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Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali Servizio Presidi Ospedalieri Cartella Clinica Integrata Progetto di intervento regionale Aprile 2014 1

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Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali Servizio Presidi Ospedalieri

Cartella Clinica IntegrataProgetto di intervento regionale

Aprile 2014

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Responsabili del Progetto

Mongardi Maria Servizio Presidi Ospedalieri RER

De Palma Alessandra Servizio Presidi Ospedalieri RER

Di Ruscio Eugenio Servizio Presidi Ospedalieri RER

Gruppo di lavoro regionale

Basaglia Nino AOSP Ferrara

Bassi Erika RER

Bissi Gloria * AUSL Romagna (Sede di Cesena)

Bonaiuti Barbara AUSL Piacenza

Borelli Barbara AUSL Modena

Borghi Athos AOSP Modena

Brambilla Antonio RER

Brianti Rodolfo AOU Parma

Brignola Corrado AUSL Imola

Cabassi Aderville AOU Parma

Cava Nicoletta AUSL Imola

Cervellera Maurizio AOU Bologna

Cormons Viviana AOU Bologna

Corvetta Angelo AUSL Romagna (Sede di Rimini)

Vandi Marco AUSL Romagna (Sede di Rimini)

Cosentino Eugenio AOU Bologna

Pelati Cristiano AUSL Ferrara

Dal Re Serena AUSL Romagna (Sede di Ravenna)

Darchini Anna RER

De Palma Alessandra RER

Di Denia Patrizio RER

Vetri Elena AUSL Romagna (Sede di Forlì)

Fabbri Cristina AUSL Romagna (Sede di Cesena)

Ferrari Marta AUSL Parma

Ferro Salvatore RER

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Finarelli Alba Carola RER

Incerti Medici Cristina AUSL Reggio Emilia

La Porta Pierluigi RER

Marata Anna Maria RER

Marri Elena RER

Martuzzi Federica AUSL Bologna

Massa Licia AUSL Romagna (Sede di Cesena)

Mazzoli Enrico* RER

Maselli Vania * Ausl Modena

Mongardi Maria * RER

Naldi Andrea AUSL Romagna (Sede di Cesena)

Nanni Ivana AUSL Imola

Nicastro Ottavio RER

Ortolani Paolo AOU Bologna

Palladino Teresa AUSL Bologna

Raselli Roberta AUSL Piacenza

Rolli Maurizia IOR

Romanzi Giampiero RER

Sapigni Ester RER

Seligardi Matteo* RER

Serra Vera Immacolata* RER

Vercilli Francesco AOSP Reggio Emilia

* Coordinatori gruppi di lavoro

Referenti Aziendali

Caroli Roberto AO Reggio Emilia

Vercilli Francesco AO Reggio Emilia

Fontechiari Simona AOU Parma

De Palma Alessandra AOU Bologna

Fontana Sabrina AOU Bologna

Marinelli Lorenzo AOU Ferrara

Caponcelli Paola AOU Ferrara

Longhitano Elda AOU Modena

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Zanin Roberta AOU Modena

Fiamminghi Meris AUSL Bologna

Palladino Teresa AUSL Bologna

Simoni Anna AUSL Bologna

Canella Ombretta AUSL Ferrara

Nola Silvano AUSL Ferrara

Pelati Cristiano AUSL Ferrara

Zarabini Lucia AUSL Imola

Nanni Ivana AUSL Imola

Maselli Vania AUSL Modena

Borelli Barbara AUSL Modena

Ferrari Marta AUSL Parma

Marchini Romano AUSL Parma

Bonaiuti Barbara AUSL Piacenza

Bulgarelli Ketty AUSL Piacenza

Incerti Cristina AUSL Reggio Emilia

Gualtieri Sonia AUSL Reggio Emilia

Amadori Marina AUSL Romagna (Sede di Cesena)

Fabbri Cristina AUSL Romagna (Sede di Cesena)

Fumagalli Maria Angela AUSL Romagna (Sede di Forlì)

Vetri Elena AUSL Romagna (Sede di Forlì)

Zama Linda AUSL Romagna (Sede di Ravenna)

Dal Re Serena AUSL Romagna (Sede di Ravenna)

Petrone Licia AUSL Romagna (Sede di Ravenna)

Fabbri Lorella AUSL Romagna (Sede di Rimini)

Vandi Marco AUSL Romagna (Sede di Rimini)

Rolli Maurizia IOR

Forni Cristiana IOR

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Gruppo di consultazione e condivisione

Al termine dei lavori prodotti dai gruppi regionali sono previsti momenti di presentazione e

confronto sul lavoro svolto: saranno definiti diversi gruppi di autovalutazione organizzati per Area

Vasta, al fine di raccogliere il contributo di un gruppo allargato di professionisti e aumentare il

livello di condivisione sulle caratteristiche della CCI della RER. Questo percorso di

consultazione/condivisione sarà allargato anche ad un campione di società scientifiche afferenti

all’ambito clinico.

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Sommario

Introduzione..........................................................................................................................................8

Razionale............................................................................................................................................10

Obiettivi del Progetto di Intervento....................................................................................................13

Metodologia del progetto d’intervento...............................................................................................14

Ricerca e sintesi della letteratura ...................................................................................................14

Sintesi della letteratura internazionale ...........................................................................................16

Sintesi della letteratura nazionale ..................................................................................................19

Articolazione del progetto..................................................................................................................25

Prima fase: progettazione..............................................................................................................25

Seconda fase: attuazione................................................................................................................26

Terza fase: sperimentazione...........................................................................................................27

Quarta fase: valutazione................................................................................................................27

Quinta fase: comunicazione/diffusione..........................................................................................27

Tempogramma del progetto............................................................................................................28

Bibliografia ........................................................................................................................................29

Allegato 1 - Flow chart della ricerca della letteratura internazionale................................................32

Allegato 2 - Percorso del progetto di intervento a livello regionale..................................................33

Allegato 3 - Percorso del progetto di intervento a livello aziendale..................................................34

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Introduzione

Il progetto di intervento sulla Cartella Clinica Integrata (CCI) rientra tra gli obiettivi del

SPO Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna (RER)

nell’ambito della qualità e sicurezza delle cure sanitarie. La RER, con la DGR 1706/2009,

“Individuazione di aree di miglioramento della qualità delle cure e integrazione delle politiche

assicurative e di gestione del rischio”, ha emesso le modificazioni operative per la corretta tenuta

della documentazione sanitaria e, a distanza di due anni dalla loro pubblicazione, attraverso un audit

regionale è stato valutato il livello di adesione alle suddette indicazioni. I risultati dell’audit,

divenuti oggetto di condivisione e riflessione tra le Aziende e la Direzione Generale Sanità della

RER, hanno fatto emergere un’elevata variabilità di modelli di cartelle cliniche presso le stesse

Aziende sanitarie e la necessità di intraprendere un progetto di miglioramento della qualità della

documentazione sanitaria, con l’obiettivo di definire i requisiti essenziali della CCI, attraverso linee

di indirizzo regionali condivise, al fine di favorire la qualità e sicurezza delle cure attraverso

l’appropriata documentazione del percorso clinico assistenziale del paziente in termini di

completezza, interdisciplinarietà e integrazione professionale. Il progetto mira inoltre a sviluppare

una cultura professionale che attribuisca un valore innovativo alla CCI, in termini di appropriatezza

e sicurezza nei confronti dell’organizzazione, degli operatori e dei pazienti.

