniche pittoriche, approda ad un’esperienza che si esprime attraver-so forme tridimensionali. A seguito di un paziente e cosciente studio di for-me, trasparenze ed opacità, di mate-riali come: vetro; polvere di cristallo, oro e argento; pietre dure quali ame-tista, quarzo, agata, pirite, lapislaz-zuli e altre, nascono “nuove creature”: una serie di vasi in vetro chiamati “meteore”, oggetti unici e preziosi realizzati a mano con una tecnica da lei inventata. La sua ricerca si è orientata anche verso la trasformazione e reinvenzione di alcuni mobili in disuso, che, una volta decorati, si rivestono con un “nuovo abito”, appropriandosi così di una nuova anima, dando il via a una nuova vita. (A.G.) “Meteore”, vasi in vetro realizzati a mano, con tecnica particolare, da Enrica Giovine.

Vaso in legni di essenze diverse di G. Franzone. Lampada di Valeria Vivani, materiali di riciclo.

EBANISTERIA FRANZONEGaetano Franzone, profondo cono-scitore di legni e abile ebanista, dal 1972 opera a Gela (CL) nel settore dell’arredamento e dei complementi d’arredo, realizzando oggetti in legno assemblato e tornito artigianalmente. L’attività si sviluppa, dal 1983, intro-ducendo la produzione di piccoli oggetti per la casa, momento che coin-

cide con l’ingresso nell’attività del figlio Filippo. La produzione rimane fedelmente ancorata alle tecniche man-uali, operando con maestria e passione su un materiale pieno di risorse come il legno. Gaetano e Filippo Franzone, dall’inizio degli anni Novanta fanno un passo in più, coinvolgendo nel loro lav-oro il giovane designer Enzo Castellana. Gli oggetti progettati dal designer e realizzati dagli abili maestri artigiani, sono sempre oggetti caratter-izzati dall’essenzialità delle forme e dal fatto che la particolare tecnica costrut-tiva (l’assemblaggio di legni di essenze diverse e la successiva tornitura) si legga come intenzione estetica dell’oggetto, esaltando così le caratter-istiche del legno nelle sue varie essenze e colori. Un ottimo esempio, quello dell’ebanisteria Franzone, di conser-vazione e crescita dell’artigianato artis-tico di qualità che, trasmettendo saperi e tecniche di padre in figlio e avvici-

nandosi alla cultura del progetto coin-volgendo giovani designer locali, con-serva la ricchezza della tradizione e delle tipicità locali “rinnovandosi” con u n l i n g u a g g i o p i ù a t t u a l e . (S.C.)

VALERIA VIVANIRICICLO E SIMBOLISMO

Il lavoro di Valeria Vivani, artista che vive e opera a Bologna, è fortemente caratterizzato dall’utilizzo di materiali poveri e quindi dal “riciclo” come esperienza artistica, rafforzata duran-te il periodo di attività dell’Associazione Culturale Superdrim (di cui è stata socia fondatrice), gruppo di sette artiste che si ispirano ai temi del riciclo e della salvaguardia dell’ambiente, trasfor-mando in arte l’oggetto dimesso e des-tinato alla discarica. Con vetro di bot-tiglia, filo di ferro, sassi levigati dal mare, cortecce d’albero, garza di cotone, tela juta, rete metallica, cemen-to, Valeria Vivani crea oggetti di forte valore simbolico ed esoterico che sono lo specchio del suo stato d’animo, del suo essere interiore. Oggetti artistici con i quali Valeria esorcizza paure e dubbi o esalta gioie e passioni, in un racconto più che mai variegato dello sterminato universo femminile. (S.C.)

74

S E G N A L A Z I O N I

EXPOCOMAlla Expocom, azienda artigianale di Comiso (RG) che da diversi anni opera nel campo dello stampaggio con siste-mi innovativi e brevettati, è stata asseg-nata la Medaglia d’Argento alla Xa Biennale Internazionale del Merletto di Sansepolcro, con la seguente moti-vazione: Riconoscimento Interna-zionale per l’operosità e la collaborazione nel campo dei merletti in Europa. La X edizione, organizzata da Centro Culturale Sansepolcro, è stata dedicata a Leonardo da Vinci nel 550° anniversa-rio della nascita: madrina la senatrice Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina. Alla manifestazione, trasmessa dal TG2 in Costume e Società, erano presenti diverse testate giornalis-tiche italiane ed estere. “Abbiamo pre-sentato la fedelissima riproduzione di merletti in pietra ricomposta e gomma -ha sottolineato il titolare Biagio Licata, aggiungendo- con i nostri siste-mi riusciamo a riprodurre qualsiasi tipo di merletto, ricamo, broccato, ecc..., senza danneggiare l’originale”. Federico Gatti

ARTE E SOLIDARIETA’ IN CAMPANIAIl 28/9, alla presenza delle massime autorità cittadine napoletane e della Regione Campania e con la concele-brazione eucaristica del Cardinale Michele Giordano, si è inaugurata, alla Discesa dei Pastori 1 a Napoli, la “Casa del Sorriso”, un centro di assistenza per i familiari dei malati oncologici e dei malati stessi in day hospital, prove-nienti dalla Campania ed in gravi diffi-

coltà economiche. L’iniziativa è da considerarsi fiore all’occhiello dell’Associazione Onlus “Edoardo Vitali - Insieme per accogliere”, fonda-ta da Paola Gianì, con alcuni amici e i sanitari della Fondazione Pascale di Napoli, tra i quali Dario Gianì, infati-cabile animatore che ha tenuto la pro-lusione d’apertura. A questi signori che hanno dovuto affrontare, per anni, dif-ficoltà d’ogni genere, va il plauso incondizionato della società civile partenopea. Un gruppo di dodici importanti pittori napoletani, da sem-pre inseriti nel sociale, aderendo all’invito di Pasquale Mancini, respon-sabile di “Campania Arte”, ha realizza-to un grande pannello (1,50x 2,50 mt.), collocato nella struttura, con dodici “interpretazioni” sui temi di accoglien-za e solidarietà. Autori i maestri: Giovanni Boccia, Vincenzo Cacace, Giuseppe Di Franco, Enrico Fiore, Raf fae le Formisano, Antonio Giannino, Lucia Iovino, G. Antonello Leone, Immacolata Maddaloni, Enri-co Moleti, Ignazio Sabiuccio, Alfredo Sansone. Sono gli stessi artisti che, con altri cento colleghi, parteciperanno, donando una loro opera, all’edizione 2002 di “Natale con loro”, dal 9 al 28 /12/02. La lotteria per la raccolta di fondi a favore della mensa dei poveri del famoso francescano Padre Camillo, sarà organizzata, come sempre, da “Campania Arte” con la collaborazione di: “Terramia” di Paola Capriotti, per il settore della ceramica; Andrea Celano, Luigia Criscio, Nunzio Figliolini, Antonio Fiocco, Mario Guarini, Antonio Ianuario, Guido e Pier Paolo Infante, Renato Milo, Adriana Montariello, Massimo Santoro, Elvio Sagnella per la scultura; Ugo Poli per la pittura, con Emanuele Antonucci, Enzo Aulitto, Salvatore Avitabile, Attilio Canale, Marcella Ceravolo, Aniello Ciccone, Maria Pia Daidone, Libero Galdo, Luigi Gentile, Ciro Giardiello, Maria Pia Lamba, Adele Monaco, Giacomo Montanaro, Costanzo Narciso, Anna Maria Pinto, Anna Ruggiero, Rino Volpe, Rino Ferrazzo; Luciano Basagni, Gianni De Stefano, Umberto Mancini, Giulio Martino, Franco Rotella per la fotografia; Michele Scala per le pietre dure; Anna Maria D’Auria Vincenzo Luciano, Franco Marino, Luigi Suarato per l’arte presepiale napoletana; Maria Tobia, la decana delle cerami-ste italiane. In terra di Campania, ric-ca di talenti, il binomio arte e solidari-età ha ancora un senso preciso.

ASSOCIAZIONI

AZIENDE AFFRESChI VOLANTI L’A.R.I.A. (Associazione Realizzatori Italiani d’Aerostati), prima e unica in Europa nel suo genere, raggruppa costruttori ed appassionati di aerostati con lo scopo primario di rilanciare un’attività ricca di storia, arte e tecnica che affonda le proprie radici nel lonta-no passato (i primi “globi” vola-rono in Italia il 15/11/1783). L’intento è quello di promuovere il recupero storico-cul-turale di queste tradizioni attraverso diffusione e sviluppo di arte e tecnica aerostatica. La mongolfiera si rivela anche un ottimo mezzo di comunicazi-one artistica, infatti A.R.I.A., tra varie attività organizza ogni anno il Concorso d’arte e decorazione Aerostatica “Giuseppe Forlini”, al quale partecipano scolare-sche, artisti e appassionati dell’arte decorativa. Per le scuole e per i soci A.R.I.A., l’iscrizione al IX Concorso Affreschi Volanti (2003) ha una quota agevolata di Euro 16,00 a mongolfiera; per i privati di Euro 26,00; le spese di spedizione post-ale sono a carico del partecipante. Il concorso è suddiviso in 2 sezioni per fasce d’età: Sezione A (Junior) fino a 14 anni, Sezione B (Senior) oltre i 14 anni. Verranno riconosciuti premi in denaro ai primi 6 classificati (I°premio Euro 1.500,00); nelle riedizioni itineranti, le mongolfiere parteciperanno a nuovi premi messi in palio da altre organiz-zazioni. Il 12 /4 è l’ultimo termine per la riconsegna dei fusi decorati; la mani-festazione espositiva e la premiazione delle opere “volanti” classificate avver-rà sabato 31/5. Informazioni e immag-ini sul sito Internet www.ariaonline.it.; presso la sede via per Teramo 14, Civitella del Tronto (TE) tel. 0861.918292, fax 0861 91138, email: [email protected] (F.G.)

VIA DEI SAVONAROLAL’associazione culturale “Via dei Savonarola”, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune e con il Consiglio di quartiere Centro, organizza ogni quarto sabato del mese a Padova una manifestazione che si snoda lungo i portici di questa antica via in pieno centro storico. L’iniziati-va si propone, soprattutto, di offrire una vetrina espositiva ai giovani per far conoscere le proprie opere, crean-do un’alternativa ai circuiti tradizio-nali. Botteghe e studi che vi si affac-ciano partecipano con la creazione di eventi quali mostre personali, presen-tazioni di libri, conversazioni sui temi dell’arte. Particolare risalto è dato al-le

Riproduzione in pietra ricomposta da ricamo per tovaglia d’altare della ditta Expocom.

