compresi nella provincia di trento. · comparazione di serie temporali di durata diversa ed in...

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche PARTE I: Quadro conoscitivo di base 221 Nel bacino sono presenti molti ghiacciai che occupano una superficie pari a 40,04 km 2 , essi sono concentrati per lo più attorno al massiccio della Brenta, della Presanella e dell’Adamello. I.6.2.9 Vanoi I confini del bacino imbrifero Il bacino del torrente Vanoi si estende per 236,85 km 2 di cui 229,52 km 2 compresi nella provincia di Trento. Figura I.6.140: Bacino del torrnte Vanoi: in verde il territorio relativo al bacino compreso nella provincia di Trento, in arancio le superfici che drenano da altre province (3,10 %). Il contributo di territorio extraprovinciale al deflusso del torrente Vanoi è piuttosto grande in relazione alla superficie del bacino (3,10%), questa superficie è tutta localizzata a sud. Il perimetro del bacino è pari a 80,76 km. L’asta principale del torrente Vanoi si sviluppa da ovest (vicino al passo Cinque Croci) a sud-est (fino alla confluenza con il torrente Cismon) per una lunghezza complessiva di 26,54 km e una pendenza media molto elevata pari a circa 5,29 %. Distribuzione delle quote Il bacino si sviluppa da un massimo di 2841 m ad un minimo di 440 m. In esso le quote caratterizzate da frequenze maggiori sono localizzate tra i 1600 e i 2200 m, in questo bacino non si notano picchi dovuti alla presenza di valli estese (Figura I.6.141).

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Page 1: compresi nella provincia di Trento. · comparazione di serie temporali di durata diversa ed in presenza di intermittenze nell’acquisizione dei dati. La curva di durata si costruisce

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 221

Nel bacino sono presenti molti ghiacciai che occupano una superficie pari a40,04 km2, essi sono concentrati per lo più attorno al massiccio della Brenta, dellaPresanella e dell’Adamello.

I.6.2.9 Vanoi

I confini del bacino imbrifero

Il bacino del torrente Vanoi si estende per 236,85 km2 di cui 229,52 km2

compresi nella provincia di Trento.

Figura I.6.140: Bacino del torrnte Vanoi: in verde il territorio relativo al bacino compreso nella provincia di Trento, inarancio le superfici che drenano da altre province (3,10 %).

Il contributo di territorio extraprovinciale al deflusso del torrente Vanoi èpiuttosto grande in relazione alla superficie del bacino (3,10%), questa superficie ètutta localizzata a sud. Il perimetro del bacino è pari a 80,76 km.

L’asta principale del torrente Vanoi si sviluppa da ovest (vicino al passo CinqueCroci) a sud-est (fino alla confluenza con il torrente Cismon) per una lunghezzacomplessiva di 26,54 km e una pendenza media molto elevata pari a circa 5,29 %.

Distribuzione delle quote

Il bacino si sviluppa da un massimo di 2841 m ad un minimo di 440 m. In essole quote caratterizzate da frequenze maggiori sono localizzate tra i 1600 e i 2200 m,in questo bacino non si notano picchi dovuti alla presenza di valli estese (FiguraI.6.141).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base222

Figura I.6.141: Distribuzione spaziale delle quote del bacino del Vanoi.

La distribuzione delle quote e la curva di non superamento sono rappresentatenei seguenti grafici.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 223

Figura I.6.142: Distribuzione delle quote del bacino del Vanoi.

La quota media è pari a 1647 m con una deviazione standard pari a 427 m.

Figura I.6.143: Distribuzione cumulata delle quote del bacino del Vanoi.

Distribuzione delle pendenze

Un’attenta osservazione della seguente mappa mostra una valle piuttostoincisa con versanti pendenti, in particolarmente si nota la concentrazione di pendenze

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base224

elevate tra Canal S. Bovo e la confluenza con il torrente Cismon (nella parte sud delbacino).

Figura I.6.144: Distribuzione spaziale delle pendenze del bacino del Vanoi.

La distribuzione delle pendenze e la curva di non superamento sonorappresentate nei seguenti grafici:

Figura I.6.145: Distribuzione delle pendenze del bacino del Vanoi.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 225

La pendenza media è per quest’ultimo bacino considerato pari al 58 % con unadeviazione standard pari al 32 %.