Una definizione chiara e univoca di cartella clinica, nel panorama nazionale, non è

facilmente individuabile. Dal punto di vista giurisprudenziale, infatti, si riscontrano sostanzialmente

tre distinte posizioni: la prima, che considera il memoriale clinico una semplice dichiarazione di

scienza; la seconda che la assimila a una certificazione amministrativa, avente quindi il carattere

intermedio tra la scrittura privata e l’atto pubblico; la terza posizione si trova in accordo con le

numerose pronunce della Suprema Corte, orientate nel senso di riconoscere alla cartella clinica la

natura di atto pubblico di fede privilegiata1.

Tenendo in considerazione le diverse definizioni e interpretazioni, la cartella clinica, nelle

sue componenti medica, infermieristica e di altri professionisti, può essere riconosciuta come “lo

strumento più fedele in grado di documentare il decorso clinico, il percorso assistenziale di ogni

paziente, le decisioni assunte, gli interventi messi in atto dai diversi membri dell’équipe multi-

professionale e la loro efficacia nel preservare e/o modificare lo stato di salute della persona

assistita”.

1 Differente è l’inquadramento giuridico della cartella clinica presso case di cura private non convenzionate, dove la cartella clinica rappresenta esclusivamente un promemoria privato dell’attività diagnostica e terapeutica svolta, non rivestendo pertanto né carattere di atto pubblico, né di certificazione (DPCM del 27 giugno 1986 - ex art 35).

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L’evoluzione della cartella clinica ha seguito nel tempo lo sviluppo della pratica clinica e

assistenziale: come consolidato dalle più recenti evidenze scientifiche, gestire le condizioni

patologiche attraverso modelli integrati - multiprofessionali, interprofessionali e transprofessionali -

offre la miglior risposta alla reale presa in carico dei pazienti. A tal fine, l’integrazione della

documentazione sanitaria, e in particolare della cartella clinica, riflette il concetto del necessario

approccio interprofessionale e diventa lo strumento imprescindibile per la qualità e la sicurezza

delle cure.

In linea generale, le principali funzioni della cartella clinica possono essere così definite:

1. fornire l’evidenza documentale del decorso e della gestione di ogni degenza ospedaliera;

2. consentire la comunicazione fra gli operatori sanitari che partecipano alla cura del paziente;

3. costituire la base per programmare e garantire la continuità del trattamento del paziente;

4. costituire la base per la valutazione dell'assistenza sanitaria;

5. consentire la tutela degli interessi legali del paziente, dell'Azienda sanitaria e degli operatori

sanitari;

6. costituire la fonte dei dati a scopo di ricerca e di educazione sanitaria.

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Razionale

La cartella clinica, intesa come principale strumento per la trasmissione e la conservazione

delle informazioni sanitarie, è continuamente oggetto di rivisitazioni e aggiornamenti, determinati

dalla pratica clinica e dalle numerose sentenze giurisprudenziali. La corretta registrazione in cartella

clinica di tutte le attività clinico assistenziali, è un elemento informativo essenziale per tutti i

professionisti che si avvicendano, o integrano le loro conoscenze e competenze, nella cura del

paziente.

Tra gli elementi di scarsa qualità documentale più frequentemente descritti in letteratura ed

evidenziati anche dai risultati dell’audit sulla documentazione sanitaria condotto dalla nostra

Regione, si riportano principalmente i seguenti:

eterogeneità delle caratteristiche grafiche (struttura, formato) e del contenuto delle cartelle

cliniche;

difficoltà nell’interpretazione delle annotazioni riportate sulla cartella (leggibilità della

grafia);

impossibilità di risalire all’autore della registrazione;

impossibilità di ricostruire un corretto flusso temporale degli eventi a causa di registrazioni

mancanti della connotazione oraria;

eterogeneità delle caratteristiche grafiche (struttura, formato) e di registrazione delle

informazioni relative al programma terapeutico farmacologico;

dispersione o ridondanza di informazioni tra sezione “medica” e sezione “infermieristica”

della documentazione;

mancata integrazione delle informazioni, duplicazione o assenza di rilevazione di parametri

clinici importanti;

mancata compilazione di alcuni campi specifici o di intere sezioni della cartella, mancanza

di referti, di moduli di consenso informato.

A queste criticità, strettamente correlate al cosa, al come e al dove si registrano le

informazioni nella cartella clinica, si aggiungono le difficoltà segnalate dai pazienti - peraltro i

primi proprietari della cartella clinica - relative alla lettura, interpretazione e comprensione di

quanto registrato sulla propria documentazione. Altre difficoltà vengono segnalate nel percorso di

diagnosi e cura dei pazienti da parte dei consulenti medici, nel momento in cui devono ricercare

informazioni di loro interesse nelle numerose tipologie di cartelle cliniche. Altro ancora viene

segnalato dai preposti ai controlli istituzionali della documentazione sanitaria e dai professionisti

stessi che, a vario titolo, si trovano a dover ricostruire il percorso diagnostico-terapeutico di un

paziente tramite la visione a posteriori di una cartella clinica.

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Una documentazione lacunosa e incompleta – oltre a configurare di per sé un

inadempimento della prestazione sanitaria – espone i professionisti e la struttura al rischio di

incompleta tracciabilità delle cure prestate, con conseguenti responsabilità in termini di colpa e

nesso causale presunto tra condotta e danno.

Alla base del presente progetto di colloca la considerazione che l’eterogeneità della cartella

clinica e la mancata interpretazione delle informazioni raccolte dai vari professionisti rappresenta

un elemento di rischio per la sicurezza delle cure.

Pur rispettando il diritto dei professionisti di adattare la cartella clinica alle necessità di aree

specifiche, si ritiene opportuno limitare le differenze che intercorrono tra le diverse cartelle oggi in

uso nella RER, fornendo indicazioni rispetto al data set minimo di informazioni che ciascuna

cartella deve contenere, identificando gli elementi favorenti la fruibilità delle informazioni tra i

diversi professionisti attraverso l’utilizzo di una Cartella Clinica Integrata.

Nell’ottica di una successiva e auspicabile adozione di una Cartella Clinica Integrata

Elettronica (CCIE), si rende infine necessario definire alcune caratteristiche informatiche per offrire

ai professionisti la possibilità di lavorare in piena sicurezza, agevolandoli nella registrazione di tutti

gli elementi necessari a qualificare le informazione raccolte, in coerenza con le esigenze dei

pazienti e degli operatori che, a vario titolo, avranno necessità di consultarle.

A tale scopo, è stata effettuata una rilevazione, promossa dal Servizio Presidi ospedalieri e

realizzata dal Servizio Innovazione e Sviluppo ICT e Tecnologie Sanitarie, basata sul recupero di

informazioni relative alle diverse funzionalità della Cartella Clinica Elettronica Ospedaliera

(CCEO), con l’obiettivo di fornire un quadro generale sullo stato d’informatizzazione delle Aziende

sanitarie e sulla diffusione della CCEO nell’ambito della RER, focalizzando l’attenzione su quattro

aree informative fondamentali per lo sviluppo futuro del progetto:

1.SIO (Sistema Informativo Ospedaliero);

2. Infrastruttura Tecnologica;

3. Funzionalità CCEO nel percorso ospedaliero;

4. Varie (gestione paperless, archiviazione digitale, eventuali progetti);

Dai risultati dell’indagine è stato possibile conoscere in quale contesto si inserisce un

eventuale progetto di sviluppo di sistemi di CCEO a livello regionale, osservando che, riguardo al

Sistema Informativo Ospedaliero, le aziende si presentano omogenee e, riguardo all’infrastruttura

tecnologica, mostrano una condivisione delle priorità aziendali.