75

S E G N A L A Z I O N I

CONVEGNI

FIERE E SALONI

INIZIATIVE

Dall’alto: Nico Toniolo, “La casa dei cuchi”, tecnica raku; Carla Onnis, “Cerchi”, mosaico in tessere lapidee e vitree, cm 40x40 (2002).

“Arti Applicate”, settore che fatica ancora a trovare il suo giusto risalto e che spazia dalla ceramica tradizionale, come i “cuchi”, a sperimentazioni con gli smalti, al raku, ai gioielli in grès e oro, da sete shibory a tele con trame di rame e ai più raffinati metodi di tessit-ura, da oggetti nati da materiali riciclati ai gioielli di gomma e carta o in filo di seta. Hanno esposto artisti quali Giuseppe Guzzo e Fabio Guerra (raku), Nico Toniolo (cuchi), Vania Sartori (gioielli in ceramica), Alessio Brugnoli (cornici e oggetti di materiali da riciclo), Erika Bonnini (mosaico). In

programma il 26/10 arazzi di Cristina Busnelli, il 23/11 mosaici di Carla Onnis, il 14/12 una collettiva di cera-misti il cui filo conduttore è la ricerca nella sperimen-tazione degli smalti. IsabellaTaddeo

CERAMIC NETWORK Si svolgerà al Parc d’Ester a Limoges Francia, dal 16 al 18/10/2002, il 3° incontro internazionale dell’innova-

zione nella ceramica: manifestazione articolata in conferenze, incontri, espo-sizioni dedicate a applicazioni in-dustriali e nuove tecnologie nel mon-do ceramico. Incontri con scadenza tri-ennale: nel ’96 e ’99 Ceramic Net-work ha riunito numerosi protago-nisti incontratisi per confrontare peculiarità e competenze scientifiche, industriali e creative. La nuova edizione è incentra-ta sulle evoluzioni di tecnologie e mer-cato, in particolare quello della cerami-ca ad uso tecnico. Ci sarà una sezione dedicata alla ceramica d’uso domestico e progetti di design. L’esposizione “Dettagli nell’architettura” ha lo scopo di presentare i progetti internazionali che si sono distinti particolarmente per l’uso significativo della ceramica nella architettura. Ceramic Network pre-senta anche il Centro Europeo della Ceramica, creato a Limousin, come strumento privilegiato al servizio degli operatori del settore. Occasio-ne importante per approfondire tematiche ed evoluzioni tecnologiche, applicazio-ni, mercati futuri. (S.C.)

NATURALMENTE IN ROCCAIl Comune di Scandiano (RE), in col-laborazione con il Consorzio Legno-legno ha organizzato, a maggio/giu-gno, una mostra mercato dedicata al vivere naturale. La manifestazione si è tenuta all’interno e nei dintorni della Rocca dei Boiardo, con la presenza di un’area tematica dedicata alla promozi-one dell’Appennino Reggiano, nella ricorrenza dell’Anno Internazionale della Montagna. Si sono avvicendati spettacoli e intrattenimenti tematici, lezioni gratuite di massaggio, degustazioni di vini e prodotti gastro-nomici tipici e biologici, animazione per bambini. Hanno partecipato un centinaio di aziende che operano in settori legati al tema natura e ambiente, provenienti dal centro-nord Italia (da Roma a Como): fiori, piante, articoli per il giardinaggio; arredi per esterno, piscine; prodotti biologici, prodotti tipici, doc e dop; cosmesi naturale, medicina alternativa e naturale; energia solare ed alternativa, bio-edilizia, depurazione; mezzi di trasporto eco-logici, tessuti ecologici e naturali; arre-damento e complementi d’arredo eco-logici; agriturismo, terme, parchi natu-rali, turismo ecologico ed enogastro-nomico; sport, tempo libero, vita

all’aria aperta; artigianato artistico. (I.T.)

DIVERSIS ARTIBUS E’ un piacere trovare, nelle nostre piaz-ze, mercatini e bancarelle dove poter osservare oggetti creati con maestria dagli artigiani, poterli ammirare e, a volte, comprare. Finalmente oggi, in un mondo proiettato verso l’alta tecno-logia, l’artigianato d’arte italiano trova, in uno dei mezzi di comunicazione più avanzati, il web, una piazza (anche se virtuale) dove mostrarsi, farsi conoscere, ammirare e comprare. Www.diversisar-tibus.it è infatti un portale dedicato interamente agli anti-chi mestieri artigianali italiani, in parti-colare ai maestri fonditori (in vetrina campane fuse con il metodo che risale al 1453); alle tessitrici che mettono in vetrina tessuti preziosi in seta o lino naturale e ai maestri “Remér”, coloro che realizzavano i componenti delle gondole veneziane, che qui mettono in vetrina manufatti in legno noce. A questa sezione commerciale si affianca una sezione storica, testimone di come sia ancora viva la cultura e forza del fare; l’ultima sezione, denominata MCM, raccoglie redazionali periodici e approfondimenti. La piazza di Diversis Artibus è aperta a tutti: a chi vuole curiosare, a chi vuole acquistare, anche a chi lavora con le mani e vor-rebbe poter esporre i propri oggetti, il tutto con passione e amore per le cose belle e raffinate che hanno la capacità di farci “ricordare”. (S.C.)

76

S E G N A L A Z I O N I

SAN FRANCESCO AD AMALFIUna delle più belle tradizioni artigia-nali campane è la carta di Amalfi. Amalfitani doc sono i fratelli De Luca che, trasferitisi a Salerno dagli anni ’60 pur essendo oggi grandi del settore (“La Carta è De Luca”, è il loro slo-gan) hanno mantenuto il legame col luogo natio, ossia il gusto per l’editoria di qualità. Dai loro torchi è uscita di recente “una chicca” dovuta ad Aurelio Fierro, indimenticato interprete di canzonette napoletane anni ’50-’60, (ricordate “’A pizza!”). L’inossidabile Fierro si è “sfiziato” a tradurre in napo-letano il “Cantico delle Creature di San Francesco”, confezionando una pubblicazione che gode dell’intelligente prefazione di Aldo Trione. La musical-ità delle parole del poeta Francesco limpido volgare umbro del XII sec.- sono rivissute e trasferite molto bene in lingua napoletana d’inizio terzo mil-lennio, da Aurelio Fierro. I torchi di Peppe De Luca, la carta d’Amalfi, cos-tituiscono “il letto” in cui queste parole son cullate. Eduardo Alamaro

LIBRI

MOSTREUna pagina de “’O Canto d’’e Criature e Dio!”.

GIOIELLI IN ITALIASACRO E PROFANO La collana “Gioielli d’Italia”, nata nel 1996 con il costante sostegno dell’As-sociazione Orafa Veneziana, in questo terzo volume, edito da Marsilio e cura-to da Lia Lenti e Dora Liscia Bemporad, dal titolo “Gioielli in Italia.

Sacro e Profano. Dall’antichità ai gior-ni nostri”, raccoglie tredici agili saggi, preziosi per contenuto e apparato fotografico, che testimoniano ancora una volta la grande varietà di punti di vista attraverso cui il mondo affasci-nante del gioiello può essere indagato ed approfondito. Gli atti del convegno, tenutosi a febbraio al Museo degli Argenti a Palazzo Pitti, risultato con-creto delle due giornate di studio con la collaborazione e sostegno di presti-giose istituzioni museali e pubbliche, hanno avuto come filo conduttore il connubio vitale e proficuo tra sacro e profano che da l’antichità ai giorni nos-tri ha caratterizzato ideazione, fruiz-ione e uso del gioiello. Ricche di spunti e suggestioni le relazioni sul vasto e ancor poco conosciuto patrimonio orafo conservato nelle chiese e nei musei italiani: l’anello sacro del Duomo di Perugia; le tiare della Sacrestia Papale; i cammei del museo archeologico di Firenze; la raccolta di amuleti preziosi del Museo di Arti e Tradizioni Popolari di Roma; la targa devozionale del Museo Poldi Pezzoli di Milano.(S. C.)

PADOVA: DUE MOSTRE DI FOTOGRAFIASi sono tenute a Padova due mostre di fotografia d’autore: “Elio Ciol. L’incanto della visione” a Palazzo del Monte di Pietà e “Mario Giacomelli. Poesia come realtà” al Museo Civico, promosse da Assessorato alla Cultura e Centro Nazionale Fotografia. Elio Ciol, friulano classe 1929, attraverso le opere in mostra (130 fotografie in bianco e nero) ci ha regalato un viag-gio, un cammino, attraverso “il paesag-gio”. Il suo paesaggio non è mai ste-reotipata descrizione della natura, ma espressione del sentimento nato dal rapporto uomo-paesaggio. Paesaggio con al centro l’uomo, sia che si parli di campagna friulana, di una città sacra come Assisi o della natura selvaggia del Kenia: fisicità e spiritualità dei luoghi coniugate dallo stile di Ciol che, grazie al bianco e nero, interviene sul sogget-to anche in fase di stampa interpretan-do, a volte trasfigurando la realtà, gio-cando con luci e ombre, con contrasti netti che richiamano atmosfere metafi-siche. Il suo lavoro esprime contem-plazione di un luogo ma è anche in grado di ricreare “l’esperienza” diretta,

vissuta, del luogo stesso. Nella sezione “Gli alberi della vita”, a volte, sembra che gli alberi, presenza costanze nelle immagini di Elio Ciol, entrino nell’obiettivo quasi per caso, in modo semplice e spontaneo, proprio per il solo fatto di esistere, e proprio per questo manifestano tutta la forza, e diventano simbolo di vita. In “Architetture nella natura” Ciol descrive un altro paesaggio, quello costruito dall’uomo, ma cogliendo l’armonia tra le architetture -siano esse chiese, fortezze, edifici moderni o rovine- e la natura che le circonda. Le sue foto offrono una visione “equili-brata” del rapporto natura-uomo, mostrandoci come la natura accoglie in sé una città, come se tutto fosse stato pensato e progettato insieme: il lirismo di Elio Ciol. Se Elio Ciol ci fa attraver-sare luoghi, Mario Giacomelli (Senigallia, 1925 – 2000), attraverso le sue opere, ci racconta delle storie, o meglio poesie. Poesie che amava leg-gere e interpretare attraverso la sua arte. Così, nella famosa serie dei “Pretini” (ovvero “Io non ho mani che mi acca-rezzino il volto”, titolo preso da Da-vid Maria Turoldo) del ’63, un giro-tondo di giovani sacerdoti, in lunghe tuniche nere, trasmette legger-ezza e spensieratezza d’un momento di svago di questi ragazzi nel seminario di Senigallia. La sequenza ricrea storie articolate che immergono lo spettatore nella vita religiosa seminariale fatta di solitudine e chiusura. Tra il ’71 e il ’73 il fotografo si confronta con Edgar Lee Masters che, con la “Antologia di Spoon River”, capolavoro della poesia americana, ha influenzato non pochi artisti. Giacomelli realizza la serie “Caroline Branson, da Spoon River”, che commenta così: “In Spoon River ho fotografato il ricordo; non è un riandare ai fatti, è la dimensione della memoria... Non puoi mentire alla fotografia. In Spoon River distruggo la realtà e fotografo il ricordo, deformo per rifare la realtà, quelle che io vedo e scatto sono copie della realtà". Eugenio Montale, Francesco Permu-nian, Giacomo Leopardi , Vincenzo Cardarelli, Emily Dickinson, Sergio Corazzini, Mario Luzi, sono i poeti su cui Giacomelli ha lavorato negli anni a seguire e su cui realizza diver-se serie di foto poetiche. Tra il ’98 e il 2000 realizza la serie “La mia vita intera” nella quale le immagini raccontano la poesia-testamento di Jor-ge Luis Borges e dove emergono le affinità poeta-fotografo: entrambi amano

