atripaldanews mensile marzo 2011

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L’appello all’unità del senatore En- zo De Luca (nella foto) arriva in un momento in cui il Pd atripal- dese è scosso da abbandoni e fuo- riuscite. Un partito che prova a ri- partire con il neo segretario Fede- rico AlvinoE’ naturale la costi- tuzione del gruppo del Pd in con- siglio comunale - afferma il sena- tore - è opportuno che ognuno dia il proprio contributo. Nel Pd non c'è posto per gli ignavi politici». PAGINA 3 Il progetto del Polo Scolasti- co del Mezzogiorno più vol- te annunciato ma non anco- ra decollato, strade cittadine diventate toilette per cani, basolato del centro storico rattoppato con semplice ca- trame, via Cesinali al buio e nel degrado, caos sensi uni- ci per la chiusura di vico Carlo e la crescente litigio- sità tra i vigili urbani: que- sti i “Così non va” segnala- ti in redazione e che atten- dono risoluzione da parte dell’Amministrazione comu- nale. Lotta all’evasione fiscale e avvio dell’iter della Com- missione Toponomastica per dare nuovi nomi alle traver- se cittadine, invece, per la rubrica “ Così va ” nata per informare i lettori su tutto ciò che funziona in città. PAGINE 8 E 9 Dramma lavoro e depressione: il male di vivere che uccide Due suicidi in una settimana, la città sotto choc si chiede il perché Cosa sta succedendo? Così non va, i problemi irrisolti LA RUBRICA LA RUBRICA di Francesca des Loges L'intera comunità atripaldese si in- terroga sui motivi che hanno spin- to Pasquale Guanci, dipendente comunale, e Carmine Spina, cas- sintegrato dell’Fma, a porre fine vo- lutamente alla propria vita a di- stanza di sette giorni l’uno dall’al- tro. Due morti che nel giro di una settimana hanno scosso la città. An- cora sconosciute le motivazioni che hanno spinto i due a compiere un simile gesto. Le cause, secondo la psicologa Cinzia De Luca, sono le- gate alla disperazione di non vede- re altra via d’uscita. Ma da cosa? Depressione e senso di solitudine davanti a problemi che diventano macigni insormontabili: la perdita di una persona cara, del lavoro o la scoperta di una malattia sono al- cune delle cause scatenanti di una patologia che cancella ogni via d’u- scita. PAGINA 5 € 0,50 ANNO III NUMERO 2 MARZO 2011 SPORT SPORT PAGINA 15 La Uisp collante tra scuola e istituzioni Ogni mese AtripaldaNews arriva nelle edicole della città ATTUALITA’ ATTUALITA’ Alvanite, Marrano getta la spugna PAGINA 6 CULTURA CULTURA Anita Garibaldi per il 150° dell’Unità d’Italia PAGINA 7 «Naturale il gruppo Pd in consiglio» U n quartiere lontano dalla città, lasciato sempre ai mar- gini. Un corpo a sé che sten- ta ad integrarsi con il resto del pae- se. Questa è Alvanite, oggi scossa anche dalle dimissioni del Comita- to di quartiere. Diciassette grossi fabbricati, realizzati per ospitare le famiglie del centro storico di Capo La Torre, andato distrutto dal sisma dell'80, nel corso dei decenni sono stati al centro di dibattiti, confron- ti e tavole rotonde. Idee e progetti tanti sulla carta, ma un'effettiva in- tegrazione ancora da venire. E' ora però di andare oltre l'isolamento. Quello che serve? Un grande inter- vento di riqualificazione urbanisti- ca del popoloso quartiere periferi- co della città, più volte salito agli o- nori della cronaca provinciale per i mille problemi, disagi e difficoltà e nel quale vivono oltre mille fami- glie atripaldesi. Senza aspettare al- tri fondi pubblici sempre più diffi- cili da reperire. Come? Mettendo mano seriamente al Puc e consen- tendo ai privati nei terreni che cir- condano gli isolati di poter realiz- zare edifici, case, palazzi. Edilizia pubblica che si integra con l'edilizia privata attraverso il project finan- cing . Così come è avvenuto in tut- te le città e anche ad Atripalda per le palazzine popolari di via Appia o quelle Iacp di via Cesinali. Una sfida per i prossimi anni non più rinviabile, come quella di una se- conda strada di collegamento alla città per un effettivo risanamento e sviluppo della contrada. Solo ciò consentirà di dare finalmente un volto nuovo, sia di tipo urbanistico che sociale, all'intero quartiere. Una contrada emarginata di ALFONSO PARZIALE L’editoriale Il senatore Enzo De Luca dice no alle vie di mezzo e invoca l’unità del partito Spagnuolo: «Da anni Atripalda soffocata dalle stesse persone, occorre ossigeno» Gambacorta: «Tre milioni per la messa in sicurezza del fiume Sabato» PAGINA 2 Udc Provincia marzo 2011:14 copia 24/02/2011 16:53 Pagina 1

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Il mensile di AtripaldaNews

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Page 1: AtripaldaNews mensile Marzo 2011

L’appello all’unità del senatore En-zo De Luca (nella foto) arriva inun momento in cui il Pd atripal-dese è scosso da abbandoni e fuo-riuscite. Un partito che prova a ri-partire con il neo segretario Fede-rico Alvino.«E’ naturale la costi-tuzione del gruppo del Pd in con-siglio comunale - afferma il sena-tore - è opportuno che ognuno diail proprio contributo. Nel Pd nonc'è posto per gli ignavi politici».

PAGINA 3

Il progetto del Polo Scolasti-co del Mezzogiorno più vol-te annunciato ma non anco-ra decollato, strade cittadinediventate toilette per cani,basolato del centro storicorattoppato con semplice ca-trame, via Cesinali al buio enel degrado, caos sensi uni-ci per la chiusura di vicoCarlo e la crescente litigio-sità tra i vigili urbani: que-sti i “Così non va” segnala-

ti in redazione e che atten-dono risoluzione da partedell’Amministrazione comu-nale.Lotta all’evasione fiscale eavvio dell’iter della Com-missione Toponomastica perdare nuovi nomi alle traver-se cittadine, invece, per larubrica “Così va” nata perinformare i lettori su tuttociò che funziona in città.

PAGINE 8 E 9

Dramma lavoro e depressione: il male di vivere che uccide

Due suicidi in una settimana, la città sotto choc si chiede il perché

Cosa sta succedendo?

Così non va, i problemi irrisoltiLA RUBRICALA RUBRICA

di Francesca des Loges

L'intera comunità atripaldese si in-terroga sui motivi che hanno spin-to Pasquale Guanci, dipendentecomunale, e Carmine Spina, cas-sintegrato dell’Fma, a porre fine vo-lutamente alla propria vita a di-stanza di sette giorni l’uno dall’al-tro. Due morti che nel giro di unasettimana hanno scosso la città. An-cora sconosciute le motivazioni chehanno spinto i due a compiere unsimile gesto. Le cause, secondo lapsicologa Cinzia De Luca, sono le-gate alla disperazione di non vede-re altra via d’uscita. Ma da cosa?Depressione e senso di solitudinedavanti a problemi che diventanomacigni insormontabili: la perditadi una persona cara, del lavoro o lascoperta di una malattia sono al-cune delle cause scatenanti di unapatologia che cancella ogni via d’u-scita.

PAGINA 5

€ 0,50 ANNO III NUMERO 2

MARZO 2011

SPORTSPORT

PAGINA 15

La Uisp collante trascuola e istituzioni

Ogni mese AtripaldaNews arriva nelle edicole della città

ATTUALITA’ATTUALITA’Alvanite, Marranogetta la spugna

PAGINA 6

CULTURACULTURAAnita Garibaldi per il150° dell’Unità d’Italia

PAGINA 7

«Naturale il gruppo Pd in consiglio»

Un quartiere lontano dallacittà, lasciato sempre ai mar-gini. Un corpo a sé che sten-

ta ad integrarsi con il resto del pae-se. Questa è Alvanite, oggi scossaanche dalle dimissioni del Comita-to di quartiere. Diciassette grossifabbricati, realizzati per ospitare lefamiglie del centro storico di CapoLa Torre, andato distrutto dal sismadell'80, nel corso dei decenni sonostati al centro di dibattiti, confron-ti e tavole rotonde. Idee e progettitanti sulla carta, ma un'effettiva in-tegrazione ancora da venire. E' oraperò di andare oltre l'isolamento.Quello che serve? Un grande inter-vento di riqualificazione urbanisti-ca del popoloso quartiere periferi-co della città, più volte salito agli o-nori della cronaca provinciale per imille problemi, disagi e difficoltà enel quale vivono oltre mille fami-glie atripaldesi. Senza aspettare al-tri fondi pubblici sempre più diffi-cili da reperire. Come? Mettendomano seriamente al Puc e consen-tendo ai privati nei terreni che cir-condano gli isolati di poter realiz-zare edifici, case, palazzi. Ediliziapubblica che si integra con l'ediliziaprivata attraverso il project finan-cing. Così come è avvenuto in tut-te le città e anche ad Atripalda perle palazzine popolari di via Appiao quelle Iacp di via Cesinali. Unasfida per i prossimi anni non piùrinviabile, come quella di una se-conda strada di collegamento allacittà per un effettivo risanamento esviluppo della contrada. Solo ciòconsentirà di dare finalmente unvolto nuovo, sia di tipo urbanisticoche sociale, all'intero quartiere.

Una contradaemarginata

di ALFONSO PARZIALE

L’editorialeIl senatore Enzo De Luca dice no alle vie di mezzo e invoca l’unità del partito

Spagnuolo: «Daanni Atripaldasoffocata dallestesse persone,occorre ossigeno»

Gambacorta: «Tre milioni per la messa in sicurezza delfiume Sabato»

PAGINA 2

Udc Provincia

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Avvocato Paolo Spagnuolo, porta-voce e capogruppo consiliare del-l’Udc, che giudizio dà dell’ammini-strazione Laurenzano?«Estremamente negativo e lo dicosenza faziosità. Il buongiorno si ve-de dal mattino, ricordo il primo con-siglio comunale con Maurizio DeVinco che lamentò che la giunta fos-se stata decisa in stanze oscure al-l’insaputa dei membri della maggio-ranza. Il secondo episodio negativo èstato il sequestro dell’area di con-trada Tufarole, testimonianza di u-na gestione amministrativa dilettan-tistica. In consiglio comunale, con ilgruppo “Al centro per Atripalda”,chiedemmo l’utilizzo dell’area comesito di stoccaggio provvisorio, ma ilsindaco disse che occorrevano 150mila euro per la bonifica. Successi-vamente con l’emergenza rifiuti sia-mo stati costretti a rivolgerci a unprivato pagando 400mila euro. Ab-biamo inoltre sostenuto la prorogadel contratto con la De Vizia di750mila euro anno. In campagna e-lettorale 2007 l’amministrazione hascelto il carrozzone dell’Asa: ricor-do che sul palco con Laurenzano c’e-rano la De Simone, De Luca e,ahimè, il presidente De Mita. Siamocosì passati da 750mila ad una spe-sa di un milione e 200 mila euro an-nui a parità di servizi offerti ma ad u-na qualità nettamente inferiore». Anni di gestione amministrativa ca-ratterizzati da una costante diffici-le situazione economica dell’ente…«Non ho mai condiviso la gestione fi-nanziaria delle casse comunali. Il re-visore dei conti Pasquale Volino hamostrato onestà intellettuale nel di-re che il Comune oggi non è in con-dizioni di monitorare la condizionedebitoria corrente invocando la ne-cessità di una rivoluzione culturalenella gestione della finanza locale.Queste sono le risposte che avrei vo-luto ascoltare dal sindaco e dall’as-sessore al bilancio di turno. L’alie-nazione degli immobili è poca roba,escluso il Centro Pmi invenduto. Dal-la vendita degli appartamenti di viaSan Giacomo si ricaverà poco: solol’80% dei cittadini aventi diritto al-l’acquisto ha mostrato volontà dicomprare. Il comune potrà incassa-re, poi, solo il 25% delle entrate,spalmate in 25 anni, per risanare ilbilancio. Il restante 75% dovrà es-sere investito in edilizia popolare.Chi subentrerà troverà una situa-zione più grave di quella che ci si at-tende e che paventa il sindaco, cheritengo non si sia reso minimamen-

te conto della gravità della situazio-ne finanziaria».Il sindaco, intanto, in una nota difine anno ha affermato di aver sa-nato i conti con stoccate alle pas-sate amministrazioni...«Con l’Udc abbiamo sottoscritto undocumento, anche piuttosto duro,per fare chiarezza ed esprimere so-lidarietà nei confronti di altri ammi-nistratori che, con altrettante diffi-coltà, hanno saputo amministrare,rivitalizzando il paese e andando ol-tre la gestione del quotidiano. Comefa il sindaco a sputare veleno su am-ministrazione precedenti delle qua-li hanno fatto parte gran parte deisuoi, compresa la moglie nel ruolodi vicesindaco? Abbiamo dovuto con-statare che non c’è stata nessuna rea-zione da parte di coloro che fannoparte dell’amministrazione Lauren-zano e che sono stati anche destina-tari delle sue accuse. C’è un motivoparticolare per cui non hanno rispo-sto? C’è distrazione? Domande che icittadini devono porsi quando si an-drà alle urne».Di cosa ha bisogna Atripalda?«Ossigeno, aria nuova che tolga que-sta cappa che soffoca il paese. Oc-corre discontinuità e rinnovamentoin tutto: sia nell’amministrazioneche nelle associazioni dove trovia-mo impegnate in un circolo viziososempre le stesse persone. Una rivo-luzione culturale si deve mettere inpratica con persone nuove, più sti-molate non con chi ha amministra-to per vent’anni la città».Un paese che ha attraversato diversimomenti critici…«Quest’Amministrazione ha fattomorire Atripalda dal punto di vistasociale e culturale. Tante iniziativesono morte o agonizzanti: l’associa-zione commercianti, che non riescead avere vita facile perché l’interlo-cutore non è all’altezza di capire lerichieste, il Ccnat (Centro Commer-ciale Naturale) è finito perché nonc’è stata capacità di ravvivarlo. Pernon parlare di Terra Mia, Half Ma-rathon e Giullarte. I simboli dellacittà non sono salvaguardati: il mer-cato su tutti. La fiera del giovedì èsempre stata un momento di scam-bio, di incontro e la litigiosità dellapolitica nella maggioranza sta fa-cendo il resto, creando uno spaven-toso immobilismo».Secondo lei come doveva essere ge-stita la questione mercato?«A partire dalla fase di sospensionedel mercato immediatamente suc-cessiva al provvedimento adottato

dall’Asl, non sono stati in grado ditrovare una soluzione immediata mahanno optato per l’attesa dell’esitodella giustizia amministrativa. Ma lapolitica ha tempi più rapidi di quel-li della giustizia. Due mesi persi chehanno arrecato danno economico a-gli ambulanti, tra cui molti atripal-desi, e fatto perdere l’abitudine almercato del giovedì. L’affluenza ènettamente scemata anche per l’u-bicazione periferica. Esistono normeigienico-sanitarie che anche l’ubica-zione attuale non rispetta. Vogliamoverificare i costi effettivi di un ritor-no in piazza ed eventuali possibilitàdi risparmio. Il mercato deve servi-re da volano anche per i commer-cianti a posto fisso. Così non serve anessuno».

Al Comune si assiste ad una cre-scente litigiosità tra i dipendenti.Cosa ne pensa?«E’ da ricondurre sempre alle man-canze dell’amministrazione, del sin-daco Laurenzano e dell’assessore alpersonale Di Pietro in primis. Se i di-pendenti non riescono a trovare unaccordo, c’è bisogno di una parte po-litica che dia indicazioni e indirizzi.Un’altra dimostrazione della po-chezza dei nostri amministratori chesi ripercuote sui cittadini».Che ruolo l’Udc vuole portare a-vanti in vista delle amministrative?«L’Udc si è posto l’obiettivo di radi-carsi sul territorio e svolgere un’at-tività visibile e utile ai cittadini. Almomento stiamo preparando un con-vegno sul Piano Casa. Abbiamo pre-

parato una serie di iniziative chia-mate “L’Udc incontra il territorio”per capire, attraverso questi incon-tri, che cosa serve alla città, ai citta-dini e alle associazioni. Abbiamo co-stituito un comitato di reggenza, ilpasso successivo è quello di elegge-re un segretario di partito che possagestire la fase delle amministrative.Parlare di alleanze è prematuro, ser-ve prima guardare in casa nostra,crescere e acquisire credibilità».Sarà candidato sindaco?«Mi trovo in un partito con tante bel-le risorse, in cui c’è grande solida-rietà. Elemento che sta venendo me-no in tutti i partiti, determinandonela scarsa credibilità. Da tanti miei a-mici c’è questa sollecitazione e nonfaccio mistero che ci sia una mia vo-lontà e disponibilità ad essere coin-volto in prima persona in questo pro-getto di rivoluzione culturale, pre-vio un confronto aperto ispirato allasolidarietà nel partito. Vivo con e-strema serenità perché per me la po-litica è un impegno e se, il partito in-nanzitutto e i cittadini vorranno dar-mi questo impegno, non ho vincoli».Che ne pensa del nuovo Pd?«La nostra pietra miliare è la vogliadi discontinuità. Più che parlare dicentrosinistra o terzo polo per noi èfondamentale il rinnovamento. Sia-mo pronti ad allearci con chi condi-vide questo pensiero».

«Rottura con il passato e rivoluzione culturale»

2ATRIPALDANEWS

Marzo 2011VISITA IL NOSTRO SITO

www.mercoglianonews.itPOLITICA

Rischio esondazioni del fiume Sabato,la Provincia di Avellino stanzia tre mi-lioni di euro per la riqualificazione del-l'alveo fluviale nel centro urbano di A-tripalda. «Stiamo lavorando da tempoa questo progetto visto l'alto rischio diesondazione lungo il tratto del fiumeche attraversa Atripalda. A novembre2010 abbiamo rischiato molto – spiegal'assessore provinciale all'Ambiente, Do-menico Gambacorta -. Lo scopo è diabbassare il letto del fiume, che è qua-si completamente cementificato nelcentro della città, oppure di individuare delle aree amonte in cui consentire una sorta di rallentamento,con la creazione di piccoli bacini che possano arre-stare la furia delle acque. A questi tipi di interventi siaffiancherà anche una migliore regimentazione del-le acque e pulizia dell'alveo per evitare ostruzioni efacilitarne il deflusso. Per l’intervento c’è già la co-pertura finanziaria con fondi statali di competenza

della Provincia stanziati nel piano o-pere pubbliche già approvato dal-l'Ente». Alla base dell’intervento glistudi condotti dall'Autorità di BacinoLiri-Garigliano e Volturno in collabo-razione con l’Ente di Palazzo Carac-ciolo che hanno evidenziato situazio-ni di criticità idraulica legate soprat-tutto allo scorrere del Sabato in diver-si centri urbani (Serino, San Micheledi Serino ed Atripalda) e in prossimitàdi infrastrutture pubbliche (come l’au-tostrada Av-Sa o l'area industriale di

Pianodardine). L'Assessorato all'Ambiente ha previsto,nell'ambito del Piano Opere pubbliche per il triennio2011/2013, l'intervento denominato "Sistemazione i-draulica e riqualificazione ambientale del fiume Saba-to lungo il tratto urbano di Atripalda", diviso in duestralci funzionali da proporre nelle annualità 2012 e2013 per un importo complessivo, a valersi sui fondidel bilancio provinciale, di oltre 3 milioni di euro.

La Provincia in campo per il Sabato

Paolo Spagnuolo

Il capogruppo dell’Udc: occorrono persone nuove e discontinuità da un’amministrazione incapace

Abbassamento del letto del fiume e bacini di contenimento

Domenico Gambacorta

Paolo Spagnuolo pronto a impegnarsi nella corsa alle Amministrative del 2012

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3ATRIPALDANEWS

Marzo 2011VISITA IL NOSTRO SITO

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L’intervista

POLITICA

Il senatore Enzo De Luca: o con noi o contro di noi, fuori chi non ha senso di appartenenza

L’appello all’unità nel Partito Democratico per combattere l’attuale “crisi strutturale”

Senatore Enzo De Luca, in uncontesto di profonda crisi, co-me vede il panorama irpino?«La situazione che viviamo inIrpinia e in Campania va in-quadrata in un contesto più am-pio che riguarda tutto il nostroPaese. L’Italia vive una profon-da crisi che, prima di essere po-litica ed economica, è di carat-tere destrutturante della societàintesa come forma di garanziademocratica, a partire dal Capodello Stato fino alle assembleeelettive. Stiamo correndo ungravissimo rischio sul pianodella fragilità della democraziae credo che ogni forza politica,ogni partito, ogni forma di as-sociazione sindacale, impren-ditoriale o ente territoriale do-vrebbe tener presente priorita-riamente questo quadro, ahimèdrammatico». Una crisi, quindi, di valori?«Sì, è quella che definisco “cri-si strutturale”. Una realtà e-stremamente grave che fa e-mergere prepotentemente lemafie, una malavita organizza-ta in grado di sostituire lo Statoin molti territori del Paese e, inparticolare, nel Mezzogiorno». Un tempo l’Irpinia era definita“un’isola felice”, oggi non lo èpiù?«L’Irpinia non è immune. Ri-spetto a questo quadro, la crisipolitico-economica diventa ad-dirittura secondaria. E’ neces-sario perciò ritrovare un’iden-tità culturale e quei valori di-sintegrati dall’avvento del ber-lusconesimo. Qualsiasi valuta-zione politica, anche rispetto auna nuova comunicazione co-me questa fatta dal mensile diAtripaldaNews, deve partire dauna riflessione: un territorio pic-colo come l’Irpinia paga unprezzo ancora più salato rispet-to alla crisi che vive il Paese ingenerale. Ed è qui che vienefuori il ruolo della politica e,quindi, del Partito Democrati-co». Un Pd però che vive un mo-mento di forte difficoltà...

