contaminanti degli alimenti -...
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Contaminanti degli alimentiContaminanti degli alimenti
�Chimici
�Fisici
�Biologici
Rischi per la salute connessi al
consumo di alimenti
Contaminanti chimiciContaminanti chimici
� Presenza di pesticidi, farmaci veterinari,ormoni negli allevamenti,detergenti e disinfettanti delle industrie alimentari.
� Sostanze inquinanti dell’atmosfera che si depositano sulla superficiedei vegetali che possono entrare nell’alimentazione umana in manieradiretta oppure indiretta tramite ingestione di carni (es. Piombo,Cadmio, Nichel).
� Sostanze chimiche che gli alimenti possono acquisire dai contenitoriin cui sono conservati come i metalli o i polimeri plastici che vengonorilasciati per contatto.
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Emissioni delle auto
Pratiche agricole
Terreni contaminati
Emissioni ed
effluenti industriali
Prodotti della pesca
Bestiame
Vegetali
Stoccaggio
Trasformazione
Cottura
RISCHI CHIMICI IN CASA
• Attrezzature da cucina in metallo contaminate con metalli pesanti
• Piatti in ceramica o smaltati con verniciature tossiche
• Cristallo con piombo usato con cibi acidi
• Utensili e padelle di rame
• Prodotti chimici vari per uso domestico
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RISCHI CHIMICI NELL’ALIMENTAZIONE
Toss
icit
à
Esposizione
Malattia o
morte
Contaminanti fisiciContaminanti fisici
•Vetro
•Scorie
•Metallo
•Osso
•Plastica
•Pietre
•Tappi o cristalli
•Gusci
•Legno
•Carta
•Capelli umani o peli animali
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Possibili misure di controllo
•Ispezione visiva
•Filtri o setacci
•Rilevatori di metalli
•Magneti
•Separazione per densità
•Precauzioni personali (rete per capelli, guanti)
Contaminanti biologiciContaminanti biologici
•Batteri
•Muffe
•Virus
•Parassiti
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PRINCIPALI BATTERI CAUSA DI MALATTIE ALIMENTARI
Aeromonas spp.
Bacillus cereus
Brucella spp.
Campylobacter jejuni
Clostridium botulinum
Clostridium perfringens
Escherichia coli
Listeria monocytogenes
Mycobacterium bovis
Salmonella spp.
Shigella spp.
Staphylococcus aureus
Vibrio cholerae
Vibrio parahaemolyticus
Vibrio vulnificus
Yersinia enterocolitica
PRINCIPALI VIRUS CAUSA DI MALATTIE ALIMENTARI
•Virus dell’Epatite A e E
•Agente di Norwalk
•Rotavirus
•Polio Virus
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Contaminanti biologiciContaminanti biologici
La presenza di microrganismi negli alimenti non è sempre
intesa come un fattore negativo, anzi la loro presenza è
essenziale per alcune specifiche produzioni alimentari:
formaggi, yogurt, salami, vino, birra.
ALCUNE MUFFE
TOSSINOGENE CAUSA DI
MALATTIE ALIMENTARI
•Aspergillus spp.
•Fusarium spp.
•Penicillium spp.
Fonti principali:
frutti , nocciole , cereali
PRINCIPALI PARASSITI CAUSA
DI MALATTIE ALIMENTARI
•Anisakis
•Ascaris
•Clonorchis sinensis
•Cryptosporidium
•Cyclospora cayetanensis
•Diphyllobothrium
•Echinococcus
•Entamoeba histolytica
•Fasciola epatica
•Giardia
•Opistorchis felineus
•Opistorchis viverini
•Sarcosporidium
•Taenia
•Toxoplasma
•Trichinella
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Tossinfezioni alimentariTossinfezioni alimentari
Con questa espressione si intende un gruppo di sindromi caratterizzate
dalla trasmissione solo attraverso gli alimenti e solo dopo che si sia
verificata un’attiva moltiplicazione dei germi responsabili all’interno di
questi.