77

S E G N A L A Z I O N I

“Sogni di prosperità”, fatografia di Elio Ciol presente alla mostra “L’incanto della visione”.

togliere, per sgombrare la vista da tutte le cose non necessarie che ostacolano il pensiero mentre si fa poesia. Giacomelli racconta: “Uso sempre la stessa foto-camera -una Kobell- che mi sono fatto preparare a Milano da famosi tecnici; ho fatto togliere tutte le cose inutili per farla divenire la più stupida possibile. Quando fotografo voglio pensare, e voglio che la macchina mostri ciò che penso io”. Il pensiero di Giacomelli è teso a rappresentare l’interiorità dei soggetti, la loro poesia, ed è perciò che l’elemento che si ritrova nella sua ric-erca è isolato, grazie all’astrazione, per rappresentare la fisicità del pensiero e dello spirito umano (S. C.) Opera in mostra di Jean Dubuffet.

PASSIONI D’ARTEDA PICASSO A WARhOLAl Museo d’arte Moderna di Lugano fino all’8/12 i capolavori del collezioni-smo in Ticino. Una vasta gamma di tendenze espresse da artisti dalla se-conda metà dell’800, in concomitanza con la nascita dell’impressionismo, fino ai giorni nostri. Si tratta di opere appartenenti a collezioni private che, nonostante il notevole valore, sono in gran parte sconosciute dal pubblico. Fra gli autori presenti si annoverano nomi come Pissarro, Degas, Picasso, Braque, Utrillo, Mirò, Kandisky oltre a un importante nucleo di De Chiri-co. Il catalogo è edito da Skira.

GONZAGALA CELESTE GALERIAIn mostra, a Palazzo Te di Mantova, fino all’8/12 la collezione Gonzaga proveniente dal Museo dei Duchi di Mantova, ricostituita dopo 5 anni di studi e ricerche. Tornano, dopo 400 anni nella città dei Duchi, oltre 90 dipinti -tra cui alcuni capolavori di Tiziano, Guido Reni e Rubens- e quasi 200 tra gioielli, cristalli di rocca, armi, bronzetti e rari codici musicali: una selezione emblematica ed esemplare della raccolta dei Gonzaga nel momen-to del suo massimo splendore, capace di competere con le più ricche colle-zioni d’Europa e crocevia di artisti famosi come Mantegna, Guercino, Van Dyck, Giulio Roma-no e molti altri. I due cataloghi -mostra e saggi- sono editi da Skira.

DUBUFFET E I GRAFFITI Jean Dubuffet è protagonista dell’ini-ziativa espositiva di Brescia Mostre, a cura di Renato Barilli, organizzata in collaborazione con la Fondation Jean Dubuffet, a Palazzo Martinengo, fino al 6/10/2002. L’esposizione poneva l’attenzione sulla produzione degli ulti-mi anni dell’artista: 1975/85. La ricerca artistica di Dubuffet procede per cicli, come con le serie “Non-lieux” e “Mires”, dove si apprezza la pennellata fresca, dal tratto fluido, che richiama i graffiti spontanei primitivi. Partendo da questo riferimento l’artista aggiunge poi tratto grafico ed esuberanza cro-matica ed il segno, spesso urlato attraverso l’uso del colore primario, riesce ad esprimere racconti, storie popolari o figure astratte. Presenti trenta opere di Dubuffet oltre ad una seconda parte dedicata ai graffitisti, alcuni dei quali eseguivano i loro lavori in presenza del pubblico. L’accostamento dell’artista francese con i graffitisti ha voluto mostrare un linguaggio espressivo, che, in modi diversi ma paralleli, ha caratterizzato il lavoro di Dubuffet e degli artisti newy-orkesi che hanno dato vita al fenomeno “Graffit Art”. Non solo New York ma anche Europa, dove il fenomeno “graf-fitismo” ha coinvolto gli spazi urbani delle nostre città. In mostra, oltre a Dubuffet: Basquiat, Haring, Baecheler, Brown, Futura Duemila, Scharf, Campo, Cannavacciuolo, Chiossi, Cuoghi e Corsello, Broccolichi, Cucullu, Chevalier, Hirsing, Parker, Wilson. (S.C)

MIChELE DE LUCChIDOPOTOLOMEOLa mostra “Dopotolomeo”, dal 7/6 al 13/10 presso la Chiesa di San Loren-zo ad Aosta, raccoglie tutti i progetti di Michele De Lucchi dal 1986, anno di nascita della lampada Tolomeo, ad oggi. Sono stati messi in mostra sia progetti di architettura (centrali elettriche Enel, edifici delle Poste Italiane, architetture in Giappone..) che di design (lampade Artemide, lampade ed oggetti di Produzione Privata..). “Dopotolomeo” perchè il progetto di Tolomeo è stato una sorta di chiave di volta nell’attività professionale di De Lucchi, e tutto ciò che è nato dopo lo si deve anche a Tolomeo. Il catalogo è edito da Skira. (S.C.)

78

TOPYLABRYS

Alla Galleria Terzo Millennio di via S. Andrea 12 a Milano, dal 20/9 al 20/10 si tiene la mostra di Topylabris “Moda da collezionare”. Le sue opere da anni sono state concepite per cogliere e comunicare il vero spirito della plasti-ca, in modo trasgressivo e sorpren-dente, dove la natura della materia si esprime nella sua totale grandezza. Dalle sue sculture una originale pro-posta moda fatta da: collane, girocolli, bracciali, anelli, borse. Dalle sue mani Arte Applicata, dove si legge l’impronta della magia dell’unicità del pezzo coni-ugata a sapiente ed essenziale proget-tazione. Collezione ORO zecchino: le sculture da indossare (definite tali da oltre 20 an- ni) studiate per la collezione 2003, sono presentate inserendo “segni” di oro zecchino, che fanno loro assume-re una valenza preziosa anche se non perdono la caratteristica di ricerca e unicità su cui da anni lavora l’artista. Collezione Graffito: “segni neri mate-rici” tracciati in superficie in modo forte ed enigmatico. Dialogo misterio-so con il materiale che accoglie e esalta tutto il loro lirismo. Segni silenziosi che suggeriscono un mondo unico di riflessione ed esaltazione. Tracce che esaltano la purezza delle forme in sin-tonia con il corpo. Topylabrys scultrice è cresciuta sperimentando all’azienda Mazzucchelli di Castiglione Olona

Tavolo e sedie presentati in mostra.

Opera in carta-ruga di Mino Gatti.

Scatolabella di Topylabrys.

Braccialetti e anelli di Topylabrys.

S E G N A L A Z I O N I

l’Araldo, la Pomona, silenziosi spetta-tori di rara eleganza, la serie delle Meridiane, che sembrano affreschi strappati da antichi muri e la straordi-naria Piattiera “L’Ora Italiana”. (I.T) MOBILE D’AVANGUARDIALa Galleria Miler di Lugano ha pre-sentato, dal 24/4 al 15/5, nelle sedi di via Canova e via Cantonale una gran-de mostra di particolare rilievo dedica-ta ad oggetti ed arredi che toccano quattro dei maggiori movimenti esteti-ci dei primi quarant’anni del ’900. Si sono prese le mosse dalla Secessione viennese per poi documentare con sin-goli pezzi e arredamenti completi (sale da pranzo e camere da letto), le influ-enze che cubismo e futurismo hanno avuto su forme e oggetti del vivere, per giungere alle semplificazioni del razi-onalismo, in un percorso che tocca tutta l’Europa, da Olanda e Belgio all’Italia, da Germania e Francia alla Ceco-slovacchia. Occasione unica per giungere alle sorgenti del design mod-

dove incontra il fascino del rodhoid. Negli anni ’80 ’90 è ospite del labora-torio Montedison a Bollate dove esprime la propria creatività attraverso l’uso del riciclo del materiale creando i “Treliti” pietre del tremila. Topylabrys da sempre si dedica anche alla “moda” trasportando le sue indagini legate al mondo dell’arte e interpretandone forme, tecnica e segni, in modo spesso ironico e rivoluzionario. Creatrice di “Arte da mangiare mangiare Arte”, organizza l’evento che è diventato un appuntamento nelle città di Milano (7 anni) e di New York (2 anni)! Numerose le partecipazioni a mostre in Italia e all’Estero; fra le più segnifi-cative: 1990/ Londra, Victoria & Albert Museum; 1991/Parigi, festival lino, Trocadero; 1991/Varese, Villa Ponti, "Polimero arte"; 1991/Parigi, "Bijorhca"; 1992/ Milano, Spazio Freaarte, personale; 1992/New York, "Discovery of Italy"; 1992/Venezia, Spazio "Round Midnight"; 1993/Baranzate Bollate, personale; 1993/Mi-lano, Marisa Del Re Living Art Ga l l e ry ; 1994/Tor ino , Mole Antonellia-na; 1994/Berlino-Gedda, Mostra Convegno Artigianato e Arte; 1995/ Novegro, MIART, Il giardino della scultura; 1995/Volterra, Installazioni in città ; 1996/Milano, Umanitaria, personale; 1996/Brà, Spazzatura; 1996/ 97/98/99/2000/ 01/02, Arte da mangiare; 1998/ Milano, Triennale Riusi; 2000/Milano, Umanitaria, Sette punti per una Installazione; 2000-01/Milano, Galleria Terzo Millennio, Gioielli Milano; 2001/ New York-Soho, Spazio teen, personale; 2001/Milano, Permanente, Collettiva I disegni della scultura.

