centro studi c.n.i. - 15 dicembre 2014 - tuttoingegnere.it · italia oggi sette 15/12/14 p. 1...

33
Centro Studi C.N.I. - 15 dicembre 2014

Upload: hanhi

Post on 16-Feb-2019

213 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Centro Studi C.N.I. - 15 dicembre 2014

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 15 dicembre 2014

Pagina I

RIFORMA DELLE PROFESSIONI

Professionisti usa e gettaItalia Oggi Sette 15/12/14 P. 1 Marino Longoni 1

SOCIETÀ TRA PROFESSIONISTI

Società tra professionisti con formula variabileSole 24 Ore - L'espertoRisponde

15/12/14 P. 2 Michele Brusaterra 2

CATASTO

La riforma del catasto attende i criteri di stima per case e ufficiSole 24 Ore 15/12/14 P. 2 4

ANTICORRUZIONE

Gli uffici non mettono online i dati su appalti e consulenzeSole 24 Ore 15/12/14 P. 7 5

RIFORMA DELLE PROFESSIONI

Professioni, un cantiere aperto per non riformare mai nullaItalia Oggi Sette 15/12/14 P. 4 Ignazio Marino,Benedetta Pacelli

6

Sostegno anche ai professionistiItalia Oggi Sette 15/12/14 P. 16 Cinzia De Stefanis 11

SOCIETÀ TRA PROFESSIONISTI

Il socio danneggiato chiama in causa gli amministratoriSole 24 Ore - L'espertoRisponde

15/12/14 P. 3 13

Stp senza bussolaItalia Oggi Sette 15/12/14 P. 4 15

ANTICORRUZIONE

Anti-corruzione, la vigilanza segna il passoSole 24 Ore 15/12/14 P. 7 Antonello Cherchi,Valeria Uva

16

LEGGE DI STABIITÀ

Fondi pensione, spunta l'ipotesi di ridurre il prelievo al 17 per centoCorriere Della Sera 15/12/14 P. 11 Francesco DiFrischia

18

TITOLI ABITATIVI

Permesso convenzionato, corsia veloce per i lavoriSole 24 Ore 15/12/14 P. 34 Guido Inzaghi 19

URBANISTICA

La nuova norma sui cambi d'uso non prevale sui PrgSole 24 Ore 15/12/14 P. 34 21

PREVIDENZA PROFESSIONISTI

Se Padoan vuole vendere i mattoni delle casseCorriere Della Sera -Corriereconomia

15/12/14 P. 2 Carlo Cinelli,Federico De Rosa

22

REGIME FISCALE AGEVOLATO

Studi. Paradossi tributari: il Fisco è troppo minimoCorriere Della Sera -Corriereconomia

15/12/14 P. 19 Isidoro Trovato 23

INCENTIVI ALLE IMPRESE

Per l'industria verde 250 mlnItalia Oggi Sette 15/12/14 P. 17 Roberto Lenzi 25

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 15 dicembre 2014

Pagina II

AVVOCATI

Tribunali d'impresa, "Ecco che cosa cambiare"Repubblica Affari Finanza 15/12/14 P. 38 Patrizia Capua 27

COMMERCIALISTI

Commercialisti contro la norma sul rimpatrio dei capitaliRepubblica Affari Finanza 15/12/14 P. 37 Filippo Santelli 28

TRIBUTARISTI

Tributaristi: un'alleanza europeaCorriere Della Sera -Corriereconomia

15/12/14 P. 19 29

CHIMICI

"Più formazione per l'insegnamento della chimica"Repubblica Affari Finanza 15/12/14 P. 37 30

Professionisti usa e gettaNemmeno una delle riforme chieste dalle professioni negli ultimi dieci anni è

riuscita ad arrivare in porto. Invece le coi-ve chieste a loro si sono moltiplicate

DI MARINO LONGONI

[email protected]

a politica delle professioni degli ultimidieci anni è un fallimento completo. I go-verni che si sono succeduti hanno infatti

]annunciato alle professioni, in parte an-che approvato, una serie di riforme di un certospessore, ma nessuna, dicasi nessuna, di esse èarrivata in porto. Nella maggior parte dei casisi sono perse nell'indifferenza delle commissioniparlamentari, come il ddl sull'esercizio abusivodelle professioni o il riordino della disciplina delleprofessioni sanitarie. Altre volte ci ha pensato laburocrazia ministeriale a scavare la fossa a rifor-me approvate dal parlamento: è il caso del testounico sulla disciplina delle professioni, evidente-mente ritenuto troppo impegnativo da realizzaree perciò lasciato cadere nel dimenticatoio; oppuredel regime fiscale delle società tra professionisti,la cui mancanza inibisce di fatto la possibilità diaprire una società interprofessionale; così pureil provvedimento che dovrebbe definire l'assicu-razione dei medici, obbligatoria dal 15 agosto2014, non si è mai visto, e in mancanza di questeregole i medici che vogliono rispettare l'obbligoassicurativo, sono lasciati a brancolare nel buio;ci si chiede come sia possibile che dopo dieci anninon si sia riusciti a definire lo status giuridico direstauratore; ancora, il decreto per l'equipollen-za dei titoli di commercialista e revisore legaleè stato annunciato come pronto già ad aprile diquest'anno, ma poi se ne sono perse le tracce.

Soltanto quando le riforme sono contro le pro-fessioni riescono a diventare operative. Chissàperché. Il caso più clamoroso è l'abolizione delle

tariffe professionali: il divieto èstato varato con il decreto Visco-Bersani del 2006 e dopo alternee complesse vicende di fatto rin-negato dallo stesso legislatoreche nel 2013 ha reintrodotto letariffe sotto mentite spoglie (pa-rametri). Ma è quando si introduco-no nuovi obblighi, spesso non retribui-ti, che il legislatore italiano riscopre tuttala sua efficacia luciferina. L'anagrafe tributa-ria ha la necessità di avere i dati fiscali già ordi-nati, in un data base? Semplice, basta chiedere aiprofessionisti di inviare le dichiarazione dei red-diti secondo specifiche definiti dall'Agenzia delleentrate in modo che siano loro stessi a riempiredi contenuti questa banca dati. C'è bisogno di in-crementare la lotta al riciclaggio? Basta imporreai professionisti l'obbligo di controllare, schedare,denunciare i propri clienti, poco importa se questoinnesca un conflitto di interessi insanabile: se ilprofessionista non adempie, pagherà multe sala-tissime. Il colmo però lo si è toccato con l'invio del730 precompilato, previsto per il 2015. L'Agenziadelle entrate manderà un modello precompilatoche, per sua stessa ammissione, sarà incompletonell'85% dei casi. Ai professionisti il compito dicompletarlo. Ma se i dati che inseriranno, o quelligià forniti dalle entrate risulteranno errati (ma-gari per un errore o una dimenticanza del clienteo della stessa agenzia) a pagare saranno i profes-sionisti stessi. Robe da matti.

Morale: le riforme che interessano le profes-sioni non interessano per niente alla politica, néall'alta burocrazia. I fatti, o meglio, la mancanza

di fatti, è li atestimoniarlo.Finché si tratta disbandierare questa ol'altra innovazione, ma-gari in vista di una consul-tazione elettorale, ministri esottosegretari si fanno in quat-tro. Ma poi, chissà perché, anchenel caso che questa venga messain cantiere, incontra sempre qual-che ostacolo sul suo percorso chele impedisce di diventare efficace.Al contrario, quando si tratta di introdurrecorvè, di utilizzare una categoria professionaleal servizio di una macchina pubblica sempre piùinefficiente e collassata su se stessa, le norme siapprovano ed entrano in vigore in tempi rapidis-simi. Evidentemente lassù qualcuno non li ama.

nRpro1 o', rìservai

Professionisti usa e getta

Riforma delle professioni Pagina 1

LAVORO AUTONOMO

Le opzioni disponibili

11-1* tà tra pro i isti con formula . variab *bocie fess*on ile

Nelle nuove Stp la tassazione è soggetta alle regole del reddito d'impresa dunque sen za ritenuta d'acconto

di Michele Brusaterraell'attuale panora-ma, l'esercizio incomune della o del-le professioni può

avvenire utilizzando diverseforme di "associazionismo".Sebbene conlalegge 183/2011siano state ufficialmente in-trodotte le società tra profes-sionisti (Stp), resta lapossibi-lità di costituire anche altreforme disocietà o associazio-ni (possibilità mai esplicita-mente confermata da partedell'Amministrazione finan-ziaria, ma neppure smentita ebasata sul tenore letteraledella norma).

Le formule ammesset bene far presente, infatti,andando in ordine cronologi-co, che con la legge 1815/1939fu introdotta la possibilità disvolgere la professione informa associata per quelle«persone che, munite dei ne-cessari titoli di abilitazioneprofessionale, ovvero auto-rizzate all'esercizio di speci-fiche attività in forza di parti-colari disposizioni di legge, siassociano per l'esercizio del-le professioni o delle altre at-tività per cui sono abilitate oautorizzate». Sono così nati icosiddetti "studi associati"che potevano, e ancora pos-sono, coinvolgere professio-nisti esercenti anche attivitàdiverse fra loro. Da un puntodi vista fiscale, tale tipologiadi soggetti soggiace alle re-gole della determinazionedel reddito valide per il lavo-ro autonomo, seguendo ilprincipio di cassa e imputan-dolo per trasparenza agli as-

Dopo alcuni annidi attività come liberoprofessionista, iscritto all'albo deiconsulenti del lavoro, sto valutandol'opportunità di unirmi ad altri duecolleghi per avviare uno studio incomune.Stiamo vagliando le diverse soluzionidisponibili e vorremmo saperne di piùrispetto all'opzione della società traprofessionisti (Stp) per valutare lediverse implicazioni a livello fiscale,

sociati stessi.A fianco di questa forma di

associazione, nel 2001, con ilDlgs n. 96, fu data la possibili-tà, ai soli avvocati, di costitui-re la «società tra professioni-sti» che, per distinguerla daquella introdotta dalla legge183/2011, è stata ridenominatadalla legge 161/2o14 in «socie-tà tra avvocati» (Sta). Tale ti-pologia di società, che seguele regole civili della Snc, pro-

duce un reddito di lavoro au-tonomo che soggiace al regi-me di cassa e al regime di tra-sparenza, con sua imputazio-ne, quindi, ai soci, così comeavvieneperl'associazione traprofessionisti.

Nel 2006, all'interno delDlgs n. 163, noto anche come"Codice dei contratti pubbli-ci",viene di fatto previsto chegli ingegneri possano unirsiin società per svolgere l'atti-vità professionale. Nascono-così le società di ingegneria,che possono assumere la for-ma di società di capitali o disocietà cooperative, e che,come chiarito dall'agenziadelle Entrate con la risoluzio-ne n. 56/E del2oo6, produco-no reddito d'impresa.

Tale presa di posizionedell'Amministrazione finan-ziaria ha creato una rotturaper quanto concerne la con-vinzione che ove vi fossero

contabile e previdenziale.,Vorremmo inoltre sapere quali sarebberoi vantaggi della Stp nel casodovesseentrare nella compagine, in un secondotempo, anche un sociofinanziatore o unsocio professionista iscritto a un altroalbo, che nel caso specifico sarebbe uncommercialista.

G.L. - LODI

solo professionisti, in qua-lunque modo fra loro "asso-ciati", si fosse di fronte allaproduzione di un reddito dilavoro autonomo. Questa ec-cezione è oggi ripetuta perquanto concerne le "societàtra professionisti", introdot-te nel nostro ordinamentogiuridico dalla legge 183/2011.

Si tratta di società che pos-sono assumere la forma sia disocietà di capitali, che di so-cietà dipersone o di coopera-tive, ove è possibile esercita-re, così come chiarito dal de-creto dell'8 febbraio 2013«una o più attività professio-nali per le quali sia previstal'iscrizione in apposti albi oelenchi regolamentati nel si-stema ordinistico». Tali so-cietà possono essere, quindi,anche multidisc iplinari e uni-re soggetti esercenti profes-sioni tra loro diverse. Non so-lo: alla societàpossono anchepartecipare, così come pre-scritto dalla norma, soggetti«non professionisti», ma«soltanto perprestazioni tec-niche, o per finalità di investi-mento». In questo ultimo ca-so, però, il numero dei sociprofessionisti, nonché la par-

tecipazione al capitale socia-le deglistessi deve essere taleda determinare la maggio-ranza di due terzi nelle deli-berazionio decisioni dei soci.

La tassazioneTornando alla domanda dellettore, si ribadisce che, dalpunto di vista della determi-nazione del reddito, la "nuo-va" società tra professionisti(Stp) deve utilizzare le regoledel reddito d'impresa e, per-tanto, non troverà applica-zione la ritenuta d'accontosui-compensi che verrannofatturati. A tale conclusionesi arriva, in assenza di unapresádiposizioneuffièiale daparte dell'Amministrazionefinanziaria, partendo dal fat-to che il decreto legislativo n.175, pubblicato nella Gazzettaufficiale n. 277 del 28 novem-bre2o14, noto come"decreto-Semplificazioni", contenevauna norma che disponeva latassabilità per cassa del red-

Società tra professionisti Pagina 2

dito prodotto dalle Stp. Talenorma, però, è stata stralciatadal testo definitivo del decre-to, trasmettendo così il mes-saggio che in realtà le societàtra professionisti devono de-terminare il reddito che "na-turalmente" il tipo di societàadottata produrrebbe, ossiaquello d'impresa. A rafforza-re questo tipo di conclusionevi è anche l'interpretazioneresa l'8 maggio e il 16 ottobrescorso dalla direzione centrale normativa dell'agenziadelle Entrate, in risposta adue richieste di consulenzagiuridica, che sostiene la pro-duzione di reddito d'impresada parte delle Stp.