«Faccio una domanda ai lettori:perché tutti aggrediscono il Pdanche se è un partito di opposi-zione? Quando si sposa un’ideala si sostiene al di là della per-centuale che ha raccolto. Se unpartito sta al governo, o all’op-posizione come noi, occorre uncoraggio ancora maggiore. Que-sto è il male atavico del Mezzo-giorno: se non c’è la gestione enon si sta al governo si denun-cia una paralisi, una difficoltàche spesso viene scaricata al-l’interno dello stesso partito.Trovo veramente sconcertanteil fatto che, rispetto a un cen-trodestra che frana da tutte leparti, in una crisi che coinvol-ge i gangli dello sviluppo dellanostra società, la colpa vengadata solo al Pd e ai suoi diri-genti». Lei ha lanciato un appello al-l’unità del partito mentre il Pdad Atripalda è scosso da ab-bandoni e fuoriuscite…«Ogni mio intervento è volto atenere tutti uniti nel Pd. A chilo ha scelto chiedo se abbia fat-to tutto il proprio dovere nel so-stenere il partito senza consi-derare un alibi la mancanza delpotere gestionale regionale cheinasprisce le difficoltà localispesso minacciate dal “se nonhai la tessera del partito non fi-nanzio il progetto”. Questa è lasfida che ci impone il federali-smo fiscale, una sfida di re-sponsabilità che parte dal bas-so e che coglie come riferimen-to il primo livello dello Stato epoi sale dal comune alle pro-vince e così via. Il Pd, comepunto di riferimento di un’al-leanza di centrosinistra, è unagrande risorsa e chi lo abban-dona, prima che per se stesso,se ne pentirà per le future ge-nerazioni». Un futuro reso ancora più in-certo dalla presenza della ma-lavita organizzata e dagli al-larmanti dati sulle morti bian-che…«Ho sempre lavorato su que-stioni di grande pericolo. Da vi-

ce presidente della Commissio-ne Bicamerale sulle Ecomafieho evidenziato che oltre il 25%del fatturato della malavita or-ganizzata è relativo alla gestio-ne rifiuti: ben 140 milioni se-condo i dati di Legambiente. Intutta Italia i rifiuti produconosviluppo e occupazione, qui alSud sono in mano alla crimina-lità organizzata. Dobbiamo in-vertire questa tendenza. InCommissione parlamentare diSicurezza sui Luoghi di Lavoroho raccolto invece numeri al-larmanti: oltre mille morti bian-che all’anno e 800mila inciden-ti sul lavoro. Ovviamente taliquestioni vanno inquadrate inun contesto politico-istituzio-nale in cui una provincia pic-cola come la nostra, possa di-ventare una straordinaria ri-sorsa per creare le condizioni diuno sviluppo strutturale e defi-nitivo attraverso una proget-tualità politica e un piano stra-tegico d’area vasta che sappiano

utilizzare al meglio la pro-grammazione 2007-2013. Tuttala documentazione che ho pro-dotto l’ho inviata anche a Ro-berto Saviano». Quali “impedimenti” ha trova-to nel suo lungo iter politico?«Ho sollecitato iniziative spes-so inascoltate. Una comunità eun partito, se non discute con ilproprio hinterland, rischia dichiudersi in un isolamento ta-le, che anche un’attività ammi-nistrativa positiva non verràcompresa».Atripalda è stata sempre un vi-vace centro di dibattito politi-co...«Ho parlato con il sindaco AldoLaurenzano e il nuovo segreta-rio del Pd di Atripalda, Federi-co Alvino, perché mi auguroche la cittadina del Sabato pos-sa diventare laboratorio co-stante di iniziative a riferimen-to dell’intera provincia. Ricor-do che l’elezione di Laurenza-no è avvenuta in un momento

in cui alcuni hanno abbando-nato la propria storia passandocon il centrodestra. I cittadini diAtripalda, come quelli di Avel-lino, hanno confermato un con-senso alla coerenza e una fidu-cia nel Pd che ognuno deve ri-spettare e possibilmente conso-lidare».Il Pd atripaldese sta provandoa ripartire proprio sotto la gui-da di Federico Alvino…«Mi auguro che la nuova segre-teria dia maggiore partecipa-zione e coinvolgimento e sia insintonia con sindaco e ammini-strazione in modo che ognunodia un proprio contributo. Fe-derico Alvino ha certamentespessore per saper interpretarela sfida in questo momento. So-no rammaricato però per quel-lo che sta succedendo nel par-tito atripaldese. Naturale è la co-stituzione del gruppo del Pd inconsiglio comunale. Pur rispet-tando tutti, credo che il tempopossa essere utile a riflettere. Unpartito può essere anche criti-cato ma, se si sente un senso diappartenenza a un’idea, non siabbandona mai per prendere al-tre strade».Uno sguardo alle amministra-tive del prossimo anno, in cittàsi registra già un certo fer-mento...«Sicuramente le forze del Pd sipredispongono in modo co-struttivo nell’interesse di Atri-palda e dell’hinterland nel so-stenere le attività dell’ammini-strazione Laurenzano. Al mo-mento sono concentrato sullescadenze di primavera, il pros-simo anno si vedrà».Quali le possibili alleanze?«Sono benvenuti all’interno diuna coalizione tutti i partiti inopposizione al governo Berlu-sconi. Siamo pronti a dialogaree discutere con tutti quelli chesono all’interno di un progettoalternativo a questo governo. Ladomanda però si deve porre achi sul territorio sta a destramentre sul piano nazionale stacon chi si oppone alla destra.

Sono per un’alternanza demo-cratica tra due poli contrappo-sti. Non credo al centro, l’areamoderata è un luogo superatoe privo di efficacia se non ha ilcoraggio della scelta preventi-va». In un contesto del genere qua-le sarà lo scenario atripaldesesecondo lei?«Atripalda deve ragionare al dilà della propria cinghia. Elevarsida scontri localistici per avereuna politica che si inquadri inun contesto più ampio sul pia-no generale e nazionale. Oggiper difendere un’idea ci vuoleun coraggio maggiore. Gli i-gnavi politici non possono pen-sare di avere un futuro: o si stada una parte o dall’altra. O colPd o col Pdl, questa è la sceltada fare preventivamente. Sonolegato ad Atripalda: per cinqueanni sono stato il presidente del-la USL, ho progettato e inaugu-rato il poliambulatorio di via Ti-ratore. Ho avuto sempre feelingcon la città anche se spesso nonsono stato ricambiato elettoral-mente».Che messaggio lancia ai gio-vani di Atripalda?«Non belle parole ma una pro-posta concreta fatta al Senato.Abbiamo individuato un puntodi Pil (15 miliardi di euro) a fa-vore dei giovani dai 18 ai 32 an-ni attraverso credito di impostae prestito d’onore, più un sala-rio di ingresso e un incentivoalle imprese, per un triennio:proposta bocciata dalla mag-gioranza. I giovani rappresen-tano un impegno civile e cultu-rale, la vera speranza di un fu-turo di cambiamento dove leclassi dirigenti guardino più albene comune che al proprio tor-naconto. Dobbiamo sfatare ilmessaggio del governo nazio-nale “è tutto semplice, basta es-sere carini” al di là di questo c’èla disperazione. Il Mezzogiornoha una disoccupazione giova-nile del 35%, secondo solo allaGrecia. Qui sta il compito dellaPolitica con la P maiuscola».

«Non c’è posto per gli ignavi politici»

senatore Enzo De Luca

«FedericoAlvino haspessore perinterpretarela sfida inquestomomento»

Registrazione Tribunale di Avellino n° 7/08 del 30/10/2008

EDITO DA: Associazione Culturale “Amica”via Roma 100 - 83042 Atripalda (Av)

DIRETTORE RESPONSABILEAlfonso Parziale

IN REDAZIONEFrancesca des Loges

Le collaborazioni sono a titolo gratuito

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AtripaldaNews

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Il male di vivere,da dove nasce?

PRIMO PIANO

Si allunga la triste scia dei suicidi in Irpi-nia, a sette giorni di distanza da quello deldipendente comunale Pasquale Guanci(foto a sinistra), la cittadina del Sabato,piange un altro dei suoi figli, CarmineSpina (foto a destra). «Il suicidio rap-presenta l’esito drammatico di diversepatologie prima fra tutte la depressione,- spiega la dottoressaCinzia De Luca, psico-loga, psicoterapeuta, me-diatrice familiare e CTU- e può costituire un fat-tore di rischio nei cosid-detti “life events”, i mo-menti cruciali della vitadovuti a circostanze am-bientali o cambiamenti che possono es-sere fonte di stress per l'individuo e ri-chiedere un riadattamento sociale, co-me per esempio la perdita del lavoro». Ifattori di rischio associati al suicidio pos-sono essere di natura biologica, psicolo-gica, sociale o ambientale. Ma cos’è e dadove nasce la depressione? Secondo gli e-

sperti del settore è una patologia che al-tera l’umore e conduce verso forme di tri-stezza profonda connessa alla perdita diautostima, di interessi, energie, appetito,disturbi nel sonno, senso di colpa e inca-pacità di provare piacere. Fasi di altera-zione dell’umore attraversano la vita ditutti noi come momenti comprensibili e

legittimi, ma con laconsapevolezza diriuscire ad affron-tarli e superarli.«Quando si perde lafiducia nel potersuperare un pro-blema - continua lapsicologa - lo squi-

librio depressivo necessita di aiuto. Il“male di vivere” è una realtà clinica checolpisce molto più spesso di quanto sem-bri, è un malessere aggressivo che in-veste la qualità della vita e la dignità del-la persona». Un dato allarmante è il pro-gressivo aumento di suicidi negli adultiche vivono il dramma della depressione e

del precariato, «Perdita di identità, ansiae paura per il futuro sono frequenti algiorno d’oggi più di quanto si possa pen-sare - dice la psicoterapeuta -. Non avereun’occupazione può significare perdereil proprio ruolo nella società e in fami-glia e sentirsi inadeguati e impotenti ri-spetto al peso sempre più insostenibiledella responsabilità. Laperdita di fiducia in sestessi corrisponde ad u-na perdita di una par-te di sé». In un contestodel genere la morte puòessere percepita, quin-di, come un evento ri-solutore di problemi ri-tenuti insormontabili. «Le cause, profon-de e numerose, - spiega - sono intima-mente connesse alla vita emotiva di cia-scuno di noi, è difficile immaginare unacura valida per tutti». Un atto personaleche coinvolge e stravolge tutte le personepiù vicine, «i familiari e gli amici di unapersone che si toglie la vita - continua

Cinzia De Luca - vivono un dolore psi-cologico legato al senso di colpa per nonaver saputo evitare l’accaduto provandosentimenti di rifiuto della perdita, dolo-re, depressione, abbandono, ansia e an-che vergogna».Non sottovalutare mai la disperazione, ilsenso di vuoto che possono accrescere nel

tempo, nella psichedi ognuno di noi so-prattutto in momentiparticolari della vita.«Per fare in modoche simili tragedienon si ripetano oc-corre che ognuno dinoi sia aperto verso

chi è meno forte - suggerisce la psicologa- senza dare giudizi e critiche, ma mo-strando di condividere la situazione, of-frendo il proprio sostegno insieme aquello del professionista». Il viaggio nel-l’elaborazione del dolore è un processo in-dividuale, unico e carico di sofferenza, mala possibilità di essere aiutati esiste.

contrada Civita

Due suicidi nel giro di una settimana hanno scioccato la città. Pasquale Guanci eCarmine Spina hanno posto fine volontariamente alla propria esistenza. Ancora scono-sciute le motivazioni legate probabilmente alla disperazione di non vedere altra viad’uscita. Ma da cosa? Depressione e solitudine, secondo la psicologa Cinzia De Luca

Il 16 febbraio Carmine Spina si è ucciso im-piccandosi nella sua abitazione di contrada Fel-litto. Trentanove anni, operaio della Fma di Pra-tola Serra, attualmente in cassa integrazione,ha deciso di farla finita, forse per difficoltà chenon riusciva più a gestire. A ritrovare il corposenza vita dell'operaio, che viveva solo dopoessersi separato dalla moglie, dalla quale ave-va avuto un figlio, sono stati i genitori ed al-cuni familiari. Tutti, presi dall'ansia e da unterribile presentimento alla luce di un ingiu-stificato e lungo silenzio, si erano rivolti ai Ca-rabinieri. I sospetti sono diventati certezza in u-no strazio e un dolore immenso, davanti a ungesto apparentemente inspiegabile. Sul postosono intervenuti i Carabinieri della locale sta-zione. Chi ha visto Carmine negli ultimi gior-ni, lo ricorda come una persona tranquilla, se-rena, che non mostrava segni d’inquietudine:niente ha fatto presagire il terribile accaduto.

