corriere pacciani

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(10 aprile 1992) - Corriere della Sera "So chi e' il mostro", ma Firenze non ci crede un maestro di karate' , Carmelo Lavorino, scrive in un libro il nome del diabolico assassino di coppie FIRENZE . La maggior parte degli investigatori che si sono occupati dei sedici delitti "firmati" dalla Beretta calibro 22 del "mostro di Firenze" non portano divisa ne' toga. In 24 anni questa vicenda ha solleticato centinaia di maghi, veggenti e poliziotti improvvisati, tutti impegnati a riuscire la' dove hanno fallito squadra mobile, carabinieri e magistratura. Le conclusioni di questo esercito di dilettanti (molto spesso anonime) riempiono un paio di armadi della squadra anti.mostro. Ma nessuno, fino a ieri, aveva convocato i giornalisti per indicare un "colpevole", con nome e cognome, e scritto un "libro.verita' ". Lo ha fatto, a Gaeta, Carmelo Lavorino, 43 anni, istruttore di karate e investigatore privato a tempo perso. Di fronte ai giornalisti ha detto di aver speso "tre anni della sua vita" per questa indagine. Si vede che non ha avuto occasione di parlare con poliziotti e carabinieri che da vent' anni, senza pubblicita' , lavorano su questo caso. Lavorino e' convinto di aver individuato il maniaco nel figlio di una delle persone coinvolte a vario titolo nel primo omicidio, avvenuto a Signa il 20 agosto 1968. Siccome allora il "suo mostro" era un bambino, Lavorino gli attribuisce gli altri sette duplici omicidi, avvenuti fra il 1974 ed il 1985. L' istruttore di karate ha detto di aver consegnato il suo libro al procuratore della Repubblica di Firenze, Piero Luigi Vigna. Ma il capo della squadra anti.mostro, Ruggero Perugini, di questa storia non vuol sentir parlare. A palazzo di Giustizia si fa sapere che a Lavorino non viene dato credito. E sono in molti a ritenere che l' "investigatore" dovra' alla fine rispondere in tribunale delle accuse. Pochi giorni fa Ruggero Perugini segnalava che, nonostante siano passati sei anni e mezzo dall' ultimo duplice omicidio attribuito al mostro, al suo ufficio continuano ad arrivare le segnalazioni piu' strampalate. E questo da anni. Nel febbraio ' 86 il "Mago di Firenze" traccio' un identikit del maniaco, tale da poterlo identificare almeno con 5.6 milioni di italiani. A una contestazione sulla vaghezza dell' identikit, il mago chiese

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(18 aprile 1992) - Corriere della Sera

(10 aprile 1992) - Corriere della Sera

"So chi e' il mostro", ma Firenze non ci crede

un maestro di karate' , Carmelo Lavorino, scrive in un libro il nome del diabolico assassino di coppie

FIRENZE . La maggior parte degli investigatori che si sono occupati dei sedici delitti "firmati" dalla Beretta calibro 22 del "mostro di Firenze" non portano divisa ne' toga. In 24 anni questa vicenda ha solleticato centinaia di maghi, veggenti e poliziotti improvvisati, tutti impegnati a riuscire la' dove hanno fallito squadra mobile, carabinieri e magistratura. Le conclusioni di questo esercito di dilettanti (molto spesso anonime) riempiono un paio di armadi della squadra anti.mostro. Ma nessuno, fino a ieri, aveva convocato i giornalisti per indicare un "colpevole", con nome e cognome, e scritto un "libro.verita' ". Lo ha fatto, a Gaeta, Carmelo Lavorino, 43 anni, istruttore di karate e investigatore privato a tempo perso. Di fronte ai giornalisti ha detto di aver speso "tre anni della sua vita" per questa indagine. Si vede che non ha avuto occasione di parlare con poliziotti e carabinieri che da vent' anni, senza pubblicita' , lavorano su questo caso. Lavorino e' convinto di aver individuato il maniaco nel figlio di una delle persone coinvolte a vario titolo nel primo omicidio, avvenuto a Signa il 20 agosto 1968. Siccome allora il "suo mostro" era un bambino, Lavorino gli attribuisce gli altri sette duplici omicidi, avvenuti fra il 1974 ed il 1985. L' istruttore di karate ha detto di aver consegnato il suo libro al procuratore della Repubblica di Firenze, Piero Luigi Vigna. Ma il capo della squadra anti.mostro, Ruggero Perugini, di questa storia non vuol sentir parlare. A palazzo di Giustizia si fa sapere che a Lavorino non viene dato credito. E sono in molti a ritenere che l' "investigatore" dovra' alla fine rispondere in tribunale delle accuse. Pochi giorni fa Ruggero Perugini segnalava che, nonostante siano passati sei anni e mezzo dall' ultimo duplice omicidio attribuito al mostro, al suo ufficio continuano ad arrivare le segnalazioni piu' strampalate. E questo da anni. Nel febbraio ' 86 il "Mago di Firenze" traccio' un identikit del maniaco, tale da poterlo identificare almeno con 5.6 milioni di italiani. A una contestazione sulla vaghezza dell' identikit, il mago chiese "almeno un oggetto appartenuto all' omicida", dicendosi in grado, poi, di rivelarne il nome. Nel luglio 1987 un matematico mise al servizio di questa ricerca una sua complicata teoria, analizzando le date dei delitti e i luoghi in cui sono stati commessi. Nel novembre 1990 Maria Consolata Corti, regista tv ed esperta di gialli, rivelo' al settimanale "Visto" che il mostro era "un uomo di 72 anni che lavora per i servizi segreti, di origine siciliana ma che ha vissuto a lungo in Toscana", aggiungendo con sicurezza che "gli investigatori dovrebbero gia' conoscere il suo nome". In settembre, un duplice omicidio avvenuto a Hyeres, in Francia, segnalato come possibile "impresa all' estero" del maniaco, costrinse due poliziotti fiorentini a un inutile viaggio. "Qualcuno sa e non parla", ripetono da anni gli investigatori, ma neanche una taglia di 500 milioni, emessa nel 1985, ha dato risultati concreti. Il resto sono solo parole. Paolo FallaiPagina 25

(18 aprile 1992) - Corriere della Sera

ASSISE PROCESSO. SENTENZA

Condannato Pacciani

Pacciani Pietro, da alcuni mesi al centro delle indagini sul mostro di Firenze, condannato per detenzione di un proiettile

FIRENZE . Pietro Pacciani, l' uomo che dall' ottobre scorso indagato per gli omicidi del "mostro" di Firenze, stato condannato ieri a quattro mesi di reclusione per detenzione di un proiettile calibro 7.62, modello Nato. Pacciani era accusato anche di detenzione di un proiettile di cannone e di un fucile che, pero' , non mai stato trovato. Il processo di ieri completamente separato dall' inchiesta sui delitti del "mostro". Pietro Pacciani, di 66 anni, uccise a coltellate nel 1951 un suo rivale in amore. In seguito fu condannato per violenza carnale sulle figlie. libero dal 6 dicembre scorso.

(22 aprile 1992) - Corriere della Sera

Nuovo vertice sul "mostro"

continuano le indagini su Pacciani Pietro, l' agricoltore sospettato di essere il " mostro di Firenze "

FIRENZE . Riunione in procura degli inquirenti impegnati nelle indagini sul "mostro" di Firenze, il maniaco autore di otto duplici omicidi tra il 1968 e il 1985. Il capo della Sam (squadra anti.mostro) Ruggero Perugini e alcuni ufficiali dei carabinieri si sono incontrati con il procuratore Piero Luigi Vigna, che conduce l' inchiesta con il sostituto Paolo Canessa. L' incontro servito per fare il punto sulla posizione di Pietro Pacciani, l' agricoltore di 66 anni indagato dall' ottobre scorso e condannato, il 17 aprile, a 4 mesi per detenzione di munizioni da guerra. Dalla riunione non sono emerse novita' .

(29 aprile 1992) - Corriere della Sera

MOSTRO DI FIRENZE. GLI INVESTIGATORI NON MOLLANO: " SE C' QUALCOSA DA TROVARE, LA TROVEREMO "

Continua la caccia all' arma

dopo l' inutile ispezione nell' orto, da ieri al setaccio la casa di Pacciani a Mercatale Val di Pesa

FIRENZE . Per ora solo calcinacci. La mega.perquisizione nella casa del sospettato numero uno dei delitti del "mostro di Firenze" prosegue da 48 ore in attesa dei risultati che, per il momento, non arrivano. Il piccolo esercito di poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco che occupa dalle 9 di lunedi' mattina la casa di Pietro Pacciani a Mercatale Val di Pesa, ha interrotto il lavoro solo dall' una di notte alle 6.30 del mattino. Pacciani ha diritto ad assistere a ogni fase della perquisizione e questa si deve fermare quando l' indagato va a dormire. La pressione psicologica nei confronti dell' agricoltore di 66 anni comunque fortissima e sembra destinata a proseguire anche oggi e, forse, domani. Sembra accertato ormai che gli investigatori si sono mossi quando si sono convinti che Pacciani nascondesse qualcosa. Non un mistero che dal 6 dicembre scorso, quando l' uomo uscito dal carcere di Sollicciano dopo aver scontato una condanna a 4 anni e 3 mesi per violenza sessuale sulle figlie, la polizia non lo ha perso di vista neanche un minuto. Ieri mattina a palazzo di giustizia si respirava comunque un po' di delusione: le ricerche nell' orto dell' agricoltore, setacciato centimetro per centimetro, non avrebbero dato l' esito sperato. E la ricerca sarebbe stata molto piu' mirata di quanto lasciato intendere lunedi' . L' obiettivo finale resta la Beretta calibro 22, la pistola che ha "firmato" gli otto duplici omicidi del maniaco, ma la perquisizione sembra organizzata apposta per "passare al setaccio" la vita dell' indagato. Le chiavi di un' altra abitazione, elementi per rintracciare un capanno di campagna, indizi di altri nascondigli, tutto potrebbe dare un senso alla mega.operazione in corso. "Il provvedimento . ha detto il pm Vigna . riguarda le due case di Pacciani ma anche ogni altro luogo nella sua disponibilita' ". Si prosegue quindi, ad oltranza, con poche ore di sonno e l' uso di tutte le tecnologie disponibili. Anche ieri, quando gli agenti hanno "attaccato" la perquisizione dell' edificio vero e proprio, sono stati usati un metal detector e un termovisore: apparecchiatura a raggi ultravioletti e infrarossi che pu "fotografare" oggetti nascosti nei muri. A Firenze era gia' stato usato nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio per cercare di verificare la presenza di disegni di Leonardo da Vinci al di sotto dei grandi affreschi del Vasari. A Mercatale il paese sembra con Pacciani: tutti lo definiscono un tipo strano ma nessuno crede che possa essere il maniaco. I pochi vicini di casa, le cui finestre si affacciano su quelle di Pacciani, e le visite degli avvocati sono l' unico tramite con la casa, isolata rigidamente da uno sbarramento della polizia. Con in testa il solito cappellino da ciclista Pacciani ha seguito con crescente apprensione la devastazione della sua casa. "Ma tutto questo quando finisce?", ha chiesto al suo avvocato, Renzo Ventura, che per tutta risposta ha allargato le braccia. Nel pomeriggio ha avuto un malore e, per precauzione, stato fatto intervenire un medico. In serata si diffusa la voce, non confermata, del ritrovamento di uno straccio impregnato di polvere nera. Sarebbe il secondo nella casa di un uomo che tutti sanno dedito alla caccia, ma al quale non mai stato trovato un solo fucile. L' avvocato difensore Renzo Ventura sostiene che Pacciani non gli ha detto di aver firmato alcun verbale di sequestro. Il capo della squadra antimostro, Ruggero Perugini, non si muove da Mercatale: "Se c' qualcosa da trovare, la trovero' ". Fallai Paolo

(30 aprile 1992) - Corriere della Sera

MOSTRO DI FIRENZE

Trovato un proiettile calibro 22. ma il giallo si complica ancora

la perquisizione nella casa del super sospettato Pacciani Pietro a Mercatale Val di Pesa

