cenni storici intorno brescello e sua zecca

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Brescello e Sua Zecca

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  • CENNI STORICI

    INTORNO BRESCELLO

    SUA Z?ECCA

    DEL DOTTOR

    REMIGIO CRESPELLANI

    @I

    MODENA

    TIPOGRAFIA DI ANTONIO ED

    1865.

    ANGELO CAPPELLI

  • %55l+GQgG?L

    Il solo desiderio di rivolgere, per quanto mi dato, ai pro

    gressi della numismatica italiana i miei studii intorno ad una

    zecca fra le meno conosciute, mi determin di dare in luce

    quello mi venne fatto di raccogliere di monumenti e di docu

    menti che concernono la Zecca di Brescello.

    Se delle monete uscite da detta Zecca ne illustrarono desin

    goli pezzi gli eruditi Vincenzo Bellini nella terza Dissertazione

    delle monete italiane, il P. Ireneo A nell Illustrazione del

    l antico piombo di San Genesio protettore di quel Castello (a

    cui dobbiamo essere riconoscenti per averci trasmesso il raro

    documento di nomina alla sopraintendenza del Boselli ), non

    che il Cav. Agostino Olivieri nella sua Rivista numismatica;

    pure non fu loro dato di pubblicarne la serie, e corredarla

    altres di que necessarii documenti, che concorrono al? esatta

    cognizione di esse.

  • E col riunire in questa memoria quanto della Zecca di

    Brescello ci hanno fatto conoscere gli egregi uomini che in co

    sifatti studii mi precedettero e mi furono guida, e nel sosti

    tuire talvolta esatte ed incontrastabili attribuzioni a delle va

    ghe o fallaci, aggiungendovi non iscarso numero di documenti

    che per la prima volta ora veggono la luce, se si riterr che

    abbia aperto e percorso, come meglio seppi, un vasto campo

    di documenti in questi patrii archivii, sar il pi nobile gui

    derdone che aspira ad ottenere delle durate fatiche e delle

    dicolt incontrate.

  • La ragguardevole terra di Brescello, giacente in sulla de

    stra sponda del ume Po, esisteva, gi come ci riferisce Pli

    nio, qual colonia romana ne tempi di quella gloriosa repub

    blica. In essa si uccise limperatore Ottone, udita la scontta

    del suo esercito dal rivale Vitellio 1 anno 69 dell ra vol

    gare; e fu onorata di dare alle spoglie mortali di detto im

    peratore la tomba, veduta dallo stesso Plutarco.

    Dell importanza e ricchezza di detta colonia nell epoca

    romana,lo dimostrarono le vestigie di una strada, li monu

    menti, mosaici e monete che scoprironsi in epoche diverse.

    Dov poi nell invasione de barbari soggiacere a quegra

    vi disastri che toccarono alle altre citt italiane; come ci ri

    ferisce S. Ambrogio in una sua lettera scritta lanno 388,

    annoverandola con Bologna, Modena, Reggio e Piacenza, fra

    quelle di cui vedevansi soltanto le loro rovine. Dalle quali

    sorta, divenne una fra le molte citt vescovili dItalia, co

    me si ha da una lettera di Eusebio vescovo di Milano nel

    452; e pi distintamente dal chiarissimo P. A nella sua

    Illustrazione ad un antico piombo appartenente a San Ge

    nesio protettore di quella terra.

  • 6 zecm m nnsscnuo

    La dominazione lombarda fu un altro periodo di fatali

    vicende; e rammenter solo per brevit, che ribellatasi ad

    essa, fu assediata e distrutta dal re Rotari, dopo una lunga

    e vigorosa difesa. Di essa taciono le storie sino al XII se

    colo; ma dalle memorie di un monastero ivi fondato nel

    secolo X appare, che in qualche modo era gi stata rifab

    bricata; e vedesi poi qual castello donato ai monaci dalla

    contessa Matilde nel 1099.

    Breve esser dov la signoria demonaci in detto castello;

    mentre se ne vede gi contrastato il suo dominio fra li Par

    migiani e Cremonesi sino dallanno 1121; occupato da Eze

    lino anch 1 assediata citt di Parma da Federico II nel

    1247 non potesse avere soccorsi; e nella pace seguita fra

    li predetti due popoli nel 1253, fu dal secondo ceduto al

    primo.

    Nel 1303, essendo Giberto da Correggio riescito di uni

    re in pace i due partiti che dividevano Parma, e che fos

    sero richiamati gli esuli; fu dal popolo acclamato suo si

    gnore, ed onorato del titolo di difensore, e protettore di

    quel comune; per la qual signoria, ne venne di conseguenza

    ancora quella di tutti i castelli del parmigiano, e special

    mente di Brescello che fece forticare nel 1307.

    Tale dominio non fu per bastantemente tranquillo e

    costante, mentre pi volte per tumulto popolare ne fu cac

    ciato, e pi volte lo riacquist col debellare i nemici.

    Era gi esule nel 1311, allorch concorse alla incorona

    zione di Enrico VII in Milano, e fu dal medesimo rimesso

    nel perduto possesso; ma eccitato a tumulto il popolo dai

    Sanvitali e Rossi nel 1316, fu costretto di abbandonarlo, e

    ritiratosi in Castelnuovo suo fondo, ivi mor nel 1321.

    Ritornarono i gli di Giberto in Parma, allorch collega

    tisi coi Rossi nel 1322, e cacciandone Gio. Quirico da San

    vitale, la diedero col popolo al pontece Giovanni XXII; ma

  • ZECCA DI BRESCELLO 7

    questo loro soggiorno fu per mal sicuro ed incerto, poich

    o parteggiando per i Rossi, 0 per i Sanvitali, si videro pi

    volte costretti ad uscire, e pi volte vi fecero ritorno.