Figura I.6.146: Distribuzione cumulata delle pendenze del bacino del Vanoi.

Figura I.6.147: Statistica delle aree contribuenti del bacino del Vanoi.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base226

Versanti del bacino

Figura I.6.148: Distribuzione spaziale dei versanti del bacino del Vanoi.

La maggior parte della superficie del bacino del Vanoi risulta esposta versoest, sud-est (Figura I.6.149).

Figura I.6.149: Distribuzione radiale dell’esposizione dei versanti del bacino del Vanoi (in direzione radiale sonoriportati i km2).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 227

Proprietà topografiche derivate e indici idro-geomorfologici

Figura I.6.150: Direzioni di drenaggio del bacino del Vanoi.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base228

Figura I.6.151: Vanoi: legge di Hack.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 229

Figura I.6.152: Vanoi: curvatura longtudinale.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base230

Figura I.6.153: Vanoi: curvatura planare.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 231

Figura I.6.154: Vanoi: curvatura tangenziale.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base232

Figura I.6.155: Indice topografico del bacino del vanoi.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 233

Figura I.6.156: Vanoi: statistica dell’indice topografico. In alto è raffigurata la distribuzione delle frequenze relative, inbasso delle eccedenze.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base234

Figura I.6.157: Vanoi: relazione pendenze-aree.

Laghi, invasi artificiali e ghiacciai

I laghi compresi nel bacino del Vanoi sono 21, con una superficie occupatamolto piccola e pari a 0,11 km2. Non sono presenti laghi regolati e ghiacciai perenni.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 235

I.6.3 Regionalizzazione dei deflussi nei corsi d’acqua

Lo scopo di questo primo rapporto si concretizza nell’analisi dei dati idrologicidisponibili e nella individuazione delle curve di durata dei principali corsi d’acquatrentini, valutandone l’eventuale allontanamento dalle condizioni di deflusso naturalecausato della presenza di importanti serbatoi di regolazione. In qualche caso è anchestato possibile valutare l’effetto dei serbatoi sulla curva di durata. Tutte le curve didurata sono normalizzate rispetto alla superficie del bacino sotteso dalla sezione dimisura della portata o rispetto alla portata media. L’unità di misura che deriva dallaprima adimensionalizzazione è m3/s/km2. Dal confronto fra le curve di durata èpossibile individuare le porzioni di territorio con caratteristiche idrologiche simili,nonché i casi in cui i serbatoi artificiali influiscono in modo evidente sui deflussi,sollecitando quindi, ulteriori approfondimenti e la necessità di acquisire nuovi dati.

La base dati disponibile è costituita da misure di portate medie giornaliere in17 sezioni idrometriche della Provincia di Trento. Le rilevazioni disponibili hanno inizioil 1/1/1990 e si estendono fino al 31/12/2000. I periodi d’interruzione delleosservazioni sono indicati nella Tabella I.6.12.

Sezione idrometrica N. dati Periodo dati Note

Adige a Trento 4018 1990-2000 Serie completa

Astico a Busatti 1411 1996-1999 1996 incompleto

Avisio a Soraga 3384 1990-2000 Manca 1997 e parte 2000

Brenta a Borgo 3738 1990-2000 Manca parte 2000

Brenta a Grigno 2008 1993-1999Manca parte 1993/96/97/98.

Serie molto interrotta

Brenta a ponte Cervia 2191 1990-1995

Brentella a Levico 3574 1990-1999 Manca parte 1996

Chiese ponte Tedeschi 1116 1997-2000Manca quasi completam. 1997

Freq. assenza 1 dato su 7

Fersina a Trento 1981 1993-1998 Manca parte 1993/94/98

Leno a Borgo Sacco 2250 1992-2000 Lacune in molti anni

Noce a Pellizzano 2968 1991-2000 Manca ’96, quasi tutto ‘97

Noce a ponte Rupe 2828 1991-2000 Manca ’95/96, parte ‘97

Rabbies a San Bernardo di Rabbi 1023 1990-1992 1992 incompleto

Sarca a Nambrone 4017 1990-2000

Sarca a ponte delle Seghe 3470 1990-1999 1999 incompleto

Sarca a ponte Plaza 2577 1990-1997 Manca quasi tutto ‘97

Sarca a Torbole 3770 1990-2000 2000 incompleto

Tabella I.6.12: Caratteristiche delle serie storiche sulle portate medie giornaliere utilizzate per lo studio con indicazionedelle serie incomplete.

