avifauna minoreliguria

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PROVINCIA DI GENOVA REGIONE LIGURIA AVIFAUNA MINORE DI PASSO IN LIGURIA Università degli Studi di Genova Dip.Te.Ris. R.G.F. di Realini G. & C. s.a.s. Milano

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Università degli Studi di Genova Dip.Te.Ris. R.G.F. di Realini G. & C. s.a.s. Milano PROVINCIA DI GENOVA REGIONE LIGURIA Testi ed elaborazioni statistiche: rte prim art terzaPa a, p e rte seco aPa Coordinament Marzo 2007 Gianfranco Real Claudio Aristarchi Direttore Paolo Sinisi ini - R.G.F. s.a.s., Milano. Loris Galli, Silvio Spanò – Università degli resa . Si ringrazia l’Autrice per la gentile concessione dell’uso delle immagini. Di o

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PROVINCIA DI GENOVA

REGIONE LIGURIA

AVIFAUNA MINORE DI PASSO IN LIGURIA

Università degli Studi di Genova

Dip.Te.Ris.

R.G.F.

di Realini G. & C. s.a.s. Milano

Page 2: avifauna minoreliguria

Con la collaborazione di:

Provincia di Imperia

Provincia di Savona

Provincia della Spezia

a, p eini - R.G.F. s.a.s., Milano.

ndStudi di Genova, Dip.Te.Ris.

resa . Si ringrazia l’Autrice per la gentile concessione dell’uso delle immagini.

o Claudio Aristarchi Volume a cura della Provincia di Genova Area 11 - Sviluppo territoriale, Sviluppo sostenibile e Risorse naturali Direttore Paolo Sinisi Marzo 2007

Testi ed elaborazioni statistiche:

rte prim art terza PaGianfranco Real

rte seco a PaLoris Galli, Silvio Spanò – Università degli

cioni Copertina di Mauro Stacsegni di Te FiorDi

Coordinament

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Presentazione dell’Assessore Renata Briano Presentare questa pubblicazione significa vedere il compimento di un’altra tappa del percorso intrapreso nel 1995, quando la Provincia di Genova, accogliendo la proposta metodologica della R.G.F., ha promosso le prime indagini mirate ad approfondire le conoscenze sulla migrazione della piccola avifauna. In seguito all’esperienza genovese, protrattasi per oltre un quinquennio, la Regione Liguria ha accolto e finanziato, dopo un’indagine annuale realizzata nel 2000 ed estesa per la prima volta all’intero territorio regionale, la proposta della Provincia di Genova di ampliare la ricerca su un più ampio arco temporale di tre anni. Alla Regione e alle Amministrazioni provinciali di Imperia, Savona e La Spezia, che hanno sempre collaborato in modo positivo per tutto il triennio, va il mio sentito ringraziamento, così come all’Università degli Studi di Genova ed alla R.G.F., che dopo aver concorso all’impostazione della ricerca, hanno riunito ed elaborato i dati raccolti in questa pubblicazione, che vuole coniugare rigore tecnico-scientifico ad una lettura agevole anche da parte dei non addetti ai lavori. Le indicazioni fornite potranno essere utili non solo su un piano meramente conoscitivo ma anche in vista di una loro applicazione nel campo della programmazione e della pianificazione faunistico-venatoria. Ancora una volta desidero esprimere la mia gratitudine nei confronti di quanti hanno contribuito, volontariamente e con grande impegno, a questa ricerca, compiendo i rilevamenti sul campo: gli osservatori dai punti di passo e quei cacciatori che hanno dedicato parte del loro tempo alla raccolta dei dati sugli animali avvistati. Su un argomento complesso come la migrazione dell’avifauna è ben difficile spendere parole definitive; ritengo tuttavia che questa indagine abbia raggiunto molti degli obiettivi che si era posta, tra i quali quello molto importante di coinvolgere diversi soggetti e raccogliere differenti contributi nell’ambito di una metodologia condivisa, con l’intento comune di cercare di comprendere un fenomeno naturale quanto mai complesso e dinamico.

Renata Briano

Assessore Tutela e Valorizzazione dell’Ambiente Pianificazione ambientale e faunistica

Tutela e valorizzazione delle riserve idriche ed energetiche Ciclo dei Rifiuti – Agenda 21

della Provincia di Genova

I

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Presentazione dell’Assessore Giancarlo Cassini L’uscita di questo volume costituisce il punto di arrivo di un triennio di ricerche, rivolte ad uno dei fenomeni naturali più notevoli: la migrazione dell’avifauna. Il nostro territorio, stretto tra le montagne e il mare, è attraversato in autunno e primavera da un importante flusso migratorio: oltre al passaggio di specie più appariscenti, come i rapaci, non può essere trascurata la presenza delle specie meno vistose, che non solo rappresentano uno spaccato del patrimonio di biodiversità nazionale ed internazionale, ma sono, in alcuni casi, oggetto di un tradizionale interesse venatorio. Sono proprio queste ultime, indicate con il termine di “avifauna minore di passo”, l’oggetto dell’indagine che la Regione Liguria ha finanziato, con l’obiettivo di raccogliere elementi conoscitivi utili nel settore della pianificazione e gestione della fauna selvatica. Considerato l’arco temporale, apprezzabile ma pur sempre limitato, nel quale si è svolta l’indagine, i risultati ottenuti non possono essere certamente ritenuti conclusivi, ma costituiscono senz’altro un primo e fondamentale approccio di conoscenza ed un’ottima base su cui sviluppare il lavoro futuro. Infine, corre l’obbligo di rivolgere un sentito ringraziamento all’Assessore Renata Briano e alla Provincia di Genova, che ha proposto e coordinato la ricerca, alle Province di Imperia, Savona e La Spezia che hanno fattivamente collaborato, permettendo la realizzazione dello studio i cui esiti, con linguaggio facilmente comprensibile ed accessibile, sono raccolti in questa pubblicazione ed all’Università degli Studi di Genova (Dip.Te.Ris.) che con il suo contributo scientifico ha reso la presente pubblicazione altamente qualificata: mi auguro che molti, tra quanti si interessano di tutela e valorizzazione della fauna, possano leggerla con piacere ed interesse.

Giancarlo Cassini Assessore all'Agricoltura,Floricoltura,

Caccia e pesca, Protezione civile e antincendi boschivi della Regione Liguria

II

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SOMMARIO

Presentazione dell’Assessore Renata Briano I Presentazione dell’Assessore Giancarlo Cassini II SOMMARIO III IL PROGETTO 1 PARTE PRIMA IL FLUSSO DEGLI UCCELLI MIGRATORI ATTRAVERSO I PASSI E LUNGO LA LINEA COSTIERA DELLA LIGURIA 3

INTRODUZIONE 4 LE MIGRAZIONI 4

Il fenomeno migratorio 5 Le migrazioni nel Paleartico Occidentale 6 Le specie oggetto della presente indagine nel contesto del Paleartico Occidentale 7 La Liguria nel contesto delle migrazioni nel Paleartico Occidentale 8

L’INDAGINE 10 Metodo applicato 10 Scelta dei Passi e dei rilevatori 11 Coefficienti di correzione 12 Periodo, frequenza e orario delle rilevazioni 12 Coordinamento e supervisione 12

SPECIE RILEVATE 12 Tordo bottaccio 13 Tordo sassello 14 Merlo 15 Cesena 16 Colombaccio 17 Storno 18 Fringuello 19 Peppola 20 Frosone 21 Allodola 22

LIGURIA 23 I RISULTATI DELL'INDAGINE PLURISTAGIONALE 23 CONCLUSIONI 31

PROVINCIA DI IMPERIA 32 I RISULTATI DELL’INDAGINE PLURISTAGIONALE 32 CONCLUSIONI 42

PROVINCIA DI SAVONA 43 I RISULTATI DELL’INDAGINE PLURISTAGIONALE 43 CONCLUSIONI 53

PROVINCIA DI GENOVA 54 I RISULTATI DELL’INDAGINE PLURISTAGIONALE 54 CONCLUSIONI 65

III

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PROVINCIA DELLA SPEZIA 66 I RISULTATI DELL’INDAGINE PLURISTAGIONALE 66 CONCLUSIONI 76

PARTE SECONDA ULTERIORI ELABORAZIONI DEI DATI 77 ELABORAZIONI STATISTICHE DEI DATI RACCOLTI SUI PASSI 78 INTEGRAZIONE CON DATI LIGURI ANALOGHI OTTENUTI DA ALTRE FONTI 89

CONFRONTO CON I DATI RELATIVI AGLI ABBATTIMENTI 89 CONFRONTO CON I DATI DEL “PROGETTO COLOMBACCIO” 110

PARTE TERZA PRELIEVI E AVVISTAMENTI DI TURDIDI E COLOMBACCIO 119 INTRODUZIONE 120

L’INDAGINE 120 Fattibilità 120 Metodo applicato 121 Scelta del campione 121 Attendibilità statistica 122 Specie indagate 122 Prelievi 123 Avvistamenti 123 Coordinamento e supervisione 124

LIGURIA 125 I RISULTATI DELL’INDAGINE CAMPIONE 125 UNIVERSO DEGLI APPOSTAMENTI 135 CONCLUSIONI 136

PROVINCIA DI IMPERIA 137 I RISULTATI DELL’INDAGINE CAMPIONE 138 UNIVERSO DEGLI APPOSTAMENTI 148 CONCLUSIONI 149

PROVINCIA DI SAVONA 150 I RISULTATI DELL’INDAGINE CAMPIONE 151 UNIVERSO DEGLI APPOSTAMENTI 161 CONCLUSIONI 162

PROVINCIA DI GENOVA 163 I RISULTATI DELL’INDAGINE CAMPIONE 164 UNIVERSO DEGLI APPOSTAMENTI 174 CONCLUSIONI 175

PROVINCIA DELLA SPEZIA 176 I RISULTATI DELL’INDAGINE CAMPIONE 177 UNIVERSO DEGLI APPOSTAMENTI 187 CONCLUSIONI 188

IV

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IL PROGETTO

La Provincia di Genova ha avviato, a partire dal 1995, studi mirati sulla migrazione della piccola avifauna. Ogni anno sono state promosse indagini orientate su due fronti: con il contributo di esperti di diversa estrazione (inanellatori a scopo scientifico, ornitologi, ambientalisti, cacciatori, GEV), si è cercato di definire i flussi delle diverse specie e l’importanza relativa dei principali passi; in collaborazione con le Associazioni venatorie ed i cacciatori che praticano la caccia da appostamento si è cercato di quantificare il rapporto tra gli animali osservati e quelli abbattuti nel corso dell’attività venatoria. L’esperienza, proposta dalla società R.G.F. e durata cinque anni, ha avuto un riscontro positivo: è stata sperimentata una metodologia innovativa, in grado di coinvolgere nei rilevamenti finalizzati soggetti diversi, che ha permesso di ottenere dati di rilievo su un arco temporale significativo, fornendo indicazioni interessanti non solo sul piano scientifico, ma anche utili per la programmazione e la pianificazione faunistico-venatoria. Grazie a questi risultati, l’indagine ha ricevuto il positivo riconoscimento da parte dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Nel 2000 la Regione Liguria, in considerazione dell’importanza del flusso migratorio che attraversa la regione e dell’interesse venatorio di alcune delle specie che lo compongono, ha esteso a tutte e quattro le province liguri la metodologia di studio già sperimentata nel capoluogo. Si è avviata così una collaborazione tra la Regione (che ha finanziato il progetto), la Provincia di Genova (che ha garantito il coordinamento con le altre Amministrazioni provinciali) e la società R.G.F. (che ha organizzato l’indagine, raccogliendo ed elaborando i risultati). Nel corso del 2000-2001 è stato possibile, grazie al finanziamento regionale, applicare sull'intero territorio ligure la metodologia sperimentata in precedenza dalla Provincia di Genova. Il primo anno di ricerche, ancorché su un periodo limitato ad una sola stagione e nonostante le obiettive difficoltà che si incontrano all'avvio di indagini complesse, ha tuttavia fornito dati di notevole interesse. Nel 2003 la Regione Liguria ha accolto la proposta della Provincia di Genova di realizzare un’indagine triennale, per riprendere la ricerca già sperimentata positivamente, introducendo elementi innovativi dal punto di vista metodologico e, soprattutto, abbracciando un arco temporale maggiormente significativo. L'obiettivo generale della ricerca è stata l'acquisizione di dati scientifici di interesse gestionale, con particolare riferimento alla definizione del calendario venatorio regionale e, più in generale, alla pianificazione faunistica. Tali dati riguardano in particolare: − la definizione quantitativa dei flussi delle diverse specie e l’importanza relativa dei

punti di passo oggetto di indagine;

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− l'analisi delle principali rotte migratorie liguri, in un quadro che comprenda

contemporaneamente sia i passi dell'entroterra sia la linea costiera; − l'analisi sia qualitativa sia quantitativa del prelievo venatorio a carico delle specie di

maggiore interesse gestionale. Nell’indagine, i cui risultati sono esposti nelle pagine che seguono, hanno collaborato i seguenti soggetti: Ente promotore e finanziatore: Regione Liguria Coordinamen o della ricerca: Provincia di Genova t

Amministrazioni coinvolte: Provincia di Imperia, Provincia di Savona, Provincia della Spezia Supervisione e coordinamento scientifico: Università degli Studi di Genova - Dip.Te.Ris.Metodologia e coordinamento operativo: R.G.F. s.a.s. L'indagine di campo si è svolta nel periodo della migrazione autunnale, articolata secondo due linee principali: - Il flusso degli uccelli migratori attraverso i passi montani e lungo la linea costiera

della Liguria - Prelievi e avvistamenti di turdidi e Colombaccio Ai risultati frutto dell’elaborazione dei dati raccolti sul campo in questi due settori si aggiunge una terza parte, nella quale sono esposte le ulteriori elaborazioni dei dati, effettuate da Loris Galli e Silvio Spanò (Dip.Te.Ris. Università di Genova) comparando i risultati della presente indagine con quelli confrontabili provenienti da altre fonti.

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PARTE PRIMA IL FLUSSO DEGLI UCCELLI MIGRATORI

ATTRAVERSO I PASSI E LUNGO LA LINEA COSTIERA DELLA LIGURIA

di Gianfranco Realini

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INTRODUZIONE LE MIGRAZIONI Allo scopo di rendere più divulgativa questa pubblicazione che, dati gli obiettivi, non poteva che essere tecnica, e di facilitare quindi un approccio di pubblico più ampio rispetto a quello degli “addetti ai lavori”, si è ritenuto opportuno inserire una parte iniziale che introducesse il fenomeno delle migrazioni, con particolare riguardo alla sottoregione zoogeografica Paleartica Occidentale (comunemente citata come “Paleartico Occidentale”) , ossia quella porzione di territorio che comprende l’Europa Occidentale, il Nord Africa e alcuni Paesi dell’Asia Occidentale ed entro la quale si svolgono le migrazioni delle specie oggetto della presente indagine, o almeno di popolazioni delle medesime.

La sottoregione Paleartica occidentale

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Il fenomeno migratorio Occorre innanzi tutto precisare che gli spostamenti degli animali da un luogo ad un altro, grandi o piccoli che siano, sono risposte biologiche alle avversità ambientali. La selezione naturale ha favorito pertanto il comportamento delle specie maggiormente in grado di raggiungere in ogni stagione le località più favorevoli, allo scopo di massimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili. I movimenti spaziali degli uccelli, migrazioni o erratismi, costituiscono una risposta evolutiva al cambiamento stagionale dell’ambiente e la loro capacità di volare è alla base dei fenomeni migratori più imponenti che si conoscano in natura, con distanze percorse senza scalo che hanno dell’incredibile: basti pensare alle sottospecie del Pluvialis dominica che raggiungono le Hawaii partendo dall’Alaska o, in 48 ore, l’Argentina partendo dalla Nuova Scozia, con volo ininterrotto dai 3.300 ai 4.000 chilometri! Si tratta ovviamente di casi limite: nella maggior parte dei casi le medie giornaliere oscillano dai 200 agli 800 chilometri. La velocità di migrazione corrisponde all’incirca a quella normale di volo, che per i Fringuelli si aggira intorno ai 50 Km/ora, mentre raggiunge i 90 Km/ora negli Anatidi. Il vento rappresenta un elemento condizionante, che può produrre forti rallentamenti o forti accelerazioni: significativo l’episodio di un branco di Pavoncelle, descritto da Grzymek (“Vita degli Animali”, vol II, Bramante, 1968), che percorse il tragitto dalle Isole Britanniche all’Isola di Terranova, di ben 3.500 chilometri, in 24 ore e cioè alla media di 140 Km/ora! Esistono migratori diurni, come i Fringuelli che effettuano gli spostamenti nelle 3-4 ore successive al sorgere del sole, notturni, come il Cuculo, ed altri, come Alaudidi, Sturnidi e soprattutto Turdidi che si spostano sia di giorno che di notte. Per questa ragione in anni recenti sono state intensificate le indagini sulle migrazioni notturne dei Turdidi, sia attraverso registrazioni con apposite apparecchiature, costituite essenzialmente da antenne paraboliche dotate di microfoni e registratori, sia attraverso l’osservazione visiva contro luna, con una metodologia messa a punto per il Progetto Luna dalla Stazione Ornitologica di Sempach in Svizzera. La letteratura sulle migrazioni degli Uccelli e sui relativi sistemi d’orientamento è ad oggi molto consistente e, soprattutto negli ultimi decenni, sono stati compiuti passi da gigante nello studio di questi fenomeni, benché molti interrogativi rimangano ancora in attesa di risposte definitive ed alcune recenti scoperte necessitino di ulteriori approfondimenti. A testi di sintesi come quelli di Alertsam (“Bird Migration”, Cambridge University Press, 1997) o di Berthold (“Control of Bird Migration”, Chapman & Hall, 1996) si rimanda per approfondimenti sugli affascinanti meccanismi che sottendono il fenomeno migratorio: l’orientamento astrale (in base al sole o alle stelle), l’orientamento magnetico, la navigazione a vista, le basi genetiche delle rotte seguite e delle distanze percorse, le componenti apprese della migrazione, la fedeltà a siti di sverno, nidificazione e sosta, etc.

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Le migrazioni nel Paleartico Occidentale Occorre innanzi tutto precisare il significato del termine migrazione. Riportiamo al riguardo la definizione data da Jean Dorst nel suo libro “Les migrations des oiseaux” (“La Migrazione degli Uccelli”, Olimpia, 1970): “La migrazione designa un complesso di spostamenti periodici, che si verificano nel corso del ciclo il più delle volte annuale di un animale, tra un’area di riproduzione - qualificata come patria - e un’area dove l’animale soggiorna per un tempo più o meno lungo - escluso il periodo della riproduzione - e che poi abbandona per ritornare a riprodursi nella prima”. Tutti gli altri spostamenti, che non rientrano in questa definizione e che hanno carattere più spiccatamente locale, vengono raggruppati sotto il nome di erratismi. Ci limiteremo qui a descrivere gli aspetti essenziali della migrazione: 1. La migrazione ha periodicità annuale e si compone essenzialmente di due momenti: il

viaggio di andata o post-nuziale o anche volgarmente detto “passo”, ossia lo spostamento dall’area di riproduzione a quella di svernamento, e il viaggio di ritorno o pre-nuziale o anche volgarmente detto “ripasso”, ossia lo spostamento dall’area di svernamento a quella di riproduzione. Il termine di svernamento si riferisce temporalmente all’emisfero boreale quando in questo è inverno, mentre l’uccello migratore già si trova nell’emisfero australe dove è estate.

2. La migrazione non è una caratteristica specifica, ma di popolazione: popolazioni della stessa specie possono cioè migrare in modi e tempi diversi rispetto ad altre popolazioni della stessa specie; nella stessa specie possono coesistere popolazioni migranti con popolazioni sedentarie, con una serie praticamente infinita di situazioni intermedie di migratori parziali e di sedentari parziali, come nel caso del Merlo.

3. I branchi in migrazione sono generalmente composti da un’unica specie, come nel caso degli Storni, ma possono comprendere anche altre specie. In questo caso comportano non poche difficoltà di conteggio per i rilevatori trattandosi di soggetti in movimento.

4. Le vie di migrazione non seguono percorsi rettilinei ma sinuosi, dovuti a più cause, tra le quali le condizioni meteorologiche, il mare, le barriere montuose, che vengono aggirate o superate nei punti più facili, i valichi. Ecco perché nei valichi si concentra una maggior quantità di migratori e si pone il problema della protezione. Per talune specie, come il Fringuello, il mare rappresenta un ostacolo e la migrazione avviene lungo le coste con notevole concentrazione. La stessa popolazione può muoversi attraverso molteplici vie, separate le une dalle altre anche da distanze notevoli, che possono tendere a convergere in prossimità degli ostacoli naturali visti sopra o di sistemi fluviali o di distese lacustri.

5. Il tempo impiegato per compiere l’intero tragitto migratorio è generalmente minore nel viaggio di ritorno rispetto a quello d’andata, essenzialmente perché nell’andata “c’è più tempo”, condizioni ambientali e reperibilità di cibo permettendolo, mentre nel ritorno lo stimolo riproduttivo accelera i tempi.

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Le specie oggetto della presente indagine nel contesto del Paleartico Occidentale Trascurando il dettaglio delle sottospecie e gli erratismi di popolazioni più o meno sedentarie o parzialmente migratrici, il comportamento delle specie oggetto della presente indagine nel periodo del passo autunnale e nel contesto del Paleartico Occidentale, con riferimento al nostro Paese cui la regione Liguria è assimilabile, può essere così riassunto: Tordo bottaccio: migratore; solo parzialmente sedentarie le popolazioni che nidificano nelle Isole Britanniche. Le popolazioni che raggiungono l’Italia in ottobre, provengono dai quartieri di riproduzione dell’Europa Centro-Orientale seguendo rotte NE-SO. Tordo sassello: migratore; raggiunge l’Italia in ottobre-novembre proveniente dai quartieri di nidificazione dell’Europa Nord-Orientale e Centrale seguendo rotte NE-SO. Cesena: migratore parziale con caratteristiche peculiari, che, a seconda dell’anno, durante l’inverno può rimanere a latitudini molto settentrionali o portarsi nell’area del Mediterraneo e raggiungere il Nord Africa e l’Asia Sud Occidentale, compiendo anche delle vere e proprie invasioni. Le popolazioni che raggiungono l’Italia, a partire dalla fine di ottobre, provengono dai quartieri di nidificazione dell’Europa Settentrionale e Centro-Orientale; La Cesena va incontro a frequenti rimescolamenti tra popolazioni sia nei quartieri di riproduzione che in quelli di svernamento. Merlo: sedentario e migratore. Le popolazioni che raggiungono l’Italia da settembre a novembre provengono dai quartieri di riproduzione dell’Europa Centrale (Germania) seguendo rotte NE-SO. Colombaccio: migratore; solo parzialmente sedentario. Le popolazioni che raggiungono l’Italia in ottobre provenienti dai quartieri di riproduzione più a Nord del nostro Paese seguono rotte NE-SO. Storno: le popolazioni dell’Europa Occidentale sono in genere sedentarie, mentre quelle dell’Europa Orientale e Settentrionale sono migratrici; quelle che raggiungono l’Italia da settembre a novembre provengono per lo più dai quartieri di nidificazione in Germania Centrale, Sassonia, Slovenia e Boemia e seguono rotte NE-SO. Le popolazioni sembrano conservare la loro individualità nel corso dello svernamento e ciò spiegherebbe la conservazione di razze geografiche distinte. Fringuello: migratore; solo parzialmente sedentario. Le popolazioni che raggiungono l’Italia da settembre a novembre provengono dai quartieri di riproduzione dell’Europa Centro-Orientale e seguono rotte NE-SO. Peppola: migratore. Le popolazioni che raggiungono l’Italia in ottobre-novembre provengono dai quartieri di riproduzione dell’Europa Nord-Orientale seguendo rotte NE-SO. Frosone: migratore; anche parzialmente sedentario. Le popolazioni che raggiungono l’Italia in ottobre-novembre provengono dai quartieri di nidificazione dell’Europa Centrale seguendo rotte NE-SO. Allodola: migratore, parzialmente sedentario. Le popolazioni che raggiungono l’Italia per svernare provengono da siti riproduttivi fondamentalmente dell’Europa Centrale, Settentrionale e Orientale, seguendo rotte principalmente N-S e NE-SO.

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La Liguria nel contesto delle migrazioni nel Paleartico Occidentale Alla luce di quanto detto sopra, la Liguria rappresenta un punto di passaggio di alcune popolazioni, o meglio di parti di esse, delle specie oggetto della presente indagine nella loro migrazione post-nuziale dalle aree di riproduzione poste a nord a quelle di svernamento poste a sud e in quella pre-nuziale da queste ultime alle prime. Se possiamo ritenere assodato che la sommatoria delle direzioni dei flussi migratori autunnali che attraversano l’Europa va da Nord-Est a Sud-Ovest, non altrettanto ben note sono le direzioni, e neppure sempre i versi, che caratterizzano i flussi migratori attraverso la Liguria. Per questo abbiamo ritenuto utile iniziare a raccogliere informazioni atte a darcene un quadro generale. Secondo Spanò & Truffi (“Gli uccelli della Liguria Occidentale”, Genova, 1988): “Premesso che poco è quello che si conosce sulle specifiche vie migratorie della Liguria occidentale (che senza dubbio comprendono sia frange della corrente nord-orientale che, percorsa la pianura padana e superato l’Appennino, prosegue verso la penisola iberica, sia frange della più imponente corrente del Rodano che, tuttavia, fluisce in maggior percentuale anch’essa verso la Spagna e l’Africa minore), pare verosimile che il massiccio delle Alpi Liguri rappresenti una discreta barriera per molti migratori che preferirebbero evitarla transitando o lungo la fascia costiera, o più a nord, attraverso il Colle di Tenda (ma il flusso attraverso quest’ultimo, seppure poco studiato, apparirebbe troppo basso per suffragare tale ipotesi). Le vie classiche di penetrazione attraverso le catene montuose dell’arco ligure (ossia i valichi più famosi anche dal punto di vista venatorio) sono situate a partire dal Colle di Cadibona verso est: notissimo in particolare il Giovo Ligure (Sassello) che mette in più facile comunicazione, lungo dolci ed ampie vallate, la porzione occidentale della Val Padana col versante tirrenico. Ulteriori ricerche sull’importanza dei valichi hanno consentito di ipotizzare un consistente flusso migratorio autunnale in direzione NE-SO, cioè proveniente dall’alta Val Tanaro ed intersecante le catene montuose a livello di diversi valichi (es. Passo della Mezzaluna, di Teglia, di San Giovanni dei Prati, ecc.”. Sempre secondo Spanò S. et al. (Rotte autunnali degli uccelli migratori in Liguria, Boll. Mus. Ist. Biol. Univ. Genova, 60-61: 219-224, 1996): “Dall’esame dei risultati è emerso che i principali flussi migratori scorrono: A - lungo la fascia costiera, la cui profondità non è uniforme ma in funzione della maggiore o minore vicinanza dei rilievi e che rappresenta la via principale di transito, percorsa nei due sensi; B – lungo una serie di vallate, gli assi delle quali, a partire da ponente verso levante, sono schematicamente (vengono riportate a coppie: la prima del versante padano e la seconda, corrispondente, del versante ligure): 1. Valli Tanarello - Arroscia; 2. Valli Bormida (di Spigno) – Letimbro/Quiliano; 3. Valli Erro – Sansobbia; 4. Valli Stura – Leiro; 5. Valli Scrivia – Polcevera; 6. Valli Trebbia – Bisagno; 7. Valli Aveto – Sturla;

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8. Val di Vara. Le due ultime anche in relazione con la corrispondente vallata del versante padano compresa in altra regione (Val Taro). Si sottolinea il notevole apporto del flusso migratorio proveniente dalla Val di Magra, non elencata in quanto interessa la Liguria limitatamente ad una breve porzione del suo tratto terminale.” Paolo Paltro, inanellatore dell’I.N.F.S. e collaboratore per il Valico del Turchino in provincia di Genova, così descrive il passo: “…Se tracciassimo una carta reale e dettagliata per una regione, osserveremmo che le vie seguite convergono o divergono dalla via primaria per una serie di concomitanze orografiche, costiere, foreste, grandi fiumi, valichi e anche e soprattutto condizioni meteorologiche che influenzano in maniera determinante la migrazione in una singola località a discapito di una sostanzialmente limitrofa, ma con caratteristiche climatiche diverse. Il fenomeno è evidentissimo nella Regione Liguria, striscia lunga e sottile schiacciata tra montagne e mare costantemente percorsa da venti con direzioni variabili. Inoltre la collocazione geografica ne fa uno spartiacque tra masse migranti provenienti dalla Pianura Padana, che a seconda dell’orientamento che assumono nel crocevia appenninico delle province di Parma, Piacenza, Pavia e Genova determinano la direzione verso la Riviera di Ponente e quindi la via Provenzale-Pirenaica o quella Corso-Sarda oppure verso la Riviera di Levante cioè verso la via tirrenica. Uno strano fenomeno si registra sulla Riviera di Ponente dopo il 20 ottobre: nello stesso giorno e nelle stesse condizioni di tempo capitano flussi contrapposti, ossia da est verso ovest e da ovest verso est. Ovviamente questo schema è indicativo e grossolano, perché esistono numerose eccezioni di cui evidenti sono quelli che dal Cuneese sfilano direttamente nell’Imperiese e quelli che dalla Riviera di Ponente migrano verso quella di Levante (specie nel tardo ottobre). L’analisi delle osservazioni (censimenti) e catture per inanellamento in realtà confermano questo schema pur prevedendo notevoli eccezioni. La ricatture di migranti autunnali effettuate nei valichi genovesi del Turchino e del Faiallo, oltre all’amplissima letteratura preesistente, provengono quasi tutti dall’Europa Nord Orientale, Svizzera e dalla Scandinavia. Quelle italiane per uccelli ricatturati nell’anno provengono tutte dalla Lombardia e Triveneto… Fatte le sopraccitate premesse, alcuni fenomeni appaiono evidenti: invasioni di migratori, influenza del tempo sul passo (nel caso della Liguria penso si possa stabilire uno stretto legame tra Giovi, Turchino e Faiallo e forse anche Giovo di Savona).” Diverse informazioni sulle direzioni dei flussi migratori attraverso i passi e sull’influenza dei venti e di altri fenomeni sui flussi migratori sono state raccolte direttamente dai rilevatori locali: - Passo Garezzo (Imperia): da nord-est verso sud. - Passo Teglia (Imperia): in condizioni normali da est verso ovest. - Capo di Borghetto (Savona): da ovest, aggirano il Capo e s’infilano nella Valle di

Balestrino; i Tordi e una parte di Fringuelli in senso opposto. - Colle del Giovo (Savona): da est verso ovest (Valico di Cadolla e Maddalena di

Sassello), da sud verso nord, lungo la Valle del Crivezzo, da sud-est verso nord-ovest e da sud-ovest verso nord-est.

