corriere cesenate 06-2015
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Giovedì12 febbraio 2015anno XLVIII (nuova serie)numero 5euro 1,20 - contiene I.P.
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Poste Italiane spaSped. abb. postaleDL 353/2003(conv. in L.27/02/2004 n. 46)art. 1, DCB Forlì
Redazione:via del Seminario, 8547521 Cesena
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fax 0547 328812
Diocesi 6
Trecento Sentinellealla manifestazionedi sabato scorso
Cesena 10 e 23
La Visita pastoralecontinuaad Ardiano
Dal 20 al 22 febbraio il ve-scovo Douglas sarà nel-la comunità parrocchialeguidata da don ElvezioMotta
Diocesi 3 e 4
Quaresimaperiododi riflessione
C on il loro silenzio hannosensibilizzato l’opinio-ne pubblica contro i rischidell’eventuale approva-zione del ddl Scalfarotto
Dialoghi:il cardinale Scolaalle 18,30
Diocesi 4
Attenzione all’orario invista dell’incontro del26 febbraio. Il luogo è il me-desimo: l’aula magna diPsicologia, a Cesena
Sport 22Prima della Juve
in campole parrocchie
Cesenatico 15 A Villamarinail ricordodi don Urbini
Solidarietà 18Sabato 14
la raccoltadei farmaci
Gambettola 16 Tante coppiehanno rinnovatoil proprio “sì”
T RRITORIO
RITO
I romagnoli non si sono scoraggiati e si sono rimboccati le manicheEditoriale
Saggezza popolaredi Francesco Zanotti
In Cattedrale a Cesena ilvescovo Douglas presie-de la celebrazione delleCeneri alle 20,30 di mer-coledì 18 febbraio
GAMBETTOLA, VENERDÌ 6 FEBBRAIO ORE 11, UN GRUPPO DI RAGAZZIDA’ UNA MANO A RIPULIRE STRADE E NEGOZI (FOTO CR)
Quasi 100 millimetri di pioggia caduti in poche ore, quando la media di un meseinvernale spesso non supera i 40 millimetri. In questo dato si riassume gran partedelle cause dell’alluvione di venerdì 6 febbraio. Tanta pioggia nell’entroterra e ilmare che “non prendeva” a causa del vento. Per fortuna in valle del Savio la piog-gia si è trasformata in neve. In caso contrario gli allagamenti si sarebbero molti-plicati. Fin dalle prime ore dopo l’evento, tutti si sono dati da fare. Chi in casapropria, chi in strada, chi nelle scuole. La gente, pur nello sconforto momentaneo,non si è persa d’animo. Soprattutto non si è fermata in attesa di un aiuto esterno:ha ricominciato a lavorare, mettendosi direttamente in gioco.
Speciale alle pagg. 11-14
A cqua e frane. Smottamenti eallagamenti. E’ questo lo scenario chesi è presentato nei giorni scorsi nelnostro territorio. Nelle frazioni di Cesenaverso il mare e nei comuni a valle della viaEmilia fino a Cesenatico si sono apertedolorose ferite. La gente si è messa subito allavoro per rimuovere il fango dalle cantine,dai garage, dai primi piani delle abitazioni.Senza lamentele, senza mugugni, con sanorealismo.La forza della natura ha giocato il suo ruolo etutti noi ci siamo trovati ancora una voltaimpotenti e impreparati. Era già accadutonel 1996, ma in questa occasione l’urtodell’acqua ha causato maggiori danni. Ilcentro di Gambettola è stato invaso da unamarea di melma e tutto il litorale ha soffertocome non accadeva da tempo. In campagnagli allagamenti non si contano. Non sicontano neppure gli episodi di aiutoreciproco, di solidarietà, di volontà dimettersi subito a servizio di chi si è trovatonell’emergenza.Tutti si sono mobilitati, fin dal primomomento. È stato un susseguirsi di urgenze,di allarmi, di chiamate ai centraliniimpazziti. La solidarietà ha fatto superarenumerose difficoltà, come l’esempio deiragazzi della parrocchia di Gambettola hamostrato in tutta la sua evidenza. Con loro,all’opera in via Mazzini, un gruppo disupporter del Cesena calcio: gesti che benfanno comprendere l’altruismo di cui sonocapaci certi giovani d’oggi.Nel momento del bisogno emerge una realtàmolto diversa da come viene descritta. Nonmancheranno le polemiche, è certo, ma èaltrettanto significativo mettere in evidenza
come si è ancora capaci di condividere ciòche si ha. Ho visto tantissimi “armati” dibadili, scope e attrezzi di ogni genereaffiancare il lavoro incessante degli uominidella Protezione civile, di Hera, dei Vigili delfuoco, di ogni forza dell’ordine, per non diredell’impegno continuo dei sindaci e deidipendenti comunali.Ora viene anche il tempo per una breveconsiderazione. Vado in soccorso dellasaggezza popolare. Mi rifaccio allatestimonianza raccolta da una signora di SanGiorgio di Cesena dal nostro CristianoRiciputi che ha documentato quantoaccaduto, dal mare ai monti passando per lacampagna (cfr le 4 pagine speciali all’internoe i servizi e le centinaia di foto su www.corrierecesenate.it). “Prima di pensarea nuove piazze, sarebbe meglio pensare allemanutenzioni”. Non mi sembra resti molto
da aggiungere. Certo, non è sempre semplicefar quadrare i conti e accontentare tutti, maforse ci si può provare.
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Giovedì 12 febbraio 2015 3Opinioni
Ovuli con rimborso?Questo non è dono
ul “Corriere della Sera” di venerdì 6 febbraio èstato pubblicato un accorato articolo sulla“eterologa senza donatrici” nel nostro Paese, adieci mesi dalla sentenza della Corte
Costituzionale. Simona Ravizza, che firma l’articolo,denuncia il rischio che arrivino “le cliniche estere,pronte ad allargare il business in Italia”. E fin qui unsegnale interessante, perché chi, come me, è contrarioalla fecondazione eterologa, ha sempre denunciato ilrischio che si potesse fare i soldi sulla pelle delle donne,con l’eterologa, innescando un vero e proprio“commercio della vita e della maternità”.Ma il tono dell’articolo è diverso, allarmato: “il problema
è l’assenza di donatrici. Un ostacolo che le nostreistituzioni non hanno risolto. Questioni etiche. Pertrovare donne disposte a donare i propri ovuli(sottoponendosi a pesanti trattamenti ormonali e a unintervento chirurgico per il prelievo) bisognerebbericonoscere un premio di solidarietà. Un rimborso indenaro che copra almeno le giornate perse. Ma lasoluzione è contestata da chi teme di creare, in questomodo, lo sfruttamento delle donne in difficoltàeconomiche”.Qui la grammatica diventa infida, e in poche righe siscrivono molte verità, che però hanno nessi logici“controversi”, che rendono politicamente correttaun’analisi che poteva essere ben diversa. Le parolecoprono concetti contraddittori: si cercano donne“disposte a donare i propri ovuli”, e si ipotizza un“premio di solidarietà… un rimborso in denaro”. Ma ilcodice del dono mal si concilia con il rimborso, e ladonazione di sangue nel nostro Paese - pratica medicasolidaristica esemplare - mai ha visto un corrispettivo,
nemmeno sotto la falsa specie di “rimborso”. Il dono èdono, la solidarietà non ha “premi” in denaro.Pensiamoci bene: solo poveri o studenti vendono sanguein cambio di soldi, nei Paesi in cui è sciaguratamentelegale farlo - e qui l’Italia ha un primato di civiltà: ladonazione di parti del proprio corpo è possibile solo atitolo totalmente gratuito: dono, appunto. L’articolo
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Fecondazione eterologa La fotografia
invece cita la Spagna, dove le donazioni sono “fatte soprattutto dastudentesse, per pagarsi l’università. È un atto di solidarietà. Ma è permessoun compenso economico”. Quasi non si riesce a percepire la oggettivacontraddittorietà dei due termini: “una solidarietà con compenso”. Megliodelle famose “convergenze parallele!”.In effetti uno dei nodi centrali per chi si oppone all’eterologa (oltre alla grandequestione dei diritti del bambino così concepito), cioè il grave costo intermini di salute per le donne “donatrici”, è scritto tra parentesi, come se fosseuna questione irrilevante. È tutto vero, però, e per niente marginale oincidentale: le donne che donano ovociti per l’eterologa sono sottoposte a“pesanti trattamenti ormonali” e a “un intervento chirurgico per il prelievo”. Altro che “tra parentesi!”. Interventi medici così invasivi e rischiosi per lasalute si possono accettare per solidarietà, come tanti donatori di midollospinale o di reni testimoniano coraggiosamente. Ma non si può collegarequesta generosità, che non ha prezzo, alla presenza di un rimborso. E
soprattutto, perché allora negare che il mercato degli ovociti inevitabilmenterichiesto dalle tecniche eterologhe è un grave fattore di rischio per la salutedelle donne “costrette” o “desiderose” di vendere/donare i propri ovociti?Davvero siamo disposti a scambiare il diritto alla salute delle donne a favoredel progetto di genitorialità di alcuni?
Francesco Bellettipresidente del Forum nazionale delle associazioni familiari
Su, allontaniamoci dalle tre scimmietteualunque sia stato il percorso della nostra vita, l’origine della nostra famiglia e dellerelazioni interpersonali intessute, almeno una volta ci sarà capitato di leggere nel voltodel nostro interlocutore una sorta di assenza dinanzi a quanto stavamo comunicando.
Perché?Quanto dicevo, magari con sommo ritegno e fatica, cadeva in un baratro di indifferenza. Laricaduta era pesante: solitudine e disinganno, in rapporto fraterno di amicizia che ormaimostrava una cicatrice.Come, a nostra volta, non palesare l’indifferenza o meglio come non lasciarla albergare dentrodi noi?Francesco, nostro vescovo, ci prende per mano e non ci lascia nel buco nero a macerare, la suaproposta quaresimale è ben chiara e stimolante.Tutto parte da Dio stesso: “Dio non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato: ‘Noi amiamoperché egli ci ha amati per primo’ (1 Gv 4,19). Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli staa cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gliinteressa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade”.Questa è la matrice da cui possiamo plasmare il nostro cuore, per non essere fredde lastre dimarmo dinanzi a chi con noi condivide il quotidiano, impervio o gioioso che sia.Francesco si è reso conto che il denominatore della globalizzazione che impera sugli umani è
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proprio l’indifferenza. La nostra culturaquindi porta il triste marchio della“globalizzazione dell’indifferenza”.
Senza sembrare, l’intonazione è tragica,gravemente tragica, perché quando ci siscopre indifferenti, molta acqua è passatasotto i ponti e ha cancellato ogni motodella coscienza che istintivamente edevangelicamente si rivolga all’altro e allasua difficoltà.Nella sua diagnosi il nostro pastore toccail punto nevralgico: la mia personalecomodità non deve essere alterata oscossa. Io conto più di tutti e più diqualunque necessità che un’altra personanelle strettoie dimostri, magaritacitamente, di soffrire.In fin dei conti, è la morte dell’anima,quella del profondo sentire che si rivestedi una cellulite spirituale di difesa. Unabarriera perché nulla turbi.Carente è il legame di solidarietà, delsentirsi un solo corpo, sempre e in ogni
situazione.Per il credente il passo previo, non diprofilassi come in tempi di influenza madi reale mutamento del sé, è comprendereche “si può testimoniare solo qualcosache prima abbiamo sperimentato. Ilcristiano è colui che permette a Dio dirivestirlo della sua bontà e misericordia,di rivestirlo di Cristo, per diventare comeLui, servo di Dio e degli uomini”.Nulla viene direttamente da noi e la primaindifferenza da sbloccare è quella che ciimpedisce di guardare e ascoltare il Padree lasciarsi trapassare dall’interrogativo“Dov’è tuo fratello?”: “Per ricevere e farfruttificare pienamente quanto Dio ci dàvanno superati i confini della Chiesavisibile in due direzioni”.Dobbiamo introiettarle, pensarle elasciarle maturare, “unendoci alla Chiesadel cielo nella preghiera. Quando la
Chiesa terrena prega, si instaura unacomunione di reciproco servizio e di beneche giunge fino al cospetto di Dio. Con isanti che hanno trovato la loro pienezzain Dio, formiamo parte di quellacomunione nella quale l’indifferenza èvinta dall’amore”: la riuscita è quindigarantita, non perché “lassù” i contitornino nella quadratura del cerchio maperché la sofferenza vi è entrata con ilCristo crocifisso e glorioso e con quella ditutti coloro che lo hanno seguito e hatrovato il suo senso redentivo e fraterno.“La Chiesa per sua natura è missionaria,non ripiegata su se stessa, ma mandata atutti gli uomini. Questa missione è lapaziente testimonianza di Colui che vuoleportare al Padre tutta la realtà e ogniuomo. La missione è ciò che l’amore nonpuò tacere”. L’indifferenza ci assomiglia
alle tre famose scimmiette: turarsi gliorecchi, tapparsi gli occhi e chiudersi labocca.Quaresima invece è ascolto, sguardo eparola di conforto.
