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Celeste numero 76 - Dicembre 2015

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Tradizioni natalizie

Un anno di vita per il Madre Teresa di Calcutta

ZeroCoda, ora gli esami del sangue si prenotano

Il riccio

Un “Percorso Vita” sostenibile

La straniera

Le brevi, le news

Cadono le foglie

De Chirico a Ferrara

Idee regalo per Natale

Gusto

Leggo

Marino Borotto:l’autoscuola innovativa

4zampe

“La tolleranza non ha mai provocato una guerra civile;

l’intolleranza ha coperto la terra di massacri.”

Voltaire(Tratto dal Trattato sulla tolleranza

Francia 1763)

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Tradizioni natalizie

Bimestrale di cultura, economia e attività locali. Numero 76 Dicembre 2015Distribuzione Gratuita.

Editore: Felice Larosa, Direttore Responsabile: Ferdinando Garavello (pratica in attesa di conclusione presso il Tribunale di Padova), Capo Redattore: Chiara Scavazza, Art Director: Luciano Murrone, Redazione Grafica: Serena Avilia.Hanno collaborato a questo numero: Marina Gallo, Mariagrazia Parigi, Michele Santi.Registrazione: Tribunale di Padova N. 1540 del 29.10.1996Celeste è disponibile anche in internet all’indirizzo: www.celesteweb.it [email protected]

Un anno di vita per il Madre Teresa di Calcutta

ZeroCoda, ora gli esami del sangue si prenotano

Il riccio

Un “Percorso Vita” sostenibile

La straniera

Le brevi, le news

Cadono le foglie

De Chirico a Ferrara

Idee regalo per Natale

Gusto

Leggo

Marino Borotto:l’autoscuola innovativa

4zampe

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Pubblicità: C.S.P. snc, Este - Via Prà, 66Tel. 0429 602998, Fax 0429 610084Stampa: Grafica Atestina srl, Este - Via Atheste, 67Distribuzione: Mail Service srl, Este - Via Prà, 66, Tel. 0429 602998, Fax 0429 610084Tiratura e diffusione: 12.500 copie

Inserzionisti: Caseificio Ponte di Barbarano, Centro Ottico Bertazzo, Estetica Federica, Ferro Gioielli, Fisiomed, Gallian, Glamour, Isbe Consulting, Jet Set, Marino Borotto, Medianteam, Montedoro, Pizzeria Domino, Promise, Rizzo, Rossato Cicli, Spirello, Studio Isbe, Studio Najafi, Tel&Phone.

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passato un anno dall’inaugurazione del nuovo ospedale di Schiavonia. Era il 5 novembre del 2014 e una platea di sindaci, cittadini, medici

e politici applaudiva il taglio del nastro degli “Ospedali riuniti Padova Sud Madre Teresa di Calcutta”: un nome così lungo che nessuno l’adopera mai, e quando si parla del plesso ospedaliero non viene mai in mente di chiamarlo “Madre Teresa”. No, per andare all’ospedale si va a Schiavonia, punto e basta. È passato un anno, dicevamo, ed è stato un anno parecchio complicato per la sanità della Bassa Padovana. I primi mesi del nuovo ospedale si sono trasformati in un incubo, e ancora oggi è difficile dire se si sia trattato davvero di un brutto sogno o se le mille magagne emerse fossero realtà. Qualche esempio? Stanze troppo calde, stanze troppo fredde, stanze che crollavano a pezzi. Par-cheggi prima troppo piccoli e poi troppo grandi, corridoi troppo lunghi e troppo larghi, macchinari che non fun-zionavano e altri che non esistevano. Fantasia, realtà e disinformazione si sono fuse in un unico calderone, met-tendo il nuovo ospedale sotto una luce molto particolare. Con il passare del tempo, però, la gente ha iniziato ad accettare l’idea che l’ospedale di Este e quello di Monse-lice non esistevano più. O almeno che non esistevano più come si poteva intendere negli anni Ottanta e Novanta. Alla fine la temperatura delle stanze si è sistemata e i parcheggi sono stati accettati. Qualche rogna c’è ancora, questo è vero, ma il personale dell’ospedale di Schiavonia sta facendo un gran bel lavoro. Restano alcune situazioni che hanno fatto storcere il naso ai cittadini. I centri per i prelievi di Este e Monse-lice, ad esempio, sono stati chiusi e trasferiti al Madre Teresa fra mille polemiche. Ora sono in funzione due punti prelievi nelle case di riposo delle due cittadine. E poi c’è l’assetto delle ambulanze, che secondo molti non risponde alle esigenze di un territorio così vasto: provate ad andare da Montagnana all’ospedale di Este e Monselice e cronometrate il tempo che ci si impiega. Una petizione aveva chiesto di trasferire un’ambulanza “fuori sede” proprio per questa esigenza, ma per il momento

la situazione non è cambiata. Avremmo potuto fare uno schema con i pro e con i con-tro, dando voti e piazzando bandierine. Invece abbiamo preferito ricordarvi che il nuovo ospedale è stato aperto da un anno e l’Ulss17 ha acconsentito – in esclusiva per Celeste, dato che neppure i quotidiani locali hanno questi dati – a fornirci il bilancio dei primi 12 mesi assieme a una breve intervista con Salvatore Barra, direttore sanitario dell’azienda. Il giudizio finale sul Madre Teresa, infatti, non spetta a noi. Spetterà probabilmente ai nostri figli o almeno alla generazione che nell’ospedale di Schiavonia ha visto la luce. A noi è toccato il compito di affrontare e di essere testimoni di una delle grandi rivoluzioni della sanità locale.

Un anno di vita per il Madre Teresa di Calcutta

Come è cambiata la sanità locale dall’apertura del nuovo ospedale di Schiavonia

di Ferdinando Garavello

È

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I dati dei primi 9 mesi di attività

Attività di Ricovero Ordinario: Ricoveri 9.334; Giornate di degenza 97.519; Degenza media 10,4.Attività Ricovero Week Surgery: Ricoveri 873; Giornate di degenza; Degenza media 1,6.Attività Ricovero Diurno: Ingressi 2.840; Accessi 4.576.Mobilità attiva (attività per non residenti): Ricoveri ordinari 1.265; Ricoveri in Week Surgery 152; Ricoveri Diurni 672; Totale 2.089.Prestazioni Ambulatoriali: 1.296.925 presso strutture dell’ULSS 17, di cui circa l’83% presso gli Ospedali Riuniti Padova Sud Madre Teresa di CalcuttaAttività Sale Operatorie: Nei primi 9 mesi 2015 ci sono stati complessivamente 8.272 atti operatori di cui 3.000 in regime ordinario, 2.520 in regime diurno, 2.111 in regime ambulatoriale e 641 in week surgery.Tempo effettivo atti operatori: Il tempo effettivo totale degli atti operatori è stato complessivamente di oltre 5.483 ore. Di questi 3.381 ore sono per atti operatori in regime ordinario, quasi 651 ore per atti in week surgery, oltre 865 ore in regime diurno e quasi 586 ore in regime ambulatoriale.Pronto Soccorso: Gli accessi di pronto soccorso nei primi 9 mesi 2015 sono stati quasi 38 mila. Sono in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-11%). Sono aumentati significativamente i codici gialli (+21%) ed i codici rossi (+19%). Le altre tipologie di accesso sono invece diminuite.I codici bianchi in entrata sono stati circa il 34% degli accessi in pronto soccorso come quelli verdi. I codici rossi sono mediamente 18 a settimana pari all’2% degli accessi e quelli gialli sono circa 205 a settimana (22% degli accessi).Degli accessi in pronto soccorso quelli cui è seguito un ricovero sono 4.877, pari al 13%, in calo del -4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre quelli trasferiti ad altro istituto sono 115 anch’essi in calo (- 12%).Osservazioni Brevi (OBI): Gli accessi complessivi per Osservazioni Brevi (OBI) sono 3.431 di cui 2.608 (76%) del pronto soccorso, 673 (20%) sono pediatriche mentre quelle ginecologiche sono 150 (4%).Prestazioni: In totale le prestazioni legate ad accessi in pronto soccorso sono state nei primi 9 mesi 2015 oltre 330 mila per una valorizzazione teorica di oltre 3,7 milioni di euro. Di queste, oltre 42 mila prestazioni (pari al 13%) sono state erogate per accessi con codice bianco.

