approccio cardiologico al paziente sottoposto a trattamento antitumorale

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Presentazione allo Study group document Approccio cardiologico al paziente sottoposto a trattamento antitumorale Cardiological assessment in patients receiving cancer treatment Oltre 20 colleghi, da diversi Centri del nostro Paese, mi hanno contattato per sapere come valutare i pazienti oncopatici sottoposti a trattamento antitumorale. Vogliono sapere, cioe `, oltre all’ovvia visita clinica, quali esami e quando debbano essere effettuati per rilevare segni di un’eventuale cardiotossi- cita ` da chemioterapia (CT). Com’e ` ben noto, questa puo ` essere precoce (durante la somministrazione del farmaco o subito dopo) o tardiva (prima o dopo un anno) ed e ` in relazione al farmaco chemioterapico impiegato (da solo o in combinazione con altri farmaci chemioterapici). Classicamente si ricorreva all’esame ecocardiografico per rilevare alterazioni della funzione sistolica del ventricolo sinistro quale espressione di insufficienza ventricolare sinistra conseguente al trattamento antiblastico. Oggi sappiamo che tale parametro, almeno nella fase iniziale della cardiotossicita `, e ` inutile perche ´, in questa fase, risulta frequentemente normale. Notizie piu ` certe, dal punto di vista ecocardiografico, nella fase acuta, possono essere rilevate con lo studio della funzione diastolica ma, soprattutto, tramite tecniche avanzate come lo strain, lo strain rate, lo speckle tracking. Tuttavia, come sostenuto da alcuni ricercatori, i biomarca- tori troponine, di piu ` recente impiego, andrebbero considerati come il gold standard per la diagnosi precoce di cardiotossicita ` da CT. Al fine di uniformare il modo di procedere nello studio della cardiotossicita ` da CT, abbiamo deciso di pubblicare un documento (frutto del lavoro di tutti i componenti il Gruppo di Studio di Ecocardio-Oncologia SIEC) nel quale abbiamo riportato, tra l’altro, oltre alla classificazione della cardio- tossicita `, la maniera per identificarne, nelle varie fasi, la presenza. Per questa ragione, inoltre, abbiamo in programma di creare format specifici che tengano conto non solo del farmaco impiegato, ma anche della sua posologia e della sua eventuale combinazione con altri chemioterapici. Sulla base di questi e altri parametri, verranno fornite indicazioni su come, quando e con quale mezzi (clinico-strumentale-ematologici) operare per la diagnosi di cardiotossicita `. Detti protocolli verranno inviati a tutti i colleghi che ne facciano richiesta e abbiano il desiderio di ricercare la cardiotossicita ` secondo schemi condivisi che offrano, poi, la possibilita ` di confrontare i risultati dei vari ricercatori. Sappiamo bene che ancora molti ammalati, dopo il trattamento antitumorale, non sono seguiti ne ´ dall’oncologo ne ´, soprattutto, dal cardiologo per la mancanza di conoscenza (o la scarsa considerazione) della frequenza e del danno della cardiotossicita ` che, a volte, puo ` essere piu ` grave della stessa patologia oncologica iniziale. Lo scopo principale di tutto il Gruppo di Studio e ` diffondere, unitamente alla conoscenza delle lesioni cardiache da trattamento antitumorale, anche la maniera di considerare il problema per affrontarlo e trattarlo con opportuna terapia cardiologica. Prof. Antonio Pezzano Coordinatore del Gruppo di Studio Cardio-Oncologico SIEC E-mail: [email protected] www.elsevier.com/locate/jcecho Disponibile su www.sciencedirect.com Journal of Cardiovascular Echography 21 (2011) 31 2211-4122/$ – see front matter # 2011 Societa ` Italiana di Ecografia Cardiovascolare. Pubblicato da Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati. doi:10.1016/j.jcecho.2011.01.001