    Sesso in Italia Giovanni re di Boemia nel 1331, e di

    chiaratosi in favore dei Correggeschi, con ordinare che fos

    sero richiamati dallesilio, fece sperare ad essi di riacqui

    stare il perduto dominio; ma poco appresso videro, delusa.

    tal loro speranza, per averlo dato ai Rossi. Non tralascia

    rono per di dare esecuzione a quanto avevano divisato;

    ed alleatisi nel 1334 con Mastino della Scala, e Rizzardo

    da Camino, occuparono colle loro schiere Brescello, e fecero

    tal guerra ai Rossi, che nel 35 furono costretti di cedere

    Parma ad Alberto e Mastino della Scala.

    Entratovi Alberto il 21 di giugno, nomin per suo vi

    cario lo stesso Guido da Correggio suo zio materno; e Ma

    stino, con decreto del 9 dicembre 1337, stacc Brescello dal

    dominio di Parma e ne invest il preaccennato Guido.

    La conseguita podest dei Correggeschi, ora come vicarj

    degli Scaligeri, ed ora come assoluti padroni, continu sino

    a che vendettero Parma al Marchese Obizzo d Este nel

    1344; e ceduta dall Estense a Luchino Visconti signore di

    Milano nel 1346, questi sdegnato contro di loro, per non

    avere mantenuta la promessa di rinunziargli quella citt

    dopo quattro anni, allorch gli sped soccorsi per renderse

    ne assoluti padroni cacciandone lo Scaligero presidio, con

    sc ad essi tutti li castelli che possedevano nel parmi

    giano.

    Non tanto 1 ottenuta signoria, che instigata la Veneta

    Repubblica dagli esuli Correggesehi ( allorch riconosciuta

    vana ogni mediazione non tralasciarono per circostanze per

    reclamare li conscati castelli), la determin di contrastar

    gli quel possesso; ma dopo molti avvicendamenti di Bre

    scello superati li Veneziani dal Visconti nel 1432, ne inve

    st Erasmo Trivulzio, che ne tenne il dominio a tutto il 43.

  • 8 ZECCA m nnsscsu.o

    Favorevole occasione per si present ad essi nella

    morte di Filippo Maria Visconti avvenuta nel. 1447; per la

    quale i tre fratelli Nicol, Manfredo e Giberto occuparono

    Brescello; e dallimperatore Federico III nel 1452, ottennero

    1 imperiale investitura delle terre tanto possedute che non

    possedute; e di aggiungere altres al loro antico stemma

    (che era uno scudo rosso con banda dargento) laquila ne

    ra in mezzo a due leoni rampanti doro, con giglio doro

    sopra il capo in campo celeste. Di niun giovamente fu loro

    tale investitura; perch lo stesso Francesco Sforza signore di

    Milano nel 1454 li costrinse a riconoscerne 1 investitura da

    esso; ed occupato Brescello dalle truppe del duca Galeazzo

    Maria nel 1468, furono per sempre privati di quel dominio.

    Le ribellioni e turbolenze eccitate nello stato di Milano

    da Ludovico il Moro zio dell infelice duca Gian Galeazzo

    per spogliarlo del ducato, come avvenne, cagionarono che

    Bona di lui madre e tutrice dov non solo accordarsi con

    esso, ma perdonare altres a Roberto da Sanseverino fautore

    delle medesime; e per 1 acquistata grazia di Bona tanto si

    adoper, che ottenne da Galeazzo e da essa la signoria di

    Castelnuovo Tortonese posseduta gi dagli Estensi. Per dare

    poi un compenso ad Ercole I duca di Ferrara, non tanto

    pel perduto castello, quanto per i servigi prestati a Bona

    in si deplorabili vicende; a di 11 ottobre 1479 gli cedet

    tero a titolo di permuta molte terre nel parmigiano, fra le

    quali lo stesso Brescello.

    Ottenuto in tal maniera il predetto dominio, coi dazi del

    ume Po, fu altres rassicurato alla casa d Este con impe

    riale investitura concessa da Massimiliano 1; ma perdevasi

    da Alfonso glio e successore di lui alleato dei Francesi al

    lorch scesero alla conquista del ducato di Milano, per es

    sersi loro fatta avversa la fortuna quando dal pontece Giu

    lio II si riunirono le ecclesiastiche schiere capitanate dal

  • zscm m nuascnu.o 9

    duca di Urbino a quelle dei Veneziani e del re Ferdinando,

    e spedite nello stato Estense, s impadronirono di Reggio e

    Brescello.

    Tale perdita, sebbene fosse pi volte reclamata dal detto

    duca, ed anche promessane la restituzione da Leone X suc

    cessore di Giulio, che non mantenne; da Adriano VI, che

    non ademp per la sua inaspettata morte; vide nulla spera

    re dalle loro promesse: e nella vacanza della sede aposto

    lica divis di conseguire colla forza quello che non aveva

    potuto ottenere pei maneggi. Radunato un forte esercito e

    tentata inutilmente Modena per essere munito di gagliardo

    Presidio ponticio, s incammin a Reggio, ed apertogli le

    porte dai sollevati cittadini, costrinse il debole presidio, ri

    fugiato nella cittadella, a capitolare.

    Alla ricuperata signoria seguir dov ancora quella di

    Brescello; perch nella guerra insorta fra gli Spagnoli e Fran

    cesi nel 1551, Ercole II succeduto al padre nel dominio,

    sebbene avesse preferita in tal guerra la neutralit; pure

    per essere il card. Ippolito suo fratello presso il re di Fran

    cia, e considerato dagli imperiali uno de pi ragguardevoli

    ministri di esso; fu da Don Ferrante Gonzaga governatore

    di Milano fatto occupare Brescello dalle truppe imperiali; e

    solo nella sospensione darmi seguta,fra le parti conten

    denti nel 1552; si restitu Brescello al duca, che diedesi to

    sto a munirlo di nuove forticazioni e forte presidio; ain

    ch detto luogo per la sua importanza non rimanesse espo

    sto alle altrui violenze.