L’ORA ITALIANALisa Corti Home Textile Emporium ospita, nel suo laboratorio–atelier in via Conchetta 6 a Milano, dal 28/11 al 14/12/2002, la mostra personale dell’artista Mino Gatti che ha realizza-to appositamente per l’occasione 20 nuove opere in cartaruga, tecnica da lui inventata, evoluzione del carto-nage egizio e della cartapesta. La cartaruga è la base con cui Mino Gatti realizza sculture di medie e grandi dimensioni che introducono ad un immaginario aulico e misterioso, popolato di antichi palazzi e chiese provvisti di orologi senza tempo, serene figure umane a grandezza naturale e rielaborazioni personalissime di arredi domestici che diventano preziosi apparati scenografi-ci. Tra le opere in mostra, la Trebbia,

79

Una recente foto del ceramista Franco Bucci.

IN MORTE DI FRANCO BUCCI

Abbiamo mangiato per anni nei tuoi piattibellissimi, e bevuto dalle tue brocche,segno che la cultura materiale nutrequella ideale, come la tradizione il nuovo;e la tua barba castrista sopportava malel’idea delle mani delicate, delle mattinebuttate, tra eros e sole, come la vecchia sinistra, il nostro spleen, l’ardore, Franco;oh si, andarsene oggi, da questa Italiache fa scoppiare il cuore, è un’azioneche ci riporta al sentimento primodi una vita contro, all’opposizione;la terra che hai cotto per anni, ti accoglie,e piange il monte dove hai vissuto,e dice il volo arguto della rondineancora la sera di città sul mare,dolce sponda, in dura storia, mortale ...Grande compagno, artista ceramista, vale ...Gianni D’Elia - 4 maggio 2002

AD MEMORIAM

S E G N A L A Z I O N I

II° PREMIO NAZIONALEPRODOTTO ARTIGIANOLa XXIXa Mostra Mercato dell’Arti-gianato/Lariofiere (5-13/10) presenta il meglio della produzione nazionale ed internazionale. L’evento è stato realizzato in collaborazione con Con-fartigianato Como, Lecco e Lombar-dia, Reg. Lombardia e Unioncamere Lombardia. Presenti le più diversifi-cate categorie merceologiche suddi-vise per settori: arredamento, articoli da regalo, alimentari, prodotti per la cura del corpo ecc. A fianco degli stand tipici è stata allestita un’area dedicata ai laboratori dal vivo: vetro, argilla/Besana, Lissone, Valmadrera, legno/Cabiate e Bellagio, cesello/ Fino Mornasco, cuoio e calzature/area co-masca e merletto/zona canturina. Nel corso dell’inaugurazione è stato assegnato il II° Premio Nazionale del prodotto artigiano, concorso che ha premiato “creatività”, “manualità” e “capacità” dei maestri artigiani. Sono state ammesse, per la selezione, 13 opere. La giuria composta da F. Alvi-si (Pres. Mostra), C. Cetti (Pres. A.P.A/Como), A. Redaelli (Pres. U.P.A./Lecco), M. Citterio (Pres. C.C.I.A.A./Como), A. Dell’Acqua (Politecnico/Milano), M. Farano (Reg. Lombardia), I. Galbusera (Unioncamere Lombardia), G. Sampietro (artigiano/Como), P. Atchugarry (artigiano/Lecco), U. La Pietra (designer), S. Oldani (seg-retario), “per creatività, design, con-tenuto tecnologico e elementi inno-vativi dei prodotti” ha assegnato: 1° premio a “5 sensi ...l’udito” della Grafica Valdarno di Cavaria, per ri-cerca che prefigura nuovi scenari operativi sia nel settore specifico che per altre imprese artigiane in termini

PREMI E CONCORSI

di servizio. L’interesse dell’opera è anche nella formulazione corale dei vari contributi di artisti/artigiani.- 2° premio a “Gocce di Luna” della Erre Due di Olgiate Comasco, per l’innovazione relativa all’abbinamento di una tipologia di tradizione, “la tenda”, con tecnologie proprie di altri ambiti quali l’illuminotecnica.- 3° Premio a “BARaONDA” de Il Mondo di legno, Cabiate (CO), per la capacità di declinare l’artigianato verso la produzione nel mondo del design, prefigurando con la tecnolo-gia proposta diverse soluzioni. Sono inoltre stati segnalati dalla giu-ria: “Coppa dell’Amore” presentato da Cranchi Giacomo Pacio di Bella-gio e “Anta per mobili” della Botta snc di Lurate Caccivio.

“SEDIE NEL PARCO”In data 4/9 a Torino è stato presenta-to il bando del Concorso Internazio-nale di Design “Sedie nel Parco”. L’iniziativa si inserisce in un ampio progetto di riqualificazione ambien-tale e territoriale delle sponde fluviali e dei parchi. Intento del Concorso è la realizzazione di un progetto relati-vo ad una sedia che per forma, strut-tura e materiali dovrà essere di carat-tere originale e sarà destinata a di-ventare un “oggetto immagine”, sim-bolo della Città di Torino per i par-chi cittadini. Nello studio del proget-to, i partecipanti dovranno tenere in particolare considerazione l'utilizzo di materiali ecocompatibili, riciclati o riciclabili, adatti ad un utilizzo al-l’aperto. Il Concorso, che intende attualizzare e razionalizzare le infrastrutture adibite all’arredo degli spazi verdi torinesi, è aperto a tutti i cittadini residenti in uno degli Stati membri dell’Unione Europea, che svolgano professionalmente attività legate all’arte e al design o siano iscritti a: Facoltà di Architettura e Ingegneria, Istituti Superiori di Design, Accademie Belle Arti, Licei Artistici e Istituti d’Arte europei. Al progetto vincitore spetterà un premio di 6.000 Euro e a ciascuno degli altri due finalisti un premio di 1.500 Euro; l’Amministrazione, con la Giuria, deciderà poi quale avviare alla pro-duzione per il nuovo arredo urbano. Il bando scade il 31/10/02 e può essere consultato al sito www.comune.torino. it/ambiente. Per ren-dere più godibile e piacevole la fre-quentazione delle aree verdi si intende introdurre delle sedie nei

parchi, sul modello delle grandi città estere. Il progetto, inedito in Italia, mira a potenziare la qual i tà dell’ambiente naturale compreso nella realtà urbana, offrendo un mo-dello nuovo di riappropriazione dei parchi, garantendo accessibilità, con-fortevole fruizione e sicurezza. (F.G.)

erno, apprezzando qualità, ma anche estrema novità di quelle proposte cui stanno attingendo a piene mani, a 60 e più anni di distanza, i designer contem-poranei. Fra i personaggi da ri-cordare ammirando la qualificata e ricca scelta di mobili sono certamente: Hoffmann, Hoste, Chiattone, Mallet Stevens, Karel Maes, Van Berleire; esponenti di diverse culture e diverse esperienze, tutti impegnati però a trovare nuove forme per oggetti del vivere quotidia-no. (F.G.)

82

C A L E N D A R I O D E L L E M O S T R E

ITALIAABRUZZO

AVEZZANO (CH)Effetto Alba FucensFino al 30 dicembre 2002Villa Torlonia (Magazzini del Grano)

CALABRIA

CATANZAROAndy Warhol. L’opera grafica15 settembre - 8 dicembre 2002Complesso Monumentale San Giovannipiazza San Giovanni, tel. 0961.881468-90

EMILIA ROMAGNA

BOLOGNAIl raku di Ingrid Mair Zischg9 - 28 novembre 2002Terre Rare, via Carbonesi 6 tel/fax 051.221013

FAENZACarlo Zauli. L’alchimia delle terreFino al 2 ottobre 2002Museo Internazionale delle Ceramiche e Museo Zauli, tel. 0546.697311

FERRARALucrezia Borgia 5 ottobre - 15 dicembre 2002Palazzo Bonacossi

Ritratti immaginari di Lucrezia 13 ottobre - 8 dicembre 2002Museo dell’Illustrazione

LUZZARA (RE)Cesare Zavattini/Berengo GardinUn paese ventanni dopo 20 settembre 2002 - 5 gennaio 2003Museo Nazionale Arti Naives C. Zavattini

PARMAGermano Attolini. Chiavi d’accesso 23 febbraio - 30 giugno 2003Loggetta Lombardesca

LAZIO

ROMAMax Ernst e i suoi amici Surrealisti25 luglio - 3 novembre 2002Museo del Corso, Fond. C. R. di Roma, via del Corso 320, tel. 06.3297708

L’Atelier di Miquel Barcelò10 settembre - 2 novembre 2002Galleria Nazionale d’Arte Moderna, via delle Belle Arti 131, tel. 06.32298221

Eva Marisaldi. Legenda24 settembre - 10 novembre 2002Michael Raedecker. Instinction24 settembre - 10 novembre 2002Francis Alys. Personalenovembre 2002 - gennaio 2003Giuseppe Caccavalenovembre 2002 - gennaio 2003Le quattro mostre presso il Centro Nazionale per le Arti Contemporanee, tel. 06.3202438

Rembrandt. Dipinti, incisioni e riflessi sul ’600 e ’700 italiano5 ottobre 2002 - 6 gennaio 2003Scuderie del Quirinale, tel. 06.39967500

Gli Espressionisti. 1905-19204 ottobre 2002 - 2 febbraio 2003Complesso del Vittoriano, tel. 06.6780664

VITERBOSabo Meeting 25 - 28 ottobre 2002L’Isola del Tesoro. Antiquaria 2002Tuscia, l’Isola dei Sapori7 - 10 novembre 2002Le due mostre presso Fiera Viterbo, S. Cassia Nord Km. 88,2 tel. 0761.353100 - 303033

LIGURIA

GENOVAVaghe stelle dell’OrsaGli infiniti di Giacomo Leopardi5 ottobre - 1 dicembre 2002Pal. Spinola Gambaro, via Garibaldi 2tel. 010.2765262

Estorick Collection of Modern Italian Art, Londra 11 ottobre 2002 - 12 gennaio 2003Palazzo Ducale, piazza Matteottitel. 010.5574012-3

LOMBARDIA

ANGERA (VA)Meraviglie meccaniche francesi e tedesche del XIX e XX secolo8 giugno - 3 novembre 2002Museo della Bambola e Moda Infantile, Rocca Borromeo, tel. 0331.931300

