auguri di buon natale e felice anno nuovo!

4
1 Don Orione nel Veneto - Anno XXIX n. 2 - Dicembre 2017 / Redazione Istituto Berna, Via Bissuola 93 - 30173 VE-MESTRE Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 NE/VE Autorizzazione tribunale di Venezia n. 947 del 15/11/1988 - Stampa: Tipografia Eurooffset, Maerne di Martellago VE Direttore Responsabile Ugo dei Cas, ISTITUTO BERNA Tel 041 5341993 - Fax 041 5341983 - Mail [email protected] CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE: Tel. 041 2697711 - Fax 041 5348617 - Mail [email protected] Ragazzi Missione – Missione Natale Il titolo è lo slogan del Berna per il cam- mino di quest’anno formativo (2017- 2018). Una traccia per tutti i nostri colla- boratori, una proposta per gli allievi, una riflessione per tutti gli Amici, Ex-Allievi e simpatizzanti. Che centra con il Natale? Partiamo proprio da questa domanda. Natale è una festa o una forte provoca- zione di vita? Naturalmente è soprattutto un appuntamento di provocazione-rifles- sione. Immerso in un clima di festeg- giamento fortemente virato dall’asse commerciale (vendite, regali, consumi, ecc…) la dominante, per un osservatore esterno, è la sola festa. Ma il Natale è tale (cioè “è natale”) per l’evento della nascita di Gesù. Quindi, parafrasando una pubblicità, “che Natale è senza il bambino Gesù”? Questo ci porta al cuore di quest’anno formativo (mi permetto di iniziare con una domanda): cos’è il Berna senza un obiettivo pa- storale? Don Orione ha pensato le sue scuole come uno strumento per re- alizzare un afflato spirituale: portare ogni cuore a Cristo. La scuola, l’insegnamento è uno strumento per mostrare nella pratica cosa significa amare Cristo, senza fare prediche, senza usare il catechi- smo. Questo significa che, per don Orione e per noi, il lavoro dell’Istitu- to Orionino Berna è rovesciato: prima viene l’amore alle persone, a Cristo e poi viene la scuola. E questa è la prima provocazione (l’Istituto nei suoi Religiosi, Operatori, Amici, Ex Allievi, ecc... cosa mette prima?). Ma l’amore come pensato da Don Orione (per usare le sue parole “fare buoni cristiani e onesti cittadini”) significa che quanto si fa a scuola è prima un’azione educativa, poi istruzione e/o formazione. E questa è la seconda provocazione (sull’altare, in cortile, in aula [a casa] siamo abili professionisti o educatori?). Auguri di Buon Natale e felice anno nuovo! Ma se amare, nel dizionario di Gesù, significa educare cosa significa “edu- care”? È un piccolo gioco di parole, ma la questione non lo è in nessun modo. Ritengo che Don Orione stesso ci ha spiegato (meglio: ci ha mostrato) cosa significa quando scrisse “ho salito tante scale, ho battuto a tante porte!” ed ef- fettivamente ha vissuto ogni momento donando e mai chiedendo per se. Ecco. Educare è donare perché l’altro-l’altra cresca, non perché dia un qualche ritor- no personale. E questa è la terza pro- vocazione (l’esser più buoni, mantra di molti natali, quanto è altruista e disinteressato?). Che centra lo slogan dell’anno con il Natale? Natale è natale perché c’è il Bambino Gesù. L’istituto Orionino Berna è “il Berna” perché ha un progetto pastorale che realizza attraverso un inter- vento di formazione e di istruzione. In questa nostra impresa c’è una squadra composta da insegnanti e alunni. Una squadra a cui puoi far parte anche tu condividendo, vivendo e sostenendo le finalità pastorali perché ogni giorno sia Natale: donare crescita, donare conoscenza-competenza, donare speranza, donare futuro, donare vita. Don Stefano Bortolato FDP Si ricordano i prossimi incontri amici: 14 GENNAIO 11 FEBBRAIO 11 MARZO 8 APRILE Convegno x allievi 13 MAGGIO La celebrazione della S. Messa ha inizio alle ore 10.00.

Upload: others

Post on 21-Jul-2022

2 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Auguri di Buon Natale e felice anno nuovo!