La rilevazione ha evidenziato una realtà ospedaliera diversificata di CCEO: considerando le

funzionalità di quest’ultima, si rileva un livello di interesse eterogeneo, pur emergendo attenzioni

comuni verso alcune parti della CCEO come la gestione della sala operatoria, del posto letto, della

farmacoterapia, del diario clinico e della cartella infermieristica.

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I principi guida per la definizione dei requisiti essenziali della Cartella Clinica Integrata

Nell’ottica di una cartella clinica integrata (CCI) che funga in primis da supporto documentale alla storia sanitaria del paziente e poi da strumento di lavoro per gli operatori e le organizzazioni sanitarie, i principi-guida per la definizione dei requisiti essenziali della CCI sono i seguenti:

pertinenza, chiarezza, veridicità e completezza delle informazioni; visione di insieme del percorso diagnostico terapeutico assistenziale del paziente; rintracciabilità delle cure e dell’assistenza fornita al paziente; sicurezza e continuità delle cure; integrazione professionale e multidisciplinare; supporto nel contenzioso medico legale; supporto ai flussi informativi, in essere e futuri, riguardanti l’epidemiologia dei problemi di

salute, l’evidence based practice e l’appropriatezza delle cure.

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Obiettivi del Progetto di Intervento

Gli obiettivi del progetto si sviluppano su quattro direttrici distinte e complementari che si

riconoscono in un elemento comune rappresentato dallo sviluppo di una cultura professionale, che

attribuisca un valore innovativo alla cartella clinica, in termini di appropriatezza e sicurezza delle

cure nei confronti dell’organizzazione, degli operatori e dei pazienti. Gli obiettivi sono quindi:

1. Definire, a livello regionale, i requisiti essenziali della cartella clinica integrata, al fine di

favorire la sicurezza delle cure attraverso l’appropriata documentazione del percorso clinico

assistenziale del paziente in termini di completezza, interdisciplinarietà e integrazione delle

informazioni;

2. Elaborare indirizzi regionali sulla modalità di informatizzazione della Cartella Clinica

Integrata nelle Aziende della RER, tenendo conto dei vincoli strutturali e tecnologici

presenti nelle aziende;

3. Elaborare una brochure/reminder sulla corretta tenuta della documentazione sanitaria;

4. Aggiornare le indicazioni operative per la corretta tenuta della documentazione sanitaria

previste dalla DGR 1706/2009.

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Metodologia del progetto d’intervento

Ricerca e sintesi della letteratura

Nei mesi di marzo-aprile 2013 è stata condotta una revisione, non sistematica, della

letteratura avente i seguenti obiettivi:

1. conoscere lo stato dell’arte relativamente all’integrazione/informatizzazione della

documentazione sanitaria in Italia;

2. identificare alcuni esempi di integrazione/informatizzazione già in atto presso le Aziende

Ospedaliere/Sanitarie in Italia;

3. conoscere, attraverso la letteratura internazionale, il background relativo

all’informatizzazione della documentazione sanitaria, e l’impatto che esso ha sortito nei

confronti di esiti sui pazienti, costi, errori terapeutici, diagnostici, ecc.

La revisione si è metodologicamente distinta in due fasi:

la prima, relativa al reperimento/valutazione della sola letteratura nazionale (facente

capo agli obiettivi 1-2), attraverso l’utilizzo di motori di ricerca generalisti (Google) ed

alle seguenti risorse selezionate ad hoc:

FONTE DESCRIZIONE

www.salute.gov.it Sito del Ministero della Salute italiano

www.cergas.unibocconi.itSito del Centro di Ricerche sulla Assistenza Sanitaria e Sociale ella Università degli Studi L. Bocconi

www.sanita.ilsole24ore.comSito della rivista elettronica Il Sole 24 Sanità del quotidiano economico Il sole 24 ore

www.air-online.it Sito della rivista elettronica Assistenza Infermieristica e Ricerca

www.ipasvi.it/ecm/rivista-linfermiereSito della rivista elettronica L’Infermiere del Collegio Nazionale Infermieri Assistenti Sanitari, Vigilatrici d’ Infanzia

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la seconda, svolta attraverso l’interrogazione delle seguenti presenti biomediche:

Cochrane Library e Cochrane Registred of Controlled Trial; MedLine Complite

/PubMed; CINHAL Plus, applicando i seguenti limiti:

LIMITE DESCRIZIONE

Anno di pubblicazione 2003-2013

Tipo di pubblicazioneRevisioni sistematiche (prima ricerca) Nessun tipo (seconda ricerca)

Lingua Inglese

Disponibilità dell'abstract Sì

Per quanto concerne la ricerca della letteratura internazionale, le parole chiave utilizzate (sia

in Text Word che in MESH term, in modo combinatorio su tutte le banche dati) sono state le

seguenti:

PAROLA CHIAVE OPERATORE BOOLEANO PAROLA CHIAVE

1. medical record2. medical record electronic 3. electronic health record

computerized medical record

AND

1 OR 2 OR 3 OR 4

1. patient outcome2. patient outcomes3. medical error 4. medical errors 5. cost evaluation 6. cost

Criteri di inclusione degli studi

Sono stati inclusi nella ricerca tutti i tipi di studio eccetto editorial e commentary.

Esiti indagati

Esiti clinici in generale (mortalità, LOS, ecc), costi, errori medici (somministrazione di farmaci,

diagnostici, ecc).

Strategie di ricerca

Relativamente alla prima fase (ricerca della letteratura nazionale), si è deciso di eseguire una

ricerca libera sia nei motori di ricerca generalisti che nelle risorse selezionate ad hoc, attraverso le

seguenti combinazioni di parole chiave:

1. cartella clinica integrata

2. cartella clinica informatizzata

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3. cartella clinica integrata informatizzata

4. documentazione sanitaria integrata

5. documentazione sanitaria informatizzata

6. documentazione sanitaria integrata informatizzata

7. integrazione della documentazione sanitaria

8. informatizzazione della documentazione sanitaria

9. integrazione della cartella clinica

10. informatizzazione della cartella clinica

11. flussi informativi ospedalieri

12. informatizzazione in sanità

13. informatizzazione sanitaria

Risultati

La prima parte della ricerca ha restituito un totale di 32 lavori di cui 23 decretati eleggibili,

mentre dalla seconda fase sono emersi 16 studi validi di cui: 10 come rispondenti al quesito di

ricerca e 6 di background. Vedi allegato 1.

Limiti della ricerca

Dal punto vista metodologico questa ricerca risente delle possibili distorsioni dovute al

mancato approccio sistematico alla revisione della letteratura. Per questo, l’interpretazione dei

risultati (e delle conclusioni) di questo lavoro, deve essere formulata con atteggiamento cautelativo.