Sindrome: si intende, in medicina, un insieme di sintomi e segni clinici che
rappresentano le manifestazioni cliniche di una o
diverse malattie indipendentemente dall'eziologia che le contraddistingue
� INTOSSICAZIONI ALIMENTARI
� TOSSINFEZIONI ALIMENTARI IN “SENSU STRICTO”
� INFEZIONI ALIMENTARI
INTOSSICAZIONI ALIMENTARI
Definizione
Le intossicazioni alimentari sono manifestazioni patologiche che
si determinano in seguito al consumo di alimenti contenenti
tossine prodotte da microrganismi che si sono moltiplicati
sull’alimento precedentemente al suo consumo.
Perché si manifesti l’intossicazione pertanto non
obbligatoriamente ci deve essere il microrganismo, bensì è
indispensabile la presenza della sua tossina.
Quindi per alcuni microrganismi la moltiplicazione nell’alimento
adatto è necessaria per produrre sufficienti quantità di tossine
che sono le sole responsabili della sintomatologia
(es. Staphylococcus aureus, Clostridium botulinum)
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TOSSINFEZIONI ALIMENTARI IN “SENSU STRICTO”
Definizione
Esistono poi le cosiddette tossinfezioni alimentari in sensu
stricto determinate dal consumo di alimenti contenenti sia
tossine che batteri.
In questo caso la tossicità è data sia dalle tossine preformate
sia da quelle prodotte da cellule vive ingerite con l’alimento
all’interno dell’ospite.
Quindi l’azione patogena è attribuibile all’attività combinata di
tossine e dei microrganismi viventi che continuano la
moltiplicazione nell’intestino
(es. Clostridium perfringens,Vibrio parahaemolyticus)
INFEZIONI ALIMENTARI
Definizione Le infezioni alimentari sopravvengono in seguito al consumo di
alimenti contenenti microrganismi vivi che hanno azione diretta
sulla mucosa intestinale.
Quindi il danno è prodotto dalla aggressione che i batteri
portano alla mucosa intestinale
(es. Salmonelle minori)
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Alcune Infezioni Veicolate da Alimenti (In ordine decrescente di pericolosità sotto l’aspetto clinico ed epidemiologico)
Malattia Agente Eziologico Veicolo
Febbre Tifoide e
Paratifoide
Salmonella typhi
S.paratyphi
Acqua, alimenti vari
Shigellosi Shigella dysenteriae Acqua, alimenti vari
Colera Vibrio cholerae Acqua, alimenti vari
Brucellosi Brucella melitensisi
B.abortus
Latte e formaggi non
bonificati
Epatite virale A Virus dell’epatite A Acqua, alimenti vari,
frutti di mare
Cenni di epidemiologia
Nonostante i progressi soddisfacenti realizzati nel campo della prevenzionedi alcune malattie infettive, le tossinfezioni alimentari rappresentano ancoraun problema di Sanità Pubblica.
Va sottolineata la prevalenza numerica dei casi di salmonellosi, che è unacaratteristica dei Paesi industrializzati
Staphylococcus aureus rappresenta forse la più frequente intossicazionealimentare dei nostri tempi, che si presenta specialmente nei mesi estivi
L’incidenza delle tossinfezioni alimentari è comunque sottostimata a causadella mancata notifica
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Fattori che influenzano la crescita
dei batteri:
•umidità
•temperatura
•tempo
•acidità
•ossigeno
Acqua Acqua
� Indispensabile per la vita dei microorganismi
� La sua diminuzione provoca il rallentamento della loro crescita e la morte batterica
� Molti metodi di conservazione si basano su questo principio
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TemperaturaTemperatura
I microorganismi possono vivere tra -5 °C e 75°C
+75°C a questa T si denaturano le proteine cellulari e il batterio muore
-5°C a questa T si congela l’acqua libera che non essendo più
disponibile causa una temporanea inattivazione batterica (i batteri non
muoiono ma smettono di riprodursi).
La maggior parte dei batteri patogeni predilige temperature intorno ai 37° Cche è la nostra temperatura corporea.
Il raggiungimento al cuore di un alimento di
una temperatura superiore agli 80 °C assicura
l’inattivazione di tutti i batteri
Le spore
� E’uno stadio della cellula batterica che la rende resistente
anche ad alte temperature
� La spora può dare origine successivamente, uscendo dallo
stadio di quiescenza, a cellule batteriche in grado di
riprodursi.
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AciditàAcidità
� Il grado di acidità di un alimento espressa con il pH può
favorire o ostacolare la moltiplicazione batterica.
