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Atti Parlamentari -93525 Camera dei Deputati X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 199 2 RESOCONTO STENOGRAFIC O 744 . SEDUTA DI LUNEDÌ 13 GENNAIO 199 2 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MICHELE ZOLL A INDI DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIOND I INDIC E PAG . Missioni 9352 7 Missioni valevoli nella seduta del 1 3 gennaio 1992 9359 8 Disegni di legge : (Annunzio) 9359 8 (Assegnazione a Commissione in sed e referente) 9359 9 (Proposta di assegnazione a Commissio - ne in sede legislativa) 93527, 93594 (Trasmissione dal Senato) 9359 8 Proposte di legge : (Annunzio) 9359 8 (Approvazione in Commissione) 9359 8 (Assegnazione a Commissione in sed e legislativa ai sensi dell'articolo 77 de l regolamento) 93599 (Assegnazione a Commissione in sed e referente) 9 3 5 99 (Proposta di assegnazione a Commissio - ne in sede legislativa) 93527, 93594 (Proposta di trasferimento dalla sede referente alla sede legislativa) . . . . 93527 (Stralcio di disposizioni di una proposta assegnata a Commissione in sede re - ferente) 93 528 (Trasmissione dal Senato) 93598 Interpellanze e interrogazioni : (Annunzio) 93607 Mozione Donati ed altri (n . 1-00580 ) presentata, a norma dell'articol o 115, comma 3, del regolamento, ne i confronti del ministro dei lavor i pubblici (Discussione) :

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Atti Parlamentari

-93525—

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 1992

RESOCONTO STENOGRAFICO

744.

SEDUTA DI LUNEDÌ 13 GENNAIO 199 2

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MICHELE ZOLLA

INDI

DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI

INDICE

PAG.Missioni 93527

Missioni valevoli nella seduta del 1 3gennaio 1992 93598

Disegni di legge :(Annunzio) 93598(Assegnazione a Commissione in sed e

referente) 93599(Proposta di assegnazione a Commissio -

ne in sede legislativa) 93527, 93594(Trasmissione dal Senato) 93598

Proposte di legge :(Annunzio) 93598(Approvazione in Commissione) 93598(Assegnazione a Commissione in sed e

legislativa ai sensi dell'articolo 77 de lregolamento) 93599

(Assegnazione a Commissione in sed ereferente) 9 3 5 99

(Proposta di assegnazione a Commissio -ne in sede legislativa) 93527, 93594

(Proposta di trasferimento dalla sedereferente alla sede legislativa) . . . . 93527

(Stralcio di disposizioni di una propostaassegnata a Commissione in sede re -ferente) 93 528

(Trasmissione dal Senato) 93598

Interpellanze e interrogazioni :(Annunzio) 93607

Mozione Donati ed altri (n . 1-00580 )presentata, a norma dell'articol o115, comma 3, del regolamento, ne iconfronti del ministro dei lavor ipubblici (Discussione) :

Atti Parlamentari

-93526—

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 199 2

PAG.

PRESIDENTE . . . .93528, 93540, 93545, 93551 ,93554, 93557, 93560, 93562, 93563, 93566 ,93571, 93573, 93576, 93579, 93584, 93585 ,

93586, 93589, 93591, 93592, 9359 4BOSELLI MILVIA (gruppo comunista-PDS) 93545

BOTTA GIUSEPPE (gruppo DC) 9354 1DONATI ANNA (gruppo verde) . .93529, 93531 ,

93535, 9354 0ERMELLI CUPELLI ENRICO (gruppo repub -

blicano) 93563MANFREDI MANFREDO (gruppo DC) . . .93573 ,

93575, 9357 6MATrIOLI GIANNI FRANCESCO (gruppo ver-

de) 93577, 93578, 93579PIREDDA MATTEO (gruppo DC) . .93589,93591 ,

93592, 93594 ,PIRO FRANCO (gruppo misto) . . .93552,93553 ,93554, 93555, 93557, 93559, 93560, 93562 ,

93563REBECCHI ALDO (gruppo comunista-PDS) 93584 ,

93585, 93586RONCHI EDOARDO (gruppo verde) .93579, 93582 ,

93583, 93584TASSI CARLO (gruppo MSI-destra nazio-

nale) .93566, 93568, 93570, 93571, 9357 2

Commissione parlamentare d'inchiestasul fenomeno della mafia e sullealtre associazioni criminali similari :

(Trasmissione di documento) 93600

PAG.

Commissione di vigilanza sulla Cassadepositi e prestiti :

(Trasmissione di documento) 93607

Consiglio regionale :(Trasmissione di una risoluzione) 93600

Corte costituzionale:(Annunzio di sentenze) 93600

Documenti ministeriali :(Trasmissione) 9 3 6 06

Integrazione di richiesta ministerialedi parere parlamentare ai sens idell'articolo 1 della legge n . 14 del1978 93606

Istituto nazionale per la storia del mo-vimento di liberazione in Italia :

(Trasmissione di documento) 93607

Per fatto personale :PRESIDENTE 93594PIRO FRANCO (gruppo misto) 93594

Risposte scritte ad interrogazioni :(Annunzio) 93 607

Ordine del giorno della seduta di doma-ni 93596

SEDUTA PRECEDENTE N . 743 — DI VENERDI 10 GENNAIO 1992

Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 1992

La seduta comincia alle 16,3 0

ANGELA FRANCESE, Segretario, legge i lprocesso verbale della seduta del 7 gennai o1992 .

(È approvato)

Missioni .

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensidell'articolo 46, comma 2, del regolamento ,i deputati d'Aquino, De Michelis, Rauti ,Antonio Rubbi, Scovacricchi e Stegagnin isono in missione a decorrere dalla dat aodierna.

Pertanto, i deputati complessivamente inmissione sono nove, come risulta dall'elencoallegato ai resoconti della seduta odierna .

Proposta di assegnazione di progetti d ilegge a Commissioni in sede legislativa .

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscrit-ta all'ordine del giorno della prossima sedu-ta l'assegnazione, in sede legislativa, deiseguenti progetti di legge, che propongo allaCamera a norma del comma 1 dell'articolo92 del regolamento :

alla VI Commissione (Finanze) :

PROPOSTE DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI SENATOR IGALEOTTI ed altri e dei DEPUTATI BELLOCCHI Oed altri: «Istituzione e funzionamento del

ruolo nazionale dei periti assicurativi pe rl'accertamento e la stima dei danni ai veicoli amotore ed ai natanti soggetti alla disciplin adella legge 24 dicembre 1969, n . 990, derivan-ti dalla circolazione, dal furto e dall'incendiodegli stessi» (approvata dalla X Commission edel Senato, approvate, in un testo unificato ,dalla VI Commissione della Camera e nuo-vamente modificate dalla X Commission edel Senato) - (3323-2210/B) - (con pareredella I, della X e della XI Commissione);

alla VII Commissione (Cultura) :

S. 3106 - SENATORI MANIERI ed altri : «Mo-difiche ed integrazioni alla legge 2 dicembre1991, n. 390, recante norme sul diritto aglistudi universitari» (approvato dalla VIICommissione del Senato) - (6268) (con pa-rere della V Commissione) ;

S. 3109 - «Interpretazione autentica del-l'articolo 4, secondo comma, della legge 3aprile 1979, n . 122, in materia di procedureper le espropriazioni delle aree destinate all aseconda università di Roma» (approvatodalla VII Commissione del Senato) - (6269 )- (Con parere della I, della V e della VIIICommissione) .

Proposta di traferimento di un progetto d ilegge dalla sede referente alla sede legi-slativa.

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscrit-

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ta all'ordine del giorno della prossima sedu-ta l'assegnazione, in sede legislativa, dell aseguente proposta di legge, per la quale laXIII Commissione permanente (Agricoltu-ra), cui era stata assegnata in sede referente ,ha chiesto, con le prescritte condizioni, i ltrasferimento alla sede legislativa, che pro-pongo alla Camera a norma del comma 6dell'articolo 92 del regolamento :

SALERNO ed altri: «Ordinamento della pro-fessione di tecnologo alimentare» - (2330) .

Stralcio di disposizioni di una proposta dilegge assegnata a Commissione in sedereferente.

PRESIDENTE. La XIII Commissione per-manente (Agricoltura), esaminando, in sedereferente, la proposta di legge d'iniziativadei deputati CRISTONI ed altri: «Norme perl'ottenimento della denominazione dei pro -dotti tipici "coppa piacentina", "salame pia -centino" e "pancetta piacentina"» (3921), hadeliberato di chiedere all'Assemblea lo stral-cio dei commi 2 e 3 dell'articolo 2 con i ltitolo: «Disciplina delle caratteristiche di fab-bricazione di alcuni salumi piacentini »(3921-bis). La restante parte assume il titolo :«Norme per l'ottenimento della denomina-zione del prodotto tipico "coppa piacenti-na"» (3921-ter) .

Se non vi sono obiezioni, rimane cos ìstabilito .

(Così rimane stabilito) .

Le due proposte di legge, a norma delcomma 1 dell'articolo 72 del regolamento ,sono assegnate alla XIII Commissione per-manente (Agricoltura), in sede referente ,rispettivamente la 3921-bis con il pareredella I, della X e della XII Commissione e la3921-ter con il parere della I, della II, dell aX e della XII Commissione .

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea sa -ranno pubblicate in allegato ai resocont idella seduta odierna .

Discussione di una mozione presentata, anorma dell'articolo 115, comma 3, de lregolamento, nei confronti del ministrodei lavori pubblici .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l adiscussione della seguente mozione, presen-tata, a norma dell'articolo 115, comma 3 ,del regolamento, nei confronti del ministrodei lavori pubblici :

La Camera ,

premesso che la gestione del Minister odei lavori pubblici del Ministro senator eGiovanni Prandini è caratterizzata da man-canza di trasparenza e non rispetto dellanormativa in vigore in materia di contabilitàdello Stato, di compatibilità ambientale e diaffidamento degli appalti;

rilevato che il Ministro dei lavori pubbliciha sistematicamente ignorato le richieste dichiarimenti, di confronto e di rendicontazio-ne avanzate dal Parlamento ;

considerato che rilievi sostanziali all agestione del Ministero dei lavori pubblicisono stati ripetutamente mossi — peraltrosenza alcun risultato — dal Presidente delConsiglio dei ministri, dal Ministro dell'am-biente, dal Ministro per le aree urbane, dall aCommissione della Comunità europea, dallaCorte dei conti;

considerato altresì che il piano triennal eANAS 1991-93 non è coerente con le indica-zioni espresse dalle regioni e non ha, atutt'oggi, ottenuto ìl necessario parere favo-revole del Ministero dell'ambiente ; che leopere connesse alle manifestazioni «Colom-biadi» — 5 .600 miliardi affidati a trattativaprivata, di cui 2 .300 miliardi a carico delloStato — non sono congrue con gli obiettividelle manifestazioni, per circa la metà nonsaranno consegnate prima dell'inizio dellecelebrazioni e sono localizzate in aree delNord Italia in nessun modo connesse con laricorrenza colombiana ; che per la gestion eANAS 1991 il Ministro dei lavori pubblici èriuscito nell'impresa non comune di impe-gnare oltre 12 .000 miliardi — di cui il 42 percento con il ricorso alla trattativa privata,

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senza che ne ricorrano i presupposti dell anecessità ed urgenza, come segnalato dall a

Corte dei conti —, mettendo così un'ipotec asui bilanci del Ministero fino al 1994 incluso ;

considerato infine che la magistratura —penale, civile e contabile — ha in corsoinchieste per ipotesi di reati connessi all agestione dell'ANAS, del cui consiglio di am-ministrazione il senatore Giovanni Prandin iè presidente pro tempore;

chiede

le dimissioni del Ministro dei lavori pubblici ,senatore Giovanni Prandini .

(1-00580) «Donati, Rebecchi, Andreis,Cima, Salvoldi, Bassi Monta-nari, Procacci, Russo Franco ,Calderisi, Novelli, Fagni, Sca-lia, Ronchi, Garavini, Filippi-ni, Beebe Tarantelli, Bertone ,Lanzinger, Bassanini, Proietti ,Balbo, Barzanti, Calamida,Ferrandi, Mattioli, Ceruti ,Pintor, Masina, Capanna, Tes-sari, Nappi, Staiti di Cuddiadelle Chiuse, Piro, Negri, PoliBortone, Rallo, Di Prisco, Cec-chetto Coco, Cederna, Tauri-no, Ferrara, Civita, Andreani ,Pacetti, Russo Spena, Mellini ,Leoni, Folena, Cicciomessere ,Solaroli, Barbieri, Strumen-do, Gasparotto, Serafini Mas-simo, Testa Enrico, Boselli,Minozzi, Bulleri, Brescia, An-geloni, Cannelonga, Capec-chi, Migliasso, Bianchi Beret-ta, Lorenzetti Pasquale ,Torelli, Orlandi, Nardone, Pal-mieri, Recchia, Masini, Ange-lini Giordano, Bevilacqua, Pe-rinei, Bargone, Galante ,Romani, Mangiapane, Bene-velli, D'Ambrosio, Menzietti,Lucenti, Calvanese, Grassi ,Mannino Antonino, Costa A-lessandro, Bellocchio, France-se, Picchetti, Ciconte, Colom-bi,, Trabacchini, SerafiniAnna Maria, Diaz, Di Pietro,

Sinatra, Cicerone, Felissari ,Ciancio, Petrocelli, Polidori ,Mombelli, Manfredini, Cia-barri, Motetta, Auleta, Torna ,Umidi Sala, Poli, FinocchiaroFidelbo, Montanari Fornari ,Serra Gianna, Montecchi, Fa-chin Schiavi, Guerzoni, Ser-vello, Valensise, Colucci Gae-tano, Pellegatta, Sospiri ,Abbatangelo, Alpini, Berselli ,Caradonna, Del Donno, Fini,Franchi, Lo Porto, Macaluso ,Maceratini, Martinat, Massa-no, Matteoli, Nania, Parigi ,Parlato, Patarino, Pazzaglia ,Rauti, Rubinacci, Senter, Tas-si, Tatarella, Trantino, Trema -glia, Viviani, Baghino» .

(19 dicembre 1991).

Dichiaro aperta la discussione sulle lineegenerali della mozione .

La prima iscritta a parlare è l'onorevoleDonati, che illustrerà anche la sua mozionen. 1-00580. Ne ha facoltà .

ANNA DONATI. Signor Presidente, la mo-zione oggi in discussione, firmata da altricentoquaranta colleghi, chiede le dimissioni

del ministro dei lavori pubblici Prandini .Desidero innanzitutto illustrare le motivazio-ni di tale grave richiesta rivolta nei confront idi un ministro della Repubblica .Abbiamo riflettuto a lungo in merito a l

fatto che tale richiesta fosse o meno legitti-ma; è questo, infatti, un problema ben pre-sente a chi chiede le dimissioni di un mini-stro . Non si tratta di semplice diversità diopinioni, per esempio, con riferimento allestrade, se sia cioè opportuno o meno svilup-pare ulteriormente un grande piano di via-bilità i cui risultati un po' tragici sono evi-denti tutti i giorni sulle nostre strade e ,soprattutto, nelle città . Motivi di dissensonel merito non possono, anche per noi ,essere oggetto di critiche tanto pesanti damotivare la richiesta di dimissioni di u nministro. Tale richiesta, in realtà, prend eavvio da altre considerazioni. Essa derivadalla considerazione che il ministro, senato-

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re Giovanni Prandini, non rispetta le leggidello Stato .

Preliminarmente a questa breve illustra-zione, occorre dire che, per quanto riguardail 1991, il ministro non ha ancora presentatoalla Commissione ambiente della Camera i

dati che gli erano stati richiesti; in parte,comunque, ai fini della nostra iniziativa sonostati ovviamente utilizzati quei dati che,seppur faticosamente, il ministro ha conse-gnato all' VIII Commissione. Lo stile delministro, dunque, è stato quello di presen-tarsi in Commissione per far approvare iprovvedimenti ai quali era interessato, men-tre ha sempre negato un confronto nell eoccasioni in cui il Parlamento ha preteso u natteggiamento di chiarezza e di trasparenza .

Cercherò di trattare separatamente i di-versi ordini di motivazioni che hanno indot-to i gruppi parlamentari dei verdi, del PD Se di molte altre forze politiche a chiedere l e

dimissioni del ministro Prandini .Per quanto concerne la gestione ANAS de l

1991, il ministro Prandini ha appaltato lavo-ri per una quota di 12300 miliardi nell'am-bito dell'attività di sette consigli di ammini-strazione. Si tratta di dati della stessa ANAS ,dai quali risulta anche che il 42 per centodel totale di questi lavori è stato affidat omediante trattativa privata . Secondo l'ordi-namento vigente, con particolare riferimen-to all'articolo 5 della legge n . 584 del 1977 ,la trattativa privata è un sistema derogato -rio, nel senso che è ammessa soltanto ne icasi di urgenza ed in circostanze non preve-dibili in cui è necessario intervenire in ma-niera affrettata. Invece — e questo è statoanche il titolo di una pesante accusa che gliabbiamo rivolto — nella gestione attualedell'ANAS il ministro Prandini ha tranquil-lamente ignorato una serie di funzioni di su acompetenza, in quanto per legge egli è pre-sidente dell'ANAS: il controllo ed il governodella corretta applicazione e del rispettodelle leggi, l'adozione delle scelte in unregime di trasparenza, il rispetto delle prio-rità previste dai piani e di tutte le indicazion ilegislative (con riferimento, per esempio ,alla quota del 40 per cento di investimentidel piano decennale da destinare al Mezzo-giorno). In sostanza, si tratta di un elenc ointerminabile di compiti all'assolvimento dei

quali in questi due anni e mezzo egli è

sfuggito .Cosa ha fatto il ministro dei lavori pubbli-

ci? Sostanzialmente ha avallato le decision i

del consiglio di amministrazione . Egli avràpoi modo di spiegarci che ne è soltanto i lpresidente, che il consiglio di amministrazio-ne dell'ente è molto folto e che spesso ledecisioni sono state assunte addirittura all'u-nanimità. In questo senso, certamente i lministro Prandini non è l'unico responsabiledi una perversa dinamica per cui la maggio-ranza dei nostri affidamenti in campo viari onon sono realizzati mediante regolari garedi appalto pubblico, ma direttamente attra-verso la trattativa privata, cioè con unascelta discrezionale delle imprese a cui affi-dare le opere .

In proposito, voglio citare alcuni passi del

rendiconto della Corte dei conti per il 1991 ,allegato ai documenti di bilancio per lamanovra 1992 . La Corte dei conti critica conmolta chiarezza l'uso delle ordinanze dellaprotezione civile ed il sistema di affidamentodei lavori a trattativa privata : due elementiche, combinati insieme in un unico mecca-nismo, costituiscono — lo dice la Corte deiconti, non certo i verdi — un sistema pe rbypassare la normativa ordinaria . Come sipuò verificare, si tratta di accuse piuttostopesanti . La Corte dei conti, inoltre, elenc auna serie di casi dettagliati — affidamenti dilavori in ordine alla Bradanica, alla città d iPotenza, all'attraversamento di Lecco — i ncui si nega esplicitamente l'esistenza di cir-costanze di urgenza o di eccezionale neces-sità tali da invocare un metodo derogatoriodi affidamento : secondo la Corte dei conti ,quelle ordinanze non hanno motivo di esi-stere e, se non ci trovassimo nell'ambito

dell'uso delle risorse pubbliche, si potrebb e

quasi pensare ad una situazione comica,soprattutto con riferimento alle opere rela-tive all'attraversamento di Lecco .

Infatti, quell'ordinanza, firmata dal mini-stro Lattanzio pochi ore prima che lasciassetale carica, chiedeva un intervento d'urgen-za per l'attraversamento di Lecco ; e tutto ciòper motivi di traffico . Come se motivi delgenere — lo segnala la stessa Corte dei conti ,ma basta il buonsenso per comprenderlo —

non fossero permanentemente presenti in

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ogni città italiana, sempre utili, quindi, pe rgiustificare la realizzazione di opere viarie ,siano esse relative alla sicurezza, alla manu-tenzione di costruzioni esistenti o a nuov aviabilità (tangenziali, bretelle, tunnel) . Miriferisco, insomma, a tutto ciò che tende amigliorare — in alcuni casi, però, ad esaspe-rare, per così dire — il nostro sistema viariorelativo a mezzi motorizzati .

Ecco il primo grande capitolo di accuseche muoviamo nei confronti del ministro de ilavori pubblici : ha gestito l'ANAS come unaffare privato, compiendo oltre il 40 pe rcento degli affidamenti attraverso una trat-tativa privata e scegliendo discrezionalmen-te le imprese . Tra l'altro, sono state preferitesempre le solite: Tecnosviluppo, Damonte ,gruppo Itinera. Si tratta, paradossalmente ,delle stesse aziende che hanno ottenuto gliappalti per l'affare Colombiadi, il grandebanco di prova per il 1989-1990 per il mini-stro dei lavori pubblici .

La normativa esistente è chiara: stabilisceche, di regola, si svolge una pubblica gara .Possiamo quindi sostenere, forti di una cor-posa documentazione, che — è inconfutabi-le — il ministro non ha rispettato le disposi-zioni vigenti, favorendo pericolosedistorsioni in termini di leale concorrenz asul mercato (che non è più tale) . In partico-lare, a farne le spese sono state le piccole emedie imprese ; in riferimento all'ACER, senon erro, proprio un mese fa anche a Romaè stato sottolineato come sia impossibileottenere appalti nel settore della viabilità s enon si sia amici del ministro .

Tra l'altro, era facilmente individuabile l ostesso meccanismo di favore in ordine alleperizie di varianti suppletive approvate nelcorso dell'anno passato . Si tratta di un vec-chio, perverso e pericoloso meccanismo ch efa lievitare paurosamente i costi . E si èarrivati al paradosso: mi riferisco sempre alcaso di Lecco . Grazie all'ordinanza che chie-deva la costruzione d'urgenza di una strad aper motivi di traffico è stato compiuto unaffidamento per un valore pari a 123 miliar-di, con la concessione di altre varianti tecni-che suppletive per un importo, in due casi ,di 50 miliardi ciascuna. Ovviamente si èandati ben al di là dei costi iniziali dell eopere. Essi lievitano senza che il ministro dei

lavori pubblici eserciti il necessario controll oin ordine alla gestione dell'ANAS .

Ecco i primi corposi elementi per porresotto accusa il ministro Prandini . La tratta-tiva privata è il sistema per gestire diretta -mente gli affari, per controllare le imprese ,non lasciando spazio al libero mercato, u nmercato in cui abbiano rilevanza le capacitàtecniche e finanziarie delle aziende e la

serietà imprenditoriale. Siamo di fronte afenomeni davvero distorsivi, che hanno an-che determinati effetti, indotti e connessi .Da un punto di vista politico (e mi riferisc oanche alla politica interna alla democraziacristiana) tutto ciò è funzionale, correlato aprecise dinamiche. Da un'attenta lettura de igiornali — evito di segnalare i singoli casi ,ma credo che il ministro Prandini li conoscameglio di me — ho appreso che deputat idella democrazia cristiana hanno cambiatocorrente. Se andiamo a verificare gli appalt iconcessi nei mesi precedenti, noterete chetali affidamenti a trattativa privata corri-spondono agli incredibili passaggi di corren-te nell'ambito della DC .

FRANCO PIRO. Più nel partito socialista, unpo' meno nella DC .

ANNA DONATI. Ciò provoca anche effettidistorsivi, rispetto alla trasparenza politica ,sulla difficile campagna elettorale che ciapprestiamo ad effettuare in primavera, nel-la quale conteranno maggiormente i depu-tati che hanno grandi appoggi e grand ifinanziamenti derivanti proprio dall'aver ge-stito, coordinato, promosso e implorato ap-palti ed affidamenti nel settore della viabili-tà, che, se non è l'unico, è uno dei piùconsistenti, considerata anche la mole d ifinanziamenti che le leggi finanziarie ad essoassegnano .Un'ulteriore accusa, che rivolgiamo al

ministro dei lavori pubblici Prandini, è quel -la di favorire una politica non trasparente eil solito intreccio tra politica ed affari . Ormainon si tratta nemmeno di contiguità, maesattamente nelle stesse stanze si decidon ogli appalti, gli affidamenti e anche le liste deipartiti .

Un secondo grosso capitolo, che ha rap-presentato il lancio del ministro Prandini .

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riguarda l'affare Colombiane . Su tale argo-mento sono pronta a replicare a quanto ilministro Prandini — non so se anche inquesta sede avrà il coraggio di ribadire le sueaffermazioni — sostiene su tutti i giornali .Egli ha affermato, in merito alla gestion edell'affare Colombiane : «Ho fatto esclusiva-mente quello che mi chiedeva il Parlamen-to». Questo è falso e dimostrerò perché .

La Camera, Manfredi lo sa bene, ha ap-provato semplicemente una risoluzione —forse in modo un po' anomalo, in un aCommissione parlamentare nella quale era-no presenti otto deputati, alle 8 .30 del mat-tino, ma la regolarità dell'atto è indiscutibile— in cui si chiede l'ampliamento dell'elenc oper le Colombiadi, che già il ministro Ferriaveva inserito nel pacchetto che allora eraabbinato agli interventi per i campionat imondiali di calcio. Questo è l'unico atto d iquesto ramo del Parlamento .

Il Senato ha poi approvato un'altra riso-luzione in ordine alle procedure da porre i nessere per favorire chiarezza e trasparenz anegli appalti, proprio per la gestione degliinterventi viari connessi alle manifestazioniColombiane .Per quanto riguarda la Camera, non è

stato assunto alcun atto ulteriore ; quanto alSenato, quell'unica risoluzione è stata am-piamente disattesa in modo direi farsesco senon tragico, anche se oggi le inchieste dellamagistratura e della Corte dei conti sonoormai avviate. Il Parlamento, in particolarela Camera, non ha mai avuto modo — caroministro Prandini — di verificare gli elenchi .Chi ha deciso quale dovesse essere l'elenc odelle opere da effettuare per le Colombiadi ?La Camera e il Senato, mai! Anzi, se pren-diamo in esame i rendiconti che faticosa -mente siamo riusciti ad ottenere dall'attualeministro dei lavori pubblici, ci rendiam oconto che le opere approvate il 25 gennai odal consiglio di amministrazione dell'ANA S(equivalenti a circa 4 mila miliardi di inve-stimenti) non coincidono nemmeno, perchénel corso del tempo alcune di queste nonsono state realizzate ed altre sono stat eaggiunte nel pacchetto delle Colombianesenza precisi criteri di urgenza .

In realtà, si è capito subito che far partedell'elenco delle opere colombiane era un

po' come vincere ad una lotteria, superaretutti gli ostacoli in ordine all'approvazionein conferenza dei servizi . Inoltre, si sonovoluti affidare sempre alle stesse imprese ,con rapide trattative private, gli appalti in-vocati e permessi dalla legge proprio perchévi era una precisa scadenza legata, appunto ,alla celebrazione a Genova della ricorrenzacolombiana .

A tal proposito credo che se il ministro de ilavori pubblici potesse parlare in quest omomento direbbe che in realtà tutto è statogestito dai compartimenti ANAS per quant origuarda, ad esempio, l'affidamento dell eopere alle gare esplorative; che gli elenchinon sono stati da lui redatti e che egli hasolo assecondato le richieste che il Parla-mento o i singoli deputati avevano avanzato .Ma questo non è vero, perché noi non

abbiamo mai discusso gli elenchi, né siamostati messi in grado di stabilire talune pro-prietà. Alcune di quelle opere non sono maistate realizzate ; al contrario, altre sono stat einserite successivamente negli elenchi ap-provati dall'ANAS (penso, ad esempio, aquelle realizzate tra Torino ed Aosta da treimprenditori ancora in carcere) . Si è pertan-to determinato un ampliamento dell'affare ,così come facilmente si ricostruisce dallasemplice lettura degli elenchi delle opere edelle imprese coinvolte .

Quindi, detti elenchi sono stati redattinell'ambito del consiglio di amministrazionedell'ANAS — di cui il ministro dei lavor ipubblici è responsabile —, ma non corri-spondono alle effettive esigenze; sono elen-chi clientelari, perché le opere in essi conte-nute sono disseminate, guarda caso, vicinoa quei luoghi ed a quelle imprese che i lcollega Bonferroni, per esempio, ha cos ìtenacemente difeso dalle mie accuse — sen-za che peraltro nessuno glielo chiedesse —scoprendo facilmente in tal modo il gioco edil trucco ; si tratta di luoghi che non hannoalcuna attinenza con Genova, ma che facevacomodo venissero presi in considerazione .Evidentemente, Colombo è stato solo unvistoso pretesto: oltre tutto, lo stesso sotto -segretario ai lavori pubblici, onorevole Fer-rarmi, difendendo queste opere ha sostenu-to, su Il Sole 24 ore, che Colombo passa ele opere restano!

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Ed è proprio questo il problema! Le oper eavrebbero dovuto essere verificate, e quind iavrebbe dovuto essere riconosciuto che pe ralcune non vi era alcuna connessione conGenova; del resto, dimostrare che le tangen-ziali di Sonino o di Fidenza siano legate allecelebrazioni di Genova non è facile pe rnessuno, tanto meno per l'attuale ministrodei lavori pubblici! Ma la cosa grave è che ,se si ammette che molte opere non hannoalcun legame con le manifestazioni colom-biane, si riconosce anche che si è trattat osolo di un grande affare per evadere gliaffidamenti con regolare gara di appalto elocalizzare le opere là dove più faceva como-do. Inoltre — lo ribadisco — non vi è stataalcuna verifica, anche dal punto di vist adella pianificazione, con i programmi esi-stenti in ordine alla viabilità (compresi i lpiano decennale e quelli triennali) per con-trollare se le opere finanziate fossero effetti-vamente in grado di rispettare l'ordine dipriorità che veniva indicato .

È facilmente dimostrabile che esistonoopere urgenti, per esempio varianti e tan-genziali (su cui anche i verdi sono d'accor-do), che non sono state ancora realizzate ,mentre altre, previste, finanziate e date i nappalto in modo fulmineo, sono già statecompletate. Questo è il grande affare delleColombiadi !

Per quanto riguarda la prima accusa danoi avanzata, occorre sottolineare che i lParlamento non è complice nella predispo-sizione degli elenchi in quanto non ha maivalutato la priorità e la coerenza degli stess irispetto ai piani. La responsabilità spettaesclusivamente al ministro dei lavori pubbli-ci che ha, non dico mal interpretato, maabusato di una legge, insieme a colleghiparlamentari che magari hanno assunto l'i-niziativa in ordine agli elenchi. Devo ancorauna volta ribadire che il Parlamento non h amai effettuato verifiche di alcun genere at-traverso le proprie Commissioni riunite nellesedi opportune .

Abbiamo inoltre assistito ad una grandefarsa in merito al sistema dell'affidament odelle opere da eseguire . Il Senato ha votatouna risoluzione con la quale si stabiliva che ,per garantire correttezza e trasparenza, av-rebbero dovuto essere invitate a partecipare

alla trattativa almeno 15 imprese di grandeaffidabilità tecnica: si sarebbero dovuteprendere in considerazione anche le piccolee medie imprese, favorendo inoltre i consor-zi (in base all'obiettivo, tipico del nostropaese e di per sé giusto, di una vasta fram-mentazione imprenditoriale nel settore) . Insostanza, nella risoluzione sono stati indicat i5 o 6 criteri che in realtà, a mio avviso, son ostati completamente disattesi .

Per spiegare il motivo per il quale si èverificato quanto ho detto occorre fare rife-rimento alla documentazione che il ministrodei lavori pubblici ha inviato soltanto aconclusione di una vertenza durata un anno .È incredibile che, pur essendo parlamentaridella Repubblica, non abbiamo accesso alladocumentazione di atti pubblici, riguardantile risorse dello Stato e gestiti con legg ipubbliche . Il ministro Prandini mi ha negatola suddetta documentazione inviandomi un agentilissima lettera, con la quale mi spiegav ache, se ne fossi entrata in possesso, avreipotuto danneggiare l'uomo politico (citotestualmente le sue parole) ; i miei sospetti ,in tal modo, sono stati confermati .Dopo sei mesi, al termine di un lungo

lavoro in Commissione, finalmente quasitutte le carte riguardanti l'affare delle Co-lombiadi sono giunte in possesso dei membridella Commissione e tutti i sospetti (in par-ticolare i miei) sono stati decisamente con-fermati. Dove stavano i trucchi? Il più visto-so consiste nel fatto che i compartiment ihanno invitato alla trattativa sempre le stes-se imprese: su 110 lotti di interventi daeseguire, le imprese invitate non sono più di140; di queste, sono risultate vincitrici circ aun centinaio. Bisogna segnalare che unaventina di imprese non hanno mai vinto unagara di appalto ; in alcuni casi si tratta d iimprese con due dipendenti, ubicate a Lecce(questo risulta dalle visure delle camere dicommercio) . Siamo quindi di fronte ad a-ziende che operavano come prestanome,sapendo in partenza che non avrebbero ot-tenuto alcun appalto; ma, se guardiamo gliappalti relativi al 1991, vediamo che essesono state abbondantemente premiate per laloro complicità con decine di affidamenti atrattativa privata .

Voglio sottolineare ancora una volta che,

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poiché le imprese invitate a partecipare all egare di appalto sono state sempre le stesse ,le gare esplorative svolte dai compartiment isono risultate soltanto una farsa . Vi è ilfondato sospetto (al riguardo ho presentat oesposti alla magistratura e la procura diFirenze, per esempio, ha già aperto un ainchiesta) che il sistema dei ribassi sia u nmetodo ampiamente artefatto ; altrimentinon si spiegherebbe il fatto che la stessaimpresa abbia partecipato all'affidamento d iappalti a poche decine di chilometri di di -stanza, presentando ribassi una volta del 5per cento e un'altra del 9 per cento. Tuttoquesto è avvenuto in modo coordinato ; dallecarte risulta molto chiaramente come su 1 5imprese, 14 abbiano praticato ribassi nellamisura del 5 per cento e soltanto una nellemisura del 9 per cento, e che tale percen-tuale sia stata variabile a seconda degli in-terventi. Ancora più anomalo è il fatto chela stessa impresa (penso ad esempio allaItínera) si presenta ad una gara a bustachiusa, di fronte al notaio, e — incredibile— con un ribasso dell'ordine del 34 percento; tuttavia essa non lavora in cantierimolto differenti rispetto a quelli in cui pre-senta ribassi del 5 o del 9 per cento . Eviden-temente la busta chiusa di fronte al notai oha un effetto, mentre le gare esplorativ edell'ANAS sono tutt'altra cosa . In quel casoforse (dico «forse» perché solo la magistra-tura può accertare sospetti così pesanti) viera un grande meccanismo artefatto, in cuila ripartizione degli appalti era già stataeffettuata, le imprese erano già state scelt eprecedentemente, anzi ho ii fondato sospet-to che in alcuni casi le opere siano addirit-tura state scelte come funzionali alle impre-se, laddove esse erano localizzate oppur edove avevano già cantieri aperti per altreopere .

Ovviamente il ministro Prandini replica atutto questo dicendo : «Ma io non ho fatto legare esplorative; le hanno fatte i comparti -menti, quindi perché accusate me di avergestito questo grande affare?» Il problema èche poi le gare esplorative dei compartimen-ti sono ampiamente informali; erano neces-sarie soprattutto in ottemperanza alla riso-luzione del Senato. Tuttavia anche se si foss eproceduto ad un affidamento diretto a trat-

tativa privata senza alcuna gara, tutto que-sto sarebbe stato ampiamente nell'ambitodella legge, visto che l'urgenza era ammessaper la scadenza della consegna delle opere .

Il problema è che queste segnalazioni ,derivanti dalle gare esplorative informali de icompartimenti, sono state prese «per buo-ne» (lo dico tra virgolette) dal ministro deilavori pubblici Prandini il quale, nell'ambitodel consiglio di amministrazione dell'ANAS ,ha puntualmente affidato le opere proprio aquelle imprese segnalate dai compartimenti .Ho effettuato una verifica, dalla quale risult ache non sussiste alcun caso in cui questo no nsia avvenuto . È evidente che vi era unagrande intesa, perché tutte le decisioni i nmerito all'elenco delle opere ed a quell odelle imprese alle quali dovevano essereaffidati i lavori erano state assunte prima, atavolino, in grande accordo . A mio avviso ,da una lettura attenta dei verbali dei com-partimenti ANAS emergono con molta chia-rezza questa logica e questo meccanismo. Sela magistratura avrà la capacità ed il corag-gio di indagare con serietà su queste cose ,non potrà che confermare i sospetti ch eabbiamo segnalato .

È questo, pertanto, l'altro grande capitol odi accusa: è stato gestito un grande affare i nnome di Colombo, che non c'entra niente ,per favorire delle imprese . Si badi bene ,l'analisi di tali imprese è presto fatta . Questochiedeva anche la risoluzione del Senato : inconsiderazione dell'urgenza, e quindi de iristretti tempi di consegna, si sottolineaval'opportunità di distribuire gli affidamenti a lmaggior numero possibile di imprese, dotatedelle migliori capacità tecniche . Gli affida -menti vengono invece concessi a poche im-prese, vengono ripartiti a tavolino, si truc-cano le gare (questi sono i nostri sospetti) esono suddivisi tra un pool di imprese che i nparte sono grandi imprese ed in parte sonoassolutamente inesistenti . L'impresa Tecno-sviluppo di Spinelli fino a tre anni fa nonesisteva; eppure per l'affare relativo all eColombiadi, e successivamente, nella gestio-ne 1991 dell'ANAS, ha ricevuto dal ministrodei lavori pubblici Prandini decine di appalti .L'impresa GIMA di Borsano, che secondo l ecamere di commercio risulta avere due di -pendenti, ha ricevuto, in consorzio con Piz-

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zarotti e con tanti altri, pochi appalti per l e«Colombiadi» ma molti appalti nella gestio-ne 1991 .

FRANCO PIRO . Pizzarotti di Parma ?

ANNA DONATI. Sì, di Parma.Compaiono, addirittura, sigle differenti ,

che fanno però riferimento allo stesso im-prenditore. Noi abbiamo consegnato a tuttii colleghi una documentazione assai detta-gliata, in cui tutto questo è stato ricostruito .Si arriva al paradosso che, alla faccia dell adistribuzione e della leale concorrenza, u nimprenditore come Gavio, tra l'altro ricono-sciuto da tutti come capace imprenditore ,riceve sotto sigle differenti appalti dell'ordi-ne di 700 miliardi soltanto per l'affare Co-lombiadi

Il problema — ripeto — non è scegliere d irealizzare un'opera piuttosto che un'altra ,decidere se l'impatto ambientale è grave omeno o ancora decidere di continuare acostruire strade e autostrade piuttosto ch eadottare un'altra strategia (come suggerit oanche dalla vicenda delle targhe alterne )incrementando le ferrovie e le metropolita -ne . Il problema è che siamo in presenza d iun sistema di imprese ben coordinato che ,in accordo con il ministro dei lavori pubblici ,si è ripartito negli ultimi due anni tutti gliappalti. E poiché, come tutti sanno, la gar aa licitazione privata, pur essendo facilment etruccabile, in molti casi rimane un temo allotto, per pilotare la concessione degli appal-ti bisogna allora per forza invocare motiv id'urgenza — come afferma la Corte deiconti — anche qualora non sussistano . Edecco dunque che si invocano le Colombiadi ,motivi di traffico, urgenze inesistenti ; oppu-re — altro trucco — si affidano le opere a dimprese «cantierate», alle quali magari sonostati affidati lavori per pochissimi milioni, a desempio per sistemare un muretto . In gene-re i lavori affidati precedentemente riguar-dano interventi da effettuare con urgenza ,per garantire la sicurezza dei cittadini, ma ,guarda caso, appena determinate impresestabiliscono i loro cantieri, viene approvat oun progetto dell'ordine di 30-40 miliardi pe runa nuova tangenziale, per il raddoppio diquella esistente o quant'altro. E, visto il

diritto di prelazione che deriva a tali impreseper il fatto di avere dei cantieri nel luogointeressato dal progetto, queste ditte, scelt ediscrezionalmente dal ministro per la realiz-zazione urgente di determinati lavori, s ivedono affidati (ed evidentemente tutto èconcordato) appalti ben più consistenti, del-l'ordine di 30-40 miliardi .

Credo che il presidente della Commissio-ne ambiente, il collega Botta, conosca per-fettamente la vicenda del tunnel del Sestrie-re, che rappresenta un caso tipico. Leimprese Itinera, Da Monte, Vialit sono inquella zona a lavorare per realizzare operedi tutt'altro genere (ad esempio, parcheggi )e il ministro Prandini affida loro un appaltoda 34 miliardi per un tunnel che la provinci adi Torino . . .

GIUSEPPE BOTTA, Presidente della VIIICommissione. Non è stato ancora affidato !

ANNA DONATI. Va bene, Comunque ilconsiglio di amministrazione dell'ANAS ap-prova l'affidamento di tale appalto a tratta-tiva privata alle imprese che hanno già nell azona cantieri aperti ; e questo quando tuttiammettono (e al riguardo vi è stata una verae propria sollevazione) che si tratta di un'o-pera inutile, la cuì importanza è di gra nlunga inferiore a quella di altre opere vera -mente necessarie, come ad esempio le tan-genziali le quali, pur essendo state richiesteda molti anni, non sono state mai approvate ,finanziate e appaltate .

Anche dai documenti presentatici dal mi-nistro risulta che dopo la rivolta delle ammi-nistrazioni locali (nella provincia di Torino ,per esempio, si è votato un ordine del giorn oche chiedeva la revoca dell'affidamento) i lministro ha sospeso quell'affidamento . È giàqualcosa, ma vicende del genere ne potrem-mo segnalare tante: si affidano gli appalti adimprese, magari di amici, già localizzatenelle zone interessate dai lavori . Così facen-do certamente non si rispettano le leggivigenti né tantomeno i piani e le priorità i nesse stabiliti .

Il terzo punto su cui intendo soffermarm iconcerne il piano triennale 1991-93 dell'A-NAS . Come ho già detto all'inizio, il proble-ma non è dato dalla diversità di opinioni in

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ordine al futuro dei nostri trasporti, se cioècontinuare a favorire il traffico su gomma equindi costruire solo strade o autostradedistruggendo il territorio e incrementand ol'inquinamento, lo spreco e così via, oppurescegliere altre vie. Al riguardo vi possono evi debbono essere opinioni diverse sulle stra-tegie da perseguire . Noi verdi ne abbiamouna molto chiara : diciamo basta con l'attua-le politica dei trasporti! Incentiviamo le fer-rovie e le metropolitane !