La superficie sottesa da ciascuna sezione indicata nella Tabella I.6.12 èriportata nella Tabella I.6.13.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base236

Corso d’acqua Sezione idrometrica Superficie sottesa[km2]

Fonte

Adige Trento (P.te S. Lorenzo) 9.763 Annale idrologico 1985

Astico Busatti (confine con Veneto) 30 Uff. Idrografico PAT

Soraga 208 Annale idrologico 1985Avisio

Lavis 939,6 DICA2

Levico P.te Cervia 121 Annale idrologico 1985

Borgo 214 Annale idrologico 1985Brenta

Grigno 616,7 DICA

Brentella Levico 22,8 Annale idrologico 1985

Chiese P.te Tedeschi (quasi foce) 313 Uff. Idrografico PAT

Fersina Trento (foce) 169,9 DICA

Leno Borgo Sacco (foce a Rovereto) 176 Uff. Idrografico PAT

Pellizzano 317 Uff. Idrografico PATNoce

P.te Rupe (quasi foce) 1.392 Uff. Idrografico PAT

Rabbies San Bernardo di Rabbi 101 Annale idrologico 1985

Nambrone 21,2 Annale idrologico 1985

P.te delle Seghe 31,3 Uff. Idrografico PAT

P.te Plaza 72,2 Annale idrologico 1985Sarca

Torbole (foce) 1.046 Uff. Idrografico PAT

Tabella I.6.13: Caratteristiche principali dei bacini sottesi dalle sezioni di misura delle portate

Le informazioni riguardanti i serbatoi artificiali e le derivazioni ad usoidroelettrico, mostrate nella Tabella I.6.14, sono state ottenute consultandopubblicazioni a cura dell’ENEL3, dell’ANIDEL4 e della Provincia Autonoma di Trento5 .Altre fonti di informazioni utili per l’analisi delle portate sono state la relazionegenerale del Modello Adige6, sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria Civile edAmbientale dell’Università di Trento per conto dell’Autorità di Bacino del fiume Adige ele informazioni trasmesse dal SUAP.

I.6.3.1 Strumenti di analisi

Gli strumenti utilizzati per questa analisi preliminare sono principalmente lacurva delle durate (FDC, Flow Duration Curve) ed il box plot.

Per durata di una determinata portata in corrispondenza ad una sezione delcorso d’acqua si intende il numero di giorni in un anno (se il periodo utilizzato è di 365giorni) o, meglio, la percentuale di tempo (relativamente ad un qualsiasi intervallo)durante la quale tale portata viene raggiunta o superata. L’utilizzo della frequenza alposto del numero dei giorni concede di svincolarsi dall’utilizzo di periodi di lunghezzadefinita, facendo un migliore uso di tutte le informazioni disponibili ancorché affette daperiodi di interruzione delle osservazioni. Proprio questo permette l’ottenimento di

2 Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, Università degli Studi di Trento.3 Le dighe di ritenuta degli impianti idroelettrici italiani: dighe appartenenti all’Enel di costruzione posteriore al 1953,ENEL, 1977.4 Le dighe di ritenuta degli impianti idroelettrici italiani, ANIDEL, 1977.5 Quaderni de il trentino, rivista mensile della Provincia Autonoma di Trento, TN Natura, n. 21-22-23 Energia –Ambiente –Civiltà, Trento, 1985.6 Modello matematico generale del fiume Adige – Manuale utente, Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale,1997.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 237