- Piani di Cantalupo (Savona): lungo la costa da est verso ovest; in marzo e con cattivo

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tempo in senso opposto.

- Faiallo-Cerusa (Genova): da est verso ovest. - Giovi (Genova): da sud verso nord. - Punta Baffe (Genova): lungo la costa dall’interno verso est, il Colombaccio da ovest

verso est. - Terrarossa (Genova): in condizioni normali lungo la costa da est verso ovest. - Turchino (Genova): da sud verso nord; in senso opposto, ossia da nord verso sud,

con venti da sud-ovest o sud-est e tempo buono. L’influenza dei venti sui flussi migratori può essere così riassunta: lo Scirocco (da sud) li blocca se forte, li porta in alto se debole; il Greco (da nord-est) li favorisce al massimo; la Tramontana (da nord) li favorisce; il Maestrale (da nord-ovest) li ostacola; il forte vento da nord forma la cosiddetta “nebbia da vento”, localmente detta “gargo” o “garo”, ossia una barriera atmosferica penetrabile, e solo parzialmente, dai grossi Turdidi e dagli Storni, a volte anche dal Colombaccio. Tra le cause sfavorevoli ai flussi migratori: il porto di Genova Voltri, illuminato a giorno, li devia verso il Valico del Veleno; il ponte sull’autostrada di Mele li devìa.

- Campiglia (La Spezia): da nord-ovest verso sud-est lungo la costa. - Montemarcello (La Spezia): da nord verso sud; p.d’o. (punto d’osservazione) Monte

Caprione: gli uccelli provengono dai Valichi del Cerreto e della Cisa e infilano la Gola della Faetta che si immette nella Valle del Fiume Magra e procedono verso il mare lungo la Valle del Fiume Magra o puntano verso Lerici passando a monte del p.d’o.; p.d’o. Monte Rocchetta, Loc. Barilotta: come per il p.d’o. precedente gli uccelli provengono dai Valichi del Cerreto e della Cisa e, inoltre, dal Valico del Lagastrello e procedono verso il mare lungo la Valle del Fiume Magra; p.d’o. Monte Murlo, Loc. Zanego: gli uccelli provengono dal Valico del Lagastrello e procedono verso il mare lungo la Valle del Fiume Magra; con Libeccio i Colombacci provengono dal mare e procedono in direzione opposta, cioè da sud verso nord.

L’INDAGINE Metodo applicato Il metodo applicato dalla R.G.F. s.a.s. all’indagine condotta in provincia di Genova nel quinquennio 1995-1999, anche perché i risultati ottenuti avevano avuto l’apprezzamento dell’I.N.F.S., è stato trasferito alla regione nel 2000, che può essere ritenuto un anno sperimentale per la successiva indagine articolata in tre anni e cioè dal 2003 al 2005. Il metodo applicato può essere così riassunto: Riconoscimento della specie: a vista, con l’ausilio del binocolo per riconoscimenti dubbi; le emissioni canore, quando presenti, diventano elemento inconfondibile di riconoscimento. Conteggio dei soggetti avvistati: direttamente sul campo dai rilevatori. Raccolta dei dati: attraverso appositi blocchetti; successivamente riportati su apposite schede predisposte per la loro computerizzazione. Computerizzazione dei dati raccolti e loro elaborazione: i dati raccolti vengono inseriti in un programma predisposto per la loro elaborazione a fini statistici.

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Scelta dei Passi e dei rilevatori Questa prima parte della ricerca è stata realizzata grazie al coinvolgimento di rilevatori (inanellatori, cacciatori, ornitologi ecc.) che hanno rilevato il flusso migratorio di alcune specie in punti prestabiliti del territorio regionale. I rilevamenti sono stati effettuati: sui principali passi montani, per monitorare il flusso delle diverse specie, dando continuità alle ricerche precedenti sulla base dell'esperienza acquisita; da località poste presso la linea costiera, per analizzare il flusso dell'avifauna lungo quella che è nota come la principale direttrice del flusso migratorio in Liguria. Tali località sono state individuate, da parte dell'Università di Genova e della R.G.F., di concerto con i referenti nominati dalle Amministrazioni provinciali. Complessivamente sono state effettuate osservazioni in 12 punti distribuiti sull'intera Liguria, come indicato nella figura seguente.

I Passi oggetto di rilevamento La scelta dei punti di rilevamento (Passi) è stata effettuata in collaborazione con l'Università degli Studi di Genova, nelle persone del Prof. Spanò e del Dott. Galli, con i referenti provinciali e con i rilevatori che hanno collaborato alle indagini precedenti. Al fine di costruire una serie statistica di dati, e di concerto con i referenti provinciali e con i rilevatori, nel corso del triennio di indagine sono stati presidiati gli stessi Passi, sia montani che costieri, elencati a livello provinciale. Salvo qualche eccezione, ci si è avvalsi dei rilevatori degli anni precedenti, pure elencati a livello provinciale.

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Coefficienti di correzione Come per il passato, la parte coperta di ciascun passo, nell’ovvia impossibilità di

nza storica di appostamenti di

i dati raccolti è stato quindi necessario applicare un coefficiente di correzione, variabile e a cento le quantità di migratori rilevate e

ndere così omogenei, e quindi confrontabili tra loro, i risultati dei diversi passi. Le

za e orario delle rilevazioni

periodo di osservazione è quello compreso tra il 1 ottobre ed il 31 ottobre. iornalieri, dall'alba fino alle tredici, e sono avvenuti a vista, con riconoscimenti dubbi; le emissioni canore, quando presenti,

Genova, Area 11 – Ambiti Naturali, nella persona di Claudio Aristarchi. Le singole Amministrazioni Provinciali hanno nominato un proprio funzionario come referente provinciale. SPECIE RILEVATE Sono state oggetto di rilevazione le seguenti dieci specie: Tordo bottaccio, Tordo sassello, Merlo, Cesena, Colombaccio, Storno, Fringuello, Peppola, Frosone e Allodola. Una parte di popolazioni di Tordo sassello, Peppola, Frosone e Allodola arriva dopo la fine d’ottobre e quindi viene persa ai fini statistici; la Cesena arriva a partire dalla fine d’ottobre e viene quindi rilevata in misura irrilevante. Per ognuna viene riportata, nelle pagine che seguono, una sintetica scheda descrittiva.

effettuare una copertura totale - basti pensare al fronte del Passo del Giovo (SV) di circa 2 Km – è stata quantificata in termini di percentuale del flusso migratorio intercettabile rispetto al flusso migratorio totale sulla base della presecaccia o di impianti di cattura, ma anche, e soprattutto, delle testimonianze dei conduttori degli stessi. Aper ciascun passo, onde poter rapportarrepercentuali di copertura ed i relativi fattori di correzione applicati vengono specificati successivamente, nelle introduzioni relative ad ogni provincia. Periodo, frequen IlI rilevamenti sono stati gausilio del binocolo perl’

diventano un elemento di riconoscimento inconfondibile. I dati sono stati raccolti sul campo attraverso appositi blocchetti e successivamente riportati su apposite schede predisposte per l'informatizzazione. Coordinamento e supervisione Il coordinamento e la supervisione sono stati affidati dalla Regione alla Provincia di

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Ordine Passeriformi - Famiglia Turdidi Caratteri distintivi – Il Tordo bottaccio ha dimensioni medio-piccole, forme piuttosto slanciate, becco robusto, coda di media lunghezza e quadrata, tarsi lunghi. In entrambi i sessi il piumaggio è di colore brunastro-oliva nelle parti superiori e bianco-fulvo fittamente macchiato di scuro in quelle inferiori, copritrici inferiori delle ali bianco-fulve, coda bruno-rossastra, sottocoda bianco-crema, becco bruno –scuro con base giallastra, zampe bruno-giallastre.

Tordo bottaccio (Turdus philomelos)

In volo, visto da sotto, è riconoscibile per il petto fulvo-gialliccio con macchie scure, che si estendono anche sui fianchi, e il sott’ala è fulviccio. Dalla Cesena si riconosce per le minori dimensioni, mentre per le dimensioni e le forme pressoché identiche è facilmente confondibile con il Tordo sassello. Lunghezza 22-23 cm, peso 62-90 g. Distribuzione – Specie spiccatamente migratrice nella massima parte dell’areale, è distribuita come nidificante in Europa, Siberia occidentale, Asia. I quartieri di svernamento comprendono le Isole Britanniche, l’Europa occidentale, il bacino del Mediterraneo, parte del Nord-Africa, la Valle del Nilo e l’Asia sud-occidentale. In Italia è stazionario e nidificante nelle Alpi e nell’Appennino e localmente erratico. Le popolazioni migratrici sono di passo da fine settembre a novembre e in febbraio-marzo; è in parte svernante. Habitat – Frequenta boschi ricchi di sottobosco, pianure alberate e cespugliate, vigneti, oliveti, macchia mediterranea, parchi e giardini. Abitudini – Tranne che durante la migrazione, conduce vita solitaria o in coppia. Possiede un volo poco ondulato e veloce, di solito basso tra la folta vegetazione; sul terreno corre e saltella agilmente in posizione eretta. Di notte riposa tra il fitto fogliame degli alberi e cespugli, mentre di giorno si reca nelle zone di pastura. Alimentazione – Si ciba principalmente di insetti, molluschi, ragni, lombrichi, frutta. Riproduzione - La stagione riproduttiva inizia alla fine di marzo. La parata nuziale ha luogo spesso a terra: il maschio gonfia le piume del petto e del groppone, spiega la coda contro il suolo e getta la testa indietro aprendo leggermente il becco, quindi corre verso la femmina lasciando pendere le ali. Il nido, predisposto dalla femmina tra i cespugli, sugli alberi o più di rado a terra, ha forma di mezza coppa. Salvo alcune eccezioni il maschio non partecipa alla costruzione del nido e a volte contribuisce in maniera simbolica al lavoro. La covata, composta da 4-5 uova, è incubata per 13-14 giorni dalla femmina, che a volte viene assistita dal maschio. I nidiacei sono accuditi da entrambi i genitori e all’età di circa due settimane si rendono indipendenti. Depone due volte all’anno e talvolta tre. Scheda tratta da: Realini et al., 2000 - Manuale dell’aspirante cacciatore – L’Esame per la licenza di caccia. Edizioni R.G.F.

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Ordine Passeriformi - Famiglia Turdidi Caratteri distintivi – Il Tordo sassello ha dimensioni medio-piccole, forme piuttosto slanciate, becco robusto, coda di media lunghezza e quadrata, tarsi lunghi. In entrambi i sessi il piumaggio è di colore bruno-olivastro scuro nelle parti superiori, bianco-fulvo striato di scuro nelle parti inferiori, sopracciglio crema, fianchi e ascellari castani, coda marrone scuro con punta delle piume bianco-fulviccia.

Tordo sassello (Turdus iliacus)

In volo, visto da sotto, è riconoscibile per la colorazione castana sotto le ali e la striatura del petto e dei fianchi. Dalla Cesena si riconosce per le minori dimensioni, mentre per le dimensioni e le forme pressoché identiche è facilmente confondibile con il Tordo bottaccio. Lunghezza 21-22 cm, peso 50-75 g. Distribuzione – Specie ampiamente distribuita come nidificante alle medie e alte latitudini in Eurasia, ad est fino in Siberia. Migratore a lungo raggio, i quartieri di svernamento comprendono una fascia che dal Maghreb e dal bacino del Mediterraneo si estende al Medio Oriente, Pakistan ed India. In Italia è di passo in ottobre-novembre e in febbraio-marzo, e svernante. Habitat - Frequenta boschi montani e collinari, parchi e, al di fuori del periodo della riproduzione, pascoli, zone coltivate, terreni in prossimità di zone umide. Abitudini - Di indole diffidente, conduce vita gregaria, spesso anche con la Cesena, eccetto che nel periodo della riproduzione. Possiede un volo veloce e abbastanza diritto, simile a quello del Tordo bottaccio, ma in genere ad altezze superiori. Ricerca il cibo sul terreno nei campi e nel sottobosco, dove corre e saltella agilmente. Arboricolo, riposa sugli alberi e sui cespugli nascosto tra il fogliame. Alimentazione – Si ciba principalmente di insetti e loro larve, molluschi, bacche e frutti selvatici. Riproduzione - La stagione riproduttiva è compresa tra metà maggio e luglio. Il nido viene costruito su alberi e cespugli o sul terreno, utilizzando erbe e stecchi intrecciati e cementati con fanghiglia; talvolta viene guarnito con muschio. La femmina depone 5-6 uova, che vengono incubate anche dal maschio per circa 13 giorni; i nidiacei sono accuditi da entrambi i genitori per 2-3 settimane. Depone due volte all’anno. Scheda tratta da: Realini et al., 2000 - Manuale dell’aspirante cacciatore – L’Esame per la licenza di caccia. Edizioni R.G.F

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Ordine Passeriformi - Famiglia Turdidi Caratteri distintivi – Il Merlo ha dimensioni medio-piccole, becco robusto e tarsi lunghi. Il maschio ha un piumaggio uniformemente nero lucente e becco giallo-nerastro. La femmina è bruno-nerastra con mento e gola grigiastri, becco bruno. In entrambi i sessi le zampe sono bruno scure. In volo, visto da sotto il maschio è inconfondibile per la colorazione nera, le remiganti più chiare e il becco giallo, mentre la femmina appare brunastra.

Merlo (Turdus merula)

Lunghezza 25-27 cm, peso 75-115 g. Distribuzione – Specie ampiamente distribuita come nidificante in Eurasia e nell’Africa nord-occidentale. Il comportamento migratorio della specie varia sensibilmente tra le diverse popolazioni ed anche all’interno delle stesse si riscontrano situazioni di migrazione parziale, quando cioè solo una frazione degli individui migra, mentre la restante parte è stanziale. Le popolazioni migratrici dell’Europa svernano nel bacino del Mediterraneo. In Italia è stazionario e nidificante, localmente erratico durante l’inverno. Le popolazioni migratrici sono di passo e svernanti da fine settembre a marzo. Habitat – Frequenta una vasta gamma di ambienti, dal livello del mare ad aree spiccatamente montane, ed utilizza le associazioni vegetali più diverse per nidificare, preferendo comunque foreste aperte e zone di cespugli. Abitudini – Diffidente, si mette subito a riparo se spaventato, mentre assume un comportamento confidente quando non è disturbato. Di costumi solitari, si riunisce con i suoi consimili solo in migrazione. Mostra grande vivacità e possiede un volo veloce, talvolta diritto e talvolta a sfreccianti zig-zag; essenzialmente arboricolo, si posa anche sul terreno dove si muove saltellando e tenendo la coda eretta e ali abbassate. Alimentazione – Si ciba di frutti di piante selvatiche e coltivate (uva, fichi, mele, pere, ciliege, fragole, ribes, mirtilli), bacche, semi e, in primavera, insetti, loro larve, lombrichi, ragni, millepiedi e piccoli molluschi. Riproduzione – La stagione riproduttiva inizia in marzo e si protrae fino a luglio. I maschi cantano con tono melodioso e difendono con aggressività il loro territorio, La monogamia è di norma, ma sono segnalati numerosi casi in cui il maschio si occupa di più femmine. Il nido è costruito dalla femmina, a volte aiutata dal maschio, tra i cespugli, sugli alberi, tra le piante rampicanti addossate a case, rocce e tronchi, utilizzando rametti, erbe secche, sterpi e foglie cementati tra loro con argilla. Le 3-5 uova deposte sono incubate dalla femmina, e occasionalmente dal maschio, per circa due settimane. I giovani vengono accuditi da entrambi i genitori per circa 13-14 giorni, età in cui sono in grado di volare. Depone di norma due o tre volte all’anno. Scheda tratta da: Realini et al., 2000 - Manuale dell’aspirante cacciatore – L’Esame per la licenza di caccia. Edizioni R.G.F.

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Ordine Passeriformi - Famiglia Turdidi Caratteri distintivi – La Cesena ha dimensioni medio-piccole, forme piuttosto slanciate, becco robusto, coda di media lunghezza e quadrata, tarsi lunghi. Il piumaggio in entrambi i sessi è molto variabile nelle tonalità, ma piuttosto costante nel disegno: testa, nuca e groppone di colore grigio ardesia, dorso bruno-castano, coda castano-nerastra, gola e petto fulvo rugginoso striato di nero, ventre bianco, becco giallastro con apice nero, zampe brune. In volo, vista da sotto, è riconoscibile per il petto fulvo-gialliccio, le copritrici inferiori delle ali bianche e la coda nera. Oltre che per i colori del piumaggio, si distingue dal Tordo bottaccio e dal Tordo sassello per le dimensioni decisamente superiori.

Cesena (Turdus pilaris)

Lunghezza 25-28 cm, peso 80-145 g. Distribuzione – Specie migratrice distribuita come nidificante in Europa nord-orientale ed Asia settentrionale. I quartieri di svernamento comprendono gran parte dell’Europa meridionale e, in misura minore, il Nord Africa; popolazioni più orientali svernano anche in Asia minore e Palestina. In Italia è di passo da fine ottobre a metà dicembre e in febbraio-marzo, e svernante. Piccole colonie sono nidificanti nelle località montane e pedemontane delle regioni settentrionali. Habitat – Frequenta boschi, parchi, frutteti in prossimità di praterie e pianure coltivate. Abitudini – Di indole poco diffidente e rumorosa durante la stagione riproduttiva, appare più timorosa e cauta in autunno e inverno. Conduce vita gregaria in branchi anche numerosissimi, spesso insieme al Tordo sassello. Possiede un volo alto e leggermente ondulato; sul terreno cammina con portamento eretto e saltella con eleganza. Alimentazione – Si ciba sia di sostanze vegetali (bacche, frutta, semi, granaglie), sia di invertebrati (insetti, lombrichi, molluschi, ragni, ecc.) Riproduzione – La stagione riproduttiva è compresa tra aprile e luglio. La nidificazione avviene in colonie costituite da piccoli nuclei di 10-20 coppie sugli alberi ed eccezionalmente sul terreno. Appena i maschi si sono insediati nei quartieri di nidificazione iniziano un’intensa attività, costituita da inseguimenti, combattimenti e corteggiamenti. Durante la parata nuziale il maschio saltella attorno alla compagna immobile, tenendo il corpo orizzontale, le ali semiaperte, la coda spiegata e abbassata. Il nido, a forma di coppa, è costruito con erba, muschio, fuscelli e fango ed in esso la femmina depone 5-6 uova, che cova per 13-14 giorni. I nidiacei sono accuditi da entrambi i genitori e abbandonano il nido all’età di circa due settimane. Depone in genere due volte all’anno. Scheda tratta da: Realini et al., 2000 - Manuale dell’aspirante cacciatore – L’Esame per la licenza di caccia. Edizioni R.G.F.

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Colombaccio (Columba palumbus)

Ordine Columbiformi - Famiglia Columbidi

Caratteri distintivi – Il Colombaccio ha dimensioni medie, forme pesanti e massicce, becco appuntito ricurvo all’apice, tarsi brevi, ali e coda piuttosto lunghe. Il piumaggio in entrambi i sessi è di colore grigio-bluastro con parti inferiori sfumate di rosso-vinato, collo ornato da piume a riflessi verdi e purpurei, ampia banda bianca attraverso l’ala, macchia bianca ai lati del collo molto evidente, becco rosato alla base, giallognolo all’apice e zampe rosa. In volo, visto da sotto, si riconosce dagli altri columbidi per le maggiori dimensioni, la coda e il collo più allungati, le ali scure, le macchie bianche ai lati del collo; visto da sopra, è ben evidente anche la larga banda bianca attraverso le ali. Lunghezza 40-45 cm, peso 360-580 g. Distribuzione – Specie ampiamente distribuita come nidificante in Europa fino al 65° di latitudine nord. Asia occidentale e meridionale, Africa nord-occidentale. In Italia è di passo nella prima quindicina di ottobre e dalla metà di febbraio a tutto marzo; è svernante nelle pinete litoranee e nelle macchie costiere, stazionario nelle zone adatte. Habitat – Frequenta boschi di quercia, leccio, faggio, foreste con radure e zone coltivate, pinete a macchia litoranea; è presente anche nei parchi delle città. Abitudini – Per quanto appaia confidente negli abitati, è assai diffidente. Vive gregario dall’autunno alla primavera e talvolta pure d’estate e non di rado si associa ai piccioni domestici e alle colombelle. Possiede un volo diritto e veloce con rapidi battiti d’ala. Arboricolo, si posa sul terreno alla ricerca di cibo e cammina tenendo il corpo orizzontale e dondolando la testa. È dotato di vista acuta, ma di udito modesto. Alimentazione – Si ciba in prevalenza di semi di graminacee e leguminose, ghiande, faggiole e altri frutti di piante forestali, foglie, germogli, bacche; occasionalmente cattura insetti e vermi. Riproduzione – La stagione riproduttiva inizia in aprile con parate nuziali sia in volo sia sulle piante. L’accoppiamento è in genere preceduto da un comportamento ritualizzato di somministrazione del cibo da parte del maschio alla femmina, la quale imita l’atteggiamento dei giovani volgendo il becco verso quello del maschio e agitando una o entrambe le ali. La femmina costruisce il nido sugli alberi, utilizzando stecchi portati dal maschio e intrecciandoli in maniera approssimativa. In genere vengono deposte due uova, incubate dal maschio di giorno e dalla femmina di notte. I pulcini, alimentati da entrambi i genitori con un secreto caseoso prodotto dal gozzo, lasciano il nido all’età di 25-30 giorni. Depone fino a tre volte all’anno. Scheda tratta da: Realini et al., 2000 - Manuale dell’aspirante cacciatore – L’Esame per la licenza di caccia. Edizioni R.G.F.

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Ordine Passeriformi - Famiglia Sturnidi Caratteri distintivi – Lo storno ha dimensioni medio-piccole, coda corta, ali appuntite, becco lungo e affilato, di colore giallo nel periodo riproduttivo. Il piumaggio è nerastro, a riflessi bronzei, verdi e porpora. Il piumaggio è fittamente macchiettato di biancastro, in inverno, soprattutto la femmina. Vola in stormi serrati. In volo si riconosce per le tipiche ali triangolari. Voce aspra con mistura di fischi umani, chiacchierii e vari rumori; è un buon imitatore di suoni. Il richiamo in volo è breve e debole.

Storno (Sturnus vulgaris)

Lunghezza 21 cm, peso 75-90 g. Distribuzione – Nidificante comune in tutta Europa, tranne che nella penisola Iberica, in Sicilia, Sardegna e Corsica, dove è sostituito dall’affine Storno nero (Sturnus unicolor). In Italia, è comune nelle regioni settentrionali e centrali, in particolare presso le aree coltivate e le abitazioni umane, ed è diffuso come svernante. Habitat – A proprio agio sia in città che in campagna, soprattutto in prossimità dell’uomo. Zone agricole, paesi, giardini, anche pareti rocciose. All’imbrunire in città, boschi e canneti. Abitudini – Allegro, litigioso e garrulo. Si nutre e dorme comitive numerose talvolta enormi. D’inverno e autunno sta in enormi stormi che si riuniscono in densi e rumorosi dormitori spesso in città. Il volo è rapido e diritto, ogni tanto con qualche planata. Alimentazione – Vagabonda nei prati in cerca di insetti e altri invertebrati che raccoglie rovistando nell’erba bassa. Si nutre anche di frutta e semi, soprattutto in autunno. Riproduzione – Nidifica in cavità degli alberi, costruzioni, pareti, anche nei buchi del terreno. La coppa è in erba, imbottita di materiale più fine, talvolta con piume. La femmina, di norma 1-2 volte all’anno, depone 4-6 uova di colore azzurro che cova per 12-13 giorni. I giovani hanno piumaggio marrone-grigiastro. Scheda a cura di Grazia Del Sala

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Fringuello (Fringilla coelebs)

Ordine Passeriformi - Famiglia Fringillidi Caratteri distintivi – Il Fringuello ha dimensioni medio – piccole ed è uno degli uccelli europei più comuni. In volo si riconosce per la doppia barra alare bianca e per le bianche timoniere esterne. Il maschio è bruno rosato di sotto con mantello castano, groppone verdastro, vertice e nuca blu lavagna. La femmina e i giovani sono bruno oliva pallido sul dorso, chiari ventralmente. E’ riconoscibile dalla Peppola per il groppone verdastro, non bianco. Lunghezza 15 cm, peso 19-24 g. Distribuzione – Comune e diffuso in tutta Europa; migratore nel nord, effettua movimenti di massa ai primi di ottobre. Habitat – Quasi ovunque vi siano alberi o cespugli. In inverno si vede spesso in stormi nei coltivi, di solito nei pressi di boschi. Predilige le faggete. Abitudini – Conduce vita gregaria con gli altri fringillidi tranne che in epoca di cova. Spesso si riuniscono in voli separati di maschi o di femmine. Il volo è ondulante. Il canto emesso da posatoi esposti è forte e breve, potente fino a scendere di tono e terminare in un chiacchiericcio. Alimentazione – Si ciba di sostanze vegetali (faggiole, semi); nel periodo riproduttivo la dieta è integrata dal consumo d’insetti. Riproduzione – Nidifica in boschi cedui e di conifere, giardini e parchi. Il nido viene collocato in una biforcazione di rami, ben costruito e nascosto con muschio e licheni. Ha forma a coppa ed è imbottito di peli e piume. La femmina depone, una volta all’anno, 4-5 uova azzurre o marrone chiaro, punteggiate e striate di marrone scuro, che cova per 12-13 giorni. I nidiacei sono accuditi da entrambi i genitori e abbandonano il nido all’età di circa due settimane. Scheda a cura di Grazia Del Sala

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Peppola (Fringilla montifringilla)

Ordine Passeriformi - Famiglia Fringillidi Caratteri distintivi – La Peppola ha dimensioni medio–piccole. Il piumaggio si distingue da quello del fringuello per l’evidente groppone bianco, il dorso scuro e per una minore quantità di bianco sulle ali e sulla coda. Il maschio si distingue per il petto e la spalla arancio e per il colore della testa e del mantello neri in primavera-estate, brunastri d’inverno. La femmina è molto simile a quella del fringuello ma ha strisce scure sul capo e il groppone bianco. Una caratteristica del piumaggio di questa specie consiste nel fatto che la vivace colorazione del periodo riproduttivo è dovuta all’abrasione dell’estremità fulve delle penne di rivestimento: un modo “economico” in termini energetici, comune anche ad altre specie di fringillidi ed emberizidi, di mettere in risalto una vistosa livrea estiva. Lunghezza 15 cm, peso 23-29 g. Distribuzione – Specie migratrice e svernante regolare nell’Europa Centrale e Meridionale, nidifica in Scandinavia e Russia. Habitat – In estate frequenta soprattutto le foreste di betulle del nord dove nidifica generalmente presso le radure. Durante la migrazione e in inverno frequenta boschi, parchi, giardini e coltivi. Abitudini – In inverno conduce vita gregaria, spesso insieme ai fringuelli, in stormi talvolta numerosissimi. Stormi di passo meno densi di quelli di fringuello ma spesso misti con quest’ultimo. Il canto, secco, è ripetuto in maniera monotona da posatoi facilmente individuabili. Un suono metallico viene rapidamente ripetuto in volo. Alimentazione – Si ciba di sostanze vegetali (faggiole, semi); nel periodo riproduttivo la dieta è integrata dal consumo d’insetti. Riproduzione – Nidifica comunemente nella taiga e in boschi di betulle subalpini. Il nido su alberi o cespugli, presenta una coppa ben intessuta di erbe e fibre ed è rivestita di strisce di corteccia, licheni e imbottita di peli e piume. La femmina depone, una volta all’anno, 5-7 uova verdastre o brunastre, punteggiate di marrone scuro, che cova per 13-14 giorni. I nidiacei, accuditi da entrambi i genitori, abbandonano il nido all’età di circa due settimane. Scheda a cura di Grazia Del Sala

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Frosone (Coccothraustes coccothraustes)

Ordine Passeriformi - Famiglia Fringillidi Caratteri distintivi – Il Frosone ha dimensioni medio-piccole ed è caratterizzato da un aspetto massiccio, con un becco enorme, testa grande, collo tozzo. In volo è distinguibile per le barre alari bianche e per la coda corta, con punta bianca. Il maschio ha testa fulva, dorso bruno acceso, parti inferiori bruno-rosa pallido, gola nera. Il fortissimo becco, di colore giallastro, assume la colorazione grigio-blu nella stagione riproduttiva. All’interno del becco è presente una placca dentellata rigida, impiegata per sbucciare i semi. La livrea della femmina è più chiara e meno rossiccia sul vertice. I giovani, di colore bruno piuttosto omogeneo con barrature, sono sempre riconoscibili per le parti bianche caudali e alari. Vola solitamente alto ed in modo rapido; sulle brevi distanze il volo è ondulato ed è riconoscibile in modo inconfondibile per la testa grande e la coda corta. Lunghezza 17,5 cm, peso 48-62 g. Distribuzione – Nidificante in modo sparso in quasi tutta Europa, con eccezione per le aree più settentrionali e meridionali. Le popolazioni più nordiche migrano regolarmente. Svernante a sud. In Italia è nidificante, perlopiù stanziale, nelle regioni settentrionali e centrali e in Sardegna, in zone boschive di collina e montagna. Habitat – Boschi decidui e misti, con folto sottobosco, parchi, frutteti. Abitudini – Schivo, estremamente diffidente e silenzioso. In inverno spesso sta in gruppo. Sul terreno cammina in modo eretto, ondulante e saltella con vigore. Generalmente canta dalla cima degli alberi con gorgheggio calmo, acuto, abbastanza squittente. Il canto che raramente di sente è un esitante “tik”, con varianti. Alimentazione – Si ciba principalmente di semi, compresi grossi noccioli di alcuni frutti, quali ciliegia o susina, che apre con il suo formidabile becco. Compaiono frequentemente nella sua dieta i semi del Carpino. Riproduzione - Nidifica in gruppetti sparsi in boschi decidui e misti con denso sottobosco. Il nido è posizionato sulla cima degli alberi o su di un basso ramo orizzontale o contro il tronco. La coppa è formata da piccoli rametti e imbottita di radici e altro. La femmina depone, una volta all’anno, 3-6 uova di colore biancastro, striate e macchiate di scuro, che vengono covate per dalla femmina per 12-13 giorni. I nidiacei abbandonano il nido dopo 11-14 giorni. Scheda a cura di Grazia Del Sala

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Allodola (Alauda arvensis)

Ordine Passeriformi – Famiglia Alaudidi Caratteri distintivi - Uccello terragnolo, con unghia del dito posteriore dritta e lunga, ha dimensioni medio-piccole, becco breve e relativamente robusto (ma non tozzo), con coda di media lunghezza, quadrata. Sessi simili, con una colorazione bruno nocciola screziata sul dorso e biancastra sul ventre, mentre il petto appare finemente striato di bruno scuro, i lati della coda sono bianchi; sul capo si nota un accenno di corto ciuffo di penne erettili. La ripetuta, e quasi continua, emissione canora in volo di un suono rotondo-gorgogliante, la distingue immediatamente dalle altre specie simili (Tottavilla, anche più piccola, e Cappellaccia, più massiccia). Lunghezza 18 cm, peso 34-45 g. Distribuzione - Specie ampiamente diffusa, con popolazioni a diverso grado di propensione migratoria, attualmente in declino quasi ovunque (tranne alcune porzioni orientali del suo areale europeo) in relazione all’evoluzione delle pratiche agricole nell’ultimo mezzo secolo. I quartieri di sverno comprendono le Isole Britanniche, l’Europa occidentale ed i Paesi circum-mediterranei e medio orientali. In Italia è nidificante e svernante. Le popolazioni migratrici transitano prevalentemente in ottobre e marzo. Habitat - Zone aperte a pascolo o a colture cerealicole (soprattutto frumento e orzo) sia di pianura (prevalentemente che in montagna (es. praterie alpine). Abitudini - Specie solitaria o in coppie tranne che in periodo migratorio quando manifesta un maggior gregarismo (mediamente gruppi di una decina di soggetti). Ha un caratteristico volo, a volte molto alto, altalenante, più evidente quando esistono elementi che possono attrarne la curiosità (es. civetta o falchetti, ovvero marchingegni riflettenti la luce del sole…i famosi specchietti per allodole!). Alimentazione - granivora (prevalenza di piccoli semi) e parzialmente insettivora. Riproduzione – Inizia a fine marzo, con massimi sempre più tardivi a seconda della regione geografica. Il maschio marca e difende il suo territorio, cui è assai fedele, soprattutto con canto in volo spesso ad altezze considerevoli, continuo, sonoro, trillante e melodioso. Nel nido, costruito tra la vegetazione erbacea al suolo, arricchito di sottili fili d’erba e radichette, vengono deposte 3-5 uova biancastre, macchiate fittamente di scuro, incubate per circa 12 giorni; i nidiacei vengono accuditi per una ventina di giorni. Le deposizioni possono esser ripetute anche tre volte l’anno. Scheda tratta da: Donald P.F., 2004 - The Skylark. T & AD Poyser, Londra.