Cristiana Dobner
All’udienza ge-nerale di mer-coledì 4 febbra-io, in aula Ner- vi in Vaticano,papa Francescoha incontratoLucia Annibali,giovane avvo-cato sfigurata con l’acido dal-l’ex fidanzato(foto L’Osserva-
tore Romano(www.photo.va / Sir)
L’indifferenza verso chi incontriamo nella vita quotidiana ci spinge a imitare i comportamenti dei tre famosi animali: turarsi gli orecchi, tapparsi gli occhi e chiudersi la bocca. Quaresima invece è ascolto, sguardo e parola di conforto
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Giovedì 12 febbraio 20154 Vita della Diocesi
Messe ferialia Cesena7.00 Cattedrale, Cappuccine,
Cappella dell’ospedale7.30 Basilica del Monte7.35 Chiesa Benedettine8.00 Cattedrale, San Paolo,
Santuario dell’Addolorata, Villachiaviche
8.30 Madonna delle Rose,San Domenico, San Rocco,Sant’Egidio, capp. cimitero,Santo Stefano, Case Finali,
9.00 Suffragio, Addolorata9.30 Osservanza10.00 Cattedrale 18.00 Cattedrale , Madonna
delle Rose, San Domenico,San Paolo, San Rocco,Osservanza, Sant’Egidio,San Mauro in V.
18.30 San Pietro, Santa Mariadella Speranza, Cappuccini,San Bartolo (sabato 8,30)
19.00 San Giovanni Bono, Tipano20.00 Torre del Moro, San Pio X,
Gattolino20.30 Villachiaviche
Sabato e vigilie15.30 Macerone (Lieto Soggiorno)15.00 Cappella cimitero Cesena,
Formignano16.00 Ponte Pietra17.00 Luzzena (1° sabato mese),
Bora (2° sabato mese)17.30 Santuario del Suffragio,
Santuario Addolorata,San Vittore
18.00 Cattedrale , San Domenico,Osservanza, Case Finali,Santo Stefano, San Paolo,San Mauro in Valle,Diegaro, Madonna delleRose, Sant’Egidio, Torre del Moro,San Rocco, Villachiaviche,San Giorgio, Borello
18.30 Convento Cappuccini,San Pietro, Bulgarnò,Santa Maria della Sper.
19.00 San Giovanni Bono, Tipano20.00 San Pio X, Bulgaria,
Ruffio,Pioppa, Calisese,Pievesestina, Gattolino
Messe festive7.00 Cattedrale, San Rocco7.30 Santuario dell’Addolorata,
Cappuccine,cappella dell’ospedaleBufalini, Calabrina,Ponte Pietra, Villachiaviche
8.00 Basilica del Monte,San Pietro,San Pio X,San Mauro in Valle,San Giovanni Bono,Sant’Egidio, Calisese, Torre del Moro,Madonna del Fuoco,Macerone, Capannaguzzo,
Ronta, Borello8.30 Cattedrale , San Rocco,
Case Finali, Martorano, Tipano, San Cristoforo,Gattolino, Roversano
9.00 San Giuseppe (Cesenacorso Comandini),chiesa Benedettine,Santo Stefano,San Bartolo, San Paolo,San Domenico, Diegaro,Pievesestina,Ponte Pietra, Bagnile,Santa Maria Nuova,Bulgaria, San Vittore,San Carlo, Ruffio
9.15 San Martino in Fiume9.30 cappella del cimitero,
Santuario dell’Addolorata,Madonna delle Rose,
Osservanza,Sant’Egidio, Villachiaviche,Montereale, San Tomaso
9.45 Bulgarnò10.00 Cattedrale,
Case Finali, San Pietro,San Rocco, Santa Mariadella Speranza, Torre del Moro,San Pio X, Cappuccini,Carpineta,Sant’Andrea in B.,
10.30 Santuario del Suffragio,Casalbono
10.45 Ronta, Capannaguzzo11.00 Basilica del Monte,
Addolorata, San Pietro,Santo Stefano, San Paolo,
San Bartolo, Villachiaviche,San Domenico,Sant’Egidio, San Giorgio,San Giovanni Bono,Calabrina, Calisese,Gattolino, Madonna delFuoco, San Mauro in Valle,Martorano, San Demetrio,Pievesestina, Pioppa,Ponte Pietra, Bulgaria,Borello, San Carlo,San Vittore, Tipano,Macerone
11.10 Torre del Moro11.15 Diegaro, Madonna delle
Rose11.30 Cattedrale ,
Osservanza, Santa Maria
della Speranza, SanRocco, San Pietro,Case Finali, San Pio X
15.00 Cappella del cimitero18.00 Cattedrale, San Rocco,
San Domenico, Osservanza18.30 San Pietro, Cappuccini19.00 San Bartolo, Villachiaviche
Comuni delcomprensorioBagno di Romagna
ore 17 (sabato);11,15 / 17San Piero in Bagno:chiesa parrocchialeore 17 (sabato);8,30 / 11 / 17.Chiesa San Francesco:
10 / 15,30Ospedale “Angioloni”:ore 16 (sabato)Selvapiana: 11,15(16,30 sabato); Acquapartita:domenica 9(sabato alle 17) Valgianna: 10(sabato alle 16)
BertinoroSanta Maria Nuova: 9, 11(19 sabato)
Cesenatico
Sabato: ore 16 Villamarina17 San Giuseppe17,30 Conv. Cappuccini,Santa Maria Goretti18 San Giacomo
20 SalaFestivi: 8 San Giacomo,Bagnarola,
Santa Maria Goretti,Boschetto;8,30 Sala;9 Cappuccini;9,15 San Pietro;9,30 Valverde;9,45 Cannucceto;10 Villalta;10,30 Cappuccini,San Giuseppe;11 San Giacomo,Boschetto, Sala;11,15 Bagnarola,Santa Maria Goretti;17,30 Cappuccini;18 San Giacomo
Civitella di RomagnaGiaggiolo: 9,30Civorio 9
Gambettolachiesa Sant’Egidio abate;8,30 / 10 / 11,15 / 17.Consolata: 19 (sabato);7,30 / 9,30
Gatteoore 20 (sabato);9 / 11,15 / 17Sant’Angelo: 20 (sabato);8, 45; Casa di riposo: 9,30- 11. Istituto don Ghinelli:18,30 (sabato), 7,30Gatteo a Mare: festivi: 8 / 11,15
LongianoSabato:18 Santuario
SS. Crocifisso; 19 Crocetta20 Budrio
Festivi: ore 7,30 SantuarioSS. Crocifisso;8 Budrio; 8.45 Longiano-Parrocchia; 9,30 Budrio,Santuario SS. Crocifisso;10 Badia, Balignano;10 Montilgallo;11 Budrio, Longiano-Parrocchia, San Lorenzo inScanno; 11,15 Crocetta;18 Santuario Crocifisso
Mercato Saraceno10.00;Ciola: 8,30
Linaro: 18 (sabato), 11;Monastero di Valleripa: 9;Montecastello: 11Montejottone: 8.30Montepetra: 8.30Piavola: prefestiva sabatoore 18 (chiesaSan Giuseppe);9,30 chiesa parrocchiale;Pieve di San Damiano11,30;San Romano: 11; Taibo: 10;
Montianoore 20 (sabato); 9 .Montenovo:ore 19 (sabato), 10,30
RoncofreddoSorrivoli: 11,15;Diolaguardia: 9;Gualdo: 18 (sabato), 11;Bacciolino: 9,30
SarsinaCasa di Riposo: ore 16(sabato).Concattedrale: 7 / 9 /
11 / 17; Tavolicci: 16(sabato); Ranchio: 20(sabato), 11;Sorbano: 9.30; Turrito: 17 (sabato), 10;San Martino: 9,30;Quarto: 10,30;Pieve di Rivoschio: 15,30;Romagnano: 11,15;Pagno: 16 (secondadomenica del mese,salvo variazioni).
Vergheretoore 16 (sabato), 9,15(domenica);Balze (chiesaparrocchiale): 8,15 /
11,15Montecoronaro: 9,45;Montecoronarooratorio Ville (al sabato):16 Alfer:o ore 17 (sabato);11,15Riofreddo: 10Corneto: 11;Pereto: 10
✎ A MESSA DOVE
Direttore editorialePiero AltieriDirettore responsabileFrancesco ZanottiVicedirettoreErnesto Diaco
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StampaRotopressvia Brecce - 60025 Loreto (Ancona)www.rotoin.it
Tiratura del numero 5 del 5 febbraio 2015: 7.860 copie
Questo numero del giornale è stato chiuso in tipografia alle 17,30 di martedì 10 febbraio 2015
Domenica 15 febbraio6ª Domenica Tempo Ordinario - Anno BLv 13,1-2.45-46; Salmo 31;1Cor 10,31-11,1; Mc 1,40-45
La liturgia ci propone l’incontro diGesù con il lebbroso, che era ritenutoun impuro, uno da tenere alla larga e
da emarginare, colpevole della propriaripugnanza perché la lebbra era vista comeun castigo di Dio per i propri peccati. Anche oggi di fronte a una sofferenzainaspettata o per esprimere la difficoltà disopportare qualcuno, diciamo: “Cosa hofatto di male perché mi debba succederequesto?...per avere un marito/moglie così,un figlio, un fratello, un sacerdote così?”.“Cosa ho fatto di male perché Dio mi
mandi questa prova?”. Questo esprimeun’immagine di Dio che ricompensa ibuoni e punisce i cattivi. Ma Dio non ècosì! Il Vangelo è diverso. Non sono i nostrimeriti o l’osservare scrupolosamente lepratiche religiose che ci avvicinano a Dio.Così, sarebbe un Dio a nostra immagine esomiglianza. Gesù invece è capace distupirci.“Se vuoi, puoi guarirmi”. La condizione perfare esperienza del Suo amore, non è lamia perfezione o il mio merito, ma ladisponibilità a lasciarmi raggiungere e ildesiderio di incontrarlo riconoscendomibisognoso. La mia lebbra, cioè la miapovertà, la mia miseria, il mio peccato, non
sono ostacoli all’incontro con Gesù, maanzi possono essere la spinta perincontrarlo perché il suo amore e la suatenerezza ci trasformino e ci guariscano.Io che ho deluso mio marito e non riesco acombinarne una giusta, come possomeritare il suo amore? Io che ho chiuso irapporti con il mio vicino di casa, comeposso pretendere di dare una mano nellamia comunità? Io che non riesco mai amantenere gli impegni che mi prendo nellaconfessione, è giusto che continui adannoiarlo con le mie preghiere?“Mosso a compassione, stese la mano, lotoccò”. Questi gesti di vicinanza esprimonola volontà di piena comunione che Gesùvuole stabilire con ognuno di noi, la totalegratuità e mancanza di pregiudizi che
rende il rapporto di Dio con ognuno di noi,unico, tenero e irripetibile. Possiamo fareesperienza del suo amore se lo lasciamoentrare nella nostre relazioni e seaccettiamo di perdere il controllo su noistessi e sugli altri.Gesù ci insegna che la purificazione nascedal farsi vicini, dalla condivisione, dallacarezza che allevia il dolore. Vogliamoavere lo stesso sguardo di Gesù per coglierein parrocchia, nel lavoro, nella nostrastessa casa, le situazioni di sofferenza chechiedono la nostra compassione e pervedere le persone, che diciamo di amare,che aspettano la nostra attenzione.