1

Don Orione nel Veneto - Anno XXIX n. 2 - Dicembre 2017 / Redazione Istituto Berna, Via Bissuola 93 - 30173 VE-MESTRE Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 NE/VE

Autorizzazione tribunale di Venezia n. 947 del 15/11/1988 - Stampa: Tipografia Eurooffset, Maerne di Martellago VEDirettore Responsabile Ugo dei Cas,

ISTITUTO BERNA Tel 041 5341993 - Fax 041 5341983 - Mail [email protected] CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE: Tel. 041 2697711 - Fax 041 5348617 - Mail [email protected]

Ragazzi Missione – Missione NataleIl titolo è lo slogan del Berna per il cam-mino di quest’anno formativo (2017-2018). Una traccia per tutti i nostri colla-boratori, una proposta per gli allievi, una riflessione per tutti gli Amici, Ex-Allievi e simpatizzanti.Che centra con il Natale?Partiamo proprio da questa domanda. Natale è una festa o una forte provoca-zione di vita? Naturalmente è soprattutto un appuntamento di provocazione-rifles-sione. Immerso in un clima di festeg-giamento fortemente virato dall’asse commerciale (vendite, regali, consumi, ecc…) la dominante, per un osservatore esterno, è la sola festa.Ma il Natale è tale (cioè “è natale”) per l’evento della nascita di Gesù.Quindi, parafrasando una pubblicità, “che Natale è senza il bambino Gesù”?Questo ci porta al cuore di quest’anno formativo (mi permetto di iniziare con una domanda): cos’è il Berna senza un obiettivo pa-storale?Don Orione ha pensato le sue scuole come uno strumento per re-alizzare un afflato spirituale: portare ogni cuore a Cristo. La scuola, l’insegnamento è uno strumento per mostrare nella pratica cosa significa amare Cristo, senza fare prediche, senza usare il catechi-smo. Questo significa che, per don Orione e per noi, il lavoro dell’Istitu-to Orionino Berna è rovesciato: prima viene l’amore alle persone, a Cristo e poi viene la scuola. E questa è la prima provocazione (l’Istituto nei suoi Religiosi, Operatori, Amici, Ex Allievi, ecc... cosa mette prima?).Ma l’amore come pensato da Don Orione (per usare le sue parole “fare buoni cristiani e onesti cittadini”) significa che quanto si fa a scuola è prima un’azione educativa, poi istruzione e/o formazione. E questa è la seconda provocazione (sull’altare, in cortile, in aula [a casa] siamo abili professionisti o educatori?).

Auguri di Buon Natalee felice anno nuovo!

Ma se amare, nel dizionario di Gesù, significa educare cosa significa “edu-care”? È un piccolo gioco di parole, ma la questione non lo è in nessun modo. Ritengo che Don Orione stesso ci ha spiegato (meglio: ci ha mostrato) cosa significa quando scrisse “ho salito tante scale, ho battuto a tante porte!” ed ef-fettivamente ha vissuto ogni momento donando e mai chiedendo per se. Ecco. Educare è donare perché l’altro-l’altra cresca, non perché dia un qualche ritor-no personale. E questa è la terza pro-

vocazione (l’esser più buoni, mantra di molti natali, quanto è altruista e disinteressato?).Che centra lo slogan dell’anno con il Natale?Natale è natale perché c’è il Bambino Gesù. L’istituto Orionino Berna è “il Berna” perché ha un progetto pastorale che realizza attraverso un inter-vento di formazione e di istruzione.In questa nostra impresa c’è una squadra composta da insegnanti e alunni. Una squadra a cui puoi far parte anche tu condividendo, vivendo e sostenendo le finalità pastorali perché ogni giorno sia Natale: donare crescita, donare conoscenza-competenza, donare speranza, donare futuro, donare vita.

Don Stefano Bortolato FDP

Si ricordano i prossimi incontri amici:14 GENNAIO11 FEBBRAIO

11 MARZO8 APRILE Convegno x allievi

13 MAGGIOLa celebrazione della S. Messa ha inizio alle ore 10.00.

Page 2: Auguri di Buon Natale e felice anno nuovo!