22

Page 29: avifauna minoreliguria

LIGURIA

I RISULTATI DELL'INDAGINE PLURISTAGIONALE

1 – Media annuale del flusso per passo e percentuale per specie

Provincia di

Imperia Provincia di

SavonaProvincia di

Genova Provincia

della Spezia Regione Liguria

Tordo bottaccio

1.237,0 2.367,7 597,5 5.914,5 2.032,8

% 3,3% 5,7% 2,8% 8,5% 5,5%

Tordo sassello

463,7 161,9 24,6 2.409,0 529,5

% 1,2% 0,4% 0,1% 3,5% 1,4%

Cesena 132,3 44,3 0,0 856,8 175,9

% 0,4% 0,1% 0,0% 1,2% 0,5%

Merlo 464,7 377,8 174,5 2.014,3 580,3

% 1,2% 0,9% 0,8% 2,9% 1,6%

Colombaccio 797,3 11.493,8 2.775,2 18.976,5 7.325,4

% 2,1% 27,6% 12,8% 27,4% 19,7%

Storno 243,7 6.199,7 5.530,0 7.285,2 5.108,9

% 0,7% 14,9% 25,5% 10,5% 13,7%

Fringuello 32.444,0 18.986,9 11.813,5 18.849,8 18.218,0

% 87,0% 45,5% 54,4% 27,2% 48,9%

Peppola 593,0 415,0 355,1 6.755,8 1.476,5

% 1,6% 1,0% 1,6% 9,7% 4,0%

Frosone 570,3 1.269,1 376,7 3.865,8 1.213,6

% 1,5% 3,0% 1,7% 5,6% 3,3%

Allodola 349,3 380,0 50,9 2.368,8 569,2

% 0,9% 0,9% 0,2% 3,4% 1,5%

Totale 37.295,3 41.696,1 21.697,9 69.296,7 37.230,2

% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

La media annuale del flusso per passo permette di stabilire la graduatoria di abbondanza del flusso tra le varie province: La Spezia con 69.296,7 unità , Savona con 41.696,1 unità e Imperia con 37.295,3 unità sono al di sopra della media regionale di 37.230,2 unità;

23

Page 30: avifauna minoreliguria

Genova con 21.697,9 unità è al di sotto della media regionale. La percentuale per specie permette di stabilire la graduatoria di abbondanza delle singole specie: il Fringuello è la specie più abbondante, con una percentuale regionale del 48,9%, con il massimo dell’87% di Imperia e il minimo del 27,2% della Spezia; il Colombaccio, con una percentuale regionale del 19,7%, va dal 27,4% della Spezia al 2,1% di Imperia; lo Storno, con una percentuale regionale del 13,7%, va dal 25,5% di Savona allo 0,7% di Imperia. In questi confronti occorre tener conto delle quote altimetriche dei passi, che influenzano diversamente le presenze delle varie specie, come si può vedere dai riscontri provinciali. Le altre specie hanno fatto registrare percentuali regionali inferiori; nell’ordine: Tordo bottaccio 5,5%, Peppola 4%, Frosone 3,3%, Merlo 1,6%, Allodola 1,5%, Tordo sassello 1,4%, e Cesena 0,5%.

2 - Media annuale dell'andamento dei flussi nel tempo

0

5000

10000

15000

20000

25000

30000

35000

1-ot

t

2-ot

t

3-ot

t

4-ot

t

5-ot

t

6-ot

t

7-ot

t

8-ot

t

9-ot

t

10-o

tt

11-o

tt

12-o

tt

13-o

tt

14-o

tt

15-o

tt

16-o

tt

17-o

tt

18-o

tt

19-o

tt

20-o

tt

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tt

22-o

tt

23-o

tt

24-o

tt

25-o

tt

26-o

tt

27-o

tt

28-o

tt

29-o

tt

30-o

tt

31-o

tt

La curva polinomiale, che rappresenta la media annuale regionale dell’andamento dei flussi nel tempo, evidenzia flussi in netto incremento a partire dalla prima decade del mese, che si stabilizza su valori elevati nelle decadi successive, salvo una flessione tra la seconda e la terza decade. Indubbiamente l’estensione del periodo dell’indagine a tutto il mese d’ottobre, e in particolare il prolungamento delle rilevazioni fino alla fine del mese, ha favorito, come già negli anni precedenti, il recupero di specie ”ritardatarie” - come Tordo sassello, Peppola, Frosone e Allodola; per la Cesena si registrano soltanto i primi contingenti, che arrivano alla fine d’ottobre.

24

Page 31: avifauna minoreliguria

24.393,3

6.354,0 2.111,3 6.964,0

87.905,0

61.306,7

218.615,7

17.718,0 14.563,06.831,0

0,0

50.000,0

100.000,0

150.000,0

200.000,0

250.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3 - Media annuale del flusso totale per specie

L’istogramma evidenzia la media annuale d flusso totale per specie; il Fringuello risulta el la specie di gran lunga più abbondante, con 218.615,7 unità; seguono nell’ordine: Colombaccio con 87.905, Storno con 61.306,7, Tordo bottaccio con 24.393,3, Peppola con 17.718, Frosone con 14.563, Merlo con 6.964, Allodola con 6.831, Tordo sassello con 6.354 e Cesena con 2.111,3.

37.295,341.696,1

21.697,9

69.296,7

37.230,2

0,0

10.000,0

20.000,0

30.000,0

40.000,0

50.000,0

60.000,0

70.000 0 ,

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

4 - Media annuale del flusso tot e per passo per provincia

L’istogramma della media annuale del flusso totale per passo per provincia evidenzia La Spezia con 69.296,7 unità, Savona con 41.696,1 unità e Imperia con 37.295,3 unità al di sopra della media annuale regionale di 37.230,2 unità; Genova con 21.697,9 unità al di sotto della media regionale.

al

25

Page 32: avifauna minoreliguria

1.237,0

2.367,7

597,5

5.914,5

2.032,8

0,0

1.000,0

2.000,0

3.000,0

4.000,0

5.000,0

6.000,0

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

4a - Tordo bottaccio: media annuale del flusso per passo per provincia

I provincia di Imperia e di

enova una media annuale al di sotto di quella regionale.

l Tordo bottaccio ha fatto registrare in provincia della Spezia e di Savona una media

annuale del flusso per passo al di sopra della media regionale; inG

463,7

161,924,6

4b - Tordo sassello: media annuale del flusso per passo per provincia

2.409,0

529,5

0,0

500,0

1.000,0

1.500,0

2.000,0

2.500,0

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

Il Tordo sassello ha fatto registrare in provincia della Spezia una media annuale del flusso per passo largamente al di sopra della media regionale; in provincia di Imperia, di Savona e di Genova una media annuale al di sotto di quella regionale.

26

Page 33: avifauna minoreliguria

4c - Cesena: media annuale del flusso per passo per provincia

132,3

44,30,0

856,8

175,9

0,0 100,0 200,0 300,0 400,0 500,0 600,0 700,0 800,0 900,0

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

La Cesena ha fatto registrare in provincia della Spezia una media annuale del flusso per passo largamente al di sopra della media regionale; in provincia di Imperia, di Savona e di Genova una media annuale al di sotto di quella regionale.

464,7377,8

174,5

2.014,3

580,3 1.000,0

2.500,0

1.500,0

2.000,0

0,0

500,0

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

4d - Merlo: media annuale del flusso per passo per provincia

Il Merlo ha fatto registrare in provincia della Spezia una media annuale del flusso per passo al di sopra della media regionale; in provincia di Imperia, di Savona e di Genova una media annuale al di sotto di quella regionale.

27

Page 34: avifauna minoreliguria

797,3

11.493,8

2.775,2

18.976,5

7.325,4

0,0 2.000,0 4.000,0 6.000,0 8.000,0

10.000,0 12.000,0 14.000,0 16.000,0 18.000,0 20.000,0

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

4e - Colombaccio: media annuale del flusso per passo per provincia

sotto di quella regionale, onfermandosi il Colombaccio una specie poco montana.

Il Colombaccio ha fatto registrare in provincia della Spezia e di Savona una media annuale del flusso per passo al di sopra della media regionale; in provincia di Genova e ancor più in quella di Imperia una media annuale al dic

243,7

6.199,7

5.530,0

7.285,2

5.108,9

0,0 1.000,0 2.000,0 3.000,0 4.000,0 5.000,0 6.000,0 7.000,0

4f - Storno: media annuale del flusso per passo per provincia

8.000,0

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

Lo Storno ha fatto registrare in provincia della Spezia, di Savona e di Genova una media annuale del flusso per passo al di sopra della media regionale; in provincia di Imperia una media annuale largamente al di sotto di quella regionale, confermandosi lo Storno una specie poco montana.

28

Page 35: avifauna minoreliguria

4g - Fringuello: media annuale del flusso per passo per provincia

32.444,0

18.986,9

11.813,5

18.849,8 18.218,0

0,0

5.000,0

10.000,0

15.000,0

20.000,0

25.000,0

30.000,0

35.000,0

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

Il Fringuello ha fatto registrare in provincia di Imperia, di Savona e della Spezia una media annuale del flusso per passo al di sopra della media regionale; in provincia di Genova una media annuale al di sotto di quella regionale, confermandosi il Fringuello una specie montana.

593,0 415,0 355,1

6.755,8

1.476,5

0,0

1.000,0

2.000,0

3.000,0

4.000,0

5.000,0

6.000,0

7.000,0

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

4h - Peppola: media annuale del flusso per passo per provincia

La Peppola ha fatto registrare in provincia della Spezia una media annuale del flusso per passo largamente al di sopra della media regionale; in provincia di Imperia, di Savona e di Genova una media annuale al di sotto di quella regionale.

29

Page 36: avifauna minoreliguria

3.865,8

570,3

1.269,1

376,7

1.213,6

3 00,0 .5

3.000,0 2.500,0

2.000,0 1.500,0

1.000,0 500,0

0,0

4.000,0

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

4i - Frosone: media annuale del flusso per passo per provincia

Frosone ha fatto registrare in provincia della Spezia e di Savona una media annuale del

Ilpasso per valico al di sopra della media regionale; in provincia di Imperia e di Genova una media annuale al di sotto di quella regionale.

349,3 380,0

50,9

2.368,8

569,2

0,0

500,0

1.000,0

1.500,0

2.000,0

2.500,0

Imperia Savona Genova La Spezia Liguria

dola: m a annu

rovincia della Spezia una media annuale del flusso per

4l - Allo edi ale del flusso per passo per provincia

L’Allodola ha fatto registrare in ppasso largamente al di sopra della media regionale; in provincia di Savona, di Imperia e di Genova una media annuale al di sotto di quella regionale.

30

Page 37: avifauna minoreliguria

CONCLUSIONI

i dei flussi totali:

1) Montemarcello (SP): 119.671 soggetti rilevati;

” ” ; 44.260 ” ” ;

39.263 ” ” ; 6) Capo di Borghetto (SV): 24.139 ” ” ;

21.043 ” ” ; 8) Campiglia (SP): 18.923 ” ” ;

10) Faiallo-Cerusa (GE): 18.021 ” ” ; 11) Passo Teglia (IM): 9.527 ” ” ;

12) Giovi Mignanego (GE): 7.091 ” ” .

dato particolarmente elevato di Montemarcello viene spiegato oltre, a livello provinciale.

anza delle singole specie secondo le medie annuali dei loro ussi totali attraverso tutti i Passi considerati della regione:

1) Fringuello: 218.616 soggetti rilevati; 2) Colombaccio: 87.905 ” ” ; 3) Storno: 61.307 ” ” ; 4) Tordo bottaccio: 24.393 ” ” ; 5) Peppola: 17.718 ” ” ; 6) Frosone: 14.563 ” ” ; 7) Merlo: 6.964 ” ” ; 8) Allodola: 6.831 ” ” ; 9) Tordo sassello: 6.354 ” ” ;

10) Cesena: 2.111 ” ” .

ome abbiamo già avuto modo di rilevare nell’Introduzione, una parte di popolazioni di ordo sassello, Peppola, Frosone e Allodola arriva dopo la fine d’ottobre e quindi viene ersa ai fini statistici; la Cesena arriva a partire dalla fine d’ottobre e viene quindi rilevata misura irrilevante. Va tenuto inoltre presente che il Merlo viene penalizzato per la inore visibilità dovuta alle sue abitudini boschive; per contro il Colombaccio viene vorito dalla sua maggior visibilità rispetto alle altre specie.

alore statistico dei risultati

recedenti indagini condotte in provincia di Genova dal 1995 al 1999 sono durate cinque a per poter attribuire valore statistico ai risultati ttenuti. L’attuale indagine regionale è durata soltanto tre anni, che ci sembrano pochi

p uti. Pur con questa riserva, p dai risultati ottenuti.

Graduatoria d’importanza dei Passi secondo le medie annual

2) Passo Garezzo (IM): 65.064 ” ” ; 3) Piani di Cantalupo (SV): 61.686

4) Terrarossa (GE): 5) Colle del Giovo (SV):

7) Punta Baffe (GE): 9) Turchino (GE): 18.074 ” ” ;

Il Graduatoria d’abbondfl

CTpinmfa V Pnni, periodo sufficientemente lungo

oer poter attribuire valore statistico definitivo ai risultati ottenensiamo si possano tuttavia trarre utili indicazioni

31

Page 38: avifauna minoreliguria

PROVINCIA DI IMPERIA

I RISU NDA LURISTAGIONALE Le rileva effettuate su due Passi: Passo G s.l.m.); Passo Teglia ( s.l.m.). Entrambi son erni. Ad entrambi è stato attrib coefficiente zione 2 ai da

r il Passo Teglia.

LTATI DELL’I GINE P

zioni sono statearezzo (m 1.800

m 1.100

o Passi int

i Passi uito il di corre ti raccolti.

Hanno collaborato: Enzo Marvaldi, referente provinciale. Elio Vinai e Filippo Scimonelli, rilevatori per il Passo Garezzo; Francesco Murante, rilevatore pe

32

Page 39: avifauna minoreliguria

1 – Media annuale del flus per passo e per specie so

Garezzo Passo Teglia Totale

Tordo bottaccio 1.986,7 487,3 2.474,0

% 3,1% 5,1% 3,3%

Tordo sassello 629,3 298,0 927,3

% 1,0% 3,1% 1,2%

Cesena 156,0 108,7 264,7

% 0,2% 1,1% 0,4%

Merlo 762,0 167,3 929,3

% 1,2% 1,8% 1,2%

Colombaccio 364,0 1.230,7 1.594,7

% 0,6% 12,9% 2,1%

Storno 40,0 447,3 487,3

% 0,1% 4,7% 0,7%

Fringuello 58.833,3 6.054,7 64.888,0

% 90,4% 63,6% 87,0%

Peppola 990,7 195,3 1.186,0

% 1,5% 2,0% 1,6%

Frosone 818,7 322,0 1.140,7

% 1,3% 3,4% 1,5%

Allodola 483,3 215,3 698,6

% 0,7% 2,3% 0,9%

Totale 65.064,0 9.526,7 74.590,7

% 87,2% 12,8% 100,0%

La media annuale del flusso per passo permette di stabilire la graduatoria di abbondanza del flusso sui due passi: sul Garezzo con l’87,2%, pari 65.064 unità, il flusso è largamente più abbondante che sul Passo Teglia con il 12,8%, pari a 9.526,7 unità. La percentuale per specie permette di stabilire la graduatoria di abbondanza delle singole specie: il Fringuello è la specie di gran lunga più abbondante, con una percentuale ell’87%, di più sul Garezzo con il 90,4%, di meno sul Passo Teglia con il 66,6%;

seguono: Tordo bottaccio con il 3,3%, Colombaccio con il 2,1%, Peppola con l’1,6%, Frosone con l’1,5%, Tordo sassello e Merlo con l’1,2%, Allodola con lo 0,9%, Storno con lo 0,7% e Cesena con lo 0,4%.

d

33

Page 40: avifauna minoreliguria

2 - Media annuale dell'andamento dei flussi nel tempo

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

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1-ot

t

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30-o

tt

31-o

tt

La curva polinomiale, che rappresenta la media annuale dell’andamento dei flussi nel tempo, evidenzia flussi in netto incremento a partire dalla prima decade del mese, che si stabilizza su valori elevati nelle decadi successive, salvo una lieve flessione tra la seconda e la terza decade. Indubbiamente l’estensione del periodo dell’indagine a tutto il mese d’ottobre, e in particolare il prolungamento delle rilevazioni fino alla fine del mese, ha favorito, come già negli anni recedenti, il recupero di specie ”ritardatarie” - come Tordo sassello, Peppola, Frosone e

Allodola; per la Cesena soltanto i primi contingenti, che arrivano alla fine d’ottobre.

p

2.474,0 927,3 264,7 929,3 1.594,7 487,3

64.888,0

1.186,0 1.140,7 698,6

0,0

10.000,0

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Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3 - Media annuale del flusso totale per specie

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso totale per specie; il Fringuello risulta la specie di gran lunga più abbondante, con 64.888 unità; seguono nell’ordine: Tordo bottaccio con 2.474, Colombaccio con 1.504,7, Peppola con 1.186,7, Frosone con

34

Page 41: avifauna minoreliguria

1.140,7, Merlo con 929,3, Tordo sassello con 927,3, Allodola con 698,6, Storno con 487,3 e Cesena con 264,7.

1.986,7 629,3 156,0 762,0 364,0 40,0

58.833,3

990,7 818,7 483,3

0,0

10.000,0

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30.000,0

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50.000,0

60.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3a - Garezzo: media ann e del flusso per specie

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso per specie; il Fringuello risulta la specie di gran lunga più abbondante, con 64.888 unità; seguono nell’ordine: Tordo bottaccio con 1.936,7, Peppola con 990,7, Frosone con 818,7, Merlo con 762, Tordo sassello con 620,3, Allodola con 483,3, Colombaccio con 364, Cesena con 156 e Storno con 40 unità. Il Garezzo, con i uoi 1.800 metri s.l.m., è il valico con la quota altimetrica più elevata; meglio

ual

sdi ogni altro evidenzia come Colombaccio e Storno siano specie poco montane.

487,3298,0

108,7 167,3

1.230,7

447,3

6.054,7

195,3 322,0 215,3

0,0

1.000,0

2.000,0

3.000,0

4.000,0

5.000,0

7.000,0

6.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3b - Passo Teglia: media ann ale del flusso per specie

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso per specie; il Fringuello risulta la

u

35

Page 42: avifauna minoreliguria

specie di gran lunga più abbondante, con 6.054,7 unità; seguono nell’ordine: Colombaccio con 1.230,7, Tordo bottaccio con 487,3, Storno con 447,3, Frosone con 322, Tordo sassello con 298, Allodola con 215,3, Peppola con 195,3, Merlo con 167,3 e Cesena con 108,7 unità.

65064

9526,7

0 10000 20000 30000 40000 50000 60000 70000

Garezzo Passo Teglia

4 - Media annuale del flusso totale per passo

La media annuale del flusso totale per passo è risultata di gran lunga maggiore sul Garezzo, con 65.064 unità, che sul Passo Teglia, con 9.526,7 unità.

4a -

1.986,7

487,3

0,0 200,0 400,0 600,0 800,0

1.000,0 1.200,0 1.400,0 1.600,0 1.800,0 2.000,0

Garezzo Passo Teglia

Tordo bottaccio: media annuale del flusso per passo

La media annuale del flusso del Tordo bottaccio è risultata di gran lunga maggiore sul Garezzo con 1.936,7 unità, che sul Passo Teglia con 487,3 unità.

36

Page 43: avifauna minoreliguria

4b - Tordo sassello: media annuale del flusso per passo

629,3

298,0

0,0 100,0 200,0 300,0 400,0 500,0 600,0 700,0

Garezzo Passo Teglia

La media annuale del flusso del Tordo sassello è risultata nettamente maggiore sul Garezzo con 629,3 unità, che sul Passo Teglia con 298 unità.

156,0

108,7

0,0 20,0

80,0 100,0

160,0

120,0 140,0

40,0 60,0

Garezzo Passo Teglia

4c - Cesena: media annuale del flusso per passo

La media annuale del flusso della Cesena è risultata maggiore sul Garezzo con 156 unità, che sul Passo Teglia con 108,7 unità.

37

Page 44: avifauna minoreliguria

762,0

167,3

0,0

300,0

600,0

800,0

700,0

400,0 500,0

100,0 200,0

Garezzo

4d - Merlo: media annuale del flusso per passo

La med sso del Merlo è rezzo con 762 uni

Passo Teglia

ia annuale del flu risultata di gran lunga maggiore sul Gatà, che sul Passo Teglia con 167,3 unità.

364,0

1.230,7

0,0 200,0 400,0 600,0 800,0

1.000,0 1.200,0 1.400,0

Garezzo Passo Teglia

Colom cio: me

La media annuale del flusso del Colombaccio è risultata nettamente maggiore sul Passo Teglia con 1.230,7 unità, che sul Garezzo con 364 unità, a conferma del fatto che il Colombaccio è specie poco montana.

4e - bac dia annuale del flusso per passo

38

Page 45: avifauna minoreliguria

40,0

447,3

4f - Storno: media annuale del flusso per passo

0,0 50,0

100,0 150,0 200,0 250,0 300,0 350,0 400,0 450,0

Garezzo Passo Teglia

sul Passo

40 unità, a conferma del fatto che lo Storno na.

La media annuale del flusso dello Storno è risultata di gran lunga maggioreTeglia con 447,3 unità, che sul Garezzo con è specie poco monta

58.833,3

6.054,7

0,0

10.000,0

20.000,0

30.000,0

40.000,0

50.000,0

60.000,0

Garezzo Passo Teglia

4g - Fringuello: media annuale del flusso per passo

lo è risultata di gran lunga maggiore sul Garezzo

ntement

a media annuale del flusso del FringuelL

con 58.833,3 unità, che sul Passo Teglia con 6.054,7 unità, a conferma del fatto che il Fringuello è specie prevale e montana.

39

Page 46: avifauna minoreliguria

4h - Peppola: media annuale del flusso per passo

990,7

195,3

0,0 100,0 200,0 300,0 400,0

0,0 600,0

900,0

50

700,0 800,0

1.000,0

Garezzo Passo T

La media annuale del fluss Peppola ta di gr maggi arezzo con 990,7 unità, che sul eglia unità, a conferma del fatto che la Peppola è specie prevalen montan

eglia

è risultao della an lunga ore sul G

Passo T con 195,3temente a.

818,7

322,0

0,0 100,0

400,0 0

600,0

900,0

200,0

300,0

500,

700,0

800,0

Garezzo Passo Teglia

La media annuale del flusso del Frosone è risultata nettamente maggiore sul Gare

4i - Frosone: media usso per

zzo con

annuale del fl passo

818,7 unità, che sul Passo Teglia con 322 unità.

40

Page 47: avifauna minoreliguria

483,3

215,3

0,0

50,0

100,0

150,0

200,0

250,0

300,0

350,0

400,0

450,0

500,0

Garezzo Passo Teglia

4l - Allodola: media annuale del flusso per passo

4La media annuale del flusso dell’Allodola è risultata nettamente maggiore sul Garezzo con 83,3 unità, che sul Passo Teglia con 215,3 unità.

41

Page 48: avifauna minoreliguria

CONCLUSIONI Graduatoria d’importanza dei Passi secondo le medie annuali dei flussi totali:

1) Passo Garezzo: 65.064 soggetti rilevati; 2) Passo Teglia: 9.527 ” ” ; Sono entrambi Passi interni, eppure il divario è enorme, in parte spiegabile con il flusso del Fringuello più abbondante alle quote più elevate (58.833 sul Passo del Garezzo, m 1.800 s.l.m., contro 6.055 sul Passo Teglia, m 1.100 s.l.m.). Graduatoria d’abbondanza delle singole specie secondo le medie annuali dei loro flussi totali attraverso tutti i Passi presidiati della provincia:

1) Fringuello: 64.888 soggetti rilevati; 2) Tordo bottaccio: 2.474 ” ” ;

o sassello: 927 ” ” ; 8) Allodola: 699 ” ” ; 9) Storno: 487 ” ” ;

10) Cesena: 265 ” ” .

3) Colombaccio: 1.595 ” ” ; 4) Peppola: 1.186 ” ” ; 5) Frosone: 1.141 ” ” ; 6) Merlo: 929 ” ” ; 7) Tord

Per quanto riguarda i fattori che penalizzano o favoriscono il flusso delle singole specie si rimanda al commento alle Conclusioni regionali.

42

Page 49: avifauna minoreliguria

PROVINCIA DI SAVONA

I RISULTATI DELL’INDAGINE PLURISTAGIONALE Le rilevazioni sono state effettuate su tre Passi: Colle del Giovo (m 500 s.l.m.); Piani di Cantalupo (m 400 s.l.m.); Capo di Borghetto (m 300 s.l.m.). Il Colle del Giovo è un passo interno, mentre i Piani di Cantalupo e il Capo di Borghetto sono passi costieri. Sul Colle del Giovo, dato l’ampio fronte di ben 2 km con asse sud-ovest/nord-est, sono stati dislocati 3 p.d’o. Sui Piani di Cantalupo i p.d’o. sono stati dislocati sui due versanti: ad est (Licanà) e ad ovest (Frescata, Bric Don Bosco e Prati di Polzemola).

Hanno collaborato: Paolo Genta, referente provinciale. Giovanni Venturino, Christian Peluffo, Claudio Pescio e Giuseppe Tortarolo, rilevatori per il Colle del Giovo; Antonio Molinari, Ambrogio Giusto, Enzo Piccardo, Luca Rebagliati, Andrea Siri e Giorgio Zunino, rilevatori per i Piani di Cantalupo; Vittorio e Daniele Libonati, rilevatori per il Capo di Borghetto.

Ai dati raccolti sono stati applicati i seguenti coefficienti di correzione: Colle del Giovo: 2 Piani di Cantalupo: 2,5 Capo di Borghetto: 2

43

Page 50: avifauna minoreliguria

1 – Media annuale del flusso per passo e per specie

Giovo Piani di Cantalupo

Capo di Borghetto Totale

Tordo bottaccio 3.867,3 2.984,3 251,3 7.102,9

% ,8% 4,8% 1,0% 5,7% 9

Tordo sassello 278,0 193,0 14,7 485,7

% 0,7% 0,3% 0,1% 0,4%

Cesena 20,0 112,0 1,0 133,0

% 0,1% 0,2% 0,0% 0,1%

Merlo 518,7 569,0 45,7 1.133,4

% 1,3% 0,9% 0,2% 0,9%

Colombaccio 3.400,0 25.489,0 5.592,3 34.481,3

% 8,7% 41,3% 23,2% 27,6%

Storno 4.318,7 6.509,3 7.771,0 18.599,0

% 11,0% 10,6% 32,2% 14,9%

Fringuello 23.811,3 23.692,3 9.457,0 56.960,6

% 60,6% 38,4% 39,2% 45,5%

Peppola 862,7 320,0 62,3 1.245,0

% 2,2% 0,5% 0,3% 1,0%

Frosone 1.498,0 1.393,3 916,0 3.807,3

% 3,8% 2,3% 3,8% 3,0%

Allodola 688,7 423,7 27,7 1.140,1

% 1,8% 0,7% 0,1% 0,9%

Totale 39.263,3 61.686,0 24.139,0 125.088,3

% 31,4% 49,3% 19,3% 100,0%

La media annuale del flusso per passo permette di stabilire la graduatoria di abbondanza del flusso sui tre passi: sui Piani di Cantalupo con il 49,3%, pari a 61.686 unità, sul Giovo con il 31,4%, pari 39.263,3 unità, sul Capo di Borghetto con il 19,3%, pari a 24.139 unità. La percentuale per specie permette di stabilire la graduatoria di abbondanza delle singole specie: il Fringuello, con una percentuale del 45,5%, è la specie più abbondante, salvo che sui Piani di Cantalupo, dove è superato dal Colombaccio, e il dato meriterebbe ulteriori verifiche; seguono: Colombaccio con il 27,6%, Storno con il 14,9%, Tordo bottaccio con il 5,7%, Frosone con il 3%, Peppola con l’1%, Merlo e Allodola con lo 0,9%, Tordo sassello con lo 0,4% e Cesena con lo 0,1%.

44

Page 51: avifauna minoreliguria

2 - Media annuale dell'andamento dei flussi nel tempo

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

16000

18000

1-ot

t

2-ot

t

3-ot

t

4-ot

t

5-ot

t

6-ot

t

7-ot

t

8-ot

t

9-ot

t

10-o

tt

11-o

tt

12-o

tt

13-o

tt

14-o

tt

15-o

tt

16-o

tt

17-o

tt

18-o

tt

19-o

tt

20-o

tt

21-o

tt

22-o

tt

23-o

tt

24-o

tt

25-o

tt

26-o

tt

27-o

tt

28-o

tt

29-o

tt

30-o

tt

31-o

tt

sfasata di qualche giorno rispetto alla curva regionale; quindi si stabilizza su valori

elevati nelle decadi successive, salvo una flessione tra la seconda e la terza decade e alla fine della terza, più sensibile rispetto alla curva regionale.

già negli anni precedenti, il recupero di specie ”ritardatarie” - come Tordo sassello, Peppola, Frosone e Allodola – anche se in misura inferiore rispetto alla media regionale del triennio; per la Cesena soltanto i primi contingenti, che arrivano alla fine d’ottobre.

La curva polinomiale, che rappresenta la media annuale dell’andamento dei flussi nel tempo, evidenzia flussi in netto incremento a partire dalla prima decade del mese, anchese

Indubbiamente l’estensione del periodo dell’indagine a tutto il mese d’ottobre, e in particolare il prolungamento delle rilevazioni fino alla fine del mese, ha favorito, come

7.102,9

485,7 133,0 1.133,4

34.481,3

18.599,0

56.960,6

1.245,03.807,3

1.140,1

0,0

10.000,0

20.000,0

30.000,0

40.000,0

50.000,0

60.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3 - Media annuale del flusso totale per specie

45

Page 52: avifauna minoreliguria

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso totale per specie; il Fringuello risulta la specie più abbondante, con 56.960,6 unità; seguono nell’ordine: Colombaccio con 34.481,3, Storno con 18.599, Tordo bottaccio con 7.102,9, Frosone con 3.207,3, Peppola con 1.245, Allodola con 1.140,1, Merlo con 1.133,4, Tordo sassello con 485,7 e Cesena con 133.

23.811,3

862,7

3.867,3

278,0 20,0 518,7

3.400,04.318,7

1.498,0688,7

0,0

10.000,0

15.000,0

20.000,0

25.000,0

5.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3a - Giovo: media annuale del flusso per specie

torno con 4.318,7, Tordo bottaccio con 3.267,3, Colombaccio con 3.400, Frosone con 1.498, Peppola con 862,7, Allodola con 688,7, Merlo con 518,7, Tordo sassello con 278 e Cesena con 20 unità.

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso per specie; il Fringuello risulta la specie di gran lunga più abbondante, con 23.811 unità; seguono nell’ordine: S

2.984,3

193,0 112,0 569,0

25.489,0

6.509,3

23.692,3

320,01.393,3

423,7

0,0

5.000,0

10.000,0

15.000,0

20.000,0

25.000,0

30.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3b - Piani di Cantalupo: media annuale del flusso per specie

46

Page 53: avifauna minoreliguria

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso per specie; il Colombaccio con 25.480 unità risulta sorprendentemente la specie più abbondante, superando persino il Fringuello con 23.602,3 unità; seguono nell’ordine: Storno con 6.509,3, Tordo bottaccio con 2984,3, Frosone con 1303,3, Merlo con 560, Allodola con 423,7, Peppola con 320, Tordo sassello con 193 e Cesena con 112 unità.

251,314,7 1,0 45,7

5.592,3

7.771,0

9.457,0

62,3

916,0

27,70,0

1.000,0

2.000,0

3.000,0

4.000,0

5.000,0

6.000,0

7.000,0

8.000,0

9.000,0

10.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3c - Capo di Borghetto: media annuale del flusso per specie

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso per specie; il Fringuello risulta la specie più abbondante, con 9.457 unità; seguono nell’ordine: Storno con 7.771, Colombaccio con 5.502,3, Frosone con 916, Tordo bottaccio con 251,3, Peppola con 62,3, Merlo con 45,7, Allodola con 27,7, Tordo sassello con 14,7 e Cesena con un’unità.

39263,3

61686

24139

0

10000

20000

30000

40000

50000

60000

70000

Giovo Piani di Cantalupo Capo di Borghetto

4 - Media annuale del flusso totale per passo

47

Page 54: avifauna minoreliguria

La media annuale del flusso totale per passo è risultata maggiore sui Piani di Cantalupo, on 61.686 unità, seguiti dal Giovo con 39.263,3 e dal Capo di Borghetto con 24.139

u

cnità.

3.867,3

2.984,3

251,3

0,0

500,0

1.000,0

1.500,0

2.500,0

2.000,0

3.000,0

3.500,0

4.000,0

G vo Capo di Borghetto

b er passo

La e del lusso d ultata maggiore sul Giovo con 3.86 guito Pian 3 e dal Capo di Borghetto con 251

4a - Tord ottaccio: media annuale del flusso po

io Piani di Cantalupo

media annual f el Tordo bottaccio è ris7,3 unità, se dai i di Cantalupo con 2.984,,3 unità.

278,0

193,0

14,7

0,0

50,0

100,0

150,0

200,0

250,0

300,0

Giovo Piani di Cantalupo Capo di Borghetto

4b - Tordo sassello: media annuale del flusso per passo

La media annuale del flusso del Tordo sassello è risultata maggiore sul Giovo con 278 unità, seguito dai Piani di Cantalupo con 193 e dal Capo di Borghetto con 147 unità.

48

Page 55: avifauna minoreliguria

4c - Cesena: media annuale del flusso per passo

20,0

112,0

1,0

0,0

20,0

100,0

80,0

60,0

40,0

120,0

Giovo Piani di Cantalupo Capo di Borghetto

La media annuale del flusso della Cesena è risultata maggiore sui Piani di Cantalupo con 112 unità, seguiti dal Giovo con 20 e dal Capo di Borghetto con 1 unità.

4d - Merlo: media annuale del flusso per passo

518,7

569,0

45,7

100,0

200,0

600,0

500,0

400,0

300,0

0,0Giovo Piani di Cantalupo Capo di Borghetto

L 518,7 e da

a media annuale del flusso del Merlo è risultata maggiore sui Piani di Cantalupo con 569

unità, seguiti dal Giovo con l Capo di Borghetto con 45,7 unità.

49

Page 56: avifauna minoreliguria

4e - Colombaccio: media annuale del flusso per passo

3.400,0

25.489,0

0,0

5.000,0

10.000,0

25.000,0

5.592,3

15.000,0

20.000,0

30.000,0

Giovo Piani di di Bor

La media annu de del bacc ltata maggiore i di po con 25.480 unità, seg Cap gh 5 l Giovo con 3

Cantalupo Capo ghetto

io è risuale l flusso Colom sui Pian Cantalu

uiti dal o di Bor etto con 5. 92,3 e da .400 unità.

4.318,7

6.509,3

7.771,0

0,0

1.000,0

2.000,0

3.000,0

5.000,0

7.000,0

000,0

Giovo Piani di Cantalupo Capo di Borghetto

to n o

4f - S rno: media an uale del fluss per passo

4.000,0

6.000,0

8.

La media annuale del flusso dello Storno è risultata maggiore sul Capo di Borghetto con 7.771 unità, seguito dai Piani di Cantalupo con 6.509,3 e dal Giovo con 4.318,7 unità.

50

Page 57: avifauna minoreliguria

23.811,3 23.692,3

9.457,0

0,0

5.000,0

10.000,0

15.000,0

20.000,0

25.000,0

Giovo Piani di Cantalupo Capo di Borghetto

4g - Fringuello: media annuale del flusso per passo

La media annuale del flusso del Fringuello è risultata maggiore sul Giovo con 23.811,3 unità, seguito dai Piani di Cantalupo con 23.692,3 e dal Capo di Borghetto con 9.457 unità.

4h - Peppola: media annuale del flusso per passo

862,7

320,0

62,3

0,0

100,0

200,0

300,0

400,0

800,0

900,0

500,0

600,0

700,0

Giovo Piani di Cantalupo Capo di Borghetto

La media annuale del flusso della Peppola è risultata maggiore sul Giovo con 862,7 unità, seguito dai Piani di Cantalupo con 320 e dal Capo di Borghetto con 62,3 unità.

51

Page 58: avifauna minoreliguria

1.498,01.393,3

916,0

0,0

200,0

400,0

600,0

800,0

1.000,0

1.200,0

1.400,0

1.600,0

Giovo Piani di Cantalupo Capo di Borghetto

4i - Frosone: media annuale del flusso per passo

La media annuale del flusso del Frosone è risultata maggiore sul Giovo con 1.498 unità, seguito dai Piani di Cantalupo con 1.303,3 e dal Capo di Borghetto con 916 unità.

4l - Allodola: media annuale del flusso per passo

688,7

423,7

27,7

0,0

100,0

200,0

300,0

700,0

400,0

500,0

600,0

Giovo Piani di Cantalupo Capo di Borghetto

La media annuale del flusso dell’Allodola è risultata maggiore sul Giovo con 688,7 unità, seguito dai Piani di Cantalupo con 423,7 e dal Capo di Borghetto con 27,7 unità.

52

Page 59: avifauna minoreliguria

CONCLUSIONI Graduatoria d’importanza dei Passi secondo le medie annuali dei flussi totali:

1) Piani di Cantalupo: 61.686 soggetti rilevati; 2) Colle del Giovo: 39.263 ” ” ; 3) Capo di Borghetto: 24.139 ” ” .

I flussi migratori attraverso i Piani di Cantalupo, Passo costiero, risultano nettamente maggiori rispetto a quelli attraverso il Colle del Giovo, Passo interno, e ancor più rispetto al Capo di Borghetto, Passo costiero. Graduatoria d’abbondanza delle specie rilevate secondo le medie annuali dei loro flussi totali attraverso tutti i Passi presidiati della provincia:

1) Fringuello: 56.961 soggetti rilevati;

6) Peppola: 1.245 ” ” ; 7) Allodola: 1.140 ” ” ; 8) Merlo: 1.133 ” ” ;

2) Colombaccio: 34.481 ” ” ; 3) Storno: 18.599 ” ” ; 4) Tordo bottaccio: 7.103 ” ” ; 5) Frosone: 3.807 ” ” ;

9) Tordo sassello: 486 ” ” ; 10) Cesena: 133 ” ” . Per quanto riguarda i fattori che penalizzano o favoriscono il flusso delle singole specie si rimanda al commento alle Conclusioni regionali.

53

Page 60: avifauna minoreliguria

PROVINCIA DI GENOVA

Le rilevazioni sono state effettuate su cinque Passi: Faiallo-Cerusa (m 940 s.l.m.);

(m 290 s.l.m.)*. * Nel 2004 le rilevazioni erano state effettuate su Punta Manara, nell’impossibilità di presidiare Punta Baffe, che lo era stata però nel 2003. Le due Punte si trovano lungo la costa, ad Est di Sestri Levante, a poca distanza l’una dall’altra e pressoché alla medesima quota altimetrica: Punta Manara m 265 s.l.m.; quindi equivalenti dal punto di vista del flusso migratorio; pertanto i dati delle rispettive rilevazioni saranno sommati ai fini statistici nel rapporto finale. Faiallo-Cerusa, Turchino e Giovi-Mignanego sono Passi interni, mentre Terrarossa e Punta Baffe sono Passi costieri. Terrarossa, sopra Arenzano, intercetta i flussi migratori lungo la costa, che in condizioni normali si sviluppano da est verso ovest. Molti uccelli, soprattutto in giornate di vento, che transitano a bassa quota a ridosso della costa, sfuggono all’osservazione. Ai dati raccolti sono stati applicati i seguenti coefficienti di correzione: Faiallo-Cerusa: 2 Turchino: 1,3 Terrarossa: 1,5 Giovi-Mignanego: 2,5 Punta Baffe: 1,3 Hanno collaborato: Claudio Aristarchi, referente provinciale. Massimo Buonopane, rilevatore per il Faiallo-Cerusa; Paolo e Franco Paltro e Sara Sanetti, rilevatori per il Turchino; Daniel Badino, Lorenzo Del Corsano, rilevatori per Terrarossa; per il 2005 ha collaborato anche Christian Peluffo; Felice Olcese, rilevatore per il Giovi-Mignanego; Rilevatori per Punta Baffe: per il 2003 Giovanni Gandolfo, per il 2005 Simona Pedrazzi e Laura Schenone; per Punta Manara (2004): Giovanni e Renzo Gandolfo.

I RISULTATI DELL’INDAGINE PLURISTAGIONALE

Turchino (m 566 s.l.m.); Terrarossa (m 120 s.l.m.); Giovi-Mignanego (m 472 s.l.m.); Punta Baffe

54

Page 61: avifauna minoreliguria

1 – Media annuale del flusso per passo e per specie

Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta

Baffe Totale

Tordo bottaccio 314,7 714,7 494,7 1.074,7 388,7 2.987,5

% 1,7% 4,0% 1,1% 15,2% 1,8% 2,8%

Tordo sassello 42,7 46,3 1,0 15,3 17,7 123,0

% 0,2% 0,3% 0,0% 0,2% 0,1% 0,1%

Cesena 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

Merlo 166,7 282,3 65,3 206,3 152,0 872,6

% 0,9% 1,6% 0,1% 2,9% 0,7% 0,8%

Colombaccio 670,7 448,3 5.237,7 82,7 7.436,7 13.876,1

% 3,7% 2,5% 11,8% 1,2% 35,3% 12,8%

Storno 348,0 834,3 23.148,7 1.154,3 2.164,7 27.650,0

% 1,9% 4,6% 52,3% 16,3% 10,3% 25,5%

Fringuello 15.274,7 14.526,0 14.990,7 3.659,7 10.616,3 59.067,4

% 84,8% 80,4% 33,9% 51,6% 50,4% 54,4%

Peppola 1.045,3 463,7 38,7 25,0 202,7 1.775,4

% 5,8% 2,6% 0,1% 0,4% 1,0% 1,6%

Frosone 109,3 726,0 136,0 849,7 62,3 1.883,3

% 0,6% 4,0% 0,3% 12,0% 0,3% 1,7%

Allodola 49,3 32,3 147,3 23,3 2,3 254,5

% 0,3% 0,2% 0,3% 0,3% 0,0% 0,2%

Totale 18.021,3 18.074,0 44.260,0 7.091,0 21.043,3 108.489,6

% 16,6% 16,7% 40,8% 6,5% 19,4% 100,0%

La media annuale del flusso per passo permette di stabilire la graduatoria di abbondanza del flusso sui cinque passi: sul Terrarossa con il 40,8%, pari a 44.260 unità, sul Punta Baffe con il 19,4%, pari 21.043,3 unità, sul Turchino con il 16,7%, pari a 18.074 unità, sul Faiallo-Cerusa con il 16,6%, pari a 18.021,3 e sul Giovi con il 6,5%, pari a 7.091 unità. La percentuale per specie permette di stabilire la graduatoria di abbondanza delle singole specie: il Fringuello è la specie più abbondante, con una percentuale del 54,4%; seguono: Storno con il 25,5%, Colombaccio con il 12,8%, Tordo bottaccio con il 2,8%, Frosone con l’1,7%, Peppola con l’1,6%, Merlo con lo 0,8%, l’Allodola con lo 0,2%, Tordo sassello con lo 0,1% e Cesena con lo 0%.

55

Page 62: avifauna minoreliguria

2 - Media annuale dell'andamento dei flussi nel tempo

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

1-ot

t

2-ot

t

3-ot

t

4-ot

t

5-ot

t

6-ot

t

7-ot

t

8-ot

t

9-ot

t

10-o

tt

11-o

tt

12-o

tt

13-o

tt

14-o

tt

15-o

tt

16-o

tt

17-o

tt

18-o

tt

19-o

tt

20-o

tt

21-o

tt

22-o

tt

23-o

tt

24-o

tt

25-o

tt

26-o

tt

27-o

tt

28-o

tt

29-o

tt

30-o

tt

31-o

tt

La curva polinomiale, che rappresenta la media annuale dell’andamento dei flussi nel tempo, videnzia flussi in netto incremento a partire dalla prima decade del mese, che si stabilizza su

valori elevati nelle decadi successive, salvo una ione tra la seconda e la terza decade. Indubbiamente l’estensione del periodo dell’indagine a tutto il mese d’ottobre, e in particolare

to i primi contingenti, che arrivano alla fine d’ottobre.

efless

il prolungamento delle rilevazioni fino alla fine del mese, ha favorito, come già negli anni precedenti, il recupero di specie ”ritardatarie” - come Tordo sassello, Peppola, Frosone e Allodola; per la Cesena soltan

2.987,5123,0 0,0 872,6

13.876,1

27.650,0

59.067,4

1.775,4 1.883,3254,5

0,0

10.000,0

20.000,0

30.000,0

40.000,0

50.000,0

60.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3 - Media annuale del flusso totale per specie

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso totale per specie; il Fringuello risulta la specie più abbondante, con 59.067,4 unità; seguono nell’ordine: Storno con 27.650, Colombaccio con 13.876,1, Tordo bottaccio con 2.987,5, Frosone con 1.883,3, Peppola

56

Page 63: avifauna minoreliguria

con 1.775,4, Merlo con 872,6, Allodola con 254,5, Tordo sassello con 123 e Cesena con 0 unità.

314,7 348,0

15.274,7

1.045,3670,7

42,7 0,0 166,7 109,3 49,30,0

2.000,0

4.000,0

6.000,0

8.000,0

10.000,0

12.000,0

14.000,0

16.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3a - Faiallo - Cerusa: media annuale del flusso per specie

’istogramma evidenzia la media annuale del flusso per specie; il Fringuello risulta la specie di gran lunga più abbondante, con 1 unità; seguono nell’ordine: Peppola con 1.045,3, Colombaccio con 670,7, Storn con 348, Tordo bottaccio con 314,7, Merlo

L5.274,7

o con 166,7, Frosone con 109,3, Allodola con 49,3, Tordo sassello con 42,7 e Cesena con 0 unità.

714,746,3 0,0 282,3 448,3

834,3

14.526,0

463,7 726,032,3

0,0

2.000,0

4.000,0

6.000,0

8.000,0

10.000,0

12.000,0

14.000,0

16.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3b - Turchino: media annuale del flusso per specie

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso per specie; il Fringuello risulta la specie di gran lunga più abbondante, con 14.526 unità; seguono nell’ordine: Storno con

57

Page 64: avifauna minoreliguria

834,3, Frosone con 726, Tordo bottaccio con 714,7, Peppola con 463,7, Colombaccio con 448,3, Merlo con 282,3, Tordo sassello con 46,3, Allodola con 32,3 e Cesena con 0 unità.

494,7

5.237,7

23.148,7

14.990,7

1,0 0,0 65,3 38,7 136,0 147,30,0

5.000,0

10.000,0

15.000,0

20.000,0

25.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3c - Terrarossa: media annuale del flusso per specie

’istogramma evidenzia la media annuale del flusso per specie; lo Storno risulta la specie più abbondante con 23.148,7 unità; segu no nell’ordine: Fringuello con 14.990,7, Colombaccio con 5.237,7, Tordo bottaccio con 494,7, Allodola con 147,3, Frosone con

Lo

136, Merlo con 65,3, Peppola con 38,7, Tordo sassello con 1 e Cesena con 0 unità.

1.074,7

15,3 0,0206,3

82,7

1.154,3

3.659,7

25,0

849,7

23,30,0

500,0

1.000,0

1.500,0

2.000,0

2.500,0

3.000,0

3.500,0

4.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3d - Giovi: media annuale del flusso per specie

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso per specie; il Fringuello risulta la specie nettamente più abbondante, con 3.659,7 unità; seguono nell’ordine: Storno con 1.154,3, Tordo bottaccio con 1.074,7, Frosone con 849,7, Merlo con 206,3, Colombaccio

58

Page 65: avifauna minoreliguria

con 82,7, Peppola con 25, Allodola con 23,3, Tordo sassello con 15,3 e Cesena con 0 unità.

388,717,7 0,0 152,0

7.436,7

2.164,7

10.616,3

202,7 62,3 2,30,0

2.000,0

4.000,0

6.000,0

8.000,0

10.000,0

12.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

L’istogramma evidenzia la m

3e - Punta Baffe: media annuale del flusso per specie

edia annuale del flusso totale per specie; il Fringuello risulta specie più abbondante, con 10.616,3 unità; seguono nell’ordine: Colombaccio con

7.436,7, Storno con 2.164,7, Tordo bottaccio con 388,7, Peppola con 202,7, Merlo con 152, Frosone con 62,3, Tordo sassello con 17,7, Allodola con 2,3 e Cesena con 0 unità.

la

18021,3 18074

44260

7091

21043,3

0 5000

10000 15000 20000 25000 30000 35000 40000 45000

Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta Baffe

4 - Media annuale del flusso totale per passo

La media annuale del flusso totale per passo è risultata maggiore sul Terrarossa, con 44.260 unità, seguito da Punta Baffe con 21.043,3, dal Turchino con 18.074, dal Faiallo-Cerusa con 18.021,3 e dal Giovi con 7.091 unità.

59

Page 66: avifauna minoreliguria

314,7

714,7

494,7

1.074,7

388,7

1.200,0

1.000,0

800,0

600,0

400,0

200,0

0,0 Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta Baffe

4a - Tordo bottaccio: media annuale del flusso per passo

La de flusso isultata maggiore sul Giovi con 1.07 d l Turch ossa con 494,7, dal Punta Baffe con aiallo-Cerusa c

media annuale l del Tordo bottaccio è r4,7 unità, seguito a ino con 714,7, dal Terrar

388,7 e dal F on 314,7 unità.

42,7

46,3

1,0

15,317,7

0,0 5,0

10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0

Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta Baffe

4 Tordo s er passo

La media annuale del flusso del Tordo sassello è risultata maggiore sul Turchino con 46,3 unità, seguito dal Faiallo-Cerusa con 42,7, dal Punta Baffe con 17,7, dal Giovi con 15,3 e dal Terrarossa con un’unità.

b - assello: media annuale del flusso p

60

Page 67: avifauna minoreliguria

4c - Cesena: media annuale del flusso per passo

0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5

0,9 1,0

0,6 0,7 0,8

Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta Baffe

Nessuna rilevazione della Cesena.

4d - Merlo: media annuale del flusso per passo

166,7

282,3

65,3

206,3

152,0

0,0

50,0

100,0

150,0

250,0

200,0

300,0

Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta Baffe

a media annuale del flusso del Merlo è risultata maggiore sul Turchino con 282,3 unità,

206,3, dal Faiallo-Cerusa con 166,7, dal Punta Baffe con 152 e dal Lseguito dal Giovi conerrarossa con 65,3 unità. T

61

Page 68: avifauna minoreliguria

670,7

4e - Colombaccio: media annuale del flusso per passo

5.237,7

82,7448,3

7.436,7

0,0 1.000,0

3.000,0

5.000,0

7.000,0

2.000,0

4.000,0

6.000,0

8.000,0

Faiallo - Cerusa T Terrarossa Punta B

La me d baccio è risultata maggiore sul Punta Baffe con 7.436,7 unità, seguito dal Ter con 5.237 Faiallo-Ceru 670,7, dal Turchino con 448,3 e dal Giovi con 82,7 unità.

urchino Giovi affe

dia annuale del flusso el Colomrarossa ,7, dal sa con

348,0 834,3

23.148,7

1.154,3

4f - Sto annuale del f assorno: media lusso per p

5.000,0

10.000,0

25.000,0

15.000,0

20.000,0

2.164,7

0,0 Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta Baffe

La media annuale del flusso dello Storno è risultata maggiore sul Terrarossa con 23.148,7 unità, seguito dal Punta Baffe con 2.164,7, dal Giovi con 1.154,3, dal Turchino con 834,3 e dal Faiallo-Cerusa con 348 unità.

62

Page 69: avifauna minoreliguria

15.274,714.526,0

14.990,7

3.659,7

10.616,3

0,0 2.000,0 4.000,0 6.000,0 8.000,0

10.000,0 12.000,0 14.000,0 16.000,0

Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta Baffe

4g - Fringuello: media annuale del flusso per passo

La media annuale del flusso del Fringuello è risultata maggiore sul Faiallo-Cerusa con 15.274,7 unità, seguito dal Terrarossa con 14.990,7, dal Turchino con 14.526, dal Punta Baffe con 10.616,3 e dal Giovi con 3.659,7 unità.

4h - Peppola: media annuale del flusso per passo

1.045,3

463,7

38,7 25,0

202,7

0,0

200,0

400,0

600,0

800,0

1.000,0

1.200,0

Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta Baffe

La media annuale del flusso della Peppola è risultata maggiore sul Faiallo-Cerusa con 1.045,3 unità, seguito dal Turchino con 463,7, dal Punta Baffe con 202,7, dal Terrarossa con 38,7 e dal con Giovi 25 unità.

63

Page 70: avifauna minoreliguria

109,3

726,0

136,0

849,7

62,3

0,0 100,0 200,0 300,0 400,0 500,0 600,0 700,0 800,0 900,0

Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta Baffe

4i - Frosone: media annuale del flusso per passo

La media annuale del flusso del Frosone è risultata maggiore sul Giovi con 849,7 unità, seguito dal Turchino con 726, dal Terrarossa con 136, dal Faiallo-Cerusa con 109,3 e dal Punta Baffe con 62,3 unità.

49,3

32,3

147,3

23,3

2,3

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0

160,0

100,0 120,0 140,0

Faiallo - Cerusa Turchino Terrarossa Giovi Punta Baffe

4l - Allodola: media annuale del flusso per passo

La media annuale del flusso dell’Allodola è risultata maggiore sul Terrarossa con 147,3 unità, seguito dal Faiallo-Cerusa con 49,3, dal Turchino con 32,3, dal Giovi con 23,3 e dal Punta Baffe con 2,3 unità.

64

Page 71: avifauna minoreliguria

CONCLUSIONI Graduatoria d’importanza dei Passi secondo le medie annuali dei flussi totali:

1) Terrarossa: 44.260 soggetti rilevati; 2) Punta Baffe: 21.043 ” ” ; 3) Turchino: 18.074 ” ” ; 4) Faiallo-Cerusa: 18.021 ” ” ; 5) Giovi-Mignanego: 7.021 ” ” .

I flussi migratori attraverso i Passi costieri (Terrarossa e Punta Baffe) risultano maggiori rispetto a quelli attraverso i Passi interni (Turchino, Faiallo-Cerusa e Giovi Mignanego). Graduatoria d’abbondanza delle specie rilevate secondo le medie annuali dei loro flussi totali attraverso tutti i Passi presidiati della provincia:

3) Storno: 18.599 ” ” ; 4) Tordo bottaccio: 7.103 ” ” ; 5) Frosone 3.807 ” ” ;

8) Merlo: 1.133 ” ” ; 9) Tordo sassello: 486 ” ” ;

10) Cesena: 133 ” ” . Per quanto riguarda i fattori che penalizzano o favoriscono il Flusso delle singole specie si rimanda al commento alle Conclusioni regionali.

1) Fringuello: 56.961 soggetti rilevati; 2) Colombaccio: 34.481 ” ” ;

: 6) Peppola: 1.245 ” ” ; 7) Allodola: 1.140 ” ” ;

65

Page 72: avifauna minoreliguria

PROVINCIA DELLA SPEZIA

Le rilevazioni sono state effettuate su due Passi: Campiglia (m 350 s.l.m.); Montemarcello (m 350 s.l.m.). Il Campiglia, Passo costiero, è sul Monte S. Croce; il p.d’o. è situato a picco sul mare in un vecchio fortino militare; i flussi migratori si sviluppano lungo la costa da nord-ovest verso sud-est. Al Montemarcello confluiscono i flussi migratori provenienti dai Valichi del Cerreto, della Cisa e del Lagastrello - che praticamente si sommano - e diretti verso il mare lungo la Valle del Fiume Magra; per intercettarli sono stati dislocati 3 p.d’o., in palchi su querce, nella destra orografica della Valle del Fiume Magra all’altezza di Sarzana; procedendo da monte a valle: Monte Caprione

I RISULTATI DELL’INDAGINE PLURISTAGIONALE

(Valichi del Cerreto e della Cisa), Monte Rocchetta, in Loc. Barilotta (Valichi del Cerreto, della Cisa e del Lagastrello) e Monte Murlo, in Loc. Zanego (Valico del Lagastrello). Secondo i rilevatori i flussi non si sommano nei conteggi per i diversi angoli di deviazione verso il mare che gli uccelli assumono nell’imboccare la Valle. L’elevato numero dei soggetti rilevati è riconducibile alla loro origine, ossia al fatto che provengono da 3 Valichi diversi.

e: ampiglia: 2;

Montemarcello: 2,5.

Hanno collaborato: Fernando Paciolla, referente provinciale. Giovanni Massa e Coll. per Campiglia; Giorgio Giannoni, Giovanni Chiesa e Coll. per Montemarcello.

i dati raccolti sono stati attribuiti i seguenti coefficienti di correzionA

C

66

Page 73: avifauna minoreliguria

1 – Media annuale del flusso per passo e per specie

Campiglia Montemarcello Totale

Tordo bottaccio 996,7 10.832,3 11.829,0

% 5,3% 9,1% 8,5%

Tordo sassello 197,3 4.620,7 4.818,0

% 1,0% 3,9% 3,5%

Cesena 4,7 1.709,0 1.713,7

% 0,0% 1,4% 1,2%

Merlo 242,7 3.786,0 4.028,7

% 1,3% 3,2% 2,9%

Colombaccio 5.772,0 32.181,0 37.953,0

% 30,5% 26,9% 27,4%

Storno 1.026,0 13.544,3 14.570,3

% 5,4% 11,3% 10,5%

Fringuello 9.260,7 28.439,0 37.699,7

% 48,9% 23,8% 27,2%

Peppola 1.173,3 12.338,3 13.511,6

% 6,2% 10,3% 9,7%

Frosone 178,7 7.553,0 7.731,7

% 0,9% 6,3% 5,6%

Allodola 70,7 4.667,0 4.737,7

% 0,4% 3,9% 3,4%

Totale 18.922,7 119.670,7 138.593,4

% 13,7% 86,3% 100,0%

La media annuale del flusso per passo permette di stabilire la graduatoria di abbondanza del flusso sui due valichi: sul Montemarcello con l’86,3%, pari 119.670,7 unità, il flusso è largamente più abbondante che sul Campiglia con il 13,7%, pari a 18.922,7 unità. La percentuale per specie permette di stabilire la graduatoria di abbondanza delle singole specie: il Colombaccio con il 27,4% è risultata la specie sorprendentemente più abbondante, anche se soltanto sul Montemarcello; seguono: Fringuello con il 27,2%, Storno con il 10,5%, Peppola con il 9,7%, Tordo bottaccio con l’8,5%, Frosone con l’5,6%, Tordo sassello con il 3,5%, Allodola n lo 3,4%, Merlo con l’2,9% e Cesena con col’1,2%.

