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Settore Tecnico AIA - Modulo Revisione Regolamento L’angolo del Regolamento RACCOLTA DOMANDE/RISPOSTE SUL REGOLAMENTO DEL GIUOCO DEL CALCIO PUBBLICATE SUL SITO AIA-FIGC.IT stagione sportiva 2001 – 2002

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Settore Tecnico AIA - Modulo Revisione Regolamento

L’angolo del Regolamento

RACCOLTA

DOMANDE/RISPOSTE SUL

REGOLAMENTO DEL GIUOCO DEL CALCIO PUBBLICATE SUL SITO AIA-FIGC.IT

stagione sportiva 2001 – 2002

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Sommario

1. Il Terreno di giuoco ……………………………………………………… 1 3. Numero dei calciatori …………………………………………………… 3 4. Equipaggiamento dei calciatori ……………………………………… 12 5. L’arbitro …………………………………….……………………………… 14 6. Gli Assistenti dell’arbitro ………………………………………………… 22 7. Durata della gara ..……………………….……………………………… 24 8. Calcio d’inizio e ripresa del giuoco ………………………………… 25 9. Pallone in giuoco e non in giuoco ….……………………………… 26

10. Segnatura di una rete ………………….……………………………… 27 11. Fuori giuoco ……………………………………………………………… 28 12. Falli e comportamento antisportivo ………………………………… 30 14. Calcio di rigore ……………………… ………………………………… 44 15. Rimessa dalla linea laterale ……………… …………………………… 46

L’area Tecnica …………………………..……………………………… 47 Procedure per la determinazione della squadra vincente ……… 48 Il Calcio a cinque ………………………………………………………… 53

Raccolta delle domande/risposte sul Regolamento del giuoco del calcio pubblicate nella rubrica “L’Angolo del Regolamento” del sito internet dell’AIA nel corso della stagione sportiva 2001/02. A cura dell’Associazione Italiana Arbitri – Settore Tecnico Modulo revisione Regolamento e Guida Pratica

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REGOLA 1 - Il terreno di giuoco 1 - LA FUNZIONE DELLE RETI FISSATE AI PALI DELLE PORTE

Nel regolamento del calcio per quanto riguarda la segnatura di un goal, voi avete giustamente sottolineato che la palla deve superare tutta quanta la linea di porta. Su questo non ci sono dubbi, però sono curioso di una cosa, cioè la rete che ritengo inutile e non riesco a spiegarmi il perché ci sia ne qual è la propria funzione, perché a me sinceramente basterebbero solo i 3 legni.

Quando il pallone viene calciato verso la porta avversaria al fine di segnare una rete, molto spesso la sua velocità supera i 100 km/h. Puoi ben immaginare che a questa velocità, soprattutto quando il pallone supera la linea di porta vicino ai pali, se non ci fosse la rete a fermare il pallone, potrebbe risultare difficile per l'arbitro (magari mal posizionato) stabilire se sia stata o meno segnata una rete. Tant'è che prima dell'inizio della gara, l'arbitro deve controllare che le maglie delle rete non siano rotte, proprio per evitare che al posto di una rete sia concesso un calcio di rinvio o un calcio d'angolo com'è già accaduto. Ad ogni modo, se a causa del cosiddetto "buco" il pallone non viene trattenuto dalla rete e l'arbitro è sicuro che il pallone ha oltrepassato la linea di porta all'interno dei pali e sotto la sbarra trasversale, la rete deve comunque essere accordata.

