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Cappelleria Palladio Bottega Storica In Vicenza

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Bottega storica del cappello in Vicenza -Italy-

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Cappelleria PalladioBottega Storica In Vicenza

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Cappelleria PalladioBottega Storica In Vicenza

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“sapesse il cielo

far da cappello a questa mia vita,

saprei allora

correre fino a perder fiato”

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AnticaSi fa presto a dire:“sindaco di una piccola città”.Occorre poi capire cosa significhi una frase del genere. Quali tesori essa nasconda.Immaginiamo allora di camminare accanto a questo sindaco lungo le strade e per le piazze della sua città. Per scoprire quanti “mondi” si spalanchino davanti ai vostri occhi proprio perché è piccola, e tuttora pervasa dallo spirito di una provincia che una volta si usava definire “felice”. Se oggi è lecito chiedersi quanto sia ancora possibile parlare di una provincia felice, una delle tante e bellissime risposte che Vicenza può dare consiste nel varcare la soglia della Cappelleria Palladio.Bottega le cui vetrine sfavillano all’angolo fra due pregiate piazzette del suo centro più antico: a due passi dalla Basilica Palladiana, e sotto portici profumati di caffè e pasticcini.Come testimoniano le stupende immagini di questo libro, vi troverete a visitare un mondo, variopinto e lussuoso, che sembra rubato di peso da un libro di fiabe, quando invece possiede tutti i colori, le fogge e le rifiniture di una realtà calata nella storia del più creativo ed elegante artigianato. Qui, usando come scena un così poetico scorcio di Vicenza, da cinquant’anni esatti si racconta niente meno che la Storia,

della società e delle sue mode, attraverso meravigliosi copricapo pronti ad assumere di volta in volta le sembianze di un panama, un borsalino, un colbacco, un basco, una coppola o, perché no, un giovanile berretto dal lungo frontino. Per non parlare degli incantevoli cappelli da donna, che da soli bastano a rievocare un film di Hollywood, uno scandalo a Corte, o un’intera epoca del nostro passato.Emozioni che solo una “piccola città” può, ancora, suscitare.

Achille VariatiSindaco di Vicenza

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BottegaBottega storica in Vicenza

A Vicenza, fra Contrà Pescherie Vecchie e Piazzetta Andrea Palladio, di fronte alla Basilica progettata dal celebre architetto cinquecentesco, rivive l’antichissima arte del cappello. Collocata nel cuore del centro storico cittadino, la Cappelleria Palladio è sempre stata parte integrante del “salotto” di piazza dei Signori e di piazzetta Palladio, che troneggiano circondate dallo scorrere di una vita ancora a misura d’uomo, ma in cui si intravedono nuove fasi di sviluppo. La “Cappelleria Palladio” fonda le proprie origini all’ inizio del ‘900 per poi ampliarsi e svilupparsi nel corso degli anni ’50 e attinge all’uso secolare del cappello: un tempo segno distintivo e simbolo di costume, oggi accessorio di moda e indispensabile complemento di stile ed eleganza. Entusiasmo, seria professionalità e grande passione sono state le basi su cui la famiglia Roviaro ha seguito la propria attività, anche se per i titolari, ai quali si rivolgono i clienti della zona e dell’intera regione, oltre ad appassionati cultori, portatori di cappelli e turisti da ogni parte d’Italia e del mondo, questo lavoro è anche, e soprattutto, arte vera e propria.Nell’antiquariato è immersa tutta l’atmosfera del negozio, a partire dal

reparto riservato ai cappelli femminili, arredato in stile Settecento veneziano, dove si rivive l’aria salottiera degli atelier fra drappeggi di velluto porpora e imponenti consoles dorate; il settore maschile, avvolto da atmosfere di ispirazione austriaca e inglese, ospita svariati modelli in cui si riconoscono il talento e la fantasia produttiva di una professione in continua evoluzione.Arredi e locali che dovranno rimanere immutati nel tempo dal momento che la Cappelleria, dopo cinquant’anni di attività, è stata dichiarata “Bottega storica”, annoverandosi così fra le attività di tradizione e professionalità a tutela di un prezioso patrimonio culturale e commercialeAvviate aziende e modisterie, la cui provata esperienza ha permesso di adattare produttività e modelli alle esigenze della vita moderna, forniscono da sempre la Cappelleria Palladio, che vanta fra i propri estimatori anche nomi illustri del mondo dello spettacolo, qui attratti dalle manifestazioni del nuovo Teatro Comunale e del Teatro Olimpico. Ugualmente, fra gli affezionati clienti si ritrovano esponenti del mondo economico italiano ed estero, attirati dall’intenso fervore della ricca provincia vicentina,