2

“IL BERNA” NATALE 2017Per i più superstiziosi venerdì 17 non è un giorno fortunato, ma per noi del Berna rappresenta una data decisamente importante. Proprio il 17 marzo, approfittando della presenza di Don Luigi Piot-to, missionario orionino in Madagascar da 25 anni, è stato organizzato nell’Au-la Magna un incontro con i vari rappre-sentanti dell’Istituto. Un primo appun-tamento che ha dato il via al percorso missionario intrapreso per aiutare la popolazione malgascia e in particolare le tante famiglie che non hanno la pos-sibilità di garantire un’istruzione scola-stica ai propri figli. Seminare il bello, il buono, il “bene fatto bene” che l’Opera di Don Orione promuove nel mondo è un progetto nel quale la scuola ha deciso di investire.E così, grazie all’impegno e alla disponibilità di molti, e con l’aiuto di Luca Muffato, membro del Segretariato Provinciale per le mis-sioni del Don Orione e che da oltre 25 anni aiuta la missione di Antsofinondry in Madagascar, è stata organizzata una seconda im-portante giornata. Il caso ha voluto che, anche a novembre, fosse ancora di venerdì e sempre il 17. Alla presenza del Direttore Don Stefano Bortolato, del dirigente scola-stico Pierangelo Salin, degli insegnanti e di alcuni rappresentanti di classe dei genitori, del Consigliere Provinciale don Felice Bruno e dei religiosi malgasci don Mamisoa e don Marcello, gli alunni delle scuole elementari e delle medie hanno ufficialmente adottato un nuovo compagno di classe. “Insieme a tutti voi, nessuno escluso, - ha esordito Salin - vogliamo prenderci l’impegno di avere un com-pagno di classe in più, anche se non lo vedremo fisicamente seduto sul banco perché vive a tanti chilometri di distanza . Fondamentale è l’aiuto dei vostri genitori - ha concluso il Preside - ma anche qual-che piccolo sacrificio da parte vostra… e soprattutto non sarà un bambino sconosciuto perché di lui avremo notizie tramite la posta, le foto, la pagella scolastica…”.Successivamente Luca ha presentato attraverso foto e video il territorio in cui si trova la missione portando idealmente i ragazzi “dentro” i villaggi, a contatto con quelle povere strutture scolastiche tanto importanti per quella gente, facendo incontrare i volti di tanti

bambini, i loro sorrisi, le loro voci, le danze con le quali i “vasa” (stranieri) erano stati accolti visitando i villaggi.Finalmente è arrivato il momento di far conoscere Tatianah, Olivier,

Michael, Annick, Patrick, Angelica e tut-ti gli altri ragazzini (15 in tutto) che da quest’anno potranno frequentare una delle scuole dei 16 villaggi della mis-sione grazie all’aiuto dei loro compagni italiani.Mentre le immagini dei bambini e dei loro villaggi erano proiettate nel gran-de schermo, le tesserine con il nome di ogni bimbo venivano consegnate ai

rappresentanti che vivevano con grande emozione e trepidazione questo momento.Don Mamisoa ha consegnato ad ogni classe un simbolo del Ma-dagascar, la manina della Provvidenza, spiegando come questa rappresenti l’amore provvidenziale di Dio che è Padre e ci accoglie, ci protegge, ci perdona, ma allo stesso tempo è anche Madre che ci accarezza, ci dona la sua tenerezza, il suo calore. E il bambino che vi si appoggia rappresenta chiunque accoglie con fiducia la Provvi-

denza di Dio. E’ stata una mattinata bellissima, ric-ca di emozioni, che ha riscontrato il favore dei bambini, dei ragazzi, degli insegnanti e dei familiari, qualcuno in-teressato a saperne personalmente qualcosa di più.Ora ogni classe cercherà il modo di cre-are un “ponte” che possa unire il Berna ad Antsofinondry ed ai suoi villaggi; e

la “fantasia della carità”, tanto cara a don Orione, non mancherà di ispirare anche questi piccoli missionari che, piano piano, impa-reranno a conoscere quanto è bella e ricca di umanità la famiglia orionina nel mondo.Dal quel venerdì 17 marzo molte sono state le occasioni per pro-muovere questa importante iniziativa e la cosa non è certo desti-nata ad esaurirsi; il progetto continua ad avere di giorno in giorno nuove adesioni. Fare del bene gratifica sempre perché, come dice lo scrittore peruviano Sergio Bambarén, «è aiutando gli altri che si conosce la vera felicità»