Il contributo integrativoDa un punto di vista previ-denziale, allo stato attualesembra dovuto il contributointegrativo, visto quanto so-stenuto sia dall'Istituto di ri-cerca dei dottori commercia-listi e degli esperti contabilisia dai consulenti del lavoro,in loro documenti ufficialiemanati.

L'aspetto contabilePer quanto concerne ilrisvol-to contabile, la Stp potrà ap-plicare i regimi stabiliti per lediverse tipologie societarie:così, a titolo esemplificàtivo,una società tra professionisticostituita come società dicapitali dovrà adottare il regi-me contabile "ordinario", nelrispetto delle norme civili etributarie vigenti.

Infine, con riferimento al-la successiva inclusione nel-la compagine sociale di uneventuale ulteriore socio,.professionista o meno (con ilimiti di partecipazione giàvisti), il vantaggio sarebbequello di poter gestire la sua"entrata" sia attraverso lacessione di partecipazioni,di uno o più degli altri soci,sia attraverso altri meccani-smi quali; ad esempio, l'au-mento.del capitale socialesottoscritto solo dal nuovosoggetto.

Un quadro per scegliere

Requìsifi,effetti fiscali, previdenzìati e contabilidellediverseformeassoci

Caratteristiche Società tra awocati Società di fngeg

Dlgsr.96 DIgsn.163del2febbraío2001 dell2aprite200E

Conatt. pubblica ascrittura C tt pubblico .asm'ttuxivatasute bcatá: p t utendcac

Devonoesseemp .ssodel Nondevononeces

ietà tra professionisti Associazioni professionali

t r m d di ìore es ,c, a n ,dtolodiawocato p sederetttoliab anamendrtativl ' ..albr c P ¢hemddferenti

. ',,. —imits: :5non . .',.p fssiómsti(soloperprestazioniterniclieoperinvdstimento)(l) .

apereupacmneaderam traawocanè

patibfleconla'.. rtenpanoneadaltra5ta

onetà m nome oollettwo d iuialcapoDIdelntolondel

i bro V del Codice ovile

late quzntodíspostoperiema la ragione raclait

deveconterfereanche.mdtcazione«SOnet) traawocati (Sta)n

della professionedeipropncao

ace on pube seaffidata a terzi n

N mpbbtàcon tap rt npázioneaduna LapartenpanoneadunaI p rt p—oned Itre son tae ncompattbrleconia assocrazioneèmcompattbilesonetàd rngegne

na partenpanone onlaparteapanoneada[traadaltrasoaetàtra canonep of s onistt

Sedettidptal 1 rarMod II t eg t tidai SodetàsempbcecaprVVleVtfd I

dbáItoloVdel trt bVeVlettlrVdelb VdelCOdic,ie Codice cmle(sódétàdi11 ford sonetà

p a d c persone,dreapitálie

''..titoloVldethbroV I apoldeLcooperative)

''..,civile delCodice ..,,., . .

Valequantodisma ,topenlVale todrs to e n o

'..tiposocietarioadoquan pos p ri p

finto di società adottato, lration sodálëddv c te ereanche Imdicaiìonedt S età

'., . ''.,.traprofess .-.-.ti(Stpbr

Studidifatdbilità,d<erche, 'rl ser't progensu

enze,.' Yaatonio '..attiviidìrezionilavor , va tutazionidi' ..congruitàtecnico,studidiimpattoab fbientale

Siappiicanoleregt' le revisie

perlasingoiatipol(a

sodetaria

p naledel Netl oneordnadel

i gI t od II I prese Reglst odelletmplosa

e a oprlona r, o ess eappartenènza(2)

Vonesoggettaafallimento soggetta afall -pmiare - , .'Soggetta alscnnonemuna elobblg,e

ne S gg ttnonespecraledell 'albo ll lh d appanel

..m un

onespenaieorofesstonaledrappartenenza professionisti ;enzadmd lseni, 11 . f Ind"a

redditop etessonale.bldnápiodicassaela regoladell'imputazione del redditoa ertrasparenza (esoluzione118/E/2003)

Si applica la ritenutad'accoto

- dovutortcontributontegrativo

d tÉilcontnbt'.,. t g atlvo(4)

integrabvg(5) rete traevo

.. rteriPazioneal raP t I ' I d-P fd t l a d t I ntod d t li d Ib .on,(z)L t Itd' ,plinare(formatatlap f ' ti'. Mf d . R6

w„n trvn ht,, { rdtnt)e;s ' t+apessolalboorl mstrodefloNmeoc Ilaa Pofeuonale

latipolog ad,soc etàchesieatlottata(perlesocetad pee l p p t Ivnlume1 l P d It t ' )e(4)calailtos ico ttl'u r p pP P .diananlvarelatlNaneatnvftapmfessfonali (5)perquantoconcerneìlconMbuto ,nt B

anvosfallstitatod'rlcorcode nottoncommemalistledeRnESparticonrabllls,aiConsulenti dellworopropendonoperlalomapplicazione.

Si applianaleregote previapor la srgela tipologiasocietari,

Con atto pubblicooscritturaprivata autenticat.a

Professromsti rscnttf adordinì,albiecoflegr

Va i nenia la durone di «Studi otecnico, lega le, eemmererale,contabile, ammmstrativootribut000o,sogmtodal nomeecognome, col titoliprofessionali, degli associati

arredi piùüvitàpmfessionali

S tepplica no le regole previlasevietteemplice

I -; recaledNonèsaggettaaregrstrazioneR gr t del ..nprese nelRegtstrodellelmprese

Non e soggetta a falh mento

Soggettaarscnnoneinunaonespenaledell'albo

pmfessionalediappartenenza

Sidovrebbetrattarediroddito Éreddtodüavoroautonomod'imprese(cdnsdleroagiuddica ''.. imputatopertrasparenza agiiEntrao954-55/2014)(3) sociati(articeloSdelToìo)

to 1d ut ñeontributo dó t t tributo -

0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Società tra professionisti Pagina 3

. L'avvio dell'operazione con il secondo decreto delegato

La riforma del catasto attendei criteri di stima per case e uffici

La road map per la riformadel catasto è tracciata, mai tem-pi non saranno brevi. Alla com-plessità di un'operazione cheriguarderà quasi 62 milioni diimmobili a destinazione ordi-naria e 1,5 milioni di unità a de-stinazione speciale, si aggiun-gono i tempi tecnici necessariper il varo dei decreti.

Giovedì scorso, durante ilconvegno organizzato a Romadal Consiglio nazionale dei ge-ometri, il direttore delle Entra-te Rossella Orlandi ha annun-ciato che il decreto attuativocon i criteri estimativi è stato«sottoposto all'autorità politi-ca». Un modo per dire che itec-nici hanno messo a punto un te-sto su cui ora toccherà al mini-stero dell'Economia c al Gover-no esprimersi.

L'esperienza del primo de-creto sulcatasto - quello che di-

sciplina le commissioni cen-suarie - è indicativa. Compliceil doppio passaggio perle com-missioni parlamentari, dal vialibera preliminare in Consigliodei ministri (lo scorso 20 giu-gno) all'approvazione definiti-va dello novembre sono passa-ti 143 giorni, quasi cinque mesi.A cui va aggiunto il tempo ne-cessarioperlapubblicazione inGazzetta Ufficiale: venerdìscorso il decreto era ancora an-nunciato al Quirinale.

Tempi lunghi, insomma.Tant'è vero che il direttore del-le Entrate la scorsa settimanaha spiegato che l'Agenzia si stagià attivando con le sedi regio-nali per avviare l'istituzionedelle commissioni, invitando iprofessionisti e le categoriedell'edilizia a preparare le can-didature dei propri componen-ti, così da non allungare inutil-

mente le attese.È difficile, quindi, che il se-

condo decreto delegato sul ca-tasto - quello con i criteri esti-mativi - possa arrivare in Gaz-zetta Ufficiale prima di febbra-io o marzo, e questo anche se ilGoverno dovesse approvarloin via preliminare prima di Na-tale. L'aspetto positivo, co-munque, è che dopo questoprovvedimento legislativo sa-rà possibile avviare le opera-zioni con una serie di provvedi-menti di rango inferiore (circo-lari e decreti attuativi), senzadover attendere l'eventualeemanazione di altri provvedi-menti legislativi.

In attesa di conoscere neldettaglio i criteri estimativimessi a punto dalle Entrate, ilconvegno organizzato dai geo-metri ha messo in evidenza unpunto decisivo nell'attuazione

della riforma: la quantità e laqualità delle "caratteristiche"di ogni singolo immobile chesaranno utilizzate per ricostru-ire la sua rendita e il suo valorepatrimoniale. Si tratta di capi-re, in pratica, quanto i nuovi va-lori fiscali saranno ricostruiticon verifiche "sul campo" equanto attingendo a dati pre-senti nelle banche dati.

La legge delega cita espres-samente lo scambio di dati traComuni ed Entrate, ma anchela possibilità di «impiegare,mediante apposite convenzio-ni senza nuovi o maggiori oneriper il bilancio dello Stato, ai finidelle rilevazioni, tecnici indi-cati dagli ordini e dai collegiprofessionali» e di «utilizzare idati e le informazioni sugli im-mobili posseduti, forniti diret-tamente dai contribuenti». Manon sono escluse altre soluzio-ni: l'Abi, ad esempio, si è dettadisponibile a fornire i dati sulleperizie redatte dalle bancheperle concessioni, anche sepo-trebbero esserci problemi conla privacy.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Catasto Pagina 4

' Gli uffici non mettono online' i dati su appalti e consulenze

La trasparenza è l'altra fac-cia della medaglia per combat-tere il malaffare dentro la pub-blica amministrazione: da unaparte, le regole per evitare letangenti; dall'altra, informazio-ni a portata della collettività,per mettere i cittadini in gradodi rendersi conto di come fun-ziona la burocrazia e, dunque,come vengono spesi i soldi.

Il binomio, però, finora hafunzionatopoco emale (sivedal'articolo sopra).Anche i criteriper rendere gli uffici pubblicipiù trasparenti discendonodalla medesima legge (la 190del 2012), che ha imposto il girodi vite anti-mazzette.Latraspa-renza ha poi trovato norme didettaglio nel decreto legislati-vo 33 del 2013, che ha imposto atutte le pubbliche amministra-zioni (il ventaglio è stato di re-cente allargato e perfezionatodalla riforma della Pa, la legge90/2014) di avere sul proprio si-to istituzionale una finestra de-dicata alla comunicazione ditutta una serie di informazioni:dai redditi dei politici ai bilancidegli enti, dalle consulenze aiconcorsi, dagli appalti alle par-tecipazioni societarie.

A un anno e mezzo di distan-za, quegli obblighi sono stati ri-spettati solo in parte. Per esem-pio, i piani triennali per la tra-sparenza- che fanno il paio conquelli arti-corruzione-in moltiuffici ancora latitano. Per rima-nere alle amministrazioni cen-trali: su 13 ministeri monitorati,cinque ancora se ne devono do-tare, tra cui quelli dell'Econo-mia e delle Infrastrutture. E an-cora:l'Inail lo ha adottato, men-

Molte lacune nell'applicazione del decreto 33 del 2013

tre altrettanto non si può diredell'Inps. Non va meglio nelleuniversità: su quasi cento ate-nei, 7o ancora non sanno cosasia il piano della trasparenza.

Eppure, secondo le intenzio-ni del Dlgs 33, quel documento,da aggi ornare ogni anno e dare-digere insieme alle associazio-ni dei consumatori, dovrebbefare il punto sulle iniziativeprese dalla singola ammini-strazione per assicurare un

I ministeri inadempientiSu 13 ministeri monitorati, cinqueancora senza piano trasparenza

Enti sotto osservazioneControlli dell'Anac in 231 enti:163 sono risultati inadempienti

adeguato livello di trasparenza,nonché «la legalità e lo svilup-po della cultura dell'integrità».

Le assenze dei piani, però,non sono che una delle defail-lance degli obblighi sulla tra-sparenza. Molte amministra-zioni ancora continuano a nonpubblicare sui propri siti i datio, nel migliore dei casi, quandolo fanno spesso la lettura delleinformazioni è difficile se nonimpossibile. Per esempio, per-ché inseriscono file di difficile

gestione daparte del cittadino.Eppure il decreto 33 prevedeche i dati siano non solo im-messi in rete in un formatoaperto, ma soprattutto sianoaggiornati, completi e di sem-plice consultazione.

L'Autorità anti-corruzionelo ha potuto constatare: nel cor-so di controlli effettuati dal-l'inizio dell'anno a ottobre hamesso sotto la lente 231 enti ri-spetto ai quali era arrivata unasegnalazione. Ebbene, 163 ri-sultavano inadempienti e gli èstato chiesto di correre ai ripa-ri. Dopodiché sono state effet-tuate oltre cento ispezioni perverificare se gli enti si fosseroadeguati: 6o lo avevano fatto,mentre 48 erano ancora ina-dempienti (32 in parte e 16 inuno stato di totale inerzia).

