archivio digitale osn rai

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LA STAMPA MERCOLEDÌ 10 APRILE 2013 . Cronaca di Torino . 57 T1 T2 C’ è un audito- rium, nel palaz- zo cui lavorò anche l’archi- tetto Carlo Mol- lino all’angolo fra via Rossini e piazza Rossaro, dove la musica non si suona, ma si custodisce; dove chi lavora non indossa frac, ma camici bianchi, dove i leggii sono sostituiti dai video dei personal computer. Benvenuti nell’archivio del- l’Orchestra Sinfonica Nazio- nale della Rai, dove trovi le partiture delle sinfonie di Be- ethoven, Mozart e Haydn, le opere ed i libretti di Verdi, ma anche l’arrangiamento di una pagina di Chopin di Ennio Morricone con tanto di scuse dell’autore delle colonne sono- re dei film italiani più celebri del dopoguerra, per aver «pro- fanato» il lavoro del grande compositore polacco. Dai microfoni Eiar Ma questi scaffali che conser- vano i faldoni con migliaia di spartiti, raccontano anche la storia di tante orchestre e dei loro maestri che da 80 anni producono e trasmettono mu- sica alla radio e in tv. Spiega Paolo Robotti, funzionario dell’area artistica del Centro di produzione Rai torinese: «Sotto la Mole sono arrivati tutti gli spartiti delle orche- stre Rai attive prima della na- scita della Sinfonica Naziona- le a Torino, senza dimenticare la produzione della cosiddetta Orchestra B, che proponeva brani non solo classici. Erano gli anni dell’Eiar». E qui cominciano le sorpre- se di un progetto di cataloga- zione di questo materiale, ide- ato dal musicologo Andrea Malvano e sostenuto dall’Uni- versità e dal Miur. «Abbiamo recuperato tutti gli spartiti con le musiche che Goebbels, ministro della propaganda del Terzo Reich, spediva ai diri- genti Eiar a Torino, per i pro- grammi gestiti direttamente dai tedeschi nell’Italia del Nord occupata». Fra i maestri e arrangiatori più richiesti allora, c’era Pie- tro Barzizza che, finita la guer- ra, venne processato per colla- borazionismo: «Lo salvò pro- prio la musica: l’utilizzo un po’ provocatorio all’epoca dello swing e del jazz in brani del re- gime, convinse i suoi accusato- ri delle simpatie che nutriva per l’esercito liberatore degli anglo-americani». Tre anni di ricerca Ancora Malvano: «Obiettivo del nostro lavoro consiste nella realizzazione di un database catalografico a corredo di un archivio digitale che verrà im- portato nel Catalogo Multime- I custodi delle note salgono sul podio Nell’archivio dell’Auditorium ottant’anni di orchestre Rai Dietro le quinte Il lavoro dei ricercatori dell’archivio Rai finirà nel sito del complesso sinfonico: il primo concerto dell’Orchestra si tenne il gennaio 1933 e fu diretto da Ottorino Respighi DA BERLINO Dal Terzo Reich arrivavano gli spartiti da eseguire GUIDO NOVARIA diale delle Teche Rai e in un por- tale dedicato, da pubblicare sul sito web dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. La cataloga- zione durerà un triennio. L’archi- vio si divide in cinque tipologie: documenti manoscritti e rari (circa 150 unità); musica a stam- pa (10.000 pezzi),; libretti d’opera (circa 500); arrangiamenti ma- noscritti per orchestre radiofoni- che (30.000); programmi di sala (5000). Accanto a Malvano, re- sponsabile scientifico, lavorano Filippo Arri, Dipartimento Stu- dium, Silvia Caratti e Flavia In- groso: «Con questo materiale di- gitalizzato si creerà un archivio unico, dove oltre alla storia delle orchestre Rai, si racconterà la storia musicale di 80 anni d’Ita- lia» aggiunge Robotti. Da