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Centro Studi C.N.I. - 26 novembre 2012

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Centro Studi C.N.I. - 26 novembre 2012

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 26 novembre 2012

Pagina I

RIFORMA ORDINI

Professioni, mercato e riforme rendono oggi l'accesso più faticosoItalia Oggi Sette 26/11/12 P.44-45

Ignazio Marino,Benedetta Pacelli

1

INARCASSA

Progetto Inarcassa per coinvolgere gli operatori del settore privato nel rilancio dell'ediliziascolastica

Repubblica Affari Finanza 26/11/12 P. 37 3

DISSESTO IDROGEOLOGICO

Architetti, ingegneri e geologi: "Così l'Italia si salva dal dissesto"Repubblica Affari Finanza 26/11/12 P. 38 Catia Barone 4

RIORDINO PROVINCE

Province, il riordino resta in panne; guerra dei veti per bloccare i tagliMessaggero 26/11/12 P. 8 Barbara Corrao 6

UNIVERSITÀ ONLINE

Università. La carica delle lauree onlineCorriere Della Sera -Corriereconomia

26/11/12 P. 30 Barbara Millucci 9

INFRASTRUTTURE

In un anno 67 opere spariteSole 24 Ore 26/11/12 P. 10 Francesco Nariello,Valeria Uva

11

PIANO CASA

Crescita, il volano del mattoneSole 24 Ore 26/11/12 P. 13 Valerio Castronovo 13

CONTRIBUTI DI COSTRUZIONE

La data di Scia e Dia fissa il prezzo degli oneriSole 24 Ore - Norme ETributi

26/11/12 P. 6 Donato Antonucci 15

RESPONSABILITÀ SOLIDALE LL.PP.

Appalti-subappalti, così non vaItalia Oggi Sette 26/11/12 P. 13 Duilio Lui 18

STUDI PROFESSIONALI

Dalle Casse un aiuto ai giovani per avviare lo studio professionaleItalia Oggi Sette 26/11/12 P. 45 19

ARBITRATI

Dai Tar alla Corte dei conti l'arbitrato diventa un tabùSole 24 Ore 26/11/12 P. 19 20

MEDIAZIONE

Giustizia snella, il sogno svanitoStampa 26/11/12 P. 18 Laura Anello 21

LE INTERVISTEStampa 26/11/12 P. 19 25

ANTITRUST

"L'Antitrust è debole, va riformato"Repubblica Affari Finanza 26/11/12 P. 38 Adriano Bonafede 27

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l lagglo dí IoLavoro nel mondo degli ordíní, quesGíulCùraícrescíuCí molto dipiù del.l.'econornía

s 9ioni , mercao %Nrendo-no oggi l'accesso pin °faticoso

Pagine a curaDI IGNAZIO MARINO

E BENEDETTA PACELLI

i sicuro dieci anni fa erapiù semplice diventareprofessionisti e inserir-si nel mercato. Basti

pensare che secondo il rappor-to Cresme-Cup la crescita degliiscritti agli albi professionali haavuto un andamento costante eduraturo nell'ultimo decennio:dal 1998 al 2010 si è passati da1.150.000 a oltre 2 milioni disoggetti con un aumento di oltreil 70%. Oggi, fra liberalizzazio-ni, crisi e economica e riformadegli ordinamenti le cose sonoun po' cambiate. E il mercatodel lavoro, per il giovane frescodi laurea può apparire una sel-va oscura fatta di adempimen-ti e concorrenza spietata. Eccoperché vale la pena fotografareil momento attuale e metterlain relazione alle ultime novitànormative in vigore dal 14 ago-sto 2012 (dpr Severino dpr n.137/12 pubblicato sulla Gazzet-ta Ufficiale n. 189 del 14 agosto2012) che pur non avendo stra-volto l'attuale sistema ordinisti-co hanno comunque introdottodiverse novità.

La crisi del sistema

Secondo un' indagine realiz-zata da «"Rete delle professio-ni» in collaborazione con Unico,sigla sindacali interna alla ca-tegoria dei dottori commercia-listi e degli esperti contabili, ilfatturato complessivo del com-parto professionale è diminuitomediamente del 40%. E anchese alcune professioni (ingegne-

ri e commercialisti soprattutto),hanno retto meglio all'urto del-la crisi, anche per loro il volumedi affari ha subito una bruscafrenata. Il Rapporto sulla do-manda pubblica dei servizi diingegneria e architettura sti-lato dall' Oice (l'Associazionedelle organizzazioni di ingegne-ria, architettura e consulenzatecnico-economica), sul periodogennaio 2010-giugno 2012 mo-stra per esempio come il merca-to sia rimasto bloccato (-22,4%)per via della contrazione delladomanda pubblica, della sem-pre più massiccia presenza diprogettisti pubblici e della par-cellizzazione degli incarichi. Eancora, secondo l'indagine Cre-sme commissionata dal Consi-glio nazionale degli architetti,il reddito meglio di questi pro-fessionisti è sceso negli ultimi 5anni da 29 mila a 22 mila euro,registrando un calo del 25%.Non è andata meglio per l'areagiuridica. Gli ultimi dati dellaCassa forense fotografano la cri-si inesorabile della professione:il reddito medio annuo nel 2010è calato ulteriormente rispettoal 2009, anno in cui si era giàverificata una caduta del 3,1%rispetto all'anno prima (da50.351 euro a 48.805). La crisinon ha risparmiato neppure inotai che negli ultimi due annihanno registrato un calo delreddito medio di circa il 20%.

Cosa cambia con la riformadelle professioni

Oltre a far fronte alla crisi,poi, i professionisti italiani do-vranno adeguarsi alle normestabilite dalla riforma delle

professioni. E così è sparitoqualsiasi riferimento alle ta-riffe, diventano obbligatoriel'assicurazione professionale ela forma scritta dell'incarico, lapubblicità acquisisce un ulterio-re grado di libertà, il tirocinioper quelle professioni che già loprevedevano per legge diventadi 18 mesi e la formazione con-tinua è obbligatoria, pena san-zioni disciplinari. Alcuni doveriin più ma anche (forse?) qualchevantaggio. Uno di questi è proprioil periodo di praticantato che pergli aspiranti ad una professioneeconomico-legale si fa decisamen-te più snello. Addirittura dimez-zato (da 36 a 18 mesi) per i futuridottori commercialisti ed esperticontabili, mentre ridotto di seimesi per i futuri avvocati (anchela riforma forense in discussio-ne in Parlamento prevede questotempo) o i consulen-ti del lavoro,p e r entrambi

fino oradella du-

rata di

due anni. E non solo, perché seallo «sconto» degli anni si uniscela possibilità di anticipare i pri-mi sei mesi di pratica durantel'ultimo anno di università il ri-sparmio di tempo è sostanziale erestringe ad un solo anno il realeperiodo di pratica presso uno stu-dio. Nessun tirocinio, invece, perle professioni tecnico-scientifichedi ingegneri e architetti, mentrei periti industriali e agrari do-vranno modificare i propri ordi-namenti riducendo la durata deitirocini svolti in azienda o in unstudio fino alla riforma Severi-no di 36 o 24 mesi. Guadagnanotempo anche i futuri agrotecnici,giacché fino ad ora la pratica eravariabile da 6 a 36 mesi a secon-da dei titoli.

Gli obblighi per i professionisti

Ma la riforma aggiunge so-prattutto una serie di ulterioriadempimenti. Il primo di questi èla formazione continua, non solosarà obbligatoria ma il mancatoassolvimento costituirà un illeci-to disciplinare. C'è poi il capitolo

della pubblicità. Iprofessionisti cioèpotranno farepubblicità in-formativa sullapropria specia-

lizzazione, i ti-toli possedutie i compensirichiesti perla prestazio-

ne professiona-le. In realtà lapubblicità eragià stata sdo-ganata daldecreto Ber-

Riforma ordini Pagina 1

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sani del 2006 ma il dpr Severinorafforza questo principio, regola-mentando la libertà di pubblicitàinformativa relativa all'attivitàprofessionale, purché «funzionaleall'oggetto», veritiera e corretta.In caso di violazione si allargail ventaglio delle sanzioni: oltreall'illecito disciplinare si rischia,infatti, di violare anche le normedel codice del consumo e dellapubblicità ingannevole in attua-zione di una direttiva comunita-ria. Determinante infine per le ri-percussioni che avrà sull'attivitàprofessionale, la previsione rela-tiva all'obbligo di assicurazione apartire da agosto 2013 che oltre aprevederne l'obbligo per i danniderivanti dall'esercizio di attivitàprofessionale ne estende l'intro-duzione «all'attività di custodiadi documenti e valori ricevutidal cliente».

Gli sviluppi futuri

Con l'inizio della crisi e lafrenata della domanda, per leprofessione tecniche si è comun-que aperta una nuova fase dimercato caratterizzata da unamaggiore attenzione nei con-fronti della riduzione dell'im-patto ambientale e degli spre-chi. In questo nuovo scenario,si ricolloca soprattutto la figuradegli architetti e di ingegneri cheoperando su diversi campi di at-tività ad alta specializzazionesono chiamati ad assumere unruolo centrale nel processo diriconversione tecnologica. Lagrande sfida del settore è quelladi utilizzare e valorizzare ognigenere di risorsa al meglio e al

SEGUE DA PAG. 44

minor costo. Secondo l'Isfol,poi, entro il 2015 il numerodegli occupati con un titolo dilaurea crescerà non poco (379mila soggetti in più) e con di-versi gruppi professionali chene beneficeranno più di altri.Evoluzione positiva ancheper gli specialisti in scienzegiuridiche, in particolare per iprofessionisti esperti legali inimprese ed enti pubblici. Tragli specialisti in Scienze socialisaranno richiesti soprattuttoquelli in Scienze economiche.In termini di volumi totalicresceranno la richiesta diesperti in Scienze gestionali ecommerciali (quasi 80 mila).In questo caso, la gran partedelle assunzioni saranno persostituire le figure in uscita ele professioni coinvolte saran-no soprattutto gli specialistiin contabilità e in problemifinanziari.

Area sanitaria

E vero che per la prima voltanell'anno in corso sono rallen-tate le domande per l'ammis-sione ai corsi di laurea delleprofessioni sanitarie e che ilsettore nel 2011 ha registratoun lieve calo in termini occu-pazionali, ma la corsia conti-nua a restare una chance sicu-ra per i giovani. A prescinderedal periodo trascorso dall'ac-quisizione del titolo, infatti, aiprimi posti ci sono sempre lorocon un tasso di occupazioneche sfiora il 1001% specie per imedici già a un anno dalla lau-rea. E il futuro occupazionaledei camici bianchi è destinatoa migliorare ancora. Non soloalla luce della nuova gobbapensionistica come denuncia-to più volte dalla Federazionenazionale degli Ordini dei me-dici chirurghi e odontoiatri,ma anche per lo scollamentoesistente tra le richieste delleregioni e il potenziale forma-tivo delle università. Secondol'elaborazione della Conferen-za delle professioni sanitariedel Miur, infatti per le laureein medicina servirebbero al-meno 2 mila posti in più ri-spetto a quelli programmatidalle università. S

e si mette, poi, a confrontoil trend degli specialisti negliultimi anni e la distribuzionedei contratti di formazione de-cisa per decreto (mai più di 5mila posti disponibili a frontedi oltre 8 mila richieste) siconferma la necessità rile-vata dalla Fnomceo di unprogetto strategico che ri-moduli e adegui fabbisognie competenze professionaliai cambiamenti del sistemasanitario.La forte esigenzadi questi professionisti ela necessità di cambiare lemodalità di erogazione delservizio e delle prestazionimediche e sanitarie trovaconferma in una sempre piùsostenuta domanda di infer-mieri e tecnici di radiologiamedica, professioni che giàoggi vivono una condizionedi notevole affaticamento,per via di un vistoso sottodi-mensionamento rispetto alleesigenze del mercato.