curve maggiormente rappresentative del periodo d’osservazione e meno influenzateda anomalie temporanee nelle misure. Questo tipo d’analisi permette inoltre lacomparazione di serie temporali di durata diversa ed in presenza di intermittenzenell’acquisizione dei dati. La curva di durata si costruisce graficando la portataosservata in funzione della durata percentuale. L’asse delle ordinate è in scalalogaritmica, mentre l’asse delle ascisse è scalato con la probabilità normale: laparticolare combinazione adottata consente di evidenziare chiaramente i deflussi sututto il campo coperto dalle misure. Sovente, per poter confrontare portate in sezionio bacini diversi, si normalizza la portata misurata con la portata media del periodo ocon la superficie del bacino sotteso. In questo modo la FDC tende ad assumere unandamento lineare, particolarmente nella parte centrale del grafico. La pendenza dellacurva è da mettere in relazione alla variabilità delle portate durante l’intero periodod’osservazione: grafici che mostrano apprezzabili pendenze coprono un vasto ambitodi portate, indicando quindi che quella sezione è caratterizzata da una notevolevariabilità dei deflussi. Al contrario, curve appiattite evidenziano minore variabilità deideflussi, spesso associabile, nella parte finale del grafico, alla capacità diimmagazzinamento sotterraneo del bacino o allo scioglimento nivale, che tende adincrementare la persistenza delle portate. Un eventuale appiattimento per duratebrevi potrebbe essere indice della presenza di un’apprezzabile laminazione delleportate di piena per effetto dei volumi di accumulo, sia naturali che artificiali, presentinel bacino. Non sempre però i serbatoi artificiali agiscono sulla FDC allo stesso modo:ciò dipende, oltre che dalla loro capacità, anche da come gli scarichi vengonomanovrati durante le piene e dalle portate derivate.

La variabilità dei deflussi stagionali può essere analizzata attraverso unparticolare grafico di sintesi noto come “box plot”. Esso è un indice statistico graficoche riassume i caratteri fondamentali della funzione aleatoria. Nel caso in analisi lavariabile considerata è la portata media mensile, raffrontata nei diversi anni. Taleindicatore è costituito da un rettangolo diviso in due: il segmento più in altorappresenta il terzo quartile, quello più in basso il primo quartile, quello intermedio lamediana. Un quadratino indica la posizione della media, mentre due segmentiverticali, il primo verso l’alto ed il secondo verso il basso, mostrano rispettivamente il95° e 5° percentile. Due crocette cerchiate sono poste in corrispondenza dei percentili1° e 99° e delimitano sostanzialmente la distribuzione. Box schiacciati mostranopiccola variabilità delle portate. Le tabelle seguenti riportano tutte le informazioni cheè stato possibile reperire sui serbatoi e sugli impianti idroelettrici presenti nellaprovincia di Trento. Le fonti d’informazione sono le stesse citate in precedenza.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base238

Denominazione Denominazione Bacino idrograficoCapacità serbatoio

[106 m3]Sup. bacino imbrifero [km2]

Vol.specifico

Rapp. Sup.sottese Fonte

serbatoio CentraleTotale Utile

Direttam.Sotteso

Allacciato Totale [106 m3] serb./bac. dati

Bacino torrente Avisio

Fedaia - Avisio (div. Cordevole) 16,6 16 8,2 11,5 19,7 0,812 2,10% ENEL

Stramentizzo S. Floriano d'Egna Avisio (div. Egna) 11,5 11 729 0 729 0,015 77,60% ENEL

Forte Buso Caoria (Canal S. Bovo) Avisio-Travignolo (div. Caoria) 32,1 31,6 66,5 62,15 128,65 0,246 13,70% ANIDEL

Pezzè di Moena Predazzo Avisio e S. Pellegrino 0,46 0,36 212 47 259 0,001 27,60% ANIDEL

Bacino torrente Noce

Pian Palù Cogolo (Pejo) Noce, Vagaia, Zampil et al. 16,085 15,8 34,5 14,1 48,6 0,325 3,50% ENEL

Careser Malga Mare (Pejo) t. Careser et al. 16,04 15,77 10,4 3 13,4 1,177 1,00% ANIDEL

S. Giustina Taio Noce 182,81 171,67 1050 0 1050 0,163 75,40% ANIDEL

Mollaro Mezzocorona Noce, Pongaiola et al. 0,86 0,85 1089 96 1185 0,001 85,10% ANIDEL

Bacino fiume Sarca

Ponte Pià S. Massenza 2 Sarca medio ed affl. 3,763 3,068 582,72 0 582,72 0,005 55,70% ENEL

Bacino fiume Adige (Alto Adige)