67

Page 74: avifauna minoreliguria

2 - Media annuale dell'andamento dei flussi nel tempo

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

1-ot

t

2-ot

t

3-ot

t

4-ot

t

5-ot

t

6-ot

t

7-ot

t

8-ot

t

9-ot

t

10-o

tt

11-o

tt

12-o

tt

13-o

tt

14-o

tt

15-o

tt

16-o

tt

17-o

tt

18-o

tt

19-o

tt

20-o

tt

21-o

tt

22-o

tt

23-o

tt

24-o

tt

25-o

tt

26-o

tt

27-o

tt

28-o

tt

29-o

tt

30-o

tt

31-o

tt

La curva polinomiale, che rappresenta la media annuale dell’andamento dei flussi nel tempo, evidenzia flussi in netto incremento a partire dalla prima decade del mese, che si stabilizza su valori elevati nelle successive, salvo una lieve flessione tra la seconda e la terza decade. Indubbiamente l’estensione del periodo dell’indagine a tutto il mese d’ottobre, e in particolare il prolungamento delle rilevazioni fino alla fine del mese, ha favorito, come già negli anni precedenti, il recupero di specie ”ritardatarie - come Tordo sassello, Peppola, Frosone e

d”

Allo ola; per la Cesena soltanto i primi contingenti, che arrivano alla fine d’ottobre.

11.829,0

4.818,0

1.713,74.028,7

37.953,0

14.570,3

37.699,7

13.511,6

7.731,7

4.737,7

0,0

5.000,0

10.000,0

15.000,0

20.000,0

25.000,0

30.000,0

35.000,0

40.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

3 - Media annuale del flusso totale per specie

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso totale per specie; il Colombaccio risulta sorprendentemente la specie più abbondante con 37.953 unità; seguono nell’ordine: Fringuello con 37.699,7; Storno con 14.570, Allodola con 4.737,7, Merlo con 4.028,7 e Cesena con 1.713,7 unità.

68

Page 75: avifauna minoreliguria

996,7

9.000,0

10.000,0

197,3 4, 242,7

5.772,0

1.026,0

9.260,7

7

1.173,3

178,7 70,7

8.000,0

7.000,0

6.000,0

4.000,0

5.000,0

2.000,0

3.000,0

1.000,0

0,0Tordo b. do a M Colomb. Storno Fringuello Peppola FrTor s. Cesen erlo osone Allodola

3a - Campiglia: media annuale del flusso per specie

L’istogr ie; il Fringuello risulta la speci te, con 9.260 accio con 5.772, o c , Merlo con 242,7, Tordo sassello c 197,3 Froso esena con 4,7 unità.

amma evidenzia la media annuale del flusso totale per spece più abbondan ,7 unità; seguono nell’ordine: ColombPeppola con 1.173,3, Storn on 1.026, Tordo bottaccio con 996,7

on , ne con 178,7, Allodola con 70,7 e C

3b - Montemarcello: media annuale del flusso per specie

10.832,3

4.620,7

1.709,0

3.786,0

32.181,0

13.544,3

28.439,0

12.338,3

7.553,0

4.667,0

0,0

5.000,0

10.000,0

15.000,0

20.000,0

25.000,0

30.000,0

35.000,0

Tordo b. Tordo s. Cesena Merlo Colomb. Storno Fringuello Peppola Frosone Allodola

L’istogramma evidenzia la media annuale del flusso totale per specie; il Colombaccio risulta sorprendentemente la specie più abbondante, con 32.181 unità; seguono nell’ordine: Fringuello con 28.439, Storno con 13.544,3, Peppola con 12.338,3, Tordo bottaccio con 10.832,3, Frosone con 7.553, Allodola con 4.667, Tordo sassello con 4.620,7, Merlo con 3.786 e Cesena con 1.700 unità.

69

Page 76: avifauna minoreliguria

18922,7

119670,7

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

Campiglia Montemarcello

4 - Media annuale del totale per passo

La media annuale del flusso totale per passo è risultata di gran lunga maggiore sul Montemarcello, con 119 7 unità.

flusso

.670,7 unità, che sul Campiglia, con 18.922,

996,7

10.832,3

0,0

2.000,0

4.000,0

6.000,0

8.000,0

10.000,0

12.000,0

Campiglia Montemarcello

4a - Tordo bottaccio: media annuale del flusso per passo

La media annuale del flusso del Tordo bottaccio è risultata di gran lunga maggiore sul Montemarcello con 10.832,3 unità, che sul Campiglia con 996,7 unità.

70

Page 77: avifauna minoreliguria

4b - Tordo sassello: media annuale del flusso per passo

197,3

4.620,7

0,0

4.000,0

4.500,0

5.000,0

1.500,0

2.000,0

2.500,0

3.000,0

3.500,0

500,0

1.000,0

Campiglia Montemarcello

La media an de lusso l To s lo è risultata di gran lunga maggiore sul Montemarce . unità, che sul Campiglia con 197,3 unità.

selnuale

llo con 4l f620,7

de rdo sa

4,7

1.709,0

0

200

40

60

8

1.000,0

1.200

1.40

60

1.800,0

,0

,0

0,0

0,0

00,0

,0

0,0

1. 0,0

Campiglia Montemarcello

4c - Cesena: media annu e del flusso per passo

La usso se su di gran lunga maggiore sul Montemarcello con 1.709 unità, che s amp a co 7 un

al

media annuale del fl della Ce

ul Cna è ri

igliltata

n 4, ità.

71

Page 78: avifauna minoreliguria

242,7

3.786,0

0,0

500

1.000,0

1.500,0

00,0

2.5

.0

3.5

4.000,0

,0

2.0

00,0

3 00,0

00,0

Campiglia Montemarcello

4d - Merlo: media annuale del flusso per passo

La a le flus de rl isult d a gio ul Montemarcello con 3 nità, che m con 42,

media nnua del so l Me o è r ata i gran lung mag re s

.786 u sul Ca piglia 2 7 unità.

5.772,0

32.181,0

0,0

5.000

15.00

20.00

5.0

30.000,0

,0

10.000,0

0,0

0,0

2 00,0

35.000,0

Campiglia Montemarcello

- Colo accio a an e del r

La del ColombaccioMontemarcello con 32 unità, che Campiglia con 5.772 unità.

4e mb : medi nual flusso pe passo

media annuale del flusso è risultata di gran lunga maggiore sul

.181 sul

72

Page 79: avifauna minoreliguria

1.026,0

13.544,3

2.

4.000,0

6.000,0

8.00

0.0

12.0

14.000,0

00,0

1 00,0

0,0

000,0

0,0Cam arc

4f - Storno: media annuale del flusso per passo

La media annuale del flusso dello ltata di gran lunga maggiore sul Montemarcello con 13.544,3 unità, ch tà.

piglia Montem ello

Storno è risue sul Campiglia con 1.026 uni

9.260,7

28.439,0

0,0

5.000

15.00

20.000,0

5.00

,0

10.000,0

0,0

2 0,0

30.000,0

Cam

- F llo an l flu per

La an de usso del Fr ello ult ag onte rcel on 28.439 unità, che sul Campig con 60,7 unità, o a ai minore rispetto alle

4g ringue : media nuale de sso passo

piglia Montemarcello

media nuale l fl ingu è ris ata m giore sul M ma lo c

lia 9.2 ma in rapport ss altre specie; il dato meriterebbe ulteriori verifiche.

73

Page 80: avifauna minoreliguria

1.173,3

12.338,3

0,

2.000,0

4.000,0

6.000

8.00

10.000,0

14.000,0

0

,0

0,0

12.000,0

Campi M marce

4h - Peppola: media ann l flusso per pas

La an e d flusso ella p n lunga maggiore sul Montemarcello con 12. 8,3 u à, c l nità.

uale de so

glia onte llo

media nual el d Pe pola è risultata di gra

33 nit he su Campiglia con 1.173,3 u

178,7

7.553,0

0

1.00

.00

00

4.000,0

5.000,

6.000,0

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8.000,0

,0

0,0

2 0,0

3.0 ,0

0

,0

Ca c

4i - Fr e: m annu el flu r pa

La è risultata maggiore sul Montem 7.5 , l l 1

mpiglia

oson edia ale d sso pe sso

Montemar ello

media an53 unità

nuale del flussoche su

del ia con

Frosone78,7 u

arcello conCampig nità.

74

Page 81: avifauna minoreliguria

70,7

4.667,0

0

500,0

1.000,0

1.500,0

.50

3.0

3.500,0

4.000,0

4.500,0

5.000,0

,0

2.000,0

2 0,0

00,0

Cam arce

4l - Allodola: media annu l flusso per pas

La a an le flus dell dola risu a d n a gior ul Montemarcello con 4.667 unità, che sul Campiglia con 70,7 unità.

ale de so

piglia Montem llo

medi nua del so ’Allo è ltat i gra lung mag e s

75

Page 82: avifauna minoreliguria

CONCLUSIONI Graduatoria d’importanza dei Pa seco le m ie an

arc Ca lia: 18 . L’enorme div a Pas ’è s to tr n Gr oria bbo anza elle g e o m a i d o flussi totali attraverso i Pa i pre ti r

) Col acci 37. sog rile Frin llo: Sto Pe : 13.5 To tt : 11.8

) Fro e: To ass Allo : Me 4

10) Cesena: 1 Per quanto riguarda i fattori che pen o il flusso delle singole specie si rimanda al en lle ncl i ali a ta sorprendente, e sostanzialmente inspiegabile, il sorp Fringuello, anche se so l M a ; te n er i à d ec e pe a n tre az e d d r i,sost lmen spie

ssi ndo ed nuali dei flussi totali:

1) Montem ello:

119.671 ” ” ; 2) mpig .923 ” ”

ario tr i due si s piega nell’In oduzio e.

aduat d’a nd d sin ole sp cie sec ndo le edie nnual ei lortutti ss sidia della p ovincia:

1 omb o: 953 getti vati; 2) gue

rno:

37.700 ” 14.570 ” ” ;

” ; 3)4) ppola 12 ” ” ;5) rdo bo accio 29 ” ” ;6 son 7.732 ” ” ;7) rdo s

dolaello:

4.818 ” ” ;

4.738 ” ” ;8)9) rlo: .029 ” ” ;

.714 ” ” .

alizzano o favorisconcomm to a Co usion

asso del Colregion . Rim

ombaccine tuto sul

via

ltanto su ontem rcello a par la gra de diff enza d visibilit delle ue sp ie, chrò esiste nche elle al rilev ioni, l’atten ibilità ei dati accolt il dato rimane

anzia te in gabile.

76

Page 83: avifauna minoreliguria

PARTE SECONDA ULTERIORI ELABORAZIONI DEI DATI

di Loris Galli e Silvio Spanò

77

Page 84: avifauna minoreliguria

ELABORAZIONI STATISTICHE DEI DATI RACCOLTI SUI PASSI La tabella I illustra alcune elaborazioni statistiche elementari effettuate sui dati raccolti: in particolare sono riportati sia a livello regionale, sia per ogni passo monitorato, il numero totale d’individui censiti per specie, la media giornaliera, la relativa deviazione standard ed il valore massimo del flusso giornaliero. Appare evidente come i valori di deviazione standard risultino sempre molto alti (spesso superiori o confrontabili alla media) in relazione alla notevole variabilità dei flussi migratori giornalieri sia locali, sia complessivi: è fatto universalmente noto che in ciascun sito l’entità del transito presenta, giorno per giorno, considerevoli fluttuazioni, in funzione delle condizioni climatiche su scala geografica almeno regionale, ma spesso addirittura sub-continentale. Tabella I – Dati relativi al flusso migratorio registrato nel mese di ottobre in 12 passi liguri (2003-2005)

Tord

o bo

ttac

cio

Tord

o sa

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lo

Cese

na

Mer

lo

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mba

ccio

Stor

no

Frin

guel

lo

Pepp

ola

Fros

one

Allo

dola

2003

Liguria Totali 1.2827 1.761 1.047 2.938 73.935 22.873 122.601 3.340 2.033 1.803

Med. gg./Passo 34,48 4,73 2,81 7,90 198,75 61,49 329,57 8,985 5,47 4,85

Dev. St. 79,82 16,47 11,20 16,82 703,23 212,83 531,12 27,64 14,52 19,73

Max. 950 213 142 246 8.200 2.723 3.150 250 161 250

Imperia - 2003 Garezzo

Totali 1.652 566 176 590 373 0 33.710 1.159 561 613

Med. gg. 53,29 18,26 5,68 19,03 12,03 0 1087,42 37,39 18,10 19,77

Dev. St. 54,69 28,01 12,36 21,47 45,63 0 657,79 42,06 23,13 39,55

Max. 200 110 50 90 250 0 2.500 130 75 200 Teglia Totali 322 156 52 100 551 72 4.658 0 85 24

Med. gg. 10,39 5,03 1,68 3,23 17,77 2,32 150,26 0 2,74 0,77

Dev. St. 8,42 7,62 3,67 2,68 17,17 7,65 158,00 0 6,47 1,52

Max. 30 29 15 10 70 40 600 0 31 5

Savona - 2003 Borghetto

Totali 226 40 3 33 9.345 3441 3.233 21 46 41

Med. gg. 7,29 1,29 0,10 1,06 301,45 111 104,29 0,68 1,48 1,32

Dev. St. 11,91 5,16 0,54 1,63 851,05 139,78 153,10 3,07 4,86 2,91

Max. 52 25 3 6 4.550 570 590 17 23 12

78

Page 85: avifauna minoreliguria

Tord

o bo

ttac

cio

Tord

o sa

so

sell

Cese

na

Mer

lo

Colo

mba

ccio

Stor

no

Frin

guel

lo

Pepp

ola

Fros

one

Allo

dola

Giovo Totali 3.944 187 16 355 4.206 2.107 24.706 499 327 251

Med. gg. 127,23 6,03 0,52 11,45 135,68 67,97 796,97 16,10 10,55 8,10

Dev. St. 149,48 11,15 1,77 5,83 141,11 66,87 626,46 46,05 15,56 18,29

Max. 631 60 9 30 680 230 2.650 250 60 95 Cantalupo

Totali 2.343 365 268 327 32.149 3.452 15.477 295 210 366

Med. gg. 75,58 11,77 8,65 10,55 1.04 111,35 499,26 9,52 6,77 11,81

Dev. St. 178,55 39,11 8,52 1.978,87 20,01 45,11 26,72 132,77 694,83 8,41

Max. 950 213 142 39 8.200 73 500 2.690 27 250

Geno 3 va - 200Faiallo

i 130 4 8 560 0 11 14 4 Total 0 6 3.0 13

Med. gg. 4,19 0 1 0 0,45 13 0,132 2,19 8,06 97,13 0, 0,42

Dev. St. 8,32 0,43 0 2,445 80,80 0 152,22 1,12 0,56 1,36

Max. 45 0 450 0 600 52 8 3 7 Giovi Totali 523 11 0 76 331 0 8 86 1.590 11 20

Med. gg. 16,87 0,35 0 2,45 10,68 0 0,65 2,77 51,29 3,81

Dev. St. 31,99 1,43 0 4,58 22,33 0 1,36 2,93 51,01 7,13

Max. 158 0 82 2 7 12 15 209 0 3 5 P. Baffe Totali 414 0 0 12.370 3.424 11 169 8.219 12 2

Med. gg. 13,35 0 399, 0,359 0,39 0 5,45 03 110,45 265,13 0,06

Dev. St. 22,03 0 98 0 5,27 608,75 486,69 302,51 1,98 1, 0,36

Max. 103 0 0 16 2137 2723 1053 11 11 2 Terrarossa 455 2 0 4.289 8.051 36 Totali 33 11.738 14 128

Med. gg. 14,68 0 138 59,71 5 1 45 0,06 1,06 ,35 2 378,6 ,16 0, 4,13

Dev. St. 14,75 0,25 0 155, 4,44 8,16 1,71 62 455,75 559,48 1,06

Max. 60 1 0 501 2.351 24 7 2.336 4 33 Turchino

Totali 703 35 0 540 5 0 170 353 11.04 28 10 18

Med. gg. 22,68 1,13 0 5,48 11,39 17,42 356,29 0,90 3,23 0,58

Dev. St. 39,85 3,11 0 4,07 19,51 25,62 696,45 1,85 6,02 2,38

Max. 177 16 0 15 83 81 3150 7 30 13

La Spezia - 2003 Campiglia

Totali 307 14 0 52 3.316 167 2.353 483 34 104

Med. gg. 9,90 0,45 0 1,68 106,97 5,39 75,90 15,58 1,10 3,35

Dev. St. 21,02 1,55 0 3,04 204,29 26,93 90,27 34,28 2,84 9,38

Max. 97 7 0 12 830 150 337 132 12 46

79

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Montemar.Totali 1.808 381 532 955 6347 1.288 2.861 794 522 223

Med. gg. 58,32 12,29 17,12 30,81 204,74 41,55 92,29 25,61 16,84 7,19

Dev. St. 41,13 19,59 18,62 43,90 186,76 63,56 77,48 46,98 33,67 17,18

Max. 148 62 57 246 815 235 428 210 161 76

2004

Liguria Totali 11.716 3.321 1.171 3.440 42.354 50.943 103.386 10.732 7.042 4.284

Med. gg./Passo 31,49 8,93 3,15 9,25 113,85 136,94 277,92 28,85 18,93 11,52

Dev. St. 81,07 38,45 12,33 20,13 277,90 786,63 482,34 112,33 56,71 50,84

Max 787 320 97 167 2.000 13.580 3.000 1.239 421 552

Imperia - 2004 Garezzo

Totali 873 240 45 339 116 0 33.660 227 264 32

Med. gg. 28,16 7,74 1,45 10,94 3,74 0 1085,80 7,32 8,52 1,03

Dev. St. 33,38 13,71 5,66 11,64 11,58 0 795,31 12,70 11,60 3,746

Max. 150 50 30 40 50 0 3.000 50 50 20 Teglia Totali 263 166 92 84 422 419 2.459 86 35 135

Med. gg. 8,48 5,35 2,97 2,71 13,61 13,52 79,32 2,77 1,13 4,35

Dev. St. 6,36 8,42 4,81 3,24 22,48 39,28 167,34 5,03 2,42 5,86

Max. 21 31 21 13 0 200 911 20 10 20 10

Savona - 2004 Giovo Totali 416 19 3 137 328 995 1.485 226 417 304

Med. gg. 13,42 0,61 0,10 4,42 10,58 32,10 47,90 7,29 13,45 9,81

Dev. St. 18,36 2,38 0,30 2,64 17,55 50,78 42,83 11,15 18,35 18,35

Max. 83 12 1 12 76 256 181 38 62 96 Cantalupo

Totali 1.771 53 3 299 12.672 4.683 13.399 88 411 280

Med. gg. 57,13 1,71 0,10 9,65 408,77 151,06 432,23 2,84 13,26 9,03

Dev. St. 95,37 3,80 0,54 6,15 564,31 188,78 608,90 8,32 20,45 15,90

Max. 438 15 3 26 2.000 642 2.132 40 85 69 Borghetto

Totali 117 0 0 42 2.128 3.062 2.994 0 1 0

Med. gg. 3,77 0 0 1,35 68,65 98,77 96,58 0 0,03 0

Dev. St. 6,05 0 0 2,78 195,96 150,96 133,76 0 0,18 0

Max. 24 0 0 9 900 675 615 0 1 0

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Genova - 2004 Faiallo Totali 106 13 0 53 353 0 4.880 64 7 11

Med. gg. 3,42 0,42 0 1,71 11,39 0 157,42 2,06 0,23 0,35

Dev. St. 5,40 1,29 0 1,90 42,86 0 547,49 5,57 1,26 0,75

Max. 24 5 0 6 230 0 3.000 30 7 3 Turchino

Totali 324 27 0 171 277 332 6.387 27 271 27

Med. gg. 10,45 0,87 0 5,52 8,94 10,71 206,03 0,87 8,74 0,87

Dev. St. 14,47 2,14 0 3,91 15,16 13,16 417,18 1,69 19,66 1,71

Max. 56 9 0 18 53 41 1.740 6 81 7 Terrarossa

Totali 291 0 0 77 3.658 31.199 8.514 0 34 49

Med. gg. 9,39 0 0 2,48 118,00 1006,42 274,65 0 1,10 1,58

Dev. St. 9,58 0 0 2,10 30 21 2578,02 355,39 0 2,36 2,49 3,

Max. 31 0 0 8 13.580 1.628 0 9 13 1.639 Giovi Totali 299 0 0 37 23 226 721 0 89 8

Med. gg. 9,65 0 0 1,19 0,74 7,29 23,26 0 2,87 0,26

Dev. St. 8,71 0 0 2,32 2,35 13,36 19,05 0 6,10 1,44

Max. 32 0 0 10 11 45 72 0 23 8 P. Baffe

Totali 246 0 0 137 3.228 1.088 6.441 10 15 0

Med. gg. 7,94 0 0 4,42 104,13 35,10 207,77 0,32 0,48 0

Dev. St. 9,90 0 0 6,00 94,79 37,07 136,25 1,01 1,21 0

Max. 32 0 0 19 344 132 524 4 5 0

La Spezia - 2004 Campiglia

Totali 781 85 3 123 2.437 392 5.184 572 13 0

Med. gg. 25,19 2,74 0,10 3,97 78,61 12,65 167,23 18,45 0,42 0

Dev. St. 41,42 8,79 0,54 5,56 180,10 26,86 236,32 20,27 1,63 0

Max. 173 40 3 23 962 100 1.242 107 7 0 Montemar.

Totali 6.229 2.718 1025 1.941 16.712 8.547 17.262 9.432 5.485 3.438

Media 200,94 87,68 33,06 62,61 539,10 275,71 556,84 304,26 176,94 110,90

Dev. St. 183,08 104,23 28,41 37,41 334,99 109,52 370,63 263,41 100,02 141,57

Max. 787 320 97 167 1.249 520 1.162 1.239 421 552

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2005

Liguria Totali 10.237 3.292 565 3.296 31.192 29.570 123.905 9.445 10.685 2.966

Med. gg./Passo 27,52 8,85 1,52 8,86 83,85 79,49 333,08 25,39 28,72 7,97

Dev. St. 61,74 36,46 8,12 18,32 205,04 166,49 493,29 73,40 57,89 32,36

Max 551 339 87 128 1.249 1.690 4.800 520 605 365

Imperia - 2005 Garezzo

Totali 455 138 13 214 57 60 20.880 100 403 80

Med. gg. 14,68 4,45 0,42 6,90 1,84 1,94 673,55 3,23 13 2,58

Dev. St. 17,40 8,29 1,86 6,23 4,81 6,54 472,69 7,37 15,17 8,25

Max. 60 30 10 20 20 30 1.700 30 60 35 Teglia Totali 146 125 19 67 873 180 1.965 207 363 164

Med. gg. 4,71 4,03 0,61 2,16 28,16 5,81 63,39 6,68 11,71 5,29

Dev. St. 3,78 7,60 1,52 2,05 58,12 14,84 67,09 20,70 15,30 5,35

Max. 16 30 6 6 300 60 200 110 60 20

Savona - 2005 Giovo Totali 1.441 211 11 286 566 3.376 9.526 569 1.503 478

Med. gg. 46,48 6,81 0,35 9,23 108,90 307,29 18,35 48,48 15,42 18,26

Dev. St. 37,47 10,57 1,64 4,56 40,70 69,16 254,53 19,78 36,90 16,10

Max. 145 37 9 20 224 276 953 63 145 60 Cantalupo

Totali 873 33 24 253 5.055 1747 8.841 178 1177 82

Med. gg. 28,16 1,06 0,77 8,16 163,06 56,35 285,19 5,74 37,97 2,65

Dev. St. 38,44 2,99 2,94 7,28 265,77 112,01 374,71 12,48 53,16 6,814

Max. 155 12 15 26 1.000 500 1.352 60 200 35 Borghetto

Totali 147 2 0 10 1.588 6874 9.575 83 1.350 21

Med. gg. 4,74 0,06 0 0,32 51,23 221,74 308,87 2,68 43,55 0,68

Dev. St. 9,81 0,36 0 0,75 86,75 361,78 389,77 6,86 111,35 2,39

Max. 44 2 0 3 455 1.690 1.932 36 605 12

Genova - 2005 Faiallo Totali 236 47 0 129 93 522 15.021 1.490 153 50

Med. gg. 7,61 1,52 0 4,16 3 16,84 484,55 48,06 4,94 1,61

Dev. St. 8,44 2,46 0 3,32 4,86 32,74 945,13 124,25 9,52 2,26

Max. 29 10 0 11 20 123 4.800 520 37 9

82

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Turchino Totali 622 45 0 311 405 1.053 16.090 1.015 1.305 30

Med. gg. 20,06 1,45 0 10,03 13,06 33,97 519,03 32,74 42,10 0,97

Dev. St. 19,39 2,54 0 7,13 37,40 73,97 720,98 90,69 69,95 1,72

Max. 83 9 0 24 200 273 3.850 476 365 7 Terrarossa

Totali 244 0 0 20 2.528 7.048 9.729 41 224 117

Med. gg. 7,87 0 0 0,65 81,55 227,35 313,84 1,32 7,23 3,77

Dev. St. 11,39 0 0 1,08 144,35 270,35 380,86 5,62 16,97 5,86

Max. 50 0 0 4 698 1.246 1.408 30 88 20 Giovi Totali 467 7 0 125 0 828 2.081 30 813 0

Med. gg. 15,06 0,23 0 4,03 0 26,71 67,13 0,97 26,23 0

Dev. St. 12,48 1,26 0 4,09 0 28,03 37,66 2,76 22,86 0

Max. 40 7 0 20 0 110 144 13 80 0 P. Baffe 237 41 0 45 1.564 484 9.839 447 1Totali 16 3

Med. gg. 7,65 1,32 0 1,45 50,45 15,61 317,39 14,42 3,75 0,10

Dev. St. 9,06 6,30 0 2,68 77,93 24,20 247,16 21,25 6,61 0,30

Max. 41 35 0 10 320 92 985 82 28 1

La Spezia - 2005 Campiglia

Totali 407 197 4 189 2.905 980 6.354 705 221 2

Med. gg. 13,13 6,35 0,13 6,10 93,71 31,61 204,97 22,74 7,13 0,06

Dev. St. 20,06 19,04 0,72 7,02 171,68 67,74 524,00 26,21 16,15 0,36

Max. 102 87 4 25 627 265 2901 95 69 2 Montemar.

Totali 4.962 2.446 494 1.647 15.558 6.418 14.004 4.580 3.057 1.939

Med. gg. 160,06 78,90 15,94 53,13 501,87 207,03 451,74 147,74 98,61 62,55

Dev. St. 145,61 100,90 23,71 39,52 394,55 139,52 407,09 146,47 97,92 94,52

Max. 551 339 87 128 1.249 455 1.404 476 277 365

Sui dati relativi al flusso annuo totale di ogni specie a livello dei singoli passi (v. totali), utilizzando il programma Biodiversity-PRO, si è proceduto ad un’analisi dei Cluster secondo Bray-Curtis (dendrogrammi in Figg. 1, 2 e 3). Questo al fine di evidenziare il differente livello di similarità, relativamente all’entità del transito autunnale delle specie monitorate, tra i diversi punti di passo presi in esame. L’ipotesi di partenza era quella di poter evidenziare eventuali vie migratorie sulla base dell’affinità dei flussi in diverse località dislocate lungo le stesse, oppure di individuare analogie delle stazioni costiere da un lato e di quelle dell’entroterra dall’altro.

83

Page 90: avifauna minoreliguria

Fig. 1 – Similarità tra i Passi, ottobre 2003

84

Page 91: avifauna minoreliguria

Fig. 2 – Similarità tra i Passi, ottobre 2004

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Page 92: avifauna minoreliguria

Fig. 3 – Similarità tra i Passi, ottobre 2005 Il quadro che emerge appare di difficile interpretazione, né risultano in qualche modo confrontabili le affinità tra i diversi siti emerse nel corso del triennio (nonostante i rilevamenti siano avvenuti nello stesso periodo, sulle medesime specie e negli stessi “passi”): l’unico elemento in comune ai tre anni sembra essere una collocazione dei Giovi (GE) “esterna” ai rami principali del grafo d’aggregazione, presumibilmente in virtù del modesto flusso che caratterizza detto passo, relativamente alle specie indagate, rispetto agli altri siti monitorati. In Fig. 4 è riportato il dendrogramma ottenuto analizzando con la Cluster Analysis di Bray-Curtis i dati relativi alla somma per ogni sito dei flussi totali di ciascuna specie nei tre anni (2003-2005).

