conservatorio statale di musica “girolamo frescobaldi” ferrara€¦ · verde smeraldo di remo...

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    22000099 –– 22001100

  • INDICE

    p. 7 INTRODUZIONE

    p. 11 PRIMA PARTE: FONDAMENTI TEORICI

    p. 13 Capitolo I. I disturbi dell’apprendimento

    p. 14 1. Caratteristiche dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

    p. 25 2. Dislessia, Discalculia, Disortografia, Disgrafia, Adhd: gli indicatori di rischio

    p. 28 3. Le difficoltà visuospaziali e la Sindrome Non Verbale

    p. 35 Capitolo II. I problemi di lettura nella didattica pianistica

    p. 36 1. Organizzazione di un intervento sulle difficoltà visuospaziali in ambito musicale strumentale

    p. 45 2. Sussidi “ortopedici” per la lettura musicale

    p. 49 Capitolo III. L’uso delle nuove tecnologie per la scrittura musicale

    p. 50 1. Il computer nella didattica

    p. 57 2. Categorie di software musicali

    p. 59 3. Un programma di scrittura: Finale

    p. 67 Note ai Capitoli I, II e III

  • p. 81 SECONDA PARTE: ESPERIENZE DI LAVORO

    p. 83 Capitolo IV. Un allievo “speciale”

    p. 84 1. Anamnesi

    p. 86 2. Intervento I: Lezione tradizionale con approccio ludico

    p. 89 3. Intervento II: Giochi con strumentario Orff e col Castello delle Note

    p. 92 4. Gli anni 2006-2008

    p. 94 5. L’evoluzione del rendimento scolastico con l’inizio della scuola media

    p. 95 6. Intervento III: didattica dell’improvvisazione

    p. 100 7. Tentativi di individualizzazione della didattica: ricerca di un nuovo metodo

    p. 101 8. Intervento IV: lettura e improvvisazione con Children’s Dance di Bartok

    p. 109 9. Il risveglio dell’entusiasmo e le prime ipotesi sulla possibile presenza di un disturbo specifico

    p. 111 10. Intervento V: spartiti adattati in formato grafico speciale, e musica d’in-sieme

    p. 115 11. Intervento VI: scrittura e lettura “alla Kurtag”

    p. 118 12. Intervento VII: scrittura e lettura di intervalli

    p. 120 13. L’ipotesi di dislessia

    p. 122 14. Il felice esito del saggio di pianoforte, l’insuccesso nelle altre materie

    p. 123 15. Intervento VIII: esercizi per il potenziamento delle abilità visuospaziali

    p. 128 16. L’incomprensione degli insegnanti e la diagnosi di dislessia

    p. 130 17. Intervento IX: uso del programma di scrittura Finale 2007

    p. 135 18. Bilancio conclusivo (a gennaio 2010) – cambiamento nella didattica ed evoluzione dell’allievo

  • p. 145 Capitolo V. Individualizzare la didattica attraverso un laboratorio di improvvisazione

    p. 146 1. Intervento I: Improvvisare su soggetti di fantasia con clusters e glissando

    p. 151 2. Intervento II: Improvvisare in dialogo, su scale modali

    p. 155 3. Costruire e rappresentare una favola con musica

    p. 161 Capitolo VI. Il progetto didattico svolto alla scuola media Masaccio di Firenze

    p. 163 Tirocinio 2 (Pratico): Il Progetto Didattico Il programma di scrittura “Finale” come strumento per potenziare la conoscenza delle strutture

    musicali di base e la creatività, ai fini esecutivi ed interpretativi

    p. 171 Tirocinio 2 (Pratico): La Relazione Finale

    p. 172 1. Premesse del progetto di tirocinio

    p. 175 2. Realizzazione

    p. 192 3. Conclusioni

    p. 201 4. Sintesi delle attività svolte

    p. 204 5. Riflessione critica sul progetto svolto

    p. 209 6. Allegati: lavori svolti dagli allievi

    p. 221 BIBLIOGRAFIA

  • p. 231 APPENDICI AL CAPITOLO II

    p. I Esercizi di allenamento visuospaziale per bambini che hanno iniziato da poco lo studio del pianoforte e per ragazzi con disturbi dell’appren-

    dimento di tipo non verbale

    − Copia a memoria

    − Segui la matita

    − Segui i lombrichi

    − Percorri la strada più breve

    − Ritrova i frammenti

    − Simmetrie

    − Completa i percorsi

    − Movimenti speculari

    − Segui la matita all’indietro

    − Immagina il percorso

    − Note grandi e piccole

    − Forme e posizioni

    − Trova l’intruso

    p. LXIII 14 adattamenti di brani musicali in versione grafica per difficoltà visuospaziali