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Page 1: Approccio cardiologico al paziente sottoposto a trattamento antitumorale

www.elsevier.com/locate/jcecho

Disponibile su www.sciencedirect.com

hography 21 (2011) 31

Journal of Cardiovascular Ec

Presentazione allo Study group document

Approccio cardiologico al paziente sottoposto a trattamento antitumorale

Cardiological assessment in patients receiving cancer treatment

Oltre 20 colleghi, da diversi Centri del nostro Paese, mi

hanno contattato per sapere come valutare i pazienti oncopatici

sottoposti a trattamento antitumorale. Vogliono sapere, cioe,

oltre all’ovvia visita clinica, quali esami e quando debbano

essere effettuati per rilevare segni di un’eventuale cardiotossi-

cita da chemioterapia (CT).

Com’e ben noto, questa puo essere precoce (durante la

somministrazione del farmaco o subito dopo) o tardiva (prima o

dopo un anno) ed e in relazione al farmaco chemioterapico

impiegato (da solo o in combinazione con altri farmaci

chemioterapici).

Classicamente si ricorreva all’esame ecocardiografico per

rilevare alterazioni della funzione sistolica del ventricolo

sinistro quale espressione di insufficienza ventricolare sinistra

conseguente al trattamento antiblastico.

Oggi sappiamo che tale parametro, almeno nella fase iniziale

della cardiotossicita, e inutile perche, in questa fase, risulta

frequentemente normale. Notizie piu certe, dal punto di vista

ecocardiografico, nella fase acuta, possono essere rilevate con lo

studio della funzione diastolica ma, soprattutto, tramite tecniche

avanzate come lo strain, lo strain rate, lo speckle tracking.

Tuttavia, come sostenuto da alcuni ricercatori, i biomarca-

tori troponine, di piu recente impiego, andrebbero considerati

come il gold standard per la diagnosi precoce di cardiotossicita

da CT.

Al fine di uniformare il modo di procedere nello studio della

cardiotossicita da CT, abbiamo deciso di pubblicare un

documento (frutto del lavoro di tutti i componenti il Gruppo

di Studio di Ecocardio-Oncologia SIEC) nel quale abbiamo

riportato, tra l’altro, oltre alla classificazione della cardio-

tossicita, la maniera per identificarne, nelle varie fasi, la

presenza.

2211-4122/$ – see front matter # 2011 Societa Italiana di Ecografia Cardiovasco

doi:10.1016/j.jcecho.2011.01.001

Per questa ragione, inoltre, abbiamo in programma di creare

format specifici che tengano conto non solo del farmaco

impiegato, ma anche della sua posologia e della sua eventuale

combinazione con altri chemioterapici. Sulla base di questi e

altri parametri, verranno fornite indicazioni su come, quando e

con quale mezzi (clinico-strumentale-ematologici) operare per

la diagnosi di cardiotossicita.

Detti protocolli verranno inviati a tutti i colleghi che ne

facciano richiesta e abbiano il desiderio di ricercare la

cardiotossicita secondo schemi condivisi che offrano, poi, la

possibilita di confrontare i risultati dei vari ricercatori.

Sappiamo bene che ancora molti ammalati, dopo il

trattamento antitumorale, non sono seguiti ne dall’oncologo

ne, soprattutto, dal cardiologo per la mancanza di conoscenza

(o la scarsa considerazione) della frequenza e del danno della

cardiotossicita che, a volte, puo essere piu grave della stessa

patologia oncologica iniziale.

Lo scopo principale di tutto il Gruppo di Studio e diffondere,

unitamente alla conoscenza delle lesioni cardiache da

trattamento antitumorale, anche la maniera di considerare il

problema per affrontarlo e trattarlo con opportuna terapia

cardiologica.

Prof. Antonio Pezzano

Coordinatore del Gruppo di Studio

Cardio-Oncologico SIEC

E-mail: [email protected]

lare. Pubblicato da Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati.