associazione italiana di psicologia e criminologia filedipartimento per le pari opportunità bandito...

Progetto vincitore del Bando

della Presidenza del

Consiglio dei Ministri –

Dipartimento per le Pari

Opportunità bandito nel

2017 per il finanziamento di

progetti volti alla

prevenzione e contrasto alla

violenza alle donne anche in

attuazione della convenzione

di Istanbul” - Linea C )

Programmi di trattamento

degli uomini maltrattanti.

06 44246573socialmente.netgiustiziariparativa.it

DOTT. MASSIMO LATTANZI psicologo psicoterapeuta e dottore in scienze forensi

Socio fondatore e Presidente

ASSOCIAZIONE ITALIANADI PSICOLOGIA E CRIMINOLOGIA O.D.V. fondata a Roma nel 2001







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LOTTA CONTRO LA VIOLENZA: L’OSPEDALE SI APRE AL TERRITORIO Pesaro, 14/12/2018

Verso un’eziologia delle condotte violente:il protocollo integrato A.I.P.C. uno strumentodi prevenzione e contrasto alle condotte violente.

L’associazione italiana di psicologia e criminologia,fondata a Roma nel 2001 ed iscritta dal 2004 nelregistro delle associazioni di volontariato della regioneLazio, si contraddistingue per le esperienze e lemolteplici collaborazioni con istituzioni, ministeri,atenei italiani ed internazionali nello specifico ambitopsicologico, giuridico, forense e neuroscientifico.







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L’equipe multidisciplinare di professionisti volontarirealizza training per professionisti, incontri disensibilizzazione per la cittadinanza e monitoraggi alivello nazionale, volti ad evidenziare lo stato dell’artedi violenze e persecuzioni, fornire prevenzioneprimaria, secondaria e terziaria, nonché sostegno allepresunte vittime e ai familiari e percorsi trattamentaliper i presunti autori.







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L’equipe multidisciplinare di professionisti volontari sirivolge sia agli adolescenti che agli adulti di sessomaschile e femminile.Nel 2007 fonda il primo centro in Italia di valutazione,diagnosi, consulenza, trattamento e ri-socializzazioneper le persone che agiscono condotte persecutorie eviolente.







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Nel 2012 il progetto prevenzione e sicurezza, centropolivalente per presunti autori di violenza e stalking eoperatori è stato finanziato dalla Regione Laziodipartimento programmazione economica e sociale –direzione regionale politiche sociali e famiglia – area19/03, determ. dirigenz. n. b9874 del 23/12/2011.







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Nel 2016 il progetto “famiglie senza gabbie” è vincitoredell’avviso pubblico rivolto a soggetti del terzo settore“famiglie fragili 2015”, ente finanziatore Regione Lazio.ente gestore dell’avviso pubblico IPAB ASILO SAVOIA;







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Nel 2017 con il progetto “la violenza di genere che nondegenera” ha vinto l’avviso “per il finanziamento diprogetti volti alla prevenzione e contrasto alla violenza alledonne anche in attuazione della convenzione di istanbul” -linea c) programmi di trattamento degli uominimaltrattanti. Il contrasto della violenza maschile contro ledonne e di genere.







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Dal 2012 i professionisti volontari del Centro PresuntiAutori di violenza e stalking applicano il protocollointegrato A.I.P.C. anche ai ristretti delle CaseCircondariali nelle sezioni dedicate a uomini che hannocommesso reati violenti contro la persona (donne,uomini e minori). Il protocollo prevede un assessmentspecifico e colloqui di ri-socializzazione.







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La metodologia applicata è il protocollo preventivo-riparativo integrato AIPC, centrato sulla persona,standardizzato e validato dal 2007 su un campione dicentinaia di persone tra vittime, autori e familiari; ilprotocollo riesce a contenere significativamente leideazioni e i comportamenti violenti e persecutori;







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Nello specifico prevede successivamente alla presa incarico una valutazione psicodiagnostica epsicofisiologica.







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Lo strumento del biofeedback consente attraverso laregistrazione di alcuni parametri fisiologici dell'essereumano, di delineare un profilo psicofisiologico; ciascunpartecipante è stato sottoposto ad una rilevazioneelettroencefalografica (eeg) volta ad acquisire l’attivitàneuro-elettrica delle cortecce frontali e prefrontali neidue emisferi;







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Il protocollo ha come obiettivo il superamento delcomportamento e dell’agito violento da parte dellepersone violente, della difficoltà nel canalizzare leemozioni e gestire la comunicazione e le relazioni. Gliuomini acquisiranno strumenti di cambiamento percostruire relazioni affettive sane e funzionali nonconnotate più dalla violenza; riduzione della recidiva delcomportamento violento e prevenzione degli agiti.