Sabrina e Andrea Delvecchio
IL GIORNODELSIGNORE
Gesù è sempre in grado di stupirci
lunedì 16 febbraiosanta GiulianaGen 4,1-15.25;Salmo 49; Mc 8,11-13
martedì 17santi sette fondatori dei Servi di MariaGen 6,5-8; 7,1-5.10;Sal 28; Mc 8,14-21
mercoledì 18mercoledìdelle Ceneri Gl 2,12-18; Sal 50;2Cor 5,20-6,2;Mt 6,1-6.16-18
giovedì 19san MansuetoDt 30,15-20;Sal 1;Lc 9,22-25
venerdì 20san RemoIs 58,1-9a; Sal 50;Mt 9,14-15
sabato 21san Pier Damiani Is 58,9b-14;Sal 85; Lc 5,27-32
La Parola
di ogni giorno
✎ NOTIZIARIO DIOCESANOIn Cattedrale, celebrazione delle CeneriMercoledì 18 febbraio alle 20,30Il vescovo Douglas Regattieri presiederà la celebrazione delleCeneri, in Cattedrale a Cesena, mercoledì 18 febbraio alle20,30. Durante la celebrazione saranno iscritte due personeoriginarie dell’Africa, che hanno partecipato al percorso
biennale di preparazione al catecumenato. I due catecumenisono della parrocchia di Luzzena e di Villachiaviche.
Dialoghi con la città, incontro col cardinal ScolaGiovedì 26 febbraio alle 18,30 a Cesena“Educazione questa sconosciuta”è il tema dell’incontro dellarassegna “Dialoghi con la città”promossa dalla Diocesi diCesena-Sarsina. Protagonista deltardo pomeriggio di giovedì 26febbraio alle 18,30 sarà ilcardinale Angelo Scola,arcivescovo di Milano, in dialogocon la giornalista CarmenLasorella.I “Dialoghi” hanno per tema “Senza famiglia?” e si tengononell’aula magna della Facoltà di Psicologia, a Cesena, difronte alla stazione ferroviaria.
L’incontro di apertura con la giornalista Costanza Miriano,in programma per la sera di venerdì 6 febbraio, è statorinviato per maltempo. Si terrà giovedì 26 marzo alle 21,sempre nell’aula magna di Psicologia, a Cesena.
Esercizi spirituali serali, in Seminario a CesenaDal 23 al 27 febbraio, guidati dal vescovo DouglasSi terranno in seminario a Cesena, dal 23 al 27 febbraio dalle20,30 alle 22,30, gli Esercizi spirituali guidati dal vescovoDouglas sul tema “Lo straordinario quotidiano della fami-glia”. Diversi sacerdoti e il vescovo saranno a disposizioneper la confessione. La presenza di una coppia e di una per-sona consacrata sarà la garanzia per un più fruttuoso ap-profondimento.
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Giovedì 12 febbraio 2015 5Vita della Diocesi
In breve
Azione Cattolica,Lectio divina al SuffragioVenerdì 13 febbraio alle 21, al Santuario SantaMaria del Suffragio, in centro a Cesena, Lectiodivina proposta dall’Azione Cattolica diocesana.
“Il coraggio della testimonianza” (Mc 16,9-20) iltema dell’incontro di preghiera.
Gruppo di preghiera“Padre Guglielmo”Domenica 15 febbraio alle 21, al convento deiCappuccini a Cesena, tradizionale appuntamentomensile di preghiera promosso dal gruppo “PadreGuglielmo Gattiani”.
Apostolato biblico,consegna schede di AvventoSi terrà lunedì 16 febbraio alle 21, in Seminario aCesena, l’incontro per gli animatori dei gruppi delVangelo. Verranno distribuite le schede diQuaresima e il vescovo Douglas proseguirà lariflessione sulla Verbum Domini , iniziata in
Avvento.
Percorso per separati soliIl percorso diocesano per separati soli questomese fa tappa nella Zona pastorale Valle Savio-Dismano, presso la parrocchia di Pievesestina,lunedì 16 febbraio alle 21. Il parroco don MarcoPrada guiderà l’incontro sul tema "Vi erano là seianfore di pietra… Le nostre ferite che vuoletrasformare in feritoie".Il prossimo appuntamento sarà la Preghiera perla famiglia ferita presso la Concattedrale diSarsina, lunedì 23 marzo.Per info: Floriana e Ivan 388 6186867.
Sacerdoti, ritirodi Quaresima a LongianoI sacerdoci, diaconi e religiosi vivranno il ritirospirituale di Quaresima presso il Santuario delSantissimo Crocifisso di Longiano, ospiti dei Fratiminori conventuali. L’appuntamento è pergiovedì 19 febbraio alle 9,15 con la celebrazionedell’Ora media. Le riflessioni saranno guidate damonsignor Andrea Turazzi, vescovo di SanMarino-Montefeltro sui temi spiritualidell’Esortazione di papa Francesco “Evangeliigaudium”.
Pellegrini a Longianonei venerdì
di Quaresimaome da antica tradizione, siterranno nel Santuario delSantissimo Crocifisso di
Longiano i pellegrinaggi nei venerdìdi Quaresima dalle parrocchie dellevarie Zone pastorali.Il primo appuntamento è pervenerdì 20 febbraio, quando ilvescovo di Forlì-Bertinoromonsignor Lino Pizzi presiederà laMessa alla quale sarannoparticolarmente invitati i fedeli dellaZona pastorale delle vie Cesenatico,Cervese e Ravennate.Il 27 febbraio l’arcivescovo di Pesaro
monsignorPiero Cocciapresiederà laMessa per la
Zona pastoraledella Valle delSavio-Dismano. Venerdì 6marzo leparrocchiedella Zonapastorale di
C
Savignano sul Rubicone-Roncofreddo-Borghi-Sogliano sonoinvitate alla celebrazione che saràpresieduta dal vescovo di Riminimonsignor Francesco Lambiasi. Il 13marzo alla celebrazione presiedutadal vescovo di Faenza-Modigliana
monsignor Claudio Stagni sonoparticolarmente invitati i fedeli perla Zona pastorale del Mare. Il 20marzo monsignor Tommaso Ghirelli,vescovo di Imola, presiederà laMessa per la Zona pastoraleSarsinate-Alta Valle del Savio. Ultimoappuntamento il 27 marzo, quandoil vescovo di Cesena-Sarsina
monsignor Douglas Regattieripresiederà la Messa per le Zonepastorali Urbana e Rubicone-Rigossa.Nel Santuario di Longiano e neivenerdì di Quaresima, dalle 19,30sono disponibili vari sacerdoti per le
confessioni. La Messa delle 20,30 èpreceduta dalla Corda pia (alle 20),un momento di preghiera dellatradizione francescana nel quale si famemoria della passione di GesùCristo e delle stigmate di SanFrancesco. Alle celebrazioni, oltre aifedeli delle Zone pastorali suggerite,sono invitati tutti.
Il primo appuntamentoè per venerdì 20 febbraio.Alle 20,30 il vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Lino Pizzipresiderà la Messa per leparrocchie della Zona pastoraledelle vie Cesenatico, Cervesee Ravennate
Tradizionale appuntamento rivolto alle parrocchie delle varie Zone pastorali
Ufficio diocesano per la Pastorale della
Famiglia desidera far conoscere l’attività di“Saf, Spazio Ascolto Famiglia”, l’aiuto diconsulenti familiari alla persona, alla coppia ealla famiglia.Spazio Ascolto Famiglia offre alle persone indifficoltà un luogo di accoglienza, ascolto,confronto e orientamento, anche in una
L’
Spazio Ascolto Famiglia,un aiuto alla persona e alla coppia
dimensione spirituale. Si rende disponibileper una relazione di aiuto nelle situazioni dicrisi e di difficoltà, di disorientamento e diincomprensione.È a disposizione di persone, coppie efamiglie che vivono situazioni di disagio
relazionale, anche legato all’esperienzadella separazione e del divorzio.Gli operatori di Spazio Ascolto Famigliasono consulenti familiari volontari,diplomati alla scuola Sicof (Scuola italianaconsulenti familiari) di Roma, sensibili albene della famiglia, formati sulle
problematiche del disagio familiare erelazionale e all’ascolto empatico.Il servizio è offerto gratuitamente (suappuntamento) nei giorni di lunedì,giovedì, venerdì, dalle 15 alle 18; perappuntamenti telefonare dal lunedì al
venerdì, dalle 10 alle 17,al numero 346 3694421. La sede è pressol’Istituto Ancelle Sacro Cuoredi San Carlo (accanto alla scuola materna),via San Carlo 316, San Carlo di Cesena.Info: www.noifamiglia.it; email:[email protected]
Un servizio gratuitopromosso
dall’Ufficio
per la Pastorale
della Famiglia
Monsignor AntonioLanfranchidimesso
dall’ospedaledi Modena
n nuovo aggiornamentosulla salute di monsignor
Antonio Lanfranchi,arcivescovo di Modena-Nonantola e già vescovo nellanostra diocesi, arriva dallacuria della città emiliana.“Le complicanze acuteoccorse a monsignor
Lanfranchi si sono risolte,consentendo la dimissionedal reparto di Ematologiadell’ospedale di Modena
venerdì scorso, in condizionigenerali stabili. In questafase, la malattia ematologicarichiede controlli periodici ecure mediche a domicilio”.La nota si chiude con unringraziamento da parte delvescovo Antonio.“L’arcivescovo ringrazia per la
preghiera, le manifestazionidi affetto e solidarietàricevute nel tempo delladegenza”.