Sintesi della letteratura internazionale

Globalmente, questa sezione di ricerca ha messo in luce un corpo di evidenze

sostanzialmente unanime nel dichiarare, sotto molteplici punti di vista, “essenziale” l’integrazione e

l’informatizzazione della documentazione sanitaria. In particolare, gli aspetti relativi alla sicurezza

del paziente, al miglioramento degli esiti clinici e alla riduzione dei costi, hanno prevalso tra i temi

indagati in ambito internazionale. Già con il rapporto To Err Is Human (Kohn et al, 1999) si

metteva in luce il “peso” che gli errori medici causavano (e causano) nello scenario statunitense in

termini di danno diretto al paziente e quindi di costi. Nello stesso documento si indicava, tra le

soluzioni da adottare in risposta ad un problema di quelle dimensioni, l’informatizzazione dei

sistemi ospedalieri intesa come cartella clinica elettronica (CCE) e sistematizzazione dei differenti

servizi (radiologia, sale operatorie, pronto soccorso, ecc). Nonostante sia oramai da un ventennio

che si parla e si opera in merito all’informatizzazione sanitaria, da uno studio di Davis et al (2007)

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emerge che negli USA solo il 30% dei medici utilizza una CCE, contro l’89% di olandesi

neozelandesi e inglesi. Meno del 10% delle strutture ospedaliere statunitensi possiede un sistema

informatizzato che dialoghi su (e tra) tutte le unità operative. Quindi, la grande maggioranza delle

strutture ospedaliere nordamericane possiede una informatizzazione a macchia di leopardo, che

interessa solo alcuni dipartimenti o unità operative.

La ricerca e la sperimentazione nel campo della eHealth (electronic-Health ossia “salute

elettronica”) si è maggiormente concentrata tra nord America e Regno Unito sin dall’inizio degli

anni ’90. Un ruolo particolarmente incisivo è stato svolto dai Ministeri della salute britannico e

statunitense progettando ed investendo ingenti somme a favore di un controllo informatizzato della

documentazione sanitaria. Da una indagine svolta dall’OMS nel 2009 (ATLAS eHealth country

profile) relativa alle politiche di eHealth, condotta in 114 stati membri, rappresentativi del 81%

della popolazione mondiale, emerge un sostanziale equilibrio tra i due paesi pionieri

dell’informatizzazione sanitaria (USA e UK), in termini di risorse impiegate e legislazione

specifica. Infatti, entrambi i Paesi hanno adottato leggi specifiche in materia di informatizzazione e

trattamento dei dati già prima del 2000, contro una media dichiarata dall’OMS che si attesta intorno

al 2005. Le grandi disponibilità economico finanziarie statunitensi e inglesi hanno permesso ingenti

investimenti su tutte le possibili fonti di implementazione del eHealth, come società di

progettazione informatica, software, progetti di ricerca e formazione professionale. Altri Paesi,

quali Germania Danimarca e Scandinavia, ugualmente attenti alla promozione dell’eHealth, ma con

minori possibilità d’investimento, hanno concentrato le loro risorse nella formazione del personale e

nella ricerca (ATLAS eHealth country profile, 2009).

Riprendendo l’iniziale suddivisione della ricerca in ambito di eHealth, è possibile attribuire

un particolare rilievo, nell’ambito sicurezza del paziente, ad un filone di ricerca relativo alla

prescrizione farmacologica informatizzata (Computerized Physician Order Entry-CPOE). Weir et al

(2012), attraverso una systematic overview sull’argomento, identificano come “ben condotte” 13

revisioni sistematiche. Dall’analisi di ognuna di queste revisioni di secondo livello emerge, in

differenti percentuali, una prevalenza di studi capaci di dimostrare una reale efficacia della

prescrizione informatizzata. In particolare, gli studi mettono in evidenza una significativa riduzione

degli errori di prescrizione dal 23-99% (van Rosse et al, 2009), di quelli di somministrazione dal

30-99% (van Rosse et al, 2009) ed un decremento degli eventi avversi legati alla somministrazione

farmacologica dal 30-84% (Ammenwerth et al, 2008). Inoltre, risultano aumentati anche i livelli di

aderenza alla procedure standardizzate evidence-based ed alle linee guida internazionali (Eslami et

al, 2007). L’argomento della prescrizione farmacologica informatizzata, risulta ad oggi il più

indagato ed il più significativo in termini di qualità della letteratura presente ed attendibilità dei

risultati.

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Altro capitolo di grande interesse è quello legato agli esiti sui pazienti a seguito dell’adozione di un

sistema informatizzato e più in specifico di una cartella clinica. Mekhijan et al (2002) mettono in

evidenza la “forza” dell’informatizzazione, dimostrando una riduzione del 43% dei ritardi a seguito

di prescrizioni di indagini radiologiche ed un riduzione del 100% degli eventi avversi riconducibili

ad errori di prescrizione/somministrazione. Ben-Assouli et al (2012) dimostrano un aumento

dell’appropriatezza di ricovero da pronto soccorso verso tutte le unità operative del 16.2%,

denunciando contemporaneamente un basso utilizzo dell’informatizzazione (16%) da parte dei

medici . Schenarts et al (2012) riconducono ad una efficace informatizzazione la buona gestione dei

percorsi diagnostico/terapeutici dei pazienti politraumatizzati, dimostrando una diminuzione del

24% dei giorni di ventilazione meccanica, del 22% delle polmoniti ed un calo del 65% delle sepsi;

inoltre relativamente all’ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome) si nota un decremento di

oltre il 50% dei casi.

In merito ai costi (terzo tema di ricerca sulla eHealth) occorre distinguere, nell’ambito dei

risparmi, quelli facenti riferimento ai piani d’investimento tecnologici da quelli che derivano

dall’introduzione dei sistemi informatizzati. Il fatto che circa il 50% di tutti gli studi a livello

planetario sulla eHealt siano stati condotti tra Stati Uniti e Gran Bretagna (Lau et al, 2010) rende,

per le differenti caratteristiche politiche e finanziarie dei due sistemi sanitari, molto difficile una

generalizzazione dei risultati; ancor più se dal tema del risparmio si passa a quello dell’investimento

di risorse, ovvero ai costi. L’amministrazione Obama, nel 2010, ha destinato 38 miliardi di dollari

per un importantissimo progetto di informatizzazione sanitaria su larga scala, il quale include

l’introduzione di CCE e il dialogo con i sistemi di database sanitari. La risposta immediata fornita

nello stesso anno dal National Programme for Information Technology (NPfIT) del Ministero della

Salute britannico, ha visto un impiego di risorse per una spesa totale di 12,8 miliardi di sterline.

Questi importantissimi investimenti includono la messa in opera -ed il miglioramento- su larga

scala, di sistemi informatizzati come il: Picture Archiving and Communication System (PACS,

ovvero sistema di archiviazione e condivisione di immagini radiologiche), la cartella informatizzata

(Electronic Medical Record-EMR) ed il sistema informatizzato di prescrizione dei farmaci (CPOE).

Nonostante l’imponente mole di questi investimenti, ad oggi non vi sono studi secondari (o

economico-analitici) capaci di dimensionare correttamente i risparmi realmente attribuibili

all’introduzione di tali sistemi. Esistono studi che analizzano i costi post informatizzazione di alcuni

dei sistemi informatizzati (Kumar et al, 2010), i quali stimano un risparmio annuo a carico del

sistema sanitario statunitense di 8,1 miliardi di dollari, a seguito di un ipotetica introduzione della

cartella informatizzata nella maggioranza delle strutture sanitarie del Paese. Si segnalano altri studi

che misurano, o perlopiù stimano, i risparmi post informatizzazione di determinate singole strutture

sanitarie. Lo scarso potere inferenziale di questi studi, determinato dalla difficilissima

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comparazione tra i differenti sistemi sanitari, impone un atteggiamento di assoluta cautela

nell’interpretazione e nella riproducibilità dei risultati, relativamente al rapporto costi/risparmi

dell’informatizzazione in ambito sanitario.