Riforma ordini Pagina 2

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[ LA PROPOSTA ]

Progetto Inarcasse per coinvolgeregli operatori del settore privatonel rilancio dell 'edilizia scolastica

"Il mestiere del costruire". Punta suquesto claim il convegno organizzato permercoledì prossimo a Roma (dalle ore10 alle 13, presso l'auditorium del 'MAXXI - Via Guido Reni , 4) da Inarcassa,l'ente previdenziale degli architetti eingegneri liberi professionisti, che hascelto come sottotitolo "La materiadove serve ". Chiaro il riferimento al temapiù caldo del momento nel settore: comeindividuare una strada per rilanciarel'edilizia puntando sulla qualità.L'appuntamento sarà l 'occasione per unconfronto tra i principali attori dellafiliera delle costruzioni : la committenza,

i progettisti , i costruttori, leistituzioni e la politica . Si parleràdi riqualificazione urbana, disicurezza e prestazionienergetiche nell'edilizia pubblicae privata, per dare impulso aprogetti di sviluppo e contribuirecosì al rilancio dell 'economia.Tra i focus del convegno,l'approccio strategico diriqualificazione immobiliare in

Il ministro chiave di risparmio energeticodell'Ambiente, . ambientale - sul quale è previsto unCorrado Clini intervento del ministro

dell'Ambiente Corrado Clini - el'esempio operativo attuato dalComune di Bologna e Inarcassa perl'uso di strumenti innovativi capacidi creare opportunità professionali

coniugando investimenti privati epatrimonio immobiliare pubblico.Quest ' ultimo è, infatti, uno dei filoni conmaggior seguito negli approfondimentidegli ultimi mesi: a fronte di cassepubbliche sempre più esangui , si,cerca dicoinvolgere i privati nei progetti di rilancio.In particolare , la Cassa di previdenza e ilComune emiliano hanno siglato unprotocollo d'intesa per la costituzione di unfondo immobiliare chiuso finalizzato adammodernare e recuperare il patrimonioimmobiliare scolastico esistente ecostruire nuovi edifici dotati di architettureinterne innovative , capaci di sostenere iprocessi di digitalizzazione delle scuole edella didattica . (l.d.o.)

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Inarcassa Pagina 3

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Architeffi4ngegneri e geologi ."Così d'Italia si salva dal dissesto"

LE PROPOSTE AL GOVERNODEI PRESIDENTI DEI TRECONSIGLI NAZIONALI PERLASALVAGUARDIA DEL TERRITORIOITALIANO. SONO SEI MILIONI EMEZZO GLI EDIFICI ARISCHIO

-SISMICO. IL RUOLO DELLEPOLITICHE FISCALI ATTIVEGIASPERIMENTATE CONSUCCESSO INALTRI PAESI

CatiaBarone

Milano

Soluzioni per la salvaguar-« dia del- territorio ci sono,

anche in tempo di crisi e senza do-ver necessariamente svuotare lecasse dello stato o aumentare letasse ai cittadini». A dirlo sono ar-chitetti, ingegneri e geologi che, difronte all' ennesimabndata di mal-tempo e a intere comunità messeinginocchio dalle piogge, alzanolavoce contro il governo, ma avanza-no anche delle proposte.

Lo scenario è tutt'altro che rassi-curante. Ci sono infatti ancora seimilioni e mezzo di edifici a rischiosismico e un milione e mezzo a ri-schio idrogeologico (dati Cresme).E allora che cosa si può fare? «Par=tire dagli investimenti sulle operepubbliche e riequilibrarli, metterea posto le priorità - risponde Leo-poldo Freyrie, presidente del Con-siglio nazionale degli Architetti -Basti pensare che i soldi spesi perpagare la penale sul ponte di Mes-sina potevano essere utilizzati perristrutturare gli edifici di 50 milapersone. Ilvero problema è che og-gi, mentre crollano le case, il 98%degli investimenti va su strade eferrovie».

Tra l'altro una vera politica pre-ventiva di manutenzione del terri-toriopeserebbemolto dimeno sul-le casse dello stato rispetto aí costi

dei disastri, delle emergenze e del-le ricostruzioni: «Chi governa e le-gifera dovrebbe aggiornarsi alla.scuola dei nostri virtuosi cugini te-deschi secondo i quali - incalzaFreyrie - per ogni euro speso inma-nutenzione erisparmio energeticodel patrimonio immobiliare, allostato ne tornano quattro sotto for-ma di gettito fiscale, minori oneriper la disoccupazione e risparmiodi costi energetici». Secondo i tec-nici, infatti, il governo non deve ne-cessariamente pagare per rimette-re in sicurezza tutte le case a ri-schio, basterebbe creare le condi-zioni affinché siano gli stessi citta-dini a farlo. E su questo il presiden-.te del Consiglio nazionale degliArchitetti avanza diverse propo-ste, come finalizzare gli incentiviprendendo l'esempio della cassadepositi e prestiti tedesca (Kfw):«Più il cittadino rende sicura la suacasa più ottiene incentivi, e questopotrebbe essere applicato anchecon sconti fiscali sull'Imu». Fino allibretto immobiliare obbligatorioperrenderepiù consapevolile per-sone. Ovvero un documento, simi-le a quello delle automobili, che at-testa se l'edificio è in zona sismicaed è progettato secondo le normeantisismiche, oltre a indicare qua-le deve essere il programma di ma-nutenzione da seguire, e a fornire idati sul consumo energetico del-l'abitazione.

Insomma, oggi manca una verapolitica di intervento come sostie-ne anche Armando Zambrano,presidente del. Consiglio nazionaledegli ingegneri: «Perché non sipunta su piani di premialità urba-nistica? Faccio un esempio. Baste-rebbe concedere un vantaggioeconomico a chi decide di sposta-re la propria abitazione da un'areaa rischio ad un'altra più sicura.Penso al premio in cubatura, ovve-

ro alla possibilità di costruire unfabbricato di maggiori dimensio-ni, rispetto a quello originario,'consentendo così al cittadino divendere la parte della costruzioneche non utilizza». Secondo Zam-brano si potrebbe inoltre prevede-re anche un piano per le aree bo-schive: «Perché questi terreni nonvengono dati in concessione a pri-vati? Gli investitori da una parte negarantirebbero la manutenzione,dall'altra avrebbero l'intera area adisposizione per realizzare il pro-prio business (dalle'attività turisti=che, alla rivendita-del legno sem-

prep tirò in quantità controllate p eril giusto equilibrio del bosco). Ep-pure non esiste ancora una pro-grammazione mirata. Per questomotivo stiamo studiando con deiprofessori uniyersitari un piano diprevenzione su scala nazionale,con l'obiettivo di individuare i casia maggiore rischio e concentraresu questigliinterventidapresenta-re al govèmo, in modo da ottimiz-zare le scarse risorse oggi disponi-bili».

La situazione è complessa, cosìcome è inevitabile aprire più frontisui quali lavorare. «Il reperimentodelle risorse economiche è sicura-mente importante perché bisognamettere mano alla situazione. Manon credo che sia l'unica stradapercorribile-spiega GianVito Gra-ziano, presidente del Consiglio na-zionale dei Geologi - bisogna dun-que trovare un punto di partenzadal quale iniziare a ragionare».Graziano propone infattiunaleggedi governo del territorio, dove siin-dichino i soggetti che devono in-tervenire, costituendo magari unorganismo sovraordinato, rispettoa comune provincie, che possa inqualche modo governare, gestirele risorse e le emergenze, oltre ain-dividuare le finalità: «Non credoche questo governo riusciràarisol-vere la situazione, ma potrebbe-al-meno creare le condizioni per stu-diare problema creando una com-missione ad hoc. Uria commissio- _ne di esp ertite cnici e finanziari che-possano mettere mano a un pianoper reperire le risorse'e ricostituireuna filiera di competenze. Dal miopunto di vista è questala soluzionepiù efficace in un periodo di crisi».

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Dissesto idrogeologico Pagina 4

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In basso, il presidente dei Consiglio nazionale Architetti, LeopoldoFreyrie (1), Armando Zambrano (2), presidente dei Consiglio

nazionale ingegneri e Gian Vito Graziano (3), pres. dei geologi

I PRINCIPALI RISCHI NATLIRALI IN ITALIAIdrogeologico

Numero*

SUPERFICIE (kmq)

COMUNI

POPOLAZIONE &,i---------- - -----------: ---------

`' Sismico

Numero*

SUPERFICIE (kmq) 140,1

COMUNI------------------ ----------------POPOLAZIONE K14 W,490

Im-

sul totale

46,5

37,9

40,0forre: Elatormiaoe CRESeE su tomi varie

Dissesto idrogeologico Pagina 5

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Province, li Il 1149

guerra dei* vetì per bloccare ì tagli'è chi vuole la deroga per le città con le to rri pendenti

o per quelle con siti archeologici protetti dall'Unesco>Modifiche a raffica per difendere Frosinone contro Latinaostacoli anche sull'unione di Pisa con Livorno, Massa e LuccaR 0 MA La richiesta di deroga, la piùclamorosa, è quella che riguarda«le città che hanno torri penden-ti». E quali mai possono essere tut-te queste città dalle torri che pen-dono? Ma una sola, è ovvio: Pisa.Si stringe il cerchio sul riordinodelle Province e cresce, soprattut-to dentro ma anche fuori dal Par-lamento, la resistenza al decretoche riduce il numero di questi entiterritoriali da 86 a 51, modifica lamappa delle città capoluogo, tra-sforma 10 delle nuove province incittà metropolitane (tra cui Ro-ma, Milano, Napoli e Reggio Cala-bria) e fa decadere tra poco piùd'un mese, dal1 ° gennaio 2013, legiunte interessate che altrimentiscadrebbero a metà 2014. Se poiconsideriamo che questa è solouna parte della riforma perchél'altra, più sostanziosa, riguarda ilriordino di tutti gli uffici territo-riali dello Stato, dai provveditora-ti alle prefetture, che sono orga-nizzati per l'appunto su base pro-vinciale si capisce qual è la postain gioco.

ESENZI ONE CERCASIIl decreto province ha scatenatoantiche rivalità, campanilismi me-dievali tornati a galla, spudoratima anche comici tutto sommato.È riaffiorata un'Italia da Don Ca-millo e Peppone che non ha più lafaccia buona dell'eroe di Guare-schi e si è purtroppo macchiata diuna montagna di sprechi. Ammi-nistratori locali e parlamentaristanno giocando al ribasso e persi-no il presidente della CameraGianfranco Fini ora dice che «lariduzione delle Province è davve-ro molto a rischio». E che perscongiurarla, forse non basterà te-nere aperta la Camera anche traNatale e Capodanno. Il decreto in-fatti scade il6 gennaio e il termineper gli emendamenti in commis-sione, al Senato, scade lunedì 3 di-cembre. Finora la discussionenon è nemmeno entrata nel meri-to e ci si è bloccati sulla pregiudi-ziale di costituzionalità. «Siamoarrivati a richieste di deroga in-

credibili», ha twittato il ministroPatroni Griffi giovedì scorso,quando la conferenza Stato-Re-gioni ha presentato le più fanta-siose richieste.

Negli ultimi mesi, sono statiproposti, nell'ordine: la derogadalla nuova geografia provincialeper tutti i siti protetti dall'Unescoe, guarda caso, Matera (perde laprovincia in favore di Potenza) èuno di questi; una specifica dero-ga per Treviso in quanto non rag-giunge il requisito minimo di su-perficie (2.500 chilometri quadra-ti) perché gliene mancano «appe-na» 47. E poi ancora, l'esenzionedalla riforma degli agglomeraticostituiti al 98% da comunitàmontane, il che corrisponde all'i-dentikit della provincia di Verba-no-Cusio-Ossola, in Piemonte, an-che questa destinata a scompari-re.

Il massimo è stato, però, la ma-xi-deroga invocata per tutte le 59province esistenti al momentodell'Unità d'Italia. Spirito risorgi-mentale? No, semplicemente cosìsi salvavano molti più enti. Al se-natore pidiellino Antonio D'Alìviene infine attribuita la paternitàdella proposta di includere, nelcomputo della superficie minimanecessaria per la salvezza, anchegli specchi d'acqua davanti e die-tro le città e le aree lagunari comequelle che caratterizzano Trapa-ni, la sua città.

