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NMR e diffusione molecolare in tessuti biologici
CAPITOLO 2 STUDIO DELLA DIFFUSIONE MEDIANTE IMMAGINI DI RISONANZA MAGNETICA 2.1 NMR e diffusione molecolare in tessuti biologici
Con il termine diffusione si indica il moto caotico e disordinato delle molecole di un
sistema dovuto all’agitazione termica.
I tessuti biologici possono svolgere le loro funzioni vitali all’interno di un range di
temperature che va da 273°K a 315°K : in tali condizioni la maggior parte degli elementi
biologici si presenta allo stato liquido o in soluzione acquosa. La diffusione riveste perciò
un ruolo primario nei processi di trasporto che avvengono in ambito metabolico; il
principale mezzo di trasporto in tali processi è l’acqua, che rappresenta circa il 70% in
volume dei tessuti biologici.
I tessuti, a livello microscopico, non presentano una struttura omogenea: le membrane
cellulari ed i vari organelli formano ostacoli al movimento dell’acqua e delle altre molecole
biologiche. Misure riguardanti la mobilità delle molecole d’acqua possono quindi fornire
rilevanti informazioni sulla struttura dei tessuti e sulla presenza di eventuali alterazioni
patologiche.
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NMR e diffusione molecolare in tessuti biologici
2.1.1 Processo di diffusione molecolare
Le tecniche tradizionali per lo studio di processi diffusivi utilizzano un tracciante, iniettato
nella zona di interesse, di cui registrano i profili spazio-temporali di concentrazione. Per
un mezzo isotropo vale la legge di Fick , in base alla quale il flusso di tracciante risulta: a1
J = - D (2.1) C∇ dove C è la concentrazione molecolare di tracciante e D il “coefficiente di diffusione”
del mezzo. Quindi è possibile determinare D a partire dal rapporto tra J e , dove
queste ultime grandezze possono essere misurate mediante opportuni metodi di natura
fisica o chimica.
C∇
Secondo il Sistema Internazionale si utilizzano le seguenti unità di misura:
J = [moli/sec · 2m ] , = [moli/C∇ 4m ] , D = [ 2m /sec ] Sostituendo l’eq.(2.1) nell’equazione di conservazione della massa, data da:
t∂
∂C = - ∇ · J (2.2)
si ottiene l’equazione di diffusione:
t∂
∂C = ∇ · (D ) (2.3) C∇
Nel caso in cui D sia uniforme nello spazio, il mezzo sia infinito (ossia il flusso non è
ostacolato) ed il profilo iniziale di concentrazione sia:
C(r,t) = δ(r - ) 0r
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NMR e diffusione molecolare in tessuti biologici
l’eq. (2.3) ha una soluzione data da:
⎟ ⎠
⎞ ⎜ ⎝
⎛ −⋅− ⎟⎟ ⎠
⎞ ⎜⎜ ⎝
⎛ π
= 4Dt
)()(-exp Dt4
1t)C( 3
00 rrrr,r (2.4)
Utilizzando l’equazione di diffusione e ricorrendo all’ausilio di traccianti radioattivi o
fluorescenti è possibile perciò determinare il coefficiente di diffusione del sistema in
esame.
Si può notare, poi, che il coefficiente D definito sopra coincide con quello presente nella
relazione ricavata da Einstein:
(r - ) · (r - ) = 6Dt (2.5) 〈 0r 0r 〉 che esprime la varianza del processo stocastico P(r/r0,t), il quale fa riferimento alla probabilità di trovare una molecola in una posizione r ad un istante t partendo da una
posizione iniziale . La (2.5) è valida in caso di diffusione libera (senza ostacoli). 0r
In accordo alla relazione di Einstein esiste una proporzionalità diretta tra la distanza di
diffusione (cioè il cammino medio percorso da una molecola in movimento diffusivo) ed il
tempo di percorrenza: andando a disegnare su un piano cartesiano tale relazione, la
pendenza della retta ottenuta è una misura del coefficiente di diffusione della specie in
esame.
