che cos’e’ il caf external feedback?
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CHE COS’E’ IL CAF EXTERNAL FEEDBACK?. a cura di Daniela Nieri e Vincenzo Tedesco in preparazione della visita on site relativa al PEF (Procedura External Feedback) del 22 dicembre 2011 Sintesi estratta dai documenti del CAF-Formez. CAF EXTERNAL FEEDBACK. - PowerPoint PPT PresentationTRANSCRIPT
a cura di Daniela Nieri e Vincenzo Tedesco in preparazione della visita on site
relativa al PEF (Procedura External Feedback) del 22 dicembre 2011
Sintesi estratta dai documenti del CAF-Formez
CAF EXTERNAL FEEDBACKE’ una procedura comune europea implementata nei
diversi Stati Membri su base volontaria.Promuove una valutazione delle modalità con cui
viene realizzato il processo di autovalutazione CAF (Common Assessmen t Framework – griglia comune di autovalutazione) e dei suoi effetti sull’organizzazione.
La valutazione è condotta con la tecnica dei pari in logica di peer evaluation.
Conduce al riconoscimento europeo “Effective CAF User” (ECU) con validità due anni
Si basa su tre Pilastri 1. il processo di autovalutazione 2. il processo di miglioramento 3. il livello di maturità dell’organizzazione rispetto ai principi
del TQM
Incontro autoformazione 20 dicembre 2011
Obiettivo del PEF (Procedura External Feedback)analizzare il processo di autovalutazione e di
miglioramento intrapreso dall’organizzazione sulla base del modello CAF
valutare la maturità dell’organizzazione nel suo complesso secondo l’applicazione dei principi fondamentali del TQM (Total Quality Management)
fornire feedback e suggerimenti sul processo di autovalutazione e di miglioramento basato sul modello CAF
contribuire a rinnovare e sostenere l’entusiasmo dell’organizzazione verso l’autovalutazione ed il miglioramento continuo
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Chi può partecipare alla procedura ?Possono accedere alla procedura le amministrazioni che hanno
concluso un processo di autovalutazione basato sul modello CAF (noi abbiamo partecipato al laboratorio CAF CRUI).
L’autovalutazione deve essere stata conclusa non prima di 6 mesi e non dopo 1 anno (il tempo è calcolato considerando il periodo compreso fra il mese di conclusione/approvazione del rapporto di autovalutazione e l’iscrizione alla procedura).
Condizione è che l’organizzazione sia registrata (o provveda alla registrazione) come Utente CAF nel database online gestito dal CENTRO RISORSE EUROPEO CAF
Le amministrazioni che si candidano a partecipare devono aver elaborato un Piano di Miglioramento formalmente condiviso con il management di riferimento. Piano che deve esser stato avviato a realizzazione. (non avendo uno specifico piano abbiamo utilizzato alcuni progetti contenuti nel piano delle performance 2011-2013 come piano di riferimento per la procedura) Incontro autoformazione 20 dicembre
2011
Quando è utile partecipare?Si è acquisita una conoscenza approfondita del modello CAF
(cultura dell’autovalutazione ed esperienze di autovalutazioneL’autovalutazione viene realizzata nel rispetto dell’applicazione
corretta del modello e riesce a lasciar traccia dei ragionamenti fatti e delle scelte effettuate (cultura della documentazione)
Si è completato il percorso dall’autovalutazione all’elaborazione e implementazione di un piano di miglioramento (gestione del piano di miglioramento)
Si è acquisita la consapevolezza che gli obiettivi dell’autovalutazione e del miglioramento vanno perseguiti con costanza e metodicità
La Dirigenza ha acquisito la consapevolezza che la politica del cambiamento richiede uno sforzo e un atteggiamento positivo e la piena e dedita collaborazione di tutto il Personale
Incontro autoformazione 20 dicembre 2011
I principi fondamentali della procedura CAF PRIMA FASE: INIZIO
Step 1 Decidere come organizzare e pianificare l’autovalutazione Step 2 Comunicare il Progetto di Autovalutazione
SECONDA FASE: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE Step 3 Formare uno o più gruppi di autovalutazione Step 4 Organizzare la Formazione Step 5 Condurre l’autovalutazione Step 6 Stendere un report descrittivo dei risultati dell’autovalutazione
TERZA FASE: IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Step 7 Delineare un Piano di Miglioramento Step 8 Comunicare il Piano di Miglioramento Step 9 Attuare il Piano di Miglioramento Step 10 Pianificare la successiva Autovalutazione