Ma la diversità di opinioni sull'argoment onon può ovviamente essere un motivo validoper chiedere le dimissioni di un ministroche, nell'ambito del Governo, può benissi-mo avere concezioni diverse dalle nostre .Quello che denunciamo è che a nostro avvi-so il ministro Prandini non rispetta le indi-cazioni del Parlamento e le leggi vigenti ,agendo invece in relazione ad ogni affareche si profila in base alla discrezionalità piùtotale e gestendo così in modo piuttostoprivato il settore della grande e piccolaviabilità statale . È questo il caso del pian otriennale. Il piano decennale contiene tutto ,l'onorevole Manfredi lo sa bene : vi sono gl ielenchi di tutte le strade, le stradine e leautostrade. Eppure il ministro Prandini nonha perso l'occasione per inserirvi altri mill echilometri di nuove autostrade : ciò è legitti-mo, fa parte della pianificazione di cui par-lavo prima. Forse qualcuno malignament e— io senz'altro — potrebbe agitare il sospet-to che, guarda caso, ben quattro autostradepassano per Brescia. Ma facciamo finta dinulla . . .

Quello che non torna è che il ministro ,nell'elaborare il piano, non ha tenuto contodelle richieste degli enti locali . Sia ben chia-ro, io non difendo per principio le regioniinteressate, ma dico che se esse esprimonopareri su opere di grande rilevanza — comepoi vi dimostrerò — il ministro ha il doveredi ascoltarle. Egli deve anche rispettare ,come nel caso del conflitto con il ministroRuffolo, le mediazioni che nascono da taliconflitti: cosa che il ministro Prandini nonha assolutamente fatto . Diciamolo pure : egliha fatto soltanto quello che ha preferito ,senza tener conto delle opinioni altrui !

Veniamo ai casi concreti. La regione Lom-bardia ha votato un ordine del giorno nel

quale, tra le opere previste nel piano trien-nale si chiede la soppressione della direttis-sima Milano-Brescia, che Prandini ha invecelasciato esistere. La regione Emilia-Roma-gna ha chiesto che i 200 miliardi di finanzia -menti stanziati per l'autostrada Modena -Lucca venissero revocati per essere destinati

ad altre opere (ed ha indicato anche quali ,

secondo criteri più o meno accettabili). Lavariante di valico, approvata dopo dieci ann idi aspri conflitti con i verdi, è l'opera sceltadalla regione Emilia-Romagna che si è op-posta, dunque, alla creazione di altre auto -strade di attraversamento . Quindi, l'auto-strada Modena-Lucca doveva esser esenz'altro esclusa dai finanziamenti del pia -no triennale. Prandini non solo se ne «frega»di questo parere, ma lascia la Modena-Lucc atra i finanziamenti e, addirittura, la fa un pòsalire nella gradutoria: essa si trova allostesso posto di un'opera come la variante d ivalico, sulla quale il gruppo verde, nonostan-te il proprio dissenso, deve riconoscere chesi discute ormai da dieci anni .Evidentemente deputati locali — e tra

questi, non a caso, Bonferroni — ed impreselocali diventano di nuovo forti sostenitori d itali opere, anche se in contrasto con tutti ipiani regionali dei trasporti . Ma questo nonimporta: il ministro dei lavori pubblici man-tiene negli elenchi delle opere interventi che ,pur non essendo di poco conto, le region inon chiedono .

Ritengo che ancora più clamoroso sia ilcaso del conflitto con il ministro Ruffolo, i lquale afferma di avere il diritto di esprimereun parere sui piani di settore ai sensi dell'ar-ticolo 2 della legge istitutiva del Minister odell'ambiente. Pronto gli replica Prandini ,affermando che egli Ma torto perché il Mini-stero dell'ambiente è stato creato dopo i lpiano decennale di grande viabilità e che ,quindi, il suo parere non rileva . Si creadunque un conflitto nell'ambito del Consi-glio dei ministri . Interviene la mediazione diAndreotti: il ministro dell'ambiente dovràesprimere un parere, ma soltanto per lenuove opere inserite dal ministro dei lavoripubblici, che quindi sono, senza ombra d idubbio, successive all'istituzione del Mini-stero dell'ambiente .

Tale mediazione è inaccettabile per i ver-

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di, perché se un parere deve essere espress osul piano, esso deve essere dato soprattutt onell'ambito di un discorso globale . La logicadi sezionare in vari pezzi il piano, distrug-gendo il territorio, non sta creando condi-zioni di maggiore velocità, proprio perché

manca una visione integrata in ordine aitrasporti . Il ministro Ruffolo non viene quin-di ascoltato e gli viene negata questa suafacoltà. Tant'è che Prandini approva — dinuovo malignamente potremmo dire ad un asettimana dal voto elettorale di Brescia —due opere contenute nell'elenco degli inter -venti sospesi in attesa del parere del ministrodell'ambiente, sul quale era intervenuto an-che il Presidente del Consiglio Andreotti . Sitratta della bretella autostradale Brescia est -Valsabbia-Val Trompia — che non si sa beneche cosa diventerà perché le polemiche su ltracciato sono ancora aperte — e del trafor oMortirolo-Stelvio, cioè di due opere chereputo illegittime e che non possono essereinserite nell'ambito dei piani di sviluppo disocietà concessionarie come la Serenissim aperché a tutt'oggi tali opere non sono appro-vabili né realizzabili .Mi soffermerò rapidamente su alcune

questioni sulle quali interverranno in seguitopiù dettagliatamente colleghi del mio e d ialtri gruppi. In primo luogo vorrei occupar -mi del piano di ricostruzione di Ancona .

Credo abbiate tutti ascoltato le intervisterilasciate al TG1 in cui il ministro dei lavor ipubblici affermava di non voler più farel'ufficiale pagatore, dichiarandosi contrari oalla legge per le ricostruzioni perché scelle-rata. Peccato che nelle stesse ore in cui ilministro rendeva tali dichiarazioni pubbli-che, cercando di rifarsi un'immagine traspa-rente e pulita in merito agli appalti pubblici ,anche se si trattava di sacrificare il su oamico Longarini (cosa di poca importanza,perché in questi casi l'interesse pubblic odeve prevalere sulle amicizie private ) avevainserito nel bilancio del Ministero dei lavor ipubblici — e il ministro in Commissione no nne ha neanche parlato, di modo che abbia-mo scoperto tali fatti solo perché alcunideputati della Commissione ambiente aveva-no letto attentamente quei documenti — lostanziamento di una cifra di 103 miliardi peril piano di ricostruzione di Ancona; cioè uno

stanziamento destinato proprio a Longarini .Anche in tale occasione, quindi, il ministr oPrandini si è comportato con falsità . Infatti ,egli da un lato dichiarava di voler intervenir ein futuro in determinati settori, dall'altronon faceva alcunché. E ciò avveniva nono -stante il direttore generale Cempella gli a-vesse segnalato con esattezza, il 21 febbrai o1990, la necessità di mettere ordine in que lsettore, trattandosi di una concessione trop-po onerosa, e che la revisione prezzi avrebbeprodotto delle mostruosità incalcolabili (pe rcui per 180 miliardi di appalti alla fin eLongarini disporrà di 600 miliardi) . Ma evi-dentemente l'interesse pubblico non è a lprimo posto in quella occassione !

Nonostante tutte queste segnalazioni, l'u-nico intervento del ministro è stato quello d irimuovere Cempella dalla sua direzione ge-nerale, e lo ha fatto in modo tale che il TA Rha dato ragione a quest'ultimo. Il ministroPrandini non ha invece fatto alcunché pe rfare ordine e pulizia .

Dopo una complessa indagine conosciti -va, nel corso della quale sono state segnalat eirregolarità di ogni tipo e dopo che sonopartiti quattro avvisi di garanzia (che adessosono raddoppiati, poiché ne sono partiti altr iquattro nei confronti di soggetti che appar-tengono al provveditorato alle opere pubbli-che), il ministro da un lato rende le dichia-razioni che vi ho riferito, ma dall'altrodestina 103 miliardi a Longarini . Per fortu-na, soltanto la saggezza parlamentare de lSenato, confermata dalla Camera, ha toltodal bilancio del Ministero dei lavori pubblic iquesti fondi, il che consente di ridiscutere i lfuturo di quella scandalosa concessione .

Il quinto aspetto sul quale mi voglio sof-fermare è la gestione discrezionale del Mini-stero dei lavori pubblici e dell'ANAS perquanto riguarda le nomine e le promozioni .Citerò pochi esempi poiché credo che icolleghi della maggioranza dispongano d iinformazioni maggiori di quelle che io sonoriuscita a rintracciare, sulla base di segnala-zioni fatte dalle persone rimosse o dai gior-nali, che in alcuni casi hanno riportato tali

notizie .In primo luogo non si può non ricordare

la vicenda del direttore generale che h oappena citato . Si tratta di una persona posta

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a capo di quella direzione generale dopo l oshock dello scandalo Nicolazzi, che avev acomportato anche l'arresto del direttore ge-nerale Di Palma proprio per fare pulizia erimettere in sesto un'amministrazione chedell'appalto pubblico e dell'affare privat oaveva fatto la propria filosofia . Costui èFederico Cempella, il quale è stato trasferitoproprio perché non era compiacente neiconfronti di una gestione che già a queitempi si stava profilando in tutta la suascorrettezza. Voglio ricordare anche il lungobraccio di ferro contro l'allora direttoregenerale dell'ANAS Marando Mancini, sosti-tuito dall'ingegner Crespo il quale, quandoera ancora un semplice funzionario, avevaavuto l'incarico speciale di gestire gli affar iconnessi con la ricorrenza colombiana eadesso, mentre questi si stanno concludendocon grande soddisfazione di tutti, è stat opromosso direttore generale dell'ANAS .

Altro caso che voglio ricordare è quell orelativo a Spinelli, presidente del Genoa ,proprietario della Tecnosviluppo e con con-nessioni anche con la Damonte (perché poile imprese collegate attraverso gli intrecc isocietari sono molte di più di quanto siapossibile ricostruire dalle visure delle came-re di commercio), inserito per conto dell'A-NAS — quindi per controllare l'interessepubblico — nella concessione SITAF di cu iè diventato presidente .

Una tattica opposta è stata seguita dalministro quando ha nominato consulent enel consiglio di amministrazione dell'ANA Sun esperto come Gaetano Morazzoni, mem-bro anche del consiglio di amministrazionedella «Serenissima», il che ha posto in esse -re, nonostante tale irregolarità gli fosse statasegnalata, la partecipazione a due consigli d iamministrazione proibita dalla legge . Tuttociò dimostra una filosofia ben chiara, voltaad introdurre propri uomini di fiducia nelleconcessionarie, evidentemente per control-lare la gestione degli appalti, e ad inserire gliuomini delle concessionarie nel consiglio d iamministrazione, in modo da ottenere uncontrollo sistematico e totale .

Credo che tutto ciò configuri un metododi gestione assolutamente insostenibile, i nordine al quale posso citare altri casi esem-plificativi . Il ministro, per esempio, ha no -

minato Calici Di Sala (scandalo Italcasse )nel consiglio di amministrazione della SITAFper conto dell'ANAS . Se pensiamo che sonosoggetti di questo tipo ad occuparsi dell'in-teresse pubblico, come minimo ci vengonoi brividi: le persone chiamate a garantire latutela del pubblico interesse dovrebbero es-sere caratterizzate da assoluta moralità ,mentre non è questo il criterio cui si èispirato l'attuale ministro dei lavori pubblici .

Vi è poi un lungo capitolo relativo all aconcessione di favori . Ho già citato la nomi-na a consigliere di amministrazione dell'A-NAS di Gaetano Morazzoni, componente,ripeto, anche del consiglio di amministrazio-ne della «Serenissima» . Del resto, la serie d ifavori concessi alla «Serenissima» balza agliocchi dalla lettura degli atti e dei documenti :variante e perizie tecniche suppletive in or-dine alla terza corsia della Brescia-Padova(tra l'altro anche questa sotto inchiesta) :approvazione della bretella Brescia est, inse-rita in un piano di sviluppo per 1 .200 miliar-di, che è per altro solo sulla carta perché n éil ministro del tesoro né quello del bilanciohanno mai firmato un simile piano aggiun-tivo finanziario. Si finge invece che l'oper asia stata approvata, che l'impatto ambienta-le sia stato valutato, che il piano sia legitti-mo, che la concessione sia stata prorogata .In realtà, in molti casi si tratta soltanto d ichiacchiere e di effetti-annuncio che creano ,però, fenomeni di distorsione per cui ad unaproroga ne segue un'altra e si incrementa i ntal modo un sistema clientelare di richiestee di pressioni nel quale il primo a trovarsi indifficoltà è proprio il ministro dei lavor ipubblici.

Da quanto si legge dai giornali, infatti, i lministro riceve ogni giorno decine di dele-gazioni, in genere guidate da qualche depu-tato, che chiedono la costruzione di unastrada, l'ampliamento di una bretella, unintervento urgente, il finanziamento di ope-re non previste nel piano triennale e così via .Penso, ad esempio, alla nuova San Vitale aLugo, dove abito io, che rappresenta un avera e propria provocazione . Deputati del-l'opposizione e della maggioranza si sonorecati in pellegrinaggio dal ministro e sonostati da lui rassicurati . Ho già avuto mododi dichiarare che, nell'ipotesi in cui i respon-

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sabili osassero finanziare tale opera, ricorre -remo sicuramente alla magistratura, trattan-dosi di un'iniziativa non ricompresa nel pia -

no triennale e, quindi, non suscettibile difinanziamento .

Siamo in presenza di un complesso siste-ma clientelare e discrezionale dal quale de-riva come principale effetto la difficoltà diavviare un dibattito serio sul futuro de itrasporti nel nostro paese . Se si considerano ,infatti, i sistemi di appalto ormai consolida-tisi, diventa difficile per i verdi condurre unabattaglia di opposizione . Accade spesso, peresempio, che, mentre sto dedicando la mi aattenzione alle irregolarità riscontrate in ri-ferimento ad una determinata opera, scopr ache solo due ore prima ne è stata appaltat aun'altra della quale non mi ero affatto occu-pata giacchè la sua realizzazione non eraprevista. Sono questi i risultati determinatidal sistema discrezionale di scelta! In sostan-za, non è nemmeno chiaro cosa debba esse -re realizzato !

In tale contesto, non ci viene consentita lapossibilità di svolgere un dibattito serio ecredibile sul futuro della nostra viabilità ,compresa quella stradale. Il ministro, peral-tro, non favorisce affatto la sicurezza sullestrade. Ricordo che, ancora prima di assu-mere la titolarità del dicastero dei lavoripubblici, ci informò che la sua Lancia The-ma «soffriva» a non superare la velocità d i110 chilometri orari, tanto che la prim ainiziativa da lui preannunciata fu quella diriportare i limiti di velocità ai precedentilivelli . I limiti di velocità, in realtà, sono statiricompresi in un massimo di 130 chilometriorari; ho l'impressione, tuttavia, che il nu-mero dei morti sulle strade — mi riferisconon solo a quelli del sabato sera — rappre-senti l'effetto di notevoli errori commessi aivari livelli di responsabilità .

Un ulteriore esempio che va senz'altrocitato in ordine al problema della sicurezz ariguarda l'autostrada Torino-Savona. Consi-dero inaccettabile che il ministro, nel cors odegli ultimi anni, abbia impegnato i fondipassati, presenti e futuri (in particolare, h autilizzato tutti i residui ANAS, nonché i fond iper gli anni correnti e quelli previsti fino a l1995), senza destinare alcunché alla Torino -Savona che. nonostante fosse stata ricom-

presa tra le opere previste per le «Colombia -di», continua a rappresentare un'arteriastradale a grosso rischio . Si tratta di un'au-tostrada, se così si può definire, a tre corsi ecomplessive, sulla quale si registra un alt olivello di mortalità e di incidenti . È facil ecomprendere, infatti, che quando si consen-te l'utilizzazione alternata della corsia cen-trale per il sorpasso in entrambi i sensi d imarcia, il livello di mortalità è elevato, cos ìcome del resto dimostrano chiaramente idati relativi .

Sta di fatto che, anche nelle ipotesi in cu ila sicurezza stradale sia fortemente minac-ciata, il ministro dei lavori pubblici no ninterviene, preferendo piuttosto promuove -re decine di appalti inutili, indetti al soloscopo di favorire determinate imprese e larealizzazione di nuovi lotti che creerannonuova ed inutile domanda, incrementand ola progressiva distruzione del territorio .

Vorrei utilizzare pochi minuti di quelli amia disposizione per accennare alla questio-ne della casa, in riferimento alla quale si èregistrata una gestione assolutamente arro-gante da parte del ministro dei lavori pub-blici. Il ministro ha presentato un piano (che— fortunatamente! — il Parlamento ha boc-ciato) volto a favorire la realizzazione di 50mila nuovi alloggi, per complessivi 8 milamiliardi, da affidare con sistemi di trattativ aprivata o similari (non ricordo con esattezza ,dal momento che la vicenda risale a circ adue anni fa). Era stato previsto comunqu eun meccanismo particolare in virtù del qua-le, per esempio, se il comune non avess eprovveduto a concedere le opere in appaltoentro tre mesi, sarebbe intervenuta la regio-ne, in deroga a tutti i piani regolatori ed all enorme sulla tutela delle aree agricole .

Tale piano è stato bocciato dal Parlamen-to. La Commissione ambiente, dal cantosuo, ha continuato a lavorare per predispor-re un piano di edilizia residenziale credibile ,che prevedesse adeguati criteri volti a favo-rire l'affitto delle case da un lato e, dall'altro ,il recupero dei centri storici, con la possibi-lità di realizzare opere solo laddove fossenecessario .

Nel momento in cui tale piano è statoapprovato dalla Camera, il ministro Prandin iha esonerato dalle sue funzioni un sottose-

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gretario, al quale era stato precedentementeaffidato il provvedimento, ed ha messo tutt ii bastoni possibili tra le ruote per evitarnel'approvazione, motivando tale posizionecon il fatto che il piano non era quello«suo». Mi pare, tuttavia, che nelle ultim eore sia intervenuta l'approvazione di taleprovvedimento anche nell'altro ramo de lParlamento .

In definitiva, anche nell'occasione in cu iil piano del ministro è stato bocciato e ne èstato approvato un altro sul quale si è regi-strato il consenso del Parlamento, il ministr odei lavori pubblici ha dichiarato in mod oarrogante che, non essendo questo il su opiano, avrebbe fatto di tutto per impedirnel'approvazione, tanto da aver deciso di eso-nerare dalle sue funzioni specificamente ri-ferite al provvedimento il sottosegretariosocialista per i lavori pubblici, onorevol eFerrarini .

Un altro capitolo che ha molte connessio-ni con la materia ambientale è quello relati-vo alla legge di difesa del suolo . Al riguardovorrei precisare all'onorevole Botta che h arecentemente difeso in aula — peraltro ma-lamente — il ministro dei lavori pubblicidalle accuse dei verdi, attribuendogli il me-rito dell'approvazione di importanti leggi ,tra le quali quella sulla difesa del suolo (i nquell'occasione non ebbi modo di replicaree quindi lo faccio ora), che la legge inquestione e stata approvata prima che ilsenatore Prandini diventasse ministro deilavori pubblici .

FRANCO PIRO . Chi era ministro allora ?

ANNA DONATI. Era Ferri! (Commenti deldeputato Massimo Serafini) .

PRESIDENTE. Onorevole Donati, vorre iavvertirla che ha disposizione ancora treminuti .

ANNA DONATI. La ringrazio, signor Presi-dente. Diversamente, dunque, da quantodichiarato dal collega Botta, il ministr oPrandini si è occupato ben poco di quell alegge .

Vi sono infine alcune inadempienze chesuccessivamente altri colleghi del mio grup -

po (il collega Ronchi, ad esempio) segnale -ranno, le quali dimostrano lo scarso interes-se del ministro in relazione a questa legge

estremamente importante sulla difesa de lsuolo, per evitare che una qualsiasi pioggiaprovochi frane e dissesti ulteriormente ilnostro territorio.

In materia interverrà con più precisione i l

collega Cederna ; io ribadisco che si tratta d iuna legge che consente interventi organiciper la sicurezza del nostro territorio, e sullaquale il ministro Prandini non ha affatt osprecato le proprie energie.

Concludo dunque il mio intervento invi-tando i colleghi (ovviamente lo abbiamo giàfatto in altre sedi) a votare a favore dellamozione di sfiducia presentata nei confrontidel ministro dei lavori pubblici . Preciso chele motivazioni contenute in tale mozionesono non solo documentate, ma in grado d idimostrare chiaramente l'esistenza di unconnubio strettissimo tra affari e politica etra una gestione non trasparente del Mini-stero dei lavori pubblici e quella dell'ANAS .

Sarebbe stato interessante, se avessi avut opiù tempo a disposizione, ricordare all'As-semblea che permane la situazione d'urgen-za per quanto riguarda il settore delle car-ceri. Avrei, infine, potuto ricordare l agestione complessiva degli affari portuali ,cioe l'elenco di tutti gli appalti gestiti da lministro dei lavori pubblici con procedurad'urgenza, a trattativa privata, determinan-do un impegno superiore a quei 15 mil amiliardi che sostengo egli abbia affidato indue anni, sempre a trattativa privata, soltan-to nel settore della viabilità .

Credo che ciascuno dovrebbe fare unesame di coscienza in quest'aula e deciderese voglia o meno continuare a sostenere unministro che evade le leggi (come sostiene ecome ha dimostrato la Corte dei conti), chefavorisce un rapporto stretto tra affari e

politica, dimenticando continuamente l'in-teresse pubblico, cioè l'unico motivo ragio-nevole e credibile per cui un ministro rico-pre il proprio incarico (Applausi de ideputati dei gruppi verde e comunista -PDS) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Botta. Ne ha facoltà .

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GIUSEPPE BOTTA . Signor Presidente, ono-revole ministro, onorevoli colleghi, le tema-tiche sottese alla mozione in discussion e

riguardano uno dei «luoghi» più critici del -

l'assetto istituzionale del nostro ordinamen-to ormai da numerosi anni; quello rappre-sentato cioè, dalle forme, appunto

istituzionali, deputate a dare risposte fonda-mentali per la società (assetto del territorioe casa, soprattutto) e nei cui confronti s icanalizza una domanda sociale di incredibil idimensioni e di una qualità estremamentediversificata .

È sotto gli occhi di tutti come questoprofilo dell'ordinamento (e quindi i soggettiistituzionali che lo animano : Parlamento ,Governo, regioni, enti locali e sistema dell eimprese) si trovi ormai da più di venti ann iin uno stato di costante indeterminatezza .Da un lato, per le grandi difficoltà di dar eidonea ed efficiente copertura tecnico-am-ministrativa ad una riforma così profond aquale è stata quella delle autonomie regio-nali; dall'altro, per l'affacciarsi in primopiano di problemi nuovi o di diverse dimen-sioni e qualità : ciò ha condotto, con rispett oall'assetto tradizionale che vedeva con chia-rezza convergere la responsabilità politico -istituzionale e la disponibilità piena di com-petenze, sul ministro dei lavori pubblici, a duna «esplosione» di soggetti, poteri e form ecompletamente nuovi .

In materia di assetto del territorio, si è

passati da un'accezione onnicomprensiva,da una soluzione che vedeva quale soggett oprincipale il Ministero dei lavori pubblici ,all'entrata, via via, di nuovi soggetti, dalleregioni, al Ministero della protezione civile ,al Ministero dell'ambiente, al Ministero pe ri problemi delle aree urbane, alle nuoveforme di intervento della protezione civile edambientale, e del FIO . Si è avuta, cioè, un asuccessione che non va certo di per sécolpevolizzata (sarebbe assolutamente fuor i

luogo farlo) ma che sicuramente, per i mod icon cui si è prodotta, non ha mai consentit oche si potesse passare ad un nuovo edordinato assetto dopo aver posto in equili-brio quello precedente .

Si sono così introdotti elementi contrad-dittori, confusi e in qualche modo disartico-lati per il modo stesso con cui, purtroppo,

hanno potuto essere prodotti gli stessi aggiu-stamenti, se non le riforme, nel nuovo con-testo politico-istituzionale: quasi sempre «astrappo», spesso contando quasi unicament esull'elaborazione parlamentare, nell'impos-sibilità di coinvolgere, per quanto necessa-rio, le burocrazie, ad ogni livello, alle pres econ l'enorme crisi determinata dalla circo -stanza per cui ad un paese che chiedev adecisioni programmatiche ed operative po-tevano essere solo fornite risposte in termin iamministrativi tradizionali e, cioè, «cartola-ri» .

Non sembri fuori luogo richiamare per l adiscussione odierna concetti generali qualila crisi della legge nello Stato contempora-neo; in ogni caso, certamente crisi dellalegge e crisi delle burocrazia — crisi orizzon-tali nel nostro ordinamento — hanno gioca-to un ruolo assolutamente determinante nel -

lo stato, per molti aspetti quas iparkinsoniano, in cui, a fronte del cresceredella domanda sociale, si è trovato il Mini-stero dei lavori pubblici, cui spesso son oriferite responsabilità al di sopra delle possi-bilità e nei cui confronti occorrono terapiemolto coraggiose, se possibile anche speri -mentali, e comunque un forte moviment oche riesca ad imprimere gli impulsi necessa-ri a superare gli attuali immobilismi .A tale riguardo desidero manifestare la

convinzione che in questo tormentato con-testo si debba dare atto al ministro Prandinidi aver tentato, con tutti i problemi determi-nati dal momento di svolta, una decisa in -versione di tendenza nell'attività del settore .Ritengo opportuno soffermarmi su talun edelle questioni principali che hanno animat oil quadro cui ci riferiamo, perché il giudiziosul comportamento politico del Governo i nun contesto così travagliato non può pre-scinderne, essendo ad esse riferite le singole

decisioni politiche .Ricordo che l'istituzione delle regioni h a

determinato un progressivo smantellament odegli uffici del genio civile che si occupavan oin sede locale delle opere pubbliche minori esvolgevano soprattutto opera di presidio, di

consiglio e di sostegno nei confronti di co-muni e province . Tale circostanza ha certa-mente causato un calo nel tono delle operepubbliche, generando sensazioni di incertez-

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za e scontento generale a fronte del quale èmancata, soprattutto negli anni '80, quand oera assolutamente indispensabile una ver areazione da parte del ministero stesso . Nonsolo, ma a fronte dei mutamenti in impor-tanti settori amministrativi relativi all'urba-nistica, alle acque infraregionali, alle operepubbliche di interesse regionale, all'ediliziaresidenziale pubblica, ai beni storico-monu-mentali nonché demaniali, alla navigazion ee ai porti, il ministero non ha potuto esser eriorganizzato quale punto forte di riferimen-to dell'attività, per l'impossibilità ad esser eriordinato con metodi adeguati, nel contest odella crisi generale della pubblica ammini-strazione. Ciò appare nelle sue reali dimen-sioni se si considera l'importanza strategic ache può ricoprire la funzione di indirizzo delGoverno nell'assetto del territorio .

Tracciare le linee dell'assetto del territoriovuol dire porre i punti di riferimento di tutt ele attività, pubbliche o private, che provoca-no limitazioni fisiche o d'ambiente o diequilibri territoriali, ai fini di realizzare u nunitario, integrato e coordinato governo de l

territorio stesso . Lo svolgimento di una sif-fatta funzione dovrebbe consentire allo Sta-to di esercitare un ruolo fondamentale perrendere coerenti ed interrelate tutte le pro-grammazioni settoriali di attività che trova-no collocazione o influiscono sul territorio .

All'opposto, a livello centrale si sono an-date via via aggiungendo nel settore le at-tività sia di alcuni ministeri (finanze, tra -sporti, marina mercantile) sia di nuovi centridecisionali quanto agli aspetti finanziari (Mi-nistero del bilancio, creazione del FIO) equanto alle materie che si trovano sull ospartiacque delle competenze, come quelleoriginariamente affidate a commissari go-vernativi per fronteggiare eventi straordi-nari .

Di conseguenza, la necessaria visione uni-taria si è resa pressoché impossibile nelmomento in cui era più indispensabile, i nrelazione al fatto che l'innesco di nuoveesigenze e di nuove problematiche ha trova-to più facile risposta nella creazione di nuov iministeri — protezione civile, ambiente, a -ree urbane — piuttosto che nell'adeguamen-to degli esistenti . Risposta facile, ma soloquanto all'istituzione : si sono infatti create

incredibili difficoltà operative e di coordina -mento .

L'istituzione di nuovi ministeri, comun-que, avrebbe potuto essere molto più effi-ciente qualora fosse avvenuta in un contestonormalizzato. Ma tant'è : forse spesso l'han-no avuta vinta ora le lotte fra burocrazie, ora

la sfiducia nel Governo, ora gli eccessi diideologismo, per altro non esclusivament eda parte di talune forze politiche .

In ordine a ciò non è un caso, allora, chela Corte dei conti denunci la mancanza d iuna visione globale degli interventi sul terri-torio, basata sulla coerente valutazione dell escelte, come causa di effetti devastanti . Edè proprio in questa direzione nuova e stra-tegica che ha tentato di muoversi il ministroPrandini, come può rilevarsi dal documentoinviato il 21 dicembre scorso alla Camera ,che configura il Ministero dei lavori pubblic iquale centro di riferimento in grado di pos-sedere una visione di insieme delle proble-matiche giuridiche e tecniche .Ricordo comunque, al riguardo, com e

significativa sul piano del recupero e dellareazione allo stato delle cose sia la legge sull adifesa del suolo, la cui applicazione ripropo-ne con forza in via generale — e non sol oper quello specifico settore — il problemadella riorganizzazione del Ministero, che èun'indispensabile premessa, secondo la stes-sa Corte dei conti, per il rilancio della poli-tica nazionale delle opere pubbliche e dellagestione del territorio .

Di fronte a questa crisi, più volte rilevat aanche in sede parlamentare e difficilmenterisolvibile in tempi brevi, si è trovato i lministro dei lavori pubblici, che ha tentatodi imprimere una decisa svolta per un a

riqualificazione della politica del settore ,come dimostrano le iniziative assunte a livel-lo amministrativo e legislativo, di cui appar edifficile cogliere la reale portata, perché si è

ormai alla vigilia del termine della legislatur ae, quindi, per l'impossibilità del loro com-pletamento o della valutazione dei loro pi ù

compiuti effetti .La situazione oggettiva al momento del-

l'assunzione del ruolo di ministro da partedel senatore Prandini appariva caratterizza-ta, da un lato, da un forte arretrato infra-strutturale, che si ripercuoteva sulla stessa

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competitività del nostro sistema-paese, e ,dall'altro, dalla difficoltà di utilizzare per i l

recupero di tale arretrato strumenti e formedel passato che l'emergere di nuove esigenz eha reso obsolete o quanto meno inefficaci .Basti pensare al sistema dei pareri che, pe rla tutela della pluralità di interessi pubblic ie collettivi coinvolti nella realizzazione delleopere pubbliche, dovrebbero essere richiest ipreliminarmente ad ogni intervento con u niter particolarmente complesso . Esso peraltro non assicura per i singoli interess icoinvolti garanzie maggiori di quelle offertein un contesto unitario quale quello dell aconferenza dei servizi, nel quale ciascu ntitolare di competenze è chiamato ad assu-mersi la propria responsabilità, nella pi ùpiena trasparenza .

Per quanto riguarda in particolare le cen-sure mosse con la mozione presentata il 1 9dicembre scorso, appare evidente ed è a tuttiben noto che il ministro dei lavori pubblici si ètrovato di fronte ad un enorme arretrato ne lsettore, che si ripercuoteva sensibilmente i ntermini di sicurezza delle strade, anche i nrelazione ai crescenti volumi di traffico . Lerisorse stanziate, già in astratto del tutt oinsufficienti per fronteggiare la domanda dimobilità e di sicurezza, non si traducevan oper altro in effettive realizzazioni per lecarenze nella capacità di spesa che caratteriz-zavano l'attività dell'ANAS, come è eviden-ziato dalla mole notevole di residui passiviche si era accumulata e che la Corte dei cont inon aveva mancato di rilevare . Ciò è tantovero che il Senato, nella risoluzione approva-ta il 16 maggio 1990, aveva fra l'altro invitatoil ministro ad utilizzare «altresì i fondi relativ ia tutti i residui, anche di stanziamento, d iogni capitolo del bilancio dell'ANAS» .

In questo contesto quindi va consideratosenz'altro positivo il riavvio della program-mazione attraverso la presentazione del pia-no triennale 1991-1993 .

Quanto alle critiche sulle scelte di proce-dimento, poi, non si ha motivo di dubitaredi quanto affermato dal ministro nella sualettera del 21 dicembre . Appare accertato,infatti, che l'ANAS, essendo nella necessitàoggettiva di ricorrere alla trattativa privata ,abbia ricercato la trasparenza delle decisionieffettuando indagini esplorative di mercato .

Non possono poi condividersi i rilievi re-lativi alla compatibilità ambientale delle o -pere. Risulta, all'opposto, che tutte le operehanno superato il vaglio della compatibilitàambientale, ai sensi della normativa vigente ,e che il Ministero dell'ambiente ha sempresvolto le sue funzioni avendo particolar eattenzione ai problemi .

Per quanto attiene specificamente al pia -no triennale ANAS 1991-1993, ritengo op-portuno sottolineare alcuni punti . Circa l'af-fermazione relativa alla mancata coerenz acon le indicazioni espresse dalle regioni ,per quanto è di mia conoscenza tali in-dicazioni sono state tenute nella dovutaconsiderazione. Mi rendo conto per altro— ed è una considerazione di caratteregenerale — che in un contesto di program-mazione nazionale non possono essere rac-colte tutte le indicazioni degli enti territorialiperchè funzione specifica dell'ANAS è pro-prio quella di guardare al complesso degliinterventi, da definire secondo i criteri in-dicati dal Parlamento .

D'altronde la legge obbliga l'ANAS a sen-tire le regioni per essere, per quanto possi-bile, confortata nelle scelte definitive cheall'azienda responsabilmente competono intema di grande viabilità . Fra l'altro vi èanche la voce «realizzazioni fuori quota» ,che evidentemente indica alcune linee ch etravalicano le esigenze regionali .

Circa l'asserita mancanza del parere delministro dell'ambiente sul piano triennale ,in assenza di norme specifiche mi sembrache presidio assoluto in materia debba esse -re la normativa sull'impatto ambientale enon solo per le strade, ma per ogni altr aopera pubblica del settore dei trasporti, de ldisinquinamento e — perchè no? — deglielettrodotti (credo che questo sia un proble-ma gravissimo), piuttosto che un interventoconsultivo su un documento generale ch e

potrebbe non essere realizzato . Del resto, lanecessità di valutare la compatibilità am-bientale va considerata in relazione alla sin -gola opera da effettuare e non per un pro-gramma che non ha contenuti immediati su l

piano operativo, ma è sostanzialmente con-siderazione di riconosciuti fabbisogni fraquelli fatti emergere dalla domanda istitu-zionale . Al riguardo, infatti, occorre giunge-

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re ad una disciplina generale della valutazio-ne di impatto ambientale, attraverso il defi-nitivo recepimento della direttiva 337, infase di predisposizione presso la Commissio-ne ambiente. Dalla sua applicazione, oltreche garanzie per l'ambiente, sarà lecito fi-nalmente attendersi, nei casi favorevoli, unalegittimazione piena dell'operato delle am-ministrazioni rispetto ad una situazione ,quale quella attuale, in cui i tempi e i modidell'intervento pubblico sono sempre appe-santiti dai diverbi e dalle critiche .

Quanto alle opere connesse alle «Colom-biadi» (o «Colombiane»), per quanto riguar-da la supposta non coerenza con gli obiettividelle manifestazioni, ricordo che l'individua-zione di un preciso bacino di traffico riferit oa Genova intendeva rispondere all'esigenzadi migliorare, anche nelle regioni limitrofealla Liguria, la grande viabilità d'accesso all asede delle manifestazioni . Ciò per favorir euna, sia pure non completa, razionalizzazio-ne degli itinerari con interventi di infrastrut-turazione che costituiranno patrimonio ag-giuntivo di rilievo permanente, aprescindere quindi dall'occasione specificadelle manifestazioni colombiane .

Per quanto riguarda l'affermazione chemetà delle opere non verrebbero consegnateprima dell'inizio delle manifestazioni, riten-go che la quantificazione sia pessimistica .Comunque il Parlamento ha inteso cautelar-si mediante la previsione di forti penali pe rle imprese ritardatarie, le quali per scongiu-rare tale rischio si saranno certamente at-trezzate. In caso contrario, ne subirannotutte le conseguenze .

Quanto alle questioni in materia di tratta-tiva privata, va detto che non si tratta di unistituto nuovo per il nostro ordinamento ,poiché è regolamentato già da più di unsecolo e previsto dalla stessa legislazionecomunitaria . Tra l'altro comporta una espli-cita e trasparente assunzione di responsabi-lità; e nel caso specifico mi sembra che l afissazione di termini perentori valga di pe rsé a testimoniare l'urgenza, che è uno deipresupposti ordinari per il ricorso a questaprocedura .

Deve valere comunque una considerazio-ne generale, quella dell'effetto dell'arretrat oinfrastrutturale su tutte le occasioni in qual -

che modo eccezionali. Purtroppo — ed èresponsabilità di tutte le forze politiche ,come dobbiamo riconoscere con franchezza— in queste occasioni si cerca di saldare i lpiù possibile le esigenze particolari con quel -le generali, cosa peraltro necessaria per ga-rantire la validità anche successiva degliinterventi. Se si determinano quindi inevita-bili effetti non graditi di congestione, lo s ideve alla impossibilità di una graduale econtinua risposta alle necessità ordinarie ,per la complessiva situazione quasi di stallodelle decisioni amministrative . È veramentedifficile contenere le spinte dell'arretrato ,definendo linee equilibrate non limitate e-sclusivamente alle occasioni eccezionali .Circa infine la lamentata mancanza di

risposta alle numerose richieste della Com-missione ambiente, deve dirsi che l'ANAS ,in linea di massima, ha risposto ; e non vi èdubbio che quanto trasmesso costituisca giàuna buona base per il lavoro parlamentare .Anche se vi sono state e vi sono certamentedifficoltà di assemblaggio, dati provenientidalla periferia sono sempre stati disponibili .In alcuni casi, per mancanza dei dati di unsolo compartimento, non si sono potut etirare le somme a livello nazionale . L'enor-me mole di documenti così ha finito pe rincidere sui tempi di consegna . Al riguardosono certo che sono in corso le attivit àamministrative per il completamento dell araccolta e della trasmissione del materiale .

Mi si dice che la trasmissione riguarderà ,dal settembre 1989 al dicembre 1991, circatrenta voci, con un migliaio di altrettantepagine che dovranno essere trasmesse quan-to prima .

Comunque — ripeto — il materiale è giàa disposizione. Non so da quanti sia stat oconsultato (forse da pochi), ma è tale d arappresentare una buona base per un'inizia-tiva parlamentare, solo che lo si voglia.

Se le considerazioni finora svolte hann oun senso, questo è rappresentato dalla do-verosità del sostegno politico-parlamentareal ministro Prandini, al quale mi sento diesprimere piena solidarietà con meditata eferma valutazione, anche oggi, come hofatto in occasione delle critiche infondaterivolte alla persona, nel contesto della com-plessa questione di Ancona. Ed è con questo

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convincimento che voterò contro la mozio-ne oggi in discussione (Applausi dei deputat idel gruppo della DC) .

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'ono-revole Boselli . Ne ha facoltà .

MILVIA BOSELLI . Signor Presidente, ono-revoli colleghi, forse a qualcuno potrà sem-brare inutile l'odierna discussione sulla mo-zione Donati e di altri 113 deputati di varigruppi che l'hanno sottoscritta . Potrà cioèsembrare inutile e tardivo discutere di unamozione che chiede le dimissioni del mini-stro Prandini oggi, dopo che già è statadecretata, anche se fuori dal Parlamento, lamorte del Governo, oggi che ormai tutti iministri sono già con la valigia in mano .Ma non è così. Noi riteniamo che questa

discussione assuma una grande rilevanz aperché è l'ultima occasione che il Parlamen-to ha per fare un bilancio, per formulare u ngiudizio conclusivo, una valutazione davant ial paese dell'operato del ministro Prandini edella sua gestione del Ministero dei lavoripubblici .

Dico subito che il giudizio del grupp ocomunista-PDS è fortemente ed estrema -mente negativo, tale da indurlo a sottoscri-vere una richiesta di dimissioni del senatorePrandini, attraverso, appunto, la presenta-zione della mozione di sfiducia individuale .È un giudizio negativo che abbiamo avutomodo di esprimere più volte in questi armiin Commissione ambiente ed in Assemble aattraverso diversi interventi e con la presen-tazione di mozioni, interpellanze ed interro-gazioni da parte di membri del mio gruppo .È un giudizio che si basa su dati, su fatt idocumentati e concreti, e non su argomen-tazioni fantasiose che possono assumere laconnotazione di una campagna calunniosa edi discredito, come sostiene il ministro nell amemoria a difesa del suo operato, inviata il21 dicembre scorso al Presidente della Ca-mera con la richiesta di pubblicazione .

Ricorderete sicuramente, onorevoli colle-ghi, che il ministro Prandini — assent edurante la discussione in aula dell'articolo10 e della tabella n . 9 della legge di bilancioriferita al suo ministero (18 dicembre 1991 )— aveva annunciato il giorno dopo l'impe-

gno ad intervenire durante la discussion edell'articolo 2 della legge finanziaria . Ma ilvoto di fiducia posto dal Governo ha tolto l aparola anche al ministro Prandini, al qual enon è rimasto che inviare per iscritto il suointervento. Ed è a questo, ai punti ed all einformazioni in esso contenuti che farò oggiriferimento per dimostrare, in particolare ,come gran parte delle affermazioni fatte periscritto dal ministro Prandini non corrispon-dano a verità e come siano smentite da ifatti .

Ricorderete, onorevoli colleghi, che il se-natore Prandini approda al Ministero de ilavori pubblici nel luglio del 1989, dopoessersi conquistato, a capo del dicasterodella marina mercantile, una fama di mini-stro duro e decisionista. Arrivato al Ministe-ro dei lavori pubblici, assume la paternità d iun pacchetto di proposte ministeriali ch epresenta alla Camera chiedendone l'appro-vazione . Evidentemente considera così esau-rito il suo ruolo in Parlamento . Sarà infattiil ministro dei lavori pubblici più assentedalle aule parlamentari che io ricordi nellamia esperienza di deputato . E badatebene — ho avuto a che fare con ministricome Nicolazzi e De Rose, che non scherza-vano quanto ad assenza dai dibattiti e dallaelaborazione delle leggi! Eppure, il ministroPrandini è stato presente ancora meno de isuoi predecessori .

A pagina 2 della sua memoria, il senatore

Prandini afferma testualmente : «Ho messoin moto un complesso programma di rifor-me, ponendomi alcuni obiettivi di fondo :attuare il riordino del ministero e una poli-tica per la casa organica e unitaria, dareattuazione alla legge n . 183 sulla difesa de lsuolo, rilanciare la politica infrastrutturale» .Il ministro aggiunge: «Rivendico un metodonuovo nella conduzione del ministero, taleda consentire di ritenere definitivament e

conclusa quella stagione, successiva al de-centramento regionale, che ha dato luogo aduna fase istituzionale confusa, contrassegna-ta da una pluralità di centri di spesa, spess ointerferenti tra loro» .