FIRENZE . Un proiettile calibro 22 sotterrato in cantina, novanta milioni di lire in contanti occultati dietro una piastrella nell' abitazione: la casa di Pietro Pacciani, l' agricoltore di 66 anni indagato per gli otto duplici omicidi del "mostro di Firenze" sembra giocare con gli investigatori che da tre giorni la stanno perquisendo centimetro per centimetro. "Non abbiamo trovato niente che ponga fine alle incertezze su questo caso" ha dichiarato il capo della Sam (squandra anti mostro) Ruggero Perugini rifiutandosi di confermare o smentire le notizie. Eppure per un momento i suoi uomini hanno creduto di essere vicini alla svolta decisiva, traditi da un nervosismo crescente che ha animato il lavoro della squadra all' opera da lunedi' mattina a Mercatale Val di Pesa. Da quando il capo della Sam stato visto uscire dalla casa del super sospettato con una busta in mano si avuta netta la sensazione che dopo aver devastato l' orto ed ispezionato i muri della casa con metal detector e termovisori a infrarossi e ultrasuoni, gli investigatori avessero finalmente trovato qualcosa. Ma ancora una volta le novita' hanno molte chiavi di lettura. Il calibro del proiettile lo stesso di quelli utilizzati dal maniaco, ma sembra che dal reperto non sia possibile risalire alla marca Winchester e alla serie "H" che l' omicida ha sempre usato nelle sue imprese utilizzando due confezioni molto vecchie. Anche se le analisi che sono subito iniziate dovessero confermare questo particolare il ritrovamento del proiettile di per s non dimostra nulla e servirebbe solo a complicare il lavoro degli investigatori. Ieri mattina, quasi come se avesse avuto una sorta di premonizione, il capo della Sam si augurava di non trovare proiettili o bossoli. L' obiettivo finale rimane la pistola, quella Beretta calibro 22, dall' inconfondibile rigatura della canna, che in questa storia iniziata nell' agosto 1968 rappresenta ormai l' unica prova certa di colpevolezza. In questi ventiquattro anni sono cinque i presunti mostri che sono stati arrestati e tutte le volte il maniaco ha scelto il modo piu' macabro per affermare la loro innocenza, uccidendo una coppia di giovani quando il sospettato di turno era in carcere. Perugini sa benissimo che errori del genere non possono essere ripetuti. Per questo anche ieri mattina ripeteva che la sua ricerca non potra' fermarsi che davanti ad una prova certa e non ha esitato ad organizzare questa mega perquisizione "pur di arrivare ad un risultato che ci consenta di non avere rimorsi". Il secondo obiettivo . dopo la pistola . potrebbe essere solo il ritrovamento di un fucile a retrocarica che Pacciani, secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori, usava per andare a caccia. L' indagato si disfatto di un fucile simile, ma gli uomini che lavorano a questo caso sono convinti che disponesse di una seconda arma. Trovarla sarebbe la conferma di molte ipotesi sulle quali hanno fondato il loro lavoro e dimostrerebbe in modo inequivocabile che Pacciani nasconde qualcosa. Che l' agricoltore . che ha passato tredici anni in carcere per un omicidio passionale ed altri quattro anni e tre mesi per violenza sessuale sulle figlie . sia abituato a nascondere le cose a cui tiene non ci sono piu' dubbi. L' ultima conferma venuta proprio da quei novanta milioni, probabilmente frutto di una eredita' conservata nel piu' classico dei nascondigli dei contadini, sotto una piastrella in casa. A tarda notte si lavorava ancora. Paolo Fallai

(1 maggio 1992) - Corriere della Sera

MOSTRO DI FIRENZE. LA CARTUCCIA TROVATA NON RAPPRESENTA UNA PROVA CERTA

"Vogliono incastrarmi"

Pacciani accusa gli investigatori di aver nascosto il proiettile nella sua vigna. la perquisizione nella casa continua e sara' estesa al capanno per gli attrezzi

FIRENZE . Quel proiettile, da solo, non serve a niente. Da 24 ore nella intricata rete di incertezze che costella l' inchiesta sul "mostro di Firenze" c' un elemento in piu' : un proiettile calibro 22, marca Winchester, serie H, scoperto dagli investigatori nell' orto di Pietro Pacciani. Lo stesso calibro, la stessa marca, la stessa H impressa sul fondo, dei proiettili esplosi dalla Beretta calibro 22 del maniaco delle colline fiorentine. Ma anche un proiettile identico ad altre migliaia prodotte dalla Winchester in sei fabbriche sparse per il mondo e liberamente in vendita. Gli investigatori che da lunedi' setacciano centimetro per centimetro la casa dell' ex agricoltore, ieri pomeriggio si sono presi un momento di riflessione, sospendendo la perquisizione e riunendosi col procuratore Piero Luigi Vigna per esaminare il reperto e il filmato che testimonia il ritrovamento. Dagli uffici giudiziari e dagli investigatori non filtra neanche una parola, la tensione sembra molto alta. L' unico che parla, Piero Luigi Vigna, lo fa per invitare i giornalisti a non dare notizie, per definire "intempestiva" qualsiasi dichiarazione, per affermare di non condividere "le inchieste spettacolo che danneggiano chi fa l' indagine e chi la subisce". Il proiettile stato trovato nell' incavo di una colonnina in cemento, di quelle piantate nel terreno per sorreggere le viti. Le analisi dovranno servire a scoprire da quanto tempo era sepolto nella mota depositata sul fondo. Poi si cerchera' di capire se possibile una "comparazione di lotto" con i bossoli esplosi negli omicidi del maniaco. La stessa procedura seguita, con esiti incerti, per gli altri proiettili disseminati lungo tutta l' inchiesta: nel 1986 qualcuno . non si mai saputo se si trattava del maniaco o di un mitomane . spedi' un proiettile ciascuno a tre magistrati, Piero Luigi Vigna, Francesco Fleury e Paolo Canessa, accompagnati da un biglietto: "Ve ne basta uno a testa?". Un altro proiettile dello stesso tipo, ritrovato nel piazzale dell' ospedale fiorentino di Ponte a Niccheri, scateno' una mega.perquisizione che si concluse senza risultati. E opinione comune che per ora Pacciani rischia solo un' imputazione per detenzione di parti di arma, ma la perquisizione nella sua casa andra' avanti anche nelle prossime ore, forse per qualche giorno. Per il proiettile non sarebbe stato neanche redatto il verbale di sequestro: cio' significa che l' operazione lontana dalla sua conclusione. L' ex agricoltore, che ha assistito in questi giorni a tutte le operazioni, ha perso le staffe una volta sola, ieri notte, quando per la prima volta ha accettato di parlare al telefono con un giornalista. "Sono tutti imbrogli . ha urlato nella cornetta .. Quel proiettilino ce l' hanno messo loro quando io non c' ero", ha aggiunto riferendosi al periodo in cui era in carcere per scontare una condanna a quattro anni e tre mesi per violenza sessuale sulle figlie. Una frase che uno dei suoi avvocati, Pietro Fioravanti, ha definito "imprudente e avventata, dettata dallo stress emotivo cui Pacciani sottoposto". Le prossime tappe della perquisizione ordinata da Vigna il 17 aprile, dovrebbero riguardare il suo capanno degli attrezzi e la casa dove gli investigatori hanno individuato alcuni punti ancora da setacciare. Chiuso in un mutismo assoluto Ruggero Perugini, il capo della squadra antimostro che ha seguito momento per momento la perquisizione. In questi giorni ha detto piu' volte: "Facciamo bene questo lavoro per non doverlo fare di nuovo". Cercava una prova definitiva oppure la certezza che la casa di Pacciani non nasconde nulla. Ora deve fare i conti con l' ennesimo elemento di incertezza. Paolo Fallai

(3 maggio 1992) - Corriere della Sera

Mostro di Firenze: dal proiettile le prime rivelazioni

potrebbe costituire una prova il bossolo ritrovato in casa di Pacciani Pietro

FIRENZE . Da 48 ore gli investigatori fiorentini stanno "interrogando" un proiettile, lungo tre centimetri e sporco di terra. Non possono toccarlo, almeno fino all' incidente probatorio, cio il momento in cui la difesa sara' messa in condizione di verificare direttamente le analisi. Dalle 17.56 di mercoledi' , quando stato trovato nel giardino di Pietro Pacciani, l' agricoltore indagato dall' ottobre scorso per gli otto duplici delitti del mostro di Firenze, sanno che un calibro 22, marca Winchester. Dalla mezzanotte di quella stessa sera hanno scoperto la sigla "H" impressa sul fondo, che caratterizza una serie della produzione, uguale a quella di tutti i bossoli lasciati dal maniaco sul luogo dei delitti. Da ieri sanno qualcosa di piu' : il microscopio della polizia scientifica fiorentina ha scoperto un piccolo baffo vicino a quella H. Un segno quasi impercettibile, un difetto di produzione causato dal logoramento del pignone che imprime la lettera sul metallo. Anche alcuni dei proiettili usati dal mostro presentano quel difetto, per la precisione un gruppo di proiettili di una delle due scatole da 50 cartucce l' una che l' assassino ha usato nelle sue imprese. Una prova decisiva? Neanche per sogno, per ora solo l' ennesima suggestione che imprime a questo caso la cadenza di un romanzo giallo. Una novita' al giorno, piccola quanto basta ad ampliare il sospetto. Ma in questa storia, il finale risolutore tutt' altro che scontato. Lo dimostra lo scetticismo e la cautela degli stessi investigatori. Quel proiettile deve infatti rispondere ancora a tante domande: ad esempio la lega del metallo e la mescola delle polveri che potrebbero "datarlo" con una ragionevole approssimazione. Solo se anche la data di produzione dovesse corrispondere ai bossoli del maniaco, il gioco delle coincidenze potrebbe trasformarsi in un indizio. Ma anche questi dubbi saranno sciolti solo a perquisizione terminata e sembra che la fine del lavoro iniziato la mattina di lunedi' 27 aprile nella casa di Pacciani a Mercatale Val di Pesa sia lontana dalla conclusione. "Non abbiamo fretta", ha ripetuto il procuratore di Firenze Pier Luigi Vigna che ha firmato l' ordine che ha dato il via a questa mega.perquisizione. E gli uomini della "squadra antimostro", i vigili del fuoco, i carabinieri, i tecnici che riprendono con una telecamera ogni fase dell' operazione, l' hanno preso alla lettera. Concluso il lavoro nella casa di Pacciani e in quella delle figlie distante poche decine di metri, si stanno concentrando sul giardino, sezionato in piccoli quadratini esaminati ad uno ad uno prima con un setaccio, per eliminare ogni metallo di superficie, poi con il metal detector. Arrivano alla profondita' di un metro e mezzo e poi ricoprono. Secondo le ultime notizie sarebbe saltata fuori anche una lama, probabilmente di un coltello da cucina. Nessuno conferma. Si sa solo che gli uomini, guidati da Ruggero Perugini capo della "squadra antimostro", finito questo lavoro si sposteranno in tre poderi "lavorati" dall' uomo tra Mercatale e dintorni. In paese intanto si svolge la Sagra del Cencio, affollata da residenti e curiosi. Ieri mattina qualcuno ha appeso un cartello "Paese del mostro" sotto l' indicazione Mercatale Val di Pesa, all' ingresso dell' abitato, subito tolta dagli investigatori. Ma nessuno si stupisce di questa operazione: tutti sembrano convinti che l' indagine debba andare fino in fondo. Pacciani, che ha ucciso un uomo nel 1951 e ha violentato le figlie per anni, non viene accusato ma non ispira compassione. P. F.