Le tecniche che utilizzano traccianti operano in situazioni di non equilibrio e riescono
difficilmente a sondare strutture inferiori al millimetro. Per studi di diffusione a livello
microscopico si utilizzano tecniche di scattering laser o neutronico, arrivando anche a
risoluzioni dell’ordine del nanometro; tali procedure sono però molto invasive e quindi
difficilmente applicabili per studi in vivo e sull’uomo.
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NMR e diffusione molecolare in tessuti biologici
2.1.2 NMR e diffusione
La tecnica NMR rappresenta l’unica metodica totalmente non invasiva che ci permetta di
eseguire studi di diffusione molecolare a livello cellulare.
Il principio su cui si basa tale procedura è quello dell’effetto IVIM (Intra Voxel Incoherent
Motion): in condizioni di equilibrio il flusso macroscopico molecolare in un mezzo diffusivo
è nullo, anche se a livello microscopico le singole molecole sono soggette ad un moto
incoerente e casuale.
In NMR è possibile implementare specifiche sequenze sensibili al moto incoerente delle
molecole, ottenendo una perdita di segnale FID nelle zone a maggior diffusione. L’idea è
quella di utilizzare un gradiente bipolare come quello di fig. 2.1 (sequenza di Stejskal-
Tanner): in pratica si tratta di una sequenza Spin-Echo cui si aggiungono due gradienti di
campo magnetico, di ampiezza G, intervallati dall’impulso a 180°. Il tempo di applicazione
di ogni gradiente è pari a δ, mentre il tempo che intercorre tra le applicazioni dei due
gradienti è ∆. I due gradienti, detti “gradienti di diffusione”, per distinguerli da gradienti
utilizzati per altre funzioni (tipo l’imaging), hanno lo scopo di marcare magneticamente gli
spin.
Figura 2.1: Sequenza di Stejskal – Tanner con i due gradienti di diffusione, G, applicati per un intervallo di tempo pari a δ e distanziati a loro volta di un intervallo ∆.
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NMR e diffusione molecolare in tessuti biologici
Il primo gradiente induce uno sfasamento 1φ della magnetizzazione trasversale che
dipende dalla posizione del singolo spin. Se il gradiente è applicato lungo l’asse z si ha:
(2.6) 1 0
11 zGdtzG δγ∫
δ
==φ
dove è la posizione dello spin , che viene supposta costante durante l’intervallo δ. 1z
Lo sfasamento prodotto dal secondo gradiente di diffusione (applicato ancora lungo la
direzione z) è dato similmente da:
(2.7) 222 zGdtzG δγ∫ δ+∆
∆
==φ
dove è la posizione dello stesso spin all’istante di applicazione del secondo gradiente. 2z
Tenendo conto che il secondo gradiente di diffusione è applicato dopo l’impulso a 180°,
che inverte la magnetizzazione trasversale , otteniamo uno sfasamento totale dato da:
( ) ( )2121 zzG −− δγ=φφ=φδ (2.8) Per spin statici si ha e lo sfasamento prodotto dai due gradienti è nullo. Al
contrario, per gli spin in movimento si ha uno sfasamento globale diverso da zero, che
dipende dal moto molecolare durante l’intervallo ∆, ossia dai processi di diffusione nel
mezzo in esame. Possiamo anche notare come lo sfasamento ottenuto sia indipendente
dalla posizione dei due gradienti in termini temporali rispetto all’impulso a 180°.
21 zz =
La magnetizzazione che noi andiamo a misurare è data dalla somma dei momenti
magnetici di ogni singolo spin, ognuno con le sue caratteristiche di moto. Otteniamo perciò
la seguente relazione:
( )(∑ φδ= j
j 0
iexp M M ) (2.9)
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NMR e diffusione molecolare in tessuti biologici
dove è la magnetizzazione di equilibrio. 0M