U
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Giovedì 12 febbraio 20156 Speciale Visita pastorale
Parrocchia di Ardiano
Prosegue la Visita pastoralerrivando da Cesena e proseguen-do oltre Sorrivoli, s’incontrano lepiccole località di Oriola e Ardia-
no (la parrocchia è quella di Santa Maria Assunta in Ardiano). Si tratta di paesini(300 metri circa sul livello del mare) chedominano le colline malatestiane.Dal 20 al 22 febbraio farà tappa qui mon-signor Douglas Regattieri che continua lavisita pastorale nella zona Rubicone-Ri-gossa.Don Elvezio Motta ne è l’amministratoreparrocchiale dal 2013, ma possiamo direche lo sia da una vita. Il parroco, infatti,dopo un periodo di nove anni a Monte-novo di Montiano (2004-2013) è ritornatonelle comunità di Ardiano e Oriola chegià aveva guidato dal 1976 al 2004. Un ri-torno a casa per don Elvezio, 78 anni, cheper motivi di età e salute risiede presso laCasa del clero, a Cesena. Nativo di Calise-se, don Elvezio conosce molto bene que-sto territorio (la sua prima parrocchia èstata Sorrivoli) e lo raggiunge con la suaFiat Panda 4x4 non solo ogni domenicaper celebrare la Messa, ma anche ogniqual volta le circostanze lo richiedano:un funerale, una Messa, un incontro. Ècosì che don Elvezio parte dal centro cit-tadino per inerpicarsi su quelle collineche per tanti anni sono state la sua casa.“Nonostante i suoi 225 abitanti – spiegadon Elvezio – il territorio di Ardiano eOriola è molto ampio e si estende per undiametro di più di 7 chilometri. Un am-biente bellissimo dal quale si può godere
di una vista su mare, monte Carpegna eMandrioli”. Un territorio ‘di frontiera’ cheabbraccia due valli (Rubicone e Savio) edue comuni (Roncofreddo e Cesena). Ar-diano e Oriola, in comune di Roncofred-do, si possono raggiungere facilmente inpoco più di una decina di minuti da Cese-na, Borello, Montecodruzzo, San Carlo,Roversano.“La gente vive di agricoltura – continua ilparroco – ma abbiamo persone impiegatein uffici, ci sono insegnanti e muratori”. Icampi sono coltivati per lo più a frutta. Ardiano, in particolare, è il luogo dei cilie-gi, “un coltivatore ne ha più di 1500”, sve-la. Si scorgono nei dintorni case moltobelle, curate, ristrutturate da poco. “Alcu-ni abitanti le hanno rinnovate, altre ap-partengono a persone che dalla città sonovenute ad abitare in collina”. C’è anche
una trattoria con menù della tradizione,“Ardiano” appunto, e l’agriturismo “Ca’Marcella”, con un ‘terrazzo’ naturale chesporge direttamente sulla riviera roma-gnola.La scuola elementare di Saiano è quella acui fanno riferimento i bambini, mentregli studenti delle scuole medie si divido-no nei vari plessi della città. Per il catechi-smo si fa riferimento a Sorrivoli, dove ibambini ritrovano i loro compagni discuola.“La geografia di questo territorio – com-menta don Elvezio – non aiuta. Abbiamoin progetto di risistemare un salone par-rocchiale nella chiesa di Ardiano. Vorrem-mo utilizzarlo per aggregare bambini e
A
adulti di tutta la comunità eriscoprire il senso di parroc-chia. Cerchiamo, anche nelledifficoltà, di mantenere vivala fede perché è vero che sia-mo in pochi, ma quel nucleodi famiglie che è rimasto midà speranza. Faccio molto af-fidamento su di loro. Ho vici-no persone che si danno molto da fare sia inoccasione della preparazione della liturgiache per quanto riguarda l’organizzazione del-le feste parrocchiali”.Don Elvezio celebra Messa ogni domenica al-le 10, alternando la celebrazione una volta ad Ardiano (domeniche dispari) e una volta a
Oriola (domeniche pari).La chiesa di Ardiano è piuttosto antica, risaleal 1500 se non prima. “Abbiamo dei docu-menti in cui sembra che il primo parroco fos-se stato nominato nel 1565”. Anche una delledue campane è piuttosto datata, risale al 1590e testimonia una longeva presenza sul territo-rio. La festa parrocchiale qui viene celebratala seconda domenica di agosto ed è dedicataal Santissimo Sacramento. “Si deve alla pre-senza, risalente alla fine del XVI secolo, dellaCompagnia dei Santissimo Sacramento, dacui prende il nome. È mia intenzione ripro-porre la festa del patrono San Filippo Neri amaggio (una statua che lo raffigura è conser-vato nella chiesina insieme ad altre tele del1700, una raffigurante Santa Maria Assunta a
Da venerdì 20 a domenica 22 febbraiomonsignor Douglas Regattieri sarà in Visita
nella parrocchia di Ardiano.Don Elvezio Motta è amministratore parrocchiale
dal 2013
ZONA PASTORALE RUBICONE RIGOSSA - 15ª UNITÀ PASTORALE
cui è dedicata la parrocchia, ndr ). Sareb-be l’occasione per la benedizione dellacampagna”. A Oriola è rimasto l’oratorio. “La parroc-chia, in seguito a spopolamento, è statasoppressa diversi anni fa ed è stata unitaad Ardiano. Ma poiché a Oriola c’è un nu-
cleo di case raccolte intorno alla chiesa, laMessa è molto partecipata”. La chiesa diOriola, adattata da un ambiente prece-dente e trasformata in chiesa, è dedicataal Sacro Cuore di Gesù. “È piuttosto re-cente – racconta don Elvezio – risale al1960 e venne benedetta dal vescovo Gian-franceschi nel 1966”.Qui la festa della parrocchia veniva cele-brata a settembre. “Adesso, invece, la siorganizza insieme alla comunità di Mon-te Aguzzo, dove l’ultima domenica di lu-glio viene celebrata Messa al mattino. Alpomeriggio ci si sposta a Oriola per l’ado-razione eucaristica e la festa all’esternodella chiesa”.
Michela Mosconi
INTERNO DELLA CHIESA
PARROCCHIALE DI ARDIANO, IN
VIA RUDIGLIANO 1480 (COMUNE
DI RONCOFREDDO)
Prossime tappe della Visita pastoraledel vescovo Douglas:- dall’1marzo all’8 marzo: Budrio
- dall’8 al 15 marzo: Crocetta e Montilgallo
CALENDARIO VISITA PASTORALE
ARDIANO
da venerdì 20 a domenica 22 febbraio
Venerdì 20 febbraio
• ore 20 Messa e incontro con la gente
Sabato 21 febbraio
• ore 8,30 Visita agli anziani, a casa
Domenica 22 febbraio
• ore 10 Messa e incontro con la gente
CALENDARIO VISITA PASTORALE
SORRIVOLI e CARPINETA
dall’8 al 15 febbraio
Venerdì 13 febbraio
• ore 21 incontro con Il Totem,il Mandorlo,Terra dei miti
Sabato 14 febbraio• ore 17,30 incontro con i ragazzi delle
medie• ore 20 MessaDomenica 15 febbraio
• ore 10 Messa a Carpineta• ore 11,15 Messa a Sorrivoli
FACCIATE DELLE CHIESE DI ORIOLA (A SINISTRA) E ARDIANO
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Giovedì 12 febbraio 2015 7Vita della Chiesa
TORINO 25 aprile 2015: Pellegrinaggio diocesano presieduto dal nostro vescovo monsignor DouglasRegaeri, in occasione dell’Ostensione della Santa Sindone. Pullman G.T., pranzo libero, celebrazione della
Santa Messa nel Santuario della Consolata. Le iscrizioni sono aperte euro 50Prenotazioni presso: Centro Pastorale, corso Sozzi, 39, tel. 0547 611001 - Parrocchie
Ufficio diocesano Pellegrinaggi, via Giovanni XXIII, tel. 0547 610280 - Unitalsi: Umberto 329 6484489; Giovanna 333 2995808
TERRASANTA dal 2 al 9 luglio 2015: Pellegrinaggio presieduto da monsignor Alfiero RossiPullman da Bagno di Romagna e Cesena, volo da Bologna: Nazareth, i Santuari del Lago, Betlemme, Massada, Gerico, Qumran,
Gerusalemme - Hotel comodissimi, pensione completa, accompagnatore. Le iscrizioni sono aperte. da 1.140 euro
LISIEUX dal 6 al 9 luglio 2015: Pellegrinaggio diocesano presieduto dal nostro vescovo monsignor Douglas Regaeri ,in visita ai luoghi della famiglia dei bea coniugi Luigi e Zelia Marn, genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino.
Caen, Lisieux, Alencon; escursione a Mont St. Michel. Le iscrizioni sono aperte da 840 euro
TERRA SANTA dal 6 al 13 agosto 2015: Pellegrinaggio presieduto dal nostro vescovo monsignor Douglas Regaeri .Pullman da Cesena, volo da Verona: il Monte Carmelo, Nazareth, il Monte Tabor, i Santuari del Lago, Betlemme, Gerico, Qumran,
Gerusalemme. Hotel comodissimi, pensione completa, accompagnatore. Le iscrizioni sono aperte da 1.195 euro
Organizzazione Tecnica Ariminum Viaggi e Robintur Viaggi - Polizza assicurava R.C. Allianz n. 74372043
L’arcivescovo di Ancona-Osimo, Edoardo Menichelli,uno dei 20 cardinali che sabato riceveranno la “berretta” dalPapa, si racconta: “A undici anni sono rimasto senza genitori,a dodici anni ho dovuto abbandonare la scuola per andarea lavorare. E indovini che mestiere ho fatto? Il pastore”
desso le dico una cosa che non homai detto a nessuno: a undici annisono rimasto senza genitori, a dodicianni ho dovuto abbandonare la
scuola per andare a lavorare. E indovini che mestiereho fatto? Il pastore”. Comincia con una confidenza,davanti a una tazza di latte, la mia giornata “a tu pertu” con l’arcivescovo di Ancona-Osimo, EdoardoMenichelli, uno dei 20 cardinali che sabato 14febbraio riceveranno la “berretta” dal Papa. Quandoho chiesto a don Edoardo - è così che vuole esserechiamato, anche dopo il Concistoro, perché “noncambia niente” con la porpora - cosa volesse dire perlui l’invito di papa Francesco a essere pastori “conl’odore delle pecore”, non mi aspettavo una rispostacosì, arrivata dopo una breve pausa come un fiume inpiena: “Ho fatto il pastore: l’odore delle pecore lo soqual è, la testardaggine delle pecore so qual è… anchela mitezza delle pecore so qual è”. Un pastore
innamorato del suo gregge: 75 anni, 50 di sacerdozio,20 di episcopato di cui la metà trascorsi ad Ancona.Ma anche i 26 anni trascorsi a Roma sono ancora tuttilì: se li ricorda nelle telefonate che riceve, ma anchenei venti chilometri che facciamo fianco a fianco,mentre guida la sua Panda beige nel tragitto versoOsimo, dove andiamo a trovare la Lega del Filo d’Oro.Capisce di avere a che fare con una romanista, ericordando il presidente Viola - “ogni tanto siricoverava a Villa Mafalda”, io ero assistente lì”- midice con piglio sicuro: “Il problema della Roma sono itifosi”.
“Io ero un possibile delinquente”. Come ha saputodella nomina del Papa? “Dalle suore”, risponde donEdoardo, le stesse - suor Silvana in testa, 83 anni e unsorriso contagioso - che ci hanno servito la colazionesubito dopo la Messa delle 7,30 in arcivescovado(silenzio dopo le letture, omelia telegrafica ma moltointensa posticipata alla fine: “Il mondo i peccati li
ripete spesso, l’importante è che per i peccati degliuomini ci sia sempre la misericordia di Dio”).“L’avevano sentito alla televisione e sono venute adirmelo. Io gli ho risposto: ’Andate a cucinare cheforse è meglio’”. Dopo, la meraviglia e la gratitudine
A“verso papa Francesco sono andate abraccetto, insieme però a un imperativo, lostesso contenuto nella lettera che il SantoPadre ha inviato a ognuno dei nuovicardinali: “Non cambiare!”. È questa, spiegal’arcivescovo, “la sinfonia che ritornava neitanti biglietti r icevuti”. “Sembra che certifatti rovescino l’esistenza, ma non è così”,puntualizza: “Semmai servono a farti entrarein una storia di gratitudine e di meraviglia”.“Se nella vita non hai una lettura di fede,entri nel frullino della vanità e ti maceri dasolo”, dice don Edoardo spiegando come lasua nomina sia un’ulteriore spinta a “cercarequal è il tracciato di Dio”. “Io ero un possibiledelinquente”, confessa quasi a bruciapeloguardandomi dritto negli occhi: “Lo dicosempre ai ragazzi. A 11 anni ero senzagenitori. C’è stato un disegno del buon Dio
che attraverso percorsi difficili mi ha portatolà. Il buon Dio ci disegna la vita, dà unatrama, come una maglia. Se non capisci cheper Dio sei una meraviglia così come sei,diventi un manichino.
Il Messaggio per la Quaresima “in diretta”.Sono le 10, dopo una scorsa alla posta con ilsegretario, don Carlo, e il disbrigo dellepratiche più urgenti con il vicario, donRoberto, il cardinale decide di dettare ilMessaggio per la Quaresima a MarinoCesaroni, l’addetto stampa nonché direttoredel quindicinale diocesano “Presenza”. Ioassisto in diretta, in quasi venticinque annidi lavoro non mi era mai capitato di vedereun presule concentrarsi con la testa tra lemani e - a dispetto delle continueinterruzioni telefoniche - “scrivereoralmente”, all’impronta, un documento.