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PRIMA FASE: INIZIODecidere come organizzare e pianificare l’autovalutazioneFare in modo che la decisione della dirigenza dell’ente sia
consapevole e basata su una adeguata consultazione dei portatori d’interesse
Definire un ambito preciso in cui effettuare l’autovalutazione e nel contempo decidere l’approccio da utilizzare
Individuare le risorse necessarie e renderle disponibili, nonché nominare un Responsabile
Comunicare il Progetto di AutovalutazioneDefinire ed avviare un Piano di ComunicazioneStimolare il coinvolgimento del personale nell’AutovalutazioneComunicare con i portatori d’interesse durante tutte le fasi
della procedura
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SECONDA FASE: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONECostituire il gruppo/i di autovalutazione stabilendone il numero
di composizione e le caratteristiche dei soggetti che lo/li andranno a comporre
Realizzare interventi formativi/informativi per la dirigenza e per il gruppo/i di autovalutazione
Fornire un elenco di tutte le informazioni, di tutti i documenti ritenuti significativi
Condurre l’autovalutazione individuale e di gruppo con raggiungimento del relativo consenso ed attribuzione del punteggio
Preparare il rapporto finale con i risultati dell’autovalutazione. I risultati vanno presentati ed approvati dalla dirigenza, e
successivamente anche all’organizzazione nel suo complesso ed ai principali portatori d’interesseIncontro autoformazione 20 dicembre
2011
TERZA FASE: IL MIGLIORAMENTO Identificare le priorità d’azioneCollocare le azioni da realizzare secondo un piano di sviluppo
temporale realistico e che abbia obiettivi e fasi di controllo Integrare il piano nel normale processo di pianificazione
strategica dell’enteDefinire un piano di comunicazione per il progetto di
miglioramento (singole azioni)Comunicare il piano alle tutte le parti interessateDefinire un approccio coerente di monitoraggio e valutazione
delle azioni di miglioramento basato sul ciclo PDCANominare un responsabile per ciascuna azione previstaPianificare le successive attività di valutazione. Valutare l’esito
delle azioni di miglioramento attraverso una nuova autovalutazione
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ALCUNE CONSIDERAZIONINella nostra prima applicazione del CAF abbiamo incontrato
alcune difficoltà per la mancanza di misurazioniQuesta mancanza è stata comune a molte amministrazioni che,
spesso, fra le prime azioni di miglioramento conseguenti all’autovalutazione hanno proprio avviato SISTEMI DI MISURAZIONE
La procedura di autovalutazione dovrebbe andare oltre la stesura del rapporto di autovalutazione. Essa dovrebbe condurre direttamente alla definizione di azioni volte a migliorare la performance dell’organizzazione e a sviluppare un sistema di valutazione.
Il piano d’azione è uno dei principali scopi dell’autovalutazione condotta con il CAF e anche il mezzo per apportare informazioni fondamentali al sistema di programmazione strategica dell’organizzazione
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LOGICA PORTANTE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTOAzione di pianificazione sistematica ed integrata che
riguarda il funzionamento complessivo dell’organizzazioneFondato sui risultati dell’attività di autovalutazione ed è
pertanto basato su evidenze e dati forniti dall’organizzazione stessa e – cosa assolutamente fondamentale – sul punto di vista del personale dell’organizzazione
Prende spunto dai punti di forza focalizzandosi nel contempo sull’eliminazione dei punti deboli dell’organizzazione associando a ciascuno di essi appropriate azioni di miglioramento
Incontro autoformazione 20 dicembre 2011
INDIVIDUARE LE PRIORITA’ DA SEGUIRE NELLE AZIONI DI MIGLIORAMENTONel preparare il piano di miglioramento, la
dirigenza potrebbe considerare l’uso di un approccio strutturato che comprenda le seguenti domande:Tenuto conto della visione e della strategia
dell’organizzazione, dove vogliamo essere fra due anni? (Logica del piano delle performance)
Quali azioni devono essere intraprese per raggiungere questi obiettivi? (strategia/compiti)? (Gli obiettivi ritenuti necessari)
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STRUTTURAZIONE DEL PROCESSO PER DEFINIRE UN PIANO DI MIGLIORAMENTORaccolta delle idee per il miglioramento contenute nel report
di autovalutazione e aggregazione per temiAnalisi delle aree di miglioramento e delle idee emerse