BERGAMOPaesaggio contemporaneo. Dialoghi tra fotografia e pittura. Le immagini di Gabriele Basilico e i dipinti di Salvo18 settembre - 17 novembre 2002Galleria Arte Moderna e Contemporaneavia San Tomaso 53, tel. 035.399528 BRESCIAImpressionismo Italiano25 ottobre 2002 - 23 febbraio 2003Palazzo Martinengo, via Musei 30tel. 030.297551

BUSTO ARSIZIO (VA)Gaetano Pompa. Bronzi, dipinti, maioliche, incisioni dal 1960 al 199612 ottobre 2002 - 2 febbraio 2003Fondazione Bandera, via A. Costa 29tel. 0331.4322311 - fax 0331.398464

ERBA (CO)Mostra Mercato dell’Artigianato Premio Nazionale Prodotto Artigiano5 - 13 ottobre 2002Lariofiere, tel. 031.637639

GORLA MAGGIORE (VA)Materia Madre 5. Lignea Opere di Gabriella Benedini, Giuliano Mauri, Salvatore Scarpitta22 settembre - 27 ottobre 2002Torre Colombera, tel. 0331.614801

MANTOVAGonzaga. La Celeste GaleriaIl Museo dei Duchi di Mantova2 settembre - 8 dicembre 2002Palazzo Te, Palazzo Ducale

Impronte... delle mie mani13 ottobre - 3 novembre 2002a cura di Ceramicarte, Casalmaggiore-CR Museo d’Arte Modena di Gazoldo degli Ippoliti, tel. 0376.658095-657141

MILANOI Novigoti. Mostra per i primi 10 anni dei Goti de Fornasa26 settembre - 26 ottobre 2002Galleria Manzoni 40, tel. 02.76000906

Periscopio 20024 - 27 ottobre 2002Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline, corso Magenta 59, tel. 02.48008015

Copii. Romania: il paese, la gente e tanti bambini18 settembre - 3 novembre 2002Castello Sforzesco, Sala Sforzescatel. 02.48011956

39° SMAU Information, communications, technology SMAUILPTechnology life style24 - 28 ottobre 2002Fiera di Milano, tel. 02.283131

Le sculture di Topylabrys a Plastica... Fuoco... Cibo1 - 30 ottobre 2002Baci & Abbracci, via De Amicis 44tel. 02.89013605 - 86451228

Tecnoroll. 8a Biennale del sistema finestra, protezione solare, arredamento d’esterni 27 - 30 ottobre 2002Fiera di Milano, tel. 02.4815541

Il design Cartier visto da Ettore Sottsass11 ottobre 2002 - 12 gennaio 2003 Palazzo Reale, piazza Duomotel. 02.3026372/281 - 02.88450293

La mia casa26 ottobre - 3 novembre 2002Fiera di Milano, tel. 02.66101684

Arca di Filo. Gli animali nel merletto dalla Collezione Arnaldo Caprai13 settembre - 10 novembre 2002Castello Sforzesco, tel. 02.88463666/833

15a Visual Communication Signitalia, seriprint, gravo, incisoria Mostra convegno di comunicazione visiva 8 - 10 novembre 2002Fiera di Milano, tel. 0744.400544

Franchising&Partnership 17° Salone Internazionale delle formule innovative nel commercio e nei servizi 8 - 11 novembre 2002Fiera di Milano, tel. 02.349841

83

Expo dei Sapori (ex Salone dei Sapori) 14 - 19 novembre 2002Fiera di Milano, tel. 02.31911911

Pierre Auguste RenoirLuce dell’Impressionismo19 settembre - 17 novembre 2002Alberto Savinio. Antologica29 novembre 2002 - 2 marzo 2003Le due mostre presso Fondazione Mazzotta, tel. 02.878380-878197

AntiquariaXL Mostra Mercato Antiquari Milanesi23 novembre - 1 dicembre 2002Fiera di Milano

Lifestyle Show. Il mondo del desiderio30 novembre - 8 dicembre 2002Fiera di Milano, tel. 02.45495905

AF 2002. L’Artigiano in Fiera30 novembre - 8 dicembre 2002Fiera di Milano, tel. 02.31911911

Aldo Mondino. Il viaggio24 ottobre 2002 - 8 gennaio 2003Poleschi Arte, Foro Buonaparte 68tel. 02.86997153

Javier Garcerà. Del Espacio heredado1 novembre 2002 - 6 gennaio 2003Studio Arte Cannaviello, via Stoppani 15tel.0220240428 - fax 02.20404645

Il mondo in una stanza. Quando gli oggetti hanno nomi di luoghi2 ottobre - 16 novembre 2002 Triennale, viale Alemagna 6tel. 02.724341 - 72434240

ChIBI&CART. Articoli da regalo, profumeria, bigiotteria, articoli fumatoriChIBIMART InvernoMostra mercato della bigiotteria in pietre dure, preziose, argento, artigianato17 - 20 gennaio 2003Salone Internazionale del giocattolo 17 - 21 gennaio 2003MACEF Primavera 31 gennaio 3 febbraio 2003Le 4 mostre presso Fiera di Milanotel. 02.48550.331-333

Regioni e Ricerca 21 - 22 ottobre Museo della Scienza e della Tecnologia, via S. Vittore 21, tel. 02.67652934

BIT. Borsa Internazionale Turismo15 - 18 febbraio 2003Fiera di Milano, tel. 02.349841

NOVEGRO (MI)Il Bagagliaio20 ottobre 2002Parco Esposizioni Novegro (Linate)tel. 02.466916 fax 02.466911

VAPRIO D’ADDA (MI)Antiquariato. Mostra Mercato Nazionale12 - 24 ottobre 2002Villa Castelbarco Albani, tel.02.86464692

MARChE

PESAROFerruccio MengaroniFino al 30 dicembre 2002Museo delle Ceramiche, piazza Toschi Mosca 29, tel.0721.387541

PIEMONTE

TORINOCentenario Esposizione Internazionale delle Arti Decorative 1902:Le Manifatture Aristocratiche5 dicembre 2002 - 2 febbraio 2003Palazzo CavourMasterpieces. L’artista artigiano tra Picasso e Sottsass5 dicembre 2002 - 26 gennaio 2003Palazzi Bricherasio e CarignanoL’architetto artista5 dicembre 2002 - 2 febbraio 2003Palazzo GraneriEccentriCity. Torino città d’arte e industria 1945-19685 dicembre 2002 - 2 febbraio 2003Archivio di StatoL’Artigiano Metropolitano5 dicembre 2002 - 3 febbraio 2003Cavalleria RealeLe 5 mostre coordinate da Fondazione per il Libro, Musica e Cultura, tel. 011.5184268

SICILIA

PALERMOMaxima25 - 28 ottobre 2002OR Mediterranea, tel. 091.7309080

TAORMINATaormina Gift Fair 200223 - 25 Novembre 2002Palalumbi, tel./fax 095.442990

TOSCANA

FIRENZEMaiolica Rinascimentale Fino al 27 ottobre 2002Palazzo Medici Riccardi, via Cavour 3 tel. 055.2760340

Firenze Bomboniere. 15 - 18 novembre 2002Fortezza da Basso, via Filippo Strozzi tel. 055.473183 - fax 055.486458

MARTA. Va Edizione 5 - 8 dicembre 2002Fortezza da Basso, via Filippo Strozzi tel. 055.49721 - fax 055.4973237

Il mito d’Europa Fino al 6 gennaio 2003Galleria degli Uffizi, tel. 055.2654321

UMBRIA

DERUTA (PG)Edouard Pignon. Vallauris 1951-1954 7 settembre - 3 novembre 2002Centro Espositivo Ex Maioliche Deruta tel. 075.9711000/143

VALLE D’AOSTA

AOSTAGlassway. Le Stanze del Vetro Dall’archeologia ai giorni nostri15 giugno - 27 ottobre 2002Museo Archeologico RegionaleCarlo Carrà - Realismo lirico anni ’20 22 giugno - 3 novembre 2002Centro Saint Bénin, via Festaz 27Il fascino del tempo. Mostra d’arte dell’Associazione Artisti Valdostani6 ottobre - 17 novembre 2002Tour FromagePer informazioni sulle tre mostre, Ufficio Mostre, tel. 0165.230545/272687/274524

VENETO

BELLUNO Buzzati 1969: Il laboratorio di “Poema a Fumetti” 13 settembre - 31 ottobre 2002Palazzo Crepadona, via Ripa 2tel. 0437.913442/913111

CASTELFRANCO VENETO (TV)Elegantia del Settecento Veneto19 - 27 ottobre 2002Cecchetto Antiquari 19

FELTREDopo BuzzatiArtisti fra pittura e fumetto14 settembre - 31 ottobre 2002Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda, via Paradiso 8, tel. 0437. 94821

NOVE (VI)2a Edizione Concorso Internazionale “Nove Terra di Ceramica”15 settembre - 10 novembre 2002Museo Civico della Ceramica piazza De Fabris 5, tel. 0424.829807

TREVISOL’Impressionismo e l’età di Van Gogh9 novembre 2002 - 30 marzo 2003Casa dei Carraresi, tel. 0438.21306

VENEZIALa Biennale di Venezia. 8a Mostra Internazionale Architettura - Next8 settembre - 3 novembre 2002Biennale di Venezia, tel. 041.5218846

Sonia Delaunay. Ritmo e colore15 giugno - 14 ottobre 2002Fondaz. Bevilacqua La Masa, Galleria di piazza San Marco, tel. 348.8243386

VICENZAJohn Soane e i ponti in legno svizzeri11 luglio - 3 novembre 2002Museo Palladio, Pal. Barbaran da Porto tel. 0444.323014 - fax 0444.322869

Koinè Xa Rassegna di arredi, oggetti liturgici e componenti per l’edilizia di culto 26 - 29 aprile 2003Fiera di Vicenza, Conference Service tel. 051.331466 - fax 051.333804

C A L E N D A R I O D E L L E M O S T R E

84

ESTEROALGERIA

ALGERIArtisti Italiani del Dopoguerra28 novembre - 28 dicembre 2002Palazzo della Cultura, mostra a cura dellaFondazione Orestiadi, tel. 0924.67844www.fondazione.orestiadi.it

BELGIO

BRUXELLESLuce e Pittura in Italia. 1850-191515 ottobre - 15 dicembre 2002Asbl art media, rue Defacqz 14, tel. 0032.02.5440833-4038585-4038359