Negli ultimi mesi Carmine aveva lavorato a Ter-moli per arrotondare un salario divenuto trop-po basso a causa del perdurare della cassa in-tegrazione. Appassionato di calcio, aveva an-che un passato da artigiano: per anni ha gesti-to una bottega nel centro storico, coltivando eattingendo reddito dalla passione trasmessaglidal padre falegname. Militante della Fiom-Cgil,è stato sempre in prima fila nelle battaglie a di-fesa del lavoro, «La morte di Carmine - scriveil segretario generale Fiom, Sergio Scarpa - halasciato sgomenti tutti noi. Siamo sempre piùconvinti che la società e le istituzioni non fac-ciano abbastanza per evitare che la dispera-zione e la solitudine di chi si ritrova in unacondizione di difficoltà possano sfociare in ungesto irreparabile». La decisione di farla fini-ta, quindi, potrebbe essere ricondotta proprioal dramma lavoro, all’insicurezza e all’instabi-lità economica.

Pasquale Guanci si è tolto la vita all’alba dellavigilia di San Sabino. Il geometra dell'UfficioTecnico del Comune si è impiccato, nel suo pic-colo fondo agricolo di contrada Civita. A tro-vare il corpo i colleghi dell'Utc. Dalla sera pre-cedente aveva fatto perdere le proprie tracce edi familiari, preoccupati, avevano lanciato l’al-larme. L'uomo, 60enne residente in via Cesinali, do-po il pomeriggio passato in ufficio, si era reca-to con la sua auto nella casa di campagna deisuoceri. Sul posto immediatamente i Carabi-nieri della Stazione Atripalda guidati dal Co-mandante Costantino Cucciniello e la PoliziaMunicipale con il tenente Sabino Parziale. Peri familiari e i colleghi ha lasciato due lettere almomento al vaglio della Procura della Repub-blica. Ancora increduli i tre figli, la moglie e iparenti ma anche amici, colleghi e il parrocodella chiesa del Carmine, don Ranieri Picone,

che non riescono a capire cosa abbia potutoportare l'uomo, dal carattere mite e molto ri-servato, presidente del comitato festa della Ma-donna del Carmine, a compiere con lucidità ta-le tragico gesto. «Preghiamo tanto per Pa-squale come lui ci ha chiesto. Anche se noncondividiamo l'accaduto, lo rispettiamo. So-lo Dio può giudicare», con queste parole d'a-more e di conforto il parroco ha celebrato l'o-melia funebre. «Pasquale trascorreva in Chie-sa gran parte del suo tempo - ha raccontatodon Ranieri - sottraendolo anche alla famiglia,che nel giorno del suo funerale, ha scopertoquante attività benefiche portava avanti nelsilenzio della sua fede». Un gesto ancor più inaspettato se nasce nellamente di un uomo profondamente credente ereligioso. Una fede che probabilmente è statol’ultimo appiglio in cui Pasquale si è gettatocercando quello che in terra non ha trovato.

Il rifugio nella fede di Pasquale Dramma lavoro e fuga dalla vita

I fatti del mese

contrada Fellitto

La “morte voluta”provoca nei fami-liari un forte senso di colpa

L’ansia e la pauraper il futuro diven-tano un macignoinsormontabile

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Cari cittadini, caro sinda-co, cari Amministratori eConsiglieri tutti, scrivoqueste parole per comuni-carvi che non ci sono piùpresupposti per continua-re a compiere il mio ruolodi presidente di Comitatodi Quartiere.La decisione di queste di-missioni non è stata sem-plice ma quando il "go-verno" scappa dalla sue re-sponsabilità non resta altroda fare.Da quando il Comitato si èinserito non ha dovuto so-lo combattere con le pro-blematiche del Quartierema ha dovuto combattere -soprattutto - con un'ammi-

nistrazione interessata per demagogia alla soluzione dei pro-blemi di una contrada esclusa, allontanata dalla vita cittadinasenza alcuna colpa.Quando il comitato ha iniziato a dare prova di "autonomia dipensiero" - ovvero, quando è diventato scomodo - è stato gra-dualmente allontanato fino all'emarginazione.I "poteri" principali attribuiti ad un Comitato di quartiere sonoquelli consultivi e propositivi ma quando viene negata la parte-cipazione alle decisioni relative al destino del quartiere, non rie-sco a capire quale può essere il motivo della mia permanenza al-l'interno di questa consulta prevista da Statuto comunale.Da due anni abbiamo creato un doposcuola gratuito ed ogni vol-ta i problemi sono sempre gli stessi: "trovare i soldi per l'assi-curazione", "trovare il materiale di cancelleria", "trovare l'am-ministrazione dalla tua parte". A tal proposito mi viene soltan-to da ringraziare tutti i professori che volontariamente ogni gior-no si sono recati nella sede del comitato per aiutare i bambini ei ragazzi nello svolgimento dei compiti.Abbiamo cercato di dar vita ad un censimento per fotografarela reale situazione di questo quartiere e, invece, di essere inco-raggiati cosa abbiamo ottenuto? Una vera e propria censura, con-sumata nell'indifferenza della politica e degli amministratori.Ma con forza, caparbietà e decisione abbiamo portato avanti ilprogetto contro ogni ostruzionismo, scomodando addirittura ilGarante della Privacy al quale ci siamo rivolti per garantire in mo-do trasparente i diritti e la tutela dei cittadini del quartiere. Og-gi siamo in attesa di discutere i risultati in una Pubblica As-semblea con la speranza che prima o poi tutti i nostri interlo-cutori politici, tecnici ed amministrativi, accolgano il nostro in-vito a parteciparvi, finalmente liberi da reticenze e impegni per-sonali.Un altra questione che qualcuno prima o poi dovrà spiegare aicittadini è l'esito del progetto "ALVANITE QUARTIERE LABO-RATORIO / Intervento di Rigenerazione Urbana". Il Comitato eil Quartiere hanno partecipato attivamente alle fasi iniziali del-la progettazione, ma, in seguito, non sono stati aggiornati sullescelte amministrative e neanche hanno potuto visionare e va-lutare il progetto approvato dalla giunta comunale. Abbiamo sa-puto dalla stampa locale che il quartiere sarà "demolito" e rico-

struito. Io mi chiedo a cosa sono servite quelle giornate di in-contro con i cittadini se la loro voce non è stata ascoltata: cariamministratori vi risulta che qualche abitante abbia richiesto lademolizione? Vi assicuro che non è affatto così e ve lo dimo-streremo con i risultati del suddetto censimento. Inoltre, mi pia-cerebbe sapere dagli amministratori dove credono di trovare -in periodo di recessione e senza una vera strategia di sviluppoeconomico - i fondi necessari per questo lavoro di demolizionee ricostruzione? Il Piano Casa, infatti, da solo non può garanti-

re i costi di realizzo, a meno che non diventi uno strumento dispeculazione edilizia che non di sicuro non arreca vantaggi airesidenti.Altra questione che sta sollevando polemiche infinite nel Quar-tiere è la manutenzione del Verde. Ricordo alla cittadinanza chestiamo chiedendo da quando ci siamo insediati un piano di ma-nutenzione programmata del verde pubblico ma senza ottene-re mai una risposta. Ora l'amministrazione ha avviato un "pia-no" per il taglio degli alberi cercando di coinvolgere - in modo

ambiguo ed opaco - il Comitato di Quartiere ma, cogliamo l'oc-casione per precisare che il Comitato non ha nulla a che vede-re con le barbarie ambientali che sta subendo la Contrada inquesti giorni. Chi sta tagliando gli alberi ad Alvanite? Una dittaincaricata dall'Amministrazione o privati cittadini? Se è stata in-caricata una ditta sarebbe bene capire in base a quali presup-posti, autorizzazioni e progetti è stato deciso quali e quanti al-beri vanno abbattuti. Se invece come temo, la "febbre del taglio"ha colpito privati cittadini, evidentemente esasperati dalle lun-gaggini amministrative, se non anche, da vane promesse di ri-soluzione dei problemi derivanti dalla manutenzione del verdepubblico, sarebbe opportuno prendere gli opportuni provvedi-menti per un gesto comprensibile ma non giustificabile. E' piut-tosto incomprensibile la negligenza e la superficialità con cui leamministrazioni che si sono succedute negli anni hanno intesoaffrontare le problematiche del quartiere. Assurda è la praticadel "non fare" per ragioni di economia di spesa; senza pensareche in questo modo si alimenta il degrado e si producono mag-giori e ulteriori costi.Il mio dovere verso gli elettori, mi obbliga a prendere le distan-ze da qualunque astuzia finalizzata ad ottenere il consenso inbase al principio dello scambio di favori. Ritengo necessario, in-vece, assumersi le proprie responsabilità, ciascuno per la parteche gli compete affinché si realizzi una pratica amministrativalungimirante, fondata sul dialogo e sul coinvolgimento dei cit-tadini, che educhi alla democrazia e ricusi la politica dei picco-li privilegi.L’”unità" è un valore fatto di ascolto reciproco e non è un ricat-to da tirare fuori ad ogni opinione non condivisa. Sono indi-gnato perché osservo comportamenti incongruenti e subisco me-todi che nulla hanno a che vedere con la buona politica. Sonoancor più ferito dall'indifferenza e deluso dal pressappochismodei quanti considerano la cosa pubblica un affare privato, sen-za curarsi minimamente delle conseguenze. Con amministratori senza motivazioni è impossibile "ricucire"quel rapporto tra la contrada e la "politica", è impossibile rea-lizzare un efficace progetto di "rinascita" della zona. Alvanite èun quartiere complesso e come tale richiede l'interazione fra di-versi attori: abitanti, politici, istituzioni, organizzazioni, asso-ciazioni ecc. al fine di incentivare lo sviluppo di progetti che mi-gliorino la qualità della vita al suo interno. È completamente inutile che il comitato si sforzi a progettare, alavorare se dall'altra parte c'è chi fa orecchio da mercante perconvenienza, per indifferenza o per timore. Per realizzare spe-cifici progetti di intervento occorre innanzitutto coraggio, oltreche specifici strumenti di intervento. Ma ci vuole anche dignitàe coerenza, affinché si possa avere piena consapevolezza delleproprie scelte, anche quando queste dovessero rivelarsi doloro-se. Con tale consapevolezza ho deciso di rimettere il mio man-dato, ma non rinuncio, per l'ultima volta a chiederLe Signor Sin-daco, di rivolgere la Sua attenzione alle problematiche del mioquartiere, esortandola ad agire con decisione tanto per il futuro,quanto per il presente, per far luce sulle vicende accadute aidanni del verde di quartiere, affinché i cittadini possano com-prendere e giudicare gli uomini dalle loro azioni. Ringrazio co-loro che hanno creduto in me e che mi hanno sostenuto in que-sti anni.