86

Page 93: avifauna minoreliguria

Fig. 4 – Similarità tra i Passi, 2003-2005 In questo caso, a parte una conferma della “marginalità” dei Giovi già rimarcata, sembra possibile individuare un paio di raggruppamenti di “passi costieri” (Montemarcello – Piani di Cantalupo e Campiglia – Punta Baffe – Capo di Borghetto) ed uno in cui figurano tre valichi geograficamente contigui lungo lo spartiacque (Faiallo/Cerusa – Turchino – Giovo). Ciò sembrerebbe avvalorare, almeno parzialmente, una delle ipotesi precedentemente formulate (possibilità di raggruppare tra loro per affinità dei flussi migratori i passi costieri, da un lato, e quelli di crinale interni, dall’altro). Inoltre viene ad essere confermata la necessità di disporre di monitoraggi pluriennali, prima di poter delineare tendenze generali di una certa utilità gestionale; in tal senso è ovvio che un solo triennio di studio non può essere ritenuto risolutivo, pertanto ci si astiene dall’attribuire un eccessivo peso alle considerazioni di cui sopra. D’altro canto anche i confronti tra i rilievi relativi alle tre annate a livello di ciascun “passo” hanno in generale messo in luce differenze altamente significative (al test del χ² con 9 g.l. si sono ottenuti valori molto alti corrispondenti a p = 0.000). Appare pertanto evidente come

87

Page 94: avifauna minoreliguria

l’entità assoluta del flusso migratorio (e quelle relative di ciascuna specie), risulti variabile in modo consistente e non tale da consentire agevoli confronti interannuali a breve termine. L’analisi comparata dei dati liguri complessivi r lativi alle specie indagate nell’ottobre 2003, 2004 e 2005 (Tabella II) evidenzia un’analoga elevata significatività delle differenze registrate (confronto delle medie giornaliere: χ² = 121,678; con 18 g.l. p = 0.000). Tabella II – Dati relativi al flusso migratorio registrato nel mese di ottobre: valori cumulati di 12 passi liguri (2003-2005)

2003 2004 2005

e

LIGURIA Totali

Media giornaliera

/passo Totali

Media giornaliera

/passo Totali

Media giornaliera

/passo Tordo bottaccio 12.827 34,48 11.716 31,49 10.237 27,52

Tordo sassello 1.761 4,73 3.321 8,93 3.292 8,85

Cesena 1.047 2,81 1.171 3,15 565 1,52

Merlo 2938 7,90 3.440 9,25 3.296 8,86

Colombaccio 73.935 198,75 42.354 113,85 31.192 83,85

Storno 22.873 61,49 136,94 29.570 79,49 50.943

Fringuello 122.601 329,57 103.386 277,92 12.3905 333,08

Peppola 3.340 8,98 10.732 28,85 9.445 25,39

Frosone 2.033 5,47 7.042 18,93 10.685 28,72

Allodola 1.803 4,85 4.284 11,52 2.966 7,97

Totale 245.158 659,03 238.389 640,83 225.153 605,25

88

Page 95: avifauna minoreliguria

INTEGRAZIONE CON DATI LIGURI ANALOGHI OTTENUTI DA ALTRE FONTI CONFRONTO CON I DATI RELATIVI AGLI ABBATTIMENTI Si confrontano di seguito i dati degli avvistamenti ai valichi nei mesi di ottobre 2003 e 2004, con quelli raccolti, in base all’analisi dei tesserini di caccia, sugli abbattimenti regionali delle specie cacciabili tra quelle oggetto di monitoraggio nel presente studio nelle stagioni venatorie 2003/2004 e 2004/2005 (fonte: REGIONE LIGURIA); purtroppo al momento della stesura dell’elaborato non erano ancora disponibili i dati dei prelievi del 2005/2006. Si tenga presente che nelle elaborazioni relative al totale regionale si sono messi a confronto il totale degli uccelli avvistati in tutti e 12 i valichi monitorati con i numeri complessivi degli abbattimenti a livello ligure, compresi quelli senza indicazione della provincia in cui sono avvenuti; nelle ulteriori elaborazioni sono stati comparati gli avvistamenti cumulati dei valichi monitorati nell’ambito di una provincia e quelli relativi ai prelievi effettuati nella stessa. Va detto che, tenuto conto delle differenze sostanziali tra i due pool di dati (differente periodo annuale di rilevamento, diverso sistema di raccolta dati, diverso grado di standardizzazione del metodo) e considerata la possibilità di analizzare comparativamente solo due annate, i confronti di seguito riportati sono da considerarsi puramente indicativi. Totale migratoria Il confronto è tra i dati complessivi degli avvistamenti di tutte e 10 le specie monitorate e quelli degli abbattimenti di tutta la selvaggina migratoria.

Tot. migratoria (Liguria)

0

100000

200000

300000

400000

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

89

Page 96: avifauna minoreliguria

Tot. migratoria (Imperia)

0

50000

100000

150000

200000

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

Tot. migratoria (Savona)

0

50000

100000

150000

200000

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

90

Page 97: avifauna minoreliguria

Tot. migratoria (Genova)

0

50000

100000

150000

200000

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

Tot. migratoria (La Spezia)

0

50000

100000

150000

200000

dui

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

Avvistamenti Abbattimenti

Fig. 1 – Migratoria in Liguria (totale regionale e a livello delle singole province) Dai confronti a livello regionale sembrerebbe potersi evincere che i carnieri complessivi di selvaggina migratoria siano poco correlabili all’entità del passo: a parità di avvistamenti nei due anni, i prelievi del 2003/04 risultano sostanzialmente maggiori di quelli registrati nel 2004/05. Detta differenza tra abbattimenti annui complessivi è risultata rilevabile anche a livello delle singole province, anche in casi come quello di La Spezia ove il flusso stimato in base ai censimenti visivi dell’ottobre 2004 è quadruplicato rispetto a quello dello stesso mese del 2003.

91

Page 98: avifauna minoreliguria

Tordo Bottaccio

Tordo bottaccio (Liguria)

0

50000

100000

150000

200000

250000

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

Tordo bottaccio (Imperia)

0

50000

100000

150000

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

92

Page 99: avifauna minoreliguria

Tordo bottaccio (Savona)

50000

0

10000

20000

30000

40000

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

Tordo bottaccio (Genova)

0

10000

20000

30000

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

93

Page 100: avifauna minoreliguria

Tordo bottaccio (La Spezia)

0

10000

20000

30000

n° in

divi

dui

2003-2004 52004-200

Avvistamenti Abb ti

medesimo trend sia regionale che provinciale di diminuzione dei carnieri tra il 2003/04 ed il 2004/05, senza correlazione con quello degli avvistamenti (se non in antitesi con esso – v. Genova e La Spezia), rilevato per la migratoria nel suo complesso, è individuabile anche per il solo Tordo bottaccio, con la sola apparente eccezione relativa a Savona dove anche gli avvistamenti sono diminuiti sostanzialmente tra il mese di ottobre 2003 e quello del 2004.

attimen

Fig. 2 – Tordo bottaccio (totale regionale e a livello delle singole province) Il

94

Page 101: avifauna minoreliguria

Tordo sassello

Tordo sassello (Liguria)

30000

40000

0

10000

2003-2004 2004-2005

n°du

i

20000

indi

vi

Avvistamenti Abbattimenti

Tordo sassello (Imperia)

10000

20000

indi

vidu

in°

0

2003-2004 2004-2005

Avvistamenti Abbattimenti

95

Page 102: avifauna minoreliguria

Tordo sassello (Savona

0

10000

2003-

)

2500

5000

7500

n° in

divi

dui

2004 2004-2005

Avvistamenti Abbattimenti

Tordo sassello (Genova)

5000

n°du

i

2500

indi

vi

0

2003-2004 2004-2005

Avvistamenti Abbattimenti

96

Page 103: avifauna minoreliguria

Tordo sassello (La Spezia)

0

2500

5000

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

Fig. 3 – Tordo sassello (totale regionale e a livello delle singole province) A

nto degli avvistamenti (di quasi sette olte), corrisponde un incremento degli abbattimenti del 16 % circa.

nche nel caso del Tordo sassello vale quanto detto nei due paragrafi precedenti, salvo inprovincia della Spezia, dove ad un rilevante aumev

97

Page 104: avifauna minoreliguria

Cesena

Cesena (Liguria)

10000

0

2500

5000

7500

2003-2004 200 5

indi

vidu

i

4-200

Avvistamenti Abbattimenti

Cesena (Imperia)

0

50

100

150

200

250

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

98

Page 105: avifauna minoreliguria

Cesena (Savona)

500

750

idui

250n°

0

2003-2004 2004-2005

indi

v

Avvistamenti Abbattimenti

Cesena (Genova)

3000

3500

0

500

1000

1500

2000

2500

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

99

Page 106: avifauna minoreliguria

Cesena (La Spezia)

1250

0

750

1000

ui

250

500 indi

vid

2003-2004 2004-2005

Avvistamenti Abbattimenti

Fig. 4 – Cesena (totale regionale e a livello delle singole province) La Cesena fa eccezione rispetto all’andamento generale finora registrato: gli abbattimenti a livello regionale sono più che quadruplicati tra la stagione venatoria 2003/04 e quella successiva. Solo nell’Imperiese si è registrata una leggera flessione degli abbattimenti nel biennio in esame. Quanto agli avvistamenti, invece, non si riscontra tra le province una tendenza univoca: si sottolinea la peculiare mancanza di avvistamenti in tutte e due le annate nei valichi monitorati della provincia di Genova, a fronte dei relativi carnieri annui di alcune centinaia d’individui. Ciò è chiaramente da addebitarsi al fatto che in Liguria il picco di transito/presenza dei contingenti di passo e parzialmente svernanti di cesene si registra tipicamente a partire dal mese di novembre, quindi successivamente al periodo monitorato nell’ambito dell’indagine di cui alla parte prima.

100

Page 107: avifauna minoreliguria

Merlo

Merlo (Liguria)

0

25000

50000

75000

n° in

divi

dui

2003-2004 2004-2005

Avvistamenti Abbattimenti

Merlo (Imperia)

0

5000

10000

15000

20000

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

101

Page 108: avifauna minoreliguria

Merlo (Savona)

5000

7500

10000

indi

vidu

i

0

2500

2003-2004

2004-2005

Avvistamenti Abbattimenti

Merlo (Genova)

12500

15000

0

2500

5000

2003-2004 2004-2005

7500

10000

indi

vidu

i

Avvistamenti Abbattimenti

102

Page 109: avifauna minoreliguria

Merlo (La Spezia)

15000

5000

7500

10000

12500

n° in

divi

dui

2500

0

2003-2004 2004-2005

Avvistamenti Abbattimenti

Fig. 5 – Merlo (totale regionale e a livello delle singole province) Il Merlo ricade nuovamente nella tendenza già evidenziata, con una generalizzata diminuzione dei prelievi tra le due stagioni venatorie esaminate, a dispetto di avvistamenti numericamente simili nel medesimo biennio, con addirittura un raddoppio degli effettivi censiti ai valichi in provincia della Spezia.

103

Page 110: avifauna minoreliguria

Colombaccio

Colombaccio (Liguria)

0

20000

80000

40000

dui 60000

n° in

2003-2004 2004-2005

divi

Avvistamenti Abbattimenti

Colombaccio (Imperia)

2500

500

1000

1500

2000

n° in

divi

dui

0

2003-2004 2004-2005

3000

Avvistamenti Abbattimenti

104

Page 111: avifauna minoreliguria

Colombaccio (Savona)

40000

50000

0

10000

20000

30000

n° in

divi

dui

2003-2004 2004-2005

Avvistamenti Abbattimenti

Colombaccio (Genova)

15000

20000

idui

10000

indi

v

5000n°

0

2003-2004 2004-2005

Avvistamenti Abbattimenti

105

Page 112: avifauna minoreliguria

Colombaccio (La Spezia)

15000

20000

idui

0

5000

10000

n° in

div

2003-2004 2004-2005

Avvistamenti Abbattimenti

le singole province)

siste ad un o La Spezia

relativamente alle segnalazioni ai valichi, raddoppiate nell’ottobre 2004 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Fig. 6 – Colombaccio (totale regionale e a livello del Nel caso del Colombaccio, sembra rilevabile una maggior correlazione tra i due tipi di

asdati: sia a livello regionale che di singole province, nel biennio in oggetto si consistente decremento di avvistamenti ed abbattimenti. Fa eccezione sol

106

Page 113: avifauna minoreliguria

Allodola

Allodola (Liguria)

0

1000

200

0

4000

5000

2003-2004 2004-2005

indi

v 3000idui

Avvistamenti Abbattimenti

Allodola (Imperia)

750

0

250

500

2003-2004 2004-2005

n° in

divi

dui

Avvistamenti Abbattimenti

107

Page 114: avifauna minoreliguria

Allodola (Savona)

0

250n° i

500

2003-2004 2004-2005

750

ndiv

idui

Avvistamenti Abbattimenti

Allodola (Genova)

0

50

100

200

150

indi

vidu

250

2003-2004 2004-2005

in°

Avvistamenti Abbattimenti

108

Page 115: avifauna minoreliguria

Allodola (La Spezia)

3000

3500

0

500

1000

2003-2004

1500

2500

2004-2005

indi

vui

2000id

Avvistamenti Abbattimenti

Fig. 7 – Allodola (totale regionale e a livello delle singole province)

Gli abbattimenti di allodole presentano nel complesso valori ovunque modesti e confrontabili nei due anni, a dispetto delle concomitanti considerevoli fluttuazioni degli avvistamenti. Si tratta poi della sola specie per la quale, senza eccezioni di sorta, il numero di individui conteggiati ai passi è maggiore di quello dei prelievi.

109

Page 116: avifauna minoreliguria

CONFRONTO CON I DATI DEL “PROGETTO COLOMBACCIO” Relativamente al solo Colombaccio, si riportano i dati raccolti nel corso della ricerca sul “Passo autunnale 2003” condotta nell’ambito del “Progetto Colombaccio” (2004 - Club Italiano del Colombaccio – Federazione Italiana Cacciatori Tradizionali di Colombacci, col patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio). In particolare sono tabulati in forma sintetica i dati relativi ad avvistamenti e catture di colombacci ad opera di 23 cacciatori liguri in 21 appostamenti, nel periodo compreso tra il 24 settembre ed il 23 novembre 2003 (5 in provincia di Savona, 6 in quella di Genova e 10 nello Spezzino).

Dati mensili

N° colombacci avvistati

N° “voli” avvistati N° catture

Settembre (5 giornate) 256 34 12 Ottobre (22 giornate) 116.380 3.568 773

Novembre (17 giornate) 4.045 333 102 Totali 120.681 3.935 887

Segue (Fig. 8) l’istogramma relativo all’andamento giorno per giorno degli avvistamenti nei 21 siti monitorati in Liguria.

0

5000

10000

15000

20000

25000

24 s

ett

27 s

et

29 s

et

02 o

tt

05 o

tt

08 o

tt

11 o

tt

13 o

tt

16 o

tt

19 o

tt

22 o

tt

25 o

tt

27 o

tt

30 o

tt

02 n

ov

05 n

ov

08 n

ov

10 n

ov

13 n

ov

16 n

ov

19 n

ov

22 n

ov

giorni

n° c

olom

bacc

i

Fig. 8 - Andamento degli avvistamenti di colombacci in 21 siti monitorati in Liguria (autunno 2003 – dati Club Italiano del Colombaccio) S’individuano 4 picchi tutti nel mese di ottobre: due puntiformi il 6 (10.980 colombacci avvistati) ed il 9 (13.389), uno il 15-16 (rispettivamente 21.761 e 16.217 uccelli censiti) ed uno tra il 25 ed il 26 (16.086 e 8.697).

110

Page 117: avifauna minoreliguria

I dati raccolti nell’ambito del i valichi liguri argomento del resente elaborato (Fig. 9), invece, indicano la presenza di un picco di transito dei

6, 9, 15, 25 e 26 non risultano invece date di particolare intensità del flusso migratorio della specie. Al fine di

di Savona, Genova e La Spezia ig. 10), ottenendo un trend del tutto analogo a quello illustrato in Fig. 9.

progetto di monitoraggio depcolombacci il 16 ottobre (14.111) e di un secondo il 27 (12.932):

verificare che non siano i dati raccolti nell’Imperiese, provincia non monitorata nell’ambito del “Progetto Colombaccio” a determinare detta discrepanza, si è proceduto a delineare l’andamento degli avvistamenti relativi alle sole province(F

0

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31

ottobre

Fig. 9 - Andamento degli avvistamenti di colombacci in 12 siti monitorati in Liguria (ottobre 2003 – dati R.G.F.)

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

16000

n° c

olom

bacc

i

111

Page 118: avifauna minoreliguria

02000400060008000

10000120001400016000

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31

ottobre

Fig. 10 - Andamento degli avvistamenti di colombacci in 10 siti monitorati in Liguria (Imperiese escluso - ottobre 2003 – dati R.G.F.)

n° c

olom

bacc

i

Si riportano quindi i dati medi stagionali e giornalieri per osservatorio relativi ad avvistamenti e catture, epurati delle giornate di inattività dei diversi appostamenti.

N° colombacci avvistati N° “voli” N° catture

Media stagionale 5.747 187,4 42,2 Media giornaliera 304 9,9 2,2

Infine, i dati sulla distribuzione percentuale delle classi dimensionali dei voli di colombacci osservati nel corso del periodo sopra riportato, presso i 21 appostamenti liguri in esame.

Classe del volo (n° colombacci) 1-10 10-50 50-100 100-300 Oltre 300

% sul totale dei voli censiti 52,3 34,7 8,3 3,7 1,0

Seguono analoghi dati ed elaborazioni relative alla ricerca sul “Passo autunnale 2004” condotta nell’ambito del “Progetto Colombaccio” (2005 - CLUB ITALIANO DEL COLOMBACCIO – Federazione Italiana Cacciatori Tradizionali di Colombacci, col patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio). In particolare sono tabulati in forma sintetica i dati relativi ad avvistamenti e catture di colombacci ad opera di 26 cacciatori liguri in 20 appostamenti, nel periodo compreso tra il 22 settembre ed il 22 novembre 2004 (5 in provincia di Savona, 6 in quella di Genova e 9 nello Spezzino).

112

Page 119: avifauna minoreliguria

Dati mensili N° colomba i N° cc

avvistati N° “voli” avvistati catture Settembre (7 giornate) 180 25 8

Ottobre (22 giornate) 52.441 1.926 410

Novembre (16 giornate) 39.772 688 144

Totali 92.393 2.639 562 Segue l’istogramma (Fig. 11) relativo all’andamento giorno per giorno degli avvistamenti nei 20 siti monitorati in Liguria.

0

5000

22 s

et

26 s

et

30 s

et

4 ot

t

9 ot

t

13 o

tt

17 o

tt

21 o

tt

25 o

tt

30 o

tt

3 no

v

7 no

v v v v

n

10000

15000

20000

25000

30000

11 n

o

15 n

o

20 n

o

giorni

° co

lom

bacc

i

Fig. 11 - Andamento degli avvistamenti di colombacci in 20 siti monitorati in Liguria (autunno 2004 – dati Club Italiano del Colombaccio) Si segnalano i seguenti picchi di avvistamenti: il 13-14 ottobre 2004 (rispettivamente 7.221 e 6.594 colombacci), il 18 ottobre (13.199) e l’8 novembre (27.972). Il trend rilevato in ottobre coincide almeno parzialmente con quello graficamente rappresentato in Fig. 12 e relativo agli avvistamenti di colombacci presso le 12 stazioni liguri (dato cumulato) coinvolte nella ricerca oggetto del presente elaborato: oltre ai picchi del 13-14 ottobre (rispettivamente 2.384 e 2.922) e del 17-18-19 (2.846, 4.467e 2.102), se ne rileva un terzo il 23-24-25 (2.620, 4.132, 2.422). Gli stessi massimi sono individuabili anche eliminando i rilievi effettuati nei due valichi dell’Imperiese (Fig. 13) al fine di verificare che non fossero questi ultimi a determinare il terzo picco, non riscontrato nell’ambito del “Progetto Colombaccio” in assenza di stazioni in provincia di Imperia.

113

Page 120: avifauna minoreliguria

0500

10001500n

20002500

col

o

3000

mba

35cci 00

000

ottobre

°

Fig. 12 - Andamento degli avvistamenti di colombacci in 12 siti monitorati in Liguria (ottobre 2004 – dati R.G.F.)

400045005

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31

0

200

400

600

800

1000

1200

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31

ottobre

n° c

olom

bacc

i

Fig. 13 - Andamento degli avvistamenti di colombacci in 10 siti monitorati in Liguria (Imperiese escluso - ottobre 2004 – dati R.G.F.). Si riportano quindi, sempre tratti dal report del “Progetto Colombaccio 2004”, i dati medi stagionali e giornalieri per osservatorio relativi ad avvistamenti e catture, al netto delle giornate di inattività dei diversi appostamenti.

114

Page 121: avifauna minoreliguria

N° colom

avvistati “voli” N° catture bacci N°

Media 4.620 132 stagionale 28,1

Media giornaliera 243 6,9 1,5

Infine, i dati sulla distribuzione percentuale delle classi dimensionali dei voli di colombacci sservati nel corso del periodo sopra riportato, presso i 20 appostamenti liguri in esame.

Classe del volo 1-10 10-50 50-100 100-300 Oltre 300

o

(n° colombacci) % sul totale dei 42,6 28,6 14,voli censiti

1 12,2 2,5

er quanto riguarda, invece, la ricerca sul “Passo autunnale 2005” (2005 - CLUB ITALIANO

nali di Colombacci, col ero dell’Ambiente e della

a sintetica i dati relativi ad tori liguri in 20 appostamenti

e di Savona, Genova e La Spezia), nel periodo compreso tred il 21 novembre 2005.

Dati mensili

PDEL COLOMBACCIO – Federazione Italiana Cacciatori Tradizioatrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministp

Tutela del territorio), sono di seguito tabulati in formvvistamenti e catture di colombacci ad opera di 24 cacciaa

(nelle provinc a il 21 settembre

N° colombacci N° “voli” avavvistati vistati N°

catture Settembre 67 1(6 giornate) 3 9

Ottobre (23 giornate) 54.663 2.352 440

Novembre (12 giornate) 5.309 285 80

Totali (41 giornate) 60.039 2.650 529

egue l’istogramma (Fig. 14) relativo all’andamento giorno per giorno degli avvistamenti S

nei 20 siti monitorati in Liguria.

115

Page 122: avifauna minoreliguria

0

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Fig. 14 - Anda Liguria

utunno 200

S ue picchi princi stamenti: ttobre 2004 (r vamente .922 e 9.084 colombacci) ed il 29-30 ottobre (6.056 e 7.127).

rte con quello graficamente ppresentato in Fig. 15 e relativo agli avvistamenti di colombacci presso le 12 stazioni

primo picco principale il 12-14 ottobre (rispettivamente 2.359, 1.611 e 1.858) ed un secondo il 28-30 ottobre (2.093, 1.171 e 2.208).

o

mento degli avvistamenti di colombacci in 20 siti monitorati in5 – dati Club Italiano del Colombaccio) (a

i segnalano d pali di avvi il 10-12 o ispetti6Il trend rilevato in ottobre coincide almeno in buona paraliguri (dato cumulato) coinvolte nella ricerca oggetto del presente elaborato: un

116

Page 123: avifauna minoreliguria

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500

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000

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00

1 3 5 7 15 17 25 27 29

ottobre

mb

acci (ottobre 2005 – dati R.G.F.)

confronto dei dati rilevati nel corso del “Progetto Colombaccio” in Liguria nell’ultimo iennio evidenzia un calo del transito autunnale: da 120.681 colombacci in totale nel 2003, 92.393 nel 2004 e 60.039 nel 2005. Considerando lo sforzo di avvistamento/cattura per il

2005 otteniamo rispettivamente valori di 130.6, 102.7 e 73.2 olombacci/punto avvistamento/giorno, con un calo del 21,6 % tra il 2003 ed il 2004, del

2003 e 2004. In base ai dati raccolti sulla specie in questione nell’ambito della ostra ricerca, il flusso di colombacci del 2004 è risultato del 42,7 % inferiore a quello di

ottobre 2003 (198,75 113,85 uccel no), a le d istrato dal Club o. T nostro caso 2005, con u aliera di 83,85 colombacci/valico av terebbe un e calo del 6,4% rispetto al flusso specifico dell’ottobre 2004 (Fig. 16).

25

1

2000

acci

9 11 13 19 21 23 31

Fig. 15 – Andamento avvistamenti colomb Iltratriennio 2003-c28,7 % tra 2004 e 2005. Un confronto analogo relativo al solo mese di ottobre (251.9, 119.2 e 118.8 colombacci/punto avvistamento/giorno) evidenzia un calo del 52,7 % ma solo tra n

contro li/valico/gior conferma del notevoecremento regna media giorn

del Colombacci uttavia, nel vistati, risul

per il ulterior

2

117

Page 124: avifauna minoreliguria

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2003Club Colombaccio R.G.F.

Fig. 16 – Media giornaliera degli avvistamenti di colombacci nel mese di ottobre per punto di osservazione/valico (2003-2005 – confronto dati Club Italiano del Colombaccio e R.G.F.) Si riportano quindi, sempre tratti dal report del “Progetto Colombaccio 2005”, i dati medi stagionali e giornalieri per osservatorio relativi ad avvistamenti e catture, epurati delle giornate di inattività dei diversi appostamenti. N° colombacci

avvistati N° “voli” N° catture

Media stagionale 3.002 132,5 26,5

Media giornaliera 73 3,2 0,6

Infine, i dati sulla distribuzione percentuale delle classi dimensionali dei voli di colombacci osservati nel corso del periodo sopra riportato, presso i 20 appostamenti liguri in esame.

Classe del volo (n° colombacci) 1-10 10-50 50-100 100-300 Oltre 300

% sul totale dei voli censiti 58,6 36,1 4,2 1,1 0

118

Page 125: avifauna minoreliguria

PARTE TERZA PRELIEVI E AVVISTAMENTI

DI TURDIDI E COLOMBACCIO

ianfranco Realini

di G

119

Page 126: avifauna minoreliguria

INTRODUZIONE Il problema di una corretta gestione dell’avifauna migratoria, a partire innanzi tutto dalla pianificazione di un prelievo compatib rse delle singole popolazioni, sembra essere avviato a soluzione soltanto per quanto riguarda gli uccelli acquatici grazie ai

ntale e che sono oordinati da Wetlands International di Wageningen in Olanda - ex I.W.R.B. di Slimbridge

in Inghilterra. In Italia sono coordinati dall’Istituto Nazionale per elvatica ( milia (BO).

e che hanno avuto gli uccelli acquatici, e più in generale le zone i ric sar del 1971 da

maggior facilità i contare gli uccelli acquatici, soprattutto quando svernano e si riducono al minimo gli postamenti, e quindi la maggior reperier quanto riguarda invece i mig enze di ordine quantitativo sono

nte inadeguate per una corretta occupa è la carenza pressoché

totale di iniziative atte a cercare di colmare la lacuna: inanellamenti, esami delle ali e

sulla base del mero empirismo, senza isporre di un’adeguata banca dati. Un esempio illuminante, se mai ce ne fosse bisogno,

ci è stato offerto recentemente dal modo di affrontare il problema delle cosiddette “specie in deroga” , come Storno, Passeri, ecc... In questo contesto generale, sono sicuramente encomiabili gli esempi della Provincia di Genova prima e della Regione Liguria poi, che hanno promosso la presente indagine. Una scelta, senza ombra di dubbio, illuminata e d’avanguardia che riteniamo debba essere allargata a livello nazionale e internazionale. L’INDAGINE Fattibilità Occorre innanzi tutto rimarcare il fatto che al cacciatore non era mai stato assegnato in precedenza, qui come altrove, un compito così impegnativo. Per assolverlo il cacciatore ha dovuto trasformarsi in rilevatore, per annotarsi non soltanto i capi abbattuti ma anche, compito ben più arduo, quelli avvistati. Ciò presuppone non solo la capacità di riconoscere gli uccelli in transito, ma anche di stare sempre all’erta, per evitare che soggetti passino inosservati, e di prendere subito nota degli avvistamenti, per evitare omissioni. Sia pure con questi inevitabili fattori limitanti ed altri che vedremo più avanti, occorre comunque sottolineare il fatto che il cacciatore-rilevatore ha risposto all’appello, anche se sulle province che collaborano per la prima volta occorrerà lavorare ancora parecchio. Ovviamente il presupposto per ottenere la collaborazione del cacciatore è che si convinca del fatto che queste ricerche servono a sottrarre la caccia dalle prese di posizione di parte, come purtroppo è stato finora, per porla su un piano di razionalità dove le decisioni siano prese solo sulla base delle analisi statistico-conservative delle

ile con le riso

Censimenti Invernali, che si effettuano in gennaio nel Paleartico Occidec

la Fauna SI.N.F.S.) di Ozzano E

La maggior attenzionum de, va ercata anche nella sottoscrizione della Convenzione di Ramparte dei vari Governi, compreso il nostro; non va neppure trascurata la ds bilità di dati.

ratori di terra le conoscPancora molto carenti a livello internazionale e assolutamepianificazione del prelievo venatorio. Ma quel che più pre

rilevazioni notturne con mezzi elettronici e contro luna infatti, pur rappresentando sforzi lodevoli, non ci sembrano tuttavia mezzi adeguati, o per lo meno sufficienti, per risolvere il problema. Il legislatore si trova quindi a legiferared

120

Page 127: avifauna minoreliguria

specie oggetto di prelievo venatorio. Ma perché ciò avvenga occorre non solo che si romuovano le ricerche, ma che se ne tenga anche conto in sede normativa.

Metodo applicato I ato dalla R.G.F. s.a.s. all’indagine condotta in provincia di Genova nel quinquennio 1995-1999, anche perché i risultati ottenuti avevano avuto l’apprezzamento dell’I.N.F.S., è stato trasferito alla regione nella stagione 2000-01, che può essere ritenuta sperimentale per la successiva indagine articolata in tre stagioni e cioè dalla s lla 2005-06. metodo è basato sulla scelta di un adeguato numero di appostamenti, come campione

azione dipeso da diversi fattori, che hanno rappresentato altrettanti fattori limitanti dei risultati

ilevatore e la presenza o meno i impedimenti alla vista (alberi, dossi, avversità atmosferiche, ecc.). Il raggio di

rilevazione di un rilevatore di capacità medie, in condizioni ottimali e cioè in assenza dei suddetti fattori limitanti, è valutabile intorno ai 200 metri per i Turdidi e tri per il CI delle specie, fatto per lo più in volo, si è basato esse ente, oltre che sulle sagome, sulle caratteristiche di volo, sul tipo di assembrament soggetti che compongono il branco e sulle emissioni canore; fattori ben noti a coloro che praticano questo tipo di caccia. Gli avvistamenti sono stati effettuati nel corso dell’attività venatoria, in concomitanza

stati riportati su appositi blocchetti, e ssivamente f

In Liguria la caccia alla selvaggina migratoria da appostamento viene praticata ”al passo” dalle ”poste”, con o senza richiami vivi. Ciò significa che la scelta della ”posta” è fondamentale ai fini dell’esito dell’annata venatoria. Per questa ragione i passi montani, dove si concentra il flusso migratorio, rappresentano da un lato le ”poste” migliori per i cacciatori e dall’altro le zone dove si fa più forte la richiesta di protezione dell’avifauna migratoria. Un cacciatore può occupare una o più ”poste” nel corso della stagione venatoria e questo fatto dev’essere tenuto ben presente nella scelta del campione che, statisticamente, deve rappresentare l’universo reale. Se infatti la ”posta” è occupata da un solo cacciatore, allora ”posta” e cacciatore si identificano; se da più cacciatori, allora la ”posta” si identifica con tutti i cacciatori che l’hanno occupata. Scegliere la “posta” per la costruzione del campione significa quindi avere i dati da tutti i cacciatori che l’hanno occupata: soluzione di difficile attuazione; più praticabile, ma anche più corretta statisticamente, è la scelta del cacciatore che, nel caso occupi più ”poste”, dovrà raccogliere i dati di ciascuna di esse e indicare sulla scheda la quota altim trica più

t

p

l metodo applic

tagione 2003-04 aIlidoneo a rappresentare l’universo degli appostamenti. Gli avvistamenti sono stati effettuati senza l’ausilio di mezzi ottici. Il raggio di rilevèdell’indagine, come le capacità intrinseche di ogni singolo rd

ai 400 meolombaccio. l riconoscimento nzialm

o, sul numero di

quindi con i prelievi. I dati sono tr

succeas eriti, unitamente a quelli dei prelievi, su apposite schede predisposte per la loro

computerizzazione. Scelta del campione

efrequentata. La parola appostamento, che continueremo ad usare perché comunque si ratta di caccia da appostamento e non vagante, andrebbe sostituita dalla parola

121

Page 128: avifauna minoreliguria

cacciatore. Questa scelta ha comportato non poche difficoltà nella conoscenza del numero totale esatto di appostamenti o cacciatori che praticano questa forma di caccia, per cui i valori degli universi che saranno riportati a livello provinciale non possono che essere considerati approssimativi. Tenuto conto di quanto detto sopra, la scelta dei campioni provinciali si deve attenere a questi parametri:

1) non scendere al di sotto del 3-4%;

3) essere rappresentativo delle diverse quote altimetriche, che per semplificazione

no tre condizioni essenziali: 1. che il campione degli appostamenti sia rappresentativo dell’universo degli

appostamenti; 2. che il numero totale degli appostamenti sia conosciuto con sufficiente esattezza; 3. che l’indagine duri almeno cinque stagioni. A parte i primi due punti, per la cui conoscenza si rimanda ai rapporti provinciali, il terzo punto è stato rispettato soltanto per la provincia di Genova; per le altre province, a meno di un auspicabile prolungamento della ricerca, l’indagine è durata soltanto tre anni. Specie indagate Trascurando il dettaglio delle sottospecie e gli erratismi di popolazioni più o meno sedentarie o parzialmente migratrici, il comportamento delle specie oggetto della presente indagine nel periodo del passo autunnale e nel contesto del Paleartico Occidentale, con riferimento al nostro Paese cui la regione Liguria è assimilabile, può

2) essere ben distribuito sul territorio;

abbiamo suddiviso in tre fasce come per il passato: pianura (m 0-300), collina (m 301-600) e montagna (oltre m 600).