Luca Muffato

TESTIMONIANZA DI UNA MAMMAI primi giorni di ottobre, noi genitori della scuola primaria, eravamo stati convocati alla consueta riunione di inizio anno. Ma a differenza del passato, questa volta l’incontro era programmato in Aula Magna. Ad attenderci c’erano gli insegnanti, il Direttore, il Preside e Luca che conoscevo solo di vista. Davanti a noi un proiettore. Ad accompagnare le immagini, le paro-le sentite, emozionate, toccanti di questo signore che ci ha descritto la sua “vacanza” estiva in Madagascar, la brutta situazione in cui si trova il Paese, lo stato di indigenza delle famiglie e di quei bambini spesso impossibilitati a frequentare la scuola.

Ed allora, guardando le loro dolci espressioni nel video e pensando alla situazione di povertà in cui sono costretti a vivere, mi è venu-to subito spontaneo il paragone con i nostri figli che spesso, per “troppo amore”, sono coccolati, viziati e abituati a vivere nella bam-bagia. Mi è parso naturale ed immediato, come genitore, aderire a questa bellissima iniziativa sapendo che, grazie al nostro piccolo aiuto, con il supporto degli insegnanti ed il coinvolgimento dei nostri figli, potremo far crescere in loro la sensibilità verso le situazioni di povertà ed aiutare qualche bimbo più sfortunato che potrà andare a scuola per un anno intero e avere almeno un pasto caldo al giorno.

Page 3: Auguri di Buon Natale e felice anno nuovo!

3

Una nuova grande sfida per la nostra scuola: per la prima volta sa-ranno presenti 3 sezioni complete di scuola media ed una sezione di scuola elementare con 2 classi prime. Merito della fiducia delle famiglie degli alunni, del lavoro degli insegnanti e della … Provvidenza!Eppure in questo momento di grande gioia e soddisfazione, un dispia-cere ha attraversato i nostri cuori: il concorso della scuola statale ci ha privati di alcuni validi insegnanti che abbiamo cresciuto quasi come figli e che adesso porteranno la loro passione altrove. Scegliere di andare via dal Berna non è stato facile; vederli andare via dopo tanto tempo passato assieme, neppure. Siamo loro grati per il percorso fatto sin qui, per il loro impegno, dedizione, entusiasmo. Siamo anche sicuri che il Berna resterà comunque nel loro cuore, perciò …. Ciao cari Andrea, Claudio, Lorenzo, Anna, Angela, Michela. Buon cammino Amici!Ma come dice il vecchio proverbio “…si chiude una porta, si apre un portone…”, ecco che ancora una volta la Provvidenza ci viene in soc-corso e qui sotto potrete leggere le riflessioni dei nuovi entrati ai quali diamo il benvenuto tra noi con l’augurio di buon lavoro e cammino as-sieme a noi.

Pierangelo SalinGianluca (lettere)«Fin dal primo giorno la fiducia, la disponibilità e la simpatia mi hanno accolto in questa nuova scuola: ai colleghi va dunque il mio primo gra-zie! Ma il più grande va ai ragazzi, che salpano con noi ogni giorno per le sfide dell’imparare e del crescere, mettendocela sempre tutta, tra le onde e il mare aperto».Silvia P.«Quando ho saputo che avrei insegnato al Berna l’anno era ormai ai blocchi di partenza e il verdetto è stato: farai inglese in tutte le classi…ben 113 faccine sorridenti a cui avrei presto dato un nome. Feci il primo passo il 13 settembre e da allora ogni mattina quel passo mi fa entrare in casa, una casa che sento un po’ mia: in cui controlli che la luce sia chiusa prima di uscire, in cui trovi volti amici che ti sorridono, genitori che felici ti lasciano il loro bene più prezioso e soprattutto occhietti furbi e manine pronte a stringere la mia soltanto perché per loro sono la Maestra Silvia».Lisa«In questi primi mesi di insegnamento al Berna ho avuto modo di sentirmi inclusa in un ambiente educativo sereno, in cui l’attenzione all’alunno si concretizza in reale e quotidiana accoglienza e accompa-gnamento in un percorso di vita umano, oltre che didattico.»Silvia A.«Ho cominciato quest’avventura all’inizio di Settembre, pregustando già prima l’entusiasmo di tornare tra quegli stessi amici con cui anni fa, io e la mia famiglia avevamo condiviso una parte significativa della nostra vita. Ho vissuto questa scuola da mamma con due figli, ora tutti i giorni accolgo in aula i figli degli altri, riscoprendo a volte nei loro occhi quelli dei miei, ormai cresciuti, bambini.Sapevo, conoscendo l’operato di questa scuola, che mi sarebbe stata data la possibilità di esprimere al meglio le mie attitudini personali e professionali ed ero certa che avrei trovato colleghi e persone pronte ad aiutarmi vi fosse stata necessità. Tutto mi era già familiare e la pri-