“Non basta una ritualità fredda per salvare lavita, ma è necessaria la tenerezza dell’amoredi Dio… Posso suggerire - come si dicevauna volta - qualche mortificazione, accantoalla sobrietà: liberarsi da ciò che occupa
Una giornata
accanto a unpastore checonosce l’odoredelle sue pecore,la lorotestardagginee la loro mitezza.“Il buon Dioci disegna la vita,dà una trama,come una maglia.Se non capisciche per Diosei una meravigliacosì come sei,diventiun manichino”
sempre cuore e mente, il fastidioso chiassodi parole e di immagini che tanto confondela nostra vita”. A colazione, a proposito dellasobrietà come antidoto alla crisi, avevaammonito: “Il denaro non può essere allostesso tempo la malattia e la medicina”.
Una Chiesa muta non serve. Per donEdoardo, “una Chiesa muta non serve: unaChiesa guerrigliera è antievangelica, unaChiesa profetica è quella che è nata dalcuore di Cristo, utile per la promozioneumana e per l’evangelizzazione”. In giro,invece, c’è tanta “rozzezza” del cuore. Unesempio per tutti, la famiglia (il cardinale hapartecipato al Sinodo): “Tutti ne parlano, mapochi la amano. Tutti chiedono tutto, masono pochi quelli che danno qualcosa,compreso lo Stato. La scelta di papa
Francesco di convocare il Sinodo hacostretto tutti a ficcare l’occhio e il cuore suquesto tema”. Ci vogliono “vicinanza,sostegno, accompagnamento”: le famigliechiedono accoglienza, “ci siamo messi suquesta strada, ma il cammino è ancoralungo”.
“Non possiamo pretendere di formare deicristiani se prima non ci sono gli uomini”. Èuna sana lezione di realismo cristiano,quella del cardinale: “Prima c’è l’uomo e poila fede, sennò la fede diventa unrivestimento”. Lo devono avere avvertito gliospiti della Lega del Filo d’Oro di Osimo, infesta per i cinquant’anni di attività: dal loromondo speciale “accerchiano” quest’uomodall’altezza imponente che si china su diloro per chiedergli “sei felice?”, fare carezze estringere mani. “Cosa ha imparato dalla sua
gente?”. “Che c’è in giro tanta bontà - mirisponde - e che bisogna fidarsi del buonDio. E la gente, questa fiducia, ce l’ha. Anchenel mistero grande della sofferenza”.
M. Michela Nicolais
Cardinale di periferia
“Ero un possibiledelinquenteE invece il buon Dio...”
IL CARDINALE EDOARDO MENICHELLI(FOTO SIR)
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Giovedì 12 febbraio 20158 Vita della Chiesa
e degli Istituti Azionisti:
Cassa di Risparmio di CesenaBanca di Romagna
Banca CRV Cassa di Risparmiodi Vignola
Cassa di Risparmio di CentoCassa di Risparmio di Rimini
Cassa di Risparmio di Fabrianoe Cupramontana
Emil BancaSociété Générale
Il leasing della
Il nostro impegno per chi si impegna
FEDERIMPRESE EMILIA-ROMAGNA
me sono toccati mesi diillusione e notti diaffanno mi sono stateassegnate”. È Giobbe che
parla dicendo che la vita è un duroservizio. Ma il Vangelo di questadomenica, la quinta del tempoordinario, ci porta a leggere unorizzonte di speranza. Se è vero che lavita degli uomini è dura e lo vediamosoprattutto in questi tempi di crisi,non solo economica, dove i più colpitisono tanti, soprattutto i più poveri, èaltrettanto vero, come mostra la
giornata di Cafarnao di Gesù, che dal Vangelo troviamo la forza, l’energiaper andare avanti. Gesù guarisce lepersone malate, ferite; lasciamociguarire, dice il Papa nella sua omeliaalla parrocchia romana di San Michelearcangelo a Pietralata, dal Vangelo diGesù. “Gesù mostra una particolarepredilezione per coloro che sono feritinel corpo e nello spirito: i poveri, ipeccatori, gli indemoniati, i malati, gliemarginati. Egli così si rivela medicosia delle anime sia dei corpi, buonSamaritano dell’uomo. E’ il veroSalvatore: Gesù salva, Gesù cura, Gesùguarisce”, dice Francesco all’Angelus.Nella casa di Simone e Andrea Gesù èsubito coinvolto dalla vicenda dellasuocera di Simone: è febbricitante. Siavvicina alla donna, la prende per
mano e la fa alzare: “la febbre la lasciòed ella li servi va”, leggiamo in Marco.Descrizione semplice, scarna. Eppuremolto interessante, perché ci dice cheGesù non pronuncia una parola, non
una preghiera. In silenzio si avvicina ela fa alzare. Non ha bisogno di parole,non deve dire nulla. Il suo potere ègrande e basta un gesto per farlaguarire. Ricordate il racconto di Marcoe Luca sulla donna che tocca ilmantello di Gesù? La folla si accalcaattorno alla sua persona. Ed ecco ladomanda: “chi mi ha toccato? Hosentito che una forza è uscita da me”.Ricordate la risposta? “Se riuscirò atoccare anche solo il lembo del suomantello, sarò guarita”.Marco nel Vangelo di questa domenica
racconta che “tutta la città era riunitadavanti la porta” in attesa di poterloincontrare per ricevere un aiuto, unaguarigione. Ancora prima avevaguarito un indemoniato nellaSinagoga. Non ha confini la sua opera,non va solo da coloro che lo aspettanoo lo conoscono. È venuto per lottarecontro ogni tipo di male, sia fisico chementale; guarda ai deboli, ai malati, aipoveri, alle folle stanche e sfinite. Oggipotremmo dire che guarda ai milionidi uomini e donne colpiti dalla guerra,vittime dalla fame, della violenza,dell’indifferenza di molti. Nelmessaggio all’Expo delle idee diMilano parlava del paradossodell’abbondanza: c’è cibo per tutti, masono molti che non hanno cibo,“mentre lo spreco, lo scarto, il
consumo eccessivo e l’uso di alimentiper altri fini sono davanti ai nostriocchi”. Un paradosso sempre attuale,ricordava il Papa nel suovideomessaggio: “ci sono pochi temi
sui quali si sfoderano tanti sofismicome su quello della fame; e pochiargomenti tanto suscettibili di esseremanipolati dai dati, dalle statistiche,dalle esigenze di sicurezza nazionale,dalla corruzione o da un richiamodoloroso alla crisi economica”. Vienealla mente l’immagine di milioni dipersone colpite dalla guerra e dallafame che vagano alla ricerca di unaporta alla quale bussare, ma, spesso, èun vagare segnato da continui rifiuti,da porte sempre chiuse. Prima diraggiungere la parrocchia di Pietralata,
la prima visitata da Paolo VI nell’annodella sua elezione 1963, PapaFrancesco si ferma nel Campo
Arcobaleno, una baraccopoli cheaccoglie persone che vengonodall’America Latina e dall’est europeo.Trova una coppia che vienedall’Ucraina e dice di pregare sempreper la loro patria.Un saluto, una preghiera; un modo perricordare che tutti abbiamo feritespirituali, che sono peccati emancanze, inimicizie e gelosie, e tuttiabbiamo bisogno della guarigione cheviene dal Signore. Dobbiamo impararead ascoltare la sua voce, imparare adascoltarlo cercandolo, no “su uncanale della tv”, dice scherzando, masull’unico canale che lo trasmettesempre: il Vangelo. Dobbiamo
abituarci a “leggere un passo, pensareun po’ cosa mi dice”. Perché solo Gesù,ricorda, può guarire le ferite.Lasciamoci guarire da lui.
Fabio Zavattaro
A ““Lasciamoci guarire da Gesù”
“Sì, la vita degli uomini è dura. Nel Vangelo è la risposta”
L a d o m e n i c a d e l P a p a
Tragedia a Lampedusa
Monsignor Perego:“Presidiareil Mediterraneo”
“Fuggivano dalla fame, dalla mancanza diacqua, dalla violenza e dalla guerra e liabbiamo fatti morire di freddo nel nostroMare Mediterraneo”. A parlare è monsignorGiancarlo Perego, direttore generale dellaFondazione Migrantes, dopo la tragedia dilunedì 9 febbraio nel Mediterraneo con lamorte, nel momento in cui andiamo instampa, di 29 migranti. “Una morteannunciata su una nave in viaggio versoLampedusa. Un numero - aggiunge ilsacerdote - che potrebbe essere destinatoad aumentare, visto la grave situazione disalute di altre persone. Una vergogna chel’Europa avrebbe potuto risparmiarsi se nonavesse abbandonato con troppasuperficialità l’operazione Mare Nostrum,che aveva indicato una strada europea perintercettare, salvare e accompagnarepersone che, lo sappiamo, sono in fuga daPaesi in guerra come Siria, Palestina,Somalia, Eritrea, Nigeria, da una situazioneambientale drammatica come ilBangladesh”. “La speranza - conclude - èche questa tragedia aiuti l’Europa a essereconsapevole che non può abbandonare inmare persone in fuga. La tutela del dir ittoalla protezione internazionale oggi deveavvenire a partire dal presidiare ilMediterraneo, non lasciandolo ai trafficantidi esseri umani”.
CENTRO ASTALLI: “ANCORA TROPPI MORTI
NEL MEDITERRANEO”
“Ancora una volta, attoniti davantiall’orrore, ci troviamo a chiedere lacreazione immediata di canali umanitarisicuri che evitino a uomini e donne in fugada guerre e persecuzioni di r ischiare la vitaaffidandosi a trafficanti di essere umani”. Loafferma padre Camillo Ripamonti,
presidente Centro Astalli, dopo l a morte disette migranti nel Mediterraneo. Per ilcentro dei gesuiti “sono sempre più urgentisoluzioni efficaci che assicurino l’incolumitàdei rifugiati”. “Mentre il dibattito tra Stati eistituzioni europee continua a essere semprepiù incentrato su aspetti economici efinanziari, la vita e i diritti dei migranti sonoregolarmente messi in secondo piano.Ma noi non vogliamo e non possiamoaccettare che il Mediterraneo continui aessere un cimitero”, dice il religioso. “Dopoun anno in cui l’Italia si è adoperata persalvare migliaia di vite umane nelMediterraneo, l’operazione Mare Nostrum èstata interrotta. L’operazione Triton che èsubentrata - sottolinea - ha un raggiodi azione molto più ridotto e il suoobiettivo primario è controllare le frontiereesterne dell’Unione”. Per Ripamonti “è
necessario intensificare gli sforzi, sul pianooperativo ma anche normativo, perconsentire ai rifugiati di arrivare insicurezza, fermando le stragi alle frontiere eponendo fine alla piaga del trafficodi esseri umani”.
PAPA FRANCESCO ALL’UDIENZADI MERCOLEDÌ 4 FEBBRAIO
(FOTO ARCHIVIO SIR)
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Giovedì 12 febbraio 2015 9Attualità
il Periscopio di Zeta
La storia di Marta, sessantenne cesenate, rimasta senza lavoro:“Ho bussato a centinaia di porte. Senza nessuna risposta”
Persone da ascoltare
Mi è capitato uno di quegli incontri che uno non si aspetta.