Qual è il nuovo metodo che il ministroPrandini rivendica in relazione alla gestione

dei lavori pubblici? Si tratta della tendenz aalla centralizzazione e alla riappropriazione

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di poteri e competenze attraverso la prassidell'emergenza, della eccezionalità e delladeroga, con la sottrazione di competenze giàattribuite alle autonomie locali con il decret odel Presidente della Repubblica n . 616 del1977, con il quale si è realizzata una primafase di decentramento di competenze dalMinistero dei lavori pubblici alle regioni e a icomuni (fase che il ministro Prandini hadefinito istituzionalmente confusa) .

Il decentramento avrebbe dovuto comple-tarsi con il superamento dell' attuale organiz-zazione del dicastero e con la sua riorganiz-zazione per grandi settori di intervento, co ncarattere prevalentemente di programma-zione, soprattutto per quanto riguarda i

settori di competenza delle regioni . Il nostrogruppo ha proposto più volte di proseguiresu questa strada, dando vita ad un unicodipartimento dell'ambiente e del territorio .Ma il decentramento, in realtà, non è stat ovoluto e non si è mai realizzato, e la riorga-nizzazione del ministero, anzichè essere por -tata avanti, è stata osteggiata .

Che cosa ha prodotto il nuovo metodo diaccentramento, di sottrazione di competen-ze alle regioni, di riappropriazione di poterie competenze da parte del ministero? Vogliorichiamare le parole usate dalla Corte deiconti nella relazione sul rendiconto finanzia -rio del 1989, che sono state confermate inquella sul rendiconto del 1990, recentemen-te pubblicato .

La Corte dei conti afferma : «È mancatauna visione globale degli interventi sul terri-torio basata sulla corretta valutazione dell epriorità e sulla coerente armonizzazione del -le scelte nell'ambito di un quadro di riferi-mento complessivo. Importanti strumentiprogrammatici per avviare un processo d irazionalizzazione e integrazione delle grand iinfrastrutture del paese sono rimasti prati-camente inattuati (piano generale dei tra-sporti) o bruscamente interrotti nella faseiniziale (piano decennale della grande viabi-lità)» .

Ancora si legge: «Il permanere di difficolt àdi gestione delle procedure degli appalt iproduce una fuga dalle regole, una ricerc asistematica della eccezionalità, che si riflettenella incessante emanazione di norme d iaccelerazione di procedimenti e nella molti -

plicazione dei centri di spesa, per poi appro-dare sempre più spesso alle ordinanze inderoga a qualsiasi contraria norma, compre -se quelle di contabilità generale dello Stato .Non è un caso, quindi, che negli ultimi ann ialle politiche di settore basate sulla indivi-duazione preventiva dei fabbisogni, sulla

valutazione delle priorità, sulla effettuazionedelle scelte e sulla destinazione delle risorsesi sia sostituita una molteplicità di emergen-ze, collegate talora a fatti imprevedibili (e -venti sismici, calamità naturali), ma spessoriferite a circostanze di altra natura, dovel'urgenza non può certamente dirsi soprav-venuta». Basti pensare, onorevoli colleghi ,alle infrastrutture per «Italia 90», alle oper econnesse con le celebrazioni colombiane del1992, all'emergenza casa ed all'emergenz a

delle grandi aree metropolitane, per finirecon la recente emergenza idrica su tutto ilterritorio nazionale .

Questo nuovo metodo ha prodotto ineffi-cienza e lentezza dell'intervento pubblico ,con il conseguente accumulo, nel corso deglianni, di una ingente massa di residui passivi .«Non siamo più la fabbrica dei residui pas-sivi», afferma perentorio il ministro nella su amemoria del 21 dicembre; ma la Corte de iconti non la pensa allo stesso modo, e nellarelazione per l'esercizio finanziario 1990 ,alla pagina 501, evindenzia come i residui

passivi, che pure hanno avuto una diminu-zione, siano sempre molto consistenti . LaCorte dei conti (cito testualmente) parla di«un insufficiente tasso complessivo di smal-timento dei residui, che supera appena il 20per cento, e ciò in quanto all'utilizzazione d iquote anche cospicue di residui di stanzia-mento, provenienti da esercizi precedenti, fa

riscontro una strutturale rigidità della spesa

in conto competenza, con conseguente ac-cumulo di consistenti residui di nuova for-mazione» . La Corte dei conti riferisce inoltre

che nel 1990 sono stati accumulati 1 .313,8miliardi, rispetto agli 878 provenienti daesercizi precedenti .Tutto questo ha prodotto la mancata rea-

lizzazione di programmi indispensabili per i lterritorio, anche quelli già inclusi in leggiapprovate. Vediamo nel dettaglio — anchese in modo schematico, per motivi di tempo— le varie competenze del ministro Prandi-

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ni, come egli si sia adoperato (come scrivenella memoria), come abbia promosso que-sto piano di riforme nei vari settori .

Il primo settore sul quale intendo breve -mente soffermarmi è quello dell'ediliziapubblica ed abitativa. In esso si è prodott ain questi due anni una paralisi legislativ a(faccio riferimento al piano triennale dellacasa, alla riforma degli IACP, alla riform adell'equo canone), proprio a causa dell'ini-ziativa del ministro Prandini, che si è con-cretata con la presentazione del disegno d ilegge n. 4828 di accompagnamento all alegge finanziaria per il 1990, con il quale sivoleva realizzare un programma straordina-rio di alloggi in deroga alle competenze delleregioni e dei comuni, alle norme urbanisti -che ed alle procedure previste dalle legg ivigenti .

Vista l'impossibilità di imporre al Parla -mento tale provvedimento, il ministro Pran-dini sospese la sede legislativa . È bene chece lo ricordiamo; e mi rivolgo all'onorevoleBotta, che nel suo intervento ha difeso l'o-perato di questo ministro, la sua azione e dil suo contributo all'approvazione — speria-mo — di alcune leggi nel settore . Dicevo cheil ministro Prandini sospese la sede legislati-va per l'esame delle proposte di legge con-cernenti il piano triennale per l'edilizia pub-blica, e la concesse solo dopo una vera epropria sollevazione dell'intera Commissio-ne ambiente, territorio e lavori pubblici dell aCamera, con aspri conflitti anche all'intern odella stessa maggioranza . A tale riguardovoglio ricordare (mi pare che già l'onorevoleDonati l'abbia fatto) le prese di posizione de lsottosegretario Ferrarini . Una volta conces-sa la sede legislativa, il ministro Prandin icontinuerà ad ostacolare anche al Senatol'iter della legge, sollevando la questionedella mancanza di copertura finanziaria . Esperiamo (so che il Senato sta per approvar-la e quindi è probabile che sia trasmessa allaCamera in settimana) di riuscire a conclu-derne l'iter .

Per quanto riguarda la riforma dell'equocanone (di cui il ministro Prandini parlamolto nella sua memoria del 21 dicembre)e l'attivazione del fondo sociale, gravi son ole responsabilità del ministro per aver bloc-cato al Senato l'iter del provvedimento. Sot-

tolineo — come ho già avuto modo di ricor-dare in quest'aula (ma il ministro era assen-te) durante la dicussione dei bilancio, eprecisamente durante l'esame della tabellan. 9 - che per il fondo sociale (sbandieratodal ministro come misura idonea a riforma-re l'equo canone) è stato previsto nella legg efinanziaria uno stanziamento di ben 2 mi-liardi l'anno per il triennio . Anche a taleriguardo, il collega Botta era intervenuto pe rdenunciare l'esiguità (se tale si può definire )di questo stanziamento .Per quanto concerne la riforma degli

IACP, all'attenzione della competente Com-missione della Camera, il ministro ha tentatodi vanificare ogni processo di riforma intro-ducendo l'articolo 24 nel provvedimento diaccompagnamento alla legge finanziaria re-cante disposizioni in materia di finanza pub-blica, disposizioni fortunatamente correttealmeno in parte dalle Camere (altrimenti ,della riforma degli IACP non vi sarebbe statopiù bisogno!) .

E ancora, il ministro Prandini afferm anella sua memoria: «La mia gestione è stat aincentrata sul processo di armonizzazion edella legislazione italiana alla direttiva co-munitaria». La novità, onorevoli colleghi, èche le norme generali in materia di oper epubbliche collegate alla direttiva comunita-ria n. 440 e già approvate dal Senato sonobloccate perché il ministro tenta di inserir enel provvedimento norme per i subappalt i(materia in realtà ad esso estranea) perscardinare e sopprimere le norme contenutenella legge n . 55 che disciplina, appunto, i lsubappalto .

Per quanto riguarda poi l'attuazione dellalegge n. 183, di cui parlava anche il collegaBotta (che assieme a me e ad altri colleghiha avuto il merito di aver contribuito all'e-laborazione e all'approvazione di tale legge) ,il ministro Prandini, respingendo quelle chelui definisce critiche generiche, immotivatee non corrispondenti alla realtà (e penso ch esi riferisca al mio intervento in aula del 1 8dicembre e agli interventi miei e a quelli de lcollega Serafini e di altri svolti in precedenz ain seno alla Commissione ambiente durant el'esame della legge finanziaria 1992 e delbilancio, quando il ministro era, come a lsolito, assente), giustifica il ritardo e la len-

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tezza nell'applicazione della legge con lacomplessità delle norme contenute nell astessa .

Certo, nessuno meglio di me e degli altr icolleghi presenti che hanno contribuito atti-vamente (io l'ho fatto per sette anni, alcunianche per più tempo) alla travagliata appro-vazione di quest'importante e innovativalegge di riforma ambientale e istituzionale sache i tempi per l'attuazione non possonoessere brevi, soprattutto per l'approccio di-verso e nuovo ai problemi della difesa delsuolo introdotto dalla legge in questione . Sitratta di una normativa che riguarda l'uso ela gestione delle acque e della terra e no nsolo delle opere pubbliche . Bisogna peròdire la verità. Le autorità di bacino comin-ciano a muoversi solo in questi mesi, dopopiù di due anni, e spesso lo fanno ancor aseguendo modelli vecchi : cementificazione ,canalizzazione, sponde, seguendo cioè i lvecchio metodo delle opere e non quell odella gestione delle acque e della terra . E iservizi tecnici nazionali, che sono indispen-sabili per la conoscenza del territorio e quin-di per una corretta programmazione degliinterventi, non sono stati ancora né poten-ziati di mezzi e di personale (pensiamo sol oche in alcuni casi mancano persino le sedi )né ripensati secondo la nuova cultura degliinterventi introdotta con la legge n. 183 .E ancora, onorevole ministro : i ritardi

attuativi — noi abbiamo avuto in Commis-sione audizioni interessanti di alcuni segre-tari delle principali autorità di bacino diinteresse nazionale — derivano in gran parteanche da problemi finanziari .

Qui sono chiare le responsabilità gravi de lGoverno e sue personali, signor ministro ,perché i fondi disponibili in base alla leggen. 183 del 1989 — che erano già insufficient iper una seria politica di difesa del suolo i nun paese come il nostro, dove bastano pochegocce di pioggia più abbondanti del solit oper procurare lutti e danni pesanti al terri-torio, alle opere pubbliche, all'industria, al -l'agricoltura, allo stesso patrimonio dei beniculturali, come si è verificato puntualment eanche lo scorso anno nei mesi di ottobre edi novembre sono stati di anno in annorimodulati e cioè tagliati .

Erano 2 .487 i miliardi per il triennio 1989 -

1991, approvati con la legge n . 183, quandolei è arrivato al Ministero dei lavori pubblici :ebbene, questi 2.487 miliardi sono stati dianno in anno, come ho detto, tagliati . Con lalegge finanziaria per il 1990 — lei era ovvia -mente già ministro dei lavori pubblici —sono stati tagliati 300 miliardi per il 1990 e300 miliardi per il 1991, spostati in avanti ne l1992 . Poi, con la legge finanziaria per il 199 1sono stati tagliati i fondi per il 1991 (40 0miliardi), che sono stati spostati in avanti ,nel 1993 . Con la legge finanziaria per il 1992sono stati tagliati i fondi del 1992 (35 0miliardi) e del 1993 (100 miliardi), che son ostati spostati in avanti, nel 1994 . E così via .

In questo modo la dotazione di una legg etanto importante per la difesa del nostr oterritorio è stata di 245 miliardi nel 1990, d i300 miliardi nel 1991, di 250 nel 1992, d i300 nel 1993 ; 450 miliardi sono destinati al1994, ma chissà quali disposizioni le prossi-me leggi finanziarie potranno recare. Spe-riamo che nella prossima legislatura ci sianoaltri governi ed altri ministri !

Questi sono stati gli stanziamenti finanzia-ri con i quali si sono trovate ad operare tutt ele autorità di bacino nazionali e regionali de lnostro territorio; 300 miliardi nel 1991 : lalegge n. 183 del 1989 ne stanziava mille! M aattenzione, colleghi, non è finita : una partedei finanziamenti è stata utilizzata di ann oin anno per interventi urgenti in aree cala-mitate . C'è stato quindi un trasferiment odagli interventi di programmazione e d iprevenzione, secondo il disposto della leggen. 183, agli interventi di riparazione per lecalamità naturali che, in mancanza di un aseria prevenzione, non si possono neppur epiù definire in tal modo. Sono ormai avve-nimenti normali che si verificano per l'ine-sistenza di una politica di difesa del suolo .

Nel 1990 sono stati quindi sottratti 150miliardi per tali interventi urgenti e anchequest'anno il decreto per fronteggiare l eultime calamità vorrebbe sottrarne altri 5 0alla difesa del suolo e, quindi, ai fondi stan-ziati dalla legge n. 183 .

Questi sono dati concreti e documentatiche dimostrano il suo mancato interventonell'attuazione di una normativa così impor -tante e testimoniano, anzi, il suo disinteresseper una politica seria e nuova del suolo .

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Come dicevo, avviene continuamente chevengano sottratti fondi alla prevenzione pe r

destinarli alla riparazione, perché nuovi dis-sesti e calamità si verificano puntualment e

ogni anno .Per rimanere in tema di acque, onorevol e

ministro, ho trovato incredibile il suo riferi-mento, contenuto nella memoria del 2 1dicembre, al disegno di legge collegato all alegge n. 183 in materia di risorse idriche . Neparla come se il merito dell'approvazione ,avvenuta per il momento solo alla Camera— e temo che non si farà a tempo adapprovarlo anche al Senato —, di tale prov-vedimento sia suo, della sua azione, del su ointervento, del contributo da lei dato allavoro delle competenti Commissioni sia all a

Camera sia al Senato .E' bene si sappia, invece, onorevoli colle-

ghi, che in tema di risorse idriche il ministroPrandini presentò un disegno di legge diaccompagnamento alla legge finanziaria peril 1990 che stanziava circa 2 mila miliard iper grandi opere di adduzione e di trasferi-mento di acqua. Quindi, quella misura ri-guardava gli acquedotti, le grandi intercon-nessioni con un impatto negativo pe rl'ambiente e un evidente squilibrio dell'eco -sistema idrico. La Commissione ambientedella Camera, partendo da quel disegno dilegge che prevedeva ingenti spese per grand iopere, elaborò un testo organico di tutel adelle risorse idriche che contiene punti im-portanti e qualificanti per la difesa dell erisorse idriche stesse . Esso si propone direndere pubbliche tutte le acque superficialie sotterranee ; di stabilire l'uso prioritari odelle acque destinate al consumo umano; diprevedere un uso delle acque compatibilecon la salvaguardia dell'ambiente e dellerisorse idriche ; di superare le polverizzazionidelle gestioni attuali, creando quindi u nciclo unitario del servizio idrico in ambit iottimali; di risparmiare l'acqua, risorsa im-portantissima e sempre più scarsa ; di riuti-

lizzare le acque reflue e così via .Mentre la Commissione lavorava alacre-

mente — e se ne deve dare atto al president eBotta —, con la legge finanziaria per il 199 1il Governo di cui lei fa parte, ministro Pran-dini (mi pare, quindi, che lei non fosse pi ùinteressato al provvedimento la cui imposta -

zione era profondamente cambiata), tagliòlo stanziamento di 2 mila miliardi preceden-temente previsto . Di conseguenza, il test oall'esame del Senato sulla tutela della risors aidrica è privo dei finanziamenti previsti dallalegge di accompagnamento della legge fi-nanziaria per il 1990 .

Come si vede, quindi, lei non solo non h amesso in moto, come afferma invece nellasua memoria, alcun programma di riformené nel campo dell'edilizia abitativa, né ne isettori dell'equo canone, delle risorse idri-che, delle opere pubbliche ma, anzi, lei haostacolato l'attività delle Commissioni chefaticosamente e con grande difficoltà hann oelaborato i provvedimenti cui ho fatto rife-rimento .

Vi è invece un campo in cui il ministro s iè particolarmente distinto ed è stato parti-colarmente attivo, un settore in cui ha dimo-strato, insieme con i suoi uffici, grandecapacità, grande efficienza e solerzia e dove ,forse, ha veramente introdotto il nuovo me-todo nella conduzione del suo dicastero dicui parlava, superando probabilmente an-che i suoi predecessori: mi riferisco al setto -re della grande viabilità, delle grandi oper epubbliche . Infatti, per le piccole opere eglisi è comportato diversamente . Faccio unesempio riguardante la mia città : il ministrosi era impegnato pubblicamente in televisio-ne, due anni fa, a portare avanti un'operamolto attesa dalla città di Padova da decen-ni, vale a dire il nuovo ponte sul Brenta .Aveva assicurato che l'opera sarebbe inizia-ta al più presto e, anzi, aveva accusat ol'allora sindaco del comune di Cadoneghe d iaver portato avanti nei suoi confronti unapolemica ingiusta dal momento che i lavor istavano per cominciare . Ebbene, a due anniesatti da quelle affermazioni, i lavori nonsono ancora partiti .

Nel settore della viabilità, con la propost adel terzo piano triennale attuativo, le priori-tà del piano decennale sono state cancellatee sostituite da inammissibili interventi auto -stradali o da loro concentrazioni territorial iper una previsione di spesa di ben 24 milamiliardi, poi aumentati — come rileva lastessa Corte dei conti nella sua interessant erelazione — a 27 mila miliardi. A questoproposito, per rispondere anche all'onorvvo-

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le Botta, voglio ricordare che la Corte de iconti, in relazione all'approvazione di que-sto terzo stralcio del piano, ha rilevato cheil Ministero dell'ambiente ha sollevato for-male conflitto di competenze con il Ministe-ro dei lavori pubblici .

Per gli interventi di Italia '90 e, soprattut-to, per le manifestazioni colombiane, pro-grammati con colpevole ritardo da parte de lGoverno, l'eccezionalità e la deroga si son oulteriormente accentuate a danno della tra-sparenza e della correttezza amministrativ ae giuridica, con risultati disastrosi per l aqualità dell'opera . Lo ha già ricordato l'ono-revole Donati, quindi io mi limito ad unbreve accenno, ma voglio porre in evidenzache nel 1991 il 42 per cento degli appalt iANAS sono stati affidati a trattativa privat asenza motivi di urgenza .

Consiglio a tutti i colleghi di leggere l arelazione della Corte dei conti per l'esercizi ofinanziario 1990, richiamata già nell'inter-vento della collega Donati, nella quale s iafferma in modo chiaro che «Il rilanci odell'attività ordinaria dell'ANAS» — che ilministro Prandini presiede «richiama ine-vitabilmente l'attenzione su alcuni fenomen idistorsivi, soprattutto con riferimento alletendenze dell'azienda a forzare i meccani-smi procedimentali della legislazione nazio-nale e comunitaria» (altro che processo d iarmonizzazione con le direttive comunita-rie!) «sulle opere pubbliche e ad utilizzare inmodo improprio strumenti eccezionali qualile ordinanze del ministro per il coordina-mento della protezione civile» .

«Nelle relazioni dell'ultimo triennio» — èsempre la Corte dei conti che parla — «sipuò cogliere una sorta di escalation de lfenomeno, che si manifesta attraverso l aconcessione all'ANAS, su sua richiesta, diprocedure in deroga ad ogni contraria nor-ma, ivi comprese quelle di contabilità gene-rale dello Stato, per l'esecuzione di opereurgenti di cui si afferma, spesso in mod oapodittico, la pericolosità per la pubblica eprivata incolumità». E ancora: «Le più evi -denti anomalie sono costituite dal fatto chegli interventi appaiono del tutto avulsi da uncontesto generale di eventi calamitosi e ca-tastrofici tali da integrare il concetto d iemergenza. E, inoltre, i lavori non vengono

finanziati a carico del fondo per la protezio-ne civile, ma sugli ordinari stanziamenti dibilancio dell'azienda» . Seguono alcuni esem-pi, cui faceva riferimento anche l'onorevoleDonati, relativi ai compartimenti di Napoli ,Potenza, Rieti, Lecco .

La relazione della Corte dei conti afferma ,inoltre, che i casi descritti, «pur diversi nell eloro rispettive configurazioni, sono contrad-distinti da una comune connotazione, che èquella del sostanziale snaturamento de lruolo del dipartimento della protezion ecivile, che finisce con il certificare emergen-ze per conto terzi senza svolgere alcunafunzione diretta né sotto il profilo delcoordinamento degli interventi né sotto i lprofilo del loro finanziamento e, per altr overso, denotano il progressivo espandersidel fenomeno, anche con riferimento adopere di notevole ampiezza e di rilevant eentità finanziaria, sulla base di motivazionisempre più generiche che lasciano traspari -re, talvolta in modo evidente, l'intento dibypassare la normativa ordinaria e che, perciò stesso, hanno effetti destabilizzanti neiconfronti dell'ordinamento». È questo, si-gnor Presidente, onorevoli colleghi, il giudi-zio della Corte dei conti !

Nell'avviarmi alla conclusione del mio in-tervento, vorrei dedicare un breve accenno adue questioni che considero particolarmen-te inquietanti . La collega Donati, nel corsodella discussione sulla tabella di bilanci orelativa al Ministero dei lavori pubblici svol-tasi il 18 dicembre scorso, ha dichiarato cheil ministro ha favorito le concessionarie au-tostradali sotto inchiesta . Il riferimento dellacollega Donati era specificamente dedicat oall'autostrada Serenissima .

Onorevoli colleghi, si tratta indubbiamen-te di una vicenda inquietante. Anch'io, in-

sieme ad altri colleghi veneti del mio gruppo(in particolare, all'onorevole Palrnieri), h osollevato questo delicato problema, che vo-glio qui riproporre auspicando che poss aessere fornita una risposta precisa ai nostriinterrogativi . Il sostituto procuratore della

Repubblica di Verona ha rinviato a giudizio45 persone per lo scandalo relativo allacostruzione della terza corsia dell'autostra-da Serenissima. Ricordo che la costruzionedi tale corsia non è ancora conclusa, nono-

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stante fosse stata prevista nell'ambito dell einiziative collegate ai campionati del mond odi calcio del 1990. Ciò ha determinato una

situazione per cui sono saltate le previsioni

relative ai prezzi ed ai tempi . Si continua apagare un prezzo anche in termini di vit e

umane, a causa dei continui incidenti che s iverificano in questo tratto autostradale, fre-quentemente interrotto da lavori in corso ereso ulteriormente pericoloso dalla nebbiache, soprattutto in questo periodo, è persi -stente e fitta . Tra l'altro, mi risulta che nonsia stato corrisposto il pagamento di alcun apenale per i ritardi accumulatisi .

Il sostituto procuratore della Repubblic adi Verona — ripeto — ha rinviato a giudizi o45 persone . L'atto di rinvio a giudizio è statocorredato da ben 11 volumi di documenta-zione predisposti nel corso dell'inchiesta ,iniziata nel 1978 . Il 23 ottobre 1990 si èperfino giunti all'arresto del presidenteGianni Pandolfo, arresto che ha avuto un adurata complessiva di un mese .

Si è parlato di gravi irregolarità negl iappalti, nei lavori di manutenzione, nellacostruzione di aree verdi (definite pertant o«siepi d'oro»), nella fornitura di apparec-chiature varie. Si è anche parlato di tan-genti . Ebbene, dal momento dell'arrestoa tutt'oggi, Pandolfo ha continuato a ri-coprire, onorevoli colleghi, la carica di pre-sidente della poco «serenissima« autostrad ain questione, nonostante le richieste di di -missioni avanzate dal nostro gruppo, at-traverso specifiche interrogazioni parlamen-tari, e formalizzate in appositi ordini delgiorno approvati dai consigli comunali diPadova, Vicenza e Verona. Il ministro Pran-dini, rispondendo alle nostre interrogazioni ,ha sostenuto che tutto l'iter della costruendaterza corsia si è svolto in maniera regolare ,ignorando quanto andava emergendo dal-l'inchiesta giudiziaria e sorvolando sull'ar-resto del presidente Pandolfo e di altre

persone . Il ministro, inoltre, non ha accolt o

la nostra richiesta di avviare un'inchiest a

ministeriale sulla vicenda . A fronte di taleatteggiamento, ci siamo rivolti al President edel Consiglio perché fosse fatta luce s uquesta inquietante vicenda .

L'ultimo punto al quale intendo fare rife-rimento riguarda i piani di ricostruzione, ai

quali il ministro dedica ampio spazio nellasua memoria. Com'è noto, la Commissioneambiente della Camera ha recentementeconcluso un'indagine conoscitiva sui piani diricostruzione postbellica, indagine sviluppa-tasi nel corso di 18 mesi . Il bilancio che neè derivato è che, a quasi cinquant'anni dallafine della guerra, vi sono ancora grand iopere incompiute e realizzate a costi eleva-tissimi, con il riconoscimento di consistentiprivilegi a favore dei concessionari, in parti -colare di uno di essi, cioè l'Adriatica costru-zioni di Longarini ad Ancona .

Dall'indagine conoscitiva sono dunque e-mersi privilegi, illegittimità ed irregolarit àampiamente documentati. La stessa magi-stratura — è bene che i colleghi lo sappiano— sta conducendo specifiche indagini, chenon solo dovrebbero comportare l'obbligo diintervenire per abrogare le leggi ordinarie estraordinarie in materia, ma anche consen-tire di entrare nel merito delle concessioniin corso .

In questa vicenda e nei suoi interventisulla stampa il ministro Prandini si è preoc-cupato principalmente di dimostrare la cor-rettezza del proprio operato e la sua assolut aestraneità ai fatti imputatigli. Ma poi, di

fatto — come sottolineava la collega Donati—, ha favorito gli interessi dei concessionari ,prima stanziando silenziosamente ben 10 3miliardi di lire nel bilancio dei lavori pubblic iper il concessionario di Ancona e poi nonvolendo arrivare alla risoluzione del contrat-to con il concessionario, come noi abbiamochiesto portando puntuali motivazioni e co-me hanno chiesto sia il comune di Anconasia il sottosegretario Ferrarini (questa fors eè la ragione per cui gli è stata tolta la delegadal ministro Prandini) .

Onorevoli colleghi, per tali comportamen-ti, atti e scelte, che ho portato all'attenzion edi quest'Assemblea — come del resto h afatto in precedenza la collega Donati —abbiamo sottoscritto, come gruppo comuni-sta-PDS, la mozione Donati ed altri n. 1 -00580 e vi chiediamo di negare la fiducia a lministro Prandini (Applausi dei deputati de igruppi comunista-PDS e verde) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Piro. Ne ha facoltà .

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FRANCO PIRO . Signor Presidente, onore -voli colleghi, una recente ricerca del CEN-SIS dimostra che il fatturato globale dellacriminalità organizzata si avvicina a quell odella FIAT. Sottolineo che ciò si è verificatoin special modo negli ultimi anni e partico-larmente dopo una notte drammatica nell aquale l'onorevole Forlani (che aveva sosti-tuito il Presidente del Consiglio Cossiga, cheaveva sostituito il Presidente del Consigli oAndreotti) era a cena con la signora That-cher. Mi riferisco alla notte del 23 novembre1980, la notte drammatica di un terremotoche ha lasciato tre bambini di Bacoli moriree che ha visto nel corso degli anni crescereimprese inventate e collegate ; anzi, se voles-si applicare il codice civile, direi che in bas eall'articolo 2359 di tale codice, abbiam oavuto dei politicanti che hanno inventatodegli imprenditori ai quali sono collegati edai quali sono controllati .

Il settore degli appalti pubblici oggi arrivaal 19 per cento del fatturato globale dellacriminalità organizzata . Il «settore dei furti »arriva al 18,8 per cento: naturalmente, inquesto caso c'è una distinzione tra i furti egli appalti pubblici, ma non sempre negliappalti pubblici si può pensare che non c isiano furti . . .! Ma l'accusa più grave è che i lcomplesso del fatturato dovuto alla droga edal riciclaggio del denaro proveniente dallavendita della droga assomma al 20 per centodel fatturato globale della criminalità orga-nizzata.

Non si può certo far carico al ministroPrandini di quanto è avvenuto negli ultimiundici anni . Ed io ho constatato con grand epreoccupazione che alcuni colleghi hannolimitato la portata delle loro accuse ad unamateria che, francamente, è di tipo politico .Per la verità devo dire che mi sono fidato diquesti colleghi, per la simpatia che ho sem-pre nutrito verso le opposizioni e particolar-mente verso l'opposizione verde ; devo peròdire ai colleghi del gruppo verde che m iauguro venga approfondito il complesso de lquadro che emerge, per ottenere una tipo-logia del rapporto tra politica ed affari . Hoil dovere di informare i colleghi Donati eMattioli e tutti quelli che mi ascoltano cheho trovato nelle parole della collega Bosellialcuni riferimenti più puntuali e stringenti ;

mi riferisco, soprattutto, all'indagine giudi-ziaria ricordata, sulla quale, tuttavia, mipaiono francamente relative le responsabili-tà del ministro Prandini . Diversi anni fa ,come è noto, criticavamo quell'impostazio-ne ed affermavamo che certe autostradeerano inutili . Naturalmente, la differenza trai colleghi di opposizione verde e quelli diopposizione responsabile e di governo, comei compagni del PDS e la compagna Boselli ,è che questi non ritengono che tutte l eautostrade siano inutili; vi sono forze inquesto Parlamento che da sempre hann osostenuto che talvolta esistono autostradeche limitano i danni prodotti dall'inquina-mento di altre autostrade .

Si tratta di capire quello che, con riferi-mento a questo atto di accusa nei confrontidel ministro Prandini (che ho sottoscritto —lo ripeto — per la fiducia che nutro ne iconfronti della collega Donati e degli altricolleghi del gruppi verde e comunista-PDS )verrà dal seguito del dibattito, da questapalestra per maratoneti solitari (consideratoche i parlamentari presenti si possono con-tare sulle dita di due mani) . . . Mi è sorto ildubbio che il ministro Prandini debba averequalche merito per trovarsi sul banco degliimputati . . . !

Desidero ricordare ai colleghi del grupp overde, che hanno sollecitato la discussionedella mozione in esame, che quando l'ono-revole Ada Becchi ha richiesto la loro ade-sione alla mozione di sfiducia che stavam opredisponendo insieme nei confronti di u naltro ministro (tanto perché sia chiaro cherispondo solo a me stesso ed ho quindi u ngrande vantaggio ; sono disinteressato rispet-to alle prossime elezioni e lascio a futura

memoria i miei ultimi interventi, con cu iposso dilettare gli ascoltatori di Radio radi -cale ed attirare l'attenzione dei colleghi coni quali voglio mantenermi in buoni rapportiper il futuro), ebbene i colleghi del gruppoverde ci hanno fatto sapere che non inten-devano sottoscrivere quest'ultima mozion e

di sfiducia .Poiché è presente in aula il collega Mat-

tioli, verso il quale ho sempre nutrito grandestima, ho il dovere di segnalargli alcun iarticoli apparsi venerdì, sabato e domenicascorsi su tre quotidiani di Napoli. Si tratta,

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colleghi Mattioli, Donati e Lanzinger, d iRoma, il Giornale e Il Mattino, che ospitan oun violento attacco di un ministro di Napoli

(non dico il nome, per carità di Dio : ma haun doppio cognome!) nei confronti del mi-nistro Prandini. Il Mattino è diretto da un apersona che stimo e conosco, che provienedal '68, Pasquale Nonno, di Forio d'Ischia ,dove mi pare abbiano casa l'onorevole La-briola ed il senatore Covatta . . .

MANFREDO MANFREDI . Io no !

FRANCO PIRO . Lo so, tu sei di Genova, mafaccio nomi a caso ; e dove — dicevo — haavuto uno sviluppo particolare un'impresafondata un tempo dalla Bastogi sulla quale ,signor ministro, le chiedo chiarimenti. Ilnome dell'impresa è ICLA (anzi, ora si chia-ma ICLA-Fondedile). Io sono non un meri-dionalista, ma un meridionale eletto a Bolo-gna e quindi, per così dire, assommo quas itutti i guai dell'umanità, anche perché, pe-raltro, sono socialista dissidente (mi parequindi bene smetterla il prima possibile enon vedo l'ora che la legislatura sia interrot-ta per evitare la fatica che sto facendo didover parlare tutte le volte perché lo sent ocome un mio dovere) .

Questa impresa mi ha querelato — nonc'è niente di male, per carità di Dio, perchéè giusto che si difenda — facendo l'elenc odegli appalti ricevuti . Allora io per non saperné leggere né scrivere — sono solo unprofessore universitario — ho preso la que-rela e l'ho trasformata in un'interpellanzaparlamentare, che ho rivolto a lei, ministroPrandini . Le domando: perché la ICLA, cheha avuto tutti questi appalti, ce l'ha con lei ?La questione mi ha provocato qualche altr ointerrogativo, che sottopongo al colleg aMattioli, il quale durante la fase dei lavoriparlamentari dedicata alla legge finanziariaha avuto un dialogo affettuoso con il mini-stro Cirino Pomicino, con dibattiti in televi-sione: l'opposizione ed il Governo . . .! Sicco-me a Mattioli gli voglio bene — ma vigarantisco che a Pomicino no (diversamen-te, direi proprio il falso) —, ho domandatoalla mia coscienza, avendo sottoscritto un amozione di sfiducia, come mai questa ICLAce l'aveva con lei, signor ministro .

Mi sono risposto : forse avrà ragione ilministro Cirino Pomicino, il quale in pienaCommissione Scàlfaro (ed i colleghi verd isono stati protagonisti di iniziative doveros ein quella Commissione), con riferimento adun signore che si chiama Buonanno, hadetto che ce l'avevano con lui perché era unimprenditore meridionale. In realtà, quandoBuonanno (un farfallone di proporzioni co-lossali: chi lo vede non gli dà neanche quat-tro lire, e invece è diventato un miliardario )fu ascoltato dalla Commissione stragi, tuttii membri della Commissione ebbero da ride-re, perché lui faceva la sceneggiata napole-tana. Diceva: «Che male c'è se so' amico diPomicino?» . E così quest'ultimo, presso lastessa Commissione, ha detto che era u nimprenditore meridionale e che per questoce l'avevano con lui .

In realtà, è un «prenditore» e non è im-portante se meridionale o settentrionale . Iprenditori sono una categoria non dello spi-rito, eppure quasi sempre ti fanno la morale .In proposito, c'è un bellissimo libro di ungiornalista siciliano che si intitola Tutto aposto, che racconta degli opportunisti crimi-nali catanesi, che per fortuna sono stat iancora ieri assicurati alla giustizia, anche inquel della riviera romagnola (per dimostrareche l'onorevole Piro aveva presentato inter-pellanze giuste e fondate, tant'è vero che i lGoverno non risponde!) . Il bravissimo gior-nalista di Catania descrive nel suo bel ro-manzo uno di questi delinquenti, che nonvoglio nemmeno chiamare mafiosi, perchésarebbe un po' come dargli una patente chenon hanno: questi di Catania sono assassin idi bambini di tre anni (mica roba da poco )protetti dai cavalieri Graci e Costanzo (mic aroba da poco), quelli che fanno le specula-zioni con l'INPS, con l'INPDAI e con l'Ital-poste . E qui lei, signor ministro, mi deverispondere .

Lo so . . . questo è il dramma dell'Italia : le inon risponde, perché non c'entra con l'Ital-poste. Allora lei avrà a che fare con l'Iritec-na? No, lei non c'entra neanche con l'Ital-tecna. Ma chi c'entra con l'Italtecna? Ilministro delle partecipazioni statali . Allora ,vado a vedere chi è il ministro delle parteci-pazioni statali: ma non mi ricordo . Chi sarà ?E un senatore a vita che io rispetterò sem-

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pre, perché — devo dire la verità — è unuomo di cultura, che come me e com eMario Capanna scrive i libri con la Rizzoli ,che è la casa editrice della FIAT .

Apprendo che Andreotti, che è senatore avita, attacca un altro senatore a vita : ilcollega . . . Vedo che l'onorevole Serafini sor-ride . Quando avevamo vent'anni, non chia-mavamo il senatore Gianni Agnelli «collega» !Certo, non siamo mai arrivati a fare quell oche dice ora in una dichiarazione di agenziail senatore . . . anzi, per l'esattezza, Francesc oCossiga sarà senatore a partire dal 4 luglio ,giorno dell'indipendenza americana . Dice ilPresidente della Repubblica . . . Il Presidentedella Repubblica: lo ripeto perchè resti agl iatti, caro Massimo Serafini . Massimo Sera-fini è uno con il quale ho avuto a che farecon il '68 ; adesso lui è del PDS, io non sobene che cosa sono . . . !

MASSIMO SERAFINI. Anche Serafini . . . !

FRANCO PIRO. Anche Massimo, lo so ; ab-biamo problemi di identità, figuratevi voi . . . !«La mia notte del 18 aprile nella sede dellademocrazia cristiana . . .»: parla da Londra . . .(Radio Londra, direbbe Ferrara!) . Il Presi-dente, dunque, innanzitutto difende Federi-ca Sciarelli, ed è una cosa giusta, sacrosanta ,perchè non è giusto che una giornalist aintelligente e brava venga diffamata . Poi, glidice : «Passai la notte nel comitato provincia-le della democrazia cristiana in via Usai, aSassari». Io conosco via Usai e anche piazz aItalia; vedo il collega Piredda e quindi possodire che sono di casa a Sassari. Avevo uncollega di facoltà, Roberto Ruffilli, che inse-gnava a Sassari ed è stato ammazzato dalleBrigate rosse . Era un uomo intelligente eonesto, che ha pensato davvero alle riformeistituzionali. «Prefettura, poste, telefoni, ac-quedotto e gas non devono cadere nellemani del comunisti . . .». Presidente Zolla, sic -come lei allora era nato, ed io no, perchésono nato il 23 luglio 1948, devo dire chequando avevo 20 anni (sono nato nel mesedi luglio come il Presidente Cossiga) . . . .Ono-revole D'Amelio, lo so, anche lei . . . !

PRESIDENTE. Come me!

FRANCO PIRO . Vedo che qui ci sono molt i

leoni. Cossiga è nato il 26 luglio, il sottoscrit-to il 23, quindi siamo del segno del leone .Quelli che sono nati il 22, come il sottose-gretario Saverio D'Aurelio . . .

SAVERIO D'AMELIO, Sottosegretario diStato per i lavori pubblici . Il 23 !

FRANCO PIRO . Allora sei leone anche tu !Qui c'e scritto che Cossiga voleva assalta -

re le poste, gli impianti di telecomunicazion e(fra pochi giorni esaminiamo il piano delletelecomunicazioni). Per la verità, quand oavevo 20 anni ho detto cose ben più pesant idi quelle che diceva Francesco Cossiga, peròlui le ha fatte; io le ho solo dette !

Mi ricordo che un giorno il collega Sera -

fini fu fermato, anzi credo non ci sia nient edi male a dire che fu anche arrestato . Ancheio per esempio sono stato arrestato ; ho fatto40 giorni di carcere quando avevo 20 ann i(40 giorni sono tanti) a San Giovanni inMonte, un vecchio carcere di Bologna . Vo-glio sapere chi, con il suo visto, ministroPrandini, abbia fatto l'appalto dei beni cul-turali a Bologna per prendersi San Giovanniin Monte. Io so chi è stato, però glielo pongocome quesito, perchè lei, ministro, dovr àpure parlare prima o poi in quest'aula.Siccome mi risulta che si tratta, onorevoleSerafini, di un sottosegretario collegato conla ICLA a Bologna, e siccome la ICLA ce l'hacon lei, ministro Prandini . . .! Anzi, le dico laverità: nei tre giornali di Napoli PomicinoCirino (ha due cognomi, come lei sa), pe rtre giorni ha detto che lei è un assassino de lsud, che è responsabile di aver bloccato gliappalti per Napoli, sotto elezioni . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor i

pubblici. Per le case .

FRANCO PIRO. Non solo per le case, l ehanno dato anche le colpe delle tangent ievidentemente non ancora concordate . Leiha la responsabilità per le case, però è chiar oche Pomicino, non sapendo con chi prender-sela . .. Lei sa, come si dice tra noi cattolici :quando passa un cane in chiesa . . .! Adesso ilcane in chiesa è lei, ministro Prandini . Tan-ta, tantissima pazienza lei ha invocato nei

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giorni scorsi, quindi sopporterà questo mi oattacco nel suoi confronti, però con il rin-graziamento di aver paralizzato gli appalti d iNeonapoli, cioè di Paolo Cirino Pomicino ,sotto le elezioni politiche .

La ringrazio di questo, perchè lei consen-tirà uno svolgimento meno irregolare delleelezioni. Per esempio dove è la ICLA, i lministro Sterpa, «a muso duro» . . . So che leiministro Prandini ama questa frase, «a mus oduro». Un giorno dovrete sapere che quest acanzone è del compagno Pierangelo Bertoli ,di Modena, In sedia a rotelle, che era ed èrimasto comunista e si vuole candidare co nRifondazione comunista . Mi auguro che Pie-rangelo Bertoli venga eletto, perchè qualcu-no in sedia a rotelle qui dentro ci vuole ; seno viene solo Moana Pozzi, di fronte all aquale mi auguro solamente (non la voterei )che, essendo un'ottima scrittrice, raccont iqui dentro con quanti politicanti ha fatt odeterminate prestazioni, in modo che s isappia di quali piaceri gode la casta politicache ci governa. . . !

CARLO TASSI. Non è casta!

gretario Rubbi che, come lei sa, appartienead un'altra corrente ; è difficile dire quale :una volta era della sinistra democristiana ,poi si è avvicinato a Goria . Un po' come Gig iGrillo che adesso però si è allontanato daGoria e si è collegato un po' a Pomicino ,perché sta a La Spezia, vicino a Genova ,dove — udite, udite — con la copertura d iqualche famoso agente di cambio . . . Onore-vole Botta, lei sa a chi mi riferisco, perch éa Torino, nella sua città, ci sono due agentidi cambio di quella razza: uno si chiamaAdorno e — onorevole Massimo Serafini —non è quello che ha scritto la Dialettic adell'illuminismo, bensì un ladrone agente'dicambio .

MASSIMO SERAFINI. Credevo che il se-condo fossi io !

FRANCO PIRO . No, si chiama Montalcini :è il nipote di un premio Nobel, che — parlodell'onorevole . . . no, non ancora, della colle-ga Rita Levi Montalcini — mi telefonò que-st'estate . . . chi ha un telefono qui ?