ma impressione è stata proprio questa: tornare in una famiglia e in un luogo di cui i miei figli conservano ricordi indelebili. Qui le relazioni sono positive perché si condivide la stessa azione educativa cercando di costruire valori importanti per affrontare la vita. Salutarsi con il sorriso sembra essere uno slogan, contagioso come uno sbadiglio. Ritengo di svolgere un “non lavoro” perché nel fare l’insegnante ed educare a pensare è più ciò che ricevi di ciò che dai. Amo la coerenza di questa scuola, che non è mai venuta meno ai propri impegni di responsabilità in ambito socio educativo, dimostrando come la persona sia sempre posta al centro di qualsiasi azione o progetto».Chiara«Buongiorno sono la professoressa Chiara e per me tutto è matema-tica… per cui se mi chiedete come è stato entrare al Berna vi dirò … 16 , 19, 46 !!! Il 16 rappresenta il colpo di fortuna e il 19 la situazione positiva. Mi sono infatti resa subito conto di aver incontrato qualcosa di speciale, sto ancora scoprendo bene tutto, ma di sicuro si respira un’aria buona, piena di profumi che sanno di entusiasmo , di ragazzi in gamba, di professori che si spendono ( e si divertono pure) per il bene dei loro ragazzi. Una cosa che mi ha colpito è la voglia di attività, di stare insieme, di pensare percorsi che siano pensati per i singoli e non solo per le classi, da subito ho capito di essere in una Scuola in cui al centro c’è il ragazzo , a tutto tondo, sé stesso, la sua personalità , il suo modo di essere, unico e irripetibile . E’ molto stimolante ricevere questa carica di entusiasmo che alla fine mi ha fatto capire di essermi imbattuta in un bel 46 …cos’è ? ma chiaro no? ….Una cosa di valore!»Marina (tecnologia)“Naufragata al Berna…e piacevolmente accolta. E’ come se fossi sem-pre stata qui. Non c’è differenza, tutti ci occupiamo e ci preoccupiamo di tutti, come spesso accade anche in altre scuole. Ma non so, qui forse c’è qualcosa di speciale, qualcosa in più, la tranquillità nel condividere le giornate da trascorrere con i ragazzi, anche se impegnative. Il clima allegro e la battuta pronta che strappano un sorriso, anche se fuori di qui mi aspettano mille pensieri...è difficile dire di no anche a quelle ri-chieste che arrivano senza preavviso! E poi il saluto dei ragazzi che mi incontrano in cortile e mi parlano di sé. Di cose su cui potersi confron-tare per migliorare ce ne sono, ma per ora mi godo questo momento di serenità…grazie a tutti per questa occasione».Marco (matematica)«Dopo alcuni anni di insegnamento all’insegna dell’incognita desti-nazione ad anno ormai iniziato, ereditando classi con alunni spaesati all’ennesimo cambio di docente, mi ritrovo quest’anno, quasi per caso, a vivere un’esperienza nuova e stimolante. Poter insegnare con con-tinuità ed essere responsabile della formazione e dell’educazione di un gruppo di ragazzi fino a ieri poco più che bambini e oggi già quasi adolescenti, mi pone dinnanzi ad un compito non semplice ma sicura-mente edificante sia sul piano personale che su quello professionale. Dare continuità al proprio lavoro e poterne vedere i risultati nell’arco di un triennio è per me quasi un privilegio. A maggior ragione in un periodo di grandi novità e cambiamenti nella mia vita. L’accoglienza da parte di tutto il personale della scuola è stata eccezionale, sin dal primo giorno di lavoro. Da subito ho percepito un ambiente lavorativo sereno

ANNO SCOLASTICO 2017/2018: ELEMENTARI E MEDIE

DA DON JEAN CLEMENTCarissimi ragazzi.Voi sapete che in questa terra la povertà è ancora molto forte. Tanti bambini non vanno a scuola perché i genitori non hanno la possibilità di pagare la retta scolastica. Il governo non riesce ad assicurare l’insegnamento per tutti i bambini. E’ per questo che la nostra missione ha ancora un ruolo importan-tissimo per creare e gestire le scuole cattoliche. Rinnovo allora i miei ringraziamenti a voi tutti, alle vostre famiglie, ai

vostri maestri e professori per questa generosità di aiutare i bambini poveri della missione di Don Orione in Madagascar.Il Signore vi dia la sua benedizione.Vi porto nelle mie preghiere e vi auguro Buon Natale ed un sereno 2018 anche a nome dei miei confratelli, in particolar modo di don Luigi Piotto che segue il Centro Diurno per disabili.

Direttore e Parroco della missione di Antsofinondry Don Jean Clement

Page 4: Auguri di Buon Natale e felice anno nuovo!

4

«Eri sdraiato sul divano, dentro un accrocco spiegazzato di cu-scini e briciole. Annoto con zelo scientifico, e nessun ricamo lette-rario. Sopra la pancia tenevi appoggiato il computer acceso. Con la mano destra digitavi qualcosa sullo Smartphone. La sinistra, semi-inerte, reggeva con due dita, per un lembo, un lacero testo di chimica, a evitare che sprofondasse per sempre nella tenebro-sa intercapedine tra lo schienale e i cuscini, laddove una volta ritrovai anche un würstel crudo, uno dei tuoi alimenti prediletti. La televisione era accesa, a volume altissimo, su una serie ame-ricana nella quale due fratelli obesi, con un lessico rudimentale, spiegavano come si bonifica una villetta dai ratti. Alle orecchie tenevi le cuffiette, collegate all’iPod occultato in qualche anfratto: è possibile, dunque, che tu stessi anche ascoltando musica».Queste poche righe sono tratte da un romanzo di Michele Serra intitolato Gli sdraiati. In questo bel libro, il giornalista, descrive con tono sarcastico il rapporto con suo figlio adolescente facendo emergere la sua difficoltà di adulto di relazionarsi con un mondo che non riconosce fatto di giovani demotivati, disinteressati, spesso stanchi e appunto, come dice il titolo: sdraiati. Spesso, in qualità di insegnante, nei primi giorni di scuola cerco di conoscere di più i miei alunni ponendo loro alcune domande in merito ai loro interessi e hobby. Alla domanda cosa fai nel tempo libero? molti ragazzi mi rispondono niente, sto sul divano o un generico esco. Fortunatamente altri mi consolano rispondendo che suonano la chitarra, fanno nuoto, calcio o basket. Per i primi, gli sdraiati, la scuola diventa una sorta di attività fisi-ca insostenibile, uno sforzo mentale che vorrebbe portarli lontani dal divano, dall’ozio e dal dolce far niente. Questi ragazzi spesso collassano sopra il banco, faticano ad interagire e soprattutto a porsi dinanzi allo studio con la giusta energia e volontà. Anche le relazioni con i compagni sono spesso difficoltose in quanto il soggetto e’ spesso disabituato al contatto, alla competizione e alla collaborazione.