(4 maggio 1992) - Corriere della Sera

MOSTRO DI FIRENZE: GLI ESAMI SULLA CARTUCCIA SEMBRANO AGGRAVARE LA POSIZIONE DI PACCIANI

Un proiettile carico di indizi

potrebbe essere stato espulso dalla pistola usata dal maniaco

FIRENZE . Non un proiettile qualsiasi. La cartuccia calibro 22 scoperta mercoledi' scorsonel giardino di Pietro Pacciani potrebbe essere stata espulsa, "scarrellata" in termine tecnico, dalla Beretta calibro 22 usata dal "mostro di Firenze". Non solo marca Winchester serie H, quindi, non solo con un difetto di produzione simile a quelli dei bossoli disseminati dal maniaco sui luoghi dei delitti, ma anche un segno, quasi impercettibile, lasciato da quella pistola. Potrebbe essere successo scaricando l' arma, seguendo l' ipotesi della prima ora secondo la quale quel proiettile non stato nascosto ma "perduto". Eppure dagli uomini che da una settimana conducono la perquisizione a Mercatale Val di Pesa non viene nessuna conferma. Anzi, Ruggero Perugini, capo della "squadra antimostro", sintetizza le sue dichiarazioni con un perentorio "cautela, cautela, cautela", e alle domande sulle verita' che quel proiettile starebbe rivelando nei laboratori risponde con freddezza: "Io sono qui da 8 giorni, non so cosa stanno facendo a Firenze, ma credo possano fare ben poco. Le risposte si avranno solo al momento dell' incidente probatorio, cio alla fine della perquisizione". Quando? "Quando avremo finito". Il giallo dunque continua. Tutta l' inchiesta su Pietro Pacciani d' altronde disseminata di segnalazioni sulle armi di cui l' indagato sarebbe stato in possesso. Si comincia dal 1951, quando Pacciani uccise a coltellate Severino Bonini, scoperto assieme alla fidanzata Miranda. Durante quel processo proprio Miranda a dire che Pacciani la minacciava con un revolver "carico e nuovo". Ma anche allora Pacciani smenti' , quella pistola non venne mai trovata anche se lui venne ugualmente condannato anche per detenzione di armi. Allora nessuno si stupi' che lui, congedato da poco dal servizio militare e premiato come tiratore scelto, potesse disporre di un' arma. Di una seconda pistola si parla negli anni Sessanta: scontati 13 anni di galera per quel delitto, tornato a Vicchio, dov' nato e dove abita la sorella Rina, Pacciani . secondo una testimonianza registrata dagli investigatori . si rivolge a un riparatore di biciclette chiedendogli di aumentare il calibro di una pistola. Quel "biciclettaio" morto, ma il testimone che ha visto quella pistola vivo, anche se l' avvocato Pietro Fioravanti, difensore di Pacciani, definisce le sue parole "vaghe e imprecise". Nel 1987, infine, durante il processo che portera' alla sua condanna per violenza sessuale sulle figlie proprio una di loro a dire che il padre possedeva due fucili e una pistola. Gli investigatori sono riusciti a trovare tracce solo di un fucile a retrocarica. Indizi che servono forse a spiegare la determinazione delle ricerche e una frase sfuggita a uno degli uomini della "squadra antimostro": "Qui siamo solo all' inizio". Paolo Fallai

Fallai Paolo

(31 maggio 1992) - Corriere della Sera

L' INDAGATO PER I DELITTI

"Mostro" : Pacciani lasciato dalla moglie

Angiolina Pacciani si trasferita nella casa della figlia Rosanna , sempre a Mercatale Val di Pesa

FIRENZE . L' agricoltore indagato per gli otto duplici omicidi attribuiti al "mostro di Firenze", Pietro Pacciani, stato lasciato dalla moglie. La signora Angiolina ha infatti raccolto la sua roba e . insieme con alcuni agenti di polizia e carabinieri ai quali aveva chiesto aiuto . si trasferita nella casa dove abita la figlia Rosanna, a poche decine di metri da quella del marito. Entrambe le abitazioni si trovano a Mercatale Val di Pesa e sono state accuratamente perquisite, per dodici giorni tra aprile e maggio, dalla squadra investigativa che si occupa dei delitti del "mostro". Pietro Pacciani, che ha 67 anni, ha ricevuto un avviso di garanzia per i delitti del maniaco nell' ottobre scorso, quando si trovava ancora in carcere per finire di scontare una condanna ( uscito il 6 dicembre 1991) per violenza sessuale sulle due figlie. Con Angiolina si sposato nel 1965, circa un anno dopo essere uscito dal carcere dove aveva scontato tredici anni di reclusione per aver ucciso, nel 1951, un uomo scoperto in intimita' con la sua ragazza di allora. I protagonisti di questa vicenda si rifiutano di commentare gli ultimi sviluppi, ma a Mercatale Val di Pesa molti hanno sentito Angiolina che parlava di "separazione" e di divorzio. Tra le voci raccolte in paese anche quella che le discussioni tra Pacciani e la moglie siano state piuttosto violente, ma la donna non ha mai presentato una denuncia per questi episodi.

(14 giugno 1992) - Corriere della Sera

NOINDC

Firenze, altra perquisizione per Pacciani FIRENZE . Nuova perquisizione in casa di Pietro Pacciani, 67 anni, indagato per gli otto duplici omicidi attribuiti al mostro di Firenze. Gli investigatori hanno sequestrato matite, pastelli e fogli con appunti. Il materiale definito "molto interessante

(20 giugno 1992) - Corriere della Sera

POLIZIOTTI E CARABINIERI FIORENTINI CERCANO LA VERITA' IN FRANCIA E GERMANIA

Mostro, la prova all' estero

le giacche trovate in casa di Pacciani all' esame dei familiari delle vittime straniere. gli investigatori vogliono accertare se sono quelle di due turisti uccisi dal maniaco: i tedeschi Horst Meyer e Uwe Rusch Sens

FIRENZE . All' estero, a caccia di una prova oggettiva. L' inchiesta sui 16 delitti attribuiti al "mostro" di Firenze ha subi' to nelle ultime ore una brusca accelerazione. Stasera gli uomini della squadra anti.mostro, guidata dal vice questore Ruggero Perugini, partono per raggiungere in Germania i parenti delle vittime straniere del maniaco, mentre un' operazione uguale viene concordata anche con le autorita' francesi. Approfondimenti resi necessari dai reperti sequestrati nelle perquisizioni a casa di Pietro Pacciani, l' agricoltore di 67 anni di Mercatale Val di Pesa indagato fin dall' ottobre scorso. I nuovi accertamenti sono stati decisi dal procuratore Piero Luigi Vigna e dal sostituto Paolo Canessa dopo la mega.perquisizione, cominciata il 27 aprile scorso e conclusa 12 giorni dopo, e le due successive. A palazzo di giustizia e alla squadra anti.mostro nessuno vuole parlare dell' operazione. Per capirne i motivi bisogna ricostruire le poche indiscrezioni filtrate. All' inizio di giugno lo stesso Pietro Pacciani riferi' ai giornalisti che nella sua casa erano state sequestrate due giacche. Si tratterebbe di due capi di fabbricazione straniera, americana e tedesca, seminuovi, la cui taglia molto piccola e soprattutto il colore, giallo e rosso, avrebbero colpito gli investigatori. Pacciani avrebbe detto che quelle giacche gliele avevano regalate quando lavorava nei campi, ma dubbio che possa averle mai indossate. In Francia la descrizione di quelle giacche raggiungera' Audincourt, una cittadina vicina al confine svizzero, dove abitano i genitori di Jean Michel Kraveichvili. Era il 9 settembre 1985 quando Jean Michel, che aveva 25 anni, venne ucciso dal maniaco insieme con Nadine Mauriot, a Scopeti sulle colline fiorentine. Il ragazzo, che dopo i primi colpi della Beretta calibro 22 del maniaco tento' di fuggire e venne raggiunto e massacrato a coltellate, era molto noto in Francia dove suonava in un complesso rock e vestiva spesso, nei concerti, giacche dai colori sgargianti. Per ora niente pu collegare a lui le giacche ritrovate in casa di Pacciani, ma non c' dubbio che i magistrati pretendano una risposta definitiva a ogni minimo dubbio. Gli stessi dubbi che accompagneranno in Germania il dirigente della Sam Ruggero Perugini e due ufficiali del nucleo operativo dei carabinieri di Firenze, a conferma del lavoro comune svolto da polizia e carabinieri. A spingerli a casa dei parenti di Horst Wilhem Meyer e Uwe Rusch Sens . uccisi dal maniaco a Giogoli il 9 settembre 1983 . sarebbero stati fogli di carta e matite sequestrati a casa di Pacciani e altri elementi che vengono tenuti riservati. Il loro viaggio dovrebbe condurli a Lemford, non lontano dal confine olandese, dai genitori di Meyer; a Cuxaven, che si affaccia sul Mare del Nord, dove abita la famiglia di Rusch ed infine a Munster, la citta' dove i due ragazzi studiavano . Meyer frequentava corsi di Belle Arti e Disegno . e dalla quale partirono per il loro ultimo viaggio, in camper, verso l' Italia. La loro uccisione da parte del maniaco rappresenta una caso anomalo nella lunga teoria di questi omicidi: fu l' unica volta infatti che le sue vittime non erano una coppia ma due uomini. Si disse all' epoca che il mostro fosse stato tratto in inganno dalla lunga capigliatura bionda di Rusch. Il loro camper venne fuoriosamente rovistato dall' omicida che non pot ripetere il macabro rito dell' asportazione che aveva compiuto sui corpi delle ragazze uccise. In attesa delle risposte attese da questi accertamenti all' estero, si continua ad esaminare il proiettile calibro 22 Winchester serie H, del tutto simile a quelli usati dal maniaco, trovato il 29 aprile nel giardino della casa di Pacciani. E nell' incertezza di queste ore sembra destinato a cadere anche l' ultimo dogma di questa inchiesta infinita: la convinzione che un processo per i delitti del mostro sarebbe stato istruito soltanto dopo il ritrovamento della Beretta calibro 22 che li ha firmati. Paolo Fallai

Fallai Paolo

(21 giugno 1992) - Corriere della SeraFirenze, un furto pu smascherare il "mostro" . la verita' da un taccuino prodotto in Germania

comincia questa mattina la trasferta all' estero degli investigatori della SAM della Questura di Firenze; l' indagine verte sul delitto del 9 settembre 1983 contro i tedeschi Hans Meyer e Uwe Rusch

FIRENZE . " solo uno scambio di idee con i colleghi della polizia tedesca". Il capo della squadra antimostro (Sam) della Questura di Firenze, Ruggero Perugini, risponde a monosillabi alle domande sul viaggio in Germania alla ricerca di nuovi elementi utili all' inchiesta. Il dirigente conferma che stamane volera' a Francoforte e da qui si rechera' a Munster, nella Renania del Nord, dove la Sam . della quale fanno parte anche ufficiali dei carabinieri . entrera' in contatto con la polizia tedesca. il delitto del 9 settembre 1983, quando a Giogoli la Beretta calibro 22 del maniaco uccise i giovani tedeschi Hans Meyer e Uwe Rusch, a guidare questa delicata fase delle indagini. Nella folle strategia che lo ha portato a uccidere otto coppie di giovani, quella notte il mostro commise l' errore di colpire due uomini anzich una coppia, forse ingannato dalla lunga capigliatura bionda di Rusch. E sfogo' la sua rabbia rovistando il furgone Volkswagen dei tedeschi, prima di allontanarsi, come sempre, indisturbato. Gli investigatori sembrano convinti che il maniaco possa aver portato via qualcosa da quel furgone, piccoli oggetti tenuti in memoria della macabra impresa. In altre occasioni il feticismo del maniaco assassino delle colline fiorentine si manifestato in modo ben piu' brutale, con asportazione sui cadaveri delle ragazze uccise. In questo quadro assumono ben altro rilievo gli accertamenti sui reperti sequestrati nel corso delle ripetute perquisizioni nell' abitazione, a Mercatale Val di Pesa, dell' ex agricoltore Pietro Pacciani, indagato dall' ottobre scorso, l' unico sospettato ad essere ancora al centro di un' indagine che ha selezionato centomila nomi. Reperti in apparenza privi di significato, come un blocco per appunti, alcune matite e due giacche che diventerebbero importantissime se il delicato lavoro di riscontro avviato dagli investigatori dovesse dare risposte precise. Il blocco per appunti, che Pacciani avrebbe usato per alcune sue annotazioni, stato prodotto in Germania e non risulterebbe essere mai stato commercializzato in Italia. Sarebbe inoltre molto simile ad alcuni blocchi normalmente utilizzati da Hans Meyer, una delle due vittime di Giogoli. "Ci interessa capire se gli accertamenti fatti dalla polizia tedesca . si limita a dire Perugini . ci possono tornare utili ed eventualmente se sia il caso di acquisirli agli atti dell' inchiesta". In questo caso il viaggio in Germania assumerebbe una veste ufficiale con la formazione di una commissione rogatoria internazionale. Paolo Fallai

Fallai Paolo

(22 giugno 1992) - Corriere della Sera

mostro di Firenze: investigatori in Germania

gli inquirenti in Westfalia per le indagini sull' omicidio di Meyer Hans e Rusch Uwe ( 1983 )

FIRENZE . Sono da ieri sera in Germania gli investigatori impegnati nelle indagini sugli 8 duplici omicidi del "mostro". Gli inquirenti, tra i quali Ruggero Perugini, capo della Sam, la Squadra antimostro della polizia, e il maggiore dei carabinieri Alfredo Salvi, comandante del nucleo operativo di Firenze, accompagnati da un interprete, sono partiti dall' aeroporto di Pisa diretti a Munster, in Westfalia, dopo uno scalo a Francoforte. Ad attenderli c' erano funzionari della polizia locale, con i quali gli investigatori fiorentini confronteranno le informazioni raccolte in questi anni sul sesto duplice omicidio del "mostro", quello di Hans Meyer e Uwe Rusch, i due giovani tedeschi uccisi a Giogoli il 9 settembre 1983. In particolare devono essere analizzati alcuni reperti trovati nell' ultima perquisizione effettuata in casa di Pietro Pacciani, l' agricoltore di Mercatale Val di Pesa. Sono alcune matite di marca tedesca e un album da disegno, anch' esso "made in Germany" che riporterebbe ancora il prezzo in marchi. Un album di questo tipo non sarebbe mai stato commercializzato in Italia e sarebbe molto simile a quelli utilizzati dal giovane tedesco che frequentava a Munster l' Accademia di belle arti.