Problemi di cui si dovrà te-ner conto nel caso il Governopossa rimettere mano al decre-to 33. La riapertura della delegaè, infatti, previstanel disegno dilegge di riforma della pubblicaamministrazione, presentato afine luglio e ora all'esame delSenato. La necessità di riscrive-re il decreto è nata proprio dal-l'esigenza - si legge nella rela-zione al Ddl- di adattare megliole regole sulla trasparenza «alleesigenze emerse nel corso del-la loro applicazione».

Probabilmente sarà anchel'occasione per contempera-re meglio trasparenza e pri-vacy: il Garante, infatti, nonha niai fatto mistero che lapubblicazione di alcune in-formazioni è eccessiva rispet-to agli obiettivi perseguiti.

t RIPRODUZIONE RISERVATA.

Anticorruzione Pagina 5

Viaggio di IoSelae all'interno delle leggi approvate dal Parlamento mna mai attuate

Professioni, un cantiere apertoper non riformare mai nulla

Pagine a curaDI IGNAZIO MARINO

E BENEDETTA PACELLI

i sono le professionidell'area sanitaria(infermieri, ostetri-che, fisioterapisti

ecc.) che dal 2006 aspettanol'istituzione dei rispettivi or-dini. E non perché qualche po-litico in campagna elettoralel'abbia promesso alle rappre-sentanze sindacali. Ma piùsemplicemente perché quasidieci anni fa il legislatore haapprovato un'apposita leggeche prevedeva il riordino delladisciplina. Da allora però, unpo' per inerzia delle istituzionie un po' per la fine anticipatadelle legislature precedenti, èstato un cammino ad ostacolidare attuazione a quanto giàdeciso da tempo. Senza nem-meno riuscirci. Quello deisanitari, a dire il vero, è solouno dei casi documentati daItaliaOggi Sette ma che benrappresenta come in materiadi professioni le riforme chearrivano in porto non sonomai quelle che ne valoriz-zano il ruolo o migliorano leprospettive per i più giovani.Il caso dell'abrogazione delletariffe minime inderogabiliavvenuta nel 2006 per ritro-varle nel 2014 sotto forma di«parametri» (con buona pacedel Consiglio di stato che nonha potuto fare a meno di farnotare come ciò che è uscitodalla porta sia poi entrato dal-la finestra) è sufficientementeemblematico. Ma l'elenco delleriforme annunciate o impostedall'Europa e poi lasciate ametà è lungo (si veda tabellain pagina). Anche se spessoqueste potrebbero dare una

mano a migliorare quellaconcorrenza sul mercato deiservizi professionali tantopresidiata dall'Antitrust(che da ultimo ha sanziona-to pesantemente avvocati emedici per aver messo in attointese restrittive). Giusto percitare un altro esempio, le so-cietà tra professionisti sonostate sponsorizzate propriodall'Europa anche recente-mente. Basta ricordare peròche per ben tre volte - con leleggi n. 266/1997, n. 248/2006,n. 183/2011 - il legislatoreha approvato delle norme suquesto strumento (anche conl'apporto di capitali esterni).Peccato che con l'ultimo in-tervento, quello che avrebbepotuto essere decisivo, però,il legislatore si è dimenticatodi occuparsi del regime fisca-le. Il risultato: c'è sulla cartala possibilità per i giovani dimettersi in società con altricolleghi per abbattere i costima non ci sono professionistidisposti a farlo per l'incertez-za normativa.

Riforma delle professioni Pagina 6

Argomento

Equipollenza dei titoli dicommercialista e revi-sione legale

Regime fiscale delle so-cietà tra professionisti

Riordino della disciplinadelle professioni sani-tarie

Polizza assicurativa deimedici

Esercizio abusivo delleprofessioni

Testo unico della discipli-na sulle professioni

Definizione status giuri-dico dei restauratori

Istituzione Albo degliamministratori giudiziarie aggiornamento delletariffe

Istituzione albo consu-lenti finanziari indipen-denti

Legge di riferimento

Decreto legislativo 27gennaio 2010, n. 39 esuccessive modifica-zioni

Legge 12 novembre2011, n. 183 e succes-sive modificazioni

Legge 1 febbraio 2006,n. 43 e successive inizia-tive legislative

Decreto legge 13 settem-bre 2012, n. 158 e suc-cessive modificazioni

Il disegno di legge, pre-sentato il 10 aprile 2013,è stato approvato al Se-nato il 4 aprile 2014

Decreto legge 13 agosto2011 , n. 138 e succes-sive modificazioniDecreto legislativo 22gennaio 2004, n. 42 esuccessive modificazioniDecreto legislativo 4 feb-braio 2010, n. 14 e suc-cessive modificazioni

Decreto legislativo 24febbraio 1998, n. 58 esuccessive modificazioni

Stato dell'arte

Ad aprile 2014 il decretoattuativo era pronto peressere licenziato dalMef. Ma ad oggi se nesono perse le tracceIl decreto del ministerodella giustizia 8 febbraio2013, n. 34 ha discipli-nato le Stp, ma non illoro regime fiscale per ilquale serve un interven-to legislativo ad hoc dicui non c'è tracciaL'ultima iniziativa è un ddlgovernativo approvato inCdm il 26 luglio 2013.Oggi risulta arenato inParlamento

Regole in fase di defini-zione nonostante l'obbli-go sia già in vigore dal 15agosto 2014Il ddl giace in commissio-ne giustizia alla Cameradove attende i pareridelle commissioni com-petenti

Nel dimenticatoio

In fase di definizione

li 16 settembre 2014 ilministro della giustiziaha annunciato i provve-dimenti attuativi. Ma adoggi non c'è nullaRegime transitorio proro-gato pertutto i12015 conla legge 116/2014

Riforma delle professioni Pagina 7

Lu. professioni , troppo complíeatorealizzarlo . Meglio lasciar stare

Niente Testo unico sulle professioni . Sarebbe dovuto essere un dpr e,secondo quanto previsto dalla riforma delle professioni (137/12) volutadall'ex ministro della giustizia Paola Severino, avrebbe dovuto fare piazzapulita di tutte le norme incompatibili con quello stesso provvedimento.Del resto era la stessa legge a prevedere con la sua entrata in vigorel'abrogazione di tutte le norme incompatibili ad essa e, a stabilire, nellostesso tempo che il Governo , entro il 31 dicembre 2012 , avrebbe dovutoraccogliere «le disposizioni aventi forza di legge che non risultano abro-gate per effetto dell 'articolo 3, comma 5-bis , del citato decreto legge»(decreto legge 138111 , poi convertito con modificazioni dalla legge 14settembre 2011, n. 148 ). Un compito non facile per l'ufficio legislativo delministero della giustizia considerando che gli ordinamenti professionalisono costituiti da un complesso di sistemi normativi che provengono dafonti di rango diverse . Per questo il ministero chiese la collaborazione ditutti gli ordini e collegi professionali per la stesura di un testo organico.Le professioni hanno mantenuto la promessa fatta, ma ancora attendonoquel provvedimento.

Tariffe amministratori giudiziari,solo promesse scritte sulla sabbia

Amministratori giudiziari senza albo e compensi aggiornati. Il ministrodella giustizia Andrea Orlando incontrando lo scorso 16 settembre i nuovivertici del Consiglio nazionale dei commercialisti , aveva assicurato chenei giorni successivi sarebbero arrivati i provvedimenti per chi svolgequest'attività,. Ma così non è stato. È il decreto legislativo n. 14 del 2010che nell'istituire uno specifico albo per queste figure aveva , a sua volta, de-mandato a tre successivi provvedimenti il compito di disciplinare le moda-litàdi certificazione dei requisiti di idoneità professionali per l'iscrizione,i nuovi criteri di liquidazione dei compensi per questi professionisti e lacostituzione dell'Agenzia nazionale . Ma salvo il via libera dell'Agenzia de-gli altri due provvedimenti si sono perse le tracce. Aveva fatto ben sperarel'emanazione del decreto sull'albo (dm 160113), entrato in vigore lo scorso8 febbraio, che necessita però di un'apposita procedura informatizzataper il suo avvio . Ma questa non è mai stata predisposta e l'albo di fatto èuna scatola vuota. C'è poi il tema dei compensi per gli amministratoriil cui decreto oltre un anno fa arrivò fino al tavolo della Ragioneriagenerale dello stato , per poi insabbiarsi nuovamente.

Medici,, assicurazione obbligatoriaMa senza parametri ministeríalí

L'obbligo per i professionisti c'è, peccato che manchi il provvedimentocui far riferimento. Dallo scorso 15 agosto , infatti, dopo diverse proro-ghe, tutti i liberi professionisti dell 'area medico -sanitaria devono es-sere coperti per quanto riguarda la responsabilità civile. A indirizzarlisarebbe dovuto intervenire un regolamento ministeriale (attuativodel decreto legge Balduzzi n. 158/2012) in grado di prevedere per ilmercato assicurativo paletti precisi per quanto riguarda massimali epremi e dare certezze ai liberi professionisti . Ma così non è stato, eper quel provvedimento, il tavolo tecnico appositamente creato dalministero della salute, non è riuscito finora, a trovare la quadraturadel cerchio . Il risultato? Una situazione da Far west cui sono sottopo-ste le professioni sanitarie con polizze capestro e premi elevatissimi.Dal un lato , infatti , come segnala l'Ania, le compagnie scappano daquesto segmento a forte rischio di contenzioso , dall'altro, quelli chevi rimangono applicano premi che in certi casi faranno rischiare lachiusura di molti studi medici . Al momento quelli più esposti a questorischio sembrano essere i 160 mila medici che a vario titolo svolgonoanche la libera professione.

Riforma delle professioni Pagina 8

Consulenti finanziari indipendentiin attesa dell albo da sei anni

Consulenti finanziari indipendenti ancora senza albo. Sono passati piùdi sei anni dal 30 giugno 2008, data dalla quale sarebbe dovuto partire ilregistro dei consulenti e delle società a parcella («fee oniy») previsto dagliarticoli 18-bis e 18-ter che hanno aggiornato il Testo unico della finanza(dlgs 24/2198, n. 58). Al punto che Nafop, l'associazione di categoria, èpronta ad autotassarsi per farlo partire. L'idea è stata lanciata nel corsodell'assemblea nazionale che si è tenuta venerdì scorso a Verona, dal mo-mento che in passato erano stati proprio i costi operativi a essere indicaticome una delle cause della mancata partenza dell'albo. «E assurdo chedopo tutto questo tempo siamo ancora senza una soluzione, nonostanteinnumerevoli riunioni e le rassicurazioni ricevute dalle istituzioni», spiegail presidente Nafop, Cesare Armel ini, «per questo abbiamo proposto difinanziare noi stessi l'avvio dell'albo e il funzionamento dell'organismoper la sua tenuta. Questo ritardo ha di fatto congelato un'intera categoria,non consentendo lo sviluppo di un'attività di consulenza che ha dimostratonel tempo di poter dare concreti benefici ai risparmiatori».

di Valerio Streppa

Sanzioni pesanti agli abusivi,tutti d'accordo. A parole

Sanzioni più severe per chi esercita abusivamente una professioneregolamentata. Era questa la promessa di un ddl che vorrebbe ina-sprire le pene per chi si spaccia per ciò che non è. Con la previsionedella reclusione fino a due anni (e non più fino a sei mesi) e unamulta fino a 50 mila curo (e non più fino a 506 curo). Non solo.Nel caso di esercizio abusivo di una professione o arte sanitaria,la pena per lesioni gravi sarebbe la reclusione da sei mesi a dueanni che in caso di lesioni gravissime salirebbe da un anno e seimesi a quattro anni. Il Senato, con 202 sì, ha approvato il 3 aprile2014 un disegno di legge che modifica l'articolo 348 del codicepenale e l'articolo 141 del testo unico delle leggi sanitarie. Vistal'ampia convergenza sul ddl da parte dell'Aula di Palazzo Madama,era attesa alla Camera un iter velocissimo grazie alle votazioni incommissione con la sede deliberante (evitando così il passaggiodell'aula). Ma niente di tutto questo è stato. Il ddl giace in Com-missione giustizia da più sei mesi in attesa dei vari pareri dellecommissioni competenti.

Co erciaista e revisore, unnuovo corso atteso da quattro anni

L'equipollenza dei titoli commercialista-revisore resta congelata. E nelfrattempo il registro dei revisori resta chiuso ai nuovi accessi per i revi-sori «esclusivi», quei soggetti cioè non iscritti all'albo dei commercialisti.Era arrivata la scorsa primavera la promessa da parte dell'esecutivo diun'emanazione imminente del regolamento che, dopo soli quattro anni diattesa (attuazione del dlgs 39110), avrebbe dovuto disciplinare i requisitiper l'accesso al registro dei revisor. Ma dopo oltre otto mesi da quell'an-nuncio per quel provvedimento, ora al ministero dell'economia, non vi ètraccia. E bene che andrà sarà confermata una soluzione compromessoche costringerà i commercialisti a sostenere due prove, o in alternativa adattendere 36 mesi (invece dei 18 previsti per il loro tirocinio) per fare ununico esame di idoneità per l'accesso all'albo e al registro. E se è proprioquesto il nodo che ha rallentato l'emanazione del provvedimento, non sicomprendono i motivi che hanno rallentato l'emanazione degli altri decretiattuativi della direttiva comunitaria: sul controllo di qualità cui sarannosottoposti periodicamente i revisori, sulla formazione continua, sui princi-pi nazionali di revisione e in materia di indipendenza e obiettività.