KORTRIJKInterieur 0218 - 27 ottobre 2002

BRASILE

SAN PAOLOIl ritorno dei Giganti. Pittori in Germania 1975-1985 dalla Deutsche Bank1 giugno - 1 settembre 2003Museo de Arte Moderna de Sao Paulo parque Ibirapuera s/n Portao 3tel. 0055.11.55499446

CINA

CANTONChina Export Commodities Fair15 - 26 ottobre 2002

HONG KONGAsian Gifts Premium and household Products Show18 - 21 ottobre 2002

FILIPPINE

MANILAF.A.M.E.21 - 2 ottobre 2002

FRANCIA

LODÉVEPeintres de Vienne. De la Secession à l’Expressionisme - Klimt, Kokoschka, Schiele, Gerstl, Boeckl...13 luglio - 3 novembre 2002Musée de Lodève, tel. 0033.4.67888610

PARIGIMuseum Expressions9 - 11 gennaio 2003Palais des Congrès, Porte Maillottel 0033.1.53576200 fax 0033.1.53576201

Eclat de Mode. Bijorhca24 - 27 gennaio 2003Paris Expo, Porte de Versailles, Saloni internazionali francesi, tel. 02.4343531

Maison&Objet24 - 28 gennaio 2003Paris-Nord Villepintetel 0033.1.53249919 fax 0033.1.48009460

Foire de Paris30 aprile - 11 maggio 2003Porte de Versailles, tel. 0033.1.49096000

GERMANIA

FRANCOFORTEChristmasWorld. Paper World. Beauty World. Feste, Floristica, Articoli Pirotecnici, Shop & Display25 - 29 gennaio 2003Ambiente14 - 18 febbraio 2003Le 2 mostre presso Messe Frankfurt GmbH, L. Erhard Anlage 1, tel. 0049.69.75756 890

Shopping28 settembre - 1 dicembre 2002henri Matisse. Cut-outs20 dicembre 2002 - 2 marzo 2003“Dear painter, paint me...” Painting the figure since late Picabia14 gennaio - 6 aprile 2003Visions and Utopias. Architectural drawings from the MOMA, New York29 aprile - 3 agosto 2003Le 4 mostre presso Schirn Kunsthalle Frankfurt, tel. 0049.69.299882-0

MONACO DI BAVIERAh+h30 novembre - 8 dicembre 2002IhM. LifeStyle13 - 19 marzo 2003Le due mostre presso Monaco Fieretel. 045.8205843 - fax 045.8205886

GRAN BRETAGNA

LONDRAUnder Mussolini. Decorative and Propaganda Arts in the 1920-1930 2 ottobre - 22 dicembre 2002Estorick Collection, 39 Canonbury Square, tel. 0044.20.77049522

Gaisborough24 ottobre 2002 - 19 gennaio 2003Turner Prize30 ottobre 2002 - 6 gennaio 2003Le 2 mostre presso Tate Britain Gallery

Barnett Newman20 settembre 2002 - 5 gennaio 2003Performing Objects4, 11, 18 e 25 novembre 2002Anish Kapoor/Unilever Series9 ottobre 2002 - 6 aprile 2003Eva hesse13 novembre 2002 - 9 marzo 2003Le 4 mostre presso Tate Modern Gallery

Portraits for Queen Victoria13 novembre 2002 - 19 gennaio 2003Madame de Pompadour16 ottobre 2002 - 12 gennaio 2003Le 2 mostre presso la National Gallery

Versace. Retrospettiva 1946-199717 ottobre 2002 - 12 gennaio 2003Silver Galleries27 novembre 2002 Art Déco27 marzo - 20 luglio 2003Le 3 mostre al Victoria and Albert Museum

INDIA

NEW DELHIIndian handicrafts&Gifts Autumn 200213 - 16 ottobre 2002Indian handicrafts & Gifts Spring 200227 febbraio - 2 marzo 2003Le 2 fiere al National Exhibition Centre, Pragati Maidan, tel 0091.11.6135256-7-8

MESSICO

Il ritorno dei Giganti. Pittori in Germania 1975-1985 dalla Deutsche BankMEXICO CITY15 febbraio - 15 maggio 2003Museo de Arte Moderno, paseo de la Reforma y GandhiMONTERREY22 ottobre 2002 - 22 gennaio 2003Marco Museum

OLANDA

AMSTERDAMTocco FinaleFino al 24 novembre 2002Rijksmuseum, tel.0031.20.6747000

REPUBBLICA CECA

PRAGAInterni Italiani10 ottobre - 17 novembre 2002Cappella San Carlo Borromeo, Istit. It. Cultura cel. 347.8750263 - 335.6398351

RUSSIA

MOSCAMebel 2002 - Mobile 200218 - 22 novembre 2002tel. 071.730051

SIRIA

DAMASCOL’Islam in Sicilia. CorrispondencesArt and Design from Sicily15 dicembre 2002 - 15 gennaio 2003Caravanserraglio, tel 0924.67844www.fondazione.orestiadi.it

SPAGNA

BARCELLONAArtexpo19 - 23 marzo 2003Expo Consulting, Bolognatel. 051.6493189 - fax 051.6493242

Tappeti in serie variata. Diritto di cittadinanza all’imperfezione31 ottobre - 31 dicembre 2002Galleria Vincon passeig de Gràcia 96tel. 0043.93.2156050

SVIZZERA

LUGANOPassioni d’Arte. Da Picasso a Warhol. Capolavori del collezionismo in Ticino22 settembre - 8 dicembre 2002Museo d’Arte Moderna, Riva Caccia 5tel. 0041.91.8007214 - www.mdam.ch

C A L E N D A R I O D E L L E M O S T R E

85

E N G L I S h T E X T

BACK TO NATURE (page 12)Society always moves within two distinct and opposite trends: on the one hand we witness the organization of continental mass media chains, on the other we observe the need for small enterprise, a strong love for local things and hand-made objects. This effect is also due to the imminent “ecological disaster” that encourages us to look at nature carefully and affectionately. We can see all this through the growth of an ever greater need for objects that are able to “commu-nicate”; objects in which the materiality is exalted through the use of natural materi-als that remind us that our reality consists of territories to which well-rooted cul-tures and different traditions correspond.These are the signs of a society seeking to rediscover the “right” balance with the world and that does it by turning its attention towards that which it can touch directly, in the hope of rediscovering that sensitivity that past cultures had towards the environment.

ThE JSA AND ThE FIFTIES (page 14)It was the IX Triennial in Milan, 1951, which relaunched the theme of “unity of the arts”, our declination of the “synthe-sis of the arts” that, upon Le Corbusier’s indication, was a key theme in the CIAM congress in Bergamo in 1949. Bringing “the artists to the test of concrete prob-lems, promoting new relationships of col-laboration between the various arts: architecture, painting and sculpture, for the elevation of a level of spiritual and practical life”. The event triggered off a lively debate, primarily fuelled and con-tinually relaunched, with sovereign spirit of intellectual curiosity, by Gio Ponti and his “Domus”. Other threads of interest were stirred up and matured within this climate. Historically, the guiding practic-es of that formidable decade of integra-tions are painting, with its strong histori-cal identity polished up by the muralism of the 20th century, with the corollary of mosaics and tapestry; and ceramics, cross-roads par excellence both for the quality of its interpreters, Fontana and Fausto Melotti at the head, and the unlimited flexibility of a technique with such deep historical roots. That IX Triennial was very indicative, not only for the International Exhibition of applied art objects created by painters and sculptors, but also for the Italian Art Fabrics, which pursued further integration between dec-orative Nordic culture and our tradition. At almost the same time, looking at the spread of attention and productive enthu-siasm, Paolo Mari-notti ’s Centro Internazionale delle Arti e del Costume in Venice launched a parallel competition for “printed fabrics for female clothing”. The invitation called for ideas, innovative

ideas, even when they moved away from the technical requirements of practicality. The creations, produced by Socota, Como, recei-ved honorary diplomas at the Triennial. It was at this time, there-fore, that the real sharp rise in productive attention ranging from art fabric to artist fabric was witnessed. Luigi Grampa’s Jsa was the heart and epicentre of this com-plicated and li-vely scene. Born in 1949, in a Busto Arsi-zio at the forefront of the technological and productive progress in this sector, as is testified to by the Textile Exhibitions, Jsa was the company that instantly combined its vocation with artistic research in production with a coherent and constant comparison with the huge international currents of textile design, from the Nordic models of Alvar Aalto’s Artek and Arne Jacobsen’s Grantex to the American examples of Charles and Ray Eames.

MASAYO AVE (page 20)This young and original designer figure in the international scene, describes her work as “a design for touch and sensa-tion”, conferring huge importance to tac-tile perception, a favoured channel for coming into contact with man, his habits, his needs and his sensations. Touching implies drawing near, discovery and then acceptance (or not) of an object by decid-ing to introduce it into one’s life. Triggering off this drawing near mecha-nism is a complex operation and if we observe the hundreds of objects that pop-ulate our houses, we feel this sort of attraction towards very few of them. However, this desire emerges almost instinctively and immediately before Masayo Ave’s creations. Through atten-tion, observation and artistic manipula-tion, Masayo Ave reveals the hidden qual-ities in the industrial materials, often only used because of the utilitarian qualities, which rediscover their dignity and expres-sive strength, but above all an absolutely new dialogue with man. Masayo never tries to “force” the material towards a pre-established form, but she tries to lis-ten to its “inner voice” that, according to her, every material possesses and should guide her towards discovering the most congenial form. This philosophy is the same for Masayo when using natural materials. Her latest creations are charac-terized by cracks, that is to say normal natural processes of the material. This is because, even when cutting or bending it, wood is alive, it moves, breathes and shows the strength of its nature through these cracks. During an interview when she was asked, “How are your objects born?” Masayo replied: “I never start from a design but work directly on the material. In this way my mind and hands work in harmony in order to bring to material to speak on its own and express

itself without any formal compulsion that could derive from pure reason. When I achieve a result, I evaluate whether that which has come out of my hands can also be proposed and developed for a series production or whether it is important to protect it and conserve it in the “com-pletely handmade” sphere. LEARN ThE ART AND PUT IT ASIDE (page 24)“What do we mean by applied arts today?” Let’s leave aside the established tones and references to laurel wreathed poets. I don’t precisely know what applied art is, but I know what it should not be and what I don’t want it to be: a certain “pure”, or “conceptual” contemporary art, but with pretexts of nouveau engage-ment that troubles us in too many mani-festations. Let us understand eachother, its absolutely reciprocal, going back to today, this need for distinction and cap-turing distances. On the one hand, we should actualize the objective of “drawing life back to art”.. giving visibility to the many who are not recognized today, and do not recognize eachother, in the arts system. I would like to move from preaching to practice, and finally give the new figure of the metropolitan artisan an opportunity to emerge, those who earn their keep, through choice or necessity, with a new “autonomous” work (self-designed, self-built, self-marketed) and I’m not particularly interested, in an ini-tial phase, in objecting to insufficiency or expressive excess, or even less to the adoption of “low” materials or techniques (I will recognize equal dignity in this prospect in the tatto artist and the pot-ter). Formally, it is the rejection of new and old hierarchies, of the reduction of the “artist” to a purely executive role. In no way should it be maintained that the artisan has exhausted his creative charge and is incapable of renewing tradition. Let’s be clear: I am well aware of the complexity of the theme and the sound-ness of some adverse arguments. I know that one cannot open the “left-hand way” alone, with some demagogic and populist risk; but that one must also follow a “right hand way”, which is more tradi-tional, elitist and formative, which tends to recompose cognitive, projectual, con-structive and manual faculties in the very professional figure. It is what Dino Mantovani hoped for in 1902: “The artist amongst us knows very little about work-ing the material, which was the care and study of our supreme ancient authors. The Florentine sculptors were goldsmiths in origin, now is the time that sculptors become goldsmiths”.. Even in the Fine Arts Acadamies, where art is “purified” until it evaporates, artistic design for businesses and applied arts have been reintroduced as teaching subjects; even