� La maggior parte dei batteri si sviluppa meglio a Ph neutro
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Ossigeno
Diverse sono le esigenze dei microrganismi anche riguardo alla presenza o meno di ossigeno, infatti si dividono in:
� Aerobi: quelli che hanno bisogno dell'ossigeno per vivere
� Anaerobi: quelli che vivono bene solo in assenza di ossigeno
� Aerobi facoltativi: quelli che riescono a vivere sia in presenza che in assenza di ossigeno.
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Storicamente, gli obiettivi delle tecnologie alimentari sono stati:
• la conservazione degli alimenti
• la resa dell’alimento più appetibile e digeribile
Nei tempi moderni, le tecnologie alimentari sono applicate con gli obbiettivi
addizionali di:
• sviluppare nuovi prodotti alimentari
• dare le proprietà funzionali desiderate agli alimenti
• migliorare la qualità nutrizionale ed organolettica
• garantire la sicurezza
•Trattamenti con il calore
•Irradiazione
•Disinfezione
•Congelamento/surgelazione (solo per i parassiti)
•Tecnologia con uso di alta pressione
ESEMPI DI TECNOLOGIE ALIMENTARI CHE POSSONO
UCCIDERE ALCUNI MICRORGANISMI
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TRATTAMENTI CON IL CALORE
Metodo di riscaldamento
Cottura
Arrostimento/cottura in forno
Bollitura
Frittura
Grill
Microonde
Pastorizzazione
Sterilizzazione
Mezzo di riscaldamento
Acqua
Aria
Acqua
Olio
Aria
Radiazioni elettromagnetiche
Scambiatore di calore/acqua
Vapore
EFFETTO DELLA TEMPERATURA SULLA
CRESCITA MICROBICA
C (minima) A (massima)
Ve
loci
tà d
i cr
esc
ita
(K
)
Freddo Caldo
Temperatura
B (ottimale)
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RADIAZIONI UV
•Prodotte da lampade a mercurio
•Penetrazione limitata
•Utili per la distruzione di microrganismi nell’aria, sulle
superfici ed in sottili film liquidi
•Maggiormente efficaci contro forme batteriche vegetative,
via via decrescendo contro lieviti, spore batteriche, spore di
muffe
PULIZIA E DISINFEZIONE
La pulizia è una fase finalizzata alla rimozione dello sporco
e di residui di cibo
La disinfezione è una fase finalizzata alla riduzione del
numero di microrganismi vivi
•normalmente non uccide spore batteriche
La disinfezione non è efficace se non è preceduta da una
pulizia completa
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FASI DELLA PULIZIA / DISINFEZIONE
• Preparazione: porre al riparo alimenti esposti per evitare la
contaminazione con prodotti chimici
• Rimozione dei residui grossolani
• Detersione, normalmente con un detergente
• Disinfezione
• Risciacquo con acqua potabile pulita
• Asciugatura
METODI DI DISINFEZIONE
Alta temperatura
•Acqua calda
•Vapore
Prodotti chimici
•Alogeni o ossidanti (es.cloro, iodio)
•Non ossidanti
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HACCPHACCP
Un sistema che permette di limitare gli inconvenienti si è andato consolidando in
Europa negli ultimi anni del secolo scorso. Esso è conosciuto con la sigla HACCP,
(Hazard Analysis Critical Control Point), introdotto in Italia dal D.Lgs 155/97 e
attualmente contemplato dal “Pacchetto Igiene” (Reg. CE 852/2004 e seguenti) in
vigore dal 1 gennaio 2006.
Questo rappresenta una metodologia sistematica per l'individuazione, la
valutazione ed il controllo dei pericoli significativi per la salubrità di un alimento
(Codex Alimentarius).
Questo sistema può essere applicato all’intera filiera alimentare, dagli
allevamenti/coltivazioni, ai processi di produzione-trasformazione, alla
distribuzione, fino alla conservazione e preparazione domestica. Esso segue
principi relativamente semplici, che implicano una logica sequenza di attività. Per
la stesura dei manuali di autocontrollo sarà importante la presenza di figure
professionali qualificate che possano suggerire la migliore metodologia da
seguire.
HACCPHACCP
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Decalogo del buon alimentaristaDecalogo del buon alimentarista
1. Curare l’igiene della persona e del vestiario;
2. Lavarsi e disinfettarsi le mani spesso e volentieri (dopo l’uso dei servizi igienici, dopo essersi soffiato il naso) e usare sapone erogato da un distributore e asciugamani a perdere.
