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PONTIFICIO ISTITUTO LITURGICO Anno Accademico 2005-2006 Data e tempo il svolgimento dell’esame: 29.05.06 15:30 Solanskyy Avhustyn 15:40 p.Oleksa Oleh 15:50 p.Hovera Josafat 16:00 Semehen Jaroslav Prof. Manel Nin Sigla del corso: 95032 Titolo: L'anno liturgico nelle liturgie orientali . Breve descrizione: Struttura e teologia del ciclo liturgico annuale nelle diverse liturgie orientali. Bibliografia orientativa: T. Federici, "L'anno liturgico", Teologia liturgica orientale I, Bibbia e liturgia 7, Roma (1978) 177- 319; D. Gelsi, "Liturgie Orientali", in Nuovo dizionario di liturgia, Roma (1984) 983-1007. 1

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Page 1: Anul liturgic

PONTIFICIO ISTITUTO LITURGICO

Anno Accademico 2005-2006

Data e tempo il svolgimento dell’esame:29.05.0615:30 Solanskyy Avhustyn15:40 p.Oleksa Oleh15:50 p.Hovera Josafat16:00 Semehen Jaroslav

Prof. Manel Nin

Sigla del corso: 95032

Titolo: L'anno liturgico nelle liturgie orientali.

Breve descrizione: Struttura e teologia del ciclo liturgico annuale nelle diverse liturgie orientali.

Bibliografia orientativa: T. Federici, "L'anno liturgico", Teologia liturgica orientale I, Bibbia e liturgia 7, Roma (1978) 177-319; D. Gelsi, "Liturgie Orientali", in Nuovo dizionario di liturgia, Roma (1984) 983-1007.

Corso obbligatorio

Secondo semestre

Numero di ore settimanale: 2, Numero di ore complessivo: 24

Date: da febbraio a maggio 2006

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Page 2: Anul liturgic

L'ANNO LITURGICO NELLE LITURGIE ORIENTALI

IL TEMPO NELLA LITURGIA,SACRAMENTO DEL MISTERO DI CRISTO

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Un tempo gioioso è quello del digiuno. Saziati abbondantemente dalla purezza rifulgente e l'amore puro e la preghiera luminosa e tutte le altre virtù, esultiamo raggianti: Croce tuttasanta di Cristo che hai fatto germinare il frutto della vita, facci dal tutto degni di adorarti con cuore puro, e concedici il perdono e l grande misericordia.

(Martedì della seconda settimana di Quaresima.Rito bizantino)

Quando il soldato ha aperto il tuo fianco sull'albero della croce dove sei stato appeso, tu hai fatto sgorgare per me la fonte della vita, essendo io ridotto alla morte per la malvagità del serpente che mi aveva fatto gustare il frutto vietato. Per questo io ti glorifico, o Cristo, e supplico la tua compassione: fammi percorrere lo stadio della Quaresima con contrizione, per potermi prosternare, poi, davanti alle tue Sofferenze e alla tua Risurrezione.

(Giovedì della seconda settimana di Quaresima.Lucernario. Rito bizantino)

Medico caritatevole e Signore misericordioso che sei disceso per la tua compassione verso questa povera natura umana, che hai purificato i lebbrosi, aperto gli occhi ai ciechi, risuscitato i morti e hai fatto numerosi prodigi in favore delle anime e dei corpi, fai che le nostre anime siano purificate e i nostri corpi santificati; che gli occhi dei nostri cuori si aprano alla comprensione dei tuoi divini insegnamenti, affinché, con i peccatori pentiti e giustificati per la penitenza, possiamo innalzare le nostre lodi verso di Te, verso il tuo Padre e il tuo Spirito Santo, adesso e in ogni tempo e nei secoli dei secoli. Amin.

(Preghiera dei lodi delle domeniche di Quaresima.Rito siro occidentale)

Le tue misericordie, Signore, rimangano per sempre,non disprezzare l'opera delle tue mani.Che la tua Croce sia per noi un muro,o Cristo, tu che ci hai salvati per mezzo della tua Croce.A te la gloria, Signore Gesù,l'azzione di grazie al Padre che ti ha mandato,l'alleluia allo Spirito Santonei secoli dei secoli. Amin.

(Preghiera del vespro dei giorni quaresimali.Rito siro orientale).

In questo giorno, Lazzaro, morto, è avvolto in un sudario e i suoi piangono su di lui. Te, come Dio, nella tua prescienza, annunzi ai discepoli la sua malattia dicendo: Lazzaro dorme, ma adesso vado a rissuscitare colui che io ho creato. Per questo noi ti cantiamo: Gloria, Signore, al tuo potere sovrano, nei secoli dei secoli. Amen.

(Tropario del mercoledì della VI settimana di Quaresima.Rito bizantino).

Oggi una Pasqua divina ci è stata rivelata, una Pasqua nuova, santa, una Pasqua misteriosa, una Pasqua solennissima. Pasqua, il Cristo redentore, Pasqua immacolata, Pasqua grande, Pasqua dei credenti. Pasqua che ci apre le porte del Paradiso, pasqua che santifica tutti i fedeli... Cristo è risorto dai morti. Con la sua morte ha distrutto la morte, e a coloro che erano nei sepolcri ha ridato la vita.

(Tropari di Pasuqa.Rito bizantino).

Faccia silenzio ogni umana carne, stia con timore e tremore, non abbia in se alcun pensiero terrestre. Il Re dei re e Signore dei signori si avanza per essere immolato e dato in cibo ai credenti. Lo precedono i cori degli angeli, con tutti i principati e le potenze, i cherubini dai molti occhi e i serafini dalle sei ali, si velano il volto e cantano l'inno: alleluia, alleluia, alleluia.

(Sabato Santo, Liturgia di San Basilio)

O mistero profondo, irraggiungibile, senza inizio! Tu hai ornato le potenze dell'alto quale talamo di luce inaccessibile, e i cori degli angeli di splendida gloria. Con ineffabile, stupendo potere, hai creato Adamo a immagine del Signore, e di gloria delicata lo hai rivestito nel giardino dell'Eden, luogo di delizie. Con la passione del tuo santo Unigenito tutte le creature si sono rinnovate, e nuovamente l'uomo fu fatto immortale,

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rivestito di un abito di cui mai più verrà spogliato. O Re del cielo, conserva salda la tua Chiesa, e custodisci nella pace gli adoratori del tuo nome. Amen.

(Liturgia armena. Inno iniziale).

Tu sei la Madre della luce, venerata dall'Oriente all'Occidente, che ti offrono lodi, o Madre di Dio, secondo cielo, che sei fiore splendente di immutata luce e Madre rimasta semprevergine. IL Padre ti scelse, lo Spirito Santo ti ha coperta della sua ombra ed il Figlio si è umiliato e prese carne da te. Chiedi a lui di elargire la salvezza al mondo da lui creato e di liberarlo dalle sventure.

(Liturgia copta. Theotokion).

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L'ANNO LITURGICO NELLE LITURGIE ORIENTALI

IL TEMPO NELLA LITURGIA COME SACRAMENTO DEL MISTERO DI CRISTO

0. Bibliografia.

Introduzione.

I. Bibbia e anno liturgico. Giudaismo e Nuovo Testamento.

II. Anno liturgico siro-occidentale.

III. Anno liturgico siro-orientale.

IV. Anno liturgico bizantino.

V. Anno liturgico armeno.

VI. Anno liturgico copto.

VII.Proposta di liturgia comparata per l'anno liturgico.

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Page 6: Anul liturgic

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L'ANNO LITURGICO NELLE LITURGIE ORIENTALI

IL TEMPO NELLA LITURGIA COME SACRAMENTO DEL MISTERO DI CRISTO

Introduzione.

Allora, dai cieli della sua santità gloriosa, apparirà lo sposo celeste e risusciterà dalla polvere tutti gli uomini; farà salire i giusti nelle altezze, e i peccatori gli manderà nella geenna. La Chiesa Santa, sposa di Cristo -che è i santi ed i veri fedeli-, verrà con gioia al suo incontro, scortandolo con tutto l'onore, lui, lo Sposo vero, Gesù nostro Signore. Prenderà la Chiesa sua sposa e la farà salire con lui nel cielo; la farà entrare nel suo talamo e sedere alla sua destra e la rallegrerà con tutta sorte di beni che non passano e non periscono. Lei si rallegrerà in Lui ed esulterà e sarà nella gioia; e con voci mirabili e canti soavi canterà la lode con i cori celesti. Che il Signore nostro ci conceda, anche a noi, di essere degni di aver parte nella gioia dei santi, amen e amen.1

Questo testo, conclusione di un breve commento all'anno liturgico siro-orientale fatto da un autore del XIV sec., ci fa presente la realtà storica ed escatologica della Chiesa di Cristo: essa è presente nel momento storico attuale, vive questo momento storico con gli uomini, cerca di far loro presente la realtà del mistero di Cristo vissuto nel momento storico attuale -possiamo dire che cerca di configurare la sua vita e quella degli uomini al mistero di Cristo-, e allo stesso tempo essa ha uno scopo -τέλoς- preciso, il cammino, l'orientamento verso Cristo, Signore della gloria: Prenderà la Chiesa sua sposa e la farà salire con lui nel cielo; la farà entrare nel suo talamo e sedere alla sua destra e la rallegrerà con tutta sorte di beni che non passano e non periscono.2

La Chiesa gloriosa, sposa seduta alla destra dello Sposo3, mentre è ancora tra gli uomini o, piuttosto con un'immagine più consone alla teologia orientale: la Chiesa che è con gli uomini nel mondo, o se si vuol con un'immagine tipica della domenica prima dell'inizio della Quaresima nel rito bizantino, nel cammino di ritorno al paradiso che Adamo compie nella Chiesa e con la Chiesa4, questa Chiesa non cessa di acclamare e di invocare il suo Signore fino al suo ritorno. Questa lode, invocazione, supplica, viene fatta nella vita liturgica

1 ?RABBAN BRIK-ISHO, Commento all'anno liturgico, in J. MATEOS, Lelya-Sapra: Les Offices Chaldéens de la Nuit et du Matin. OCA 1562, Roma, PIO, 1972, pp. 461-464.

2 ?Ibid; cf., anche C. ANDRONIKOF, Le sens de la liturgie, p. 53.

3 ?L'iconografia bizantina e siriaca riguardo alla crocifissione è sempre costante a mettere Maria ai piedi della croce, cioè "alla destra dello Sposo"; così l'icona della crocifissione diventa per così dire anche icona della Chiesa che nasce dalla passione gloriosa di Cristo, icona della Madre di Dio / della Chiesa, che stà alla destra del Figlio / dello Sposo.

4 ?Il mio Creatore, il Signore, prendendomi dal fango della terra, mi ha formato... e mi ha stabilito come capo della creazione, concittadino degli angeli... ma Satana mi ha preso nell'amo e mi ha separato dalla gloria divina... ma tu, Signore di compassione, chiamami a te... Aimè, sono stato spogliato dalla veste divina quando ho trasgredito il tuo comando, Signore... e sono stato rivestito dalle foglie del fico e dalle tuniche di pelle... ma tu, Signore, nato dalla Vergine negli ultimi tempi, chiamami e fammi entrare di nuovo nel paradiso... Paradiso amabile... abitacolo divinamente creato, gioia senza fine, gloria dei giusti... per un mormorio delle tue foglie supplica il Creatore dell'universo di riaprirmi le porte che ho chiuso per il mio peccato... (Domenica della Tyrofagia, lucernario). Testo 2.

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delle diverse Chiese cristiane, una vita che segue, d'altronde, le categorie del passato, del presente e del futuro, inserite in un ritmo giornaliero, settimanale e annuo per le celebrazioni e le feste5. Le celebrazioni delle Chiese sono i momenti -i καίρoι- in cui l'Economia della salvezza diventa Liturgia. Questi momenti sono possibili in quanto irruzione nel nostro tempo mortale di un Tempo vivente, liberato dalla morte... Esso invade le nostre giornate, le nostre settimane ed i nostri anni, fino a che il nostro vecchio tempo ne sia saturato e che il suo velo mortale si strappi...6; la Pasqua del Signore è l'evento centrale nella vita delle Chiese a partire di cui si costruisce il ciclo liturgico

I diversi cicli, quello delle feste annuali, che ha come nodo centrale la celebrazione pasquale, quello delle feste mensili, quello settimanale ed infine il ciclo giornaliero, sono strettamente legati e compenetrati da far presente nella vita della Chiesa i vari momenti della storia della salvezza e da penetrare tutta la vita dei fedeli. Possiamo parlare di una sacramentalità del ciclo liturgico delle Chiese orientali in tanto che in lui di nuovo Dio viene all'incontro dell'uomo: Il nostro Dio non è al di sopra, ma davanti a noi nell'attesa dell'incontro (Isacco di Ninive); si tratta, lungo il ciclo liturgico delle diverse Chiese di una vera anamnesi del mistero della salvezza, in cui la Chiesa, con la sua preghiera invoca lo Spirito Santo -fa l'epiclesi- sui fedeli perché di nuovo la forza della risurrezione di Cristo si faccia presente nella comunità (Pasqua), di nuovo l'incarnazione del Signore sia una realtà nella vita della Chiesa e dei fedeli (Annunciazione), di nuovo il Signore della gloria venga all'Incontro dell'umanità invecchiata ma piena di speranza (Incontro):

Cristo è risorto dai morti, con la sua morte ha distrutto la morte, e ai dormienti nei sepolcri ha ridato la vita (Tropario di Pasqua).

Oggi è l'aurora della nostra salvezza dove si manifesta il mistero eterno: il Figlio di Dio diventa figlio della Vergine e Gabriele annunzia questa grazia... (Tropario dell'Anunciazione, 25 marzo).

Venendo al nostro incontro tu ci hai salvati, oh Cristo nostro Dio (Kondakion del 2 febbraio)7.

A partire della celebrazione della Pasqua come centro, possiamo proporre e comprendere l'espressione anno liturgico non tanto come un seguito di feste -un calendario-, ma come lo svolgimento di tutto il mistero di Cristo che riempie la vita delle Chiese; a partire della Pasqua tutto l'anno viene trasfigurato dalla liturgia e diventa perciò sacramentale8. La celebrazione annuale della Pasqua, poi, non è un fatto puntuale, ma una celebrazione del mistero di Cristo incentrata in un periodo di preparazione -Quaresima- ed in un periodo di compimento -Pasqua-, e più precisamente come centro di due grandi Settimane, quella Santa in cui Dio dà di nuovo l'alimento di vita9, in cui l'umiliazione -la kenosi- di Dio diventa la

5 ?Cf., C. ANDRONIKOF, Le sens de la liturgie, p. 54.

6 ?J. CORBON, Liturgia alla sorgente. Paoline, Torino, 1983.

7 ?Testo 3.

8 ?Cf., J. CORBON, Liturgia, op. cit., p. 160.

9 ?Adamo nel paradiso aveva "preso da se" il frutto dell'albero; adesso Cristo "dà lui stesso" ai discepoli -all'uomo- il nuovo frutto dell'albero della vita.

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teofania dell'uomo: "Ecco l'uomo"10, in cui Dio riposa della sua creazione -della sua nuova creazione- nel grande Sabato11; e poi la Settimana di Pasqua -che viene conosciuta nelle diverse liturgie come Settimana del Rinnovamento, oppure Settimana Bianca- e che prolunga per sette giorni come un solo giorno la grande festa di Pasqua12 per sottolineare la non finitezza della Pasqua di Cristo.

Dalla Pasqua, dunque, sgorga la vita sacramentale che si spande nella Chiesa lungo l'anno liturgico. La Pasqua al centro, tra due grandi settimane che la manifestano e la celebrano, tra due grandi periodi di sette settimane ognuno: la Quaresima -periodo di ritorno dell'uomo nuovo al paradiso- e le settimane di Pentecoste in cui i battezzati imparano/impariamo a vivere la comunione col Signore; ancora, nella centralità stessa della Pasqua, ci sono due altri periodi liturgici in cui si celebra l'Economia divina della salvezza: il periodo dell'Epifania, cioè della manifestazione di Dio nella nostra carne, ed infine il periodo della nostra Theosis -della nostra deificazione- come opera dello Spirito nella Chiesa di Cristo. In questo stesso senso, J. Corbon propone, seguendo i grandi commentatori della Divina Liturgia come Massimo Confessore, Nicola Cabasilas, Nicolai Gogol..., di vedere la celebrazione dell'eucaristia come icona del tempo sacramentale13 e viceversa, cioè alla celebrazione della Parola corrisponde il periodo dell'Epifania; l'anafora eucaristica corrisponde al tempo della Pasqua del Signore, preparata dalla Quaresima e celebrata nelle settimane che la seguono; infine la liturgia della comunione corrisponde al periodo dello Spirito nella Chiesa, in cui si celebrano gli Apostoli, la Trasfigurazione, la Croce vivificante, periodo che rivela il senso del santorale, cioè di coloro che per la forza dello Spirito sono configurati pienamente a Cristo: la Madre di Dio, i martiri, i santi...14.

Lo studio dei grandi periodi liturgici delle liturgie orientali va legato ad un approfondimento della realtà teologica del mistero di Cristo che viene vissuta in ognuno di essi. Vorrei indirizzare questo corso sopratutto verso un'angolatura teologica, cioè entrare attraverso i testi nel contenuto liturgico-teologico dei diversi periodi -anni- liturgici dell'Oriente cristiano. Ricordo soltanto la larghezza che in questa sede prende l'espressione "Oriente Cristiano", cioè un Oriente che va dai Balcani fino al Malabar dell'India, dall'Etiopia fino a Mosca; un Oriente che si esprime in greco, in siriaco, in arabo, in slavo..., un Oriente che delle volte è stato molto permeabile -e delle volte pochissimo- agli influssi culturali e teologici di altri ambienti cristiani e non cristiani.

Cercheremo di vedere gli anni liturgici delle diverse liturgie orientali cristiane, vedergli separatamente ma anche alla fine vedergli comparativamente per poter tirarne fuori i diversi aspetti teologico-liturgici. Le questioni riguardanti aspetti più complessi o problematici dei calendari verranno al massimo accennate soltanto, per poter tirare fuori

10 ?Gv 19,5.

11 ?Nell'ufficiatura del mattutino del Sabato Santo questi temi: i due Adamo, la nuova creazione, la misericordia di Dio..., vengono meravigliosamente contemplati dell'ufficio degli "Enkomia", cf., capitolo sull'anno liturgico bizantino.

12 ?Nel rito bizantino, durante tutta la settimana di Pasqua non vengono chiuse le porte dell'iconostasi, come per sottolineare il rapporto diretto del cielo sulla terra stabilito dalla risurrezione di Cristo.

13 ?Sarebbe da riproporre l'espressione "anno liturgico" piuttosto come "tempo sacramentale".

14 ?Cf., J. CORBON, Liturgia, op. cit., pp. 161-163.12

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sopratutto gli aspetti teologici dei diversi tempi liturgici. Vorrei ricordare ancora come nell'Oriente i tempi liturgici segnano di solito la vita delle Chiese e dei singoli cristiani: la fedeltà alle celebrazioni della liturgia, ai digiuni, alle tradizioni popolari legate strettamente al mistero che si celebra15; nell'Oriente le Chiese, i singoli fedeli, celebrano e vivono il mistero di Cristo, la domenica celebrano la risurrezione del Signore16, le grandi feste attorno al mistero pasquale del Signore vengono vissute liturgicamente nel senso più forte del termine, cioè come popolo / comunità che prega, che celebra il mistero della fede17.

15 ?L'acqua benedetta il 6 gennaio che viene portata nelle case, oppure le uova pasquali, ad esempio, sono fortemente legate al popolo che ne capisce la simbologia, al di là della popolarizzazione dello stesso fatto.

16 ?Nell'Oriente Cristiano sarebbe dal tutto fuori posto dedicare le domeniche a celebrare delle "giornate per...".

17 ?L'Oriente cristiano non ha la spaccatura tante volte presente in Occidente tra liturgia della Chiesa e devozioni popolari dei fedeli; in Oriente quello che potrebbe essere o di fatto è devozione popolare, viene vissuto nell'insieme della liturgia delle diverse Chiese.

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I. BIBBIA E ANNO LITURGICO. GIUDAISMO E NUOVO TESTAMENTO.DANIELOU, J., Bible et Liturgie, Du Cerf, Paris, 19512.FEDERICI, T., "L'anno liturgico", Teologia liturgica orientale I, Bibbia e liturgia 7, Roma

(1978) 185-213.

J. Danielou propone che per una comprensione totale dei sacramenti nel culto cristiano, bisogna sempre mettergli in rapporto stretto con la Sacra Scrittura e vedergli come la continuazione delle grandi opere di Dio nel Vecchio e nel Nuovo Testamento18. Questo rapporto con la Sacra Scrittura e con la tradizione giudaica è valido per altri aspetti del culto cristiano, e in modo speciale per il ciclo delle diverse feste liturgiche.

I.1. Giudaismo.A partire dei testi neotestamentari possiamo accennare all'importanza del tempio di

Gerusalemme all'epoca ancora di Gesù come centro del culto ebraico; un culto che veniva scandito da un ciclo giornaliero in cui venivano cantati dei salmi, venivano fatte delle letture, delle preghiere... con un ciclo do ore fisse durante la giornata: ora terza, ora nona, l'ufficio serale; da un ciclo settimanale attorno cioè alla settimana con il sabato come centro e con due giorni di digiuno -martedì e giovedì- come preparazione alla celebrazione del sabato che è la festa più antica nel giudaismo, una celebrazione preparata e regolata nei minimi dettagli19; una celebrazione fatta nella gioia:

Se tratterrai il piede da violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerando il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare, allora troverai la delizia nel Signore. Io ti farò calcare le alture della terra, ti farò gustare l'eredità di Giacobbe tuo padre, poiché la bocca del Signore ha parlato.20

C'era anche il ciclo annuale assai complesso, stabilito attorno a tre feste principali: Pasqua, Pentecoste e Tabernacoli. L'inizio dell'anno ebraico poteva cadere in due tempi diversi: il 11 mese, quello di Nisan -attorno a marzo/aprile-, oppure nel 71 mese, quello di Tishrî -attorno a settembre/ottobre-, che è quello che è prevalso e che ha avuto anche influsso sul calendario dell'Oriente cristiano21. Accenno soltanto ad altri cicli nel calendario ebraico, come sono il ciclo triennale22, il ciclo settennale23 ed il ciclo cinquantennale24.

18 ?Cf., J. DANIELOU, Bible et Liturgie, p. 303.

19 ?Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 187-188. L'autore fa notare come queste prescrizioni così chiare per il sabato non vengono tanto da una mentalità giuridista quanto che il sabato era sentito, insieme con la circoncisione, la preghiera, l'elemosina, l'amore verso il Signore e verso il prossimo, come il supremo precetto del Signore, da vivere per intero e con gioia, cf., ibid., p. 188.

20 ?Is 58,13-14. Realtà del sabato come giorno di festa, di letizia, giorno dedicato al Signore.

21 ?Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 188-190; l'autore propone a p. 190 un quadro assai chiaro dei mesi ebraici, dei mesi romani e delle feste romane.

22 ?Dono, ogni tre anni, delle decime per i leviti, gli stranieri, le vedove, gli orfani, cf., Dt 26,12-19.

23 ?Celebrazione dell'anno sabatico, con il riposo della terra, degli animali, degli operai..., cf., Dt 31,9-13.

24 ?Guibileo dell'anno santo, cf., Lv 25, 8-22.23-55; cf., T. FEDERICI, Il giubileo biblico, in Oriente Cristiano 15/1 (1975) 26-68.

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Notiamo qualche aspetto teologico che può esserci utile per capire anche i cicli liturgici cristiani: gli ebrei, con tutto il loro sistema di feste, non avevano celebrazioni ne di fatti mitologici ne di idee astratte; non si trattava di feste ideologiche ma della celebrazioni di avvenimenti storici centrali nella vita del popolo, e sopratutto un avvenimento centrale: la Pasqua25. Va sottolineato, dunque, nel ciclo delle feste ebraiche, l'aspetto di memoriale -anamnesi- dell'opera salvifica di Dio nella vita del popolo, aspetto che contrassegna anche fortemente i cicli liturgici cristiani26. Va sottolineato anche l'aspetto dell'irruzione concreta di Dio nella storia del popolo, la sua epifania mostrata nella sua immensa bontà, nel suo essere pienamente "Emmanuel" -Dio con noi.

I.2. Nuovo Testamento.La comunità cristiana si articolerà sempre attorno al mistero pasquale di Cristo:

Cristo tutto in tutti27; i fedeli cercano di imitare Cristo, di rivivere il suo mistero, e lui diventa il modello per la comunità. Gesù stesso in certo senso ricapitola in se il senso festivo della vecchia alleanza28: lui è l'Agnello di Dio immolato nella Pasqua29; la Pentecoste prende un senso nuovo con la missione dello Spirito Santo; nella festa dei Tabernacoli Gesù promette l'acqua della vita, cioè lo Spirito30; Gesù è il nuovo Tempio che verrà distrutto e riedificato al terzo giorno31; Gesù, infine, dà un senso dal tutto nuovo alla festa sabatica: lui è Signore del sabato, in lui il sabato diventa giorno di dono salvifico -le spighe colte il sabato (Mc 2,23-28)-, giorno di guarigione -l'uomo della mano inaridita (Mc 3,1-6), giorno del rinnovo della vecchia creazione nell'Uomo nuovo che è lui stesso32. Ci troviamo di fronte al mistero cantato da Clemente Alessandrino:

...il Logos di Dio è colui che ti guiderà -κυβερvήσει- e lo Spirito Santo ti farà arrivare al porto che è il cielo; allora tu contemplerai il mio Dio, tu sarai iniziato ai Santi Misteri e tu godrai dei doni nascosti nel cielo, doni che mi sono stati riservati (1C 2,9)... O Misteri veramente santi! O Luce senza mescolanza! Le lampade mi illuminano per contemplare i cieli e Dio; io divento santo per l'iniziazione, il Signore è colui che mi introduce ai misteri33 -ερoφαvτε- e lui sigilla l'iniziato col suo sigillo di luce e presenta al suo Padre colui che ha creduto in lui perché lo custodisca nei

25 ?E` stato proposto di leggere l'Antico Testamento sotto un'unica chiave, cioè l'avvenimento pasquale, attorno al quale è sorta la storia del popolo di Dio ed è sorta anche la narrazione scritta di questo popolo, di questo fatto; sotto la stessa angolatura allora si propone di leggere il Nuovo Testamento: i Vangeli, tutti i libri neotestamentari leggerli attorno alla Pasqua di Gesù Cristo.

26 ?Si deve notare il testo di Dt 26,1-19, dove viene sottolineata la liturgia fatta nel santuario, fatta come ritorno a Dio con le primizie, del dono della terra compiuto da Dio; cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 192-193.

27 ?Cf., Col 3,11; si vedano anche Ga 2,19; Col 4,3; 2Tim 3,12.

28 ?Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 204-205.

29 ?Cf., i testi sulla passione di Gesù nei Sinottici, in Gv e nell'Ap.

30 ?Gv 7,37-39; 8,22.

31 ?Gv 2,19-22.

32 ?I testi sopratutto della liturgia bizantina per il Sabato Santo insistono nella nuova creazione -o piuttosto nel rinnovo della creazione- portata a termine da Cristo nella sua passione e risurrezione.

33 ?Colui che introduce ai misteri, colui che porta a termine la mistagogia; nella liturgia delle Chiese il ierofante è il vescovo.

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secoli... Ecco l'eterno Gesù, l'unico nobile grande sacerdote dell'unico Dio che allo stesso tempo è suo Padre, lui prega per tutti... Corriamo, noi che siamo icone -θεoείκελα- del Logos, icone che amano Dio e lo rassomigliano...34.

Cristo, dunque, è l'unico che opera i vari misteri tra i fedeli, l'unico liturgo, il centro e l'unico protagonista dell'anno liturgico35. La realtà teologico-liturgica del Nuovo Testamento viene incentrata tra Eb 9,14: ...quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, i racconti dell'istituzione e finalmente 1Cor 11,24-25: ...fate questo in memoria di me... Attorno alla celebrazione dell'eucaristia nasce la liturgia nuova della comunità cristiana, attorno alla celebrazione sacramentale del mistero pasquale di Cristo nasce dunque la sacramentalità del tempo nella Chiesa.

Non entro in considerazione delle pratiche liturgiche della prima comunità in tanto che questa seguiva ancora da vicino le pratiche giudaiche36, almeno fino alla distruzione del 70 d.C. Vorrei fare qualche accenno alla celebrazione della domenica; non entro in aspetti storici, ma rimango in aspetti teologici. Con altri autori37 possiamo proporre una traduzione più letterale del termine κυριακή μέρα -dies dominica-, non tanto come "giorno del Signore" perché costui sarà infatti il giorno della sua manifestazione gloriosa, quanto "giorno signoriale", cioè giorno in cui la morte e la risurrezione del Signore centrano tutta la sua celebrazione. La domenica, nella prima comunità cristiana pian piano prevarrà sulla celebrazione del sabato38: Gesù, il Signore, con la sua risurrezione chiude il vecchio sabato ed apre il giorno nuovo, giorno in cui lui appare ai discepoli. Questo aspetto ci apre alla celebrazione comunitaria della domenica, celebrazione che viene segnata dalla lettura della Sacra Scrittura, dalle preghiere e dalla frazione del pane39. La domenica, dunque, prende il posto di giorno primo della settimana in parallelo col primo giorno della creazione: la Risurrezione di Cristo diventa la nuova creazione; la domenica è allora il memoriale liturgico della risurrezione: nell'ufficiatura la risurrezione di Cristo è il portante di tutti i testi40; la comunità cristiana, nell'eucaristia, celebra nella domenica la presenza permanente del Risorto. La domenica è anche la pregustazione di quel vero "giorno del Signore" verso cui la comunità già adesso si volge col "marana'tha" dell'Apocalisse41.

34 ?CLEMENTE ALESSANDRINO, Protreptikos XII, GCS 3.1, Leipzig, 1905, pp. 83-85. Testo 4.

35 ?Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., p. 205.

36 ?Cf., Atti 2,46; 3,1ss.

37 ?Cf., T. FEDERICI, Teologia, p. 209.

38 ?Nella liturgia bizantina del sabato sera -cioè vespro della domenica- dopo il lucernario si canta per tre volte il versetto: Dio, il Signore, si è manifestato a noi; benedetto colui che viene nel nome del Signore" .

39 ?Cf., le prime descrizioni delle celebrazioni domenicali all'inizio del II sec. in Ignazio di Antiochia ed in Giustino.

40 ?I testi di tutto l'oktoechos bizantino si centrano attorno alla risurrezione; nell'ufficio notturno viene proclamata sempre una pericope "pasquale" nel vangelo, non quella domenicale.

41 ?Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 211-213; anche J. DANIELOU, Bible et Liturgie, op. cit., pp. 303-328.

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Per i Padri la celebrazione della domenica viene spesso vista in contrapposizione oppure come superamento della celebrazione del sabato; Ignazio di Antiochia, scrivendo ai cristiani di Magnesia accenna:

Coloro che vivevano secondo l'antico ordine di cose sono passati alla nuova speranza, non osservando già il sabato ma la domenica, cioè il giorno in cui la nostra vita è stata innalzata dal Cristo nella sua morte42.

La domenica, dunque diventa giorno cristiano per eccellenza, segnato dalla risurrezione di Cristo dopo il sabato. Domenica giorno della risurrezione, domenica giorno della nuova creazione; abbiamo accennato già ad ambedue i temi43. Eusebio di Alessandria, autore del V sec., mostra la relazione tra il primo giorno della creazione e la domenica come primo giorno della seconda creazione:

Il Giorno Santo della Domenica è la commemorazione del salvatore. Viene chiamato "signoriale" -κυριακή- poiché lui è Signore dei giorni. Infatti prima della passione del Signore non veniva chiamato domenica, ma "primo giorno". In questo giorno il Signore ha cominciato le primizie della creazione del mondo; e nello stesso giorno lui ha dato al mondo le primizie della Risurrezione. Perciò, questo giorno è il principio di tutta l'economia: principio della creazione del mondo, principio della risurrezione, principio della settimana44.

Mentre il sabato commemorava il "riposo" di Dio dopo la creazione, la domenica celebra l'inizio della nuova creazione; per Clemente di Alessandria l'interpretazione del primo giorno della creazione in Gn 1,3: Dio disse: "Sia la luce!" E la luce fu, va in una linea domenicale, cioè il giorno in cui da Dio fu generato il Verbo -il Verbo è la Luce del mondo: domenica giorno della generazione del Verbo, giorno della risurrezione -della nascita del Verbo come primogenito tra i morti45.

I.3. La Pasqua.Facciamo qui soltanto accenno ad alcuni aspetti più salienti attorno alla celebrazione

della Pasqua46. Abbiamo già visto la centralità della risurrezione di Cristo per la comunità cristiana. I Padri, poi, hanno celebrato la Pasqua avendo come centro la risurrezione di Cristo, ma anche in continuità con la realtà e sopratutto la simbolica giudaica: la celebrazione pasquale nella primavera ha già di per se un senso; Ipolito di Roma presenta la primavera -e in modo speciale il mese di Nisan, il primo mese-, come la stagione in cui l'ape elabora il miele e la cera, in cui il marinaio osa affrontare il mare...; ma non è soltanto per questo,

42 ?Magnes., VI,1.

43 ?Cf., Didascalia Apostolorum 113, dove si parla della domenica come giorno anniversario della creazione del mondo.

44 ?PG LXXXVI, 416; cf., J. DANIELOU, Bible et Liturgie, op. cit., p. 338; cf., anche l'innologia latina, p. es. l'inno dell'ufficio matutino domenicale: Primo dierum omnium, quo mundus extat conditus vel quo resurgens Conditor nos, morte victa, liberat; oppure, non così diretto come l'anteriore, l'inno dei lodi domenicali: Aeterne rerum Conditor, noctem diemque qui regis, et temporum das tempora ut alleves fastidium. Tutti questi temi gli ritroveremmo nell'ufficiatura domenicale dell'oktoechos bizantino. Testo 5.

45 ?Cf., CLEMENTE ALESSANDRINO, Stromata VI,16; cf., J. DANIELOU, Bible et Liturgie, op. cit., p. 342.

46 ?Cf., J. DANIELOU, Bible et Liturgie, op. cit., pp. 388-408.17

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bensì perché in questo mese si celebra la Pasqua spirituale, principio, dominazione e capo del tempo... mese in cui questo grande mistero fu consomato e celebrato47.