I secondi invece, quelli che nel pomeriggio sono impegnati in qualche attività, nella maggior parte dei casi, nonostante siano abituati a un contesto disciplinato da regole e caratterizzato da sudore e impegno, non riescono a mantenere la medesima moti-vazione e abnegazione tra i banchi di scuola. Lo sport li allontana dal divano, ma i ragazzi non riescono a cogliere che i principi che determinano i loro risultati sportivi sono trasferibili anche in campo scolastico. Chi fa sport, lo fa accettando la sua struttura regolamentata, conscio del fatto che la propria soddisfazione, i propri risultati arriveranno grazie solo all’osservanza delle regole di gioco. Il ragazzo che gioca a calcio o a tennis, quando si allena e compete, lo fa osservando il regolamento perché sa che solo così troverà soddisfazione. Purtroppo pero’ quando la mattina si siede in classe non si rende conto che la scuola pretende da lui lo stesso impegno, la stessa dedizione e osservanza delle regole. In Italia a differenza di altri stati, lo sport e la scuola vivono un rapporto conflittuale e rappresentano mondi opposti. La conside-razione modesta dell’educazione fisica all’interno dell’organizza-zione scolastica pone di fatto in evidenza l’incapacità di cogliere nello sport un alleato, una risorsa da utilizzare per avvicinare i ragazzi alla scuola e non viceversa. Negli Stati Uniti l’organiz-zazione dell’orario scolastico, caratterizzato per metà da attività sportive che influiscono fortemente nella promozione o nell’acqui-sizione di borse di studio, spinge i ragazzi ad essere allo stesso tempo studiosi e atleti. Lo sport e lo studio diventano cosi’ com-plementari, collaborano e spingono i ragazzi a studiare di più o ad allenarsi di più.Sarebbe bello ed auspicabile che anche nel nostro paese si ini-ziasse a ripensare alla frase di Giovenale mens sana in corpore sano e a fare qualcosa per avvicinare i due mondi, alzando gli sdraiati dal divano e stimolando gli sportivi a sudare anche tra libri.

Fregonese Paolo

SCUOLA E SPORT: LO STUDENTE SDRAIATO E LO STUDENTE SPORTIVO

Tonello T., Tosetto P., Olia G., Pantarotto D., Biasin F., Mazzer G., Moro R., Rigoni L., Puddu E., Zoccarato G. P., Tesolin S., Dalla Zuanna G., Modena M., Boscolo A., Antonello G., Bozzato M., De Marchi M., Chiara S., Barzan A., Carraro G., Serafin G. P., Serafin N., Serafin L., De Rossi L., Brichese, Ometto L., Patrizio C., Zoccarato L., Paganesi L., Mansi S., Pegoraro M., Costa O., Toniolo E., Dell’Apollonia E., Marafatto R., Corrò S., Moro A., Antonello F., Basso E., Chiavacci G. G., Tordin F., Sanavio G., Canuto G., Volskow P., Drigo G., Micheletto F., Boscaro L., Furlani T., Spolverini Prof. E., Zalgelli D., Tonetto C., Gallio R., Bulegato V., Spessotto L., Golfetto G., Artuso A., De Franceschi M., Ceotto P., Danesin R., Spolaor C., Giacomin M., Zamuner R., Salvadori G., Bustreo L., Baldasso A., Biason G., Roiter I.

SOSTENITORI DEL GIORNALINO E DELLE MISSIONI

SONO TORNATI ALLA CASA DEL PADRE

MARCHESE FLAVIO - disegnatore, 1986VIENNO PAOLO - tornitore, 1996TASSO FIORAVANTE - meccanico, 1936MORAS MARCO

FIOCCO ROSA

LUCE di Fregonese Paolo e Valleri AlessandraZOE di Gargagliano Matteo e Favit Margherita

e familiare, colleghi affiatati e pronti a condividere sorrisi, esperienza e difficoltà durante e oltre l’orario di lavoro. Mi sono sentito subito uno “del Berna”. Del resto, nomen omen, Bernardi non vorrà forse signifi-care proprio questo?»Tommaso«Il primo giorno di scuola accomuna studenti e professori, entrambi infatti si trovano in procinto di cominciare una nuova avventura scola-

stica con tutte le paure e le ansie che ne derivano. Per me non è stato diverso, ma fortunatamente ad accogliermi all’interno di questo istituto ho trovato colleghi gentili e disponibili e studenti appassionati e pronti a mettersi in gioco. Approfitto quindi di questo piccolo spazio che mi è stato concesso per porgere i più sentiti ringraziamenti a colleghi e studenti che hanno reso questi primi mesi di insegnamento davvero indimenticabili».