    Per tale circostanza il dotto Vincenzo Bellini nel suo

    trattato delle Monete di Ferrara, asserisce coniata una m0

    netella di rame rappresentante da un lato la fortezza di Bre

    scello col motto Brivilli Securitas; e dall altro, 1 aquila

    estense coronata e circondata dal motto Nobilitas Estensis.

    Ma sebbene professi quella dovuta venerazione che si deve

    2

  • 10 zucca m ansscsu.o

    a cos illustre nummolo, non posso per accordargli tale

    attribuzione; avuto riguardo che se la detta moneta fu im

    pressa a Ferrara, sarebbe stato disconveniente al lustro

    della casa dEste il trasmettere in essa ai posteri tal me

    moria; mentre di ben maggior grandezza vediamo essere le

    medaglie commemorativa i fatti pi singolari di essa, tanto

    di detto duca, che de suoi antecessori.

    Non in Brescello, perch n le storie n i documenti,

    dalla met del XV al declinare del XVI secolo ci porgono

    notizie dellesistenza di una zecca, quantunque vi sia un

    torsello nella copiosa raccolta di questa R. Biblioteca Pala

    tina, che rappresenta uno scudo insignito da un leone ram

    pante a sinistra con sotto la lettera B, e circondato dallepi

    grafe Sesquisolidus. Briaellen; il di cui stile 0 induce a ripor

    tarlo al XV secolo; nel quale Brescello, come ho dimostrato,

    ora riconobbe per loro signori li duchi di Milano, ora Era

    smo Trivulzio, ora li Correggeschi; e tolto ad essi dai pre

    detti duchi nel 1468, lo dominarono sino a che fu permutato

    con Ercole I duca di Ferrara in luogo di Castelnuovo Tor

    tonese nel 1479 (1).Non ardisco di procacciarmi il merito della sua attribu

    zione, per averla saggiamente trattata il sommo nostro Ar

    cheologo Monsignore Celestino Cavedoni in una sua lettera

    inserita nella Rivista Numismatica del cav. Agostino Oli

    vieri (Fas. H. e 111, p. 181 e 182), che mi reputo Onorato

    di riportare ai lettori.

    La forma delle lettere parmi che accenni al declinare

    del secolo XV; circa il tempo in che Brescello dopo tanti.

    avvicendamenti venne in potere della Casa dEste (Tirabo

    schi, Dizionario topograco degli Stati Estensi): fra diversi

    (|) Vedi in ne la Tavola al N. 0.

  • zi-:cm m naEscsu.n I I

    stemmi di Casa dEste v ha pur quello del leone ram

    pante (A, Illustrazione di un antico piombo p. 41 e 42

    Pigna, Storia dei Principi Estensi L. 8. p. 624, 625), ma il

    B, posto al disotto dello scudino col leone rampante, ed il

    sapere dal Talenti (Storia del monastero di Brescello, in

    principio)che tre leoni sovrastanti alla porta di un castello

    formavano larma di quella terra forticata, minclinerebbe

    a ritenere, che quel tipo riguardi Brescello, e che forse

    nellaltra faccia della moneta fosse lo stemma di Ercole

    I duca di Ferrara 0 d altro principe.

    Del resto nuova del tutto mi riesce la voce Sesquiso

    _ lidus per altro regolarmente formata da qualche buon Ia

    tinista di quei tempi.

    ) E provvido pure fu il pensiero d improntare una mo

    neta del valore di un soldo e mezzo; ch cos nella com

    pra e vendita potevasi spezzare il soldo, siccome nella

    moneta ponticia il bagarone ossia mezzo baiocco como

    damente serve anche a spezzare il quattrino.

    Ma per tutte le predette cose e dal non essermi dato

    di conoscere veruna moneta di quel duca, n de suoi suc

    cessori impressa nelle citt e terre del loro dominio con

    tale epigrafe, direi che non si eettuasse 1 impressione di

    essa; mentre non difcile incontrare nella monetazione ita

    liana dei torselli e pile, o degli esperimenti in rame ed in

    piombo di monete che non furono approvate. Fra li molti

    esempi che potessero concorrere ad accertare il mio asserto;

    produrr solo quelli della zecca modenese del XVII secolo;

    allorch (come si ha da documenti esistenti in questo Ar

    chivio Palatino), non si approvarono dal duca Francesco Il

    li conii delle doppie e ducatoni eseguiti in Roma; ed a

    quello dell unghero nel cui ritto rappresentava il duca ar

    mato e 1 epigrafe Fran. II. D. G. Mut. Reg. Et. 0. Bar. X,

    fu sostituito al primitivo riverso della targa insignita dalla

    UUVUUUU

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  • 12 zecca m unesceu.o

    scritta: Moneta. Aurea. Mulino. Anno 1677 quello dell aquila

    estense coronata collo stemma della casa nel petto, ed il

    motto: Nobilitas Estensis.

    E volendo impressa la detta monetella di rame per la.

    circostanza voluta dal Bellini, questa si ha altres nel paci

    co dominio del suo successore Alfonso II a cui direi do

    versi ascrivere, allorch, non gi per li sostenuti assedii, ma

    dalla voracit del tempo minacciando rovina la fortezza di

    Brescello, ne ordin la ristaurazione, e la costruzione.di un

    baluardo detto di Santa Maria. E se di essa tacciono le

    storie, viene per assicurata da una lettera scritta ai fattori

    generali di Ferrara dal Capitano Camillo Caula Governatore

    di Brescello il 13 aprile 1570; ai quali espone, di avere

    ordinato che li mandati circa le spese occorse alla costru

    zione di detto baluardo siano fatti da Manfredo Gobetto Sin

    daco, e che da esso o dal Camerlingo della Camera ducale

    di Brescello siano pagati gli operaii e materiali necessarii

    in detta costruzione (1).