Massimo Marrano, Presidente Comitato di Quartiere Contrada Alvanite

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Alvanite

ATTuALITA’

Massimo Marrano: una contrada sempre più emarginata ricordata solo per interessi elettorali

In una lettera aperta le ragioni delle dimissioni del presidente del comitato di quartiere

«Il Comune scappa, non ha senso rimanere»

contrada Alvanite

il taglio selvaggio degli alberi

Massimo Marrano

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gli alloggi popolari

L’abbandonoAltri quattro membri lasciano il direttivo

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unità d’Italia

CuLTuRA

La ricerca dello storico atripaldese Sabino Tomasetti sul nostro concittadino garibaldino, Alfonso Dinacci

La visita in città della pronipote di Giuseppe Garibaldi per il 150° anniversario dell’unificazione

Donna Anita risveglia l’Amor PatrioIl 17 marzo sarà festa nazionale,una ricorrenza che si celebra o-gni 50 anni (1911-1961-2011) cheha suscitato diverse polemiche alivello nazionale fino alla deci-sione del Consiglio dei Ministri.Nell’anno del centocinquantesi-mo anniversario dell’Italia uni-ta, l’Amministrazione cittadinaha deciso di dedicare una stradaad un garibaldino di origini atri-paldesi. Il 5 febbraio, infatti, laI^ traversia di via Appia è diven-tata via Dinacci. Ma chi eraAlfonso Dinacci? A raccoglierepreziose informazioni sulla vitadel nostro concittadino eroe del-la Patria è stato lo storico atri-paldese Sabino Tomasetti(1930-2000) nel libro: "Il Primorifiuto fiscale in Atripalda e al-tre storie. Una biografia scono-sciuta di R. Masi. Avellino altempo dei Caracciolo”. Di seguito il testo integrale dedi-cato al garibaldino che tanto haincuriosito Donna Anita Gari-baldi durante la sua visita incittà.

L'altare della Patria, monu-mento dedicato a Vittorio Ema-nuele II a Roma, denominatoVittoriano, racchiude in uno deitre successivi ripiani dell'im-ponente colonnato la sede del-l'Istituto per la Storia del Risor-gimento Italiano, cui è annessol'importante Museo Centrale delRisorgimento. Inglobate alle pa-reti del suddetto museo figura-no circa 90 lapidi con i nomi deiprotagonisti che combatteronoper l'indipendenza e l'Unità d'I-talia, fra cui si rivela il nome delnostro concittadino Alfonso Di-nacci, Colonnello dei Cacciato-ri delle Alpi, nato in Atripaldanel 1832, dai Conti di Sanger-mano, personaggio quasi igno-to alla storiografia atripaldese. Allevato in ambiente favorevo-le qual era Atripalda, cittadinasensibile alle trasformazioni so-ciali, dimostrato quale primoComune nel chiedere l'aboli-zione della tassa dovuta al feu-datario durante il periodo della

gloriosa Repubblica Napoleta-na del 1799, soffocata nel san-gue dalla viltà dei Borboni (ri-cordiamo la morte sul patibolodel nostro concittadino Avvo-cato Giuseppe Cammarota). Lapresenza delle società segrete,fra cui di grande rilevanza la"Carboneria", sorta dopo i mo-ti del 2 luglio del 1820 ad Avel-lino e Nola, al comando del Ge-nerale Guglielmo Pepe con l'a-desione del Colonnello avelli-nese De Conciliis, rispondeva inpieno alle attese e agli aneliti dilibertà per l'Unità d'Italia, con-tro l'obsoleto, corrotto e tiran-nico regime borbonico; memo-rie e motivi questi presenti nel-la formazione del giovane Di-nacci, infiammato e influenzatodalle idee del grande Mazzini edel valoroso condottiero Gari-baldi, i quali furono la chiavedi volta, il grimaldello che spin-gerà le masse a svegliarsi dal se-colare letargo e insorgere per u-na nuova coscienza popolare.Così appena sedicenne AlfonsoDinacci partì per i campi di bat-taglia del Lombardo-Veneto, esi arruolò nel corpo volontarionapoletano, al comando del Ge-nerale Guglielmo Pepe, pren-dendo parte alla Prima Guerrad’Indipendenza. Sempre alle di-pendenze del Generale Pepe,prese parte alla difesa di Vene-zia, dove assieme ad altri pa-trioti fu dimostrata accanita re-sistenza contro la straripanteforza austriaca. Quando la resafa inevitabile è il caso di ricor-dare: "Il morbo infuria/il pan cimanca/sul ponte sventola/ ban-diera bianca". Alfonso Dinacci,col Manin, col Pepe e con mol-ti altri fu costretto all'esilio. Lo ritroviamo nel 1860 tra i Mil-le di Garibaldi e successiva-mente nell'esercito dell'ItaliaMeridionale, in qualità di luo-gotenente dei Cacciatori Siculi,nella XV Divisione comandatadal Turr (patriota ungherese na-turalizzato italiano), e poi Ca-pitano promosso per meriti diguerra. Il 7 novembre nel 1860,

mandato in distaccamento adAcerra, affrontò da solo unaschiera di borbonici tutti arma-ti; mettendo a serio repentagliola propria vita li obbligò a re-trocedere. Ristabilito l'ordine,arringò il popolo per un avve-nire migliore, a punto da entu-siasmarlo nell'accogliere festo-samente Vittorio Emanuele II.Nello stesso anno, in Arienzo,riuscì a sedare una rivolta e amantenere l'ordine pubblico. Nel 1861, a Rodi, in Capitanata,riuscì a liberarla dai brigantiche la tenevano oppressa. Ban-dita la terza Guerra d'Indipen-denza, accettò il grado di Te-nente pur di parteciparvi,nell'8° Reggimento VolontarioItaliano. Da capitano del 1867fu tra i più ardenti fautori dellaliberazione di Roma. L'illustrepatriota si spense nel 1881 adappena 49 anni, in Sicilia, doveera stato destinato a comandarele guardie a cavallo. Il celebrepoeta dialettale, scrittore edrammaturgo napoletano, Sal-vatore Di Giacomo, allestì nel1911, la mostra storica del Ri-sorgimento Italiano e ne pub-blicò il catalogo, espose in unavetrina i cimeli di Alfonso Di-nacci che definì: "Apostolo, sol-dato e martire, vissuto nel piùgeneroso e più nobile affetto perl'umanità e per la patria, senza

ambizioni, senza ricompense disorta". Questi esempi di probitàdel nostro Patriota, in rapportoai tempi odierni, la cui classedirigente, dominata da ammi-nistratori incapaci, astutamen-te fa affidamento sulla indiffe-renza e superficialità del popo-lo succube e stanco, dove la cor-ruttela e la prevaricazione di lorsignori è intesa solo a godere ead accumulare bottino. Sappia-mo tutti costoro, a monito e ver-gogna loro che i sentimenti dilibertà, di giustizia, di egua-glianza e dell'amor patrio, tranoi non è morto. Per alcuni documenti inediti, difatti e ricordi, ringrazio il na-poletano Alessandro Zotti, Uffi-ciale dell'Esercito, per aver rac-colto nel 1959, dalla figlia delDinacci, la signorina Anna, dianni 92, preziose informazionidel genitore con relativa foto-grafia. Presso la biblioteca di A-tripalda ed esattamente nel vo-luminoso carteggio dell'archi-vio Capozzi (ora in fase di cata-logazione) è stata intravista unacartolina di Alfonso Dinacci (dicui al momento non si conosceil contenuto per un eventualeapprofondimento), spedita po-co prima della sua morte, allostesso Michele Capozzi, amicofra l'altro di importanti perso-naggi dell''800, tra cui l'eroe deidue mondi Giuseppe Garibaldie Alessandro Dumas (durantela sua permanenza a Napoli, co-sì come si evince da un librodello scrittore con dedica, cu-stodito nella mia biblioteca). All'uopo lanciamo un accoratoappello affinché l'amministra-zione comunale provveda a in-titolare una strada al nostrogrande Patriota, esaudendo ildesiderio della veneranda figliaAnna, ultima di sei figli, che al-l'età di 92 anni, con la menteancora lucidissima, attraversòa piedi tutta Napoli, premuran-dosi di ravvivare la memoriadel genitore, lanciando un ap-pello dalla voce di un giornalelocale.

Alfonso Dinacci

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Anita Garibaldi con Laurenzano e Carullo

l’intitolazione della strada

I comuni di Atripalda eMercogliano uniti nel150° anniversario dell'U-nità d'Italia da Anita Ga-ribaldi. «Sono felice di es-sere stata qui con voi inquesta giornata - ha com-mentato la pronipote delpatriota italiano, Donna A-nita - mi piacerebbe chesi facessero delle ricerchesul vostro concittadinogaribaldino Alfonso Di-nacci affinché siano valo-rizzati i tanti che hannocombattuto nelle guerredi liberazione». La proni-pote dell'eroe italiano Giu-seppe Garibaldi ha fatto visita sabato 5 febbraio nei due co-muni irpini. Nel primo pomeriggio Anita Garibaldi hascoperto la targa di intitolazione della traversa di via Ap-pia al patriota garibaldino di origini atripaldesi AlfonsoDinacci. A seguire il saluto nella sala consiliare di Pa-lazzo di Città con i sindaci Aldo Laurenzano e Massi-miliano Carullo, e i rispettivi assessori all'IstruzioneNancy Palladino e Lucia Sbrescia. Presente anche il pro-fessore Barra dell'Università di Salerno e diversi assesso-ri e consiglieri comunali.

Anita Garibaldi

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La nuova rubrica di AtripaldaNews per informare su tutto ciò chefunziona in città: una bacheca a disposizione degli amministratori

Piazza Giovanni XXIII, via Enrico De Ni-cola, via Antonio De Curtis - Totò, viaGuido Dorso: sono solo alcune delle nuo-ve intitolazioni riservate alle strade di A-tripalda. La Prefettura di Avellino, infatti, ha ap-provato le proposte della Giunta Comuna-le di Atripalda ed elaborate da un'apposi-ta Commissione, istituita sotto l'Ammini-strazione Rega.Un provvedimen-to che è stato se-guito scrupolosa-mente dalla ge-stione Laurenza-no che ne ha av-viato ufficial-mente l'iter inoccasione del-l'arrivo in città diAnita Garibaldi. In quell'occasio-ne, la I Traversadi via Appia èstata intitolatavia Alfonso Di-nacci. «AlfonsoDinacci non feceparte della pri-ma spedizione,ossia dei "mil-le". Partec ipò,invece, alle suc-cessive battagliesul Volturno, A-spromonte,Trentino e altreancora. Non sideve dimentica-re, infatti, che ladicitura "mille"è una conven-zione perché, inrealtà, al seguito di Garibaldi c'erano ol-tre ventic inquemila patrioti. E' quindigiusto e più che corretto definire Dinac-ci un patriota a tutti gli effetti e, ovvia-mente, un garibaldino», così il professorFrancesco Barra, illustre storico e presi-

dente della Commissione toponomastica.«E' stato un evento di grande valore cul-turale e sociale per tutta la nostra città -spiega il sindaco Aldo Laurenzano - vo-glio ringraziare la commissione che halavorato in maniera straordinaria, pro-ducendo uno studio storico di primissi-mo livello. Dinacci è un eroe e garibaldi-no atripaldese, del quale abbiamo recu-

perato anche l'e-stratto di nascitae le cui impresesaranno ricordatedalle prossime ge-nerazioni». Non solo storici,quindi, ma ancheeroi di guerra e fi-gure religiose, vi-sto che una stradasarà intitolata aiSanti Sabino e Ro-molo, ma anchegiornalisti comeGuido Dorso e pit-tori e fotografi co-me Raffaele Tron-cone. «La Com-missione topono-mastica, di fronteal compito di inti-tolare nuove stra-de cittadine sortecon l'espansioneterritoriale di A-tripalda, dopo ilsisma del 1980 -spiega l'ex asses-sore alla culturaLina Napoletano- ha seguito unascelta di conti-nuità e di rispetto

per la tradizione, attraverso la condivi-sione dei criteri ispiratori della topono-mastica attuale: i valori della profondareligiosità e il ricordo degli uomini chehanno illustrato la comunità cittadina equella nazionale».