dall’autovalutazione per formulare azioni di miglioramento coerenti con gli obiettivi strategici dell’organizzazione
Individuazione priorità delle azioni di miglioramento usando criteri condivisi per calcolare il loro impatto (basso, medio, alto) sulle aree di miglioramento, come:
Peso strategico dell’azione (una combinazione di impatto sui portatori di interesse, impatto sui risultati dell’organizzazione, visibilità interna/esterna);
Facilità di implementazione delle azioni (considerando il livello di difficoltà, le risorse necessarie e la velocità di realizzazione)
Assegnare la responsabilità di ciascuna azione definendo le scadenze temporali, i risultati intermedi attesi e le risorse necessarie
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ESEMPIO DI SCHEDA PER LE AZIONI DI MIGLIORAMENTO: Programma Azione 1 : (es. Leadership) Azione 1.1 : descrizione dell’azione Sponsor: la massima autorità responsabile dell’ambito che vuole sostenere una specifica azione;
potrebbe essere considerata come l’utilizzatore finale Responsabile: la persona o il servizio responsabile dell’azione Team operativo: le persone identificate per realizzare l’azione: possono essere sia interne che
esterne all’organizzazione Contatti: Ambito: Portatori di interesse: Punti di forza definiti nell’autovalutazione: Contesto e aree di miglioramento: Opzioni alternative da esplorare: Vincoli: Risorse umane necessarie (in giorni/uomo): Budget: Risultato atteso: Data inizio: Data di conclusione prevista
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MONITORARE I PROGRESSI E RIPETERE L’AUTOVALUTAZIONEUna volta formulato il piano di miglioramento e
avviati i cambiamenti, è importante assicurarsi che questi producano un effetto positivo, e non l’opposto, sulle attività che in precedenza l’organizzazione realizzava con successo. Alcune organizzazioni hanno regolarmente inserito l’autovalutazione nel proprio processo di pianificazione organizzativa: le attività di valutazione sono pianificate temporalmente al fine di orientare la definizione annuale degli obiettivi e la richiesta di risorse finanziarie
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Il PUNTO DI VISTA DELLE AMMINISTRAZIONI “Effective CAF User”
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Chiara Morandini – Dirigente responsabile Area Risorse Umane, finanziarie e strumentali, Comunicazione e rete civica, Qualità Totale del Comune di Trento Il Comune di Trento ha introdotto principi, strumenti e tecniche della
“Qualità” a partire dal 2001 e questo ha permesso una riduzione dei tempi dei procedimenti, una semplificazione, la riduzione degli errori, per mezzo di una forte condivisione a livello politico e con un forte coinvolgimento della dirigenza
Successivamente è stato adottato come modello di riferimento il CAF ed è stato individuato un numeroso gruppo di VALUTATORI fra i collaboratori nelle varie articolazioni organizzative
Hanno alternato con successo autovalutazione e valutazione esterna La valutazione PEF (Procedura External Feedback) può risultare
particolarmente utile ed efficace per organizzazioni che sono state impegnate nella prima applicazione del modello (come Unipi), così da poter correggere fin da subito eventuali carenze nell’impostazione del processo.
Il sistema di pianificazione dell’ente è strettamente in raccordo con i risultati dell’autovalutazione e alla conseguente pianificazione del miglioramento.
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Grazia Castelli – Dirigente Scolastico III Circolo Didattico San Giovanni Bosco di Massafra (TA)
Hanno iniziato con la certificazione UNI EN ISO 9001 dall’a.s. 2001/2002 e la prima applicazione CAF nel 2007/2008
Si è realizzato nella scuola un clima particolare, generato da una cultura della trasparenza e della condivisione che incide sui comportamenti, sulla motivazione e sulla comunicazione
L’autovalutazione è diventata un esame critico e una diagnosi delle attività e dei risultati dell’organizzazione
Il punteggio con la griglia di valutazione PDCA permette all’organizzazione anche la misura, non solo della situazione presente, ma del progresso conseguito su base periodica
La diffusione del CAF ha favorito e incentivato azioni di benchlearning e benchmarking
La valutazione esterna è “un terzo occhio” che, non facendo parte del corpo che opera, ha una visione più nitida e meno contaminata ed è capace di guardare oltre il consueto e già noto
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E LE UNIVERSITA’ ?