Eusebio di Cesarea, nel suo Trattato sulla Pasqua, insiste da una parte sulla simbolica naturale della primavera come l'epoca più adatta per la celebrazione della Pasqua: ...la primavera è in relazione a tutto l'anno in qualche maniera quello che la testa è al corpo: il sole comincia a percorrere la prima parte del suo percorso, la luna, da parte sua, nella plenitudine della sua bellezza, trasforma in giorno luminoso il corso della notte. Sono finiti i rigori dell'inverno, sono finite le lunghe notti, sono finite le inondazioni... i campi con le spighe piene di grano e gli alberi carichi di frutti, adorni dai doni di Dio...; dall'altra parte, pero Eusebio è cosciente che non è soltanto la bellezza della primavera che ha portato a mettervi la celebrazione della risurrezione, ma la raggione vera è più teologica/cristiana:

...questo tempo era anche colui della prima creazione del mondo, quando la terra germinò ed apparirono gli astri; in questo tempo anche il Salvatore del mondo celebrò il mistero della sua propria festa e, come un grande astro, sembrò che illuminasse tutta la terra... come per rammentare l'anniversario del cosmo...; e prosegue ancora: E` in questo tempo che la figura -cioè la vecchia Pasqua- diventa realtà: essa conteneva il simbolo dell'immolazione dell'agnello e l'alimento dei pani azimi... Tutte queste cose vengono a compimento nella festa della salvezza. Lui, Cristo, era l'Agnello il cui corpo era sospeso nella croce; ma lui stesso era il sole di giustizia quando la primavera divina ha fatto passare la vita degli uomini dal male al bene. Gli spiriti che portano i popoli alla perdizione hanno cessato di operare assieme ai mali dell'inverno, e l'abbondanza dei frutti nuovi corona la Chiesa coi carismi dello Spirito Santo48.

Nella stessa scia di Eusebio parleranno della Pasqua un Gregorio di Nazianzo nei suoi sermoni sulla Pasqua49.

C'è poi un altro aspetto pasquale a cui vorrei far riferimento: la Pasqua giudaica veniva celebrata il quattordicesimo giorno del mese di Nisan, il giorno dell'equinozio la cui notte non "era coperta dalle tenebre" a causa del plenilunio50; questo tema l'abbiamo già visto un po in Eusebio di Cesarea ed è ripreso pienamente da Gregorio di Nissa nel Sermone sulla Risurrezione in cui, di fronte alle critiche fatte dai giudei di aver cambiato la data della Pasqua dal 14 di Nisan alla domenica successiva51, Gregorio risponde "allegoricamente" di fronte ad una pratica meramente letterale:

Colui che in tutta la settimana della sua vita si astiene dai vizi, allora si separa dalla tenebra. E` questo quello che significa il quattordicesimo giorno del ciclo lunare. E` il giorno in cui la luna è nel pieno; essa non permette allora che né al mattino né alla sera si arrivi dal tutto a notte buia. Infatti prima che i raggi del sole che tramonta spariscano dal tutto, la luna si alza all'altra estremità del cielo ed illumina la terra

47 ?Cf., Ibid., p. 390.

48 ?PG XXIII, 696-697. Testo 6.

49 ?Cf., PG LXXVII, 391-970.

50 ?Il tema simbolico della notte senza tenebre oppure del giorno senza tenebre era stato già adoperato da Filone di Alessandria, cf., De spec. leg., 150.

51 ?Il concilio di Nicea aveva fissato la data della Pasqua la domenica dopo il 14 di Nisan.18

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con la sua luce. Questo ci insegna di praticare durante tutta la settimana della vita l'unica Pasqua e farne un tempo luminoso52.

Gregorio ancora nella sua lettera IV fara un parallelo tra il Natale -momento in cui la luce comincia a superare la tenebra, e dunque inizio simbolico della manifestazione del Sole di giustizia- e la Pasqua -vittoria di Cristo nella sua risurrezione. Il tema pasquale verrà anche accennato nei diversi commenti al salmo 138,12: nox sicut dies illuminabitur, tema che sant'Ambroggio raccoglierà nell'exultet: Haec nox est de qua dictum est: et nox sicut dies illuminabitur.

Qui sarebbe da accennare anche qualcosa sulla controversia attorno alla celebrazione annuale della Pasqua, celebrazione fatta da alcune Chiese nel 14 di Nisan e da altre, in maggioranza, nella domenica successiva, controversia conosciuta col nome di controversia quartodecimana53. Vorrei citare soltanto alcuni titoli di bibliografia. C'è dietro la controversia pasquale così come ci viene presentata da Eusebio un problema semplicemente disciplinare, oppure c'è una controversia piuttosto teologica? Possibilmente un po ambedue le cose, benché la informazione di cui siamo in possesso è assai magra. Sembra chiaro che le Chiese dell'Asia Minore54 celebrano la Pasqua annualmente e lo fanno il 14 di Nisan. Roma e le altre Chiese oppure non fanno una commemorazione annua della Pasqua, oppure la fanno la domenica dopo il 14 di Nisan; ad ogni modo, Roma si mantiene fino a papa Eleuterio (175-189) in una posizione tollerante verso le altre Chiese. La celebrazione annua della Pasqua -nella domenica dopo il 14 Nisan- viene forse introdotta sotto papa Soter (167-174). Sotto papa Vittore (189-200) Roma prende un'attitudine contundente verso le Chiese quartodecimane e prescrive loro -sotto scomunica- la celebrazione domenicale della Pasqua annua. Sottolineo soltanto che la celebrazione domenicale porta a uno stacco tra Passione e Risurrezione, tra Venerdì Santo e Domenica di Pasqua -stacco che i testi liturgici orientali cercano fortemente di sanare-, stacco pure non contemplato dallo stesso Nuovo Testamento; si dovrebbe, in qualche modo, riflettere teologicamente su che cosa hanno significato gli eventi accaduti nella seconda metà del II sec.55. Ad ogni modo, la fissazione di una celebrazione pasquale annua darà luogo alla nascita dell'anno liturgico, dei periodi che precedono e seguono la Pasqua, in breve della sacramentalità del tempo attorno all'evento pasquale56.

52 ?PG XLVI, 628; cf., anche J. DANIELOU, Bible et Liturgie, op. cit., pp. 402-403. Testo 7.

53 ?Sulla controversia quartodecimana si veda per primo il testo di EUSEBIO DI CESAREA, HE V,24,1ss; poi T.J. TALLEY, Le origini dell'anno liturgico, pp. 13-35; R. CANTALAMESSA, L'Omelia "In S. Pascha" dello Pseudo-Ipolito di Roma: Ricerche sulla teologia dell'Asia Minore nella seconda metà del II secolo , Milano, 1967; IDEM, La Pasqua nella chiesa antica, Traditio christiana 4, Torino, 1978; CH. MOHRMANN, Le conflit pascal au IIe siècle: note philologique, in Vigiliae Christianae 16 (1962) 161; M. RICHARD, La question pascale au IIe siècle, in L'Orien Syrien 6 (1961) 179-212.

54 ?La Lettera agli Egiziani del concilio di Nicea indica: Vi diamo il lieto annunzio dell'unità che è stata ristabilita intorno alla festa della Pasqua. Tutti i fratelli dell'Oriente, che prima celebravano la Pasqua con gli ebrei, d'ora in poi la celebreranno con i romani, con noi e con tutti gli altri che l'hanno sempre celebrata con noi, cf., CONCILIORUM OECUMENICORUM DECRETA, Bologna, 1991, p. 19.

55 ?Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 217-218.

56 ?Cf., O. ROUSSEAU, Les Pères et la théologie du temps, in La Maison-Dieu 30 (1952) 36-55.19

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Vorrei dire qualcosa circa la celebrazione liturgica nella città di Gerusalemme che, in qualche modo, diventa il primo testimone sicuro di una celebrazione di un ciclo liturgico. Da una parte dobbiamo sottolineare la centralità di Gerusalemme a partire degli scritti del Nuovo Testamento; Gerusalemme è stato il luogo della Pasqua del Signore57, il luogo del suo ingresso solenne nella città58, il luogo della missione dello Spirito Santo59; la stessa vita di Gesù a Gerusalemme e la vita della Chiesa lì stesso e di lì come missione ai popoli diventano parametro di celebrazioni liturgiche. Dall'altra parte dobbiamo anche affermare che dopo la distruzione del 70 d.C. il centro della vita della Chiesa si espande verso i grandi centri dell'impero: Roma, Alessandria, Antiochia, che saranno, a sua volta, centri di sviluppo delle liturgie e dei diversi cicli liturgici e, allo stesso tempo diminuirà l'importanza della sede gerosolimitana60. Nella prima metà del IV sec., sotto l'imperatore Costantino, viene rivalorizata la città di Gerusalemme ed i suoi luoghi santi di culto, rivalorizazione che avrà il suo influsso anche sulla liturgia delle altre sedi; è da notare l'importanza di tutti l'insieme di edifici costantiniani che darà un senso nuovo alle celebrazioni fatte sui luoghi "storici" in rapporto con la festa che viene celebrata.

Il documento più importante che abbiamo per conoscere il ciclo liturgico gerosolimitano è la Peregrinatio Egeriae61; senza entrare dettagliatamente nello studio del testo, vorrei evidenziarne alcuni fatti che sono direttamente in rapporto col nostro studio. La Peregrinatio è un documento in cui troviamo una descrizione assai dettagliata della vita liturgica giornaliera, settimanale ed annua nella Gerusalemme della fine del IV sec. Le celebrazioni gerosolimitane vanno legate ai fatti salvifici della vita di Gesù ed ai luoghi stessi di questi fatti: Anastasis62 -luogo della Risurrezione-, Golgota -luogo della Crocifissione-, Santa Sion -il luogo speciale della manifestazione dell'amore del Padre per mezzo del suo Figlio attraverso tre doni: il precetto -testimonianza- dell'amore (Gv 13-17), l'eucaristia (Mt 26,26-28 e par., e 1Cor 11,23ss), e il dono dello Spirito Santo (Gv 20,19-23), Imbomon -il luogo dell'Ascensione-, Getsemani -luogo dell'agonia di Gesù-, Lazarion -luogo della tomba di Lazzaro-, Betlemme -luogo della nascita di Gesù63. Attraverso tutti questi luogo si delinea già un ciclo liturgico che viene concretizzato così64:

Epifania (25,6-12): commemorazione della nascita di Gesù -la festa del 25 dicembre non era ancora entrata nel calendario; si celebra una solenne vigilia notturna.

Quaresima (27-29): Tempo di preparazione alla Pasqua di una durata discussa, non chiara. Era segnato dal digiuno e dalla preparazione al battesimo:

57 ?Mt 26-27 e par.

58 ?Mt 21,1-11 e par.

59 ?Atti 2,1ss.

60 ?Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 224-225.

61 ?P. MARAVAL, Égérie, Journal de voyage (Itinéraire), Sources Chrétiennes 296, Paris 1986. Ce ne sono traduzioni in tante lingue: Italiano, russo, inglese, danese, tedesco, greco moderno, catalano, castigliano, polacco, rumeno, portoghese, gagliego...

62 ?Secondo Federici chiamata in modo pessimo dai Crociati "il Santo Sepolcro".

63 ?Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., 226-227.

64 ?Cf., S. Janeras, Egèria, Pelegrinatge. Fundació Bernat Metge 237-238, Barcelona 1986; cf., S. JANERAS, Egèria, pelegrinatge a Terra Santa. Clàssics del Cristianisme, Barcelona 1993, pp. 44-55.

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Infatti l'uso del digiuno è tale qui, durante la Quaresima, che quelli che chiamano ebdomadarii, cioè quelli che praticano il digiuno settimanale, mangiano la domenica, dato che il congedo -fit missa- ha luogo all'ora quinta. Una volta pranzato la domenica, non mangiano fino al sabato mattina, subito dopo essersi comunicati all'Anastasis. Per questi dunque, perché rompano più presto il digiuno, il sabato la celebrazione all'Anastasis si fa prima del levar del sole... L'usanza del digiuno infatti è tale, durante la Quaresima... e quelli che sono, come li chiamano qui apotattiti, uomini e donne, non solo nei giorni di Quaresima, ma durante tutto l'anno, quando mangiano, mangiano una sola volta al giorno...65

Sabato di Lazzaro (29,3-6): Celebrazione ponte tra la Quaresima e la Settimana santa.

Settimana Santa (30-39): Celebrazione dei misteri attorno alla Pasqua di Cristo. Spiegazioni dettagliate dalla domenica delle Palme alla domenica di Pasqua. Vorrei leggere alcuni brani che saranno l'articolazione delle celebrazioni pasquali delle liturgie cristiane:

Il giovedì... si fanno le funzioni che si devono fare: in questo giorno si celebra l'eucaristia al Martyrium e il congedo ha sempre luogo lì circa all'ora decima... Fatto il congedo al Martyrium, si va dietro la Croce, si dice solamente un inno, si fa la preghiera e il vescovo celebra l'eucaristia e tutti fanno la comunione... Ognuno si affretta a tornare a casa propria a mangiare, perché subito dopo aver mangiato, tutti si recano all'Eleona, nella chiesa dove c'è la grotta in cui, proprio in questo giorno, il Signore stette con gli apostoli... quando i galli cominciano a cantare... ci si reca nel luogo dove il Signore pregò, come è scritto nel Vangelo: E avanzò quanto il lancio di una pietra e pregò, ...66.

Ottava di Pasqua (39-40).Pentecoste (43).

Notiamo come tutte le feste celebrate a Gerusalemme sono feste storiche, c'è un'anamnesi del fatto storico "nel giorno e nel luogo"; notiamo anche l'importanza della Sacra Scrittura come punto di riferimento storico e come e come contenuto dell'anamnesi, cioè come Bibbia vissuta nella liturgia67; notiamo anche l'importanza del lezionario che diventerà assai normativo per le Chiese di Oriente68.

65 ?N. NATALUCCI, Egeria, Pellegrinaggio in Terra Santa. Biblioteca Patristica 17, Firenze, 1991, pp. 179-181.

66 ?N. NATALUCCI, Egeria, Pellegrinaggio in Terra Santa. Biblioteca Patristica 17, Firenze, 1991, pp. 195-197.

67 ?Questo aspetto verrà più tardi sottolineato a partire dell'iconografia delle chiese di oriente, una iconografia che è allo stesso tempo biblica e dogmatica.

68 ?Cf., M. TARCHNISHVILI, Le Gran Lectionnaire de l'Eglise de Jérusalem (Ve-VIIIe siècle), CSCO 188/9 e 204/5, LOvanii 1959.

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II. CICLO LITURGICO SIRO OCCIDENTALE.

Il ciclo liturgico siro occidentale corrisponde abbastanza con quello maronita, e non faremmo qui delle diversità, ma ci limiteremo in modo speciale a quello siro. Per quanto riguarda i maroniti accenno al fatto che in principio il ciclo liturgico sarebbe lo stesso dei siri; nella pratica, poi, esso ha subito degli influssi bizantini e sopratutto latini subiti a partire delle missioni mandate loro da Roma oppure chieste da loro.

II.1. Schema generale del ciclo liturgico siro-occidentale.Il ciclo liturgico siro-occidentale è formato di nove periodi; presento qua

schematicamente questi periodi, indicando in linea di massima le pericopi evangeliche che vengono lette nella liturgia:

1. Domeniche della Consacrazione / Dedicazione e del Restauro / Rinnovamento della Chiesa. Sono le domeniche ottava e settima prima del Natale; il rito caldeo ne ha quattro. Domenica della Consacrazione: Mt 16,13-20 (Confessione di Pietro).Domenica del Rinnovamento: Gv 10,22-42 (Figliolanza divina di Gesù).

2. Subbara -annunciazione. Comprende sei domeniche -i caldei ne hanno soltanto quattro-, in cui vengono celebrate le diverse annunciazioni: Annunciazione a Zaccaria: Lc 1,1-25.Annunciazione a Maria: Lc 1,26-38.Visitazione a Elisabetta: Lc 1,39-56.Nascita di Giovanni Battista: Lc 1,56-70.Annunciazione a Giuseppe (chiamata anche domenica del sonno): Mt 1,18-25.Domenica della genealogia di Nostro Signore Gesù Cristo: Mt 1,1-17.

3. Tempo di Natale -i caldei non lo consideravano come un tempo diverso, ma in certo senso unito al subbara. Comprende il giorno di Natale e 2/3 domeniche:Natale: Gv 1,1-17.Domenica del ritrovamento nel Tempio: Lc 2,39-52.Domenica prima dell'Epifania: Lc 3,1-9 (predicazione di Giovanni).

4. Denha -manifestazione, Epifania. Si svolge tra l'Epifania e la pre-quaresima. Benché la celebrazione natalizia ha entrato in Oriente forse alla fine del IV sec., -nel 386 Giovanni Crisostomo ad Antiochia parla della duplice celebrazione, quella del 25 dicembre e quella del 6 gennaio-, la celebrazione del 6 gennaio rimane come celebrazione dell'Epifania trinitaria al Giordano. Le domeniche che vanno dall'Epifania all'inizio della pre-quaresima sono chiamate domeniche dei battezzati.Epifania: Lc 3,15-22 (battesimo di Gesù).

5. Pre-Quaresima. Comprende tre domeniche -oppure i venerdì consecutivi- in cui vengono commemorati i sacerdoti defunti, i forestieri defunti ed i fedeli defunti. Nei tre primi giorni della prima di queste tre settimane si osserva il "Digiuno dei Niniviti".

6. Periodo della Quaresima. Comprende sei domeniche, che portano il nome della pericope evangelica che viene letta:

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I0 Delle nozze di Canna: Gv 2,1-11.II0 Della guarigione del lebbroso: Lc 5,12-17.III0 Della guarigione del paralitico: Mc 2,1-12.IV0 Della guarigione del servo del centurione: Lc 7,1-10V0 Della risurrezione del figlio della vedova di Nain: Lc 7,11-18.VI0 Della guarigione del cieco nato: Mc 10,46-52.Dopo la Quaresima viene celebrata la Settimana Santa che ha inizio con la Domenica degli Osanna; le celebrazioni vengono incentrate attorno ai tre giorni: Pasqua dei Misteri (Giovedì): Liturgia: Gv 13,31-33 + Lc 22,28-30 + Mt 26,17-30 (congedo di Gesù, complotto contro Gesù, tradimento ed istituzione dell'eucaristia); lavanda dei piedi: Gv 13,1-19.Grande Venerdì della Crocifissione (Venerdì):Mt 27 + Mc 15 + Lc 23 + Gv 19.Sabato delle luci (Sabato): Mt 28.Come per i caldei, anche il Giovedì Santo e il Venerdì Santo vengono lette pericope evangeliche messe assieme a partire dei racconti dei quattro evangelisti.

7. Tempo di Pasqua. L'ottava di Pasqua viene chiamata "settimana bianca", e i siri celebrano il venerdì di questa settimana la festa di tutti i santi. Le domeniche con le loro pericopi sono:Domenica di Pasqua: Mc 16,1-9 (annuncio della risurrezione).Domenica nuova: Gv 20, 26-31 (Apparizione ai Dodici, con Tommaso).Domenica II dopo Pasqua: Gv 21, 1-14 (Apparizione sul lago di Tiberiade).Domenica III dopo Pasqua: Mc 2, 13-22 (Vocazione di Levi).Domenica IV dopo Pasqua: Gv 4, 31-38 (Il vero cibo -la samaritana).Domenica V dopo Pasqua: Lc 9, 51-62 (Esigenze della vocazione apostolica).Ascensione: Mc 16, 14-20 (Congedo, missione dei Dodici ed Ascensione).Domenica dopo l'Ascensione: Gv 13, 31-36 (Congedo di Gesù ai discepoli).Pentecoste: Gv 16, 4-15 (La venuta del Paraclito).

8. Tempo dalla Pentecoste all'esaltazione della Santa Croce. Tempo diviso, come i caldei, in due periodi: Domeniche degli apostoli (7 domeniche) e Domeniche dell'estate (6/10 domeniche, secondo la Pasqua); in questo periodo vengono celebrate tre feste importanti: la Trasfigurazione (6 agosto), la Signoria di Maria (15 agosto), l'Esaltazione della Santa Croce (14 settembre).

9. Tempo dall'esaltazione della Santa Croce fino alle domeniche della Dedicazione.

II.2. Ciclo settimanale. Feste dei santi.Prima di entrare in considerazione di alcune parti del ciclo liturgico siro occidentale,

vorrei dire qualcosa sulla settimana e le celebrazioni dei santi. La settimana nella liturgia siriaca gira attorno alla domenica come giorno della celebrazione della risurrezione del Signore; non ha preso la denominazione tipica di "giorno / signoriale oppure del Signore" ma conserva la forma siriaca "primo giorno della settimana" Abcb dx ; nella domenica si farà la sinassi, si leggeranno le Scritture e si offrirà il Sacrificio, poiché è nella domenica che avrà

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luogo la sua seconda venuta69. Sono sopratutto i testi liturgici che ci sottolineano questa realtà festiva della domenica70:

E` grande la domenica, Signore, grande ed adorabile, e beato colui che l'osserva con fede, poiché è in questo giorno che Nostro Signore risuscitò dal sepolcro e riscattò la sua Chiesa, ed ecco che essa canta per sempre la sua lode.71

Invece di Sion, che fu ripudiata, lui scelse la Chiesa, e si è compiaciuto in essa. L'edificò sull'altezza delle sue compiacenze... E` infatti nella domenica della risurrezione che tutte queste grazie sono venute sull'umanità. Ecco perché conviene di onorare questo giorno, il primo fra tutti. E` pieno di misteri; dobbiamo offrirgli i nostri omaggi...72

Per quanto riguarda il sabato, già nel IV sec. era giorno di celebrazione eucaristica73; nella chiesa siriaca questo è così anche per i sabati di quaresima in cui, insieme alla domenica viene sempre celebrata l'eucaristia. Il sabato conserva, nella liturgia siriaca il senso di riposo74

dalle opere adempiute; questo giorno è consacrato in modo speciale alle celebrazioni dei santi, poiché essi sono entrati nel riposo di Dio.

Proemio: Che siamo degni di offrire la lode, la confessione, la gloria, l'onore e l'esaltazione incessantemente, senza posa, in ogni tempo ed in ogni luogo a l'unico Padre nascosto, che abita nelle anime di coloro che lo temono, all'unico Figlio adorabile che risiede nelle ossa dei santi, all'unico Spirito Santo che intreccia le corone di gloria per i suoi eroi, a lui confessiamo e lodiamo adesso e in tutte le feste, in ogni tempo, in ogni ora ed in ogni momento dei giorni della nostra vita.Sedro: Diamo lode ai profeti, agli apostoli, ai santi martiri e cantiamo sotto l'ispirazione dello Spirito Santo. Poiché la nostra eloquenza non può ed il nostro spirito è preso dall'immondizia del peccato, noi non possiamo lodargli come bisogna. Loro presentano, per noi, delle domande e delle suppliche e, per il fatto che hanno potere sul tesoro del loro Signore, offriamo loro le nostre preghiere, innalziamo a loro le nostre suppliche affinché chiedano al loro Signore di agire il perdono dei peccati e la remissione delle colpe verso di noi e verso tutti i figli della santa Chiesa, e così, loro e noi potremo presentare la nostra lode al Padre adorabile che innalza loro, al Figlio, Cristo, che corona loro, allo Spirito Santo che porta a buon termine i loro combattimenti, adesso e sempre e nei seccoli dei seccoli. Amen.75

69 ?BAR-HEBREUS, Nomocanon; P. Bedjan (Ed.), pp. 58.

70 ?Il patriarca maronita Stefano Douaihi (XVII sec.) fa l'enumerazione dei fatti salvifici adempiuti la domenica: Creazione del cielo e la terra (primo giorno della creazione), fermata dell'arca sul monte Ararat, passaggio del Mar Rosso, caduta della Manna, nascita del Signore, apparizione della stella ai magi, battesimo di Gesù, miracolo di Canna, moltiplicazione dei pani, ingresso di Gesù al tempio, risurrezione di Gesù, apparizione agli apostoli, discesa dello Spirito sugli apostoli, giudizio finale, cf., J. TOMAJEAN, La semaine, op. cit., pp.100-101.

71 ?Shehimo (comune del breviario), ed. Tappouni, p. 64. Testo 11.

72 ?Efrem, Ed. LAMY, I, 541. Testo 11.

73 ?APHRAATES, Demonstrationes, ed. Parisot, Patrologia Syriaca I.

74 ?Cf., Eb 3-4.

75 ?Sedro dei santi.24

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Altri due giorni hanno aspetti particolari: venerdì e mercoledì. La Didaché e le Costituzioni Apostoliche parlano di questi due giorni come giorni di digiuno, in opposizione al digiuno giudaico del martedì e giovedì. Il mercoledì è consacrato, in più, alla memoria della Madre di Dio:

Proemio: Che siamo degni di offrire la lode, la confessione, la gloria, l'onore e l'esaltazione incessantemente, senza posa, in ogni tempo ed in ogni luogo a quella luce immortale, riflesso76 della luce divina, che dal seno della Vergine e dal suo grembo materno ha dato il frutto della vita; al bambino ammirabile che magnifica ed esalta la memoria di sua Madre nel cielo e sulla terra, a lui lo confessiamo e lo lodiamo adesso, in tutte le feste, in ogni tempo, in ogni ora ed in ogni momento dei giorni della nostra vita.Sedro: Quale lingua potrebbe esaurire i motivi della nostra lode, Vergine pura, piena di bellezza, Madre di Cristo il nostro Salvatore, lui che per mezzo della sua manifestazione salvifica ha allontanato da noi la tenebra del peccato e della perdizione. Noi ti confessiamo, fonte di vita, fontana di salvezza, campo benedetto, scala che sale fino in cielo, e, ammirando tutto questo, diciamo: Sei benedetta, nave carnale in cui discese il Signore degli angeli; sei benedetta, roveto spirituale di cui apparse l'arca del cielo. E adesso, piena di grazia, assieme a noi, supplica il tuo Figlio, che da te si manifestò, che per la sua misericordia allontani i nostri peccati, e nella sua tenerezza faccia sparire le nostre mancanze, e che a noi e ai nostri morti ci faccia degni del rifugio della Gerusalemme del cielo e del grembo di Abramo, poiché dalla nostra bocca gli diamo gloria e lode, e al suo Padre e al suo Santo Spirito, adesso e sempre e nei secoli dei secoli.77

Il venerdì è un giorno specialmente consacrato alla memoria della passione di Gesù e anche ai martiri, specialmente associati a questa passione:

Dimmi dunque, o venerdì, per ché tutte le Chiese del mondo ti venerano? Per il fatto che in questo giorno fu creato Adamo, capo del genere umano, e anche in questo giorno lui entrò nel paradiso e gli angeli si prosternarono di fronte a lui. Anche in questo giorno fu crocifisso l'Unigenito e riscattò il mondo.78

Lunedì, martedì e giovedì sono giorni di lavoro, di fatica, in certo senso di penitenza.

Il culto dei santi nelle chiese siro occidentali, come d'altronde in quelle siro orientali, sottolinea sempre il fatto della configurazione del fedele cristiano col santo -martire- festeggiato; in un antico rituale siriaco di professione monastica troviamo il legame tra l'impegno del monaco e la polvere che gli viene imposta sul capo, presa dalla tomba dei martiri:

Nel Nome della Trinità gloriosa, santifica, Signore Dio nostro, questa polvere terrestre, affinché il tuo servo, segnato con essa, rigetti da lui, in tanto che è possibile, la natura terrestre, e che lui rivesta l'ignea natura celeste, che sia

76 ?Anche: "che esce", "che germina".

77 ?Sedro della Madre di Dio. Testo 13.

78 ?Ora di terza dell'ufficio feriale di venerdì. Testo 14.25

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annoverato tra gli eletti, segnati col segno della tua forza, e che ti offra come sacrifici perfetti il suo spirito e il suo lavoro79.

A livello più strettamente liturgico, pero, ambedue le tradizioni siriache danno un posto piuttosto ristretto alla memoria dei santi lungo il ciclo liturgico e questa è sempre legata al mistero salvifico che trova in Cristo il suo unico centro. Per le Chiese siro occidentali, però, lo sviluppo del santorale è stato assai più largo che nelle Chiese siro orientali, sopratutto per il fatto di trovarsi in un ambiente favorevole e non ostile alla fede cristiana, fatto che permetteva di edificare grandi edifici sulle tombe dei martiri e degli asceti più celebri e di organizzarvi dei pellegrinaggi80. Il santorale siro occidentale ha delle feste fisse per i santi, e poi delle commemorazioni settimanali -nei diversi giorni- per diverse categorie dei santi. Anche nell'anafora eucaristica la commemorazione dei santi ha preso un posto importante, sopratutto i dottori che, come gli apostoli, hanno difeso la vera fede:

Gli Apostoli presentano la loro supplica a colui che ha loro scelto, affinché lui spenga i scismi e le eresie nella Chiesa e tra i suoi figli. Ecco che da tutte le parti dei avversari accerchiano la Chiesa, e cercano di spegnere la fede che gli Apostoli hanno predicato. Che la tua verità, Signore, sia il crogiuolo dove tu esaminerai le loro parole come l'oro; allora i sacerdoti grideranno magnificamente: Benedetto colui che ha onorato la Chiesa81.

Ricordiamo anche coloro che tra i santi si addormentarono beatamente; coloro che custodirono e ci trasmisero la fede apostolica; proclamiamo i santi sinodi ecumenici di Nicea, Costantinopoli, Efeso, e tutti gli altri santi sinodi; commemoriamo i nostri padri: l'apostolo e martire Giacomo, Ignazio, Clemente, Dionigi, Atanasio, Giulio, Basilio, Gregorio, Eustatio, Teofilo, Giovanni, Cirillo; e i nostri santi: Mar Efrem, Mar Giacomo, Mar Isacco e coloro che prima, dopo e con loro hanno custodito pura e inalterata la fede e ce l'hanno trasmessa: le loro preghiere siano per noi di protezione82.

Notiamo l'aspetto teologico di tasmissori della fede applicato ai santi.

II.3. Domeniche della Dedicazione e Ciclo del Subbara.Vorrei dedicare un po di tempo all'aprofondimento di alcuni aspetti delle due

domeniche della "Dedicazione" e delle domeniche del "Subbara" -Arbws-. Come è stato visto nell'introduzione, le Chiese di tradizione siriaca hanno in comune diverse domeniche cosiddette della Dedicazione che aprono -siri occidentali- o chiudono -siri orientali- il ciclo liturgico. L'origine di queste feste non è per niente chiaro: si tratta della dedicazione della chiesa di Edessa oppure di quella di Seleucia-Ctesifonte, oppure dell'Anastasis di Gerusalemme? Nel lezionario armeno di Gerusalemme del V sec., si trova la rubrica in cui si indica che tra novembre e dicembre si celebra la dedicazione di tutti gli altari cristiani83,

79 ?Cf., I-H. DALMAIS, Le culte des saints, op. cit., 81.

80 ?Cf., I. PEÑA, La desconcertante vida de los monjes sirios. Siglos IV-VI, Sigueme, Salamanca 1985, (ce n'è trad. italiana).

81 ?Sedro di mercoledì al vespro. Testo 16.

82 ?Anafora di san Giacomo, intercessioni diaconali. Testo 17.

83 ?Cf., F.C. CONYBEARE, Rituale Armenorum, Oxford 1905, p. 526.26

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periodo in cui anche i giudei celebravano la dedicazione del Tempio; nello steso rituale armeno le letture scelte per questa festa sono assai chiare: Eb 13,10-13: Noi abbiamo un altare del quale non hanno alcun diritto di mangiare quelli che sono al servizio del Tabernacolo..., e Mt 23,13-22: Guai a voi scribi e farisei ipocriti...; sono testi polemici contro i giudei che ci mostrano che siamo in ambiente possibilmente gerosolimitano in cui, per evitare dei rapporti dei cristiani con i giudei per la festa della dedicazione del tempio, viene loro proposta la celebrazione della dedicazione di tutti gli altari. Le domeniche della Dedicazione delle Chiese siriache hanno possibilmente quest'origine gerosolimitana, benché hanno perso il contesto di polemica anti giudea.

A partire della situazione attorno a l'inizio di dicembre di questa festa della dedicazione e dello sviluppo progressivo dell'Avvento nelle Chiese siriache -sviluppo che ha luogo tra 450 e 600-, la o le domeniche della dedicazione hanno avuto un retrocesso cronologico verso la metà oppure l'inizio di novembre. Staccata spazialmente e cronologicamente da un contesto polemico, la festa ha preso un senso nuovo: la chiesa materiale come simbolo della Chiesa realtà spirituale.

Attualmente nel ciclo liturgico siro occidentale le domeniche sono due, l'ottava e settima prima del Natale84. Le pericopi bibliche proposte sono:

Domenica della Consacrazione: Es 40,1-16.34-35 (Erezione e consacrazione del Santuario).1Re 7,51-8,11 (Trasferimento dell'arca).Ez 43,27-44,4 (La porta chiusa del santuario).Eb 8,1-12 (Il nuovo sacerdozio, il nuovo Santuario).Mt 16,13-20 (Confessione di Pietro).

Domenica del Rinnovamento: Es 31,18; 32,1-6 (Consegna delle tavole; il vitello d'oro).1Re 18, 10-29 (Elia e il sacrificio al Carmelo).Pr 3,19-24 (Fiducia in Dio).Eb 9,1-14 (Cristo nel santuario del cielo).Gv 10,22-42 (Figliolanza divina di Gesù).85

I temi che troviamo in ambedue le domeniche sono molto simili e non formano che un unico mistero: l'inizio del cammino della Chiesa nella preghiera e nella lode, verso Cristo nella sua centralità pasquale86. Il tema sponsale -applicato anche all'incarnazione del Verbo-, sarà presente in modo largo nei testi delle due domeniche87:

84 ?Per quanto riguarda i nomi dati a queste domeniche, i testi siriaci sono: "Santificazione della Chiesa" per la prima domenica e "Rinnovamento della Chiesa" per la seconda; non c'è un accordo tra i traduttori: "consacrazione", "dedicazione" per la prima, "dedicazione", "rinnovamento" per la seconda...

85 ?Testo 18.

86 ?Cf., G. KHOURI-SARKIS, La fête de l'Église, op. cit., p. 186.

87 ?BALDANZA, G., La metafora sponsale in S. Paolo e nella tradizione liturgica siriaca , Bibliotheca *Ephemerides Liturgicae+ subsidia 114, Edizioni Liturgiche, Roma, 2001.