Dopo via Alfonso Dinacci, nuovinomi per altre alle strade cittadine

Lotta all'evasione tributaria, dalla verifi-ca sugli immobili in città inviati oltre 300avvisi di accertamento per 250 mila eu-ro. I controlli in corso sugli stabili nella cit-tadina del Sabato ai fini della riscossionedi Tarsu, Tosap ed imposta comunale sul-la pubblicità stanno iniziando a produrrei primi frutti. La task-force realizzata dal-l'assessore al Patrimonio, Luigi Adamoin collaborazione con il secondo settoreeconomico-finanziario dell'Ente, direttodal dottor Paolo De Giuseppe ed il re-sponsabile dell'ufficio tributi Walter Ian-naccone, ha il compito di effettuare so-pralluoghi presso le unità immobiliari pri-vate site sul territorio comunale alla ri-cerca di quelle che sfuggono in parte o to-talmente all'imposizione fiscale, in quan-to accatastati in modo non conforme allarealtà oppure alle destinazioni d'uso rea-li o addirittura per niente accatastati.Nel mirino negozi, case, garage e canti-

ne. L'obiettivo è di poter riuscire ad in-cassare un gettito complessivo di un mi-lione di euro dalle verifiche. Gli anni pas-sati al setaccio sono quelli che vanno dal2005 al 2009 e gli uffici prevedono di riu-scire a definire tutto entro fine anno.«Stiamo cominciando a vedere i primifrutti - afferma l'assessore al Patrimonio,Luigi Adamo - su un controllo che stainteressando non solo famiglie, ma an-che interi settori. Sono soddisfatto dellavoro svolto dagli uffici e dal persona-le, con un riscontro puntuale casa percasa e verifiche sul posto. Di quest'a-zione l'importante non è solo l'accerta-mento del pregresso, ma di poter di-sporre finalmente di una banca dati ag-giornata ed allineata rispetto al passato.Sicuramente non solo ci interessa chealla fine dell'operazione ci sia una mag-giore liquidità possibile, ma che vengaristabilita equità e correttezza tra chi haavuto sempre la buona fede di farsi ca-rico di pagare e chi, anche in buona fe-de, non ha pagato in parte o in tutto».

Lotta all’evasione tributaria conla task force dell’assessore Adamo

cartelle esattoriali

Inviati oltre 300mila avvisi d’accertamento per 250mila euro Approvato l’iter proposto dalla Commissione Toponomastica

via Alfonso Dinacci

piazza Umberto I

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Così non va9

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Lo spazio dedicato alla denuncia di piccoli e grandi problemi irrisolti.Da oltre un anno la rubrica è diventata la voce dei cittadini atripaldesi

Via Cesinali al buioe nel degrado da ol-tre sei mesi. «Da set-tembre manca l'il-luminazione pub-blica in via Cesinalinel tratto, di c ircacinquecento metri,in cui sono installa-te anche le teleca-mere, tenute rigoro-samente spente -commenta Giuseppe Luce, residente che ha segnalato il dis-servizio -. La zona sottostante il ponte del raccordo Avelli-no-Salerno è, inoltre, adibita incresciosamente a discaricapubblica. E' strano che il problema non sia stato ancora ri-solto in quanto la strada è piuttosto isolata e alla mercé deisoliti incivili che scaricano ogni tipo di spazzatura speciedi notte. E’ possibile che i Vigili Urbani e la Protezione Ci-vile non abbiano mai notato nulla? E’ necessario, quindi,segnalare tale disservizio all'amministrazione comunale».

Via Cesinali lasciata al buio da oltre sei mesi

via Cesinali

Caos nel centro sto-rico cittadino. Acausa dei lavori perla realizzazione delCentro Diurno perAnziani di via Aver-sa, vico Carlo è statomomentaneamentechiuso al traffico.Ma alla chiusuradella strada non èseguita l’installazio-ne di un’adeguata segnaletica che indirizzasse gli automo-bilisti nei nuovi sensi di marcia. I cartelli blu dei sensi uni-ci, infatti, non sono stati coperti provocando smarrimentonegli automobilisti di passaggio. Installati, invece, i cartellidi divieto di transito all’angolo con via Aversa e dinanzi aPalazzo di Città. La nuova disposizione del traffico nel cuore del centro stori-co cittadino sarà in vigore, probabilmente, fino all’ultima-zione dei lavori.

Vico Carlo chiuso: è caos sensi unici nel centro storico

vico Carlo

Basolato rattoppatocon il catrame inpiazza Municipio.Dopo le diverse se-gnalazioni e lamen-tele da parte di citta-dini atripaldesi per ilavori mal eseguitinel centro storico, ibasoli lesionati e sol-levati sono stati so-stituiti da semplicecatrame. «Ci auguriamo che sia una situazione momentaneain attesa di un più approfondito lavoro di sistemazione dellapavimentazione proprio davanti al Comune», questo il com-mento di un residente. Un problema segnalato diverse volte e cheha costretto, nei mesi scorsi, gli uomini dell'Utc a transennarepiazza Municipio e a chiudere al traffico vico Carlo. Il sindacoLaurenzano ha assicurato che l'intervento di manutenzione saràeffettuato dalla ditta che eseguì i lavori appena le condizionimeteo lo permetteranno.

Basolato rattoppato davanti piazza Municipio

piazza Municipio

Continua la bagarretra gli agenti del Co-mando dei Vigili Ur-bani della città. Unafrattura che si fasempre più netta:l’agente Oliva hachiesto (al sindaco,all’assessore al per-sonale Di Pietro, aidirigenti, ai Carabi-nieri, alla Procuradella Repubblica e alla Corte dei Conti) informazioni sul pro-cedimento penale del collega D’Agostino e una risposta ri-guardo tutte le promozioni e i giudizi di merito dal 2002. U-na richiesta scritta che ha reso l’aria all’interno del comandoancora più incandescente. Gli agenti, intanto, hanno chiestoai loro rappresentanti sindacali di fissare un’assemblea. Aquesto punto ci si aspetta l’intervento del primo cittadino perfermare una guerra intestina che rischia di paralizzare l’atti-vità dello stesso Comando di Polizia Municipale.

E’ guerra in carta bollataal Comando Vigili Urbani

la sede, Palazzo di Città

Il catrame al posto dei basoli danneggiati La segnaletica non è stata correttamente adeguata

La zona divenuta discarica a cielo aperto Chiarimenti su promozioni e giudizi di merito

Polo del Turismo scolastico,800 mila euro annunciati piùvolte da anni ma mai arrivati. Ilprogetto di rifacimento e re-stauro della zona abbandona-ta, promosso da Comune e Bi-med, non ha ancora visto la lu-ce, nonostante le tante pro-messe e gli annunci alla stam-pa. Nei programmi ci dovrebbeessere la realizzazione di unPolo del Turismo Scolastico neilocali attigui alla chiesetta diSanta Maria delle Grazie an-nessi al Palazzo Civico e della torre campanaria con infor-matizzazione dei nuovi ambienti. Ma il condizionale è d'ob-bligo. La realizzazione del Polo scolastico rappresenterebbeun duplice vantaggio per Atripalda non solo per la riqualifi-cazione di una parte abbandonata della propria casa comu-nale ma, anche per aspirare ad avere un ruolo di guida al-l'interno del Parco Scolastico del Mezzogiorno.

Polo del turismo scolastico,annunciato e non attuato

S. Maria delle Grazie

Il progetto fermo ma più volte sul punto di partire

Aiuole e marciapiedi delle strade cittadine costellati dai bi-sogni lasciati dai cani. In città, a quanto pare, manca la buo-na abitudine da parte dei padroni di uscire con il proprio ca-ne muniti di paletta e sacchetto per raccogliere gli eventualiescrementi. «In molte aiuole e lungo diversi marciapiedi distrade e piazze della città la situazione è davvero al limite- commenta una madre atripaldese -. Mi auguro che in futuroci siano più controlli per man-tenere pulita la nostra città so-prattutto nei luoghi frequen-tati da bambini. I marciapiedie le aiuole non sono toiletteper cani». Un maggiore con-trollo, quindi, con eventualisanzioni per i trasgressori del-le più elementari regole igieni-che, permetterebbe di averestrade e marciapiedi puliti ededucherebbe i padroni indisci-plinati a rispettare la propriacittà.

Aiuole e marciapiedi diventati toilette per caniLa scarsa igiene è pericolo per i bambini

via Cammarota

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Un nuovo complesso parrocchiale incittà finanziato con i fondi dell’ottoper mille donati alla chiesa cattoli-ca. Un luogo di culto in contradaSpagnola che andrà a sostituire ilvecchio prefabbricato pesante in-stallato nel post terremoto. La strut-tura di circa 700 metri quadri sor-gerà su un terreno comunale cedu-to alla curia e andrà a sostituire laparrocchia di Santa Maria del Car-mine di via Roma affidata a don Ra-nieri Picone. A realizzare il mo-derno progetto, il cui costo è di cir-ca 2,5 milioni di euro, è l’architettoromano Giovanni Ascarelli a capodi un pool di professionisti. Un in-tervento possibile grazie ad una quo-ta del gettito complessivo dell'Irpef(imposta sul reddito delle personefisiche) che lo Stato mette a dispo-sizione per scopi "sociali o umani-tari" a gestione statale oppure "reli-giosi o caritativi" gestiti da confes-sioni religiose, chiedendo annual-mente ai contribuenti di indicare achi deve essere destinata. E la chie-sa cattolica ha deciso di intervenire

proprio a favore di Atripalda per fi-nanziare la costruzione del com-plesso parrocchiale di contrada Spa-gnola attraverso un concorso di pro-gettazione bandito dalla Conferen-za Episcopale Italiana.La nuova chiesa sarà una strutturamoderna con una copertura quasi a-dagiata sugli spazi di culto e forma-ta da un sistema di ondulazione flui-do. Particolare attenzione è stata ri-

servata alla concentrazione della lu-ce presso l’altare e il presbiterio gra-zie alla creazione di una Camera diLuce, un parallelepipedo cavo di ve-tro e specchi installato trasversal-mente nella copertura. Inoltre le li-nee interne proiettano il fedele ver-so il centro della liturgia. Alle spal-le dei banchi laterali altre due fontidi luce daranno vita ad una sorta dipenombra meditativa per i fedeli.Accanto alla imponente porta prin-cipale, e alle due entrate laterali, saràpresente il Battistero. All’esterno del-la chiesa giardini e patii. Del com-plesso farà parte anche la casa ca-nonica, aule di studio ed infine unagrande Sala Polifunzionale perospitare incontri e conferenze.