Infine, occorre segnalare alcuni studi che avrebbero dimostrato l’inefficacia della CCE,

perlopiù mal condotti metodologicamente, non sono stati in grado di fornire una significatività

statistica alla non-efficacia della informatizzazione, soprattutto in termini di esiti sul paziente e

sicurezza. Tra questi studi emerge, come unico caso per buona condotta metodologica, il lavoro di

Han et al (2005) che dimostra un aumento della mortalità, dopo introduzione di CCE, nei sistemi di

trasferimento da primary a tertiary care (Hub/Spoke), nella popolazione pediatrica. In particolare,

dall’analisi statistica emerge che la CCE rappresenta uno dei fattori correlati all’aumento della

mortalità, unitamente a comorbilità e prematurità.

Sintesi della letteratura nazionale

La letteratura nazionale, analizzata per lo studio della documentazione, ha permesso di

evidenziare sostanzialmente un recente progetto promosso dal Ministero della Salute2, alcuni

percorsi intrapresi a livello regionale (in particolare dalle regioni Lombardia, Toscana e Veneto) e

diverse esperienze svolte da singole Aziende sanitarie di altre regioni nell’ambito

dell’accreditamento istituzionale o comunque nella fase di certificazione della qualità.

Un interessante percorso che cerca di definire a livello nazionale le principali caratteristiche

di una cartella clinica integrata è rappresentato dal progetto La Cartella Paziente Integrata (CPI)

del Ministero della Salute3. Il progetto nasce per sopperire ad una mancanza, nel panorama

nazionale, di criteri univoci e di linee guida ufficiali sulle modalità di strutturazione e compilazione

della cartella clinica. La sua finalità è quella di proporre dei requisiti minimi per la realizzazione di

un modello di cartella clinica integrata cartacea che possa essere adottato nei diversi contesti

aziendali e che rappresenti una fonte di ispirazione per tutte le realtà sanitarie italiane.

L’esperienza svolta nell’ambito del progetto CPI presenta alcuni elementi di innovazione

rispetto a quelle sino ad oggi condotte, come ad esempio la metodologia di sviluppo basata sul

coinvolgimento degli operatori e sull’usabilità. La Cartella Paziente Integrata potrà e dovrà essere

adattata anche ai contesti assistenziali specialistici, che potranno richiedere ulteriori elementi di

contesto per consentirne un efficace e appropriato utilizzo e fruibilità. La CPI è stata inoltre pensata

e costruita in funzione della successiva fase di digitalizzazione, in cui l’interazione/comunicazione

con lo strumento è alla base della qualità e della sicurezza della pratica clinica. Del resto

l’integrazione delle diverse figure professionali attraverso la compilazione condivisa della

2 Progetto CPI, Cartella Paziente Integrata, Ministero della Salute, 2011.

3 La Cartella Paziente Integrata (CPI), Ministero della Salute, 2011.

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documentazione clinica si sposa poco con una soluzione cartacea. A fronte di ciò, il gruppo di

lavoro che ha elaborato il modello di cartella del progetto CPI, ha cercato di dare visibilità e spazio

alle azioni dei diversi attori coinvolti nell’ideazione di alcuni strumenti fondamentali:

modulo di sintesi del ricovero, che consente di sintetizzare la storia clinica del ricovero in

poche informazioni sia di competenza medica che infermieristica;

diario integrato che permette, in un unico modulo, di tracciare le procedure, le consulenze, le

decisioni cliniche adottate da parte di medici, infermieri, dietisti, fisioterapisti, ecc;

relazione alla dimissione che prevede, oltre ad una consolidata parte medica, anche una parte

infermieristica.

Nel modello proposto si enfatizza la necessità di tracciare i diversi momenti e i vari tipi di

consenso comunicati e condivisi con il paziente. I moduli proposti non intendono essere esaustivi

nel ricoprire tutte le casistiche possibili di consenso; il contenuto specifico di ogni singolo modulo

di consenso dovrà essere infatti condiviso e adattato rispetto alle esigenze specifiche aziendali. Tra

quelli proposti nel modello, oltre all’autorizzazione delle comunicazioni e informazioni relative al

ricovero e ai principali consensi (per indagini tossicologiche, procedure terapeutiche; trattamento

anestesiologico, etc.) quello maggiormente innovativo è rappresentato dal modulo Comunicazione e

informazione al paziente, che sintetizza tutti i momenti di interazione tra gli operatori e il paziente

stesso. Sono stati predisposti anche specifici moduli che rispondono alla necessità di prevenire il

verificarsi di eventi avversi, tra cui la checklist e il modulo per la tracciabilità in sala operatoria, un

modello di foglio unico di terapia (FUT) per i reparti di degenza, un FUT specifico per il reparto di

terapia intensiva e alcune scale di rilevazione per potenziali rischi, come a esempio quelle delle

cadute. L’obiettivo principale dell’introduzione di questi moduli e strumenti all’interno del modello

di cartella del CPI fa sì che essi diventino dei requisiti minimi indispensabili di qualsiasi cartella

adottata nei diversi contesti regionali e aziendali, al fine di promuovere sempre più una cultura

diffusa sulla sicurezza del paziente e che determinate attività divengano prassi operative degli

operatori. Viene infine proposta una checklist di chiusura della cartella, che costituisce un elenco

importante per la ricostruzione del percorso del paziente a fine ricovero, in modo supportare il

corretto assemblaggio di tutti i moduli di cui la cartella si compone: attraverso la spunta dei moduli

utilizzati, è possibile infatti risalire ai documenti costituenti la storia di quel paziente in quel

determinato ricovero. Non tutti i moduli che compongono la cartella del paziente devono

necessariamente essere compilati o presenti: essendo infatti pensata come una cartella clinica

modulare, essa si struttura man mano sulla base dell’evolvere degli eventi che coinvolgono il

paziente.

In letteratura sono stati inoltre presi in esame alcuni documenti elaborati da singole Aziende,

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riportanti gli elementi costitutivi della cartella clinica4, che possono essere considerati buoni esempi

pratici nel caso in cui si abbia intenzione di elaborare un proprio documento interno.

L’esperienza della Regione Lombardia

La Regione Lombardia ha avviato da diversi anni un organico processo di studio, sviluppo e

condivisione della documentazione sanitaria, adattandolo alla costante evoluzione delle necessità

documentali dell’assistenza, delle professionalità sanitarie, delle tecnologie applicate alla sanità e

alla continuità delle cure socio sanitarie. Di notevole interesse è il Manuale di gestione della

documentazione sanitaria, pubblicato nel 2001 e completamente rivisto e aggiornata nell’edizione

del 20075. Quest’ultimo si pone come atto di indirizzo regionale per la corretta gestione della

documentazione degli ospedali, pubblici e privati accreditati della Lombardia; nel documento sono

riportati i requisiti essenziali della cartella clinica in termini di qualità: tracciabilità, chiarezza,

accuratezza, appropriatezza, veridicità, attualità, pertinenza e completezza. La documentazione

relativa al contributo dei diversi professionisti sanitari (cartella infermieristica, ostetrica,

riabilitativa, ecc) è trattata in uno specifico capitolo, nel quale si evince che il modello di cartella

clinica proposto non è completamente integrato. É comunque di notevole interesse, in funzione del

presente progetto della RER, la definizione dei contenuti essenziali della cartella clinica e la relativa

tabella di valutazione, attraverso i requisiti individuati dalla Joint Commission International (JCI).

per l’accreditamento della documentazione sanitaria.