2 - IL CAMPO PER DESTINAZIONE

Rileggendo le procedure della Regola 15 per eseguire la rimessa dalla linea laterale (avere i piedi sulla linea laterale o sul campo per destinazione) ho notato che il “campo per destinazione” non è più definito. O meglio, anche i precedenti testi regolamentari 1994-1996 della Regola 1 non definivano tale campo, che però veniva descritto con apposita Decisione FIGC annessa a tale regola. In quei testi il campo per destinazione non veniva richiamato dalla Regola 15, imponendo che il calciatore, nell’eseguire la rimessa dalla linea laterale, avesse i piedi sulla linea laterale ovvero all’esterno di detta linea. Tale formulazione della norma poteva astrattamente consentire che il calciatore eseguisse la rimessa anche da una adiacente pista di atletica, appunto esterna a detta linea. La nuova formulazione della regola 15, nei testi 1999-2001, invece richiama il campo per destinazione ai fini dell’esecuzione della rimessa. Orbene, il campo per destinazione continua in questi ultimi testi (regola 1) a non essere descritto; ma vi è di più: la sua descrizione è scomparsa anche dalle Decisioni FIGC. Quindi, secondo me, sussiste una inadeguatezza regolamentare che impedisce di avere una esatta cognizione della corretta procedura per eseguire la rimessa laterale (p.es. dalla pista di atletica), oltre che delle misure e caratteristiche del campo per destinazione e della obbligatorietà dello stesso, ai fini dello svolgimento delle gare.

Invero questa domanda si fonda su un'affermazione errata; non è affatto vero che nelle Decisioni F.I.G.C. è scomparsa la definizione del "campo per destinazione". Seppur in una veste grafica diversa, nelle pagine 9 e 10 dell'attuale Guida Pratica è stabilito: "Il recinto di giuoco deve essere obbligatoriamente protetto da una rete metallica di altezza non inferiore a m. 2,20 o da altro sistema idoneo. Tra le linee perimetrali del terreno di giuoco ed il pubblico, od ostacolo fisso (muri, pali, reti, fossati, ecc.) deve risultare una distanza minima di m.1,50 (campo per destinazione)". Inoltre, il "campo per destinazione" è definito anche nella d/r n. 1 Reg. 1 della Guida Pratica.

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Venendo alla Regola 15, è utile chiarire che la rimessa dalla linea laterale può essere effettuata esclusivamente avendo, almeno parzialmente, i due piedi sulla linea laterale (non oltrepassandone il margine interno) o sul campo per destinazione; ergo, una rimessa effettuata dalla pista di atletica deve considerarsi irregolare.

3 - ASSENZA DELLE LINEE "CURVE" DEL TERRENO DI GIUOCO

Prima della gara, o durante la stessa, le linee del cerchio di centrocampo, dell'arco di delimitazione della distanza dal punto del calcio di rigore, dell'area d'angolo si rendono non più visibili, e non v'è modo di provvedere poiché la società è sprovvista di gesso o altro materiale idoneo. La gara va sospesa (oppure non iniziata)? Tutte le linee sono indispensabili, oppure di quelle curve si può fare a meno?

Il caso è un po' inverosimile, perché normalmente la poca visibilità delle linee è abbastanza uniforme; ad ogni modo, anche se alcune sono più "importanti", tutte le linee sono indispensabili, anche quelle curve. Di conseguenza, la gara non dovrà essere iniziata, ovvero dovrà essere sospesa.

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REGOLA 3 - Numero dei calciatori

1 - INIBIZIONE E SOSTITUZIONE

Qualora un calciatore venga inibito prima dell’inizio della gara lo stesso potrà essere sostituito soltanto da calciatori di riserva iscritti nell’elenco consegnato all’arbitro (Regola 3 Sostituzioni di calciatori in decisioni figc e guida pratica, ed. 2000). La norma apparentemente collide con la facoltà, riconosciuta alle società, di modificare la distinta in qualunque momento, purché la gara non abbia ancora avuto inizio.Si ritiene, pertanto, che qualora in elenco, p. es., vengano inseriti 18 calciatori ed uno di questi venga inibito prima dell’inizio della gara, la distinta potrà essere modificata ma non potranno essere inseriti più di 17 calciatori.