Arriva davanti alla scrivania una signora distinta, con un granbel modo di fare. Si presenta, sorride. Poi si siede e comincia araccontare, in maniera naturale, quasi ci fossimo sempre conosciuti.Un fiume in piena per farmi capire il dramma vissuto nel silenzio diuna vita spesa nel lavoro e ora condotta fra mille difficoltà.Per ragioni di riservatezza non svelo il nome, ovviamente. Ma il caso èserio, anzi molto serio. Una donna sola, alla soglia dei 60 anni si trovasenza un’occupazione. Uno potrebbe pensare che ormai se ne puòandare in pensione, invece… Invece la realtà è spesso assai diversarispetto a come ce la immaginiamo. E riserva le sorprese che uno nons’attende quasi mai.“Devo lavorare almeno ancora 8-10 anni per andare in pensione e nonfare la fame”, dice sconsolata, ma senza farsi abbattere da quel che lesta accadendo. Certo, ma una donna a 60 anni chi la assume più? Chi simette in casa una ragioniera che ha trascorso una vita in aziende delterritorio, ha una lunga esperienza lavorativa e oggi è rimasta a spasso?Chi è in grado di farle una proposta di lavoro che abbia un minimo disenso e le possa ridare una speranza di poter contare su un reddito,anche se basso, almeno certo?
alcune utenze rimaste insospeso. Ma il problema restal’occupazione che non si trova.Una questione che da questecolonne vorrei rilanciare a tuttoil territorio. Un territorio che
vive e soffre una crisi come dadecenni non si verificava.Un altro amico-lettore mi hariferito di come lui e sua moglie,con le loro povere pensioni,tirino la cinghia ogni giorno purdi aiutare i loro tre figli indifficoltà con impieghi nonsempre ben remunerati e con
situazioni familiari a volte complicate.“Confidiamo nella preghiera e nell’aiutodella Provvidenza – mi ha detto visibilmentecommosso -. Non ci siamo mai sentitiabbandonati”.Queste sono le storie della nostra gente.Queste sono le vicende di chi ci viveaccanto. Oltre le apparenze, emergeun’umanità tanto bisognosa, ma che primadi tutto va ascoltata. (870)
“Ho bussato a centinaia di porte. Nessuno ha mairichiamato - aggiunge la signora che mi piacechiamare Marta con un nome di fantasia -. Sonodisponibile anche per i lavori più umili. Hoprovato in tutta Cesena e dintorni. Finora è ilnulla più assoluto, anche perché viene dataprecedenza alle persone con figli. Siccome sonoda sola, devo morire?”.La Caritas diocesana e quella parrocchiale sonointervenute già in qualche occasione per saldare
SuperAbiledi Arianna Maroni
IL NOMENCLATORE VA RINNOVATO ORA È un rimpallo di responsabilità e compe-tenze, quello che circonda il Nomenclatore
Tariffario - o meglio, il suo aggiornamento,atteso e non ancora realizzato. Ad accen-dere i riflettori sulla situazione e “romperele uova nel paniere”, televisivamente par-lando, sono ancora una volta le incursionide “Le iene”, che lo sco rso 29 gen naiohanno mandato in onda un’intervista nellaquale hanno nuovamente messo allestrette il premier Matteo Renzi sul man-cato aggiornamento dell’elenco di disposi-tivi per persone con disabilità.Il Nomenclatore Tariffario è il documentodi riferimento che include tutti i disposi-tivi, protesi e ortesi che il Sistema sanita-rio nazionale fornisce alle persone che neabbiano bisogno. È formato da tre elenchi,nei quali sono raggruppati questi prodottisecondo classi, con tanto di prezzo di rife-rimento.Il problema del nostro Nomenclatore è
che questo documento non viene aggior-nato dal 1999, mentre la tecnologia nelfrattempo ha continuato a sfornare stru-menti di supporto in grado sempre piùspesso di aiutare la vita quotidiana di chine ha bisogno. Problema che peraltro sitraduce anche in sprechi a livello di spesasanitaria, da parte delle singole Asl, chepossono arrivare a pagare il medesimo au-silio anche il doppio rispetto al prezzo cor-rente.L'aggiornamento del Nomenclatore,va detto, è tra i punti inseriti nella bozzadei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza Lea, ovvero tutt a quella serie diprestazioni il cui costo è completamente oin parte - leggi ticket - a carico dello Stato,presentata proprio nei giorni scorsi dal Mi-nistro della Salute Beatrice Lorenzin, e chesarà al vaglio delle Regioni nei prossimigiorni, prima della Conferenza Stato Re-
gioni.“Le iene” sono intervenute per ricordare alPremier l’urgenza di questo aggiorna-mento. Dopo aver strappato a Renzi lapromessa di un aggiornamento ancora asettembre 2014, a fine gennaio è andata inonda l’intervista della “iena” Filippo Romache ha ricordato a Renzi gli impegni presie il fatto che i cittadini con disabilitàstanno aspettando oramai da troppotempo. Dall’intervista emerge che stannolavorando, ma sempre con i tempi italiani.L’elenco se fosse aggiornato sarebbe unostrumento di utilità per le persone che diquesti ausili hanno bisogno.In questo modo, a una persona viene for-nito oggi un ausilio desueto, quindi spessonon congruente alle reali necessità e aglistandard di una tecnologia che nel frat-tempo va avanti, contribuendo al miglio-
ramento della qualità della vita. Va ricordato, inoltre, l’elemento dellospreco di denaro pubblico nel caso adesempio di alcune Asl che adottando comeriferimento il Nomenclatore Tariffario del1999 vanno a pagare eccessivamente al-cuni ausili rispetto ai prezzi correnti.
Diamo uno stipendioalle mammecon figli piccoli
no stipendio per tutte le mammeche hanno figli da 0 a 3 anni,riconoscendo il loro lavoro
“genitoriale”. È la propostadell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che verrà presentata il 21 febbraio aBologna. Può apparire una provocazionein un Paese come l’Italia, con un tasso dinatalità (1,39 nel 2013) tra i più bassi almondo e una fiscalità che non favoriscecertamente la famiglia, ma seguirebbel’esempio virtuoso di altri Paesi europei ealla fine, secondo la “Papa Giovanni”, nonè irrealizzabile neppure sotto il profiloeconomico, come spiega il responsabilegenerale dell’associazione, Giovanni PaoloRamonda.Perché uno stipendio per le mamme?Innanzitutto è il riconoscimento delladignità del lavoro della donna: oltre aquello esterno, nella società, che èimportantissimo, vogliamo che siriconosca pure il lavoro della maternità,
tra le mura domestiche. Questo è il lavorocon la ‘L’ maiuscola, come diceva donOreste Benzi. Vogliamo che venga recepitoil grande valore della maternità. Se unbambino ha la possibilità di stare con ilpapà e, soprattutto, con la mamma nei
U
primi anni di vita, avremo nel futuro unaregressione degli ingressi in carcere e unabbassamento nell’uso delle sostanze,perché un figlio che cresce in famigliamatura anticorpi relazionali e psicologici.Inoltre abbiamo riscontrato, ad esempio,che in Giappone la crisi economica attualeè causata proprio dalla denatalità. Viceversa, lo sviluppo economico si ha seriparte la natalità.Ma di quanto potrebbe essere questo sti-pendio? Il Governo ha stabilito un bonusdi 80 euro per le neomamme…Chiediamo di aggiungere uno zero: 80 euronon bastano neppure per comprare ipannolini, e lo sanno bene le famiglie chehanno dei bambini piccoli. Diamo unostipendio alla mamma per il suo lavoro: leisaprà spendere bene questi soldi per lafamiglia, e quindi ci sarà pure una ripresaeconomica.Quindi 800 euro per le mamme con figlipiccoli, fino a 3 anni. Una cifra non indiffe-
rente per il bilancio statale. E la copertura economica?Si tratta di 14 miliardi di euro annui chepossono essere recuperati: 3 miliardi daifondi che già l’Inps destina alla maternità, 5miliardi da una rimodulazione del bonus di
80 euro, un miliardo da un taglio deglistipendi di parlamentari e consiglieriregionali, 5 miliardi dalla tassazione delle
transazioni finanziarie. Ma il concetto difondo è riconoscere quel lavoro socialeenorme che fa colei che si dedica allamaternità. E poi, dando uno stipendio,risolleviamo tante famiglie in difficoltà eridiamo loro dignità: nelle nostre case diaccoglienza, negli alberghi solidali e nellecapanne di Betlemme accogliamo tantinuclei familiari che sono sulla strada, perchéhanno perso il lavoro e sono stati sfrattati.Uno stipendio per i primi 3 anni di vita delbambino, a vostro avviso, può invertire iltrend della “crescita zero”?Certo. Abbiamo delle comunità in Francia ein Germania, e da questo ’osservatorio’rileviamo che, dove ci sono politiche fiscalia favore della famiglia, la natalità è favorita.E dopo i 3 anni del bimbo? Di quale aiutoc’è bisogno?Serve un sostegno integrato con politiche
fiscali e sociali a favore dell’intero nucleofamiliare. Ma le nuove coppie hanno vogliadi generatività e siamo convinti che, conuna misura del genere, non si fermerannoal primo figlio...
Francesco Rossi
Giovanni Paolo Ramonda, responsabile dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII propone 800 euro al mese
✎A PROPOSITODIZONEA“LUCI ROSSE” | agensir.it oma come
Amsterdam”. È loslogan dal sapore
vagamente trionfalistico con cuimolte testate hanno salutato,lunedì 9 febbraio, quella cheviene spericolatamente definitacome una vera e propriaconquista di civiltà. Una scelta ingrado di mettere Roma - almeno
su questo, sembra suggerire chioggi parla di vittoria democratica- alla pari di altre capitali europee,soprattutto a latitudini nordiche,ben più “avanzate” in questocampo.Dopo Mafia Capitale, un altro tipodi degrado serpeggia tra le stradecittadine. È quello di chi ritienepossibile arginare il fenomenodella prostituzione - già di per sédegradante - definendone inmaniera chirurgica i confini,delimitandone il perimetro inmodo tale che il decoro urbanonon sia turbato. “Occhio nonvede, cuore non duole”, recita unproverbio di antica saggezzapopolare. Così, basta proporre unquartiere per il sesso a
R“
pagamento, annunciando una zona a “lucirosse” dove sarà tollerata la prostituzione, per“ristabilire la calma” in un quartiere romano
come l’Eur, dove tra ministeri, uffici egrattacieli la presenza delle “lucciole” eradiventata così ingombrante da rendereurgente correre ai ripari.Mia cara Roma, così non va. Comunque vada,da qui ad aprile - mese in cui le “zone a lucirosse” dovrebbero essere ultimate - la faccendanon ha nulla di romantico, né può sperare diottenere indulgenza in quanto “licenzapoetica”, come forse poteva accadere qualchedecennio fa per le atmosfere oniricamenterarefatte delle pellicole felliniane. Non c’ènulla di romantico nell’assegnare allaprostituzione lo statuto di professione libera: sitratta pur sempre di una “tratta”, che è un“crimine contro l’umanità”, come ci ricordainsistentemente il Papa. Niente a che vederecon una conquista: chiedetelo alle ragazze,nigeriane o rumene, che affollano le nostrestrade attirate con l’inganno o la violenza a
esercitare il “mestiere più antico del mondo” eschiavizzate dai loro padroni, che siano clientio sfruttatori. “Le tante forme di schiavitù, dimercificazione, di mutilazione del corpo delledonne - ha detto il Papa - ci impegnano alavorare per sconfiggere questa forma didegrado che lo riduce a puro oggetto dasvendere sui vari mercati”. La zona “a lucirosse” - proposta tra l’altro da un assessoredonna - è una soluzione? A noi sembra unatoppa peggiore del buco.
Roma, una toppa peggiore del buco
AMSTERDAM,QUARTIERE
A LUCIROSSE(FOTO
ARCHIVIO SIR)
GIOVANNI PAOLORAMONDA,
RESPONSABILE DELLAPAPA GIOVANNI XXIII(FOTO ARCHIVIO SIR)
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Giovedì 12 febbraio 201510 Cesena
Dov’è l’ascolto?