LA PREGIUDIZIALEA Palazzo Madama il testo del de-creto Patroni Griffi è arrivato il 6novembre. Ma fino al 21 si è inca-gliato sulle pregiudiziale di costi-tuzionalità avanzata dal senatoreOreste Tofani (Pdl), subito appog-giata da Roberto Calderoli dellaLega Nord. Da ricordare che ilprogramma politico del Pdl avevatra i suoi pilastri la soppressionetout court di tutte le Province.Ora, dopo un'ampia argomenta-zione giuridica sui profili costitu-zionali (peraltro già chiariti nelcorso del lunghissimo dibattitoprecedente), emerge che la preoc-

cupazione per il dettato costitu-zionale passa attraverso il nododell'accorpamento delle provincedi Frosinone (in cui risiede Tofa-ni) e Latina, soprattutto perché«sopprime il rango di capoluogodi provincia» di una delle due cit-tà (Frosinone, che da sola avrebbepotuto soddisfare i requisiti di su-perficie e abitanti) a beneficio diLatina che ha una popolazione re-sidente più ampia. E così, il relato-re Pdl Filippo Saltamartini pone ilproblema di Lazio e Calabria, Egi-

dio Digilio (Terzo Polo:Api-Fli)quello della Basilicata, mentre ilrelatore Pd Enzo Bianco suggeri-sce, il 13 novembre, di avviare unciclo di audizioni che certo non fa-rebbe guadagnare tempo dopoche il parlamento ha già abbon-dantemente dibattuto su tutta lamateria.

INDINon si tratta solo di combattereper la propria circoscrizione elet-torale o di difendere generica-mente il campanile. I resocontiparlamentari illuminano sul fattoche i senatori si preoccupano so-prattutto dei tagli che derivereb-bero dalla riorganizzazione degliuffici provinciali dello Stato. Tofa-ni butta lì una valutazione di56.000 esuberi quando più reali-stiche proiezioni su un campionedi 6 province, prospettano al mas-simo 5.500 esuberi nelle funzionidi staff.

I veri punti critici sono due: ladecadenza degli organi in carica(dal 1 ° gennaio) e la fine delle ele-zioni con la trasformazione delle

,Il ,;-rmo '-a m j-,-

Riordino Province Pagina 6

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province in organismi di secondolivello; e naturalmente la questio-ne dei capoluoghi . Su entrambi ipunti il governo ha offerto la suadisponibilità chiedendo in cam-bio «soluzioni equilibrate e coe-renti».

GLI SPRECHIAnche l'Upi (Unione delle Provin-ce italiane ) ha presentato le sue ri-chieste di emendamento, tra lequali l'elezione diretta dei consi-gli provinciali . Inoltre con i taglidelle varie manovre, solo 21 entinel 2013 sarebbero in grado di ri-spettare l'equilibrio di bilancio,con una stima di disavanzo di 300milioni. Solo 10 sarebbero in gra-do di garantire il Patto di stabilità

interno con uno sforamento pre-sunto di 690 milioni.

Strano però che nessuno richia-mi le spese esorbitanti che unesercito di amministratori (1.700)possono permettersi grazie a rim-borsi generosi a piè di lista. Alcu-ni sono finiti sotto inchiesta comeil presidente della provincia d'A-grigento accusato di aver fattopiantare 40 palme a casa sua aspese dell'ente . Per non parlaredei 177 mila curo di rimborsi viag-gi, in un anno , della giunta Mura-ro a Treviso. Sono pari a 8 mila cu-ro al mese le spese per rimborsidella Provincia di Frosinone. C'èanche chi spende di più. E poi siparla di tagliare i servizi.

Barbara Corrao

nuova geografia delle Province

60 Accorpate

6 Confermate

Città Metropolitane

UMBRIA

1: 2

ABRUZZO

Il riordinodelle Provincenelle Regionia statuto specialesarà pianificatotra 6 mesi

5

3';

ANSA -CENTIMETRI

Riordino Province Pagina 7

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Lo scontro.

e M Parlamento sulla legge

Pisa formerà un'unicaprovincia insieme con la pocoamata Livorno e con MassaCarrara e Lucca. Molte richiestedi modifica riguardano questoaccorpamento.

Matera da salvare come sitoUnesco. È una delle richiesteperla città che perde lo statusdi capoluogo per confluirenella provincia di Potenza,l'unica in Basilicata.

Anche Trapani, che pure è inSicilia , regione astatutospeciale e quindi ancora fuoridal riordino (gli enti hanno 6mesi in più ), è finita al centrodelle richieste di modifica.

Riordino Province Pagina 8

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E-earni Gli iscritti sono 42 mila, raddoppiati rispetto a tre anni fa

La caricadefle lauree onlineII ministro dell'Istruzione Profumo: presto nuove regoleChi si accredita deve assicurare il numero di docenti al

DI BARBARA MILLUCCI

1 ono oltre 42 mila, in auinento del

srispetto

anni fa, gli studenti3 chein tutta Italia scelgono di

laurearsi in rete, e poco più dellametà ha oltre 35 anni. Non proprionovellini freschi di diploma, ma im-prenditori e professionisti che,avendo poco tempo a disposizioneper frequentare fisicamente le lezioni, scelgono di studiare con formu-le snelle ed a distanza, sfruttando ilvveb.

tra gliaspiranti loti ci sono anche molti disoccupati che, gra-zie alle lezioni in videoconferenza.,sperano di ricollocarsi in fretta nelmondo del lavoro. Le università oriline riconosciute ed autorizzate dalMïur ad attivare corsi di laurea so-no in tutto 12 e la metà si trovano«fisicamente» nella capitale. «Negli ultimi 3 anni le immatricolazio-ni sono più che raddoppiate, conun aumento del +204%», precisaStefano Fantoni, presidente di An-vur. la nuova Agenzia nazionale divalutazione del Sistema universitario e della ricerca.

L'agenzia indipendente è stata

istituita nel maggio 2011, ingloban-do due ex organismi ministerialidel Cnvsu, il Comitato nazionale divalutazione del sistema universita-rio ed il Civr per la valutazione del-la ricerca, che oggi non esistonopiù. In termini di iscritti. il primatolo detengono le università romane:Guglielmo Marconi, Unisu e Uninet[uno che insieme totalizzano oltre28 mila studenti, segue Ecampusche passa dai 4 mila e 700 immatri-colati del 2010 agli attuali 6 mila.

Tra le facoltà più gettonate, in tuttie 12 gli atenei, troviamo Giurisprudenza, Economia, Scienze matema-tiche e politiche, mentre la maggiorparte delle matricole studia, fisicamente davanti ad un pc dal Sud (20mila), 11 mila dal Centro Italia e 9mila dal Nord.» Negli ultimi 3 anni,i maggiori incrementi, in termini diiscrizioni, li ha registrati Ecampus(+169°c), ma il dato più interessan-te è la percentuale dei laureati ditutte le facoltà: +129%», aggiunge

Fantoni. Atestimonianza che, chi siiscrive ad una scuola ori line è mol-to più motivato a chiudere in frettail percorso di studi e ottenere il tan-to ambito pezzo di carta, rispetto achi sta anni parcheggiato nei cam-pus statali.

Il padron dell'ex Cepu, Francesco Polidori, è appena rientrato dal-la Spagna, dove è in procinto dichiudere un accordo con l'università Uned (Universidad Nacional deEducación a Distancia) per «creare

un consorzio interuniversitario traatenei esteri - afferma - per permettere agli studenti di soggiorna-re anche in altri paesi», un po' co-me 1 Erasmus.

«Con 40 milioni di fatturato, ab-bianio chiesto le autorizzazioni alministero per ampliare la nostra, of-ferta. con nuovi corsi di lauree co-mne Scienze dell'educazione ed infer-mieristiche, lingue e per le speciali-stiche. Offriremo poi borse di stu-dio ai giovani, perché vogliamo ab-lr - re l'et' degli iscritti» aggiun-ge Polidozi .

Ma il 1 •obli ia di tutti questi ate-nei è la carenza di docenti di ruolo.«Dalle nostre stime, non ancorarappresentative di tutti gli istituti- continua Fantoni - risultanoappena 89 professori, più della mne-tà ricercatori, che dovrebbero formare 42 mila persone. Ci sono poi1.200 insegnanti a contratto, il 49%dei quali è impiegato anche in altreuniversità. Ovvio che così non va».Dello stesso parere anche il mini-stro dell'Istruzione Francesco Pro-funio, al lavoro per mettere a puntoun decreto «nei primi mesi dell'an-no prossimo» che faccia un po d'or-dine nel settore. «Alle universitàonline, a fronte dell'accreditamento- dichiara - verrà richiesta la stabilizzazione di una quota della do-cenza.. Il processo dell'accreditamento ha l'obiettivo di normalizzare queste situazioni e ci dovrà esse-re un numero predefinito tra docenti di ruolo e corsi di lauree attivabili. Si faranno poi valutazioni perio-diche per verificare che l'accredita-mento venga mantenuto».

iviCi sono comunque piattaforme

di e-learning , come Uninettuno,che hanno avuto lezioni di MarioMonti e Romano Prodi. «Hanno te-nuto lezioni qui da noi - afferma ilRettore Maria . Amata Garito -. Lanostra offerta didattica è di respirointernazionale, teniamo lezioni initaliano, arabo , inglese e franceseed abbiamo studenti di 40 Paesi delmondo. Sono orgogliosa di aver formato un team di ragazzi egiziani,che hanno creato start up e sonoora inseriti nel tessuto high techdel nostro paese».

Università online Pagina 9

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11 numenUniversità teiematïche

Roma - Gugfielrno IvíareoniRoma - UNISUpnr a _' i llAlrTTl,nl y

Novearate (CO) - E-CampusNapoli - PegasoPc-9 - TFLMABenevento - üfustlno FortunatoRoma - San Raffaele già UNITELTnrräyarrhia Tpntinn (CH) - I.pnnarrln rl:i 1linri

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Università online Pagina 10

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In un arino 67 opere spariteBloccate o abbandonate - La stazione Tiburtina, finita, è sottoutilizzata

A CURA DIFrancesco NarielloValeria Uva

s L'ultima della lunga lista diopere incompiute, ferme o inu-tilizzabili, è forse anche la più"scintillante": è la nuova stazio-ne Tiburtina, inaugurata esatta-mente un anno fa. Doveva di-ventare il principale snodo fer-roviario di Roma, per l'Alta ve-locità, oltre a ospitare un polocommerciale per negozi e risto-ranti. Ad oggi, però, il futuristi-co "ponte" di vetro e acciaioche unisce i quartieri romani diNomentano e Pietralata è unenorme guscio vuoto. E il timo-re è che il degrado arrivi primadell'Alta velocità.

È una delle opere sottoutiliz-zate sparse lungo tutta la Peniso-la. Che si aggiungono a quelle ab-bandonate o bloccate: 67 nel so-lo 2011, secondo le stime dell'Os-servatorio Nimby (acronimo dinot in my backyard, non nel miocortile) che monitora le infra-strutture contestate; vale a dire

quasi la metà delle 144 censite.La stazione Tiburtina è costa-

ta 322,5 milioni, di cui 155 per loscalo vero e proprio. Secondo iprogrammi annunciati all'inau-gurazione del 28 novembre 2011sembrava poter contendere aTermini il primato dei collega-menti Av, ospitando tutte le

POLO EMANO TOLo scalo costato 350 milionidoveva servire per 140 treniad Alta velocità: oggi neospita 44, con i Frecciarossaancora su Termini...........................................................................

«Frecce» di Trenitalia che nonavessero origine (o fine) a Ro-ma (almeno 5o al giorno), desti-nate ad aumentare (si è parlatoanche di 140 transiti giornalieriAv).Ai quali va aggiunta l'offer-ta del concorrente Ntv. Al mo-mento, però , i treni veloci Fsche fermano a Tiburtina sono

16 al giorno. I nuovi Italo, inve-ce, sono 28 (34 dal 9 dicembre).Totale: 44. Come dire che ognitreno Av in sosta ci costa, perora, otto milioni di euro. Il gros-so dell'Alta velocità, tuttavia,non si è mai spostato dalla piùcentrale stazione Termini. E ilrogo che nell'éstate 2011 ha di-strutto la centrale elettrica - ne-vralgica per le gestione, ma nonricostruita - certo non aiuta ildecollo della nuova e costosissi-ma struttura.