3. Astenersi dalla manipolazione dei cibi se si è affetti da raffreddore, mal di gola, da lesioni pustolose alle mani. In caso di necessità, proteggersi il naso e la bocca con mascherina e le mani con guanti a perdere.
4. Tenere i locali di lavoro, di deposito e di vendita in condizioni di perfetta pulizia e ben aerati.
5. Lavare con soluzioni detergenti e disinfettanti i piani di lavoro, gli utensili, i macchinari, almeno alla fine di ogni turno di lavoro.
Decalogo del buon alimentaristaDecalogo del buon alimentarista
6. Tenere gli alimenti a temperature inadatte alla moltiplicazione dei germi.
7. Ricordare che gli alimenti più a rischio nel provocare tossinfezioni sono: carni tritate, carni da consumare crude, minestre e pietanze a base di carne o in brodo di carne, pesci e frutti di mare, uova e cibi a base di uova, latte e latticini.
8. Proteggere gli alimenti mediante vetrinette, espositori, banchi, per impedire qualunque contaminazione anche da parte di clienti.
9. Evitare di toccare i cibi con le mani, usando invece forchette, cucchiai, spatole ed altri oggetti idonei allo scopo.
10. Tenere lontano mosche, topi e insetti (rifiuti in contenitori chiusi, reticelle alle finestre).
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PRODOTTI ITTICI
Comprendono pesci, crostacei, molluschi che possono subire processi alterativi da renderli non commestibili e potenzialmente pericolosi per la salute del consumatore
Il primo parametro della qualità è la freschezza che può essere
valutata mediante l’esame di alcune caratteristiche quali la
� consistenza dei muscoli,
� la rigidità,
� l’aspetto degli occhi,
� il colore e l’odore delle branchie
La conservazione del pesce a temperature inferiori ai 3°C rallenta la
velocità di riproduzione dei microrganismi e i fenomeni chimici e fisici
che causano il deterioramento.
La conservazione a tale temperatura non può superare i due giorni.
MITILI, OSTRICHE, VONGOLE
In genere tutti i molluschi “eduli lamellibranchi”(bivalvi) sono spesso oggetto di una contaminazioneparticolarmente pericolosa dovuta alla loro capacità diaccumulare i microrganismi patogeni presenti nelle acquemarine.
Per rendersi conto di tale potere di accumulo basti
pensare che riescono a filtrare oltre 100 litri di acqua
nelle 24 ore.
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CARNI
Sono distinte in carni bianche, rosse e nere
� Bianche: volatili, conigli, animali giovani
� Rosse: bovini adulti, cavallo, montone
� Nere: selvaggina
L’igienicità dopo la macellazione è assicurata, oltre che dal rispetto delle norme
igieniche, dall’applicazione della catena del freddo che rallenta lo sviluppo microbico.
Le masse muscolari intatte sono deperibili, ma subiscono i processi alterativi con
intensità e velocità inferiori a quelle che si riscontrano in altri prodotti quali i prodotti
ittici.Dopo il sezionamento aumenta il pericolo di inquinamento e di sviluppo dei
microrganismi
FRUTTA E ORTAGGI
Sulla superficie degli ortaggi può riscontrarsi un notevole
numero di microrganismi provenienti dall’ambiente di
produzione (suolo, acqua, ecc.).
La frutta acquisisce flora microbica sulla sua superficie a
seguito di contaminazione da parte della polvere e delle
manipolazioni.
Quelli dotati di buccia dura sono abbastanza impermeabili ai microrganismi se non sono escoriati.
Quelli a buccia tenera vanno incontro ad una molto più rapida decomposizione
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Clostridium botulinumClostridium botulinum--produce spore e una tossina potentissima produce spore e una tossina potentissima -- anaerobioanaerobio
� Alimenti coinvolti: cibi in scatola o sottovetro non adeguatamentesterilizzati (conserve casalinghe),carni, pesci, molluschi
� Habitat: suolo
� Incubazione: 12-36h
� Sintomi: nausea, vomito, prurito, difficoltà alla vista, alla parola, allamuscolatura fino alla morte per asfissia.