MANFREDO MANFREDI . Io !FRANCO PIRO . «Casta» nel senso che c i

sono dei ladroni di Stato che predicano isacrifici per gli handicappati, che fanno iministri e che chiedono sacrifici per i ticke te li usano per pagare prestazioni . . . (noi diBologna, collega Serafini, dovremmo saper -lo, perché è il più antico mestiere!) .

Mi risulta, ministro Prandini, che lei abbi aquesto piccolo merito e dovrà risponderne .Ha sentito parlare dei Carracci, i grandipittori? Quando passa da Bologna — so che ,grazie all'amicizia di corrente con il mi oamico Pierferdinando Casini, lei ci passaspesso — posso dire ad alta voce — ma no nè un titolo di merito, bensì di demerito — dinon averle chiesto nulla; tanto, se abbiamoqualcosa da chiedere dalle nostre parti dob-biamo rivolgerci a Casini .

Con i comuni della provincia bolognese(come lei sa sono riformisti, non c'è nienteda fare, la DC è all'opposizione ; dovrà puresservi un posto in Italia in cui siete all'op-posizione!) un giorno abbiamo sollevato un adeterminata questione coinvolgendo — equesto è stato il nostro errore — il sottose-

FRANCO PIRO . Ma chi lo paga? Lo Stato otu, Manfredi?

MANFREDO MANFREDI. È mio!

FRANCO PIRO . Il fatto è che quando cel'hanno i sottosegretari lo paga lo Stato ,quando invece ce li hanno i comuni cittadin ili pagano loro. Esiste però una circolare deideputati questori che dice che non si puòusare il telefonino; proibiscono il fumo, m adi fronte alla Camera dei deputati c'è un bel«pacco» che si chiama Banco di santo spiri-to, che abbiamo comprato a prezzi di bilan-cio, che chiedo di verificare, perché franca-mente credo che servano solo a risanare ilbilancio della Cassa di risparmio di Roma !

Cassa di risparmio di Roma, Banco disanto spirito, Banco di Roma, 1892, il primogrande scandalo : la Banca romana. Vi ricor-date?. Non eravamo nati . Adesso si chiamaBanco di Roma, vuoi vedere che c'è Ciarra-pico di mezzo? La vittoria della Roma di ier inon può salvaguardare le condizioni di dif-

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ficoltà che ci sono nei rapporti fra il Banc odi Napoli e l'ICLA . Qui dobbiamo dire l ecose serie! L'ICLA sta comprando l'Astaldi ,una delle principali imprese italiane . Vi ri-sulta, signori del Governo? Non potete diredi sì, perché detta da voi è una verità ; dettada me è un'ipotesi di lavoro .

Vorrei continuare con le ipotesi di lavoroe dirle, onorevole Botta, che l'ICLA è nat aquando Cirino Pomicino aveva tre anni equindi lui non c'entra con la sua fondazione .Diciamo però che è cresciuta quando vi èstato quel maledetto terremoto che ha la-sciato nelle condizioni che sappiamo i bam-bini di Bacoli, (bradisisma dell'area flegrea) .Quanti soldi sono stati stanziati da quest aAssemblea?

Dicevo, l'ICLA si è sviluppata grazie a que lterremoto. Dove è arrivata? Lei conosce iCarracci? Sono quei pittori di Bologna . Hamai sentito parlare, signor ministro dei la-vori pubblici, della pinacoteca di Bologna?Ma sì !

Chi fa la ristrutturazione della pinacotec adi Bologna, onorevole Massimo Serafini ?Lei non lo sa, perché non ha le mani in past anegli appalti !

Una volta Francesco Cossiga ha definitoun nostro collega «esperto in appalti» : DiegoNovelli, che, come è noto, non capisce quas inulla di appalti . . . Egli scrive articoli e ognitanto mi rincorre e mi domanda : «Come faia sapere tutte queste cose?» Ed io adesso v idirò due o tre cose che so, sulle quali chiedoche lei intervenga perché ciò è in suo potere .

Ebbene, onorevole Serafini, passando davia Irnerio n . 12 a Bologna, si può osservare ,sopra l'obitorio, la nostra università! Irneri oe Bologna, patria del diritto e più anticauniversità del mondo! Ma chi ristruttura i lPalazzo delle belle arti? La ICLA! Cioè, Irenee Claudia, oppure Irene e Clara: se volete ,dico esatto il nome delle figlie del ministro !Se volete conoscerlo esattamente, basta cheguardiate al motoscafo Claila, che è di Fran-co Ambrosio, quello dell'Italgrani! Ed è suf-ficiente leggere Il Sole 24 ore (il più impor -tante quotidiano economico nazionale) de l31 dicembre 1991 per vedere che la Guardi adi finanza, con un procedimento penale d icui ho «esternato» il numero in un'interpel-lanza presentata il 7 gennaio scorso, ha

comunicato che Ambrosio — che ha pagatoin contanti, tramite un suo amico, un cert ointervento al cuore fatto a Houston — h a«bucato» di 202 miliardi per evasione fiscale .

E allora, dov'è Formica? Infatti la legg en . 516 del 1982, per quanto modificata,prevede che scattino le manette agli evasori :vuoi vedere che andranno ad arrestare qual -che commerciante che non ha rilasciato l oscontrino fiscale e lasceranno invece in liber-tà Franco Ambrosio? E questo perché egli èprotetto. Ma da chi? «La domanda sorgespontanea» . È protetto da un ministro alquale ha venduto una casa in via Nevio aNapoli per 800 milioni! Prima ancora, però ,egli aveva un'altra casa, e ciò riguarda la su acompetenza, signor ministro . Mi riferiscoalla casa in via Petrarca n . 129/b, sempre aNapoli. E di chi è questa casa? Non m iricordo il cognome, ma si tratta di un mini-stro che ha due cognomi! E da chi l'hapresa? Ecco, qui la questione riguarda le su eresponsabilità, signor ministro, perché leipuò intervenire, in quanto è coinvolta u -n'impresa camorristica, il cui titolare è stat oammazzato nel 1984, mentre i suoi fratelli(con la stessa impresa camuffata) stannointervenendo a Lucca !

E quando dico «fratelli», non è nel sens ointeso dall'onorevole Bonferroni, il quale èaderente alla loggia Virtus : non c'è niente dimale! È un democristiano della sua corren-te, ministro, al quale lei vuole molto bene(come diceva giustamente la collega Dona-ti) . Io certo non posso parlare: sono sociali-sta, e da noi la loggia non è considerata u nreato, anzi per molti dei nostri non è nean-che un peccato. Al contrario, per i cattolic ila loggia dovrebbe essere un peccato e per isottosegretari un reato! Specie quando que-sti favoriscono l'acquisizione da parte del

Credito emiliano una delle banche cheinterviene nei suoi appalti — della Banca d iGirgenti, indiziata di riciclaggio del denar osporco; specie quando un sottosegretario inparticolare — e questo dimostra la sua pu-lizia — afferma nella dichiarazione dei red-diti di avere 5 mila azioni del Credito emi-liano .

Basterebbe andare a Roma, in via Ufficidel vicario n. 31 (ed è un diritto che hannotutti i cittadini italiani), per vedere che Bon-

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ferroni- Virtus (ed ha ragione Pierluigi Casta-gnetti che è della sinistra democristiana) . . .

Onorevole Prandini, su questo punto leifavorisce troppo la corrente dorotea! Io glie -lo posso dire! Magari alla fine della discus-sione di questa mozione di sfiducia, poichél'onorevole Gava ha annunciato che parleràin suo favore, lei rischia di diventare ilnumero due della corrente dorotea, consommo scorno del ministro Bernini, che aciò aspira, e del collega Forlani che ormai èazionista di riferimento ma non azionista d imaggioranza.

Voglio darle atto pubblicamente, ministroPrandini, che nella vicenda Longarini si ècomportato più correttamente di altri mini-stri, anche se la vicenda in questione inve-stiva un quotidiano della sua Brescia .

Voglio dirle con la massima franchezzache sono prevenuto nei suoi confronti; senon lo fossi, non avrei firmato la mozione disfiducia presentata dai colleghi Donati, Mat-tioli, Boselli ed altri . Tanto per essere moltochiaro, devo dirle, signor ministro, che st odalla parte di Martinazzoli; e stava dallaparte di Martinazzoli anche l'onorevole Gui-do Alberini, che proprio per questo è stat osospeso dal mio partito . Alberini non facevaparte del consiglio comunale: sono stat isospesi i due consiglieri comunali che face -vano riferimento a lui . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Non è così !

FRANCO PIRO . Mi dica lei: può ancheinterrompermi !

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Non è così. È una questione d iassessorato . . .

FRANCO PIRO . No, Alberini non era consi-gliere comunale !Voglio parlarle di un errore che mi è

costato parecchio. Assieme a 22 deputat isocialisti ho scritto una lettera al president edella commissione di garanzia del PSI, ch eallora era il senatore Guizzi, per difendereAlberini. Guizzi non ha mai risposto, e ades -

so è diventato giudice della Corte costituzio-nale .

PRESIDENTE . Onorevole Piro, non mirivolgo in particolare a lei, ma rilevo ingenerale che, quando in un discorso si intro-ducono troppi argomenti, si finisce per per-dere efficacia .

FRANCO PIRO. Non posso perdere di effi-cacia, presidente Zolla — ma la ringrazio delconsiglio —, perché Brescia è un luogocentrale nella vicenda degli appalti e m irisulta che, mentre stavo dalla parte di Mar-tinazzoli, l'onorevole Prandini aveva un rap-porto privilegiato con l'onorevole VincenzoBalzamo, che è anche responsabile ammini-strativo del mio partito . Vede, PresidenteZolla, come sono efficace? Lei mi ha dettodi andare al sodo, e il sodo è questo! C'eranosette consiglieri comunali socialisti, due del -la corrente di Guido Alberini e cinque dell acorrente di Balzamo . Adesso ha vinto Balza-mo, nel senso che vi sono solo cinque socia -listi : i due consiglieri della corrente di Albe-rini non ci sono più! È una vittoria di Pirro ,con due erre! Anche la sua, ministro Pran-dini, è stata una vittoria di Pirro perché iostavo dalla parte di Martinazzoli, e ci stoancora .

La ricordo, quando era giovane, alle riu-nioni dell'Associazione nazionale dei comu-ni italiani (quindi, non è che non l'ho maivista, per carità!) e, se avessi avuto qualcosacontro di lei, l'avrei detto . Come il Presiden-te Zolla ben sa, sono notoriamente riserva-to . . .! Io dico nomi, cognomi e indirizzi, manon ho nulla contro di lei . Questo non giocacerto a suo favore, perché sono un poverocristo! Comunque, io sto dalla parte di Mar-tinazzoli, che non mi ha mai parlato diBrescia .

Brescia e Bologna erano le città meglioamministrate d'Italia; ma adesso Brescia haun problema. Vorrei farle una domanda ,signor ministro : la ICLA ha tentato unosbarco in Lombardia?

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Non mi risulta .

FRANCO PIRO . È così, e le do le prove . Se

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va a Milano, trova una finanziaria chiamataPAFI, che rappresenta l'associazione delleimprese ICLA e Fondedile. Lei ha detto chenon ne sa nulla ed io le credo, ministroPrandini. Allora la domanda (di AntonioLubrano) «sorge spontanea»: se della ICLAnon ne sa niente il ministro dei lavori pub-blici, chi ne saprà mai qualcosa? La ICL Asta a Bergamo ed anche a Brescia !

Si apre, dunque, una questione delicata .Chi era Buonanno? Chi era Di Falco? E chiha comprato dalla FIAT alcuni dei dirigentiattuali della ICLA, che è diventata la quint aimpresa di costruzione italiana? Perché aquest'ultima è stata affidata la costruzionedel tratto di ferrovia veloce tra Roma eNapoli? Prima ancora che finisca il pont esullo stretto, le faccio queste domande . Leiricorderà Levi: Cristo si è fermato ad Eboli !Allora, perché alla ICLA è stato affidato iltratto di ferrovia veloce tra Roma e Napolie tutta l'edilizia universitaria? Perché il mi-nistro dei lavori pubblici non sa niente ditutto questo? Forse qualcosa sa ; comunque ,prima di esprimere il mio giudizio, aspettodi sentire quello che dirà il Governo .

Ero prevenuto nei confronti del ministr oPrandini, e lo sono ancora, per ragioni poli-tiche; personalmente sono favorevole alleleghe. Parlo delle leghe bianche di Miglioli ,sia ben chiaro; parlo delle leghe rosse («Seb-ben che siamo donne, paura non abbiamo ,per amor dei nostri figli in lega ci mettia-mo»), parlo delle leghe delle cooperative ,che naturalmente protestano spesso controdi lei perché non le tratta molto bene ; alme -no loro dicono così . Adesso l'onorevole Tur-ci diventerà deputato dalle mie parti e quind inon protesterà più. Una volta AntonioGranisci, che era sardo, anche se residenteper un certo periodo a Torino, pronunciò ne iconfronti delle cooperative di Reggio Emili afrasi molto pesanti ; la frase più micidiale fula seguente : «Stupidi, che ingrassano i porc icon la biada governativa» . E noi riformistiabbiamo sempre cercato di avere un certopeso negli appalti e non ce ne vergogniamo ;infatti, se una persona non ha un peso negliappalti e ricopre la carica di amministrator eo di deputato, a cosa serve che egli siadeputato? Deve occuparsi anche di appalti ,ed in questo non c'è niente di male .

Mi auguro che lei ed il Governo possiat erispondere alle critiche che sono state mossee che riguardano il rapporto tra affari epolitica . Per la verità, ministro Prandini, miaspettavo una maggiore documentazione daparte dei colleghi che hanno firmato l adenuncia contro di lei con un atto politico .Diceva un collega deputato pochi minuti fa ,prima di prendere la parola, che c'è qualco-sa che ci preoccupa, e lo dico al colleg aMattioli. Non si può citare in un atto d isfiducia un atto giudiziario che si è provoca-to, perché questo viola il garantismo ; se iodenuncio un ministro, vi è una obbligatorie-tà dell'azione penale . Per esempio vi sonodei giudici di Napoli, gli stessi del processoTortora, che archiviano le denunce nel girodi una settimana, aprono e chiudono . Chegrande efficienza che ha la giustizia a Napo-li . . .! Da noi invece (non so dove . . . di Romanon è il caso di parlare), nello Stato d idiritto, un giudice che riceva una denunciadeve comunque inviare una comunicazion egiudiziaria . A questo punto si dice che ilministro ha ricevuto una comunicazion egiudiziaria, un avviso di garanzia . Ma alloranoi creiamo il fatto e poi lo denunciamo !Adamo Smith, che era il grande teoricodell'economia liberale, diceva che la leggeprima crea il delitto e poi lo punisce . Lei hauna sanzione morale, signor ministro, quan-do i giornali scrivono che ha ricevuto unavviso di garanzia .

Ricordo i giornali del gruppo Longarini ,che una volta, se non sbaglio, si chiamavaLongarini Tanzi e, se non vado errato, avevaa che fare con i terremoti e con l'industriaalimentare. Io stimo Tanzi, che è di Parma(voglio bene a Bedonia, perché ci andavaspesso l'onorevole De Mita ed io sono d isinistra), quindi non posso che prendere attodel fatto che adesso Longarini, che venivada Ancona, è cresciuto . Ho letto su Il Sole24 Ore una forte polemica sugli appalti fralei e Longarini . Pare che lei abbia «stoppato »Longarini; questo vuoi dire che lei ha «stop-pato» anche le televisioni ed i giornali . Igiornalisti di Longarini sono stati tutti licen-ziati, o meglio sono stati licenziati molti tr ai giornalisti indipendenti . Le cito un caso incui non è stato licenziato quasi nessuno : laGazzetta di Ferrara . C'era la segreteria del

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sottosegretario Cristofori che ne distribuivagratis gli abbonamenti .

Vuoi vedere che esistono dei rapporti tr ail consorzio Delta-Po di Mario Zamorani e dun certo Donigaglia, quello della cooperati-va di Argenta, quello che ha portato i fratell iGraci a Ferrara? Ma sì, quelli che facevanogli affari a Latina, nel centro direzionaledell'INPS! L'INPS, che dovrebbe rappresen-tare i pensionati italiani, affida in concessio-ne la costruzione dei suoi uffici di Riminiall'impresa Costanzo !

ANNA DONATL Il ministro Prandini cono-sce bene la cooperativa di Argenta, avendoleaffidato moltissimi appalti !

FRANCO PIRO . Questa è un'interruzionedella collega Donati . Il punto è delicato ,collega Donati, perché qui c'è la malavita .Diciamo subito che è meglio se una stradaviene costruita senza alcuna tangente . Peròuna cosa è rubare su una strada che s icostruisce, altra cosa è rubarsi la strada . . .Pensiamo a quello che succede con l'impre-sa Sorrentino, la Socos costruzioni e altro ,che viene dagli appalti della camorra, che èquella che dà l'appartamento in via Petrarca129 B e che riceve appalti per appartament ianche nella famosa vicenda di Monteruscel-lo, dove c'era l'impresa Pizzarotti . . . Lì sonsparite le case! Non è che abbiano rubat ouna percentuale (che mi pare stia crescend oun po' troppo), ma le case, onorevole Dona-ti! Cioè, hanno preso i soldi e non hann ofatto le case! Certo, l'ideale qual è? Un 3 percento di furti in un sistema ad economia dimercato viene previsto anche da quelli chehanno i supermercati. Quando la percentua-le dei furti sale al 4 per cento, i proprietar isi preoccupano e si augurano che scenda al2 per cento . Ma non è che per evitare i furt isi chiudono i supermercati! Per intenderci ,io personalmente, come tanti altri, vorrei u nsistema nel quale, quando ci sono dell estrade da costruire, si riduca al massimo ,tendenzialmente a zero, la quota di econo-mia criminale, cioè di ladrocinio . Ma sequesto non è possibile, almeno che l'inter-vento del Governo serva a ridurre la percen-tuale di ladrocinio !

Onorevole ministro Prandini . mi risulta

che il principale ladrocinio sia fatto da iprogettisti, e da alcuni in modo particolare ,cioè non da tutti i progettisti, ma da quellicollegati alla camorra e inquisiti per i lor orapporti con la medesima .E voglio citarle un caso sul quale lei m i

deve dire se sa qualcosa oppure no . Perchése lei non sa nulla e non conosce nemmen oquesto nome, mi vengono i brividi nellaschiena. Lei, dove vive? Vive in un posto delquale nulla sa, nulla ha visto e se c'er adormiva! La persona alla quale intendo rife-rirmi è Vincenzo Maria Greco . Io le doman-do se lei abbia sentito parlare di un signor eche risulta essere coinvolto in illeciti, secon-do una sentenza di rinvio a giudizio di cuidispongo e secondo le telefonate registratedai carabinieri tra Vincenzo Maria Greco eun ministro della Repubblica, di cui nontaccio il nome, perché sarebbe veramentesconveniente non dirlo . Parlo delle telefona -te tra Vincenzo Maria Greco e il ministr oPaolo Citino Pomicino. In queste telefonate ,che potrei leggere ma che non leggo per nonfarvi perdere tempo perché sono da volta -stomaco per i rapporti che rivelano con lacriminalità organizzata, si dice quanto se-gue. Guardate, non cito le telefonate, checomunque sono frutto di «cimici» che lalegge dello Stato ha autorizzato. QuestoVincenzo Maria Greco, badate, è verament eun problema! Leggo una lettera scritta sucarta intestata della Camera dei deputati :«Caro Sandro» — Sandro è Sandro Sorren-tino, quello che poi è stato ammazzato ,Alessandro Sorrentino, quello della casa —l'ufficio di collocamento trova difficoltà a dassumere i miei due amici . Bisognerebbeche tu scrivessi sulla richiesta 'persona d ifiducia'». Era l'anno del Signore 1975 . I lnostro era assessore al comune di Napoli, escrive all'amico Alessandro, uno dei fratelliSorrentino, crivellato di colpi in un agguat ocamorristico il 29 marzo 1985 . È l'inizio diuna corrispodenza con questo signore, ch edura 10 anni !

A dare una mano provvede il fratello de lministro, Tonino, big nel progetto metallur-gico che consente l'acquisizione di un pezzodi una notissima azienda di Bologna, de lgruppo Maccaferri — attenzione perché eimportante —, quella che produceva le reti

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metalliche per contenere le eventuali franesulle autostrade. E diventa di Tonino CirinoPomicino, il quale nel frattempo ha fatt ostrada ed è diventato pure console onorari oper il Marocco, mentre Fantini, che era i lpresidente della giunta regionale del terre-moto, avendo cambiato corrente (perchénon è più della sinistra ma è «pomiciniota» )è diventato addirittura console onorario peril Brasile. E vedo arrivare nella mia Rimin idegli architetti brasiliani (che sono brasilianicome io sono di Timbuctù) per fare il pianoregolatore di Rimini . . . E si scopre (tra diecigiorni sarà chiaro di fronte all'Italia intera )che Ciro Mariano, della camorra organizza-ta di Napoli, che è stato arrestato un mesefa, faceva affari a Cattolica nel 1989 con l'e xsindaco democristiano di Portici, Lello Sca-rano, cugino di Wanda Mandarini, che è lamoglie di Paolo Cirino Pomicino. E se anda-te a vedere le loro dichiarazioni dei redditi ,vi accorgerete che man mano che cresce i lpeso della camorra negli appalti del dop oterremoto, crescono le ricchezze personalidi questi uomini che tagliano fondi per glihandicappati, che ostacolano le leggi per lebarriere architettoniche e dicono che è orache gli anziani vadano a morire. Invecemuore semplicemente Crispino, l'affarist ada 100 miliardi, il farmacista ammazzatodue mesi fa perché proprietario delle grandicliniche e del giro di costruzione delle grand icliniche !

Io sarò pazzo, ma . . . . Quando — e lo dicoal Presidente Cossiga che viene definito paz-zo tante volte — Tommaso Campanella ven-ne interrogato a San Macuto — sì, SanMacuto, li dove si parla delle stragi — e gli fuconsigliato di confessare, disse: io sono paz-zo, non sono mica scemo! E proprio perchénon sono scemo, lei mi deve spiegare, signorministro dei lavori pubblici, perché un su ocollega di Governo l'ha fatta a pezzi su igiornali degli ultimi tre giorni . Lei ha fatt oqualcosa di cattivo o qualcosa di buono? Le iha favorito l'ascesa del senatore Bossi .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Io?

FRANCO PIRO . Sì, guardi che a Brescia èstato lei! Non è stato lei?

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Cresce da solo !

FRANCO PIRO . Io gli auguro tanta fortuna ,

trattandosi di un ex operaio . Andrò dall'at-tuale ministro delle partecipazioni statali ,che attacca il senatore Agnelli, e gli dirò ch ein fondo il senatore Agnelli è un senatoreitaliano e Bossi è un ex operaio comunista.Devo dire una cosa : una volta ho scritto unlibretto nel quale dicevo che Bossi e CirinoPomicino simul stabunt simul cadenti Adifferenza del collega Martelli ed anche delcollega Craxi, che sbagliarono alcune cita-zioni in latino in questa Camera, io so il

latino: non c'è niente di male! Anche Crax isbaglia . . .

PRESIDENTE. Poi c'è stato il direttore d iun giornale che ha scritto: simul stabun taut simul periunt. Io non so se esista inlatino periunt, ma mi pare di no . . .

FRANCO PIRO. Onorevole Zolla, come le isa, per dirigere i giornali, e specialmentecerti giornali un po' servili, non bisogna farele prove di alfabetizzazione, neanche in ita-liano, figuriamoci in latino . . .

Io sono abituato a pensare che la Sorren-tino costruzioni generali, che è arrivata aLucca. . . Guardi che le segnalo situazion idelicate che vorrei che i colleghi di Lucca ,come anche quelli di Genova e di La Spezia,tenessero sotto tiro . Ci sono problemi deli-cati .

Questo signor Greco ha un cognato, ch esi chiama Isidoro Balsamo (di questo deveaverne sentito parlare!). Isidoro Balsamo èuno straordinario «prenditore» che, cresciu-to nell'universo «mattonaro» partenopeo do-po il terremoto, dà vita alla SOCOS, allaCCCS, mentre la Furlanis di Portogruaro dà

vita ad altre associazioni temporanee di im-presa. E adesso, aria nuova vita nuova !Siccome la ICLA è sotto tiro . . . E come ilcaso di Melfi: anche i giornali legati allaproprietà del senatore cui mi riferivo prima ,cosa vuole che vadano ad attaccare quest aimpresa che sta crescendo? Ma questa im-presa non reggerà nel mercato europeo ,perché è protetta da un sistema di coperture

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politiche che grida vendetta davanti a Dio eagli uomini !

E questa impresa arriva a Lucca! Sono l e

imprese che hanno fatto gli appalti con lacamorra a San Cipriano d'Aversa; sono leimprese — tra GIFIN e MAGIN — chehanno fatto delle porcherie abissali ai dann idel bilancio dello Stato ; sono le imprese che ,lei vede — Italtecno, Italcovere, IGI costru-zioni — ormai, a poco a poco, stanno con-quistando il mercato legale di Lucca. DiBologna ho detto .

Negli aeroporti — io spero che lei veng aconsultato per competenza la ICLA c'è .In parecchi aeroporti . Anzi, mi risulta chefa anche degli acquedotti per esempio traNapoli e Bari . Mi risulta che a Potenza c'è .

Onorevole Saverio D'Amelio, prima senti-vo parlare di Colombo. Io non voglio con -fondere una persona perbene come Emili oColombo con questo Colombo che ha sco-perto l'America (adesso la questione pare siarevocata in dubbio . . .). Mi viene in menteche Emilio Colombo un giorno si volle oc-cupare di quel che succedeva nella sua terra— mi pare legittimo! — e sembra allora chenon ce l'abbiano fatta . . .

Hanno trovato cioè qualche altro deputa-to che li ha aiutati, ma è evidente ch equando il tessuto è sano come in Lucania ,l'ICLA fa fatica. In Calabria, a Cosenza, h afatto meno fatica; io però ho avvertito ideputati di tutti i partiti, e ora le stannocreando dei problemi .

Particolarmente grave è la situazione ch esi verifica a Lecce dove ci sono impresecollegate alla malavita, e segnatamente alla«sacra corona unita» di Lecce, e tutto i lsistema degli appalti è sotto il controllo dell acriminalità organizzata. Se consideriamo Si-cilia e Calabria come una regione sola, laCampania ad esse collegata e poi la Puglia ,ci accorgiamo che dopo la Puglia sono sottotiro l'Emilia Romagna e la Lombardia . Sonole aree nelle quali il senatore Bossi ha ragio-ne da vendere, non contro i meridionali, macontro coloro che hanno favorito imprendi-tori settentrionali che sono diventati «pren-ditori» quando hanno dovuto fare degli ac-cordi con camorristi che sono diventatiimprenditori. Ma quelli sono prenditori, ri-cattatori, strozzagole, sono coloro che con -

trollano il mercato della manodopera e stan -no invadendo non solo il sud, ma anche i lnord dell'Italia. Ed è in nome del nord e de lsud dell'Italia che lei, signor ministro de ilavori pubblici, dovrebbe rivendicare in que-st'aula i suoi meriti, se li ha !

Le dirò di più : studiando, mi sono accortoche lei li ha; ma siccome io non sono unfilogovernativo ad oltranza, non vorrei ch ei colleghi del gruppo verde prendessero que-sto mio intervento come un discorso a su adiscolpa. Io ho firmato la mozione di sfidu-cia nei suoi confronti perché lei ha dei socidi Governo coi quali litiga, ma non alla luc edel sole. Sarebbe molto bello che un uomodi temperamento come lei dicesse ad altavoce quanti appalti lei ha bloccato, nonperché sia giusto bloccarli comunque, m aperché ha recuperato risorse che possonoservire per appalti più puliti e per soluzionitecniche migliori. Questo potrebbe fare unministro .Certo, mi rendo conto che in questo mod o

creerebbe qualche problema al suo partito .Ma che male c'è a cacciare i mercanti daltempio? Che male c'è che un partito, che èquello di don Luigi Sturzo, dunque di ungrande moralizzatore della vita politica ita-liana, cominci a cacciare i politici corrotti ,come dovrebbero fare il mio partito e gli altr iche ne hanno? Se non lo facciamo noi, voisapete che per legge non possono esser earrestati! Nessuno di noi può essere arresta-to! Io sarò arrestato dopo che avrò smesso ,tra due mesi, di fare il deputato ; ma andròin Francia, andrò all'estero anch'io! Faròcome Tommaso Campanella, che nel 163 9morì a Parigi perché aveva fatto delle denun-ce per le quali passò ventisette anni a castelSant'Elmo a Napoli (un bene demaniale) .

A proposito di beni demaniali — vedo ch esorride, ministro Prandini: vuol dire che st ocolpendo nel segno — non potrebbe dirc iche cosa fanno alcuni suoi colleghi di Gover-no? Non mi riferisco solo ai colleghi demo -cristiani, sia ben chiaro !Quella imperante in questo momento è

una mentalità che ci allontana dall'Europa eche colpisce soprattutto il sud ; colpisce ilavoratori del Mezzogiorno che, se non s iaffiliano alla camorra, non riescono a voltea lavorare. Essi manifestano nelle piazze per

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chiedere lavori puliti e per chiedere u nGoverno pulito; di destra, di sinistra o dicentro, ma pulito, secondo le tradizioni dellaDestra storica, che è stata una tradizione d ibuon governo, non di finanza allegra .

I nostri guai cominciarono nel 1876, conla sinistra al potere . Un secolo dopo c'è statoil compromesso storico; e devo dire che lecooperative rosse che sono intervenute aTerrasini o a Napoli sono tornate indietr orosse di vergogna. Non si può andare a far ei moralizzatori e i miglioristi e tornare indie-tro «peggioristi» e rinviati a giudizio . Tuttociò è proprio il contrario del mondo nuov oal quale pensava don Minzoni di Argenta,non l'attuale presidente della Spal, Doniga-glia, coinvolto nella vicenda dei Graci e deiCostanzo assieme all'onorevole sottosegre-tario di Stato, Cristofori, e assieme a chi? . . .A Latina con chi? Con gli affari del Banc odi Roma . . .

È un sistema che ci allontana anche dal -l'Arabia Saudita. Non parliamo dell'Egittoche ha un sistema democratico !

Ci stiamo avviando alle elezioni . Il Presi-dente della Repubblica ha fatto bene . C'era -no dei democristiani armati ; c'erano anchedei comunisti armati; ed io, che ho fattol'errore, a vent'anni, di pensare che fors ebisognava fare la rivoluzione, ringrazio Id-dio che non si sia fatta .

La riforma, però, si potrebbe fare. Nondico quella protestante, per carità di Dio : ionon sono protestante, e ritengo si debbatrovare un accomodamento anche con lei ,signor ministro Prandini, se in quest'aula hail coraggio di farsi anche la campagna elet-torale, com'è giusto per un ministro dellaRepubblica, raccontando ciò che ha fattoper l'Italia in materia di opere pubbliche, eanche ciò che ha fatto impedendo eventualiladrocinii, quante imprese camorristiche h aindividuato, quante della «sacra corona uni-ta», quante dei cavalieri del lavoro, e cos ìvia. Pensate ai Graci ed ai Costanzo cavalier idel lavoro! Quelli che massacrano la nostr aSicilia !

Al congresso radicale, ieri, ho visto David eGrassi: è diventato un imprenditore. Tutti igiovani imprenditori d'Italia le chiedon oquesto, signor ministro : poter lavorare, co-me chiede la Confindustria, senza il giogo

della criminalità organizzata . Tanto la guer-ra tra i due senatori, Andreotti e Agnelli, amio parere finirà mercoledì, quando si inau-gurerà la nuova FIAT 500, anche se Andreot-ti adesso fa il popolare, parlando male dell eprivatizzazioni quando è ministro delle par-tecipazioni statali. E Dio sa cosa vuol diredivisione delle partecipazioni statali : i lavoripubblici venivano a lei, ed il resto andava alui; ma di lavori pubblici ne sono avanzatipochi! A proposito, signor ministro, nellamia Bologna vi sono anche assessori che sisono fatti una casa in centro con il tabellon edei mondiali .

Sui giornali lei passa per una persona no naffidabile; ma poiché secondo me non sonoaffidabili i giornali, io le chiedo una solacosa: di rispondere alle critiche che le sonostate rivolte da chi vuole le sue dimissioni .Lei sa di aver a che fare con una personaprevenuta, ma non prevenuta nei confront idi Genova. A Genova io ho fatto la primaelementare. Ero rinchiuso in un polmoned'acciaio, lo stesso di Rosanna Benzi . Geno-va è la città meravigliosa che nel corso degliultimi due anni ha reagito meglio alla crisi ,ed io sono favorevole ai grandi investimentiper questa città, che ha rappresentato pe rtanti secoli l'Italia nel mondo della finanza ,in quello dell'intelligenza e anche in quellodell'avventura. Genova è una delle nostregrandi capitali, ed è giusta la mozione ap-provata dalla Camera dei deputati che lainvita a privilegiare questa città, la nuovaGenova che sta crescendo ed ha bisogno d imaggiore pulizia, di tenere lontani coloroche si sono infangati con azioni criminal inella Borsa valori o con la malavita .

ANNA DONATI. La mozione mette in e-videnza che avviene il contrario, poichéle opere previste non sono localizzate aGenova .

PRESIDENTE. Onorevole Donati, lei h agià parlato ; consenta all'onorevole Piro diconcludere il suo intervento poiché ha an-cora a disposizione soltanto tre minuti .

FRANCO PIRO. Credevo di averne solo due ,signor Presidente .

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PRESIDENTE. Sono molto scrupoloso !

FRANCO PIRO. La ringrazio, Presidente ,

avevo fatto male i conti . Chiedo scusa all acollega Donati, ma ho espresso le mie opi-nioni, come ho sempre fatto in quest'aula, i n

base all'articolo 67 della Costituzione .A Genova nacque il mio partito, in una

notte di rissa, fra il 14 ed il 15 agosto 1892 .Il congresso era stato convocato nella sal aSivori; il partito, invece, nacque nella sal adei carabinieri genovesi. C'erano, onorevoleAnna Donati, Prampolini di Reggio Emilia ,Baldini cooperatore di Forlì, Agnini: tutti gliemiliani arrivarono a Genova, perché c'era -no le celebrazioni colombiane e si viaggiav acon il biglietto ridotto . Il partito socialista èstato fondato a Genova per questo, ed èsbagliato non capire che Genova è unosnodo essenziale non solo per la regionelunense, ma per i rapporti di strade, di mercie di traffico, per il nostro porto . Il porto èessenziale per l'Italia, e Genova che cos'è senon queste idee, questa speranza del futuro ?Vedete, ormai parlo quasi come Gino

Paoli, come De André e come un altr ogrande cantante che ci ha invitato a tornarea Genova, Paolo Conte ; ma resto una perso-na che ama Bruni Lauzi, e non ho capit operché ve la prendete tanto con Genova . Euna città alla quale io personalmente dev omolto; e se lei, ministro Prandini, riuscirà afar progredire Genova senza porcherie, di-venterà addirittura un benemerito per que-sta mozione .

D'altronde, presentando la mozione d isfiducia nei suoi confronti non le abbiam ogià fatto un grande favore? Ce ne facci aanche lei uno: ci aiuti a cacciare via i ministr i

ladri !

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Ermelli Cupelli. Ne ha facoltà .

ENRico ERMELLI CUPELLI . Signor Pre-sidente, onorevole ministro, colleghi, ragio-ni politiche settoriali, generali ed istituziona-li ci inducono a votare con serena fermezzala mozione di sfiducia individuale oggi indiscussione, nonostante sia stata presentatain limine mortis — mi sia consentita l'e-

spressione rispetto alla vita della deboleed operativamente inefficiente compaginegovernativa guidata dal senatore Andreotti .

Le ragioni settoriali attengono alla gestio-ne della politica dei lavori pubblici e dell'am-biente (per la parte di competenza dell'ono-revole Prandini). Le ragioni politichegenerali sono invece riconducibili al giudizioche, fin dal suo esordio, i repubblicani han -no espresso sul Governo quadripartito i ncarica e che, ben più di quanto avessimoimmaginato, è stato suffragato dai fatti . Leune e le altre vanno di pari passo e contri-buiscono a spiegare i motivi istituzionali de lnostro «sì» alla sfiducia nei confronti de lministro Prandini .

Non dimentico certo quanto andiamo af-fermando con estrema coerenza in quest'au-la da oltre cinque armi, da quando cioècominciammo ad opporci — invano — al-l'introduzione dell'assurdo istituto della sfi-ducia individuale, un istituto che si fondasulla discutibilissima idea che sia possibil eframmentare il rapporto fiduciario Governo -Parlamento in una molteplicità di rapportitra singoli ministri e Parlamento . Nella se-duta del 9 febbraio 1989 il collega Castagnet-ti, intervenendo nella discussione sulle mo-zioni di sfiducia presentate contro l'alloraministro della sanità Donat-Cattin, dichiaròtestualmente : «I casi sono due : o il Presiden-te del Consiglio sostiene il ministro sottopo-sto a critica, coprendolo nelle sue responsa-bilità — ed allora la volontà contraria anch edi un solo ramo del Parlamento integra l afattispecie classica della sfiducia parlamen-tare — oppure ciò non avviene, e il Presi -dente del Consiglio si dissocia dal suo mini-stro, il quale non può che trarre le dovuteconseguenze rassegnando le dimissioni : Ter-tium non datur!» .

È quindi in gioco non tanto la fiducia a dun singolo ministro, ma quella al Governo .Ebbene, così è anche in questo caso : non èe non può essere in discussione solo l asfiducia nei confronti del ministro dei lavor ipubblici, ma è in discussione la sfiducia alGoverno del senatore Andreotti! Ciò anch esotto profili più specifici, dai quali non sem-brerebbe evincersi che la sfiducia al singol oministro possa essere disgiunta da quella a lGoverno .

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Per fare un esempio, vorremmo richiama-re un problema che ha travagliato la vitainterna del ministero .

Ho ascoltato l'intervento del president edella Commissione ambiente, l'onorevol eBotta, il quale si è giustamente soffermat osu quello che è il problema dei problemi i ncapo proprio al Ministero di porta Pia : miriferisco alla questione della sua riforma edella sua riorganizzazione. Se ne parla d aanni, ma non è stato fatto alcun passoavanti . Forse, il ministro attualmente incarica ha tentato di porre rimedio ad unostato di sostanziale degrado organizzativoaffrontando problemi di nomine e di trasfe-rimenti di dirigenti generali che sono staticriticati da gran parte degli organi di stam-pa, dagli operatori e dall'interno dello stess oministero. Si tratta di operazioni che, s esono state compiute, non penso siano statefatte senza l'avallo del Consiglio dei ministr io, quanto meno, senza l'assenso del Presi -dente del Consiglio stesso. Il che significache a quel livello non è stata tenuta in alcunconto la dequalificazione complessiva del-l'apparato : questa è una responsabilità col-legiale! È una dequalificazione complessivadell'apparato resa ormai evidente da segnaligrandi e piccoli mentre le funzioni specifica-tamente attribuite alla Presidenza del Consi-glio dei ministri ai fini del buon andament odella pubblica amministrazione — secondoquanto previsto dagli articoli 97 e 98 dellaCostituzione — risultano di fatto non eser-citate .

Meno scalpore hanno suscitato nomine etrasferimenti di dirigenti e funzionari di ran-go inferiore, assieme alla stessa rimozionefisica ed allo stesso trasferimento di uffici eservizi nell'ambito del ministero, con eleva-tissimi costi, per interventi di manutenzion espicciola e meno spicciola e per un rinnovocontinuo di macchine ed arredi .

Ma non meno negative si sono rivelate tal imanovre nel funzionamento anche dell'or-dinaria amministrazione, non solo per l'in-dispensabile raddoppio nei nuovi incarichidei funzionari trasferiti, ma anche per ladisaffezione e la disattenzione provocate dal -l'incombente pericolo di trasferimenti ripe-tuti più volte senza apparenti motivi .

Si potrebbe obiettare che in un intervento

riguardante una mozione di sfiducia riferita

al responsabile di un ministero, ma anch ealla responsabilità collegiale di un interoGoverno nel trattare la complessa problema-tica in discussione, si è partiti dall'esame d i

fatti che possono apparire secondari . Noinon li consideriamo affatto secondari se èvero, come è vero, che proprio dalla inade-guatezza e dalle carenze dell'apparato am-ministrativo dipendono spesso i guai, le di-sfunzioni e le incongruenze che attanaglian ola vita pubblica e la stessa applicabilità delleleggi emanate dal Parlamento .

Non scopriamo niente di nuovo se sotto-lineiamo, attribuendone la responsabilità alMinistero dei lavori pubblici, che la massadei residui passivi accumulatasi, così comeè evidenziato nella stessa relazione al bilan-cio di recente discusso dall'Assemblea, dà lapiena misura dell'insufficienza della gestio-ne e dei metodi attuali in essa introdotti . A lriguardo bisogna dire che — nonostante lespiegazioni più o meno plausibili, i raffronticontenuti nella stessa relazione al bilancio equanto affermato nel dibattito odierno —, lestime, anche se presentano qualche elemen-to positivo rispetto al passato, sono certa-mente approssimate per difetto .

Se poi andiamo ad analizzare l'attività d iproposta legislativa che il ministero ha svol-to in questi due anni si deve rilevare che l einiziative assunte sono state sì numerose ,ma nessuna, che si sappia, è andata a buonfine. Alcune anzi sono state più volte corret-te dal ministro stesso, a dimostrazione diuna mancanza di idee guida e di obiettiv ipolitici, ma anche di un velleitarismo e diuna tendenza all'improvvisazione mai ri-scontrati prima .

È forse inutile fare esempi, perché son o

dinanzi agli occhi di tutti le reiterate propo-ste in tema di urbanistica, di edilizia residen-ziale, di equo canone e di opere pubbliche .Inoltre, ancora non decollano i previsti prov-vedimenti delegificati concernenti principal-mente la normativa tecnica, sia sotto i lprofilo delle procedure — ferme nel temp oal 1895 o aggrovigliate in una congerie didisposizioni slegate e spesso contraddittori ee pesantemente condizionate, di recente ,anche da una frammentazione di competen-ze — sia sotto quello della progettazione,

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ancora disciplinata dallo stesso regolament odel 29 maggio 1895, che naturalmente no ntiene conto delle innovazioni tecnologiche e

di organizzazione delle imprese del settore .D'altro canto, anche l'attuazione dell e

grandi e piccole leggi di spesa sembra incon-trare, nonostante concessioni e trattativeprivate e salvo casi particolarissimi, grossedifficoltà. Intendiamo riferirli soprattutto al-la legge sulla difesa del suolo, ai nuovi (m anon tanto) investimenti ANAS, alle infra-strutture per l'Arma dei carabinieri e Guar-dia di finanza ed all'edilizia penitenziaria .