Le Chiese

ARChITETTuRA

In contrada Spagnola il complesso parrocchiale del Carmine con i fondi dell’otto per mille

L’edificio di culto sostituirà il vecchio prefabbricato. In estate l’avvio dei lavori

Nuovo luogo di fede in città

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L’architetto atripaldese Nun-zia Piarulli firma la Catte-drale del Bambino Gesù di A-leppo in Siria. Una basilicacristiana fortemente volutadal vescovo irpino GiuseppeNazzaro. All’inaugurazionedel nuovo edificio di cultoanche l’atripaldese AnnaNazzaro, nipote del vesco-vo, che si è profusa per rac-cogliere i fondi tra i fedeli. Lachiesa è a forma di tenda epuò contenere fino a trecen-to persone. L’architetto si è i-spirata alla narrazione evan-gelica sulla visita di Maria aElisabetta. La tenda contiene il “tesoro”del Cristo e del Battista, i fi-gli che le due donne custo-divano in grembo quando siincontrarono. La cattedrale sorge nel cuo-re della città universitaria diAleppo, in una zona abitataquasi esclusivamente da mu-sulmani e da ottanta famigliecattoliche per le quali diven-terà punto di riferimento, dipreghiera, di catechesi e diattività a carattere educativo

e culturale. «La chiesa di A-leppo è la rappresentazioneattraverso la materia del-l’incontro di due Madri, Ma-ria ed Elisabetta. E’ il sim-bolo della straordinarietà diogni maternità, attraversocui i ventri benedetti da Diosono fatti capaci di vita, -spiega l’architetto -. Questedue pance feconde che di-segnano la pianta dellachiesa fanno dello spazio illuogo fisico dove ogni uma-nità concepita si prepara aricevere la “Luce vera cheillumina ogni uomo”. Que-

sto incontro è già ecclesia;in esso si riconoscono na-scenti gli elementi essen-ziali della celebrazione li-turgica che fa dell’edificiochiesa un luogo sacro. C’èla comunità riunita che èl’assemblea Maria, Elisa-betta e il Battista; c’è la Pa-rola di Dio proclamata; cisono le preghiere di inter-cessione e di lode; ma piùdi ogni altra cosa c’è la pre-senza dei santi misteri, Ge-sù nella pisside vivente cheè la Vergine. I fuochi dellacelebrazione liturgica: l’al-

tare, l’ambone, la sede, ilfonte battesimale, il taber-nacolo, fanno eco alla stes-sa voce e come la Parola diDio si spiega attraverso laParola stessa così questifuochi sono stati pensati peressere segno di ciò che rap-presentano. L’altare è il Cri-sto stesso, l’ambone è sim-bolo della resurrezione il se-polcro vuoto, il fonte batte-simale e il tabernacolo sonorimandi precisi alla visita-zione e prendono posto nel-le due curve generatrici ditutto lo spazio. Il disegno

del pavimento vuole evi-denziare l’assialità dell’in-gresso dall’atrio all’altare,inoltre definisce i percorsiprocessionali e delimita glispazi dell’aula. Questo luo-go, come ogni luogo reso sa-cro dalla presenza di CristoEucaristia e di Cristo Parola,è deputato a far compren-dere che tempio di Dio è ilcuore dell’uomo. Cuore chese illuminato dalla Parola eacceso dalla presenza vivadi Cristo eucaristico è capa-ce di celebrare la più sacradelle liturgie: la vita».

L’architetto Piarulli realizza la Cattedrale di Aleppo voluta dal vescovo Nazzaro

Una firma atripaldese in Siria

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Giochi

PASSATEMPO

di’ la tua13

Le soluzioni

Difficoltà altaDifficoltà media

Difficoltà media Difficoltà alta

Orizzontali - 1. Può essere man-cino - 4. Li aveva la zebra di Mi-na - 8. Segue il pomeriggio - 9.Organo dell'apparato digerente -12. Lo è chi passa al nemico - 14.Articolo indeterminativo - 15.Di-vinità egizia - 16. Famoso film diFederico Fellini - 18. Abitante diIvrea - 21. Unità fotometrica dimisura della luminanza - 22.Simbolo chimico del nichel - 23.Avverbio di luogo - 24. Targa diSalerno - 25. Napoli sulle auto -26. Ossido di carbonio - 27. Su-per Lusso - 28. Segno di pareg-gio - 29. Schedina per pronosti-ci sportivi - 32. Fili elettrici - 33.Officine Meccaniche - 34. Bolo-gna - 35. Razza di cane - 37. A-bitante di Asmara - 39. Suonanoin tre - 40. Un noto lubrificante- 41. Desiderio smodato, brama

Verticali - 1. Cura che porta al-la guarigione - 2. Uno dei sette peccati capitali - 3. Permette di orientarsi nella nebbia - 4. Cera-mica bianca pregiata - 5. Somiglianza delle cose empiriche alle idee - 6. Sì tedesco - 7. Missiletedesco - 8. Dono tradizionale natalizio - 9. Vi si fa il tifo - 10. Maschi adulti dei bovini - 11. Ac-ceso - 13. Insetto come l'ape e la formica - 17. Nota musicale - 19. Lettera dell'alfabeto cirillico- 20. Nel caso che, semmai - 24. Skilift - 26. Non volontari, né liberi - 27. Isola dell'Egeo - 28. No-vantanove romani - 29. A te - 30. Recipiente di pelle - 31. Non veloce - 32. Il... buco nella pelle- 34. Le prime in Belgio - 36. Gioielli - 38. Articolo determinativo maschile

Sudoku - Per risolvere lo schema inserisci i numeri nelle celle in modo tale che in ogni co-lonna, riga e box 3x3 ogni numero compaia una volta sola. Ogni schema ha una soluzioneunica e deve essere risolto con logica e ragionamento.

La parola ai lettori: i commenti da AtripaldaNews.it

Indubbiamente, la storia delrisorgimento italiano, leguerre d’indipendenza sonostate il fondamento di un’unità che, manifestata daipolitici del tempo, eravolontà (?) della popolazio-ne italiana e sabauda. Maandiamo al dunque: scusa-te, di certo sarà una cosaimportante, ma a che serveche Anita Garibaldi vienead Atripalda? Una cosa èche sia fonte diretta di istru-zione per i piccoli cittadiniatripaldesi, ma,effettivamente, se viene epoi se ne va a che serve?Poi, naturalmente, non pos-siamo conoscere i motivi ele reazioni della nostracittà…- enrico venezia

Perché non far incontrare lapronipote dell’eroe dei duemondi ai bambini dellescuole elementari diAtripalda e delle medie?Assessore Palladino comemai non ci ha pensato?- destra nazionale

Per il 150° anniversariodell’Unità d’Italia ospite incittà Anita Garibaldi

Per il 150° anniversariodell’Unità d’Italia ospite incittà Anita Garibaldi

Dimissioni in massa dalComitato di Quartiere diAlvanite

Vorrei porre un quesito: chisi organizza in comitato oassociazione, sebbene previ-sta dallo statuto comunale,ha il compito di proporre erealizzare iniziative o elen-care i problemi e chiederel’intervento dell’amministra-zione? a me sembra che cisia poca voglia di fare, dipianificare e realizzare. Ve-do, invece, molta retorica as-sistenziale, con richieste erivendicazioni.- giorgetto

Altro Fallimento della Politi-ca, è inutile la lotta contro imulini a vento, per Alvaniteci vuole un progetto serio,diversamente resterà sem-pre un ghetto.- E’ indispensabile realizza-re un secondo accesso alquartiere (mezza strada giàc’è, dal lato della strada perCesinali altezza accesso zo-na dei serbatoi dell’acque-dotto), si chiamano ghettiappunto tutte le zone isola-te e chiuse rispetto all’ester-no, la viabilità porta svilup-po, integrazione, possibilitàper le attività commerciali.- E’ indispensabile mischia-re l’edilizia privata all’edili-zia popolare (anche questaè integrazione, diversamen-te si chiama ghetto).-Le risorse, senza ipocrisianon arriveranno mai da fi-nanziamenti pubblici, soldinon ce ne sono e non ce nesaranno è inutile illudere lepersone, i soldi si possonotrovare solo nel privato, ti-po project financing, conce-dere ad un’impresa edilenel ricostruire delle vere a-bitazioni, la possibilità direalizzare della volumetriain più come incentivo allaricostruzione di nuovi e ve-ri fabbricati, questa è l’uni-ca strada percorribile, poivedrete se gli assegnatari ri-scatteranno o meno glialloggi ed il tutto a costozero per le vuote casse co-munali.Sono oltre 25 anni che si fademagogia su Alvanite èl’ora di dire basta alle paro-le e passare ai fatti,guardando in faccia larealtà senza raccontare bal-le ai cittadini.- Massimo Spagnuolo

Comitato di quartiere Al-vanite, il presidente Massi-mo Marrano rassegna le di-missioni in una lettera a-perta

Credo signori miei che siaora che anche noiscendiamo in piazza perchiedere che tutti vadanoa casa. Tunisini, algerini,egiziani, iraniani, cinesi,talebani, nonostante i re-gimi hanno il coraggio diesporsi… e NOI???- Alfredo

Iniziati i lavori di installa-zi one delle telecamere disorveglian za per il quadri-vio di via Appia

E non venissero a dirmi che letelecamere posizionate in unincrocio, già regolato da rotato-ria, servono a limitare la velo-cità degli automobilisti. Poi...vogliamo parlare di viaManfredi fino all'incrocio divia San Lorenzo? Un rettilineodi 1000 mt o poco più, le mac-chine sfrecciano a velocitàinaudita, sembra essere a Mon-za. E' inaudito! Un comune incrisi, a secco di risorsefinanziarie, perché fa finta dinon vedere e non ascoltare leproblematiche VERE dei suoicittadini? L'ossigeno si può at-tingere da tante fonti. Aldo, so-no d’accordo con te con uncontrollo fisso e costante dellimite di velocità; le casse co-munali ne trarrebbero benefi-cio e le corse notturne degli au-tomobilisti incoscienti sarebbe-ro limitate. Quante multe sonosufficienti ad ammortizzare ilcosto di una macchinetta omo-logata e a norma? - Marialuisa

Se il sindaco e lamaggioranza non hanno al-cun motivo per convocare ilConsiglio Comunale signifi-ca che va tutto bene, anzibenone! Se a chiederlo è laminoranza significa che so-no faziosi, non è vero? An-zi, chiedono il consiglioperché vogliono essere in-sultati! Che fine che abbia-mo fatto! Democrazia?Berlusconi dimettiti? E Lau-renzano che adda fa allora?Siamo alle comiche! Va tut-to bene, tutto sotto control-lo...

Consiglio comunale, la mi-noranza chiede la convo-cazione su Alvanite, sop-pressione treno Avellino-Rocchetta e iniziative pro150° Unità d’Italia

“Se non ora quando?”, adAtripalda raccolte oltre tre-cento firme

per favore fate rimuoverequella tendopoli dalla piaz-za! E’ uno schifo senza pa-ri. la piazza è dei cittadini ecosì conciata è inequivoca-bilmente violata. i mercati-ni così senza nessuna qua-lità fateli al “Valleverde”.- Giuseppe

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hair style

bELLEzzA 14

Le nuove tecniche e le ultime tendenze perteste naturali o colorate. Ecco i dettami del-la moda per stare con “la testa a posto” se-condo Giuseppe Langastro, storico parruc-chiere di piazza Leopoldo Cassese. «Datrent’anni faccio questo mestiere, mi di-verto ad accontentare le richieste dei mieiclienti ma sempre nel rispetto della salutedel capello», spiega Peppino Langastro tito-lare di un’attività che esiste ad Atripalda dal1963, prima gestita dal padre Tonino, e chenegli anni si è guadagnata una vasta clien-tela anche da fuori: Avellino, Salerno e Na-poli e i paesi limitrofi. «Preferisco lavorarecon le donne perché sono più “‘mpicciose”e mi diverto ad accontentare le loro ri-chieste - dice Langastro mentre è intento alavorare -. Non è difficile, anzi è diverten-te. In questo mestiere è importante saperconsigliare e, perché no, invogliare a va-lorizzarsi cambiando semplicemente lookai capelli».