    Per rendere poi da esso duca vie maggiormente illustre

    quella terra, determin di aprirvi la zecca; e con lettera del

    31 ottobre 1570, rimetteva ai fattori di Brescello la capito

    lazione seguita fra la Camera ducale di Ferrara, e gli im

    presarii Isac Finto, David Ricco e compagni, ordinandogli

    di stenderne formale instrumento a seconda delle consuetu

    dini di detta camera (2). Noticava pure con altra simile let

    tera al Governatore Camillo Caula la convenuta institpzione

    di essa; e che al presentarsi de suddetti impresarii, espo

    nesse loro di dovere erigere il fabbricato per tal zecca in

    luogo conveniente (3).

    (1) Vedi il Documento I.(2) Vedi Ii Documenti II. e III.

    (5) Vedi il Documento IV.

  • Izsccs DI anascnu.o 13

    Ed afnch fossero poi osservati li convenuti patti, n

    si commettessero fraudi; proced con altra sua lettera del

    1 gennajo 1571 alla nomina di Francesco Maria Boselli

    modenese in sopraintendente della medesima per due anni; -

    conferendogli autorit di regolare detta impresa, giudicare le

    cause che potessero accadere per essa, e di essere assistito

    dal podest di detta terra (che era Matteo Maria Gualen

    ghi ferrarese), allorch le circostanze il richiedessero, di

    chiarandolo perci suo consultore (1).

    Si ha pure dagli atti del Consiglio di Modena, che Fran

    cesco Bergamasco saggiatore della zecca comunale erasi por

    tato ad esercitare tale ofcio in quella di Brescello; come

    esponevasi al detto consiglio da Bartolomeo Calora uno de

    soprastanti in essa, afnch si provvedesse di altro saggia

    tore, il giorno 11 dicembre 1570. '

    Se li capitoli rinvenuti in questo Archivio Palatino non

    ci porgono notizie intorno alla qualit, quantit e peso delle

    monete che coniar dovevano detti impresarii nel periodo

    della loro locazione, si vede per essere in loro facolt di

    fare il comparto nel valore a quelle da spedirsi fuori del do

    minio Estense; purch la bont metallica congiunta alle spe

    se e cali (come si praticava dalle zecche di Ferrara e M0

    dena) corrisponda al valore di cui sono poste in corso: di

    pagare per onoranza alla ducal camera il 4 per 100 di

    tutte le monete dargento in essa impresse; essere in fa

    colt del duca di far parte a detta impresa; non che di co

    niar moneta per proprio conto; e che 1 oncia dargento no

    da essi battuta sia in ragione di bolognini 80 di moneta

    modenese (2).

    (1) Vedi il Documento V.(2) Vedi il Dovumento III.

    .,_V _ 7_ _ b.g-.,.V -1_ . \_. .. 1 . M-' .-.

  • M zeccr m nascano

    Comprovata per tal modo 1 esistenza di detta zecca; e

    venendo ora a trattare delle monete cognite emesse dai pre

    nominati impresarii; esporr, che la pi rara si uno scudo

    doro esistente presso il cav. Luigi di Gropello genovese, ed

    illustrato dal cav. Agostino Olivieri Bibliotecario di quella

    R. Universit (Rivista Numismatica, Genova 1864; Fas. I p.

    66) che ci rappresenta nel ritto lo stemma estense coro

    nato, e circondato dall epigrafe Alf. II. Dua. Ferr. Dmt.

    Bria:illi; ossia - Alfonsus Il Dux Ferrariae Dominus Terrae

    Brixilli; - nel riverso una croce ornata ed il motto Nostrae.

    Spes. Certa. Salutis.

    Meritevole di somma lode si il dotto Olivieri per

    averci pubblicata 1 illustrazione di cos raro monumento, e

    dal peso recatoci di esso, in grammi 3 e 22, vedo essere

    uniforme alli modenesi battuti dal Comune nel dominio des

    so duca: e se non possiamo attribuirlo a detti impresarii

    per non riscontrarsi nei capitoli concessa loro tale facolt;

    pure per essersi riservato il duca di fare coniar monete per

    proprio conto, si pu con certezza ritenere, che nel dare

    principio all opera dalle autorit di Brescello si facessero

    imprimere detti scudi con oro della camera ducale uniformi

    alli modenesi (come si ha di doversi attenere in quanto al

    valore dell oncia d argento ), o susseguentemente per far

    uso del diritto riservatosi nei capitoli. '

    Proseguendo ora a descrivere quelle pubblicate dall A

    (Illustrazione di un antico piombo, p. 41 e 42), esporr ai

    lettori, rappresentare la prima di esse nel ritto una croce

    gigliata, accostata da quattro piccoli scudi insigniti dalle

    antiche imprese dalla casa dEste, e circondata dal motto

    Omnis. Nobilitas. A. Dea. Est; nel riverso San Genesio se

    (1) Vedi la Tavola al N. I.

  • _ _. ____ -......_....m ,...-, ___....._ _.

    ZECCA m naescm.o 15

    dente in cattedra, che tiene il pastorale nella sinistra, un

    libro chiuso nella destra appoggiata sul ginocchio, e 1 epi

    grafe Sanctus. Genesius. Eps. Briaelii; e per esservene un

    solo esemplare di detta moneta nel museo imperiale fra

    quelle dargento, e dalla grandezza del tipo presentato nella

    tavola dal predetto P. A, mi associo ad esso nel ritenerla

    coniata per un.mezzo scudo (1).