Angelini a Luttazzi Milioni di note e soprattutto di ar- rangiamenti: «Gli spartiti del ma- estro Cinico Angelini e dello stes- so Morricone o ancora quelli di Lelio Luttazzi sono ricchissimi di annotazioni a matita, a volte in- comprensibili, ma che dimostra- no il lavoro di queste orchestre che, quasi sempre, andavano in di- retta radio, dopo magari una sola prova» aggiunge Malvano. Ci so- no poi i faldoni con tutte le sigle dei programmi e delle pubblicità ra- dio e tv fino agli Anni Sessanta: «Ma qui il lavoro di ricerca rischia di essere tutto in salita - dicono i custodi dell’archivio Rai - spesso non si conosce l’autore, a volte ci troviamo di fronte a scarabocchi indecifrabili». Le partiture di oggi Al piano di sopra, Stefano Pieri- ni lavora alle «parti» per i con- certi della stagione dell’Orche- stra Sinfonica, circondato da scaffali con migliaia di spartiti: «Qui conserviamo tutti i brani più importanti del sinfonismo in- ternazionale. E qui prepariamo le parti per i professori d’orche- stra dopo le revisioni e gli even- tuali tagli del direttore». In un angolo c’è anche la cas- saforte che custodisce i pezzi più rari dell’archivio: da una lettera autografa di Verdi alla bacchet- ta di don Lorenzo Perosi, autore di musica sacra; e ancora una partitura di Chopin, un autogra- fo di Bach e l’albo con le dediche dei grandi direttori d’orchestra ospiti delle stagioni Rai. Addio spartiti La domanda è ricorrente fra Pierini e i suoi collaboratori: con gli iPad andranno in pensio- ne gli spartiti di carta? «Alcune orchestre stanno utilizzando questa tecnologia, che richiede cambiamenti dai costi piutto- sto alti nell’organizzazione del lavoro delle orchestre» aggiun- ge Pierini. Ci sono poi gli editori piuttosto scettici nell’abbando- nare la carta: «Costi troppo alti a fronte di un mercato editoria- le troppo di nicchia». Il ricercatore Stefano Malvano, giovane musicologo torinese,ideatore della ricerca sull’archivio storico dell’Orchestra I gioielli Da sinistra Stefano Pierini, Federico Arri e Paolo Robotti con i pezzi più preziosi dell’archivio chiusi in cassaforte LE SORPRESE Anche centinaia di sigle dei programmi tv sono da catalogare Il teatro alla moda n Scritto nel 1720 dal veneziano Benedetto Marcello, avvocato e e giu- dice della Serenisssima, è una sorta di manuale non solo per i compositori, ma per tutti coloro che opera- no nei teatri.Nell’archivio è conservato l’originale della prima edizione. L’opuscolo 60 mila pezzi È il materiale custodito dall’archivio storico della Rai 30 mila arrangiamenti È il materiale prodotto per le orchestre radiofoniche fra gli Anni 30-50 Verdi arrabbiato n Una lettera autogra- fa del compositore di Bus- seto che da Parigi se la prende con un giornalista che aveva stroncato una sua opera (non si sa qua- le). È noto che i rapporti fra Giuseppe Verdi e la stampa non furono sem- pre dei migliori. La lettera «Chopin,perdonami» n Lo scrisse Ennio Mori- cone su un suo personalis- simo arrangiamento di una pagina di Chopin, Molto stretto il rapporto fra il maestro romano e la Sinfonica Rai: l’anno sco- so, Morricone ha diretto due concerti da tutto esaurito all’Auditorium. L’autografo Il grande Lelio n Nell’archivio torinese è conservato un «fondo» del maestro triestino Lelio Luttazzi, uno dei protago- nisti della storia musicale del dopoguerra italiano. Straordinario arrangiato- re, ideò per la radio la cele- bre «Hit Parade» con i di- schi più venduti. Il fondo gg La storia /Musicisti di carta