Aria di primavera e voglia di cambiamento a partire dalla testa! Ecco qualche suggerimentodel parrucchiere atripaldese Giuseppe Langastroper avere capelli sani ed essere al passo con le tendenze 2011

Le novità del nuovo anno

Giuseppe Langastro

Diamoci un tagliomosso e colorato

Prodotti e apparecchiature profes-sionali tutelano la salute del ca-pello, ecco perché andare dal par-rucchiere è una buona abitudinenon solo per avere un look curatoma anche una chioma sana. I ca-pelli, infatti, sono lo specchio del-la salute. Una sana alimentazioneè alla base di una buona costitu-zione di tutto l’organismo. «Por-tare bei capelli significa trattarlibene quando ci vogliamo diver-tire con loro: quando li vogliamocolorare, arricciare o, semplice-mente, lavare», anche quando sifa lo shampoo in casa bisogna ri-spettarli usando prodotti a ph aci-

do quindi non alcalino né neutroma intorno al 5.5 valore giusto permantenere in equilibrio il ph na-

turale del capello ma anche dellacute. «Per evitare le doppie pun-te non bisogna fare lo shampoosempre a casa, - spiega GiuseppeLangastro - ma andare periodica-mente dal parrucchiere perché sacome trattarli. Spesso piastra ephon rovinano la capigliatura e,a pagarne le spese, sono soprat-tutto le punte. Ma nel rispetto deicapelli si può fare tutto: ad e-sempio ondularli con prodotti pri-vi di tioglicolato di ammonio nelrispetto del ph naturale. La cisti-na presente nei miei prodotti, in-fatti, è un amminoacido del ca-pello». Per questo si può giocare

senza rischi a cambiare look: chidesidera fare un’ondulazione, piùo meno riccia, e decide di toglier-la dopo venti giorni lo può faretranquillamente utilizzando pro-dotti senza ammoniaca meno ag-gressivi anche per il cuoio capel-luto. Un occhio al taglio, «è fon-damentale avere le idee chiareper saper decidere la tecnica dautilizzare. Ad esempio, se si vuo-le un effetto “pizzicato” megliotagliare da asciutto, altrimenti silavora sui capelli bagnati, più fa-cili da gestire. In ogni caso, le di-verse tecniche non servono sen-za un chiaro obiettivo».

Corti, mossi e colorati: si ritorna al rosso, al ramee alle tonalità del viola. «E’ ancora presto per ve-dere in giro questi colori, di solito è la moda te-levisiva a lanciarli e stimolare le clienti a sce-gliere un colore piuttosto che un altro», spiegaLangastro. Agli addetti del settore, però, le ten-denze vengono proposte in anteprima in modo daessere già padroni delle tecniche nel momento incui arrivano le richieste. «Per i tagli ci sarà un ri-torno al corto, soprattutto all’altezza del collo:più corti dietro, più lunghi ai lati. Rispetto alloscorso anno, la novità è che saranno mossi». Alcentro-nord la moda è più seguita, qui al sud leteenager sono meno “coraggiose”, «ecco perché civuole più fiducia nel professionista che deve sa-per decidere e consigliare rispetto a un viso e unincarnato. Se c’è feeling si ha un ottimo risulta-to sia per la scelta del colore che per il taglio».

I capelli grassi devono essere lavati più frequente-mente per tenere la cute libera dal sebo e, quindi, ingrado di respirare. Esistono alcuni prodotti specificiche tengono a bada il fenomeno ma non lo curano.Le punte di solito sono più secche per tutti i tipi dicapelli, anche per i ricci. «Di solito curo i capellisecchi e con doppie punte con impacchi a base dicheratina che con l’aiuto del calore si fissa dovec’è la frattura - spiega il parrucchiere -. Per i capellisecchi è importante, dopo uno shampoo, applica-re un buon prodotto nutritivo. Per i grassi, inve-ce, occorre lavarli spesso e bene usando, ad ognilavaggio, una maschera da applicare principal-mente sulle punte. Sconsiglio il balsamo in quan-to è a base di grassi animali, quindi, appesantisceil capello, mentre la maschera è a base di grassivegetali, la stessa differenza che c’è tra il burro ela margarina».

Perché andare dal professionista?

Grassi o secchi?

il negozio

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«Lo sport è il migliore strumentodi aggregazione che ci sia», Car-mine Soricelli presidente della U-nione Italiana Sport per Tutti por-ta avanti da quattro anni il pro-getto “Educare alla legalità scuo-la-sport-istituzioni”, «un trinomioche viene fuori – continua l’ar-chitetto - da una semplice consi-derazione: lo sport è un veicoloche permette di avvic inare lascuola alle istituzioni e di crearesinergia tra le componenti. La Ui-sp non fa solo sport, a differenzadella denominazione ma è impe-gnata anche in diversi settori delsociale». Dall’alimentazione, alla lotta alladroga fino alla sicurezza stradale eall’ambiente: diversi gli ambiti diintervento, attraverso manifesta-zioni e seminari, nelle scuole ir-pine. «Atripalda ha fatto da apri-pista al progetto “Diamoci unamossa” realizzato in collabora-zione con l’Asl e che è partito nel2006 dalla scuola elementare “DeAmicis” e poi è stato trasferito inaltre realtà grazie alla collabora-zione dei dirigenti scolastici e delcorpo docente». Attenzione anche all’educazioneantidroga in unione con la Guar-dia di Finanza di Salerno e Avelli-no e alla sicurezza stradale con gliincontri realizzati con la collabo-razione della Polizia Stradale di A-vellino, dell’Arma dei Carabinierie le Polizie locali. La novità di que-st’anno è il nuovo rapporto istitu-zionale con il Corpo Forestale del-lo Stato. Dal 1 marzo, infatti, alvia proprio ad A-tripalda, in viasperimentale, unseminario orien-tato alle classi IVdi educazioneambientale ac-compagnato davisite guidate alparco pubblico diSan Gregorio. L’i-niziativa sarà poiestesa ad altri i-stituti della pro-vincia. Tematiche sempre attuali quelle af-frontate dalla Uisp: a dicembre, in-fatti, sono stati sviluppati e diffu-

si in città e in diverse scuole del-l’hinterland i seminari dedicati a“L’uso incauto dei petardi” in col-laborazione con gli artificieri del-la Polizia di Stato e dei Carabinie-ri, mentre a fine maggio in pro-gramma l’VIII edizione di Bicin-città. «Ma la Uisp fa anche sport– commenta sorridendo l’architet-to Soricelli -. Manifestazioni ci-cloturistiche, passeggiate ecolo-giche, percorsi di abilità, gimca-na, mini basket nelle scuole di A-vellino. Bicincittà è un evento i-tinerante partito nel 2002 e ormaiconsolidato in città. L’ultima e-dizione ha visto, infatti, la parte-c ipazione di oltre quattrocentopersone tra cui ben centosessan-ta bambini. Da ricordare anche ilc ircuito c ic listico c ittadino del“Trofeo della Maddalena” che sitiene a luglio». Negli anni passati la Uisp ha vo-luto rispolverare in piazza Um-berto anche i giochi tradizionalidel tiro alla fune, corsa con i sac-chi, giochi di abilità e ruba ban-diera. La Uisp è il primo ente dipromozione sportiva in Italia ri-conosciuto dal Coni con un’atti-vità sportiva non agonistica dedi-cata alla sana educazione. «A dif-ferenza di Avellino, Atripalda ri-sponde bene a queste iniziative -continua - e partec ipa anche amanifestazioni organizzate fuoridall’ambito territoriale come “Dicorsa con papà”, arrivata alla IXedizione, che si tiene il 20 mar-zo al corso Vittorio Emanuele diAvellino». Tante le attività poste

in essere ma anche di-verse quelle che po-trebbero essere orga-nizzate con un maggio-re sostegno dall’ester-no, «peccato aver per-so l’Half Marathongrande evento di ca-rattere nazionale – af-ferma Soricelli -. Le no-stre uniche fonti sonoil tesseramento di as-sociazioni sportive di-lettantistiche alle qua-li offriamo l’affiliazio-

ne e il tesseramento assicurativoper le varie discipline che prati-cano. Tutte le nostre manifesta-

zioni sono gratuite e siamo felicidi regalare ai bambini dei gadgetper ricordo di ogni giornata». Di-verse anche le carenze da fronteg-giare per chi vuole avvicinarsi al-lo sport in città, «Atripalda è unbel centro a cui manca una strut-tura adeguata per lo sport. Unapresenza invocata dalle diverseassociazioni sportive locali, al-cune ad ottimi livelli federali tracui anche un campione naziona-le di Field Target, Vincenzo Spa-gnuolo. C’è una buona predispo-sizione allo sport che si manifestaattraverso risultati di prestigio.Si potrebbe recuperare qualchearea degradata e destinarla a pic-cole strutture polivalenti anchesenza spogliatoi – suggerisce il

presidente Uisp - in modo da crea-re una sorta di cortile dove fargiocare i bambini. La palestra delliceo “De Caprariis” di via Appiaarricchisce senza dubbio le strut-ture atripaldesi ma, senza spaltiper il pubblico, non sarà in gra-do di ospitare eventi che vadanoal di là delle manifestazioni stu-dentesche». Lo sport, dunque, come collantesociale diretto a tutti, «le nostremanifestazioni sono rivolte prin-c ipalmente a bambini e adole-scenti ma sono aperte a tutti –spiega Soricelli -. Abbiamo am-pliato, ad esempio, il settore alleauto e moto d’epoca con agevo-lazioni e iscrizioni di autovettu-re che hanno superato il ventesi-

mo anno di immatricolazione».Infine uno sguardo al futuro, «con-fidiamo nel Piano Strategico spe-rando che venga posta tra le prio-rità anche la realizzazione dellapista ciclopedonale Monteforte-Mercogliano-Avellino-Atripaldadi circa diciotto chilometri – con-clude l’architetto -. In modo da a-vere un percorso protetto chepassi naturalmente anche perParco Santo Spirito per chi vuolepraticare lo sport all’aria apertain piena libertà e sicurezza sia apiedi che in bic i. Atripalda di-spone di piccoli tratti già realiz-zati, come il lungo fiume, in que-sto modo si amplierebbe la per-correnza della pista».

(ste. ven.)

SPORT

L’associazione non agonistica del presidente Soricelli collante tra scuole e istituzioni

Alimentazione, antidroga, ambiente, legalità, sicurezza stradale e... anche sport

«Parte da qui la cultura dei sani principi»

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uisp

la Guardia di Finanza alla scuola media Masi

le unità cinofile della Gdf alla “De Amicis” Carmine Soricelli

L’attesa«Atripalda è unbel centro a cuimanca però una struttura adegua-ta per lo sport»

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