    La seconda ci porge nel ritto lo stemma estense coro

    nato, ed il motto Lapsa. Ancilia. Coela; nel riverso, 1 epi

    grafe S. Genesius. Epis. Brixel. ed il Santo stante a capo

    nudo, che tiene il postorale nella destra, la sinistra stesa,

    con ai piedi la mitra.

    Uniformandosi questa moneta nella sua grandezza ai

    quarti ferraresi battuti nel dominio di detto duca (bench

    non mi sia dato di conoscerne il peso e sua bont metal

    lica ), direi essere il quarto di scudo; congettura che viene

    ridotta a certezza dalla lettera del Boselli, 13 agosto 1571,

    per la quale si ha che gli si ordinava dai fattori generali

    di Ferrara, con lettera del 22 giugno, di lasciar coniare un

    mezzo giulio ed un quarto di scudo a detti impresarii (2).La terza, che dico essere il mezzo giulio, pubblicato dal

    Bellini, e da me veduto nella raccolta del Nobiluomo e Cav.

    Carlo Malmusi, ha nel ritto 1 aquila estense coronata, ed il

    motto Nobilitas. Estensis; nel riverso 1 epigrafe S. Genesius.

    Bririlli. Pro. col Santo stante di prospetto che tiene il pa

    storale nella sinistra, ed il castello nella destra (3).

    Ho detto essere il mezzo giulio come vedesi concesso

    dalla predetta lettera, e che ne furono altres spediti due

    esemplari ai fattori generali di Ferrara per ottenerne 1 ap

    (1) Vedi la Tavola al N. 2.(2) Vedi il Documento VI, e la Tavola al N. 5.

    (3) Vedi la Tavola al N. 5.

  • 16 zecu m unesceu.o

    provazione; ma per la sua uguaglianza nel tipo, bont me

    tallica e peso all aquilotto di Modena, temevasi dal detto

    Boselli che ne fossero portate doglianze da quel Comune al

    duca, come ci riferisce in altra sua lettera del 22 agosto

    1571 (1).

    Alla coniazione delle descritte monete dargento, seguir

    dov certamente ancora quella necessaria al minuto com

    mercio. Dimostrai gi che la piccola moneta di rame attri

    buita dal Bellini ad Ercole II doversi riportare al dominio

    del glio suo Alfonso; e presa ora in considerazione la sua

    uniformit di stile alle descritte, la grandezza, qualit me

    tallica, e peso (che corrosa di grammi 0, 79), dico es

    sere il quattrino battuto da detti impresarii per tale minuto

    commercio; e come viene altres suffragata questa attribu

    zione dalla preaccennata lettera 22 agosto 1571 (2).

    Determinate in tal maniera le monete emesse da detti

    impresarii, rimane solo di conoscerne il loro valore.

    Questo lo apprendiamo dalle lettere dello stesso Boselli;

    per le quali ci riferisce essere quello dello scudo doro di

    soldi 138 brescellesi; e per esso possiamo determinare an

    cora quello del mezzo scudo a soldi 69, e del testone 0

    quarto a soldi 34 e mezzo; mentre per altra simil lettera

    del 19 agosto detto anno, espone, essere il riparto di dette

    monete dargento in ragione di bolognini 91, valore delle

    scudo doro corrente nelle citt di Ferrara e Modena (3).

    Pi distintamente poi in quella del 22 agosto detto an

    no, per darci non solo il valore del mezzo giulio, di bolo

    gnini 5 brescellesi da quattro quattrini luno, ma per deno

    tarci altres che il valore delle monete impresse in detta

    (1) Vedi il Documento VIII,(2) Vedi il Documento VIII. e 'l'm. N. Il.

    (3) Vedi il Documento VII.

  • ZECCA m BRESCELLO I"!

    zecca era di lire 34,399, bolognini 14 e denari 8, ed avere

    arrecato alla Camera ducale un utile di lire 1,376, corri

    spondenti a scudi 302, lire 1 e bolognini 18 (I).

    Sino a quando siasi mantenuta operosa tal zecca, non

    si pu accertare con sicurezza; perch se ci atteniamo alla

    capitolazione sarebbero dieci anni; se alla lettera di nomina

    alla sopraintendenza del Boselh', per soli due anni; mentre

    non mi noto documento comprovante la cessata attivazione.

    Tuttavia la tenue quantit (1 esemplari ancora superstiti,

    non che la scarsezza de tariati nelle gride di que tempi

    pubblicate dalle citt vicine ( per essermi dato di riscon

    trarli solo in due della citt di Parma esistenti in quel

    1 archivio comunale) d luogo a giudicare che fosse di bre

    ve durata, e non oltrepassasse agli anni di sopraintendenza

    del Boselli.

    Era gi chiusa la zecca di Brescello nel 1595, quando

    al governatore Massimiliano Montecuccoli presentava 1 im

    presario della zecca di Pomponesco un partito per riatti

    varla a sue spese, e coniare in essa de quattrini, sesini,

    soldi, parpagliole e cavalletti della bont e. valore de parmi

    giani, pregandolo altres di spedirlo al duca per ottenerne

    1 approvazione (2).Ma per non essermi dato di riscontrare verun docue

    mento di approvazione, ed ordini relativi a tale impresa;

    credo di poter asserire con certezza, che, cessata quella ap.

    provata come vedemmo nel 1570, perd detta terra cos

    illustre prerogativa.

    (1) Vedi il Documento VIII.(2) Vedi li Documenti IX e X.

  • |4| ENTI

    DQCUM

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    ...o

  • ZECCA DI BRESCELLO 21

    I.

    (pagina 12. )

    Lettera di Camillo Gaula Governatore di Brescello ai Fattori

    Generali di Ferrara. - 1570, 13 Aprile.

    Molto Magnici SS. miei osservandissimi.