    1. Children’s Dance di Béla Bartok, dall’album For Children

    2. In modo dorico di Béla Bartok, dal volume 1 di Mikrokosmos

    3. In modo frigio di Béla Bartok, dal volume 1 di Mikrokosmos; adatta-mento di Antonietta Assini

    4. One last wish, dalla colonna sonora del film Casper; libero adatta-mento di Antonietta Assini

    5. Tanti auguri a te!, canto popolare

    6. Perché è un bravo ragazzo, nessuno lo può negar!, canto popolare

    7. Verde Smeraldo di Remo Vinciguerra, da I Preludi Colorati. 12 studi

  • per pianoforte in stile pop, Milano, Curci, 1996

    8. Al piccolo cabaret di Remo Vinciguerra, da Il rosso e il nero. Pezzi facili per pianoforte a quattro mani in stile jazzistico, Milano, Curci, 1990: parte del Primo Pianoforte

    9. Lucien di Remo Vinciguerra, da Il rosso e il nero cit.: parte del Primo Pianoforte

    10. Allegro Alla Turca di A. Diabelli, dall’antologia Around the World with 4 Hands (Fritz EMONTS, Mainz, Schott, 2000); adattamento di Antonietta Assini

    11. Minuetto in sol di J. S. Bach (Quaderno di Anna Magdalena), dal Alighiero & friends suonano insieme (A. A. HAYES e M. B. PAVIA, Milano, Curci, 2001); adattamento di Antonietta Assini per 3 pianisti

    12. Aufzug (Sfilata) di Leopold Mozart, dal testo Una passeggiata musicale sulla slitta (Leopold Mozart, Ausgewählte Stücke aus “Eine musikalische Schlittenfahrt”, a cura di Veronika KAINZBAUER, Wien, Universal Edition, 1996); adattamento di Antonietta Assini per 4 pianisti

    13. Das schuttlende Pferd (Il cavallo che s’impenna) di Leopold Mozart, dal testo Una passeggiata musicale sulla slitta cit; adattamento di Antonietta Assini per 4 pianisti

    14. Kehraus (Danza finale) di Leopold Mozart, dal testo Una passeggiata musicale sulla slitta cit; adattamento di Antonietta Assini per 4 pianisti

  • Ringrazio il Prof. Michele Biasutti e i Maestri Annibale

    Rebaudengo, Antonio Giacometti, Carlo Delfrati, Karin

    Greenhead, Luca Bellentani e Maria Elena Mazzella che

    con i loro insegnamenti mi hanno aiutato a migliorare la

    mia didattica.

    INTRODUZIONE

    Attraverso il presente lavoro ho inteso sottolineare quale arricchimento può nascere per

    ogni docente non solo dall’esperienza didattica con gli allievi dotati chiaramente di talento,

    ma anche (e talvolta in misura maggiore) con quelli che in apparenza possono sembrare

    “perduti”: certamente non mancheranno le fatiche ma se si avrà fortuna ci saranno anche

    grandi soddisfazioni, e in ogni caso sarà un’occasione unica per migliorare la propria

    didattica. Da tale processo di miglioramento trarranno beneficio non solo gli allievi che con i

    loro bisogni educativi speciali lo hanno innescato, ma anche tutti gli altri. Gli allievi che in un

    certo contesto didattico possono apparire irrecuperabili, infatti, potrebbero manifestare delle

    doti uniche quando inseriti in un contesto nuovo, con percorsi più adatti al loro stile cognitivo.

    Si tratterà quindi di svolgere una attenta osservazione e di adeguare i propri interventi

    mirandoli verso i bisogni di ciascuno, senza arrendersi di fronte agli insuccessi dicendo “ho

    fatto tutto quello che potevo”, ma continuando a cercare nuove strade.

    La trattazione è stata suddivisa in due parti ben distinte: nella prima gli argomenti sono

    stati affrontati dal punto di vista teorico, nella seconda invece è stato riportato il resoconto di

    tre diverse esperienze didattiche.