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O Chiesa fedele, come sei bella e adorna, sposata al tuo Sposo, Cristo... sei colorata dal sangue dei martiri, raffermata dagli insegnamenti provati, e ti compiaci dal pane celeste del Dio Altissimo... O Santa Chiesa, canta la gloria dello Sposo che nel suo amore ti ha sposato, ti ha salvato con la sua croce vivificante e ha deposto in te il suo Corpo ed il suo Sangue, calice di salvezza, perdono per i credenti...88

Le due invocazioni della Chiesa: O Chiesa fedele... O Santa Chiesa contengono tre punti centrali e in certo modo paralleli: 1. martiri, 2. insegnamento provato, 3. eucaristia; 1. salvezza dalla croce, 2. sposa, 3. eucaristia.

Un primo aspetto a sottolineare è la prefigurazione veterotestamentaria della Chiesa; la liturgia siro occidentale farà largamente un'esegesi allegorica della Scrittura, specialmente del Vecchio Testamento. La Chiesa viene prefigurata dai fatti veterotestamentari e allo stesso tempo viene contrapposta al culto giudaico:

A te la lode, Gesù Cristo, rocca ferma e inespugnabile su di cui è stata fondata la Santa Chiesa. Essa è prefigurata dalla roccia della quale Mosè fecce sgorgare mirabilmente dodici ruscelli per dare da bere all'ingrato Israele. Essa possiede i fiumi mistici dell'Eden che per la rettitudine della dottrina spande una bevanda divina... Non è appoggiata su colonne di bronzo o di ferro, ma sui profeti che hanno rivelato le cose segrete, sugli apostoli predicatori dei misteri e sui martiri che hanno seguito le orme di Cristo... Essa non si gloria di avere il candeliere delle sette braccia, ma il sole di giustizia e le stelle del mattino che sono i dottori ispirati dallo Spirito Santo...89.

Notiamo alcuni aspetti:-La Chiesa fondata su Cristo.-Prefigurata dal Vecchio Testamento.-Possiede la rettitudine della dottrina.-Questa rettitudine della fede viene dalla testimonianza dei santi.-Opposta a Israele.

Oggi Isaia si rallegra in te, Santa Chiesa, lui che aveva detto di te dicendo che i popoli e i re verrebbero per onorarti... Il profeta Isaia ha annunciato la Chiesa fedele. Ecco che i popoli da tutte le parti si radunano e vengono da te. Ti portano i loro figli e le loro figlie che si erano dispersi seguendo gli idoli... E lo Spirito Santo ti santificherà da ogni macchia e abiterà in te affinché per mezzo di lui tu serva la Santa Trinità...90

Un secondo aspetto da sottolineare è la Chiesa vista come fonte/luogo della luce e della verità, essa trasmette la vera fede91, essa è il luogo dei sacramenti:

88 ?Canoni dei salmi 45 e 140 del vespro della prima domenica. Testo 19.

89 ?Sedro del vespro della prima domenica. Testo 20.

90 ?Sedro della seconda domenica al vespro. Testo 21.

91 ?L'introduzione alla professione di fede nella celebrazione eucaristica va introdotta sempre da un'esortazione a proclamare la "fede vera".

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Chiesa Santa, sposa piena di luce, alzati e riceve i tuoi veri pastori che nel loro zelo hanno ricevuto la scienza divina... Fai ritornare coloro che si sono deviati dalla verità, compiaciti nell'Agnello di Dio così come ti è stato tramandato dagli Apostoli e dai Padri santi, e allontana da te colui che abbandona la vera fede92.Questa Chiesa Davide la cantava -salmo 44-, questa figlia del re, adornata non in modo figurato, come la tenda di Mosè, ma dal mantello splendido della fede, il battesimo, i doni dello Spirito Santo, il santo Altare e il sangue dell'Agnello senza macchia, suo sposo, Re dei re, e dalle stelle che sono i dottori ispirati dallo Spirito Santo...93.

Lo Sposo che fa festa prepara il vitello grasso e chiama gli invitati a rallegrarsi con lui. Questo sposo celeste ha preparato un banchetto. Gli invitati si rallegrano nelle vigilie, nei digiuni e nelle preghiere. Lui ha diviso il suo corpo e si è fatto cibo; ha preparato col suo sangue una bevanda, e da questo sangue i popoli sono stati riscat-tati...94

La Chiesa loda e dice: Non temo il maligno. Infatti alte mura mi circondano. Dio abita in me e l'altare santo è stato fissato in me e sono presso di me le ossa dei santi. E la croce santa che io adoro, essa mi protegge...95.

Per quanto riguarda le domeniche del ciclo del subara, vorrei indicare i testi biblici e alcuni aspetti dei testi dell'ufficiatura96. Le pericopi bibliche sono:

Annunciazione a Zaccaria: Gn 15,1-18 (Le promesse ad Abramo).Pr 1,1-19 (Raccomandazioni della sapienza).Is 66,12-24 (Promessa di prosperità).Rm 4,13-25 (La legge data ad Abramo).Lc 1,1-25 (Annunzio a Zaccaria).I testi della Sacra Scrittura ci situano attorno alle promesse fatte da Dio, promesse che

troveranno adempimento lungo i diversi annunzi delle domeniche successive, come per sottolineare il progresso del cristiano nella conoscenza del mistero di Dio: progressiva manifestazione del Verbo // progressiva crescita del cristiano.

Lode a te, Cristo Dio nostro. Tu hai manifestato chiaramente alla tua Chiesa santa il mistero della tua economia e la realtà della tua venuta che ci riempie di gioia. Essa ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e per la tua misericordia ci ha fatti figli tuoi. Quando arrivò il tempo della tua vera manifestazione, hai mandato Gabriele, il primo degli angeli, al sacerdote Zaccaria per dargli la buona novella della nascita di Giovanni il tuo precursore; e gli disse: "Non temere Zaccaria, poiché la tua preghiera è stata esaudita e la tua moglie partorirà un figlio e lo chiamerai Giovanni.

92 ?Canone del salmo 45 della prima domenica. Testo 22.

93 ?Sedro della prima domenica al vespro. Testo 23.

94 ?Sedro della prima domenica al vespro. Testo 24.

95 ?Sedro della seconda domenica al vespro. Testo 25.

96 ?Cf., I-H., DALMAIS, Le temps de préparation, op. cit., pp. 30-36.29

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Molti si rallegreranno della sua nascita poiché porterà loro alla conoscenza del Signore Dio di Israele"97.

Notiamo le espressioni come:-Cristo Dio nostro, tipica di una Chiesa di confessione anticalcedoniana.-Mistero dell'economia/realtà della venuta.-Figliolanza dei fedeli verso Cristo per mezzo della Chiesa.-Porterà alla conoscenza del Signore... Cambia il testo biblico: ricondurrà i figli al

Signore (Lc 1,16).

Annunciazione a Maria: Gn 3,1-19 (Peccato).Is 7,10-17 (Il segno di Acaz).Is 8,1-4; 9,1-3 (Figlio di Isaia; promessa di liberazione).Gal 3,15-29 (Legge e promessa).Lc 1,26-38 (Annunzio a Maria).La domenica dell'annunzio a Maria sottolinea la realtà della venuta del Signore:Lode al Messia, Figlio eterno, senza principio. Dalla sua volontà, per la nostra salvezza, venne ad abitare nel grembo della Vergine, per la voce del capo degli angeli, per volontà di suo Padre e per opera dello Spirito santo. Senza cambiamento, incarnato dalla Vergine e dallo Spirito Santo, è apparso come uomo nel mondo, facendo della terra un secondo cielo. Oggi, insieme a Gabriele, noi la glorifichiamo... Noi ti lodiamo o Dio eccelso che abiti in una luce inaccessibile, te che sei misericordioso e compassionevole... e hai disposto a nostro favore questa nuova economia... E in questo giorno noi diciamo... a Maria, madre del nostro Signore: noi ti salutiamo, piena di grazia, il Signore è con te... noi ti salutiamo, piena di grazia, madre del Creatore del mondo intero;... noi ti salutiamo vello benedetto che hai accolto il Verbo di Dio come la rugiada;... noi ti salutiamo, collina sacra da dove si è staccata la roccia senza intervento umano;... noi ti salutiamo, dolce colomba, poiché il tuo Creatore ha cresciuto nel tuo seno, come un bambino; noi ti salutiamo, luce di coloro che siedono nelle tenebre e nell'ombra della morte... noi ti salutiamo, bella tra le donne, piena dei favori divini...98

Notiamo sopratutto i titoli dati a Maria:-Piena di grazia, Madre del Creatore, vello benedetto, collina sacra, dolce colomba,

luce, bella tra le donne (cf. salmo 44). Sono tutti titoli legati alla realtà cristologica della maternità di Maria.

Visitazione a Elisabetta: Es 19,1-13 (Promessa dell'alleanza).Is 6,1-12 (Vocazione di Isaia).Ger 11,1-8 (Parole dell'alleanza).Eb 11,1-11 (Esempio della fede).Lc 1,39-56 (Visitazione a Elisabetta).

97 ?Lc 1,13-16; sedro del vespro della domenica dell'annunzio a Zaccaria. Testo 27.

98 ?Sedro del vespro della domenica del annunzio a Maria. Testo 28.30

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I testi di questa domenica fanno progredire nella comprensione del mistero dell'economia divina:

Elisabetta esclamò: Con quali parole potrò proclamare perfettamente la gloria dei misteri che si compiono in te? Per te viene cancellato il documento che Eva nostra madre aveva scritto, per te finisce la maledizione... Per questo io adoro il tuo grembo, e a colui che vi abita io dico: Dio dei nostri padri che ti sei manifestato a noi, benedetto per sempre99.

Lode a Dio che si è incarnato per concepirci, per sua grazia, a una figliolanza spirituale e accordarci una nuova nascita divina per l'abbondanza della sua misericordia. Lui, senza limite, ha voluto lasciarsi limitare nel seno di sua Madre...100.

Nascita di Giovanni Battista: Es 24,1-18 (Conclusione dell'alleanza).1Sam 1,1-18 (Promessa a Anna).Is 40,1-8 (Annuncio di liberazione).Ga 4,19-27 (Agar e Sara)Lc 1,56-70 (Nascita di Giovanni).

La nascita di Giovanni diventa motivo di gioia e preannuncio della nascita di Cristo:Quando arrivò per il Verbo il tempo della sua manifestazione, una parola fu mandata per una nascita, come è stato detto: dà un frutto a colei che era avanzata negli anni e rallegra la sua attesa; è gioia alla madre che partorisce un frutto desiderabile e desiderato101.

Notiamo il contrasto, tipico nella lingua siriaca, tra due parole sinonimi: verbo e parola.

Annunciazione a Giuseppe ( anche domenica del sonno): Gn 9,18-28 (Noè e i suoi figli).2Sam 22,26-51 (Salmo di Davide).Is 56,1-7 (Promessa di Dio).Eb 6,9-20 (Parole di speranza).Mt 1,18-25 (Annuncio a Giuseppe).Il dubbio di Giuseppe viene a sottolineare il mistero nascosto nell'economia di Dio; i

testi sottolineano sopratutto la virginità di Maria, possibilmente di fronte ad ambienti giudei della Siria e di Antiochia.

Domenica della genealogia di Nostro Signore Gesù Cristo: Gb (promessa del Redentore).Ger (Provvidenza di Dio).Davide ().Fil 2,5-12 (Kenosi di Cristo).

99 ?Canone del salmo 140, vespro della domenica della visitazione. Testo 29.

100 ?Sedro del vespro della domenica della visitazione. Testo 29.

101 ?Preghiere di San Giacomo. Testo 30.31

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Mt 1,1-17 (Genealogia).102

Lode a Dio, Verbo eterno, che è nato dalla Vergine senza cambiamento di natura. E` nato come uomo senza perdere la sua divinità; fu avvolto in panni e succhiò il latte come i bambini. La sua nascita riempì di gioia le altezze e le profondità... Figlio del Padre, Verbo eterno, nato dalla sua sostanza prima dei secoli, dei tempi e delle generazioni; te che sei al di là di qualsiasi ragionamento umano, hai voluto nascere dalla Vergine pura non sposata a causa del tuo grande amore per la nostra razza umana... Tu sei nato nell'umile Betlemme, te che riempi i cieli; hai voluto dormire in una miserabile grotta, tu che avanzi sui cherubini... hai voluto essere avvolto in panni, tu che riempi la terra dei colori diversi e hai messo nel cielo le stelle...103.

II.4. Settimana Santa e Pasqua.La liturgia della quaresima nella Chiesa siro occidentale inizia il cosiddetto lunedì

dell'olio, cioè il lunedì dopo la domenica di Cana, e viene effettuata una unzione con oleo -possibile rimasuglio dell'unzione quaresimale dei catecumeni- e una eco del testo di Mt 6,17: Tu quando digiuni, profumati la testa, lavati il volto... La liturgia eucaristica si celebra soltanto nel sabato e nella domenica e in alcune altre grandi feste (Quaranta martiri di Sebaste 9-III, Annunciazione 25-III); negli altri giorni, nella sera, veniva celebrata -oggi quasi sparita- una liturgia dei presantificati.

La liturgia quaresimale siro occidentale ha un orientamento doppio: uno per i giorni feriali, in cui viene sottolineato l'aspetto penitenziale e di compunzione, ed uno per le domeniche, in cui vengono messe in rilievo le prove sensibili e meravigliose della missione di Cristo: i miracoli104. Sono preferentemente guarigioni corporali, simboli, esse, delle malattie dell'anima105. Volutamente la liturgia siriaca vuol contrastare o sottolineare l'aspetto in Cristo di taumaturgo e di giudice106; si vuol anche sottolineare la divinità di Cristo in un ambiente di contrasti post calcedoniani107:

Medico buono che tutto guarisci per il pentimento, Signore, sovranamente buono e principe dei medici, fonte di vita e principio di guarigione, che guarisci le nostre anime per mezzo delle malattie corporali... Tu che per la tua grande misericordia verso di noi ti sei voluto unire alla nostra carne e prendere le nostre malattie e le nostre sofferenze. Tu che sei stato chiamato samaritano per noi, e, per liberarci dalle piaghe dei nostri peccati hai versato su di esse olio e vino misteriosi. Tu, medico dei cuori e guaritore delle sofferenze... Tu ci hai segnati col segno della croce, sigillato col sigillo del santo oleo, alimentato col tuo corpo e il tuo sangue; abbellisci le nostre anime con lo splendore della tua santità; proteggici da ogni caduta e da ogni macchia... e facci arrivare all'eredità beata riservata a coloro che hanno fatto opere di penitenza108 .

102 ?Testo 26.

103 ?Serdo del vespro della domenica prima di Natale. Testo 31.

104 ?Cf., testo 10.6.

105 ?Si vedano tutte le volte che viene presentato il tema di Cristo medico.

106 ?Nelle ferie quaresimali si leggono i cc. 5-7 di Mt.

107 ?Cf., J. TOMAJEAN, Les dimanches du carême, op. cit., pp.357-359.

108 ?Preghiera di terza, domeniche di Quaresima. Testo 32.32

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La Settimana Santa siro occidentale109 si apre il Sabato di Lazzaro, cioè il sabato prima della Domenica degli Osanna. Lo svolgimento della settimana va dalla Domenica degli Osanna fino alla Domenica di Pasqua. Vorrei sottolineare alcuni aspetti liturgico teologici delle celebrazioni. La liturgia siriaca contempla, lungo la settimana santa, tutti i fatti che hanno preparato, accompagnato e simbolizzato la passione del Signore, allo stesso modo che le domeniche della Dedicazione e degli annunzi lo avevano fatto per la sua nascita. La settimana Santa siro occidentale è volutamente la controbilancia del Subara.

Domenica degli Osanna. Come è stato accennato la domenica degli Osanna è un giorno di gioia e non di tristezza; non ci sono riferimenti alla morte del Signore, poiché è una celebrazione piuttosto della regalità del Signore, non della sua sconfitta. Nella liturgia eucaristica viene celebrata la benedizione e la processione delle palme110:

Giacobbe legò l'asino al ceppo di una vigna e aspettò. Venne Zaccaria che lo sciolse e lo diede al suo Signore.Il profeta lo diede al suo Signore e costui lo montò,e Zaccaria camminava davanti gridando: "Riceve il tuo Re".

Sion dice: "Perché viene? Io non l'ho chiamato".Il profeta dice: "E` il tuo Re e viene a regnare".Sion dice: "Io non voglio che lui regni su di me".Il profeta risponde: "Lui regnerà sulla Chiesa e a te, ti abbandonerà".

Sion dice: "Io non gli aprirò le mie porte e lui non entrerà".Il profeta risponde: "La Chiesa gli aprirà le sue e lo riceverà".Sion dice: "Se lui entra entro le mie mura, lo crocifiggerò".Il profeta risponde: "Ma la sua croce vive e essa ti annienterà".111

Lunedì Santo. Di questo giorno vorrei sottolineare la cerimonia chiamata delle "Lampade"112 -aryhn-. Nella sera della domenica, vespro di lunedì, la chiesa è stata spogliata dalla gioia delle palme; sullo sfondo dell'altare viene messo un grande tappeto nero con una croce bianca e attorno tutti gli strumenti della passione: il secchio per la lavanda delle mani di Pilato, il flagello, la corona di spine, il gallo della negazione, i chiodi, il martello, la spugna, la scala, la luna piena. Nella seconda vigilia del mattutino si fa la processione delle lampade nella chiesa; i fedeli portano delle lampade in mano e il prete canta, all'inizio della processione, il vangelo di Mt 25,1ss. I testi sottolineano il tema dell'attesa dello Sposo:

Come è bella questa notte in cui avviene l'incontro col nostro Salvatore; come è gloriosa, cara e bella; in essa si radunano giovani e vecchi, portando lampade e

109 ?Conosciuta anche come settimana delle sofferenze, non comincia propriamente fino al vespro di lunedì, poiché la domenica degli osanna ha un carattere più gioioso che di sofferenza.

110 ?Nella processione il vescovo procede accompagnato dai bambini; tante volte, specialmente nella liturgia di questa settimana, il ruolo del vescovo viene messo simbolicamente e liturgicamente in rapporto diretto a quello di Cristo; rapporto liturgia - eclesiologia.

111 ?Preghiera prima della benedizione delle palme, cf., G. KHOURI-SARKIS, La Semaine Sainte, op. cit., p. 97. Testo 33. La liturgia diventa "teatro" della passione. Notiamo anche il ruolo centrale della croce.

112 ?Il tema di fondo è la parabola delle dieci vergini di Mt 25, 1ss.33

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cantando inni; il battesimo è pronto come una sposa gloriosa e dà la vita a coloro che vi si tuffano e rinascono, alleluia, dal suo seno puro113

La processione esce dalla chiesa e le porte vengono chiuse; il popolo e il clero si radunano davanti alla porta principale, chiusa; allora si canta un inno che viene recitato ogni giorno alla fine di ogni ufficiatura, e che prende qui tutta la sua forza anche drammatica:

Alla tua porta, Signore, io busso, e io chiedo, dal tuo tesoro, la misericordia. Io sono un peccatore che lungo gli anni ho abbandonato il tuo cammino. Dammi di confessare i miei peccati ed io gli eviterò e vivrò per la tua grazia. A la porta di chi, Signore misericordioso, andremo a bussare, se non alla tua? Chi avremo come intercessore per le nostre mancanze se la tua misericordia non intercedesse per noi... Che il canto della nostra preghiera sia una chiave che apra la porta del cielo, e che gli arcangeli dicano nei suoi ordini: "Come dev'essere dolce il canto di quelli della terra perché il Signore ascolti subito le loro suppliche...114

Il vescovo bussa alla porta per tre volte con la sua croce manuale cantando il versetto: La porta delle tue misericordie, Signore; alla terza volta le porte vengono aperte ed il popolo entra nella chiesa chiudendo il versetto iniziato prima dal vescovo: non la chiudere davanti a noi, Signore! Riconosciamo che siamo peccatori, abbi pietà di noi. La cerimonia finisce col canto delle altre due vigilie del mattutino115.

Pasqua dei Misteri (Giovedì). Due aspetti, d'altronde comuni anche alle altre liturgie, si svolgono nel giovedì: l'istituzione dell'eucaristia e il comando dell'amore simbolizzato dalla lavanda dei piedi116. Per quanto si riferisce all'eucaristia, i testi dell'ufficiatura girano attorno alla simbologia dell'agnello pasquale:

Ecco che in Egitto viene ucciso l'agnello pasquale,e in Sion viene ucciso il vero agnello.Compariamo, fratelli miei, questi due agnelli.Vediamo se rassomigliano oppure sono diversi.

Esaminiamo e compariamo le vittoriedell'agnello simbolico e dell'agnello vero.Vedremo allora che il simbolo è l'ombra;vedremo che la realità è l'adempimento.

L'Agnello di Dio ha liberato, col suo sangue,le nazioni dalle tenebre, come liberò Israele dall'Egitto.

113 ?Preghiera dell'inizio della processione. Testo 34.

114 ?Preghiera davanti alla porta chiusa della chiesa, Lunedì Santo, cf., G. KHOURI-SARKIS, La semaine sainte, op. cit., p. 102. Testo 35.

115 ?C'è una somiglianza tra la processione delle lampade e il rito davanti alle porte chiuse della chiesa, da una parte, e il rito simile fatto dal sottodiacono nella liturgia latina prima dell'ingresso nella chiesa durante la processione delle palme; questa somiglianza può venire dell'influsso che i pellegrini occidentali in Oriente hanno ricevuto, cf., G. KHOURI-SARKIS, La semaine sainte, op. cit., p. 103.

116 ?Ambedue i riti sono oggi celebrati separatamente, nella mattina l'eucaristia e nel pomeriggio la lavanda dei piedi. L'eucaristia prevede una concelebrazione modo suo; alla fine non c'è riserva dell'eucaristia poiché l'indomani non c'è comunione -i siro cattolici hanno introdotto una riserva dell'eucaristia.

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Molti agnelli sono stati uccisi;soltanto da uno di loro l'Egitto è stato vinto.

Molti agnelli sono stati offerti il giorno della festa;soltanto da uno di loro le tenebre sono state vinte.Quello che in Egitto fu un simbolo, è realtà nella Chiesa,il sigillo della redenzione nel Regno.

Nostro Signore mangiò la Pasqua coi suoi discepoli.Con il pane spezzato l'azimo arrivò alla fine.Il pane di colui che dà la vita, vivifica il mondo,invece dell'azimo di cui coloro che ne mangiarono morirono.

La Chiesa ci dà un pane vivo,invece dell'azimo che diede l'Egitto.Maria ci diede un pane vivo,invece del pane corrotto che diede Eva117.

Il rito della lavanda dei piedi si svolge nella chiesa, ed è fatto di solito dal vescovo a dodici preti anziani; il rito prende un aspetto chiaramente drammatico, nel senso più letterale del termine. I testi che vengono letti o cantati girano attorno al tema di Gesù che lava i piedi ai discepoli mettendo in contrasto l'aspetto cristologico, cioè colui che lava è il Verbo di Dio, eterno, immortale...:

Tu che ti sei cinto con una corda e hai lavato i piedi ai discepoli, abbi pietà di noi, o Dio.Tu che sei il grande e che per amore ti sei abbassato e hai versato dell'acqua in una brocca, abbi...Tu che per natura sei Signore e hai lavato i piedi ai tuoi discepoli, abbi...Tu, a chi servono i cori ignei e che lavi i piedi agli uomini fatti dalla polvere, abbi...Tu, che gli angeli non possono guardare e che lavi i piedi ai tuoi discepoli, abbi...Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Tutti coloro che la tua bontà ha creato innalzano la lode alla tua signoria, e al tuo Padre e al tuo Spirito Santo118.

Si fanno diverse letture: Gn 18,1-8 (l'apparizione di Mamre), salmo 50, 1Gv 4,11-16 (amore vicendevole), 1Cor 13,4-13, Gv 13,1-15; la lettura del vangelo viene iniziata dal vescovo che ne legge i primi tre versetti e poi passa il lezionario a uno dei preti oppure dei diaconi che canta con una voce drammatica e lenta il testo della lavanda dei piedi, mentre il vescovo esegue quello che indica il vangelo: Gesù si alzò da tavola (3v) e il vescovo si alza, e così via... Il vescovo versa l'acqua nella brocca e la benedice:

Signore, fai che siamo purificati da quest'acqua che ci laverà e di essere purificati da ogni peccato e da ogni male... Signore Gesù Cristo, Verbo di Dio Padre che sei nato da Maria la Vergine santa in una nascita incomprensibile e hai portato e termine nella tua persona tutta l'economia della salvezza per liberarci... fai adesso che quest'acqua sia simile a quella con cui hai lavato i piedi ai tuoi discepoli. Dio creatore di tutto quello che esiste, degli esseri visibili e invisibili, e sei glorificato

117 ?Giovedì, madrasho di sant'Efrem, seconda veglia del mattutino. Testo 36.

118 ?Responsorio. Testo 37.35

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dagli arcangeli, insieme al tuo Padre e al tuo Santo Spirito nell'alto dei cieli; tu sei venuto a cercare la pecora smarrita e, avendola trovata, l'hai portata sulle tue sante spalle e, con grande gioia, l'hai fatta entrare nella casa di tuo Padre, adesso, Signore, benedici noi con la tua grazia, purificaci per mezzo di quest'acqua che ci lava, dalla sporcizia dei peccati...119

La lavanda comincia coi primi tre preti, e viene fatta in maniera molto realistica; dopo i primi tre preti -il lettore legge molto lentamente e ripetendo i versetti per tre volte-, il vescovo ritorna nella sede e si riposa un po, mentre il coro canta un responsorio120; dopo prosegue con altri tre, e così via fino al dodicesimo che rappresenta Simon Pietro, allora il dialogo evangelico tra Pietro e Gesù si svolge tra il lettore, il prete e il vescovo. Alla fine il vescovo ritorna alla sua sede e il rito si conclude con diverse preghiere121:

Gabriele rimase stupefatto, Michele tremò e fu sconcertato, lo stupore si abbattè su di loro vedendo l'Essere igneo chinarsi e lavare i piedi ai discepoli. Lui versa dell'acqua in una brocca e lava i piedi agli esseri di terra; gloria al suo annientamento, lui che nella sua persona ci ha dato l'esempio...122.

Venerdì della crocefissione. Vorrei soffermarmi un po nell'ufficiatura dell'adorazione della croce che comincia con la preghiera delle ore di sesta e nona e prosegue con l'adorazione della croce. La celebrazione comincia con la processione di ingresso in cui il vescovo porta sulle spalle una croce e i preti portano dei vasi con dell'incenso; sull'altare c'è una rappresentazione del calvario con una croce e accanto due ceri, uno bianco ed uno nero. Dopo l'ora di nona, comincia l'adorazione della croce; questa viene tolta dal Calvario, messa sull'altare e coperta da un velo nero; si canta l'antifona: Cristo, che per la tua morte hai dato vita alla nostra morte, rissuscita i nostri morti ed abbi pietà di noi. I testi sottolineano il fatto che il primo atto di Cristo Dio fu la creazione, e l'ultimo la vivificazione ed il riscatto. I testi si rifanno anche al tema della discesa di Cristo negli inferi per riscattare Adamo e fare un ponte tra le tombe ed il Regno affinché tutti possano arrivare al Padre. Anche i testi mettono in bocca della Vergine una mescolanza di pianto e di gioia:

Chi mi darà, Figlio mio, le ali dell'acquila, affinché io possa volare verso le quattro parti dell'universo per invitare tutte le nazioni alla celebrazione della tua crocifissione... Oggi, vedendo come sei messo nella tomba, Figlio mio, io piango e mi rallegro; piango per la Sinagoga espulsa e mi rallegro per la Chiesa riscattata...123.

Le letture bibliche che vengono fatte sono per l'AT: Za 12,9ss; Salmo 77 e Salmo 94; per il NT Atti 26,8-23 (conversione di Paolo); Ga 2,17-3,7; Gv 19,25-30124. Nei testi c'è la

119 ?Benedizione dell'acqua prima della lavanda dei piedi. Testo 38.

120 ?Si canta un responsorio in cui vengono paragonati l'amore del Signore e il tradimento di Giuda; nella tradizione siriaca Giuda sarebbe il primo discepolo a chi Gesù lavò i piedi, mentre che l'ultimo è chiaramente Pietro.

121 ?La tradizione siriaca di Gerusalemme ha introdotto la lavanda che i dodici preti fanno, tutti insieme, al vescovo.

122 ?Responsorio finale. Testo 39.

123 ?Preghiera di sant'Efrem. Testo 40.

124 ?Secondo l'abitudine popolare, alla fine del vangelo, il cero nero viene spento e spezzato, mentre quello bianco rimane acceso.

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presenza costante di Maria nel pianto, nel luto, nella speranza... Dopo il vangelo, comincia l'adorazione della Croce. Uno dei preti prende la croce e la presenta alla venerazione del vescovo; costui l'incensa e poi la prende e la sorregge mentre il clero ed il popolo la venerano; nel frattempo si canta: Adoriamo la tua croce, poiché essa ha adoperato la nostra salvezza; col buon ladro diciamo: "Cristo, ricordati di noi quando verrai di nuovo. Dopo avviene l'adorazione della croce: il vescovo prende la croce, la innalza e dice verso l'oriente:Colui a chi servono gli angeli. Santo Dio.Colui a chi benedicono i cherubini. Santo Forte.Colui a chi santificano i serafini. Santo Inmortale.

Noi peccatori nella penitenza ti invochiamo e diciamo: che sei stato croficisso per noi, abbi pietà di noi.

Rivolto verso occidente, il vescovo dice:Colui a chi magnificano gli esseri celesti. Santo Dio.Colui a chi gli intercessori lodano. Santo Forte.Colui a chi gli esseri della terra innalzano la lode. Santo Inmortale.

Figli della Chiesa fedele ti invochiamo e diciamo: che sei stato croficisso per noi, abbi pietà di noi.

Rivolto verso nord, il vescovo dice: Colui a chi esaltano gli esseri spirituali. Santo Dio.Colui a chi glorificano gli esseri di fuoco. Santo Forte.Colui a chi adorano gli esseri della terra. Santo Inmortale.

Noi peccatori nella penitenza ti invochiamo e diciamo: che sei stato croficisso per noi, abbi pietà di noi.

Rivolto verso sud, il vescovo dice:Signore, abbi pietà di noi. Signore perdona ed abbi pietà di noi. Signore riceve il nostro servizio e le nostre preghiere ed abbi pietà di noi. Gloria a te, o Dio; gloria a te, il Creatore; gloria a te, Re, Cristo.

Poi il crocifisso viene lavato, unto e sepolto sotto l'altare. Quando il crocefisso è stato sepolto i lamenti finiscono e comincia già la gioia della Chiesa, cioè quello che la morte di Gesù porta: la sua risurrezione e quella dei morti:

Benedetto Cristo, che è stato la chiave che ha aperto le porte dello scheol e per lui Adamo, che era stato espulso dal paradiso, vi è ritornato. Gloria a te che risusciti i morti dalle tombe e rivesti loro con le vesti di gloria nel tuo Regno...125.

Vorrei alla fine proporre alcuni brani dall'ufficiatura del Venerdì della Passione; si tratta di una preghiera dell'ufficio delle lodi, attribuito a sant'Efrem:

Gloria a te, Cristo-Mattino,che ci hai riscattati per mezzo del tuo mattino.Ecco al mattino finì la seduta del tribunaleformato dai sacerdoti, autori del crimine.Al mattino ti flagellarono, pieni di gelosia;ti presero e ti consegnarono al giudice,

125 ?Conclusione del rito dell'adorazione della croce. Testo 41.37

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e gridarono contro di te:"Costui merita la morte";ma tu come Signore, sei la fonte della vitaper qualsiasi che crede in te.

(...) Al mattino tu rivestisti Adamodi bellezza, di gloria, di splendore.E al mattino con delle veste di disprezzoti ha rivestito la stolta Sion.Al mattino uscì dall'Egittoquesto popolo che ha odiato il suo liberatore;al mattino gli fecce caricare la crocesulla spalla e lo fecce uscire verso la morte.

(...) Fu la volontà di tuo Padreche per la tua morte ci fosse la pace.Fu anche la tua volontàche per la crocifissione ci fosse la riconciliazione.Per ché, Signore, hai supplicatoche il calice della tua morte si passasse da te?

(...) A te la gloria, Cristo-Mattino,da parte di tutto quello che la tua Maestà creò!A te la gloria tutti i mattini:Tu sei il mattino che tutto rallegra!A te la gloria da parte di tutte le cose belle:Tu sei lo splendore di tutte le costellazioni!Tu sei colui che riveste di bellezzatutte le piante e tutti i fiori.A te la gloria che sei il vincastroe il sostegno di tutti coloro che ne hanno bisogno!126

Sabato delle luci. Domenica di Pasqua. Non mi trattengo a lungo du questi due giorni che da per se offrono sufficiente materiale per un intero corso/seminario. Il sabato è, come il venerdì che lo precede, un giorno in cui si svolge l'ufficiatura ma in cui non c'è l'eucaristia fino alla sera. Ci sono in questo giorno due riti che vorrei indicare: in primo luogo il rito del perdono che viene fatto la sera del sabato seguito di un'eucaristia -non indicata da tutti i messali-, e pio il rito della risurrezione della croce, che si fa delle volte dopo i lodi della domenica, assieme a un altro rito, quello della pace; in quest'ultimo rito si leggono: Is 57,19-21; 60,17-22 (Dio dà la pace), 1Pe 5,7; 2Pe 1,5-12 (dono divino dell'amore); Rm 15,30-33; 16,1-17 (raccomandazioni finali di Paolo); Gv 15,12ss (precetto dell'amore). La teologia di questo giorno gira attorno alla fine del digiuno e inizio della gioia, attorno al sepolcro di Gesù e alla sua discesa nello sheol da dove prende Adamo e rissuscitando adempie la sua vittoria sulla morte127:

126 ?Cf., G. KHOURI-SARKIS, La passion, op. cit., pp. 200-202. Testo 42.

127 ?Spesso troviamo nella liturgia di questi giorni il tema, che dopo farà anche suo la liturgia bizantina, dei due Adamo.

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Tu che hai annunciato la vita e la risurrezione alle anime che erano nello sheol, abbi pietà di me, o Dio.

Tu che sei disceso nello sheol tra i morti e hai annunciato la vita a coloro che vi riposavano, abbi...

Tu che hai visitato i morti nelle loro tombe di ombra, abbi...

Tu che con la tua voce dolce hai chiamato i santi nel loro riposo, abbi...

Tu che hai avuto pietà della polvere di Adamo e l'hai innalzato dalla corruzione, abbi...

Tu che ti sei sdraiato nel letto dei morti e hai loro liberati dalla morte, abbi...

...sepolcro vivificante da dove ci vengono tutti i beni, sepolcro vivificante per mezzo di cui la nostra razza umana è innalzata dalla morte, sepolcro vivificante dove si adempie la nostra salvezza e la speranza della risurrezione... sepolcro vivificante che fa cadere la ruggiada di misericordia, di compassione e di risurrezione sulle ossa dei morti...128.

Per quanto riguarda la Pasqua, mi rimetto ai temi teologici qui sotto datti come conclusione.

Conclusione. Alcuni temi teologici da sottolineare:1. La parabola della vigna con una lettura cristologica ed ecclesiologica (vespro e

compieta del lunedì santo).2. Opposizione tra Sinagoga e Chiesa; tipologia veterotestamentaria applicata a Cristo

e alla sua Chiesa.3. Esempio di umiltà dato dal Signore ai discepoli, esempio letto sempre in chiave

cristologica, cioè non è un servo che di per se è umile, ma è il Signore, l'Essere igneo, il Verbo... che si annienta.

4. Cristo Creatore/Redentore (venerdì della passione).5. Le sofferenze -la passione- di Cristo è un motivo di pianto per sua Madre / per la

sua Chiesa; ma la sua morte è un motivo di gioia e speranza.6. Tema del perdono e della discesa di Cristo nello sheol come chiave della sua

redenzione (Sabato delle luci).7. La Pasqua viene celebrata a partire della lettura tipologica dei fatti

veterotestamentari: i due agnelli, i due alberi: quello del paradiso e quello della croce, l'assunzione, da parte di Cristo, del ruolo di sacerdote e di vittima. La morte di Gesù, vittoria sulla morte129.

8. Ruolo centrale della croce come strumento di redenzione, di vittoria, più che di sofferenza.

128 ?Sabato delle luci, responsorio e sedro dei vespri. Testo 43.

129 ?Cf., J. GRIBOMONT, Le triomphe, op. cit., pp. 163ss.39

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15. Memra sul cielo e la terra.130

Quella pace che fu data per mezzo degli angeli all'uomo, quella pace che fu dipinta in spirito nei profeti, e fu mostrata nei apostoli in mistero, e fu trovata dai giusti nelle parabole, e la trovarono i santi nel mistero, e la videro i sacerdoti in immagine, e i re la ricevettero con adorazione, e la videro i bambini nel grembo e gli anziani la compresero nel mistero, ed anche i giudici la presero con timore; questa (pace) sia con noi e fra di noi tutti i giorni, per la preghiera dei santi martiri per sempre, amen.

Prepariamo, miei cari, le nostre orecchie ed inchiniamo i nostri uditi ad ascoltare i due degni strumenti, cioè il cielo e la terra che si accostano a vicenda e innalziamo la lode al Signore di ambedue.

1. Il cielo dice: In me c'è il Regno e gli angeli.E la terra dice: In me le Chiese e i giusti.

2. Il cielo dice: In me ci sono mila e dieci mila che stanno davanti al suo trono.E la terra dice: In me le assemblee e le generazioni che stanno davanti alla sua croce.

3. Il cielo dice: In me ci sono gli spirituali e gli ignei che corrono verso la sua croce.La terra dice: In me i vergini e le vergini che sono fedeli nel suo servizio.

4. Il cielo dice: In me i cherubini che scortano il suo splendore sul carro.E la terra dice: In me i sacerdoti che depongono il suo mistero.

5. Il cielo dice: In me i serafini che volano splendidamente.La terra dice: In me i dieci mila che santificano puramente.

6. Il cielo dice: In me i luminari e le stelle.E la terra dice: In me i giusti e gli umili.

7. Il cielo dice: In me i vigilanti pieni di timore.E la terra dice: In me i profeti pieni di misericordia.

8. Il cielo dice: In me il trono di cui esce fuoco.E la terra dice: In me l'altare della cui bontà esce la salvezza.

9. Il cielo dice: In me i tuoni che fanno tremare coloro che abitano in te.E la terra dice: In me le preghiere che scuotono coloro che vivono in te.

10. Il cielo dice: In me i fulmini che scendono in terra senza piedi.E la terra dice: In me le elemosine che volano verso l'altezza senza le ali.

11. Il cielo dice: Da me (vengono) le piogge che cadono sulla terra.E la terra dice: Da me (vengono) gli atti di carità che sono custoditi in cielo.

12. Il cielo dice: In me la rugiada che benefica tutti i frutti.E la terra dice: In me le lacrime che riconciliano il Signore di tutto.

13. Il cielo dice: In me le nuvole che portano le piogge che (non hanno bisogno) di fontane.E la terra dice: In me la Vergine131 che ha concepito senza uomo.

14. Il cielo dice: In me la vita che non muore.E la terra dice: In me i morti che non sono stati vinti.

15. Il cielo dice: In me i serafini che sono senza peccato.E la terra dice: In me i nazirei132 che sono perfetti.

16. Il cielo dice: In me gli ordini che non cadono.E la terra dice: In me i martiri che non [...]133.

17. Il cielo dice: In me gli angeli che hanno morto i vivi.

130 ?Testo siriaco e traduzione inglese in S. BROCK, A syriac dispute between heaven and earth, in Le Muséon 91 (1978) 261-270. Testo 44. Si tratta di un testo possibilmente del VI sec., poiché la tradizione manoscritta rissale a un manoscritto del VI-VII sec. L'introduzione, la conclusione e alcuni dei passi offrono un certo quadro liturgico per la disputa; nell'introduzione e nella conclusione c'è lo sfondo di Col 1,20: e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle del cielo.

131 ?Cf., Is 19,1, il Signore sulla nuvola, applicato alla Vergine.

132 ?Anche "continenti", "asceti", "monaci".

133 ?Qui il testo è illeggibile.40

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E la terra dice: In me i giusti che hanno risorto i morti.18. Il cielo dice: In me è aperta la porta del talamo.

E la terra dice: In me coloro che portano le chiavi del Regno.19. Il cielo dice: In me coloro che portano la brace134 e temono.

E la terra dice: In me coloro che la mangiano e si rallegrano.20. Il cielo dice: In me il fuoco che onora coloro che lo portano.

E la terra dice: In me l'offerta che vivifica coloro che la mangiano.21. Il cielo dice: In me il fiume di fuoco135 che rischiara coloro che lo guardano.

E la terra dice: In me il calice della salvezza136 che risuscita coloro che ne bevono.22. Il cielo dice: In me la fiamma da cui sono consumati i cattivi.

E la terra dice: In me il battesimo per cui sono perdonati gli impuri.23. Il cielo dice: In me la sede di cui si gloriano i suoi abitanti.

E la terra dice: In me la croce in cui trovano rifugio i miei abitanti.24. Il cielo dice: In me il trono in cui si rallegrano coloro che dimorano in me.

E la terra dice: In me la croce da cui sono santificati i miei figli.25. Il cielo dice: Io ho onorato il mio Signore poiché ho coperto i miei luminari per non vedere il suo obbrobrio sul Golgota.

E la terra dice: Io ho onorato il mio Signore poiché ho clamato e ho gridato e ho fatto tremare le mie montagne, ho preso i miei colli, ho scisso le mie vesti, ho spaccato le mie roccie e ho aperto i miei sepolcri e ho chiamato i miei morti per la passione, e ho incitato i vivi a le lacrime, e ho radunato i miei sepolti per il pianto, e ho rivestito (i vestiti) neri, e mi sono seduta nel lamento finché l'ho visto, e dopo tre giorni mi ha mandato via (i vestiti) neri e mi ha adornato coi bianchi.

26. Il cielo dice: Mi riempie di gioia con la sua ascensione.E la terra dice: Mi tesse una corona con la sua risurrezione.

27. Il cielo dice: Siede in me sul suo trono.E la terra dice: Rimane in me sul suo altare.

28. Il cielo dice: Mi ha rallegrato e mi fatto senza fatica.E la terra dice: Mi ha fatto alzare dal cilicio e mi ha lavato dalla scoria, e ha costituito per me la sua Chiesa (come) camera nuziale e mi ha fatto rimanervi, e ha riempito il suo tavolo da benedizioni e mi ha fatto mangiare, e ha versato la salvezza nel suo calice e mi ha fatto bere, ed ecco i miei occhi guardano alla sua promessa.

29. Dice il cielo alla terra: In me coloro che non peccano, ma in te coloro che ogni giorno commettono l'iniquità; in me coloro che non si adirano, ma in te coloro che ad ogni momento si esaltano; in me è adorato soltanto il Creatore, ma in te sono adorati gli idoli di oro e di argento e di legno e di pietra.Dice la terra al cielo: Se in me ci sono coloro che adorano gli idoli, ci sono in me (anche) i martiri che con il loro sangue si sono riconciliati con Dio. Se ci sono in me coloro che cercano la lussuria, ci sono (anche) in me coloro che amano la purezza. Se ci sono in me coloro che hanno edificato le loro case con la rapina, ci sono (anche) in me coloro che hanno dispeso le loro possessioni con elemosine. E se ci sono in me coloro che operano l'iniquità in ogni cosa, ci sono (anche) in me i giusti in ogni cosa. E se ci sono in me coloro che sono rapinatori di quello che non gli appartiene, ci sono (anche) coloro che fuggono di quello che gli appartiene. Se ci sono in me uomini peccatori, ci sono (anche) in me dei giusti. E se ci sono in me dei rapaci, ce ne sono anche di generosi. E se ce ne sono in me che mangiano con avidità, ce ne sono (anche) in me che si affliggono nel digiuno. Se ci sono in me gli ubbriachi che cadono a causa del vino, ci sono (anche) in me i nazirei che hanno sete di giustizia. Se ci sono in me coloro che rimpiangono a causa del cibo, ci sono (anche) in me coloro che mangiano con misura. Se ci sono in me coloro che rifiutano la legge, ci sono (anche) in me coloro che custodiscono i precetti. Se ci sono in me coloro che non credono la risurrezione, ci sono (anche) in me coloro che aspettano la risurrezione. Se ci sono in me coloro che prendono possessioni, ci sono (anche) in me coloro che diventano preda della promessa. Se ci sono in me coloro in cui Satana si compiace, ci sono (anche) in me coloro in cui Dio si compiace. Se ci sono in me coloro che vogliono andare alla geenna, ci sono (anche) coloro che desiderano di salire al Regno. Se ci sono in me coloro che vogliono il fuoco che non si spegne, ci sono (anche) in me coloro a cui appartiene la

134 ?Il pane eucaristico consacrato riceve il nome di "brace".

135 ?Cf., Dn 7,10.

136 ?Cf., Salmo 115,13.41

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gioia che non finisce. Se ci sono in me coloro che debbono ereditare la tenebra che non passa, ci sono (anche) in me coloro che debbono essere onorati con la corona che non marcisce. Se ci sono in me coloro che rinnegano a causa dei lussi, ci sono (anche) coloro che lodano anche nelle afflizioni. Se ci sono in me coloro che odiano nei piaceri, ci sono (anche) in me coloro che sono piacevoli (a Dio) nelle afflizioni.

30. Dice il cielo alla terra: Noi siamo due fratelli, non dobbiamo lottare avvicenda poiché i nostri abitanti sono fratelli.

Finisce il memra sul cielo e la terra.

III. CICLO LITURGICO SIRO ORIENTALE.

III.1. Schema generale del ciclo liturgico siro-orientale.

Il ciclo liturgico siro orientale è formato da nove periodi liturgici; gli presento in modo schematico prima, indicando anche le pericopi bibliche che vengono lette.

1. Subbara -annunciazione-, che comprende le quattro domeniche prima di Natale. Annunciazione a Zaccaria: Lc 1,1-25 Annunciazione a Maria: Lc 1,26-56 Nascita di Giovanni Battista: Lc 1,57-80 Nascita di Gesù: Mt 1,8-25 Natale: Lc 2,1-2010 Domenica di Natale: Mt 2,1-23.20 Domenica di Natale: Lc 2,21-52.21 Venerdì dopo Natale (oppure 26-XII) Festa delle congratulazioni alla Madonna:

Gv 2,12 (a Cafarnao).Mt 13,53-56; 12,40-50 (visita a Nazaret e i parenti di Gesù).Lc 11, 27-28 (la vera beatitudine).Gv 19,26-28; Lc 1,46-55 (Maria ai piedi della croce e magnificat).Nel subbara vengono contemplati i due annunci e le due nascite, di Giovanni e di

Gesù137. In questo periodo si include anche il periodo natalizio, che nei siro occidentali è staccato come periodo proprio138.

-Notiamo le pericope messe insieme lette specialmente il giorno delle congratulazioni alla Madonna: Maria canta il magnificat ai piedi della croce.

-Notiamo ancora che mentre per i siro occidentali l'inizio del ciclo liturgico con le domeniche della dedicazione dava cristologicamente un senso molto più chiaro, cioè Cristo stesso, Signore, iniziava nella sua Chiesa il suo cammino tra gli uomini, o se si vuol la Chiesa iniziava il suo cammino verso il Cristo glorioso: a partire del Nuovo Testamento si legge il Vecchio già in chiave cristologica, nel caso dei siro orientali si comincia dagli annunzi profetici del Messia: del Vecchio Testamento si cammina verso il Nuovo.

2. Denha -manifestazione-, che dura tra 4 e 9 settimane a partire del 6 gennaio.

137 ?Tra il subbara e il denha c'è il 25 dicembre la festa di Natale e il 26 la festa delle Congratulazioni alla Madonna; in questa festa, come in tanti altri giorni festivi nella liturgia siro-orientale -e nella Settimana Santa di quella siro-occidentale-, vengono lette nel vangelo diverse pericope attaccate l'una all'altra, cioè, il 26 dicembre vengono letti tutti i testi evangelici che parlano di Maria: Gv 2,12, Mt 13,53-56, Mt 12,40-50, Lc 11,27-28, Gv 19,26-28, Lc 1,46-55.

138 ?Testo 45.42

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Epifania: Mt 3,1-17.10 Domenica dell'Epifania: Lc 4,14-30 (Ministero di Gesù).21 Venerdì: Santi Pietro e Paolo: Mt 16,13-19; Gv 21,15-19.20 Domenica: Gv 1,1-28.31 Venerdì: I Quattro Evangelisti: Mt 9,35-10,5 (Missione).30 Domenica: Gv 1,29-42.41 Venerdì: Santo Stefano: Mt 11,20-30; 23,29-39 (Guai alle città e guai ai farisei).40 Domenica: Gv 1,43-2,11.51 Venerdì: Dottori Greci: Mt 4,23-5,19 (Discorso della montagna).50 Domenica: Gv 3,1-21.61 Venerdì: Dottori Siri -Efrem, Isacco...: Mt 16,24-17,9 (sequela di Gesù e Trasfigurazione).60 Domenica: Gv 3,22-4,3.71 Venerdì: Santo patrono della città, del monastero: Mt 24,45-47; 25,14-23 (parabola del maggiordomo e dei talenti).70 Domenica: Mt 7,28-8,13 (guarigioni del lebbroso e del servo del centurione.81 Venerdì: Commemorazione dei defunti: Mt 25,31-46 (giudizio finale).80 Domenica: Mc 1,1-11.91 Venerdì: Quaranta Martiri di Sebbaste Mt 10,16-33 (persecuzione).

Rogazioni dei Niniviti (21 giorni prima del lunedì di Quaresima)11 giorno -lunedì: Mt 18,23-35 (servo spietato).21 giorno -martedì: Lc 18,2-14 (giudice iniquo e il fariseo e il pubblicano).31 giorno -mercoledì: Mt 6,1-18 (elemosina, preghiera, Padrenostro, digiuno).41 giorno -giovedì, giorno di azione di grazie: Lc 15,4-16,8 (parabole della misericordia).

3. Sauma -digiuno, quaresima. Comprende sette settimane di digiuno a partire di lunedì primo fino alla Settimana Santa. Giorni feriali:Tutta la Quaresima: Gn, Gs, Rm.Due prime settimane: Mt 5-7.Settimane 30-60: Gv 5-11.10 Domenica: Mt 3,16-4,17 (Predicazione di Giovanni e tentazioni).20 Domenica: Mt 7,15-27 (Falsi profeti, veri discepoli).30 Domenica Mt 20, 17-28 (Annunzio della passione, la madre dei Zebedei).40 Domenica: Mt 21,23-22 (Autorità di Gesù di fronte ai giudei, parabola dei due figli, dei vignaioli, del banchetto nuziale).50 Domenica: Gv 7,37-52; 8,12-20 (Origine davidica di Cristo, testimonianza di Gesù su se stesso).60 Domenica: Gv 9,39-10,21 (Autorità di Gesù, il buon pastore).70 Domenica, delle Palme: Mt 20,29-21,22 (I ciechi di Gerico, l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, purificazione del tempio, fico sterile).Giovedì Santo -liturgia eucaristica: Mt 26,1-5.14-30.Giovedì Santo -liturgia della passione (vespro)139: Mt 26,31-44; Lc 22,43-44; Mt 26,45-50; Lc 22,49-50; Gv 18, 10; Mt 26,52; Gv 18,11; Mt 26,52-27.

139 ?Giovedì e Venerdì vengono letti i Vangeli messi insieme.43

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Venerdì Santo -vespro: Lc 22,63-23,12; Mt 27,19; Lc 23,13-23; Mt 27,24-25; Lc 23,24-45; Mt 27,51-54; Gv 19,23-20.Grande Sabato -vespro: Mt 27,62-66 (Custodia della tomba).Vigilia della Risurrezione -dopo il vespro: Mt 28,1-20 (La tomba vuota e apparizioni di Gesù risorto.

4. Qyamta -risurrezione-, che comprende sette domeniche fino alla Pentecoste; il giovedì della sesta settimana si celebra la festa dell'Ascensione.Pasqua: Gv 20,1-18.20 Domenica: Gv 20,19-31.30 Domenica: Gv 14,1-14.40 Domenica: Gv 16,16-33.50 Domenica: Gv 21,1-14.60 Domenica: Gv 17,1-26.Giovedì dell'Ascensione: Lc 24,36-53.70 Domenica: Mc 16,9-20.Domenica di Pentecoste: Gv 14,15-16.25-26; 15,26-16,15.

5. Shlihe -apostoli-, che comprende sette domeniche a partire dalla Pentecoste. È tempo di digiuno.

6. Qayta -state. È anche un periodo penitenziale, che comprende sette domeniche, a partire della settima dopo Pentecoste.

7. Eliyya -Elia, croce-, tempo anche penitenziale, di 6 oppure 7 domeniche140.

8. Moshe -Mosè-, periodo che può comprendere tra 1, 4 oppure 7 domeniche, fino alla prima domenica della Dedicazione.

9. Quddash'edta -Dedicazione della Chiesa. È un tempo che comprende quattro domeniche, dall'ottava prima di Natale. È un tempo in cui viene commemorata la Chiesa come comunità dei fedeli che si raduna per pregare, che è "comunità dedicata a Dio", "comunità offerta da Cristo al Padre come porzione scelta e dedicata". 10 Domenica: Mt 16,13-19 (la confessione di Pietro).20 Domenica: Mt 12,1-21 (prime guarigioni di Gesù assieme ai discepoli).30 Domenica: Gv 2,12-22 (la purificazione del tempio).40 Domenica: Mt 22,41-23,22 (figliolanza divina di Gesù).

III.2. Culto dei santi.141

Abbiamo fatto già qualche accenno comune alle celebrazioni dei santi in ambedue le tradizioni siriache. Nell'ambito siro orientale le celebrazioni dei santi sono assai ristrette e si situano sempre nella prospettiva del mistero pasquale di Cristo: si celebrano quei testimoni che si sono associati strettamente alla passione e morte di Cristo ed anche alla sua risurrezione. Queste commemorazioni si situano al solito di venerdì e qualche volta di domenica. Delle commemorazioni più antiche sono quelle degli evangelisti; nei venerdì dopo

140 ?In queste settimane cade sempre la festa della Santa Croce, 14 settembre.

141 ?Cf., I-H., DALMAIS, Le culte des saints, op. cit., pp. 86-89.44

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l'Epifania vengono commemorati: Giovanni Battista, gli Evangelisti, i Dottori greci: Diodoro, Teodoro, Nestorio; i Dottori siri: Efrem, Narsai...; i Defunti ed i Martiri di Sebaste. Non è stato fatto ancora uno studio delle pericope bibliche usate per queste commemorazioni neppure dei testi dell'ufficiatura che permetterebbero di capire il vero senso delle commemorazioni. Potremmo dire che principalmente i martiri142 sono presentati come coloro che offrono il vero modello del discepolo di Cristo:

Ecco che la loro morte è dapertutto glorificata più che la vita, ed in tutte le parti le loro feste vengono celebrate. Ecco che da tutte le parti gli uomini si apprestano al loro anniversario e tutti i giorni la loro memoria brilla su tutta la faccia della terra... Quale uomo non sarà nella gioia... a causa di questi santi e chi è colui che non onora la loro memoria e le loro feste...? E se c'è qualcuno che soffre la persecuzione, che sia istruito dai martiri di cui lui ha imparato i responsori e le commemorazioni; lui supporterà così con gioia le sue afflizioni.

E` nella prospettiva del martirio, dunque, che conviene vedere la venerazione dei santi nelle Chiese siro orientali, Chiese assai perseguitate lungo i secoli e che hanno imparato a mettere la loro fiducia nella Croce di Cristo e nell'esempio di coloro che si sono configurati a Lui143.

III.3. Periodo del Subbara.144

Abbiamo già indicato, parlando del Subbara nella liturgia siro occidentale, alcuni temi sottolineati da queste domeniche. Le quattro domeniche siro orientali hanno pericope evangeliche diverse ma tutte e quattro sottolineano le promesse attorno al Messia e i tipi veterotestamentari che lo prefigurano145. Ma sopratutto nell'ufficiatura, i motivi teologici contemplati sono comuni nelle quattro domeniche: da una parte viene sottolineata la unione ipostatica della natura divina ed umana nel Verbo incarnato, e dall'altra la nascita virginale di Cristo; il subbara si comincia sempre con la preghiera Dio Verbo che fa l'inquadratura teologica di tutto il periodo:

Dio Verbo, che viene dal Padre, non dagli angeli ha preso la forma di servo ma di Abramo. Ed è venuto nella nostra umanità per la sua grazia per redimere la nostra razza dall'errore146.

Notiamo il tema della vera incarnazione di Cristo e della sua vera umanità. Saranno testi in cui si sottolinea la dimensione redentrice dell'incarnazione; mentre i siro occidentali sottolineavano fortemente la dimensione di mistero, di condiscendenza nell'incarnazione del Verbo di Dio, i siro orientali, nel sottolineare fortemente la doppia natura del Verbo incarnato, sottolineano il frutto di questa incarnazione, cioè la redenzione:

142 ?Le Chiese siro orientali sono state Chiese che hanno sofferto a lungo l'oppressione e la persecuzione, sopratutto lungo il IV secolo.

143 ?Cf., I-H., DALMAIS, Le culte des saints, op. cit., p. 89.

144 ?Cf., J. MATEOS, Lelya-Sapra, op. cit., pp. 107-115.

145 ?I siro occidentali si soffermano molto di più nella divinità del Verbo Incarnato, di colui che è annunziato, nella preesistenza eterna del Verbo. I siro orientali, invece, si soffermano di più nella vera umanità di Cristo.

146 ?Breviarium I,53. Testo 46.45

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L'Essere che è al di sopra di tutto altro essere, si umiliò nel suo amore, per innalzare gli umili verso il nome della sua maestà, e portare quelli del basso alla condizione divina, per aprire loro il tesoro della sua saggezza affinché divengano ricchi, amministrino la sua ricchezza, si rallegrino senza sofferenza e regnino senza timore. Per la sua misericordia discese alla terra per innalzare i figli della terra; e fecce venire per primo il suo amore, i vigilanti verso i dormienti, per predicare loro nel suo nome147.

La venuta, redenzione di Cristo, entra nella volontà eterna del Padre:Ringraziamo e adoriamo il Re senza principio che, per la sua Luce ha creato per noi la luce148.

Le idee di questa bellissima preghiera, possibilmente molto arcaica, sono prese dal prologo di Gv: il Re senza principio è il Padre, la Luce del Padre è il Verbo che ha creato per noi la luce. Troviamo ancora il tema della redenzione nel vespro della terza domenica:

L'inaccessibile e incircoscritto dalle creature, ha portato a termine la sua redenzione per il genere umano. Ha unito, senza cambiamento, la natura divina alla natura umana che ha assunto. La Vergine partorì santamente Cristo, Forza e Saggezza di Dio. Per questo, adorandolo, noi confessiamo tutti un solo Figlio che è il Salvatore del mondo149.

Annunciazione a Zaccaria:150 Gn 17,1-27 (Alleanza con Abramo).Is 42,18-43,13 (Promesse di Dio).Ef 5,21-6,9 (Dottrina domestica).Lc 1,1-25 (Annunzio a Zaccaria).

Questa domenica nelle letture, sottolinea il tema della promessa / alleanza fatta da Dio col suo popolo; nell'interno di questa promessa c'entra quella fatta a Zaccaria come promessa di redenzione.

Annunciazione a Maria: Nm 22,20-23,2 (Asino di Balaam e oracoli).Is 43,5-44,14 (Promesse e benedizioni di Dio).Col 4,2-18 (Spirito apostolico, congedo).Lc 1,26-56 (Annunzio a Maria).

Vengono messe in luce le profezie veterotestamentarie legate alla promessa del Messia.

Nascita di Giovanni Battista: Gn 18,1-19 (Apparizione a Mamre).Gdc 13,2-24 (Nascita di Sansone).Ef 3,1-4 (Ministero di Paolo).

147 ?Breviarium I,58, preghiera del mattutino. Testo 47.

148 ?Breviarium, I 59, preghiera dei lodi. Testo 48.

149 ?Breviarium I, 76, preghiera del vespro della terza domenica. Testo 49.

150 ?Cf., Testo 45.46

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Lc 1,57-80 (Nascita di Giovanni Battista).

Nascita di Gesù:Gn 24,50-67 (Rebecca e Isacco).1Sam 1,1-18 (Promessa a Anna).Ef 5,5-21 (Vita in Cristo).Mt 1,8-25 (Nascita di Cristo).

Natale:Is 7,10-16; 9,1-3.6-7 (Segno di Acaz, annunzio di liberazione).Mic 4,1-3; 5,2-5.8-9 (Regno del Signore a Sion).Gal 3,15-,46 (Filiazione divina).Lc 2,1-20 (Nascita di Gesù).

I testi scritturistici dell'Antico Testamento sono quelli tradizionalmente legati alla nascita del Messia. Possiamo dire che sono tutte e quattro domeniche messe sotto il segno della messianità.

10 Domenica di Natale: Gn 21,1-21 (Nascita di Isacco).1Sam 1,19-24 (Nascita di Samuele).Gal 4,18-31 (Le due alleanze).Mt 2,1-23 (Infanzia di Gesù).

20 Domenica di Natale: Es 2,1-10 (Nascita di Mosè).Is 49,1-6 (Secondo canto del servo).2Tim 2,16-26 (Contro i falsi dottori).Lc 2,21-52 (Presentazione di Gesù al tempio, e tra i dottori).

21 Venerdì dopo Natale (oppure 26-XII) Festa delle congratulazioni alla Madonna: Es 15, 11-21; Mic 6,1-5; Ger 31,13-17 (Canto di Mosè; pianto al popolo; canto di restaurazione).Atti 1,1-14 (Preghiera con Maria).Rm 16 (Fine della lettera).Gv 2,12 (a Cafarnao); Mt 13,53-56; 12,40-50 (visita a Nazaret e i parenti di Gesù); Lc 11, 27-28 (la vera beatitudine); Gv 19,26-28; Lc 1,46-55 (Maria ai piedi della croce e magnificat).

Notiamo le letture messe insieme sia per i testi del VT che per quelli del NT. Sono letture in cui si parla di qualche "Maria" come tipo della Vergine.

III.4. Periodo di Quaresima e Settimana Santa.151

10 Domenica -dell'ingresso nel digiuno: 152

Es 34,1-7.27-35 (L'alleanza).Is 58,1-12.14-59 (Digiuno accetto a Dio).

151 ?Cf., J. MATEOS, Lelya-Sapra, op. cit., pp. 154-232.

152 ?Testo 45.47

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Ef 4,17-5,4.15-21 (Vita nuova nel Cristo).Mt 3,16-4,17 (Battesimo di Gesù, Predicazione di Giovanni e tentazioni).

20 Domenica:153 Gn 6.Gs 4,15-24. Rm 6. Mt 7,15-27 (Falsi profeti, veri discepoli).

30 Domenica: Gn 7,1-24. Gs 5,13-6,5.Rm 7,14-25.Mt 20, 17-28 (Annunzio della passione, la madre dei Zebedei).

40 Domenica: Gn 11,1-32.Gs 6,27-7,15.Rm 8,12-27.Mt 21,23-22 (Autorità di Gesù di fronte ai giudei, parabola dei due figli, dei vignaioli, del banchetto nuziale).

50 Domenica: Gn 16.Gs 9,15-27.Rm 12.Gv 7,37-52; 8,12-20 (Origine davidica di Cristo, testimonianza di Gesù su se stesso).

60 Domenica: Gn 19,1-7.9-26.Gs 21,43-22,9.Rm 14,10-15,1.Gv 9,39-10,21 (Autorità di Gesù, il buon pastore).

70 Domenica, degli Osanna: Gn 49,1-12.22-26 (Benedizioni di Giacobbe).Za 4,8-14; 7,9-10; 8,4-5.12-19; 9,9-12 (Profezie messianiche).Rm 11,13-24 (L'olivo e l'oleastro).Mt 20,29-21,22 (I ciechi di Gerico, l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, purificazione del tempio, fico sterile).

Giovedì Santo -liturgia eucaristica: Es 12,1-20 (La Pasqua).Za 9,9-12; 11,12-13; 12,9-14; 13,7-9 (Profezie).

153 ?Le letture di Gn, Gs e Rm vengono dalla lectio continua iniziata nel primo lunedì.48

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1Cor 5,7-8; 10,15-17; 11,23ss (Testi pasquali).Mt 26,1-5.14-30 (Istituzione dell'eucaristia).

Giovedì Santo -liturgia della passione (vespro)154: Mt 26,31-44; Lc 22,43-44; Mt 26,45-50; Lc 22,49-50; Gv 18, 10; Mt 26,52; Gv 18,11; Mt 26,52-27.

Venerdì Santo -vespro: Is 52,13-53,12 (Servo di Dio).Dn 9,20-27 (Profezia delle settimane).Ga 2,17-3,14 (Esperienza cristiana).Lc 22,63-23,12; Mt 27,19; Lc 23,13-23; Mt 27,24-25; Lc 23,24-45; Mt 27,51-54; Gv 19,23-20.

Grande Sabato -vespro: Gn 22,1-19 (Sacrificio di Isacco).Giona 2,1-10 (Cantico di Giona).1Cor 1,18ss (Sapienza cristiana).Mt 27,62-66 (Custodia della tomba).

Vigilia della Risurrezione -dopo il vespro: 1Cor 15,20-28 (Annunzio del Risorto).Mt 28,1-20 (La tomba vuota e apparizioni di Gesù risorto.

Vorrei vedere alcuni aspetti della Quaresima e Settimana Santa siro orientale; non mi tratterrò così dettagliatamente come nel rito siro occidentale a causa della loro somiglianza. Infatti come nel rito siro occidentale, anche quello siro orientale sa mettere assieme, nei testi, diversi aspetti: teologia, disciplina, liturgia... Nella domenica 10 -dell'ingresso nel digiuno- possiamo ricavare tre aspetti:

La tua Chiesa, Signore, salvata per la tua croce, e il tuo gregge, riscattato per il tuo sangue prezioso, ti offrono nella fede una corona di loro, a te che sei il Grande Sacerdote della giustizia, che nella tua umiliazione lo hai esaltato. E come una sposa pronta, essa si rallegra ed esulta in te, l'illustre Sposo. E te, per la forza della verità, innalza i muri della sua salvezza e stabilisce in essa sacerdoti che siano messaggeri di pace per i suoi figli155 ...Discepoli di Cristo e figli dei suoi misteri, non mescolatevi coi pagani e con gli infedeli perché la vostra fede e il vostro battesimo che avete ricevuto non diventino vani...156.

Cristo, Re, per la sua manifestazione ha liberato la creazione e l'ha salvata... ha annientato il potere di Satana... Lui, Cristo, è diventato il Capo glorioso che porta a perfezione, per mezzo del suo battesimo, la nostra fede. Così, secondo il suo esempio, noi siamo battezzati nella confessione delle tre Persone, Padre, Figlio e Spirito, una

154 ?Giovedì e Venerdì vengono letti i Vangeli messi insieme.

155 ?Breviarium II,62, preghiera dell'inizio del vespro della prima domenica del digiuno. Testo 50.

156 ?Breviarium II,62-63, preghiera del vespro della prima domenica del digiuno. Testo 50.49

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natura, una forza senza limiti, che esiste da tutta l'eternità ed è adorato da tutte le creature157.

Venite, non peccate come avete peccato dall'inizio e non chinate i vostri colli al giogo della morte. Venite mortali, camminiamo nel cammino che hanno percorso i giusti per arrivare alla fine alla vita promessa. Per mezzo del digiuno dovete sottomettere i vostri corpi... affinché lavori i campi della vita dello spirito... Benedetto colui che per il suo battesimo ha perdonato i peccati e ha dato la vittoria alla nostra natura per mezzo del suo santo digiuno. Per mezzo del digiuno e la preghiera e la penitenza dell'anima, siamo graditi a Cristo e al suo Padre e al suo Spirito158

-Troviamo il riferimento alla purezza della fede. Riferimento eucaristico nella frase figli dei suoi misteri. Era la prima domenica del digiuno una "festa dell'ortodossia" come, molto più tardiva, la troveremo nel rito bizantino?

-Riferimento all'Epifania e al Battesimo di Gesù, come se questa domenica fosse una certa "chiusura" del periodo del denha; notiamo che il vangelo del giorno è quello del battesimo e delle tentazioni.

-Riferimento al digiuno, tematica già quaresimale.

La quaresima siro orientale ha una durata di quaranta giorni, dal lunedì dopo la domenica dell'ingresso fino al giovedì santo. Ci sono tre categorie di giorni nella quaresima: le domeniche, i giorni feriali semplici e i giorni feriali di raze, cioè i giorni feriali -non sabato- della prima e quarta settimana -settimane di raze o di misteri- e i tre primi giorni della settimana santa e tutti i venerdì di quaresima, in cui si celebra la messa; questa messa sicuramente non è molto antica e possibilmente prima era semplicemente una liturgia dei Presantificati159.