    In esecuzione di quanto le SS. VV. Mag. mi hanno scritto,

    si trover costi dinanzi a loro un aggente delli heredi del

    gi Messer Giovanni Talenti salinaro; alli quali fecero inten

    dere che dovessero pagar in mano del Sindaco Gobetto scu

    di docenti delli quali n era creditore la Ducal Camera: mi

    risposero non esser debitori pi che di Lire 150 in circa

    havendo pagato il resto per commissione delle SS. VV. in

    mano di Messer Antonio Aretini pagadore: dal qual dicono

    tenere la ricevuta: et che la portaranno tosto alle SS. VV.

    inanzi alle quali diranno le sue ragioni. Non mancher poi

    di far opera che in effetto li mandati saranno fatti dal sud

    detto Sindaco circa alle spese che occorreranno alla fabbrica

    del balluardo che si ha da fare, et che sarano pagate per

    sonalmente le opere et robbe per mano (1 esso Sindaco, 0 per

    mano del camerlingo accioch le cose passino giustamente.

    Raccomando poi caldamente alle SS. W. la causa di

    Gio. Maria Pazzaglia livelario delle ducal camera il quale

    manda uno a posta per tal effetto costi, et sappendo ch elle

    non permetteranno che li sia fatto torto, d intorno ci non

    li dir altro: se non che bacciandogli la mano li prego da

    N. S. Dio ogni felicit.

    In Brescello il XIII aprile 1570.

    Delle SS. VV. III. Magniche

    Servidore szu.o CAULA.

  • 22 zeccs m nassceu.o

    II.

    / (pagina 12. )

    Lettera di Alfonso II Duca di Ferrara alli Fattori Generali

    di Brescello, l ultimo (P ottobre 1570.

    Dilettissimi miei. Vi rimetto 1 inclusa capitolazione pas

    sata tr la mia Camera Ducale, et Isac Pinto e fratelli et

    David Ricco et fratelli et compagni, per conto della. Ceca

    da farsi nella terra mia di Brescello.

    Et vogliamo che faiate tirari un istrumento conforme a

    detta capitolazione secondo 1 ordine et stile della detta no

    stra Camera:

    Con che Dio ce. (1).

    III.

    (pagina 12.)

    Capitoli rmati tra la Camera Ducale et MM. Isaach

    Finto et fratelli, et Davit Ricco et fratelli, et compagni so

    pra il levare la Cecha di Berselo da continuare per anni

    diece, da cominciar il di che si comincier a batere la mo

    neta.

    Che detti Mag. Isach e Davit siano tenuti a loro spese

    far fabricare una Cecha fornita delle cose necessarie a quello

    esercitio, e quella far esercitar per persone idonee.

    Che sia in loro facolt di far il comparto del valore

    delle monete, e poterle far lavorar per spedirle per fuori,

    della bont e liga che a loro parr, pur che vagliano quello

    (I) I documenti dal n. II al IV mancano delle rme per essere tolti da minute esistenti nelle lze dell Archivio Palatino di Modena.

  • zecca m BRISCELLO 23

    perch saranno battute, comprendendovi dentro i calli e

    spese come costumano le Ceche di Ferrara e Modena.

    Che siano obligati a far battere 1 argento no in ragio

    ne di 80 bolognini 1 onza di moneta di Modena.

    Che volendo S. E. far batter in quella Ceccha argenti

    suoi, sia in facolt di quella di poterlo far, per quella quan

    tita parr a lui. Che S. E. possa far assister una persona.

    condente a lui, per vedere il modo che si terr in essa, et

    habbia d intender sempre i maneggi che occorreranno col

    mercatante in questo soggetto per esser fatta consapevole

    del protto che vi si far.

    Che i predetti Isaach e Davit compagni, siano obligati

    pagar tal fermo per honoraza di detta Ceccha, quatro per

    cento di tutta la moneta d argento che si batter.

    Che sia in facolt di S. E. intrar in compagnia di detta

    Cecha, sempre che parr a lui, sicome ance d uscirne a vo

    glia sua.

    Che essi Isach, David fratelli e agenti loro, possono star,

    andar e negotiar per lo stato di S. E. portando le loro armi

    honestamente e per di fuori per sicurezza et dell argento

    che porteranno atomo possono portar li arcobuggiotti di

    ruota tenendoli in casa loro e loro allogiamenti.

    IV.

    ( pagina 12. )

    Lettera di Alfonso II Duca di Ferrara al Governatore di

    Brescello, l ultimo d ottobre 1570.

    Capitano Camillo.

    Essendo noi convenuti con Isac Finto et fratelli et Da

    vid Ricco et fratelli compagni, che sotto certe condizioni

  • 24 zucca m crescano

    habbiano ad erigere una Ceca in cotesta nostra terra di Bres

    sello, et che per tale effetto habbiano da fare una fabrica:

    vogliamo che, quando verranno per farvila voi avertiate che

    sia fatta in luogo conveniente.

    Con che ce.

    v.

    ( pagina 13. )

    Alfonso II Duca di Ferrara nomina per Sopraintendente

    della Zecca Francesco Maria Boselli Modenese

    1571, I. Gennajo.

    Havendo noi deliberato di erigere la Cecca nella terra

    nostra di Brescello, habbiamo fatta elettione di Francesco

    Maria Boselli, il quale habbia da essere assistente, contista,

    et assagiatore in essa Cecca per due anni, con autorit di

    far osservare i capitoli, et di ordinare, et limitare tutte

    quelle cose, che a lui pareranno convenienti secondo le oc

    correnze di essa, et che non sia alcun altro, che s intro

    metta nei negocij appartenenti alla Cecca, come in ricevere

    ori, 0 argenti per batterli, n fonderli, n trarne le monete

    battute et altri simili affari, senza la presenza et licenza

    sua. Et oltre a ci vogliamo, che gli habbia autorit di ri

    vedere, et esaminare i pesi, et le bilancie, i Conij, et i li

    bri del Cecchiero, et dei condutori di.essa, dai quali gli sa

    r in ci resa ubbidienza, afnch le cose in tale impresa

    passino per li debiti termini.

