condividro - realizzazione packaging per un contenitore per l'acqua

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CORSO DI LAUREA IN DISEGNO INDUSTRIALE | FACOLTA’ DI ARCHITETTURA ATELIER DI PRODUCT 3 | PROFF. CRISTALLO, LUCIBELLO | TUTOR: DE FRANCESCHI, RADUAZZO A.A. 2012-2013 STUDENTE: EDOARDO ACCIVILE PROGETTO: CONDIVIDRO mamma mia che sete che ho... se vuoi io ho ancora dell’acqua nel mio zainetto magari, ma non ho un bicchiere.. tranquillo, ci penso io.. CONDIVIDRO STORYBOARD 1 NEOLOGISMO Condividere + Acqua (Hydro) = CONDIVIDRO Il bisogno al quale abbiamo cercato di sopperire, è in real- tà un non bisogno, o comunque un bisogno prettamente etico. Quando si va in gita, a fare un pic-nic, spesso ci si ri- trova a dover condividere la stessa bottiglia d’acqua con al- tre persone. Il problema igienico è evidente, a molti può dar fastidio bere “a canna” dove altri hanno già bevuto. La ne- cessità di avere a disposizione dei bicchieri è problema co- mune, tuttavia portarsi da casa bicchieri di plastica, oltre che per motivi di spazio rischia di essere un’arma a doppio taglio, infatti quando si andrebbero a tirare fuori per l’ultiliz- zo, potrebbero essere spaccati e quindi essere inutilizzabili. La condivisione è l’utilizzo in comune di una risorsa o dello spa- zio. In senso stretto si riferisce all’uso congiunto o alternato di un bene finito, è anche correlato al concetto di dividere e distribuire. Per la filosofia della condivisione, l’apprendimento è sem- pre un’esperienza profondamente sociale, e colui che impa- ra, migliora se stesso per partecipazione. Lo studioso in scienze sociali e dell’educazione Dario Arkel sottolinea la necessità di una pedagogia della condivisione secondo la quale «il cammino verso la convivenza non può prescindere dall’apertura verso gli altri e verso la natura nei suoi aspetti evolutivi specificamente nel senso collaborativo». La nostra analisi è finalizzata al comportamento dei bam- bini. Sebbene molti studi dicano che l’uomo nasce altrui- sta, le nuove generazioni ci confermano il contrario. Infatti è solo in età scolare, fra i sette-otto anni, che i bambini impa- rano i principi di giustizia ed eguaglianza, insieme alla pre- occupazione per il benessere di chi sta loro vicino, ma im- parare non è sinonimo diretto di applicare questi principi.

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Università di Roma "La Sapienza" A.A. 2012-2013 Corso di Atelier di Design III Prof. V.Cristallo - F.Dal Falco

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STORYBOARD

mamma mia chesete che ho. . .se vuoi io

ho ancoradell ’acquanel miozainetto

magari, ma nonho un bicchiere..

tranqui l lo,ci penso io . .

CONDIVIDRO

STORYBOARD1

NEOLOGISMO

Condividere + Acqua (Hydro) = CONDIVIDRO

Il bisogno al quale abbiamo cercato di sopperire, è in real-tà un non bisogno, o comunque un bisogno prettamente etico. Quando si va in gita, a fare un pic-nic, spesso ci si ri-trova a dover condividere la stessa bottiglia d’acqua con al-tre persone. Il problema igienico è evidente, a molti può dar fastidio bere “a canna” dove altri hanno già bevuto. La ne-cessità di avere a disposizione dei bicchieri è problema co-mune, tuttavia portarsi da casa bicchieri di plastica, oltre che per motivi di spazio rischia di essere un’arma a doppio taglio, infatti quando si andrebbero a tirare fuori per l’ultiliz-zo, potrebbero essere spaccati e quindi essere inutilizzabili.

La condivisione è l’utilizzo in comune di una risorsa o dello spa-zio. In senso stretto si riferisce all’uso congiunto o alternato di un bene finito, è anche correlato al concetto di dividere e distribuire.Per la filosofia della condivisione, l’apprendimento è sem-pre un’esperienza profondamente sociale, e colui che impa-ra, migliora se stesso per partecipazione.

Lo studioso in scienze sociali e dell’educazione Dario Arkel sottolinea la necessità di una pedagogia della condivisione secondo la quale «il cammino verso la convivenza non può prescindere dall’apertura verso gli altri e verso la natura nei suoi aspetti evolutivi specificamente nel senso collaborativo».

La nostra analisi è finalizzata al comportamento dei bam-bini. Sebbene molti studi dicano che l’uomo nasce altrui-sta, le nuove generazioni ci confermano il contrario. Infatti è solo in età scolare, fra i sette-otto anni, che i bambini impa-rano i principi di giustizia ed eguaglianza, insieme alla pre-occupazione per il benessere di chi sta loro vicino, ma im-parare non è sinonimo diretto di applicare questi principi.

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NOME DEL PROGETTO

CONDIVIDRO

2BRIEF

Il nostro prodotto dovrà avere dunque la possibilità di:

• contenere un quantitativo d’acqua tra i 0,5 l e i 0,75 l• avere una chiusura salda che non permetta la fuoriuscita

del liquido contenuto• introdurre dei bicchieri nel complesso della bottiglia• essere totalmente atossico• avere una base che ne permetta stabilità qualora appog-

giato• avere una struttura tale da non spaccarsi, od ammaccarsi,

sottoposto ad urti• essere completamente biodegradabile e eco-friendly

CONTESTO

Il nostro è un oggetto che può essere tranquillamente tra-sportato e venduto a qualsiasi utente e quindi non ha un vero e proprio ambiente di utilizzo, tuttavia, è comunque predi-sposto per un utilizzo outdoor, come ad esempio una gita scolastica, un pic-nic, una gita fuoriporta.

TARGET

Non esiste un target prestabilito, ma l’utilizzatore “ideale” del nostro artefatto potrebbe essere una madre con figli ed amici dei figli al parco, ma anche una famiglia in gita, od ad un pic-nic come già predetto. E’ perlopiù rivolto a gruppi con bambini.

PROBLEMA PROGETTUALE

Analizzando il mercato e le comuni bottigliette di plasti-ca abbiamo evidenziato tali problematiche:

- condivisibile solo non igienicamente- non esponibile ai raggi solari- forma convenzionale- non eco-friendly- non biodegradabile

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3STORIA DELL’ACQUA IN BOTTIGLIA

La prima acqua minerale in bottiglia, storicamente documen-tata, risale al 1583. Proveniva dalle antichissime sorgenti ter-mali di Spa, cittadina della valle belga situata nelle Ardenne da cui probabilmente deriva il nome dei moderni centri be-nessere. Fu Enrico II di Francia, ad ottenere il diritto esclusivo di importare le sue acque preferite.

A partire dall’800 è possibile parlare di una vera e propria “in-dustria” dell’acqua minerale, nel 1899, viene fondata la Socie-tà per l’imbottigliamento dell’acqua di San Pellegrino, conside-rata per molto tempo lo “Champagne delle acque minerali”.

Gli ultimi dati del 2012, pongono il nostro Paese al 1° posto in Eu-ropa e al terzo nella classifica mondiale dei consumatori di acqua minerale, con 196 litri pro capite all’anno, 12,4 miliardi di litri totali, con una spesa annua per famiglia che si aggira attorno ai 300 euro.

QUESTIONARIO PER SONDAGGI

Preferisce l’acqua del rubinetto o quella imbottigliata?a) La primab) La secondac) E’ indifferente

Ritiene giusto rispettare l’ambiente producendo meno botti-gliette di plastica?a) Si, è necessariob) No, non credo cambierebbe qualcosac) E’ un problema che non mi tange

Quanto spesso consuma acqua in bottiglia?a) Una volta al giornob) Una volta a settimanac) Saltuariamente