(23 giugno 1992) - Corriere della Sera

SPEDITI AGLI INVESTIGATORI ASSIEME A UN MECCANISMO DI PISTOLA

A Firenze due pezzi di stoffa forse smascherano il mostro

continuano le indagini in Germania per scoprire il " mostro di Firenze " : indizi su Pietro Pacciani

FIRENZE . Un pezzo di pistola e due ritagli di stoffa giudicati "sospetti". L' indagine sul mostro di Firenze si arricchisce di nuovi particolari, tutti da decifrare. Nessuno ha ancora trovato la prova decisiva, la famosa Beretta calibro 22 con cui il maniaco ha firmato gli 8 duplici omicidi, ma gli inquirenti, alcuni dei quali si trovano attualmente in trasferta in Germania per accertamenti, hanno ora in mano altri oggetti che porterebbero a Pietro Pacciani, l' agricoltore di Mercatale Val di Pesa, l' ultimo indagato per l' inchiesta sul mostro. Alla stazione dei carabinieri di San Casciano, un paese vicino a Mercatale, arrivata per posta da un mittente anonimo un' asta guidamolla . una bacchettina di una decina di centimetri che serve per far scorrere la cosiddetta "molla di recupero", meccanismo delle pistole automatiche . avvolta in due pezzetti di tessuto. Il tutto accompagnato da un biglietto contenente alcuni riferimenti a Pacciani, vergato con calligrafia visibilmente contraffatta. Immediatamente sono scattate le analisi. Cio' che piu' attrae l' attenzione degli investigatori uno dei due scampoli di stoffa, tagliato al bordo con un paio di forbici. Un particolare, quest' ultimo, che ha suscitato molta curiosita' . Secondo quanto emerso, infatti, nel corso di una delle tante perquisizioni compiute in casa di Pacciani, sarebbe stato ritrovato un pezzo di stoffa non solo identico a quello arrivato per posta ma con un bordo tagliato con le forbici perfettamente combaciante con il ritaglio di tessuto spedito dall' anonimo. Intanto, gli investigatori fiorentini che da domenica sono in Germania, hanno trascorso la giornata di ieri tra Osnabuck, Lemforde, paese natale del giovane Horst Meyer (ucciso dal mostro il 9 settmebre 1983 assieme all' amico Uwe Rusch), e Diepholz. Gli investigatori hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. "Dobbiamo ancora raccogliere altri elementi", si limitato a dire Ruggero Perugini, capo del Sam. Ma il maggiore Alfredo Salvi del nucleo operativo dei carabinieri di Firenze non si mostrato pessimista. Una delle giacche portate da Firenze potrebbe essere appartenuta al giovane Meyer: per averne certezza "bisognera' aspettare che le vedano anche altre persone", dice Salvi. I pastelli e il blocco trovati nel corso della perquisizione in casa di Pacciani erano di Horst? "In fondo ce ne sono tanti simili", hanno risposto evasivi gli investigatori. Era proprio dai pastelli che gli inquirenti si attendevano i successi maggiori della loro visita. Horst, il piu' versatile della coppia di giovani assassinati, era infatti appassionato di disegno. Sono passati 9 anni dalla tragica notte dell' assassinio. Per la famiglia Meyer come se fossero passati pochi giorni: la mamma lavora all' istituto comunale per l' assistenza sociale. "Se non avessi quello, non so che cosa farei", ha confessato a un' amica. E il viaggio degli inquirenti fiorentini non ha fatto altro che riaprire la ferita. Per oltre tre ore, ieri pomeriggio, i coniugi Meyer, la figlia e i tre amici di Horst hanno risposto alle domande degli inquirenti italiani, accompagnati da un funzionario della polizia criminale tedesca. Poi, nel tardo pomeriggio, il padre si recato con i funzionari italiani e tedeschi al commissariato di Diepholz, per completare i verbali delle dichiarazioni. Questa mattina i tre giudici si recheranno a Cuxhaven, all' estremo Nord della Germania, per incontrare i parenti di Uwe Rusch. P. C.

(28 giugno 1992) - Corriere della Sera

DELICATA FASE DELLE INDAGINI A FIRENZE: L' AGRICOLTORE DI MERCATALE RESTA UN SEMPLICE SOSPETTATO

Un disegno smaschera il mostro?

gli inquirenti analizzano il blocco di carta bianca sequestrato in casa di Pietro Pacciani. cercano tracce della calligrafia di Horst Meyer, il giovane tedesco ucciso a Giogoli nel 1983

Gli inquirenti analizzano il blocco di carta bianca sequestrato in casa di Pietro Pacciani Cercano tracce della calligrafia di Horst Meyer, il giovane tedesco ucciso a Giogoli nel 1983 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - NOTEXT

Fallai Paolo

(28 giugno 1992) - Corriere della Sera

INDAGINI SUL " MOSTRO DI FIRENZE "

Centomila indagati per 8 delitti

Pacciani Pietro l' ultimo di uno sterminato elenco di possibili " mostri "

FIRENZE . Il nome di Pietro Pacciani entra nell' inchiesta il 17 settembre 1985, nove giorni dopo l' ottavo ed ultimo duplice delitto del mostro di Firenze, segnalato ai magistrati da una lettera anonima. Inserito in un elenco che arrivato a contenere centomila nomi, Pacciani rimasto il principale sospettato dopo anni di verifiche "ad esclusione", tese cio a trovare elementi che consentissero agli investigatori di restringere il campo di indagine. Le sue due abitazioni di Mercatale Val di Pesa sono state perquisite almeno quattro volte: numerosi gli oggetti che vi sono stati sequestrati per essere sottoposti ad analisi. Una delle ultime ispezioni durata dal 27 aprile all' 8 maggio: ininterrottamente per dodici giorni con metal detector e termovisori si cercato di "leggere" nei muri. Oltre ai reperti controllati in Germania nel suo giardino stato trovato anche un proiettile calibro 22, Winchester serie H, del tutto simile a quelli utilizzati dal maniaco.

(28 giugno 1992) - Corriere della Sera

NOINDC

FIRENZE . Le prime verita' sul mostro di Firenze sono impresse su un foglio di carta porosa da disegno. Lo spessore della carta avrebbe trattenuto un' ombra di una frase, scritta su un foglio precedente, restituendola . come la memoria di un fantasma . a dieci anni di distanza, agli occhi tecnologici di un microscopio elettronico. Quel foglio fa parte di un blocco sequestrato dagli investigatori in casa di Pietro Pacciani, l' agricoltore di Mercatale Val di Pesa, indagato dal 12 ottobre ' 91 per i 16 delitti del maniaco. Un blocco dalla copertina rossa, di marca tedesca, mai commercializzato in Italia e che riporta ancora impresso sul retro l' adesivo col prezzo: 4,52 marchi. per questo blocco che gli investigatori della squadra antimostro hanno passato quattro giorni in Germania, con la collaborazione della Bundes Kriminal Polizei, interrogando i parenti di Horst Meyer e Uwe Rusch, i due ragazzi tedeschi uccisi dal maniaco a Giogoli il 9 settembre 1983. Gli investigatori non sono disposti ad ammissioni sull' esito delle loro verifiche, ma le indiscrezioni su questa missione riferiscono di due testimonianze: la madre di Meyer ed una commessa di una cartoleria specializzata di Munster, dove si serviva il giovane Meyer, studente di belle arti, avrebbero confermato che il blocco uguale a quelli che usava comunemente. La sorella ne conserverebbe, per ricordo, alcuni del tutto uguali, con i disegni del fratello. Se la perizia calligrafica . ordinata dagli esperti della polizia scientifica . dovesse confermare che quella la scrittura di Horst Meyer, cadrebbe anche l' ultima perplessita' sull' appartenenza del blocco alla giovane vittima. Fin qui le indiscrezioni sull' esito della straordinaria mole di lavoro svolta dalla Sam, la Squadra anti mostro che riuscita a mettere a frutto . con un lavoro gomito a gomito di poliziotti e carabinieri . anche il minimo indizio emerso da questa inchiesta. Ma in realta' tutto questo non sposta, per il momento, in modo decisivo, la posizione di Pietro Pacciani. Se gli indizi raccolti si trasformeranno in prove sara' stabilito solo un serio collegamento tra l' agricoltore e le vittime del maniaco. in questa delicata fase che entra in gioco la valutazione delle prove, che spetta alla magistratura, ed il compito di ricostruzione dell' intero scenario dell' inchiesta al quale stanno lavorando il procuratore della Repubblica Piero Luigi Vigna ed il sostituto procuratore Paolo Canessa. La prima dichiarazione di Vigna, al rientro degli investigatori dalla Germania, chiarisce la svolta subita dalle indagini: "Abbiamo elementi importanti ma dobbiamo continuare a lavorare". Innanzitutto accogliendo nell' inchiesta . in modo formale . gli indizi e le deposizioni raccolti dalla Sam. Il prossimo atto sara' una rogatoria internazionale, cio un interrogatorio ufficiale svolto con la collaborazione dei magistrati tedeschi, che permettera' a Vigna di assumere nel processo le dichiarazioni giudicate importanti. Contemporaneamente sono state avviate le procedure per svolgere tutte le analisi possibili e fissare gli incidenti probatori (un momento del nuovo processo penale che consente di assumere rilievi tecnici nell' inchiesta alla presenza di tutte le parti). Un lavoro febbrile e cauto al tempo stesso, guidato da Vigna con la determinazione a non ripetere incertezze e suggestioni che hanno condizionato questa inchiesta almeno fino al 1984, quando vennero creati un pool di magistrati e la Sam. Ci sono poi gli altri elementi conosciuti, come le due giacche di velluto sequestrate a Pacciani per le quali sono in corso accertamenti con la polizia francese per verificare se non siano appartenute a Jean Michel Kraveichvili ucciso dal maniaco nel 1985 a Scopeti insieme a Nadine Mauriot. Una mole di lavoro che non sembra destinata a concludersi presto e che ha provocato lo slittamento di un mese della partenza di Ruggero Perugini, il capo della Sam che proprio oggi doveva lasciare la guida della squadra per andare a lavorare a Washington nell' ufficio di collegamento tra la polizia italiana e l' Fbi. Un impegno doppiamente delicato per la grave pressione psicologica che pesa su Pietro Pacciani che, fino a prova contraria, rimane un semplice sospettato. Da ieri mattina davanti alla sua casa di Mercatale Val di Pesa stazionano due carabinieri, per proteggerlo dall' assedio di fotografi e cronisti. Paolo Fallai