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I custodi delle note salgono sul podioL'articolo de La Stampa di Torino - Guido Novaria

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Page 1: Archivio digitale OSN Rai

LA STAMPA

MERCOLEDÌ 10 APRILE 2013 .Cronaca di Torino .57T1 T2

C’è un audito-rium, nel palaz-zo cui lavoròanche l’archi-tetto Carlo Mol-

lino all’angolo fra via Rossini epiazza Rossaro, dove la musicanon si suona, ma si custodisce;dove chi lavora non indossafrac, ma camici bianchi, dove ileggii sono sostituiti dai videodei personal computer.

Benvenuti nell’archivio del-l’Orchestra Sinfonica Nazio-nale della Rai, dove trovi lepartiture delle sinfonie di Be-ethoven, Mozart e Haydn, leopere ed i libretti di Verdi, maanche l’arrangiamento di unapagina di Chopin di EnnioMorricone con tanto di scusedell’autore delle colonne sono-re dei film italiani più celebridel dopoguerra, per aver «pro-fanato» il lavoro del grandecompositore polacco.

Dai microfoni EiarMa questi scaffali che conser-vano i faldoni con migliaia dispartiti, raccontano anche lastoria di tante orchestre e deiloro maestri che da 80 anniproducono e trasmettono mu-sica alla radio e in tv. SpiegaPaolo Robotti, funzionariodell’area artistica del Centrodi produzione Rai torinese:«Sotto la Mole sono arrivatitutti gli spartiti delle orche-stre Rai attive prima della na-scita della Sinfonica Naziona-le a Torino, senza dimenticarela produzione della cosiddettaOrchestra B, che proponevabrani non solo classici. Eranogli anni dell’Eiar».

E qui cominciano le sorpre-se di un progetto di cataloga-zione di questo materiale, ide-ato dal musicologo AndreaMalvano e sostenuto dall’Uni-versità e dal Miur. «Abbiamorecuperato tutti gli spartiticon le musiche che Goebbels,ministro della propaganda delTerzo Reich, spediva ai diri-genti Eiar a Torino, per i pro-grammi gestiti direttamentedai tedeschi nell’Italia delNord occupata».

Fra i maestri e arrangiatoripiù richiesti allora, c’era Pie-tro Barzizza che, finita la guer-ra, venne processato per colla-borazionismo: «Lo salvò pro-prio la musica: l’utilizzo un po’provocatorio all’epoca delloswing e del jazz in brani del re-gime, convinse i suoi accusato-ri delle simpatie che nutrivaper l’esercito liberatore deglianglo-americani».

Tre anni di ricercaAncora Malvano: «Obiettivodel nostro lavoro consiste nellarealizzazione di un databasecatalografico a corredo di unarchivio digitale che verrà im-portato nel Catalogo Multime-

I custodi delle notesalgono sul podio

Nell’archivio dell’Auditorium ottant’anni di orchestre Rai

Dietro le quinteIl lavoro dei ricercatori dell’archivio Rai finirà nel sito del complesso sinfonico:

il primo concerto dell’Orchestra si tenne il gennaio 1933 e fu diretto da Ottorino Respighi

DA BERLINODal Terzo Reich

arrivavano glispartiti da eseguire

GUIDO NOVARIA diale delle Teche Rai e in un por-tale dedicato, da pubblicare sulsito web dell’Orchestra SinfonicaNazionale della Rai. La cataloga-zione durerà un triennio. L’archi-vio si divide in cinque tipologie:documenti manoscritti e rari(circa 150 unità); musica a stam-pa (10.000 pezzi),; libretti d’opera(circa 500); arrangiamenti ma-noscritti per orchestre radiofoni-che (30.000); programmi di sala(5000). Accanto a Malvano, re-sponsabile scientifico, lavoranoFilippo Arri, Dipartimento Stu-dium, Silvia Caratti e Flavia In-groso: «Con questo materiale di-gitalizzato si creerà un archiviounico, dove oltre alla storia delleorchestre Rai, si racconterà lastoria musicale di 80 anni d’Ita-lia» aggiunge Robotti.