sede, tra l’altro, della famosa Fiera dell’Oro e della prestigiosa Fiera del Lusso, apprezzate a livello internazionale.Copricapi classici, modelli in linea con i dettami della moda, novità della produzione italiana ed estera arricchiscono la gamma dell’offerta della Bottega, che da decenni vende solo ed esclusivamente cappelli, ne cura la storia e ne segue l’evoluzione, non dimenticando l’artigianalità del prodotto, a partire dall’ormai rara operazione della stiratura a vapore che viene ancora effettuata per i preziosi copricapi.Nell’atmosfera mitteleuropea del reparto maschile, fra poltrone in velluto e introvabili cappelliere da viaggio in doghe di legno, si acquistano berretti di cachemire, grandi sciarpe in lana di cammello, colbacchi alla russa o alla norvegese in morbida pelliccia , cilindri e bombette, resistenti “Tiroler” in pelo di tasso, originali cappelli da cow-boy a tenuta d’acqua, importati direttamente dall’Arizona. Non mancano feltri di elevata leggerezza e morbidezza, in pelo di coniglio o lepre, del peso di appena 60 grammi, realizzati dagli abili tessitori del Biellese, per un utilizzo indistruttibile e praticissimo. Tra gli altri, ancora, portabilissimi feltri all’Indiana Jones,

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Storicaimmancabili classici berretti inglesi a pied-de-poule in calda lana o alpaca e “coppole” in velluto rigato, grandi berretti a spicchi colorati tipicamente irlandesi, cappelli antipioggia o in tweed.Nella collezione estiva si vedono gli attualissimi cappelli newyorkesi prediletti dai giovanissimi in tessuto o paglia, le linee in rafia colorata alla Frank Sinatra, i diffusissimi berretti con il frontino tipo Vecchia America – sempre uno dei must anche nella versione invernale - in lino o canapa grezza fino al prezioso shantung di seta. La passione per il copricapo estivo si traduce anche nelle intramontabili coppole in lino o cotone e nella linea per lo sport, dal berretto “baseball” dal lungo frontino alle classiche forme bianco-blu da yachting club per gli amanti del mare e dell’aria aperta, ai particolari e praticissimi copricapi australiani in cotone, sempre ricercati e attesi da vacanzieri e viaggiatori. Molto fascino hanno gli ampi berretti da porto di Marsiglia, che si presentano in una vastità di tessuti e colori, indistruttibili sono i berretti all’americana, particolari le linee sudamericane, da indossare sia con i bermuda che con i completi in lino. E’ invece da portare con ironia la forma classica in paglia sottile con la cinta

nera, mentre sono sempre richiestissimi i Panama “Montecristi”, provenienti direttamente dall’Ecuador in numero limitato dentro piccole scatole di balsa; è infatti possibile arrotolarli grazie alla particolare lavorazione a mano della paglia che li rende morbidi e sottili come un tessuto.Parallelamente, i modelli femminili hanno mantenuto la ricercatezza e la femminilità dello stile, di certo più lezioso e colorato, che caratterizza l’accessorio di punta e l’impeccabile eleganza delle occasioni mondane. Fra cuffie di piume, cappellini in agrette, airone e struzzo per il glamour della sera o del party, le esigenze della donna attuale si concentrano sulla praticità di calotte in maglia colorata e baschi in morbida lana cotta o angora inglese, su cloches impermeabili impunturate e lisce, su sportivi e caldi colbacchi, riconoscibili anche nelle ricercate fasce in visone o volpe, senza dimenticare la raffinatezza e l’esclusività dei modelli di alta modisteria in velluto, feltro o pelliccia. Per un’aria sofisticata e disinvolta allo stesso tempo ecco minuti cappelli in feltro, mentre il revival anni ’30 è riconoscibile nei piccoli e pratici cappellini dall’aria misteriosa alla Greta Garbo o nelle

linee grintose in pelle che rimandano alla Berlino underground per un tocco di chic anche allo stile più disinvolto. Per chi vuole osare, la pagoda celebrata da Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany” e i grandi “cappellacci” anni ’70.La fantasia dell’estate rimanda ai grandi cappelli in paglia di Firenze intrecciata o flessuosa e sottile – detta “maglina” – alle guarnizioni in fiori di seta, chiffon, raso, alle calotte di cotone a uncinetto, alle simpaticissime calottine in cotone rigato, ai divertenti cappelli in paglia di riso per un’estate in stile Capri, ai piccoli caschetti che conferiscono femminilità e classe, ai copricapi in organza o nell’innovativa rete di paglia per un tocco di leggerezza. Per i momenti particolari, ecco apparire i diademi austriaci in pregiati Swarovski, le mantiglie spagnole in candido pizzo, i velluti e le paillettes, i lunghi guanti in raso nero fino alla toque alla Jaqueline Kennedy, ripresa ora da Carla Bruni. Una profusione di forme e colori, tutti da interpretare e personalizzare che uniscono il classico alla tendenza e che si accompagnano alla collezione privata dei proprietari: il cilindro da sera in lucido pelo di talpa, la lobbia alla Churchill in feltro rifinito in canettè di seta, il Bobby inglese o il Shikar Helmet