(15 luglio 1992) - Corriere della Sera

"Non avevo il tempo di essere il mostro"

lo sfogo e la difesa di Pacciani Pietro oggi sentito dai giudici

MERCATALE VAL DI PESA (Firenze) . "Per 22 anni non ho perso una giornata di lavoro nei campi, tutti i libretti lo dimostrano. Se vogliono, anche i miei datori di lavoro possono confermarlo. Ho avuto un infarto sul campo. Se lo vogliono prendere devono andare a cercare fra chi non ha nulla da fare e pu avere il tempo di andare in giro a compiere quelle cose atroci". Pietro Pacciani, 67 anni, l' agricoltore indagato per gli otto duplici omicidi del "mostro" di Firenze, alla vigilia dell' interrogatorio, fissato per oggi pomeriggio davanti ai magistrati Piero Luigi Vigna e Paolo Canessa, intervistato dall' Ansa, si sfoga e si difende. "Non ho mai fatto del male a nessuno". Neppure alle figlie ( stato condannato per violenza carnale nei loro confronti)?: "Anche alle mie figliole non ho fatto niente. vero che le ho picchiate, il resto se lo sono inventato. Comunque avevo fatto pace con quelle figliolucce, ma le hanno messe contro di me e le hanno convinte a non parlare con il loro babbo. Anche la mi' moglie l' hanno convinta ad andare via". Anticipa la sua linea difensiva: "Il proiettile che hanno trovato dentro il terreno, a giudicare dalla forza che c' voluta per tirarlo fuori, era li' da almeno un anno. Ma io in questa casa, allora, ci vivevo da 4 mesi, prima ero in carcere per la storia delle mi' figliole". Precisa, riguardo allo straccio che avvolgeva l' asta guidamolla di una pistola recapitata da un anonimo nei giorni scorsi ai carabinieri: "Dell' asta non so nulla, ma se qualcuno ha mandato questo pezzo, vuol dire che ha anche il resto della pistola. Nella lettera che accompagnava l' asta e lo straccio c' era scritto che l' altra meta' di quel cencio l' avrebbero trovata nel mio garage. L' hanno trovata, ma il garage ha una finestra sempre aperta e chiunque potrebbe aver gettato dentro un pezzo di stoffa. Qualcuna delle mie donne potrebbe averlo visto in terra e averlo messo in un cassetto. Non so come sia andata, so solo che non ho mai rubato niente a nessuno. Quello che ho trovato l' ho recuperato girando per le discariche, come fa la povera gente". Rifiuta di essere definito "accusato": "Sono indagato, anche se sui giornali mi hanno processato e hanno scritto sul mio conto infamita' e cose atroci che chi mi conosce pu smentire". Chiarisce: "Non sono mica grullo, se avessi avuto qualcosa da nascondere non me lo sarei tenuto in casa ad aspettare che venissero a prenderlo". Ma alla fine disperato: prima di scoppiare a piangere e interrompere la comunicazione, conclude: "C' qualcuno che mi vuole male e che cerca di rovinarmi. Che Dio lo bruci quel diavolaccio...".

(16 luglio 1992) - Corriere della Sera

IL SOSPETTATO NUMERO UNO DELL' INCHIESTA SUL MOSTRO DI FIRENZE SARA ' SENTITO ANCORA

Pacciani ha deciso di parlare

cinque ore davanti ai magistrati; l' avvocato: una risposta per ogni domanda

FIRENZE . Cinque ore e un quarto per cominciare. Il sospettato numero uno dell' inchiesta sul "mostro di Firenze" ha deciso di parlare con i magistrati: Pietro Pacciani, 67 anni, raggiunto il 12 ottobre scorso da un avviso di garanzia per gli otto duplici omicidi del maniaco, ha incontrato i giudici dalle 16.15 alle 21.30 di ieri, in gran segreto, al riparo da giornalisti e fotografi. Il procuratore Pier Luigi Vigna e il capo della Squadra antimostro Ruggero Perugini li aveva gia' visti in carcere, nel novembre scorso, dove stava finendo di scontare una condanna a quattro anni per violenza sessuale sulle figlie. Allora pero' aveva deciso di avvalersi della facolta' di non rispondere e tutto si era esaurito in pochi minuti di formalita' . Da quel momento pero' molte cose sono cambiate: le perquisizioni ripetute nelle abitazioni dell' ex agricoltore a Mercatale Val di Pesa hanno fatto saltar fuori oggetti che potrebbero appartenere alle vittime del maniaco. Le prime verifiche importanti gli investigatori le hanno raccolte in Germania dai parenti di Uwe Rusch e Horst Mayer, due ragazzi tedeschi uccisi dalla Beretta calibro 22 del maniaco nel 1983. Elementi sui quali Pacciani doveva dare risposte precise. "Pacciani ha risposto a tutte le domande . ha riferito Renzo Ventura, uno dei suoi avvocati difensori . ha ritenuto che fosse corretto parlare. Ovviamente non posso dire niente sui contenuti dell' interrogatorio e non credo si possa dare una valutazione sul fatto che la sua posizione sia migliorata o peggiorata. Non questo il metro per valutare questi atti. E stato un interrogatorio tranquillo, Pacciani ha risposto secondo la sua logica". Quale sia questa logica di cui parla l' avvocato lo si pu dedurre solo dalle dichiarazioni rese in passato dallo stesso Pacciani. Per l' omicidio dei francesi nel 1985 ha dichiarato un alibi chiamando in causa un meccanico che lo ha subito smentito. Per il blocco da disegno, che sarebbe di uno dei tedeschi morti, ha detto di averlo trovato in una discarica. Quando un anonimo ha spedito ai carabinieri un pezzo di una Beretta calibro 22 avvolta in un brandello di stoffa del tutto uguale ad altri in suo possesso, ha detto di essere un perseguitato. Insomma, nessuno degli investigatori ha mai detto che nei confronti di Pacciani sono state trovate prove schiaccianti, anche perch altrimenti sarebbe gia' in galera, ma gli indizi sono ormai talmente tanti da rendere tutt' altro che difficile spiegare l' impegno profuso in questi mesi dagli investigatori. Non pu stupire quindi se dopo l' interrogatorio Vigna ha dato un nuovo appuntamento a Pacciani considerando quello di ieri solo come il primo incontro di una serie destinata a concludersi solo con un proscioglimento o con una incriminazione. Ma fino ad oggi, come ricorda lo stesso avvocato Ventura, "in questa vicenda i misteri restano molti". Uno dei tanti che sara' difficile spiegare all' opinione pubblica riguarda Ruggero Perugini, il capo della Sam, la squadra investigativa antimostro costituita nel 1984. Lunedi' lascera' il proprio incarico per trasferirsi negli Stati Uniti dove lavorera' con l' Fbi. Cosi' l' inchiesta, proprio nel momento in cui sembra aver trovato per la prima volta una pista concreta, perde l' uomo che la conosce meglio. E che anche ieri mattina ha voluto lanciare l' ultimo appello, invitando chi sa qualcosa a collaborare: "Si presentino con nome e cognome . ha detto Perugini . troveranno la massima disponibilita' . Nessuno li giudichera' per non averlo fatto fino ad oggi". E la prova che c' ancora molto lavoro da fare. Paolo Fallai

(17 luglio 1992) - Corriere della Sera

MOSTRO DI FIRENZE. INTERROGATO IL GRANDE SOSPETTATO MA PER I GIUDICI SERVONO ALTRI CONFRONTI

Pacciani vacilla su un delitto

contraddizioni e smentite al suo alibi circa la notte in cui fu uccisa una coppia di francesi. gli oggetti degli ammazzati? " sono un poveraccio, li avro' trovati tra la roba di una discarica "

DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE . Tra i tanti misteri del Mal Paese, questo del mostro di Firenze il piu' antico e ha molte probabilita' di rimanere il capostipite dei "gialli" senza fine. Cinque ore di interrogatorio non sono bastate a chiarire in un senso o nell' altro, mercoledi' sera, se Pietro Pacciani, 67 anni, padre.padrone contadino con torbide storie di violenza alle spalle, sia davvero il boia con pistola e bisturi che, dal ' 68 all' 85, ha massacrato e mutilato 8 coppie sorprese in campagna, o sia solo vittima di circostanze equivoche. Le stesse coincidenze che hanno portato mezza dozzina di innocenti in carcere e un paio al cimitero, suicidi sotto il peso di accuse infamanti e ingiuste. Per non parlare del primario ginecologo che ha smesso di lavorare, da quando una moglie gelosa e detectives poco discreti lo misero al centro di voci inquietanti. I non pochi infortuni hanno reso prudenti perfino i poliziotti delle Sam (Squadre anti.mostro), e soprattutto i magistrati. Si deve alla nuova linea giudiziaria prudente se l' indiziato Pacciani ha potuto tornarsene a dormire nella sua casa di Mercatale l' altra sera, nonostante le contraddizioni e i balbettii con cui ha risposto in alcuni casi alle contestazioni. La sua accigliata sicurezza parsa vacillare quando il procuratore Pier Luigi Vigna ha stretto le domande intorno all' ultimo crimine: una coppietta di giovani francesi, Nadine Mauriot e Jean Michele Kraveichvili, assassinati il 9 settembre ' 85 nella loro tenda presso San Casciano. Frequentava la zona? "Mai stato, non la conosco", replica Pacciani. Poi pero' ammette che li' c' la tenuta degli "arancioni" e vi bazzicava per motivi di lavoro e che ci andava anche la domenica, durante le "merende della pace", come chiama le gitarelle per riavvicinarsi alle due figlie che aveva violentato bambine. C' di piu' : due donne testimoniano di essersi appartate con lui per fare l' amore proprio in quel punto. "No, la "pollaiola" puzzava e non sono mai andato con lei... L' altra inventa", si difende il contadino. Per la sera del delitto poi vanta un alibi: era alla festa dell' Unita' del vicino paese, ma l' amico chiamato a confermare, smentisce. Inoltre alla stessa festa fu vista la coppia dei francesi. "Troppo poco per portarlo in giudizio; troppo per fermarci", la sola battuta del Pm Paolo Canessa, presente all' interrogatorio, per dire che controlli e verifiche continueranno in vista di un secondo faccia a faccia. Tra i punti scottanti, da approfondire, c' l' album da disegno che sembra appartenesse a un ragazzo tedesco ucciso con la fidanzata: lo hanno riconosciuto i familiari e anche chi glielo aveva venduto. Sul retro di copertina, la commessa ha trovato il prezzo scritto di suo pugno. Spiegazione di Pacciani: "Io, come altri poveracci, recupero roba nelle discariche e probabilmente ho trovato li' quell' album e anche gli altri oggetti che mi avete sequestrato". Allude a due giacche, una rossa e una gialla, non sue, a un rasoio Braun, a un portasapone riconosciuto dai familiari di una vittima francese. Il rebus continua. Chi realmente questo Pacciani, contadino grafomane che scrive poesie, ma anche musica, divoratesti di medicina e chirurgia, carattere focoso, imprevedibile (non a caso soprannominato "Vampa")? Ha precedenti "bestiali": negli anni Sessanta, sorpresa la fidanzata nel bosco con un altro, lo ammazza con 19 coltellate, salvo violentare la giovane donna nello stesso luogo, accanto al cadavere. Scontata la pena, fattasi una famiglia, torna in galera per avere abusato delle figlie. E quando, quattro anni dopo, esce, ricominciano i delitti del mostro: stessa arma, stessi proiettili, stesse mutilazioni. lui? Forse con altri? Qualcuno che sa, con telefonate o lettere anonime, sta indirizzando la polizia: fa trovare in casa sua tracce compromettenti, come il proiettile dello stesso tipo usato dal mostro, nonch un pezzo dell' arma. A questo sconosciuto che ha in mano la chiave del "giallo" il capo della Sam, Ruggero Perugini, ha rivolto un pubblico appello perch dica di piu' . L' ipotesi che dietro questa catena di omicidi ci sia un giro di guardoni. "Perch dovrei guardare gli altri? Sono cose che faccio...", ribatte Pacciani. In macchina pero' gli hanno trovato l' annotazione di una targa, FI F73759, che si riferisce proprio alla 131 di un poliziotto che si infrascava spesso in collina con la sua ragazza. Era provato, l' altra sera, alla fine dell' interrogatorio, l' agricoltore di Mercatale, ma ha avuto uno scatto rabbioso quando ha visto una poliziotta in divisa: "Ecco chi era la vicina di casa cosi' gentile", si infuriato, scoprendo che l' agente lo teneva d' occhio da tempo. E i suoi avvocati, Renzo Ventura e Pietro Fioravanti, hanno dovuto faticare non poco per calmare le sue "vampe". Camillo Arcuri