Non parliamo delle condizioni del patri-monio dello Stato, condotto al degrado e dal limite dell'agibilità dall'assenza di pro-grammazione e da una diffusa noncuranza ,che si traducono spesso nella dispersionedelle già scarse risorse disponibili . Non sivuole negare che da parte di alcuni esponen-ti della maggioranza, ed anche del Governo ,si siano levate di recente alcune voci contr ol'attuale gestione ministeriale ; ma, com'èaffermato nella stessa mozione di sfiducia ,senza alcun risultato concreto . Così, il pianodell'ANAS è rimasto nella sostanza quell opredisposto dal ministro, e cioè un nonpiano, un non programma, giacché di fatt osi tratta di un'elencazione di opere dallaquale il ministro, secondo il suo giudizio, haestratto o estrae quelle da realizzare priori-tariamente, senza coordinamento e senz aalcun filo logico. Si è così continuato adaffidare i lavori a trattativa privata, senz aalcuna necessità o presupposto che in qual -che modo la giustificasse .

Tra le vicende che fanno discutere, all equali fa riferimento la mozione, giova ricor-dare quella relativa all'attuazione del pianodi ricostruzione degli abitati distrutti o dan-neggiati dalla guerra, di cui si è occupata laCommissione ambiente, territorio e lavoripubblici della Camera . In questo quadro nonpuò non essere citata come emblematica l acittà di Ancona, per tutti i fenomeni d icarattere negativo che abbiamo dovuto re-gistrarvi .

L'atteggiamento del ministro e del mini-stero, restii a fornire i dati, gli elementi ed ichiarimenti richiesti dalla Commissione, èvalso a mettere in luce il tentativo di river-sare le responsabilità proprie dell' ammini-

strazione centrale sugli enti locali e sul Par -lamento . In realtà, a parte la manifest aanomalia dell'attuale abnorme applicazionedi disposizioni nate nell'immediato dopo -guerra e finalizzate, appunto, alla ricostru-zione postbellica, con l'evidente intento d ieludere le norme in materia di salvaguardiadella concorrenza in funzione dell'interessepubblico, è anche risultata evidente la man-canza di una chiara visione dei problemi .

Infatti, dal ministero, per risolvere le grav isituazioni generate dal pressapochismo edall'improvvisazione, è venuta la propostadi abrogare alcuni recenti meccanismi pro-cedurali — per esempio, la legge n . 363 del1984 — lasciando invece in piedi la norma-tiva originaria sui piani di ricostruzione ,quando invece è proprio alla radice ch ebisogna intervenire per porre fine ad un aprassi ingiustificata ed ingiustificabile .

Il dato più sconcertante è sempre la ca-renza di una chiara visione dei compiti edelle funzioni del Ministero dei lavori pub-blici, che puo conseguirsi soltanto con unorganico provvedimento di riordino, come èparso riconoscere in qualche circostanza lostesso ministro .

Intanto affiora anche in documenti uffi-ciali la contraddizione fra l'idea di un organ odi pianificazione e programmazione del ter-ritorio come auspicato ormai da tutti glioperatori e dalle forze politiche in relazion eai compiti ed alle funzioni delle regioni edegli enti locali riformati — e quella di unministero di spesa, volto a soddisfare nontanto il bisogno di opere ed infrastrutturequanto esigenze di vario genere e a diversilivelli, non sempre chiare e trasparenti .

Lontano, comunque, rimane l'obiettiv oprioritario, largamente auspicato, di un cor-retto impiego delle risorse umane ed orga-nizzative a livello locale e periferico, man-cando dal centro normative e direttiveadeguate .

A conclusione delle considerazioni che h oesposto a nome del gruppo repubblicano ,intendo ribadire la validità delle ragioni chesono alla base della mozione di sfiduciaindividuale nei confronti del ministro deilavori pubblici, sfiducia intesa come fattopolitico rilevante che non può non coinvol-gere, in forza del principio della responsabi-

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lità collegiale, l'intera compagine governa-tiva .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Tassi. Ne ha facoltà .

CARLO TASSI . Signor Presidente, onorevo-li colleghi, onorevoli rappresentanti del Go-verno Andreotti, non so se consigliare subitoal ministro Prandini di fare gli scongiuri, ch esono quelle pratiche che salvano dal maloc-chio e che utilizzano quasi tutti (quelli ch eci credono per ovvi motivi e quelli che no nci credono perché non si sa mai!) .

Personalmente, forse, sul calcio della miapistola politica ho già un ministro dei lavor ipubblici. Il ministro Nicolazzi ebbe la sven-tura di incappare in quella ormai morenteCommissione inquirente che aveva il fascistafra i suoi venti membri . Fu, signor ministro ,una sventura per il suo predecessore, i lministro Nicolazzi, perchè sono dell'avvis oche occorra avere un'altra cultura (voi l achiamate così) per amministrare la cos apubblica .

Mi divide da voi anche la terminologia .Voi siete soliti dire «il mio ministero» . I lpovero papà, che era preside della provinci anegli anni sanguinosi della guerra civile, nonha mai detto «la mia provincia», ma sempre«la provincia di Piacenza» .

Vengo da un'educazione di assoluto ri-spetto della cosa pubblica, da una tradizion eche vedeva chi andava ad amministrare inqualche modo, a qualsiasi livello, il pubblicodenaro, più ricco quando arrivava e piùpovero quando lasciava l'incarico . Il miopovero papà, ferito ed ingessato dalla testaal piedi, per percorrere i 300 metri che vierano tra casa nostra e il palazzo dellaprovincia impiegava 45 minuti nell'invern odel 1944, particolarmente gelido . Cammina-va con due bastoni, ma l'auto della provinci anon venne mai chiamata per trasportarvi i lpreside .

Signor ministro, vede, noi veniamo dall atradizione di un suo predecessore, certoAraldo di Crollalanza, il quale un giorno m iraccontò della sua esperienza ministeriale .Era giovanissimo (non so se avesse 35 anni )quando venne convocato d'urgenza dall'al-lora capo del Governo, Benito Mussolini,

perché nel Vulture c'era stato un terremoto .Era il 26 luglio e Mussolini gli diede l'ordin e(così allora funzionava la vita) di recuperar eil tutto per il 28 ottobre successivo. Vi erano3500 abitazioni distrutte e 5 mila lesionate .Allora non vi erano le grandi macchin eoperatrici, i grandi mezzi meccanici ch emuovono da soli metri cubi di terra e detriti ;allora vi erano il piccone e la pala, l'onestàe la volontà di lavorare . Il ministro di Crol-lalanza prese un treno al centro della zonaterremotata, stabilendo li il ministero . Aiprimi di settembre dalla Presidenza del Con-siglio gli vennero inviati prefabbricati (giàallora, 1931, l'Italia prefabbricava) ; li riman-dò indietro, perché convinto di riuscire alcompletamento dell'opera di risanamento ericostruzione nella data esatta.

Egli mi ricordava: «Vedi, Tassi, la cosa piùesaltante per me è stato il complimento cheho ricevuto dal duce la vigilia di quel 28ottobre . Mi disse: vi lodo non per averricostruito nel termine prefissato, perché n eero certo (tant'è che avevate rimandat oindietro persino i prefabbricati che avrebbe-ro potuto essere d'ausilio nell'accelerazion edella ricostruzione), ma perchè avete fattorisparmiare all'erario 50 milioni sul preven-tivo» . Quanto lontano da quello è il tempod'oggi !

Diceva poco fa chi mi ha preceduto ch ele nuove procedure vennero introdotte subi-to dopo la guerra per le esigenze dell aricostruzione; indicava in esse la causa, dav aad esse la responsabilità delle storture . An-che in questo campo la Resistenza ha vinto ,signor ministro; ha portato l'Italia dal fascioallo sfascio e anche i lavori pubblici al cata-fascio .

Ella, signor ministro, è l'ultimo anello d iquesta catena. Peggio? Meglio? Sono con -vinto che siate un po' tutti uguali, perch ésiete tutti figli di quel sistema che vi fa dir e«il mio ministero», non «il ministero dellaRepubblica» . Siete figli di quel sistema chenasce nel carcere di Sing Sing, con l'accord otra i servizi segreti americani e Lucky Lucia -no per eliminare il servizio spionistico tede-sco negli Stati Uniti e conseguentementefacilitare lo sbarco in Sicilia e recuperare levittime del fascismo . Infatti, il prefetto Mori— noto antifascista — chiamato da Musso-

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lini a svolgere quel compito, i mafiosi limandava al confino con un provvediment oamministrativo : sei mafioso, allora vai alle

Lipari. A quel tempo le Lipari non erano ilposto d'incanto che sono oggi ; non c'era iltelefono, non c'era niente, solo le motove-dette della finanza che giravano intorno . I lmafioso i parenti li vedeva una volta all'an-no, se si comportava bene ; altrimenti nean-che una volta all'anno .

Voi invece avete usato un'altra politica ,avete recuperato questi soggetti come vitti -me del fascismo, li avete fatti diventareimmediatamente prefetto, questore, sinda-co, prosindaco nelle varie città . Poi aveteanche esportato altrove la mafia, perchéavete sguinzagliato i mafiosi, con il pretes oconfino, nell'intero territorio nazionale .Così, guarda caso, dove c'è denaro pubblic ola camorra si finanzia . Le sembra possibile ,soltanto concettualmente parlando, che sipossa finanziare la malavita e la criminalit àorganizzata in un paese non dico serio, i nuna nazione non dico civile, ma minima -mente ordinata in uno Stato di diritto? Lesembra possibile che sia soltanto ipotizzabilequest'aggancio, questa simbiosi tra mafia ,malavita e lavori pubblici, tra malavita eappalti pubblici, tra malavita e denaro pub-blico ?

Voi continuate ad edulcorare le cose; in -fatti i delinquenti non li chiamate più con illoro nome, ma criminalità organizzata, dan-do un che di dignitoso anche sotto il profil osemantico a questi maledetti assassini, cheormai, con il vostro sistema, hanno trovat omolto più comodo agganciarsi ai ministri d imalavita, di napoletana tradizione, per po-tersi espandere con possibilità di guadagn opari a quelle derivanti dal traffico di droga .Sembra infatti che il sistema degli appalt irenda alla criminalità cosiddetta organizzatapiù o meno quanto altre forme di criminalit àpiù dirette .

Così, ecco le pastoie burocratiche (si chia-mano così) degli appalti (si chiamano così )a busta chiusa (si dice così), perché poi laburocrazia è tale che, quando è finito l'ap-palto, . . . No, signor ministro, non è così . Intempi precedenti, quando «l'Italia tollerava »(qualcuno ha definito in questo modo quelperiodo), le procedure di appalto (chissà

perché . . .?!) si esaurivano nei termini esattiche consentivano l'immediata assegnazione .Erano i tempi in cui il solo dubbio di corru-zione faceva sparire un uomo politico dallavita pubblica. Del povero sottosegretarioFilzi si disse che aveva alcune interessenze i nuna fabbrica di catarifrangenti, e finì la su acarriera politica; poveretto, tanti anni dop ofu addirittura ammazzato alle Fosse ardea-tine .

Oggi, tutte le chiacchiere, le denunce, gliscandali non vi toccano ; semmai, vi fannoingrassare ulteriormente !

Vi sono persino alcuni piacentini nellavicenda delle «siepi d'oro» ; la nuora di unnoto procuratore della Repubblica di Pia-cenza e coimputata nello scandalo delle«siepi d'oro»! Ebbene, siete riusciti a far s ìche possano verificarsi scandali miliardar isulle piantagioni di fiori al centro delleautostrade (che ora con i nuovi sistemi diprotezione centrale saranno eliminate)! Apensarci, sembra assurdo che siano possibiliscandali in situazioni del genere, perch èquesta dovrebbe essere cosa da quattr osoldi !

Ma qualsiasi cosa da quattro soldi, s eappaltata o se interessa lo Stato, un entepubblico, il Ministero dei lavori pubblici ol'ultimo dei comuni o delle circoscrizionid'Italia, rappresenta immediatamente unadecuplicazione della spesa per il contribuen-te. Ecco allora che, persino sulle aiuolespartitraffico dell'autostrada Brescia-Vene-zia (che, tra l'altro, termina dove inizia l a«PIRUBI», cioè la Piccoli-Rumor-Bisaglia) ,riuscite ad impiantare sistemi finanziari talida rendere possibili scandali miliardari !

Ho letto con attenzione i fascicoli che icolleghi del gruppo verde hanno messo adisposizione, ma credo che il problema ri-guardi non la percentuale delle trattativeprivate, bensì tutto il sistema di cui lei èrappresentante. A mio avviso, lei deve darele dimissioni e deve andarsene proprio per-ché fa parte di questo sistema . Io non ce l'hocon il collega Prandini, con il quale — se nonsbaglio — arrivai alla Camera nel lontano1972; ce l'ho con il sistema, con il vostrosistema,che non prevederà mai la possibilitàdi far risparmiare all'erario 50 milioni sulpreventivo. Sa cosa sono 50 milioni se rap-

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portati al 1931, ministro Prandini? Si facci ail conto !

Io ce l'ho, ripeto, con il vostro sistema ;tanto per fare un esempio, mi riferisc oal macello pubblico di Piacenza, quello pe rcui fu arrestato, ma rilasciato dopo tregiorni, Romagnoli, nonostante tutte le re-sponsabilità di questo mondo; penso chese a quel tizio si fosse messo in manoLandru, sarebbe riuscito a farne una vit-tima! Dei 750 milioni stanziati, oggi n esono stati spesi solo 11 tuttavia manca an-cora il bollo della CEE poiché il nastrotrasportatore è stato realizzato troppo i nbasso, e quindi non ci vanno né le mezzenedi manzo né quelle di bue ; ci vanno soloi vitellini o gli asinelli sardi! Ma anchel'asino normale può essere trasportato !

Ebbene, il popolo italiano, al quale inbuona parte siete riusciti a far lasciare ancheil lavoro, potrebbe essere la prima nazionedel mondo solo che avesse un governo diladri, sì, ma intelligenti e competenti, oppu-re di incompetenti ma onesti .

FRANCO PIRO. Ma ci sarà pure uno onestoe competente !

CARLO TASSI. Non si può andare avantinella maledetta combinazione degli incom-petenti per di più ladri! La nostra economia ,il nostro sistema, i nostri contribuenti, lanostra produzione e la nostra produttivitànon ci consentono il lusso di avere contem-poraneamente governi incompetenti checonsentono le ruberie che tutti vediamo !

Signor ministro, lo sa perché una volta l eopere resistevano di più? Lo sa perché quan-do a Malè viene giù il fiume porta via tutto ,anche il nuovo ponte, mentre il vecchioresiste e fa addirittura da diga? Lei che èministro dei lavori pubblici conosce benissi-mo il pericolo della tracimazione . Il vecchioponte di Malè resiste mentre vola via i lnuovo ponte bello, asfaltato, eccezionalmen-te moderno, con strutture in cemento arma-to! Una volta l'appalto pubblico comportav al'obbligo della manutenzione decennale, nelsenso che coloro che realizzavano un'oper apubblica si impegnavano, nell'ambito de lprezzo prepagato, ad eseguire gli interventidi manutenzione ordinaria e straordinaria

nei dieci anni successivi . Chi eseguiva un'o-pera pubblica, quindi, aveva tutto l'interess ea costruirla secondo le tecniche più valide ,a far sì che tutto andasse nel modo migliore ,a costruire l'opera come se si trattasse dellapropria casa, per evitare che, a causa di un acattiva posa in opera o di una cattiva tecnicadi costruzione, si deteriorasse nei successiv idieci anni . È ovvio che la moneta (lo inse-gnano tutti i manuali economici, ma soprat-tutto la storia dell'economia) è soggetta sem-pre ad un minimo di inflazione, per cui, sec'è stato un prepagamento, al decimo ann oi soldi avuti per sostenere i costi delle spes enon sarebbero più sufficienti . Ma anche inquesto caso la «Resistenza» ha vinto !

Il sistema di cui sto parlando è stato unodei primi ad essere eliminato, perché biso-gnava fare dell'antifascismo, bisognava direche quello che era stato fatto era tutt osbagliato è bisognava costruire una nuov aciviltà che fosse anzitutto «anti» . E, siccomel'«anti» è sempre sbagliato, quando si co-struisce con l'odio (1'«anti» è sempre odio) ,in termimi negativi, non si può che distrug-gere! Oggi, infatti, a che punto siamo arri-vati? Abbiamo un sistema autostradale in cuinon c'è arteria che non sia bloccata, almenouna volta l'anno, da un cantiere ; non èpossibile percorrere il tratto Roma-Piacenza(che io percorro almeno due volte alla setti-mana) senza incappare in tremende devia-zioni .

Il nostro sistema autostradale ha una se-gnaletica quantomeno vecchia; ma non si fafunzionare come si dovrebbe neppure quellanuova. Se si incontra la nebbia tra Roncobi-laccio e Barberino, si può andare tranquilli ,perché viene segnalata almeno due ore pri-ma; poi, quando si arriva a Roncobilaccio oa Barberino, non c'é nebbia! Eppure si tratta

di tabelloni elettronici che costano fiori didecine di centinaia di milioni . L'anno scor-so, quando, una famosa notte, a causa de lghiaccio si formò una coda di venti chilome-tri, a Prato Calenzano il tabellone elettronic onon segnalava che, a soli due chilometri ,

c'era quella coda !Adesso state sperimentando i nuovi siste-

mi «anti-rombo» ; anti, anti, anti! E natural-mente lo state facendo nei posti più inutili ;credo che non servano proprio a niente sui

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rettilinei che esistono nel Lazio, anche an-che perché non ci sono abitazioni ma solopoderi. Ma voi li sperimentate in queste

zone, come anche nell'area di Bologna e

in qualche tratto appenninico dell'autostra-da del Sole. Nell'appenninica si assiste adun fenomeno bellissimo : quando c'è nebbia,

poiché si è utilizzato un materiale riflettente ,

sembra che l'autostrada continui verso ilfiume! È quello che succede anche nell eprime due gallerie che si incontrano sul-

l'autostrada Roma-Milano, nel tratto vicinoRoma.

Voi riuscite a fare le cose male e a pagarl emolto. Non sto portando grandi esempi; sevolete, posso citare le società che le interes-sano signor ministro, come hanno fatto al-cuni giornali che si sono dilettati ad elencar -

le. Ma queste cose le hanno già dette i

quotidiani, e non credo sia mio compitoripeterle ; io cerco sempre di fare quelleconsiderazioni che derivano dalla mia pove-ra esperienza di cittadino libero in 54 ann i

di vita .Tutte le opere pubbliche sono prive d i

manutenzione, per cui ad un certo momen-to sono necessari interventi straordinari ;esse, cioé, devono essere ricostruite comple-tamente, con un costo triplicato .

Sono stati indicati dei piani, sono state

fatte promesse alle popolazioni . Ricordo ,sempre nella mia provincia, la nuova stradadella Valnure, che è diventata statale e cheavrebbe dovuto essere riassestata . Qualche

volta, quando si trova in quella zona, l apercorra, signor ministro, per vedere se èdegna di essere definita statale una stradarealizzata in quel modo . Tanti anni fa, moltoprima dell'epoca cui faccio riferimento, lastrada verme fatta inerpicare fino alla vill adi qualcuno che contava molto, mentre l afondovalle sarebbe indispensabile per quell epopolazioni che voi tutti state sempre pi ù

abbandonando, cioè le popolazioni di mon-tagna. Si tratta di un grosso problema, alquale il Ministero dei lavori pubblici dovreb-be prestare molta attenzione .

Gli ultimi eroi abbarbicati ai loro casolar i

quando si saranno stufati di fare gli eroi (e

li state stancando, e ve ne illustrerò le ragio-ni), verranno anch'essi a valle, aumentand o

la pletora dei disoccupati : finché rimangono

nelle loro zone, infatti, sono autosufficienti ,mentre, quando scendono, evidentement edevono iscriversi alle liste di collocamento .Essi avranno abbandonato definitivamentenon le valli famose, non i centri turistici, noni luoghi di attrazione, ma le valli, le mille ,diecimila, centomila valli d'Italia; quando leavranno abbandonate del tutto, dopo u npaio di anni, al primo acquazzone, la mon-tagna cederà, perché la montagna disabitatareagisce malissimo agli eventi atmosferici .In quel momento si incomincerà a pensareche forse si era sbagliato ad eliminare prim a

le scuole, poi gli uffici del registro e così via .Adesso invece arriva la seconda ondata ne iconfronti di queste popolazioni : la triplica-zione delle tasse per servizi che non esisto-no, la triplicazione delle imposte da pagaread uno Stato, ad una regione, ad un comuneche non fanno niente per quelle popolazioni

perchè esse alla fine, elettoralmente parlan-do, contano pochissimo, essendo poche mi-gliaia contro le decine, le centinaia di mi-gliaia delle città e dei paesi di pianura .

È questo lo Stato? Tanti anni fa avet ecreato il monopolio pubblico dell'energi aelettrica, per portarla fino alle zone in cu inon era conveniente quella privata; oggiinvece togliete i servizi essenziali, quali quel -li di trasporto e lasciate le popolazioni isola-te, cioè con il solo richiamo telefonico de lbus — quando il telefono funziona —, leabbandonate anche nei settori in cui avetespecifiche competenze, come le strade sta -tali. L'Italia non è fatta solo di autostrade ,ma anche di strade statali, e l'ANAS s i

occupa soprattutto di queste ultime. Quan-do non si controllano le strade statali e no nci si occupa della loro manutenzione, èsempre il contribuente che continua a paga-

re e a maledire; se poi il contribuente è cos ì

masochista da trasformare questa sua male -dizione in lega, riesce a fare il doppio colpodi maledire nel contempo il sistema e s estesso, raggiungendo quindi il massimo dei

risultati, perché riesce a danneggiare anche

se stesso. È ovvio tuttavia che il collega ilquale poco fa ha affermato che il ministroPrandini ha facilitato ed aiutato la lega aBrescia ha detto una grande verità; non ilministro Prandini in quanto tale, ma il mini-stro Prandini in quanto democristiano, fa-

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cente parte del Governo Andreotti che go-verna l'Italia da 46 anni, in un modo ignobileed ipocrita al punto tale da aver consentit ola promulgazione della sanguinaria leggesull'aborto .

È una questione di mentalità : non si trat-ta, come dite voi del «mio ministero», m adel «ministero della Repubblica» ; non, comedite voi, dei principi al momento della cam-pagna elettorale, perché i principi vann odifesi anche e soprattutto quando non si fala campagna elettorale, quando si organizzalo Stato di giorno in giorno . Pertanto iprincìpi che voi oggi definite «di trasparen-za» dovrebbero sempre presiedere il control-lo. Io non sono come il collega che mi h apreceduto, l'onorevole Piro, che dice : «Beh,insomma, se c'è una strada, ci si mangia unpo' qualcosa . . .». No, no, per me non si devemangiare niente . . .

FRANCO PIRO . Ah, ma anch'io sono d'ac-cordo!

CARLO TASSI . . . . e ad un funzionario chemangia qualche cosa, per mio conto gli s ipotrebbe anche tagliare la mano . Io non h oniente in contrario .

II mio partito non è nato in occasione d iuno scontro per le prime Colombiadi. Il miopartito è nato proprio perché l'Italia a quel -l'epoca intendeva reagire ad uno scollamen-to e ad un abbandono di questo tipo . Checos'era 1'«Italietta» se non l'autodistruzion edi un'Italia che non aveva mai raggiuntoquella simbiosi, quella identità che ci deveessere tra Stato e nazione? Continuava adessere più Stato che nazione, mentre soltan-to quando c'è la simbiosi tra Stato e i lconcetto dell'organizzazione e dell'autoritàdello Stato ed il rispetto delle volontà e dell etradizione del popolo, si può andare avanti .

La mia quindi è l'illustrazione di unamozione — che abbiamo sottoscritto e ch ecertamente voteremo — di taglio completa -mente diverso da quello delle altre . È fors eun pochino più tagliente, perché non l'accu-so di questo o di quest'altro peccatucci ooppure di questo o di quest'altro peccatac-cio: l'accuso di quel che è, del vostro mododi essere e di tradire i princìpi, dell'atteggia-mento che, con tipico pessimismo che vi

viene dalla tradizione degli ambienti dellasagrestia, vi ha fatto dire fin dal 1948 che i lpartito della democrazia cristiana è un par-tito di centro che marcia verso la sinistra .

FRANCO PIRO . «Marcia» in che senso ?

CARLO TASSI. Quel pessimismo tipico dasagrestia che faceva paventare da colui cheper voi fu il più grande statista la sicurezz adi finire, prima o poi, in mano al comuni-smo. Il lo dicembre è stata ammainata l abandiera rossa . . .

FRANCO PIRO. Un po' prima!

CARLO TASSI . . . dal Cremlino! Magari nonda tutti i palazzi d'Italia, ma dal Cremlino èstata ammainata. E noi abbiamo sempr esostenuto che, prima o poi l'impero del malesarebbe dovuto cadere, in quanto . . .

FRANCO PIRO. Ma cosa c'entra con la

bandiera rossa? Con il ricordo del sangu edelle donne di Chicago? Finiscila, Tassi !

CARLO TASSI . . . era l'impero del male !

FRANCO PIRO. Sei un toro, che quand ovede il rosso si spaventa !

CARLO TASSI . Non credo. Tu sbagli !

FRANCO PIRO . La bandiera rossa . . .

CARLO TASSI . Tu sbagli. . . !

FRANCO PIRO. Anche Mussolini quandoera giovane le correva dietro !

CARLO TASSI . Tu sbagli. Vedi Piro, te l'ho

già detto tante volte : per fare il matto occor-

re grande equilibrio . . .

FRANCO PIRO . Io non sono matto !

CARLO TASSI . . . E te lo dice uno che se ne

intende !

FRANCO PIRO. Che tu sia matto non c'èdubbio!

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CARLO TASSI. Te lo dice uno che se n eintende; ed è per quello che io mantengo

grande equilibrio .La bandiera rossa che tu richiami . . .

FRANCO PIRO . Tu l'hai offesa !

CARLO TASSI . Non è che io l'abbia offesa .Non l'ho ammainata io: avrei voluto averequell'onore . . .

FRANCO PIRO . Ma cosa c'entra !

CARLO TASSI . . . ma non sono stato io adammainarla. Ci sarà pure il richiamo all edonne, ma allora, se dovessimo parlare delrichiamo al sangue delle donne, quella ban-diera rossa, quella del Cremlino, gronda de lsangue di milioni di donne . Non quelle diChicago. . .

FRANCO PIRO. È quella di Chicago . Èun'altra cosa! È il 1° maggio! Non far econfusione !

CARLO TASSI . .. ma quelle di Berlino, quel -le della nostra Gorizia, quelle della nostraTrieste, quelle violentate, massacrate e infoi-bate dal 90 corpo dei partigiani di Tito . Se iabbastanza colto, caro Piro, per non cercaredi voler confondere le idee . Perché a me, checome donna Prassede ho pochissime idee, èmolto difficile confonderle .

FRANCO PIRO. Negli assalti del '22 anchevoi non avete scherzato !

CARLO TASSI . Ma certo. Ricordati peròdei 4 .500 morti . .. (allora te lo dico . Te la seitirata e te lo dico) . . . di cui 3 mila e oltre deinostri. A Piacenza, 71! E c'è mancato poc oche tra di essi vi fosse mio papà, che si salvòperché creduto morto in seguito alle botteche gli avevano dato. E il suo amico, chediede segni di vita, Antonio Moserati, vennemassacrato, squartato e non ti dico altro . Etutto ciò ha evitato che l'Italia diventassebolscevica nel 1922, e che gli italiani ne l1991 si accorgessero di essere stati per set-tant'anni governati dai mostri . Ed i cimiteriavrebbero avuto un'espansione edilizi a(quella sì senza piano dei lavori pubblici) con

almeno 3 o 4 milioni di morti in più, sedovessimo mantenere le proporzioni deipaesi che hanno avuto il governo della ban-diera rossa (che nasca dalla donne di Chica-go o da altrove) che ha massacrato le popo-lazioni d'Europa .

FRANCO PIRO . Ma l'assessore ai cimiteriera Pomicino, nel 1975 !

PRESIDENTE . Adesso vorrei che noncontinuaste questo dibattito . . . !

CARLO TASSI. Non provocarmi, Piro per -ché mi trovi su qualsiasi fronte pronto adarti la risposta che la storia e la politica c iinsegnano da una vita. La storia la conoscobene, e conosco a fondo le questioni . . .

PRESIDENTE. Onorevole Tassi, nessunomette in dubbio che lei conosca la storia, l ageografia e quant'altro . La prego tuttavia diattenersi al tema .

CARLO TASSI . Se vuoi, Piro, posso citart ianche i fatti delle tue parti! Ve ne dico unoper tutti : ognuno di voi sa chi sono i settefratelli Cervi, ma nessuno ricorda i settefratelli Govoni. Sette fratelli seppelliti viv idopo che gli avevano fracassato tutte le ossa !E tra di loro vi era anche una donna incintache si aspettava una vita diversa! Uno solodi questi era fascista, un altro addirittura eravenuto su con le truppe del gruppo Cremo-na! Per tre giorni e tre notti li hanno massa-crati di botte! Quando saranno estratti dallafossa comune il medico stabilirà che nessunosso lungo di costoro era ancora intero !

Guardate la logica e l'aritmetica : sette dilà, sette di qua! Sette pensioni di guerra ,sette medaglie d'oro, settemila lire al mesedate alla madre di questi sette figli !Non portiamoci fuori dell'argomento, an-

che perché qui il tema è molto più basso :non è dell'essere, è dell'avere . . . Questa è lasituazione che oggi predomina nel mondo !Il pericolo del mondo qual è? Che l'averevada troppo oltre . La multinazionale è larappresentanza dell'avere, la nazione è larappresentanza dell'essere : finché resiste lanazione, la multinazionale non può permet-tersi di trasferire nello Sri Lanka le imprese

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che altri Stati non vogliono, sfruttando lafame di quella povera gente, per poi farlamorire, dal momento che non si usan onemmeno i metodi di sicurezza . È la logicache faceva dire all'Inghilterra : non diamo il

DDT all'India, perché così muoiono pri-ma. ..! Salvo che poi si scoprì che il DDTprovocava più danni che altro !

Qui è una questione di avere, è una que-stione che comporta un costo enorme per ilcontribuente. Ministro Prandini, tutti le hanfatto delle domande, tutti vogliono risposte .A me delle sue risposte non interessa nulla ;a me interessano i suoi atti : ci dimostri unavolta, una volta sola che un appalto si èrilevato corretto, è stato condotto nei temp i

previsti, tanto che non vi è stato bisogn o

della perizia suppletiva !

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor i

pubblici. Cambiamo le leggi!

CARLO TASSI . No, le avete cambiate voi :

riportatele a quelle che erano giuste !Me ne citi uno! Guarda caso, l'impresa

meno capace fa l'offerta più bassa, acquisi-sce l'appalto e poi, dopo sei mesi, dice : non

rientro nei costi . Perizia suppletiva, «aripe-rizia» suppletiva, «ariperizia» suppletiva . . . Eda 770 milioni si arriva a 11 miliardi! El'opera non funziona! Questi sono i problemi

che bisogna risolvere . Ma fmo ad ora nonmi risulta, signor ministro, che vi sia stato ,negli anni in cui ella ha preso la poltrona chefu di Nicolazzi, un caso, un solo caso in cu ile opere sono state portate a termine corret-tamente .

Mi scusi, signor ministro, ma la ricostru-zione d'Italia — se lo ricorda il 1945, il 1946 ,il 1956 —, con che legge è stata fatta? Allor ai termini venivano rispettati perché c'eraancora la viscosità dello Stato fascista, per -

ché i funzionari erano ancora seri, perché l agente aveva ancora paura di perdere il postodi lavoro, perché se trovavano qualcuno arubare, lo mandavano a casa! Perché c'era-no ancora i vecchi sistemi ed i vecchi fun-zionari, quelli che voi avete tolto di mezzocon la legge n. 336, decapitando la burocra-zia nazionale! C'era ancora la tradizion edello Stato che doveva essere Stato e ch eaveva autorità . nonostante vi fosse stata la

Resistenza! Nonostante la Resistenza avesse

vinto, lo Stato non era ancora stato portato

dal fascio allo sfascio e soprattutto non si eraancora giunti al catafascio! È tutto li . Leleggi possono essere buone e cattive . In

mano agli uomini retti anche le peggiori

leggi funzionano, in mano agli uomini dere-litti, neanche le migliori funzionano . E l'uo-mo quello che conta, non sono mai le cose !

Perché il Papa è un grande uomo? Perchéha riportato l'uomo al centro dell'attenzio-ne, anche dell'attenzione religiosa. È l'esse -re che conta, non l'avere . Se l'essere è

onesto, l'avere sarà corretto . Se l'essere èdisonesto, anche l'avere diventerà scorretto .C'è poco da fare !Vi sfido a trovare qualcuno — ministro ,

assessore regionale, comunale e provinciale— che, in questa Italia democratica, dal1945 ad oggi abbia fatto quello che hafatto Araldo di Crollalanza nel 1931 quando

era ministro dei lavori pubblici . Se voi netroverete uno, dirò che in fondo questacittà non va distrutta. Se troverò trecentoonesti, se troverò cento onesti, se troveròdieci onesti, se troverò un onesto . . . : credo

di citare qualcosa che a un sedicentesé dicente, in quanto democristiano dicentedi sé di essere cattolico — cattolico dovrebb erichiamare qualcosa di facile memoria e

quindi di puntuale insegnamento. Ecco per-ché il mio gruppo, per i motivi espóst inella mozione, ed io personalmente perun motivo in più o preliminare, abbiam osottoscritto la mozione .Per me è una questione ontologica : sei

democristiano? Devi andare a casa . Da qua-rantasei anni avete governato l'Italia in mo-do tale che dal 12 per cento i comunisti sonopassati al 34 per cento del 1976 : è l'unic acosa che avete fatto aumentare in Italia . A

furia di costruire «dighe», avete portato ilpartito comunista al 36 per cento . Vi sieteinventati il sorpasso per continuare a fregar ela povera gente !

Io non ce l'ho con nessuno . Il mio Dio midice di perdonare ed io perdono sempre ,però non mi consiglia l'oblio . Ed io ho unamemoria da elefante, da vecchio montanaroquale sono . Io vi addebito tutto questo! Viaddebito tutto, a partire dalla rinuncia ini-ziale, l'incapacità di costituire, avendo la

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maggioranza assoluta, un'Italia democrati-ca e cristiana secondo quei princìpi . Allorasi iniziò con la prima «ammucchiata», per -ché il vostro «grande statista» non ebbe i lcoraggio di costruire un'Italia democratic a

e cristiana sulla base di quei princìpi che intermini sociali erano corporativi . Infatti —udite, udite, democristiani che non lo sape-te! — la vostra dottrina sociale è quella :viene da Toniolo e dalla Rerum novarum .

Quindi per me poter dire che il ministroPrandini deve finalmente andare a casa si-gnifica dire : finalmente uno in meno !

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Manfredi . Ne ha facoltà .

MANFREDO MANFREDI. Signor Presiden-te, onorevole ministro, onorevoli colleghi ,ringrazio il collega Mattioli che mi ha con -sentito di anticipare il mio intervento .

La presentazione di una mozione di sfidu-cia nei confronti di un ministro coinvolgenon soltanto aspetti tecnici, ma anche profilipolitici e non c'è dubbio che vada inserit anel clima politico attuale ; in particolare deveessere connessa con la scadenza della legi-slatura e con l'approssimarsi delle elezioni .

D'altra parte, le stesse illustrazioni fatt ehanno dato il segno anche di questo tentati-vo, al quale peraltro non spetta a me né darerisposta né tanto meno controbattere . Credoche a me spetti il compito di puntualizzar ealcuni aspetti della mozione laddove son ostati richiamati provvedimenti di legge, do-cumenti programmatici, atti parlamentari e ,in particolare, una filosofia di intervento inquesto settore che, anche se nella premess adella collega Donati può essere considerat aininfluente sul piano della critica, senza dub-bio assume un suo valore e determina quindidelle responsabilità . Per tanti altri aspett isono certo che il ministro sarà puntualecome sempre nel dare una risposta inconfu-tabile .

L'onorevole Donati ha sollevato, tra l'al-tro, il problema del terzo piano triennale(1991-1993), collegato alla legge n . 531 del1982, legando ad esso anche il problemadelle manifestazioni colombiane . Desideroqui affermare che dal 1982 in poi una poli-tica di recupero sul piano degli investimenti

infrastrutturali è nata soprattutto dall'inizia-tiva parlamentare. È noto che l'articolo 18 -bis del decreto-legge n. 376 del 1975 avevabloccato ogni iniziativa, soprattutto nel set-tore delle autostrade ; è noto altresì che nel1981 la Commissione lavori pubblici, presie-duta dall'onorevole Botta, aveva avviato u-n'azione parlamentare al fine di recuperare ,dopo una serie di esperienze determinate da lblocco del 1975, ipotesi e necessità di inter-vento nel settore. È bene sia ribadito che l alegge n. 531 non è la conversione di undecreto-legge né, tanto meno, è frutto diun'iniziativa governativa. Come il collegaBotta sa bene, si partì dalla presentazione daparte del Governo di un disegno di legge ch eprevedeva il raddoppio dell'autostrada Tori-no-Savona nel tratto Carmagnola-Altare . Suquel disegno di legge si aprì un dibattit oapprofondito, che durò oltre un anno emezzo e portò all'approvazione della leggen. 531, una legge scritta parola per parol adalla Commissione lavori pubblici ed appro-vata con un largo consenso parlamentare.Nascono da questo provvedimento l'azioneprogrammatica del Governo ed i primi pian idi intervento .

Si arriva così al passaggio, che è statocitato poco ma che io ritengo fondamental eper la sua influenza dal punto di vista pro -grammatico e legislativo, rappresentato dal -la legge sui campionati del mondo di calcio ,che nasce da un decreto-legge del Govern oreiterato per tre volte e approvato, infine ,con una legge di conversione che avevacapovolto all'80 per cento l'impostazioneiniziale .

GIUSEPPE BOTTA . Questo è un vizio dell aCommissione !

MANFREDO MANFREDI . Il presidente Bot-ta afferma che è un vizio, io preferiscoparlare di un merito della Commissione, un aCommissione che ha dimostrato grand ecompetenza ed equilibrio ed ha conseguit oimportanti risultati sul piano legislativo, pro-ducendo sempre provvedimenti accompa-gnati da un minimo di consenso. Ma l'appli-cazione della legge n. 531 nei primi anni èstata difficile per non dire quasi impossibile ,al punto che nel 1985 dovemmo intervenire

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con una legge di modifica ed integrazione, l alegge n. 526 .

Tale provvedimento rappresenta una con-creta risposta alla critica che è stata rivolta ,signor ministro, alle sue affermazioni in basealle quali tutto ciò che lei ha fatto avrebb erappresentato il risultato di una richiesta de lParlamento . Sono qui per darle atto, signorministro, che, per quanto riguarda l'applica-zione della legge n . 531, così come modifi-cata dalla legge n . 526, nonché dei provve-dimenti relativi allo svolgimento de icampionati del mondo del 1990 ed alle«Colombiane», lei ha fatto tutto quello ch eil Parlamento le aveva chiesto .

Dico questo perché il terzo piano trienna-le, così profondamente criticato, nasce d aun dispositivo legislativo che non è rappre-sentato esclusivamente dalla legge n . 53 1ma, insieme, dalle modifiche introdotte dal -la legge n. 526 . Tale provvedimento, all'ar-ticolo 6, indica con estrema chiarezza iprincipi ai quali il Ministero deve informarsial fine di favorire l'applicazione di un pian otriennale che consenta non soltanto di attua-re le previsioni contenute nel piano decen-nale, ma anche di privilegiare i seguenticriteri: «completamento dei grandi itinerar idi confine; completamento per tronchi fun-zionali dei grandi itinerari longitudinali delpaese; completamento e ritocchi funzionalidei grandi itinerari trasversali del paese ;servizi alle grandi aree metropolitane non -ché relative infrastrutture portuali, aeropor-tuali e intermodali; chiusura in riferimentoai tratti autostradali già esistenti, nonch éinterventi necessari per ottimizzare i livell idi traffico e migliorare e garantire le condi-zioni di sicurezza di tratte essenziali per lafunzionalità della rete autostradale; comple-tamento degli itinerari previsti dal piano -stralcio di cui alla legge n . 531, dichiarat iprioritari, nonché degli altri itinerari di gran-de rilevanza non definitivamente completat iin sede di programma triennale 1979-1981» .

In sostanza, si è aperto uno scenario diinterventi stimolato dall'ampio dibattito par-lamentare dal quale era emersa l'opportuni-tà di avviare gli investimenti nel settore dell aviabilità nonché la necessità di utilizzarefinalmente gli strumenti legislativi necessariper intervenire in tutti i settori coinvolti .

Signor ministro, quando abbiamo discus-so il piano triennale 1991-1993, ho chiestoche nella relazione di presentazione al prov-vedimento fosse chiarito che quel piano non

era riferito soltanto alla legge n . 531, maanche alle modifiche a quest'ultima appor-tate dalla legge n . 526 . Ciò perché eroconsapevole che tale chiarimento avrebbemaggiormente legittimato l'ampia gamm adi interventi compresi nel terzo piano trien-nale, così come è in effetti avvenuto. Inquesto modo, noi parlamentari abbiamo ov-viato ad una carenza di relazione che emer-geva dall'impostazione conferita dal Mini-stero competente alla prima formulazionedel piano .

Signor ministro, ripeto : sono qui a daretestimonianza che non vi è opera previst adalla legge n . 531 che non sia stata realizzat acon il rispetto dei criteri ai quali il legislator eha voluto ispirare l'ampia iniziativa di inve-stimenti realizzata con gli interventi posti i nessere dal Ministero negli ultimi armi .

Per quanto riguarda le Colombiane, rin-grazio l'amico e collega Piro per le respon-sabili e veritiere considerazioni che egli h avoluto riferire a Genova . Il silenzio e leprofonde disattenzioni di questi anni su Ge -nova e la Liguria (si pensi che nel secondopiano triennale era previsto un investimentodi soli 12 miliardi per la Liguria, a fronte diuno stanziamento complessivo di 5 mil amiliardi!) sono a tutti noti. Penso, in parti-colare, al blocco sul territorio imposto dall alegge Galasso . Si tratta di cose note, che nonintendo certo imputare alla responsabilitàdel Ministero. Non vi è dubbio, comunque ,che la Liguria abbia sofferto per una serie d iinterventi che non l'hanno certo favorita .

Sta di fatto che, ultimamente, sono stat i

avviati diversi interventi che — guarda caso

— hanno avuto come obiettivo le «Colom-biane». Sono d'accordo con il collega Piroquando afferma che queste ultime hann orappresentato il vero e grande rilancio d icarattere culturale (e non solo) per Genova ,per la Liguria e per il paese .

Quando abbiamo affrontato la discussionedella legge sui mondiali . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Io non c'ero .

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MANFREDO MANFREDI . Sì, è vero, lei noncera. Comunque, è stato ricordato — aproposito ed a sproposito — il contenuto de imiei interventi. Mi faccio carico di averincluso, nella mia veste di relatore su quel -provvedimento, il famoso comma 5 dell'ar-ticolo 1 con il quale si dice che per tutte l eopere finalizzate, direttamente o indiretta-mente, alle manifestazioni colombiane s ipossono utilizzare tutte le procedure previ-ste dalla legge sui campionati mondiali dicalcio . Inoltre, il combinato disposto dell alegge n. 531, modificata dalla legge n . 526 ,e della legge sulle manifestazioni colombia-ne ha dato vita — non vi è dubbio — aquell'insieme di interventi cui faceva riferi-mento la collega Donati . Che cosa si ècoinvolto con tale operazione? Si è coinvoltaun'area del paese che non è stata individuatadal Ministero ma dal Parlamento (ecco per -ché rivendico l'azione parlamentare, contutte le responsabilità che da ciò derivano) .Quando presentammo la famosa o fami-

gerata risoluzione che cosa dicemmo? Affer-mammo che bisognava tener conto del lun-go dibattito che si era svolto nel luglio 1989in Commissione — che non si era concretiz-zato in una iniziativa legislativa a causa dellacrisi di Governo — nonché della necessità(che il programma trasmesso dal Minister odei lavori pubblici non teneva in alcun con-to, per nessuna opera) del collegamento cheavevamo indicato nelle premesse tra gli in-terventi sul sistema infrastrutturale e le «Co-lombiane» .

Ricordo che discutemmo poi ed appro-vammo quella risoluzione con la quale nonci limitammo soltanto a stilare un elenco diopere — in realtà tale elenco non è stat ofatto — ma sostenemmo posizioni precise .Impegnammo il Governo a tener conto ,nell'ambito delle previsioni programmatichedelle leggi nn . 531 e 526, di tutte opere chedirettamente o indirettamente si ricollegava-no alle manifestazioni colombiane . Ricordoinoltre che siamo stati noi a fissare la dimen-sione geografica dell'intervento, sostenendoche erano da considerare come aree ch econcorrevano a tali manifestazioni le se-guenti regioni: la Liguria, la Toscana e l'E -milia Romagna, compresi i collegamenti co nil Piemonte e la Lombardia. Quando discu-

temmo tale risoluzione feci correggere unerrore di trascrizione laddove si parlava d i«collegamenti verticali del Piemonte . . .», conle parole «collegamenti verticali col Piemon-te e con la Lombardia» .

Onorevole collega, lei ha sostenuto che c isiamo riuniti la mattina alle 8, in mod ofrettoloso e alla presenza di pochi colleghi .Le ricordo, invece, che non solo ci riunim-mo alle 9 alla presenza di due rappresentantidel Governo — per la precisione, del dica-stero dei lavori pubblici e di quello dell'am-biente — e che lei intervenne nella discus-sione, ma che discutemmo per ben due or esull'argomento (Commenti del deputato Do-nati) !

Quello che abbiamo fatto noi è scritto suiresoconti della seduta !

FRANCO PIRO . Una volta la Commissionefinanze si riuniva alle 7,30 !

MANFREDO MANFREDI . Noi non abbiamofatto assolutamente nulla! Ci siamo limitat ia richiedere che il Ministero rispettasse l'in-tero il dibattito svoltosi a monte, nella Com-missione, nonché i piani previsti dalle legginn. 531 e 526, ed il principio che tutte leopere che concorrevano alle «Colombiane»dovessero essere riconosciute urgenti ed in -differibili (Commenti del deputato Donati) !È stata una scelta del Ministero che ci ha po ipresentato un regolare piano .

Cara collega, le do atto che lei ha sempr econdotto una battaglia di netta opposizion ee ciò va annoverato tra i suoi giusti vanti .

Con tale atteggiamento lei ha infatti sem-pre mantenuto una linea di coerenza dall'i-nizio alla fine. Mentre io esprimo tale rico-noscimento, credo però che dovrebbe darciatto che noi abbiamo affrontato questi pas-saggi fornendo tutte le indicazioni che dove-vamo dare con legge e con la risoluzione ,cioè attraverso un iter di carattere parla-mentare nell'ambito del quale il ministro h aavuto il dovere di rispettare tali piani, tal iprogrammi e queste previsioni . Sono qui aribadire questo concetto, non con la pretes adi convincere qualcuno (so infatti che ognu-no rimarrà sulle proprie posizioni), ma per -ché è necessario che rimanga agli atti de lParlamento che tutto ciò che il ministro ha

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fatto risponde al principio, cui egli ha gi àfatto riferimento, di attuazione di quant orichiesto dal Parlamento stesso . L'onorevoleDonati ha sollevato un problema che condi-vido. Non vi è dubbio, infatti, che in questoprogramma vi siano carenze ed inadempien-ze. Per esempio, in merito all'autostradaTorino-Savona la collega Donati ha sollevatoun problema reale, all'attenzione di tutti .

ANNA DONATI . Da dieci anni si chiede d aparte di tutti, ma non si fa .

MANFREDO MANFREDI . Il presidente del -la Commissione sa che da tempo ho presen-tato una lettera . . . (Interruzione del deputa-to Donati).

PRESIDENTE. Onorevole Donati, lei è giàintervenuta, la invito pertanto a limitare l esue interruzioni .

MANFREDO MANFREDI . Ho chiesto, permezzo di una lettera, al presidente dell aCommissione di realizzare un confronto ,una consultazione e sarei lieto di trasforma -re tale richiesta, se l'onorevole Donati fossed'accordo, in un'indagine conoscitiva, inordine al problema del tratto Torino-Savo-na . . .

GIUSEPPE BOTTA . Nell'XI legislatura !

MANFREDO MANFREDI. Vorrà dire cherimarrà come testimonianza per la prossim alegislatura. In tal modo si potrà affrontarefinalmente il problema di questa autostrada ,completamente disatteso . Il Governo ha gi àfatto in proposito la sua parte, mettendo adisposizione 240 miliardi che rappresentan otuttavia, l'unico denaro concesso in corso direalizzazione d'opera senza che la conces-sionaria (che fa parte del sistema IRI), abbiamai contribuito in alcun modo . Finora, in-fatti, ha solo affermato di essere disposta afarlo .

GIUSEPPE BOTTA. Erano 120 miliardiquelli del Governo . . .

MANFREDO MANFREDI. No, sono 240 . Ilpiano triennale approvato contiene la richie -

sta di ulteriori 100 miliardi e le chiediamo ,signor ministro, di onorare tale richiesta .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. La legge finanziaria, non io .

MANFREDO MANFREDI . La legge finanzia -ria 1992 prevede determinate disponibilità .Le chiediamo di prendere in considerazionequest'opera di estrema importanza e neces-sità . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavori

pubblici. Nel 1993 .

MANFREDO MANFREDI . . . che non riguar-da soltanto l'articolo 1, comma 5, della legg esui mondiali, ma la sicurezza degli utenti euna necessità imprescindibile sul piano dellosviluppo, non soltanto della Liguria.

Vorrei infine richiamare l'intervento dell acollega Boselli per quanto si riferisce airesidui passivi . Sono contento che tale aspet-to sia stato trattato in questo modo poich èesso rappresenta la risposta a tante solleci-tazioni e ad un lungo dibattito . Sono statoper tre volte relatore sullo stato di prevision edel Ministero dei lavori pubblici ed ho sem-pre posto l'accento critico sul problema de iresidui passivi . Anche sulla base di quant oaffermato dalla collega Boselli, sono qui perdare atto al ministro che grazie alla su ainiziativa (qualcuno usa altri termini) final-mente il problema dei residui passivi è stat oaffrontato e, in parte, risolto . La Corte deiconti cita i 2 .000-2 .500 miliardi . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavoripubblici. Si tratta della relazione del 1990 ,relativa al 1989. Riceveremo una relazione

nel 1992 riguardante il 1991 .

MANFREDO MANFREDI . Infatti, va riferit a

al 1990, ma sappiamo che cifre forse de lvalore di 5, 7, 9, 12 mila miliardi sono staterecuperate grazie al suo intervento . Di que-sto desidero darle atto (Applausi dei depu-tati del gruppo della DC e del deputatoPiro) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Mattioli. Ne ha facoltà .

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GIANNI FRANCESCO MATTIOLI. Signor Pre-sidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzi -tutto far presente che con questa vicend a

che, sia pure al termine della legislatura ,approda alla richiesta di dimissioni del mi-nistro Prandini, una parte del Parlament o(non solo il gruppo verde) fornisce un'im-portante risposta alla crisi delle istituzioni e dal dibattito presente nel paese . Molti riten-gono che il risanamento delle istituzionipossa venire da geometrie istituzionali e s isbizzarriscono a parlare di voto uninominaleo di figure analoghe. Non da questo peròverrà il risanamento delle istituzioni, chegiungerà soltanto quando gli onesti, dentr oe fuori le istituzioni, comprenderanno cheesse si risanano cacciando via gli uomini cheal loro interno non dovrebbero stare .

Questo non si fa con generiche critiche oaccuse, ma con il lavoro sistematico — e dio sono veramente orgoglioso di avere nelmio gruppo parlamentare la collega Donati

e con la documentazione, rimanend olegati in modo caparbio ai contenuti e nonalle allusioni . Di fronte ad un modo serio d ilavorare come quello che ho descritto, s icostruisce rapidamente il consenso di que iparlamentari che vogliono il risanamentodelle istituzioni, ma non a chiacchiere .

La vicenda Prandini è l'esempio di un usoscorretto del potere e, per ciò, arrogante .Qualcuno sostiene che il ministro Prandin isia un decisionista che si assume la pienaresponsabilità del suo operare . Questo nonè vero: il ministro piega invece le istituzioniall'interesse privato e poi evita il moment odel confronto e dell'assunzione di responsa-bilità. L'avrebbe scampata anche questa vol-ta, se non vi fosse stata quella vicendadurissima che abbiamo tentato di portareavanti nell'ambito della legge finanziaria .

Non chiediamo al Parlamento un giudizi ogenerico, ma un giudizio di merito . I fatt i

sui quali sollecitiamo una presa di posizionesono elencati nella mozione, con particola -re riferimento al ricorso alla trattativa pri-vata ed allo stravolgimento formale e so -stanziale delle finalità di una serie d iprovvedimenti .

Mentre l'onorevole Botta è stato piuttost ogarbato nella sua esposizione, mantenendos inei limiti della ragionevolezza, mi è sembra -

to una provocazione il discorso pronunciat odall'onorevole Manfredi, il quale con solen-nità e sussiego ha detto che il ministro h afatto solo e tutto quello che gli ha chiesto i lParlamento. Il Parlamento gli aveva fors echiesto l'uso distorto della trattativa privata?Non credo. Eppure gli esempi in quest osenso certo non mancano : 5 .600 miliardi nelcaso delle «Colombiadi», e 5 .040 miliardi perquanto riguarda la gestione ANAS per il1991 .Ha ragione l'onorevole Botta quando af-

ferma che la trattativa privata non è u nistituto nuovo : questo lo sappiamo; sono unfisico, ma anch'io ho un certo orecchio peril codice civile. Egli ci ricorda inoltre ch equell'istituto risponde a condizioni ed a ter-mini perentori di urgenza . Ma è proprioquesto il punto, collega Botta : vi erano forsetermini perentori di urgenza nei lavori d icostruzione della galleria al chilometro 3 9della strada statale n. 80, nel progetto deilavori per il raccordo autostradale Ascoli -Porto d'Ascoli, nel nuovo progetto relativ oall'autostrada Torino-Bardonecchia? Potre icontinuare, perché l'elenco è lunghissimo .Ebbene, cosa ha a che fare con gli esempiriportati l'aggettivo «perentori» ?

GIUSEPPE BOTTA . Vi sono le date di sca-denza, puntuali .

GIANNI FRANCESCO MATTIOLI . Ma il ter-mine «perentorio» previsto dal codice civileha un significato sostanziale e non formale .Allora, se si scorre l'elenco degli appalt idecisi dal ministro come presidente del con-siglio di amministrazione dell'ANAS, si veri-fica che il numero di affidamenti a trattativaprivata ammonta a decine e decine ; la col-lega Donati ne ha raccolto un volume piut-tosto alto . Eppure, è difficile individuare u ncriterio tecnico intellegibile .Lo stesso collega Botta non ha trovato

nulla di meglio che assumere come motiva-zione — lo ammetto, molto divertente —l'effetto dell'arretrato infrastrutturale . Vie-ne da sorridere con molta simpatia : l'effettodell'arretrato infrastrutturale . . . Se non vi-vessimo in un paese nel quale lo stravolgi -mento delle norme è continuo, inviterei i lpresidente Botta a chiedersi quale interpre-

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tazione del codice civile possa avanzare asostegno di tale motivazione .

Dal punto di vista politico, lo invito invec ea riflettere su quale assurdo ci stia propo-nendo. Una pubblica amministrazione sciat-ta (mi riferisco alla sua capacità di realizza-zione e al funzionamento) trova uncorrettivo ancora peggiore : se non è in gra-do di funzionare, ricorre a una procedurasbrigativa, con conseguente possibile favo-reggiamento, quale è la trattativa privata .

Non credo si possa non concludere chel'adozione di tale affidamento è stata illegit-tima. Se poi si riflette sui nomi delle aziend ecoinvolte nella trattativa privata (ricorron osempre gli stessi: Itinera, Secol, Edilstrade ,Pizzarotti, Cogei, Tecnosviluppo, Lodegiani ,Astaldi), si comprende quale gigantesco af-fare sia stato realizzato a spese dello Stato equale gigantesca vicenda di affari intrecciat ialla politica si sia configurata .

Non vi è neanche bisogno della «Duomo-connection», delle faticose azioni dei Ligre-sti, Berlusconi, Cabassi, per conquistare l'as-senso dei consiglieri comunali di Milano né ,tanto meno, delle vistose e sanguinose av-venture della criminalità organizzata all'om-bra di appalti e subappalti: si procede con itimbri e i bolli del ministero .

Ho portato esempi di trattativa privata . V isono poi quelli di distorsione dei provvedi -menti. La vicenda delle «Colombiane» ne èpiena. Basti pensare a quanto ha ricordatola collega Donati, in relazione alla dogan anel comune di Segrate per TIR e containers ,inserita fra le realizzazioni dell'Esposizioneinternazionale specializzata Colombo 1992 ,con una procedura d'urgenza che avrebb epotuto essere applicata solo alle opere fun-zionali agli obiettivi della legge n . 373 .

Ma quale è il collegamento tra questagigantesca infrastruttura e le «Colombiane» ?Quale giustificazione si dà, dunque, dell aprocedura d'urgenza?

Ci deve essere anche spiegato in qualemodo le opere viarie possano essere mini-mamente collegate a «Colombo 1992» . An-che in questo caso, per esempi di stravolgi -mento, vi è solo l'imbarazzo della scelta .L'onorevole Manfredi ha sostenuto che l'e -norme mole di interventi è stata voluta da lParlamento. Non so come prendere questa

affermazione: si tratta di autodenuncia? D isolidarietà collettiva, da ladri di Pisa? È ungeneroso ma non convincente tentativo . Re-stano le responsabilità del ministro .

Se l'intervento del collega Piro sembraspostare il bersaglio dall'onorevole Prandinisu un altro ministro o su altri affari, allegge-rendo quello che è oggi oggetto dell'esamedel Parlamento, vorrei ricordare che l'ICL Aè coinvolta nell'affare «Colombiane» . . .

FRANCO PIRO . È a Genova !

GIANNI FRANCESCO MATTIOLI . . . .che leimprese che Piro mette sotto accusa son ointeressate alle perizie di variante suppletivadell'ANAS per la terza corsia dell'autostrad aRoma-Napoli e che l'Impresa cooperativa d iArgenta, accusata da Piro perché legata aGraci, ha avuto appalti da Prandini per leColombiane e per l'ANAS per il 1991 . Sichieda, però, Piro, perché in calce alla mo-zione di sfiducia nel confronti del ministroPrandini si siano raccolte in pochi minutidecine e decine di firme . Quella mozionepoggia su una documentazione rigorosa ,che l'onorevole Donati ha messo a punt ocon la collaborazione di decine di ambienta -listi. Piro ci fornisca la stessa precisa erigorosa documentazione sul ministro Ciri-no Pomicino . . .

FRANCO PIRO . Te la do subito; è un attodi rinvio a giudizio !

GIANNI FRANCESCO MATTIOLI . . . . e il no-stro comportamento sarà assolutamente . . .

FRANCO PIRO . Non prima denunci e poifai . . . Ti do l'atto di rinvio a giudizio ; è anchepubblicato .

GIANNI FRANCESCO MATTIOLI . Ho capito .Il nostro comportamento, dicevo, sarà asso-lutamente identico .

FRANCO PIRO . Non è vero che lo è. Salgole scale e vengo a portartelo . Anzi lo do aEdo Ronchi, di lui mi fido, come di te pe raltro, e di altri . (Il deputato Piro consegn aal deputato Mattioli una documentazionerelativa al ministro Cirino Pomicino) .

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GIANNI FRANCESCO MATTIOLI . Forse il cla-more non ti ha fatto sentire la frase, ch eripeto .

FRANCO PIRO . Ho sentito tutto .

GIANNI FRANCESCO MATTIOLI . Quando c isarà la precisa documentazione . . .

FRANCO PIRO . Ce l'ho, è una sentenzadi rinvio a giudizio. Ce l'avete da tre mesi !

PRESIDENTE . Onorevole Piro, lasci par-lare l'onorevole Mattioli! Lo sa che a tutt inoi dispiace anche ogni volta che lei vieneinterrotto .

GIANNI FRANCESCO MATTIOLI. La esami-neremo. Il nostro comportamento sarà as-solutamente identico .

Sulla base della documentazione che ab-biamo raccolto, abbiamo concluso che èinsostenibile oggi la difesa del ministro Pran-dini . Insostenibile in modo palese sotto ilprofilo della legittimità dei suoi atti ammini-strativi tanto che si configurano ipotesi d icarattere penale, per le quali altra è la sede .È insostenibile come costume di Governo,non per scelta politica (ambiente, strategi adei trasporti e così via), ma per il pales eintreccio degli affari con la politica . Insoste-nibile deve essere apparsa anche al colleg aBotta se, parlando del caso di Ancona, eglisi è riferito a critiche infondate alla person adel ministro; come dire che altro giudizio varivolto invece ai suoi comportamenti istitu-zionali .

Cosa possiamo attenderci, onorevoli col -leghi, dalla conclusione di questa vicenda ?È possibile che si trovi l'orgoglio per un ascelta di coscienza? In passato non sonomancate censure politiche all'operato de lministro Prandini — da parte del Presidentedel Consiglio, del ministro dell'ambiente, de lministro per i problemi delle aree urbane ,della Commissione delle comunità — e danche amministrative, dalla Corte dei conti .

Oggi sono in corso inchieste della magi-stratura per ipotesi di reati connessi allagestione dell'ANAS . Ha ragione Piro nelrichiamare il garantismo. Non poniamo que-stioni personali di carattere morale, ma que -

stioni di corretto funzionamento di un'isti-tuzione; ed è per questo motivo che chiedia-mo di votare la sfiducia al ministro, proprioper consentire il corretto funzionamento d iun'istituzione .

Ci sembra di aver presentato fatti pre-cisi e documentati ; pensiamo che la salvezz adelle istituzioni non verrà certo da chi d àluogo ad un quotidiano «picconamento» pa-rolaio, ma da quanti ritengono che il lor odovere quotidiano sia innanzitutto il rispett opreciso degli ordinamenti .

Onorevoli colleghi, con questo voto abbia-mo tutti la possibilità di avviare, sia pure inchiusura di legislatura, quel concreto risana -mento delle istituzioni che la gente vuole ,che è maturo nelle attese del paese . Altri -menti, dal modo in cui si chiuderà tal evicenda, comprenderemo ciò che ci aspett anella prossima legislatura, che qualcuno gi àsi affretta a chiamare «costituente» : un noio-so esercizio di parole che continuerà a co-prire la realtà bottegaia dei partiti e dell eistituzioni (Applausi dei deputati dei grupp iverde e comunista-PDS e del deputato Piro) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Ronchi. Ne ha facoltà .

EDOARDO RONCHI. Signor Presidente ,colleghi, si è controbattuto alla mozione d isfiducia nei confronti del ministro dei lavor ipubblici con un rinvio alla legislazione vigen-te ed agli indirizzi espressi dal Parlamento .In particolare il collega Botta, president edella Commissione ambiente, territorio elavori pubblici, ha inteso giustificare le pro-cedure adottate sulla base delle scadenzetassative indicate da taluni provvedimenti .

Il collega Manfredi, invece, ha fatto rife-rimento al tipo di opere realizzate, al pian odecennale — la legge n. 531 e successivemodifiche ed integrazioni — ed alla legisla-zione approvata dal Parlamento per le co-lombiane ed i mondiali di calcio .

Non avete tuttavia risposto, colleghi, alleobiezioni fondamentali da noi sollevate eopportunamente e correttamente ripresedalla collega Donati. Tali obiezioni sonocontenute nella relazione della Corte deiconti. Non è tanto l'elenco delle opere o ilfatto che esse indichino scadenze ciò che

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contesta la Corte dei conti e che noi conte -stiamo. Scrive la Corte dei conti «Il rilanciodell'attività ordinaria dell'ANAS, sotteso al-l'approvazione del nuovo documento di pro-grammazione triennale, richiama inevitabil-mente l'attenzione su alcuni fenomenidistorsivi evidenziati dalla Corte, soprattuttocon riferimento alla tendenza dell'aziend a— presieduta dal ministro dei lavori pubblic i— «a forzare i meccanismi procedimentalidella legislazione nazionale e comunitari asulle opere pubbliche e ad utilizzare in mod oimproprio strumenti eccezionali, quali l eordinanze del ministro per il coordinamentodella protezione civile» .

Nella relazione dell'ultimo triennio 1989 -1991 alla quale si fa rinvio — siamo ne lperiodo di responsabilità della sua gestione ,ministro — si può cogliere una sorta d iescalation del fenomeno che si manifest aattraverso la concessione all'ANAS, su su arichiesta, di procedure in deroga ad ogn icontraria norma, ivi compresa quella d icontabilità generale dello Stato per l'esecu-zione di opere urgenti di cui si afferma ,spesso in modo apodittico, la pericolosit àper la pubblica e la privata incolumità .

A prescindere dal fatto che nella vigent enormativa sui lavori pubblici sono espressa -mente previste ipotesi di lavoro urgenti —ed il presidente Botta conosce queste proce-dure d'urgenza, perché sono state ben indi-viduate —, non basta la data di scadenza perintrodurre un criterio di urgenza nelle pro-cedure sui lavori pubblici . Allorché qualun-que indugio diventi pericoloso, le più eviden-ti anomalie sono costituite dal fatto che gliinterventi appaiono del tutto avulsi da uncontesto di eventi calamitosi o catastrofic itali da integrare il concetto di emergenza .Inoltre, i lavori non vengono finanziati acarico del fondo della protezione civile, ecioè dell'emergenza, ma a carico degli stan-ziamenti ordinari dell'ANAS .

Si riscontrano pertanto procedure ano -male sia per quanto riguarda la trattativ aprivata in particolare, sia per quanto ri-guarda l'utilizzo dei fondi di ordinari stan-ziamenti dell'ANAS, che appunto non ri-guardano interventi straordinari ed urgenti .Si tratta di un utilizzo improprio sotto u nduplice aspetto .

In verità, alcune opere possono ancheessere state urgenti, e l'elenco fornito dallacollega Donati è eloquente . Tuttavia, anchegli esempi riportati nella relazione della Cor-te dei conti non sono trascurabili .

La Corte dei conti, per esempio, fa riferi-mento ad un provvedimento di approvazio-ne del progetto redatto dal compartimentodi Napoli per la costruzione di una variante ,la statale 447, i cui lavori risultano affidati atrattativa privata per l'importo di 20 milamiliardi di lire (impegnati sempre sul capi-tolo dell'ANAS n . 709) . Il provvedimento

trova fondamento, però, in un'ordinanz arichiesta al ministro per la protezione civile .Il predetto compartimento della viabilità, susua richiesta, è stato autorizzato ad operar ein deroga alla vigente normativa, ivi com-presa quella in materia di contabilità gene-rale, per ovviare al pericolo della totaleinterruzione di un'arteria sono queste l emotivazioni di straordinaria urgenza — in-terruzione che comporterebbe gravi riper-cussioni di ordine sociale ed economico sull avita delle popolazioni .

Nel caso in specie, dice la Corte dei conti ,«oltre all'insussistenza del presupposto del -l'emergenza ed alla mancanza delle condi-zioni volute dalla legge per l'emanazion edelle ordinanze di deroga, è stato ancheeccepito che, in contrasto con la dichiarataindifferibilità dell'intervento, l'aggiudicazio-ne dei lavori a trattativa privata è intervenu-ta» — guardate com'era urgente! — «adoltre sette mesi di distanza dalla data dell'or-dinanza» .

Siamo quindi di fronte ad una contraddi-zione non solo di diritto, ma anche di fatto .

La Corte dei conti cita poi un altro esem-pio, che voglio richiamare perché sia chiarociò di cui stiamo parlando; con rinvii nor-mativi generici e con affermazioni giuridica-mente infondate, infatti, si rischia di fareconfusione . La Corte dei conti parla di duedecreti di approvazione di altrettanti proget-ti, redatti dal compartimento ANAS di Po-tenza, rispettivamente per i lavori di allarga -mento a quattro corsie della statale ionica n .106 (quinto lotto) nel tratto Nova-Siri-Scan-zano e per la costruzione del settimo troncodella statale n .93 lungo la via Bradanica, icui lavori sono stati affidati a trattativa

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privata per il rispettivo importo di 23 e 2 6miliardi. Le ordinanze di deroga sulle qualisi fondano i due provvedimenti fanno riferi-mento, rispettivamente, ad un oggettivo sta-to di pericolosità, in ragione di numeros iincidenti verificatisi addirittura negli anni1989 e 1990, nonché alla pericolosità e dinadeguatezza tecnico-funzionale della ret eesistente e alla incompletezza (questa è l aperla!) della statale Bradanica .

I motivi che giustificano l'urgenza consi-sterebbero, quindi, in incidenti accaduti du earmi fa! Se si considerano le statistiche rela-tive agli incidenti che si verificano sull eautostrade, si possono allora utilizzare sem-pre criteri di urgenza per motivare il ricors oa procedure straordinarie !

La Corte dei conti afferma: «Come è age-vole notare, non si parla di accadiment iimprevedibili ed eccezionali per gravità e destensione, nè di calamità naturali tali d acostituire emergenza, cioè di una condizion ecritica di tale entità da richiedere rispost eimmediate e con modalità straordinarie . Sitratta invece della situazione di pericolositàdi un tracciato viario rilevata nel corso di unampio arco temporale e della incompletezz adi una variante stradale di collegamento ,che ben avrebbero potuto formare oggettodi tempestivi interventi in via ordinaria d aparte dell'ANAS» . Se vi è una emergenza ,essa è provocata dal mancato interventodell'ANAS ; quest'ultima, quindi, non puòchiedere alla protezione civile di dichiarar elo stato di emergenza per forzare la legge ederogare alle procedure ordinarie da ess apreviste .

Si possono citare altri esempi, visto che l acasistica è molto ampia; come osservavaopportunamente il collega Mattioli, noi vo-gliamo discutere dei fatti . Limitandoci al-l'anno 1990, occorre rilevare che con l'ordi-nanza n. 1936, su richiesta dell'ammini-strazione provinciale della prefettura di Riet ie della direzione generale dell'ANAS, è stat aautorizzata, in deroga ad ogni contrarianorma, la costruzione della variante dellastatale n . 4 (Salaria, chilometro 118 e 500) ,al fine di evitare che l'ulteriore degrado dell ostato dei luoghi possa determinare la cadut adi volumi lapidei, con conseguente pericolodi pubblica calamità . La caduta di pietre è

la motivazione utilizzata per forzare le pro-cedure ordinarie e ricorrere a quelle straor-dinarie ed urgenti !

Ancora più significativa è l'ipotesi previst adall'ordinanza n. 2117 del 4 aprile 1991 ,concernente la realizzazione, in deroga alleopere vigenti, del raccordo di attraversa-mento della città di Lecco, tra la strad aprovinciale n. 62 e la strada statale n . 36 (i lterzo ponte di Lecco), a cura del comparti -mento ANAS di Milano . In questo caso sitratta addirittura (leggo la motivazione) diuna situazione di grave disagio per l'inade-guatezza del tratto di attraversamento urba-no della citata strada statale, con alti tassi d iinquinamento ambientale, difficile accessibi-lità ai centri ospedalieri e al pubblico servizi ourbano, e grave congestione del traffico .Ditemi, colleghi, in quali città italiane non s iriscontrano questi fenomeni! Con motiva-zioni del genere le procedure straordinariesi potrebbero estendere a tutte le città d'Ita-lia; è evidente, quindi, che non si tratta d iquesto .

La Corte dei conti afferma che «le fat-tispecie in parola denotano il progressivoespandersi del fenomeno, anche con rife-rimento ad opere di notevole ampiezza edi rilevante entità finanziaria, sulla basedi motivazioni sempre più generiche, ch elasciano trasparire, talvolta in modo evi-dente, l'intento» (guardate che l'intento èun fatto rilevante quando ci si riferiscead una pubblica istituzione) «di bypassar ela normativa ordinaria» (come se le legg ifossero qualcosa di scomodo, per cui bi-sogna trovare l'espediente per bypassarle )«e che per ciò stesso hanno effetti desta-bilizzanti nei confronti dell'ordinamento» .Credo che o si contesta il merito di quest eaffermazioni, oppure non è consentito adun ministro della Repubblica di bypassar ela normativa ordinaria e di produrre effett idestabilizzanti sull'ordinamento .

Vorrei portare un'altra argomentazione,sulla quale sarò più sintetico, per ragioni d itempo. Mi sia consentito di osservare che lalegge n. 183 sulla difesa del suolo è comples-sa, di difficile applicazione : le si possonorivolgere tante critiche; però contiene alcu-ne disposizioni che sono precise . In partico-lare, come è ben noto, l'articolo 18 prescrive

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i piani di bacino e l'articolo 21 il programmadi intervento. Si suppone che gli interventieffettuati in base alla legge n . 183 debban orispecchiare la legge medesima, cioè deriva -re dai piani di bacino e dai programmi d iintervento. Ebbene, i piani di bacino nonesistono ed i programmi di intervento nonderivano, come prescrive la legge, dai pian idi bacino. Signor ministro, nel corso di unaudizione, il segretario generale dell'autori-tà del Po, a fronte di un contraddittorio, siè lasciato sfuggire che «effettivamente taliprogetti a volte vengono inventati» ; ciò risul-ta dal resoconto della seduta del 14 novem-bre scorso in Commissione. Si tratta deiprogetti di intervento finanziati con la legg en. 183 . Si prosegue poi osservando che«l'obiettivo indicato implica la progettazionee la predisposizione di piani di bacino seri ,che non siano elenco o giustificazione d iopere la cui individuazione sia avvenuta a ldi fuori dell'analisi che attiene alle respon-sabilità delle strutture pubbliche» . Non s ipossono cioè finanziare delle opere perchési deve farlo, come se la legge n . 183 nonesistesse . Invece per tre anni si sono finan-ziate opere senza i piani di bacino, al di fuor idi essi, perché non esistevano .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavoriPubblici. Il piano di bacino prevede cinqueanni. Abbiamo cinque anni di tempo !

EDOARDO RONCHI . No, il riparto dei fi-nanziamenti per i bacini nazionali, interre-gionali e regionali è stato accorpato ne lfinanziamento di cinque anni, però dal 198 9al 1993 tali finanziamenti sono stati erogati .Posso anche affermare che si sarebbe potut opensare ad un anno di ritardo ; tuttavia l'ave rconsentito l'erogazione di questi finanzia -menti, spesso con progetti inventati per giu-stificare i finanziamenti stessi (perché s idovevano eseguire queste opere), al di fuor inon dalle previsioni, ma dagli obblighi d ilegge — trattandosi di una legge dello Stat oin vigore — fa sì che, secondo la relazion edella Corte dei conti ed il riparto riassunt oda quest'ultima, dal 1989 al 1991 siano stat ispesi 486 miliardi per i bacini nazionali, 6 3miliardi per i bacini interregionali e 42 7miliardi per quelli regionali, per i quali in-

dubbiamente le competenze e le responsabi-lità sono prevalentemente altre .Queste erogazioni — lo ripeto sono

avvenute in assenza dei piani di bacino e deiconseguenti programmi . Non si può sfuggir ea questo problema. Pertanto occorre nonsolo capire che vi sono stati dei ritardi, maanche individuare le responsabilità dei ritar-di stessi, i quali hanno portato ad inventareprogetti di intervento al di fuori della leggen. 183 .

Vedo che lei, presidente Botta, fa cenni d idissenso alle mie affermazioni . E non pre-tendo certo il suo consenso . Mi piace peròcitare un'osservazione da lei fatta nel dibat-tito svoltosi in Commissione in occasion edell'audizione relativa ai lavori pubblici cheho poco fa menzionato . Il presidente Bottadice: «Il ministro dei lavori pubblici non h amai utilizzato le linee di indirizzo dell'assett odel territorio che invece si dovrebbero ac-centuare rispetto ai compiti delle autorità d ibacino». Si tratta in sostanza di una critic aalla mancanza di un ottica di programma-zione, cioè al mancato recepimento effettivodella priorità dei piani di bacino come punt ofondamentale per poter continuare ad ero -gare i finanziamenti non ripercorrendo lavecchia logica, che era quella di finanziare ,su richiesta, sostanzialmente interventi apioggia, al di là, appunto, di un'ottica d iprogrammazione e quindi di una gestionerazionale di risorse scarse .

Ebbene, mi pare che questa obiezione nonsia solo mia. Se non altro è riportata ne lresoconto della seduta svoltasi nella Com-missione competente il 14 novembre 1991 .E sicuramente, signor ministro, c'è un alogica di schieramento che porta — non acaso — solo due esponenti della democraziacristiana ad assumere le posizioni che hann oassunto . E fra l'altro, si tratta di due espo-nenti che, anche dal punto di vista dell ecorrenti interne, non sono certamente incontrasto (o quanto meno non lo sono mol-to) con la sua corrente (comunque, quest aè un'osservazione del tutto secondaria) .

Il punto fondamentale è che questa critic aal suo modo di gestire in questi anni l'ANAS ,i lavori pubblici ed anche la stessa legge pe rla difesa del suolo, non so se per mancanzadi sincerità o per opportunità politica, è

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molto condivisa ; e l'ho sentita ripetere damolti altri colleghi, non solo dell'opposizio-ne. E la materia di cui stiamo parlando harilevanza istituzionale, come opportuna -mente afferma la Corte dei conti . Non s itratta affatto di una battaglia preelettorale odi schieramento . Lo schieramento qui lo s iintravede nella difesa d'ufficio a cui abbiamoassistito, e che è stata condotta con argo-mentazioni debolissime, che non entran onel merito delle obiezioni di fondo che son ostate mosse (e a mio avviso lo ripeto —non solo da noi, ma anche all'interno del su opartito) .

Io abito in una zona vicino alla provinciadi Brescia . Ho avuto modo di partecipar ealla campagna elettorale di quella città e diseguire la crisi di quel comune . So così chequesta critica relativa ad una sua certa leg-gerezza nell'affrontare le questioni di inte-resse pubblico, nell'ambito di un certo deci-sionismo che si muove però nella direzionedi potenziare il ruolo degli affari nella poli-tica, le è stata mossa nella sua stessa città .Ed è questa la ragione fondamentale che hamesso in crisi la giunta precedente, e che hamolto condizionato il dibattito durante lastessa campagna elettorale per le elezion icomunali. E non ho bisogno di citare leripetute critiche che sono venute autorevol-mente dal ministro Martinazzoli a detemina-ti modi di fare politica all'interno della citt àdi Brescia e all'interno di una parte dellademocrazia cristiana per sostenere che no nstiamo affatto sollevando un problema che— lo ripeto — riguardi solo l'opposizione . Èanche questo problema che sta ostacoland ola possibilità di formare una giunta dopo leelezioni di Brescia, perché una grande partedelle forze politiche della sua città non vuol e(e lei sa che non sono parole mie, perché lastampa di Brescia la legge sicuramente pi ùdi me) il «partito degli affari» . C'è un partitodegli affari attorno a Prandini a Brescia! Conquel tipo di partito le forze democratichenon vogliono essere coinvolte nel govern odella città, anche a rischio che si torni avotare.

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavoripubblici. È una cialtroneria quella che lei st adicendo!

EDOARDO RONCHI. Sarà una cialtroneria !Questo lo vedremo. Vedremo se i suoi dieciconsiglieri comunali riusciranno a costruireuna maggioranza o se continuerete da un aparte a dare spazio alle leghe (come è avve-nuto) e dall'altra a rendere ingovernabileanche la città di Brescia . Ma certamente —le ripeto — non può accusare i verdi d iavercela con lei a Brescia . Non può accusarela maggioranza delle forze democratiche —ed anche una parte della democrazia cristia-na —, che sostiene che con il suo modo d igestire la cosa pubblica e di fare politica no nsi può garantire un governo efficiente epulito di quella città e che quindi non èdisposta a costituire la giunta con gli uomin idella sua area politica .

Di conseguenza, se, e vedremo come, sievolverà la crisi di Brescia, . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Non mi pare che lei abbia mai datoun contributo alla governabilità di Brescia !

EDOARDO RONCHI. Certo, la lista per Bre-scia nella quale i verdi sono impegnati . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. I verdi, per la verità, non ci sonopiù !

EDOARDO RONCHI . I verdi ci sono sulpiano elettorale, ci sono perché hanno fattola campagna elettorale! Non si preoccupi ,perché i verdi ci sono e sapranno farsisentire . . .

GIovANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Non ci sono più !

EDOARDO RONCHI . E sapranno farsi sen-tire !

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Siete talmente ben rappresentat iche non esistete più !

EDOARDO RONCHI . Certo, lei ha vinto . . . !

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Io non ho vinto; sono gli elettori

che si sono espressi!

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EDOARDO RONCHI . . . . perché ha fattofuori tutti gli altri! Ormai nella democrazi acristiana di Brescia c'è solo lei! Ma vedremocosa farà di questa sua vittoria interna, deidieci consiglieri su tredici che la sua corren-te è riuscita ad ottenere . . . !

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Con i suoi zero consiglieri, sicura-mente lei non darà alcun contributo !

EDOARDO RONCHI . La nostra lista ha elet-to due consiglieri . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavoripubblici . . . . che non sono verdi !

EDOARDO RONCHI. Noi non siamo u npartito, non abbiamo tessere . . .

PRESIDENTE. Vogliamo, da Brescia, ar-rivare un po' più avanti ?

EDOARDO RONCHI . Io voglio proprio arri-vare qua, dicendo che le esigenze di rinno-vamento della politica richiedono di rompe-re le logiche di schieramento . Anche lamaggioranza, anche la democrazia cristianadovranno porsi questo problema, se vorran-no formare una giunta a Brescia, ma no nsolo li. Non è infatti pensabile che si pong ala priorità sui contenuti, si dichiari unadisponibilità al rinnovamento della politica epoi si adottino certe pratiche . A me dispiace ,sinceramente, che queste coincidano contalune persone, perché non è con le personeche vogliamo prendercela, ma con certepratiche politiche !

Come dicevo, l'interruzione di tali prati -che politiche sarebbe necessaria e di giova -mento non solo all'opposizione, anche inconsiderazione di altri problemi che sper ostiano a cuore non solo ai verdi in quest oParlamento (Applausi dei deputati del grup-po verde) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Rebecchi . Ne ha facoltà .

ALDO REBECCHI. Presidente, intervengoa questo punto del dibattito anche se debb odire che le argomentazioni precedentemen-

te svolte dalle colleghe Anna Donati e MilviaBoselli mi avrebbero potuto consentire d inon farlo .Contrariamente a quanto ha affermato

l'onorevole Piro, il quale qualche ora f asosteneva di non condividere del tutto gliinterventi delle due colleghe e dell'onorevol eManfredi . . .

FRANCO PIRO . No, l'intervento della colle-ga Boselli l'ho condiviso .

ALDO REBECCHI . . . .considero gli inter-venti delle colleghe Anna Donati e MilviaBoselli molto autorevoli, precisi e, soprattut-to, molto documentati, come sottolineavapochi minuti fa anche il collega Mattioli .Essi, a mio avviso, rendono molto chiara ,comprensibile e motivata la mozione di sfi-ducia nei confronti del ministro Prandini ,mozione che numerosi colleghi hanno fir-mato e di cui oggi si è avviata la discussion esulle linee generali .

Nonostante ciò, intendo comunque inter-venire pacatamente, perché di questo credovi sia bisogno in una discussione delicatacome quella di oggi . L'occasione che civiene offerta dalla mozione di sfiducia èmolto, troppo importante . Ce ne sono stat epoche in questi mesi, in questi arati di vit adifficile e travagliata della legislatura . Èquindi un'occasione che non bisogna perde -re anche per i significati alti di prospettiv ache richiamava nel suo intervento pacato efermo il collega Mattioli, ed anche perché cipermette finalmente di discutere in Parla-mento con il ministro Prandini . Per la prim avolta, infatti, non ci troviamo a parlare co nlui soltanto a Brescia e non riceviamo infor-mazioni sul suo conto solo dai giornali, madiscutiamo in Parlamento, e questo è unfatto importante .

D'altra parte, in precedenza le occasion i

erano state scarse per varie ragioni . Tral'altro egli non ha partecipato alla discussio-ne della legge finanziaria, avvenuta prima d iNatale, e ha inviato una sua comunicazionescritta chiedendo che fosse allegata al reso-conto stenografico. Non posso non sottoli-neare che in occasione di una discussion ecosì importante, come quella sulla finanzia-ria, abbiamo dovuto amaramente registrare

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l'assenza del ministro, la cui presenza, inve-ce, sarebbe stata opportuna anche per repli-care ad alcune delle osservazioni espresse i nquella sede da taluni colleghi, come AnnaDonati, Andreis ed altri .

PRESIDENTE . Devo precisare, onorevoleRebecchi, che il ministro Prandini in veritàaveva fatto pervenire alla Presidenza un'ar-ticolata risposta a taluni interrogativi cheerano stati avanzati in Assemblea ed ai qualinon aveva potuto dare risposta . Per motividi carattere regolamentare le precisazion idel ministro non sono state pubblicate i nallegato ai resoconti della seduta in cui èstata data comunicazione che era pervenutaquesta documentazione, che è stata tuttaviaposta a disposizione di tutti i deputati chevolessero prenderne cognizione .

ANNA DONATI. L'abbiamo letto: è unarisposta veramente illuminante !

ALDO REBECCHI. Pochi minuti fa avevoriconosciuto che era pervenuta questa co-municazione, ma ciò nonostante continuo aritenere che sarebbe stato utile poter discu-tere con il ministro in Commissione lavor opubblico e privato, in Commissione ambien-te, territorio e lavori pubblici e successiva -mente in Assemblea proprio per l'importan-za delle decisioni da prendere . Tra l'altro, sisapeva che la discussione sulla tabella rela-tiva al Ministero dei lavori pubblici in occa-sione dell'esame dei disegni di legge finan-ziaria e di bilancio sarebbe stata la sedeidonea per dibattere molti dei problemi e-nunciati nella mozione di sfiducia che abbia-mo sottoscritto con convinzione .Vorrei esprimere anche una sensazione

che ho avvertito ripetutamente in quest imesi. Mi sembra che il ministro Prandin iritenga un'inutile perdita di tempo parteci-pare alle discussioni parlamentari ; pare checonsideri quest'Assemblea una sede in cui sifanno chiacchiere spesso superflue, si svol-gono riti superati . . .