La risposta la troviamo a pag. 14 del Regolamento: "Un calciatore che è stato inibito prima del calcio d'inizio della gara potrà essere sostituito solo da un calciatore di riserva indicato in elenco. Un calciatore di riserva che sia stato inibito prima, od espulso dopo il calcio d'inizio della gara, non potrà essere rimpiazzato."

2 - IDENTIFICAZIONE DEI CALCIATORI

Identificazione dei calciatori (art. 71 noif). Molte interpretazioni di questa norma hanno generato, negli arbitri, comportamenti ondivaghi. A parere dello scrivente, il Giudice Sportivo di II grado presso il Comitato Regionale Toscana SGS (vd. Allegato), pronunciandosi in merito ad un reclamo a seguito di annullamento ex art. 35, comma 5 C.G.S. della delibera del Giudice a quo, ha voluto fornire una motivazione talmente precisa e lineare che meriterebbe di essere elevata al rango di interpretazione ufficiale, in modo da evitare quei comportamenti ondivaghi che creano un’incertezza normativa non più tollerabile. Tuttavia differisco da tale motivazione limitatamente al punto in cui considera valido il documento di identità statuendo la sua validità temporale illimitata. L’affermazione, per quanto singolare, appare quantomeno ardua. Basti pensare ad esempio alla fotografia apposta sulla licenza di pesca (documento di identità perfettamente valido perché rilasciato dal Sindaco) rilasciata ad un soggetto all’età di dodici anni; essendo la licenza di pesca valida per anni sei la medesima sarà valida anche quando il titolare avrà compiuto il diciottesimo anno. Saranno senz’altro evidenti le differenze somatiche tra lo stesso all’età di dodici anni e all’età di diciotto che renderanno quantomeno difficile l’identificazione. Ma se il documento fosse valido – sempre per esempio, volendo sfiorare anche il caso assurdo - anche all’età di ventiquattro anni, l’identificazione sarebbe assolutamente impossibile, dato il carattere necessario della certezza della corrispondenza tra la fotografia ed il soggetto, oramai divenuto uomo e con tratti somatici in tutto diversi. Inoltre, il Giudice, nella motivazione, ometteva – presumibilmente perché non di rilievo ai fini della decisione – di pronunciarsi anche sul caso in cui la fotocopia – da ritenersi, giustamente, non tanto documento non valido ma semplicemente non documento – sia, però, autenticata come conforme all’originale. E’ questo un caso assai frequente ed è per questo importante una pronuncia interpretativa ufficiale in merito. Ritengo che la fotocopia autenticata non possa avere il valore di documento d’identità, poiché la possibilità di dichiarare la conformità all’originale di un documento è consentita solo nel caso di presentazione di pubblicazioni e di documenti che costituiscono titolo nei concorsi pubblici, ai sensi dell’art. 2, comma 2, del DPR 403/98. Per documento di identità, ai sensi dell’art. 288 del R.D. 635/40, si intende la carta di identità. Tuttavia, ai sensi dell’art. 292 dello stesso Decreto, l’identità personale può essere

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dimostrata con titolo equipollente alla carta di identità, purché esso sia munito di fotografia e rilasciato da un'amministrazione dello Stato, come ad esempio la patente, il libretto di porto d’armi, il passaporto: ma il libretto sanitario per l’attività agonistica (che può essere rilasciato da una USL o da un medico sportivo libero professionista) può essere considerato documento d’identità? Ritengo di no, ma sarebbe opportuno specificare che cosa si intende per “amministrazione dello stato” (le USL dipendono da un ministero?, le scuole?, la C.R.I.?….)

L’arbitro, in merito all’identificazione dei calciatori e dei dirigenti, deve effettuare una duplice verifica. Innanzitutto, deve controllare la corrispondenza dei dati riportati in distinta con quelli presenti nei documenti e, successivamente procedere all’identificazione vera e propria, cioè deve controllare che la foto presente nel documento corrisponda al volto del soggetto da identificare; per i calciatori deve corrispondere anche ad un preciso numero di maglia. Per quanto concerne i possibili modi di identificazione, mi limito a precisare alcuni concetti partendo da quanto riportato a pag. 29 delle “Decisioni ufficiali (…..)” ed. 2000.