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La mancata soddisfazione del bisogno fondamentale diappartenenza (mancato contatto fisico ed emotivo,carenza di accudimento, solitudine …) nel periodoprimale (prenatale, perinatale e postnatale fino all’etàscolare).







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Nel periodo prenatale il senso di mancanza genera unasorta di matrice cerebrale nell’embrione e nel feto.

Al momento della nascita a causa delle esperienzevissute il cervello (neuro-plasticità - apprendimento) ègià preparato alla situazione che lo attende.







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Le esperienze fatte in prossimità della nascita hannoun’influenza massiccia nella vita futura, se i sentimentiprovati sono troppo dolorosi, essi vengono rimossi, macontinuano a manifestarsi in modo indiretto.







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L’essere umano viene al mondo con dei bisogni vitali(prima scelta) che possono essere espressi esoddisfatti:

Il contatto sensoriale con il corpo della madre… caloree sicurezza;

Il riconoscimento e la considerazione come personaunica e degna di amore;







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Attraverso il ri-conoscimento, l’accudimento e lasintonizzazione affettivo-emotiva con la madre neiprimi mesi di vita il bambino inizia a strutturare ilproprio sé e a fare esperienza dell’ambiente che locirconda.







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La soddisfazione dei bisogni fondamentali in questafase è una questione di sopravvivenza in cui il bambinoinveste tutte le sue energie per comunicare i suoibisogni.







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Le persone che hanno elaborato i traumi primalisaranno adulti in grado di vivere relazioni sentimentalisoddisfacenti in quanto amando se stessi riescono adamare l’altro per quello che è riconoscendone l’alteritàe quindi non vedendolo come “mezzo” da sfruttare persoddisfare i propri bisogni di accudimento econnessione sedimentati dall’infanzia rimastiisoddisfatti.







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La relazioni interpersonali risultano libere, profonde edurature.

Sia nella fase del contatto che in quella del distacco inparticolare di fronte al rifiuto/abbandono del partner, larelazione della persona che cerca amore e attenzione èla medesima di allora, quando era nella fase primale.

Molte persone narrano di crearsi dei film







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La lateralizzazione a sinistra è significativamentecorrelata all’approccio e alla condizione sociale dirivalità, gelosia, vergogna, invidia, sensi di colpa…emozioni sociali), quella a destra è significativamentecorrelata al distacco e alla paura, alla rabbia …emozioni primarie.







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L’emisfero sinistro è più attivo nell’approccio mediatodalla dopamina, quello destro sarebbe più orientatoverso Il ritiro mediato dal neurotrasmettitorenoradrenalina. Il lato destro è quello non-verbalequello sinistro più verbale.







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Il lato destro vede il mondo per quello che è quellosinistro è spesso costruito socialmente. L’emisferodestro si rivolge più verso l’interno (proprio) e gli statidella mente altrui, quello sinistro più verso l’esternocerca spiegazioni e cause. I processi di lateralizzazioneincominciano probabilmente prima della nascita legatianche alla vita intrauterina.







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L’alternarsi di momenti in cui l’individuo è orientatoprevalentemente verso l’interno o l’esterno potrebbeessere interpretato con il manifestarsi di fluttuazionicicliche nelle attività dei due emisferi.







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La paura è anche uno stato della mente, ovverol’insieme dei pattern di attivazione all’interno delcervello in un determinato momento.Lo stato di paura è la risultante dell’attenzionefocalizzata, ipervigilanza comportamentale, ricordi diesperienze simili vissute nel passato, arousalemozionale che prepara la mente ed il corpo adaffrontare il pericolo.







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Alla base dei meccanismi che portano alla costruzione eal mantenimento di uno stato della mente ci sono leemozioni che regolano gli stati di attivazionenell’elaborazione delle informazioni.

Una regolazione delle emozioni ottimale permette allamente di interagire con l’ambiente in manieraflessibile. Il ruolo centrale nella flessibilità di risposta èmediata dalla corteccia prefrontale.







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Ognuno di noi ha una finestra di tolleranza, marginientro i quali l’intensità degli stati emozionali puòessere processata senza compromettere ilfunzionamento del sistema.

La corteccia prefrontale è coinvolta attivamente neldeterminare come valutiamo gli eventi e nelmantenimento di un equilibrio nella vita emozionale.







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Se nel corso del suo sviluppo il bambino non trovacontesti sociali in cui il sé privato può interagireliberamente e profondamente con altre persone, il sépubblico e adattivo può diventare dominante; le sueemozioni vengono sistematicamente mascherate enascoste non solo agli altri, ma anche e se stesso.







