bocchi piazze di bologna bologna.2014

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1 Le piazze delle città medievali erano luoghi di aggregazione, nelle quali i cittadini si riconoscevano. Avevano funzione economica, perché nelle piazze su cui si affacciavano i palazzi pubblici, si celebrava il mercato; erano i luoghi della politica, prendere la piazza, e di conseguenza i palazzi pubblici, significava prendere il potere. Bologna, nelle fasi della sua millenaria storia medievale, ha visto formarsi le piazze, con dimensioni e forme diverse, in relazione ai tempi in cui sono state realizzate, che ancora oggi sono al centro della vita cittadina. I bolognesi identificano se stessi e la loro città con Piazza Maggiore. È normale che sia così, perché essa si è formata più di ottocento anni fa, nel periodo della maggior espansione della città, quando l’economia era fiorente, migliaia di studenti stranieri frequentavano lo Studium, anche se non sempre la politica era tranquilla.

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Breve Historia de la Ciudad de Bologna

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Page 1: Bocchi Piazze Di Bologna Bologna.2014

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Le piazze delle città medievali erano luoghi di aggregazione, nelle quali i

cittadini si riconoscevano. Avevano funzione economica, perché nelle piazze

su cui si affacciavano i palazzi pubblici, si celebrava il mercato; erano i

luoghi della politica, “prendere la piazza”, e di conseguenza i palazzi

pubblici, significava prendere il potere.

Bologna, nelle fasi della sua millenaria storia medievale, ha visto

formarsi le piazze, con dimensioni e forme diverse, in relazione ai tempi in

cui sono state realizzate, che ancora oggi sono al centro della vita cittadina.

I bolognesi identificano se stessi e la loro città con Piazza Maggiore. È

normale che sia così, perché essa si è formata più di ottocento anni fa, nel

periodo della maggior espansione della città, quando l’economia era fiorente,

migliaia di studenti stranieri frequentavano lo Studium, anche se non sempre

la politica era tranquilla.

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Per comprendere la distribuzione delle piazze nel medioevo è necessario

considerare l’evoluzione urbanistica della città.

Le Mura di Bologna:

A: Bononia romana (189 a. C.);

B, Mura di Selenite (circa V sec. d. C.);

C: Mura dei Torresotti (metà sec. XII);

D: Mura della Circla (1226-1227).

Dalla fine del sec. IV d. C. fino al 1798, nei pressi delle porte delle Mura di

Selenite erano collocate Quattro Croci, che definivano la città destrutturata

dalla crisi tardo-antica. Le croci furono rimosse in età napoleonica e

collocate all’interno della basilica di S. Petronio, dove tuttora sono

conservate.

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PIAZZA DI PORTA

RAVEGNANA

La piazza prende il

nome dalla porta delle

Mura di Selenite da cui

partiva la strada che

collegava Bologna a

Ravenna.

La Porta Ravegnana fu

uno dei punti strategici

della città medievale. Vi

convergevano le strade

che dal quadrante

orientale del territorio

penetravano in Bologna, prime fra tutte la via Emilia (ora Strada Maggiore),

la via S. Donato dalla pianura orientale, la via S. Stefano dalla Toscana, la

via Castiglione dalla collina.

Presso la porta delle Mura di Selenite nell'alto Medioevo c'erano uno

spazio libero di una ventina di metri, il ponte romano sull'Aposa (ancora

oggi in parte visibile nel percorso sotterraneo del torrente), circa altri 36 m di

via Emilia prima di incontrare la Croce, posta all'epoca di sant'Ambrogio

(sec. IV). Fu protetta da una piccola cappella come si vede nel particolare

della miniatura del 1411.

Un poco più a sud-est, fuori dalle mura

di Selenite, era rimasto un luogo di culto

già allora molto importante, perché vi

erano venerate le reliquie dei santi Vitale e

Agricola e che dal 450 accoglieva anche le

spoglie di san Petronio: si tratta del

complesso oggi noto come S. Stefano. Fu a

partire dal secolo X che, ad oriente della

Porta Ravegnana, dopo la crisi tardo-

antica, iniziò la ripresa urbanistica della

città, ad opera del monastero di S. Stefano.

Alla Porta Ravegnana si svolgeva un

mercato che affondava le sue origini nella

notte dei tempi: era un luogo adatto in cui

convergevano le strade dal territorio e

dove i contadini potevano portare le

derrate eccedenti il loro fabbisogno.

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Alla fine del secolo XI, mentre la città era in netta ripresa e con spinte

autonomistiche che la portarono poi alla formazione del Comune, furono

costruite presso la porta le Due Torri. Ormai non si trattava più di un luogo

esterno alle mura, bensì di un'area in piena urbanizzazione, che alla metà del

secolo XII fu inglobata nella città dalle mura dei Torresotti.

In relazione con il mercato, nel Duecento, c'era una pescheria di proprietà

della famiglia degli Asinelli e una beccheria, per la vendita delle carni

bovine ed ovine.