FRANCO PIRO . Non ha tutti i torti !

ALDO REBECCHI. Dici che non ha tutti i

torti? Vuol dire che anche tu pensi lastessa cosa !

FRANCO PIRO . Tutti i torti proprio no !Sono due anni che grido contro un ladron ee non succede niente !

ANNA DONATI. È vero, hai ragione !

ALDO REBECCHI. Quindi, sembra checonsideri con fastidio le continue chiamat ein causa da parte dei parlamentari che svol-gono la loro funzione . Certo, in altra sede ,ad esempio nei consigli di amministrazione ,le discussioni sono più efficaci e concrete : daquesto punto di vista sicuramente l'ANASrappresenta un esempio emblematico . Il mi-nistro Prandini, per altro, nel corso della suavita politica ha accumulato una lunga eprovata esperienza di presenza in consigli d iamministrazione pubblici e privati e quindi ,probabilmente, avverte un certo fastidio ne iconfronti di questa Assemblea . . . !

Se non erro (è passato molto tempo e nonricordo i termini esatti della questione), l epolemiche con il ministro Prandini preser oil via proprio dal fatto che, mentre ricoprival'incarico di sottosegretario per i lavori pub-blici, era contemporaneamente membro delconsiglio di amministrazione di un'industri adi abbigliamento emiliana, inquisita dall amagistratura per frode fiscale . Certamentenon si tratta di un episodio simpatico, m anon intendo discutere di questo, che è sol oun esempio (e ne potrei fare molti altri) . Miinteressa, invece, riportare il dibattito odier-no su quello che considero il punto piùimportante della mozione di sfiducia oggi indiscussione. Si tratta di una materia chescotta, sulla quale si è aperta una guerra ne lpaese tra legalità e illegalità; si parla degliappalti e dei finanziamenti per consistent iopere pubbliche, di quelli che fanno scate-nare le passioni e spostano anche milioni d ivoti. Soprattutto in Lombardia, abbiamoavuto modo di vedere quali ripercussioniabbia provocato, in termini di adesione all eLeghe, il riproporre con forza e con unacerta strumentalità tale aspetto . È chiaro ,quindi, che siamo di fronte ad una materiache scotta, considerato oltretutto che siamoalla vigilia di una campagna elettorale nel

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corso della quale ne vedremo, e probabil-mente ne sentiremo, di tutti i colori .

FRANCO PIRO. E vedremo anche moltisoldi !

ALDO REBECCHI. Sì, anche !Il Ministero dei lavori pubblici, per le

ragioni poc'anzi richiamate, è sicurament euno dei più importanti ed il ministro i noggetto non è uno qualsiasi, ma uno dicoloro che contano davvero, che fanno opi-nione. Fra l'altro, è molto chiacchierato ,perché spesso si parla di lui sui giornalianche in modo piuttosto pettegolo . La ten-tazione di discutere di tutto Prandini, del suopensiero, della sua filosofia, del suo modo d iconcepire la sua funzione di ministro, sareb-be grande. E quanto ha cercato di farel'onorevole Ronchi, ma io non seguirò que-sto filone .

La tentazione, come ho già detto, sarebb egrande, ma altrettanto grande sarebbe, pro-babilmente, anche l'interesse a discutere inmerito a taluni interrogativi che non son omai stati chiariti e le cui risposte auspichia-mo possano essere un giorno esplicitate a icittadini. Mi riferisco, in particolare, al mo-do in cui il ministro Prandini è riuscito apercorrere una carriera così rapida sia aRoma sia a Brescia, che è la mia e la su acittà. Su tale aspetto molti commentatorihanno tentato di condurre un'analisi appro-fondita; l'immagine che ne è derivata lasciamolto perplessi .

Tuttavia, l'aspetto prioritario posto in luc edalla mozione di sfiducia non è questo .D'altra parte, collega Ronchi, sono dell'opi-nione che il vero giudizio su tutto ciò spett iai cittadini, agli elettori . Sarà pertanto suffi-ciente pazientare per qualche settimana finoa giungere al momento della verifica eletto-rale, anche a Brescia . . .! Da alcune indiscre-zioni, peraltro, abbiamo appreso che il mi-nistro Prandini porrebbe la sua candidatur anon più al Senato ma alla Camera e che, i nparticolare, sarebbe il capolista della demo-crazia cristiana. Verificheremo, pertanto ,sul campo la fondatezza delle impressioniche avverto . Mi auguro, ovviamente, che ibresciani siano coerenti ed esprimano un

giudizio conforme alle valutazioni alle qualimi sono in precedenza richiamato; se cosìnon fosse, si tratterà di prendere atto, moltopacatamente e serenamente, che la gente lapensa in modo diverso e da questo trarre ledeterminazioni conseguenti .

Desidero soffermarmi, in modo particola-re, sui motivi che ci hanno indotto a sotto -scrivere la mozione di sfiducia nei confrontidel senatore Prandini . Sono state espressediverse considerazioni in riferimento adaspetti che, francamente, non mi interessa -no in questo momento, quali, ad esempio ,la corrente politica di appartenenza de lministro dei lavori pubblici e gli uomini ch ene fanno parte. Credo che, conferend oimportanza primaria a tali considerazioni ,rischieremmo di allontanarci dalla questio-ne reale .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTEALFREDO BIONDI

Amo REBECCHI . Piuttosto, il giudizio vaespresso sull'operato del ministro Prandini ,considerato non in termini morali ma i ntermini politici, con riferimento alle funzion iministeriali da lui esercitate in questo Gover-no. Abbiamo avuto modo di sottolineare innumerose occasioni come, a nostro parere ,l'operato del ministro sia stato caratterizza-to dall'assenza di trasparenza, dal mancatorispetto della normativa in vigore in materi adi contabilità dello Stato, di compatibilitàambientale e di affidamento degli appalti .Tali questioni, di per se stesse, sono parse a lnostro gruppo sufficienti per avviare l'inizia-tiva politica che abbiamo voluto condurr eperché, ripeto, non si tratta di question imorali ma politiche .

Il problema vero — che non corrispond ea quello fatto emergere anche negli ultimigiorni a Brescia e provincia — è di stabilir ese le opere pubbliche siano state e venganorealizzate entro un quadro di riferimentolegislativo ed istituzionale, ovvero siano rea-lizzate al di fuori di tale ambito, così com ea noi pare essere. Molto spesso, infatti, l arealizzazione di tali opere è gestita senz arispettare rigorosamente — mi preme sotto -lineare tale aspetto — la legge, che invece il

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ministro dei lavori pubblici avrebbe il com-pito e il dovere di rispettare, appunto, i nmodo rigoroso, magari scontando qualch eritardo in più ma qualche limite serio i nmeno.

Entrando nel merito delle questioni trat-tate nella mozione vorrei riprendere alcun irilievi — sui quali in una seduta successivasentiremo la risposta del ministro — moss inelle settimane passate da numerosi par-lamentari della Commissione ambiente, dal -lo stesso Presidente del Consiglio, dai mi-nistri dell'ambiente e per le aree urbane ,dalla Commissione della Comunità europeae dalla Corte dei conti . Tutti questi rilievisono stati sistematicamente ignorati, o qua -si, ministro Prandini, nel senso che rispett oad essi non è stato fornito alcun element odi chiarimento .

Ho avuto modo di leggere qualche giornofa quanto affermato dal senatore Prandini i nun tentativo di spiegazione del proprio ope-rato .

Egli avrebbe sostenuto testualmente : «Hofatto rigorosamente quanto mi ha indicat oil Parlamento e quindi le realizzazioni dame attuate sono tutte regolari» . A noiinvece pare che non vi sia nulla di menovero di ciò . A dimostrazione di questosemplice fatto basterebbe ricordare come ilricorso alla trattativa privata, previsto pe rlegge solo ed eccezionalmente per gli stan-ziamenti riguardanti le celebrazioni colom-biane, sia stato utilizzato con altissim afrequenza; in poco meno di un anno, son ostadi affidati all'ANAS, in questa maniera,centinaia di appalti per oltre 4 mila miliard idi lire, dalla Valtellina alla Sicilia, che null aavevano a che vedere né con Genova nécon Colombo .

Prima di essere eletto deputato, ho vissut oper alcuni mesi un'esperienza, che conside-ro in parte traumatica, nel consiglio di am-ministrazione di un'autostrada: si trattavadella centro-padana, una di quelle autostra-de che poi furono «inquisite» assieme alla«Serenissima». Ricordo che tale esperienz ami fece rizzare i capelli, per il modo in cu igli appalti venivano assegnati e per comevenivano svolte queste trattative private, peri favoreggiamenti, le facilitazioni e le clien-tele che li si producevano . Pertanto, quando

sosteniamo ed agitiamo un problema di que-sta natura, bisogna sapere che solleviam ouna questione molto seria, che attiene in-nanzitutto alla moralità, all'esercizio dellacosa pubblica nel nostro paese e che intorn oa tale materia si sono, negli anni, consolidat iinteressi equivoci enormi . Si tratta, quindi ,di un problema molto serio rispetto al quale— a mio modo di vedere — si fa troppo poc oe che merita invece di essere mantenuto i nprima pagina .

Ricordo, inoltre, come è stata utilizzata l alegge per la ricostruzione delle zone colpitedall'alluvione del 1987 in Valtellina, emana-to cioè per una situazione d'emergenza ; inquel caso, si diede il via, ad esempio, a lavoriche ben poco avevano a che vedere conl'urgenza non solo in Valtellina e nei dintor-ni, ma anche, addirittura (l'ho scopertoleggendo alcuni documenti), in Basilicata .In questa regione, l'ANAS di Potenza otten-ne due ordinanze per 50 miliardi di appalt idalla protezione civile per la statale ionica ela variante bradanica, adducendo l'eccezio-nale pericolosità, laddove, invece, si trattav adi inadeguatezza, ben conosciuta e quindinon eccezionale .A nostro modo di vedere, il ministro ha

dimostrato poco rispetto delle indicazion idel Parlamento sul piano triennale ANAS1991-1993, non ha atteso e non attende inproposito il parere del ministro dell'ambien-te, previsto dalla legge . Non solo, ma ag-giungo che tale piano non rappresenta nean-che un coerente disegno di miglioramentodella viabilità, ma semplicemente la sommadi varie richieste, addirittura in contraddi-zione tra loro, provenienti da soggetti ch evanno dagli enti locali alle lobbies impren-ditoriali. La stessa cifra di 150 mila miliard idi interventi, a fronte di una spesa previstaper il triennio di 24 mila, di cui solo 10 mil aeffettivamente disponibili, testimonia le gra-vi contraddizioni esistenti in materia .

Il collega Bruno Ferrari ha interrotto l'o-norevole Donati quando quest'ultima ha af-fermato che la Lombardia ha chiesto lasoppressione dell'autostrada Milano-Bre-scia, dicendo che non è vero . I termini dellaquestione sono a mio avviso i seguenti : laregione Lombardia ha espresso un'opinionecontraria ed ha chiesto la soppressione di

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tale progetto ; mi pare tuttavia che non si siaancora proceduto in proposito .

Vi è poi il capitolo relativo all'interventodel Presidente del Consiglio Andreotti circ ala necessaria espressione da parte del Mini-stero dell'ambiente del parere previsto perlegge, quanto meno su tutte le nuove opere .Nonostante tale sottolineatura, negli ultim imesi il ministro Prandini ha dato via liber aa lavori di incredibile consistenza ponendo -si, sotto questo profilo, fuori dalla legge . Iltraforo Montirolo-Stelvio, la stessa bretell aBrescia est-Sarezzo-Val Trompia-Val Savi o(tra l'altro affidata come studio alla Sere-nissima: e il giudizio a tale proposito dovràessere prodotto dopo la conclusione del-l'inchiesta giudiziaria), per un ammontaredi circa mille miliardi, rappresentano amio avviso un esempio molto serio . Né vadimenticato (non ne abbiamo parlato )l'ampliamento della tangenziale di Bresci a(Brescia sud) per l'ammontare di 88 mi-liardi. Si tratta di una decisione assunta apochi giorni dalle elezioni comunali a Bre-scia, e sopraggiunta quindi, quanto meno ,in tempo sospetto; un ampliamento giudi-cato fino a pochi mesi fa tecnicamenteimproponibile viene ora affidato di urgen-za, naturalmente anche questo senza garadi appalto !

In ordine all'ampliamento della tangenzia-le sud di Brescia per l'ammontare di 8 8miliardi, desidero inoltre ricordare che sol odue anni fa si procedette alla posa in operadello spartitraffico ; solo lo scorso anno si èconclusa l'opera di illuminazione pubblic aed ora si propone di ribaltare il tutto . M idomando con quali motivazioni e in chemodo ciò sia coerente con i provvedimentiche risalgono nel tempo a pochi mesi orsono .

Non desidero aggiungere nulla a quantogià affermato in merito al capitolo relativ oalle Colombiane 1992, che mi pare denso d iepisodi significativi . A titolo di esempio vo-glio solo ricordare un fatto, cui fu dat oampio rilievo sulla stampa in quelle settima-ne, relativo alla bretella di Galliate che do-veva liberare il paese dal pericolo rappresen-tato dal traffico di centinaia di TIR ognigiorno . I 70 miliardi previsti per realizzarlasono improvvisamente scomparsi, divenuti

indisponibili, nonostante l'opera fosse com-presa tra quelle di straordinaria urgenz apreviste per le Colombiane . Vi è un grannumero di casi analoghi nella gestione delMinistero dei lavori pubblici : denaro stanzia-to per opere urgenti dirottato poi dal mini-stro su opere la cui necessità ed urgenza èmolto spesso nota solo a lui ed a pochi altri .

A fronte di tali incongruenze la Commis-sione ambiente della Camera aveva richiestoil rendiconto finanziario della gestione A-NAS 1991 e delle trattative private svoltes inell'ambito delle Colombiadi, ma natural -mente il ministro non ha ritenuto di darealcun peso a tale richiesta fornendo sol ol'elenco delle opere ed i verbali della confe-renza dei servizi ; neppure una parola è stataspesa sulle gare esplorative che precedonol'assegnazione dei lavori e sui criteri di affi-damento alle imprese .

La stessa «famosa» risoluzione con cui s iautorizzavano gli interventi per le Colombia-di, approvata in Commissione il 12 ottobre1989 da appena cinque deputati della mag-gioranza, non stabiliva quali interventi do-vessero essere realizzati e mai il Parlament osi è pronunciato in merito . Nemmeno l'elen-co delle opere approvate dal consiglio d iamministrazione dell'ANAS il 25 gennai o1990, di cui Prandini è il presidente, è stat orispettato, con una conseguente lievitazionedi costi fino a 6000 miliardi . Né, comesembra naturale, potevano essere rispettat ele indicazioni della competente Commissio-ne del Senato riguardo alla trasparenza degliaffidamenti : dal rendiconto dell'ANAS si e -vince che tutti gli interventi sono stati affi-dati a non più di venti imprese — lo ricor-dava Mattioli —, magari non tutte di divers iimprenditori, sempre e solo ad insindacabilegiudizio del consiglio di amministrazion edell'ANAS, di cui — lo ripeto — il ministroPrandini è il presidente .

Del resto, ad accorgersi di irregolarit àgrandi come le montagne non sono soltantoi giornalisti d'assalto o gli assessori raggirati,ma addirittura la Corte dei conti, la qualenella sua relazione per il 1991 rileva che i l90 per cento degli affidamenti avviene anco-ra a trattativa privata, a causa di urgenz ecalamitose invocate ma inesistenti, come ne lcaso dell'attraversamento di Lecco, nell'am-

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bito del quale è stata «bypassata» la norma-tiva vigente in materia di appalti .

Sebbene, a mio modo di vedere, tutto ciòbasterebbe in una qualunque democrazia adelegittimare d'ufficio l'operato del respon-sabile, citerò comunque qualche piccolo e-

sempio. Fra le opere discutibili eseguite ne-gli ultimi due anni sulla gardesiana figuran oalmeno tre che mi sembrano assolutamenteinutili: la prima è quella prevista per raddriz-zare la sede stradale nei pressi dell'hotel Ro cdi Maderno, per un costo di 800 milioni : èstata semplicemente spostata di un paio d imetri la carreggiata, senza raddrizzare nul-la, ma in compenso il costo è lievitato ,sempre a trattativa privata, fino ad 1 miliar-do 700 milioni. Il secondo intervento è statorealizzato al Casel della Torre, dove si stannoapprestando reti per il costo di 1 miliard ocirca a protezione della statale, quando in -vece avrebbero dovuto essere poste sul ver-sante del lago. Il terzo esempio riguarda lespese per oltre 2 miliardi e mezzo intornoalla galleria fra la centrale di Brase e Limo -ne, un miliardo dei quali servirebbe soltantoa tenere in osservazione un sovrastante mas -so di 5000 metri cubi .

Si potrebbe continuare, poiché anche pe ril frenetico attivismo del ministro non èdifficile trovare molti altri esempi . Franca-mente, però, credo che questi fatti sian osufficienti per far comprendere ed anche pe rcondividere la nostra iniziativa (Applausi de ideputati del gruppo comunista-PDS) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Piredda . Ne ha facoltà .

MATTEO PIREDDA. Signor Presidente ,svolgerò un intervento molto breve e dev odire che per la verità mi ero iscritto a parlaresull'impulso di una notizia riportata in u narticolo comparso su l'Unità del 20 dicem-bre 1991 . Tuttavia, data l'assenza dell'inter-locutore, ho inviato la risposta al quotidianol'Unità e, poiché non è presente in aula i lcollega che ha sollevato il problema, no nparlerò dell'argomento . Se poi l'Unità nonpubblicherà la mia risposta, sarà mia curafarla recapitare ai colleghi . Naturalmente ,comunque, avendo deciso di intervenire no nmi limiterò a quelle considerazioni .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENT EMICHELE ZOLLA.

MATTEO PIREDDA. Credo che il Ministerodei lavori pubblici rappresenti un ramo del -l'amministrazione di straordinaria delicatez-za, che richiede un grandissimo impegnoper tutte le competenze che quel dicaster oesercita nei confronti dell'assetto general e

del territorio, dei servizi essenziali, che son ouna precondizione per lo sviluppo, e di tutt auna serie di rilevantissimi aspetti .

Credo che al ministro Prandini non pos-sano essere adebitate colpe per atti legislativ io amministrativi precedenti la sua gestione ,come del resto è stato sottolineato da colle-ghi già intervenuti .Certo, possono muoversi critiche, anche

rilevanti, alla politica del Governo nel su oinsieme in materia di viabilità, di smaltimen-to del traffico e di assetto del territorio .Infatti, a fronte dello straordinario svilupp odel traffico automobilistico privato, sarebb eopportuno un miglior funzionamento delleferrovie, l'utilizzo delle «autostrade del ma-

re», di cui l'Italia dispone, e di altre modalitàdi trasporto . Per quanto riguarda l'attivitàdel Parlamento, c'è da rilevare che la stess ariforma delle ferrovie tarda ad essere appro-vata, nonostante sia stata presentata dalministro competente da molto tempo. Per-tanto, si puo criticare il Governo, ma si deveanche far riferimento ad alcune inadempien-ze del Parlamento .

In ogni modo limito le mie considerazion ialla mozione di sfiducia Donati n . 1-00580 ,presentata nei confronti del ministro deilavori pubblici . Esprimo piena fiducia all'o-norevole Prandini, che sta operando, siapure in mezzo a diverse difficoltà, e proba-bilmente anche compiendo qualche errore .Desidero però rilevare che se tutte le critichesono fondate su dati di fatto, relativi acomportamenti del ministro, come per lavicenda di cui si è occupato l'Unità, non c i

siamo proprio; non vi è alcuna effettivagiustificazione .

D'altra parte, nonostante la pretesa preci-sione degli appunti, tutti gli intervenuti sino-ra nel dibattito hanno un po' arrancato ne ldimostrare i fatti, non dico gli errori politic i(di questi ultimi, infatti, si potrebbe discute-

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re). È certo lecito pensare che gli appalti, i

lavori pubblici, possono anche essere gestitiin maniera diversa, che vanno bene i residu ipassivi, che non vi è bisogno di accelerazio-ne della spesa, e che per l'applicazione d ileggi della Repubblica, all'impeto costrutti-vo, al decisionismo di cui viene accusato ilministro Prandini, è preferibile un ammini-strare quieto, lasciando andare le cose per i lloro verso, nella convinzione che tanto no nsi modificherà il mondo . . . !

Si può anche sorridere per le affermazion idi Botta, come ha fatto qualche collega, a

proposito dell'arretratezza strutturale dellenostre strade, alla quale però occorre farfronte velocemente . Infatti l'Italia paga conun altissimo numero di morti l'arretratezz astrutturale delle infrastrutture viarie .

In linea generale (successivamente mi sof-fermerò soprattutto sul settore viario) cred oche le proposte del ministro, per esempio i nmateria di riforma dell'equo canone, che

certamente possono essere opinabili, vada-no nella direzione di sbloccare un compart oche in Italia paralizza l'edilizia privata . S ipotrà anche sostenere che non si devonotrascurare le esigenze di coloro che hann oscarso reddito, eliminando l'equo canone .Ma altre nazioni evolute quanto, se non più ,della nostra hanno soddisfatto in altro mod oi bisogni della gente con scarso reddito i n

materia di canone per l'abitazione .Certo, vi è un'opinabilità totale al riguar-

do, come vi è nella proposta di riforma degliIACP, sul problema della casa in generale e

sulle risorse idriche .Si può anche discutere — come hanno

fatto quasi tutti i colleghi intervenuti — sull astoria delle ricostruzioni, che hanno temp i

lunghissimi, ma in nessuna di esse — ègiusto sottolinearlo — il ministro dei lavoripubblici attuale ha una qualche responsabi-lità. Quando abbiamo affrontato l'esame de lbilancio si è discusso ampiamente del casoLongarini e si è abbastanza chiarament edimostrato che semmai il ministro ha i lmerito di aver posto un freno ad una proce-dura inventata precedentemente, a conven-zioni attuate in precedenza da altri ministrie da amministratori locali di colore politic o

ben definito .Tornando al problema della viabilità, è

stato sottolineato, soprattutto dai colleghiBotta e Manfredi, che il ministro ha puntual-mente corrisposto alle decisioni del Parla -mento. Qualcuno ha anche celiato su quest o

passaggio, dicendo che non era esattamente

vero; e sono stati citati gli ordini del giornodel Senato, della Commissione lavori pubbli-ci e la risoluzione della VIII Commissionepermanente della Camera . In questi docu-menti, in realtà, si diceva chiaramente comeavrebbe dovuto muoversi il ministro . Si èanche dato un input deciso per l'utilizz odelle procedure concessorie o di affidamen-to degli appalti. Infatti, nella risoluzioneapprovata dal Senato della Repubblica il 1 6maggio 1990, si legge : «Curare che sianoapprovate sin d'ora misure idonee ad evitareil ripetersi degli inconvenienti verificatisinella realizzazione delle opere connesse allosvolgimento dei campionati mondiali di cal-cio del '90, provvedendo a che i lavorirelativi alle opere previste nelle citate legg inn. 373 del 1988 e 102 del 1990 sianosollecitamente appaltati, utilizzando le pro-cedure abbreviate disciplinate dal citato de-creto-legge n . 121 del 1989, convertito nell alegge n . 205» . Quindi, la accelerazione degliappalti non è un invenzione del ministro, èsemmai una decisione giusta del Parlamentoo — si dirà — dei partiti che si riconoscononella maggioranza di governo, certo ; tutta-via non si può dire che il ministro Prandinisi sia inventato l'esigenza di accelerare leprocedure di attuazione degli interventi pre-visti nei programmi .

È inoltre giusto ricordare che gli stanzia -menti per la celebrazione dei mondiali d i

calcio non li ha inventati il ministro Prandi-ni; anzi, mi sembra di ricordare che egli nonfosse nemmeno ministro dei lavori pubblici

quando fu approvata la legge n . 556 del

1988 . Si deve inoltre dare atto al ministro dinon aver inventato le Colombiane. Comemeridionale potrei anche lamentare il fattoche il Parlamento abbia affidato al ministrouna disposizione assurda per noi meridiona-li. Comprendo che il traffico del nord si aincomparabile, a volte, con il volume d itraffico di molte strade del Mezzogiorno ;quindi non mi straccio le vesti se vi è unaconcentrazione di interventi a favore dellarete stradale del nord Italia. Tuttavia, la

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risoluzione approvata il 12 ottobre 1989faceva un esplicito riferimento alla possibili-tà di potenziare tutte le strade che conduco -no a Genova. Posso anche essere d'accordocon i colleghi Piro e Manfredi sugli straordi-nari meriti storici di Genova ; al contrario —e me ne dispiace — la Sardegna ha unaciviltà che si è fermata al periodo nuragico ,epoca che non ha avuto un grande lustr opresso i cultori della storia ed, anzi, è con-siderata come una preciviltà. . .

FRANCO PIRO . Però è una grande civiltà!

MATTEO PIREDDA. Si, è una grande ci-viltà, ma i nostri colleghi parlamentari, e din particolare i componenti della Commis-sione lavori pubblici di questo ramo de lParlamento, sostenevano che fosse neces-sario intervenire in Liguria, in Emilia Ro-magna, in Toscana, con l'aggiunta poi d icollegamenti «verticali», così come ha pre-cisato il collega Manfredi. Attenzione, però :non si è parlato di collegamenti «verticali »rispetto al Piemonte, ma rispetto a Genova .Ciò in contraddizione con il terzo commadell'articolo 2 della legge n . 531 del 1982 ,nel quale si stabilisce che il 40 per cent odi tutti gli interventi dev'essere destinatoal Mezzogiorno .

Personalmente, non avrei rivolto alcunaaccusa al ministro . . .

PRESIDENTE. Spostiamo Genova un po 'più in giù, su un parallelo più a sud, onore-vole Piredda! Non è mica un problema !

MATTEO PIREDDA. L'onorevole Presiden-te Zolla, con il quale ho avuto a lungo ilpiacere di lavorare nella II Commissione, mirimproverava abbastanza spesso di non es-sere un parlamentare nazionale, bensì unparlamentare sardo . Ma i parlamentari na-zionali qui sono già troppi e, come ho potutonotare nella discussione che si è svolta oggi ,ognuno parla della sua autostrada . . .

PRESIDENTE. Onorevole Piredda, le doatto che l'attaccamento alla sua terra èsicuramente grande !

FRANco PIRO . Viva la «Carlo Felice»!

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Mi associo anch'io !

MATTEO PIREDDA. Tornando all'argo -mento della nostra discussione, devo dir eche sono un amico del ministro Prandini ;tuttavia, quando sono in gioco gli interess idella regione che mi onoro di rappresentare ,il ministro sa che non vi è alcuna accondi-scendenza nei suoi confronti, nonostante sisia detto che chi interviene a nome della D Cnon è lontano dal ministro! Infatti, purfacendo parte della sua stessa corrente, cer-tamente in più di una circostanza io h odifeso gli interessi nei quali credevo, anch eandando contro il parere del ministro . Edevo dare atto al senatore Prandini di no nessersela mai presa quando era ministrodella marina mercantile; adesso che inveceè ministro dei lavori pubblici accetta un po 'meno le critiche che io rivolgo all'ANAS !L'ANAS, dunque, è composta certamente

da un insieme di ingegneri, ma si può dire— come una volta si faceva per il Senato ,secondo un vecchio adagio — che mentregli ingegneri sono boni viri, l'ANAS è unamala bestia, almeno per quanto riguarda i lsuo comportamento nei confronti della Sar-degna .

E allora, il ministro si è inventato gliinterventi o ha risposto a precisi comandi delParlamento? Potrei elencare tutti gli ordin idel giorno in materia, nonché la legge n . 53 1del 1982 (relativa al piano decennale d iviabilità e di grande comunicazione) . Inquesta legge si fa riferimento ad una serie d iopere, ivi comprese quelle per la Sicilia e perla Sardegna. Ma mentre per la Sicilia, conla legge n. 526 del 1985, sono stati stanziatidei fondi e sono state autorizzate tre nuoveautostrade (la Messina-Palermo, la Messina-Catania e la Siracusa-Gela), della Sardegnasi sono sempre dimenticati tutti . Occorresottolineare questo elemento, del quale h oparlato su un giornale della mia regione che ,pur essendo poco letto a livello nazionale, èmolto diffuso nell'ambito territoriale dalquale provengo .

Devo rilevare che i rappresentanti politic idella Sardegna, che hanno svolto ancheruoli rilevanti a livello nazionale, sono sicu-ramente responsabili della situazione di cui

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ho parlato. Debbo comunque dare atto alministro Prandini di aver riconosciuto, i noccasione di un incontro con amministrator ilocali della mia terra e con alcuni parlamen-tari di tutti i partiti politici presenti in que-st'aula, che la Sardegna ha un credito stori-co nei confronti dello Stato . Devo altresìdargli atto di aver per la prima volta desti-nato alla viabilità dell'isola una percentualedi fondi che non è altissima, ma comunqueaccettabile, il 5,3 per cento . Ciò non signifi-ca che il ministro Prandini sia esente dacritiche nella sua qualità di titolare del Mi-nistero dei lavori pubblici . Io mi rivolgo alui, e non a Nicolazzi, a Mancini e a tutti glialtri ministri dei lavori pubblici che lo hannopreceduto .

In Italia esistono 6 mila chilometri diautostrade. . .

FRANco PIRO. Non ho capito l'accosta-mento tra Nicolazzi e Mancini. Non mi èchiaro!

MATTERO PIREDDA . È solo storico .

FRANCO PIRO. Siccome sono nato in Cala-bria, devo dire che, se c'è un'unica cosa cheha funzionato in questa regione, sono leautostrade !

MATTEO PIREDDA. Io non sono controle autostrade; sto sottolinendo, caro collega ,che quando in Italia sono state costruite ,prima vi sono state violente critiche, poi s iè riconosciuto che erano assolutamente in -dispensabili, in una situazione geograficacome quella del nostro paese .

FRANCO PIRO. Anche le uscite !

MATTEO PIREDDA. Comunque, la Sarde-gna non ha neppure un centimetro dei 6mila chilometri di autostrade che attraver-sano il territorio italiano . Questa è una in-giustizia gravissima !

Le forze politiche locali, accusando il mi-nistro Prandini, sostengono che, per reperi-re i fondi per i mondiali e per le «Colombia-di», sono stati sottratti alla Sardegna 21 0miliardi. Credo che ciò non sia del tuttovero. Lei, signor ministro, ha sempre detto

che questo non è vero ; posso anche condi-videre la giustificazione che ha fornito e ch eè stata recepita in un ordine del giornoapprovato dal Senato . Lei ha detto che inSardegna non si riusciva ad utilizzare i fond istanziati, per cui si trattava di residui distanziamento da utilizzare per altre finalità ,secondo quanto previsto dal suddetto ordinedel giorno.

Sono in possesso di un elenco di progett i

di opere che non possono essere date i nappalto per mancanza di una serie di pareri .

Vorrei cogliere questa occasione per chie-dere al ministro . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro dei lavor ipubblici. Queste cose me le dici tutti i

giorni !

MATTEO PIREDDA. Si, ma questa è unasede formale, caro ministro! I rarissimi col-loqui che riesco ad avere con lei non sonoregistrati !

GIOVANNI PRANDINI, Ministro del lavor ipubblici. Rarissimi! Quasi tutti i giorni! Se iun mio «persecutore» settimanale .

MATTEO PIREDDA. Io ho la sfortuna diessere portavoce di una terra «martoriatara»dalla disattenzione dello Stato italiano . Lei ,signor ministro, rappresenta il Governo . InCommissione interni, l'onorevole Zolla dice -va a noi sardi : vi concediamo l'autonomia .

FRANco PIRO . È già tanto, da un piemon-tese !

PRESIDENTE. Onorevole Piredda, non

mi citi troppo; le assicuro che la sua tenaci ala conosco bene! Ancora adesso sono osses-sionato dal pensiero delle compagnie bara-cellari che lei voleva riconoscessi come forz adi polizia: sono passati anni, ma ci penso

ancora. Naturalmente, non lo dico in termi-ni polemici, ma solo per far capire ai collegh iquale sia la sua tenacia .

MATTEO PIREDDA. Come lei sa meglio dime, l'Italia ha riconosciuto gli istituti divigilanza privata; mi sono sempre meravi-gliato del fatto che non abbia riconosciuto

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le compagnie baracellari, che sono un istitu-to esistente in Sardegna dai tempi di Eleo-nora D'Arborea. Il collega Piro si diletta d i

leggere anche la carta Delogu, sulla qualetroverà un riferimento al riguardo .

Occorrerebbe che il ministro intervenisse .Non intendo muovere critiche all'ANAS, madesidero svolgere un paio di riflessioni. Qual-cuno ha fatto riferimento alle parcelle chespesso sono la chiave di volta di determinat iinterventi; non mi addentro in tali questioni ,perché può darsi che sia vero e può dars iche non lo sia. Assisto ad una situazionecome quella che caratterizza la «Carlo Feli-ce», cioè la strada statale n. 131, che èl'unica strada di grande importanza per laSardegna e che ha una percentuale di inci-denti ai massimi livelli nazionali . Su talestrada il ministro ha finalmente deciso, dop otante battaglie, di costruire lo spartitraffic ocentrale per diminuire gli incidenti mortali .Lo stanziamento fuori quota annunciato ,pari a 200 miliardi, dovrebbe essere adegua-tamente incrementato, ma non per compen-sare la Sardegna dei cosiddetti scippi per imondiali e le «Colombiadi» . Lei è il prim oministro che ha usato il termine di «auto-stradizzazione» con riferimento alla stradan. 131 . Per realizzare la «autostradizzazio-ne» occorrerebbe porre in essere, a seguit odella posizione dello spartitraffico centrale ,una serie di opere complementari, dall'allar-gamento della carreggiata alla costruzionedelle strade di servizio e così via . So cheesiste un contrasto; i tecnici sostengono (esul piano tecnico hanno certamente ragione )che con i 200 miliardi si dovrebbe prendereuna parte della Carlo Felice e risolvere tutt ii problemi di quella parte; e poi si vedrà.

Ho svolto una riflessione con riferiment oalla variante di Sestu. Quando si citano inomi di determinati comuni, tutti sann odove si trovano, ma Sestu non lo conosc enessuno ( poco male, è a 6 chilometri daCagliari) . Per risolvere alla radice tutti iproblemi della variante di Sestu, dal chilo-metro 6 al chilometro 13 della Carlo Felice ,sono impegnati lavori per 70 miliardi . Sequesto è il parametro, è probabile che con i200 miliardi fuori quota, che costituiscon ogià uno stanziamento straordinario, si ese-guano altri 30 chilometri della strada «Carlo

Felice» . Ciò significa che, poiché il primointervento di ammodernamento della «CarloFelice» è avvenuto 20 anni fa, noi impieghe-remmo circa 200 anni per vedere tale stradain condizioni di sicurezza sotto l'aspettodella percoxribilità .

Io non sono contro i tecnici che decidon odi eseguire dei cavalcavia, dei raccordi aperfetta opera d'arte, con grandi quadrifo-gli, con straordinari disegni, che tuttavia

costano. È il caso di un cavalcavia che si starealizzando in un paese di cui nessuno di voiconosce l'esistenza; mi riferisco allo svincolodi Muros, che costa 20 miliardi, quando ènoto che un cavalcavia anche decente (parlodi cavalcavia, non di svincolo) potrebbeessere realizzato con una spesa da 2 a 5miliardi .

Sono discorsi che fanno ingegneri, altriingegneri. Non li invento io !

Allora perché non cominciamo a fare in-terventi meno megagalattici? Se spendiamo100 miliardi in cavalcavia, ne possiamo far eventi e risolvere così i problemi più importidegli attraversamenti a raso della «CarloFelice», che determinano tanti incidenti . Vo-glio qui ricordarlo : la «Carlo Felice» nellagraduatoria della pericolosità delle strade, èal quarto posto nazionale .

Anche al riguardo, così come è stato fatt oper altre strade, come è detto nella mozione ,nonché nelle leggi nn . 531 e 526, deve essereutilizzato l'istituto della concessione, che èil più veloce. A me non importa a qualesocietà si affidi il lavoro . Non ho mai fattouna segnalazione di ditte odi società. Hannodetto che sono sempre le stesse venti: nonmi importa! Venga una delle venti, un aqualsiasi, la meno vicina alla Sardegna chesi voglia, e si facciano velocemente i lavori !Perché è urgentissimo . Non passa settimanache non vi siano due o tre morti sulla «Carl oFelice» Lo dico ai verdi, che non ci sono :non credo vi sia una strada tanto pericolosache richieda con più urgenza un intervento .Non si può giocare con la vita della gente ,con la paura di circolare per le strade, co nle multe infinite che con gli autovelox tuttigli automobilisti della Sardegna prendon operché in quella strada, sia pure larga, lavelocità non può che essere inferiore ai 90chilometri l'ora.

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Ho concluso, signor ministro . Avrei volu-to dire . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro per i lavor ipubblici. Sei a favore o sei contrario ?

MATTEO PIREDDA. Ho detto all'inizio chesono . . .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro per i lavor ipubblici. Sei moderatamente . . .

FRANCO PIRO. Vuoi mettere i verdi nelTIR!

PRESIDENTE. Onorevole ministro, l'ono-revole Piredda ha detto che è suo amico. D ili poi è partito con una serie di considerazio-ni che da Muros hanno toccato tutte lelocalità della Sardegna. Gliene diamo volen-tieri atto, ma penso che voglia concludere .

MATTEO PIREDDA. Solo il presidente Ta-viani ha una memoria straordinaria dei no-mi della Sardegna. È un genovese anche lui ,quindi rimaniamo nell'ambito dei rapportitra Genova e la Sardegna .

Io sono d'accordo nell'approvare la suapolitica, signor Ministro, ma questo non m iimpedisce assolutamente di sottolinear e(gliel'ho detto tante volte in privato) cheoccorre vi sia uno straordinario impulso pe rrealizzare condizioni di maggiore sicurezz anella transitabilità della statale 131 .

Questo le ho chiesto tante volte e quest ole chiedono tutte le forze politiche dell aSardegna .

GIOVANNI PRANDINI, Ministro per i lavor ipubblici. Io lo sto facendo !

MATTEO PIREDDA. Lei ha già dei meriti ,ma non vorrei che con questi 200 miliardi isuoi eccellenti tecnici ristrutturino altri 30chilometri della «Carlo Felice» e non realiz-zino invece, come è tecnicamente possibile ,interventi di elevazione degli indici di sicu-rezza .

PRESIDENTE. Il seguito della discussioneè rinviato alla seduta di domani .

Proposte di assegnazione di progetti d ilegge a Commissione in sede legislativa .

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscrit-ta all'ordine del giorno della prossima sedu-ta l'assegnazione, in sede legislativa, dell eseguenti proposte di legge, che propongoalla Camera a norma del comma 1 dell'arti-colo 92 del regolamento :

alla II Commissione (Giustizia):

NICOTRA ed altri: «Nuove disposizioni i nmateria di assegnazione di posti nei concorsinotarili» (già approvato dalla II Commissio-ne della Camera e modificato dalla II Com-missione del Senato) (5559/B) (con parer edella I Commissione);

S. 3073 - Senatori CASOLI e GRECO : «Sen-tenza di non luogo a procedere per irrilevan-za del fatto . Modifiche al testo delle disposi-zioni sul processo penale a carico di imputat iminorenni, approvato con decreto del Presi-dente della Repubblica 22 settembre 1988 ,n. 448» (approvato dalla Il Commission edel Senato) (6265) (con parere della I Com-missione).

Per fatto personale .

FRANCO PIRO . Chiedo di parlare per fatt opersonale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCO PIRO. Signor Presidente, mi di-spiace di dover parlare mentre i colleghi verd ida tempo non sono in aula, ma vi è unproblema delicato che attiene ad affermazio-ni relative al merito di questioni politiche, ch esono state fatte in forma pacata dal colleg aRebecchi e in forma un po' più marcata da lcollega Mattioli, al quale ho consegnato inquest'aula, come si è visto, degli atti giudizia-ri. Oltre agli atti giudiziari ho anche conse-gnato nomi, cognomi e indirizzi che da tem-po vengo facendo in quest'aula .

Ho citato oggi i fratelli Sorrentino, coin-volti negli affari di Monteruscello, per le loroamicizie con i camorristi . fino al massacro

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del 29 marzo 1985 . Il signor Bruno Sorren-tino si è visto confermati due anni di sorve-glianza speciale pochi giorni fa dal tribunaledi Napoli e la decadenza per quattro societàda appalti, concessioni e licenze .

Ho citato fratelli che si sono trasferiti inToscana e i fratelli Sorrentino si sono trasfe-riti a Lucca. Ho dato nomi, cognomi eindirizzi delle loro aziende, dei loro rapporti ,per esempio, con il signor Dresda, che èstato nominato nel consiglio di amministra-zione della ICLA costruzioni generali .

Allora, il collega Mattioli non può dire ch eloro fanno le cose fatte bene. Mi dispiace ,ma l'affermazione mi è sembrato fosse di-sdicevole nei miei confronti . Io ho tiratofuori documenti di camorristi che hannoinventato dei ministri : il collega Mattioli nonpuò quindi permettersi di dire tranquilla -mente che un povero cristo che come me d adue anni tira fuori in quest'aula i nomi, e ciho rimesso parecchio . . . Arrivano, mi fannofirmare una cosa, che ho firmato perch éritenevo fosse ben fatta, con il bel risultatoche il collega Mattioli a voce mi dice : effet-tivamente hai ragione, non si può denuncia -re un ministro, sapere che gli arriva lacomunicazione giudiziaria e poi presentareuna mozione di sfiducia in cui c'è scritto chequel ministro è stato raggiunto da una co-municazione giudiziaria !

Qui io sto parlando di atti giudiziari ch eriguardano un progettista, Vincenzo Mari aGreco, che fa telefonate con un ministro i ncarica, Paolo Cirino Pomicino. Signor Presi-dente Zolla, spero che l'onorevole Mattiol ilegga almeno quello che sto dicendo, perchélui affettuosamente va sempre in televisione ,come carissimo nemico, con l'onorevolePaolo Cirino Pomicino: hanno presentatouno la finanziaria verde e l'altro la finanzia -ria nera !

Però qui il problema è politico: io sono undeputato e mi sento raggirato in quest omomento! Non si fa così, perché il collegaMattioli — che dice di conoscere il codicecivile — sa che vi sono progettisti che au-mentano il livello del costo perché interrom-pono l'opera e per questo chiedono la revi-sione prezzi! Così funziona il sistem aitaliano! Allora io ho citato — siccome ilcollega Mattioli è come me professore uni -

versitario — un professore universitario d iNapoli : non è mica uno qualsiasi . . .