Il risultato è una stazione de-serta. Coniomilametri quadri dinegozi e avveniristici "spazi so-spesi", firmati dall'architetto Pa-olo Desideri, ancora sfitti. A ge-stirli è Grandi Stazioni, frescavincitrice della gara, che ora do-vrà scovare ipretendenti. Intan-to il boulevard dello shoppingèfrequentato più dai vigilantesche dai passeggeri. Tra gli spre-chi: scale mobili in funzione, luciaccese di giorno.

Una mappa precisa delle ope-re incompiute non c'è ancora (si

veda l'articolo in basso), ma gliscandali emergono in modo co-stante. Prendiamo l'ospedale diGerace: un progetto faraonicoda u6 posti letto per il Comunecalabrese che non arriva a tremi-la abitanti varato nel lontano1976 grazie alla Cassa delMezzo-giorno e finito nel 1991 (dopo "so-li" 25 anni). Da allora in stato diabbandono. Risultato: 4 milionie mezzo di danno erariale con-teggiati dalla Guardia di finanzae una cattedrale nel deserto che -scrivono i finanzieri - «gli entipubbliciresponsabili,As19 diLo-cri e regione Calabria, hanno la-sciato di fatto abbandonata».

Non è certo il solo caso, in cam-po sanitario. «Ancora oggi- spie-gailpresidente dellaCommissio-ne d'inchiesta sul servizio sanita-rio nazionale, Ignazio Marino(Pd) - ci risultano abbandonatimolti degli ospedali psichiatrici,chiusi dal 1980». Marino vorreb-be prevedere perlegge «lavendi-ta di tutto ciò è che è chiuso da ol-tre un anno».

Intanto il nostro deficit di in-frastrutture ha-raggiunto onerida record: quasi 500 miliardi daqui ai prossimi 15 anni, secondol'analisi costi/benefici fatta lascorsa settimana dall'Osservato-rio sui «Costi del non fare». Inparticolare, il deficit per strade eautostrade ci costerà 230 miliar-di, quello per l'energia no. Il tut-to mentre cresce la contestazio-ne sulle infrastrutture sia in fasedi annuncio che di costruzione.Secondo il Nimby Forum, tra i67 impianti "scomparsi" dal2010 al 2011 primeggiano le cen-trali a biomasse (sei) e quelle ametano (quattro).

«Oggi c'è un nuovo fenome-no - spiega Alessandro Beulcke,presidente di Nimby Forum - ilNimto , acronimo di Not in myterm of office (non durante ilmio mandato, ndr), ovvero poli-tici e amministratori che caval-cando le proteste popolari bloc-cano le opere, senza neancheanalizzare le carte».

C RIPRODUZIONE RISERVATA

Infrastrutture Pagina 11

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Lo scalo romano vuoto

9 , -,

d milñ®niCosto della stazione TiburtinaNella cifra è inclusol'ammodernamento tecnologicodi tutta l'area ferroviaria.Perla sola realizzazionedella stazione sono stati investitifinora 155 milioni

Treni Av in sosta al giornoErano 140 i transiti Alta velocitàannunciati solo dalle Ferrovieil giorno dell'inaugurazione.Dei 44 attuali, 16 sono le "Frecce"di Trenitalia e 28 gli Italo,i convogli di Ntv

3u;,,,u metàLunghezza area commercialeLa "piastra " in vetro e acciaiofirmata dall'architetto Desideriunisce i quartieriNomentano e Pietralata.Gli spazi commerciali al suointerno sono ancora sfitti

IL GAPInfrastrutture previste nel triennio 2009-2011 a confrontocon le effettive realizzazioni

Fabbisogno Realizzato Diff. %fabb./Infrastruttura 2009-2011 2009-2011 realizz.Termovalorizzatore(potenza in kiloton) 3.600 2.110 -41

Compostaggio(potenza in kiloton) 1.395 550 -60

Binari Alta velocità 159 193 +21(km)Binariconvenzionali (km) 132 122 -7,5

Acquedotti (km) 10.095 3.080 -69

Depuratori(abitanti serviti) 1.500.000 1.025.000 -31

Fonte: elaborazioni dei Sole 24 Ore su dati Rapporto «I costi dei non fare: latassa occulta delle infrastrutture»

GLI IMPIANTI SCOMPARSI...

Dal 2010 al 2011144 opere sono uscite dall'Osservatorio curato dalNimby: tra le ragioni, il completamento è marginale

Abbandonato Costruito

1,4%30,5%

In attesadi autorizzazione16,7% Bloccato 16,0%J In cost

Fonte: Osservatorio Nimby

L'ITALIA FERMAInfrastrutture bloccateper localizzazione

Regione N.Lombardia 4Emilia Romagna 3Marche 3Piemonte 3.Lazio 2VenetoAbruzzoCampania 1Friuli Venezia Giulia 1PugliaSardegna 1Toscana

Fonte: Osservatorio Nimby

... E QUELLI BLOCCATI

Opere o progetti incagliatinelle contestazioni pertipologia

TipologiaCentrale a biomasse,Centrale a metanoEolicoDiscarica rifiuti urbaniAeroportoCentrale idroelettricaCompostaggio

I

N.64--32'

Discarica rifiuti speciali* ,r 1FotovoltaicoGassificatore 1Infrastruttura autostradale 1Termovalorizzatore i

*industriali

Infrastrutture Pagina 12

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Crescita, il volano _2l mattoneIl settore delle costruzioni ha sempre svolto una funzione anticiclica

di Valerio Castronovo

1 settore delle costruzioni è un vola-no dell'economia e, in tempi di re-cessione, ha sempre svolto una fun-•zione anticiclica. Occorre perciò

trovare il modo di farlo ripartire: a co-minciare dal mercato della casa, datoche la crisi del comparto immobiliare èdovuta soprattutto a una marcata fles-sione delle compravendite di abitazio-ni, ulteriormente aggravatasi nel terzotrimestre di quest'anno. Tant'è si sonopressoché dimezzati iprestiti delle ban-che divenute più selettive, in particola-re per quei fmanziamenti che riguarda-no l'8o% del valore di un appartamen-to. D'altronde molte famiglie prevedo-no di non poter disporre in un prossi-mo futuro di risorse sufficienti per af-frontare mutui a media-lunga scaden-za che assorbono, in media, il 30,9% delreddito domestico.

Si è così manifestata, per la primavolta in termini così drastici, una net-ta inversione di tendenza. Per lungotempo uno dei fenomeni che ha carat-terizzato l'evoluzione economica esociale del nostro Paese è consistitoinfatti in una crescita parallela sia de-gli investimenti nell'edilizia residen-ziale e dell'attività di intermediazio-ne bancaria in questo campo, sia delnumero dei nuclei familiari divenutiproprietari di una propria abitazione.

Una sorta di "circolo virtuoso", in-nescato nel 1948 dal "Piano Fanfani"per l'edilizia popolare e dal "Fondospeciale Ina casa", era finanziato daicontributi dei lavoratori e dei datoridi lavoro e integrato dallo Stato, non-ché da una successiva legge del 195oche autorizzava gli istituti di creditoa finanziare lo sviluppo del mercatoimmobiliare a tassi agevolati.

L'espansione dell'edilizia, che il Pia-no Vanoni de11954 consideravauna del-le principali leve per la crescitadel 'economiae dell'occupazione, ave-va poi conosciuto un trend in continuaascesaper opera soprattutto dell'inizia-tiva privata, dopo che gli investimentiputbblici s'erano ridotti al 15% del totaleper poi calare sotto 116% negli anni Ses-

santa. Del resto, andava crescendo avi-sta d'occhio la domanda di alloggi, ol-tre che a Roma, nei principali centri in-dustriali del Nord Ovest, per il notevo-le afflusso di persone, in cerca di lavo-ro, sia dalle campagne circostanti chedal Meridione. Peraltro, mancò a queltempo un'efficace normativa sull'utiliz-zo dei suoli urbani, così che allaprolife-razione delle costruzioni nei quartieriperiferici si accompagnò un'estesa spe-culazione, a briglia sciolta, sulle areefabbricabili.

Stadi fatto che era talmente forte larichiesta di case, resa possibile da undiffuso miglioramento delle condizio-

ni economiche, che una folta schiera difamiglie realizzò il sogno di giungere alpossesso di un appartamento, acquista-bile con rate tramite una larga offertadi mutui bancari.

Il boom edilizio di quel periodo ali-mentò, a sua volta, la produzione di im-pianti, di elettrodomestici e di materia-li d'arredamento, contribuendo cosìal-lo sviluppo di vari settori industriali edei consumi privati.

Nemmeno durante la stagflazionedegli anni Settanta s'arrestò l'ondatadegli acquisti, in quanto la casa eraconsiderata da gran parte dei rispar-miatori anche un "bene rifugio". Per-

j- án ,i4t-Un nuovo piano casa . L'avvio di cantieri di edilizia convenzionata e sociale, conl'allentamento temporaneo dei patto di stabilità, potrebbe avere effetti anticiclici grazieallo stimolo alla filiera delle costruzioni, al manifatturiero e ai consumi privati

Piano casa Pagina 13

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ciò, al volgere del Novecento, quasi il70% delle famiglie italiane risultava-no proprietarie dell'alloggio in cuiabitavano. Un dato questo che, insie-me a quello (pari al 94%) delle fami-glie che avevano un conto in banca odepositi nelle casse postali, rifletteval'avvenuta formazione in Italia di unvasto strato di ceto medio con ade-guati livelli dibenessere.

Dal 2003 in poi, in seguito alla con-trazione del Pil e a un rincaro deiprezzi, s'è arrestato questo processodi mobilità sociale verso l'alto, cheaveva visto ispessirsi anche lo stuolodi quanti avevano comprato una se-conda casa o messo da parte dei soldiper acquistare un alloggio pure per ipropri figli. Per quattro milioni di fa-miglie monoreddito residenti neimaggiori centri urbani, non ancoraarrivate a possedere una propria abi-tazione, era divenuto praticamenteimpossibile raggiungere questo tra-guardo, e oggi costa loro sempre piùfatica pagare anche affitti e spesecondominiali.

Perciò si è auspicato, sia al recenteSalone dell'edilizia a Bologna sia al con-vegno Ance tenuto nei giorni scorsi al-la Triennale di Milano, che venga av-viata dal governo una politica rivoltaespressamente allo sviluppo diun'edi-lizia popolare a prezzi accessibili. Aquesto riguardo il viceministro alle In-frastrutture Mario Ciaccia ha afferma-to che si potrebbe riprendere in consi-derazione il "Piano Fanfani" adattan-dolo, naturalmente, all'attuale quadroistituzionale. Ciò, peraltro, comporte-rebbe un allentamento temporaneodei vincoli del patto di stabilità. È co-munque essenziale, innanzitutto, giun-gere a un'intesa collegiale (come è av-venuto con l'accordo fra le parti socialisulla produttività) fra la Cassa depositie prestiti e le varie componenti delmondo bancario e delle costruzioni,per individuare e concertare quali solu-zioni e strumenti operativi siano prati-cabili per rendere concreta la prospet-tiva di un nuovo piano per il rilanciodell'edilizia abitativa.