Lago Verde - Valsura 7,2 6,75 6,5 7 13,5 0,5 0,10% ENEL

Quaira Miniera - Valsura 12,8 12,6 3,4 71,6 75 0,168 0,80% ENEL

Fontana Bianca - alta Val d'Ultimo 1,48 1,2 21,45 45,3 66,75 0,018 0,70% ENEL

Zoccolo - media Val d'Ultimo 33,5 33,1 181 0 181 0,183 1,90% ENEL

Alborelo - Rio Valsura (Valle d'Ultimo) 3,3 3,05 213,3 29,7 243 0,013 2,50% ENEL

Neves - Rio Evis 14,82 14,37 25,12 9,7 34,82 0,413 0,40% ENEL

Bacino torrente Fersina

Lago delle Piazze Pozzolago (Lona-Lases) Fersina (div. Avisio) 6,7 6,46 3,5 31,6 35,1 0,184 20,70% ANIDEL

Tabella I.6.14: Dati caratteristici dei serbatoi presenti nella provincia di Trento (tratti dalle pubblicazioni dell’ANIDEL edell’Enel).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 239

Denominazione impianto Proprietario Corsi d’acqua derivati serbatoio

Capacitàutile

serbatoio[106 m3]

Portataderivatamedia[m3/s]

Portatamassimaderivata[m3/s]

GRANDI DERIVAZIONI DELLA PAT ( > 3.000 kW )

Bacino torrente Leno

Maso Corona (Ala) A.G.SS.MM. Verona T. Leno di Vallarsa e affl. Sinello, Foxi et al. Speccheri e Busa 9,47 1,394 3

San Colombano (Trambileno) A.G.SS.MM. Verona e A.S.M. di Rovereto Leno di Terragnolo, R. Cavallo di Folgaria Campi 1°salto 1,469 4,54 15

id. id. Leno di Vallarsa Stedileri 2° salto 0,18 1,844 5

id. id. - Moscheri 3°salto 2,2 2,967 6

Bacino fiume Brenta

Carzano - T. Maso, et al. Pontarso 0,0347 1,187 3

id. - T. Ceggio et al. - - 0,427 0,7

Grigno (Pieve Tesino) ENEL T. Grigno - - 1,543 4,5

Bacino fiume Sarca

Nembia (S. Lorenzo Banale) ENEL Sarca ed affl. - - 12,154 20

S. Massenza 1 ENEL Sarca ed affl. Lago di Molveno 216 15,574 41

S. Massenza 2 ENEL Sarca medio ed affl. Ponte Pià 3,1 8,349 14

id. id. sorg. Moline e Bondai - - 0,956 2

Torbole (Nago-Torbole) ENEL Sarca Lago di Cavedine 5 29,033 100

Bacino fiume Chiese

Boazzo (Daone) ENEL Chiese ed affl. Malga Bissina 60 3,85 17

Cimego ENEL Chiese ed affl. Malga Boazzo 11,8 7,52 34

id. id. Chiese e t. Adanà Ponte Murandin 0,299 1,7 4,5

Storo ENEL Chiese Cimego 0,267 9,61 23,5

PICCOLE DERIVAZIONI DELLA PAT ( < 3.000 kW )

Bacino torrente Fersina

Ponte Cornicchio (Trento) ENEL T. Fersina Vasca di S. Donà - 0,84 1

Bacino fiume Brenta

Costabrunella (Pieve Tesino) ENEL T. Grigno e R. Quarazza Lago Costabrunella 5,1 0,0317 -

id. id. Lago Costabrunella - - 0,1268 -

Scurelle Cartiera della Valsugana T. Maso - - 0,95 1,1

Castel Tesino Superiore ENEL T. Grigno - - 0,745 1

Castel Tesino Inferiore ENEL T. Grigno - - 0,59 0,7

Bacino fiume Sarca

Fies (Dro) ENEL Sarca - - 0,7 -

Dro ENEL Sarca - - 1,4 -

La Rocca (Breguzzo) ENEL T. Arnò e Roldone - - 1,49 4,5

Ponte Pià (Stenico) Cons. Elettr. di Stenico R. Bianco et al. - - 0,783 1,9

Bacino fiume Chiese

Darzo (Storo) C. Maffei & C. R. S. Barbara - - 0,3 0,45

Tabella I.6.15: Dati caratteristici degli impianti idroelettrici della provincia di Trento (fonte: Quaderni de il trentino,rivista mensile della Provincia Autonoma di Trento, TN Natura, n. 21-22-23 Energia –Ambiente –Civiltà, Trento, 1985).