Fra i "contro"A fianco della manifestazione delle Sentinelle in piedi contro il ddl liberticida sull’omofobia avanzata dall’onorevole Ivan Scalfarotto si è svolta la consueta contromanifestazione che, più che a favore dei diritti degli omosessuali, era contro chi manifestava dall’altra parte. Contrariamente ad altre città d’Italia, dove si sono avute violenze e insulti, a Cesena tutto è filato liscio, persino in maniera un po’ noiosa.L’antropologia dei partecipanti è sempre la stessa: qualche studente degli istituti cittadini (non molti), qualche capello bianco nostalgico dei bei tempi delle manifestazioni sessantottine, diversi fricchettoni variopinti e rasta, molti da altre città: un giro tra i manifestanti consentiva di individuare (auto)cammellati da Rimini, Ravenna,Pesaro, Bologna, persino Parma e altrove. Alla fine tra i 250 contromanifestanti (secondo il conteggio ottimistico di qualche organo di stampa, in realtà probabilmente metà
di quante fossero le Sentinelle) i cesenati erano la minoranza. Dei notabili cittadini si è vista Monica Donini, eletta al Consiglio Regionale con Rifondazione Comunista e Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna nel quinquennio 2005/2010. Il colpo d’occhio era piacevole: cartelli qua e là che affermavano la presenza di gay e lesbiche, dichiarazioni di libertà d’amare o contro l’omofobia, di appartenenza a partiti e associazioni (Sel, i giovani del PD, Arcigay, ecc.) e palloncini colorati: ogni organizzatore di party e feste di compleanno, infatti,sa bene che con i palloncini il tocco d’allegria è garantito. Meno allegre molte di queste persone: chi ha tentato di intavolare discussioni ha trovato occhi e orecchie serrate. Ignorando
pregiudizialmente lo spirito della manifestazione delle Sentinelle,fondamentalmente a favore della libertà di espressione contro una legge pericolosa e troppo restrittiva, si ripeteva, giusto per riportare qualche voce ascoltata, che quella era "una manifestazione contro gli omosessuali",che quelli sono "ignoranti medievali","sotto l’effetto della religione","clerico-fascisti (e giù una bestemmia)", "visto che elementi sono usciti da un uomo e una donna".Impossibile tentare di proporre qualche ragione. La forte presenza di forze dell’ordine oltre alle transenne ha tenuto a distanza i contromanifestanti tra i quali qualcuno, molto più simpatico, ha distribuito tagliatelle o improvvisato un concertino con chitarra e contrabbasso. Solo alla fine, quando le sentinelle smontavano, si è alzato qualche fischio e i cori "chi non salta sentinella è" (di evidente citazione calcistica) o "andate via", come se a mandarli via fosse stata la contro manifestazione e non la fine del tempo degli altri. Come concludere? Con un po’ di tristezza, come sempre ne viene quando c’è incomunicabilità tra cittadini della stessa società.L’impressione è che l’influenza di ideologie e pregiudizi sia, soprattutto sui giovani, troppo forte, impedendo dolorosamente una comprensione (pochissimi sono rimasti a tentarlo, alla fine, ma più come dialogo tra sordi) che implica un’assenza, in molti, di una capacità di ascolto che apparirebbe oggi quanto mai indispensabile.
Gianfranco Lauretano
Antonio Domenico Capristo
recento sentinelle in piazza delpopolo. E’ successo sabatoscorso. Hanno vegliato insilenzio per difendere la
famiglia e i figli che possono nascereesclusivamente dall’unione tra unuomo e una donna. Non si tratta diun’associazione, o di un movimento,tantomeno di un partito. Sidefiniscono apartitiche eaconfessionali. Sono le Sentinelle inpiedi. Sono gruppi di persone che
vegliano su quanto accade nellasocietà denunciando ogni occasionein cui si cerca di distruggere l’uomo ela civiltà. La loro peculiarità èmanifestare in silenzio leggendo unlibro di fronte a luoghi di potere, sullostile dei Veilleurs debout francesi. Ecosì è stato anche a Cesena. A far dacornice alla veglia il palazzo
comunale.La modalità dimanifestazione è statamolto criticata dalle
associazioni Lgbt chevedono nel silenzio unamodalità provocatoria. Lestesse non hanno fattomancare la loro contro-manifestazione lo stessogiorno, alla stessa ora,
nella stessa piazza. Tra i partecipantiassociazioni Lgbt provenienti da granparte del territorio romagnolo ealcuni partiti politici, compresi iGiovani democratici di Cesena. Se leSentinelle hanno puntato sul silenziocome strumento per risvegliare lecoscienze delle persone, le altreassociazioni hanno preferitodisturbare la veglia con canti, cori,cartelloni con scritte provocatorie epalloncini colorati. Nulla di tuttoquesto sembra aver scomposto lesentinelle, che per l’intera ora della
veglia non hanno fatto altro cheleggere.Il silenzio pare abbia raggiunto unaparte del suo scopo. Sono stati diversii passanti che interessati hannochiesto informazioni. Una decina haaddirittura deciso di vegliare insiemealle sentinelle."Non ci aspettavamo un consenso
così ampio. Siamo grati ai cesenati. Incontemporanea a Cesena ci sonostate altre cinque veglie in altrettantecittà italiane, ma con una
partecipazione decisamenteinferiore", rispondono così gliorganizzatori analizzando i numeridel pomeriggio, ma aggiungono che"la minore partecipazione delle altrecittà è anche il segno che c’è ancoratanto da fare"."Con la nostra veglia vogliamosostenere la famiglia e i figli chequesta può generare, vogliamoribadire che il matrimonio è soltantotra un uomo ed una donna, che lafamiglia ha il diritto di educareliberamente i propri figli. Siamocontro il reato di omofobia chepotrebbe essere introdotto ddlScalfarotto qualora venisse approvatoanche dal Senato", continuano gliorganizzatori.Quasi cent’anni fa Gilbert K.Chesterton profetizzava
"Sguaineremo le spade perdimostrare che le foglie sono verdi inestate". Oggi le Sentinelle in piedivegliano in tutta Italia per riaffermareche la famiglia è quella composta daun uomo e da una donna, che uominio donna si nasce, e che i figli vengonogenerati dall’unione tra un uomo euna donna.
T
Gli organizzatori:"Non ci aspettavamouna paertecipazionecosì ampia. Difendiamola famiglia: il matrimonio
è soltanto fra un uomoe una donna"
TrecentoSentinelleper la libertà
di opinione
❚❚ Le due manifestazioni si sono svolte a poca distanza con stili diversi
Da un lato e dall’altro della piazzaDopo una settimana di botta e risposta susocial media e stampa le Sentinelle in piedidi Cesena e i contro-manifestanti di mezzaregione si sono incontrati in piazza del Po-polo. Graziati da un tempo che fino al gior-no prima aveva messo in ginocchio granparte del territorio, i manifestanti final-mente si sono potuti guardare negli occhi. Écaduto così anche l’ultimo alone di misteroche avvolgeva l’identità degli organizzatoridella veglia.Da una parte 300 sentinelle ritte e silenzio-se a vegliare per la vita, la famiglia e la li-bertà. Poco distanti i 250 manifestanti colo-rati, chiassosi e disordinati. Le Sentinelle in-tente a distribuire segnalibri, i contro-ma-nifestanti tagliatelle e buona musica.I ragazzi del servizio d’ordine delle senti-
nelle in piedi hanno consegnato ai passan-ti volantini con i quali si manifestavano imotivi della veglia.
I contro-manifestanti vagavano per la piaz-za indossando magliette e cartelloni conscritte "io sono gay", "io solo lesbica" "io so-no…non lo so ancora" e tanti palloncini co-lorati.Se la veglia delle sentinelle è stata promos-sa per ridestare le coscienze delle personesu temi quali la famiglia e la libertà di edu-cazione dei figli, la contro-manifestazioneè stata organizzata solamente in contrastoalle Sentinelle in piedi.Se sabato 7 febbraio le Sentinelle in piedinon avessero vegliato in piazza del Popolo,sicuramente i cesenati non avrebbero nem-meno potuto assistere allo "spettacolo" del-le associazioni Lgbt.Se sabato 7 febbraio le associazioni Lgbtnon avessero manifestato, le Sentinelle in
piedi in piazza del Popolo ci sarebbero sta-te lo stesso. Adc
Foto A.D. Capristo
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Giovedì 12 febbraio 201512 Speciale
Continua da pagina 11Sempre a San Giorgio, uno dei punti più cri-tici è via Mariana dove il rio Granarolo passasotto la strada. Due macchine sono bloccatee solo l’intervento di un trattore riesce a ri-solvere il problema. "Non è la prima volta -dice un agricoltore che abita qui - che ci al-laghiamo, ma non ricordo così tanta acqua".Un’altra signora, che spazza via la melma conla scopa, commenta: "Ho sentito dire che vo-gliono spendere milioni di euro per una piaz-za del centro città. Sarebbe meglio che lispendessero per fare più manutenzioni".
Da San Giorgio proseguiamo verso il mare. A Capannaguzzo, l’incrocio principale del pae-se è invaso dall’acqua. I campi circostantisembrano lagune.Nei pressi di via Boscabella un ragazzo cercadi pulire casa. "Hanno costruito quelle villet-te - dice indicando delle bifamiliari invendu-
te - e da allora la situazione è peggiorata.Prima l’acqua in eccesso si ’sfogava’ neicampi mentre ora, a causa della cementi-ficazione, si riversa verso noi che abbia-mo le case a una quota più bassa".Si prosegue e, dopo Villalta, ci dirigiamo aSala. Qua la situazione è ancora più grave.Il Pisciatello è sceso al di sotto della cimadell’argine, ma siamo già a metà mattinae nella notte in più punti era tracimato. Lavia Campone è chiusa al traffico. Ci diri-giamo verso il centro abitato. In strada ètutto un brulicare di gente, indaffarati con
secchi, pompe, badili. Sull’asfalto ci sono20 centimetri d’acqua, ma nelle case adia-centi molta di più visto che si trovano aun livello più basso. "Venga a fare le fotoqui - chiama un residente -. Guardi chedisastro".Fin oltre la farmacia tutto è allagato. La si-
tuazione migliora solo all’altezza dellaparrocchia per poi precipitare ancora nel-l’area residenziale davanti alla banca.Ci giunge segnalazione che una delle zo-ne più colpite dall’evento è il territorio diGambettola. Qui si può parlare di vera epropria alluvione. Il torrente Rigossa èuscito dagli argini all’altezza del pontesulla via Mazzini, la strada principale delpaese.Tanta gente, ancora spaventata, raccontaquel che ha visto: "Erano le 3 e mezza diquesta notte. Si sentiva un rumore cupo e
assordante.E’ arrivata una massa improvvisa. Il pon-te è diventato una strozzatura. Acqua efango si sono riversati lungo le vie, sfrut-tando la pendenza". A monte alcuni trat-ti di argine sono franati.
Continua a pagina 13
Nella bassa Cesenate ovunque zone allagate
Cesenatico, il centro di SalaCesenatico, tante case allagate a Sala
Cesena, auto sommersa in via San GiorgioCesena, via Mariana è un fiume
✎LEPAROLEDELVESCOVODOUGLAS |Carissimi,in questi giorni il nostroterritorio è stato colpitodall’alluvione che ha portatonei nostri paesi, nelle nostre case e nei nostri campi, diverse distruzioni e molta paura.
Particolarmente colpita è stata
la zona del mare e
dell’immediato entroterra. Mapercorrendo le zone collinari,domenica scora, ho incontratoanch’io parecchie frane e smottamenti. La situazione perciò è davvero critica non
solo per le dif ficoltà arrecate alla viabilità ordinaria, maanche per le coltivazioni nei campi e - quello che è più grave
- anche per le abitazioni,almeno nei sotterranei e nei primi piani delle case.
Parlando con i parroci delle diverse parrocchie interessate
dal disastro, ho assicurato lamia vicinanza, la miapreghiera e quella della nostraChiesa. Lo faccio ancora
attraverso questo breve comunicato.