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Piano casa Pagina 14

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1 contributi di costruzione . I chiarimenti che arrivano dal Consiglio di Stato

La data di Scia e Diafissa ii prezzo degli oneriNiente aumenti dopo la presentazione dell'istanzaPAGINAA CURA DIDonato Antonucci .

iwz_= L'obbligo di pagare gli one-ri di urbanizzazione per gli in-terventi edilizi non dipende so-lo dal rilascio delprovvedimen-to autorizzatorio, ma sorge an-che in caso di presentazione diuna denuncia di inizio di attivi-tà ediliziao di una Scia (segnala-zione certificata di inizio attivi-tà), insieme all'inoltro della se-gnalazione o alla presentazionedella denuncia. L'obbligo, infat-ti, è correlato all'aumento del ca-rico urbanistico, quindi all'atti-vità di trasformazione del terri-torio. È alla disciplina vigente al

GLI INTERVENTI MAGGIORISolo perii permessodi costruirei conteggivengono differitifino all'approvazionedel progetto

.................................................................

momento di presentazione del-la Scia o della denuncia che l'am-ministrazione dovrà fare riferi-mento per calcolare gli oneri do-vuti, senza considerare muta-menti tariffari successivamen-te intervenuti o richiedere con-guagli. Un principio, quest'ulti-mo, affermato dal Consiglio diStato, sezione IV, con la senten-za 4669 del4 settembre scorso.

In caso di rilascio del permes-so di costruire, invece, l'obbligodi pagamento sorge conl'appro-vazione del progetto, anche sequesto passaggio avviene a di-stanza di anni dalla domanda, esi dovrà fare riferimento alle ta-riffe vigenti in questo momentoe non a quelle, eventualmentepiù favorevoli, in vigore alla da-ta di presentazione della do-

manda (Consiglio di Stato, se-zione IV, pronunce n. 3116 e n.1752 del 2011). '

Le originiIl principio di onerosità dell aconcessione edilizia è stato in-trodotto dalla legge Bucalossi(la n. 10/1977) e poi trasfusonell'articolo 16 del testo unicodell'edilizia (il Dpr 380/2001);norma della quale la giurispru-denza ha progressivamente de-finito i contenuti e la portata,chiarendone gli aspetti più pro-blematici.

Per orientamento ormai con-solidato (da ultimo Consiglio diStato, sezione iV, sentenza3olu-glio 2012, n.432o) il contributoper il rilascio del permesso dico-struire ha natura di prestazionepatrimoniale pubblicistica edobbligatoria, di tipo non tributa-rio (Consiglio di Stato, sezioneV, sentenza 20 aprile 2009, n.2359). Si tratta di una prestazio-ne a carattere generale, non di-sponibile dalle parti, poiché pre-scinde dalla effettiva realizza-zione dell'intervento urbanizza-torio (Consiglio di Stato, sezio-ne V, 22 febbraio 2ou, n. uo8).Ad esempio', è stato escluso chepotesse omettersi il pagamentodegli oneri concessori a frontedi un asserito inadempimentodel Comune della "contropre-stazione" pattuita, che nel casospecifico consisteva nella co-struzione di una strada indi-spensabile per assicurare l'ac-cesso al suolo interessato dalpermesso di costruire (Consi-glio di Stato, sezione V, pronun-cia15 dicembre 2005, n. 7140.

Il presupposto del contribu-to viene individuato nell'incre-mento del "carico urbanisti-co", quello, cioè, che viene pro-dotto daun nuovo insediamen-

to o dall'ampliamento di unopreesistente, per l'aumento del-le persone insediate e la corre-lata domanda di ulteriori strut-ture ed opere collettive (stra-de, fognature, eccetera) in unadeterminata area.

La quantificazione del con-tributo è del tutto indipen-dente sia dalle spese effettiva-mente occorrenti all'ammini-strazione per realizzare leopere di urbanizzazione, siadall'immediata utilità che ilproprietario dell'area ricevein conseguenza di un formaletitolo edificatorio, ovvero dal-la possibilità di eseguire l'in-

ContriM 'one

,I contributi di urbanizzazionesono dovuti ai Comuni da chirealizza interventi di costruzione edi trasformazione edilizia perpartecipare allespese chei Comunisostengono per urbanizzare ilterritorio.:ll contributo ha natura diprestazione patrimoniale imposta,di carattere non tributario egenerale e prescinde dalle singoleopere di urbanizzazione darealizzare. Il contributo èdeterminato indipendentementesia dall'utilità che il concessionarioottiene dal titolo edificatorio, siadalle spese occorrenti perrealizzare queste opere. La, suanatura vincola anche il giudice, chenon può configurare esenzionidiverse da quelle già individuatedalla legge.

Contributi di costruzione Pagina 15

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tervento costruttivo in forzadi Dia o Scia.

L'aggiornamento

Gli oneri di urbanizzazione de-vono essere aggiornati ogni cin-que anni dai Comuni, in confor-mità alle relative disposizioniregionali e in relazione ai ri-scontri dei prevedibili costi del-le opere di urbanizzazione pri-maria, secondaria e generale.Quindi, una volta intervenutala delibera comunale di aggior-namento, ogni trasformazioneedilizia può essere assoggetta-ta solo al pagamento degli oneridi urbanizzazione tabellari pre-visti dal provvedimento comu-nale vigente e applicati in rela-zione alla tipologia e localizza-zione del manufatto, oppureall'entità della trasformazioneurbanistica (Consiglio di Stato,sezione IV, sentenza 24 dicem-bre 2009, n.8757).

La delibera del Consiglio co-munale con la quale vengonodeterminati gli oneri diurbaniz-zazione è considerata dalla giu-risprudenza un atto autoritati-vo e, come tale, è soggetta all'or-dinario termine di decadenza aifini della sua impugnazione (6ogiorni). Viceversa, nel caso incui non vengano dedotte censu-re nei confronti della delibera,ma ci si limiti a contestare laconcreta quantificazione delcontributo di urbanizzazione eil suo ammontare, le controver-sie riguardano posizioni di dirit-to soggettivo e sono azionabilinel termine di prescrizione dicinque anni innanzi al giudiceamministrativo in sede di giuri-sdizione esclusiva (Consigliodi Stato, sezione V, 28 maggio2012, n.3122; sezione N, lo mar-ZO 2011,111565).

0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Contributi di costruzione Pagina 16

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I punti fermi della giurisprudenza

011 L'OBBLIGO DI PAGARE SCATTACON LA CONCESSIONEIl rilascio della concessione edilizia siconfigura come fatto costitutivodell'obbligo dei concessionario di pagareil contributo per oneri di urbanizzazione.Il privato deve contribuisce così allespese affrontate dal Comune per le opereindispensabili affinché l'area diventiidonea all'insediamento autorizzato egrazie alle quali l'area acquista unbeneficio economicamente rilevante. Ilcontributo va calcolato secondo iparametri vigenti al momento del rilasciodella concessione.Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza 30luglio2012, n. 4320

021 CON LA DIA IL PAGAMENTOÉIMMEDIATONel caso di presentazione di unadenuncia di inizio di attività edilizia(Dia), l'obbligo di pagare gli oneri diurbanizzazione e il costo di costruzione

MARNA

sussiste all'atto della presentazionedella Dia stessa . L'importo è in relazionealla situazione esistente al momentodella presentazione della domanda.Consiglio di Stato, sezione V, sentenza28maggio2012 n.3122

031 ALTARI RICORSI CONTROIL CALCOLO DEI VERSAMENTILa deliberà del Consiglio comunale con laqualevengòno determinati i contributiconcessori per gli interventi edilizi è daconsiderarsi un atto autoritativo e, cometale, è soggetta all'ordinario termine didecadenza ai fini della suaimpugnazíone. Al contrario, lecontroversie sulla contestazione deglioneri di urbanizzazione attengono aposizioni di diritto soggettivo azionabilidavanti al giudiceamministrativo in sede di giurisdizioneesclusiva nel terminedi prescrizione.Consiglio di. Stato, sezione V, sentenza28maggio2012n.3122

04 1 PER STABILIRE GLI IMPORTINON SERVE LA MOTIVAZIONELa determinazione del contributo e deglioneri di urbanizzazione costituisce attovincolato, che va-'effettuato sulla base diparametri prestabiliti e pertanto non •richiede una specifica motivazione sulladeterminazione delle sommeConsiglio di Stato, sezione V, sentenza 1settembre2011, n.4906

051 VALORI DA INDIVIDUARE IN BASEALL'ATTIVITA SVOLTAL'ente locale deve necessariamenteindividuare e calcolare ft quantum •contributivo sulla base di quanto,prevedono le tabelle e in relazioneall'esatta qualificazione delcomplessivo intervento assentito. Ilcalcolo va quindi effettuato anche inmodo corrispondente all'effettivaqualificazione dell'attività svolta nelnuovo edificio oggetto di concessioneedilizia e di contribuzione urbanistica.TarEmilia-Romagna, Bologna, sezione II,sentenza 12 settembre 2012, n.557

061 TERRAZZI , SOFFITTE E CANTINEESCLUSI DAI CONTEGGIIl calcolo, degli oneri di urbanizzazioneva effettuato tenendo conto anche delle"superfici di calpestio", ma per essedevono inténdersi solo quelle utili,costituite dalla somma delle aree dipavimento dei singoli vani utilizzati perte attività e destinazioni d'uso. Vannoescluse dal conteggio te aree destinate.ai porticati, ai pitotis, alle logge, aibalconi, ai terrazzi, ai locali cantina,soffitte e ai locali sottotetto non agibili.Queste esclusioni sono coerenti con ilpresupposto per l'insorgenza

hiA^v'

dell'obbligo di versare gli oneri diurbanizzazione, e cioè che vi sia uneffettivo aggravio del carico urbanisticodovuto alla incidenza dell'interventoedilizio, che deve essereragionevolmente considerato nonnell'insieme. delle superfici "di

calpestio", ma di quelle utili, le sole ingrado di comportare un maggiorincremento del carico urbanistico.Consiglio di Stato,_sezione IV, sentenza 15luglio2009, n. 4439

0711NINFLUENTE LOSVILUPPOURBANISTICO DELL'AREAGli oneri di urbanizzazione stabiliti invia generale sono dovuti a prescinderedalla situazione urbanizzativa dellezone in cui ricadono i singoli interventi,in quanto essi adempieno all'esigenza

di una partecipazione patrimoniale daparte dei privati al pregiudizioeconomico gravante sulla collettivitàcomunale per effetto dellatrasformazione del territorio.Consiglio 'd i Stato, sezione IV, sentenza 24dicembre 2009, n. 8757

081 SI PAGA SOLO SULLA BASEDEL PROGETTO PRESENTATOL'imponibile perla liquidazione deglioneri d'urbanizzazione deve esserevalutato sulla base delle tariffe esistential momento della domanda del permessodi costruire e con esclusivo riguardoall'immobile così come definito eautorizzato, risultando irrilevanti leistanze edilizie quando ad esse nonabbia fatto seguito il titolo abilitativo.Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza22 marzo 2011, n. 1752

091 IMPORTI CONTESTABILI ANCHESENZA IMPUGNARE-L'ATTOL'azione giudiziaria, volta alladeclaratoria dell'insussistenza odi unadiversa entità del debito contributivo peroneri di urbanizzazione, è esperibile aprescindere dall'impugnazione odall'esistenza dell'atto con cui è pretesoil pagamento del contributo, trattandosidi un giudizio d'accertamento di unrapporto obbligatorio pecuniario,proponibile nettermine di prescrizione.Consiglio di Stato, sezione IV, sentenza22marzo 2011, n.1752

Contributi di costruzione Pagina 17

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fiele irrrpr°ese Italia: va escluso 1(zrnbilo Ira, e serve nn telto sotlo il grrale le norme non si applr.`carto

Appalti* nubapos"Iti*, lutp niun aLa res onsa ilit solidale va limitata solo alcuni settori

DI DUILIO LUI

elimitare l'ambito di ap-plicazione della respon-sabilità solo ad alcunisettori e sopra una cer-

ta cifra ed eliminare l'ambito Ivaper l'impossibilità di effettuarecontrolli in tal senso. Sono le ri-chieste di revisione della norma-tiva sulla responsabilità solidalenegli appalti avanzate da Reteimprese Italia al governo. Gli spa-zi per intervenire non mancano,complice la disponibilità al dia-logo manifestata dall'esecutivo,ma l'ostacolo è il fattore tempo:una volta approvata la legge distabilità, in parlamento scatteràil «rompete le righe» e si penseràalla campagna elettorale in vistadelle politiche di primavera. Lenorme sulla responsabilità soli-dale negli appalti e i subappalti,introdotte con il decreto crescita(dl 83/2012, convertito nella 1. 12agosto 2012, n. 134), agitano ilmondo delle imprese, soprattuttoquelle di piccole e medie dimen-sioni, perché introducono una se-rie di complicazioni che rischia-no di aggravare ulteriormente illavoro quotidiano, obbligando i

soggetti appaltanti, per evitarela responsabilità solidale, ad ac-certare il corretto pagamento deidebiti erariali da parte dei lorofornitori (appaltatori). In casocontrario il committente potràesimersi dal regolare finanziaria-mente le prestazioni ottenute an-che in presenza di un contratto.«Se l'obiettivo del legislatore eraportare trasparenza nel merca-to, si è prodotto l'effetto opposto»,commenta Andrea Trevisani,

responsabile delle politiche fiscalidi Confartigianato, associazioneche assieme a Cna, Casartigiani,Confcommercio e Confesercenticostituisce Rete imprese Italia.«Un aspetto che dovrebbe far ri-flettere e portare a una rapida re-visione delle norme, consideratoche il tempo che resta prima cheil parlamento smetta nei fatti didecidere, in vista delle prossimeelezioni, è poco».