Riforma delle professioni Pagina 9

Riordino professioni sanitarie,questa r% forma non s'ha da fare

La riforma delle professioni sanitarie dimenticata . E chi confidava cheil cosiddetto disegno di legge omnibus (n. 1324 ) approvato dal Cdmil 26 luglio 2013 concernente «disposizioni in materia di sperimenta-zione clinica dei medicinali , di riordino delle professioni sanitarie eformazione medico specialistica, di sicurezza alimentare, di benessereanimale, nonché disposizioni per la promozione di corretti stili divita», voluto dal ministro della salute Beatrice Lorenzin che contieneun apposito passaggio in materia , avrebbe finalmente portato a com-pimento un iter legislativo avviato dal 2006, si sbagliava. Perché quelprovvedimento è di nuovo fermo in commissione salute del Senato.E per quell 'esercito di oltre 600 mila professionisti ricompresi in 21categorie in modo diverso si tratta di aspettare ancora. La riformaavrebbe punta alla regolamentazioni di queste professioni , in parteaffini ma regolamentate in modo diverso . Infermieri, ostetriche etecnici sanitari di radiologia medica già aggregate in collegi provin-ciali e federazioni nazionali , le altre costituite in associazioni. Perle prime, quindi, si tratta di trasformarle in ordini , per le seconde,di dargli una rappresentanza istituzionale.

asta ratori, più® di dieci anni

per definire uno status giuridico

Restauratori in attesa da oltre dieci anni di una riforma organica chene definisca lo status giuridico. E dal 2004 , cioè dall 'entrata in vigoredel Codice dei beni culturali (decreto legislativo 22101/04, n. 42), chei ministeri competenti (Miur, Mibac) avrebbero dovuto emanare alcu-ni regolamenti per consentire a tutti i professionisti del settore (sitratta di circa 20 mila soggetti ) di entrare a far parte di due distintialbi e ottenere così la qualifica di restauratore di beni culturali e dicollaboratore restauratore di beni culturali . Rimandata più volta lariforma aspetta ancora una sua attuazione concreta, mentre nel frat-tempo si allarga la platea dei professionisti . Dal 2102 , infatti, sempreper effetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio , per speraredi ottenere la qualifica professionale è necessario seguire un percorsoformativo universitario o equivalente non inferiore a cinque anni. Lanorma ha fatto dire addio anche a tutte quelle scuole regionali, corsio accademie strutturate su percorsi formativi biennali o triennali, manon ha risolto il problema della status giuridico di questi professionistiche ancora attendono il loro albo.

m,MR %

'MI

;j `W M Vµ .~n

MM

IMW

/// !" 'f' /i ; -o//N/

W/

Riforma delle professioni Pagina 10

Le indicazioni c:outenute nel nuovo decreto dellllef, pubblicato sulla G.U. n. 279

Sostegno anche ai professionistiicrocre i °: imprese , lavoro autonomo e sociale

Pagina a curaDI CINzIA DE STEFANIS

---- cquisto di beni (in-cluse le materie pri-me necessarie alla

sw,produzione di beni oservizi); retribuzione di nuovidipendenti o soci lavoratori;corsi di formazione. Sono soloalcune delle spese finanziabiliattraverso il microcredito. Ar-riva, infatti, dopo 16 anni lariforma del microcredito che,dal 16 dicembre, assumeràuna doppia configurazione.Quella di sostegno alle attivi-tà imprenditoriali o di lavoroautonomo e quella a beneficiodelle sole «persone fisiche incondizioni di particolare vulne-rabilità economica o sociale».Nel primo caso, il microcreditopuò dirsi tale se sarà conces-so per l'avvio o lo sviluppo diun'attività di lavoro autonomoo di microimpresa, esercitatain forma individuale, di asso-ciazione, di società di persone,di società a responsabilità li-mitata semplificata odi societàcooperativa. Il finanziamentonon potrà essere assistito dagaranzie reali e non potrà ec-cedere il limite di 25 mila europer ciascun beneficiario e do-vrà essere affiancato da un'at-tività ausiliaria di assistenzae monitoraggio dei soggettibeneficiari.

Nel caso del microcreditosociale, invece, i finanziamen-ti concessi alle persone fisicheprecedentemente individuatepotranno essere erogati dalsoggetto finanziatore solo invia non prevalente, sarannodi importo pari o inferiore a10 mila euro. Saranno esclusidai finanziamenti i lavoratoriautonomi o imprese titolari dipartita Iva da più di cinqueanni, lavoratori autonomi oimprese individuali con un nu-

mero di dipendenti superiorealle 5 unità e società di per-sone, società a responsabilitàlimitata semplificata, o societàcooperative con un numero didipendenti non soci superiorealle 10 unità. È con il decretodel 17 ottobre 2014, n. 176 delministero dell'economia e dellefinanze (pubblicato sulla Gaz-zetta Ufficiale del 1° dicembre2014 n. 279) che si dà attua-zione all'articolo 111, comma5, del dlgs 1° settembre 1993,n. 385 (Testo unico in materiabancaria o creditizia).

Oggetto dei finanziamen-ti. La concessione di finanzia-menti per l'avvio di un'attivitàdi lavoro autonomo e impren-ditoriale sarà finalizzata, alter-nativamente:

- all'acquisto di beni, ivi in-cluse le materie prime neces-sarie alla produzione di benio servizi e le merci destinatealla rivendita, odi servizi stru-mentali all'attività svolta, com-preso il pagamento dei canonidelle operazioni di leasing e ilpagamento delle spese connes-se alla sottoscrizione di polizzeassicurative.

I finanziamenti potranno es-sere concessi anche nella formadi microleasing finanziario:

- alla retribuzione di nuovidipendenti o soci lavoratori;

- al pagamento di corsi diformazione volti a elevare laqualità professionale e le ca-pacità tecniche e gestionalidel lavoratore autonomo,dell'imprenditore e dei relati-vi dipendenti. I finanziamenticoncessi alle società, di perso-ne e alle società cooperativepossono essere destinati an-che a consentire la partecipa-zione a corsi di formazione daparte dei soci, al pagamentodi corsi di formazione anchedi natura universitaria o postuniversitaria volti ad agevola-re l'inserimento nel mercatodel lavoro delle persone fisi-che beneficiarie del finanzia-mento.

Supporto avvio attività.L'operatore di microcreditopresterà nell'avvio dell'at-tività di lavoro autonomo od'impresa, in fase istruttoriae durante il periodo di rimbor-so, almeno due dei seguentiservizi ausiliari di assistenzae monitoraggio dei soggettifinanziati supporto alla defi-nizione della strategia di svi-luppo del progetto finanziato eall'analisi di soluzioni per il mi-glioramento dello svolgimentodell'attività, formazione sulletecniche di amministrazionedell'impresa, sotto il profilodella gestione contabile, dellagestione finanziaria, della ge-stione del personale, formazio-ne sull'uso delle tecnologie piùavanzate per innalzare la pro-duttività dell'attività, suppor-to alla definizione dei prezzi edelle strategie di vendita, conl'effettuazione di studi di mer-cato, supporto per la soluzionedi problemi legali, fiscali e am-ministrativi e informazioni cir-ca i relativi servizi disponibilisul mercato.

Oc Riproduzione riservata

Riforma delle professioni Pagina 11

Tipologiadi formagiuridica

1 finanziamenti saranno diretti all'avvio o allo sviluppo:• di un'attività di lavoro autonomo;• di microimpresa, esercitata in forma individuale,

di associazione, di società di persone, di societàa responsabilità limitata semplificata o di societàcooperativa

Saranno esclusi dai finanziamenti:• lavoratori autonomi o imprese titolari di partita Iva

da più di cinque anni;• lavoratori autonomi o im rese individuali can unpSoggetti esclusi

Entitàfinanziamento

numero di dipendenti superiore alle 5 unita,• società di persone, società a responsabilità limitata

semplificata, o società cooperative con un numerodi dipendenti non soci superiore alle 10 unità

I finanziamenti non potranno essere assistiti da garanziereali e non potranno eccedere il limite di euro 25.000per ciascun beneficiarioNon rientrano nell'attività di microcredito:• la concessione di crediti di firma anche nella forma

di garanzie personali;• la concessione di finanziamenti a fronte della cessio-

Attività non ne delquinto dello stipendio o della pensione ovverorientranti a fronte di delegazione di pagamento relativa a un

nel microcredito credito retributivo.È precluso agli operatori del microcredito di avvalersidi consorzi o fondi di garanzia che coprano il rischiodi credito in una percentuale superiore all'80% di ognifinanziamento concesso

Riforma delle professioni Pagina 12

Il socio

n n

--------------- -- .. ................................. .................................................................................................................................. .................................

di Cristina Odorizziacarica diamministrato-re di società comportaresponsabilità divario ti-

po civili, amministrative e pe-nali. Il Codice civile individuagli specifici doveri degli am-ministratori verso la società,disponendo che devonoadempiere ai doveri a essi im-posti dalla legge e dall'atto co-stitutivo con la diligenza ri-chiesta dallanatura. Questo si-gnifica che le loro scelte devo-no essere informate emeditate, basate sulle rispetti-ve conoscenze e frutto diunri-schio calcolato. A fronte dicomportamenti non conformial dettame del Codice, gli am-ministratori possono esserepassibili di azione diresponsa-bilità. In realtà, l'azione di re-sponsabilità si articola in di-verse tipologie a seconda deisoggetti che possono azionar-la. In primo luogo, l'azione diresponsabilità in base all'arti-colo 2393 del Codice civile puòessere esercitata dalla societàamministrata, che ha patito undanno a seguito del comporta-mento degli amministratori.L'azione deve essere delibera-ta dall'assemblea anche se lasocietà è in liquidazione;l'azione può essere anche pro-mossa a seguito di deliberazio-

n

a in causa

Sono il socio di una società di capitali e ritengo che gliamministratori della società abbiano agito in modo dalederei miei interessi.In quali casi, e in che tempi, posso agire a tutela del miointeresse? Posso agire a titolo personale o devo attenderel'azione da parte dell 'assemblea? Quali caratteristichedeve avere il danno che ho subito e quali prove devofornire?

S.C. - BERGAMO

............. .......,................................ .............................................................................................................................................................

ne del collegio sindacale, as-sunta con la maggioranza deidue terzi dei suoi componenti.L'azione di responsabilità poipuò essere proposta dalla mi-noranza qualificata dei soci(da Codice civile perle societànon quotate almeno il 2o% delcapitale sociale). Altri soggettiattivi nell'avviare l'azione diresponsabilità sono i creditorisociali e qualsiasi socio o terzoche siano stati direttamentedanneggiati da atti colposi odolosi degli amministratori. Siricorda che, in caso di falli-mento, le azioni diresponsabi-

lità previste dagli articoli 2393,2393-bis e 2394 sono esercitatedal curatore del fallimento.

Il singolo socioFrate azioni che possono subi-re gli amministratori, quellameno frequente è quellaprevi-sta dall'articolo 2395. Si trattadi un'azione di tipo.individua-le, diversa dalle altre in quantorivolta a risarcire un danno di-retto del socio o di un terzo aseguito di un pregiudizio alsuo patrimonio, anche senzache deriviun danno allasocie-tà. Il diritto all'azione indivi-duale sussiste anche nell'ipo-tesi in cui il patrimonio dellasocietà abbia tratto vantaggiodall'atto degli amministratori

(Cassazione civile, 28 marzo1996, n. 2850, in Impresa c.i.,1996, n62), come sussiste nelcaso contrario, quando la so-cietà eserciti l'azione di re-sponsabilità per il risarcimen-to del danno subito dal suo pa-trimonio. Anche in tale ultimaipotesi, il socio o ilterzoposso-no, a loro volta, far valere le lo-ro ragioni per un diverso dan-no, provocato dall'operazio-ne, direttamente nei loro con-fronti.

Presupposto essenziale perl'azione individuale del socio 9del terzo, come prevista dal-l'articolo 2395, è la presenza diun danno diretto da carico del-lo stesso terzo o socio. Questoconcetto è stato sottolineatodalla sentenza della Cassazio-

ne n.22573 del 23 ottobre 2014.La Cassazione ha delimitatol'ambito di esperibilità del-l'azione individuale del socionei confronti dell'amministra-tore di una società di capitali,escludendola qualora il dannolamentato costituisca solo il ri-flesso di quello cagionato alpatrimonio sociale. Ciò inquanto l'azione del socio ri-chiede, in realtà, che il danno

de quo abbia investito diretta-mente ilp atrimonio del so cio odel terzo, mentre il diritto allaconservazione del patrimoniosociale appartiene unicamen-te alla società. Nel caso di spe-cie, si è statuito che la mancata-percezione degli utili e la dimi-nuzione di valore della quotadi partecipazione non costitu-iscono danno diretto del sin-golo socio, poiché gli utili fan-no parte delpatrimónio socia-le fino all'eventuale deliberaassembleare di distribuzione(Sezione terza, sentenza n.4548/2012). Prova del danno

Va poi detto che l'azioneconcessa individualmente alsocio o al terzo per il risarci-mento dei danni derivanti dal

vn,<ab1e

Società tra professionisti Pagina 13

comportamento degli ammi-nistratori implica la dimostra-zione del danno subito e delnesso causale tra l'atto colpo-so o doloso e il danno. Laprovadel danno e del nesso causalespetta al danneggiato, così co-me spettano al danneggiato leprove delle circostanze chehanno provocato il danno e laloro idoneità a costituirne cau-sa sufficiente (Appello Bolo-gna, 5 maggio 1987).