86

E N G L I S h T E X T

the themes of “techno-art” and “beauty” have returned with a right for citizenship: even the adaptation to those absolutely contemporary schools-workshops, which in Northern Europe and the Anglo Saxon countries have made.

ALIK CAVALIERE AND ORLANDO FURIOSO (page 30)Hippogriffs, the battle between Rodo-monte and Ruggero and Ariosto’s entire world. The exhibition, which will be inaugurated on the 5th October at the Alik Cavaliere arts centre in Milan in Via De Amicis 17, will commemorate the art-ist with paintings and sculptures on these themes. “I went back to Ariosto in order to look at myself in the mirror”, he wrote in his memoirs that accompanied his long efforts on Orlando Furioso. For Cavaliere, research on Ariosto offered an extraordinary opportunity for reflection on the theme of era change and the new role that, in these exalting but over-whelming times, is played by the artist in particular and man in general. Ariosto revisits his own era in the poem with no explicit mention of the estranging and complex reality of the new worlds. This exceptional ability to understand and ren-der the transformations of his era in art run before our eyes in parallel with the reflections of the great sculptor Arturo Martini, generating “works that make people realize that they have changed eyes when looking at them”. In Cava-liere’s work, Ariosto is however a meta-phor of practical art, understood as a way of looking at one’s own present, and com-paring oneself with him on this very ground. The sculptor’s work seems strongly connected to the narration, it also becomes a meta-work, and that is to say a work that offers to opportunity to pose questions on one’s reason for exis-tence. This is the meaning of the recur-ring presence of frames, theatrical stages, mirrors, elements that denounce the con-struction reasons openly, rather than in a hidden fashion. And from this thrust to go beyond the barriers of the work, to pass beyond the rules set by good sense and etiquette, the need to evade the limits of the sculpture probably has its origin: this explains the use of innumerable materials and techniques and also some-times making, as in this case, the picture protagonist of the scene. Polycentric fres-coes derive from this, where Ariosto’s paladins, rosy dames, powerful horses can be seen wondering around in a slightly misplaced fashion, amongst castles in flames and clearings and woods every-where, large splashes of green against the pale blue of the sky and the intense blue of the sea. Next to the paintings, sus-pended in time, heroes in battle and hip-pogriffs, in a double version, composed of brass and copper sheets, are in the air.

ers and clients, the advantages of a “sec-ond-hand” market with the quality stan-dard comparable to that of an antiques shop, dealing in objet d’art, crafts, fur-nishings and design (new and revival) in the manner of a normal shop, set up, however, to look like a showroom. In a “C’è Usato & Usato” shop one can find sector competence to guarantee a prod-uct, but no pretence of wanting to pass themselves off as antique dealers: there-fore the customer has a very relaxed approach with this new commercial reali-ty, he develops an almost “equal” rela-tionship with the workers, greater faith and less diffidence in the antique object approach. The layout of a retail outlet is studied in order to fully combine the phi-losophy of intelligent restoration. Where possible, the characteristic and character-izing elements of the location are left intact: old floors, plaster vaults, small cracks, little defects in general, evident signs of the passage of time. Therefore one breathes in the authentic “air of other days”. The idea of being able to offer anyone the chance to be a bargain hunter in the context of objects of a decent stan-dard that can normally only be found at an antique dealer’s at higher prices, has been seen as winning. The location of the Retail Outlet is a very important factor! A “C’è Usato & Usato” retail outlet does not need huge investments for the initial system nor for the ordinary management: zero costs for furnishing the rooms since the furniture and objects on sale, oppor-tunely placed, constitute the furnishings themselves, even managing to create a pleasant and refined context and making it possible, through the setting of the pieces on display, to be able to offer those more unusual objects and “curiosities” that are difficult to insert, at a suitable price.

ATELIER “FUORI CLASSE” (page 40)Two years ago, Matilde Trapassi, who teaches decoration at the Brera Academy of Fine Arts, opened the “Fuori Classe” [First-Rate] Workshop in the heart of the Brera district; it is a space that somewhat represents a projection towards the exte-rior of the work carried out in class and an opportunity for students to present their creations. It is a window overlook-ing the world and a lively and fervid place in which to exchange ideas. A workshop in which are experimented old handcraft-ing techniques such as felting, painting with slip, resist work, mosaic-making, inlay work, “plumaria” work. Aside from professor Trapassi, the “cornerstones” of the atelier are Cristiana di Nardo and Esra Sakir, specialised in the felting tech-nique that they learned in Northern Europe (Iceland, Finland, Sweden…) where this art has been recovered and valorised since some time now. From the

WWW.ARTISANEXPO.IT (page 34)Artisanexpo.it, the portal dedicated to Lombard crafts, is starting to reap its first rewards, the result of constant promotion work in Italy and abroad. The portal, which promotes Lombard artisanal com-panies in the sectors of home-furnishings, clothing fabrics and artistic crafts, has seen an increase in user access on the site, as well as contacts with the exhibiting companies. Amongst the foreign coun-tries that have generated the most nego-tiations with the companies present on the site, we have the United States in first place, followed by Germany, Cana-da, Iran and Pakistan. Contacts are in no way lacking with European, South Ame-rican and Asian countries. However, Arti-sanexpo is not going to stop, rather, it will be continuing its challenge and launching a publicity campaign in the USA that includes marketing actions aimed towards the reference target. The results obtained so far can also be attrib-uted to the constant positioning work on the most widely used Italian and interna-tional search engines on the Internet. But that’s not all, Artisanexpo is updating! In fact the graphics will be changing and it will be acquiring a new technological platform, more flexible and dynamic, which will make it possible, amongst other things, for the exhibiting compa-nies to have greater autonomy in as much as, thanks to the “self publishing” system, they will be able to autonomously update the products exhibited. Moreover, in the new release, the translation of the whole site into Spanish (the English and Ger-man versions are already present) will make it possible for the companies to enlarge their contacts with Spanish speak-ing markets, where new promotional activities are planned. Great steps for-ward therefore for the Artisan who exhib-its his products on Artisanexpo.it that, on the one hand uses the Internet channel to promote itself abroad, and on the other is acquiring greater familiarity and skill with new technologies.

C’È USATO & USATO (page 36)Over the last few years, we have seen the progressive proliferation of “second-hand markets” and the new philosophy of “intelligent restoration” and recycling has become more widespread. One can there-fore maintain that, within a brief lapse of time, this new sensitivity will register a considerable increase in the availability of “second-hand” objects, therefore, a great-er offer and more accessible prices for a progressively increasing public. The innovative idea developed by the archi-tect Angelo Caruso (Art-Direc-tor) and today developed by NoZone, Technical Services for Franchising, is that of put-ting together and at the disposal of work-

87

skilful hands of these young women are born tapestries, hats, bags, dresses, vases, furnishing accessories, … Of great inter-est, prints on Japanese paper from felt matrix by Cristiana Di Nardo, incorpo-rating felt filaments to create extremely refined works where this humble material is ennobled to reach very high levels of expression. Each author that collaborates with Atelier, students that Matilde defines as “first-rate”, presents his/her works at events and small exhibition that are regu-larly held at the workshop. Worthy of mention, a young and highly talented youth, Daniele Broglia, who re-discovers and enhances the ancient “plumaria art”, a very old art widespread in southern and eastern Asia, across Indonesia and Oceania, to both the Americas, character-ised by the use of birds’ plumes and feath-ers to decorate.

TERRAMIA (page 44)Many Neapolitans, and not only, nostal-gically remember the great exhibitions of artistic crèches and art ceramics of the Campania region held during the Christmas season, since the eighties, in the monumental complex of Santa Maria La Nova. During one of these exhibi-tions, in the section dedicated to crèches was displayed a large “Nativity Scene” made from terracotta, entirely revisited in terms of position of the characters, intriguing as well as spellbinding, and certainly “revolutionary” for a notorious-ly traditional public as is the Neapolitan one. It was in that circumstance that I made the acquaintance of Paola Capriotti and was struck by the professional back-ground of my interlocutor, by her grit, as well as by the experienced awareness of operating as an entrepreneur in a field in which the leading positions are usually occupied by men. Since always, in the Campania region, in the places where ceramic is traditionally worked (Cerreto Sannita, Napoli San Lorenzello, Vietri sul Mare), the workshops and shops, both the family-run ones and the other more important ones, are managed by men, masters, the jealous guardians of their secrets, “domineering fathers”, at least until a short while ago, of an oligarchic system of company management. On the contrary, in the second half of the eight-ies, Paola Caprotti ventured upon this context in Naples and opened the “Terramia” workshop, where new appro-aches that weren’t the routine ones to produce ceramic were immediately sought, and new types of artefacts were launched on the market – not only locally. The items were personalised by colours and “debrì” never seen before and the market, probed through trade fairs in Florence, Milan and even abroad, imme-diately showed its appreciation. In the Terramia workshop, which currently

occupies many rooms where designing, forging, decoration, drying are carried out and exhibitions are held, is located in Via Pigna 76, Naples. Here, excellent artistic ceramics are also made. The ter-racotta production of the mythical Neapolitan coffee-pots is truly extraordi-nary; even large-sized ones are made, enlivened with many “pulcinellas” in vari-ous poses. Some of their lids are trans-formed into mini-crèches with Lilliputian shepherds of incredible make. Terramia also boasts a design and planning studio for home furnishings and for the garden; fringe activities include pottery, sculp-ture-decoration and painting courses. At any rate, it is an excellently equipped cen-tre, one of the best of its kind in the Campania region, and boasts a showroom of its products at unbeatable prices locat-ed in Via S.Giovanni Maggiore Pigna-telli, Naples, the heart of the historic centre, just a short distance away from the church of San Domenico Maggiore. The years that have gone by have been rich in satisfactions, but also terribly hard for this small woman made from steel called Paola Capriotti. The grit is that one of always. Paola does not easily give up. For her ceramic-making has been the choice of her life. She has transmitted the same grit to her son Luca, who has become the crucial mainstay of the work-shop and her precious advisor.