I problemi introdotti dalle nor-me in questione stanno portandoa una (quasi) paralisi nel merca-to, con i tempi di pagamento trale aziende, un problema cronicodel nostro paese, che si stanno al-lungando ulteriormente. Se oggioccorre attendere 137 giorni pervedersi onorato il credito (+44giorni solo nell'ultimo anno), ve-rosimilmente il dato andrà ritoc-cato verso l'alto. «Se si interpretala norma alla lettera», prosegueTrevisani, «si arriva all'assurdo

per cui se l'azienda deve sostitu-ire la serratura di un capanno-ne è chiamata a verificare che ilfabbro convocato per l'operazioneabbia versato regolarmente leritenute ai propri dipendenti esia a posto anche sul fronte Iva».Senza trascurare la tentazione dirinviare capziosamente i paga-menti proprio appellandosi allalettera della legge.

La richiesta delle aziende,espressa tramite Rete impreseItalia, si fonda essenzialmentesu tre punti: delimitare il settoredi applicazione della norma, «cheè stata introdotta in un provve-dimento legislativo riguardantel'edilizia, ma che di fatto oggi siestende anche ad altri ambiti»,spiega Trevisani. In secondoluogo porre un limite minimo,al di sotto del quale le misurenon si applicano (i piccoli lavoriin sostanza). Infine, escluderel'ambito Iva, caratterizzato datempistiche che spesso rendonoimpossibile i controlli. «Restiamosul piano dei contenuti e del buonsenso», conclude il responsabilefiscale. «Ci auguriamo che si ten-ga conto di questo».-CO© Riproduzione riservata

,ese-ref.:diti

Ar-s-ìbìto di applicazione

di lavoro dipendente esi_ibappaltatore

^ dell'ap'paltatc're o del

Qk_ialsiasi contratto di appalto di opero o servizi

Le irr p'rese vengono caricate di r:oan-2be•r:ze che r on do-v rebbero riguardarle

La r:oreia, inserita ! n una noreiativa sull'edilizia .. di tatto estata estesa a tutti gli ambiti

Errnpossibilità di hcare 'ambito Eva, a causa delle tez-npl-stiche delle registrazioni

0 Mancanza di esclusione dall'obbligo per i piccoli appalti

Responsabilità solidale ll.pp. Pagina 18

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1-1 e Casse aiuto ai giovani per avviare studio professionaleLungo il cammino dell'avvio alle profes-

sioni , le casse di previdenza (alle quali èobbligatoria l'iscrizione per tutti gli eser-centi un'attività regolamentata ) si possonorivelare delle ottime alleate. Per chi non haancora un portafogli clienti , infatti , non è fa-cile ottenere un prestito bancario perristrutturare uno studio oppure percomprare l'attrezzatura necessaria(arredamento , computer, softwareecc.). Gli enti di previdenza , infatti,quando non erogano dei contributi afondo perduto offrono , nella peggiore delleipotesi , delle convenzioni bancarie per l'ac-cesso al credito a condizioni agevolate. Dauna professione all'altra le cose però sonodiverse , ecco la bussola per orientarsi.

L'area economico giuridico conta-bile. Visti i numeri (160 mila iscritti),Cassa forense non prevede alcuna for-ma di finanziamento diretto per l'avviodell'attività professionale dei giovaniavvocati. Sarebbe, infatti, molto esoso fi-nanziare anche in minima parte l'acquisto diun computer o dell 'arredamento dello studiolegale. Esistono , però , delle convenzioni ban-carie per l'erogazione di mutui a tassi age-volati (www.cassaforense .it). Stesso discorsovale per i dottori commercialisti (www.cnpa-dcec), ma non per i ragionieri (www.cnpr) iquali possono contare sulla copertura da par-te dell'ente del 100% degli interessi passivisui prestiti bancari fino a 10 mila euro. Condi-zioni agevolate sono previste per il consulentedel lavoro (www.enpacl . it), quest'ultimo peril tramite dell'istituto pensionistico può otte-nere dalla Banca a condizioni di favore finoa 30 mila euro da restituire a rate in cinqueanni. Un discorso a parte meritano i notai(www.cassanotariato.it) che, per l'impian-

to dello studio nella prima sede assegnata,possono contare su un contributo una tan-tum a fondo perduto i 3000 euro. Qualeulteriore sostegno ll'ingressonella professi_ öe, la

Cassa ha stipulatoun'apposita conven-

zione bancaria - «Prestito d'onore»attraverso la quale la Banca Cassiera erogaprestiti a condizioni vantaggiose a favore deinotai di nuova nomina.

L'area tecnica . Complice il più costosoavvio dell'attività per gli iscritti agli ordinie ai collegi dell'area tecnica, le Casse delcomparto hanno sviluppato un sistema diinterventi molto articolato. Per ingegneri earchitetti (www.inarcassa.it), nonostante i

150 mila iscritti, l'ente mette a disposizionedegli associati dei «Finanziamenti in contointeressi» finalizzati all'allestimento o al po-tenziamento dello studio e allo svolgimento diincarichi professionali , con un tasso nominaleannuo agevolato. Obiettivo dell'iniziativa èpromuovere anche lo sviluppo dell 'attivitàprofessionale , in modo da aiutare l'iscrittoa svolgere al meglio gli incarichi , ottenerenuove commesse e nuovi spazi di mercato.Labbattimento in conto interessi a carico diInarcassa per l'anno 2012 è stato del 3% ei fondi a disposizione sono già finiti. Per chiinizia c'è poi il «Prestito d'onore» che pre-vede a carico della Cassa l'abbattimento

degli interessi al 100% su importi (concessisempre dalla Banca ) da 5 a 15 mila euro.Al contrario della prima iniziativa aperta atutti , in questo caso il bando è aperto e perle domande c'è tempo fino al 31 marzo 2013.Contributi a fondo perduto anche per i biologi(www.enpab.it): il 50% degli interessi passivisui prestiti ottenuto. Opportunità anche peri periti industriali (www.eppi.it ). All'iscrittoche vuole acquistare o ristrutturare lo studiotramite un finanziamento (mutuo o prestitoper importo ammesso fino a 100 mila euro)da parte della banca l'ente offre un contributofino a 10 mila euro in 10 anni. E se l'abilitatoha meno di 28 anni, su una somma massimaammessa di 12 mila euro ottenuta dalla ban-ca l'Eppi rimborsa il 6% per 4 anni ovvero2880 euro . Possono ottenere prestiti age-volati tramite le convenzioni stipulate conistituti di credito dalle rispettive gestioniprevidenziali, poi, i geometri (www.cipag.it) fino a 25 mila euro e i veterinari (www.enpav.it ) fino a 30 mila euro. Su un tettopiù alto , ovvero fino a 50 mila euro, pos-sono contare agronomi e forestali, geologi,chimici e attuari (www.epap.it)

Studi professionali Pagina 19

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Finecorsa. I ricchi incarichi

Dai Tar alla Corte dei contil'arbitrato diventa un tabù

Questa volta lo stop nonlascia adito a dubbi: nientepiù arbitrati per i magistratiordinari, amministrativi, con-tabili, militari, avvocati e pro-curatori dello Stato, compo-nenti delle commissioni tri-butarie. Il divieto è éontenu-to nella legge anticorruzionee, dunque, scatterà da merco-ledì, data di entrata in vigoredella riforma.

Si dovrebbe, dunque, chiu-dere definitivamente un capi-tolo che ha scatenato per annipolemiche sull'opportunitàdei magistrati e degli avvocatistatali di entrare a far parte deicollegi arbitrali in cui è partela pubblica amministrazione.Incarichi resi spesso più cheappetibili da onorari a cinquese nona sei zeri. Infatti, il com-penso dell'arbitro è diretta-mente collegato al valore dellacausa in ballo e quando si trat-ta di appalti è facile raggiunge-re cifre di milioni di euro.

Se per i magistrati ordinariil problema è stato risolto allaradice da tempo, con il divietoimposto dal Csm di presenta-re richieste di arbitrati (tant'èche anche quest'anno e l'annoscorso nonrisulta alcuna auto-rizzazione in tal senso), diver-so il discorso per i giudici am-ministrativi, contabili e per gliavvocati dello Stato. Soprattut-to questi ultimi hanno, nell'ul-timo biennio, accumulato di-versi incarichi extra: 28 nel2011 e 29 quest'anno. Attività acui ora dovranno rinunciare.Sono fatti salvi solo gli arbitra-ti già assegnati.

Attività extra

Gli incarichi arbitrati assegnatinelle varie magistraturee nell'Avvocatura dello Statone[2011 e 2012. Nessun arbitratoè stato affidato alla magistraturaordinaria

2011Avvocaturadello Stato*28 29

2012Corte

dei conti5

* di cui 7 arbitrati sportivi nel 2011e 2 nel 2012Fonte: dati forniti dalle amministrazioni

automaticamente nulla.Visto che per i magistrati

scatta il divieto di far partedei collegi arbitrali (odi assu-mere l'incarico di arbitro uni-co), le nuove norme si occupa-no di individuare la nuova fi-gura del "paciere". Se la con-troversia coinvolge due am-ministrazioni pubbliche, gliarbitri sono reclutati «esclusi-vamente» tra i dirigenti pub-blici. Se, invece, il contendereè tra un privato e una pubbli-ca amministrazione, quest'ul-tima sceglie l'arbitro «preferi-bilmente» tra i dirigenti pub-blici. Se, però, non è possibileprocedere a una selezione frai grand` commïs, ,si possono,con provvedimento motiva-to, percorrere altre strade. Inentrambi i casi, comunque, lanomina deve avvenire «nel ri-spetto deiprincipi dipubblici-tà e di rotazione».

Cambia anche la retribuzio-ne degli arbitri. Se finora eracommisurata al valore dellacausa, d'ora in poi sarà la pub-blica amministrazione a stabi-lire l'importo massimo spet-tante all'arbitro, pena la nulli-tà della nomina di quest'ulti-mo. Se, poi, dovesse verificar-si una differenza tra l'onorariostabilito anche pergli altri arbi-tri e l'importo massimo fissatodalla pubblica amministrazio-ne, la parte di competenza (manon corrisposta) al dirigentepubblico/arbitro verrà acqui-sita al bilancio della pubblicaamministrazione che ha indet-to la gara.

Secondo le nuove regole,contenute nei commi da 18 a24 della legge 190/2012, le con-troversie su «diritti soggetti-vi, derivanti dall'esecuzionedei contratti pubblici relativia lavori, servizi, forniture,concorsi di progettazione edi idee» possono essere asse-gnate a un collegio arbitralesolo se autorizzate dai verti-ci dell'amministrazione inte-ressata. Se la clausola del ri-corso all'arbitro viene inseri-ta nel bando senza la necessa-ria autorizzazione, diventa C R I PRODUZIONE RISERVATA

Arbitrati Pagina 20

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Giustizia snella, il sogno svViaggio in quel che resta della mediazione dopo la bocciatura della Consulta: migliaia di pratiche congelate

L AUEA ANELLOROMA

dro Palmigiano, responsabile del di-partimento Diritto della FondazioneRosselli - gran parte dei mediatori è

una nuova cultura nel nostro Paese»,dice Michele Ruvolo, magistrato inservizio a Palermo.