Per conoscere il grado di rispetto dei suddetti parametri si rimanda ai rapporti provinciali. Attendibilità statistica Perché l’indagine abbia attendibilità statistica, occorre che siano rispettate alme

essere così riassunto: Tordo bottaccio: migratore; solo parzialmente sedentarie le popolazioni che nidificano nelle Isole Britanniche. Le popolazioni che raggiungono l’Italia in ottobre, provengono dai quartieri di riproduzione dell’Europa Centro-Orientale seguendo rotte NE-SO. Tordo sassello: migratore; raggiunge l’Italia in ottobre-novembre proveniente dai uartieri di nidifq icazione dell’Europa Nord-Orientale e Centrale seguendo rotte NE-SO.

Cesena: migratore parziale con caratteristiche peculiari, che, a secodurante l’inverno può rimanere a latitudini molto settentrionali o portar

nda dell’anno, si nell’area del

l’Asia dMediterraneo e raggiungere il Nord Africa e Sud Occidentale, compien o anche delle vere e proprie invasioni. Le popolazioni che raggiungono l’Italia, a partire dalla fine di ottobre, provengono dai quartieri di nidificazione dell’Europa Settentrionale e Centro-Orientale; La Cesena dà luogo a frequenti scambi di popolazioni sia nei quartieri di riproduzione che in quelli di svernamento. Merlo: sedentario e migratore. Le popolazioni che raggiungono l’Italia da settembre a novembre provengono dai quartieri di riproduzione dell’Europa Centrale (Germania) eguendo rotte NE-SO. s

122

Page 129: avifauna minoreliguria

Colombaccio: migratore; solo parzialmente sedentario. Le popolazioni che raggiungono l’Italia in ottobre provenienti dai quartieri di riproduzione più a Nord del nostro Paese seguono rotte NE-SO. Prelievi E’ ben noto come i dati dei prelievi raccolti tramite i tesserini venatori, almeno per quanto riguarda la selvaggina migratoria, siano poco attendibili per una serie di ragioni che non crediamo sia il caso di approfondire in questa sede. Al fine di superare questa situazione e di ottenere dati aderenti alla realtà, è stato chiesto ai rilevatori, volontari individuati tra i cacciatori, coordinati da un referente individuato dalle Associazioni venatorie a livello provinciale, di annotare i prelievi anche su apposite schede predisposte per l’informatizzazione. Per avere il dato globale dei prelievi, occorrere innanzi tutto conoscere con sufficiente approssimazione il numero totale degli appostamenti e il prelievo derivante dalla caccia vagante, anche se questa componente è modesta rispetto alla prima.

ano sufficientemente affidabili, almeno per quanto riguarda la capacità di riconoscere in volo le specie oggetto d’indagine, esistono tuttavia fattori limitanti l’atten mo già accennato, che sono

dipendenti dalla bontà del metod collaboratori. Ci sono, tori accrescitivi di detto

oschia, ecc. che limitano il raggio di

nell’annotare i soggetti avvistati o altre lacune personali che limitano il numero dei soggetti rilevati.

Tra i secondi quelli legati: a all’ubicazione dell’appostamento, sito sulla stessa rotta di migrazione di altro

appostamento scelto per il campione, con possibilità di doppio conteggio degli stessi soggetti;

b alla presenza di soggetti stanziali nella zona dell’appostamento, con possibilità di conteggio multiplo degli stessi soggetti.

Pur essendo praticamente impossibile quantificare questi fattori e quindi applicare fattori correttivi ai risultati, è comunque certo, anche in base ad analoghe esperienze fatte altrove, che i fattori che incidono maggiormente sull’attendibilità dei risultati sono quelli elencati nei primi tre punti, ossia quelli che incidono in maniera riduttiva sul numero dei soggetti avvistati; per cui i dati degli avvistamenti risultano notevolmente sotto stimati. Sicuramente meno

Avvistamenti Oltre al numero dei capi prelevati, i rilevatori hanno annotato sulle stesse schede anche il numero di animali avvistati. Dato per assodato che i cacciatori-rilevatori si

dibilità dei risultati, cui abbiao scelto e dall’affidabilità dei in

infatti, fattori riduttivi del numero reale dei soggetti migranti e fatnumero. Tra i primi quelli legati: a all’ambiente, come alberi, dossi o altri ostacoli che limitano l’angolo di visuale

dell’osservatore; alle condizioni atmosferiche, come la nebbia, la fb

visuale dell’osservatore; c al rilevatore, come la scarsa capacità di concentrazione, la mancanza di tempestività

123

Page 130: avifauna minoreliguria

influenti sono invece da ritenere i fattori elencati negli ultimi due punti, ossia quelli che incidono in maniera accrescitiva del numero dei soggetti avvistati. Ovviamente e pur con tutte le limitazioni sopra esposte, il numero dei soggetti avvistati è quello derivante dalle rilevazioni effettuate durante l’esercizio venatorio e limitatamente alla caccia da appostamento. Per conoscere il numero globale dei migratori nell’intera provincia di Genova, occorrerebbe tener conto anche del flusso migratorio: a al di fuori dei giorni e degli orari di attività degli appostamenti; b al di fuori del raggio d’intercettazione degli appostamenti; c su tutto il territorio durante le ore notturne per i Turdidi; flusso che, secondo i

risultati di recenti rilevazioni, supererebbe addirittura quello diurno. Il problema della quantificazione del flusso migratorio sull’intera provincia appare quindi, allo stato attuale delle nostre conoscenze, praticamente irrisolvibile; salvo mettere in campo un numero tale di uomini e mezzi che, a parte la loro assai dubbia reperibilità, sarebbe comunque improponibile. La percentuale dei prelievi sugli avvistamenti ha valore quindi per gli appostamenti nel periodo della loro attività e sarebbe di gran lunga inferiore se riferita al flusso globale delle specie considerate sul territorio regionale.

Coordinamento e supervisione Il coordinamento e la supervisione sono stati affidati dalla Regione alla Provincia di Genova, Area 11 – Ambiti Naturali, nella persona del Dott. Claudio Aristarchi. e Associazioni Venatorie hanno nominato un loro coordinatore provinciale.

L

124

Page 131: avifauna minoreliguria

LIGURIA

I RISULTATI DELL’INDAGINE CAMPIONE

a) TURDIDI

1) Media stagionale delle giornate di caccia per appostamento Descrizione N. giornate

Media gg. di caccia 33,1 La media stagionale delle giornate di caccia per appostamento è di 33,1.

a1) TURDIDI - Prelievi

2) Ripartizione percentuale dei prelievi per specie

Tordo b.52,9

Cesena5,8% %

Tordo s.17,4%

23,9%

La ripartizione percentuale dei prelievi per specie evidenzia che il Tordo bottaccio rappresenta il 51,2% del totale dei prelievi, seguito dal Merlo con il 23,9%, dal Tordo sassello con il 17,4% e dalla Cesena con il 5,8%.

Merlo

125

Page 132: avifauna minoreliguria

3) Media stagionale dei prelievi per appostamento

Specie N. prelievi

Tordo bottaccio 41,9

Tordo sassello 13,8

Cesena 4,6

Merlo 18,9

TOTALI TURDIDI 79,3 La media stagionale dei prelievi per appostamento è di 79,3 Turdidi, così ripartiti: Tordo bottaccio 41,9, Merlo 18,9, Tordo sassello 13,8 e Cesena 4,6. 4) Media giornaliera dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Tordo bottaccio 1,27

Tordo sassello 0,42

Cesena 0,14

Merlo 0,57

TOTALI TURDIDI ,40 2 L a giornaliera d vi per appost 2,4 Turd b rlo 0,57, Tor ello 0,42 e C ,14. 5 ndamento medio dei prelievi in funzione del tempo

a medi ei prelie amento è di idi, così ripartite: Tordoottaccio 1,27, Me do sass esena 0

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7).

400

126

Page 133: avifauna minoreliguria

La maggior concentrazione è dall la seconda decade di novembre; uccessivamente, ad eccezione della Cesena ancora in migrazione (cfr. grafico 5c), i

ente fino alla fine i novembre, quando si posizionano su valori ancora sostenuti. Come si può vedere dal

g ssivo, il Tordo bottaccio è la specie che con il 52,9% dei prelievi (cfr. grafico 2) determina

a) Tordo bottaccio: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

’inizio di ottobre alsprelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamdrafico succe

maggiormente l’andamento della curva.

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei funzione è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico

oncentrazione è in ottobre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei re per poi riprendere a

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del tempo ed 7a). La maggiorcmigratori, diminuiscono progressivamente fino alla fine di novembali e e a posizionarsi su valori sostenuti. s

5b) Tordo sassello: andamento medio dei prelievi in funzio

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7b). La maggior

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300

350

127

Page 134: avifauna minoreliguria

concentrazione è dalla seconda decade di ottobre alla fine di novembre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino alla fine di dicembre per poi riprendere a salire lievemente e posizionarsi su valori modesti. 5c) Cesena: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia gra

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150

200

250

300

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ficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7c). La maggior concentrazion lla metà di

tori, calano rogressivamente e si stabiliscono su valori assai modesti.

damento medio dei prelievi in funzione del tempo

e, anche se di modesta entità, è dall’inizio di novembre accessivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migradicembre; su

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5d) Merlo: an

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-gen

16-g

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-gen

24-g

en28

-gen

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7d). La presenza di soggetti stanziali all’inizio dell’attività venatoria, cui si sommano quelli migratori a partire da fine settembre, influenza la parte iniziale della curva, che parte da valori elevati e sale fino alla metà d’ottobre, per poi calare progressivamente ed azzerarsi alla metà di gennaio.

128

Page 135: avifauna minoreliguria

a2) TURDIDI - Avvistamenti

) Ripartizione percentuale degli avvistamenti per specie 6

Tordo b.58,1%

Tordo s.17,7%

Cesena

Merlo

percentuale degli avvistamenti per specie evidenzia che il Tordo bottaccio

ppresenta il 58,1% del totale degli avvistamenti, seguito dal Tordo sassello con il

IDI: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

8,2%

16,0%

La ripartizione ra17,7%, dal Merlo con il 16% e dalla Cesena con l’8,2%. 7) TURD

0

1000

2000

3000

4000

5000

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20-g

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-gen

28-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è dall’inizio di ottobre alla seconda decade di novembre, in concomitanza con il maggior flusso migratorio; successivamente, ad eccezione della Cesena ancora in migrazione (cfr. grafico 7c), gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino alla fine di novembre,

129

Page 136: avifauna minoreliguria

per poi posizionarsi su valori ancora sostenuti. Come si può vedere dal grafico successivo, Tordo bottaccio è la specie che con il 58,1% (cfr. grafico precedente) determina aggiormente l’andamento della curva.

mento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

ilm 7a) Tordo bottaccio: anda

0

t t t

1000

3000t

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en

26-g

en

31-g

en

on il uccessivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali

dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi alla fine di novembre, per poi riprendere a salire e posizionarsi su valori ancora apprezzabili. 7b) Tordo sassello: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

2000

4000

5000

18-s

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è in ottobre, in concomitanza cmaggior flusso migratorio; s

0

1000

2000

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en

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en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è dall’ultima decade di ottobre alla fine di novembre, in concomitanza con il maggior flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a stabilizzarsi su valori modesti.

130

Page 137: avifauna minoreliguria

7c) Cesena: andamento ione del tempo medio degli avvistamenti in funz

0

1000

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en

a polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in e del tempo. La maggior concentrazione, anche se di modesta entità, è dalla fine

alla ; ment atori, calano

progressivamen .

: an po

La curvfunziondi ottobre metà di dicembre, in concomitanza con il maggior flusso migratoriosuccessiva e gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migr

te e si stabiliscono su valori assai modesti

7d) Merlo damento medio degli avvistamenti in funzione del tem

0

1000

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en

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en

31-g

en

linomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in

. La presenza di soggetti stanziali all’inizio dell’attività venatoria, cui si

scisse.

t t t t t t

La curva pofunzione del temposommano quelli migratori a partire da fine settembre, influenza la parte iniziale della curva che sale fino a metà ottobre, per poi calare progressivamente fino ad appiattirsi sull’asse delle a

131

Page 138: avifauna minoreliguria

a3) TURDIDI - Percentuali dei Prelievi sugli Avvistamenti

Specie Prelievi menti Prelievi/Avvistamenti % Avvista

Tordo bottaccio 19.080 191.700 9,95

Tordo sassello 6.284 58.313 10,78

Cesena 2.104 26.957 7,81

Merlo 8.617 52.732 4 16,3

TOTALI TURDIDI 36.085 329.702 10,94 Lga percentuale dei prelievi sugli avvistamenti nei Turdidi è del 10,94%, così ripartita in raduatoria: Merlo 16,34%, Tor rdo bottaccio 9,95% e Cesena ,81%.

manda alle Conclusioni.

do sassello 10,78%, To7 Sulla reale percentuale dei prelievi sugli avvistamenti, si ri

132

Page 139: avifauna minoreliguria

b) COLOMBACCIO

1) Media stagionale delle giornate di caccia per appostamento Descrizione N. giornate

Media gg. di caccia 26,9 La media stagionale delle giornate di caccia per appostamento è di 26,9.

b1) COLOMBACCIO - Prelievi 2) Media stagionale dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Colombaccio 33,0

La media stagionale dei prelievi per appostamento è di 33 capi.

3) Media giornaliera dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Colombaccio 1,23 La media giornaliera dei prelievi per appostamento è di 1,23 capi. 4) Andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

10

20

30

40

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80

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en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo. La maggior concentrazione è da ottobre alla metà di novembre, in

133

Page 140: avifauna minoreliguria

concomitanza con il maggior flusso migratorio (cfr. grafico successivo); successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino ad

gli avvistamenti in funzione del tempo

azzerarsi alla fine di novembre.

b2) COLOMBACCIO - Avvistamenti 5) Andamento medio de

0

500

1000

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è da ottobre alla metà di novembre;

p

) COLOMBACCIO - Percentuali dei Prelievi sugli Avvistamenti

Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano rogressivamente fino ad azzerarsi alla fine di novembre.

b3

Colombaccio 3.427 129.115 2,65 La percentuale dei prelievi sugli avvistamenti è del 2,65%. Sulla reale percentuale dei prelievi sugli avvistamenti, si rimanda alle Conclusioni.

134

Page 141: avifauna minoreliguria

UNIVERSO DEGLI APPOSTAMENTI

T

apportando i valori medi del campione (151,7 appostamenti selezionati) a quelli i seguenti valori

globali: Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

urdidi

Rdell’universo (3750,0 appostamenti dell’intera regione) si ottengono

Tordo bottaccio 471.276 4.734.990 9,95

Tordo sassello 155.215 1.440.331 10,78

Cesena 51.969 665.838 7,81

Merlo 212.840 1.302.480 16,34

TOTALI TURDIDI 891.300 8.143.639 10,94 Il commento è rimandato alle conclusioni.

Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Colombaccio Rapportando i valori medi del campione (34,7 appostamenti selezionati) a quelli dell’universo (360,0 appostamenti dell’intera regione) si ottengono i seguenti valori globali:

Colombaccio 35.588 1.340.810 2,65 Il commento è rimandato alle conclusioni.

135

Page 142: avifauna minoreliguria

CONCLUSIONI

Giornate di caccia

: ogni appostamento ha utilizzato mediamente:

relievo giornaliero

per i Turdidi 33,1 giornate; per il Colombaccio 26,9 giornate. P : ogni appostamento ha effettuato mediamente un prelievo giornaliero

per i Turdidi di 2,4 capi, contro i 20 consentiti; per il Colombaccio di 1,23 capi, contro i 10 consentiti. Prelievo stagionale

molto al di sotto di quello consentito:

: ogni appostamento ha effettuato mediamente un prelievo stagionale: per i Turdidi di 79,3 capi; per il Colombaccio di 33 capi. Percentuali dei prelievi sugli avvistamenti: per i Turdidi dell’10,94%; per il Colombaccio del 2,65%. La sostanziale differenza tra la percentuale del Colombaccio e quella dei Turdidi, circa di un quarto, non deve sorprendere se si tiene conto della diversa “visibilità” e quindi “rilevabilità” tra i due gruppi più volte richiamata nel corso del rapporto. Per rendere confrontabili le due percentuali occorre considerare due dati particolarmente significativi, come il passo notturno, mancante nel Colombaccio e almeno pari a quello diurno nei Turdidi, e la distanza di riconoscimento, nel Colombaccio alme o doppia nrispetto ai Turdidi; così facendo, dobbiamo dividere per quattro la percentuale dei Turdidi, che passa pertanto da 11,35 a 2,84. Sempre, beninteso, riferite all’area d’intercettazione degli appostamenti; perché, come è stato sottolineato nell’Introduzione, la percentuale dei prelievi sugli avvistamenti sarebbe di gran lunga inferiore se riferita al flusso globale delle specie considerate sul territorio regionale.

136

Page 143: avifauna minoreliguria

PROVINCIA DI IMPERIA

Universo degli appostamenti L’universo degli appostamenti dell’intera provincia è stimabile intorno a: a) 1.000 unità per i Turdidi, così ripartiti per fasce altimetriche:

m 0-300: ± 300; m 301-600: ± 600; > m 600: ± 100. b) 100 unità per il Colombaccio.

ri al 10% dell’universo.

Tenendo presenti i parametri espressi nell’Introduzione, il campione è congruo per i Turdidi al di sopra dei 600 metri e per il Colombaccio, mentre è incongruo per i Turdidi al di sotto dei 600 metri. La provincia di Imperia ha fornito dati almeno in parte con valenza statistica solo nel terzo ed ultimo anno dell’indagine.

Campione scelto Turdidi 15 appostamenti, pari all’1,5% dell’universo, così distribuiti:

0-300: 5, pari all’1,67%; mm 301-600: 6, pari allo 0,67%; > m 600: 4, pari al 4%. Colombaccio 0 appostamenti, pa1

Congruità

Coordinatori provinciali: per 2003-04 e 2004-05 Nello Feola; per 2005-06 Nello Feola e Francesco Cutrera.

137

Page 144: avifauna minoreliguria

I RISULTATI DELL’INDAGINE CAMPIONE

a) TURDIDI

1) Media stagionale delle giornate di caccia per appostamento Descrizione N. giornate

Media gg. di caccia 41,5 La media stagionale delle giornate di caccia per appostamento è di 41,5.

a1) TURDIDI - Prelievi 2) Ripartizione percentuale dei prelievi per specie

Tordo b.57,8%

Tordo s.14,1%

Cesena7,7%

Merlo20,4%

La ripartizione percentuale dei prelievi per specie evidenzia che il Tordo bottaccio rappresenta il 57,8% del totale dei prelievi, seguito dal Merlo con il 20,4%, dal Tordo sassello con il 14,1% e dalla Cesena con il 7,7%.

138

Page 145: avifauna minoreliguria

3) Media stagionale dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Tordo bottaccio 81,1

Tordo sassello 19,8

Cesena 10,9

Merlo 28,7

TOTALI TURDIDI 140,4 La media stagionale dei prelievi per appostamento è di 140,4 Turdidi, così ripartiti in graduatoria: Tordo bottaccio 81,1, Merlo 28,7, Tordo sassello 19,8 e Cesena 10,9. 4) Media giornaliera dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Tordo bottaccio 1,95

Tordo sassello 0,48

Cesena 0,26

Merlo 0,69

TOTALI TURDIDI 3,38 La media giornaliera dei prelievi per appostamento è di 3,38 Turdidi, così ripartiti in graduatoria: Tordo bottaccio 1,95, Merlo 0,69, Tordo sassello 0,48 e Cesena 0,26. 5) TURDIDI: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

5

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30-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7). La maggior

139

Page 146: avifauna minoreliguria

concentrazione va dalla second obre alla metà di dicembre; uccessivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano

alori sostenuti, e prendono a salire dalla seconda decade di gennaio, riportandosi su valori elevati. Come

s dal grafico successivo, il Tordo bottaccio è la specie ch ,8% dei prelievi (cfr. ormente l’andamento della curva.

a) Tordo bottaccio: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

a decade di ottsprogressivamente fino alla fine di dicembre, ma mantenendosi su vrii può vedere e con il 57

grafico 2) determina maggi

5

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L omiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico

oncentrazione va dalla seconda decade di ottobre alla fine di novembre; i migratori, calano

rogressivamente fino alla fine di dicembre, per poi riprendere a salire in gennaio.

5b) Tordo sassello: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

35

a curva polin

del tempo ed 7a). La maggiorcsuccessivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dep

0

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione

140

Page 147: avifauna minoreliguria

del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7b). La maggior concentrazione è dall’inizio di novembre a metà dicembre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, pur calando, si mantengono su valori considerevoli. 5c) Cesena: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7c). La maggior concentrazione va dalla seconda decade di novembre alla seconda di dicembre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi alla fine di dicembre e riprendono a salire nella seconda metà di gennaio. 5d) Merlo: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo (cfr. grafico 7d). La presenza di soggetti stanziali all’inizio dell’attività

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Page 148: avifauna minoreliguria

venatoria, cui si sommano quelli migratori a partire da fine settembre, influenza la parte iniziale della curva, che sale fino alla fine d’ottobre, per poi calare progressivamente fino a quasi azzerarsi dopo la metà di dicembre.

a2) TURDIDI - Avvistamenti 6) Ripartizione percentuale degli avvistamenti per specie

Tordo b.55,2%

Tordo s.16,4%

Cesena12,8%

Merlo15,6%

La ripartizione percentuale degli avvistamenti per specie evidenzia che il Tordo bottaccio rappresenta il 55,2% del totale degli avvistamenti, seguito dal Tordo sassello con 16,4%, dal Merlo con il 15,6% e dalla Cesena con il 12,8%. 7) TURDIDI: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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Page 149: avifauna minoreliguria

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è dall’inizio di ottobre alla metà di dicembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino alla fine di dicembre, per poi riprendere a salire in gennaio e a riportarsi su valori elevati. Come si può vedere dal grafico successivo, il Tordo bottaccio è la specie che con il 55,2% degli avvistamenti (cfr. grafico precedente) determina maggiormente l’andamento della curva. 7a) Tordo bottaccio: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è in ottobre e novembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino alla fine di dicembre, per poi riprendere a salire sensibilmente dall’inizio di gennaio. 7b) Tordo sassello: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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Page 150: avifauna minoreliguria

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione, sia pur modesta, va da novembre alla metà di dicembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino alla fine di dicembre e si posizionano su valori più bassi in gennaio, con un lieve incremento nella seconda quindicina del mese. 7c) Cesena: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione va dalla seconda decade di novembre alla seconda di dicembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino alla fine di dicembre e si posizionano su valori più bassi in gennaio, con un lieve incremento nella seconda quindicina del mese. 7d) Merlo: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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Page 151: avifauna minoreliguria

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La presenza di soggetti stanziali all’inizio dell’attività venatoria, cui si sommano quelli migratori a partire d bre, influenza la parte iniziale della urva, che sale fino alla seconda decade d’ottobre, per poi calare progressivamente fino a

conda decade di ennaio.

URDIDI - Percentuali dei Prelievi sugli Avvistament

Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

a fine settemcquasi azzerarsi alla metà dicembre, con un lieve incremento dalla seg

a3) T i

Tordo bottaccio 1.946 18.144 10,73

Tordo sassello 474 5.402 8,77

Cesena 261 4.206 6,21

Merlo 688 5.132 13,41

TOTALI TURDIDI 3.369 32.884 10,25 La percentuale dei prelievi sugli avvistamenti nei Turdidi è del 10,25%, così ripartita in graduatoria: Merlo 13,41%, Tordo bottaccio 10,73%, Tordo sassello 8,77% e Cesena 6,21%.

145

Page 152: avifauna minoreliguria

b) COLOMBACCIO

1) Media stagionale delle giornate di caccia per appostamento Descrizione N. giornate

Media gg. di caccia 23,6 La media stagionale delle giornate di caccia per appostamento è di 23,6.

b1) COLOMBACCIO - Prelievi 2) Media stagionale dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Colombaccio 40,1 La media stagionale dei prelievi per appostamento è di 40,1 capi. 3) Media giornaliera dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Colombaccio 1,70 La media giornaliera dei prelievi per appostamento è di 1,7 capi. 4) Andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico successivo). La

146

Page 153: avifauna minoreliguria

maggior concentrazione va dalla metà d’ottobre alla metà di novembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino alla fine di novembre, quando praticamente si azzerano.

b2) COLOMBACCIO - Avvistamenti 5) Andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione va da metà ottobre a metà novembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino alla fine di novembre, quando praticamente si azzerano.

b3) COLOMBACCIO - Percentuali dei Prelievi sugli Avvistamenti Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti%

Colombaccio 481 23.713 2,03 La percentuale dei prelievi sugli avvistamenti è di 2,03%.

147

Page 154: avifauna minoreliguria

UNIVERSO DEGLI APPOSTAMENTI Turdidi Rapportando i valori medi del campione (8,0 appostamenti selezionati) a quelli dell’universo (1000,0 appostamenti dell’intera provincia) si ottengono i seguenti valori globali: Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Tordo bottaccio 243.250 2.268.000 10,73

Tordo sassello 59.250 675.250 8,77

Cesena 32.625 525.750 6,21

Merlo 86.000 641.500 13,41

TOTALI TURDIDI 421.125 4.110.500 10,25 Colombaccio Rapportando i valori medi del campione (4,0 appostamenti selezionati) a quelli dell’universo (100,0 appostamenti dell’intera provincia) si ottengono i seguenti valori globali: Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Colombaccio 12.025 592.825 2,03

148

Page 155: avifauna minoreliguria

CONCLUSIONI Giornate di caccia: ogni appostamento ha utilizzato mediamente: per i Turdidi 41,5 giornate; per il Colombaccio 23,6 giornate. Prelievo giornaliero: ogni appostamento ha effettuato mediamente un prelievo giornaliero molto al di sotto di quello consentito: per i Turdidi di 3,38 capi, contro i 20 consentiti; per il Colombaccio di 1,7 capi, contro i 10 consentiti. Prelievo stagionale: ogni appostamento ha effettuato mediamente un prelievo stagionale: per i Turdidi di 140,4 capi; per il Colombaccio di 40,1 capi. Percentuali dei prelievi sugli avvistamenti: per i Turdidi del 10,25%; per il Colombaccio dello 2,03%. La sostanziale differenza tra la percentuale dei Turdidi e quella del Colombaccio non deve sorprendere, se si tiene conto della diversa “visibilità” e quindi “rilevabilità” tra i due gruppi più volte richiamata.

149

Page 156: avifauna minoreliguria

PROVINCIA DI SAVONA

Universo degli appostamenti L’universo degli appostamenti dell’intera provincia è stimabile intorno a: a) 1.000 unità per i Turdidi, così ripartiti per fasce altimetriche:

m 0-300: ± 700; m 301-600: ± 200; > m 600: ± 100. b) 100 unità per il Colombaccio. Campione scelto Turdidi 2003-04: 26 appostamenti, pari al 2,6% dell’universo, così distribuiti:

m 0-300: 16, pari al 2,3%; m 301-600: 10, pari al 3,5%; > m 600: 0.

2004-05: 38 appostamenti, pari al 3,8% dell’universo, così distribuiti: m 0-300: 27, pari al 3,86%; m 301-600: 10, pari al 5%; > m 600: 1, pari all’ 1%.

2005-06: 15 appostamenti, pari all’1,5% dell’universo, così distribuiti: m 0-300: 5, pari all’ 1,67%; m 301-600: 6, pari allo 0,67%; > m 600: 4, pari al 4%.

Colombaccio 2003-04: 3 appostamenti, pari al 3% dell’universo; 2004-05: 3 appostamenti, pari al 3% dell’universo; 2005-06: 10 appostamenti, pari al 10% dell’universo. Congruità Tenendo presenti i parametri espressi nell’Introduzione, a parte qualche eccezione altitudinale, il campione è sostanzialmente congruo sia per i Turdidi che per il Colombaccio. Coordinatore provinciale: Felice Oddera.