Il nostro popolo è forte e sonocerto che saprà affrontare anche questa emergenza con
dignità e con generosità. So di tanti volontari, uomini e donne, organizzazioni civili e private che si stanno spendendo
per riportare in tutti un po’ di serenità e di normalità.
Sono vicino alle tante sofferenze e ai disagi dellanostra gente e invoco su tutti labenedizione di Dio.
Douglas Regattieri
Cesena, 9 febbraio 2015
Una signora: "Meglio fare manutenzione che abbellire le piazze del centro di Cesena"
Venerdì 6 febbraio, Bulgarnò
il traino di auto in panne
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Giovedì 12 febbraio 2015 13Speciale
Continua da pagina 12 Sono le 11 del mattino, ma pare che lagente stia lavorando da giorni. Le stradesono ricoperte da almeno 20 centimetridi fango. Diverse pale meccaniche aspor-tano gli accumuli maggiori, ma per lo piùsi lavora con i badili. Tutte le attivitàcommerciali di via Mazzini hanno avutoi locali invasi dalla melma, ma nessuno siè fatto travolgere dallo sconforto. La vo-lontà di ripartire, nonostante tutto, ha lameglio. Un gruppo di ragazzini, coordi-nati da alcuni adulti fra cui Raffaele Pa-
scucci, è già al lavoro: con le scuole chiu-se si rendono utili a favore dei commer-cianti del posto.In via Gramsci pare essersi incanalata la’fiumana’. A farne le spese sono soprat-tutto le scuole, materna ed elementari,posizionate al piano terra, senza neppu-
re uno scalino. Comode, per carità, ma arischio in caso di allagamenti. Qui il per-sonale è già al lavoro per ripulire i locali.Centinaia le abitazioni danneggiate, piùo meno pesantemente. La parrocchia hai seminterrati pieni. Altri volontari, nelpomeriggio, puliranno quel che rimanedopo che i vigili del fuoco avranno aspi-rato l’acqua con le autobotti.La mattinata termina con un sopralluogoa Sant’Angelo di Gatteo dove l’acqua haallagato varie zone, fra cui tutta l’areaadiacente il cimitero.
Nel pomeriggio ci rechiamo a CesenaticoPonente. La zona della ferrovia è quasiimpraticabile, solo i Suv o gli autocarripassano senza timori. Presso CesenaticoServizi, gli addetti e la Protezione civilestanno realizzando i sacchi di sabbia da
usare come barriere. Il presidente del Co-mitato di Sala, William Spinelli, si è reca-to di persona a ritirarne una ventina perscaricarli in una via dove alcuni abitantiglieli hanno richiesti con urgenza. Si trat-ta di una goccia in un mare di necessità,ma d’altronde da qualche parte si devepur cominciare.Consegnati i sacchetti proseguiamo laperlustrazione di Sala, insieme a Spinel-li. L’area residenziale di fronte al la localeBcc è sommersa. La gente ha protetto igarage posizionando barriere in legno a
chiusura delle rampe di discesa nel se-minterrato. A questo punto lasciamo Sala per torna-re a Cesenatico. Le ditte Il Faro e Sipla,sull’Adriatica, hanno un metro d’acquanella maggior parte dei locali. Sulla co-sta le cose non vanno meglio: Villamari-
na e Valverde, alle 16 del pomeriggio, so-no ancora sommerse.Gli stabilimenti balneari hanno resistitoalla furia delle onde, ma con gravi danni.Un bagno ha metà saracinesca divelta,nonostante fosse stata protetta con assiin legno. In centro a Cesenatico, fra vialeCarducci e i Giardini al mare, tutte le co-struzioni sono circondate da 40 centi-metri di acqua. E sono già le 17 del po-meriggio di venerdì 6 febbraio. Solo ilcentro storico è salvo, grazie alle Porte Vinciane. Durante la notte, a causa del
vento forte, il mare non ha ’recepito’ equesta è una delle cause degli allaga-menti. Le idrovore hanno continuato in-cessanti a scaricare acqua dal Portoca-nale al mare, ma non sono state suffi-cienti.
Continua a pagina 14
Di fronte a un evento eccezionale la gente ha reagito con grande forza d’animo e orgoglio
Non c’è tempo nè spazio per la disperazione
Gravi danni nelle strutture a ValverdeCesenatico, aziende allagate
Gambettola, parrocchia allagataGambettola, scuola di via Gramsci
✎ | Una comunità che reagisceRagazzi all’opera. E’ accaduto aGambettola, dopo l’alluvione divenerdì scorso che ha invaso tuttoil centro del paese. Tra i numerosidanni la cui stima sarà davverocomplicata vista l’entità delleinondazioni che hanno interessatonumerosi negozi, abitazioni e lescuole elementari, ci sono anche
quelli ai locali parrocchiali. Inparticolare sono stati danneggiatigli ambienti che si trovano sotto lacanonica e tutto il magazzino della
Caritas. L’acqua ha invaso le stanzee reso inutilizzabili le scortealimentari e il vasto assortimentodi abbigliamento. Tantissimo ilmateriale da buttare, visto il fangoche ha occupato ogni spazio.
Fin da subito i giovani dellaparrocchia si sono adoperati peraiutare la popolazione. Hannoricevuto una citazione anche sul
quotidiano Avvenire di domenicascorsa. Fin dai primi momentihanno aiutato i negozianti atogliere la melma intrufolatasi inogni dove. Poi, sabato scorso, pertutto il giorno, nonostante le
difficoltà di un lavoro pesante,hanno speso diverse ore perriportare un minimo di ordine neilocali che frequentano da sempre.
Un’operazione lodevole che li hafatti assomigliare agli "angeli delfango" di Genova. Anche la frazione cesenate diBulgarnò è stata invasa dall’acquain buona parte della borgata.Notevoli i danni, per lo più allestesse abitazioni colpite dagliallagamenti dell’ottobre del 1996.Da notare il salvataggio, da parte
del veterinario Davide Paolucci, didue persone all’interno di un’autorimasta bloccata in mezzo allastrada trasformata in fiume. Grazie
alla sua Land Rover, Paolucci haagganciato il mezzo, lo harimorchiato fin davanti alla chiesaparrocchiale e così ha portato insalvo gli occupanti moltospaventati. Durante la notte del 6febbraio, un residente di via DeCesari, Bruno Ferri, resosi contodella situazione e memore di
quanto accadde 19 anni fa, hapensato di svegliare tutti i viciniavvisandoli di togliere le auto daigarage seminterrati.
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Giovedì 12 febbraio 201514 Speciale
Continua da pagina 13Ma non ci sono solo la zona del mare e delRubicone. Tutta la fascia collinare ha ri-sentito della grande quantità di pioggiacaduta. Sabato 7 febbraio ci rechiamo pri-ma di tutto a Montiano. La salita di via Ce-sena è segnata dal fango. "E poi ieri unaruspa ne ha tolto tanto - spiega un resi-dente - così da rendere possibile la circo-lazione. Ma non avevo mai visto una cosasimile, qui da noi".Proseguiamo verso Calisese percorrendovia Malatesta. Nel punto più basso c’è an-cora un lago causato dall’esondazionedell’Urgòn-Rubicone. Un agricoltore ci di-ce che quello è il suo podere. "Sono 8 et-tari ricoperti di acqua e fango. Ho pauraper i peschi che temono il ristagno idri-co".Poco oltre, in via Casale, sulla sinistra si
vedono, nel fondo valle, due case circon-date dall’acqua. La discesa d’accesso inparte è franata. In una casa vi abita Mi-chela Solfrini che racconta la sua notte dipaura. "Mi sono svegliata perchè è man-cata la corrente. Vivo sola insieme alle miedue bambine. Sentivo un rumore strano,sono scesa al piano terra, ma c’erano giàalmeno 40 centimetri di acqua. E il livellopoi ha superato il metro d’altezza. Ho avu-to paura. Sono risalita al piano superioree ho aspettato. Quando si è fatto giorno,mi sono resa conto che eravamo isolati.L’acqua è defluita via solo venerdì pome-riggio. Grazie a mio padre e a tanti amicie volontari abbiamo ripulito alla menopeggio. Ma i danni sono colossali: tutti glielettrodomestici, i mobili, la caldaia a pel-let nuova, sono ricoperti di fango". Qui laforza dell’Urgònha raggiunto il massimo:
una colonna dell’ingresso e lo stesso por-tone sono stati abbattuti. Altri residenti del posto ci dicono che lamanutenzione dell’Urgon in quel tratto èsempre trascurata: "Arrivano fino a Cali-sese, poi si fermano per mancanza di fon-di". Il padre di Michela ci riferisce che giànel marzo 2014 aveva segnalato in Comu-ne a Cesena che c’erano rischi per le casee la strada, ma non è stato ascoltato.Risaliamo le colline e almeno ogni 300metri c’è uno smottamento, piccolo ogrande. I guai seri iniziano a Roncofreddo.Le strade principali sono state liberate su-bito, ma i lavori procedono ancora. Sullaprovinciale, direzione Santa Paola, glioperai della provincia sono al lavoro. "Sia-mo operatrivi da ieri mattina alle 5 - cispiega uno di loro sabato pomeriggio - ene avremo ancora per molte ore. A pran-
zo si mangia un panino e poi si ricomin-cia. Abbiamo messo in sicurezza diversefrane, ma il peggio arriverà nei prossimigiorni".Si prosegue, e anche verso Sogliano la si-tuazione è preoccupante. In pieno centroè crollata una parte della mura del con-vento delle suore e la strada è stata bloc-cata.Ormai è buio, torniamo indietro fino aSanta Paola e al cimitero svoltiamo perMontiano. In questo tratto le frane si sus-seguono senza sosta e alcune fanno dav-vero paura.E se è vero, come ha detto l’operaio dellaprovincia, che in collina i guai arrivanodopo, con l’assestamento, nelle prossimesettimane tutto il territorio sarà da moni-torare con attenzione.
Cristiano Riciputi
Due famiglie isolate in via Casale (Calisese di Cesena), danni da Montiano a Sogliano
In collina un calvario di frane e smottamenti
Cesena, frana alle ScaletteCesena, argine rotto nel Rio Marano
Fango in via Cesena a MontianoRoncofreddo, sgombero della Provinciale
✎ | Cesena, a Rio Marano poteva andare peggioSe non ci fossero state le nutrie,il Peep di Case Finale sarebbestato inondato: così affermaMarco Amadori, proprietariodella Quiete del Rio a Rio
Marano e volontario dellaProtezione Civile di Cesena. Verso le 6 del mattino di venerdì6 febbraio il Rio Marano, aqualche centinaio di metridall’incrocio con la via Emilia, è
esondato. La riva di destra(tenendo le spalle alla sorgente)non ha retto. Responsabili del
cedimento dell’argine pare sianostate le nutrie che, scavandogallerie nel terreno, avrebberoreso la sponda instabile. "Si èvenuto a creare un vero e propriobuco e l’acqua si è diffusa suicampi, invadendo anche la via
Emilia e le aree artigianali diCase Finali - Case Castagnoli".Ha tirato un sospiro di sollievo
Antonio Pulzoni che per poconon ha rischiato danni per oltre800mila euro. "L’acqua che hadevastato i poderi davanti a noi eai Magazzini Drudi ha raggiuntoil nostro deposito dove sonocustodite le auto. Per fortuna
l’acqua si è fermata a pochicentimetri. Ora dovremo ripuliretutto perché si è portata dietro
tanta sporcizia, ma le cosesarebbero potute andareveramente male. Siamo inquesta zona dal 1974 e solo 20anni fa abbiamo registrato unevento simile".Durante la notte si sono
svegliati, hanno messo i piedi giùdal letto e hanno sentito l’acquain casa: ecco cosa è accaduto auna coppia di anziani coniugiultraottantenni in via
Donegallia. "Da venerdì la nostravia è piena di fango, come lacasa, i giardini e i campi. Civorr