Prescrizione dell'azioneLa responsabilità dell'ammi-nistratore ha come presuppo-sto il compimento di un illeci-to extra-contrattuale epertan-to, cori riguardo alla prescri-zione, trovano applicazione ledisposizioni dell'articolo2947, il quale prevede che il di-ritto al risarcimento del dannoderivante da fatto illecito siprescrive in cinque anni dalcompimento dell'atto'che hapregiudicato il socio o il terzo.Non é operante nel caso la so-spensione della prescrizioneprevista dal n. 7 dell'articolo2941, che riguardairapporti trasocietà e amministratori.

0 RIPRODUZIONE RISERVATA

L'azione di responsabilitàLa Cassazione ha chiarito chel'inadempimento contrattualedi una società di capitali nonpuò, di perse, implicareresponsabilità risarcitoriadegli amministratori neiconfronti dell'altrocontraente. Infatti l'articolo2395 del Codice civilerichiedefatti illecitidirettamente im putábi li acomportamento colposo odoloso degli amministratorimedesimi, come si evince, fral'altro, dall'utilizzazionedell'avverbio «direttamente»,la quale esclude che dettoinadempimento e la pessimaamministrazione delpatrimonio sociale sianosufficienti a dareingressoall'azione di responsabilità.Cassazione, sezionel,5agosto2008, n. 21130

Danno da bilancio falsoSecondo la Suprema cortecostituisce danno diretto, chelegittima la proposizione diun'azione individ ua le diresponsabilità nei confrontidegli amministratori, quellorisentito nella propria sferapatrimoniale da chi, pereffetto di una inveritierarappresentazione di bilancio,abbia acquistato per undeterminato prezzo azioni diuna società aventi, in realtà,valore nullo.Cassazione, sezionel, 12giugno 2007, n. 13766

La sottrazione di dividendiFin quando l'assemblea nondisponga la distribuzionedegli utili in favore dei soci,l'asserita sottrazione indebitadi tali uti li a operadell'amministratore di societàa responsabilità limitata ledeil patrimonio sociale e soloindirettamente si ri percuotesulla posizione giuridica esull'interesse economico delsingolo socio , cui noncompete pertanto l'azionecontemplata dall'articolo2395.Cassazione, sezione 1, 28 _maggio2004, n.10271

La responsabilitàL'azione di responsabilità(articolo 2395) non puòessere esperita al fine diottenere il risarcimento deldanno subito dalsocioinconseguenza del compimentodi atti di mala gestio da partedegli amministratori dellasocietà in quanto il dannolamentato dal socio non éprodotto diretta mentédall'atto contestato, masipone solo come risultatoindiretto del depauperamento.del patrimonio.Cassazione, sezionel, 8gennaio 1999, n. 97

Società tra professionisti Pagina 14

Stp senzabussola

Regime fiscale delleSocietà tra professioni-sti ancora fermo al palo.A tre anni dalla legge n.183/2011 che ha introdot-to nell'ordinamento le Stp,il legislatore non ha anco-ra chiarito se il reddito daqueste prodotto sia clas-sificabile ai fini tributaricome lavoro autonomo oattività d'impresa. Undubbio che continua a co-stituire il principale frenoalla nascita delle societàprofessionali . Il regola-mento attuativo adottatodal ministero della giu-stizia col dm n. 34/2013non ha fornito alcunchiarimento in tema. Sulpunto il governo ha quin-di deciso di intervenirein due diverse occasioni,qualificando gli utili delleStp come reddito da lavo-ro autonomo sia nel ddlsemplificazioni presentatonel 2013 dal governo Let-ta (mai arrivato in porto)sia nella nuova tornata disemplificazioni varate dalgoverno Renzi . In questomodo, per il fisco le Stpsarebbero risultate iden-tiche agli studi associati,a prescindere dalla formagiuridica adottata : reddi-to tassato per trasparenzain capo ai soci in rapportoalla quota di partecipazio-ne. Rispetto alla versioneoriginaria del provvedi-mento , però, nel dlgs n.175/2014 approdato inG. U. lo scorso 28 novem-bre il chiarimento sulleStp è venuto meno ancorauna volta . Nel frattempo,con due distinte rispostead altrettante istanze diinterpello l'Agenzia delleentrate ha affermato chei profitti delle Stp vannoinquadrati nella catego-ria del reddito d'impresa.Il trattamento fiscale del

veicolo societario rimanecosì un oggetto miste-rioso. Una selva oscuranella quale la maggiorparte dei professionistiha preferito per ora nonaddentrarsi, viste le mol-teplici divergenze operati-ve che derivano dall'uno odall'altro regime (determi-nazione dell'uti.le secondoil principio di competenzao di cassa, applicazione omeno della ritenuta d'ac-conto del 20% sui compen-si, possibilità per i soci diprelevare acconti periodicisugli utili ecc.).

di Valerio Strappa

Società tra professionisti Pagina 15

Diffusala tentazione del copia-incolla Tempi lunghi per spostare ï dirigenti a rischiodei documenti preparati da altri. A Napoli 16 mesi solo per il regolamento

Anti-corruzione, la vig iil a segna il passoDopo un anno dalla prima scadenza la metà di Regioni, Comuni, Asl e ministeri ancora senza piani di prevenzione

P.AGiNAACURA DiAntonello CherchiValeria Uva

La lotta alla corruzione nellapubblica amministrazione si fer-ma al primo gradino. A circa unanno dalla prima scadenza quasila metà di Comuni, Regioni, AsI eministeri ha rispettato l'obb figo diadottare il piano triennale anti-colruzione. Va meglio per mini-steri e Province, dove il tasso diadempimento è intorno al 70-8o%; più in affanno i Comuni, do-ve l'onere gravainegualmisura sugrandi e piccoli, senza sconti. Ilprimato dell'adempimento va alNord Ovest (34%) e indietro restail Sud (18% di adempimenti).

Nel dettaglio, quasi un Comu-ne su due, secondo l'ultimo censi-mento del dipartimento Funzio-ne pubblica, non è riuscito a met-tere a punto il primo degli stru-menti per arginare il rischio ditangenti previsto per le Pa dallalegge 190 del 2012 (la legge anti-corruzione). Qualcuno in più po-trebbe in realtà aver adempiuto,"scordandosi" di segnalarlo pertempo alla banca dati "PerlaPa",ma Il risultato è comunque delu-dente, soprattutto se si pensa allecronache di questi giorni con l'in-chiesta su "Mafia capitale", che hadimostrato una volta di più comela Pa sia esposta in modo perma-nente al rischio di corruzione.

Lo strumentoPrevisto dalla legge 190 insiemealla nomina in ogni ente di un Re-sponsabile per la prevenzionedella corruzione, il piano trienna-le di prevenzione della corruzio-ne (Ptpc) è nato come strumentodi analisi e monitoraggio. Sullascia del Piano nazionale varatodalla Civit (ora Autorità anti-cor-ruzione), ogni ente dovrebbe in-serirvi unamappatura dei settori arischio (la legge ne individua giàquattro: appalti, concorsi, con-cessioni e sussidi) e indicare qualimisure di prevenzione, accorgi-menti e formazione specifica in-tende adottare.

Per fare un esempio concreto,una delle "classiche" misure diprevenzione (indicata anche nelPiano nazionale) è quella della ro-

tazione di dirigenti e funzionarinei settori più esposti, che il sieda-co di Roma, Ignazio Marino, hascelto come prima risposta alloscandalo di "Mafia capitale". PerRoma si tratta di accelerare ri-spetto a quanto stabilito dallostesso piano cheprevedeval'avvi-cendamento per i dirigenti da ol-tre cinque anni nello stesso ruolo«entroil 3osettembre2015»aqua-si due anni dal varo del documen-to (firmato peraltro da un funzio-nario ora sotto inchiesta). Non vameglio al Comune di Napoli, chesi è dato 16 mesi di tempo (da gen-naio 2014 a maggio 2015) solo perpreparare il regolamento con i cri-teri, rinviando a dopo questa fasela rotazione vera e propria.

Il copia -e-incollaA frenare le norme anti-corruzio-nenon c'è solola mancata adozio-ne del Piano. Tra chi il documen-to lo havarato è diffuso ilfenome-no dei piani-fotocopia: docu-menti assemblati sulla scia delPiano nazionale, senza adatta-mento alla realtà locale oppure,nel migliore dei casi, "ispirati" allavoro proposto dal Comune piùvicino. Seneèaccortaanchel'Au-torità anti-corruzione, che nellaRelazione sul primo anno di at-tuazione della legge segnala che«ha prevalso una logica di adem-pimento». Conferma RobertoMontà, presidente diAv viso pub-blico, l'associazione degli ammi-nistratori pubblici contro le ma-fie che ha organizzato decine dicorsi pratici per aiutare a scriverei documenti: «Spesso i piani anti-corruzione vengono percepitidalla pubblica amministrazionesolo come un onere burocratico enon se ne capisce concretamenteIl valore». Il copia-e-incolla è tal-mente diffuso che l'Authority diRaffaele Cantone nelregolamen-to sulla vigilanzavarato a settem-bre ha deciso di considerare ipia-ni-fotocopia come un caso dimancato adempimento, sanzio-natile con multe che vanno damille alomilaeuro. Su151 segnala-zioni sul tema arrivate all'Autori-tà, 64 riguardavano Pa non in re-gola e per otto di queste si sta arri-vando alla sanzione. « Sta parten-

dounaricognizionepiùampiasuipiani adottati - annuncia France-sco Merloni, consigliere dell'Au-torità con delega sul tema - e an-dremo a vedere cosa concreta-mente si è deciso di fare».

L'aggiornamentoIntanto sta per arrivare il primo"tagliando" al Piano, che va ag-giornato entro il 31 gennaio. Invi-sta della scadenza l'Anac ha pre-parato una scheda standard cheogni responsabile della corru-zione deve compilare epubblica-re sul proprio sito entro dicem-bre. Serve a evidenziare i con-trolli fatti nell'anno e i punti criti-ci emersi nel piano.

Le best practicePer alcune amministrazioni iiPia-no arati-corruzione è servito amettere davvero sotto lalente tut-ti i possibili fattori di rischio.«Molto utile per individuare altrezone grigie - spiega Giuliano Pala-gi, esperto diAvviso pubblico- si èrivelata la formazione mista, cheoltre ai funzionari coinvolge an-che i politici». «Un modello dibuona prassi è il documento dellapresidenza del Consiglio dei mi-nistri - aggiunge Merloni -, che haesaminato tutti i procedimenti dicompetenza, andando oltre le in-dicazioni dilegge».

Il Comune di Milano ha predi-sposto una piattaforma online diwhistleblowing, ovvero la segna-lazione di comportamenti scor-retti o illeciti riservata ai dipen-denti comunali. «Partiremo agennaio», annuncia Ileana Mu-sicò, segretario generale dellagiuntaPisapia. Con il Piano, poi,questo Comune ha uniformato105 procedure. Modelli di com-portamento pratici, anche ba-nali ma di impatto. Negli appal-ti, per esempio, il Piano è statal'occasione per bloccare la"processione" degli operatorinegli uffici. «Abbiamo elimina-to ogni contatto inutile - confer-ma il vicesegretario MariangelaZaccaria -: tutto, compresi iprogetti complessi, viene orapubblicato sul sito e le domandesi fanno solo online».

0 RIPRODI IION E RISERVATA

Anticorruzione Pagina 16

Pochi in regola

L'ADEMPIMENTOLe pubbliche a inininistrazioniobbligate a presentareil Piano arti -corruzionee il tasso di adempimento

Ammini -Itrnzimtìobbligate

12.172

Amministrazioniadempienti

5.373

IL DETTAGLIO PER PA CENTRALI E LOCALIAmministrazioni obbligate Amministrazioni adempienti

Minsteri Giunte Censi..i Prcv nce Comuni TOTALEregionali egionai (*) (")

14 20 20 107 8.057 3.213

100 5.cgn

50

(*) Escluse province autonome; (.^) Esclusi altri soggetti pubblici obbligatiFonte: elaborazione Sole 24 Ore del Lunedi su dati Funzione Pubblica aggiornati a luglio2014

Anticorruzione Pagina 17

-I" o o 190

tondi pensione, spunta i ipotesiW ridurre il prelievo al 17 per centoBaretta: «Og-nli p - to percentuale vale 40 ° °oni di copertura»

di Francesco Di Frischia

ROMA Il governo è orientato aabbassare di qualche punto latassazione sui fondi pensione(che era stata alzata dall'it,5 al2o%), forse al 17%. Modifiche inarrivo anche sui nuovi regimiminimi delle Partite Iva: in en-trambi i casi, però, l'esecutivodeve fare una valutazione tec-nica e politica trovando la co-pertura finanziaria ai provvedi-menti. I temi sono al centro deilavori della Commissione Bi-lancio del Senato che oggi po-meriggio riprende per il rushfinale l'esame degli emenda-menti alla legge di Stabilità do-po la pausa domenicale. Se-condo le previsioni del mini-stero dell'Economia il provve-dimento dovrebbe terminarel'iter e approdare perla votazio-ne nell'aula di Palazzo Madamagiovedì. Poi il disegno di leggedi Stabilità tornerà alla Cameraper l'ultimo via libera prima diNatale.