Da Angelini a LuttazziMilioni di note e soprattutto di ar-rangiamenti: «Gli spartiti del ma-estro Cinico Angelini e dello stes-so Morricone o ancora quelli diLelio Luttazzi sono ricchissimi diannotazioni a matita, a volte in-comprensibili, ma che dimostra-no il lavoro di queste orchestreche, quasi sempre, andavano in di-retta radio, dopo magari una solaprova» aggiunge Malvano. Ci so-nopoi i faldonicontutte lesigledeiprogrammi e delle pubblicità ra-dio e tv fino agli Anni Sessanta:«Ma qui il lavoro di ricerca rischiadi essere tutto in salita - dicono icustodi dell’archivio Rai - spessonon si conosce l’autore, a volte citroviamo di fronte a scarabocchiindecifrabili».

Le partiture di oggiAl piano di sopra, Stefano Pieri-ni lavora alle «parti» per i con-certi della stagione dell’Orche-

stra Sinfonica, circondato dascaffali con migliaia di spartiti:«Qui conserviamo tutti i branipiù importanti del sinfonismo in-ternazionale. E qui prepariamole parti per i professori d’orche-stra dopo le revisioni e gli even-tuali tagli del direttore».

In un angolo c’è anche la cas-saforte che custodisce i pezzi piùrari dell’archivio: da una letteraautografa di Verdi alla bacchet-ta di don Lorenzo Perosi, autoredi musica sacra; e ancora unapartitura di Chopin, un autogra-fo di Bach e l’albo con le dedichedei grandi direttori d’orchestraospiti delle stagioni Rai.

Addio spartitiLa domanda è ricorrente fraPierini e i suoi collaboratori:con gli iPad andranno in pensio-ne gli spartiti di carta? «Alcuneorchestre stanno utilizzandoquesta tecnologia, che richiedecambiamenti dai costi piutto-sto alti nell’organizzazione dellavoro delle orchestre» aggiun-ge Pierini. Ci sono poi gli editoripiuttosto scettici nell’abbando-nare la carta: «Costi troppo altia fronte di un mercato editoria-le troppo di nicchia».

Il ricercatoreStefano Malvano, giovane musicologo torinese,ideatore

della ricerca sull’archivio storico dell’Orchestra

I gioielliDa sinistra Stefano Pierini, Federico Arri e Paolo Robotticon i pezzi più preziosi dell’archivio chiusi in cassaforte

LE SORPRESEAnche centinaia di sigle

dei programmi tvsono da catalogare

Il teatro alla modanScritto nel 1720 dalveneziano BenedettoMarcello,avvocatoeegiu­dice della Serenisssima, èuna sorta di manuale nonsolo per i compositori, maper tutti coloro che opera­no nei teatri.Nell’archivioè conservato l’originaledella prima edizione.

L’opuscolo

60milapezzi

È il materialecustodito

dall’archiviostorico della Rai

30milaarrangiamenti

È il materiale prodottoper le orchestreradiofoniche

fra gli Anni 30­50

Verdi arrabbiatonUna lettera autogra­fa del compositore di Bus­seto che da Parigi se laprende con un giornalistache aveva stroncato unasua opera (non si sa qua­le). È noto che i rapportifra Giuseppe Verdi e lastampa non furono sem­pre dei migliori.

La lettera

«Chopin,perdonami»nLoscrisseEnnioMori­cone su un suo personalis­simo arrangiamento diuna pagina di Chopin,Molto stretto il rapportofra il maestro romano e laSinfonica Rai: l’anno sco­so, Morricone ha direttodue concerti da tuttoesaurito all’Auditorium.

L’autografo

Il grande LelionNell’archivio torineseè conservato un «fondo»del maestro triestino LelioLuttazzi, uno dei protago­nisti della storia musicaledel dopoguerra italiano.Straordinario arrangiato­re, ideòper la radio lacele­bre «Hit Parade» con i di­schi più venduti.

Il fondo

gg La storia/Musicisti di carta