Quanto agli avvocati, affiancano ledue parti, anche se non è necessario,nell'84 per cento dei casi, a testimo-nianza che la mediazione di per sé nonha insidiato la categoria. Anzi, è statauna nuova occasione di lavoro, tantoche a fronte della battaglia campaledell'Ordine forense ci sono tanti giova-ni professionisti che hanno investitosul settore e che adesso pregano per ilritorno della mediazione obbligatoria.

A buttarsi sulla nuova occasione of-ferta dalla riforma sono stati enti pub-blici come Università e Camere diCommercio, Ordini professionali (apartire proprio dagli avvocati ma an-che dai notai) ma anche colossi privatiche hanno aperto sportelli in tutta Ita-lia. E che ora tremano. Pregando che il

oveva essere la svolta inadeguata professionalmente per ge-per la giustizia civile op- stire una controversia, a causa dellapressa da un fardello di scarsa qualità degli organismi di for-sei milioni di cause pen- mazione e di mediazione. Questo, in-denti e con tempi medi sieme con gli alti costi della mediazio-

per arrivare a sentenza che supera- ne, è stato il problema più grande cheno i mille giorni. Un'idea mutuata dal ha accompagnato la riforma in Italia.mondo anglosassone: l'obbligo di ri- Negli Stati Uniti, la patria della risolu-volgersi a un mediatore prima di an- zione alternativa delle controversie, aldare davanti al giudice per chiedere tavolo siedono giudici in pensione oragione su questioni condominiali, avvocati di prestigio».eredità, risarcimenti per malasanità, Insomma, anche questa riforma sa-incidenti stradali, contratti con le ban- rebbe nata all'italiana, come opportu-che, locazioni, diffamazione a mezzo nità per far soldi organizzando corsi distampa e così via litigando. In tutto, il formazione e per agitare chimere di30% delle materie di contenzioso civi- lavoro davanti a migliaia di giovani di-le. Un decreto legge, nel marzo del soccupati. E all'italiana rischia di fini-2011, aveva avviato la rivoluzione, tra re, visto che il comunicato stampa del-proteste e levate di scudi. Adesso, un la Corte costituzionale non può essereanno e mezzo dopo, la Consulta in po- considerato un documento con valoreche righe di un comunicato stampa lo giuridico. Così, in attesa del depositoha dichiarato incostituzionale per «ec- della sentenza, formalmente è ancoracesso di delega» accogliendo l'esposto in vigore la mediazione obbligatoria,degli avvocati, i primi a scagliarsi con- ma nei tribunali tutto è immobile. E setro il provvedimento. I giudici si sono il Parlamento non salverà i contenutilimitati a constatare come il legislato- dei decreto con una nuova legge, puòre delegato (governo) non fosse stato abbattersi sullo Stato una valanga diautorizzato dal legislatore delegante richieste di risarcimento per il passa-(Parlamento) a introdurre nell'ordina- to. Non certo per le mediazioni andatemento giuridico l'obbligo di mediazio-ne. Non una parola in più.

Così, mentre tutti sono appesi al de-posito della sentenza per compren-derne le motivazioni, la bocciatura si èabbattuta come un macigno sulla ga-lassia che si era costituita intorno albusiness mediazione. Si parte dai 964organismi che si sono accreditati alministero per dirimere le controver-sie, entità nate come funghi in pochimesi intorno ai pionieri più qualificati:Roma prima con 196, seconda Napolicon 128, terza Milano con 89. Si passaper i 371 enti di formazione nati in fret-ta e furia per istruire gli aspiranti me-diatori. E si arriva ai quasi 50 mila«pacieri» che hanno conquistato il ti-tolo con cinquanta ore di corso pagateda trecento a duemila euro. E cheadesso, con la bocciatura della Consul-ta, rischiano di appenderselo al murocome ricordo. Sono in buona parte av-vocati, ma anche laureati in qualsiasidisciplina, dalla Chimica alla Psicolo-gia, dall'Agraria all'Architettura. O,ancora, semplici diplomati purchéiscritti a un collegio professionale: daigeometri ai periti industriali. Un'ar-mata di nuovi professionisti che, dopoessere stata contestata, adesso ri-schia di essere uccisa in culla.

«Di fatto - dice l'avvocato Alessan-

a buon fine ma per tutte quelle che so-no fallite o ancora pendenti, potrebbeessere chiesta al ministero o agli orga-nismi di mediazione la restituzione deisoldi spesi. Non pochi: da 65 a 10 milaeuro per ogni transazione.

Il Guardasigilli, Paola Severino, èstata tiepida nel difendere il decretolegge. Ma i suoi uffici, a marzo del2012, avevano fatto il bilancio a un an-no dall'avvio della rivoluzione: quasi92 mila mediazioni avviate (dalle pocopiù di 5 mila dei primi due mesi alleoltre 12 mila del marzo scorso), 61giorni per raggiungere un accordo afronte dei 1066 del tribunale, ma unapercentuale ancora minoritaria di ca-si in cui la controparte chiamata incausa accetta di sedersi al tavolo: 35per cento. E, quando si avvia il con-fronto, la mediazione riesce quasi lametà delle volte (il 48 per cento). In va-lori assoluti, sono 16 mila contenziosiche hanno alleviato il carico di quattromilioni e mezzo di nuove cause cheogni anno arrivano nei tribunali italia-ni. Una goccia nell'oceano, insomma,«che potrebbe però essere l'inizio di

w G I UD I C IAzzoppata la riforma

nessun obbligo di mediareprima di andare in causa

R I SARC I MENTI

Se il Parlamento non interverràchi ha pratiche pendenti

potrebbe chiedere i soldi indietro

Parlamento ci metta una pezza. Ma iltentativo è a rischio, in mancanza del-le motivazioni della Consulta: se hasanzionato soltanto l'eccesso di delegaescludendo le altre argomentazionidegli avvocati, la questione è tecnica eil vuoto potrebbe essere riempito daun'iniziativa parlamentare. In casocontrario, entrerebbero in ballo il noall'obbligatorietà, all'onerosità, allamancata garanzia di competenza deimediatori. E allora sarebbe tutto l'im-pianto della riforma a essere azzerato.Intanto vigono il caos e l'incertezzapiù assoluti. E nelle cancellerie dei tri-bunali le montagne di fascicoli diven-tano sempre più alte. Alla faccia dellariduzione dei tempi della giustizia.

Mediazione Pagina 21

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"Ho seguito corsie speso soldi, orache succederà?"

TORINO

Quando un mercatoè saturo, come quel-

lo degli avvocati, unostrumento come la media-zione può diventare una vali-da alternativa per tutti queilaureati in legge che non san-no che strada imboccare.Elena Peiretti, 36 anni, nel2010 ha deciso di puntaresulla mediazione.

Perché aveva scelto Giuri-sprudenza?

«Perché avevo forte un sensodi giustizia e volevo aiutare i

più deboli. Pensavo che la car-riera avvocatizia me lo avreb-be permesso».

E invece...«E invece arrivata alla fine delmio percorso di studi, ho sco-perto che il mercato era chiu-so e che non sempre gli stru-menti legali che avevamo im-parato venivano usati in lineacon quel senso di giustizia dicui parlavo prima».

E così ha rivolto lo sguardoalla mediazione.

«Sì. Era uno strumento chemi affascinava. Permette dicomporre le controversiesenza che necessariamenteun giudice debba dire chi hatorto o ha ragione, non sem-pre la realtà è così netta. E poi

"Stop necessarioMeccanismotroppo costoso"

sembrava un buono sboccoprofessionale».

Come si diventa mediatori?«Io mi sono rivolta alla Cameradi Commercio di Torino, che giàdagli anni '90 persegue questaforma di giustizia alternativa.Ho seguito un corso».

Costo?«960 euro per una settimana.Intensa. C'erano anche com-mercialisti con studi avviati chefaticavano a star dietro ai ritmi.Poi corsi di aggiornamento di 18ore. Tutti pagati a mie spese».

LOSBOCCO«Con un mercato chiuso

come la professioneera un'opportunità»

Una volta formata?«Mi sono iscritta tra i mediatoridella Camera di Commercio,ma avevano già i loro. E al-l'Ismed, un istituto di mediazio-ne. Abbiamo lavorato un mese,poi la sede distaccata di Torinoha chiuso».

E cosa ha fatto?«Io credo nella mediazione co-me strumento, quindi ho aper-to un organismo. Ma è chiaroche senza l'obbligatorietà saràdifficile far conoscere questostrumento». [R. ZAN.]

ROMA

Guido Alpa, presiden-te del Consiglio nazio-

nale forense, è stato l'al-fiere più convinto della battagliacontro il decreto legge sulla me-diazione. Per tre fondamentaliragioni: l'obbligatorietà, il costo,la scarsa qualificazione di granparte di coloro chiamati a diri-mere la controversia.

Presidente, adesso è soddisfat-to?

«Il sistema coniugava fattori chesono in contrasto, come la volon-tarietà e l'obbligatorietà. Avvici-nare le parti a una soluzione chepuò essere considerata accetta-bile, anche se non pienamentesoddisfacente, fa a pugni con ilfatto che le parti sono costrettea mettersi attorno a un tavoloper trovare un accordo».

Voi avete parlato di limitazione

di accesso alla giustizia...«Certo che sì. Dichiarare inam-

missibile una causa senza un

preventivo tentativo di media-zione, subordinare a un note-vole costo l'accesso al giudiceordinario, sono cose che costi-tuiscono oggettivamente unalimitazione di accesso alla giu-stizia. Peraltro, il sistema in-trodotto dal decreto ha capo-volto lo scopo originario dellagiustizia alternativa, cioè la

possibilità per chi aveva mode-ste richieste di far valere i pro-pri diritti spendendo poco, fa-cendo in fretta e non gravandosui tribunali. Ma la mediazionearriva a costi superiori a 10 mi-la euro».

I dati dei ministero parlano co-munque di un abbattimentodel contenzioso...

«L'abbattimento non è dovutoalla mediazione, ma alla crisieconomica che fa sì che moltinon possano più permetterseloe rinuncino a fare causa».

I LCONTENZ I OSO«È diminuito a causadella crisi economica

non per la mediazione»

Molti organismi di mediazionesono sorti per iniziativa di avvo-cati, e avvocati sono gran partedei mediatori che lavorano nelsettore...

«Hanno visto nella mediazioneuna possibilità di guadagno. Noiabbiamo appena proposto la co-stituzione di Camere arbitralipresso gli Ordini professionali,dove gli avvocati possano risol-vere questioni in via arbitralesenza il ricorso al giudice. Ga-rantendo tempi brevi e tariffepoco costose». [L. AN.]

Mediazione Pagina 22

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ratoun vero controllosulla qualità"

ROMA

«Il problema non èl'accesso alla giustizia,

ma l'abuso di giustizia chesi fa nel nostro Paese. I nostri tri-bunali sono come ospedali co-stretti a ricoverare chiunque sipresenti anche con un graffio sulginocchio». Leonardo D'Urso,lunga esperienza negli Stati Uni-ti, pioniere della giustizia alter-nativa, è l'amministratore dele-gato dell'Adr Center, primo adaccreditarsi al ministero, unicoa essere stato ascoltato dallaCorte costituzionale sull'espostodell'Ordine nazionale forense.

Mille organismi di mediazionenon le sembrano un po' trop-pi?

«Certo che sì. Uno dei grandiproblemi è che gli organismi so-no nati come funghi. Non c'è sta-to quel controllo di qualità che ciaspettavamo dal ministero dellaGiustizia. Per accreditarsi e"aprire bottega" bastano dieci-mila euro. Noi avremmo volutoche si imponessero requisiti pa-ragonabili a quelli delle societàdi revisione contabile o dellecompagnie di assicurazione».

Che succede adesso con lamazzata della Consulta?

