cănis ludens - parte 1
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Il Gioco - Slide tratte dal Seminario CaninaMente di Attilio MiconiTRANSCRIPT
Cănis ludens:“Gioco e comunicazione”
Attilio MiconiIstruttore Cinofilo RiabilitatoreDirettore Corso IRS (Istruttori Riabilitatori SISCA)Consulente SISCAMembro Comitato Scientifico di SIACrConsigliere e Istruttore formatore [email protected] - www.siacr.itcell. 335 7171055
• Il gioco, uno sguardo etologico
• Le “regole” del gioco
• Il gioco e le sue funzioni: perfomartive, cognitive, comiche.
• Come si gioca, chi sono i giocatori
• Perché è importante saper giocare
• Come apprende il sistema famiglia interspecifico attraverso il gioco
C. Darwin, “The expression of the emotions in men and
animals”, 1872
“Il mio cane, quando per gioco mi afferra la mano con i denti
ringhiando, se morde io gli dico: Piano, Piano!.
… Continua a mordermi, ma scodinzolando e accucciandosi sulle zampe anteriori sembra dirmi: Non
preoccuparti è tutto un gioco!”
“Il bambino e l’animale giocano perché ne hanno diletto, e in ciò sta la loro
libertà.
[…] Solo in un secondo momento, il gioco diventa funzione culturale, dove
entrano a far parte i concetti di dovere, regole, compito.”
“Ogni gioco è anzitutto e soprattuttoun atto libero.
Il gioco comandato non è più un gioco.Tutt’al più può essere la riproduzione
obbligata di un gioco”
J. Huizinga, “Homo Ludens, 1938
C. Loizos, “Play in higher primates: a review”, 1967
“Il gioco è qualunque attività che sia esagerata o bizzarra o
divertente, con nuovi moduli motori e nuove combinazioni di tali moduli e che appaia all’osservatore priva
di qualunque funzione”
E. O. Wilson, “Sociobiology.
The new synthesis”, 1975
“Che cosa è il gioco? Nessun concetto comportamentale si è rivelato peggio definito, più elusivo, più controverso e
persino più antiquato. Sappiamo intuitivamente che il gioco è un insieme di attività piacevoli, di natura spesso, ma non solo, sociale che imitano attività serie della vita
senza raggiungere scopi seri”
J. Bruner, “Il gioco”, 1981
•Spontaneità
•Prevalenza dei mezzi sui fini
•Riduzione del “costo dell’insuccesso”
•Moratoria della frustrazione
•Disponibilità agli stimoli
M. Bekoff, “The evolution of social
play interdisciplinary analyses of cognitive processes”, 2002
“Mentre siamo tutti capaci di riconoscere un gioco, la difficoltà di
definire questo comportamento si rivela nel fatto che molti etologi sono tentati di
descrivere cosa non è (un atto aggressivo, predatorio o
riproduttivo) piuttosto di che cosa è […]
Che sia intenzionale o meno, col gioco ci troviamo di fronte a un comportamento
complesso, non scatenato da uno stimolo
R. Fagen, “Primate juveniles and primata play”, 2002
•Esercita flessibilità comportamentale
•Accellera lo Sviluppo e le differenza tra sessi
•Stimola le connessioni neurali
•Recupero degli effetti negativi della malnutrizione e deprivazione sociale
•Esercita le capacità motorie e cognitive
•Facilita i legami parentali e sociali
•È essensiale nell’interazione gene-cultura
Il Campo Rilassato•Un animale gioca solo quando è sazio, non è
assetato e non è occupato in altra attività di primaria importanza
•Il gioco non è dettato da nessuna necessità impellente ma si svolge nei momenti di estrema rilassatezza dell’animale
•È un comportamento privo di un fine serio durante il quale sono eseguiti moduli comportamentali (o loro elementi) espressi con assoluta serietà in altri contesti
STRUTTURA INTERPRETATIVA DEI COMPORTAMENTI LUDICI
ESPOLARAZIONE
PropiocezionePrattognosiTopognosi
(Arousal Medio/Alto)
SCOPERTA DELNUCLEO
FUNZIONALE
Azione / Verifica(Arousal Medio)
RIPETIZIONEAUTOGRATIFICANTE
Ripetizione assimilatoria degli script specifici
Disponibilità agli stimoli(Arousal Medio/Basso)
CAMPO RILASSATOI Bisogni Fisiologici Primari del Cane
debbono essere Soddisfatti!!
CLIMA POSITIVO(Campo Rilassato)
Partecipazione Attiva, Collaborativa,
Cooperativa,Metacognitiva
(soluzione di un problema)
APPRENDIMENTO SOCIALE
NELL’AREA DI SVILUPPO
PROSSIMALE
Relazioni significative con l’istruttore, i proprietari,
altri caniGiochi, ambiente
SVILUPPOMETACOGNITIVO
Consapevolezza del funzionamento cognitivo proprio e
del sistema, delle capacità di previsione, pianificazione, monitoraggio, revisione,
valutazione, astrazione e trasferimento
SVILUPPO DELLE COMPETENZEindividuali del sistema interspecifico
(sapere, saper fare e saper essere)
“Un ‘buon apprendimento’ è sempre in anticipo rispetto allo sviluppo individuale, perché inserito nella zona di sviluppo prossimale. Una sfida cognitiva in questa zona, generalmente stimola la ricerca, la motivazione all’apprendere, l’impegno a riuscire; viceversa, una sfida nel la zona di competenza individuale, diventa demotivante e può generare convinzioni autosvalutative.”