    Dandogli noi parimente autorit nelle differenze, et con

    troversie, che nasceranno per conto della Cecca di giudicare,

  • ZECCA DI BRESCELLO 25

    et terminare secondo che a lui parr conveniente, et giusto,

    quando per dette differenze non si riducessero a termini

    di ragione; ch in tal caso vogliamo che egli giudichi col

    consenso del nostro Podest di Brescello, il quale da hora

    gli diamo per Consultore. Et di pi gli concediamo che alle

    sue scritture appartenenti a questo negotio cos dei libri

    ordinati come dogni altra sorte sia prestata intiera fede.

    Et che egli riceva, et goda di quegli emolumenti, che.

    sono soliti di godere gli altri simili oiciali.

    Appresso concediamo di special grazia al detto France

    sco che egli sia libero, et esente da ogni sorta di dazio, et

    gabelle delle robe che per uso suo condurr da Modena

    alla detta nostra Terra, secondo che si usa per gli altri no

    stri ofciali, et che possa portare le armi cos difensive come

    offensive, et gli archibugi da rota per tutto lo stato nostro.

    Et comandiamo a tutti gli Ufciali et Ministri nostri,

    che per quanto stimano la gratia nostra, debbano osservare,

    et far osservare le presenti nostre lettere patenti, le quali

    saranno sottoscritte di nostra propria mano (1).

    VI.

    ( pagina 15. )

    Lettera del Boselli ai Fattori Generali di Ferrara

    1571, 13 Agosto.

    Molto Magnici Signori Miei Osservandissimi.

    A giorni passati mi fu resa una lettera delle SS. VV. di

    22 di Giugno, che mi cometteva chio lasciassi battere in

    (1) Questo documento manca pur esso di rma, essendo cosl riportalo dall All, Illustrazione di un antico piombo di S. Genesio cc. Parma 1790, p. li.

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  • 26 zeccs m annsceu.o

    questa zecca un mezzo giulio, et un quarto di scudo ad

    istanza di Salamone Ricco.Egli ha fatto fare la stampa del mezzo giulio, et se ne

    cavata una mostra; ma perch io tengo commissione da

    S. E. 111. di non dover publicare niuna moneta che si batti

    in questa zecca prima che non le si mandi una o due per

    mostra: per per il portatore della presente le mando le

    qui incluse mostre accioch le faccino vedere a S. E. et su

    bito me ne diano la risposta risoluta di quanto ho da fare,

    dicendole che la moneta fatta per soldi cinque di Bre

    scello, ove il scudo d oro vale bolognini 138.

    Et vale benissimo, et davantaggio quello perch bat

    tuta: et di gratia VV. SS. non tardino a rispondere, perch

    altro non si aspetta che la volont di S. E.

    Et con questo le baccio le mani.

    Di Brescello alli 13 di Agosto 1571,

    Delle Signorie Vostre

    Ali. Servitore, FRANCESCO M. BOSELLI.

    VII.

    (pagina 16. )

    Lettera del Boselli al Sig. Guido Coccapani Ducal Fattore

    Generale di Ferrara. - 1571, 19 Agosto.

    Molto Magnico Sig. et patron mio Osservandissmo.

    Per la lettera sua di 16 resa_mi qui in Modena dal Da

    vid, ho inteso il dubbio nato a S. Eccel. Illus. per il mio

  • non m nascano 27

    parlare delli soldi 138 per scudo; V. S. sapr che io scrissi

    in quel modo, non perch il comparto della moneta sia

    stata dirizzata da me a quel valore di scudo, ma per signi

    care il valore delli 5 soldi di questa moneta a differenza

    delli soldi di Modena et di Ferrara, che ben so di dovere

    osservare li comparti alli 91 bolognini per scudo.

    Quanto al protto che sia seguito a S. Eccellenza dalla

    moneta battuta n a questa hora, io non so precisamente

    dirlo a V. S., ma so bene che intorno a senti 300 doro;

    ma al ritorno mio a Brescello mander a V. S. il conto

    giusto.

    Del salario mio non lho domandato priina dadesso per

    ch andavo aspettando di parlarne in occasione di miglior

    fortuna, et mi sar caro che V. S. per sua cortesia si ri

    cordi di me. La ringrazio innitamente del favore che ha

    fatto a quello hebreo a chi fa tolta la moneta; et pari

    menti del modo destro che ha preso a far provisione della

    cosa di quel giovane; et de tutti ne resto molto obligato a

    V. S., pregando N. S. Dio che le doni ogni felicit, et a me

    conceda gratia di potere un giorno mostrarle qualche segno

    della servit che le porto, et con questo le baccio le mani.

    Di Modena alli 19 di Agosto 1571.

    Di V.S.

    Aff. Servitore, FRANCESCO MARIA BOSELLI.

  • 28 zecca DI nascano

    VIII.

    (pagina 16. )

    Lettera del Boselli al Sig. Guido Goccapani Ducal Fattore

    Generale di Ferrara. - 1571, 22 Agosto.

    Molto Magnico Sig. et patron mio osservandissimo.

    Il conto della moneta battuta in Brescello no a questo

    di di lire 34, 399, bolognini 14, denari 8 de bolognini a

    bolognini 91 per scudo, che portano dutile allEcc. Sig. Duca

    nostro L. 1, 376, che fanno scudi 302, lire 1, bolog. 18. Et

    questo quanto m occorre dirle intorno a questo fatto.

    Non mancher di eseguire la volont di S. Eccellenza

    intorno alla nuova moneta concessa a questi hebrei, la

    quale creder che sar stata molto bene esaminata da S.