Arcuri Camillo

(18 luglio 1992) - Corriere della Sera

Inchiesta sul " mostro " , spunta il Maligno; ma la polizia ribatte : le sette non c' entrano

le dichiarazioni della suora che Pacciani conobbe in carcere

FIRENZE . Nell' inchiesta sul "mostro" di Firenze spunta ora la pista dell' occulto, legata a un quadro con scritte e disegni riconducibili alla magia nera e a un libro sui demoni sequestrato in casa dell' agricoltore di Mercatale Val di Pesa, Pietro Pacciani, 67 anni, l' ultimo indagato per gli otto duplici omicidi compiuti dal maniaco delle coppiette. Il testo, secondo quanto ha raccontato lo stesso Pacciani nell' interrogatorio subito mercoledi' davanti al procuratore capo della Repubblica di Firenze, Pier Luigi Vigna, e al sostituto Paolo Canessa, gli sarebbe stato consegnato quando era detenuto a Sollicciano da una suora che lavora all' interno del carcere fiorentino. Non si sa se la monaca, sentita il giorno dopo dagli uomini della speciale squadra anti mostro (Sam), abbia confermato o meno le dichiarazioni fatte ai magistrati dall' agricoltore di Mercatale Val di Pesa. Comunque, dall' interrogatorio della religiosa sarebbe emerso un nuovo, inatteso profilo di Pacciani. Quello di un uomo dalle mille risorse, con l' hobby della scrittura e della pittura, gran divoratore di testi di medicina, entrato ufficialmente nella lista dei sospettati di questa lunga e finora infruttuosa indagine nell' ottobre scorso, quando, ancora in carcere per aver violentato le due figlie, fu raggiunto da un avviso di garanzia per i sedici delitti compiuti dal "mostro". Secondo la suora, infatti, l' agricoltore sarebbe un uomo che ha bisogno di essere liberato dal maligno. E non la sola ad avere questa teoria: anche alla Sam c' qualcuno che sembra sostenere con convinzione che Pacciani teme di essere perseguitato da presenze maligne; tanto che in varie occasioni l' agricoltore si sarebbe rivolto, per aiuto, a un esorcista e una volta avrebbe anche chiesto a un sacerdote d' essere benedetto. Se spunta la pista dell' occulto, viene invece negata fermamente quella, ventilata ieri, che a commettere i delitti sia stata una "setta" di maniaci e non un uomo solo: "Non prendiamo in assoluta considerazione questa ipotesi . ha dichiarato seccamente il capo della Sam, Ruggero Perugini ., l' assassino uno e uno solo". P. C.

(21 luglio 1992) - Corriere della Sera

Mostro, forse le prove

le indagini su Pacciani

FIRENZE . Non solo indizi ma possibili prove: l' inchiesta sul mostro di Firenze non ancora giunta a una conclusione, ma il procuratore di Firenze, Pierluigi Vigna, ha tenuto a precisare che finora sono stati raccolti "elementi di natura oggettiva". In questi ultimi mesi l' inchiesta ha subito un' accelerazione dopo l' entrata in scena di Pietro Pacciani, l' agricoltore di Mercatale Val di Pesa indagato per i sedici delitti del maniaco. Mercoledi' scorso il contadino stato interrogato per cinque ore. Nei suoi confronti si era parlato di un "bazar" di indizi.

(6 ottobre 1992) - Corriere della Sera

"Pacciani pericoloso"

i magistrati chiedono che Pacciani Pietro resti nella sua abitazione anche dalla 19 alle 7, e questo verra' deciso nell' udienza del 16 novembre. secondo Vigna e Canessa il Pacciani " socialmente pericoloso "

FIRENZE . Notti in casa per Pietro Pacciani, l' agricoltore di 67 anni di Mercatale Val di Pesa sotto inchiesta per gli otto duplici omicidi commessi dal "mostro" di Firenze dal 1968 al 1985: lo chiedono i magistrati Piero Luigi Vigna e Paolo Canessa, alla sezione delle misure di prevenzione e pena del tribunale di Firenze. L' udienza gia' stata fissata per il 16 novembre: verra' deciso se Pacciani dovra' restare nella sua abitazione di Mercatale dalle 19 alle 7 o se, invece, potra' uscire. Secondo i magistrati che conducono l' inchiesta sul "mostro" Pacciani un "individuo socialmente pericoloso".

(18 novembre 1992) - Corriere della Sera

FIRENZE: PACCIANI NEI GUAI

Proiettile segnato. un nuovo indizio porta al "mostro"

il proiettile Winchester calibro 22 scoperto il 29 aprile nell' orto di Pacciani Pietro, l' ultimo indagato per i delitti del mostro di Firenze, potrebbe essere uno di quelli del maniaco

FIRENZE . Ancora un indizio. Il proiettile Winchester calibro 22 scoperto il 29 aprile nell' orto di Pietro Pacciani, l' ultimo indagato per i delitti del mostro di Firenze, potrebbe essere uno di quelli del maniaco, ma la certezza definitiva non c' . E stato sicuramente in una pistola calibro 22, probabilmente una Beretta, si inceppato ed stato espulso dall' arma. Sul proiettile, leggermente deformato, ci sono alcuni segni che corrispondono a quelli dei bossoli trovati sui luoghi dei delitti. Tutti i segni leggibili coincidono con quelli dei bossoli, ma sono pochi, forse troppo pochi per costituire una prova. Scrivono i periti: "Le microstriature hanno mostrato una buona identita' nell' andamento e nella posizione reciproca", lasciando intendere che non si pu escludere che si tratti di un proiettile della Beretta calibro 22 del mostro. Una particolare incisione, poi, identica in questo proiettile e in due dei sette bossoli usati per le comparazioni. La lettera "H" incisa sul fondello, inoltre, stata ricavata da un punzone con la stessa matrice di quelli che hanno stampato i bossoli del maniaco, ma la Winchester ha spiegato che un punzone usato per migliaia di proiettili. Tutto questo "diluvio" di coincidenze non ha smosso la timida prudenza dei periti, il generale Ignazio Spampinato e l' esperto del "banco nazionale prove balistiche" di Gardone Val Trompia, Pietro Benedetti. I due hanno impiegato sei mesi di tempo per consegnare ai magistrati un documento di 200 pagine al termine delle quali non si sentono di formulare "un giudizio di certezza". Nei confronti di Pacciani, quindi, si accumula l' ennesimo indizio da quando il suo nome entrato nell' inchiesta, grazie a una lettera anonima, pochi giorni dopo l' ultimo duplice delitto del maniaco, nel settembre ' 85. L' ex agricoltore, che oggi ha 67 anni, ha ricevuto un avviso di garanzia nell' ottobre del ' 91 per i sedici delitti del maniaco, quando ancora si trovava in carcere per scontare una condanna a quattro anni per violenza sessuale sulle figlie. La prova chimica sul proiettile trovato nel suo giardino durante una perquisizione durata dodici giorni ha stabilito che si trovava li' da non oltre cinque anni. Quindi potrebbe avercelo messo anche prima di essere incarcerato, nell' 87, ma anche la perizia chimica non di grande aiuto. Per l' accusa . che ha chiesto che a Pacciani venga impedito di lasciare la sua casa dalle 19 alle 7 del mattino . tutti gli indizi portano a lui: l' inclinazione omicida (nel ' 51 uccise a coltellate un rivale in amore e per questo ha scontato 13 anni di carcere), la conoscenza e la frequentazione di tutti i luoghi dei delitti, la scoperta nella sua casa di un blocco per appunti che probabilmente appartiene a due giovani tedeschi uccisi dal mostro nel 1983. Ma per la difesa sono solo suggestioni. Paolo Fallai

Fallai Paolo

(2 dicembre 1992) - Corriere della Sera

LA VICENDA DEL PRESUNTO MOSTRO

Delitti di Firenze: " Pacciani feroce, chiudetelo in casa "

estremamente dura la posizione del giudice Claudio Lo Curto nei confronti di Pacciani Pietro: imposte rigidissime misure di prevenzione per i prossimi 3 anni

- FIRENZE . Un uomo "di natura violenta, di crudelta' inaudita, di temperamento feroce, di azioni e reazioni gratuitamente sproporzionate condotte con agghiacciante freddezza, di istinti rozzi e bestiali, di contegno selvaggio e di indole estremamente perversa": il ritratto di Pietro Pacciani, indagato da oltre un anno per gli otto duplici omicidi del "mostro" di Firenze. Ma a scriverlo non sono stati gli uomini della squadra antimostro, gli stessi che dal 1985 cercano di provare la sua colpevolezza. Sono le parole del giudice Claudio Lo Curto, che ieri ha deciso di accogliere le richieste del procuratore Piero Luigi Vigna e del sostituto Paolo Canessa e di imporre a Pacciani rigidissime misure di prevenzione: non potra' uscire di casa dalle 18 alle 7 del mattino e dovra' comunque avvisare la pubblica sicurezza di ogni suo spostamento. Un provvedimento che ha validita' per tre anni, ma a questa scadenza non crede nessuno, forse nemmeno il giudice che l' ha scelta. Questo mezzo arresto . il primo provvedimento restrittivo adottato nei confronti dell' ex agricoltore di Mercatale Val di Pesa . rappresenta infatti un salto di qualita' di tutta l' inchiesta. Fino a ieri sul nome di Pietro Pacciani erano disposti a scommettere solo gli uomini che hanno scavato nella sua vita fino a mettere in fila uno sull' altro decine di indizi a suo carico. Ma qualcosa nelle ultime settimane ha reso piu' solido il convincimento dei magistrati dell' accusa. Da ieri questi indizi hanno dimostrato di avere una valenza processuale. La decisione della sezione "misure di prevenzione" del tribunale di Firenze mette nero su bianco la "pericolosita' sociale" dell' indagato. E sono elementi in forte contrasto con l' immagine di "padre di famiglia" che l' agricoltore di 67 anni non perde occasione di ribadire nei memoriali che continua ad inviare a giudici e giornalisti. I magistrati analizzano nelle 11 pagine del decreto il suo "elevato spessore criminale" e lo definiscono una "personalita' proiettata verso una forte predisposizione al delitto". Per i prossimi tre anni, Pacciani non dovra' "dare ragioni di sospetto", "detenere o portare armi", "partecipare a pubbliche riunioni", frequentare locali pubblici e avere contatti con persone che hanno subito condanne o che sono sottoposte a misure di prevenzione. Per sostenere tanta durezza i giudici ripercorrono la vicenda criminale dell' ex agricoltore: un omicidio passionale commesso nel 1951, quando uccise a coltellate un rivale in amore scoperto insieme alla sua ragazza, e per il quale ha passato 13 anni in carcere. E ancora le violenze sessuali commesse per anni sulle due figlie, per le quali fu condannato e recluso dal 1987 al 1991. E in questo quadro che il giudice Claudio Lo Curto ha delineato il "profilo delinquenziale" dell' agricoltore: caratteristiche che Pacciani, per i giudici, aveva gia' ai tempi dell' omicidio del ' 51, ma che in seguito "avrebbero nuovamente fatto da agghiacciante cornice ad altri comportamenti delittuosi condotti con sconcertante sadica continuita' ". E un esplicito riferimento alle sevizie perpetrate nei confronti delle figlie che avrebbe terrorizzato "paventando propositi di bieca vendetta". Gli stessi propositi che hanno "un' alta probabilita' di realizzazione", anche per "la facilita' con cui Pacciani riesce a procurarsi illecitamente armi da fuoco". Tra quell' omicidio del ' 51 e le violenze familiari corre lo spazio temporale . dal 1968 al 1985 . segnato dai delitti del "mostro di Firenze". Paolo Fallai