Page 20: compresi nella provincia di Trento. · comparazione di serie temporali di durata diversa ed in presenza di intermittenze nell’acquisizione dei dati. La curva di durata si costruisce

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base240

Serbatoio Corso d’acqua

Volume

totale

[106 m3]

Volume

utile

[106 m3]

Sup. bacino

diret. sotteso

[km2]

Volume

specifico

[106 m3/km2]

Rapp. Sup.

sottese

serb./bac.

Bacino fiume Adige (Val Venosta)

S. Valentino (Resia) Adige 118 116 176 0,659 1,8%

Giovaretto Plima 19,9 19,6 - - -

Vernago Senales 42,2 41,7 - - -

Bacino fiume Adige (Valle dell'Isarco)

Rio Pusteria Rienza 2,04 1,69 2008 0,001 20,6%

Fortezza Isarco 3,3 1,67 680 0,002 7,0%

Val d'Auna Rio Auna – Talvera 0,41 0,36 14,4 0,025 0,1%

Tabella I.6.16:Dati caratteristici di alcuni serbatoi altoatesini (fonte: Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale).

derivazione

Superfice bacino

direttamente sotteso

[km2]

Rapporto superfici

sottese

serb./bac.

Bacino fiume Brenta

Carzano 124,37 20,2%

Grigno 75,76 12,3%

Bacino fiume Chiese

Storo 264,13 84,4%

Cimego 1 169,38 54,1%

Cimego 2 166,12 53,1%

Boazzo 74,7 23,9%

Bacino fiume Sarca

Dro 942,09 90,1%

Torbole 925,74 88,5%

Fies 918,96 87,9%

S. Massenza 2 714,38 68,3%

Nembia 529,89 50,7%

S. Massenza 1 519,61 49,7%

Riva del Garda 1 101,21 9,7%

La Rocca 36,75 3,5%

Duina 22,11 2,1%

Bacino torrente Leno

San Colombano 2 165,66 94,1%

Maso Corona 42,33 24,1%

Tabella I.6.17: Dati caratteristici delle derivazioni nel bacino del Brenta, del Chiese, del Sarca e del Leno(fonte:Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale).

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base 241

I.6.3.2 I risultati

Bacino del Noce

Figura I.6.158: Curve di durata delle portate del torrente Noce.

Figura I.6.159: Curve di durata delle portate del torrente Noce adimensionalizzate con l’area della superficie sottesa.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base242

Figura I.6.160: Grafico box plot delle portate medie mensili del torrente Noce a Ponte Rupe.

Figura I.6.161: Grafico box plot delle portate medie mensili del torrente Noce a Pellizzano.

Dai grafici della durata delle portate adimensionalizzate si evince che la partebassa del corso del fiume Noce risente degli invasi artificiali in maniera considerevole:nella sezione di Ponte Rupe, che costituisce la chiusura del bacino, l’effetto deiserbatoi di S. Giustina e Mollaro si manifesta con una robusta riduzione dei deflussicaratterizzati da una durata superiore al 70% del periodo considerato. Dunque lasezione di Ponte Rupe si ritrova impoverita di acqua nei periodi durante i quali vi è giàcarenza della stessa. Il Noce alla sezione di Pellizzano, pur trovandosi a valle dei

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PARTE I: Quadro conoscitivo di base 243

serbatoi di Careser e Pian Palù che alimentano l’impianto idroelettrico di Cogolo,risente meno del loro effetto di regolazione. Ciò è spiegabile considerando che gliinvasi del Careser e di Pian Palù, pur caratterizzati, soprattutto il primo, da un grandevolume specifico (si veda la Tabella I.6.14), in grado di trattenere tutta la portata inarrivo da monte anche durante gli eventi estremi, controllano una aliquota minima dibacino, corrispondente complessivamente a circa il 19,6% della superficie afferentealla sezione di Pellizzano (4,5% della sezione di chiusura a P.te Rupe). Al contrario,Mollaro e S.Giustina controllano rispettivamente l’85,1% ed il 75,4% della superficietotale. Il secondo, in particolare, si distingue per la notevole capacità d’invaso. Perconfronto è mostrata sullo stesso grafico la FDC dell’Adige chiuso a Ponte S. Lorenzo.Si osserva come quest’ultima sia caratterizzata da una FDC più regolare e menopendente, come si addice a fiumi aventi notevole superficie contribuente e buoncontributo di ricarica delle falde sotterranee. La FDC del Rabbies, affluente di sinistradel Noce, mostra una consistente regolarizzazione dei deflussi più bassi, anch’essaprobabilmente imputabile alle utilizzazioni, oppure ad una maggiore incidenza delloscioglimento nivale che influenza il grado di perennità delle portate più basse. I boxplot relativi a Pellizzano e Ponte Rupe evidenziano come il serbatoio di S. Giustinaeserciti un forte effetto di regolarizzazione dei deflussi con robuste riduzioni delleportate durante il periodo estivo.