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Stato dell’arte nelle Università italiane
Al laboratorio CAF-CRUI hanno aderito 38 Università Alcune Università hanno creato una pagina web relativa alla
sperimentazione del CAF , dopo aver aderito al laboratorio CAF-CRUI (Università di Catania, Università degli studi di Bari Aldo Moro, Università del Salento che ha istituito anche un servizio helpdesk, Università di Modena e Reggio Emilia, all’interno dell’ufficio organizzazione, Università di Macerata)
Alla procedura FEF per il 2011, fra le Università, si è candidata solo l’Università di Pisa
Per il 2012 si sono candidate l’Università di Firenze e l’Università degli Studi del Piemonte Orientale
L ’Università di Bari e di Cagliari sono coinvolte perché propri dipendenti sono diventati valutatori EFAC – External Feedback Actor nellambito della procedura europea CAF External Feedback (l’università di Bologna ha inviato propri dipendenti al corso EFAC, ma non sono diventati valutatori)
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SINTESI DELLE AUTOVALUTAZIONI EFFETTUATE PER LA
PARTECIPAZIONE ALLA PROCEDURA EXTERNAL FEEDBACK
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Griglia di valutazione sul metodo applicatoLa griglia di valutazione ha cinque livelli: 1 = Le attività sono state svolte in modo molto
limitato 2= Le attività sono state svolte in modo limitato3= Le attività sono state svolte in modo accettabile4= Le attività sono state svolte in modo
soddisfacente5= Le attività sono state svolte in modo eccellente(Sulla tabella seguente è stata effettuata la media
aritmetica delle autovalutazioni e arrotondata inferiormente)Incontro autoformazione 20 dicembre
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Autovalutazioni NOVEMBRE 2011
Tabella dei punteggi 1 2 3 4 5
Step 1 - Decidere come organizzare e pianificare l’autovalutazione
X
Step 2 - Comunicare il progetto di autovalutazione
X
Step 3 - Formare uno o più gruppi di autovalutazione
X
Step 4 - Organizzare la formazione X
Step 5 - Condurre l’autovalutazione X
Step 6 - Stendere un report descrittivo dei risultati dell’autovalutazione
X
Step 7 - Elaborare un Piano di Miglioramento, basato sull’ autovalutazione
X
Step 8 - Comunicare il Piano di miglioramento X
Step 9 - Implementare il Piano di miglioramento
X
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Griglia di valutazione relativa ai concetti fondamentaliLa griglia di valutazione ha quattro livelli:0= Il livello iniziale non è stato raggiuntoI= Livello inizioR= Livello di realizzazione M= Livello di maturità
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Autovalutazioni
Principi dell’eccellenza dell’EFQM O I R M
1. Leadership e fermezza dei propositi O
2. Orientamento ai risultati I
3. Focalizzazione sul cliente I
4. Gestione per processi e obiettivi I
5. Coinvolgimento e sviluppo del personale I
6. Miglioramento continuo e innovazione R
7. Sviluppo delle partnership R
8. Responsabilità sociale R
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IL NOSTRO PRIMO OBIETTIVO DURANTE LA VISITA ON SITE E’
QUELLO DI DARE EVIDENZA (attraverso documenti ed esempi) CHE LE NOSTRE AUTOVALUTAZIONI SONO
SOTTO-STIMATE
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UN OBIETTIVO ANCORA PIU’ AMBIZIOSO E’ QUELLO DI OTTENERE IL
RICONOSCIMENTO EUROPEO DI“Effective CAF User” (ECU)
con validità 2 anni(ricordare che la valutazione si basa
sull’esame di un modello di processo e non di un modello dell'essere bravi…)
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Per il futuro ………………..
1) DEFINIZIONE SISTEMA DI VALUTAZIONE(EX DLGS 150/2009)2)AGGIORNAMENTO PIANO DELLE PERFORMANCE (2012-2014)3) ANALISI DEI RAPPORTI DI VALUTAZIONE CAF-CRUI E PREMIO QUALITA’4)PREMIO QUALITA’ – MAGGIO 2012?
ETC…..Incontro autoformazione 20 dicembre 2011