Recentemente la Regione Lombardia ha pubblicato il “Manuale di gestione della

Documentazione Sanitaria e Socio Sanitaria”, con l’obiettivo di sollecitare l’attenzione dei medici e

degli operatori sanitari a documentare la continuità delle cure tra ospedale e territorio. Quest’ultimo

manuale origina da tre particolari evidenze: innanzitutto il cambiamento avvenuto negli ultimi anni

rispetto al modo di curare (interventi prima assicurati solo in regime di degenza oggi sono

formalmente annoverati tra le prestazioni ambulatoriali, come ad esempio la chirurgia a bassa

complessità assistenziale). In secondo luogo l’aumento dei pazienti cronici affetti da pluripatologie

e, per ultimo, la necessità dell’integrazione di più discipline per la cura di un paziente.

Si divide in tre sezioni: La documentazione sanitaria e socio sanitaria, dedicata alla definizione di

standard di qualità per la documentazione sanitaria, con particolare riferimento alla documentazione

4 Linea Guida sulla compilazione e tenuta della Cartella Clinica, Azienda Ospedaliera Nazionale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, 2007; Progetto sulla Documentazione clinica e il consenso informato attraverso una scheda integrata e successivamente informatizzata, Area territoriale di Jesi, 2008; Linee guida per la corretta compilazione, gestione, custodia e archiviazione della documentazione sanitaria con particolare riferimento alla cartella clinica e al registro operatorio, Azienda Ospedaliera di Pesaro, Regione Marche, 2004; Progetto Cartella clinica, Azienda Ospedaliera “Ospedale Niguarda Ca’ Granda”, Milano; Indicazioni per l’applicazione degli strumenti per l’accreditamento istituzionale nelle strutture sanitarie del servizio sanitario regionale, Regione Toscana.

5 Manuale della Cartella Clinica, seconda edizione, Regione Lombardia, Milano, 2007

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di supporto all’attività ambulatoriale; La gestione documentale: titolario e massimario di scarto

dedicata al ciclo di vita che i documenti hanno dal momento della loro produzione sino

all’eventuale scarto; infine Le nuove tecnologie, che pur avendo aperto straordinarie possibilità

operative, allo stesso tempo hanno evidenziato problematiche nuove e non ancora del tutto esplorate

nell’accesso alle informazioni e nella protezione dei dati personali, nonché nella classificazione,

conservazione e tempi di “smaltimento” della documentazione archiviata. Da qui la volontà, per la

prima volta in Italia, di fornire uno strumento facilmente consultabile ed esaustivo per la produzione

organizzata di quei documenti sanitari che rientrano nel Fascicolo Sanitario Elettronico del

cittadino.

Infine la Regione Lombardia ha affrontato il tema della Cartella Clinica Elettronica (CCE),

elaborando le linee guida regionali per indirizzare gli enti erogatori della sanità lombarda (Aziende

Ospedaliere, IRCCS, Enti Privati Accreditati, etc.) nell’adozione di sistemi informatici a supporto

delle attività assistenziali nei reparti di cura e nelle aree ambulatoriali6. Nel documento, dopo la

descrizione del contesto di utilizzo della CCE nell’ambito delle aziende sanitarie della Regione

Lombardia, vengono esposti i requisiti funzionali che devono essere soddisfatti in una CCE e quali

funzionalità sono invece considerate caratteristiche opzionali. La CCE deve inoltre trovare coerenza

con i dettami della Joint Commission International per l’accreditamento delle strutture sanitarie e

socio sanitarie e quindi avere, in sintesi, le seguenti finalità:

supportare la pianificazione e la valutazione delle cure;

costituire l’evidenza documentale dell’appropriatezza delle cure erogate rispetto agli

standard;

essere lo strumento di comunicazione volto a facilitare l’integrazione operativa tra i medici e

le diverse professionalità che erogano le cure al fine di garantire continuità assistenziale;

costituire una fonte dati per studi scientifici e ricerche cliniche, attività di formazione e

aggiornamento degli operatori sanitari, valutazione delle attività assistenziali ed esigenze

amministrativo-legali;

supportare la protezione legale degli interessi del paziente, dei medici e dell’azienda

sanitaria; deve cioè tracciare le attività svolte per permettere di risalire ai responsabili, alla

cronologia e modalità di esecuzione.

I requisiti non funzionali, invece, descrivono le caratteristiche di prodotto, organizzative ed

esterne (aderenza a standard, efficienza ed efficacia, fruibilità, interoperabilità, normative,

sicurezza, privacy, ecc) che una CCE deve possedere. Queste linee guida regionali tengono altresì

in considerazione anche i numerosi standard nazionali e internazionali in materia di Electronic

6 Linee guida per la Cartella Clinica Elettronica Aziendale, Regione Lombardia, Milano, 2012

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Health Record (EHR) sia per l’interoperabilità dei sistemi, sia per quanto che riguarda gli aspetti

strutturali e tecnologici dei dati. Sono considerati particolarmente rilevanti gli standard CEN EN

12967, Health Informatics Service Architecture – HISA ed EHR-S (Electronic Health Record –

System) definito dal comitato EHR-S TC (Technical Council) di HL77.

La Cartella Clinica Elettronica (CCE)

La CCE può essere considerata un’evoluzione della cartella clinica cartacea, purché sia in

grado di garantire il supporto dei processi clinico-assistenziali nei singoli episodi di cura e favorire

la continuità assistenziale tra i diversi episodi di cura afferenti alla stessa struttura ospedaliera8. Una

visione dello strumento di CCE come il mero “digitalizzatore” del cartaceo, da implementare senza

un’adeguata revisione dei processi interni è riduttiva - se non errata - e non permette di valorizzare

il potenziale in termini di gestione integrata delle informazioni, tempestività, automazione,

semplificazione offerte dall’ergonomia dello strumento digitale” 9.

La CCE deve quindi intendersi come una piattaforma aziendale trasversale, ovvero deve

essere utilizzata da tutti i reparti, servizi ambulatoriali e servizi diagnostici per condividere le

informazioni necessarie per la gestione dell’intero processo diagnostico-terapeutico-assistenziale.

Risulta quindi indispensabile che la CCE sia integrata nel sistema informativo aziendale e che la sua

realizzazione dipenda dall’esistenza di alcuni pre-requisiti, come un’unica anagrafe-cittadini

centralizzata e certificata, un sistema centralizzato di programmazione/accettazione dei pazienti dal

pronto soccorso alle prenotazioni ambulatoriali post dimissione e un clinical data repository

aziendale, che contenga referti e dati strutturati di eventi clinici in grado di supportare l’intero

percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale trasversalmente ai reparti/servizi in cui si realizzano

le varie fasi dello stesso.

Un sistema integrato di documentazione sanitaria elettronica risulta essere di fondamentale

supporto nell’ambito di riassetti logistico-organizzativi quali ad esempio l’ospedale per intensità di

cura. Questa nuova connotazione richiede una revisione organizzativa dei processi ospedalieri, un

ripensamento dei ruoli e delle loro interazioni ed una riqualificazione dell’offerta territoriale al fine

di da garantire continuità clinico-assistenziale. Un fattore favorente l’integrazione tra le diverse

figure professionali è rappresentato dalla condivisione delle conoscenze sul paziente fra i

professionisti coinvolti nel percorso di cura e l’implementazione di strumenti di comunicazione che

rendano più snello il passaggio tra i diversi setting. La cartella clinica integrata elettronica, nella

7 Linee guida per la Cartella Clinica Elettronica Aziendale, Regione Lombardia, Milano, 2012.

8 Cartella clinica elettronica ospedaliera, Indicazioni per un progetto sostenibile”, a cura di: Aisis - Associazione

Italiana Sistemi Informativi in Sanità, Clusit - Associazione Italiana Sicurezza Informatica e Anorc - Associazione Nazionale Operatori e Responsabili della Conservazione, Milano, 2012.9 Linee guida per la Cartella Clinica Elettronica Aziendale, Regione Lombardia, Milano, 2012.