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Possiamo, quindi, ritenere probabile che le esperienzerelazionali precoci generano reti sinaptiche cheriflettono modalità di adattamento a tali interazionidurante le prime fasi dello sviluppo e circuiti diregolazione. Più tardi vengono espressi le tendenzeiscritte nei nostri circuiti cerebrali.







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Quando la persona interagisce con gli altri tenderà aripetere le modalità relazionali sperimentatenell’infanzia inducendo nell’altro rispostecomportamentali simili a quelle ricevute dai suoicaregiver, evocando le emozioni che caratterizzano il suosenso soggettivo di connessione (o disconnessione) congli altri. Le comunicazioni emotive tra genitore e figlioinfluenzano le capacità di auto-regolazione nell’adulto.







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Il sistema nervoso autonomo che fa da tramite tra ilcervello e il corpo, partecipa direttamente al controllodegli stati di arousal.







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Il sistema nervoso autonomo è composto dal sistemasimpatico, parasimpatico ed enterico. Un’eccessivaattività del sistema simpatico si traduce in un aumentodi processi associati ad un alto dispendio di energia;all’opposto, un’eccessiva attività del sistemaparasimpatico induce processi che tendono a risparmidi energia.







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Il sistema simpatico può indurre stati di eccitazione edi ipervigilanza, associati a un alto dispendioenergetico. Il sistema parasimpatico ha un’azioneinibitoria che favorisce il risparmio di energia, la suaattivazione porta a una ridotta vigilanza e reattività neiconfronti degli stimoli ambientali (Brodal, 2010).







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Uno studio identifica nella vergogna l’emozione che ilbambino prova quando a un suo stato di arousal noncorrisponde una risposta analoga da parte delgenitore; entro certi limiti si tratta di un’emozioneinevitabile e necessaria che lo aiuta a imparare aregolare i suoi stati della mente e i suoi impulsicomportamentali.







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Si pensa che la vergogna sia generata dall’attivazionedel sistema parasimpatico (in risposta a un “no”esterno) nel quadro di uno stato di arousal alimentatodal sistema simpatico (un “forza, andiamo!” interno); ècome se dopo aver premuto l’acceleratore (il sistemasimpatico) schiacciassimo improvvisamente anchequello del freno (il sistema parasimpatico).







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La seconda scelta è la criminalità: molte forme disfruttamento e abuso hanno come origine un senso diappartenenza leso: gli abusi di ogni tipo come modalitàper imporre una “vicinanza” forzata al prossimo.

Senza un’elaborazione del trauma sofferto, le vittimecontinuano ad infliggere ciò che è stato fatto loro ai piùvulnerabili.







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La persona che nel periodo primale ha fattoun’esperienza di separazione, rifiuto, abbandono eesclusione e poi si è rassegnato e adattato allasituazione, facendo il “bravo”, tende da adulto adinfliggere lo stesso ad altre persone, spingendosi finoalla violenza.







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La violenza e lo sfruttamento di altre persone ha lafunzione di lenire il “vecchio” senso di impotenza, dicompensare le mancanze e riperpetuare il modelloappreso.







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In particolare il progetto di ricerca-intervento “famigliesenza gabbie” ha permesso di valutare quantol'incidenza di un evento traumatico non elaboratoinfluisca in modo disfunzionale sulla personalità, sullerelazioni e sulla trasmissione generazionale deisoggetti.







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I dati hanno ampiamente dimostrato che le perditedolorose non elaborate insieme all’illusionenarcisistica della perfezione familiare (Calzone T.,Lattanzi M., A.I.P.C. 2007) sono le matrici principali dimodelli relazionali disfunzionali, violenti e dipersonalità dipendenti che si trasmettono a livellogenerazionale.







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Il 100% dei soggetti appartenenti al campionesperimentale, con una o più ferite dolorose nonelaborate, vive e ha vissuto relazioni disfunzionali, inpercentuali assolutamente significative agisce e/osubisce una o più forme di violenza e/o ha una o piùdipendenze.







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Il protocollo scientifico ed integrato applicatodall’A.I.P.C. sta facendo emergere da un decennio, conun assessment specifico, dispositivi clinici,psicofisiologici e psicodiagnostici, in soggetti chesubiscono o agiscono una o più forme di violenza,alcune evidenze:







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La correlazione tra ansia e paura relazionale sia nellafase del contatto che in quella del distacco, asimmetrianella corteccia frontale e prefrontale e parentingdisfunzionale;

L’identificazione di un trigger (evento scatenante) deipattern relazionali disfunzionali e/o violenti in una o piùferite dolorose non elaborate.







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…GRAZIE PER L’ATTENZIONE

DOTT. MASSIMO LATTANZI3391931931 – [email protected]







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associazione italiana di psicologia e criminologia filedipartimento per le pari opportunità bandito...

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