Fallai Paolo

(17 gennaio 1993) - Corriere della Sera

LA STORIA DEL MOSTRO: L' ACCUSATO, LA PISTOLA, LA SQUADRA SPECIALE, IL GIUDICE, I DELITTI

"I testimoni accusano Pacciani"

i giudici convinti da perizie, un pezzo di pistola e molte dichiarazioni. finisce in carcere Pacciani Pietro 68 anni, accusato di aver commesso 7 degli 8 duplici delitti della Beretta 22

FIRENZE . Se il "mostro di Firenze" Pietro Pacciani, saranno in molti a doversi ricredere. Qui i pochi che hanno creduto alla sua colpevolezza . soprattutto il procuratore della Repubblica di Firenze, Piero Luigi Vigna, e l' ex capo della squadra antimostro (Sam), Ruggero Perugini . hanno dovuto combattere non solo con le difficolta' di un caso criminale unico, ma soprattutto con l' immagine del "mostro" che Firenze s' costruita in 25 anni scanditi dagli omicidi del maniaco. E quest' agricoltore, arrestato ieri mattina, alle 8.30, nella sua casa di Mercatale Valdarno, molto diverso dalle fantasie collettive: "Sono una vittima, un capro espiatorio", ha detto agli agenti mentre gli consegnavano un ordine di custodia cautelare firmato dal giudice Valerio Lombardo in base a una richiesta, di 40 pagine, scritta da Vigna e dal sostituto procuratore, Paolo Canessa. Pietro Pacciani formalmente accusato di sette duplici omicidi, "firmati" dalla Beretta calibro 22 del "mostro di Firenze". Tutti tranne il primo, compiuto la notte del 22 agosto 1968 ma escluso dall' elenco solo perch un uomo, Stefano Mele, gia' stato condannato in via definitiva. Il blitz degli uomini della Sam s' consumato senza un solo testimone: a Mercatale Valdarno nessuno s' accorto di niente. Da piu' di un anno Pacciani era controllato giorno e notte e la presenza discreta della Sam era diventata abituale. La scelta della Procura di Firenze non stata facile e non solo per la delicatezza di quest' inchiesta, che ha gia' sbattuto in prima pagine cinque "mostri" tutti scarcerati nel giro di pochi mesi da un nuovo duplice omicidio del maniaco. Le tante ipotesi cadute nel nulla e anni d' incertezza . solo per accorgersi che gli omicidi erano "firmati" dalla stessa arma ci son voluti quindici anni e quattro imprese del maniaco . sono un carico psicologico pesantissimo per chi ha sempre saputo che un' inchiesta come questa non si conclude mai e che non poteva concedersi altri errori. Il nome di Pietro Pacciani, che oggi ha 67 anni, era entrato nei fascicoli della Procura nove giorni dopo l' ultimo duplice omicidio: il 17 settembre 1985, quando una lettera anonima lo indicava come l' autore dei delitti. Da allora s' era confuso, nel computer della Sam, in quella valanga d' accertamenti che ha portato a verificare oltre 100 mila possibili sospettati. Protagonista di un omicidio nel 1951, quando uccise un rappresentante di commercio sorpreso a far l' amore con la sua giovane fidanzata, Pacciani ha scontato 13 anni in carcere. E tornato in prigione nel 1987 ( stato scarcerato il 6 dicembre 1991), quando le due figlie, Rosanna e Graziella, denunciarono di essere state violentate dal padre fin da bambine. Ma gli elementi che hanno portato all' arresto di ieri mattina sono emersi nell' ultimo anno di frenetica attivita' investigativa, che ha portato il 12 ottobre 1991 all' invio di un avviso di garanzia nei suoi confronti e ha compreso numerose perquisizioni, una delle quali durata 12 giorni: innanzitutto la conoscenza diretta dei luoghi dei delitti, sorretta da numerose testimonianze di persone che l' hanno visto mentre spiava le coppiette; il proiettile calibro 22 trovato il 29 aprile nell' orto della sua abitazione e che secondo i periti presenta una "buona coincidenza" con i bossoli trovati sui luoghi dei duplici delitti; e ancora il ritrovamento nella sua casa di un album da disegno e di un portasapone, ricollegabili all' uccisione dei due turisti tedeschi, Horst Meyer e Uwe Rusch, ammazzati dentro un camper a Giogoli, il 9 settembre 1983. Uno dei giovani tedeschi, Horst Meyer, aveva con s nel suo viaggio a Firenze sia il blocco (gli investigatori hanno rintracciato in Germania il negozio dove fu venduto e hanno registrato la testimonianza delle commesse) sia il portasapone. E ancora un' asta tiramolla, della stessa serie di quella montata sulla Beretta calibro 22 utilizzata dall' assassino, un oggetto che dimostrerebbe una delle ipotesi investigative e cio che Pietro Pacciani abbia smontato la Beretta nascondendo i pezzi in luoghi diversi. Infine la personalita' dell' ex agricoltore, che Vigna ha sintetizzato ricordando le abitudini da voyeur, la passione per la pornografia, i ritagli di giornali che riferiscono le cronache sul "mostro", l' essere un buon tiratore, un abile imbalsamatore, un uomo che sapeva usare il coltello per scuoiare animali. Comportamenti che ricalcano l' identikit criminologico della perizia sul "mostro" compiuta a Modena dal professor De Fazio e il profilo criminale elaborato dagli esperti dell' Fbi e che, uniti agli indizi, nei prossimi mesi saranno probabilmente la base del primo processo per i delitti del "mostro di Firenze". Paolo Fallai

Fallai Paolo

(17 gennaio 1993) - Corriere della Sera

" lui il mostro . Arrestato a Firenze l' ultimo sospettato

FIRENZE . L' ex agricoltore Pietro Pacciani stato arrestato ieri mattina nella sua casa di Mercatale con l' accusa di aver compiuto sette degli otto duplici omicidi attribuiti al "mostro" di Firenze. Nel corso di questa inchiesta, iniziata nell' agosto 1968 quando la Beretta calibro 22 del maniaco ha ucciso le prime due vittime, altre cinque persone sono state arrestate con la stessa accusa. Tutte scarcerate dopo pochi mesi, scagionate da un nuovo delitto del maniaco. Pietro Pacciani ha gia' passato 17 anni della sua vita in carcere: dal 1951 al ' 64 per una condanna per l' omicidio di un rappresentante di commercio scoperto a fare l' amore con la sua fidanzata; dall' 87 al ' 91, dopo che le due figlie avevano denunciato di essere state violentate dal padre fin da quando erano bambine. Il procuratore della Repubblica Vigna ha definito gli indizi a carico di Pacciani "un quadro probatorio molto grave". Tra gli elementi di accusa innanzitutto la conoscenza diretta dei luoghi dei delitti, sorretta da numerose testimonianze di persone che l' hanno visto mentre spiava le coppiette; il proiettile calibro 22 trovato nell' orto della sua abitazione che presenta una buona coincidenza con i bossoli reperiti sui luoghi dei delitti. Il ritrovamento nella sua casa d' un album da disegno e un portasapone che apparterrebbero ai due turisti tedeschi Horst Meyer e Uwe Rusch uccisi nel 1983. Al momento dell' arresto Pacciani ha detto agli agenti: "Sono una vittima, un capro espiatorio" ed scoppiato in lacrime. Fallai a pagina 13

(17 gennaio 1993) - Corriere della Sera

" tutta colpa dei giornali"

le reazioni all' arresto di Pacciani Pietro, accusato di essere il mostro di Firenze, della figlia maggiore Rosanna e della moglie Angiolina

MERCATALE VAL DI PESA (Firenze) . "Per quello che ha veramente fatto ha gia' scontato la sua condanna. Il resto sono tutte invenzioni di voi giornalisti". Rosanna, la figlia maggiore di Pietro Pacciani, ha saputo solo alle 13 di ieri, dai giornalisti, dell' arresto del padre. Apparentemente la giovane, violentata dal padre assieme alla sorella Graziella per 10 anni, non lascia trasparire nessuna emozione, ma . a differenza di un anno fa quando Pacciani ricevette l' informazione di garanzia per gli otto duplici omicidi del "mostro" . la giovane adesso difende il padre. Rosanna parla dalla finestra del suo appartamento in una palazzina gialla a poche decine di metri da via Sonnino dove vive il padre. "Nell' ultimo periodo . dice . avevamo cercato di riunire la famiglia. Stava imparando a comportarsi meglio. Adesso che lo hanno rinchiuso di nuovo chissa' cosa succedera' . Mio padre ha fatto delle cose per le quali ha gia' pagato. Con questa storia non c' entra. Adesso devo cercare lavoro. Ora ne ho proprio bisogno". Poi Rosanna chiede notizie della madre, Angiolina. Le spiegano che poco prima la donna si era limitata a dire che il marito era uscito. Ma appena informata dell' arresto, aveva aggiunto " tutta colpa dei giornalisti" e poi bestemmie e parolacce. Questa la reazione della figlia al racconto: "Ma la mamma ora sola? Allora vado da lei cosi' la porto a fare una giratina, tanto lui non c' ".

(17 gennaio 1993) - Corriere della Sera

I PRECEDENTI ARRESTATI E POI SCAGIONATI: MELE STEFANO NEL 1968, SPALLETTI VINCENZO NEL 1981, VINCI FRANCESCO NEL 1982, MELE GIOVANNI E MUCCIARINI PIERO NEL 1984

Ecco l' investigatore che l' ha braccato: decisivi i disegni

dichiarazioni del vicequestore Ruggero Perugini 46 anni che con il magistrato Pier Luigi Vigna ha seguito piu' di ogni altro il lavoro per scoprire il mostro di Firenze. la struttura delle indagini

FIRENZE . L' uomo che piu' di ogni altro ha lavorato per identificare il "mostro" di Firenze, non ha partecipato all' arresto di Pietro Pacciani. Ruggero Perugini, 46 anni, vicequestore, per sei anni ha diretto la Squadra antimostro, lasciandola poche settimane fa per trasferirsi negli Stati Uniti in un ufficio di collegamento della Dia con l' Fbi. Il ruolo di Perugini stato determinante nell' individuazione di Pacciani e nella ricerca di tutti gli elementi che hanno portato al suo arresto. Eppure . rispondendo al telefono . sembra non tradire alcuna emozione: "La mia presenza non era indispensabile, tornero' a Firenze solo se il magistrato riterra' opportuno convocarmi nel prosieguo dell' attivita' istruttoria". Il magistrato il procuratore Piero Luigi Vigna, l' uomo con cui Perugini ha diviso in questi anni i momenti di sconforto e le poche luci di questa inchiesta impossibile. Ed a questa collaborazione, oltre che alla capacita' di aver fatto convivere nella Squadra antimostro poliziotti e carabinieri, che Perugini attribuisce la determinazione nell' affrontare l' incredibile mole di lavoro. Durante il suo incarico, Perugini, oltre che con le migliaia di pagine di inchiesta sui sedici delitti del maniaco, ha dovuto fare i conti infatti anche con le debolezze di un' indagine che dal 1968 . anno del primo duplice omicidio .ha prodotto cinque falsi mostri, arrestati e scarcerati dopo altrettante nuove imprese del maniaco. E, alla fine, ha dovuto scontrarsi con l' immagine del "mostro" che Firenze si costruita in tutti questi anni, quella di un uomo colto, insospettabile e imprendibile, capace di prendersi gioco di polizia e magistratura. Come conciliare questo ritratto con l' ex agricoltore Pietro Pacciani? "Non esiste un' immagine del "mostro" . replica Perugini . esiste un identikit psicologico dell' autore di questi delitti con elementi che si ritrovano in tutti i serial killer e che totalmente difforme da quello che si formato nell' immaginario collettivo". "Questi assassini . dice . sono piuttosto di basso livello, uomini che non hanno approfondito n studi n professione. Spesso non riescono nemmeno a fare un lavoro. E la loro mania l' unica vera occupazione". Con tutto cio' convincersi che Pacciani possa essere il maniaco delle coppiette non stato semplice: "Noi per primi . conferma Perugini . abbiamo dovuto liberarci degli stereotipi sul "mostro" per basarci solo su dati scientificamente e statisticamente validi". La sua squadra ha curato la selezione dei possibili sospettati partendo da una mole di centomila nomi, esaminando tutte le segnalazioni, oltre alle lettere anonime che riempiono sei armadi della Questura. Perugini in tutti questi anni non mai stato n ottimista n pessimista: "Io cerco una prova . ha sempre ripetuto . concentrando tutti gli sforzi per non dover rifare due volte lo stesso lavoro e per non avere rimorsi". E c' voluta tutta la sua volonta' , unita a quella del procuratore Vigna, per tornare a perquisire la casa di Pacciani in modo quasi ossessivo, riuscendo a scoprire, in una delle ultime visite, il blocco da disegno che gli investigatori ritengono di proprieta' di una delle vittime tedesche del maniaco e che rappresenta uno dei punti di forza dell' accusa. Perugini descrive Pietro Pacciani con tre aggettivi: "Raro, multiforme, dissimulatore". Ma quando si convinto che poteva essere il colpevole? "Esattamente quando, non riuscendo a trovare un solo motivo per escluderlo dall' inchiesta, mi sono domandato se era lecito non fare tutto il possibile per cercare delle prove dirette della sua colpevolezza". Gli indizi che gravano su Pacciani sono figli di questa determinazione e del lavoro di squadra della Sam. E che questa inchiesta sia circondata da scetticismo non lo scuote: "La gente ravvisa l' insospettabilita' in quelle categorie che, regolarmente, sono le prime a essere controllate. Ma chi piu' insospettabile di una persona cosi' lontana dall' immaginario collettivo?". P.F