Vorrei accennare qualcosa della Settimana Santa. Il venerdì prima della domenica degli Osanna viene celebrata la memoria della risurrezione di Lazzaro. Nella Domenica degli Osanna, come nel rito siro occidentale, si commemora l'ingresso di Gesù a Gerusalemme; la messianità di Gesù viene largamente sottolineata, ed è presentato chiaramente come colui che i profeti avevano preannunziato:

Il giorno dell'ingresso del Re Messia a Gerusalemme, gli eserciti del cielo e la folla della terra si levarono meravigliati vedendo la novità che accadeva tra quelli della terra. I sacerdoti si meravigliarono, gli scribi erano stupiti e i farisei si agitarono sentendo i bambini gridare: "Benedetto il Figlio di Davide". Pieni di stupore chiedettero chi era colui. I bambini risposero...: Costui è Gesù, di chi hanno reso testimonianza tutti i profeti: Colui che Mosè l'Eletto chiamava Grande nei suoi scritti, colui che Davide chiamava il Signore che siede alla destra, colui che Isaia chiamava Figlio e Bambino e il Potente nei secoli; lui è il Re che di Efrata annunziò Michea; Geremia lo chiamò Raggio che illumina la terra, Ezechiele indicò che il mondo è

157 ?Preghiera del giorno dell'Epifania. Testo 51.

158 ?Preghiera del vespro, prima domenica del digiuno. Testo 52.

159 ?Cf., J. MATEOS, Lelya-Sapra, op. cit., p. 159.50

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sottomesso al giogo della sua forza, Daniele esclamò: lui è il Santo dei Santi, degno di essere chiamato Santo...160.

Nel lunedì santo si celebra, come nei siro occidentali, il rito o commemorazione delle dieci vergini. Dei giorni principali della Settimana Santa, vorrei accennare:

Giovedì di Pasqua: Con questo nome viene indicato nei libri liturgici il Giovedì Santo. Abbiamo già indicato le letture che vengono fatte nella celebrazione eucaristica. C'è un lavatorio dei piedi.

Venerdì di Passione: Da Giovedì a Venerdì c'è una vigilia di tutta la notte. L'ufficiatura notturna sottolinea il tema del Buon Pastore che ha dato la vita per le sue pecore; il tema della Croce salvifica; il collegamento profetico tra Vecchio e Nuovo Testamento; finalmente l'ira versata su Giuda il traditore. Vorrei trattenermi un attimo su un testo che viene cantato alla fine del vespro di Venerdì; i preti danno da bere una bevanda amara ai fedeli, ricordo di quella data dai soldati a Gesù, mentre il coro canta alternativamente questo canto, raccolta di allusioni bibliche adattate al momento forte che vive la Chiesa161:1. Svegliati, Adamo, primo uomo, e guarda il Figlio Unigenito che, come un peccatore,

soffre dalle mani del popolo giudeo.2. Svegliati, Abele, vittima dell'odio di tuo fratello. Contempla il Salvatore del mondo

che muore per coloro che vivono nel mondo.3. Svegliati, dolce Noè, che fosti il rappresentante dell'umanità. Guarda il Figlio

dell'Altissimo messo oggi su una croce.5. Svegliati Melchizedec, gran sacerdote, tu che sull'altare non hai offerto la carne degli

animali. Vieni oggi e vedi il Figlio che offre il mistero del pane e del vino.7. Svegliati santo Isacco, salvato dal sacrificio grazie all'agnello preso dal roveto.

Contempla questo mistero vero che oggi si adempie nella persona del tuo Signore.11. Svegliati Mosè, il primo tra i profeti, e guarda il Signore dei profeti torturato dai figli

dei profeti, come l'avevano annunziato i profeti.20. Svegliati Sofonia, vedi la Chiesa salvata per mezzo della crocifissione e come è stato

radunato quello che era disperso, e come è stato disperso quello che era radunato.49. Sia benedetta la tua morte, sia benedetta la tua risurrezione. Nella tua mansuetudine

perdona i tuoi servi che confessano la tua divinità. Sii per noi un soccorso nella tua forza. Spandi sempre le tue misericordie sull'assemblea delle Chiese che credono nella verità della tua risurrezione.

50. A te, e al tuo Padre, e allo Spirito Santo, gloria e adorazione nei secoli dei secoli. Amen.

Il Venerdì della passione nella liturgia siro orientale riflette l'unità dei misteri della salvezza celebrati nei diversi giorni di questa settimana: c'è un importanza uguale data alla morte e alla risurrezione del Signore; ambedue i fatti costituiscono il mistero pasquale di nostro Signore Gesù Cristo. Infatti nella tradizione siro orientale il Venerdì di Passione e la Domenica della Risurrezione ricevono la stessa importanza e ambedue celebrani il giorno

160 ?Breviarium, II, preghiera del vespro della domenica degli Osanna. Testo 53.

161 ?Cf., DAHANE, D., La passion, op. cit., p.185-190. Testo 54.51

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sono la Pasqua del Signore: Pasqua della Passione e Pasqua della Risurrezione162, il Venerdì più centrato nella passione e la morte del Signore, la Domenica nella Risurrezione, nella nuova vita che essa dà alla Chiesa.

Nella liturgia siro orientale, il mistero della Redenzione celebrato in questi giorni sottolinea fortemente la dimensione trinitaria di questa redenzione163: Dio Padre è l'autore della Redenzione, per mezzo della morte di Cristo, nello Spirito Santo; specialmente il titolo di "Figlio di Dio" dato a Cristo nei testi di questi giorni sottolinea il ruolo del Padre nella redenzione portata a termine per mezzo del suo Figlio; Gesù Cristo è il dispensatore della redenzione; lui è il Messia, il Buon Pastore, il Salvatore, la Nuova Pasqua, l'Agnello Pasquale, il Signore, il Re164:

O Buon Pastore che ha dato se stesso per il suo gregge e l'ha redento per mezzo del suo sangue, facci degni di aver parte nelle tue sofferenze e di incontrarti nel tuo Regno165.

Contemplate il Buon Pastore che ha sofferto per la nostra salvezza e ha preparato il mistero celeste. O gregge razionale, redento dalla Croce, vieni e rinfrancati te stesso coi misteri che danno la vita e bevi dal calice della salvezza che Cristo stesso ha versato per te166.

Il mistero che Mosè ministrò in Egitto arriva al suo compimento nel Figlio, Cristo. Il popolo mangiò una pasqua piccola, ma nostro Signore portò a termine la grande Pasqua. I discepoli si trovano in mezzo a due agnelli, sacrificano l'agnello pasquale e mangiano il suo corpo167.

Domenica di Pasqua. Per quanto riguarda la Domenica di Pasqua, vorrei trattenermi su una celebrazione: la "Processione della Pace il giorno di Pasqua", assieme al "Dialogo tra il Cherubino e il Buon Ladrone" celebrata la mattina della Domenica di Pasqua.

La "Processione della Pace il giorno di Pasqua"168. Il rito si svolge all'alba della Domenica di Pasqua169. Nella prima parte i ministri entrano nel santuario e si cantano i salmi 150 e 116 con dei testi poetici che sottolineano il tema della croce come rifugio, salvezza, arma per la lotta; il tema del Buon Pastore che ha dato la sua vita per la Chiesa. Nella seconda parte i ministri escono del santuario con la croce, l'evangeliario, i rami, l'incenso;

162 ?Cf., A. G. KOOLAMPARAMPIL, `Rubta d-Hasa, op. cit., p. 9.

163 ?La liturgia siro occidentale era molto più fortemente cristologica: Cristo era l'autore, l'attore e il centro della redenzione.

164 ?Cf., A.G. KOOLAMPARAMPIL, `Rubta d-Hasa, op. cit., pp. 23.25.27-45.

165 ?Breviarium, II,360. Testo 55.

166 ?Breviarium, II,361. Testo 55.

167 ?Breviarium, II,356. Testo 55.

168 ?Cf., A. RAES, La paix pascale dans le rite chaldéen, in l'Orien Syrien 6 (1961) 67-80.

169 ?Durante la notte del Sabato alla Domenica sono stati celebrati i vespri, con delle lunghe letture: tra altre Gen 22,1-20 (sacrificio di Isacco); Gn 1-2; 1Cor 1,18-31; Mt 27,62-66; è stata celebrata anche l'amministrazione del battesimo e l'eucaristia.

52

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viene letto Is 60,1-7: Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce..., e un testo poetico che offre la chiave di lettura ecclesiologica del testo di Is:

Chiesa credente, alzati, rivestiti di luce, perché è arrivata la tua luce, dice Isaia; verso di te verranno i re e gli eserciti e si prostreranno ai tuoi piedi. Gloria a te, Signore; gloria a te, Figlio di Dio; sei benedetto te che ai innalzato la tua sposa170.

Le altre strofe dello stesso testo parlano della croce, della morte e della risurrezione di Cristo; fanno una rilettura cristologica dei testi di Giona e di Daniele. Nella terza parte c'è una processione verso il bema. Vengono cantati dei testi che hanno, tutti, la croce vittoriosa come tema centrale, la croce che vince sui nemici. Nella quarta parte appare chiaramente il tema della pace; due diaconi leggono diverse domande in cui si sottolinea la pace che ci viene dalla risurrezione di Cristo: O Cristo, pace degli esseri superiori e degli esseri inferiori, che oggi ci hai permesso di celebrare la pace della tua risurrezione, noi ti preghiamo..., questa pace riempie l'universo e la Chiesa171, pace data alla Chiesa e che non gli sarà più presa. Dopo questa litania i diaconi invitano tutti dicendo: Datevi la pace gli uni gli altri nella pace di Cristo, e tutti si avvicinano a baciare la croce e l'evangeliario dicendo: Che la risurrezione del Signore sia su di voi, e il sacerdote risponde: Che la risurrezione, la vita ed il rinnovamento siano su di voi.

Dopo questo rito, due diaconi salgono su due amboni, uno più in alto, davanti al santuario, l'altro più in basso, nel bema, oppure senza amboni, e comincia il "Dialogo tra il Cherubino e il Buon Ladrone"172. Prima di iniziare la lettura del testo c'è una rappresentazione del cammino di ingresso al paradiso da parte dal buon ladro, e poi comincia la recita del testo. Questo è formato da 51 strofe da quattro versi ognuna. Le attribuzioni del testo in alcuni manoscritti vanno a Efrem, in altri a Narsai (V sec.)

Dopo di questo c'è un canto fatto da bambini, che rappresenta l'andata delle donne al sepolcro; alla fine comincia la messa solenne del giorno di Pasqua.

Si tratta di un rito simile a quello che abbiamo anche trovato nella liturgia siro occidentale; è, in fondo un parallelo del rito fatto nel Venerdì della passione: lì si depositava la Croce nel sepolcro, qui la croce viene prelevata dal sepolcro.

Vorrei leggere qualche frammento del "Dialogo tra il Cherubino e il Buon Ladrone".

Dedicazione della Chiesa. Vorrei accennare alcuni aspetti di questo periodo173. Per quanto riguarda all'origine di questo periodo, mi rimetto a quanto è stato detto sulla dedicazione nella liturgia siro occidentale. Sono le quattro domeniche che chiudono l'anno liturgico. Soffermiamoci su alcuni testi:

Parla, parla o Chiesa del nostro Salvatore, Sposa del Re, la cui bellezza è desiderabile e gioiosa. È Dio, colui che esiste dall'eternità, che nel suo amore ti ha sposato174.

170 ?Breviarium, II, 401. Testo 56.

171 ?Sarebbe da studiare nella liturgia siro orientale il tema della "Chiesa come oggetto della redenzione di Cristo".

172 ?Cf., F.A. PENNACHIETTI, Il ladrone e il Cherubino. Dramma liturgico cristiano orientale in siriaco e neoaramaico, Torino 1993.

173 ?Cf.,J. THECKANATH, The Church Bride of Christ, (tesi inedita nel PIL, 1987).

174 ?Preghiera iniziale del vespro della prima domenica. Testo 57.53

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O Cristo, che hai salvato la tua Chiesa dall'errore degli idoli e l'hai fatta immagine del cielo perché in essa abitino gli angeli...

O Cristo, che hai riscattato la tua Chiesa per mezzo del tuo Corpo e del tuo Sangue prezioso, e l'hai santificata col tuo battesimo, l'hai salvata con la tua grazia e gli hai dato di diventare la dimora e il rifugio di tutti coloro che credono in te...

O Cristo che hai dato alla tua Chiesa la tua Croce santa per cui può trionfare dal maligno, e hai sradicato da essa le divisioni scismatiche e le controversie, affinché possa lodarti senza posa...175.

La Chiesa è la sposa di Cristo, redenta dal suo sangue, la corona, la perfezione dell'opera di Cristo, la comunità che lui presenta al Padre come frutto della sua redenzione.

175 ?Preghiera dall'ufficio notturno della prima domenica. Testo 57.54

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IV. RITO BIZANTINO

Il senso mistagogico / catechetico della liturgia176 viene sottolineato fortemente nelle liturgie dell'Oriente cristiano, e in modo speciale nelle liturgie di tradizione bizantina: la liturgia è un maestro nella fede dei fedeli, essa è possiamo dire impregnata di elementi che istruiscono i fedeli nelle verità della fede; per questo la liturgia bizantina -tutte le liturgie cristiane- appartiene alla Chiesa, che la custodisce come patrimonio intangibile177. Questa dimensione mistagogico catechetica la troviamo nei testi liturgici -sia quelli biblici che quelli eucologici-, nello stesso svolgimento delle celebrazioni178, nel ciclo liturgico -anno liturgico-, nell'iconografia, nell'architettura179.

Questa dimensione mistagogica la raccoglie il ciclo liturgico che, a partire - piuttosto attorno- alla Pasqua come il suo centro fa una mistagogia sul mistero di Dio Trinità, sulla cristologia, sulla soteriologia... Non cerchiamo, però, una sistemazione in questo sviluppo teologico del ciclo liturgico; piuttosto si tratta di un progressivo entrare nella comprensione -forse meglio nella contemplazione- del mistero di Dio: il misterioso amore del Dio eterno che si è manifestato per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo nella creazione, nella redenzione, nella Chiesa.

I fedeli ricevono questa mistagogia attraverso la vita della Chiesa; essi non hanno letto i trattati di Giovanni Damasceno sulle sante icone, neppure i trattati liturgici sulla Pasqua, ma hanno imparato e vivono la dottrina sulla Pasqua, sulle icone attraverso i testi della liturgia lungo il ciclo liturgico, attraverso la stessa iconografia che hanno sotto gli occhi, e attraverso di essa possono confrontare quello che pregano, sentono o è loro predicato, con quello che vedono.

Lungo il ciclo liturgico bizantino troveremo diverse feste e diversi gradi nelle feste; tutte, però, sottolineano qualche aspetto teologico, tutte sono a modo suo una mistagogia per i fedeli, tutte sono anche feste "teologiche": Pasqua e la Dormizione di Maria sottolineano l'aspetto della risurrezione e della glorificazione, Natale e l'Annunziazione esplicitano l'aspetto teandrico dell'Incarnazione, Epifania e Pentecoste sono delle feste trinitarie180.

Vorrei sottolineare alcuni aspetti cristologici del ciclo liturgico bizantino, prima di entrare nello studio del ciclo propriamente detto181. L'istituzione delle feste nel calendario bizantino non avviene per caso; essa si sviluppa come una totalità attorno al mistero pasquale

176 ?Nella liturgia possiamo scorgere un senso latreutico, di lode, di adorazione, un senso carismatico -sacramentale- cioè di grazia che i fedeli ricevono, un senso mistagogico -catechetico- di istruzione dei fedeli nella fede, cf., BRANISTE, E., Le culte byzantin, op. cit., p. 75.

177 ?La liturgia appartiene alla Chiesa, non soltanto ai vescovi o ai preti, non soltanto ai fedeli, ma alla totalità della Chiesa.

178 ?Pensiamo a tutta la simbologia della prima parte della celebrazione eucaristica o degli altri sacramenti.

179 ?Cf., BOUYER, L., Architettura e Liturgia, Qiqajon, Bose 1994.

180 ?Cf., M. ARRANZ, Les "fêtes théologiques", op. cit., p. 31; ad ogni modo, non si tratta di celebrare dei temi, ma di vedere il contenuto teologico di ogni celebrazione.

181 ?Cf., E. THEODOROU, Le Christ, op. cit.55

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di Gesù Cristo; la varietà delle feste: feste settimanali, feste annuali, feste del Signore, feste della Madre di Dio, feste dei santi, commemorazioni... sono nate e si sviluppano attorno al misteri di Cristo. Qui c'entra anche la dimensione temporale delle feste: queste non soltanto commemorano un fatto, la lo fanno attuale: Cristo non ci ha salvati soltanto una volta, ma continua a salvarci: la Parola si incarna di nuovo per salvarci182:

Con le palme della virtù portiamo i rami della purezza per andare incontro a Cristo nostro Dio, che su un asino va verso Gerusalemme. (Lunedì della VI settimana di Quaresima).

L'inferno è in attesa della sua perdizione, poiché la Vita viene per risuscitare Lazzaro... e spezzare il regno della morte. (Giovedì della VI settimana di Quaresima).

Venite, celebriamo questo mistero, andiamo a trovarlo coi nostri canti, poiché il Creatore viene per soffrire sulla croce (Lunedì Santo).

Ieri, con Te, o Cristo, sono stato sepolto; con Te io mi sveglio oggi partecipando alla tua risurrezione (Domenica di Pasqua)183.

Sottolineo ancora il carattere cristocentrico delle feste della Madre di Dio; i titoli dati a Maria sono sempre in riferimento a Cristo: Colei che ha concepito la Saggezza e il Verbo di Dio... colei che ha nutrito col suo latte Colui che nutrisce l'universo... tabernacolo immacolato della vera luce... libro vivente di Cristo, sigillato col sigillo dello Spirito... trono, palazzo e sede del Re... Madre dell'Agnello e del Buon Pastore... Le feste dei santi anche sottolineano l'opera di Cristo nei suoi servi, la configurazione di essi al loro modello.

Tutte le feste bizantine, dunque, si rifanno al mistero pasquale e hanno, quindi, un carattere soteriologico, in riferimento all'Incarnazione di Cristo; questa soteriologia non esclude ne sopprime la risposta libera dell'uomo: bisogna il cammino di conversione di ogni credente per ritornare a Dio nell'imitazione di Cristo:

Imitiamo con la nostra vita quella di Gesù...Nell'umiltà seguiamo l'esempio di Cristo...Il Signore, digiunando come uomo, ci dà l'esempio e trionfa dalla tentazione...Il Signore vuol la conversione dei nostri cuori... (Testi della liturgia quaresimale bizantina)184.

IV.1. Schema generale del ciclo liturgico bizantino.L'anno liturgico bizantino è diviso in un ciclo fisso di feste, in un ciclo mobile, quello

pasquale, e in un ciclo settimanale, quello dell'oktoichos, degli otto toni; ci sono nel ciclo fisso e nel ciclo mobile le 12 grandi feste185, sette del Signore e cinque della Madre di Dio186.

182 ?Cf., Ibid., pp. 248-249. I testi della liturgia vengono messi nel presente, quasi mai nel passato.

183 ?CF., Ibid. Testo 58.

184 ?Cf., Ibid., pp. 254-257. Testo 59.

185 ?Cf., M. DONADEO, L'anno liturgico, op. cit.

186 ?Vorrei trattenermi soltanto sui testi di alcune di queste feste.56

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IV.1.1. Ciclo fisso. Comincia il primo settembre, che è anche la data di inizio dell'anno civile bizantino. Vediamo alcune delle grandi feste fisse:

Natività della Madre di Dio (8-IX): La prima grande festa del ciclo liturgico bizantino è una festa della Madre di Dio, come pure l'ultima, la Dormizione il 15 agosto. L'origine di questa festa è gerosolimitana, legata alla dedicazione di una chiesa nel luogo tradizionale della casa di Gioacchino e Anna. I testi della festa hanno subito l'influsso degli apocrifi, sopratutto del Protovangelo di Giacomo. Notiamo i titoli che vengono dati a Maria:

Oggi il Dio che siede sui troni spirituali si è preparato un trono santo sulla terra; Colui che nella sua sapienza ha stabilito i cieli, nel suo amore per gli uomini crea un cielo vivente... Ecco il giorno del Signore, rallegratevi popoli! Infatti la camera nuziale della luce, e il libro del Verbo di vita è uscita da un grembo. La porta del -l'Oriente è nata e attende l'ingresso del gran Sacerdote, unica a introdurre nell'universo l'unico Cristo, per la salvezza delle nostre anime... La sterilità della nostra natura è abolita, perché una dona sterile è divenuta madre di colei che resterà vergine dopo la nascita del suo Creatore...187.

Si sottolinea il tema della nascita di Maria come inizio della redenzione; lei viene associata strettamente all'opera salvifica del suo Figlio188:

La tua nascita, o Madre di Dio, annunciò gioia a tutta la terra: da te infatti è spuntato il sole di giustizia, Cristo Dio nostro. Avendo sciolto la maledizione, ci ha dato la benedizione; e, distrutta la morte, ci ha fatto dono della vita eterna189.

Esaltazione della Santa Croce (14-IX): La festa si collega con la dedicazione della basilica dell'Anastasis a Gerusalemme nel 335 e con la celebrazione del ritrovamento della reliquia della Croce da parte dell'imperatrice Elena e del vescovo Macario. La croce ha un posto rilevante nella liturgia bizantina190: tutti i mercoledì e venerdì dell'anno viene commemorata col canto di un tropario191; inoltre si commemora la Croce la terza domenica di Quaresima e i giorni 7 maggio e 1 agosto. Nei testi del 14 settembre la Croce viene presentata come luogo di vittoria: di vittoria di Cristo sulla morte, di vittoria della vita sulla morte, luogo di morte della morte:

La Croce esaltata invita tutta la creazione a cantare inni alla passione immacolata di Colui che su di essa fu innalzato: sulla Croce Egli mise a morte chi aveva dato la morte, risuscitò i morti e, purificatili, li rese degni, nella sua misericordia ed infinita bontà, di vivere nei cieli... Mosè ti ha prefigurato estendendo le braccia verso l'alto e mettendo in fuga il tiranno Amalek, o Croce veneranda, vanto dei fedeli, sostegno dei martiri, ornamento degli apostoli, difesa dei giusti, salvezza di tutti i santi. Per questo

187 ?Testi del vespro dell'8 settembre. Testo 60.

188 ?Nell'icona della festa, è assai chiaro il parallelo con quella della nascita di Gesù; nella scena del bagno di Maria, essa porta già le iniziali ΜΡ ΘΥ.

189 ?Tropario della festa dell'8 settembre. Testo 60.

190 ?Cf., J. HALLIT, La Croce, op. cit., p. 8.

191 ?Salva Signore il tuo popolo e benedici la tua eredità; accorda alle tue Chiese vittoria sui nemici e proteggi per mezzo della Croce questo popolo che è tuo.

57

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alla vista della tua esaltazione, il creato si rallegra e glorifica Cristo, la cui estrema bontà ha riunito per te ciò che era diviso192.

Venite, fedeli, adoriamo il legno vivificante: su di esso Cristo, Re della gloria, stese le braccia e ci risollevò alla beatitudine iniziale di cui aveva spogliato il nemico... Venite, fedeli, adoriamo il legno grazie al quale siamo giudicati degni di schiacciare le teste dei nemici invisibili. Venite, famiglie tutte delle genti, veneriamo con i nostri canti la Croce del Signore...193

Alla fine del mattutino c'è il rito dell'esaltazione della Croce, cioè il sacerdote innalza la Croce al massimo sulla sua testa e poi l'abbassa fino a terra, poi a sinistra e a destra in direzione dei quattro punti cardinali, mentre il coro canta 500 volte Kyrie eleison; si finisce col canto del tropario della festa:

Adoriamo la tua Croce, Signore, e glorifichiamo la tua santa risurrezione194.

Ingresso della Vergine nel tempio (21-IX). Festa d'origine gerosolimitano -la dedicazione della chiesa di Santa Maria Nova, 543-, sottolinea la dimensione globale del piano di Dio per operare la sua salvezza in Cristo. Certi temi hanno come sottofondo il protovangelo di Giacomo.

Natale (25-XII). La celebrazione del 25 dicembre porta come titolo: "Natività secondo la carne del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo", cioè viene celebrato l'evento storico della nascita di Gesù dalla Vergine, includendo anche l'adorazione dei Magi195; i testi dell'ufficiatura risalgono a Romano il Melode (VI sec.):

Oggi la Vergine dà alla luce l'Eterno e la terra offre una grotta all'Inaccessibile. Gli angeli con i pastori cantano gloria, i Magi avanzano seguendo la stella. Per noi è nato tenero Bambino il Dio esistente prima dei secoli196.

L'Oriente bizantino sottolinea soprattutto nel Natale del Signore il mistero di Dio che si umilia, si abbassa fino alla terra e assume la condizione umana per salvare l'uomo caduto197:

Venite, rallegriamoci nel Signore, considerando il mistero presente: il muro di separazione è abbattuto, la spada fiammeggiante retrocede, i cherubini si allontanano dall'albero della vita, ed io partecipo alle delizie paradisiache da cui mi aveva schiacciato la disobbedienza. L'immagine identica al Padre, l'impronta della sua eternità prende forma di servo senza subire mutamento nascendo da una madre

192 ?Testi del vespro del 14 settembre. Testo 61.

193 ?Canto per la venerazione della Croce, 14 settembre. Testo 61.

194 ?Tropario della Croce. Testo 61.

195 ?L'icona del giorno include la nascita di Gesù dalla Vergine, l'annunzio ai pastori, il dubbio di Giuseppe, l'adorazione dei Magi.

196 ?Contacio del 25 dicembre. Testo 62.

197 ?Cf., G. GHARIB, Le icone festive, Ancora, Milano 1985, p. 90.58

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ignara di nozze. Dio vero, ciò che era, resta, ciò che non era, lo assume, fatto uomo per amore degli uomini. Acclamiamolo: Dio nato dalla Vergine, abbi pietà di noi198.

Ci soffermiamo un attimo nel tempo che precede il Natale, il tempo della preparazione alla festa. Il rito bizantino, benché non ha un periodo di avvento propriamente detto, comincia la preparazione del Natale la seconda domenica che precede la festa; i testi accennano ai personaggi dell'AT che hanno profetizzato sul Cristo e sulla sua venuta. Nella seconda domenica prima di Natale vengono commemorati i santi antenati del Signore, e nella domenica prima del 25 dicembre vengono commemorati i padri, da Adamo a Giuseppe, sposo di Maria. A partire dal 20 dicembre comincia propriamente la preparazione alla festa:

Ascoltate o cieli, terra stà attenta, ecco il Figlio, il Verbo di Dio Padre, deve nascere da una Vergine intatta, per condiscendenza di Colui che senza cambiamento gli comunica la sua natura e per la comunicazione dello Spirito Santo. Betlemme preparati; che l'Eden apra le sue porte, poiché colui che è diventa quello che non era; Colui che ha modellato tutta la creazione è a sua volta modellato, lui che fa dono al mondo della sua misericordia199.

Questo testo riesce a presentare in modo breve il contenuto della fede, dopo il concilio di Calcedonia200. Ad ogni modo, benché i testi liturgici si raccolgono attorno alla festa del 25 dicembre, le Chiese bizantine fanno precedere il Natale da un periodo di 40 giorni di digiuno -Quaresima di Natale-201; in questo periodo i testi sono assai vaghi in rifferimenti al Natale, e non è fino al 21 novembre che si cantano nell'ufficio mattutino dei testi che comminciano a far rifferimento alla celebrazione natalizia. Sono giorni consacrati alla preparazione al mistero dell'Incarnazione per mezzo dei temi tanto dell'AT che del NT; il tema che viene più chiaramente messo in luce è l'assunzione della natura umana da parte del Verbo di Dio, sia a partire dei testi biblici che patristici; l'unione delle due nature in Cristo è considerata la fonte vivificante di tutta l'opera della salvezza202.

Epifania (6-I). Per quanto riguarda l'Epifania, lascio la trattazione di questa festa, molto importante, ma che merita una trattazione a se203.

Incontro (2-II). Solennità antica -accennata da Egeria nel suo Pellegrinaggio204; sembra che fu introdotta a Roma da papa Sergio I (687-701), d'origine orientale, siriaca?, che introdusse anche altre feste cristologico-mariane:

Salve, piena di grazia, Madre di Dio e Vergine, perché da te è sorto il sole di giustizia, Cristo, Dio nostro, illuminante quanti sono nelle tenebre. Rallegrati pure

198 ?Testo del vespro del 25 dicembre. Testo 62.

199 ?Tropario dei giorni precedenti il Natale. Testo 62.

200 ?Cf., I-H., DALMAIS, Le temps de préparation, op. cit., p. 29.

201 ?Cf., O. RAQUEZ, La préparation, op. cit., p.7.

202 ?Cf., Ibid., pp. 18-19.

203 ?Cf., O. RAQUEZ, Les saintes Théophanies, op. cit.

204 ?Cf., Egeria. Pellegrinaggio in Terra Santa, Biblioteca Patristica 17, Nardini Editore, Firenze 1991, p. 172.

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tu, o giusto vegliardo, che hai ricevuto fra le braccia il liberatore delle nostre anime, che ci elargisce anche la risurrezione205.

Si apra oggi la porta del cielo! Il Verbo eterno del Padre, avendo iniziato la sua esistenza temporale senza separarsi dalla sua divinità, si lascia portare nel tempio, secondo la legge, dalla Madre, come bimbo di quaranta giorni. Il vecchio lo riceve nelle sue braccia dicendo: "Lascia che me ne vada -esclama il servo del Signore- perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza". O tu che sei venuto al mondo per salvare il genere umano: Signore, gloria a te!206.

Annunciazione (25-III).Trasfigurazione (6-VIII). Dormizione della Madre di Dio (15-VIII).

Le altre tre grandi feste per completare il numero di dodici sono già feste mobili:Domenica delle Palme.Ascensione.Pentecoste.

IV.1.2. Ciclo mobile. Il cilco mobile delle celebrazioni bizantine gira attorno alla Pasqua con due grandi periodi: il Triodion e il Pentecostarion207.

A. Triodion. Il nome viene dal libro liturgico usato in queste settimane, dieci, che precedono la celebrazione della Pasqua; il termine Triodion viene da "tre odi", cioè i testi che vengono cantati nell'ufficiatura del mattutino. Il Triodion comprende il periodo della pre Quaresima e della Quaresima. La Quaresima bizantina propriamente comprende quaranta giorni, dal primo lunedì al venerdì prima della domenica delle palme; ad ogni modo, sotto il nome di Quaresima oppure di Triodion si includono i due altri periodi: la pre Quaresima e la Settimana Santa.

La Quaresima bizantina fa svolgere le settimane da lunedì a domenica208, e fa una chiara distinzione tra il sabato e la domenica e gli altri giorni settimanali: nei primi c'è la celebrazione dell'eucaristia, mentre non c'è negli altri giorni209. Le raggioni di questa non celebrazione dell'eucaristia va legata a la teologia dei Padri e delle Chiese bizantine per cui l'eucaristia va sempre vista come celebrazione del triomfo pasquale di nostro Signore Gesù Cristo, celebrazione fatta all'inizio nella domenica -per il legame con la risurrezione del Signore- e che poi si spande anche negli altri giorni della settimana ma che rimane sempre nel suo aspetto festivo. La Quaresima, d'altronde, benché porta, sbocca, nella celebrazione

205 ?Tropario della festa dell'Incontro, 2 febbraio. Testo 63.

206 ?Inno di Giovanni Damasceno per il 2 febbraio. Testo 63

207 ?Cf., C. ANDRONIKOF, Il senso della Pasqua, op. cit.

208 ?Svolgimento che cambierà poi nel tempo di Pasqua, in cui si conteranno i giorni della settimana da domenica a sabato.

209 ?Volutamente viene evitata la forma di giorni "liturgici" e giorni "aliturgici". Troviamo testimonianze di quest'uso nei canoni 49 e 51 del concilio di Laodicea nel IV sec (343?. 381?), e poi nel canone 52 del concilio "in Trullo" (692).

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della Pasqua e in qualche modo ne preannuncia già la gioia, sottolinea i cammini per cui il cristiano arriva alla Pasqua: la compunzione e l'umiltà; per questo la celebrazione eucaristica viene limitata al sabato e alla domenica210.

Nei mercoledì e nei venerdì di Quaresima si celebra la Liturgia dei Presantificati, cioè la comunione col Corpo e il Sangue del Signore, consacrato la domenica precedente; è un rito di comunione inserito nella celebrazione del vespro, e in cui viene soppressa l'anafora eucaristica211. La Liturgia dei Presantificati viene celebrata di solito la sera, dopo un giorno di digiuno; i testi e le cerimonie invitano alla compunzione: prostrazioni, illuminazione minima della navata, velo del santuario quasi sempre chiuso, veli che coprono i doni, i testi delle letture sono quelli dell'AT.

La Quaresima bizantina è un periodo molto ricco nella scelta dei testi biblici: salmi, letture, nell'innografia, nelle letture dei Padri. L'innografia -ci sono per ogni giorno un'ufficiatura almeno di quaranta a quaranta cinque tropari- appartiene al patrimonio sopratutto di Romano il Melode (VI sec.), san Teodoro Studita (+826) e san Giuseppe di Tessalonica (+832). I testi innografici si soffermano sopratutto nel tema dell'anima umana, dominata dal peccato, che trova per mezzo della Quaresima la possibilità della salvezza212. Per quanto riguarda la lettura del salterio, la liturgia bizantina quaresimale fa una lettura continua del salterio due volte alla settimana213. Le letture bibliche vengono proposte come lettura continua: Genesi e Proverbi nel vespro, e Isaia nell'ora sesta. Le letture dei Padri sono divise tra alcuni testi ascetici di sant'Efrem (+ 373), della Storia Lausiaca di Palladio (V sec.), la Scala Paradisi di San Giovanni Climaco e le Catechesi di san Teodoro Studita (+ 826). I giorni di sabato e domenica riprendono la celebrazione eucaristica; la domenica commemora in modo chiaro e centrale la risurrezione del Signore214.

Pre-Quaresima. Comprende tre settimane e quattro domeniche, a partire dalla decima prima di Pasqua215:

Domenica del publicano e del fariseo: Lc 18,10-14216.Domenica del figlio prodigo: Lc 15,11-32. Domenica di Carnevale o del giudizio finale: Mt 25,31-46.Domenica dei latticini e di Adamo ed Eva: Mt 6,14-21. Alla fine della liturgia c'è il

rito del perdono con cui si comincia la Quaresima.