    Eccel. et da V. S.; certicandola che il suo comparto di

    rizzato al valore de bolog. 91 per scudo, et non alli 92;

    anchor che un altra mia lettera accennasse alli bolog. 138

    di Brescello, il che fu a denotare che era battuta per bo

    lognini 5 da quattro quattrini: come per un altra mia le

    ho scritto da Modena. 'Di questa moneta che somigliantssima all aquilotto

    di Modena, non pu fare che non ne venga fatta querella

    a S. Eccellenza, et ancorch io in questa parte non habbia

    da essere altro che essecutore degli ordini suoi, non posso

    per far di non ne sentire alcun fastidio, come quello che

    non vorrei alcun carico n biasimo: non dimeno poich pur

    cos piace a S. Eccellenza io mi acqueter, senza dir altro.

    W,'-_.\ .1v

  • ZECCA m n,nsscsu.o 29

    Et in questo ne a V. S. baccio le mani, ricordandole

    la previsione delli miei salarii passati 'et venturi, et aspet

    tando risposta.

    Di Brescello, alli 22 d Agosto 1571.

    Di V. S.

    Atf. Servitore, FRANCESCO MARIA BOSELLI.

    IX.

    (pagina 17.)

    Lettera di Massimiliano Monteciwcoli Governatore di Brescello,

    al Sig. Gio. Battista Laderchi Consigliere di Stato del Duca

    Alfonso II. - 1595, 16 Maggio.

    lllustrissimo Mio Signore Osservandissmo.

    Essendo venuto qua da me uno che facea la Cecca a

    Pomponesco, il quale mi ha presentato il partito che vedr

    V. S. 111. nell incluso foglio, et instatomi a darne parte a

    Sua Altezza, ho risoluto per il meglio mandarlo a V. S. 111.

    afnch, conoscendo ella essere bene il motivargliene, si com

    piacer di farlo; perch io del canto mio non mancher ese

    guire quanto da quello mi sar comandato.

    In oltre, havendo inteso in questo mio arrivo, che sono

    state estratte'molte biade fuori di questo territorio ne giorni

  • 30 ' zuccs m nassccu.o

    passati, ho fatto pubblicare una grida, che ciascuno venghi

    a denunciarle con tutte le bocche, per vedere s il luogo sia

    fornito, e sino ad bora mi pare che non ne mancher; se

    bene sono state menate le mani alla gagliarda. Quando sa

    ranno fornite le descrittioni ne dar subbito parte a S. Al

    tezza.

    A E fra tanto rimanendo al mio solito servitore sviscera

    tissimo di V. S. 111; per ne le baccio la mano, e me le

    raccomando in gratia.

    Di Brescello, a 16 Maggio 1595.

    Di V. S. Ill.

    Servitore AH.,MASS1MILIANO MONTECUCCOLI.

    X.

    (pagina 17. )

    Partito presentato al Governatore di Brescello, dall z'mpresarz'o

    della Zecca di Pomponesco.

    Quando S. Altezza Serenissima concedesse licentia far

    Cecha in Bersello, cio di poter far far quattrini, sesini, sol

    di, parpaiole et cavalotti alla bont et valore di le monete

    Parmigiane, mi obbligaria dar una volta lanno ducatoni tri

    cento alla Camera di S. Altezza Serenissima, facendo far

    prohibitione che sopra il suo stato non corra pi sesini n

    __ ' ' - _,./' ' _,__/ --.-r-K. - |

    _ \4\

  • ZECCA m nnsscuu.o 3 1

    altre sorte di moneda di Sabioneto, Pomponesco, Correggio,

    Castiglion delle Strivere, et altre_ simili; con bandir tutte le

    suddette monete, et comandare che qualunque persona che

    si troer di dette monede nelle mani gli habbiano de por

    tar alla Cecha che gli sar dato il cambio secondo il suo

    debito valore, et nelli altri luoghi si deputer hommi; cio

    un bancho qual dar. cambio a tutte le suddette monede, et

    questo sotto gravissime pene.

    Et mi obligher meter la Cecha in piedi alle mie spese,

    restandomi per nella ne della locatione, non volendoli pa

    gar la Camera di S. Altezza nelle mani mie et miei.

    Dandone S. Altezza Serenissima tutte le autorit. che si

    sogliono dar in tutte le Ceche Regalli.Et dar sigurt del pagamento qua in Bresello, cio

    delli tricento ducatoni, et la conduria per tre anni; et que

    sto quanto ec.

  • TABELLAdimostrantelemonetebattuteinBrescello.

    J__ "-=E>DenominazioneEgaPezziPercadaunpezzoLoroValorefodIlbam_allaTitolo

    1'O,

    eemoneteturahbbraPesoFinoInBrescelloInModenaAlfonso11.DucaV.

    1559-1597.

    I.SCUDOD01101571109Ben.22.Ben.2,l5,{9,Ben.2,10,,54,L.6,18.L.4,Il.

    2.MazzoSonno22;On.11,f-.Den.12,22,g,Den.12,5,;L.3,9.L.2,a,e.3.Qumvro441On.11,a.Dea.e,11,g;Ben.6,2,aL.1,14,e.L.1,2,9.

    l4MezzoGIULIO110On.6.Ben.2,14,%%Ben.1,7,gBol.5.El3,4-l

    5.Qunruso405RameBen.0,17,5,2RameBen.3.Ben.2.

    AVVERT.ENZA

    NellaZeccadiBrescelloperstabilireilpesoebontdellemonetefecesiusodellalibbraFerraresedivisain12oncie,lonciain

    2+denari,ildenaroin24grani;cheragguagliataalpesometricodecimale,lalibbradidecagrammi56,l56,lonciadidecagrammi5,0l5,ildenarodigrammi1,255edilgranodimilligrammi15.

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