� Temperatura battericida: ebollizione per 15 minuti
� Temperatura ottimale di crescita: 10-45°C
� Prevenzione: accurata pulizia materie prime, adeguati tempi dicottura e temperature, adeguata ebollizione delle conservecasalinghe, non assaggiare mai conserve con rigonfiamento, cattivoodore o aspetto.
StaphilococcoStaphilococco aureusaureus -- tossina termoresistentetossina termoresistente
� Alimenti coinvolti: carne, uova, pollame, pesce, molluschi, latte
(soprattutto creme, patè, pasticcini, maionese)
� Habitat: bocca, naso, gola, ferite,occhi, foruncoli, orecchie umane; corpo
animale
� Incubazione: 2-3 h
� Sintomi: nausea, vomito ripetuto, dolori addominali, manca la febbre.
� Temperatura battericida: sopra i 60 °C per i batteri, oltre i 95°C per le
tossine
� Temperatura ottimale di crescita: 30-40°C
� Prevenzione: evitare di conservare alimenti a temperatura ambiente e
quindi il moltiplicarsi di batteri e produzione di tossine. Evitare l’eccessiva
manipolazione dei cibi che aumenta il rischio di trasferimento del batterio
sui cibi.
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SALMONELLE
� Le salmonelle sono enterobatteri aerobi, Gram- che causano unatossinfezione alimentare esplicando un’azione diretta sulla mucosaintestinale, senza produzione di tossine.
� L’esordio della sintomatologia è tipicamente brusco e violento espesso in concomitanza con altre persone che hanno assunto lostesso cibo.
� La comparsa delle manifestazione cliniche si ha dopo un intervallomedio di 12–24 ore dall’ingestione dell’alimento contaminato daimicrorganismi.
� Poiché gli animali, che eliminano le salmonella con le feci, rappresentano ilserbatoio naturale delle salmonelle, (p.e. rettili, tartarughine, polli, suini,uccelli) i cibi più frequentemente implicati sono le:
carni e le uova e di conseguenza le creme.
� Sorgenti d’infezione possono essere rappresentate anche dall’uomo : manipolazione degli alimenti da parte di un soggetto portatore di salmonella.
� La contaminazione degli alimenti può realizzarsi all’origine o durante la macellazione, manipolazione, trasporto e conservazione.
La sintomatologia è caratterizzata da:
� dolore addominale
� diarrea
� vomito
� malessere generale
� febbre
� Cefalea
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Molto spesso gli alimenti di origine animale arrivano sulmercato contaminati da salmonella
si tratta di cariche batteriche modeste che però possonosopravvivere se la cottura del cibo è superficiale eraggiungere livelli elevati se le pietanze vengono tenute incaldo a temperature non adeguate dopo la preparazioneperché la moltiplicazione batterica è favorita dallaTemperatura di 30-40°C.
Quindi è necessario educare il consumatore e soprattutto gli addetti alla preparazione, alla vendita e conservazione dei cibi (mense, refettori, magazzini, etc) a:
�effettuare una adeguata cottura dei cibi �consumare i cibi il più possibile in vicinanza della preparazione
�conservare i cibi costantemente a temperature che impediscano la moltiplicazione batterica:
al di sotto di 10°C
o al di sopra di 60°C
�evitare il contatto degli alimenti dopo la cottura con superfici, contenitori e utensili di cucina già contaminati dato che la contaminazione può avvenire anche dopo la cottura
�rispettare norme igieniche durante la manipolazione da parte di soggetti portatori in quegli alimenti tenuti in caldo per essere consumati dopo qualche tempo dalla cottura come avviene in mense, rosticcerie, negozi di gastronomia.
�Notificazione dei casi di malattia
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VibrioVibrio choleraecholerae
� Alimenti coinvolti: acqua, prodotti ittici o verdure lavate o irrigate con acqua contaminata.
� Habitat: acqua salina e non
� Incubazione: circa 2-3 gg
� Sintomi: diarrea profusa e feci ad acqua di riso,vomito, dolori addominali, febbre.
� Prevenzione: Come per tutte le malattie a trasmissione fecale, lo scrupoloso rispetto di elementari norme igieniche è fondamentale, a livello individuale, per la prevenzione del colera.
I vibrioni del colera sono estremamente sensibili all’azione dei comuni detergenti e disinfettanti. Una buona soluzione disinfettante può essere ottenuta facilmente in ambito domestico.