210 ?Per la stessa raggione il rito ambrosiano non celebra l'eucaristia i venerdì di Quaresima; cf., O. RAQUEZ, La liturgie byzantine du Carême, op. cit., pp. 26-27.

211 ?Nell'intrduzione alle liturgie orientali è stata presentata l'origine e lo svolgimento di questa celebrazione.

212 ?Cf., O. RAQUEZ, La liturgie byzantine du Carême, op. cit., p. 30.

213 ?Negli altri periodi liturgici bizantini, il salterio viene letto nella lettura continua una volta alla settimana, al di là dei salmi propri per ogni ora di preghiera.

214 ?Cf., O. RAQUEZ, La liturgie byzantine du Carême, op. cit., pp. 32-34.

215 ?Viene considerata da alcuni come appartenete alla pre Quaresima anche la domenica di Zaccheo, che precede quella del pubblicano e del fariseo, cf., A. SCHMEMANN, La Grande Quaresima, op. cit., p. 13.

216 ?Testo 64. Per quanto riguarda tutte le pericopi bibliche lette nella Quaresima e nel tempo di Pasqua, cf., C. ANDRONIKOF, Il senso della Pasqua, op. cit. vol. I, pp. 314-321, vol II, pp. 213-217.

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Nella Domenica di Carnevale comincia l'astinenza della carne e nella domenica della Tirofagia comincia l'astinenza dei latticini. Quattro aspetti vorrei ricavare dalla pre Quaresima -se consideriamo la domenica di Zaccheo come quasi appartenente a questo periodo: il desiderio di Dio -domenica di Zaccheo-, l'umiltà -domenica del pubblicano e del fariseo-, il ritorno dall'esilio -domenica del figlio prodigo-, il giudizio finale -domenica di carnevale-, il perdono -domenica della tirofagia. Nel sabato della tirofagia vengono commemorati tutti i santi asceti, cioè coloro che sono stati "illuminati dal digiuno", coloro che sono per i cristiani modelli di digiuno, di penitenza. Nella domenica della Tirofagia, l'ultima prima della Quaresima, viene commemorata l'espulsione di Adamo del paradiso delle delizie: l'uomo, creato da Dio per vivere in comunione con lui nel paradiso, a causa del peccato ne è stato cacciato, ma nella Quaresima comincia il cammino di ritorno che culminerà quando Cristo, nel mistero pasquale, scende negli inferi e gli dà la sua mano per levarlo dalla morte e portarlo al paradiso217; questo cammino sarà fatto nella gioia dell'attesa della Pasqua:

Aprimi le porte del pentimento. o Datore di vita, perché fin dall'alba si leva il mio spirito, si volge in preghiera al tuo santo tempio, portando con se il tempio contaminato del mio corpo. Nella tua compassione, purificami, per la tenera benevolenza della tua misericordia218.

Rendiamo lode all'assemblea dei santi Padri e cantiamo a Antonio il corifeo, Eutimio il luminoso, e tutti i loro compagni. Attraversando le loro vite come un paradiso di delizie, vogliamo evocare questi alberi piantati da Dio che avendo dato i frutti di vita immortale gli hanno offerto a Cristo...219.

Dal paradiso Adamo fu cacciato a causa del frutto vietato di cui si era nutrito. Seduto davanti alla porta, piangeva e gemeva e gridava: "Guai a me! Ho trasgredito l'unico comando di Dio e mi sono privato di tutto ciò che è buono. O santo paradiso piantato per me e che Eva fecce chiudere, prega il Creatore mio e anche tuo che io possa essere colmato dai tuoi fiori". E il Salvatore rispose: "Io non voglio che la mia creazione perisca, ma io desidero che venga salvata e conosca la verità. Per questo non respingo colui che viene a me220.

Cominciamo il tempo della Quaresima luminosa, diamoci ai combattimenti spirituali, santifichiamo la nostra anima e purifichiamo il nostro corpo. Non digiuniamo soltanto dal cibo, asteniamoci anche di ogni passione, coltiviamo le virtù spirituali; perseverando in esse fedelmente possiamo essere degni di contemplare la passione di Cristo nostro Dio e la gioia della sua santa risurrezione221.

217 ?Nei testi, il paradiso viene quasi personificato e associato al lamento di Adamo esiliato: ...con il rumore delle tue foglie, supplica il Creatore di aprirmi quelle porte che ho chiuso con la mia trasgressione... Santo paradiso, prega perché io sia colmo dei tuoi fiori... Prateria beata, piante divine, dolcezza del paradiso, delle vostre foglie, come dagli occhi, versate le vostre lacrime su di me... (testi della domenica della tirofagia).

218 ?Preghiera del mattino della domenica del pubblicano. Testo 65.

219 ?Sabato della tirofagia, vespro. Testo 65.

220 ?Domenica della tirofagia, vespro. Testo 65.62

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Quaresima222. Dura quaranta giorni, con sei domeniche. Vorrei trattenermi soltanto vedendo a grandi tratti gli aspetti più importanti delle domeniche. Le domeniche quaresimali hanno per così dire due aspetti ognuna, teologici ambedue, ma che provengono dalla celebrazione speciale fatta ogni domenica e dalle letture dalla Sacra scrittura.

Domenica dell'Ortodossia: Gv 1,44-52. In questa domenica la Chiesa celebra il trionfo dell'ortodossia sull'iconoclasmo e il ristabilimento della venerazione delle icone l'11 marzo del 843; questo aspetto ha un legame puramente storico con la Quaresima, per il fatto che il trionfo dell'ortodossia ebbe luogo precisamente questa domenica. Ad ogni modo, i testi dell'ufficatura vogliono sottolineare anche il legame tra digiuno, conversione... e vera confessione di fede:

Davanti la tua santa icona noi ci prostriamo, Dio di bontà, e chiediamo il perdono delle nostre mancanze, o Cristo nostro Dio, poiché tu hai voluto soffrire salendo sulla croce per salvare la tua creatura dalla schiavitù del nemico. Così, nell'azzione di grazie, noi ti invochiamo: tu hai riempito di gioia l'universo, o nostro Salvatore, venendo a portare al mondo la salvezza223.

Il secondo aspetto della domenica, che ci viene dalle letture della Scrittura, va legato alla preparazione battesimale: Eb 11,24-26.32-40; 12,1-2 (la fede dei padri dell'AT), e Gv 1,44-52 (vocazione di Filippo e Natanaele ...vedrai cose maggiori di queste...), i catecumeni, per la fede, vedranno nella Pasqua le grandi meraviglie di Dio.

Domenica di San Gregorio Palamas: Mc 2,1-12. La condanna dei nemici di Gregorio Palamas (1296-1359)224 nel XVI sec. fecce introdurre questa celebrazione nella seconda domenica di Quaresima, e fu vista come un secondo trionfo dell'ortodossia:

O saggio che vivevi nell'ascesi, tu hai distrutto le passioni della carne... e fatto dell'anima tua l'organo divino della teologia. Tu hai conservato pura l'immagine; hai coraggiosamente opposto alle passioni della carne l'intelligenza che ci guida; hai ricevuto la rassomiglianza e sei divenuto la dimora luminosa della Santa Trinità225.

Le letture della liturgia sottolineano ancora una volta per i catecumeni il tema della fede: Eb 1,10-2,3 (l'ascolto dell'opera di Dio) e Mc 2,1-12 (la fede del paralitico portato a Cristo attraverso il tetto.

Domenica dell'esaltazione della santa Croce: Mc 8,34-9,1. La terza domenica è dedicata alla venerazione della Croce vittoriosa di Cristo. Durante l'ufficio vigiliare, la Croce viene portata solennemente al centro della chiesa e venerata dai fedeli; lì rimane per tutta la

221 ?Domenica della tirofagia, vespro del perdono. Testo 65.

222 ?Per uno sviluppo sistematico di tutta la Quaresima, cf., C. ANDRONIKOF, Il senso della Pasqua, op. cit; A. SCHMEMANN, La Grande Quaresima, op. cit.

223 ?Domenica dell'Ortodossia, tropario. Testo 66.

224 ?Su San Gregorio Palamas, cf., R. D'ANTIGA, Gregorio Palamas e l'esicasmo, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo 1992.

225 ?Seconda domenica di Quaresima, lodi. Testo 66.63

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settimana. I testi dell'ufficiatura sottolineano sopratutto la croce come luogo di vittoria e di gioia, non come luogo di sofferenza:

Per distruggere la maledizione di Adamo tu assumesti la nostra carne, eccetto il peccato. Ma sei crocifisso e muori. Perciò con fede noi veneriamo la tua Croce... e chiediamo di vedere la tua risurrezione... Risplende, Croce vivificante del Signore: coi raggi della tua grazia illumina i cuori di coloro che ti venerano e ti abbracciano con pietà... poiché per te noi abbiamo parte alla gioia eterna. Salve, Croce vivificante del Signore, paradiso della Chiesa e nuovo albero della vita, che ci procuri la gioia di una gloria senza fine... dacci di contemplare le Sofferenze del Signore e la sua santa Risurrezione... Salve Croce vivificante del Signore, invincibile trofeo della fede, porta del paradiso226.

Con questa domenica -metà della Quaresima- in qualche modo la Chiesa vuol dare un sollievo gioioso allo sforzo ascetico che si viene sostenendo, e anche far intravedere la fine della Quaresima, cioè la Passione e la Risurrezione gloriosa del Signore227. Le letture della liturgia sono Eb 4,14-5,6 (Gesù, sommo sacerdote compassionevole) e Mc 8,34-9,1 (prendere la croce e seguire Gesù).

Domenica di San Giovanni Climaco: Mc 9,17-31. Domenica di Santa Maria Egiziaca: Mc 10,32-45.La Chiesa bizantina propone in queste due domeniche due testimoni massimi

dell'ascetismo cristiano: Giovanni Climaco (+ verso 680), abate del monastero del Sinai e modello di ascesi attraverso un testo diventato poi famoso tra i testi ascetici, la Scala Paradisi, e Maria Egiziaca, modello di ascesi nella sua vita. I testi scritturistici di queste domeniche, Eb 6,13-20 (fedeltà di Dio alla sua Parola) e Mc 9,17-31 (guarigione dell'endemoniato) per la quarta, e Eb 9,11-14 (sangue redentore di Cristo) e Mc 10,32-45 (annuncio della risurrezione) continuano la catechesi pre battesimale.

Tra la quarta e la quinta domenica c'è il sabato dell'Akathistos, in cui viene cantato, nell'ufficiatura notturna, l'inno con questo nome, dedicato alla Madre di Dio.

Vorrei fare accenno alla settimana che precede la domenica delle Palme, il cui centro è Lazzaro, la sua malattia, la sua morte. Chiamata Settimana delle Palme, questa settimana ci fa seguire il cammino di Gesù verso Bettania e quindi verso Gerusalemme; i testi liturgici ci fanno avvicinare in un modo quasi plastico a questo cammino che Gesù porta a termine, ma sopratutto ci fanno avvicinare a quello che si manifesterà pienamente nei giorni santi, cioè la filantropia di Dio manifestata in Gesù Cristo, il suo amore reale e concreto per l'uomo; in fondo le Chiese di tradizione bizantina riescono a vivere e celebrare nella liturgia il cuore, il centro, della confessione di fede calcedoniana, le nature divina ed umana nel Cristo incarnato. Con i contrasti tipici della liturgia bizantina, già nella domenica precedente questa settimana, quella quinta, i testi del vespro parlano di Lazzaro, ma del "povero Lazzaro" di Lc 16,19-30:

Tu che eri ricco, o Cristo, sei diventato povero per arricchire i mortali col tesoro della tua luce immortale; ed io che sono impoverito a causa dei piaceri di questa vita,

226 ?Terza domenica di Quaresima, vespro. Testo 66.

227 ?Sarebbe come in un lungo pellegrinaggio, il trapasso di un'alta montagna dalla cui cima si intravede la fine della grande valle dove si vuol arrivare.

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dammi l'abbondanza delle virtù, mettimi accanto al povero Lazzaro, allontanami dalla punizione del ricco e dalla geenna che meritano le sue azioni228.

Il lunedì ci introduce al cammino di Gesù verso Betania:Oggi la malattia di Lazzaro viene manifestata a Cristo, che si trattiene al di là del Giordano; nella sua prescienza, lui dichiara: Questa malattia non porta alla morte. Preparati Betania, adorna i tuoi sentieri per accogliere il tuo Dio; coi suoi apostoli verrà il Signore per risuscitare un nativo di questa terra229.

Il martedì prosegue col processo della malattia; i testi sottolineano la pedagogia voluta da Cristo anche dal suo attardarsi al di là del Giordano:

Oggi come ieri Lazzaro soffre la malattia: le sue sorelle l'hanno fatto sapere a Cristo; nella gioia, preparati Betania, per ricevere il tuo maestro e il tuo Re e canta con noi: Signore, gloria a te230.

Martedì al vespro e mercoledì parlano già della morte e quindi della sepoltura di Lazzaro:

In questo giorno Lazzaro consegna lo spirito, Betania si lamenta e piange colui che tu, Salvatore, risusciterai dai morti per raffermare nel tuo amico la fede nella tua divina risurrezione che calpesta la morte e ci dà la vita; per questo noi ti lodiamo e ti cantiamo231.

In questo giorno Lazzaro morto è sepolto ed i suoi fanno dei lamenti per lui; come Dio, nella tua prescienza, tu annunzi ai discepoli la malattia dicendo: Lazzaro si è addormentato, ma vado a risuscitare colui che io ho creato. Per questo noi ti cantiamo: Gloria, Signore, al tuo potere sovrano232.

Il giovedì sottolinea già la vittoria di Cristo sulla morte:Lazzaro è nella tomba da due giorni e le sue sorelle Marta e Maria fanno lutto per lui, guardando con tristezza la pietra della tomba; coi suoi discepoli si avvicina il Creatore per spogliare la morte e darci la vita; per questo noi lo invochiamo: Signore, gloria a te233.

Infine il venerdì mescola la gioia della risurrezione vicina e quella dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme:

O Cristo, che siedi sui serafini celesti nella divina maestà di Creatore dell'universo, adesso nella terra ti prepari a sedere su un asinello; Betania si rallegra di accoglierti come Salvatore, Gerusalemme si rallegra di ricevere il Messia atteso, la morte è nel

228 ?Quinta domenica di quaresima, lucernario del vespro. Testo 67.

229 ?Lunedì della sesta settimana, lodi. Testo 67.

230 ?Martedì della sesta settimana, lodi. Testo 67.

231 ?Martedì della sesta settimana, vespro. Testo 67.

232 ?Mercoledì della sesta settimana, lodi. Testo 67.

233 ?Giovedì della sesta settimana, lodi. Testo 67.65

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supplizio vedendo che Lazzaro gli viene strappato; e noi con delle palme veniamo al tuo incontro nella gioia, celebrando la potenza della tua bontà234.

I testi del sabato sono mescolati tra il tema della risurrezione di Lazzaro e quello della risurrezione di Gesù; nei lodi di questo giorno, gli evloghitaria -testi di benedizione- e alcun tropario sono quelli della risurrezione; si sottolinea il parallelo tra i due sabato: quello di Lazzaro e quello di Gesù fra sette giorni235:

Volendo vedere la tomba di Lazzaro, o Signore, tu che volontariamente ti accingevi ad abitare una tomba, domandi: Dove l'avete messo? E, imparando ciò che già sapevi, gridi a colui che ami: Lazzaro, vieni fuori! E obbedì l'inanime a colui che gli dona il respiro, a te Salvatore delle nostre anime!236.

Tutta la sesta settimana di quaresima viene inquadrata in questa contemplazione dell'incontro ormai vicino tra Gesù e la morte, quella dell'amico per primo, quella propria la settimana dopo, e i testi liturgici riescono a coinvolgerci in questo cammino di Gesù verso Betania, verso Gerusalemme; nella liturgia bizantina non siamo mai degli spettatori, siamo sempre partecipanti, siamo sempre συλλιτoυργo, concelebranti, presenti nella liturgia e nell'evento di salvezza che la liturgia celebra. Insisto sul fatto che la liturgia non celebra delle idee, dei temi, ma fatti di salvezza, e perciò la liturgia bizantina prepara i fedeli durante una settimana, in un crescendo di drammaticità, alla risurrezione di Lazzaro e poi, in un'altra settimana a quella di Gesù. Di qui l'importanza di quei tropari che per sottolineare questo fatto cominciano sempre per la parola oggi -σήμερov; si tratta non di un ricordo ma di un mistero in cui di nuovo avviene l'irruzione nel nostro oggi della salvezza eterna di Dio237:

Oggi la grazia dello Spirito Santo ci ha radunati. Tutti, portando la tua croce, diciamo: Benedetto Colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!238

Oggi il sinedrio malvagio si è riunito contro Cristo... Oggi Giuda si stringe intorno il laccio del danaro... Oggi Caifa senza volerlo profetizza... Oggi Giuda mette da parte la maschera dell'amore per la povertà e svela la natura della sua cupidigia. Non si occupa più dei poveri, non vende più il profumo della peccatrice, ma il miron cele-ste...239

Oggi, o Figlio di Dio, prendimi come commensale alla tua mistica Cena: non dirò il Mistero ai tuoi nemici, non ti darò il bacio di Giuda; ma come il ladro ti confesserò: ricordati di me, o Signore, quando verrai nel tuo regno. Alleluia!240

234 ?Venerdì della sesta settimana, vespro. Testo 67.

235 ?Si veda anche tutto il Canone di Lazzaro, di sant'Andrea di Creta, cf., M. GALLO, Liturgia orientale della settimana santa, op. cit., I, pp. 35-51.

236 ?Sabato di Lazzaro, vespro. Testo 67.

237 ?Cf., M. GALLO, Liturgia orientale della settimana santa, op. cit., II, p. 3427.

238 ?Domenica delle Palme, tropario del vespro. Testo 68.

239 ?Giovedì Santo, lodi. Testo 68. Nell'originale c'è un gioco di parole tra il profumo -μύρov- della peccatrice e quello celeste, Gesù Cristo.

240 ?Tropario del Giovedì Santo nella liturgia di San Basilio, invece dell'inno cherubico. Testo 68.66

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Oggi è appeso al legno Colui che ha appeso la terra alle acque! Il Re degli angeli è cinto di una corona di spine! È avvolto di una porpora mendace Colui che avvolge il cielo di nubi! Riceve uno schiaffo lui che nel Giordano ha liberato Adamo! Lo Sposo della Chiesa è inchiodato con chiodi! Il Figlio della Vergine è trafitto da una lancia! Adoriamo la tua passione, o Cristo! Mostacci anche la tua risurrezione241.

Oggi una tomba racchiude Colui che nella sua mano stringe il creato, una pietra copre Colui che copre i cieli con la sua potenza. Dorme la Vita e l'Ade trema e Adamo è sciolto dalle sue catene. Gloria alla tua economia! Per essa, dopo aver compiuto tutto, tu ci hai donato il sabato eterno, la tua risurrezione santissima dai morti!242

Oggi una Pasqua divina ci è stata rivelata, una Pasqua nuova, santa, una Pasqua misteriosa, una Pasqua solennissima. Pasqua, il Cristo redentore, Pasqua immacolata, Pasqua grande, Pasqua dei credenti. Pasqua che ci apre le porte del Paradiso, pasqua che santifica tutti i fedeli243

Settimana Santa. Vorrei soffermarmi un po sulla Settimana Santa, sottolineando alcune delle ufficiature più rilevanti. La Settimana Santa si sofferma nella contemplazione del Cristo come Sposo della Chiesa, come colui che nel suo grande amore per gli uomini ha dato la sua vita, ha preso la sua Chiesa come sposa, se l'ha legata nell'albero della croce; durante la Settimana Santa nella liturgia bizantina il ruolo di Maria, la Madre di Dio e della Chiesa vengono tessuti insieme, ci sono dei testi, sopratutto nel mattutino del Sabato Santo, in cui ci si può vedere sia Maria sia la Chiesa che parlano in essi.

Domenica delle Palme: Orthros Mt 21,1-17; Liturgia Gv 12,1-18. La liturgia della Domenica delle Palme si sofferma unicamente sull'ingresso di Gesù a Gerusalemme, ingresso che i testi collegano volentieri come conseguenza della prima vittoria di Gesù sulla morte, quella di Lazzaro. L'ingresso di Gesù a Gerusalemme è una nuova teofania; Dio -i titoli cristologici sulla divinità di Gesù saranno molto chiari- entra umile -anche i titoli sull'umanità di Gesù saranno chiari- nella sua città:

Colui che ha per trono il cielo, e la terra come sgabello dei suoi piedi: il Verbo di Dio Padre, il Figlio coeterno, oggi viene a Betania, umilmente seduto su un puledro d'asina...

Il Figlio e Verbo del Padre, come lui eterno e senza principio, viene oggi nella città di Gerusalemme assiso sul puledro di un giumento. Colui che i cherubini, pieni di timore, non osano fissare, lo acclamano i fanciulli con le palme e con i rami...

Tu che cavalchi sui cherubini e sei esaltato dai serafini, come Davide monti su un puledro, o Buono. I bambini ti lodano come Dio e i giudei iniqui ti bestemmiano, mentre tu assiso sul puledro prefiguri la conversione delle genti indomabili

241 ?Venerdì Santo, ufficio dei dodici evangeli, antifona. Testo 68.

242 ?Sabato Santo, lodi. Testo 68.

243 ?Domenica di Pasqua, lodi. Testo 68.67

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dall'incredulità alla fede. Gloria a te, o Cristo, o solo misericordioso e amico degli uomini...La tua Agnella e serva e vergine, vedendoti correre alla passione e dare per noi la vita, o Pastore buono, soffriva per te nelle sue viscere di Madre... Ti prega, o Cristo, la Madre di Dio, ti prega la folla dei discepoli: dona la tua pace al mondo che è tuo, donaci le tue misericordie abbondantemente, in eterno244.

La benedizione delle palme viene fatta nell'orthros -ufficio mattutino- dopo la lettura del vangelo; le palme si benedicono e poi vengono distribuite ai fedeli che si sono avvicinati a baciare l'evangeliario.

Lunedì, martedì e mercoledì della Settimana Santa. Lungo i tre primi giorni della Settimana Santa viene messa in luce chiaramente dalla liturgia bizantina la figura di Cristo Sposo, cioè le nozze di Dio con la Chiesa, con l'umanità. Due testi centrano l'ufficiatura di questi tre giorni, due tropari dell'orthros:

Ecco lo Sposo viene nel mezzo della notte, beato quel servo che troverà vigilante, indegno quel servo che troverà negligente! Guarda dunque anima mia, di non lasciarti opprimere dal sonno, per non essere consegnata alla morte e chiusa fuori del Regno! Ma, vegliando, grida: Santo, Santo, Santo tu sei, o Dio; per intercessione della Madre di Dio abbi pietà di noi.

Vedo il tuo talamo adorno, o mio Salvatore, e non ho la veste per entrare. Fa' risplendere la veste dell'anima mia, o tu che doni la luce, e salvami!245.

Tema dell'attesa dello Sposo, analogia sonno-morte, le nozze divine e l'assoluta indegnità dell'uomo che solo può entrare nella camera nuziale, il Regno, per la luce che viene da Cristo246.

A partire del tropario dello Sposo, tutto l'ufficio dell'orthros del Lunedì prende il nome di ufficio dello Sposo; questo viene anticipato alla vigilia del giorno precedente ed è celebrato con grande devozione dal popolo; l'icona dello Sposo -il Cristo morto ai piedi della Croce, seduto (in piedi) su un sepolcro, attorno gli strumenti della passione- viene portata in processione e baciata dal popolo. Il Cristo sofferente, paziente, morto, è lo Sposo della Chiesa.

Tutti i tre giorni commemorano qualche punto speciale: al Lunedì Santo viene assegnata la memoria del patriarca Giuseppe e del fico maledetto da Gesù. Giuseppe è figura di Gesù, venduto dai suoi fratelli, portato alla sofferenza, esaltato da Dio che lo costituisce salvatore del suo popolo:

Imitiamo la castità di Giuseppe, o fedeli, riconosciamo colui che ha onorato la natura spirituale degli uomini, vivendo anche noi con ogni vigilanza nel compimento della virtù247.

244 ?Testi del vespro e dell'orthros della Domenica delle Palme. Testo 69.

245 ?Lunedì Santo, ufficiatura dell'orthros. Testo 70. Il tropario dello Sposo è rimasto nell'ufficiatura notturna di ogni giorno dell'anno, quasi a ricordare ad ogni cristiano il suo incontro atteso col Signore.

246 ?Cf., C. ANDRONIKOF, Il senso della Pasqua I, op. cit., pp. 232-233; M. GALLO, Liturgia orientale della Settimana Santa I, op. cit., pp. 118-119.

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Trovando nell'egiziana una seconda Eva, cercava il drago di far cadere Giuseppe nella lusinga delle sue parole; ma egli abbandonò le veste e fuggì il peccato, e nudo non si vergognava, come il progenitore prima della disobbedienza. Per le sue preghiere, o Cristo, abbi pietà di noi248.

Nel primo testo notiamo l'invito a imitare Giuseppe come colui che ha onorato la natura spirituale dell'uomo; ancora il paragone tra Giuseppe e Adamo nel secondo testo, per sottolineare come Giuseppe è tipo del nuovo Adamo, Cristo, risorto in un corpo spirituale, in una carne gloriosa. Nella linea ascetica della Quaresima bizantina, la figura di Giuseppe viene anche letta in questa chiave, cioè Giuseppe come segno profetico dalla libertà dalle passioni che porterà a termine pienamente il nuovo Adamo. La maledizione del fico -la memoria del fico maledetto- viene letta sia nel sottolineare il rifiuto di Israele verso Cristo, sia nella necessità di abbandonare la presunzione e la vanagloria, dunque anche in chiave ascetica.

Per quanto riguarda il Martedì Santo, nella prospettiva del tema dello Sposo, e in parallelo anche con le liturgie siro occidentale e siro orientale, viene considerata la parabola delle dieci vergini ma leggendo tutti i due capitoli escatologici di Mt 24-25. Il Mercoledì Santo viene fatta memoria della donna peccatrice che unse i piedi di Gesù (Mt 26,6-13). Al di là dell'identità della donna, che la liturgia non chiarisce né se ne preoccupa, il mistero teologico sottolineato nella liturgia bizantina è quello della donna peccatrice che con le lacrime, con l'unzione con l'olio profumato -simboli ambedue battesimali nell'Oriente- arriva a contatto col Cristo incarnato, Dio e uomo, contatto -sacramento- che la porta alla conversione; è ancora il Cristo Sposo che si fa incontro alla sua Chiesa peccatrice249. La liturgia giocca a lungo coi termini: olio, profumo, unto, miron, applicati a Cristo:

Mentre giacevi a mensa, o Verbo, la donna ti si fecce accanto e piangendo versava l'alabastro del miron sui tuoi piedi e sulla tua testa, o Miron immortale... Io ho un miron corruttibile, in te è il miron della vita; il tuo nome, infatti, è Miron effuso su coloro che ne sono degni; ma tu perdonami, rimetti le mie colpe, grida al Cristo la meretrice250.

Santo e Grande Giovedì: Mt 26,2-20; Gv 13,3-17; Mt 26,21-39; Lc 22,43-44; Mt 26,40-27,5 (in un'unica lettura). Comune anche nelle altre liturgie cristiane, nel Giovedì Santo troviamo raggruppati i temi della lavanda dei piedi, l'ultima cena, la preghiera di Gesù nell'orto e il tradimento di Giuda. L'ufficio dell'orthros è stato celebrato già la sera prima, e la matina del Giovedì vengono celebrati il vespro, la liturgia di San Basilio251 e la lavanda dei piedi -questa soltanto nelle cattedrali e nei monasteri; ogni tre o quattro anni, i patriarchi ed i

247 ?Domenica delle Palme, canone della compieta. Testo 70.

248 ?Lunedì Santo, lodi. Testo 70.

249 ?Alcuni testi dell'ufficiatura dell'orthros del Mercoledì Santo sono della monaca Cassia -oppure Cassianí- (IX sec.), l'unica donna tra gli innografi bizantini; cf., M. GALLO, Liturgia Orientale della Settimana Santa, op. cit., pp. 188-189.

250 ?Mercoledì Santo, lodi. Testo 71.

251 ?A causa della celebrazione del vespro e della liturgia di San Basilio senza soluzione di continuità, vengono anche lette delle letture dell'AT: Es 19,10-19; Gb 38,1-21; 42,1-5; Is 50,4-11; e poi 1Cor 11,23-32 e la lettura composita dei Vangeli.

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metropolliti, questo giorno durante la liturgia di san Basilio, dopo l'epiclesi sui Santi Doni, compiono il rito della santificazione del santo Miron (Crisma), che di solito è stato preparato precedentemente durante la settimana dell'adorazione della Croce con diverse mescolanze di olio e profumi.

Vorrei soffermarmi sul tropario che apre l'ufficio dell'orthros:Mentre i gloriosi discepoli erano illuminati nella lavanda della Cena, allora Giuda si ottenebrava, l'empio, malato di cupidigia. E consegna te, il Giudice giusto, in mano ai giudici iniqui. Vedi l'amico del danaro, per questo finisce impicato! Fuggi l'anima insaziabile, che tanto ha osato contro il Maestro. O Signore buono con tutti, gloria a te252.

I due termini "illuminati" e "lavanda", -il termine greco usato qui, vιπτρ, indica il catino per lavare i piedi, ma qui ha anche il senso di vasca battesimale-, sono da collocare in un contesto chiaramente battesimale; la lavanda dunque è vista quasi come il battesimo dei discepoli che precede la cena eucaristica. I discepoli sono illuminati, mentre Giuda entra nella notte -non luce. I testi della lavanda dei piedi mettono anche in rissalto l'abbassamento di Dio -l'umiliazione- e il valore quasi sacramentale del rito come santificazione delle anime:

O Cristo Dio, che cinto di un lino hai lavato i piedi ai tuoi discepoli, lava i pensieri delle nostre anime e cingici di una cintura spirituale, per compiere i tuoi precetti e lodare la tua bontà... Il Cristo, infatti, il Salvatore nostro, che guarda la terra e la fa' tremare, si piega, tocca dei piedi di fango per donarci di calpestare con sicurezza ogni potenza avversa... Pietro temeva di farsi lavare i piedi da quelle mani immacolate, che plasmarono Adamo. Ma udì: se non ti lavo non avrai parte con me. Allora, preso da un grande timore, gridava a te: O Signore non solo i piedi... Meglio per te, o Giuda, se non fossi mai stato concepito nelle viscere di tua madre! Meglio per te non essere nato, o traditore, che ti sei alienato dal Figlio di Dio! Per causa tua si è spezzata la schiera compatta dei discepoli di Cristo e un ladro crocifisso ha colto il frutto della Vite vera253.

Santo e Grande Venerdì: Ufficio della santa e immacolata passione del Signore nostro Gesù Cristo (ufficio dei dodici Vangeli):

1. Gv 13,31-18,1. 7. Mt 27,33-54.2. Gv 18,1-28. 8. Lc 23,32-49.3. Mt 26,57-75. 9. Gv 19,25-37.4. Gv 18,28-19,16. 10. Mc 15,43-47.5. Mt 27,3-32. 11. Gv 19,38-42.6. Mc 15,16-32. 12. Mt 27,62-65.

Per quanto riguarda al Venerdì Santo ci soffermiano un po in quest'ufficiatura, celebrata di solito la sera del Giovedì; nella mattinata di Venerdì viene celebrato l'ufficio delle grandi ore: prima, terza, sesta, nona e vespro. Al centro dell'ufficiatura del Venerdì Santo c'è la contemplazione della passione gloriosa di nostro Signore Gesù Cristo assieme alla confessione sulla croce del ladro riconoscente. In qualche modo la liturgia bizantina vede

252 ?Giovedì Santo, tropario dell'orthros. Testo 72.

253 ?Giovedì Santo, lavanda dei piedi. Testo 72.70

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nella confessione del ladro tutta la Chiesa, tutta l'umanità redenta da Cristo254; il ladro viene chiamato anche dalla liturgia "compagno di via" del Signore:

O Signore, tu hai preso come compagno di via il ladro con le mani macchiate di sangue, mettici in numero con lui o Buono e Amico degli uomini! Emise un debole grido il ladro sulla croce, ma raggiunse una grande fede, in un attimo fu salvo, per primo entrò nel paradiso e ne aprì le porte. Gloria a te, o Signore, che hai accolto la sua conversione255.

I dodici racconti evangelici della passione vengono fatti lentamente, tra tanti tropari e antifone; dopo il quinto vangelo, Mt 27,3-32, esce dal santuario la processione con la croce, mentre il sacerdote canta per tre volte, ripetuto dal coro e dal popolo il tropario:

Oggi è appeso al legno Colui che ha appeso la terra alle acque! Il Re degli angeli è cinto di una corona di spine! È avvolto di una porpora mendace Colui che avvolge il cielo di nubi! Riceve uno schiaffo lui che nel Giordano ha liberato Adamo! Lo Sposo della Chiesa è inchiodato con chiodi! Il Figlio della Vergine è trafitto da una lancia! Adoriamo la tua passione, o Cristo! Mostacci anche la tua risurrezione... Noi non celebriamo la festa come i giudei, perché il Cristo Dio, la nostra Pasqua, è stato immolato per noi; ma purifichiamoci da ogni macchia e con cuore sincero invochiamolo: Risorgi, o Signore, e salvaci, o Amico degli uomini256.

Notiamo il parallelismo tra l'umiliazione di Cristo nella croce e quella precedente nel Giordano; notiamo ancora il legame fortissimo tra Croce e risurrezione; la Chiesa commincia già il suo desiderio di risurrezione, che manifesterà in modo chiaro il mattino del Sabato Santo nella liturgia di San Basilio.

Santo e Grande Sabato: Per quanto riguarda il Sabato Santo, vorrei rifferirmi in modo speciale all'ufficiatura dell'orthros, celebrata la sera del venerdì e che uno degli uffici allora più popolari e più profondi di tutto l'anno liturgico bizantino, e poi anche dire qualcosa dell'ufficiatura del vespro e della liturgia di San Basilio celebrati nella mattinata del sabato.

L'orthros di questo giorno comprende due parti centrali: il canto degli Enkomia e la processione dell'Epitafion. I tropari di introduzione alla celebrazione inquadrano la teologia di questo giorno: il corpo di Gesù vien messo nella tomba, corpo che non sarà toccato dalla corruzione -vittoria sulla morte-, vittoria di Gesù sull'Ade e risurrezione dei morti:

Il nobile Giuseppe, calato dal legno il tuo corpo immacolato, lo avvolse in una sindone pura con aromi, e gli prestò le ultime cure; e lo depose in un sepolcro nuovo.