Salvatore Barra, direttore sanitario dell’Ulss 17: “Siamo a pieno regime, ora migliorare l’assi-stenza e ampliare l’offerta”. Qual è il bilancio di questo primo anno di attività?Ora che la struttura è un dato acquisito e l’ospedale viaggia già da mesi a pieno regime, siamo concentrati da una parte nel miglioramento continuo della qualità dell’assistenza dall’altra nell’ampliare ulteriormente l’offerta di terapie e prestazioni specialistiche. La macchina è ormai partita, cosa bolle in pentola?Già nel primo anno di attività sono arrivate nuove do-tazioni in diverse discipline, nell’ambito di un piano di crescita già previsto, ma soprattutto puntiamo a valo-rizzare le risorse umane. Come valorizzerete queste risorse?In primis quelle già presenti in azienda, perché siamo convinti che lavorare in un ospedale bello e accoglien-te, con spazi finalmente adeguati anche per gli opera-tori e dotazioni all’avanguardia sia uno stimolo impor-tante. Quali potenzialità possono essere sviluppate nell’o-spedale di Schiavonia?Con queste caratteristiche, gli Ospedali Riuniti Pado-va Sud Madre Teresa di Calcutta possono essere una realtà attrattiva sia per i migliori professionisti già af-

fermati, sia per le nuove generazioni di medici e infer-mieri.Quanto sono cambiate le cose rispetto al “vecchio” as-setto della sanità della Bassa Padovana?Il passaggio al modello organizzativo per intensità di cura è stato assorbito senza grosse difficoltà, grazie anche al grande lavoro di preparazione iniziato oltre un anno prima del trasferimento vero e proprio, che aveva fin da subito coinvolto tutte le figure professio-nali impegnate nell’assistenza al paziente. Quali sono le ripercussioni di questo cambiamento?Ne abbiamo visto immediatamente i benefici concre-ti, grazie alla possibilità per le caposala di modulare l’impegno del personale secondo la reale gravità dei pazienti: abbiamo quindi avuto un riscontro sia in ter-mini di efficienza, sia di qualità dell’assistenza fornita.

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C’è una novità importante per tutti gli utenti del punto prelievi agli ospedali riuniti Padova Sud “Madre Tere-sa di Calcutta”: si tratta del servizio ZeroCoda, che consente di prenotare su Internet non solo il giorno, ma anche l’orario esatto del prelievo. In questo modo vengono azzerate le attese, in quanto è sufficiente presentarsi 5 minuti prima dell’orario prescelto. E non è tutto. La certezza dell’orario effettivo del prelievo consen-te infatti di organizzare molto meglio anche gli altri impegni della giornata, senza più bisogno quindi di prendersi magari più ore di permesso dal lavoro, o con la possibilità di scegliere un orario idoneo per riuscire comunque ad accompagnare i figli a scuola. Usufruire del servizio è molto semplice: basta collegarsi al sito internet www.ulss17.it ed entrare nell’apposita sezio-ne, attraverso il “pulsante” verde ZeroCoda che appare nella schermata. A quel punto è sufficiente cliccare su i comandi per scegliere il giorno e l’orario desiderato. Il sistema automaticamente non mostra gli orari già selezionati da altri utenti in precedenza, così che l’utente possa scegliere solo tra gli spazi in agenda realmente di-sponibili, evitando sovrapposizioni e garantendo così il rispetto dei tempi. La prima volta che si utilizza il servizio è necessario procedere ad una breve regi-strazione. Poi, effettuata la prenotazione, il sistema

ZeroCoda, ora gli esami del sangue si prenotano

All’ospedale di Schiavonia è possibile scegliere in

anticipo il giorno e l’orario del prelievo, riducendo al minimo

i tempi di attesa.

Nella foto il direttore sanitario, Salvatore Barra.

invierà in automatico all’utente una mail e un sms con la conferma dell’avvenuta prenotazione e il riepilogo della data e orario scelti. Per disdire una prenotazione, invece, sarà sufficiente selezionare il link “disdetta” presente in calce alla mail di conferma ricevuta all’atto della prenotazione. È possibile inoltre usare il proprio utente per prenotare l’accesso per un famigliare od un congiunto, senza dovere effettuare un’ulteriore specifica registrazione. I seguenti esami di laboratorio, per motivi tecnici, non possono essere prenotati con il servizio ZeroCoda: test funzionali con carico o somministrazione di sostan-ze o farmaci (es. curva da carico di glucosio, ecc.), prelievi multipli; tamponi vaginali, tamponi uretrali e spermiogramma.

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a Sesa – Società estense per i servizi ambientali – ha festeggiato le sue prime

20 primavere e l’ha voluto fare con un’attenzione speciale nei confron-ti della cultura, in particolare dan-do un segnale curioso e di impatto per la cittadinanza. In molti certa-mente si sono fermati ad ammirare incuriositi, specialmente durante la nascita dell’opera, il “Riccio”, un’interpretazione dell’animale simbolo del Parco regionale dei Colli Euganei creato dall’artista portoghese Bordalo II solamente con materiali di riciclo. L’idea è quella di un Impatto 2.0, come spesso si esprimono ormai

Il riccio

L

Vent’anni di impegno per cambiare in parte la cultura del rifiuto.

i giovani, per ricordare come tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo per l’ambiente e per lasciare un mondo il più pulito possibile per le generazioni che seguiranno. In questo senso l’idea di far na-scere un’opera d’arte dai materiali destinati al rifiuto, non diciamo alla discarica, è segno di una diversa sensibilità che viene interrogata dal lavoro di alcuni giorni messo in atto dall’artista iberico, che fra l’altro ha affinato la propria tecnica nel riutilizzare i materiali di scarto. Un gioco sottile quindi di signifi-cati, per riaffermare l’importanza del riuso dei materiali e pure dei

luoghi, in attesa di una soluzione che permetta l’utilizzo migliore dell’area dove è stata creata l’ope-ra d’arte e cioè il vecchio deposito delle autocorriere Sita. L’area, attualmente adibita a par-cheggio, in attesa che si concre-tizzi un progetto che prevede la realizzazione di un silos da adibire per lo stesso scopo, versa infatti in uno stato che può sembrare di abbandono, e si presenta quindi come un brutto biglietto da visita per la città, visto anche l’utilizzo da parte di molti visitatori che vi parcheggiano l’auto all’interno.

di Michele Santi

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APERTO LA DOMENICA

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li ospiti, tutti maschi molto giovani, sono stati accolti ed inseriti in via Principe Umberto seguiti da personale dedicato, che è presente nella

struttura 24 ore al giorno, e che ha riscontrato nel rappor-to con gli ospiti un clima disteso. Fin qui niente di nuovo.Tra le mura, che sino a circa 10 anni fa hanno ospitato i giovani novizi dei religiosi, hanno per l’oggi trovato posto questi giovani, provenienti da diversi paesi dell’Africa dell’ovest, zone di conflitti e scontri a livello interetnico e interreligioso. Guerre regionali, direbbe qualcuno, o meglio situazioni di tensione meno conosciute a livello dei mezzi di comunicazione, ma che possono coinvolgere a diverso titolo le persone che hanno affrontato un viag-gio lungo e difficile che li ha portato al di qua del mare Mediterraneo.