    Nella parte teorica ho voluto prendere in esame un problema molto diffuso ma ancora

    troppo poco conosciuto fra gli insegnanti di pianoforte, quello dei Disturbi specifici

    dell’apprendimento (Capitolo I. I disturbi dell’apprendimento), disturbi che possono

  • rallentare il percorso anche di un allievo strumentista. Certamente, se ogni docente conoscesse

    alcune nozioni di base riguardo a tali problematiche, potrebbe individuarle al momento in cui

    si presentano nei suoi allievi, e venire incontro alle loro necessità mirando meglio la sua

    didattica, ma soprattutto evitare di classificarli come “pigri, svogliati” o “non musicali”. È

    infatti opportuno conoscere bene le caratteristiche di uno studente, prima di poter dare giudizi

    su di lui.

    Per quanto riguarda il difficile discorso dell’individualizzazione della didattica, all’interno

    di questa prima parte ho anche ipotizzato delle modalità di intervento da utilizzare con gli

    allievi che hanno specifici problemi di lettura dello spartito causati dalla presenza di disturbi

    specifici (Capitolo II. I problemi di lettura nella didattica pianistica): da una parte esercizi a

    scopo riabilitativo (nell’Appendice al capitolo II.1 ho allegato la concreta realizzazione di un

    manuale di esercizi), dall’altra sussidi grafici “ortopedici” ovvero brani scritti in un formato

    che venga incontro alle difficoltà di lettura (nell’Appendice al capitolo II.2 riporto alcuni

    brani in versione grafica “speciale”).

    Infine (Capitolo III. L’uso delle nuove tecnologie per la scrittura musicale) ho accennato

    anche alla possibilità di servirsi delle nuove tecnologie e quindi di introdurre l’uso del

    computer con programmi di scrittura musicale, qualora si ritenga che ciò possa essere

    opportuno per individualizzare la propria didattica.

    Nella seconda parte racconto tre esperienze di cui sono stata protagonista. La terza

    esperienza (Capitolo V. Il progetto didattico svolto alla scuola media Masaccio di Firenze) si

    è svolta per un tempo molto breve e con allievi di un’altra docente, ma attraverso di essa è

    stato possibile fare delle osservazioni importanti sull’utilità delle nuove tecnologie all’interno

    di un percorso mirato su bisogni specifici. Anche in questo contesto, come nei primi due

    (Capitoli III e IV), ho avuto a che fare con allievi che si discostavano dalla norma a causa di

    problematiche particolari: problemi tecnici, difficoltà di lettura, difficoltà di attenzione,

    difficoltà a interagire col metodo didattico tradizionale “direttivo”.

    Le prime due esperienze (Capitolo III. Un allievo “speciale”; Capitolo IV.

    Individualizzare la didattica attraverso un laboratorio di improvvisazione) riguardano i miei

    allievi e in particolare l’allievo I., dislessico. Il racconto del Capitolo III rende evidente come

    il cambiamento del metodo didattico del docente possa provocare cambiamenti positivi nel

    rendimento di un allievo e dargli la possibilità di esprimere doti che col metodo precedente

    venivano invece soffocate.

  • Ai fini di una vera individualizzazione della didattica sarebbe bello che ogni docente si

    ponesse degli interrogativi riguardo alle proprie modalità di intervento e alla loro adeguatezza

    rispetto alle singole situazioni, evitando di trarre conclusioni affrettate e di selezionare

    precocemente quegli allievi che appaiono meno dotati. Bisogna infatti tener conto che, in

    presenza di difficoltà “speciali”, occorrono interventi molto ben mirati perché anche un

    grande talento – se presente – possa fiorire.

    Pur condividendo rispetto all’educazione musicale e strumentale di base lo scopo

    educativo di portare ciascuno ad esprimere tutte le sue potenzialità, ovunque si collochi il

    livello massimo raggiungibile, si rischia spesso di stabilire in base ad osservazioni sommarie

    quale debba essere questo livello massimo oltre il quale un allievo non potrà procedere. Se il

    docente non cerca continuamente di presupporre che si possa andare oltre le barriere

    apparenti, rischia di essere lui stesso a impedirne il superamento, smettendo di cercare

    possibili soluzioni. È necessario quindi, per essere dei buoni insegnanti di strumento,

    diventare dei “ricercatori”: non stancarsi di osservare le dinamiche insegnamento –

    apprendimento, presupporre sempre che qualcosa possa sfuggire alla propria attenzione,

    continuare a documentarsi e confrontarsi sui risultati delle recenti ricerche in ambito didattico

    strumentale, psicologico e pedagogico – animati dal desiderio di dare a ogni allievo i mezzi

    che gli sono indispensabili per poter esprimere il proprio talento.

    Antonietta Assini