PASSI D’AUTORE GRAZIANO POMPILI (page 48)Looking at the wall that hosts the fifty terracotta tiles called “Passi d’Autore”, one gets the impression of being envelo-ped in a large embrace filled with histo-ries and emotions. Graziano Pompili, the sculptor born in Faenza who lives in Reggio Emilia who has created this extraordinary work, has aimed to narrate his artistic story and life through a series of images. To depict his memoirs Pompili uses images shaped in terracotta, and nar-rates a route that has already been done, perhaps already forgotten, which now reappears in all its value, skilfully rede-signed and coloured by the emotions that time has kept suspended. The fifty tiles contain, like a biography, the traces of all the stylistic and thematic choices that have allowed the artist to achieve a highly sensitive and communicative language. It’s a passion for findings and archaeolo-gy, which soon resulted in the love for shapes of classic sculpture, reproposed in other tiles of “Passi d’autore”, according to the taste and style cultivated by Pompili throughout the eighties. Ancient amphorae, classically-shaped horses, wings belonging to Greek Nikes and above all, fragments laid side by side are depicted, as if they were objects resur-faced from a digging site. Other tiles, always linked to his passion for archaeo-

E N G L I S h T E X T

logical sites, are dedicated to the human figure and present bodies with parts miss-ing or half-busts resting on columns rem-iniscent of the Etruscans, the Dalla Robbias and Piero della Fran-cesca. According to the Reggio Emilian sculp-tor, the element that best symbolises the roots of all men is the home, a subject present in as many as ten of the 50 terra-cotta tiles and the star of Pompili’s pro-duction as from the early nineties to the present day. Some of these homes are depicted on mountain tops poised in the air. In other two tiles the home is repeat-ed identically in a series, enclosed in a sort of grid. However, following the inspiration of the soul, in his creations of the 2000 Pompili reproposes the home combined with the human figure, a sort of essential and uncharacterised self-por-trait. Graziano Pompili has been able to express his communication potential to a maximum, offering not only the history and poetics of an entire artistic life. But the sculptor has created this work also for himself. Pompili has understood that the conquests of the past may become an important point of reference, a magically suspended place from which to draw, why not, new elements for the future.

MORELATO PROJECTS AND PROPOSALS (page 52)The consolidated image of the Morelato production, renowned for revisiting styles of the past, is soon to be enriched with a new chapter dedicated to the year 2000. For the year 2003, at the Verona “Abitare il Tempo” was presented the new collec-tion called “Classico 2000”. Morelato has explored and offered four centuries of history, but for the year 2000 the refer-ence is not made up of “styles” taken from the history of the Applied Arts, but from a contemporary classicism all to be discovered. The new collection will pres-ent all the principles and values that have always characterised Morelato’s produc-tion in a contemporary key: eco-friendly features, objects dedicated to the emo-tional area of the socio-individual domes-tic space, objects that present an attentive and innovative research of materials, objects that are essential and reassuring. Add to these design and production plans the new and ambitious cultural initiative called the Applied Arts in Furniture Making Outlook, set up by the Morelato company in the Veneto region, with a special eye to furniture making. The first result of the Outlook’s activity was the presentation of two especially significant experiences at the September show held in Palazzo Taidelli: the work of master cabinet-maker Pierluigi Ghian-da and a preview of the Berdondini Col-lection inspired by models drawn by An-tonio Berdondini, a cabinet-maker who operat-ed in Faenza in the 30s and 40s.

88

I N D I R I Z Z I

ABBONAMENTO 2002 ARTIGIANATOtra arte e designDirettore: Ugo La Pietra

Artigianato:è una rivista trimestrale che interpreta e diffonde l’evoluzione delle Arti Applicatee i processi di contaminazione con l’artee il design.

Artigianato:parla di creatività e di produzione, sostenendo la ricerca e la sperimentazione e introducendo nuovi concetti per la costituzione e il rinnovamento della piccola impresa.

Artigianato:è uno strumento impegnato a diffondere la cultura materiale legata alle risorsedei vari territori, guardando con interesse alla tradizione e alla storia.

Artigianato:riscopre il rapporto tra cultura del progetto e la capacità di fare, presentando oggetti riferibili alla logica produttivae d’uso, ma che, nello stesso tempo, mantengono tutta la virtualitàdegli oggetti d’arte.

Ritagliare e spedire in busta chiusa unitamente all’assegno o ricevuta (fotocopia) del versamento.

ALAMARO EDUARDOvia Stella 120 - 80137 Napolitel/fax 081.292572AF-L’ARTIGIANO IN FIERA via Canova 19 - 20145 Milanotel. 02.31911911-fax [email protected] per Teramo 14 - 64010 Civitella del Trontotel.0861.918292 - fax 0861.91138 ARTIGIANO METROPOLITANOvia Lagrange 20 - 10123 Torino tel.011.5184268 - fax 011.5612109ASSOCIAZIONE VIA DEI SAVONAROLAriviera Mussato 4 - 35139 Padovatel. 049.8750140BIFFI GENTILI ENZOvia Principe Amedeo 8/a - 10123 Torinotel. 011.5185215BOTTEGA DEI VASAICorso San Gottardo 14 - 20136 Milanotel/fax. 02.8376016 - www.labottegadeivasai.it CENTRO ARTISTICO ALIK CAVALIERE Via De Amicis 17 - 20123 Milano tel. 02. 8323220CORETTI PAOLOvia Petrarca 67/2 - 33100 Udine tel. 0432.299101 - fax 0432.26427CORREGGIARI LAMBERTOvia Francesco Ferruccio 22 - 20145 Milano tel. 02.33600061DIVERSIS ARTIBUSp.le Troncona 9/c - 47842 S. Giovanni in M. [email protected] STEFANOvia Croce di Pietra 25 - 36025 Noventa V.na (VI)tel. 0444.887721

EBANISTERIA FRANZONEvia Apollodoro 53 - 92012 Gela (CL)tel. 0933.914540EXPOCOM di Biagio Licatavia Lagrange 50 - 97013 Comiso (Rg)tel. 0932.925014FIAMMETTA ENZO via Teatro Biondo 15 - 90100 Palermotel. 091.332118FLORENCE MART s.r.l.via Trieste 53 - 50139 Firenzetel. 055.477841 - fax 055.480110FUORICLASSE di Trapassi Matilde via S. Carpoforo 4 - 20121 Milanotel. 02.8900993GAMBATESA REGINAVia Roberto da Bari 102 - 70122 Baritel. 080.5215174GATTI MINOVia Settala 2 - 20124 Milanotel. 02.29402936 - www.minogatti.comGIOVINE ENRICAvia Lombroso 3 - 35136 Padovatel. 049.8561315GUALDONI FLAMINIOvia Barbavara 9 - 20144 Milanotel. 02.8361776I.S.O.L.A. (Istituto Sardo Org. Lavoro Art.)

via Ottone Bacaredda 184 - 09127 Cagliari tel. 070.404791 - fax 070.400359LARIOFIEREv.le Resegone - 20036 Erba (Co)tel. 031.6371 - fax 031.0637403MARTA-FIRENZE EXPO & CONGRESS viale Filippo Strozzi 1 - 50129 Firenzetel. 055.49721 - fax 055.4973237

MASAYO AVE CREATIONvia Cesare Correnti 7 - 20123 Milanotel. 02.58111107 - www.macreation.org TENDENCE - MESSE FRANKFURT Ludwig Erhard Anlage - 60327 Frankfurt a/Mtel. 0049.69.75756915 - fax 0049.69.75755770MIA - ENTE MOSTRE MONZA BRIANZAvia G.B. Stucchi 64 - 20052 Monza (MI)tel. 039.2842310 - fax 039.2842312MORELATOvia Valmorsel 18 - 37056 Salizzole (VR)tel. 045.695400I - fax 045.6954030NOLOSTAND via Mecenate 84/10 - 20138 Milanotel. 02.501604 - fax 02.58013084POMPILI GRAZIANO st. Bassa 20 - 42027 Montecchio Emilia (RE)tel. 0522.866925PORRO AURELIO via De Gasperi, 16/1 - 22060 Figino Serenza (CO) tel./fax 031.781520PROMOS - ARTISANEXPOvia Camperio 1 - 20123 Milanotel. 02.85155264 - www.artisanexpo.itTADDEO ISABELLAvia Roma 6/c - 21040 Oggiona (VA) tel. 0331.217811 - cell. 380.3197728TERRAMIA di Luca Gianì s.a.s.via Pigna 76 - 80128 Napolitel/fax 081.5604018 - cell. 335.6289924TOPYLABRYS - SCULTURA E MODAvia Ausonio 7 - 20123 Milano tel. 02.58113117 - [email protected] VALERIAvia della Barca 39 - 40133 Bologna tel. 051.6191297

Abbonamento Italia 1 anno € 20,70 - 2 anni € 40,00Abbonamento estero 1 anno € 33,60 - 2 anni € 65,00Numeri arretrati per Italia € 7,70 - (min. 5 € 7,00) Numeri arretrati per estero € 10,30 - (min. 5 € 9,00)

Desidero abbonarmi a 4 numeri della rivista pagando la quota 2002

Desidero abbonarmi a 8 numeri della rivista pagando la quota 2002+2003

Desidero ordinare i seguenti numeri arretrati

Tramite assegno non trasferibile di € (solo per l’Italia)

Tramite versamento di € sul Conto Corrente Postale N. 18160242 intestato a Edizioni IMAGO INTERNATIONAL S.r.l.

Nome Cognome

Via n.

Comune e provincia CAP

Professione Telefono

A R T I G I A N A T Ot r a a r t e e d e s i g n