Presidente, io tengo al mio onore, perch écome è noto, per quanto insegnante nell'u-niversità di Bologna e per quanto curato aGenova come avete appreso questa sera—, tra i fatti personali c'è quello che son onato in Calabria, e ne vado fiero, così comeil collega Piredda, che vedo ancora presente ,va fiero di essere sardo . Benissimo! Ma ilcollega Mattioli, che va fiero della sua mo-ralità, non deve offendere coloro che hann oportato per anni in quest'aula nomi, cogno-mi ed indirizzi . Non sempre si può vincere .Anzi, io sono convinto di avere perduto e d inon poter più continuare in quest'aula nell aprossima legislatura a svolgere un lavor oche si è rivelato faticoso e difficile anche perle mie scarse risorse umane .

Tuttavia, Presidente Zolla, devo dire ch equando si vuole davvero fare una battaglia dimoralizzazione, non ci si può prendere i ngiro, non si può andare davanti ai «giur id'onore» e dire che non si conoscevano lepersone con le quali si sono avuti dieci ann idi corrispondenza! Questo lo ha fatto unministro! Io tiro fuori i fatti, spero che ilcollega Mattioli possa darmi atto di essers iespresso in termini che io personalmente h oritenuto un po' distorsivi . E siccome sonocome lui un deputato di questa Camera edho avuto responsabilità anche superiori all esue dal punto di vista delle competenze nell eCommissioni parlamentari, a parte che son oanche un po' più vecchio di lui come parla-mentare (ho scritto con lui su riviste tant isecoli fa!), la prego di consentire, PresidenteZolla, che a conclusione del mio intervent oper fatto personale fra colleghi almeno mi s idia atto di una cosa: che non ho osservatonessun riserbo, non ho fatto allusioni, ho fatt onomi, cognomi e indirizzi, come secondo m esi conviene ad un deputato della Repubblica .

Naturalmente ringrazio lei e gli altri Pre-sidenti di turno che mi hanno consentito d iandare al di là di quanto prevede l'articol o59 del regolamento della Camera . Non c'èdubbio, infatti, che ne ho dette parecchie epurtroppo quasi tutte fondate . Il giorno cheMattioli ne affermerà un decimo nei con-fronti di un altro ministro gli dirò : Mattioli ,sei davvero diventato coraggioso!

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 1992

Ordine del giornodella seduta di domani .

PRESIDENTE. Comunico l'ordine delgiorno della seduta di domani .

Martedì 14 gennaio 1992, alle 9 :

1.— Assegnazione di progetti di legge aCommissioni in sede legislativa.

2.— Seguito della discussione della mo-zione Donati ed altri (n. 1-00580) presenta-ta, a norma dell'articolo 115, comma 3, de lregolamento, nei confronti del Ministro de ilavori pubblici .

3.— Discussione del disegno di legge :

Conversione in legge, con modificazioni ,del decreto-legge 22 novembre 1991, n. 369 ,recante provvidenze straordinarie per le pro -vince di Trieste, Gorizia ed alcuni comun idella provincia di Udine colpite dagli effett idella crisi politico-istituzionale jugoslav a(6121).— Relatore: Carrara .(Relazione orale) .

4.— Seguito della discussione della pro -posta di legge :

MOTETTA ed altri — Disposizioni per l ariproduzione a colori sulle schede di vota-zione del contrassegno di lista (5845) .— Relatore: Labriola .(Relazione orale).

5.— Seguito della discussione della pro -posta di legge:

PIRO ed altri ; BRUNO ANTONIO; LEONI ; VEL-TRONI ed altri; MATTARELLA ed altri; CALDERISIed altri — Norme per la disciplina ed i lcontenimento delle spese per la campagn aelettorale per le elezioni politiche (4053 -4307-5530-5995-6040-6174) .— Relatore : Labriola .(Relazione orate).

6. — Seguito della discussione del dise-gno di legge:

S. 1685 . — Disposizioni per la riforma delsettore delle telecomunicazioni (Approvatodal Senato) (5866) .

Relatore: D'Amato Carlo.(Relazione orale) .

La seduta termina alle 22,45 .

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO STENOGRAFIA

Don. VINCENZO ARISTA

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALEDoTr. MARIO CORS O

Licenziato per la composizione e la stampadal Servizio Stenografia alle 23,55 .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 199 2

COMUNICAZIONI

Atti Parlamentari

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 199 2

Missioni valevolinella seduta del 13 gennaio 1992 .

d'Aquino, De Michelis, Pellicanò, Rauti ,Antonio Rubbi, Scàlfaro, Scovacricchi, Sep-pia, Stegagnini .

Annunzio di una proposta di legge .

In data 10 gennaio 1992 è stata presentat aalla Presidenza la seguente proposta di legg edai deputati :

PALLANTI ed altri: «Estensione della disci-plina dell'assegno per il nucleo familiare ailavoratori autonomi pensionati delle gestionispeciali per l'assicurazione di invalidità evecchiaia degli artigiani e degli esercent iattività commerciali» (6283) .

Sarà stampata e distribuita .

Annunzio di un disegno di legge .

In data 10 gennaio 1992 è stato presentat oalla Presidenza il seguente disegno di legge :

Dal Ministro della Sanità :

«Divieto di fumare nei locali pubblici eaperti al pubblico e sui mezzi di trasporto»(6285).

Sarà stampato e distribuito .

Trasmissione dal Senato .

In data 10 gennaio 1992 il Presidente de lSenato ha trasmesso alla Presidenza i se-guenti progetti di legge :

S. 2838. «Modifica alla legge 23 settem -

bre 1980, n . 591, concernente l'autorizza-zione ad assumere ispettori di volo co ncontratto a termine da utilizzare presso laDirezione generale dell'aviazione civile» (ap-provato dalla VIII Commissione permanen-te del Senato) (6284) ;

S. 2919. — Russo RAFFAELE ed altri ; MEN-SORIO; PICCIRILLO; NAPPI ed altri : «Istituzionedel tribunale ordinario e della pretura cir-condariale di Nola» (approvato, in testounificato, dalla Il Commissione permanen-te della Camera e modificato dalla Il Com-missione permanente del Senato (2140 -4517-4669-4944-B) ;

S. 2920 . — MASTRANTUONO ed altri : «Isti-tuzione del tribunale ordinario e della pre-tura circondariale di Torre Annunziata» (ap-provato dalla Il Commissione permanent edella Camera e modificato dalla II Commis-sione permanente del Senato) (3618-B) ;

S. 3064 . — MASTRANTUONO ed altri : «Di-sciplina della competenza territoriale per l econtroversie relative ai rapporti di cui al

numero 3) dell'articolo 409 del codice d i

procedura civile» (approvato dalla Il Com-missione permanente della Camera e modi-ficato dalla Il Commissione permanente de lSenato) (4417-B) .

Saranno stampati e distribuiti .

Approvazione in Commissione .

Nella riunione del 9 gennaio 1992 dellaXII Commissione permanente (Affari socia -li), in sede legislativa, sono state approvat ele seguenti proposte di legge :

FIANDROTTI ed altri : «Nuove norme perl'assistenza e la riabilitazione degli handi-

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 199 2

cappati» (45); ARTIGLI ed altri : «Norme perl'assistenza e l'integrazione sociale dei citta-dini handicappati» (288) ; ARMELLIN ed altri :

«Legge-quadro per l'assistenza, la integra-zione sociale e la tutela dei diritti dei citta-dini portatori di handicap» (484) ; COLOMBIN Ied altri : «Norme quadro per l'integrazionesociale e per la tutela dei diritti dei cittadin ihandicappati» (501), in un testo unificatocon il titolo: «Legge quadro per l'assistenza ,l'integrazione sociale e i diritti delle personehandicappate» (45-288-484-501) .

Assegnazione di una proposta di legge aCommissione in sede legislativa ai sensidell'articolo 77 del regolamento .

Nella seduta del 15 novembre 1991 è stataassegnata alla VIII Commissione permanen-te (Ambiente), in sede legislativa, la propost adi legge n. 5289 .

Per consentire alla stessa Commissionedi procedere all'abbinamento richiesto dal -l'articolo 77 del regolamento, è quindi as-segnata in sede legislativa anche la propost adi legge CECCHETTO COLO ed altri: «Integra-zione della legislazione speciale per Venezia »(6211) (con parere della I, della V, dell aVI, della VII, della XI e della XII Com-missione), vertente su materia identica aquella contenuta nel progetto di legge so-praindicato .

Assegnazione di progetti di legge aCommissioni in sede referente .

A norma del comma 1 dell'articolo 72 de lregolamento, i seguenti progetti di leggesono deferiti alle sottoindicante Commissio-ni permanenti in sede referente ;

alla I Commissione (Affari costituziona-li) :

CARIA ed altri: «Istituzione di una Commis-sione parlamentare d'inchiesta sul finanzia -mento ai partiti politici» (6140) (con parer edella Il, della III e della V Commissione) ;

alla III Commissione (Esteri) :

S . 2616 . «Ratifica ed esecuzione dellaConvenzione tra la Repubblica italiana e laRepubblica federale di Germania per evitarele doppie impostazioni in materia di impostesul reddito e sul patrimonio e prevenire leevasioni fiscali, con Protocollo, fatta a Bonnil 18 ottobre 1989» (approvato dal Senato )(6206) (con parere della I, della V e della VICommissione);

alla IV Commissione (Difesa):

SANNA ed altri : «Riconversione e ristruttu-razione dell'arsenale militare di La Madda-lena» (6133) (con parere della I, della V edella X Commissione);

alla VI Commissione (Finanze) :

EBNER: «Modifica del comma 1 dell'artico -lo 1 della legge 10 agosto 1988, n . 349 ,recante proroga del termine relativo all eagevolazioni tributarie per la formazione el'arrotondamento della proprietà contadina»(6131) (con parere della I, della V e dell aXIII Commissione);

alla VII Commissione (Cultura) :

CARELLI ed altri: «Modifiche e integrazionial decreto del Presidente della Repubblica 3 1maggio 1974, n. 416, recante istituzione eriordinamento di organi collegiali della scuo-la materna, elementare, secondaria e artisti-ca» (6112) (con parere della I, della V e dell aXI Commissione) ;

alla XI Commissione (Lavoro) ;

CARIA ed altri : «Modifiche e integrazion ialla legge 29 marzo 1985, n. 113, concer-nente l'aggiornamento della disciplina de lcollocamento al lavoro dei centralinisti no nvedenti» (6146) (con parere della I, della Il ,della V e della VII Commissione) ;

alle Commissione riunite I (Affari costi-tuzionali) e Il (Giustizia) :

LANZINGER ed altri: «Modifiche alle normein materia di autonomia regolamentare delConsiglio superiore della magistratura»(6145) .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 1992

Trasmissione dalla Commissione parla-mentare d'inchiesta sul fenomeno dell amafia e sulle altre associazioni crimina-li similari .

Il Presidente della Commissione parla-mentare d'inchiesta sul fenomeno della ma-fia e sulle altre associazioni criminali simila-ri, con lettera in data 9 gennaio 1992, hatrasmesso un documento del deputato LoPorto — connesso alla relazione già appro-vata dalla Commissione stessa nella sedutadel 6 novembre 1991 e annunciata all'As-semblea il 18 novembre 1991 (doc. XXIII ,n. 40) — contenente ulteriori dati e conside-razioni in ordine alle risultanze dell'attivit àdi un gruppo di lavoro della Commissioneincaricato di svolgere accertamenti sullo sta-to della lotta alla mafia nella provincia d iTrapani (doc . XXIII, n . 40-bis) .

Questo documento sarà stampato e distri-

buito .

Trasmissione di una risoluzioneda un Consiglio regionale .

In data 20 dicembre 1991 è pervenuto all aPresidenza il seguente documento :

dal Consiglio regionale della Valle d'Ao-sta:

Risoluzione concernente l'approvazionedel progetto di legge recante «Applicazionedell'articolo 6 della Costituzione per la tutel adelle minoranze linguistiche» .

Tale documento è stato trasmesso alleCommissioni competenti per materia ed è adisposizione degli onorevoli deputati press oil Servizio Studi .

Annunzio di sentenzadalla Corte Costituzionale .

La Corte Costituzionale in data 27 dicem-bre 1991 ha depositato in Cancelleria copiadelle sentenze nn. 482, 483, 484, 485, 486 ,487, 488 e 489, con le quali la Corte hadichiarato :

«1 . l'illegittimità costituzionale, dei se-guenti articoli della legge 9 gennaio 1991 n .9 (Norme per l'attuazione del nuovo pian oenergetico nazionale: aspetti istituzionali ,centrali idroelettriche ed elettrodotti, idro-carburi e geotermia, autoproduzione e di-sposizioni fiscali) :

articolo 3, primo e terzo comma, nell aparte in cui non prevede che il permesso diprospezione è accordato «d'intesa», nei sensiespressi in motivazione, «con la regioneautonoma Valle d'Aosta o la provincia auto-noma di Trento o di Bolzano» ;

articoli 5, primo comma, e 6, primo com-ma, nella parte in cui non prevedono che ilpermesso di ricerca è accordato «d'intesa» ,nei sensi espressi in motivazione, «con la

regione autonoma Valle d'Aosta o con l aprovincia autonoma di Trento o di Bolzano» ;

articolo 9 in quanto non prevede ch ela concessione di coltivazione sia accordatad'intesa, nei sensi espressi in motivazione ,con la regione autonoma Valle d'Aosta ocon la provincia autonoma di Trento odi Bolzano ;

2.inammissibile la questione di legittimit àcostituzionale dell'articolo 1 della legge 9gennaio 1991, n . 9, sollevata, in riferimentoall'articolo 3 della Costituzione, dalla regio -ne autonoma Valle d'Aosta ;

3.inammissibili le questioni di legittimit àcostituzionale degli articoli 16 e 17, secondocomma, lettera b) della legge 9 gennai o1991, n. 9, sollevate dalla provincia autono-ma di Bolzano, in riferimento agli articoli 8nn. 5, 6, 17, e 9 nn . 3, 8, dello statutospeciale (decreto del Presidente della Repub-blica, 31 agosto 1972, n. 670) ;

4.inammissibili le questioni di legittimit à

costituzionale degli articoli 20, ottavo com-ma, e 24, secondo e sesto comma, dell alegge 9 gennaio 1991 n . 9, sollevate, dall a

regione autonoma Valle d'Aosta in riferi-mento a nessun parametro costituzionale ostatutario ;

5.Non fondata la questione di legittimità

costituzionale dell'articolo 1 della legge 9gennaio 1991, n. 9, sollevata dalla regione

Atti Parlamentari

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 1992

autonoma Valle d'Aosta, in riferimento agl i

articoli 3, lettera d), 5, 7 e 8 dello statutospeciale (legge costituzionale 26 febbrai o1948, n. 4) ;

6.non fondata la questione di legittimità

costituzionale dell'articolo 20, ottavo com-ma, della legge 9 gennaio 1991, n . 9, solle-vata dalla provincia autonoma di Bolzano ,in riferimento agli articoli 8 n. 19; 9 n. 9 ;12 ; 13 ; 104, primo comma ; 107 dello statutospeciale, nonché alle norme di attuazionecontenute nell'articolo 11 del decreto delPresidente della Repubblica, 22 marzo 1974 ,

n. 381 e nel decreto del Presidente dellaRepubblica, 26 marzo 1977, n . 235 ;

7. Non fondate le questioni di legittimitàcostituzionale degli articoli 20, ottavo com-ma, e 24 della legge 9 gennaio 1991, n . 9 ,sollevate dalla regione autonoma Valle d'Ao-sta, in riferimento agli articoli 7 e 8 dello

statuto speciale e all'articolo 2 del decret odel Presidente della Repubblica, 27 dicem-bre 1985, n. 1142», (doc. VII, n . 1316) ;

«1 . inammissibile il ricorso della regioneautonoma Valle d'Aosta ;

2 . l'illegittimità costituzionale dei seguentiarticoli della legge 9 gennaio 1991, n . 1 0(Norme per l'attuazione del piano energeti-co nazionale in materia di uso razionaledell'energia, di risparmio energetico e d isviluppo delle fonti rinnovabili di energia) :

articolo 5, primo comma, nella parte incui prevede che le province autonome diTrento e di Bolzano individuano i bacini, iv i

considerati, «d'intesa con» anzichè «sentito »

l'ENEA ;

articolo 5, secondo comma, nella parte i n

cui prevede che le province autonome di

Trento e di Bolzano predispongono i loropiani «d'intesa con» anzichè «sentiti» gli ent ilocali e le loro aziende ;

articolo 5, quarto comma, nella parte incui non prevede un congruo preavviso , neisensi espressi in motivazione, alle Provinceautonome di Trento e di Bolzano, in ordineall'esercizio dei poteri sostitutivi ivi discipli-nati ;

articoli 9 e 38, nella parte in cui, includen-

do le province autonome di Trento e d iBolzano nella delega relativa alla concessio-ne di contributi di spettanza provinciale, nonprevedono per queste le modalità di finan-ziamento secondo le norme statutarie;

articolo 13, secondo comma, nella part ein cui prevede che anche la provincia auto -

noma di Bolzano promuova accordi con l e

categorie professionali ivi indicate ;

3.inammissibile la questione di legittimit à

costituzionale dell'articolo 5, quinto com-ma, della legge 9 gennaio 1991, n . 10 ,sollevata dalla provincia autonoma di Bolza-no, in riferimento all'articolo 8, nn . 5 e 10 ,dello statuto speciale (decreto del Presidentedella Repubblica, 31 agosto 1972, n . 670) ealle relative norme di attuazione ;

4. inamissibili le questioni di legittimitàcostituzionale dell'articolo 18 della legge 9gennaio 1991, n. 10, sollevate, dalla provin-cia autonoma di Trento in riferimento all'ar-ticolo 9 n . 9 dello statuto speciale e dall aprovincia autonoma di Bolzano in riferimen-to agli articoli 8, nn . 3, 5, 6, 9, 10, 14, 16 ,17, 18, 19, 20, 21, 24, 28 ; 9, nn . 3, 8, 9, 10 ,11, 12, 13, 14, 15, 16, primo comma, dellostatuto speciale;

5.non fondata, nei sensi di cui in motiva-zione, la questione di legittimità costituzio-nale dell'articolo 2 della legge 9 gennai o1991, n. 10 sollevata, dalla provincia auto -noma di Bolzano in riferimento agli articoli

8, nn. 3, 5, 6, 9, 10, 14, 16, 17, 18, 19, 20 ,21, 24, 28 ; 9, nn. 3, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14 ,16, primo comma ; titolo VI ; 104 e 107 dellostatuto speciale; alle misure 30 e 118 de lpacchetto per l'Alto Adige e all'articolo uni-co della legge 21 aprile 1983, n . 127 ;

6.non fondata la questione di legittimitàcostituzionale dell'articolo 4, primo, terz ocomma e quinto comma, della legge 9 gen-

naio 1991, n. 10, sollevata dalla provinci aautonoma di Trento in riferimento agli arti -coli 8, nn. 5, 10, 18 e 21 ; 16 dello statutospeciale ;

7. non fondata la questione di legittimit àcostituzionale dell'articolo 4, primo, terzo ,quarto, quinto comma della legge 9 gennai o1991, n. 10, sollevata dalla provincia auto-

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 1992

noma di Bolzano, in riferimento agli articoli8, nn. 3, 5, 6, 9, 10, 16, 17, 18, 21 dellostatuto speciale ed alle norme di attuazion econtenute nell'articolo 9 del decreto delPresidente della Repubblica 26 marzo 1977 ,n. 235 ;

8. non fondate, nei sensi di cui in motiva-zione, le questioni di legittimità costituzio-nale degli articoli 8, 10 e 13, primo comma ,della legge 9 gennaio 1991, n . 10, sollevatedalla provincia autonoma di Bolzano in rife-rimento agli articoli 8, nn . 8, 9, 17, 20, 21 ;9, nn. 3, 11, 15, 16, primo comma, dellostatuto speciale e all'articolo 5 della legge 3 0novembre 1989, n . 386 ;

9. non fondata la questione di legittimit àcostituzionale dell'articolo 17 della legge 9gennaio 1991, n . 10 sollevata dalla provinci aautonoma di Bolzano in riferimento agliarticoli 8, nn. 3, 5, 6, 9, 10, 14, 16, 17, 18 ,19, 20, 21, 24, 28 ; 9, nn . 3, 8, 9, 10, 11 ; 12 ,13, 14, 15 e 16, primo comma, dello statutospeciale», (doc . VII, n . 1317) ;

«la illegittimità costituzionale degli articoli1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12 e 13 dell alegge della regione siciliana, approvata dal-l'assemblea regionale siciliana nella sedutadel 1°-2 maggio 1991, recante norme inmateria di personale delle unità sanitarielocali;

non fondata la questione di legittimit àcostituzionale sulla suindicata legge dellaregione siciliana, sollevata, in riferiment oagli articoli 28 e 29 dello statuto speciale, dalCommissario dello Stato per la regione sici-liana», (doc . VII, n . 1318) ;

«la illegittimità costituzionale dell'articol o10, sesto e settimo comma, del decreto de lPresidente della Repubblica 30 giugno 1965 ,n. 1124, nella parte in cui prevede che i llavoratore infortunato o i suoi aventi causahanno diritto, nei confronti delle personecivilmente responsabili per il reato da cu il'infortunio è derivato, al risarcimento de ldanno biologico non collegato alla perdita oriduzione della capacità lavorativa generic asolo se e solo nella misura in cui il dann orisarcibile, complessivamente considerato,

superi l'ammontare delle indennità corrispo-ste dall'I .N.A.I.L. ;

l'illegittimità costituzionale dell'articolo11, primo diritto e secondo comma, de ldecreto del Presidente della Repubblica 3 0giugno 1964, n. 1124, nella parte in cuiconsente all'I.N .A.I.L. di avvalersi, nell'eser-cizio del diritto di regresso contro le person ecivilmente responsabili, anche delle sommedovute al lavoratore infortunato a titolo d irisarcimento del danno biologico non colle-gato alla perdita o riduzione della capacitàlavorativa generica», (doc . VII, n . 1319) ;

«l'illegittimità costituzionale dell'articol o3 della legge 27 ottobre 1988 n . 458 («con -corso dello Stato nelle spese degli enti localiin relazione ai pregressi maggiori oneri dell eindennità di esproprio»), nella parte in cuinon prevede che al proprietario del terrenoutilizzato per finalità di edilizia residenzial epubblica senza che sia stato emesso alcunprovvedimento di esproprio possa applicarsila disciplina da detta norma prevista pe rl'ipotesi in cui — nella medesima situazione— il provvedimento espropriativo sia statodichiarato illegittimo», (doc . VII, n . 1320) ;

«l'illegittimità costituzionale della leggedella Regione Veneto, riapprovata dal Con-siglio regionale il 23 maggio 1991, recante :«Norme di accesso per profili professionalispecifici», (doc . VII, n . 1321) ;

«la illegittimità costituzionale degli articoli21, secondo, terzo, quarto comma, e 50 ,secondo comma, del regio decreto legge 3 0dicembre 1923, n . 3267 (Riordinamento eriforma della legislazione in materia di bo-schi e di terreni montani)», (doc . VII, n .1322) ;

«L'illegittimità costituzionale degli articoli20, ottavo comma, e, 21, dodicesimo com-ma, della legge regione Piemonte 10 dicem-bre 1984, n. 64 (Disciplina delle assegnazio-ni degli alloggi di edilizia residenzialepubblica ai sensi dell'art . 2, comma 2, dellalegge 5 agosto 1978, n. 457, in attuazionedella deliberazione CIPE pubblicata sull aGazzetta Ufficiale n . 348 in data 19 dicem-bre 1981)» (doc . VII, n. 1323) .

La Corte Costituzionale in data 30 dicem -

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 199 2

bre 1991 ha altresì depositato in cancelle-ria copia delle sentenze nn . 502, 503, 504 ,505 e 506, con le quali la Corte ha dichiara-to :

«1 . l'illegittimità costituzionale dell'artico -lo 34, secondo comma, del codice di proce-dura penale, nella parte in cui non prevedeche non possa partecipare al giudizio dibat-timentale il giudice per le indagini prelimi-nari presso la Pretura che abbia emessol'ordinanza di cui all'art. 554, secondo com-ma, dello stesso codice ;

2.In via consequenziale, ai sensi dell'arti-colo 27 della legge 11 marzo 1953, n . 87 ,l'illegittimità costituzionale del medesimoarticolo 34, secondo comma, del codice diprocedura penale, nella parte in cui nonprevede che non possa partecipare al giudi-zio dibattimentale il giudice per le indagin ipreliminari presso il tribunale che abbi aemesso l'ordinanza di cui all'articolo 409 ,quinto comma, dello stesso codice ;

3. L'illegittimità costituzionale dello stes-so articolo 34, secondo comma, del codic edi procedura penale, nella parte in cui nonprevede l'incompatibilità a partecipare algiudizio del giudice per le indagini prelimi-nari che ha rigettato la richiesta di decret odi condanna;

4.Non fondata la questione di legittimitàcostituzionale dell'articolo 34, secondo com-ma, del codice di procedura penale, nellaparte in cui non prevede che non possapartecipare al giudizio il giudice che abbiaproceduto al riesame delle ordinanze chedispongono una misura coercitiva ai sensidell'art . 309 dello stesso codice, in riferi-mento agli articoli 76 e 25 della Costituzio-ne, sollevata dal Tribunale di Chieti co nordinanza del 3 maggio 1991 ;

5. La manifesta infondatezza della que-stione di legittimità costituzionale del mede-simo articolo 34, secondo comma, nell aparte in cui non prevede l'incompatibilitàdel giudice per le indagini preliminari pressoil tribunale che ha emesso l'ordinanza di cuial predetto articolo 409, quinto comma, apartecipare all'udienza preliminare, solleva-ta, in riferimento agli articoli 76 e 77 della

Costituzione, dal Giudice per le indagin ipreliminari presso il Tribunale di Messinacon ordinanza del 16 aprile 1991» (doc, VII ,n. 1329) ;

«la illegittimità costituzionale dell'articolo2, secondo comma, del decreto-legge 1 0aprile 1989, n. 120 (Misure di sostegno e d ireindustrializzazione in attuazione del pian odi risanamento della siderurgia), convertito ,con modificazioni, in legge 15 maggio 1989 ,n . 181, nella parte in cui non riconosce allalavoratrice del settore siderurgico, in caso d iprepensionamento anticipato al compimen-to del cinquantesimo anno, di conseguire lamedesima anzianità (contributiva fino a ses-sant'anni come per il lavoratore» (doc . VII ,n. 1330) ;

«la illegittimità costituzionale dell'articolo7, primo e secondo comma, della leggeregioanle del Friuli-Venezia Giulia 28 agost o1989, n. 23 (Ulteriori norme modificative edintegrative delle leggi regionali 7 dicembre1987, n. 30 e 21 gennaio 1989, n . 1, inmateria di smaltimento dei rifiuti), comemodificato dall'articolo 2 della legge regio-nale del Friuli-Venezia Giulia 3 dicembre1990, n. 53, nella parte in cui dette normeprevedono, sia pure in via transitoria, lapossibilità di continuare l'abusivo ammass otemporaneo di rifiuti tossici e nocivi all'in-terno dell'azienda, previa presentazione del -la istanza di autorizzazione» (doc . VII, n .1331) ;

«l'illegittimità costituzionale dell'articol o10, quinto comma, della legge provinciale d iBolzano 23 maggio 1977, n . 13 (norme perassicurare la disponibilità da parte del pro-prietario e la funzione sociale dell'Ediliziaresidenziale e dell'articolo 46, decimo com-ma, della legge provinciale di Bolzano 2 0agosto 1972, n. 15 (legge di riforma dell'e-dilizia abitativa), come sostituito dall'artico -lo 5 della legge provinciale di Bolzano 2 3maggio 1977, n . 13» (doc . VII, n. 1332) ;

«l'illegittimità costituzionale dell'articolo62, quarto comma, della legge della Region eCalabria 17 dicembre 1981, n. 21 (normesull'amministrazione del patrimonio e sull acontabilità delle Unità Sanitarie Locali)»(doc. VII . n. 1333) .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 199 2

La Corte Costituzionale in data 27 dicem-bre 1991 ha depositato in Cancelleria copi adelle sentenze nn. 490, 491, 492, 493 e 49 4con le quali la Corte ha dichiarato :

«Non fondata la questione di legittimitàcostituzionale dell'articolo 1, quarto comm aquinquies, del decreto-legge 27 dicembre1989, n. 413 (Disposizioni urgenti in materiadi trattamento economico dei dirigenti dell oStato e delle categorie ad essi equiparate ,nonché in materia di pubblico impiego) ,convertito, con modificazioni, nella legge 2 8febbraio 1990, n. 37, sollevata, in riferimen-to all'articolo 3 della Costituzione, dal Tri-bunale amministrativo regionale del Lazi o(doc, VII, n. 1324) ;

«Non fondata la questione di legittimitàcostituzionale dell'articolo 1, quarto commaquinques, aggiunto dalla legge di conversio-ne 28 febbraio 1990, n . 37, al decreto-legge27 dicembre 1989, n . 413 (Disposizioni ur-genti in materia di trattamento economic odei dirigenti dello Stato e delle categorie adesse equiparate, nonché in materia di pub-blico impiego), in riferimento all'articolo 3della Costituzione, sollevata dal Tribunal eamministrativo regionale dell'Abruzzo - Se-zione distaccata di Pescara» (doc . VII, n .1325) ;

«Inammissibile la questione di legittimitàcostituzionale dell'articolo 7, quarto com-ma, della legge 28 febbraio 1990 n . 39(Conversione in legge, con modificazioni ,del decreto-legge 30 dicembre 1989 n. 416 ,recante norme urgenti in materia di asil opolitico, di ingresso e soggiorno dei cittadin iextracomunitari e di regolarizzazione de icittadini extracomunitari ed apolidi già pre-sente nel territorio dello Stato . Disposizioniin materia di asilo), sollevata in riferimentoall'articolo 24, secondo comma, della Costi-tuzione dal Tribunale di Aosta« (doc . VII, n .1326) ;

«Non fondata la questione di legittimitàcostituzionale sollevata nei confronti dell alegge approvata dall'Assemblea regionale si-ciliana il 2 maggio 1991, con il n. 338 ,recante 'Nuove disposizioni per la disciplin adello stato giuridico ed economico del per -

sonale dell'amministrazione regionale e perla contrattazione decentrata a livello regio-nale", per violazione dell'articolo 28 delloStatuto speciale della regione siciliana ;

Non fondata la questione di legittimitàcostituzionale sollevata nei confronti dell'ar-ticolo 1 della stessa legge, per violazionedell'articolo 14, lettera q), dello Statuto spe-ciale, in relazione all'articolo 26, quartocomma, della legge 29 marzo 1983, n . 93, edell'articolo 97, secondo comma, della Co-stituzione» (doc . VII, n . 1327) ;

«Inammissibili le questioni di legittimit àcostituzionale degli articoli 4 e 5 della legge26 settembre 1985, n . 482 (Modificazioni deltrattamento tributario delle indennità di fin erapporto e dei capitali corrisposti in dipen-denza di contratti di assicurazione sulla vi-ta), sollevate, in riferimento all'articolo 3della Costituzione, della Commissione tribu-taria di primo grado di Como con ordinanza29 novembre 1986 ;

Inammissibile la questione di legittimit àcostituzionale degli articoli 12, 13 e 14 deldecreto del Presidente della Repubblica 2 9settembre 1973, n. 597 (Istituzione e disci-plina dell'imposta sul reddito delle personefisiche), sollevata, in riferimento agli articoli3 e 24 della Costituzione, dalla Commissionetributaria di primo grado di Como, conordinanza 29 novembre 1986 ;

Non fondata la questione di legittimitàcostituzione dell'articolo 38 del decreto de lPresidente della Repubblica 29 settembre1973, n. 602 (Disposizioni sulla riscossionedelle imposte sul reddito), sollevata, in rife-rimento agli articoli 3 e 24 della Costituzio-ne, dalla Commissione Tributaria di prim ogrado di Corno, con ordinanza 29 novembr e1986 ;

Non fondata la questione di legittimitàcostituzionale dell'articolo 4 della legge 2 6settembre 1985, n. 482 (modificazioni de ltrattamento tributario delle indennità di fin erapporto e dei capitali corrisposti in dipen-denza di contratti di assicurazione sulla vi-ta), sollevata, in riferimento all'articolo 3della Costituzione, della Commissione Tri-

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 199 2

butaria di primo grado di Genova, con ordi-nanza 22 marzo 1991» (doc. VII, n . 1328) .

La Corte Costituzionale in data 30 dicem-bre ha altresì depositato in cancelleria copiadelle sentenze nn. 507, 508, 509, 510, 511 ,517 e 518, con le quali ha dichiarato :

«Che non spetta al Ministro della Sanit àdettare la disciplina della attività di vigilan-za, che esula dalla competenza tecnica a luiattribuita ed annulla di conseguenza l'art . 8del decreto da lui emesso in data 26 marz o1991« (doc . VII, n . 1334) ;

«Non fondata la questione di legittimit àcostituzionale del combinato disposto dal-l'articolo 2, comma terzo, della legge 7febbraio 1978, recte 1979 n . 29 (ricongiun-zione dei periodi assicurativi dei lavoratoriai fini previdenziali) e dell'articolo 13 dell alegge 12 agosto 1962, n. 1338 (Disposizioniper il miglioramento dei trattamenti di pen-sione dell'Assicurazione obbligatoria pe rl'invalidità, la vecchiaia e i superstiti) solle-vata, in riferimento agli articoli 3 e 38 dell aCostituzione, dal Pretore di Milano» (doc .VII, n. 1335) ;

«la inammissibilità della questione di legit-timità costituzionale dell'articolo 11, primocomma, lettera a), n . 2 e lettera b) nn. 1 e2 della legge regionale dell'Emilia-Romagn a28 novembre 1986, n . 42 (ulteriori modifi-che ed integrazioni alla legge regionale 2 9gennaio 1983, n. 7, recante norme sull adisciplina degli scarichi delle pubbliche fo-gnature e degli scarichi civili che non reca-pitano nelle pubbliche fognature . Provvedi-menti per il contenimento dell'Eutrofiz-zazione), in riferimento agli articoli 25 e 11 7

della Costituzione, sollevate dal Pretore di

Reggio Emilia» (doc . VII, n . 1336) ;

«Non fondata la questione di legittimit àcostituzionale dell'articolo 1 della legge 1 5febbraio 1989, n . 51 (attribuzione dell'in-dennità giudiziaria al personale amministra-tivo delle magistrature speciali), sollevata i nriferimento all'articolo 3 della Costituzione ,dal Tribunale amministrativo regionale pe ril Veneto» (doc. VII, n . 1337) ;

«Non fondata la questione di legittimit àcostituzionale dell'articolo 10, secondo com-

ma, della legge della Regione Abruzzo 3marzo 1988, n . 25 (Norme in materia di usicivici e gestione delle terre civiche), solleva-ta, in riferimento agli artt . 117, 118 e 42della Costituzione, dal Commissario Regio-nale per il riordinamento degli usi civici»(doc. VII, n . 1338) ;

«Che spetta allo Stato adottare, con decre-to del Presidente del Consiglio dei Ministri ,le disposizioni contenute nell'articolo 1 ,quarto comma, 2, 3, primo comma, primaproposizione, e secondo comma, del decretodel Presidente del Consiglio dei ministri 1 0marzo 1991 (Limiti massimi di esposizion eal rumore negli ambienti abitativi e nell'am-biente esterno) ;

Che non spetta allo Stato adottare, condecreto del Presidente del Consiglio dei mi-nistri, in mancanza di idonea copertura le-gislativa, le disposizioni contenute nell'arti-colo 3, primo comma, seconda e terz aproposizione, nonché negli articoli 4 e 5 deldecreto del Presidente del Consiglio dei mi-nistri 10 marzo 1991 sopra menzionato econseguentemente, annulla le disposizion iora indicate» (doc . VII, n. 1339) ;

«inamissibile la questione di legittimit àcostituzionale dell'articolo 1 della legge dell aRegione Lazio 3 febbraio 1982, n . 7 (Assi-stenza negli istituti psichiatrici privati), edegli articoli 5, secondo comma, lettera a) ,11, secondo comma, 12, e 14, penultimocomma, della legge della Regione Lazio 1 4luglio 1983, n. 49 (Organizzazione del servi-zio dipartimentale di salute mentale), nellaparte in cui consentono convenzioni conistituti privati, che svolgano esclusivamenteattività psichiatrica, oltre il termine del 3 1dicembre 1981, sollevata dal Tribunale d iRoma, in riferimento all'articolo 117 dellaCostituzionale, come attuato dall'articolo64, secondo comma, della legge 23 dicem-bre 1978, n. 833 (Istituzione del serviziosanitario nazionale), e dall'articolo 3 deldecreto-legge 30 aprile 1981, n . 168 (Misureurgenti in materia di assistenza sanitaria) ,convertito dalla legge 27 giugno 1981, n .331», (doc. VII . n . 1340) .

Alla I (doc. VII, nn. 1324, 1325 e 1326) ;alla II (doc . VII, nn. 1322 e 1329); alla VI(doc . VII, n . 1328); alla VIII (doc. VII, nn .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 199 2

1320 e 1336); alla XI (doc. VII, nn. 1318,1319, 1330, 1335, 1337 e 1340) ; alla I e allaII (doc. VII, nn. 1323, 1332 e 1333); alla Ie alla VIII (doc . VII, nn. 1331 e 1339) ; allaI e alla X (doc . VII, nn . 1316 e 1317); alla Ie alla XI (doc . VII nn. 1321 e 1327) ; alla Ie alla XII (doc . VII, n. 1334) ; alla VI e allaXIII (doc. VII, n . 1338) .

Integrazione di richiesta ministeriale diparere parlamentare ai sensi dell'artico -lo 1 della legge n. 14 del 1978 .

Il ministro del Tesoro ha inviato, in data20 dicembre 1991, a' termini dell'articolo 1della legge 24 gennaio 1978, n . 14, la richie-sta di parere parlamentare sulla proposta d i

conferma del Prof. Gianni Giuseppe Zanda-no a Presidente dell'Istituto Bancario Sa nPaolo di Torino. Ad integrazione di talerichiesta, in data 10 gennaio 1992 ha tra -smesso, ai sensi dell'articolo 4 della legge 24gennaio 1978, n . 14, come integrato dell'ar-ticolo 2, comma 3, della legge 30 luglio1990, n. 218, la relazione sull'evoluzion etecnica dell'Istituto stesso .

Tale relazione, a' termini del comma 4dell'articolo 143 del regolamento, è deferit aalla VI Commissione permanente (Finanze) .

Trasmissioni dal ministro della difesa .

Nel mese di dicembre 1991 il ministrodella difesa ha comunicato, in adempiment oalle disposizioni previste dall'articolo 7 dell alegge 27 luglio 1962, n . 1114, le autorizza-zioni revocate o concesse a dipendenti d iquel Ministero a prestare servizio press oEnti od organismi internazionali .

Queste comunicazioni sono depositatepresso gli Uffici del Segretario Generale adisposizione degli onorevoli deputati .

Trasmissione dal ministrodegli affari esteri .

Il ministro degli affari esteri, con letter ain data 27 dicembre 1991 . ha trasmesso . ai

sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 4agosto 1989, n . 291, il conto consuntivodell'esercizio finanziario 1990 del Servizi osociale internazionale — sezione italiana, ela relazione illustrativa dell'attivita svolt adall'ente nello stesso anno .

Questa documentazione sarà trasmessaalla Commissione competente .

Trasmissione dal ministro della sanità .

Il ministro della sanità, con lettera in data9 gennaio 1992, ha trasmesso, ai sensi del -l'articolo 16 della legge 22 maggio 1978, n .194, recante norme per la tutela sociale dellamaternità e sulla interruzione volontaria del -la gravidanza, la relazione — per la parte disua competenza — sull'attuazione della leg-ge stessa per l'anno 1990 (doc . LI, n . 8) .

Questo documento sara stampato e distri-buito .

Trasmissione dal ministro dell'industria ,del commercio e dell'artigianato .

Il ministro dell'industria, del commerci oe dell'artigianato, con lettera in data 9• gen-naio 1992, ha trasmesso, ai sensi dell'artico -lo 2 della legge 12 agosto 1982, n . 576, larelazione sullo stato della politica assicurati -va per l'anno 1990 (doc . LXXIV, n. 4) .

Questo documento sara stampato e distri-buito .

Trasmissione dal ministro del tesoro .

Il ministro del tesoro, con lettera in data10 gennaio 1992, ha trasmesso la secondanota di variazioni del bilancio sperimentaledi previsione dello Stato per l'anno finanzia -rio 1992 e pluriennale per il triennio 1992 -1994, già annunciato all'Assemblea nellaseduta del 9 agosto 1991 (doc. C, n. 2) .

Questo documento sara stampato e distri-buito .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 1992

Trasmissione dal ministro per gli inter -venti straordinari nel Mezzogiorno .

Il ministro per gli interventi straordinar inel Mezzogiorno ha trasmesso, ai sensi del -l'articolo 1, comma 12, del decreto-legge 3 0dicembre 1985, n . 786, convertito, con mo-dificazioni, dalla legge 28 febbraio 1986, n .44, concernente «Misure straordinarie per lapromozione e lo sviluppo della imprendito-rialità giovanile nel Mezzogiorno», la relazio-ne sullo stato di attuazione, al 15 ottobre1991, della legge medesima .

Questa relazione sarà trasmessa — d'inte-sa con il Presidente del Senato della Repub-blica — alla Commissione parlamentare peril controllo sugli interventi nel Mezzogiorno .

Trasmissione dall'Istituto nazionale pe rla storia del movimento di liberazionein Italia.

L'Istituto nazionale per la storia del mo-vimento di liberazione in Italia, con letterain data 20 dicembre 1991, ha trasmesso, aisensi dell'articolo 1 della legge 29 aprile1976, n. 186, la relazione sull'attività svoltadall'Istituto stesso nel 1991 e sui programm iper l'anno 1992 .

Questo documento sarà trasmesso allaCommissione competente .

Trasmissione della Commissione di vigi-lanza sulla Cassa depositi e prestiti .

Il Presidente della Commissione di vigilan-za sulla Cassa depositi e prestiti, con letterain data 7 gennaio 1992, ha trasmesso, aisensi dell'articolo 1 del regio decreto-legg e26 gennaio 1933, n . 241, la relazione dellaCommissione stessa sui rendiconti della Cas-sa depositi e prestiti per l'esercizio 1990(doc . X, n. 5) .

Questo documento sarà stampato e distri-buito .

Annunzio di interpellanzee di interrogazioni .

Sono state presentate alla Presidenza in-terpellanze e interrogazioni . Sono pubbli-cate in allegato ai resoconti della sedut aodierna .

Annunzio di risposte scrittead interrogazioni .

Sono pervenute alla Presidenza dai com-petenti ministeri risposte scritte ad interro-gazioni . Saranno pubblicate in allegato a lresoconto stenografico della seduta odierna .

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 13 GENNAIO 1992

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