La piazza fu definita nella sua struttura alla fine del Duecento, dopo che il

Comune acquistò degli edifici che fece poi abbattere. Nella stessa epoca la

Croce fu protetta da una cappella ricoperta di marmi pregiati, che restò in

loco fino al 1798, quando il governo francese la fece rimuovere per motivi di

traffico. I marmi romanici furono dispersi e la croce fu portata all'interno

della basilica di S. Petronio, insieme alle altre Croci ambrosiane, rimosse

nella medesima occasione.

Nei pressi della Porta all'inizio del Novecento furono messe in luce tre

torri (Artenisi, Guidozagni e Riccadonna) poi abbattute negli anni 1917-18

per far posto agli attuali edifici che si affacciano su via Rizzoli.

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Il mercato di Piazza di Porta Ravegnana della miniatura della Matricola dei

Drappieri del 1411 (Museo Civico Medievale, Bologna).

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PIAZZA MAGGIORE

Ha una superficie di m 100 x 75

di lato al netto delle strade. È il

risultato di uno dei più significativi

interventi urbanistici nella città

medievale. La piazza venne

progettata sullo scorcio del XII

secolo per collocarvi la nuova sede

del Comune e per dotare Bologna di

uno spazio adeguato per il mercato

(il mercato giornaliero vi si celebrò

fino alla seconda metà del XIX

secolo). I lavori iniziarono nell’anno

1200.

L'area fu scelta tenendo conto della sua centralità. Essa infatti era situata

esattamente nel cuore della città comunale, circondata dalle nuove mura (la

cerchia dei Torresotti), costruite da meno di mezzo secolo; ed era

equidistante dalla cattedrale di San Pietro e dalla curia Sancti Ambroxii

(corrispondente all'attuale vicolo Colombina - via Pignattari sul lato orientale

della basilica di S. Petronio). Per portare a compimento l'apertura della curia

Comunis e la costruzione del palazzo, il Comune acquistò e demolì tutti gli

edifici che occupavano il quadrante.

Già nei primi anni del Quattrocento la piazza raggiunse la forma attuale:

il palazzo dei Notai (1381), la fabbrica di S. Petronio (iniziata nel 1390), il

palazzo del Comune (ora palazzo del Podestà, 1200), la sede degli Anziani

(ora palazzo d'Accursio, ne lato occidentale, dal 1336,), il portico dei Banchi

con botteghe costruito sul lato opposto (1400-1412, rifatto dal Vignola).

L'amministrazione pubblica ha sempre dedicato a questa piazza grandi

cure, cercando di mantenere il decoro e l’ordine che il luogo meritava. In

numerose disposizioni statutarie, a partire dalla metà del XIII secolo, si

impose di mantenere la piazza sgombra e si impedirono occupazioni abusive

dello spazio pubblico.

Su questa piazza ebbero luogo avvenimenti di grande importanza per

tutta la città, cerimonie pubbliche e feste popolari, avvenimenti politici e

ricorrenze religiose.

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La sistemazione del

lato orientale di Piazza

Maggiore (Portico dei

Banchi), intrapresa

all’inizio del XV secolo,

con la sua facciata

merlata tardogotica che

tanto piaceva agli

scrittori bolognesi che

ne hanno tramandato la

memoria, non era

consona con il gusto e lo

stile architettonico

rinascimentale di moda

a Roma nel ‘500. Di

quel gusto fu interprete

il vicelegato pontificio Pier Donato Cesi. Probabilmente ci si era resi conto

dell’inadeguatezza dell’edificio anche nel 1530, quando la piazza fu teatro

della “Gran cavalcata di Clemente VII e Carlo V”, il corteo per

l’incoronazione dell’imperatore, avvenuta in S. Petronio il 24 febbraio. Non

è da escludere che la facciata quattrocentesca del Portico dei Banchi sia stata

in parte occultata dagli apparati effimeri predisposti nella piazza.

Non è pervenuta la documentazione che permetta di stabilire con certezza

il committente e l’esecutore dell’attuale grande facciata, ma, trattandosi di

un’impresa pubblica, probabilmente fu il vice-legato Cesi che nel 1563

affidò al Vignola il progetto

per la costruzione di un

grande rivestimento che

ristrutturasse e ampliasse in

altezza il precedente edificio.

La facciata, lunga 96 m e

larga meno di 10, si eleva per

tre piani, conferendo

all’intera piazza un equilibrio

architettonico sontuoso.

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A partire dal tardo medioevo e fino all'arrivo di Napoleone Bonaparte nel

1796, nella piazza si svolgeva la Festa della Porchetta. In origine si apriva

con il lancio di pollame, commestibili vari e monete, e terminava con il

lancio, dalla ringhiera del palazzo pubblico, della porchetta arrostita e del

brodo bollente, a scherno e dileggio della folla vociante di poveri che stava

sotto in attesa. Dalla fine del XVI secolo, in occasione della festa, si

cominciò ad arricchire scenografia della piazza. Venne predisposto un vero

spettacolo, con palchi sfarzosamente ornati, recinti all'interno dei quali si

effettuavano ogni sorta di giochi, giostre, tornei e spettacoli. La festa durava

l'intera giornata e si concludeva solo al tramonto con il famoso lancio.