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modalità organizzativa dell’ospedale per intensità di cure, diviene quindi uno dei principali

strumenti di integrazione professionale, di continuità e personalizzazione delle cure. A questo fine

si rende necessario prevedere l’integrazione tra la CCE attiva in ambito ospedaliero e gli applicativi

informatici utilizzati a livello territoriale, ossia i sistemi in uso presso le strutture residenziali,

l’assistenza domiciliare integrata e l’attività condotta dai medici di medicina generale/pediatri di

libera scelta.

Per intraprendere un percorso di informatizzazione della documentazione sanitaria

occorrone al contempo un cambiamento culturale/organizzativo ed un investimento di risorse nel

sistema informativo complessivo. In questo percorso, il settore ICT (Information and

Communication Technology) riveste un ruolo fondamentale per garantire supporto, stabilità e

controllo nella gestione dell’innovazione.

Tuttavia analisi sul campo hanno evidenziato che tra il 50% e l’80% dei progetti di EMR

falliscono (Greenhalgh et al, 2009) o che l’implementazione dello stesso sistema di EMR in contesti

diversi può portare a risultati estremamente differenziati e non sempre di successo (Nasi et al,

2010). Inoltre i presenti studi evidenziano che il successo di questi progetti dipende solo

parzialmente dal software utilizzato, essendo fortemente correlati a una serie di pre-requisiti di

governance e di gestione complessiva dei progetti stessi10.

La transizione della documentazione dal cartaceo a quella informatizzata, è un passaggio

molto delicato per le per le insidie che include. Un’analisi comparata della documentazione

infermieristica cartacea e informatizzata è stata svolta presso l’Ospedale Valduce di Como11, dove è

stato studiato l’impatto che l’introduzione della CCE ha avuto sui processi clinici, attraverso lo

studio di indicatori di performance infermieristici. Dai risultati dell’indagine è stato possibile

osservare l’impatto dello strumento elettronico su:

la riduzione delle non conformità relative alla documentazione clinica: il numero di non

conformità relative alla scheda unica di terapia farmacologica si è ridotto dall’86,8% al

13,7%;

il miglioramento della comunicazione tra professionisti: non solo è aumentato il numero di

note condivise tra medico e infermiere ma, attraverso questo strumento, si è resa possibile la

comunicazione di dati verso tutti i professionisti in tempo reale e da qualsiasi postazione

all’interno dell’ospedale;

la velocizzazione di alcuni processi dovuta al recupero immediato delle informazioni;

10 Cartella clinica elettronica ospedaliera, Indicazioni per un progetto sostenibile”, a cura di: Aisis - Associazione Italiana Sistemi Informativi in Sanità, Clusit - Associazione Italiana Sicurezza Informatica e Anorc - Associazione Nazionale Operatori e Responsabili della Conservazione, Milano, 2012.11 “La cartella clinica elettronica dell’Ospedale Valduce di Como: analisi comparativa della documentazione infermieristica cartacea e digitalizzata”, tratto da L’Infermiere, 2010; 47;2:34-41

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l’eliminazione della duplicazione dei dati, quali quelli relativi alla terapia farmacologica,

alle attività infermieristiche e i dati anamnestici.

D’altro canto si sono riscontrati anche alcuni aspetti problematici, quali il processo di

rilevazione e registrazione dei parametri vitali. Ad esempio la percentuale di parametri prescritti e

non rilevati è aumentata dal 9% con l’uso della cartella clinica cartacea al 34,2% con la CCE;

questo a causa delle caratteristiche intrinseche dello strumento.

In questo lavoro di ricerca è stato inoltre indagato il clima organizzativo che ha

caratterizzato l’introduzione e lo sviluppo della CCE, attraverso un focus group realizzato col

gruppo infermieristico. La fase più critica è risultata essere, come prevedibile, quella di

“introduzione” della CCE: la lentezza dei PC tablet, una scarsa tempestività nell’assistenza tecnica

da parte del servizio dei sistemi informativi interni, lo stress di commettere errori derivante dalla

confusione e dalla scarsa conoscenza del programma hanno determinato negli infermieri un iniziale

atteggiamento di sfiducia verso lo strumento. Nonostante queste difficoltà iniziali, la

determinazione del gruppo, l’aggiornamento del software e la parziale e graduale risoluzione dei

problemi procedurali hanno portato a un progressivo aumento dei consensi da parte degli infermieri

nei confronti della CCE, tanto da preferirla alla cartella su supporto cartaceo.

Articolazione del progetto

Prima fase: progettazione

La prima fase del progetto si articola nei seguenti momenti.

a) Identificazione dei gruppi di lavoro regionali, con i seguenti obiettivi:

definizione ed elaborazione dei requisiti essenziali di una cartella clinica integrata;

definizione delle sezioni della Cartella Clinica Integrata (CCI) da sottoporre

prioritariamente, a livello aziendale, al processo di informatizzazione;

definizione e stesura di indirizzi/raccomandazioni regionali, strutturali e tecnologiche, per il

processo di informatizzazione della cartella clinica integrata;

elaborazione di una brochure/reminder sulla corretta tenuta della documentazione sanitaria

(per l’identificazione degli elementi critici si rimanda ai risultati dell’audit regionale sulla

corretta tenuta della documentazione sanitaria).

b) Identificazione delle Aziende Sanitarie sede di sperimentazione della CCI e dei rispettivi

gruppi di progetto aziendale (gruppi di miglioramento multidisciplinari) che, auspicabilmente,

devono rispondere ai criteri di competenza, responsabilità e interesse e garantire un equilibrio

tra gli attori “responsabili” e gli attori “su campo”.

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c) Definizione e organizzazione di un evento formativo sulla cartella clinica integrata rivolto ai

componenti del gruppo di lavoro regionale.

d) Costituzione di un pacchetto formativo rivolto a tutti gli operatori delle unità operative sede

di sperimentazione, da proporre alle Aziende sanitarie .

Il gruppo di lavoro regionale è composto dai rappresentanti delle Aziende sanitarie della RER.

Seconda fase: attuazione

La seconda fase si articola nei seguenti punti.

a) Attivazione, a livello regionale, di sei gruppi di lavoro (e quattro sottogruppi) al fine di

raggiungere gli obiettivi del progetto stesso. I gruppi di lavoro affronteranno le seguenti aree

tematiche:

1. Area descrittiva (anamnesi, esame obiettivo e diario clinico);

- Sottogruppo infermieri;

- Sottogruppo ostetriche;

- Sottogruppo fisioterapisti;

- Sottogruppo tecnici di radiologia.