G A rendere diverso e unico, sicuramente a livello locale e probabilmente anche nel panorama nazionale, il pro-getto di don Luca è infatti la “sostenibilità” dello stesso: i migranti vengono coinvolti in un percorso che li porterà a produrre ortaggi rigorosamente biologici da vendere al mercato, galline e polli per il sostentamento e la vendita, ceramiche e lavori in legno. Il piano si basa sulla possibi-lità di vendere nei mercati della zona i prodotti che usci-ranno dai “Giuseppini” per sostenere economicamente l’intero progetto. La novità sta proprio in questo dettaglio, che trasforma l’accoglienza in qualcosa di nuovo e di di-verso. Da un lato c’è la dimostrazione che si può superare il concetto unilaterale di assistenza, dall’altro si insegna un lavoro a persone che prima o poi dovranno fare i conti con la loro nuova vita in Europa.

Un “Percorso Vita” sostenibile

Gli Oblati di san Giuseppe, che hanno mantenuto la proprietà dell’immobile e del terreno adiacente, hanno aderito all’invito di papa Francesco ad aprire le porte di locali non utilizzati ed hanno voluto mettere a disposizione, in comodato gratuito, gli spazi dell’ex convento di Este alla cooperativa “Percorso Vita”

del sacerdote della diocesi padovana don Luca Favarin.di Michele Santi

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“Abbiamo ottenuto la collaborazione di artigiani e di persone esperte nel settore del biologico – conferma il sacerdote che cura il progetto – ora è tutto pronto, ci mancano solo alcuni dettagli per quanto riguarda le modalità di vendita dei prodotti e stiamo aspettando di poter attivare i laboratori”.Da parte della parrocchia delle Grazie vi è stata la scelta di recarsi in una giornata per condividere, con le persone impegnate nel volontariato in parrocchia, un pasto con i giovani extracomunitari, per far sentire un briciolo di calore umano e consegnare un paio di doni simbolici, una sciarpa con le iniziali di ciascun ospite e un piccolo cuore di terracotta, usato nell’attività per i fanciulli della parrocchia, con una scritta sul retro “Un sogno che vola”. Sulla permanenza dei giovani nella struttura dalla coo-perativa non si sbilanciano, anche se è noto che i tempi per il processo di richiesta asilo durano oltre i sei mesi. Una risposta, quella dell’accoglienza coordinata e gesti-ta, che sembra essere la migliore di fronte alla tragedia dell’immigrazione di tante persone nel nostro paese, an-che di fronte ai fatti – mentre scriviamo abbiamo appena appreso dei fatti terribili che hanno funestato la capitale francese – che sembrano spingere all’odio ed al rifiuto nei confronti del diverso. Este conferma comunque una tradizione di accoglienza e di tolleranza. Già da qualche anno, presso l’istituto salesiano “Manfredini” erano stati

accolti alcune decine di extracomunitari, e da parte degli eredi del carisma di don Bosco c’era stata la scelta ben decisa di volere dare a questi giovani non solamente un alloggio, ma pure qualche occasione per migliorare la conoscenza della nostra lingua e imparare i rudimenti di qualche lavoro che potesse risultare utile nel tempo. Tranne che per un episodio, spiacevole ma circoscritto, non si registrano difficoltà con questi giovani.Un piccolo gruppo è stato accolto di fronte al duomo di Este e anche qui come per l’altro nucleo presente in una casa a Rivadolmo di Baone, non ci sono stati problemi particolari.

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n giorno venne a trovarmi una signora extraco-munitaria con due occhi profondi, particolari; mi aspettavo di trovarmi di fronte a una persona

depressa o con qualche problema psichico da trattare; invece l’incontro fu un evento sorprendente: un’ondata di energia positiva mi colpì nel profondo dell’animo. La donna emanava una solarità che permeava ogni cosa la circondasse; e parlava con una dolcezza sconosciuta a noi italiani; mi raccontò come fosse nel nostro Paese da parecchi anni e lavorasse come badante presso un anziano signore; si trovava molto bene ed, in seguito, seppi come aiutasse anche altri anziani in difficoltà, come far loro la spesa, e altri piccoli lavoretti. Abitava in campagna e lì era ben voluta da tutti, probabilmente grazie a questo carattere generoso e solare. Mi disse come l’anziano da un po’ di tempo fosse molto depresso e mi chiese se potevo fargli visita. Così, dopo qualche giorno andai a trovarlo.In effetti trovai una persona molto triste e cercai di fare del mio meglio per aiutarlo; e pian piano arrivai a capi-re l’origine di questa profonda malinconia: la signora

extracomunitaria, di lì a breve, sarebbe tornata nel suo paese di origine, un paese dal passato difficile e dal futuro ancor più incerto; lì guerriglia e stragi erano come l’aria che si respira. A nulla erano servite le preghiere del vecchio: quella donna voleva tornare, voleva rivedere la sua terra, le persone che conosceva e che forse erano sopravvissute, gli animali e il cielo di quei luoghi. Una forza incredibile, come una calamita, la spingeva a tutto questo. Non le importava di vivere o morire: voleva rivedere il suo paese. Da una parte l’anziano la capiva, comprendeva l’immensa nostalgia che l’altra provava; ma dall’altra sentiva il pericolo in cui sarebbe caduta; e temeva che non l’avrebbe più rivista. Per lui, quello con lei, era divenuto un rapporto importante, non di una badante che accudisce un vecchio, ma di una persona amica e grata verso un’altra persona. Tornai varie volte dall’anziano signore; e tutti e tre, anche a volte con gli altri anziani, si discuteva della questione; ed anche per gli altri era giusto ciò che lei desiderava, ma era una sofferenza staccarsi da questa persona, entrata così casualmente nelle loro vite, ma con una forza dirompente, con una generosità a noi ormai lontana. Lei c’era per tutti e per tutti aveva qualcosa da dare. Era divenuta un punto di riferimento in quella piccola comunità, come un faro su una costa. Ed ella aveva compreso tutto questo, e quanto duro sarebbe stato il distacco, per tutti, e anche per lei; per questo mi aveva contattato. Così venne il giorno della sua dipartita: all’interno dell’inevitabile disperazione ci fu una compostezza ammirevole, da parte di tutti gli anziani; e lei promise che un giorno sarebbe tornata, perché anche loro ormai rappresentavano la sua famiglia; tutti fecero dei semplici ma significativi regali e io dissi a lei e al vecchio signore che avrei scritto la loro storia, la bellezza di quest’incontro e di ciò che per me aveva rappresentato.In seguito non ho smesso di andare a trovare l’anziano; e lui è sempre là a scrutare il viale, a guardare se una figura femminile appare, magari tra la nebbia o tra il sole. E insieme parliamo di lei, dell’importanza di averla incontrata, della fortuna che ci sia stata. Io credo che l’amore vada oltre ogni cosa, ogni religione, ogni razza, ogni sesso; basta saperlo ascoltare, senza pregiudizi, come questa piccola comunità ha saputo fare.