FIRENZE . Sono cinque, prima di Pietro Pacciani, le persone arrestate nell' ambito dell' inchiesta, ma ogni volta il "mostro" le ha scagionate dopo pochi mesi commettendo un nuovo delitto. 1968: Stefano Mele, marito di Barbara Locci, la prima vittima della Beretta 22, arrestato e condannato nella convinzione che quello del ' 68 fosse un omicidio passionale. 1981: Vincenzo Spalletti, autista di ambulanze a Montelupo Fiorentino. 1982: Francesco Vinci, amante della Locci, accusato da Stefano Mele. 1984: Giovanni Mele e Piero Mucciarini, fratello e cognato di Stefano Mele.

Fallai Paolo

(18 gennaio 1993) - Corriere della Sera

OGGI SARA' INTERROGATO L' AGRICOLTORE PACCIANI PIETRO, IN CELLA PER 7 DEGLI 8 DUPLICI DELITTI COMPIUTI CON UNA BERETTA CALIBRO 22

L'atto d' accusa che inchioda Pacciani

perizie balistiche, testimonianze compromettenti, oggetti appartenuti a 2 vittime del maniaco. l' uomo sotto inchiesta anche per l' assassinio della prima coppia nel ' 68: " esistono collegamenti "

FIRENZE . "Se quella maledetta pistola non si trova, vuol dire che dobbiamo cercare altre prove": l' inchiesta sul "mostro" di Firenze, che sabato mattina ha portato all' arresto di Pietro Pacciani, tutta in questo sfogo di uno degli investigatori. Una frase pronunciata nell' 89, nel momento in cui il proscioglimento dei tanti sospettati aveva fatto perdere ogni speranza di catturare l' assassino. Per arrivare al nome di Pietro Pacciani, stata completamente ribaltata la filosofia investigativa. S' continuato a cercare la Beretta calibro 22, che unisce gli 8 duplici omicidi del maniaco, ma soprattutto si cercato altrove. Nel "silenzio" dell' assassino, per esempio: studiando i periodi, a volte lunghi 7 anni, tra un delitto e l' altro. Cercando di capire se la "non azione" fosse stata provocata da impedimenti esterni, come un periodo di detenzione in carcere. E il nome dell' ex agricoltore di Mercatale emerso proprio dall' analisi di tutti i detenuti delle carceri toscane con precedenti penali a sfondo sessuale. Non c' da stupirsi se solo successivamente stata presa in considerazione anche la lettera anonima dell' 85 che lo accusava. Molto semplice la base di partenza: Pacciani aveva un precedente specifico . l' omicidio del ' 51, quando uccise l' amante della fidanzata, infierendo sul corpo dell' uomo e violentando la ragazza . e un' attitudine alle deviazioni sessuali testimoniata dalla condanna per aver abusato sessualmente delle due figlie per oltre 10 anni. Gli elementi che ora lo accusano sono il risultato di un lavoro investigativo straordinariamente minuzioso. Un foglio con l' annotazione di un numero di targa e la parola "coppia", trovato nella sua casa durante una delle tante perquisizioni, ha permesso agli investigatori di risalire ai due ragazzi che, appartati in automobile, lo hanno visto avvicinarsi, con una pistola in pugno e l' altro braccio fasciato. Le altre testimonianze che provano la sua attivita' di guardone, sono la selezione di centinaia di interrogatori. Lo stesso proiettile Winchester, serie H, trovato nell' orto di Pacciani, che presenta elementi di "buona identita' " con quelli usati dal maniaco, il risultato di una ricerca ossessiva. Quando nell' aprile ' 92 comincio' la maxiperquisizione nella casa dell' indagato, destinata a durare ininterrottamente per 12 giorni, la polizia scientifica utilizzo' le piu' raffinate tecnologie. Eppure quel proiettile, non piu' lungo di 3 centimetri, venne trovato quasi per caso, interrato nella cavita' di un palo di cemento utilizzato per reggere le viti. E stato il microscopio elettronico a scoprire le microstriature, lasciate dall' espulsione del proiettile da una pistola, e fornire cosi' un materiale di riscontro con i sessantasette bossoli disseminati dal maniaco vicino ai cadaveri delle sue vittime. Solo la successiva perquisizione ha permesso di trovare due elementi che oggi sono considerati fondamentali per l' accusa: il blocco da disegno marca "Schizzen Brunnen" e il portasapone "Deis" che apparterrebbero ai due giovani tedeschi uccisi dal maniaco nell' 83. Su quel blocco da disegno . uguale a quelli che Hans Meyer, studente dell' accademia di belle arti, comprava in un negozio di Osnabruk . vi sono le testimonianze delle commesse Anne Grete Stellmacker e Marina Lohmann, e perfino la perizia calligrafica comparativa tra la loro scrittura e i numeri (il prezzo in marchi, di repertorio del negozio) scritti sulla controcopertina. La conoscenza e la frequentazione di Pacciani con i luoghi dove sono stati commessi i delitti formano un capitolo a parte dell' inchiesta. Da sempre l' indagine ha cercato di interpretare il motivo che ha spinto il maniaco a colpire sulle colline intorno a Firenze, fino a formare un cerchio che racchiude la citta' . Per trovare un collegamento tra Pacciani e ognuno di questi luoghi, gli investigatori hanno passato al setaccio la sua vita e la sua personalita' (anche sabato gli sono stati sequestrati alcuni disegni definiti inquietanti): l' ex agricoltore ha abitato a Vicchio e a Borgo San Lorenzo; a Scopeti e nella zona tra San Casciano e Baccaiano stato visto spiare le coppiette, a Calenzano frequentava un conoscente, a Giogoli, dove vennero uccisi i due giovani tedeschi, venne ripetutamente notato un motorino uguale al suo. Sono i luoghi dei delitti del "maniaco", a eccezione del primo, compiuto nell' agosto ' 68, l' unico per il quale non formalmente accusato, ma per il quale Pacciani ha ricevuto un avviso di garanzia. Ma anche ieri mattina il capo della squadra mobile fiorentina, Maurizio Cimmino, ha detto che "esiste un collegamento provato anche per quell' omicidio". Un cumulo di circostanze con le quali Pacciani comincera' a confrontarsi fin da oggi pomeriggio, quando nel carcere di Sollicciano sara' interrogato dal giudice per le indagini preliminari, Valerio Lombardo, alla presenza del procuratore della Repubblica Pier Luigi Vigna e del sostituto Paolo Canessa. La prima notte in carcere Pacciani l' ha trascorsa nell' infermeria del carcere di Sollicciano. L' uomo, dopo le consuete procedure all' ingresso dell' istituto di pena, ha ripetuto piu' volte di sentirsi poco bene. Pacciani, fra l' altro, soffre di cuore da diversi anni. Una circostanza che nell' aprile scorso spinse gli investigatori a chiamare un medico affinch assistesse l' anziano nel corso della perquisizione durata dodici giorni. Se il "mostro" di Firenze lui, avra' tutto il tempo per riflettere sulle proprie imprese. Se innocente, senz' altro la vittima di uno straordinario concerto di coincidenze. Paolo Fallai

Fallai Paolo

(19 gennaio 1993) - Corriere della Sera

IL PRESUNTO MOSTRO E I GIUDICI

Pacciani piange e nega; si torna a indagare sul delitto del cimitero

primo faccia a faccia con i magistrati

FIRENZE . Piange, si difende, prepara un contrattacco. Pietro Pacciani ha vissuto il primo faccia a faccia con i magistrati che lo accusano di essere il "mostro" di Firenze protestando contro le "fandonie" dette e scritte su di lui. Un' ora e mezzo stata sufficiente al gip Valerio Lombardo per elencare gli elementi che hanno portato all' arresto dell' ex agricoltore, mentre il procuratore Pier Luigi Vigna e il sostituto Paolo Canessa hanno preferito rinviare a un altro interrogatorio un esame piu' approfondito degli atti. Ma nella giornata in cui si consumato quello che gli stessi avvocati difensori hanno definito un "rito formale", dal fronte dell' inchiesta tornato in primo piano il primo duplice omicidio, compiuto nell' agosto 1968, l' unico per il quale Pacciani ha ricevuto solo un avviso di garanzia. Nei pressi del cimitero di Signa la Beretta calibro 22 sparo' per la prima volta, uccidendo Barbara Locci e Antonio Lo Bianco. Gli inquirenti avrebbero trovato un collegamento tra l' ex agricoltore e l' ambiente nel quale maturato il delitto. In quel periodo lavorava nella Casa del popolo di Lastra a Signa Miranda, la giovane fidanzata di Pacciani per la quale l' uomouccise nel 1951 il rappresentante di commercio Severino Bonini, sorpreso con lei nei boschi di Vicchio. Sarebbe stato accertato che Pacciani . uscito dal carcere nel 1964 . negli anni successivi cerco' di rintracciare la ragazza e frequento' quella Casa del popolo, avendo contatti con la comunita' dei sardi immigrati nella zona. Comunita' alla quale apparteneva anche Stefano Mele, marito di Barbara Locci, che di quel duplice omicidio si autoaccusato scontando 14 anni di carcere. Da questa indiscrezione si diffusa ieri a Firenze la voce che Pacciani stesse preparando un memoriale per indicare "il vero mostro", probabilmente accusando un sardo. Ma niente di tutto questo accaduto: "Pacciani in carcere non dispone nemmeno di carta e penna . ha detto l' avvocato Renzo Ventura . e comunque nell' interrogatorio non si parlato di altri presunti responsabili". E l' avvocato Pietro Fioravanti ha aggiunto: "Tutti possiamo fare supposizioni sul vero colpevole". I due legali hanno riferito che Pacciani ha accettato di rispondere alle domande, ripetendo piu' volte spiegazioni gia' fornite in precedenti interrogatori. Nonostante il fatto che abbia lamentato di sentirsi male, ottenendo di essere ricoverato in infermeria, l' ex agricoltore avrebbe risposto in modo deciso, sciogliendosi in pianto solo quando ha detto ai magistrati di voler "uscire al piu' presto da questa situazione". " stato lui a decidere di voler rispondere . ha spiegato l' avvocato Ventura .. un uomo che ragiona e ha diritto di scegliere la linea difensiva". stato confermato che ha chiesto un confronto con i testimoni che lo accusano: " normale che ogni imputato voglia guardare in faccia quelli che parlano di lui", hanno chiarito i legali, ma difficile che in questa fase dell' inchiesta la sua richiesta possa essere accolta. Il primo atto concreto della difesa di Pietro Pacciani sara' un ricorso al Tribunale della liberta' . Pa