CLICKCLICKCOMUNITÀ: IL POSTO PIÙ MERAVIGLIOSO

DELL’UNIVERSO!

COMUNITÀ: IL POSTO PIÙ MERAVIGLIOSO

DELL’UNIVERSO!

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Stampato nel mese di Settembre 2011

Illustrazioni di LINDA BOSCOLOlindaboscolo.blogspot.com

Opuscolo realizzato nell’ambito del progetto “UNA COMMUNITY PER TUTTI”, promosso dal Comune di Conselve con il contributo della Regione Veneto - Assessorato alle Politiche sociali, Volontariato eNon profi t.

CITTÀ di CONSELVE

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ALDEBARAN, O GIÙ DI LÌ

(COMUNITÀ: IL POSTO PIÙ MERAVIGLIOSO

DELL’UNIVERSO!)

Quantunque la Guida Galattica per Autostoppisti ne reclami la meraviglia delle spiagge di finissima sabbia rosa, dei boulevard pieni di palme e cipressi, del fatto che il calendario vi si ostini fermo su un perenne sabato pomeriggio, Orsa Minore Beta non è il posto più bello dell’Universo. Staccando di molte spanne non solo Orsa Minore Beta ma anche luoghi incentevolerrimi come Aldebaran dai 28 tramonti giornalieri, e anche - udite, udite! - il mitologico Dischetto del Rigore, senza ombra di dubbio il posto di maggior benessere all’Universo è la comunità!Comunità, o community che dir si voglia, è una parola-dentifricio: uno se ne riempie la bocca, se la friziona un po’ dentro un discorsetto-spazzolino, e poi risciacqua il tutto con un bel sorriso splendente

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di alito al profumo mentuccia. Quanto poi a sapere e dire davvero che cosa sia e dove si trovi questo luogo, beh… questa è un’altra questione.

Comunità è un posto speciale. E’ il luogo nel quale alcune (a volte poche, altre volte parecchie, altre volte tante) persone hanno le loro comuni fortificazioni, le mura del castello costruito insieme (‘comunità’ dal termine ‘cum-moenia’). E’ il posto dove sempre quelle poche-parecchie-tante persone hanno condiviso valori, incarichi, interessi e possessi (‘comunità’ da ‘cum-munia’).

Comunità è il posto del benessere. Infatti, dal ‘click’ di interrelazioni ed interazioni particolari che si attivano tra i soggetti che formano la comunità sgorgano due sorgenti che nelle migliori spa se le sognano: nella comunità si gode della presenza di sentimenti e di potere! I sentimenti sono quelli della solidarietà e del senso di appartenenza, del consenso e della condivisione, della reciprocità e del coinvolgimento…, a volte addirittura della

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“Comunità è un posto speciale. E’ il luogo nel quale

alcune (a volte poche, altre volte parecchie, altre volte

tante) persone hanno le loro comuni fortificazioni”.

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fiducia e della speranza! E non è tutto. Questi sentimenti sono presenti in modo intenso, ‘sentito’ e condiviso, in uno spazio e in un tempo a portata di mano da parte di ciascuno dei membri della comunità. Il potere è quel senso di competenza e di attivazione per il quale ciascuno dei soggetti della comunità sente di avere capacità e possibilità di incidere circa ciò che riguarda le proprie condizioni e problematiche di vita.

Comunità è il posto più bello dell’Universo, tanto che qualcuno dice che sia un Non-posto, un’Utopia. Ma anche senza consultare National o International o Interplanetarial Geografic quasi tutti sanno che ‘comunità’ è un altro nome per indicare luoghi come la famiglia, il condominio, il gruppo di amici, la compagnia, il quartiere, la classe scolastica, l’associazione sportiva, il gruppo in FB, la comunità parrocchiale, l’associazione AccaZeta, il Comune, ecc.

Comunità è anche un posto delicato e fragile.

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In comunità i sentimenti spuntano come funghi, ma a volte possono essere anche sentimenti velenosi. Si possono trovare anche comunità chiuse, difensive, escludenti, razziste, autoritarie, integraliste… Non serve un kolossal di immaginazione per prevedere la razza pitbullesca di potere che viene allevato in questo tipo di comunità… E non è tutto. Un brutto virus minaccia sempre ogni comunità, quello della mummificazione.