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Vicenzadegli Impressionisti francesi, ai ricevimenti nei parchi delle ville venete, agli incanti dell’Africa, ai caldi colori dei boschi in autunno, al fascino dell’Oriente.Un negozio da visitare che, a detta di clienti e fornitori, sembra effettivamente unico nel proprio genere, tanto da venire quotidianamente fotografato da turisti e ammiratori, oltre che essere spesso sfondo di set fotografici e cinematografici. Una “bottega” di decennale tradizione, grazie anche all’aiuto e alla professionalità di valide collaboratrici, che riesce a esprimere una grande e profonda passione per un accessorio particolare. L’arte della confezione del cappello è un patrimonio che si eredita, in possesso di abili modiste che con l’aiuto di veloci attrezzature mantengono un comparto aziendale di alta produttività, che vanta un sempre maggior numero di intenditori e di giovani, appassionati e attenti alla moda, al particolare e alla qualità.

(casco coloniale) anni ’20; il tipico tricorno veneziano accompagnato al mantello detto “tabarro”, il casco da motociclista in pelle nera corredato da occhialoni – vendutissimo per chi guida auto scoperte e spider - oltre ad una serie di copricapi originali dei costumi tirolesi e curiosità da tutto il mondo (fez, sombrero, turbante indiano etc.). Accanto, rari attrezzi per la realizzazione del cappello, provenienti da fabbriche dismesse del Biellese: modellini di teste in legno, piega-tesa a pressione, misura-circonferenza graduati in alluminio. Non ultima, una raccolta di libri, saggi e stampe sulla storia e l’uso del cappello nei secoli.I proprietari e il loro staff di assistenti hanno sempre accolto e accolgono clienti e amici, giornalisti ed estimatori, appassionati cultori, visitatori italiani e stranieri con squisita cortesia e affabilità all’ombra delle colonne palladiane, tramandando così la loro esperienza e la loro professionalità e, soprattutto, grande entusiasmo e infinita passione per il proprio lavoro. Le vetrine sono ormai diventate “meta di pellegrinaggio” grazie ai curati allestimenti che rimandano di volta in volta all’Austria imperiale, alla vivacità londinese, alla Cuba di Hemingway, ai campi di grano e papaveri

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FotografieLe fotografie

Non sono nuovo alle esplorazioni negli affascinanti percorsi della produzione artigianale. Questa volta però ho provato un particolare divertimento: ma quanti sono i copricapi che si possono immaginare? Non sembra neanche vero!Dal Colbacco di pelliccia al Panama, che si arrotola come un sigaro nella sua scatola di legno, dal cappello australiano ornato di denti di coccodrillo, all’amato cappello verde dell’alpino; dal largo cappello di paglia fino agli stupendi fiori di cartapesta, che rivedo appuntati con eleganza sulle acconciature a festa delle signore.Un vero spettacolo di culture e di creatività, da riscoprire tra le pareti di un negozio che profuma di antico e di prestigioso, dove si mescolano l’aroma del legno, l’odore di lana cotta e di paglia, e dove ogni volta sembra di tornare nella soffitta della nostra infanzia, ricca di misteri e tesori da scoprire.Dietro i bauli e le valigie al primo piano si alzano scaffali ricolmi di coppole di lana, mentre al piano terra la festa delle forme e dei colori è sempre diversa, ad interpretare le stagioni. Che meraviglia.E ancora una volta mi trovo a ringraziare chi mi ha dato l’opportunità di un nuovo viaggio, fra i mille mondi e culture diverse raccolte con cura e passione in Piazzetta Palladio 13.

Giovanni De Sandre, nato nel 1974, architetto, affronta i campi più diversi della fotografia,ed e’ autore di diversi volumi monografici sui temi del lavoro e della quotidianità.Già assistente universitario alla facoltà di Architettura di Ferrara,oggi collabora in modo continuativo ai programmi di comunicazionedi artisti e marchi di respiro internazionale.Dal 2002 è docente a contratto di linguaggio fotografico e graficoall’Università di Padova.

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ImmaginiImmagini

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tutti i diritti riservati

Pubblicazione di proprietà di Cappelleria PalladioRiproduzione vietata

stampaCasa editrice “Il Prato”Saonara - Padova2009

A cura diGiorgia Roviaro

Foto© Giovanni De Sandre

Foto di apertutaArchivio Cappelleria Palladio

Post-produzione fotograficaGiovanni De SandreGiorgia Salinitro

Progetto GraficoDaniela Martin

Si ringraziaRita AdamoMarco FerreroLuca ParisatoComune di Vicenza

Si desidera ringraziare assistenti, fornitori, aziende e quanti nell’arco di oltre cinquant’anni hanno collaborato all’attività della Cappelleria Palladio con stima, simpatia e dedizione.

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Piazzetta Palladio, 13 Contrà Pescherie Vecchie, 4 - Vicenza

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