2. Area operatoria (registro operatorio ed anestesiologico).

3. Area Foglio Unico di Terapia (FUT) e grafica.

4. Area scale di valutazione.

5. Area consenso informato e trasfusionale.

6. Area dimissione.

In ogni gruppo di lavoro regionale si prevede l’identificazione di un coordinatore, di un

mandato di lavoro e del relativo tempogramma.

b) Confronto e monitoraggio dei lavori prodotti nei sottogruppi e loro condivisione in plenaria.

c) Stesura definitiva di un documento che riporti la descrizione dei requisiti essenziali della

CCI, degli indirizzi regionali sul processo di informatizzazione della stessa e la

brochure/reminder sulla corretta tenuta della documentazione sanitaria.

d) Presentazione dei requisiti essenziali della CCI, rivolta a gruppi di professionisti, attraverso

un incontro per Area Vasta.

e) Diffusione del suddetto documento alle Aziende Sanitarie della RER, con la richiesta di

realizzare un’autovalutazione della documentazione sanitaria in uso, al fine di identificare

l’eventuale scostamento tra le caratteristiche della/e CCI in uso ed i requisiti definiti a livello

regionale. I risultati di tale autovalutazione saranno relazionati al Responsabile del Servizio

Presidi Ospedalieri secondo un format predefinito.

L'allegato 2 illustra il percorso del progetto di intervento a livello regionale.

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Terza fase: sperimentazione

Il progetto di intervento/miglioramento prevede la sperimentazione della CCI secondo i

requisiti essenziali definiti a livello regionale. Saranno raccolte le adesioni delle Aziende

Sanitarie/aree degenziali coinvolte nella sperimentazione.

La fase di sperimentazione prevede la nomina di un gruppo di progetto aziendale e la

definizione di un responsabile con le seguenti responsabilità:

stesura del documento di progetto di intervento aziendale con la definizione di obiettivi,

macroazioni di intervento, unità operative/dipartimenti coinvolti, tempogramma e modalità

di valutazione della sperimentazione;

monitoraggio della sperimentazione;

rendicontazione periodica, a livello regionale, dell’avanzamento dei lavori supportata da una

scheda di monitoraggio. Il confronto fra le Aziende Sanitarie pilota sull’andamento delle

sperimentazioni consente di mettere in evidenza i punti di forza, di affrontare le eventuali

criticità e di ideare le possibili soluzioni da attuare nella fase di implementazione.

Quarta fase: valutazione

La valutazione del progetto di intervento si articola su due livelli, uno riferito alla

implementazione di una CCI nelle Aziende Sanitarie pilota e l’altro rivolto a valutare il

raggiungimento delle macroazioni di intervento definite dal progetto di intervento in ogni Azienda.

Alle suddette azioni va aggiunta la rilevazione del gradimento degli operatori coinvolti nella

sperimentazione e dei componenti dei gruppi di progetto aziendale.

Al termine della sperimentazione i responsabili di progetto aziendali, presenteranno una relazione

sui risultati della sperimentazione. Tale percorso realizzato nelle Aziende permetterà eventualmente

di migliorare i requisiti essenziali di una CCI. L'allegato 3 illustra il percorso del progetto di

intervento a livello aziendale.

Quinta fase: comunicazione/diffusione

L’ultima fase del progetto è rappresentata dalla comunicazione e diffusione, a livello

regionale, dei risultati del progetto. Gli step caratterizzanti la quinta fase sono i seguenti:

presentazione degli indirizzi regionali per l’adozione della CCI;

definizione di un piano di comunicazione regionale sui risultati delle sperimentazioni;

definizione di un piano di monitoraggio che preveda, a cadenza periodica, il monitoraggio

dell’implementazione a livello regionale.

Dopo la fase di comunicazione, consultazione e condivisione seguirà la sperimentazione del

modello di CCI elettronica (CCIE) presso alcune aziende della RER.

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Tempogramma del progetto

Il diagramma di Gantt sotto riportato illustra i tempi previsti per lo sviluppo delle fasi del

presente progetto.

Fase DESCRIZIONEMar

2014

Apr

2014

Mag

2014

Giu

2014

Lug

2014

Ago

2014

Set

2014

Ott

2014

Nov

2014

1 Attività gruppi di lavoro

2Raccolta/sintesi materiale bibliografico e stesura documento di progetto

3 Condivisione e consultazione allargata

3Invio alle Aziende degli indirizzi regionali e avvio sperimentazione

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Scientifico Editore, 2006.

- Progetto Ospedale Modello – Jesi – Gruppo documentazione clinica e consenso informato.

- Reckmann MH, Westbrook JI, Kho Y, Lo C, Day RO. Does computerized provider order entry

reduce prescribing errors for hospitalinpatients? A systematic review. Journal American

Informatics Association, 2009;16: 613-23.

- Regione Lombardia, Delibera Consiglio Regionale n. IX/0088 del 17 novembre 2010, Piano

Socio Sanitario Regionale 2010-2014.

- Regione Lombardia, Delibera di Giunta Regionale n. VIII/10031 del 7 agosto 2009,

Determinazioni in merito all’evoluzione del Progetto CRS-SISS.

- Regione Lombardia, Direzione Generale Sanità, Circolare n. 37934 del 28 dicembre 2011,

Adozione delle Linee guida Regionali per la Cartella Clinica Elettronica Aziendale.

- Regione Lombardia, Direzione Generale Sanità, Linee guida Regionali per la Cartella Clinica

Elettronica Aziendale, 2012.

- Regione Lombardia, Manuale della Cartella Clinica, 1a edizione, 2001.

- Regione Lombardia, Manuale della Cartella Clinica, 2a edizione, 2007.

- Regione Marche, Linee guida documentazione sanitaria, 2004.

29

Page 30: Cartella Clinica Integrata Progetto di intervento ... · Fabbri Cristina AUSL Romagna (Sede di Cesena) Fumagalli Maria Angela AUSL Romagna (Sede di Forlì) ... SPO Direzione Generale

- Regione Toscana, Indicazioni per l’applicazione degli strumenti per l’accreditamento

istituzionale del strutture sanitarie del servizio sanitario regionale toscano.

- Regione Toscana, Scheda Terapeutica Unica, I quaderni delle campagne per la sicurezza del

paziente, Centro gestione Rischio Clinico.

- Rivista del Collegio Ipasvi di Verona. La documentazione infermieristica nella Legge 34/07 -

Regione Veneto. Infermieristicamente, 1/2008, 9-13.

- Schenarts PJ, Goettler CE, White MA, Waibel BH. An objective study of the impact of the

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30

Page 31: Cartella Clinica Integrata Progetto di intervento ... · Fabbri Cristina AUSL Romagna (Sede di Cesena) Fumagalli Maria Angela AUSL Romagna (Sede di Forlì) ... SPO Direzione Generale

Allegato 1 - Flow chart della ricerca della letteratura internazionale.

31

Cochrane Library – Cochrane CRCT

No Lim

(tot n=7819)

CINHAL PlusLim:

DoP: 2008-2013

PT: NO

L: Ing:

Abstr: SI

(tot n =3607)

Medline Complete/

PubMedLim:

DoP: 2003-2013

PT: NO

L: Ing:

Abstr: SI

(tot n=8329)

Medline Complete/

PubMedLim:

DoP: 2003-2013

PT: Syst. Rev.

L: Ing:

Abstr: SI

(tot n=8329)

Considerati

n=0

Considerati

n=15

Considerati

n=6

Considerati

n=7

Valutati

n=28

Eliminati

n=12

Accettati

n=16

Background

n=6

Sinossi

n=10

Page 32: Cartella Clinica Integrata Progetto di intervento ... · Fabbri Cristina AUSL Romagna (Sede di Cesena) Fumagalli Maria Angela AUSL Romagna (Sede di Forlì) ... SPO Direzione Generale

Allegato 2 - Percorso del progetto di intervento a livello regionale

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Allegato 3 - Percorso del progetto di intervento a livello aziendale

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