U

La stranieraL’amore va oltre ogni cosa, basta saperlo ascoltare.

di Maria Grazia Parigi

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Speciale impreseOccasione speciale per le imprese commerciali che sono pronte a mettersi in gioco nell’area dell’estense. È l’amministrazione comunale di Este che è riuscita a ottenere un finanziamento all’interno di un bando per la promozione delle imprese che vogliono aprire o traferirsi all’interno dell’area del Comune di Este. Anche se la somma non è ingente – si parla di 45.000 euro – si tratta di un segnale di attenzione nei confronti di una categoria che ha visto passa-re momenti di grave difficoltà in questo periodo di crisi economica dal quale speriamo uscire presto.

Brevi notizie dal territorio: appuntamenti, mostre, manifestazioni, novità. Tutti i colori del nostro quotidiano e le ultime curiosità.

Le brevi, le newsa cura di Michele Santi

Fontana magicaIn corso una “Fontana magica” ric-ca di colori e di tante opportunità per i più piccoli ma non solo. Quattro appuntamenti presso il patronato Redentore di Este alla domenica pomeriggio, con il tea-tro per bambini giunto al traguar-do ragguardevole della 17^ edizio-ne. In programma per quest’anno, oltre alle avventure di un piccolo canguro e di un maghetto non pro-prio perfetto, anche uno spettaco-lo dedicato alle buone abitudini alimentari per imparare sin da pic-coli a mangiare bene.

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Mercatino del vinileMercatino della terza domenica del mese a Montagnana che si rimette in gioco con un’attenzione speciale nell’ambito di un oggetto che sino a qualche anno fa sembrava essere avviato a un tramonto irreversibile. Parliamo del vinile, ossia dei dischi in supporto di plastica, che nelle ormai antiche balere e nelle prime discoteche si “facevano girare”, cioè venivano utilizzati da primi esperti nel mescolare suoni diversi e sonorità di vario genere. Un mondo in parte oggi sconosciu-to, che ritrova attenzione all’ombra dei portici di uno dei borghi più belli d’Italia, e che ripropone per il collezionista e l’appassionato una ricca scelta nei diversi generi mu-sicali, con attenzione alla musica leggera di ogni tipo.

Centenario Grande GuerraAttenzione speciale a Monselice per man-tenere il ricordo del centenario della Gran-de Guerra. Il primo conflitto mondiale, vis-suto e sentito in particolare nella nostra regione, viene preso in esame attraverso alcune tematiche, e cioè la sanità militare nel periodo, l’Arma dei Carabinieri e i pi-loti della neonata aviazione nello stesso periodo, e ancora una mostra di progetti recuperati nelle zone di combattimento. Non può mancare un ricordo per Gabrie-le d’Annunzio e i voli di sfida su Vienna e Pola. L’esposizione rimane aperta in villa Pisani, a Monselice, sino al 15 gennaio del 2016.

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Stagione teatrale del Teatro Bellini MontagnanaStagione di teatro che si sviluppa su piani e ambiti diversi con tante occa-sioni di spettacolo per il teatro Bellini a Montagnana. Dalla fine del mese di gennaio salgono sul palco protagonisti del mondo teatrale e cinematografi-co di tutto rispetto, a partire da Nancy Brilli con il suo “Bisbetica”, con a se-guire invece il giovane Angelo Pintus protagonista di “Ormai sono una milf”, che già dal titolo mette in luce qualche domanda per l’attualità. Seguono poi Teresa Mannino, che mette in scena “Sono nata il ventitré”, a cui sembra rispondere, in un percorso di domanda, la coppia Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi con “I suoceri albanesi”. Si cambia genere con Debora Villa che reinterpreta il lavoro di Shakespeare con “Sogno di una notte di mezza età”, mentre invece il quintetto degli Oblivion continua nel proprio percorso di rivisitazione di testo classici diversi con “The human jukebox”. Chiude la rassegna il duo Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia, con “Taxi a due piazze”.

Compagnia Teatro Veneto città di EsteDieci spettacoli per 26 primavere.Dopo aver salutato il traguardo dei 26 anni di proposta di teatro, la Com-pagnia Teatro Veneto città di Este continua nella sua tradizionale pro-posta, che mette in serie 10 appun-tamenti, per mettere in gioco generi e compagnie diversi. Inizio dalla fine di ottobre con un lavoro di Pirandello, “L’uomo, la bestia e la virtù”, per con-tinuare invece con un’opera meno conosciuta di Carlo Goldoni, “Il raggi-ratore”. Alla fine di novembre si è già messa in gioco la compagnia locale, con “La vedova” di Renato Simoni, mentre la prima domenica del mese di dicembre propone “Grisù, Giusep-pe e Maria”, di Gianni Clementi. È invece un giovane regista della zona, Lahire Tortora, che mette in scena “Uno spiacevole incidente”, andan-do a rivisitare un lavoro di Dario Fo. Dopo la pausa natalizia si torna al genere più leggero, con “Veronica e gli ospiti”, nell’allestimento della Compagnia teatro Sala di Padova, a cui segue, domenica 24 gennaio, una versione diversa di “Carte in ta-vola” di Enzo Duse. Domenica 7 feb-braio, di nuovo protagonista la Città di Este, che propone un classico gol-doniano, e cioè “I ciassetti del car-neval”. Conclusione della rassegna con due commedie legate all’ambito anglosassone per gli autori, e cioè “Il letto ovale” ed “Arsenico e vecchi merletti”.

Liceo sportivoNotizia ancora non del tutto confermata ma oramai data come sicura. Ritorna a Este il liceo ad indirizzo sportivo. Questa volta il percorso per futuri professionisti dello sport, ma anche per arbitri, o comunque per chi vuole seguire un corso di studi legato al settore dello sport, ritorna presso l’istituto di istruzione “G. B. Fer-rari”, inserito in ambito liceale e derivato dal liceo scientifico, nella sede nuova e ben attrezzata di via Stazie Bragadine. Non a caso il nuovo liceo parte accanto alla piscina comunale, al circolo del tennis e al campo sportivo comunale. Per informazioni: 0429/603232.

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della pedana stabilometrica computerizzata Linfodrenaggio Onde d’urto Interx©

PRESTAZIONI MEDICHE

Infiltrazioni Ozono Terapia Terapia Antalgica con agopuntura

MEDICINA DERMOESTETICA

Terapia sclerosante dei capillari arti inferiori Termocoagulazione con radiofrequenza dei capillari

arti inferiori Termocoagulazione capillari viso/decoltè Scleromousse ecoguidata di vasi reticolari e/o

collaterali safenici

ECOGRAFIE

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L’autunno del mondo, quando le foglie siamo noi

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C adono le foglie. Con moto irregolare tracciano sottili cerchi nel cielo. Staccate

dai rami vorticano e creano altalene nell’aria. Solleticano le minuscole gocce di nebbia. Continuano a scendere fino a quando arriva un momento che è sublime e ci si accorge che a centinaia vibrano come teneri baci. Il loro movi-mento percettibile si insinua nel moto discendente di lievi folate di vento che le fanno girare. Ed è un fruscio. Scric-chiolano sotto i piedi.