L. Vygotskij
Le dimensioni di relazione
Uomo e animale si incontrano su specifiche frequenze
Area affettiva (interscambio di affettuosità, protezione e sicurezza)
Area ludica (interscambio basato sul gioco, finzione, fluidità dei ruoli,
divertimento)
Area sociale (capacità di costruire una performance in coppia, agire in
modo sincrono e collaborare)
Area epistemica (interscambio di sapere, riflessione)
L’area ludicaLa dimensione ludico performativa (caratterizzata dal gioco cinestesico, dall’alto livello di fisicità e di attivazione emozionale, dalla forte componente motivazionale)
La dimensione ludico cognitiva (caratterizzata dal gioco di finzione, dalla mobilità dei ruoli, dalla prevalenza dell’atto mentale con basso arousal)
La dimensione ludico comica (basata sul divertimento, sul buonumore)
Lo stress(H. Selye, 1936)
•“La risposta non specifica dell’organismo a ogni richiesta effettuata a esso”
•L’azione degli stimoli stressanti induce una risposta neuro-psicologica, la Sindrome generale di adattamento
La Sindrome Generale di
Adattamento
Eustresslo stressore è sotto controllo (capacità
di adattamento psicofisico del soggetto)
Distressil soggetto non è in grado di gestire gli eventi esterni (fase di esaurimento)
To cope
To cope, far fronte o tener testa
Il soggetto riesce a dare una risposta adattativa
(sforzi cognitivi e comportamentali)
La flessibilità nell’uso delle strategie di coping, elemento essenziale
per un buon adattamento allo stress (Zeidner e Saklofske, 1996)
•“Risposta positiva (assenza di conseguenze psicopatologiche) di un soggetto alle condizioni avverse” Rutter, 1970
•“Capacità di affrontare le avversità della vita, superarle e uscirne rinforzato e addirittura trasformato” Werner, 1970
•“Una caratteristica personale che modera gli effetti dello stress e promuove l’adattamento” Wagnild & Young, 1993
STRESSOREAmbiente - Emozioni
Reintegrazioneresiliente
Risposte adattativeBiologiche e Cognitive
Tratto dal: “Modello del processo di resilienza” Richardson, 2002
Reintegrazionedisfunzionale
gioco performativo
Stato di Allostasi
Nuovo Stato di Allostasi
AlterazioneAllostasi
Sospensione“… povero me!”
Reintegrazione
Reintegrazionecon perdita
Gioco svalutativo (Punizioni)
Il cane: “Soggetto resiliente” Miconi, Cremona 2011 - Sindrome Privazione Sensoriale
Risposte adattativeadeguate
gioco ripetitivo
gioco cognitivo, cooperativoperformativo, comico
Lev S. Vygotskij(1896 - 1934, Unione Sovietica)
Il “livello effettivo di sviluppo”, le competenze effettivamente acquisite a un certo
momento dello sviluppo cognitivo di un individuo
La zona in cui si situa tale livello è la “zona effettiva”
Il “livello potenziale di sviluppo”, analogo per le competenze potenzialmente
acquisibili in un futuro ravvicinato
La zona in cui si situa tale livello è la “zona potenziale”
D’Amore B., Fandiño Pinilla M.I., Marazzani I. (2004). “Esercizi anticipati” e “zona di sviluppo prossimale”:
comportamento strategico e linguaggio comunicativo inattività di problem solving.
La matematica e la sua didattica . 2, 71-95.
La Zona di Sviluppo Prossimale
La distanza tra il livello di sviluppo attuale (basato sulla capacità di risolvere autonomamente i problemi) e il livello di
sviluppo potenziale (basato sulla capacità di risolvere problemi progressivamente più
complessi sotto la guida di un adulto o di un coetaneo più capace)
“Domani sarò in grado di fare da solo quello che oggi sono in grado di
fare solo se mi assistono!”
Un esercizio o la risoluzione di un problema?
L’effettuazione di un esercizio (per esempio seduto,
terra, resta) comporta (per sua stessa natura) un’attività non creativa nella quale si mobilitano
competenze già acquisiste senza alcun atto inventivo
La risoluzione di un problema comporta (per
sua stessa natura) la messa in moto di attività creative
Il discente deve organizzare le proprie competenze per ideare o usare una strategia
che non ha mai sperimentato prima
Un esempio: il problem solving
Ciò che l’individuo sa fare (affrontato in modo
autonomo) appartiene alla “zona effettiva”Ciò che l’individuo sa fare in
collaborazione (affrontato sotto la guida di ...) potrebbe non essere del tutto acquisito
in modo autonomo ma, se la collaborazione c’è stata, il suo fare fa
parte della “zona potenziale”La zona operativa della didattica è oltre
l’effettiva ma prima della potenziale!
Quando il compito proposto fa parte della “zona potenziale” ma è molto lontano da quella “effettiva” la sua
anticipazione produce risultati cognitivi nulli e attività risolutiva sensata assenteQuando l’individuo, invece, comprende il senso della richiesta e la motivazione
per tentare la soluzione è sufficiente, i risultati cognitivi prodotti potrebbero
essere interessanti
Le regole del gioco
• Il gioco e i fabbisogni primari (etologici e comportamentali)
• Il gioco apre l’area ludica
• Il gioco è socio - collaborativo
• Le regole del gioco, concertate tra i partner (processo collaborativo vs addestrativo)
• Il gioco è afinalistico, entrambi i contendenti possono interromperlo in qualsiasi momento
• Il gioco, lo stressor non provoca distress (grazie alla possibilità di interruzione)