«Dopo le richieste avanzatesul prelievo nei fondi pensione

con gli emendamenti dei sena-tori - spiega Pier Paolo Baretta,sottosegretario all'Economia -domani (oggi ndr) dobbiamoaffrontare questo problema eovviamente cercando di trovarenelle casse dello Stato le risorsedisponibili». Ogni punto per-centuale per la copertura fi-nanziaria «vale circa 40 milioni- precisa il sottosegretario -. Ve-dremo gli emendamenti e poiprenderemo una decisione an-che se il governo, pur con pru-denza, rimane orientato a ab-bassare la soglia del 20%».

Un ragionamento analogoper l'esecutivo nell'esame degliemendamenti sui nuovi mini-mi per le Partite Iva: «Ci sono

dei punti critici - ammette Ba-retta - ma vedremo se il regimeforfettario del 15% è possibilemodificarlo con i fondi dispo-nibili». Era stato lo stesso sot-tosegretario all'Economia, En-rico Zanetti, a ammettere alcu-ni difetti nel provvedimentopresentato dal governo per sta-bilire le norme sulla tassazioneagevolata di lavoratori autono-mi, professionisti e micro im-prese. La vecchia legge fissavail tetto di reddito per tutti a 30mila euro, mentre la nuova sta-bilisce dai 15 mila euro per iprofessionisti ai 40 mila per icommercianti all'ingrosso e aldettaglio. In questo modo, pe-rò, molti rimarrebbero fuoridal regime forfettario rischian-do una stangata e ci sarebberopoche tutele per giovani e start-up.

Parlando della proroga deci-sa dall'esecutivo con un altroemendamento che ha bloccatoi temuti aumenti di Imu e Tasinel 2015, Baretta osserva che «i

Comuni hanno legittimamentereagito reclamando il loro spa-zio fiscale». Lo stesso era avve-nuto lo scorso anno , ma il go-verno Letta era corso in aiutodei Municipi con uno stanzia-mento di 620 milioni. «Anchequesto nodo va affrontato»,commenta Baretta. Tra gliemendamenti del governo, sifinanziano con 130 milioni in 4anni il Piano per l'edilizia so-ciale e con 3o milioni in 3 anni«i collegamenti di trasportomarittimo veloce nello Strettodi Messina». Spunta anche lanorma per sbloccare «l'effetti-va realizzazione dei progettiperla coltivazione di giacimen-ti di idrocarburi», come quellodi Tempa Rossa per portare ilpetrolio estratto in Basilicata aTaranto . Presentato poi il «Sal-va Piemonte»: il governatore,Sergio Chiamparino , sarà com-missario straordinario «per iltempestivo pagamento dei de-biti pregressi della Regione».

© RIPRODUZ IONE RISERVATA

' rEntro giovedìla valutazione tecnicaperla modifica dellatassazione sui fondi

euroil bonusprevisto peri percettori direddito finoa 24 mila euro

per centol'ipotesi inizialedi tassazionesui rendimentidei fondipensione

vmilionidi eurole risorsepreviste comeincassodal Lotto

milionile risorsepreviste da unemendamentoperi I piano perl'edilizia sociale

Legge di stabiità Pagina 18

`. Dallo Sblocca Italia una chance contro i tempi lunghi dei piani attuativi

Pe esso convenzionato,corsia veloce per i l«fin avoriMa il passaggioin consigliocomunalepuò frenare l'iter

PAGINAACURADI

Guido Inzaghi

Il permesso di costruire con-venzionato entra nel Testo uni-co dell'edilizia (Dpr 380/2001).La possibilità di stabilire in uncontratto tra Comune e operato-re le caratteristiche dell'inter-vento edilizio e, soprattutto, laquantità, la qualità e la gestionedelle opere di urbanizzazionecollegate alle volumetrie privateda edificare o riqualificare eranoda tempo patrimonio delle leggiregionali e della prassi ammini-strativa comunale.

Ivantaggi della convenzionePer questaviaè possibile evitarelaformazione degli strumenti ur-banistici attuativi (piano di lot-tizzazione, particolareggiato, direcupero e così via), cui è nor-malmente demandata la pianifi-cazione di dettaglio delle areesprovviste o non sufficiente-mente dotate di infrastrutture(strade, reti tecnologiche, par-cheggi, scuole, ospedali, serviziin genere, parchi e aree a verde).

I titoli edilizi convenzionati(sì, perché l'esperienza ammini-strativa conosce anche la Diaconvenzionata o corredata da at-to unilaterale d'obbligo) si sonosviluppati in particolare rispettoagli interventi edilizi circoscrittia singoli immobili o alla ricucitu-ra di tratti urbani non sufficiente-mente urbanizzati e hanno mani-

festato la loro efficacia conriferi-mento alla procedura, assai sem-plificata, per il loro rilascio.

Infatti, mentre gli strumenti

attuativi sono formati mediante

una prima delibera di adozione

seguita dalla formale approva-

zione del piano che controdedu-

ce le osservazioni presentate do-

po il periodo di pubblicazione

degli atti (procedura che dura di-

versi mesi ed è soggetta svaluta-

zioni discrezionali a volte assai

invasive), il rilascio del permes-

so di costruire convenzionato è

assolutamente più rapido perché

durante l'usuale istruttoria del ti-

tolo edilizio viene anche formata

la convenzione.

In questo modo la parte ur-banistica (che si materializzacon la sottoscrizione della con-venzione) ed edilizia coincido-no, mentre secondo latradizio-nale procedura dei piani attua-tivi prima deve essere appro-vato lo strumento urbanisticodi dettaglio, quindi deve esserefirmata la convenzione e soloin seguito può essere presenta-ta domanda per il rilascio delpermesso di costruire.

Lo Sblocca ItaliaCon le modifiche del decretoSblocca Italia (Dl 133/2014) oral'articolo 28-bis del Testo unico(Dpr 380/2001) prevede che qua-lora le esigenze di urbanizzazio-ne possano essere soddisfattecon una modalità semplificata, èpossibile il rilascio di un permes-so di costruire convenzionato.

La nuova norma procede pre-vedendo che «la convenzione,approvata con delibera del con-siglio comunale, salva diversaprevisione regionale, specificagli obblighi, funzionali al soddi-sfacimento di un interesse pub-

blico, che il soggetto attuatore siassume ai fini di poter consegui-re il rilascio del titolo edilizio, ilquale restalafonte diregolamen-to degli interessi».

Sono soggetti alla stipula diconvenzione:

la cessione di aree anche alfinedell'utilizzo di diritti edificatori;

la realizzazione di opere di ur-banizzazione;

QUC mm - )L( - i

Professioni tecniche:l'impattodei nuovi minimi

Sul quotidiano della Casa&delTerritorio di oggi sono presenti,tra l'altro, i seguenti articoli:• Legge di stabilità: focus sul

nuovo regime dei minimi.Cosa cambia secondo lesimulazioni della Rete delleprofessioni tecniche perarchitetti, ingegneri, geometrie periti;

• Le candidate italiane al Pianojuncker: la lista e l'analisi dei93 progetti nella lista, dalBrennero al piano anti disse-sto e all'edilizia scolastica

wwwxasaeierritorio.iLsole24ore.com

le caratteristiche morfologi-che degli interventi;

gli interventi di edilizia resi-denziale sociale.

La nuova disposizione con-clude precisando che «la con-venzione può prevedere moda-lità di attuazione per stralci fun-zionali» e specificando che «iltermine di validità del permessodi costruire convenzionato puòessere modulato in relazioneagli stralci funzionali previstidalla convenzione».

L'ok del consiglio comunaleCome si vede, lo Sblocca Italianon si è limitato a replicarel'esperienza amministrativa del-le Regioni, maha inserito, in par-ticolare, una previsione che me-rita di essere richiamata per veri-ficare se potrà di fatto appesanti-re l'agilità procedurale del titoloconvenzionato: si tratta della di-sposizione per cui la convenzio-ne è approvata con delibera delconsiglio comunale, che collidecon la prassi amministrativa percui tutto il percorso del titoloconvenzionato non approda inconsiglio comunale. Comunquel'articolo 28-bis fa salve le previ-sioni della legislazione regionalevigente, che come accade adesempio in Lombardia, può nonsancire la competenza consiliareper l'approvazione delle conven-zioni da allegare ai titoli edilizi.

Inogni caso, è comunque dari-tenere che il consiglio comunale,nel rispetto della disciplina sullecompetenze degli organi localistabilita dal Dlgs 267/2000, pos-sa limitarsi ad approvare unavolta per tutte lo schema di con-venzione tipo, che sarà poi com-pito dei funzionari applicare neidiversi casi concreti.

Titoli Abitativi Pagina 19

Caso per caso

I cambi d'uso alla prova dello Sblocca Italia

ILCASO

A Roma il proprietario di unmagazzino a destinazione produttivavuole modificarne l'uso perrealizzare degli uffici con limitateopere edilizie. Il piano regolatore delComune, però, non consente ladestinazione terziaria nell'area diintervento . Può il proprietariogodere delle nuove previsioni deldecreto Sblocca Italia?

LA SOLUZIONE

Pur in mancanza di una autonomadisciplina regionale sul cambio didestinazione d'uso e anche qualorai principi dell'articolo 23 ter del DlSblocca Italia non venisserorecepiti nella legislazione laziale, ildivieto dello strumento urbanisticocomunale di insediare ufficinell'area di interesse precludecomunque il cambio d'uso

Il Piano di governo del territoriodi un comune lombardo consenteil cambio d'uso da albergo aresidenza in tutto il territoriocomunale . La circostanza per cuile due destinazioni non ricadononella stessa categoria funzionaledi legge può ostacolare latrasformazione di un hotel inappartamenti in locazione?

In un 'area in cui lo strumentourbanistico comunale consente ilmantenimento della destinazioned'uso dei fabbricati esistenti, èpossibile convertire ad uffici glispazi commerciali collocati alpiano terreno di un edificio diquattro piani per il resto destinatoad uffici e, in minima parte, aresidenza?

La costruzione di uninsediamento residenziale èsubordinata dal piano regolatoreall' approvazione di un piano dilottizzazione . Il proprietario sioffre però di realizzare tutte leurbanizzazioni mediante lasottoscrizione di unaconvenzione prima del rilasciodel permesso di costruire

La norma statale inserite nel Dl133/2014 (Sblocca Italia) facomunque salve siale previsionidella legislazione regionale, sia ladisciplina degli strumentiurbanistici comunali.Il cambio di destinazione d'usonon può dunque essere inibitodalle norme del decreto SbloccaItalia

La risposta è positiva . Secondol'articolo 23 ter del Testo unicoedilizia (Dpr 38012001), infatti, ladestinazione d'uso di unfabbricato odi una unitàimmobiliare è quella prevalente intermini di superficie utile e nellaspecie la destinazione terziariasopravanza tanto quellacommerciale , quanto la residenza

Il costruttore potrà essereaccontentato se l'insediamentonon è di particolare entità e leinfrastrutture possono essererealizzate in modalitàsemplificata. Per il permesso dicostruire convenzionato loSblocca Italia fa salve le previsionidelle leggi regionali, ma non iregolamenti comunali

Titoli Abitativi Pagina 20

Definizione nazionale unica

La nuova normasui cambi d'usonon prevale sui Prg

Il decreto sblocca Itali a cercadi unificare la disciplina regiona-le sul mutamento di destinazio-ne d'uso. L'attenzione d el l egisl a-tore passa dal titolo necessarioper il cambio d'uso alla concretaammissibilità del passaggio tra lediverse destinazioni funzionalipreviste dagli strumenti urbani-stici comunali.

Mentre l'articolo 1o del Dpr380/2ooi si limita a rimettere al-le Regioni il compito di stabilirecon legge quali mutamenti -connessi o non connessi a tra-sformazioni fisiche - dell'uso diimmobili odi loroparti, sono su-bordinati apermesso di costrui-re o a denuncia di inizio attività,il nuovo articolo 23-ter del Te-stouni co dell'edilizia (introdot-to, appunto dal Dl 133/2014) siconcentra sulla stessa defini-zione del cambio d'uso e sullasua ammissibilità.

Secondo lo Sblocca Italia co-stituisce così mutamento rile-vante della destinazione d'uso«ogni forma di utilizzo dell'im-mobile o della singola unità im-mobiliare diversa da quella ori-ginaria, ancorché non accom-pagnata dall'esecuzione di ope-re edilizie, purché tale dacomportare l'assegnazione del-l'immobile o dell'unità immobi-liare considerati ad una diversacategoria funzionale tra quellesotto elencate:

a) residenziale;a-bis) turistico-ricettiva;b) produttiva e direzionale;c) commerciale;d) rurale».Oltre allo sforzo di dare una

definizione unica, lanuova disci-plina afferma che nelle Regioniche non procedano ad adeguarela propria legislazione ai principisul cambio d'uso entro il 12 gen-naio 2015 il mutamento di desti-nazione d'uso all'interno della

stessa categoria funzionale di-venta sempre consentito.

Sembrauna disposizione diri-levante portata pratica, in parti-colare con riferimento agli im-mobili a destinazione produttivae direzionale che potrebbero abreve essere sempre trasforma-bili in uffici eviceversa. La novitàdeve però essere drasticamenteridimensionata: la disposizionefa comunque salve le previsionidella disciplina urbanistica ededilizia locale.

Insomma, ipianiregolatori re-stano padroni assoluti della ma-teria, al punto che essendo sem-pre loro l'ultima parola sulla p os-sibilità di modificare le destina-zioni d'uso del patrimonioedilizio esistente l'efficacia pra-tica dell'articolo 23-ter si disper-de quasi completamente. E infat-ti: nel caso in cui Il cambio d'usosia già consentito dal Prg comu-nalelanormadello Sbloccaltalianon ha alcuna utilità, mentre se ilmutamento funzionale è preclu-so dallo strumento urbanisticolocale lo SbloccaItalianon modi-fica affatto la situazione anchenel caso in cui la Regione nonprovveda a recepirne i principi.

L'articolo 23-ter va dunque va-lutato soprattutto per la defini-zione che fornisce del cambiod'uso e che varrà nelle Regioni (ilLazio, ad esempio) che non han-no una propria disciplina delcambio d'uso, se non recepisco-no i principi dello Sblocca Italiaentro il 12 gennaio prossimo.

Sì perché per quelle che sifossero comunque già dotate diuna propria normativa in mate-ria (come la Lombardia) par-rebbe valere la salvezza dispo-sta dall'articolo 23 ter del Dl 133per cui: «Resta salva (la) diver-sa previsione da parte delle leg-gi regionali».

RI AC UZIONERISERVArA

Urbanistica Pagina 21

a cura di Carlo Cinelli e Federico De Rosa

Se Padoan vuole vendere i mattoni de lle casseMa lagò i nvita Auletta e Gambera le. Par ig i prem ia Bonom i . Com i n a Ss. Aposto l i

T utti le tirano per la giac-chetta e tutti le vogliono.Come finirà? Le casse pre-

videnziali dei professionisti sonosottoposte in questi mesi a un verotest da sforzo. Sono state chiamatea condividere la proprietà dellaBanca d'Italia di Ignazio Viscocon le banche, alleggerendo la po-sizione di queste ultime, ma ades-so anche il Tesoro bussa alla por-ta. Pier Carlo Padoan, che purecon le casse ha già avuto un bel dafare nella legge di Stabilità, ha ingestazione un decreto per regola-mentare gli investimenti finanzia-ri delle casse. E un testo molto ar-

I!711fllinì!tiAUU$`.:

ticolato, in questi giorni in fase diconsultazione pubblica, che sta fa-cendo venire più di un grattacapoalle categorie, prevede infatti inestrema sintesi che, entro 5 anni, ilricco patrimonio immobiliare do-vrà essere ridotto al massimo al20%D del totale della consistenza diciascuno. Come dire che medici,avvocati e ingegneri dovrannomettere sul mercato migliaia e mi-gliaia di case. Non proprio un toc-casana per un mercato fiaccato daanni di crisi.

Sotto l'albero di Natale allestitoal Circolo Canottieri Aniene, Gio-

vanni Malagò ha piazzato alcunidoni «speciali» che verrannoaperti il 22 dicembre. Quel giornoal circolo più glamour (e meda-gliato) della Capitale verranno an-nunciati i nomi dei nuovi soci delsodalizio guidato dal presidentedel Coni. Soci «di peso» come ilbanchiere Giampiero AulettaArmenise, o Vito Gamberale.Ma anche il direttore di Rai Tre,Andrea Vianello, e il direttoregenerale del Corriere dello Sport,Marco Arduini, sono trai candi-dati insieme a Stefano Genovese,responsabile delle relazioni istitu-zionali di Unipol. Da venerdì si vo-ta

A Parigi, invece, il voto c'è giàstato. Quello della business com-munity che ha scelto i migliorifondi di private equity. Per l'Italiail premio Private Equity Exchange& Awards è andato (di nuovo) ad

Andrea Bonomi con Investindu-strial. La società del finanziere mi-lanese, impegnata nella scalata alClub Med, di premi in realtà ne havinti due. E stata infatti scelto an-che come secondo miglior privateequity di Spagna.

Dopo gli anni all'Enel, la liberaprofessione. Ora sta anche recu-perando una vena «politica»:nuovi linguaggi dell'era Renzi,tweet, post e tag sui socialnetwork. Gianluca Comin, 51 an-ni, inaugura domani la nuova sededella sua nuova società di comuni-cazione a palazzo Colonna in piaz-za Ss. Apostoli, nel vecchio quar-tier generale dei comitati per l'Uli-vo. Sono attesi manager, politici ediplomatici come l'ambasciatoreUsa John Phillips. Tra gli altri, nelnetwork di Gianluca, Paolo Costa,Marta Dassù e Paola Severino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'ex ministro Paola Severino.A sinistra , Giampiero Auletta Armenise e, sotto,Vito Gamberale

Previdenza professionisti Pagina 22

Riforme mancate Rischio flop per il nuovo regime agevolato di tassazione

Paradossi tributari:il Fisco è troppo min imoCalderone (Cup): irreale il limite dei 15 milioni per poteraderire al nuovo regime forfettarlo delle imposte sui redditi

DI ISIDORO TROVATO

n regalo inutile. Rischia"W "rU di essere questo l'effetto

del nuovo regime deiminimi introdotto per

favorire professionisti e partiteIva. Dal 1 gennaio 2015, dopo averfesteggiato Capodanno, i profes-sionisti dovranno avere a che farecon i nuovi parametri che discipli-neranno la tassazione sui redditiminimi. Il punto di scontro e di-battito sta nell'individuazione del-la corretta soglia di accesso al be-nefici. È questo il dato che scatenale principali criticità, creando nonpoche polemiche nell'ambito deiprofessionisti che si dichiarano, difatto, tagliati fuori dalle agevola-zioni salvo che in rari casi.

delle disposizioni ordinarie. Chi ègià in attività, invece, potrà optareper il nuovo regime fiscale a pattoche nell'anno precedente non abbia raggiunto le soglie di fatturatopreviste dal nuovo regime forfeta-rio, abbia sostenuto costi per benistrumentali inferiori a 20 mila eu-ro e spese per lavoro entro unmassimo di 5 mila euro lordi. Co-me nel vecchio regime i nuovi for-fettari saranno esenti dalla, tenutadella contabilità, dall'Irap e dal-l'Iva, dall'applicazione degli studidi settore, dalle norme sui sostituti d'imposta. Ma saranno, invece,obbligati a certificare e conserva-re le fatture ed i corri pettini.

Per il calcoio del reddito, e dellarelativa applicazione dell'aliquotafissa del 151)/o, i costi sostenuti sa-ranno irrilevanti ma si applicheràun coefficiente di redditività a se-conda del codice dell'attività eser-citata. Per fare un esempio, a unprofessionista con 15 mila euro difatturato (soglia massima per farparte del nuovo regime) si applicherà il coefficiente del 78% equindi il reddito tassabile sarà pari a 11.700 con un'imposta pari a1.7 ,5 euro.

re l'allarme è Marina Calderone,presidente del Comitato unitariodelle professioni e del Consiglionazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. «Le soglie previ-ste sono assolutamente insuffi-cienti e inadeguate alla reale si-tuazione esistente. Prevedere chesi possa aderire non superando ilvolume d'affari di 15 mila euro si-gnifica impedire alla quasi totalitàdei giovani professionisti in startup di poter aderire. Non può infatti sfuggire che il contribuente, anche se ad inizio attività, cerchi diincassare perlomeno quanto ne-cessario per coprire i costi. Quan-to previsto dalla Legge di Stabilitàè, da questo punto di vista, decon-testualizzato considerato che cor-risponde a 1.250 euro al mese. Èdunque comprensibile lo scetticismo che accompagna questa norma che se non verrà modificata sirileverà inefficace».

Fino alla notte del 31 dicembreruta in vigore l'attuale normativache prevede la determinazione delreddito dei «minimi» con la diffe-renza tra i ricavi ed i costi. Dal2015 si passerà ad un regime for-fetario in cui il reddito verrà invece determinato applicando coefficienti di redditività senza tenerconto dei costi . E il limite dei ricaviutile per essere considerati contri-buenti a regime forfetario varierà,a seconda dell'attività esercitata,dai 40 mila degli imprenditori ai15mila per i liberi professionisti.Soglia troppo bassa per non esse-re superata in qualsiasi caso di ini-zio attività.

Ma il nuovo regime fiscale deiminimi rischia di essere sostanzialmente non applicato. A lancia-

0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Per tutte le attività che inizie-ranno dal 2015 il regime «matura-le» sarà quello semplificato, a me-no di non scegliere l'applicazione

REGIME FISCALE AGEVOLATO Pagina 23

f `/AZIJJ

C t 33 / ,

4 / r/r

bk<

, _ //.,°i

3/ , / í

PA/

EM

, ..; i, . .. ....:.....;:... /i

',.,......# ,, '

ynF,

,..._ , . .

ti

I F59 ,X{

REGIME FISCALE AGEVOLATO Pagina 24

Ivo s/ar vïarnerzto messo a di'Sposiziorle dallo sviluppo economico sul Fond o per la crescita

Per l'industria ver e 250 minSul piatto altri m per rese píU' informatizzate-150

Pagina a curaDI ROBERTO LENZI

---- mmonta a 400 milionidi euro, divisi su duenuovi bandi per pro-getti di ricerca e svi-

luppo, lo stanziamento messoa disposizione dal Ministerodello sviluppo economico avalere sul Fondo per la cre-scita sostenibile. Le impreseinteressate potranno presen-tare progetti nei settori delletecnologie dell'informazione edella comunicazione elettroni-che (Ict) e dell'industria soste-nibile. I nuovi interventi sonoidentificati come «Ict-Agendadigitale» e «Industria soste-nibile». I due bandi sono statipubblicati rispettivamente il 4e il 5 dicembre scorso in Gaz-zetta Ufficiale, dopo essere sta-ti entrambi approvati con de-creti ministeriali del 15 ottobre2014. La dotazione finanziariaè divisa in 150 milioni di europer « Ict-Agenda digitale» e 250milioni di euro per «Industriasostenibile». Gli schemi delleistanze preliminari di accessoalle agevolazioni, le modalitàdi applicazione dei criteri divalutazione indicati nei bandie i termini per la presentazionedelle istanze saranno stabiliticon successivi provvedimentidel direttore generale per gliincentivi alle imprese.

Ict-Agenda digitale . Il pri-mo bando, pubblicato nella G. Un. 282 del 4 dicembre 2014, halo scopo di sostenere progetti diricerca e sviluppo coerenti conle finalità dell'Agenda digitaleitaliana in grado di esercitareun significativo impatto sullosviluppo del sistema produtti-vo e dell'economia del Paese,grazie a un mercato digitaleunico basato su Internet velocee superveloce e su applicazio-ni interoperabili e sviluppandospecifiche Tecnologie abilitan-ti, nell'ambito di quelle defi-nite dal Programma quadrocomunitario «Horizon 2020». Iprogetti ammissibili alle age-volazioni devono prevederela realizzazione nel territorioitaliano di attività di ricercaindustriale e di sviluppo spe-

rimentale. Queste devono es-sere strettamente connesse tradi loro in relazione all'obiettivoprevisto dal progetto e devonoessere finalizzate alla realizza-zione di nuovi prodotti, proces-si o servizi o al notevole miglio-ramento di prodotti o processio servizi esistenti. Obiettivodella ricerca deve essere losviluppo delle tecnologie abili-tanti fondamentali che hannoadeguate e concrete ricadutesui settori applicativi.

Industria sostenibile.Il secondo bando, pubblicatonella G. U n. 283 del 5 dicem-bre 2014, riguarda progettifinalizzati a perseguire unobiettivo di crescita sostenibi-le, per promuovere un'econo-mia efficiente sotto il profilodelle risorse, più verde e piùcompetitiva. Queste, utiliz-zando le Tecnologie abilitantifondamentali definite nel Pro-gramma « Horizon 2020», si de-vono sviluppano nell'ambito dispecifiche tematiche rilevanti.Devono essere caratterizzateda maggiore contenuto tecno-logico, più rapido impatto sullacompetitività e più immediateapplicazioni industriali.

Beneficiari . Possono be-neficiare delle agevolazioni leimprese che esercitano un'at-tività industriale diretta allaproduzione di beni o di servizi oun'attività di trasporto per ter-ra, per acqua o per aria. Sonocomprese le imprese artigiane,le imprese agro-industriali chesvolgono prevalentemente at-tività industriale, le impreseche esercitano le attività ausi-liarie in favore delle impresecitate in precedenza, i centri diricerca con personalità giuri-dica e le imprese start-up in-novative. I soggetti, fino a unnumero massimo di cinque,possono presentare progettianche congiuntamente tra loro.In tali casi, i progetti devonoessere realizzati mediante ilricorso allo strumento del con-tratto di rete o ad altre formecontrattuali di collaborazione,quali, a titolo esemplificativo,il consorzio e l'accordo di par-tenariato. Il contratto di rete ole altre forme contrattuali di

collaborazione devono configu-rare una collaborazione effetti-va, stabile e coerente rispettoall'articolazione delle attività,espressamente finalizzata allarealizzazione del progetto pro-posto.

I progetti di ricerca esviluppo. I progetti di ricercae sviluppo devono prevederespese ammissibili non inferiori5 milioni e non superiori a 40milioni di euro; essere avviatisuccessivamente alla presen-tazione della domanda di age-volazioni e, comunque, nonoltre 3 mesi dalla data del de-creto di concessione. Per datadi avvio del progetto di ricercae sviluppo si intende la data diinizio dei lavori relativi all'in-vestimento oppure la data delprimo impegno giuridicamentevincolante a ordinare attrezza-ture o la data relativa a qual-siasi altro impegno che rendairreversibile l'investimentooppure la data di inizio dell'at-tività del personale interno, aseconda di quale condizione siverifichi prima. I progetti diricerca e sviluppo devono es-sere relativi a specifici ambitidi intervento. Per «Industriasostenibile» possono riguar-dare le tecnologie abilitantifondamentali come micro-na-noelettronica, fotonica, mate-riali avanzati, sistemi avanzatidi produzione e biotecnologiaindustriale) e alcune specifi-che tematiche rilevanti comeprocessi e impianti industriali,trasporti, aerospazio, Tlc, tec-

nologie energetiche, costruzio-ni eco-sostenibili e tecnologieambientali). Relativamentead «Agenda digitale» devonoriguardare le tecnologie abili-tanti dell'informazione e dellacomunicazione che devonoessere coerenti con le finalitàdell'Agenda digitale italianae alcuni specifici settori appli-cativi come salute, formazionee inclusione sociale, cultura eturismo, mobilità e trasporti,energia e ambiente, monito-raggio e sicurezza del territo-rio, modernizzazione della p.a.,telecomunicazioni e fabbricaintelligente.

O Riproduzione riservata

Incentivi alle imprese Pagina 25

costi di R&S finanziabili

3 il personale dipendente del soggetto proponente o in rapporto di colla-borazione con contratto a progetto, con contratto di somministrazionedi lavoro, ovvero titolare di specifico assegno di ricerca, limitatamentea tecnici, ricercatori e altro personale ausiliario, nella misura in cui sonoimpiegati nelle attività di ricerca e di sviluppo oggetto del progetto. Sonoescluse le spese del personale con mansioni amministrative, contabilie commerciali;

3 gli strumenti e le attrezzature di nuova fabbricazione, nella misura e peril periodo in cui sono utilizzati per il progetto di ricerca e sviluppo. Nelcaso in cui il periodo di utilizzo per il progetto degli strumenti e delleattrezzature sia inferiore all'intera vita utile del bene, sono ammissibilisolo le quote di ammortamento fiscali ordinarie relative al periodo disvolgimento del progetto di ricerca e sviluppo;

3 i servizi di consulenza e gli altri servizi utilizzati per l'attività del progettodi ricerca e sviluppo, inclusa l'acquisizione o l'ottenimento in licenza deirisultati di ricerca, dei brevetti e del know-how, tramite una transazioneeffettuata alle normali condizioni di mercato;

3 le spese generali derivanti direttamente dal progetto di ricerca e svilup-po, imputate con calcolo pro-rata sulla base del rapporto tra il valorecomplessivo delle spese generali e il valore complessivo delle spese delpersonale dell'impresa. Le predette spese devono essere calcolate conriferimento ai bilanci di esercizio del periodo di svolgimento del progettoe, comunque, non possono essere imputate in misura superiore al 50%delle spese per il personale di cui alla lettera a);

3 i materiali utilizzati per lo svolgimento del progetto.

Incentivi alle imprese Pagina 26

Trio ali d'impresa,I'm"Ecco che cosaGLIAVVOCATI LAMENTANOLE LUNGAGGINI DEL PROCESSOEANCHE LE CARENZE FORMALI:"STANZE INVECE CHEAULE,MAGISTRATI SENZA TOGA,RACCONTA GABRIELE CUONZO

Patrizia Capua

U Usa un paragone: i treni ad altavelocità in Italia, assieme ai

tempi di percorrenza, hanno miglio-rato l'accoglienza e il comfort per chiviaggia. Così i tribunali d'impresa do-vrebbero offrire alti standard di qua-lità e marciare veloci come la Tav. Neè convinto Gabriele Cuonzo, mana-ging partner dello studio legale Trevi-san & Cuonzo di Milano, esperto inmateria di controversie che riguarda-no le aziende, un'ampia gamma chetocca diritto societario, antitrust, di-ritto industriale, adesso anche gli ap-palti. Ambito in cui si inseriscono icontenziosi civili con una delle parti oentrambe, straniere.

«Questi tribunali, secondo me, do-vrebbero funzionare meglio degli al-tri», afferma il legale, «il contenziosodi impresa è all'ordine del giorno, perle aziende fa addirittura parte del bu-siness. E per le aziende estere, multi-nazionali americane, inglesi, tede-sche, l'ìmpatto con il nostro apparatogiudiziario è scioccante. Condizioniche spesso dissuadono gli imprendi-,tori strani eridalvenire ad inves tire nelnostropaese».

LE PENDENZE CIVILICompresa Cassazione, in milioni

5,92 .

5,38

IlTribunale delle imprese in Italia èuna sezione specializzata istituitapresso i tribunali e le corti d'appellonelcapoluogo diogniregione. Mentreper la Valle d'Aosta è competente To-rino, per Bologna lo è Genova. «Ma -precisa Cuonzo - soltanto a Milano,Torino, Venezia, GenovaeBarisicele-brano giudizi in cui ci sono parti stra-niere».

Gliavvo c atil ámentano le lungaggi-ni del processo e anche le carenze for-mali. «Il luogo anzitutto - spiega il le-gale -: la stragrande maggioranza del-le udienze civili si svolge nella stanzadel giudice anziché in un'aula, il ma-gistratononindossalatoga, itavoliso-no invasi di fascicoli, il che dà un'im-magine didisordine e approssimazio-ne, c'è un continuo viavai di personeanche estranee al giudizio, manca iltraduttore simultaneo, le udienze so-no molto sbrigative e i verbali tirativia. All'estero non funziona così».

Mentreil governo stalavorandopermigliorare l'attività della giustizia ci-vile, su cui pesano 4,5 milioni di cau-se, con l'obiettivo di ridurre il conten-zioso, gli avvocati che si occupano deldiritto d'impresa chiedono che si co-minci dai tribunali d'impresa per leaziende straniere. «Perché non parti-re da questa area, che ha riflessi moltoseri sull'economia del paese? Le mul-tinaziónali più importanti hanno unacerta paura della giustizia italiana peresperienze non positive. A un capo diazienda che arriva dagli Usa, si pre-senta una situazione che appare noncorrettané affidabile. Nonè in discus-sione la preparazione dei magistrati,ma le modalità, la qualità complessi-va che viene percepita dall'utente».

Cuonzo cita l'esempio dell'ameri-canaAlps South Llc., che alla luce deiproblemi riscontrati ha scelto di noninvestire più in Italia perché non c'erafiducia sul sistema giudiziario italia-

5,65 5,63(*) I semestre

.., 5;5o

A sinistra,GabrieleCuonzo,managingpartner dellostudio legaleTrevisan &Cuonzodi Milano

no. «Il primo parametro è la velocitàma non è l'unico fattore. Perciò l'e-sempio ferroviario è calzante. Biso-gna che le corti italiane siano più ac-coglienti. È questo che bisogna cura-re se vogliamo recuperare terrenodella giustizia italiana agli occhi delmondo». C'è il rischio di creare sezio-ni d'élite, privilegiate? «Noi pensiamoa un approccio selettivo: concentrar-si e investire sui tribunali d'impresaper gli stranieri significa eliminare unfreno alla diffusione degli investi-menti dall'estero».

Mediazione e arbitrato mirano avelocizzare i processi, ma i risultatiper ora sono modesti. «Per ridurre ilcontenzioso ci sono due strade: au-mentare il contributo unificato perintentare una causa e far pagare effet-tivamente le spese di lite alla personache perde., Sembra una cosa banalema non è così».

iare"

Avvocati Pagina 27

f IL CASO 1

Commercialisticontro la normasul rimpatriodei capitali

«TROPPO COMPLESSA E ONEROSA»,DICE LUIGIMANDOLESI, MEMBRODEL DIRETTIVO. «RISCHIA DI NONRAGGIUNGEREI RISULTATI SPERATI»

Filippo Santelli

7on saràun condono», aveva garanti`(1 \I to Pier Carlo Padoan. Promessa

mantenuta: a differenza dei passati scudi fi-scali, lalegge sul rientro dei capitali appenaap-provata al Senato non fa sconti agli evasori.Certo, chi aderirà alla voluntary disclosure, ilravvedimento speciale, eviterà condanne pe-nali. Matralesanzionieilsaldo delmaltolto al-

Qui sopra,LuigiMandolesi

l'Erario potrebbe ritrovarsi apagarefino al 96% del capitale denunciato.Non proprio un incentivo a farsiavanti, avverte il Consiglio naziona-le dei Commercialisti: «La norma ètroppo complessa e spesso troppoonerosa», dice Luigi Mandolesi,membro del direttivo. «Rischia dinon raggiungere i risultati sperati».Cioè i tre miliardi e mezzo di euroche il Tesoro prevede di incassare.

La Fondazione nazionale deicommercialisti ha fatto i conti.Somma di un milione di euro, por-tata all'estero nel 2006, tre diversiscenari possibili. Nel primo i soldifanno capo aunapersonafisicaeso-no depositati in un Paese whitelistoanche black list, come la Svizzera, apatto che entro 60 giorni dall'intro-

duzione della norma stipuli con l'Italia un ac-cordo sullo scambio di informazioni. La di-sclosure si risolve con il pagamento delle tassesui rendimenti e delle sanzioni, ridotte di un

quarto rispetto al minimo edittale (3%). Fanno54mila euro, appenail4,61% del capitale. Se ilPaese è sulla blacklist però il periodo accerta-bile raddoppia, da cinque a dieci anni. Così,per il contribuente infedele, entra in gioco an-che l'Irpef non versata sul reddito di un milio-ne: il dovuto si impenna a 799mila euro, il 67%del capitale.Aunimprenditore individualepoisi chiede di restituire pure Irap e Iva: in tutto 1milione e 150mila euro, il 96,80% del capitale.

«Questalegge ècomplessarispetto aivecchiscudi», riconosce Andrea Ballancin, professo-re di Diritto tributario all'Università del Pie-monte Orientale. «Ma è stata l'Ocse a caldeg-giare il pagamento pieno dei tributi sulle som-me occultate».All'operazione, secondo ilpro-fessore, aderirà subito chi ha all'estero capita-li vecchi, non più accertabili, oppure frutto dieredità. Ma non è escluso sifacciano avantian-che evasori più recenti: «Molti intermediari diPaesi black list stanno spingendo i correntistiadenunciare, penalachiusura del conto. Inol-tre con il nuovo reato di autoriciclaggio si ri-schiano condanne più pesanti. Credo che l'o-biettivo del govem6sia raggiungibile». Diver-sa la previsione dei commercialisti che nellescorse settimane avevano proposto, senzasuccesso, alcune modifiche per incentivare ilravvedimento. In particolare la garanzia del-l'anonimato fino alla definizione dell'importodovuto: «Avrebbe evitato ditrasformarel'ope-razione in una vera e propria autodenuncia»,dice Mandolesi.

Commercialisti Pagina 28

Trïbutaristi.un'alleanzaeuropea

Bruxelles, nella se-de del Parlamento

europeo, è stata sotto-scritta la dichiarazione diintenti per una Federa-zione delle associazionidei consulenti tributari.

Un ente aggregativoper la categoria dei tri-butaristi visto che in Ita-lia sono presenti diversiorganismi di rappresen-tanza delle professioniche operano nel campogiuridico, economico e fi-scale. Per questo si vuoledare vita a una federa-zione che raccolga le as-sociazioni professionalidi categoria. Gli obiettividel nuovo organismo so-no quelli di: promuovereil profilo professionaledel tributarista ma anchepartecipare alle trattati-ve e alle stipule degli ac-cordi con gli organi delloStato di particolare inte-resse per la categoria:come l'Agenzia delle En-trate, l'lnps, le Camere dicommercio. Infine sipunta ad aderire o fede-rarsi con associazioni dicategoria europee con lequali vi sia affinità discopi odi intenti.

t. 7R0.

O RIPRODt2IOf.'F RISERVATA

Tributaristi Pagina 29

EL' LQ] -

"Più formazione per l'insegnamento della chimica"

Un appello rivolto alle istituzionieuropee e al Governo nazionaleaffinché si faccia di più perlaformazione professionale e perl'insegnamento della chimica, datoche "questa disciplina possiede unpotenziale occupazionale diassoluto livello e maggioreconcertazione nella redazione deitesti normativi".A lanciarlo sono il ConsiglioNazionale dei Chimici , Euchems ela Società Chimica Italiana, che sirivolgono alle istituzioni europee eal governo italiano . La categoria dei

chimici si dice disponibile acontribuire alla riscrittura dellenorme "che in molti casi appaionoinadeguate sotto il profilo tecnico".Infine , i chimici avanzano larichiesta di un piano specifico inItalia, "che favorisca l'impiego dirisorse idriche , in particolare nelsettore agricolo . Dopo aver perso iltreno europeo , con fondi che nonsono stati adeguatamentesfruttati, ora dobbiamo rimediare,garantendo comunque investimentiindispensabili per il settore". (I.d.o.)

0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Chimici Pagina 30