13 novembre 2015 Parigi sotto attacco. Questo un primo bilancio: 129 vittime e più di 300 feriti in un attacco terroristico senza precedenti.

Cadono le foglie e nella loro generosa discesa ricoprono i campi, i giardini, i marciapiedi creando uno strato soffice di croccante materia dove i sogni si aprono all’imprevedibile. È la realtà delle distanze che tende un ponte affin-ché tutto si trasformi in un movimento continuo.

12 novembre Libano doppio attentato kamikaze in un quartiere residenziale a sud di Beirut. 43 le vittime, oltre 200 i feriti.

Cadono le foglie. E a che velocità dan-zano? Aprono le porte all’irrazionale mentre la scena muta di densità e pic-coli danzatori scivolano sul palco in gara con l’autunno che avanza al galoppo.

31 ottobre 2015 aereo russo abbattuto da una bomba in Sinai, morte 224 persone.

Cadono le foglie. E cantano strofe di rara bellezza. Sospinte dal vento marciano come guerrieri in trincea. Roteano.

Cadono le foglieSalvador Dalì (1904-1989) “E cos’è il cielo? Il cielo non si trova né in alto, né in basso, né a destra, né a sinistra. Il cielo è esattamente nel centro del petto dell’uomo che ha fede.”

Cadono le foglie. Nei gesti racchiudono la follia di coloro che chiudono gli occhi spalancano le ali e se ne volano via. Sognano e sfilano, le foglie, tra una pro-cessione di alberi, in cammino.

Suruc, Turchia. 28 persone morte in un’esplosione presso un centro culturale. Un centinaio i feriti.

E nelle nervature delle foglie che scendono si può vedere il mondo. Dentro e attraverso, mentre curvano al suolo. Più le si guarda e più ci si ritrova l’infinita varietà del vivere. Gialle. Arancioni. Rosse. Marroni. Milioni di sfumature. Vivaci. Tenui. Con margine liscio, ondulato, spinoso, seghettato. A tenerle in mano se ne pesa la leggerezza.

Picasso (1881-1973). “Non ho mai considerato la pittura un’arte di distrazione: ho voluto con il disegno e con i colori, poiché queste sono le mie armi, pene-trare sempre più profondamente nella conoscenza del mondo e degli uomini affinché questa conoscenza ci liberi tutti ogni giorno di più. Sì, ho coscienza di aver sempre lottato con la mia pittura come un vero rivoluzionario.”

Addossate le une sulle altre formano preziose volte a crociera. Nessun pilastro a contrastarne la spinta. Giacciono al suolo. In penombra, vive anche se morte. Sorridono. Non ci è dato sapere quando arriveranno alla stazione dell’esistenza. All’orizzonte passano incessantemente treni. Finché una nuova alba si strofinerà gli occhi e le troverà lì o non le troverà affatto. Talvolta un presente senza spiega-zioni può bastare. Va bene così, le lunghe discussioni non sempre raggiungono uno scopo. Ci basta spogliarci dell’attesa.

02 aprile Kenya strage di studenti cattolici nel campus. 148 morti. Molti i feriti.

Cadono le foglie. Sotto lo stesso e unico, per il momento, cielo.

di Chiara Scavazza

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Giorgio de ChiricoLe Muse inquietanti, 1918

Giorgio De Chirico è stato l’inventore della pittura meta-fisica, una delle più importanti correnti artistiche della modernità, grazie alla quale i grandi enigmi della vita si materializzano attraverso atmosfere sospese permeate di inquietudine. A segnare un profondo cambiamento nell’opera di De Chirico è l’arrivo a Ferrara nel 1915, quando, in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale, lascia Parigi e per tre anni e mezzo soggiorna nella città estense per prestare servizio militare. Ferrara con il suo castello estense, invade le sue tele con gli interni metafisici ispirati da certi aspetti d’interni ferraresi, certe botteghe e abitazioni, ma anche da stanze piene di burattini e quadri. De Chirico inizia a dipingere un mondo irreale popolato di meraviglie: piazze ampie e portici con scorci prospettici ambientati fuori dal tempo immerse in tra-monti dominati da immense torri di dimensioni favolose

“Metafisica e avanguardie”. Questo è il tema della rassegna

in esposizione a Ferrara, Palazzo dei Diamanti.

Fino al 28 febbraio 2016.

De Chirico a Ferrara

o stanze che celano dei segreti che fanno da sfondo agli oggetti giganteschi e curiosi che entrano a far parte del suo mondo. Qui a Ferrara conosce Carlo Carrà e inizia a definire la propria pittura “metafisica” mentre i suoi quadri diventano l’emblema della modernità, capaci di influenzare non solo l’arte italiana, ma pure i movimenti internazionali come il dadaismo e il surrealismo.In occasione del centenario dell’arrivo di de Chirico nella città estense, Palazzo dei Diamanti celebra con una grande mostra questo momento vitale della storia dell’arte del XX secolo. Oltre a un importante nucleo di dipinti realizzati da De Chirico negli anni ferraresi, sono esposte alcune composizioni ispirate alla pittura metafisica di Carlo Carrà, Giorgio Morandi e Filippo de Pisis e alcuni dei capolavori dei più grandi artisti delle avanguardie europee, da Raoul Hausmann a George Grosz, da René Magritte a Salvador Dalí fino a Max Ernst.

Aperto dal 14 novembre 2015 al 28 febbraio 2016Dalle 9.00 alle 19.00

Aperto anche 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaioPer info: 0532 244949

Salvador DalíGradiva ritrova le rovine antropomorfe (fantasia retrospettiva)1931-32

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Idee regalo per NataleSolidarietà e sostenibilità sotto l’albero

Fare un regalo è un dono per chi lo fa e per chi lo riceve quando l’omaggio è all’insegna della solidarietà.

Donare agli altri per donare qualcosa anche a noi stessi. È la finalità di alcune proposte di cadeaux natalizi per il 2015 per dare e ricevere emozioni. Tra le tante proposte “Speranza di mettere radici” è la campagna natalizia di Libera per adottare un ulivo da piantare nelle terre confiscate e sostenere così la lotta contro la mafia. Si può anche adottare una spe-cie per conoscere quali sono gli animali a rischio di estinzione e sostenere così il WWF nei suoi progetti di salvaguardia. Oppure è possibile dedicare un angolo di bellezzamade in Italy alla persona ama-ta, adottando un albero o una panchina all’interno di uno dei siti FAI (Fondo am-biente italiano) per contribuire alla tutela del patrimonio ambientale e artistico del nostro Paese.

Queste e tante altre sono le iniziative che circolano in rete per mettere sotto l’albero un messaggio di solidarietà.

E per chi non ama recarsi nei negozi alla ricerca di un regalo all’ultimo minuto, finendo per farsi travolgere dall’ansia e dalla frenesia dell’acquisto, il web offre tantissime opportunità in grado di stupire il fortunato destinatario. Idee regalo diverse dalle solite, che grazie alla modalità dell’adozione continueranno a regalarci emozioni anche dopo le Feste.