Quando discendesti nella morte, o Vita immortale, allora l'Ade fu ucciso dal fulgore della tua divinità. E, mentre facevi risorgere i morti dagli abissi sotterranei, tutte le potenze dei cieli cantavano: O Cristo, che doni la vita, o Dio nostro, gloria a te!

254 ?La suplica del ladro: ricordati di me quando sarai nel tuo Regno, viene diverse volte ripetuta sia nella liturgia della Settimana Santa sia in ogni liturgia eucaristica durante il grande ingresso e in altri momenti.

255 ?Venerdì Santo, antifona. Testo 73.

256 ?Venerdì Santo, ufficio dei dodici evangeli, antifona. Testo 68.71

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Alle donne morofore, stando presso la tomba, l'angelo gridava: la mirra conviene ai mortale; ma il Cristo si è rivelato nemico della corruzione257.

Gli Enkomia è l'elogio funebre di Gesù formato da 176 strofe divise in tre stanze o gruppi; composto tra il XII e il XIV sec., non se ne conosce l'autore, benché i temi di fondo rissalgono ai testi pasquali di San Gregorio di Nazianzo e di Romano il Melode. L'Epitafion è il velo ricamato in cui viene rappresentato il corpo di Gesù nella tomba. Durante il canto del vespro del Sabato Santo l'Epitafion viene solennemente portato -al canto del tropario Il nobile Giuseppe (cf., testo 74)- dall'altare in un arca che figura il santo sepolcro e che viene adornata abondantemente con fiori e profumi; alla fine dell'orthros l'Epitafion, dopo la processione, verrà di nuovo portato sull'altare dove rimarrà fino alla vigilia dell'Ascensione.

Il canto degli Enkomia viene fatto di fronte all'Epitafion; le strofe vengono cantane alternate a due cori e delle volte intrecciate coi versetti -tutti- del salmo 118; il poema sgrana lentamente, sotto la voce di diversi personaggi, tutti i misteri che sono avvenuti, specialmente la sepoltura di Gesù e la sua discesa nell'Ade; ci troviamo in un costante via va di dolcezza e di amarezza, di lacrime e di attesa gioiosa della risurrezione258. E` da notare in questa celebrazione la presenza del popolo come vero celebrante attorno all'Epitafion, incarnando veramente i diversi personaggi del poema, assumendo il dolore, il pianto, la gioia... Quel sepolcro diventa il centro della Chiesa, il centro dell'universo: Tutte le generazioni, o Cristo mio, offrono un canto alla tua sepoltura259. Nella seconda parte della celebrazione viene fatta la processione con l'Epitafion, cantando di solito la terza stanza degli Enkomia; la processione, molto vissuta dal popolo, esce dalla chiesa, vi rientra e alla fine l'Epitafion viene deposto sull'altare.

Alcuni testi di questo giorno si compiaccono a sottolinearne il legame con la creazione:

Oggi tu santifichi il settimo giorno, che un tempo benedicesti con il riposo delle opere; tu crei, infatti, e rinnovi tutto l'universo, o mio Salvatore, sabatizzando nel sepolcro e richiamando alla vita... Venite, vediamo la Vita nostra giacente in una tomba, per vivificare i morti che sono nelle tombe. Venite oggi a contemplare il rampollo di Giuda che dorme; a lui con il profeta gridiamo: Giaci e dormi come un leone; chi ti risveglierà, o Re? Risorgi per tuo potere, tu che volontariamente hai dato te stesso per noi. Signore, gloria a te... Il grande Mosè prefigurava misticamente il giorno di oggi, dicendo: E Dio benedisse il settimo giorno. E` questo infatti il sabato benedetto, è questo il giorno di riposo, nel quale il Figlio Unigenito di Dio si è riposato da tutte le sue opere, celebrando il sabato nella sua carne per l'economia della morte; e, ritornato di nuovo quello che era per la risurrezione, ci ha donato la vita eterna; perché è il solo buono e Amico degli uomini260.

257 ?Sabato Santo, orthros. Testo 74.

258 ?Per il testo italiano degli Enkomia, cf., M. GALLO, Liturgia Orientale della Settimana Santa, op. cit., pp. 112-151.

259 ?Enkomia, terza stanza.

260 ?Sabato Santo, orthros. Testo 74.72

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I vespri del Sabato Santo vengono celebrati assieme alla liturgia di San Basilio nella mattinata dello stesso sabato. I testi del vespro personificano l'Ade che geme di dolore per la discesa nel suo interno del Cristo che ne strappa i morti dai secoli261. Come collegamento tra il vespro e la liturgia vengono fatte 15 letture dell'AT:Gen 1,1-13; Is 60,1-16; Es 12,1-11; Gn 1-4; Gs 5,10-16; Es 13,20-15,19; So 3,8-15; 1Cr 17,8-24; Is 61,1-10; Gen 22,1-18; Is 61,10-62,5; 2Cr 4,8-27; Is 63,11-64,5; Ger 11,18; 12, 4.9-10.14-15; Dn 3,1-56. Per il NT vengono letti Rm 6,3-11 e Mt 28,1-20. Il tropario che si canta invece del Trisagio, quello del battesimo, ci collega in un contesto chiaramente battesimale: Quanti siete stati battezzati nel Cristo, del Cristo vi siete rivestiti, alleluia262. Dopo la lettura di Rm, invece dell'alleluia, si canta il versetto 8 del salmo 81: Rissuscita, o Dio, giudica la terra, perché tu avrai l'eredità in tutte le genti263. Il canto di questo salmo -viene cantato per intero, intercalando il versetto 8-, invoca la risurrezione del Signore che porterà il giudizio su tutta la terra; mentre si canta il salmo, il celebrante col diacono spargono foglie di loro per tutta la chiesa, diventata essa tomba gioiosa di Cristo.

Per concludere il Sabato Santo, accenno al testo che viene cantato invece del Cherubikon durante il grande ingresso:

Faccia silenzio ogni umana carne, stia con timore e tremore, non abbia in se alcun pensiero terrestre. Il Re dei re e Signore dei signori si avanza per essere immolato e dato in cibo ai credenti. Lo precedono i cori degli angeli, con tutti i principati e le potenze, i cherubini dai molti occhi e i serafini dalle sei ali, si velano il volto e cantano l'inno: alleluia, alleluia, alleluia264.

B. Pentecostarion. Periodo di cinquanta giorni, con nove domeniche:

Domenica di Pasqua: Gv 1,1-17. Per quanto riguarda la celebrazione della Pasqua, faccio soltanto un cenno allo svolgimento del rito nella notte del Sabato Santo alla Domenica. E` questo anche un rio molto popolare sopratutto nella prima parte. Il popolo si raduna nella chiesa, di solito buia, e si canta l'ufficiatura di mezzanotte, cioè la prima parte dell'orthros. Poi si celebra il rito della luce: il sacerdote esce dall'iconostasi con un cero acceso e canta il verseto: Venite, prendete la luce alla luce che non tramonta, e glorificate il Cristo risorto dai morti; tutto il popolo accende le candele a questa luce e si esce in processione fuori della chiesa; quindi viene cantato il vangelo di Mc 18,1-8; alla fine, al suono di campane si canta il tropario di Pasqua e si rientra nella chiesa che nel fratempo è stata tutta illuminata e profumata con incenso. Prosegue poi l'orthros e la liturgia di San Giovani Crisostomo, in cui viene letto come brano evangelico il prologo di Gv; alla fine della liturgia viene letta una bellissima catechesi pseudo crisostomica sulla Pasqua. Nella mattinata del giorno di Pasqua, vengono cantati i vespri col canto del vangelo di Gv 20,19-25 in diverse lingue.

Domenica di San Tomaso: Gv 20,19-31.

261 ?Cf., l'icona della discesa agli inferi. Parecchi testi del vespro iniziano colla frase: Oggi l'Ade, gemendo, grida:...

262 ?Sabato Santo e Battesimo del Signore (6 gennaio), tropario. Testo 74.

263 ?Lturgia di San Basilio, Sabato Santo. Testo 74.

264 ?Sabato Santo, liturgia di San Basilio. Testo 74.73

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Domenica delle Mirrofore: Mc 15,43-16,8.Domenica del Paralitico: Gv 5,1-15.Domenica della Samaritana: Gv 4,5-42.Domenica del Cieco-nato: Gv 9,1-38.Giovedì dell'Ascensione: Lc 24,36-53.Domenica dei 318 Padri del Concilio di Nicea: Gv 17,1-13.Domenica di Pentecoste: Gv 7,37-8,12. Al vespro si fa l'ufficio delle genuflessioni. Domenica di tutti i santi: Mt 10,32-33.37-38; 19,27-30.

C. Octoechos. Contiene i propri dei giorni durante l'anno.

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V. RITO ARMENOV.1. Schema generale del ciclo liturgico armeno.265

L'anno liturgico armeno è diviso in 8 periodi:

1. Epifania (Haidnutiún) (durata variabile): dall'Epifania (6 gennaio) alla Quaresima.

2. Quaresima (Karasnortk): 3 settimane di preparazione e 6 di Quaresima, oltre alla Settimana Santa. Vorrei accennare qualcosa sulla Settimana Santa nel rito armeno266. Ci soffermiamo alla liturgia del Triduo Pasquale; dobbiamo notare ben presente nella base dei riti l'influsso gerosolimitano, a cui si aggiungono quelli bizantino, siriaco e latino. A. Renoux fa notare come la scelta di salmi e letture del rito armeno rispecchia molto da vicino la liturgia gerosolimitana del IV-V sec, e vuol sopratutto mostrare, realizzate nel Cristo, le profezie sulla passione e la risurrezione di Cristo267.

Giovedì Santo. Durante la giornata del giovedì viene celebrato in rito di assoluzione dei penitenti, la liturgia eucaristica della cena del Signore e la lavanda dei piedi. Propriamente il triduo comincia con la lunga vigilia notturna da giovedì a venerdì: si tratta di sei gruppi di salmi e brani evangelici e testi poetici, presi dell'opera di uno dei classici armeni, Nerses Shnorhali (+1173)268; si tratta di un insieme di due offici gerosolimitani: salmi e preghiere da una parte, brani evangelici che venivano letti a Gerusalemme nei luoghi santi dall'altra; si tratta di una lunga meditazione, attraverso salmi, brani evangelici e testi di Nerses, degli ultimi momenti della vita del Signore269:

1. Salmi 2;3;4.Inno di Nerses:Oggi lo splendore della luce ineffabile,per adempiere la nostra salvezza,si è umiliato nella camera alta,portando a adempimento le feste che erano state prefigurate.Prima della mistica cena,si cinse con un panno, lui che è vestito di luce,e con l'accqua, come uno schiavo,lavò i piedi ai discepoli.

... A colui scelto come capo del piccolo gregge,minacciò di non far conoscere il mistero.Per questo Pietro ritornò a se e si sottomette,e li supplicò di purificare i suoi piedi e il suo capo.

265 ?Per quanto riguarda il rito armeno, ci tratteniamo soltanto nello schema generale vedendone alcuni punti particolari, per il fatto che ci sono ancora pochi studi sul ciclo liturgico di questa Chiesa orientale.

266 ?Cf., A. RENOUX, Le Triduum Pascal, op. cit.

267 ?Ibid., pp. 175-176.

268 ?Gli inni del Triduo Pasquale sono opere attribuite a Sahak il Grande (+438) con dei rimaneggiamenti e aggiunte di Nerses. Sono dei testi molto belli, molto semplici, delle volte semplici glosse del testo biblico.

269 ?Ibid., pp. 169-170.75

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Per questo capo, disse Gesù, non ce n'è bisognodel lavacro dell'acqua, poiché è stato già lavato;i vostri piedi hanno bisogno di purificazione,affinché siate uniti al capo nella santità.Vangelo, Gv 13,16-14,1.Preghiera con genuflessione270.

2. Salmi 40;41;42.Inno di Nerses.Vangelo, Lc 22,1-65.Preghiera con genuflessione.

3. Salmi 58; 59; 60.Inno di Nerses:Al di là del torrente Cedrone,lui partì, uscendo dalla camera alta dei misteri.Ed entrò nel giardino, figura del giardinodove fecce entrare Adamo, nel paradiso terrestre.Signore, tu ci farai entrare anche in questo giardinodi cui tu cacciasti prima il primo uomo,per farci ereditare la patria,e farci degni del cielo.

Tu pensasti con tristezza alle sofferenze,quando tu ti allontanasti con i tre.Per salvare il mondo lo spirito è pronto,ma la natura del corpo è debole.Non è che ci fosse uno forte e potenteed uno debole e minacciato,ma uno e lo stesso essereche accettò volentieri le sofferenze.Vangelo, Mc 14,27-72.Preghiera con genuflessione.

4. Salmi 78;79;80.Inno di Nerses.Vangelo, Mt 26,31-56.Preghiera con genuflessione.

5. Salmi 108; 109; 110.Inno di Nerses.Vangelo, Mt 26, 57-75.Preghiera con genuflessione.

6. Salmo 117.Inno di Nerses:

270 ?Dopo ogni gruppo, vengono spenti due ceri del candelabro, come veniva fatto anche nel rito romano.76

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Le mani furono tese invece delle mani,i piedi al posto dei piedi che camminarono271.Il legno fu messo nel posto del legno dell'amaro frutto,la vita nel posto della morte.Tra due fuori leggestava, nudo, il Legislatore,lui che non riconobbe un popolo ciecoeccetto uno dei briganti.

Nell'ora terza il serpente seducelo spirito di Eva, la prima madre;nell'ora sesta il primo uomo cadde,per la parola di persuasione di colei.Nella stessa ora il Signore fu crocifissoper espiare il loro peccato,e nell'ora in cui il progenitore Adamo fu espulso,lui fecce entrare il ladro nel paradiso272.Vangelo, Gv 18, 2,27.Preghiera con genuflessione.

Salmo 118,161-170.

Notiamo come i salmi iniziali di ogni gruppo sono stati scelti per fare entrare i fedeli nei sentimenti del Signore nella notte in cui fu tradito: 2,40,58,108.

Venerdì Santo. Un ufficio mattutino si celebra il Venerdì Santo, in cui vengono cantati degli inni, viene cantato tutto il salmo 118 e letto Gv 18,28-19,16. Gli inni che vengono cantati sottolineano l'umiliazione divina nella passione:

Tu sei disceso dal cielo, Figlio eterno; tu hai accettato le sofferenze della condizione terrestre degli uomini. Noi ti benediciamo, tu che sei prima dei secoli.Tu che per la tua parola hai creato la terra, sulla terra le creature ti hanno visto portato in tribunale. Noi ti benediciamo, tu che sei prima dei secoli.Tu che fai tremare gli angeli del cielo alla tua presenza, oggi sei venuto volontariamente alla croce, e sei stato trafitto dalla lancia. Noi ti benediciamo, tu che sei prima dei secoli.273

Luce, madre della Luce e dimora del Verbo di vita, tutte le razze e le generazioni ti dicono beata.Madre di colui che ha creato e redento l'antico genere umano, tutte le razze e le generazioni ti dicono beata.Di te si è innalzata la Luce per noi che sediamo nelle tenebre. Tutte le razze e le generazioni ti dicono beata274.

271 ?Riferimento alle mani e ai piedi di Eva e di Gesù.

272 ?Cf., A. RENOUX, Le Triduum Pascal, op. cit., pp. 198-207. Testo 75.

273 ?Inno Harc' per il Venerdì Santo. Testo 76.

274 ?Inno Mecac'usc'e per il Venerdì Santo. Testo 76.77

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Dopo l'ufficio mattutino, viene celebrato l'ufficio della crocifissione, formato da otto parti con salmi e letture; è una meditazione delle profezie veterotestamentarie che si sono verificate nella passione di Gesù275:1. Salmo 34.

Za 11,11-14.Ga 6,14-18.Preghiera.

2. Salmo 37.Is 3,9-15.Fil 2,5-11.Preghiera.

3. Salmo 40.Is 50,4-9.Rm 5,6-11.Preghiera.

4. Salmo 21.Am 8,9-12.1Cor 1,18-31.Preghiera.

5. Salmo 30Is 52,13-53,12.Eb 2,11-18.Inno di Nerses.Mt 27,1-56.Preghiera.

6. Salmo 68.Is 63,1-6.Eb 9,11-28Inno di Nerses:Loro ti hanno dato da bere fiele,e nella tua sete, aceto;tu bevi volontariamente affinché diventi dolceil gusto del frutto amaro.L'amarezza del frutto velenosoche essi misero nelle facoltà dell'anima,allontanala insieme con Satana,e che il tuo amore diventi dolce nella mia anima.Mc 15, 1-41.Preghiera.

7. Salmo 101.

275 ?Cf., A. RENOUX, Le Triddum Pascal, op. cit., pp. 171-172.78

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Ger 11,18-12,8.Eb 10,19-31.Inno di Nerses.Lc 22,66-23,49.Preghiera.

8. Salmo 142.Za 14,6-11.1Tm 6,13-16.Inno di Nerses:Con delle fonti purissime,dopo la morte che i diede l'immortalità,un doppio ruscello sgorgò da teper rigenerare colei che nacque dalla tua costola276.Apri la mia bocca affinché io bevail tuo Sangue che dà la vita;purificami di nuovo nella piscina,se non in quella della grazia, almeno in quella delle lacrime277.Gv 19,17-37.Preghiera.

La divisione di quest'ufficiatura in otto parti, con dei salmi e delle letture -due oppure tre- permette di rivivere la passione del Signore e di far vedere ai fedeli come le profezie dell'AT si sono avverate in Cristo, tipologia già proposta da Cirillo di Gerusalemme nelle sue catechesi.

Nel pomeriggio di Venerdì Santo si celebra, possibilmente sotto l'influsso del rito bizantino, l'ufficio della sepoltura del Signore.

Sabato Santo. L'ufficiatura del venerdì al sabato riprende la struttura abituale278. L'ufficio delle luci, le letture -12- e l'eucaristia sono stati portati nel pomeriggio del Sabato Santo. Facciamo accenno soltanto ad un campione del canone del Sabato Santo, testo marcato chiaramente dai contrasti teologici nelle diverse strofe:

Oggi, il dispensatore di tutte le cose, viene chiesto come regalo a Pilato, e colui che si riveste di luce come un manto, si lascia avvolgere da Giuseppe.Oggi, Cristo, salvezza delle creature, è messo nella roccia scavata di nuovo; lui che gli eserciti celesti lodano cantando, viene custodito dai soldati.Oggi Cristo, che vive per sempre, morto viene chiesto a Pilato, e si lascia avvolgere da Giuseppe con una veste che copre la nudità di Adamo.Oggi nel suo corpo, nato da una Vergine, Cristo viene messo in una tomba vergine; lui che scioglie i legami dell'inferno, viene sigillato dai sacerdoti279.

276 ?Parallelismo Adamo-Cristo, Eva-Chiesa.

277 ?Inni del Venerdì Santo. Testo 77.

278 ?Cf., A. RENOUX, Le Triduum Pascal, op. cit., pp. 173-174.

279 ?Inno Orhnut'iwn di Sabato Santo. Testo 78.79

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3. Pasqua (Zadig) (7 settimane): dalla domenica di Pasqua al sabato prima di Pentecoste.

Domenica di Pasqua. Una vigilia viene celebrata la notte del sabato alla domenica, senza il lucernario, che è stato fatto già nel pomeriggio precedente, vigilia che è una meditazione dei vangeli della risurrezione280; notiamo come, prima della proclamazione dei vangeli ai quattro punti cardinale, c'è una doppia proclamazione della risurrezione secondo Gv e secondo Mc.

Vigilia: Inno:Oggi il celeste ed immortale Sposo è risorto dai morti; che questa buona novella ti rallegri; la sposa, la Chiesa, esce dalla terra. Sion, benedici il tuo Dio con canti di gioia.Oggi, la luce ineffabile, luce da luce, illumina i tuoi figli; Gerusalemme risplende: ecco Cristo, tua luce, è risorto dai morti. Sion, benedici il tuo Dio con canti di gioia281.

Gv 20,1-18Processione.Salmo 64.Atti 1,1-8.Alleluia, salmo 116.Mc 16,2-8.

Lettura dei vangeli ai quattro punti cardinali:Ad est: Inno.

Gv 19,38-42.Ad ovest: Inno.

Lc 23,50-56.A sud: Inno.

Mc 15,42-16,1.A nord: Inno.

Mt 27,57-66.

Nel santuario:Inno.Salmo 4.Gv 19,16-22.

Messa del giorno di Pasqua: Mc 16,2-8.Vespro de giorno di Pasqua:

Salmo 64.Atti 1,1-8.Alleluia.Lc 24,13-36.

Processione:Inno.Gv 20,1-18.

280 ?Cf., A. RENOUX, Le Triduum Pascal, op. cit., pp. 173-175.

281 ?Canone di Pasqua; cf., A. RENOUX, Le Triduum Pascal, op. cit., pp. 215-216. Testo 79.80

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Inno.Salmo 129.Gv 5,24-30.Inno.Salmo 4.Gv 19,31-37.Salmo 147.Gv 20,19-25.

4. Spirito Santo (Hoke-kalust) (7 domeniche): dalla domenica di Pentecoste alla Trasfigurazione. La maggioranza di liturgie orientali hanno nel giorno della Pentecoste il cosiddetto ufficio delle genuflessioni, rito fatto da lunghe preghiere accompagnate da genuflessioni; quest'ufficio si fa o alla fine della celebrazione eucaristica oppure alla fine del vespro. Questo sarebbe un rito penitenziale che annunzierebbe la ripresa delle genuflessioni / metanoie, omesse durante il tempo di Pasqua.

L'origine di questo rito sarebbe di tradizione gerosolimitana, come d'altronde l'insieme della liturgia armena ha uno sfondo hagiopolita molto chiaro282. Ci sono tre tipi di lezionari armeni che parlano diversamente della genuflessione del giorno della Pentecoste. Un primo tipo, il più anziano, è un lezionario gerosolimitano della fine del V sec., conservato in armeno, che accenna ad una genuflessione fatta alla fine della lettura del vangelo (Gv 16, 5-15); un secondo tipo di lezionario, del XI-XII sec., parla anche della genuflessione dopo il vangelo, senza accennare per niente alle preghiere che oggi accompagnano questo rito; un terzo tipo di lezionario, del XIII-XIV sec., offre una struttura della preghiera pomeridiana del giorno di Pentecoste e indica la triplice genuflessione col le preghiere che l'accompagnano.

Le tre preghiere che accompagnano le tre genuflessioni sono delle parafrasi dei testi giovannei dei cc 14-16; s'indirizzano ad ognuna delle tre Persone Divine; non sono testi che abbiano un senso penitenziale molto evidente. Le genuflessioni accompagnanti queste preghiere, oppure ne fanno un rito penitenziale, oppure semplicemente indicano che il giorno dopo si riprendono i riti penitenziali normali? Piuttosto siamo di fronte più che a un rito penitenziale a un rito di adorazione; infatti il testo accenna al flettere le ginocchia come adorazione alla Trinità; oppure siamo di fronte ancora ad un gesto di adorazione per la venuta dello Spirito Santo.

C'è senz'altro un legame di questo rito e delle tre preghiere con quello bizantino. La prima preghiera, indirizzata al Padre, possiede lo stesso contenuto e struttura di quella bizantina; enumera una serie di titoli della prima Persona della Santa Trinità e passa all'economia del Figlio e al dono dello Spirito. La seconda preghiera, indirizzata al Figlio, non ha parallelo con quella bizantina, e chiede i dono dello Spirito; la terza preghiera, indirizzata allo Spirito Santo, non ha parallelo nella liturgia bizantina poiché questa non ha una preghiera indirizzata allo Spirito, ed esplicita la missione dello Spirito.

Prima preghiera283:Dio Onnipotente e senza macchia, Padre eterno, invisibile, infinito, ineffabile, indescrivibile, immutabile, impenetrabile, inaccessibile. Tu che per la tua Parola hai fatto i cieli e la terra, il mare e le creature che ci sono, e per il tuo Spirito tutti gli

282 ?Cf., A. RENOUX, L'Office de la Génuflexion, op. cit., p. 149.

283 ?Diamo qui soltanto alcune righe di ognuna delle tre preghiere; il testo intero si trova in A. RENOUX, L'Office de la Génuflexion, op. cit., pp. 156-163. Testo 90.

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esseri ricevono la vita. E, per il tuo amore infinito per il genere umano, tu hai mandato il tuo Figlio Unigenito per salvarci dalla maledizione di Adamo... Lui ci insegnò a chinare la testa e a flettere le ginocchia davanti alla Santa Trinità e a implorare il perdono dei peccati... Tu, Signore, hai dato al genere umano la grazia della tua infinita misericordia, tu hai mandato il tuo Spirito Santo, consostanziale a te e uguale in gloria al tuo Figlio, in questa grande domenica, alla fine dei cinquanta giorni della risurrezione del Salvatore... Ascoltaci, dunque, in questo solenne giorno della Pentecoste... guarda dai cieli verso il tuo popolo che è davanti a te e che si affida alla tua grande misericordia... Aprici la porta della misericordia e purificaci dai peccati. Vedi l'umiliazione dei tuoi servi e perdonaci le mancanze volontarie ed involontarie...284.

Seconda preghiera:Gesù Cristo, Signore nostro, tu che hai dato la tua pace ai tuoi santi apostoli soffiando su di essi, in questo giorno tu hai fatto loro il dono dello Spirito Santo, mandato dal Padre, che abitò in essi e consolò loro dalla loro tristezza... Anche noi, come loro, illuminati dallo stesso Spirito, flettiamo le ginocchia con fede davanti alla Santa Trinità e, radunati, ti supplichiamo. Poni il tuo sguardo su di me, indegno, che presento, davanti al tuo altare, le preghiere del tuo popolo... Crea di nuovo in noi un cuore santo, uno spirito giusto e un pensiero puro. Tu che sei il porto di coloro che navigano, per il tuo Santo Spirito dirige la nostra vita nei sentieri diritti... Confidando nella tua promessa, io peccatore, ti prego a te, che sei dispensatore dei benefici e delle misericordie, tu che concedi di più di quanto chiediamo: accogli le mie preghiere e le mie suppliche...285.

Terza preghiera:Tu che sei Signore, Onnipotente e vero Dio, fonte di vita e di luce, che procedi misteriosamente dal Padre e dal Figlio286, Spirito Santo che operi le cose meravigliose promesse da nostro Signore Gesù Cristo agli apostoli... Dio, tu che vieni da Dio Padre e ti sei abbassato verso di noi, sei venuto volentieri nella camera alta, te che i cieli non possono contenere, tu hai riempito di gioia ineffabile e di grazia coloro che ti eri scelto... Per mezzo del santo battesimo tu hai fatto nascere le nazioni alla vita di figli del Padre dei cieli e sono diventati adoratori della Santa Trinità... Prosternati sempre davanti a te, noi ti preghiamo, Spirito Santo, amico degli uomini: custodisci le nostre anime affinché possano traversare senza pericolo la vita in questa carne... E noi, il tuo gregge spirituale e tuoi fedeli, loderemo sempre la Santa Trinità, adesso e nei secoli287.

5. Trasfigurazione (Vartavár) (detto anche tempo delle rose, di durata variabile): dalla Trasfigurazione (VII domenica dopo Pentecoste, tra 28 giugno e 1 agosto) all'Assunzione.

284 ?A. RENOUX., L'Office de la Genuflexion, op. cit., pp. 157-159.

285 ?Ibid., pp. 159-160.

286 ?Dietro l'affermazione della processione dello Spirito anche dal Figlio nella tradizione armena, c'è un problema di trasmissione del testo nei manoscritti.

287 ?A. RENOUX, L'Office de la Génuflexion, op. cit., pp. 161-163.82

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6. Assunzione (Verapochumn) (5/6 settimane): dall'Assunzione (domenica tra il 5 e l'11 agosto) alla festa della Santa Croce.

7. Croce (Chats-veratz) (9/10 settimane): dall'Esaltazione della Santa Croce (domenica tra l'11 e il 17 settembre) alla VII settimana prima dell'Epifania.

8. Quinquagenario (Hissnag) (7 settimane prima dell'Epifania): dalla VII settimana prima dell'Epifania (15/21 novembre) al 5 gennaio288. Il Natale ed il battesimo del Signore nel Giordano vengono celebrati in data 6 gennaio.

V.2. Il culto alla Madre di Dio e ai santi nel ciclo liturgico armeno.289

La complessità del ciclo liturgico armeno si rispecchia anche nelle celebrazioni fisse del calendario: la domenica è sempre riservata alle feste del Signore e della Madre di Dio; i mercoledì e i venerdì sono giorni di digiuno e cancellano ogni festa. Eccetto l'Epifania e alcune feste della Madre di Dio, le altre feste di solito sono mobili, vengono trasferite alla domenica più vicina alla data fissata nel calendario, e sono precedute da una settimana di digiuno e da parecchi giorni di dopo festa. Per i santi si riservano i lunedì, martedì, giovedì e sabato liberi.

La liturgia armena, come d'altronde tutta la Chiesa Armena, nutre una venerazione molto profonda per la Madre di Dio. Per motivi politici -lotte con i bizantini e i persiani- gli armeni non parteciparono al Concilio di Efeso, ma ne accolsero le decisioni in un sinodo tenutosi in Armenia, ad Artizhat, nel 432 sotto la presidenza del cattolicos Sahag. Non ci sono nella letteratura armena dei trattati mariani, ma la celebrazione della Madre di Dio parte sempre dalla liturgia, dai suoi testi; costoro sottolineano soprattutto la divina maternità, la verginità e il ruolo di Maria come intercessore presso il Cristo. Nel calendario troviamo le seguenti feste mariane:1. Natività della Madre di Dio (8-IX).2. Ingresso della Madre di Dio nel tempio (21 XI).3. Concezione di Sant'Anna (9-XII).4. Maria nel Natale-Epifania (6-I).5. Festa dell'Incontro (2-II).6. Annunciazione (25-III).7. Dormizione della Madre di Dio (15-VIII)290.

Presentiamo alcuni testi come campioni dei testi liturgici mariani nel ciclo della liturgia armena:

Rallègrati, o Santa, all'annuncio di Gabriele, che preannunziò l'avvento dai cieli del Re Signore. Ave Maria, lo Spirito Santo verrà su di te e ti adombrerà la Virtù dell'Al-tissimo... ESulta di giubilo, o Vergine santissima, che hai dato al mondo il Sole di giustizia che illuminò le famiglie del genere umano. Esulta di giubilo o porta

288 ?Cf., ARRANZ, Liturgia patristica orientale, p. 649.

289 ?Per quanto riguarda questo apartato, seguiamo da vicino l'articolo di A. Renoux, Les premières manifestations, op. cit; e anche G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit.

290 ?Cf., G. GJARIB, Testi Mariani, op. cit., pp. 543-545.83

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sigillata, che generasti al mondo Cristo Re, che siede su un trono increato. Nel mistico vello, che vide Gedeone, noi fedeli intravediamo l'ineffabile Natività, e adoriamo colui che, come Dio, da te, o Vergine, si è incarnato291.

Il mistero inenarrabile, nascosto alle genti e ai secoli, oggi è stato rivelato alla Vergine Maria con la discesa dell'arcangelo: è Lei che intercede presso il Signore per le anime nostre. Il Verbo eterno e incorporeo, nato dal seno del Padre, oggi, all'annuncio di Gabriele, si vestí di carne dalla santa Vergine: è Lei che intercede presso il Signore per le anime nostre. Colui che tutto l'universo non può contenere, colui che contiene tutto il creato, oggi, per amore del genere umano, è contenuto nel grembo della Vergine immacolata: è Lei che intercede presso il Signore per le anime nostre. L'Immagine dell'invisibile gloria del Padre, l'Immutabile, si umilia a immagine di uno schiavo nel grembo di una Vergine, santificato dallo Spirito: è Lei che intercede presso il Signore per le anime nostre. L'Infinito per natura, colui che a noi finiti dona la natura, oggi, in modo incomprensibile, viene circoscritto nel grembo della santa Vergine292.

Oggi, Signore, dalle creature plasmate dal fango hai assunto nei cieli colei che fu ministra dell'ineffabile mistero della tua natività. Oggi da queste infime dimore hai innalzato alle dimore celesti colei che, cherubino terrestre, ha portato l'importabile tuo Verbo. Oggi hai trasportato dalle realtà sensibili ai tabernacoli spirituali la Vergine illibata, che col suo puro latte ti ha nutrito... Signore, che con l'incorporea natura della tua divinità, rimanendo immutabile, ti sei unito alla carne nel grembo della Vergine, oggi hai trasportato nella vita che non conosce tristezza colei che è la gioia del cielo e della terra: Figlio di Dio, per le preghiere della Madre tua, abbi pietà di noi!293.

Come difatti era impossibile alla Vergine generare un figlio senza concorso di uomo, ma mise al mondo il Figlio di Dio, per mezzo dello Spirito Santo, così l'acqua non poteva far nascere gli uomini a figli di Dio; e per mezzo dello stesso Spirito Santo per cui la Vergine fu fortificata, le viscere delle fonti battesimali, che sono una figura della stessa santa Vergine, furono fortificate e noi siamo nati a figli di Dio. E` evidente quindi che la Vergine fu l'inizio e l'apertura delle fonti battesimali della nascita spirituale, per mezzo dello Spirito Santo, avendo ella messo al mondo colui che è nostro confratello per il corpo e Dio per la sua natura...294.

Gli accenni al culto dei santi nella liturgia armena sono assai imprecise. Verso la fine del V sec. ci sono indicazioni sul culto a San Giovanni Battista e ad alcuni santi armeni: il vescovo Sahak (+438) e il monaco Mastoc (+439), inventore dell'alfabeto armeno. Troviamo ancora indicazioni su culti locali, celebrati sulle tombe di alcuni martiri o monaci.

Un lezionario di Gerusalemme, tradotto in armeno alla fine del V sec., lasciando da parte le feste del Signore e della Madre di Dio, accenna alla celebrazione, tra altre, di

291 ?Mosè di Corene (IX sec.), canone per la festa della Teofania. Testo 81.

292 ?Gregorio III (XII sec.), canone per la festa dell'annunciazione. Testo 81.

293 ?Nerses Snorhali (XII sec.), canone per la festa dell'assunzione. Testo 81.

294 ?Sinassario di Ter Israel (XIII sec.), festa della natività della Madre di Dio. Testo 81.84

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Antonio (17-I), i Quaranta Martiri (9-III), Cirillo di Gerusalemme (19-III), il profeta Geremia (1-V), Giovanni Battista (29-VIII), Andrea Apostolo (30-XI), Stefano (27-XII), Pietro e Paolo (28-XII).