Bacino del Sarca

Figura I.6.162: Curve di durata delle portate del fiume Sarca.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base244

Figura I.6.163: Curve di durata del fiume Sarca adimensionalizzate con l’area della superficie sottesa.

Figura I.6.164: Grafico box plot delle portate medie mensili del fiume Sarca a Torbole.

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PARTE I: Quadro conoscitivo di base 245

Figura I.6.165: Grafico box plot delle portate medie mensili del fiume Sarca a Ponte delle Seghe.

La maggiore pendenza delle FDC del Sarca rispetto all’Adige dimostra unamaggiore variabilità nel regime dei deflussi naturali di questo fiume. Le sezioni diNambrone, Ponte delle Seghe e Ponte Plaza rappresentano la parte più alta delbacino, soggetta a regime torrentizio, delimitanti superfici drenanti di alcune decine dichilometri quadrati. Esse manifestano comportamenti fra loro simili, con FDC naturali,ben diverse da quella relativa alla sezione di chiusura del bacino (Torbole), totalmentecontrollata dagli impianti idroelettrici presenti nel bacino. I numerosi invasi inseritinell’area (Ponte Pià, Molveno (216·106 m3), S. Massenza e Toblino, Cavedine), moltidei quali parte di un complesso sistema di sfruttamento idroelettrico, esercitano unnotevole impatto sui deflussi misurati a Torbole. Il box plot relativo alla sezione diponte delle Seghe, caratterizzato dalle due oscillazioni tardo-primaverile ed autunnaledei deflussi, mostra un evoluzione naturale del fenomeno, che di fatto si perde aTorbole, dove la variabilità fluviale viene completamente modificata dallo sfruttamentoidroelettrico, evidenziando solo qualche sporadico afflusso elevato, attribuibile afenomeni di piena. Dalla Tabella I.6.15 si evince come la centrale di Torbole, checapta il flusso dal lago di Cavedine, controlli l’88,5% della superficie totale del bacino.

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PARTE I: Quadro conoscitivo di base246

Bacino del Brenta

Figura I.6.166: Curve di durata delle portate del fiume Brenta.

Figura I.6.167: Curve di durata delle portate del fiume Brenta adimensionalizzate con l’area della superficie sottesa.

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PARTE I: Quadro conoscitivo di base 247

Figura I.6.168: Grafico box plot delle portate medie mensili del fiume brenta a Grigno.

Il bacino del fiume Brenta, nella parte trentina del suo corso, si presenta incondizioni molto prossime a quelle naturali, essendo gli impianti idroelettrici presenti amonte delle sezione di Grigno caratterizzati da modesti volumi d’invaso. Quasi tutti gliimpianti sono ad acqua fluente, con al massimo qualche piccolo serbatoio perl’integrazione giornaliera dei deflussi, ad esclusione dell’impianto di Costa Brunella cheperò è alimentato da un serbatoio di modesto volume che per di più sottende unbacino molto piccolo (si veda la Tabella I.6.15). Dalla FDC calcolata nella sezione diGrigno si nota un lieve appiattimento terminale in corrispondenza dei bassi deflussi,come normalmente accade all’aumentare delle dimensioni del bacino a causa degliafflussi ritardati delle falde. Pure il box plot mostra l’andamento tipico dei deflussinaturali.

Sul territorio idraulicamente a monte di Grigno sono presenti solo tre impiantidi rilievo, Carzano, Costa Brunella e Grigno (si veda la Tabella I.6.15), i quali assiemecoprono solamente circa un terzo della superficie totale del bacino trentino, conserbatoi di volume specifico trascurabile. Si noti il particolare andamento delle FDCdella Brentella, canale di scarico del lago di Levico, con picchi di portate perfettamentelaminati e forte controllo dei deflussi di magra.

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PARTE I: Quadro conoscitivo di base248

Bacini dell’Adige, Astico, Avisio, Chiese, Fersina e Leno

Figura I.6.169: Curve di durata delle portate adimensionalizzate con l’area della superficie totale sottesa: bacinidell’Adige, Chiese, Avisio, Astico, Fersina, Leno.

Figura I.6.170: Grafico box plot delle portate medie mendile del fiume Adige a Trento.

Questa sezione raggruppa le analisi condotte sui bacini per i quali sonodisponibili i dati relativi ad una sola sezione idrometrica.

La curva delle durate che più si discosta da un andamento classificabile comenaturale è quella del fiume Chiese alla sezione di chiusura di Ponte Tedeschi. Questo

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PARTE I: Quadro conoscitivo di base 249

bacino presenta un intenso sfruttamento idroelettrico (la derivazione di Storo, come silegge nella Tabella I.6.14, copre l’84,4% del bacino), con i serbatoi di maggiorecapacità posizionati nella parte alta.

Anche il Leno a Borgo Sacco manifesta l’effetto moderatore esercitato dallecentrali di S. Colombano 2 e Maso Corona: il primo controlla una superficie pari al94,1% del bacino, mentre il secondo deriva le acque captate dal serbatoio piùcapiente posto sulla parte alta del Leno di Vallarsa (Lago Speccheri).

La sezione di Soraga, che con una superficie sottesa di 208 km2 rappresenta il22% dell’intero bacino, può essere utilizzata per rappresentare la parte alta del bacinodell’Avisio, che costituisce la zona meno sfruttata dagli impianti idroelettrici: a montedi Soraga si trova solo il serbatoio di Fedaia, che invia le portate fuori bacino, nelCordevole. L’Avisio presenta altre tre diversioni: due uscenti (Forte Buso, verso lacentrale di Caoria nel Vanoi; Stramentizzo, verso l’impianto di S.Floriano d’Egna),molto rilevanti, soprattutto la seconda, una entrante dal lago delle Piazze (bacino delFersina), meno importante. Si veda il paragrafo Approfondimento: derivazioni diStramentizzo e Pezzè di Moena per osservare l’influenza di questi due impianti suquesto fiume.

L’Adige chiuso a Trento ponte S.Lorenzo, pur presentando molteplici impianti,è caratterizzato da un bacino imbrifero talmente vasto (9.763 km2) da nonmanifestare sulla FDC influenze degne di nota. Si osserva che tale curva è legata aduna definizione statistica dei flussi e non cronologica, dunque non è in grado dimettere in luce comportamenti quali il tipico andamento a denti di sega impostoall’altezza idrometrica della corrente dalle manovre di scarico dei serbatoi.

L’Astico ed il Fersina non manifestano comportamenti che necessitinoparticolari commenti.

Approfondimento: derivazioni di Stramentizzo e Pezzè di Moena

Figura I.6.171: Curve di durata delle portate in ingresso e scarico dalla derivazione di Pezzè di Moena.

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

PARTE I: Quadro conoscitivo di base250

Figura I.6.172: Curve di durata delle portate in ingresso e scarico dalla derivazione di Stramentizzo.

Si discutono ora le FDC relative alle sezioni di Stramentizzo e Pezzè di Moena,sull’Avisio. La prima è caratterizzata da uno sbarramento avente volume specificopiccolo (11 milioni di m3 a fronte di un bacino sotteso di 729 km2), ma che controllauna percentuale di bacino rilevante (77,6%). Tale diga convoglia le portate fuoribacino, verso l’impianto di S.Floriano d’Egna. In corrispondenza della seconda leportate dell’Avisio vengono derivate, attraverso l’omonimo serbatoio, verso Predazzodove è presente la centrale di produzione. Le portate vengono quindi sottratte al lorocorso naturale per un tratto di 10,6 km. Il serbatoio di Pezzè di Moena è dotato dipiccola capacità d’invaso specifico e avente sull’intero bacino influenza pari al 27,6%. Idati utilizzati coprono 5 anni (1994-1998) e riguardano le portate misurate in ingressoal serbatoio e quelle da esso scaricate a valle. Come si osserva dai grafici delle FDC, ilcontrollo sui flussi è totale: la produzione di energia elettrica a S.Floriano richiede iltotale prosciugamento dell’Avisio a valle di Stramentizzo per il 94% del tempo. Unasituazione analoga si osserva fra Moena e Predazzo, dove la secca dura per l’86% deltempo.