«Noi andremo avanti comun-que: siamo nati nel 1998, intempi non sospetti. Nel frat-

táälEDIAZIOhlE PRATICHE AVVIATE

Votale iscrizioni 31,69()2 1 marzo 7011 3 1 marzo 2012

7.3336.315

tempo però stiamo soffrendoperché si è creato un climasbagliato di pro e contro, emolti legali pensano che siacrollato tutto il sistema dellamediazione».

Ma l'obbligatorietà ha senso?«L'obbligatorietà ha fatto cultu-ra in Italia, così come l'obbligo diportare il casco e la cintura di si-curezza o il divieto di fumo neilocali. L'obbligatorietà ha fattopoi da traino ai tentativi volon-tari di risoluzione delle contro-versie, nelle materie in cui non

IJOBB L I GATOR I ETA«In Italia è uno dei modi

per fare cultura,come per l'uso del casco»

vige l'obbligo».L'abbattimento del contenzio-so civile appare ancora mode-sto...

«Non c'è stato alcun sociologoal mondo che abbia dimostratoche gli italiani siano più causidi-ci degli altri. Il problema è chec'è un sistema che premia chiha torto. Per esempio, con l'in-teresse legale del 2,5% sul dena-ro, al debitore conviene farsi fa-re causa e non pagare subito.Tutto questo fa accumulare i fa-scicoli nei tribunali». [ L. AN.]

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Tanti sono quelliaccreditati

al ministero

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TEMPI A CONFRONTO2 1 n,5ss3 o eß33 --31 ma r[c'r 2i s1'

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Mediazione

li tempo mediodi risoluzione

di una controversia

Avv iatea marzo2012 a un annodall'iniziativa

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"Ho seguito corsie speso soldi, orache succederà?"

TORINO

Quando un mercatoè saturo, come quel-

io degli avvocati, unostrumento come la media-zione può diventare una vali-da alternativa per tutti queilaureati in legge che non san-no che strada imboccare.Elena Peiretti, 36 anni, nel2010 ha deciso di puntaresulla mediazione.

Perché aveva scelto Giuri-sprudenza?

«Perché avevo forte un sensodi giustizia e volevo aiutare ipiù deboli. Pensavo che la car-riera avvocatizia me lo avreb-be permesso».

E invece...«E invece arrivata alla fine delmio percorso di studi, ho sco-perto che il mercato era chiu-so e che non sempre gli stru-menti legali che avevamo im-parato venivano usati in lineacon quel senso di giustizia dicui parlavo prima».

E così ha rivolto lo sguardoalla mediazione.

«Sì. Era uno strumento chemi affascinava. Permette dicomporre le controversiesenza che necessariamenteun giudice debba dire chi hatorto o ha ragione, non sem-pre la realtà è così netta. E poi

sembrava un buono sboccoprofessionale».

Come si diventa mediatori?«Io mi sono rivolta alla Cameradi Commercio di Torino, che giàdagli anni '90 persegue questaforma di giustizia alternativa.Ho seguito un corso».

Costo?«960 euro per una settimana.Intensa. C'erano anche com-mercialisti con studi avviati chefaticavano a star dietro ai ritmi.Poi corsi di aggiornamento di 18ore. Tutti pagati a mie spese».

LOSBOCCO«Con un mercato chiuso

come la professioneera un'opportunità»

Una volta formata?«Mi sono iscritta tra i mediatoridella Camera di Commercio,ma avevano già i loro. E al-l'Ismed, un istituto di mediazio-ne. Abbiamo lavorato un mese,poi la sede distaccata di Torinoha chiuso».

E cosa ha fatto?«Io credo nella mediazione co-me strumento, quindi ho aper-to un organismo. Ma è chiaroche senza l'obbligatorietà saràdifficile far conoscere questostrumento». [R. ZAN.]

"Stop necessarioMeccanismotroppo costoso"

ROMA

guido Alpa, presiden-te del Consiglio nazio-

nale forense, è stato l'al-fiere più convinto della battagliacontro il decreto legge sulla me-diazione. Per tre fondamentaliragioni: l'obbligatorietà, il costo,la scarsa qualificazione di granparte di coloro chiamati a diri-mere la controversia.

Presidente, adesso è soddisfat-to?

«Il sistema coniugava fattori chesono in contrasto, come la volon-tarietà e l'obbligatorietà. Avvici-nare le parti a una soluzione chepuò essere considerata accetta-bile, anche se non pienamentesoddisfacente, fa a pugni con ilfatto che le parti sono costrettea mettersi attorno a un tavoloper trovare un accordo».

Voi avete parlato di limitazionedi accesso alla giustizia...

«Certo che sì. Dichiarare inam-

missibile una causa senza un

preventivo tentativo di media-zione, subordinare a un note-vole costo l'accesso al giudiceordinario, sono cose che costi-tuiscono oggettivamente unalimitazione di accesso alla giu-stizia. Peraltro, il sistema in-trodotto dal decreto ha capo-volto lo scopo originario dellagiustizia alternativa, cioè la

possibilità per chi aveva mode-ste richieste di far valere i pro-pri diritti spendendo poco, fa-cendo in fretta e non gravandosui tribunali. Ma la mediazionearriva a costi superiori a 10 mi-la euro».

I dati dei ministero parlano co-munque di un abbattimentodel contenzioso...

«L'abbattimento non è dovutoalla mediazione, ma alla crisieconomica che fa sì che moltinon possano più permetterseloe rinuncino a fare causa».

I LCONTENZ I OSO«E diminuito a causadella crisi economica

non per la mediazione»

Molti organismi di mediazionesono sorti per iniziativa di avvo-cati, e avvocati sono gran partedei mediatori che lavorano nelsettore...

«Hanno visto nella mediazioneuna possibilità di guadagno. Noiabbiamo appena proposto la co-stituzione di Camere arbitralipresso gli Ordini professionali,dove gli avvocati possano risol-vere questioni in via arbitralesenza il ricorso al giudice. Ga-rantendo tempi brevi e tariffepoco costose». [ L. AN.]

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T Iatoun vero controllosulla qualità"

ROMA

«Il problema non èl'accesso alla giustizia,

ma l'abuso di giustizia chesi fa nel nostro Paese. I nostri tri-bunali sono come ospedali co-stretti a ricoverare chiunque sipresenti anche con un graffio sulginocchio». Leonardo D'Urso,lunga esperienza negli Stati Uni-ti, pioniere della giustizia alter-nativa, è l'amministratore dele-gato dell'Adr Center, primo adaccreditarsi al ministero, unicoa essere stato ascoltato dallaCorte costituzionale sull'espostodell'Ordine nazionale forense.

Mille organismi di mediazionenon le sembrano un po' trop-pi?

«Certo che sì. Uno dei grandiproblemi è che gli organismi so-no nati come funghi. Non c'è sta-to quel controllo di qualità che ciaspettavamo dal ministero dellaGiustizia. Per accreditarsi e"aprire bottega" bastano dieci-mila euro. Noi avremmo volutoche si imponessero requisiti pa-ragonabili a quelli delle societàdi revisione contabile o dellecompagnie di assicurazione».

Che succede adesso con lamazzata della Consulta?

«Noi andremo avanti comun-que: siamo nati nel 1998, intempi non sospetti. Nel frat-

tempo però stiamo soffrendoperché si è creato un climasbagliato di pro e contro, emolti legali pensano che siacrollato tutto il sistema dellamediazione».

Ma l'obbligatorietà ha senso?«L'obbligatorietà ha fatto cultu-ra in Italia, così come l'obbligo diportare il casco e la cintura di si-curezza o il divieto di fumo neilocali. L'obbligatorietà ha fattopoi da traino ai tentativi volon-tari di risoluzione delle contro-versie, nelle materie in cui non

UOBBL I GATOR I ETA«In Italia è uno dei modi

per fare cultura,come per l'uso del casco»

vige l'obbligo».L'abbattimento del contenzio-so civile appare ancora mode-sto...

«Non c'è stato alcun sociologoal mondo che abbia dimostratoche gli italiani siano più causidi-ci degli altri. Il problema è chec'è un sistema che premia chiha torto. Per esempio, con l'in-teresse legale del 2,5% sul dena-ro, al debitore conviene farsi fa-re causa e non pagare subito.Tutto questo fa accumulare i fa-scicoli nei tribunali». [ L. AN.]

Mediazione Pagina 26

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1 VINTERVISTA 1

"L'Antitrust è debole, varifoPARLA MARIO SIRAGUSA, PARTNER DELLO STUDIOLEGALE CLEARYGOTTLIEB E PROFESSORE PRESSOIL COLLÈGE D'EUROPE DI BRUGES: "SI È INDEBOLITANEGLI ULTIMI ANNI LA CAPACITÀ ISTRUTTORIA"

IQui sopra,l'avvocatoMarioSiragusa,partner diCleary Gottlieb

Adriano Bonafede

Romarust italiano deve concentrarsi di nuovo sul«L%Antit

suo core business, ecioèsullalotta aicartelli eall'a-buso di posizione dominante e sul controllo delle concentra-zioni. Ci sono infatti segnali che in questi ultimi anni la capa-cità istruttoria dell'Agcm si sia alquanto indebolita». Il gridod'allarme arriva da un avvocato considerato fra i maggiori.esperti in diritto della concorrenza, Mario Siragusa, partnerdello studio legale C1earyGottlieb e professore presso ilCollè-

vigilanza sui provvedimenti amministrativi (quindi non piùsolo sui comportamenti delle imprese) restrittivi della con-correnza. Dall'altra c'è il ricorso forse troppo frequente allacosiddetta "procedura con impegni", dove non si svolge unavera istruttoria ma si apre, a volte cbn troppa facilità, un-pro-cedimento, attendendo poi che le imprese presentino impe-gni che verranno accettati dall'Autorità. Ma c'è anche un altroaspetto».

.Quale?«C'è forse una difficoltà daparte del collegio - oggi ridotto a

quattro membri, domani addirittura a tre - a seguire adegua-tamente tutte le istruttorie».

Cosa propone?«Credo che sarebbe opportuno riportare a cinque il nume-

ro deimembri. Sarebbe poi opportuno nominare membri chesiano dei veri esperti, da scegliere sia fra gli economisti che fra

LE SEGNALAZIONI DELL'AGCM Per base giuridica e settore di attività, 2011. 1s

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nullamenti da parte del giudice amministrativo di decisioni dicondanna dell'Agcm. Ciò indica, a mio avviso, che la capacitàistruttoria dell'Autorità si è in qualche modo indebolita».

E questo da cosa dipende?«Credo che le cause siano sostanzialmente due. Da una

parte, in questi ultimi anni c'èstato unproliferare dipoteri ag-giuntivi che ha determinato una sorta di "dispersione" delleenergie dell'Autorità: dal controllo sul rating di legalità delle,imprese, alle pratiche commerciali scorrette per arrivare alla

ge a rnunope ainruges.Avvocato Siragusa,

da cosa deduce chel'Antitrúst abbia bis o-gno di riconcentrarsisul suocorebusiness?

«Negliultimiannisiè assistito, da un lato,alla riduzione del nu-mero dei procedi-menti istruttori avvia-ti. dall'Autorità, dal-l'altro, ad un aumentovertiginoso e senzaprecedenti degli .an-

foote:flelaiine2011

igiuristi,piuttostochegenericamente fra igrand commis delloStato. In questo sensola nomina del nuovopresidente, un giuri-sta e avvocato di altolivello, è stata accoltacon favore dagli ad-detti ai lavori. Inoltre,poiché i poteri si sonoespansi, vanno raffor-zati anche gli uffici -mantenendone peròl'attuale alto tasso di

w

competenza e professionalità -cosa oggi possibile visto che lastruttura si autofinanzia attraverso i contributidelle imprese».

C'è qualcos 'altro che secondo lei si dovrebbe fare?«Nei procedimenti sanzionatori io tornerei a dare maggio-

re importanza alla "fase orale", in cui, di fronte al collegio, l'uf-ficio ele imprese si confrontano. Una sorta di dialettica fra ac-cusa e difesa che in altri paesi impegna anche giorni e giornima che garantisce decisioni più ponderate».

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Antitrust Pagina 27