Funziona così: quando sentimento e potere seccano, la comunità si mummifica, perde la vita e salva la pelle; resta solo il guscio dell’apparenza, una pianta di basilico (l’erba dei re!) seccata in un vasetto di plastica. I suoi membri diventano stanchi, disaffezionati, apatici, alieni, e la comunità cessa di essere un organismo vivente. Si smantellano le mura comuni, ciascuno si ritira nella sua trincea; si smembrano i comuni valori e possessi, e ciascuno si micragna dietro al suo particolare interesse. La comunità cessa di essere vista come un’opportunità, e diventa qualcosa da cui stare alla larga…

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“L’arte di far crescere e prendersi cura della comunità passa

attraverso alcune avvertenze”.

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LEGOLIZZAZIONECOMUNITÀ: HANDLE WITH CARE

Se qualche confuso ha visto nel titolo un refuso, e perciò dubita di imbattersi qui sotto in parole labirintiche circa materie psicotropiche, è avvisato di convincersi della correttezza del titolo e di prepararsi a trovare materiale ancor più stupefacente.Circa 30 anni fa, quando ancora i dinosauri scorrazzavano liberi e giocondi per questo nostro pianeta, la Lego sfornava un must per le giovani generazioni di umanoidi: ‘le costruzioni’. Si trattava di mattoncini parallelepipoidali, di colore solitamente rosso-salame, con i quali ciascuno costruiva qualsiasi piffero di cosa la sua fantasia gli permettesse di scorgere nel prodotto che usciva dalle sue manine. Ora, terminato il Cretaceo e in pieno Quaternario, la Lego vende le costruzioni in confezioni pre-confezionate, tali che se compri l’astronave

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spaziale, devi costruirci per forza l’astronave spaziale! E lo stesso dicasi per la nave pirata, per il castello fortificato e per il carrarmato spara bolle di sapone… E se qualcuno ci volesse fare qualcos’altro? Auguri!, a parte il caso nel quale l’hackeraggio sia la vostra passione, è più facile costruire un Boing 747 in scala 1:1 con i fascicoli settimanali della Hobby and Work che cavare un motoscafo dall’ambulanza della Lego.L’arte di far crescere e prendersi cura della comunità passa attraverso alcune avvertenze, di cui la prima è questa. La collaborazione, la cooperazione, la fiducia, la reciprocità, la solidarietà, la speranza, insomma: i meglio sentimenti che rendono la comunità un posto meraviglioso non possono essere pretesi come già presenti, spuntati dal nulla. Lo stesso vale per il potere inteso come assunzione di responsabilità personale e sociale, il potere a somma maggiore di zero (cioè, più potere ho io, più potere hai tu, vs. il potere a somma uguale a

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“I meglio sentimenti che rendono la comunità un posto meraviglioso non possono essere pretesi

come già presenti, spuntati dal nulla”.

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zero, per il quale più potere ho io, meno potere hai tu). Nessuna Lego, nessuna Ikea vende la confezione già precotta di comunità, basta solo mettere insieme i pezzi… Una comunità di relazioni o una comunità di partecipazione non può essere pretesa come punto di partenza; le diverse esperienze di varie e variegate ‘comuni’ hanno dato troppi esiti troppo deludenti; “è errato presumere che gli individui, abbandonati a se stessi, tendano a seguire, nella vita di gruppo, uno schema democratico”, annota tristemente lo studioso (K. Lewin). La comunità di relazioni, luogo del vero benessere individuale e di gruppo, deve essere costruita attraverso processi mirati.La seconda avvertenza è quella che per coltivare questi processi mirati non si deve aver paura di usare un po’ di parolacce.

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“IDIOTA” E ALTRE PAROLACCE

COMUNITÀ: MA COME CRESCE BENE!

Nel termine ‘idiota’ si trova la stessa radice delle distinte e austere parole ‘idioma’ ed ‘identità’. A differenza dei nobili parenti, ora la parola ‘idiota’ significa ‘stupido’, ‘inetto a comprendere’, ‘stolto’. Nel suo significato originario, il termine ‘idiozia’ indicava presso i Romani l’interesse totalitario per i propri affari privati, la completa sordità rispetto al bene della comunità. Perciò ‘l’idiota‘ era il ‘cittadino privato, senza cariche pubbliche’, era ‘l’inesperto, l’inadatto, lo sbarbatello, il troppo piccolo (di età e di capacità) per poter assumere responsabilità pubbliche’, lo ‘sfigato’ insomma, tanto per usare un termine non propriamente classicheggiante.A differenza che da noi, nella Roma Caput Mundi l’‘idiota’, lo ‘sfigato’ era colui che pensava solo ed unicamente ai fatti ed affari propri. Ora pare invece che da considerarsi come ‘parolacce’ siano altri termini,

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tipo: partecipazione, cittadinanza, democrazia… Qui sotto si prova a pronunciare ad alta voce queste parolacce, con tutto l’eco dei significato che si portano dentro e dietro.

Partecipazione: è il dinamismo muscolare della comunità. La partecipazione ha radici nella pacifica condivisa convinzione che il bene comune non è qualcosa di prestabilito da qualcuno prima e al di là dei membri della comunità, ma è costruito giorno per giorno dalla condivisione dei problemi e dallo spirito costruttivo che viene attivato. Poter esprimere la propria opinione, potersi confrontare sulla percezione dei problemi, riuscire ad esercitare il potere decisionale, insomma fare esperienza di partecipazione, attiva il senso di competenza e di potere, aumentando il senso di cittadinanza. La ‘partecipazione’, poi, è qualcosa di diverso e di più vitale che non il semplice ‘coinvolgimento’. Il coinvolgimento si attiva quando qualcuno (individuo, o gruppo, o comunità) si sente interpellato, e quindi aderisce, ad un’idea-forza, ad un’attività, ad una proposta da parte di qualche

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“Poter esprimere la propria opinione, potersi confrontare sulla

percezione dei problemi, riuscire ad esercitare il potere decisionale,

insomma fare esperienza di partecipazione”.

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‘esperto’ esterno; la partecipazione, invece, richiede che l’‘esperto’ siano i soggetti della comunità stessa, dallo sforzo di dare un nome alla situazione/problema/desiderio su cui ci si attiva, fino alla messa in atto e alla verifica dell’intervento progettato. Il coinvolgimento rischia di terminare in una fruizione passiva, o in passeggere esperienze emotive che non permettono nessun processo di crescita; la partecipazione permette di attivare processi di generatività sociale.

Cittadinanza: è la dinamica nervosa-cerebrale della comunità. La cittadinanza è il luogo di ri-creazione delle relazioni, di possibilità di tentare il ‘possibile’ vs. il ‘già dato’ rispetto alla comunità nella quale ci si trova. Il tema e la realtà della cittadinanza sono sostenuti dal principio costituzionale della sussidiarietà e dalla legge quadro 328/2000 che promuove le competenze partecipatorie, dialogiche, negoziali e di risoluzione collaborativa dei problemi da parte dei cittadini. L’auspicata caduta del muro che per tempo ha contrapposto gli amministratori (paladini del bene

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comune) e i cittadini (indiziati di essere solo portatori di interessi privati) potrebbe aprire la strada a nuove consapevolezze e a nuove pratiche comunitarie. Come, ad esempio, la ricerca di un welfare di comunità, basato non più sulla rivendicazione di diritti individuali sempre più numerosi e sempre più ‘privati’, quanto piuttosto sulla promozione di beni pubblici e relazionali, beni indivisibili che possono essere prodotti e fruiti solo insieme, da tutti coloro che li condividono, e che non esistono separati dai soggetti che li vivono.

Democrazia: è il dinamismo cardiaco della comunità. La democrazia è più che un regime politico, è la rigenerazione continua degli elementi senza i quali non può esistere la comunità come luogo dei sentimenti di collaborazione, cooperazione, fiducia, reciprocità, solidarietà, speranza, e del potere come assunzione di responsabilità personale e sociale: i cittadini producono la democrazia che produce i cittadini. La democrazia ha un solo grande difetto, nell’epoca del tutto e subito: richiede tempi lunghi e grande cura.

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CITTÀ di CONSELVE

Opuscolo realizzato nell’ambito del progetto Una community per tutti con il contributo della Regione Veneto – Assessorato

alle Politiche sociali, Volontariato e Non profi t.

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