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4ANALISI DI MERCATO

Life è un contenitore per acqua pubblica ricaricabile realizza-to in carta riciclata. Verrà distribuito vuoto all’interno dell’area Expo di Milano 2015 e tra i padiglioni. Sarà il comportamento virtuoso del visitatore recarsi alle fontane e ai punti di accesso dell’acqua pubblica per ricaricarlo. Tale comportamento preve-de la ricarica e il trasporto di acqua fresca, durante tutto l’arco della giornata, evitando l’accumulo di bottigliette in materiale plastico. Life nasce per mostrare la direzione verso una produ-zione industriale sostenibile che elimina i contenitori in mate-riale plastico per aprirsi ad un’etica industriale attiva nella sal-vaguardia dell’ambiente. Realizzato in carta riciclata pressata, Life non fa uso di alcun inchiostro o adesivo chimico. Il cordino, che permette di portare l’oggetto in spalla come una borsa, è realizzato in cotone e si trova avvolto alla sagoma di carta.Designer: Andrea Ponti

360 Paper Bottle è un prototipo di bottiglia interamente re-alizzata in carta riciclata. La caratteristica di questa bottiglia è il tappo che una volta staccato dalla struttura si divide in due parti, delle quali una viene agganciata alla bottiglia, mentre l’altro può continuare a svolgere la sua funzione di tappo an-dandosi ad incastrare nel collo della bottiglia.Designer: Brandimage, ha ricevuto il premio IDEA (Internatio-nal Design Excellence Award) per questo progetto.

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5PERCHE’ LA CARTA RICICLATA?

I rifiuti di imballaggio sono un problema enorme e crescente per la società moderna, in particolare lo smaltimento dei rifiuti di plastica. I tassi di riciclaggio sono in aumento sono anco-ra molto lontani dal 100%, e la plastica se non viene riciclata può essere un ingente problema per l’ambiente, essendo non biodegradabile, lasciata in discarica continuerà ad esistere per centinaia di anni.

Perchè è meglio delle bottigliette di plastica?Le bottiglie in plastica sono realizzate a partire da una risorsa non rinnovabile. Contiente al suo interno una notevole quantità di carbonio - l’impronta ecologica di una bottiglia in PET è di circa 4,4 volte quella di un equivalente bottiglia in carta riciclata. Solo il 50% delle bottiglie in PET vengono riciclate in Europa, il resto vengono incenerite o finiscono in discarica.

Perchè è meglio del Tetrapak®?L’impronta di carbonio dei cartoni laminati è circa 1,3 volte su-periore ad una bottiglia di carta riciclata. Il grande problema dei cartoni laminati è che richiedono specifici impianti di riciclag-gio. Ciò richiede un flusso di riciclaggio separato (spesso non considerato nella raccolta differenziata) ed il trasporto allo sta-bilimento dedicato. In tutta Europa solo il 36% dei cartoni lami-nati sono riciclati, il resto sono bruciati o finiscono in discarica.

Perchè è meglio delle bottiglie di vetro?Tendiamo a credere che le bottiglie di vetro siano la forma più ecologica di imballaggio di liquidi, tuttavia il trasporto di grandi quantità di bottiglie di vetro pesanti aumenta drasticamente le emissioni di carbonio.

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6SCHIZZI DI PROGETTO REALIZZAZIONE DEI BICCHIERI

Per i biccheri siamo ricorsi all’antica arte dell’Origami, l’arte del piegare la carta (折り紙 o-ri-gami, termine derivato dal giappo-nese, ori piegare e kami carta). Il processo è semplice ed im-mediato, oltre che estremamente divertente. Si possono creare bicchieri di tutte le dimensioni, l’importante è partire da un foglio di carta di forma quadrata.

MATERIALI E TECNOLOGIE

Abbiamo pensato di realizzare una bottiglia, interamente realiz-zata in carta riciclata pressata, che avesse una forma anticonven-zionale e che potesse racchiudere nel packaging due bicchieri, anch’essi realizzati in carta.

Materiali:- carta riciclata

Tecnologie:- stampaggio per pressatura

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7DISEGNI TECNICI

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130.00

30.0

023

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2.00

Ø26.00

Ø30.00

vista dall’alto

vista laterale

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8DISEGNI TECNICI

78.00

39.00

55.0

0

80.00

40.00

4.00

100.

00

13.0

0

30.00

35.00

57.00

2.50

bicchierevista frontale

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9DISEGNI TECNICI

2.00

58.00

2.00

13.0

0

5.00

sezione AA’

sezione BB’ 2.75

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10DISEGNI TECNICI

assonometrie

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