150

Page 157: avifauna minoreliguria

I RISULTATI DELL’INDAGINE CAMPIONE

a) TURDIDI

1) Media stagionale delle giornate di caccia per appostamento Descrizione N. giornate

Media gg. di caccia 25,3 La media stagionale delle giornate di caccia per appostamento è di 25,3.

a1) TURDIDI - Prelievi 2) Ripartizione percentuale dei prelievi per specie

Tordo b.64,0%

Tordo s.17,3%

Cesena1,4%

Merlo17,2%

La ripartizione percentuale dei prelievi per specie evidenzia che il Tordo bottaccio rappresenta il 64% del totale dei prelievi, seguito dal Tordo sassello con il 17,3%, dal Merlo con il 17,2% e dalla Cesena con l’1,4%. 3) Media stagionale dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Tordo bottaccio 47,1

Tordo sassello 12,8

Cesena 1,0

Merlo 12,7

TOTALI TURDIDI 73,6

151

Page 158: avifauna minoreliguria

La media stagionale dei prelievi per appostamento è di 73,6 Turdidi, così ripartiti in graduatoria: Tordo bottaccio 47,1, Tordo sassello 12,8, Merlo 12,7 e Cesena 1. 4) Media giornaliera dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Tordo bottaccio 1,86

Tordo sassello 0,50

Cesena 0,04

Merlo 0,50

TOTALI TURDIDI 2,91 La media giornaliera dei prelievi per appostamento è di 2,91 Turdidi, così ripartiti in graduatoria: Tordo bottaccio 1,86, Merlo 0,50, Tordo sassello 0,50 e Cesena 0,04. 5) TURDIDI: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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31-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7). La maggior concentrazione va dalla seconda decade di ottobre alla metà di novembre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino alla fine di novembre su valori sostenuti e riprendono a salire dalla seconda decade alla fine di dicembre; in gennaio, a parte qualche oscillazione, si mantengono su valori elevati. Come si può vedere dal grafico successivo, il Tordo bottaccio è la specie che con il 64% dei prelievi (cfr. grafico 2) determina maggiormente l’andamento della curva.

152

Page 159: avifauna minoreliguria

5a) Tordo bottaccio: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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15-g

en

19-g

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27-g

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31-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7a). La maggior concentrazione è in ottobre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi alla seconda decade di novembre, per poi riprendere a salire fino a riportarsi, a fine dicembre e per tutto gennaio, su valori elevati. 5b) Tordo sassello: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7b). La maggior concentrazione è dalla seconda decade di ottobre alla fine di novembre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, pur calando si mantengono su valori considerevoli.

153

Page 160: avifauna minoreliguria

5c) Cesena: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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en

31-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7c). La curva corre schiacciata sull’asse delle ascisse, ad evidenziare prelievi trascurabili. 6d) Merlo: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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en

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo (cfr. grafico 7d). La presenza di soggetti stanziali all’inizio dell’attività venatoria, cui si sommano quelli migratori a partire da fine settembre, influenza la parte iniziale della curva, che parte da valori elevati e sale fino alla metà d’ottobre, per poi calare progressivamente fino ad azzerarsi alla metà di gennaio.

154

Page 161: avifauna minoreliguria

a2) TURDIDI - Avvistamenti

6) Ripartizione percentuale degli avvistamenti per specie

Tordo b.64,3%

Tordo s.17,9%

Cesena2,2%

Merlo15,6%

La ripartizione percentuale degli avvistamenti per specie evidenzia che il Tordo bottaccio rappresenta il 64,3% del totale degli avvistamenti, seguito dal Tordo sassello con 17,9%, dal Merlo con il 15,6% e dalla Cesena con il 2,2%. 7) TURDIDI: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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23-g

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-gen

31-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è dall’inizio di ottobre alla metà di novembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino all’inizio di

155

Page 162: avifauna minoreliguria

dicembre, per poi riprendere a salire dalla seconda decade di dicembre e posizionarsi in gennaio su valori ancora sostenuti. Come si può vedere dal grafico successivo, il Tordo bottaccio è la specie che con il 64,3% degli avvistamenti (cfr. grafico precedente) determina maggiormente l’andamento della curva. 7a) Tordo bottaccio: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è in ottobre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi alla fine di novembre, per poi riprendere a salire sensibilmente dall’inizio di dicembre e a posizionarsi su valori sostenuti in gennaio. 7b) Tordo sassello: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione, sia pur modesta, va da metà ottobre alla fine di novembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli

156

Page 163: avifauna minoreliguria

avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, si posizionano su valori più bassi in dicembre e più elevati in gennaio. 7c) Cesena: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La curva corre schiacciata sull’asse delle ascisse, ad evidenziare prelievi irrilevanti. 7d) Merlo: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La presenza di soggetti stanziali all’inizio dell’attività venatoria, cui si sommano quelli migratori a partire da fine settembre, influenza la parte iniziale della curva, che sale fino alla seconda decade d’ottobre, per poi calare progressivamente su valori ancor più modesti in dicembre e gennaio.

157

Page 164: avifauna minoreliguria

a3) TURDIDI - Percentuali dei Prelievi sugli Avvistamenti

Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Tordo bottaccio 5.515 57.438 9,60

Tordo sassello 1.494 16.015 9,33

Cesena 118 1.986 5,94

Merlo 1.485 13.958 10,64

TOTALI TURDIDI 8.612 89.397 9,63 La percentuale dei prelievi sugli avvistamenti nei Turdidi è del 9,63%, così ripartita in graduatoria: Merlo 10,64%, Tordo bottaccio 9,6%, Tordo sassello 9,33% e Cesena 5,94%.

158

Page 165: avifauna minoreliguria

b) COLOMBACCIO

1) Media stagionale delle giornate di caccia per appostamento Descrizione N. giornate

Media gg. di caccia 19,7 La media stagionale delle giornate di caccia per appostamento è di 19,7.

b1) COLOMBACCIO - Prelievi 2) Media stagionale dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Colombaccio 13,3 La media stagionale dei prelievi per appostamento è di 13,3 capi. 3) Media giornaliera dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Colombaccio 0,68 La media giornaliera dei prelievi per appostamento è di 0,68 capi. 4) Andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico successivo). La

159

Page 166: avifauna minoreliguria

maggior concentrazione va dall’inizio di ottobre alla prima decade di novembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino all’inizio di dicembre, quando praticamente si azzerano.

b2) COLOMBACCIO - Avvistamenti 5) Andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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en

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è in ottobre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino all’inizio di dicembre, quando praticamente si azzerano.

b3) COLOMBACCIO - Percentuali dei Prelievi sugli Avvistamenti Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Colombaccio 387 43.525 0,89 La percentuale dei prelievi sugli avvistamenti è di 0,89%.

160

Page 167: avifauna minoreliguria

UNIVERSO DEGLI APPOSTAMENTI Turdidi Rapportando i valori medi del campione (39,0 appostamenti selezionati) a quelli dell’universo (1000,0 appostamenti dell’intera provincia) si ottengono i seguenti valori globali: Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Tordo bottaccio 141.184 1.470.413 9,60

Tordo sassello 38.246 409.984 9,33

Cesena 3.021 50.842 5,94

Merlo 38.016 357.325 10,64

TOTALI TURDIDI 220.467 2.288.563 9,63 Colombaccio Rapportando i valori medi del campione (9,7 appostamenti selezionati) a quelli dell’universo (100,0 appostamenti dell’intera provincia) si ottengono i seguenti valori globali: Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Colombaccio 4.003 450.259 0,89

161

Page 168: avifauna minoreliguria

CONCLUSIONI Giornate di caccia: ogni appostamento ha utilizzato mediamente: per i Turdidi 25,3 giornate; per il Colombaccio 19,7 giornate. Prelievo giornaliero: ogni appostamento ha effettuato mediamente un prelievo giornaliero molto al di sotto di quello consentito: per i Turdidi di 2,91 capi, contro i 20 consentiti; per il Colombaccio di 0,68 capi, contro i 10 consentiti. Prelievo stagionale: ogni appostamento ha effettuato mediamente un prelievo stagionale: per i Turdidi di 73,6 capi; per il Colombaccio di 13,3 capi. Percentuali dei prelievi sugli avvistamenti: per i Turdidi del 9,63%; per il Colombaccio dello 0,89%. La sostanziale differenza tra la percentuale dei Turdidi e quella del Colombaccio non deve sorprendere, se si tiene conto della diversa “visibilità” e quindi “rilevabilità” tra i due gruppi più volte richiamata.

162

Page 169: avifauna minoreliguria

PROVINCIA DI GENOVA

Universo degli appostamenti L’universo degli appostamenti dell’intera provincia è stimabile intorno a: a) 1.650 unità per i Turdidi, così ripartiti per fasce altimetriche:

m 0-300: ± 600; m 301-600: ± 900; > m 600: ± 150. b) 150 unità per il Colombaccio. Campione scelto Turdidi 2003-04: 96 appostamenti, pari al 5,8% dell’universo, così distribuiti:

m 0-300: 41, pari al 6,8%; m 301-600: 45, pari al 5 %; > m 600: 10, pari al 6,67%.

2004-05: 100 appostamenti, pari al 6,1% dell’universo, così distribuiti: m 0-300: 41, pari al 6,83%; m 301-600: 47, pari al 5,23%; > m 600: 12, pari all’ 8%.

2005-06: 96 appostamenti, pari all’5,8% dell’universo, così distribuiti: m 0-300: 38, pari al 6,3%; m 301-600: 45, pari al 5%; > m 600: 13, pari all’ 8,7%.

Colombaccio 2003-04: 20 appostamenti, pari al 13,3% dell’universo; 2004-05: 20 appostamenti, pari al 13,3% dell’universo; 2005-06: 19 appostamenti, pari al 12,7% dell’universo. Congruità Tenendo presenti i parametri espressi nell’Introduzione alla terza parte, il campione è congruo sia per i Turdidi che per il Colombaccio, anzi sensibilmente al di sopra della percentuale richiesta. Coordinatore provinciale: Paolo Bordo.

163

Page 170: avifauna minoreliguria

I RISULTATI DELL’INDAGINE CAMPIONE

a) TURDIDI

1) Media stagionale delle giornate di caccia per appostamento Descrizione N. giornate

Media gg. di caccia 35,8 La media stagionale delle giornate di caccia per appostamento è di 35,8.

a1) TURDIDI - Prelievi 2) Ripartizione percentuale dei prelievi per specie

Tordo b.49,3%

Tordo s.17,8%

Cesena7,8%

Merlo25,1%

La ripartizione percentuale dei prelievi per specie evidenzia che il Tordo bottaccio rappresenta il 49,3% del totale dei prelievi, seguito dal Merlo con il 25,1%, dal Tordo sassello con il 17,8% e dalla Cesena con il 7,8%. 3) Media stagionale dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Tordo bottaccio 37,0

Tordo sassello 13,3

Cesena 5,9

Merlo 18,9

TOTALI TURDIDI 75,1

164

Page 171: avifauna minoreliguria

La media stagionale dei prelievi per appostamento è di 75,1 Turdidi, così ripartiti in graduatoria: Tordo bottaccio 37, Merlo 18,9, Tordo sassello 13,3 e Cesena 5,9. 4) Media giornaliera dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Tordo bottaccio 1,04

Tordo sassello 0,37

Cesena 0,16

Merlo 0,53

TOTALI TURDIDI 2,10 La media giornaliera dei prelievi per appostamento è di 2,1 Turdidi, così ripartiti in graduatoria: Tordo bottaccio 1,04, Merlo 0,53, Tordo sassello 0,37 e Cesena 0,16. 5) TURDIDI: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7). La maggior concentrazione va dall’inizio di ottobre alla metà di novembre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino all’inizio di dicembre, quando si stabilizzano su valori ancora sostenuti. Come si può vedere dal grafico successivo, il Tordo bottaccio è la specie che con il 49,3% dei prelievi (cfr. grafico 2) determina maggiormente l’andamento della curva.

165

Page 172: avifauna minoreliguria

5a) Tordo bottaccio: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7a). La maggior concentrazione è in ottobre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi alla fine di novembre, per poi riprendere a salire modestamente dalla metà di dicembre. 5b) Tordo sassello: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

50

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150

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300

18-s

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7b). La maggior concentrazione è dalla seconda decade di ottobre alla fine di novembre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino ai valori minimi di fine dicembre.

166

Page 173: avifauna minoreliguria

5c) Cesena: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

50

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200

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en28

-gen

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7c). La maggior concentrazione, sia pur modesta, va dalla fine d’ottobre alla fine di novembre, per poi scendere progressivamente su valori assai modesti. 5d) Merlo: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

50

100

150

200

250

300

18-s

et22

-set

26-s

et30

-set

04-o

tt08

-ott

12-o

tt16

-ott

20-o

tt24

-ott

28-o

tt01

-nov

05-n

ov09

-nov

13-n

ov17

-nov

21-n

ov25

-nov

29-n

ov03

-dic

07-d

ic11

-dic

15-d

ic19

-dic

23-d

ic27

-dic

31-d

ic04

-gen

08-g

en12

-gen

16-g

en20

-gen

24-g

en28

-gen

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo (cfr. grafico 7d). La presenza di soggetti stanziali all’inizio dell’attività venatoria, cui si sommano quelli migratori a partire da fine settembre, influenza la parte iniziale della curva, che parte da valori elevati e sale fino alla metà d’ottobre, per poi calare progressivamente fino ad azzerarsi alla metà di gennaio.

167

Page 174: avifauna minoreliguria

a2) TURDIDI - Avvistamenti

6) Ripartizione percentuale degli avvistamenti per specie

Tordo b.57,3%

Tordo s.17,4%

Cesena10,9%

Merlo14,4%

La ripartizione percentuale degli avvistamenti per specie evidenzia che il Tordo bottaccio rappresenta il 57,3% del totale degli avvistamenti, seguito dal Tordo sassello con 17,4%, dal Merlo con il 14,4% e dalla Cesena con il 10,9%. 7) TURDIDI: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

0

1000

2000

3000

4000

5000

18-s

et22

-set

26-s

et30

-set

04-o

tt08

-ott

12-o

tt

16-o

tt20

-ott

24-o

tt28

-ott

01-n

ov05

-nov

09-n

ov13

-nov

17-n

ov21

-nov

25-n

ov29

-nov

03-d

ic07

-dic

11-d

ic15

-dic

19-d

ic23

-dic

27-d

ic31

-dic

04-g

en08

-gen

12-g

en16

-gen

20-g

en24

-gen

28-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è dall’inizio di ottobre alla metà di novembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino all’inizio di dicembre, quando si stabilizzano su valori ancora sostenuti. Come si può vedere dal

168

Page 175: avifauna minoreliguria

grafico successivo, il Tordo bottaccio è la specie che con il 57,3% degli avvistamenti (cfr. grafico precedente) determina maggiormente l’andamento della curva. 7a) Tordo bottaccio: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

4500

18-s

et

23-s

et

28-s

et

03-o

tt

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tt

18-o

tt

23-o

tt

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tt

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ov

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ov

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ov

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ov

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ov

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ic

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ic

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ic

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ic

01-g

en

06-g

en

11-g

en

16-g

en

21-g

en

26-g

en

31-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è in ottobre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi alla fine di novembre, per poi riprendere a salire modestamente dalla metà di dicembre. 7b) Tordo sassello: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

4500

18-s

et

23-s

et

28-s

et

03-o

tt

08-o

tt

13-o

tt

18-o

tt

23-o

tt

28-o

tt

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ov

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ov

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ov

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ov

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ic

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ic

01-g

en

06-g

en

11-g

en

16-g

en

21-g

en

26-g

en

31-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione va da metà ottobre alla fine di novembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino ai valori minimi di fine dicembre e assai modesti oltre.

169

Page 176: avifauna minoreliguria

170

7c) Cesena: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

4500

18-s

et

23-s

et

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et

03-o

tt

08-o

tt

13-o

tt

18-o

tt

23-o

tt

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tt

02-n

ov

07-n

ov

12-n

ov

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ov

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ov

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ov

02-d

ic

07-d

ic

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ic

17-d

ic

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ic

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ic

01-g

en

06-g

en

11-g

en

16-g

en

21-g

en

26-g

en

31-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La curva si stacca in maniera sensibile dall’asse delle ascisse dalla fine d’ottobre alla metà di dicembre, in concomitanza del flusso migratorio, per poi abbassarsi su valori assai modesti. 7d) Merlo: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

4500

18-s

et

23-s

et

28-s

et

03-o

tt

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tt

13-o

tt

18-o

tt

23-o

tt

28-o

tt

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ov

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ov

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ov

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ov

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ov

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ov

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ic

07-d

ic

12-d

ic

17-d

ic

22-d

ic

27-d

ic

01-g

en

06-g

en

11-g

en

16-g

en

21-g

en

26-g

en

31-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La presenza di soggetti stanziali all’inizio dell’attività venatoria, cui si sommano quelli migratori a partire da fine settembre, influenza la parte iniziale della curva, che parte da valori elevati e sale fino alla metà d’ottobre, per poi calare progressivamente fino a quasi azzerarsi dopo la metà di dicembre.

Page 177: avifauna minoreliguria

171

aB3B) TURDIDI - Percentuali dei Prelievi sugli Avvistamenti Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Tordo bottaccio 10.818 107.854 10,03

Tordo sassello 3.897 32.748 11,90

Cesena 1.714 20.580 8,33

Merlo 5.510 27.012 20,40

TOTALI TURDIDI 21.939 188.194 11,66 La percentuale dei prelievi sugli avvistamenti nei Turdidi è dell’11,66%, così ripartita in graduatoria: Merlo 20,40%, Tordo sassello 11,90%, Tordo bottaccio 10,03% e Cesena 8,33%.

Page 178: avifauna minoreliguria

172

b) COLOMBACCIO 1) Media stagionale delle giornate di caccia per appostamento Descrizione N. giornate

Media gg. di caccia 31,1 La media stagionale delle giornate di caccia per appostamento è di 31,1.

bB1B) COLOMBACCIO - Prelievi 2) Media stagionale dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Colombaccio 39,1 La media stagionale dei prelievi per appostamento è di 39,1 capi. 3) Media giornaliera dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Colombaccio 1,26 La media giornaliera dei prelievi per appostamento è di 1,26 capi. 4) Andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

10

20

30

40

50

60

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80

90

100

18-s

et

22-s

et

26-s

et

30-s

et

04-o

tt

08-o

tt

12-o

tt

16-o

tt

20-o

tt

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tt

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tt

01-n

ov

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ic

08-d

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ic

06-g

en

11-g

en

17-g

en

22-g

en

27-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico successivo). La

Page 179: avifauna minoreliguria

173

maggior concentrazione va dalla prima decade di ottobre alla prima di novembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino all’inizio di dicembre, quando praticamente si azzerano.

bB2B) COLOMBACCIO - Avvistamenti 5) Andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

0

500

1000

1500

2000

2500

18-s

et

22-s

et

26-s

et

30-s

et

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12-o

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20-o

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tt

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tt

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ov

05-n

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ov

02-d

ic

08-d

ic

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ic

06-g

en

11-g

en

17-g

en

22-g

en

27-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione va dalla prima decade di ottobre alla prima di novembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino all’inizio di dicembre, quando praticamente si azzerano.

bB3B) COLOMBACCIO - Percentuali dei Prelievi sugli Avvistamenti Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Colombaccio 2.307 51.753 4,46 La percentuale dei prelievi sugli avvistamenti è del 4,46%.

Page 180: avifauna minoreliguria

174

UNIVERSO DEGLI APPOSTAMENTI Turdidi Rapportando i valori medi del campione (97,3 appostamenti selezionati) a quelli dell’universo (1650,0 appostamenti dell’intera provincia) si ottengono i seguenti valori globali: Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Tordo bottaccio 183.906 1.833.518 10,03

Tordo sassello 66.249 556.716 11,90

Cesena 29.138 349.860 8,33

Merlo 93.670 459.204 20,40

TOTALI TURDIDI 372.963 3.199.298 11,66 Colombaccio Rapportando i valori medi del campione (19,7 appostamenti selezionati) a quelli dell’universo (150,0 appostamenti dell’intera provincia) si ottengono i seguenti valori globali: Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Colombaccio 17.596 394.726 4,46

Page 181: avifauna minoreliguria

175

CONCLUSIONI UGiornate di cacciaU: ogni appostamento ha utilizzato mediamente: per i Turdidi 35,8 giornate; per il Colombaccio 31,1 giornate. UPrelievo giornalieroU: ogni appostamento ha effettuato mediamente un prelievo giornaliero molto al di sotto di quello consentito: per i Turdidi di 2,10 capi, contro i 20 consentiti; per il Colombaccio di 1,26 capi, contro i 10 consentiti. UPrelievo stagionaleU: ogni appostamento ha effettuato mediamente un prelievo stagionale: per i Turdidi di 75,1 capi; per il Colombaccio di 39,1 capi. UPercentuali dei prelievi sugli avvistamentiU: per i Turdidi del 11,66%; per il Colombaccio del 4,46%. La sostanziale differenza tra la percentuale dei Turdidi e quella del Colombaccio, non deve sorprendere, se si tiene conto della diversa “visibilità” e quindi “rilevabilità” tra i due gruppi più volte richiamata.

Page 182: avifauna minoreliguria

176

PROVINCIA DELLA SPEZIA Universo degli appostamenti L’universo degli appostamenti dell’intera provincia è stimabile intorno a: a) 100 unità per i Turdidi;. b) 10 unità per il Colombaccio. Campione scelto Turdidi U2003-04U: 1 appostamento, pari all’1% dell’universo. U2004-05U: 3 appostamenti, pari al 3% dell’universo. U2005-06U: 18 appostamenti, pari al 18% dell’universo. Colombaccio U2003-04U: 1 appostamento, pari al 10% dell’universo. U2004-05U: 1 appostamento, pari al 10% dell’universo. U2005-06U: 2 appostamenti, pari al 20% dell’universo. Congruità Tenendo presenti i parametri espressi nell’Introduzione, è da valutare positivamente, nonostante alcune difficoltà iniziali, la crescita nella partecipazione all’indagine nel corso dell’ultima stagione. Coordinatori provinciali: Giovanni De Biasi per 2003-04; Sergio Bellotto per 2004-05 e 2005-06.

Page 183: avifauna minoreliguria

177

I RISULTATI DELL’INDAGINE CAMPIONE

a) TURDIDI

1) Media stagionale delle giornate di caccia per appostamento Descrizione N. giornate

Media gg. di caccia 30,0 La media stagionale delle giornate di caccia per appostamento è di 30.

aB1B) TURDIDI - Prelievi 2) Ripartizione percentuale dei prelievi per specie

Tordo b.37,0%

Tordo s.19,4%

Cesena0,5%

Merlo43,1%

La ripartizione percentuale dei prelievi per specie evidenzia che il Merlo rappresenta il 43,1% del totale dei prelievi, seguito dal Tordo bottaccio con il 37%, dal Tordo sassello con il 19,4% e dalla Cesena con lo 0,5%. 3) Media stagionale dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Tordo bottaccio 36,4

Tordo sassello 19,0

Cesena 0,5

Merlo 42,5

TOTALI TURDIDI 98,4

Page 184: avifauna minoreliguria

178

La media stagionale dei prelievi per appostamento è di 98,4 Turdidi, così ripartiti in graduatoria: Merlo 42,5, Tordo bottaccio 36,4, Tordo sassello 19 e Cesena 0,5. 4) Media giornaliera dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Tordo bottaccio 1,22

Tordo sassello 0,64

Cesena 0,02

Merlo 1,42

TOTALI TURDIDI 3,29 La media giornaliera dei prelievi per appostamento è di 3,29 Turdidi, così ripartiti in graduatoria: Merlo 1,42, Tordo bottaccio 1,22, Tordo sassello 0,64 e Cesena 0,02. 5) TURDIDI: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

10

20

30

40

50

60

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80

90

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en

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en

18-g

en

28-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7). La maggior concentrazione è dall’inizio di ottobre alla seconda decade di novembre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi a metà gennaio e registrano una lieve ripresa verso fine mese.

Page 185: avifauna minoreliguria

179

5a) Tordo bottaccio: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

5

10

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20

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ic

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ic

22-d

ic

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ic

05-g

en

11-g

en

18-g

en

28-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7a). La maggior concentrazione è in ottobre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente e si posizionano su valori ancora sostenuti fino alla seconda decade di dicembre, per poi calare di nuovo fino a quasi azzerarsi a metà gennaio e riprendere lievemente verso fine mese. 5b) Tordo sassello: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

18-s

et

23-s

et

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et

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10-o

tt

14-o

tt

18-o

tt

22-o

tt

26-o

tt

30-o

tt

03-n

ov

07-n

ov

11-n

ov

15-n

ov

19-n

ov

23-n

ov

27-n

ov

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ic

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ic

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ic

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en

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en

18-g

en

28-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7b). La maggior concentrazione è dalla seconda decade di ottobre alla metà di dicembre; successivamente i prelievi, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi a metà gennaio.

Page 186: avifauna minoreliguria

180

5c) Cesena: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

18-s

et

23-s

et

28-s

et

02-o

tt

06-o

tt

10-o

tt

14-o

tt

18-o

tt

22-o

tt

26-o

tt

30-o

tt

03-n

ov

07-n

ov

11-n

ov

15-n

ov

19-n

ov

23-n

ov

27-n

ov

01-d

ic

08-d

ic

12-d

ic

18-d

ic

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ic

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ic

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en

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en

18-g

en

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en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico 7c). La curva è quasi appiattita sull’asse delle ascisse, a significare l’irrilevanza dei prelievi. 5d) Merlo: andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

18-s

et

23-s

et

28-s

et

02-o

tt

06-o

tt

10-o

tt

14-o

tt

18-o

tt

22-o

tt

26-o

tt

30-o

tt

03-n

ov

07-n

ov

11-n

ov

15-n

ov

19-n

ov

23-n

ov

27-n

ov

01-d

ic

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ic

12-d

ic

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ic

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ic

05-g

en

11-g

en

18-g

en

28-g

en

La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo (cfr. grafico 7d). La presenza di soggetti stanziali all’inizio dell’attività venatoria, cui si sommano quelli migratori a partire da fine settembre, influenza la parte iniziale della curva, che parte da valori elevati e sale fino alla metà d’ottobre, per poi calare progressivamente fino a quasi azzerarsi alla metà di gennaio.

Page 187: avifauna minoreliguria

181

aB2B) TURDIDI - Avvistamenti 6) Ripartizione percentuale degli avvistamenti per specie

Tordo b.43,0%

Tordo s.21,6%

Cesena1,0%

Merlo34,5%

La ripartizione percentuale degli avvistamenti per specie evidenzia che il Tordo bottaccio rappresenta il 43% del totale degli avvistamenti, seguito dal Merlo con il 34,5%, dal Tordo sassello con il 21,6% e dalla Cesena con l’1%. 7) TURDIDI: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

0

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è dall’inizio di ottobre alla seconda decade di dicembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi a metà gennaio e registrano una lieve ripresa verso fine mese.

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182

7a) Tordo bottaccio: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è in ottobre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi a metà gennaio e registrano una ripresa verso fine mese. 7b) Tordo sassello: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

0

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione è dalla seconda decade di ottobre alla seconda di dicembre, in concomitanza con il flusso migratorio; successivamente gli avvistamenti, dovuti a spostamenti locali dei migratori, calano progressivamente fino a quasi azzerarsi a metà gennaio e registrano una lieve ripresa verso fine mese.

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7c) Cesena: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La curva è quasi appiattita sull’asse delle ascisse, a significare la scarsa rilevanza degli avvistamenti. 7d) Merlo: andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

0

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La presenza di soggetti stanziali all’inizio dell’attività venatoria, cui si sommano quelli migratori a partire da fine settembre, influenza la parte iniziale della curva, che parte da valori elevati e sale fino alla metà d’ottobre, per poi calare progressivamente e quasi azzerarsi alla metà di gennaio.

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184

aB3B) TURDIDI - Percentuali dei Prelievi sugli Avvistamenti Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Tordo bottaccio 801 8.264 9,69

Tordo sassello 419 4.148 10,10

Cesena 11 185 5,95

Merlo 934 6.630 14,09

TOTALI TURDIDI 2.165 19.227 11,26 La percentuale dei prelievi sugli avvistamenti nei Turdidi è dell’11,26%, così ripartita in graduatoria: Merlo 14,09%, Tordo sassello 10,1%, Tordo bottaccio 9,69% e Cesena 5,95%.

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185

b) COLOMBACCIO 1) Media stagionale delle giornate di caccia per appostamento Descrizione N. giornate

Media gg. di caccia 27,0 La media stagionale delle giornate di caccia per appostamento è di 27.

bB1B) COLOMBACCIO - Prelievi 2) Media stagionale dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Colombaccio 63,0 La media stagionale dei prelievi per appostamento è di 63 capi. 3) Media giornaliera dei prelievi per appostamento Specie N. prelievi

Colombaccio 2,33 La media giornaliera dei prelievi per appostamento è di 2,33 capi. 4) Andamento medio dei prelievi in funzione del tempo

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15

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio dei prelievi in funzione del tempo ed è in linea con la curva degli avvistamenti (cfr. grafico successivo). La

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maggior concentrazione va dall’inizio di ottobre alla prima decade di novembre, per poi calare progressivamente e azzerarsi dopo la metà di novembre.

bB2B) COLOMBACCIO - Avvistamenti 5) Andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo

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La curva polinomiale evidenzia graficamente l’andamento medio degli avvistamenti in funzione del tempo. La maggior concentrazione va dalla prima decade di ottobre alla prima di novembre, per poi calare progressivamente e quasi azzerarsi dopo la metà dopo la metà di novembre.

bB3B) COLOMBACCIO - Percentuali dei Prelievi sugli Avvistamenti Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Colombaccio 252 10.124 2,49 La percentuale dei prelievi sugli avvistamenti è del 2,49%.

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UNIVERSO DEGLI APPOSTAMENTI Turdidi Rapportando i valori medi del campione (7,3 appostamenti selezionati) a quelli dell’universo (100,0 appostamenti dell’intera provincia) si ottengono i seguenti valori globali: Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti %

Tordo bottaccio 10.894 112.390 9,69

Tordo sassello 5.698 56.413 10,10

Cesena 150 2.516 5,95

Merlo 12.702 90.168 14,09

TOTALI TURDIDI 29.444 261.487 11,26 Colombaccio Rapportando i valori medi del campione (1,3 appostamenti selezionati) a quelli dell’universo (10,0 appostamenti dell’intera provincia) si ottengono i seguenti valori globali: Specie Prelievi Avvistamenti Prelievi/Avvistamenti % Colombaccio 1.890 75.930 2,49

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CONCLUSIONI UGiornate di cacciaU: ogni appostamento ha utilizzato mediamente: per i Turdidi 30 giornate; per il Colombaccio 27 giornate. UPrelievo giornalieroU: ogni appostamento ha effettuato mediamente un prelievo giornaliero molto al di sotto di quello consentito: per i Turdidi di 3,29 capi, contro i 20 consentiti; per il Colombaccio di 2,33 capi, contro i 10 consentiti. UPrelievo stagionaleU: ogni appostamento ha effettuato mediamente un prelievo stagionale: per i Turdidi di 98,4 capi; per il Colombaccio di 63 capi. UPercentuali dei prelievi sugli avvistamentiU: per i Turdidi del 11,26%; per il Colombaccio del 2,49%. La sostanziale differenza tra la percentuale dei Turdidi e quella del Colombaccio non deve sorprendere, se si tiene conto della diversa “visibilità” e quindi “rilevabilità” tra i due gruppi più volte richiamata.