Nel sabato prima dell'inizio della Quaresima alcuni sinassari armeni a partire del IX sec., indicano una festa dei Santi Padri: Atanasio e Basilio, Gregorio il Teologo, Gregorio di Nissa e Gregorio il Taumaturgo, Giovanni Crisostomo e Cirillo di Alessandria, Proclo, Ireneo, Epifanio, Efrem e Melezio. E` probabilmente la vicinanza alla Quaresima, cioè il tempo che introduce alla commemorazione della passione, morte e risurrezione del Signore, la raggione di una festa dei dottori / teologi del mistero centrale della fede cristiana295.

Accenno ancora al sabato prima della sesta domenica di Quaresima in cui viene celebrata la festa di san Gregorio l'Illuminatore, fondatore della Chiesa Armena. Morto verso 325 fu il primo vescovo di questa Chiesa, e l'appellativo di "Chiesa Gregoriana" dato alla Chiesa Armena viene di costui.

295 ?Cf., A. RENOUX, Le culte des saints, op. cit., pp. 296-298.85

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VI. RITO COPTOLa liturgia copta, come le altre liturgie orientali, è sempre espressione della fede della

Chiesa. La liturgia copta è una liturgia in cui le frequenti ripetizioni scandiscono questa professione di fede della Chiesa. Gli "amen", "noi crediamo", "noi confessiamo", "noi glorifichiamo" sono ripetuti a lungo dai fedeli; durante la settimana di Pasqua la formula "a te la gloria... Emanuele, nostro Dio e nostro Re..." viene ripetuto più di seicento ottanta volte dall'assemblea; la presenza dell'Emanuele, del "Dio con noi" è fortemente segnata nel popolo copto, anche dalle piccole croci tatuate nella fronte dei fedeli. Questa presenza dell'Emanuele, Dio con noi, si trova anche nel rito che precede la comunione eucaristica: Questo è veramente il Corpo e il Sangue dell'Emanuele nostro Dio, amen. I testi liturgici copti sono conosciuti e vissuti nell'anima del popolo copto; la liturgia copta è essa stessa -come d'altronde le altre liturgie cristiane- una catechesi che porta i fedeli ad ascoltare e a vivere quello che sentono: Facci degni di ascoltare il Santo Vangelo e di conformarvi la nostra vita296

Il popolo copto manifesta la sua fede in modo spontaneo e anche forte/violento; le grida, i pianti durante la Settimana Santa, le donne vestite in lutto, oppure le grida di gioia -anche i petardi, spari di fucile, canti...- durante la notte di Pasqua. In qualche modo vivere il mistero della morte e della risurrezione di Cristo è partecipare, nella liturgia, agli stessi sentimenti che lì sono manifestati dalla Chiesa.

VI.1. Schema generale del ciclo liturgico copto.Come quello armeno, visto in precedenza, anche il ciclo liturgico copto è assai

complesso. Il computo degli anni si conta secondo "l'era dei martiri", cioè cominciando il 29 agosto 284, giorno dell'inizio del governo di Diocleziano, l'imperatore persecutore per eccellenza.

L'anno è diviso in 13 mesi: 12 di 30 giorni ed 1 di 5/6 giorni; ci sono 3 stagioni lungo l'anno, che scandiscono la vita del popolo e della stessa Chiesa:

1. Inondazione (dal 19 giugno al 19 ottobre).2. Semina (dal 20 agosto al 18 gennaio).3. Raccolta (dal 19 gennaio al 18 giugno).

I mesi nell'anno copto, in corrispondenza con le date del calendario gregoriano: 1. Thoout 11.IX-10.X2. Paopi 11.X-9.XI3. Athor 10.XI-9.XII4. Khoiak 10.XII-8.I5. Tobi 9.I-8.II6. Mekhir 9.II-9.III7. Phamenoth 10.III-8.IV8. Pharmouthi 9.IV-8.V9. Pakhon 9.V-7.VI10. Paoni 8.VI-7.VII11. Epep 8.VII-6.VIII12. Mesori 7.VIII-5.IX

296 ?Cf., G. VIAUD., La liturgie expression, op. cit., pp. 311-312.

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13. Pikhoui 6.IX-10.IX

Nel ciclo liturgico copto troviamo 14 feste del Signore:Feste Maggiori:

Annunciazione (25-III).Natale (25-XII).Epifania (6-I).Domenica delle Palme.Pasqua.Ascensione.Pentecoste.

Feste Minori:Circoncisione di Gesù (1-I).Miracolo di Canna (8-I).Ingresso di Gesù al Tempio (2-II).Giovedì Santo.Domenica di Tommaso.Fuga in Egitto (19-V).Trasfigurazione (6-VIII).

Feste della Madre di Dio:Natività di Maria.Presentazione di Maria al Tempio.Dormizione di Maria (15-VIII).Assunzione di Maria (22-VIII).

La liturgia copta, ed anche il ciclo liturgico, ha degli influssi sia bizantini sia, sopratutto siriaci, venuti questi ultimi attraverso il monachesimo. C'è una devozione importante alla santa Croce lungo l'anno liturgico copto.

Tempi di digiuno. I diversi periodi di digiuno lungo l'anno incidono fortemente nella vita della Chiesa copta:

1. Natale (43 giorni): dal 25 novembre al 5 gennaio.2. Giona (3 giorni): nella X settimana prima di Pasqua, corrispondente al digiuno dei

Niniviti tra i siriaci.3. Eraclio (5 giorni): nell'VIII settimana prima di Pasqua. Si tratta di un digiuno di

ringraziamento per la liberazione di Gerusalemme297.4. Quaresima (7 settimane).5. Apostoli (da 15 a 49 giorni): da Pentecoste al 29 giugno. Anche le altre Chiese

orientali hanno questo digiuno.6. Assunzione (15 giorni): dal 25 luglio al 9 agosto.7. Tutti i mercoledì e i venerdì, eccetto la cinquantina pasquale.

VI.2. Settimana Santa nella liturgia copta.298

297 ?C'è da collegare anche questo digiuno alla uccisione nel 629 degli ebrei superstiti a Gerusalemme, cf., T. FEDERICI, Teologia Liturgica Orientale, op. cit., p. 261.

298 ?Cf., E. LANNE, La liturgie pascale, op. cit.

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Domenica delle Palme. La domenica delle palme nella liturgia copta costituisce un elemento a se, non collegato direttamente alla Settimana Santa. Due celebrazioni sono da sottolineare in questa domenica: la processione delle palme e l'ufficio dei defunti. La processione si fa con diverse letture dei quattro vangeli dell'entrata di Gesù a Gerusalemme. Alla fine della celebrazione eucaristica, prima della comunione, c'è l'ufficio del prologos per i defunti, cioè per coloro che potranno morire durante i giorni delle feste pasquali.

Lunedì, martedì, mercoledì santi. In questi tre giorni non c'è celebrazione eucaristica. Gli uffici sono celebrati fuori del santuario, al centro della navata, eccetto la messa di giovedì e di sabato. Il Martedì Santo viene letto il discorso escatologico di Mt 24-25.

Giovedì Santo. La chiesa prende un aspetto funebre e di lutto; l'altare viene avvolto con panni neri. Dopo il vangelo della celebrazione eucaristica vengono lette 18 orazioni solenni, con 48 kyrie eleison ognuna e delle prostrazioni. Si celebra anche il rito della lavanda dei piedi; si legge 1Tim -sull'ospitalità- e Gv 13,1-17; questo rito ha la struttura quasi di una celebrazione eucaristica: offerta dell'incenso, letture, salmi, vangelo, benedizione dell'acqua, un prefazio, preghiere sul catino dell'acqua, lavanda dei piedi.

Venerdì Santo. Le vigilie vengono sottolineate dalle lunghe letture evangeliche della passione del Signore, precedute da letture dell'AT; durante il giorno la struttura delle ore è simile alla notte, soltanto con più letture -10 di solito. Nel pomeriggio si celebra il rito della venerazione della croce; l'icona della croce viene messa davanti il santuario, adorna con fiori e profumi; vengono lette diverse letture. Poi comincia la lettura integrale del salterio che proseguirà tutta la notte; questa lettura, insieme a quella dell'Ap durante il Sabato Santo e tutto il vangelo di Gv la notte di Pasqua, sembra essere un rimasuglio dell'abitudine monastica della lettura di tutta la Sacra Scrittura durante la settimana santa. La lettura del salterio finisce con la lettura del salmo 151 da parte del patriarca o del vescovo.

Sabato Santo e Vigilia di Pasqua. Tutta la giornata del Sabato Santo celebra già la risurrezione del Signore -viene chiamato Sabato della gioia; si legge solennemente l'Ap e la sera c'è la celebrazione eucaristica per la risurrezione del Signore. Segue, nella notte, la vigilia pasquale.

VI.3. La Madre di Dio nel ciclo liturgico coptoLa Chiesa copta e la sua liturgia sono molto legate al culto alla Madre di Dio. La

tradizione copta vuol che la Madre di Dio, nel suo soggiorno in Egitto, avesse benedetto la terra egiziana e di qui ne sarebbe venuta fuori la grande fioritura monastica; infatti parecchi monasteri, soprattutto dopo Efeso (431) furono dedicati alla Madre di Dio299. La mariologia copta la troviamo sopratutto espressa attraverso omelie e preghiere che si trovano nei libri liturgici lungo il ciclo annuale.

Sono molte le feste mariane del ciclo liturgico copto. Accenniamo qui soltanto ad alcune: feste di dedicazioni di chiese mariane; feste cristologico-mariane: Annunciazione, Natale, Presentazione di Gesù al Tempio, Fuga in Egitto; la commemorazione ogni 21 del mese della Dormizione della Madre di Dio; feste mariane in comune con le altre Chiese:

299 ?Cf., G. GHARIB., Testi Mariani, op. cit., p. 677.

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Concezione di Anna (9-XII), Natività (7-IX), Ingresso di Maria nel Tempio (29-XI), Dormizione, Assunzione. Tutto il mese che precede il Natale ha un senso mariano molto forte; il digiuno che precede la festa, circa 46 giorni, si chiama "Digiuno della Vergine"300.

Nella Chiesa copta la mariologia è sempre centrata attorno alla divina maternità di Maria; il titolo Theotokos ne è la testimonianza più fedele, sempre in rapporto alla sua verginità e anche in rapporto con la mediazione perenne di Maria presso il suo Figlio.

A conclusione della presentazione del ciclo liturgico copto, offriamo alcuni campioni di testi mariani; notiamo i titoli e le immagini dati a Maria nel suo ruolo di Madre di Dio, di intercessore presso Cristo:

Ti rivolgiamo il saluto, insieme all'angelo Gabriele: Salve, o piena di grazia, il Signore è con te! Rallégrati, o Maria, bella colomba, che hai generato per noi Dio, il Verbo. Salve a te, o Vergine, Regina pura e verace; salve a te, vanto della nostra stirpe. Tu hai generato per noi l'Emmanuele. A te chiediamo: ricordati di noi, o interceditrice fedele, al cospetto di nostro Signore Gesù Cristo, affinché perdoni i nostri peccati301.

Questo è l'incensiere d'oro puro che contiene il profumo che stà nelle mani di Aronne, il sacerdote, destinato ad essere offerto come incenso sull'altare. L'incensiere d'oro è la Vergine; il suo profumo è il nostro Salvatore. Lei lo concepì e lui ci ha salvato e perdonato i nostri peccati. Tu sei il turibolo d'oro puro che regge il carbone del fuoco benedetto. Per l'intercessione della Madre di Dio, santa Maria, concedi a noi, Signore, il perdono dei peccati302.

Tu sei la Madre della luce, venerata dall'Oriente all'Occidente, che ti offrono lodi, o Madre di Dio, secondo cielo, che sei fiore splendente di immutata luce e Madre rimasta semprevergine. IL Padre ti scelse, lo Spirito Santo ti ha coperta della sua ombra ed il Figlio si è umiliato e prese carne da te. Chiedi a lui di elargire la salvezza al mondo da lui creato e di liberarlo dalle sventure303.

O Madre di Dio, u sei la vite vera che produsse il grappolo della vita. Ti supplichiamo, o piena di grazia, assieme agli apostoli, per la salvezza delle nostre anime. Stando nel tuo santo tempio, pensiamo di stare nel cielo, o Madre di Dio; tu che sei porta del cielo, aprici la porta della misericordia304.

Tu sei la piena di grazia, o Madre di Dio Vergine. Noi inneggiamo a te, perché per la croce di tuo Figlio l'inferno è stato abbatuto e la morte annientata. Eravamo morti e

300 ?Questo digiuno è da collegare con la tradizione apocrifa secondo cui la Vergine avrebbe digiunato per più di un mese, di fronte agli affronti di Giuseppe e dei parenti che non accettavano la sua gravidanza verginale, cf., G. GIAMBERARDINI, Il culto mariano in Egitto, op. cit., II, 220.

301 ?Liturgia eucaristica copta, servizio dell'incenso, cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 784. Testo 82.

302 ?Dell'ordinario della messa, cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 784. Testo 82.

303 ?Orthros, theotokia, cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 788. Testo 83.

304 ?Ora di terza, theotokia, cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 788. Testo 83.

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siamo stati risuscitati; siamo diventati degni della vita eterna ed abbiamo ottenuto il paradiso di prima. Perciò, grati, noi glorifichiamo Cristo immortale e nostro Dio305.

Il profumo eletto della tua verginità salí al trono del Padre, migliore del profumo dei cherubini e dei serafini, o Maria Vergine. Ave al nuovo cielo che il Padre creò, e ne fecce un luogo di riposo per il suo Figlio diletto; ave al trono reale portato al di sopra dei cherubini. Ave all'avvocato delle nostre anime: poiché tu in verità sei il vanto della nostra stirpe. Intercedi per noi, o piena di grazia, presso il nostro Salvatore e nostro Signore, Gesù Cristo, affinché rimaniamo saldi nella retta fede, e ci dia la grazia della remissione dei nostri peccati. Per l'intercessione della santa Madre di Dio, o Signore, concedici la remissione dei nostri peccati306.

Non è stato detto niente del ciclo liturgico etiopico. Faccio accenno soltanto ad alcuni punti:

I mesi dell'anno sono gli stessi dai copti; la sistemazione annuale è complessa e difficile di presentare in modo sistematico. Ci sono 15 feste del Signore e 14 della Madre di Dio; le memorie dei santi sono quelle dei personaggi dell'AT e di alcuni santi martiri. Alcuni giorni mensili hanno feste fisse di alcuni santi: l'1 di ogni mese alla Natività di Maria, il 4 alla Trinità, il 12 a Michele, il 19 a Gabriele, il 23 a Giorgio, il 28 ad Abramo, il 29 alla Nascita di Gesú... I tempi fissi sono divisi in periodi di breve durata307.

305 ?Ora di sesta, theotokia; cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 788. Testo 83.

306 ?Santa Salmodia annuale; cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 793. Testo 84.

307 ?Cf., ARRANZ, Liturgia patristica orientale, p. 650.

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VII. STUDIO COMPARATIVO TRA I CICLI LITURGICI. Bibliografia.BAUMSTARK, A., Liturgie comparée, Chevetogne 1953.

Nel corso sui diversi cicli liturgici orientali abbiamo cercato di presentarli a partire della realtà precisa che sono i testi liturgici adoperati dalle diverse liturgie dell'Oriente cristiano; attraverso questi testi abbiamo cercato di trarre degli aspetti teologico-liturgici utili per poter un giorno capire, celebrare e vivere ognuna delle diverse liturgie.

Come ultimo capitolo di questo corso vorrei presentare uno studio comparativo, a modo di schema, dei diversi cicli liturgici orientali. Come è stato detto dal grande pioniere nel campo delle liturgie comparate, A. Baumstark, lo studio comparativo delle diverse liturgie cristiane ci fa vedere le concordanze e le divergenze tra queste liturgie; le divergenze, in tanto che sono liturgie che hanno subito l'influsso etnico, culturale, teologico e linguistico della zona dove si sono sviluppate; le concordanze in tanto che tutte provengono di uno sfondo primitivo comune, oppure in tanto che si sono stati degli influssi di una famiglia liturgica su un'altra308.

Proponiamo qui lo studio comparativo dei cicli liturgici a partire di due campi: primo la comparazione dei diversi periodi dell'anno liturgico nelle diverse liturgie orientali; secondo, uno studio comparativo di alcuni testi teologici nelle diverse liturgie orientali. Nel primo caso lo studio comparativo viene fatto tra le liturgie: siro occidentale, siro orientale, bizantina, armena e latina; nel secondo caso tra le liturgie: siro occidentale, siro orientale, bizantina, armena e copta. In questo secondo caso il numero dei testi scelti è ancora ridotto; ad ogni modo sono dei campioni per un lavoro posteriore di ricerca. Sotto il numero 1 abbiamo messo due testi del periodo della "Dedicazione" siro occidentale e siro orientale; sotto il numero 2 abbiamo messo tre testi propri della domenica delle Palme siro occidentale, siro orientale e bizantina; sotto il numero 3 abbiamo messo dei testi propri del venerdì santo siro occidentale, siro orientale, bizantino, armeno e copto; sotto il numero 4 abbiamo messo dei testi tratti dai "theotokia, cioè dai testi che fanno riferimento alla Madre di Dio nelle liturgie siro occidentale, siro orientale, bizantina, armena e copta.

308 ?Cf., A. BAUMSTARK, Liturgie comparée, op. cit., pp. 4-5.

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I. Periodi dell'anno liturgico.

Siro occid.Dom. della consacrazione.Dom. della dedicazione.

Subbara:10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.50 dom60 dom.

Natale25-XII.10 dom.20 dom.

Epifania10 dom.20 dom....

Siro orien.

Subbara:10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.Natale.10 dom.20 dom.

Epifania10 dom.20 dom....

Bizantina

(Non c'è un tempo pre na-talizio; 40 gior-ni di digiuno. 2 domeniche dei Padri).

Epifania10 dom.20 dom....

Armena

10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.50 dom.60 dom.70 dom.Epifania10 dom.20 dom....

Latina

Avvento10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.

Natale10 dom.20 dom.

Epifania10 dom.20 dom....

Pre Quaresima:Niniviti10 dom.20 dom.

Pre Quaresima:Niniviti10 dom.20 dom.30 dom.

Pre Quaresima:10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.

Pre Quaresima:10 dom.20 dom.30 dom.

Quaresima:10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.50 dom.60 dom.

Palme

Quaresima:10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.50 dom.60 dom.

Palme

Quaresima:10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.50 dom.

Palme

Quaresima:10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.50 dom.

Palme

Quaresima:10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.50 dom.

Palme

Set. Santa Set. santa. Set. Santa Set. Santa Set. Santa

Pasqua Pasqua Pasqua Pasqua Pasqua

Dom. Nuova20 dom.30 dom.40 dom.50 dom.Ascensione60 dom.Penecoste

20 dom.30 dom.40 dom.50 dom.60 dom.Ascensione70 dom.Pentecoste

TommasoMirroforeParaliticoSamaritanaCieco natoAscensionePadri NiceaPentecoste

20 dom.30 dom.40 dom.50 dom.60 dom.Ascensione70 dom.Pentecoste

20 dom.30 dom.40 dom.50 dom.60 dom.Ascensione70 dom.Pentecoste

Esaltazione della Croce(7/8 dom.)

Apostoli(7 dom.)Estate

Settimane se-gnate da feste fisse e digiuni.

PentecosteTrasfigurazioneAssunzione

Domeniche per annum

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(7 dom.)Elia(6 dom.)Mosè(1/4 dom.)

Dedicazione Chiesa.10 dom.20 dom.30 dom.40 dom.

Croce

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I. Testi delle diverse liturgie.

Sir. Occ. Sir. Orien Bizantino Armeno Copto

1. A te la lode, Ge-sù Cristo, rocca ferma e inespu-gnabile su di cui è stata fondata la Santa Chiesa. Essa è prefigurata dalla roccia della quale Mosè fecce sgorgare mirabilmente dodici ruscelli per dare da bere all'ingrato Israele. Essa possiede i fiumi mistici dell'Eden che per la rettitudine della dottrina spande una bevanda divina... Non è appoggiata su colonne di bronzo o di fer-ro, ma sui profeti che hanno rivelato le cose segrete, sugli apostoli predicatori dei misteri e sui martiri che hanno seguito le orme di Cristo... Essa non si glo-ria di avere il candeliere delle sette braccia, ma il sole di giustizia e le stelle del mattino che sono i dottori ispirati dallo Spirito Santo...

1. Parla, parla o Chiesa del no-stro Salvatore, Sposa del Re, la cui bellezza è desiderabile e gioiosa. È Dio, colui che esiste dall'eternità, che nel suo amore ti ha sposato. O Cristo, che hai salvato la tua Chiesa dall'errore degli idoli e l'hai fatta immagine del cielo perché in essa abitino gli angeli... O Cristo, che hai riscattato la tua Chiesa per mezzo del tuo Corpo e del tuo Sangue pre-zioso, e l'hai santificata col tuo battesimo, l'hai salvata con la tua grazia e gli hai dato di diventare la di-mora e il rifugio di tutti coloro che credono in te... O Cristo che hai dato alla tua Chiesa la tua Croce santa per cui può trionfare dal maligno, e hai sradicato da essa le divisioni scismatiche e le controversie, affinché possa lodarti senza posa...

2.Dom Palme Giacobbe legò l'asino al ceppo di una vigna e

2.Dom PalmeIl giorno dell'in-gresso del Re Messia a Geru-

2.Dom PalmeColui che ha per trono il cielo, e la terra

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aspettò. Venne Zaccaria che lo sciolse e lo diede al suo Signore. Il profeta lo diede al suo Signore e costui lo montò,

e Zac-caria camminava davanti gridan-do: "Riceve il tuo Re". Sion dice: "Perché viene? Io non l'ho chiamato". Il profeta dice: "E` il tuo Re e viene a regnare".Sion dice: "Io non voglio che lui regni su di me". Il profeta risponde: "Lui regnerà sulla Chiesa e a te, ti abbandonerà". Sion dice: "Io non gli aprirò le mie porte e lui non entrerà". Il profeta rispon-de: "La Chiesa gli aprirà le sue e lo riceve-rà".Sion dice: "Se lui entra en-tro le mie mura, lo crocifiggerò". Il profeta risponde: "Ma la sua croce vive e essa ti annienterà".

salemme, gli eserciti del cielo e la folla della terra si levarono meravigliati ve-dendo la novità che accadeva tra quelli della terra. I sacerdoti si meravigliarono, gli scribi erano stupiti e i farisei si agitarono sentendo i bambini gridare: "Bene-detto il Figlio di Davide". Pieni di stupore chiedettero chi era colui. I bambini risposero...: Co-stui è Gesù, di chi hanno reso testimonianza tutti i profeti: Colui che Mosè l'Eletto chiama-va Grande nei suoi scritti, colui che Davide chia-mava il Signore che siede alla destra, colui che Isaia chiamava Figlio e Bambino e il Potente nei secoli; lui è il Re che di Efrata annunziò Mi-chea; Geremia lo chiamò Raggio che illumina la terra, Ezechiele indicò che il mondo è sotto-messo al giogo della sua forza, Daniele esclamò: lui è il Santo dei Santi, degno di essere chiamato Santo...

come sgabello dei suoi piedi: il Verbo di Dio Padre, il Figlio coeterno, oggi viene a Betania, umilmente seduto su un pu-ledro d'asina...Il Figlio e Verbo del Padre, come lui eterno e sen-za principio, viene oggi nella città di Gerusa-lemme assiso sul puledro di un giumento. Colui che i cherubini, pieni di timore, non osano fissare, lo acclamano i fanciulli con le palme e con i rami... Tu che cavalchi sui cherubini e sei esaltato dai serafini, come Davide monti su un puledro, o Buono. I bambini ti loda-no come Dio e i giudei iniqui ti bestemmiano, mentre tu assiso sul puledro pre-figuri la conver-sione delle genti indomabili dall'incredulità alla fede. Gloria a te, o Cristo, o solo misericor-dioso e amico degli uomini... La tua Agnella e serva e vergine, vedendoti corre-re alla passione e dare per noi la vita, o Pastore buono, soffriva per te nelle sue viscere di Madre... Ti prega, o Cristo, la Madre di Dio, ti prega la folla dei di-scepoli: dona la

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tua pace al mondo che è tuo, donaci le tue misericordie ab-bondantemente, in eterno.

3. Venerdì San-to:Gloria a te, Cristo-Mattino,

che ci hai riscattati per mezzo del tuo mattino.

Ecco al mattino finì la seduta del tribunale forma-to dai sacerdoti, autori del crimi-ne. Al mattino ti flagellarono, pieni di gelosia;ti presero e ti consegnarono al giudice, e gri-darono contro di te: "Costui merita la morte"; ma tu come Signore, sei la fonte della vita per qualsiasi che crede in te.

Al mattino tu rivestisti Adamo di bellezza, di gloria, di splendore. E al mattino con delle veste di disprezzo ti ha rivestito la stolta Sion. Al mattino uscì dall'Egitto que-sto popolo che ha odiato il suo liberatore;

al mattino gli fecce caricare la croce sulla spalla e lo fecce uscire verso la morte. Fu la vo-lontà di tuo Pa-

3. Venerdì San-to:O Buon Pastore che ha dato se stesso per il suo gregge e l'ha redento per mezzo del suo sangue, facci degni di aver parte nelle tue sofferenze e di incontrarti nel tuo Regno.Contem-plate il Buon Pastore che ha sofferto per la nostra salvezza e ha preparato il mistero celeste. O gregge razio-nale, redento dalla Croce, vieni e rinfrancati te stesso coi mi-steri che danno la vita e bevi dal calice della salvezza che Cristo stesso ha versato per te. Il mistero che Mosè ministrò in Egitto arriva al suo compimento nel Figlio, Cristo. Il popolo mangiò una pasqua pic-cola, ma nostro Signore portò a termine la gran-de Pasqua. I di-scepoli si trova-no in mezzo a due agnelli, sa-crificano l'agnello pasquale e mangiano il suo corpo.

3. Venerdì San-to:Oggi è appeso al legno Colui che ha appeso la terra alle acque. Il Re degli angeli è cinto di una co-rona di spine! È avvolto di una porpora menda-ce Colui che av-volge il cielo di nubi! Riceve uno schiaffo lui che nel Giordano ha liberato Adamo! Lo Sposo della Chiesa è inchio-dato con chiodi! Il Figlio della Vergine è trafitto da una lancia! Adoriamo la tua passione, o Cri-sto! Mostacci anche la tua ri-surrezione... Noi non celebriamo la festa come i giudei, perché il Cristo Dio, la nostra Pasqua, è stato immolato per noi; ma purifichiamoci da ogni macchia e con cuore sincero invochiamolo: Risorgi, o Signore, e salvaci, o Amico degli uomini.

3. Venerdì San-to:Tu sei disceso dal cielo, Figlio eterno; tu hai accettato le sof-ferenze della condizione terrestre degli uomini. Noi ti benediciamo, tu che sei prima dei secoli. Tu che per la tua parola hai crea-to la terra, sulla terra le creature ti hanno visto portato in tribu-nale. Noi ti benediciamo, tu che sei prima dei secoli.Tu che fai tremare gli angeli del cielo alla tua presenza, oggi sei venuto volontariamente alla croce, e sei stato trafitto dalla lancia. Noi ti benediciamo, tu che sei prima dei secoli.Luce, madre della Luce e dimora del Verbo di vita, tutte le razze e le ge-nerazioni ti dicono beata. Madre di colui che ha creato e redento l'antico genere umano, tutte le razze e le generazioni ti dicono beata. Di te si è innalzata la Luce per noi che sediamo

3. Venerdì San-to:Mio Signore e mio Dio, mio figlio e mio re, Gesù Cristo, na-to da me per sua volontà, che succhiasti il latte delle mie mammelle, che il cielo non può contenere, che le estremità della terra non possono racchiudere, che la terra non può portare... Mio Signore, ascolta la mia preghiera e la mia supplica, o mio Signore, mio Dio. Ricordati, Signore, che sei rimasto nel mio ventre; ricordati, Signore, che ti misi al mondo in Betlemme, in tempo di freddo e di ghiaccio... Io ti scongiuro, o mio figlio e mio diletto, per il Signore, tuo Padre, che era con te prima della creazione del mondo. Ti scongiuro per Cristo, tuo nome, che era con te prima della creazione dei cieli e della terra... Ti scon-giuro per il Pa-raclito, lo Spiri-to Santo, che è uscito dal

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dre che per la tua morte ci fosse la pace. Fu anche la tua volontàche per la croci-fissione ci fosse la riconciliazio-ne. Per ché, Signore, hai supplicato

che il calice della tua morte si passas-se da te? A te la gloria, Cristo-Mattino, da parte di tutto quello che la tua Maestà creò! A te la gloria tutti i mattini: Tu sei il mattino che tutto rallegra!

A te la gloria da parte di tutte le cose belle:Tu sei lo splen-dore di tutte le costellazioni! Tu sei colui che riveste di bellezzatutte le piante e tutti i fiori.

A te la gloria che sei il vincastro

e il sostegno di tutti coloro che ne hanno bisogno!

nelle tenebre. Tutte le razze e le generazioni ti dicono beata.

Padre, che procede da te, che era col Padre e il Figlio prima dell'apparizione della stella della notte e della stella mattutina...

4.O benedetta fra le donne per la quale la maledi-zione della terra è stata cancella-ta e la punizione prese fine da oggi e per sem-pre; o casta che temi Dio, ornata di splendore e di santità... O figlia dei poveri diventata Madre di Dio, tu doni la ricchezza al

4.Maria, Vergine santa, Madre di Gesù, nostro Salvatore, sup-plica e chiedi misericordia al Figlio da te ap-parso, affinché allontani da noi, per la sua gra-zia, i tempi d'afflizione, e ci doni la concor-dia e la pace... O Maria, Vergine santa,

4.Oggi il Dio che siede sui troni spirituali si è preparato un trono santo sulla terra; Colui che nella sua sapienza ha stabilito i cieli, nel suo amore per gli uomini crea un cielo vivente... Ecco il giorno del Signore, ral-legratevi

4.Il mistero ine-narrabile, nascosto alle genti e ai secoli, oggi è stato rivelato alla Vergine Maria con la discesa dell'arcangelo: è Lei che in-tercede presso il Signore per le anime nostre. Il Verbo eterno e incorporeo, nato dal seno

4.Ti rivolgiamo il saluto, insieme all'angelo Ga-briele: Salve, o piena di grazia, il Signore è con te! Rallégrati, o Maria, bella co-lomba, che hai generato per noi Dio, il Verbo. Salve a te, o Vergine, Regina pura e verace; salve a te, vanto della nostra

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mondo indigente perché ne sia vivificato. O na-ve che portasti le benedizioni ed i tesori della casa del Pa-dre... che scelse Maria come Madre per il suo Figlio, adorazione al Figlio che in tutta santità prese dimora nel suo seno, riconoscenza allo Spirito che onora ed esalta il giorno della sua memoria...

Madre di Cristo, nostro Salvatore, sup-plica con noi il Cristo, affinché faccia regnare tra noi la sua concordia e la sua pace... Beata sei, Vergine santa. Beata sei, Madre di Cristo. Beata sei tu, perché in te il Figlio ha preso dimora...

popoli! Infatti la camera nuziale della luce, e il libro del Verbo di vita è uscita da un grembo. La porta dell'Oriente è nata e attende l'ingresso del gran Sacerdote, unica a introdurre nell'universo l'unico Cristo, per la salvezza delle nostre ani-me... La sterilità della nostra na-tura è abolita, perché una dona sterile è divenuta madre di colei che resterà vergine dopo la nascita del suo Cre-atore...

del Padre, oggi, all'annuncio di Gabriele, si vestí di carne dalla santa Vergine: è Lei che intercede presso il Signore per le anime nostre. Colui che tutto l'universo non può contenere, colui che con-tiene tutto il creato, oggi, per amore del genere umano, è contenuto nel grembo della Vergine immacolata: è Lei che intercede presso il Signore per le anime nostre. L'Immagine dell'invisibile gloria del Padre, l'Immutabile, si umilia a immagine di uno schiavo nel grembo di una Vergine, santificato dallo Spirito: è Lei che intercede presso il Signore per le anime nostre. L'Infinito per natura, colui che a noi finiti dona la natura, oggi, in modo incom-prensibile, viene circoscritto nel grembo della santa Vergine.

stirpe. Tu hai generato per noi l'Emmanuel-e. A te chiediamo: ricordati di noi, o interceditrice fedele, al cospetto di nostro Signore Gesù Cristo, affinché perdoni i nostri pec-cati.Questo è l'incensiere d'oro puro che contiene il profumo che stà nelle mani di Aronne, il sacerdote, desti-nato ad essere offerto come in-censo sull'altar-e. L'incensiere d'oro è la Vergi-ne; il suo profu-mo è il nostro Salvatore. Lei lo concepì e lui ci ha salvato e perdonato i nostri peccati. Tu sei il turibolo d'oro puro che regge il carbone del fuoco benedetto. Per l'intercessione della Madre di Dio, santa Ma-ria, concedi a noi, Signore, il perdono dei peccati.

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ConclusioneAll'inizio del corso sui diversi cicli liturgici delle liturgie orientali, accennavamo alla

realtà salvifica che il ciclo liturgico annuale di ogni Chiesa fa presente nella vita dei fedeli. Lo studio preciso di ogni ciclo, visto e vissuto come sacramento del mistero di Cristo, ed il contatto diretto coi testi ha voluto in qualche modo far arrivare lo studente a "percepire" il modo in cui è vissuta e celebrata in ogni Chiesa dell'Oriente la salvezza di Cristo, fino a quel giorno glorioso in cui Lui ...prenderà la Chiesa sua sposa e la farà salire con lui nel cielo; la farà entrare nel suo talamo e sedere alla sua destra e la rallegrerà con tutta sorte di beni che non passano e non periscono. Lei si rallegrerà in Lui ed esulterà e sarà nella gioia; e con voci mirabili e canti soavi canterà la lode con i cori celesti. Che il Signore nostro ci conceda, anche a noi, di essere degni di aver parte nella gioia dei santi, amen e amen.309

Fr. Manel Nin OSBCollegio Greco / Sant'Anselmo

309 ?RABBAN BRIK-ISHO, Commento all'anno liturgico, in J. MATEOS, Lelya-Sapra: Les Offices Chaldéens de la Nuit et du Matin. OCA 1562, Roma, PIO, 1972, pp. 461-464.