Si può ricevere per tutto l’anno il miele prodotto dalle api che abitano l’alveare “adottato”. Ma anche degustare il for-maggio prodotto con il latte della mucca a cui abbiamo dato un nome e passare una giornata all’aria aperta, in compa-gnia della nostra amica di montagna, per scoprire i segreti dell’arte casearia solo

per il fatto di aver contribuito in parte al suo mantenimento.

È possibile inoltre preparare una torta di mele con i frutti del nostro albero, scelto tra i tantissimi meli della Val di Non contribuendo finanziariamente alla sua manutenzione, o fare colazione in una mattina d’inverno con una dolce spremuta di arance provenienti direttamente dal nostro arancio in Sicilia. Del quale, peraltro, abbiamo visto la fio-ritura via web. Oppure usare per condire gli alimentil’olio dell’ulivo secolare adottato e seguire in diretta le fasi di raccolta comodamente seduti davanti al nostro pc.

Regali quindi che offrono a chi li riceve sapori genuini e che permettono agli agricoltori e agli allevatori, grazie al prezioso sostegno ricevuto, di continuare a sviluppare attività e programmi per un’agricoltura all’insegna della sostenibilità e del biologico.

Ricevere qualcosa che viene prodotto secondo certi valori e certificazioni è un’idea regalo per offrire un’esperienza. Fare l’agricoltore o l’allevatore in versione digitale davanti al computer con una tazza di caffè in mano, senza il rischio di sporcarsi le mani o di essere sorpresi dalla pioggia, ma senza neanche godere di una bella giornata di sole all’aria aperta o del profumo dell’erba tagliata, può comunque trasformarsi in un’occasione di crescita personale.

Queste proposte possono costituire un momento di arric-chimento individuale che va ben oltre i chili di miele e di olio che spettano in quanto “adottanti”, perché permettono di avvicinarsi alla natura, anche se da meri spettatori di fronte a un monitor, trasformandosi in strumenti di infor-mazione e di documentazione. Apprendere i segreti della smielatura, conoscere il periodo della raccolta delle ulive e come potare un melo sono forse il vero regalo: anzi, un regalo nel regalo.

E se proprio anche quest’anno non siete riusciti a non comprare l’albero di natale, ma vi manca il classico puntale a forma di stella da posizionare sulla cima, potete sempre adottare una stella vera in cielo e vederla brillare ogni notte, anche nel mese di agosto!

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Autoscuola MB in questi ultimi anni ha stravol-to il modo di fare scuola guida raggiungendo traguardi al di là di ogni aspettativa e collezio-

nando un successo dietro l’altro. Presente sui maggiori social network offre la possibilità a tutte le persone di interagire gratuitamente e, in qual-siasi momento con l’autoscuola. Una pagina ufficiale di Facebook che conta quasi 4.000 fans viene usata per pubblicare tutorial tecnici e curiosità utili, ma anche per condividere i successi e i risultati dei propri allievi. Un canale YouTube diventato il più importante e seguito d’Italia per chi deve imparare a guidare l’auto e la moto, ha portato in poco tempo questa autoscuola a diventare la più famosa d’Italia aiutando, grazie ai suoi video, migliaia di ragazzi a prendere la patente.L’Autoscuola è attiva e impegnata anche nel sociale nella campagna di sensibilizzazione ed educazione stradale rivolta ai giovani delle scuole medie superiori e come partner di una fondazione onlus no profit per il reintegro e recupero di persone invalide a seguito di incidenti stradali.I due titolari, Cristiano e Andrea Mattia Borotto, hanno

Marino Borotto: l’autoscuola innovativa

Grazie all’utilizzo di tecnologie alla portata di tutti c’è chi ha saputo stare al passo con i tempi e farne la propria arma vincente.

completamente rivoluzionato il modo di fare scuola gui-da; infatti comunicano con i loro allievi tramite Facebook e altri Social Network, organizzano cene, eventi e viaggi di divertimento, cercando di far socializzare i ragazzi e far nascere nuove amicizie in modo tale da rendere l’au-toscuola un punto di riferimento e un luogo piacevole.La loro mission non è solo quella di preparare l’allievo a superare gli esami, ma di renderlo autonomo, respon-sabile e maturo accompagnandolo passo dopo passo affinché comprenda l’importanza di mettersi alla guida di un veicolo e delle responsabilità che ne conseguono.L’Autoscuola MB a tutti i suoi allievi fornisce: • App gratuita “quiz patente 2016” per esercitarsi

e migliorare la propria preparazione e rendimento con quiz d’esame, per argomento e ripasso errori;

• Video-lezioni on line per non perdere nemmeno una lezione in aula o per ripassare un argomento in particolare;

• Tablet “gratis” per sfruttare al meglio l’applicazione;• Simulatore di guida virtuale;• Corsi di guida sicura in pista “gratis” ai neopatentati;• Workshop dedicati all’approfondimento dei più

importanti e sensibili argomenti.

L’

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In Portogallo i bambini attendono con ansia l’arrivo di O Pai Natal, che lascia i doni nelle calze appese al ca-minetto. A mezzanotte si celebre la famosa Missa do Gallo. Al ritorno dalla messa la famiglia si siede a ta-vola per mangiare merluzzo con patate e cavoli, pollo arrosto e ciambelle al liquore e aggiunge al presepio la statuina di Gesù Bambino. La casa viene decorata con candele.

In Irlanda i festeggiamenti natalizi iniziano dodici gior-ni prima di Natale. Questo periodo è chiamato Little Christmas. Nel giorno di Natale si collocano sul davan-zale della finestra tre candele, una per il Padre, una per il Figlio e una per lo Spirito Santo, tradizione che risale ai secoli di dominio inglese sull’Irlanda, quan-do era proibito ai cattolici di professare liberamente la propria religione. Prima di andare a messa è usanza lasciare sulla tavola un bicchiere di whisky per Babbo Natale o pane e latte per Maria e Giuseppe. A Santo Stefano gli adolescenti si vestono in modo stravagante, con il volto coperto da maschere, e chiedono qualche soldo bussando alle porte: si tratta della Wren Boys Procession.

In Francia il Natale viene celebrato in modi diversi a seconda delle regioni. Certamente, però, il Natale nel-le grandi città è il più commerciale e forse spettaco-lare, con le luci e le manifestazioni tipiche delle città.

L’Alsazia è la regione dei mercatini di Natale francesi. I più belli si trovano a Strasburgo ma anche a Marsiglia. Nella notte di Natale, Père Nöel passa nelle case a di-stribuire i regali che riporrà nelle scarpette dei bambini disposte, per l’occasione, con tanta trepidazione dai bambini stessi. Inoltre, durante la sua visita appende-rà dolci e frutta all’albero di Natale.

In Grecia il 24 dicembre i bimbi si svegliano presto e ai loro piedi trovano una sacca e un bastone che servi-ranno loro per passare di casa in casa, cantando, suo-nando e raccogliendo frutta secca e biscotti. I bimbi in gruppo si recano nelle case e la gente li accoglie calorosamente regalando loro frutta secca e dolcetti tipici delle feste chiamati “kourabiédes”. In Grecia non c’è neppure l’usanza dell’albero di Nata-le. Al suo posto si decorano riccamente dei modelli di barche a vela di legno visto il forte legame con il mare.

A Tallin, Estonia, durante il periodo natalizio, la città si dimentica del tempo e precipita in un clima antico. La leggenda racconta che nel cuore di Tallin a Raekoja platsi, un mercante avido di vita ballò per una notte in-tera insieme alle ragazze del posto, intorno a un albero che poi venne bruciato: era il 1441, di qui l’usanza di

In giro per il mondo tra folklore antico e

suggestioni moderne.

Tradizioni natalizie

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illuminare quello che secondo il folklore fu il primo al-bero di Natale della storia. Oggi in questo luogo, la piazza dell’antico Municipio, c’è un mercatino di Natale composto da una cinquan-tina di bancarelle per scoprire prodotti dell’artigianato estone e per gustare i biscotti al pan di zenzero con un bicchiere di vin brulé.

In Italia la tradizione del ceppo di Natale è ancora viva in Liguria, ma anche in Abruzzo. Il centro della festa è costituito dal ceppo. Nell’accen-sione del ceppo, che rimane sul focolare fino a Capo-danno, si fondono due elementi propiziatori: il valore del fuoco, immagine del sole, e il simbolico consumar-si del vecchio anno con tutto ciò che di male vi si è ac-

cumulato. Anticamente a Genova, il ceppo natalizio ve-niva offerto al Doge dalle genti della montagna in una pittoresca cerimonia pubblica chiamata “confuoco”. A Polena, in Abruzzo, si mettono ad ardere tredici pic-coli legni in memoria di Cristo e degli apostoli. Il Molise invece, è la regione di zampogne e zampo-gnari, un classico natalizio.In Abruzzo il presepe la fa da padrone. Risale al Santo di Assisi il primo presepe vivente allestito fra le rupi di un borgo medievale, Greccio di Rieti.A circa due chilometri dal borgo di Greccio, arroccato sulla roccia di un costone boscoso, si erge maestoso il Santuario del Presepe, il luogo nel quale San France-sco, nella notte di Natale del 1223, rappresentò con personaggi viventi la natività.

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26 In gioco tra i fornelli alla ricerca del top del gustoRicette a cura di Marina Gallo

Ingredienti per 4 persone: 800 g. filetto di ma-iale, 4 chiodi di garofano, 1 rametto di rosma-rino, salvia, 30 g. funghi secchi, 1 bicchierino di cognac, 1 spicchio d’aglio, 1 cucchiaino di latte, 4 pere ruggine, 4 cucchiai di olio extra-vergine, sale e pepe q.b.In un tegame fate rosolare il filetto con l’olio, un bicchie-re d’acqua, i chiodi di garofano, la salvia, il rosmarino, l’aglio, sale e pepe. Quando la carne sarà dorata e il su-ghetto di cottura addensato, unite i funghi ammorbiditi in acqua tiepida e latte. Sfumate con il cognac e conti-nuate la cottura per 30 minuti circa. Sbucciate le pere, tagliatele a metà e fatele cuocere in acqua bollente per 5 minuti, fatele raffreddare e togliete il torsolo. Quando l’arrosto sarà pronto tagliatelo a fettine. Con una parte del sughetto riempite l’incavo delle pere. Disponetele nel piatto accanto al filetto e irrorate con il sugo rimasto.Vino consigliato: Pinot nero.

Filetto di maiale con le pere

Ingredienti per 6 persone: 600 g. sfoglia surge-lata, 600 g. panna montata, 100 g. cioccolato fondente, 100 g. cioccolato bianco, 150 g. di marron glacé, 2 cucchiai di zucchero a velo.Tirate la pasta a temperatura ambiente in una sfoglia sottile, ricavatene 4 rettangoli lunghi 20 cm e larchi 10 cm. Allineate i rettangoli di pasta su una placca imburra-ta, punzecchiateli con una forchetta e spolverizzateli con zucchero a velo. Mettete in forno a 200° per 20 minuti. Dividete la panna in due terrine, incorporate a metà di essa i due cioccolati tritati mentre sull’altra i marron gla-cé spezzettati. Estraete la sfoglia dal forno e quando si è raffreddata sistematela su un vassoio rettangolare. Ri-copritela con abbondante crema al cioccolato, adagiate un’altra sfoglia e spalmate con la crema ai marron glacé, questo fino a esaurimento degli ingredienti. Distribuite sulla superficie della millefoglie granella di cioccolato.Vino consigliato: Moscato d’Asti.

Mille foglie al cioccolato e marron glacé

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28 Sullo scaffale: novità in libreria, titoli e trameA cura di Chiara Scavazza

Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltàÈ dura per un cane lupo vivere alla catena, nel rimpianto della felice libertà cono-sciuta da cucciolo. Uomini spregevoli lo hanno separato dal suo compagno Aukaman, il bambino indio che è stato per lui come un fratello. Per un cane cresciuto insieme ai mapuche è odioso il comportamento di chi non rispetta la natura e tutte le sue creature. Ora la missione che gli hanno assegnato gli uomini del branco è dare la caccia a un misterioso fuggitivo. Dove lo porterà la caccia? Il destino è scritto nel suo nome, un nome importante, che significa fedeltà: alla vita e ai legami d’affetto che il tempo non può spezzare.(“Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà” di Luis Sepulveda, Guanda, 97 pagg., 10 euro)

La strana bibliotecaUn ragazzo entra in una strana biblioteca e fa una strana richiesta: vuole un libro sulla riscossione delle tasse nell’impero ottomano. La bibliotecaria lo invita a recarsi nella stanza 107, dove il ragazzo incontrerà un bibliotecario calvo dalla faccia piena di piccole macchie. La curiosa ricerca si trasforma ben presto in un’avventura: attraversando corridoi il ragazzo sarà condotto in una stanza con uomo vestito di pelli di pecora, e i per-sonaggi bizzarri non finiranno lì. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l’uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soc-corso una ragazza sconosciuta. Quello che il ragazzo scoprirà è che la biblioteca in cui si è recato può risultare un luogo assai pericoloso.(“La strana biblioteca” di Haruki Murakami, Einaudi, 88 pagg., 15,00 euro)

L’amante giapponeseLa vicenda si svolge tra la Polonia dalla seconda guerra mondiale e la San Francisco di oggi. Nel 1939, per evitare che la figlia Alma conosca la crudeltà del nazismo, i genitori la spediscono dall’Europa a San Francisco, a casa degli zii. Qui Alma incontra Ichimei Fukuda, il figlio tranquillo e gentile del giardiniere giap-ponese della famiglia. La loro storia sarà una passione travolgente, interrotta dall’attacco giapponese a Pearl Harbor, quando Ichimei verrà dichiarato nemico e forzatamente trasferito in un campo di internamento gestito dal governo degli Stati Uniti. Nel corso della loro vita, i due si vedranno ancora, ma il loro amore sarà sempre tenuto segreto. Solo a più di ottant’anni Alma racconterà la sua storia all’infermiera polacca che l’accudisce. (“L’amante giapponese” di Isabel Allende, Feltrinelli, 288 pagg., 18,00 euro)

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L’avvocato canagliaSebastian Rudd è uno strano avvocato. Non possiede uno studio vero e proprio, ma il suo ufficio si trova a bordo di un grande furgone nero blindato dotato di vari comfort. Non ha soci in affari, ma accanto a lui c’è sempre un uomo armato fino ai denti, che gli fa da autista, guardia del corpo, confidente, impiegato. Sebastian ha anche una ex moglie che non smette mai di procurargli guai e un figlio piccolo che non vede tanto quanto vorrebbe. Sebastian Rudd difende i peggiori criminali, i casi disperati, in poche parole tutte quelle persone che nessun avvocato si sognerebbe di avvicinare. Insomma, fa il lavoro sporco. Ritiene che ognuno abbia diritto ad avere un processo equo. (“L’avvocato canaglia” di John Grisham, Mondadori, 332 pagg., 22,00 euro)

Via CrucisGianluigi Nuzzi torna con una nuova inchiesta raccontando dall’interno la lotta che Fran-cesco e i suoi fedelissimi stanno conducendo per riformare la chiesa. Tutto a partire da registrazioni e documenti inediti. Non era mai successo che un giornalista potesse ascol-tare la registrazione di diversi incontri riservati tra i vertici del Vaticano e il papa. Ecco Francesco, appena nominato, mentre sferra un attacco contro la nomenclatura da anni a capo delle finanze della Santa Sede. Bergoglio chiede trasparenza dopo aver preso visione dei bilanci non ufficiali che documentano sia la cattiva gestione degli amministratori, sia operazioni di puro malaffare. (“Via Crucis” di Gianluigi Nuzzi, Chiarelettere, 321 pagg., 18,00 euro)

AvariziaEmiliano Fittipaldi ha raccolto da fonti confidenziali una grande quantità di documenti interni del Vaticano e grazie a questo è in grado di tracciare le prime mappe dell’impero finanziario della Chiesa: dai lussi che si concedono i cardinali alle frodi milionarie, dagli investimenti favolosi in tutto il mondo al gigantesco affare degli ospedali, dalle trame dello Ior alla reale consistenza del tesoro del papa. Il Vaticano possiede case, solo a Roma, che valgono quattro miliardi di euro. Un’inchiesta tutta fondata su documenti inediti e fonti interne alla curia, che fotografa un momento cruciale della storia vaticana.(“Avarizia” di Emiliano Fittipaldi, Feltrinelli, 14,00 euro)

Gli ultimi giorni dei nostri padriLondra, 1940. Per evitare la distruzione dell’esercito britannico a Dunkerque, Churchill ha un’idea che cambierà il corso della guerra: creare una squadra dei servizi segreti che lavori nella segretezza più assoluta, la SOE, Special Operations Executive. La SOE è incaricata di azioni di sabotaggio e intelligence tra linee nemiche: la novità è coinvolgere persone tra la popolazione più insospettabile. Così il giovane Paul-Emile lascia Parigi per Londra. Subito viene reclutato dalla SOE e inserito in un gruppo di connazionali che diventeranno suoi compagni e amici. (“Gli ultimi giorni dei nostri padri” di Joel Dicker, Bompiani, 19,00 euro)

I Colli Euganei nella memoriaL’autore racconta lo splendore di una vita vissuta, le nostre origini e le tradizioni, ricercando nei quindici Comuni dei Colli Euganei vecchie storie e antiche leggende legate al territorio. Il libro si apre con la presentazione della vita dei colligiani con i loro costumi e le loro usanze, pensieri che si intrecciano e si allontanano, per far tornare alla memoria la vita dell’epoca. Ricche di effetti sono le pagine dedicate ad alcuni personaggi dei Colli, bizzarri e particolari i quali appartenevano a una memoria collettiva che sta scomparendo. Le ultime pagine sono dedicate alle canzoni dei Colli per ricordare la cultura dei nostri padri.(“I Colli Euganei nella memoria, vecchie storie, antiche leggende, canzoni e tradizioni” di Danilo Montin, Proget Edizioni, 141 pagg., 6,00 euro)

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32 Il cane abbaia troppoUna delle cause principali dei problemi comportamen-tali nei cani è l’isolamento. I cani non sono fatti per vivere da soli. Un cane, quando viene lasciato troppo a lungo da solo, soffre di una serie di emozioni negative: noia, ansia e frustrazione. Un’altra causa è la scarsa socializzazione. I cuccioli che non sono stati introdotti, sin dalla tenera età, a nuove esperienze quando cre-scono tendono a confrontarsi con le nuove situazioni in preda alla paura, all’ansia e alla mancanza di fiducia in se stessi. Naturalmente è sempre meglio prevenire i problemi perché più un cane ripete un comportamento negativo tanto più reagirà allo stesso modo ogni volta che si realizzerà una certa situazione. Comunque, molti problemi possono essere risolti: basta armarsi di pa-zienza consapevoli che la maggior parte delle difficoltà dei nostri amici sono causate principalmente dal nostro errato comportamento.Ad esempio se il cane abbaia incessantemente in cortile bisogna scoprirne la causa.Abbaiare è una forma fondamentale di comunicazione per il cane. Episodi isolati sono la reazione verso qual-

Aki, 11 mesi cucciolone di taglia media sano, sterilizzato, tolto da

una situazione di abbandono, in rego-la con chip e vaccini, giocosissimo e in

armonia con altri cani, cerca adozione. No gatti. Contat-tare via messaggio 377 1734245 (verrete ricontattati)

Piru l inoPirulino, cane di 6 kg, adulto, non

sterilizzato, coccolissimo e affet-tuoso cerca famiglia amorevole dopo

essere scampato alle brutture di un ab-bandono e di un incidente.Info: 377 1734245 (solo messaggi, verrete ricontattati)

cosa che ha visto, per esempio un gatto o un altro cane. Ma se abbaiare è un’abitudine fastidiosa lo fa perché non riceve abbastanza stimoli e l’esercizio fisico di cui ha bisogno. Invece di portarlo fuori per una passeggia-ta, il cane viene lasciato in cortile da solo e si annoia. La soluzione è ovvia: ha bisogno di divertirsi di più e di ricevere maggiore attenzione. Dunque: lunghe passeggiate, molta compagnia. Oppure accade che i cani si abituino ad abbaiare perché i loro padroni li premiano quando lo fanno. In questo caso non va premiato e non bisogna prestargli attenzione quando abbaia. Va ricompensato quando si calma.

Aki

Più piccoli, meno piccoli, pelo raso, pelo lungo, bianchi, neri,

marroncini, zampa corta, lunga, me-dia, affettuosi, giocherelloni, insomma,

non ci sono più scuse!!! Questi piccoli devono crescere fuori dal canile! Devono trovare una famiglia amorevole e dimenticarsi cosa significhi stare in un box! Ci aiutate?Si trovano in provincia di Venezia e verranno dati chippa-ti, sverminati solo previo controllo pre affido.Per info: [email protected] - Telefono 3356927661; [email protected]

RogerCane che viene dalla Sicilia dove

era costretto a vivere in un picco-lo box.

Ora Roger è a Roma in un rifugio pen-sione gestito da volontari. Facilmente gestibile, non è un gigante! È chippato e vaccinato. Lo portiamo ovunque ci sia una famiglia con tanto amore per lui!Roger verrà dato solo a veri amanti degli animali previo controllo preaffido e firma del modulo di adozione.Per info contattare: Mirna 3356927661 o [email protected]; Manuela 3382465576 oppure [email protected]

Cucc io l i

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Tel. 328 4842451 - 339 8121964ESTE PD - VIA CANEVEDO, 11/A

Aperto tutti i giorni dalle 18.00 alle 22.00 - Lunedì chiuso

Matteo e il suo staff ringraziano la loro clientela per l’affetto dimostrato nel 2015e colgono l’occasione per augurare a tuttiun sereno Natale e un felice Anno Nuovo

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