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CAMPUS MERCATI

(Piazzola)

Un importante intervento

infrastrutturale compiuto

dal Comune di Bologna fu

l’apertura nell’anno 1219,

esternamente alle mura dei

Torresotti e quando ancora

non c’erano le mura della Circla (ora i Viali), di una grande piazza per lo

svolgimento delle fiere annuali e, più tardi, del mercato settimanale del

bestiame. A memoria della destinazione del luogo a Campo del Mercato fu

installata una croce datata 1219, ora conservata al Museo Civico Medievale

L’apertura del Campus Mercati fu un’iniziativa direttamente legata alle

organizzazioni economiche delle Corporazioni, che avevano partecipato,

attraverso il Comune, alla sua realizzazione con investimenti finanziari.

Anche per questa realizzazione – come si era fatto diciannove anni prima per

Piazza Maggiore – si provvide al reperimento dei terreni con il sistema degli

espropri per pubblica utilità. Oltre alla fiera annuale che si celebrava, a

partire dal 15 agosto, nel Campo del Mercato (area oggi molto più ristretta

rispetto a quella acquisita dal Comune) si celebrava anche il mercato

settimanale del bestiame, che si cominciò a tenere a partire dal 1223, nel

giorno del sabato: ancora oggi il mercato settimanale si tiene nello stesso

luogo e nello stesso giorno.

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Città del Vaticano, Appartamenti

privati del Papa, Sala Bologna,

Mappa di Bologna, 1575, particolare

del Campo del Mercato, attuale

Piazzola.

Nell’immagine è visibile anche

un rilievo incolto presso le mura

della Circla, ricoperto di erba. Si

tratta del terreno, lì smaltito

anziché nelle discariche esterne

alla città, ricavato dallo scavo per

le fondamenta e le cantine dei

palazzi delle famiglie senatorie che si costruirono negli anni della Legazione

pontificia. Ora il rilievo è il giardino della Montagnola.

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GUASTO DEI BENTIVOGLIO,

via del Guasto, piazza Verdi, via

Castagnoli, via Belle Arti

Nello spazio dell’attuale Giardino

del Guasto e del Teatro Comunale era

situato il palazzo dei Bentivoglio,

signori di Bologna dal 1401 al 1506,

anno in cui la città fu ripresa da papa

Giulio II. Nel 1507 il palazzo fu

distrutto e depredato. I materiali di

migliore qualità furono riutilizzati

nella costruzione di altri edifici.

La sopraelevazione che si nota

nel Giardino del Guasto è

costituita dal rottame e dalle

macerie che non furono

reimpiegate. Tra il 1755 e il 1763, fu costruito il Teatro pubblico,

progettato dai Bibiena (ora Teatro Comunale).

Questo è l'unico punto della veduta di Bologna del 1575 in cui sono

rappresentate delle persone. Appare come uno spazio verde, al cui interno è

stato ricavato un rettangolo di gioco delimitato da una corda: all'interno si

trovano dei giocatori, presumibilmente intenti a svolgere una partita di

pallone, ed esternamente sono visibili gli spettatori.

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Brevi riferimenti bibliografici

Bologna, “Atlante Storico delle città Italiane”, voll. 4, a cura di Francesca

Bocchi, Casalecchio di Reno (Bologna) 1995-1998

Francesca Bocchi, Trasformazioni urbane a Porta Ravegnana (X-XIII

secolo), in Piazze e mercati nel centro antico di Bologna. Storia e

urbanistica dall’età romana al medioevo, dal rinascimento ai giorni

nostri, a cura di Roberto Scannavini, Bologna 1993, pp. 11-42

Francesca Bocchi, Bologna nei secoli IV-XIV. Mille anni di storia

urbanistica di una metropoli medievale, Bologna 2008

Anna Maria Matteucci, Antonio di Vincenzo e la cultura tardogotica a

Bologna, Milano 1987

Giancarlo Roversi, Le mura perdute. Storia e immagini dell’ultima cerchia

fortificata di Bologna, Casalecchio di Reno (Bologna) 1985

Storia di Bologna, 2, Bologna nel Medioevo, a cura di Ovidio Capitani,

Bologna 2007

Richard J. Tuttle, Piazza Maggiore. Studi su Bologna nel Cinquecento,

Venezia 2001

Bologna, Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, ms B.4266, Nomi, cognomi e

stemmi dei Signori di Collegio (Tribuni della Plebe e Massari delle Arti) dall’ultimo

quadrimestre 1583 al primo quadrimestre del 1618, particolare