• Propria personale conoscenza. Questo modo di riconoscimento deve essere espressamente specificato in distinta e l’arbitro deve essere a conoscenza di tutti i dati in essa riportati. Ad esempio, l’arbitro non solo deve essere sicuro che il soggetto che ha di fronte è Mario Rossi, ma anche che è nato a Napoli il 20.01.01973. L'identificazione per conoscenza personale da parte dell'arbitro, in sostanza, sostituisce la funzione svolta da un documento d'identità, nel quale non è riportato solo il nome ma sono riportate tutte le generalità trascritte in distinta. L'arbitro con la dicitura "conoscenza personale" certifica quanto riportato in distinta. Un nome non significa nulla, l'arbitro procedendo all'identificazione non "certifica" un nome bensì un'identità. "Mario Rossi" ce ne potrebbero essere tanti, ma le "generalità" trascritte in distinta corrispondono ad un unico "Mario Rossi", della cui identità l'arbitro deve essere certo.

• Documento di riconoscimento ufficiale rilasciato dalle Autorità competenti. Il documento principe per dimostrare la propria identità è la “carta d’identità” che ha una validità stabilita dalla Legge di 5 anni, scaduti i quali essa non ha più alcun valore. Lo scopo primario della carta d’identità è quello di permettere l’identificazione, sostenere che essa, ancorché scaduta, può essere comunque utilizzata per l’identificazione, è un’affermazione errata e contra legem. Per quanto concerne le Autorità competenti, la domanda che l’arbitro si deve porre è se colui il quale ha emesso il documento, aveva titolo per certificarne l’identità. Un elenco completo sarebbe lunghissimo e necessariamente presterebbe il fianco a critiche d’incompletezza; a titolo esemplificativo: non può certo essere un documento d’identità, la tessera con foto rilasciata da un medico sportivo, da un club o da un’associazione privata; altro valore avrebbe se fosse stata rilasciata dal sindaco, dal prefetto o dal questore.

• Fotografia autenticata. A questa ipotesi espressamente prevista, è nella sostanza assimilabile la fotocopia autenticata. La fotocopia di un documento d’identità può prestarsi a falsificazioni e manca del requisito dell’ufficialità, per questo è inammissibile. Però, se essa viene autenticata e dichiarata conforme all’originale, è valida ai fini dell’identificazione.

• Tessere federali in genere. Le tessere federali (comprese quelle degli arbitri) hanno di solito una validità annuale che molto spesso viene prorogata, di conseguenza le tessere della FIGC sono valide, esclusivamente ai fini del riconoscimento, anche dopo la stagione per la quale sono state emesse.

3 - IDENTIFICAZIONE DEI CALCIATORI

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Sempre in merito all’art.71 noif si chiede se l’identificazione nel modo di cui alla lettera a) del citato articolo possa avvenire anche attraverso la conoscenza di un assistente ufficiale dell’arbitro o del IV ufficiale di gara, facendo così salvo il diritto di partecipare alla competizione sportiva al tesserato, comunque riconosciuto da un ufficiale di gara.

Stando ad un'interpretazione letterale del Regolamento la risposta deve essere negativa. Però, di solito, i problemi legati all'identificazione ed alla mancanza di un documento d'identità, avvengono nella categorie minori, dove spesso l'unica figura ufficiale è l'arbitro.

4 - IDENTIFICAZIONE DEI CALCIATORI

Sempre in merito di identificazione di calciatori, nella guida pratica la risposta al quesito n. 19 relativo alla Regola 3 è, quantomeno, sconcertante per quanto suggerito nel secondo periodo. E’ senz’altro ammissibile e giustamente consigliabile all’arbitro di esperire ogni tentativo per l’indubbia identificazione, ma, qualora ciò non sia possibile, “ammettere comunque” e, si noti, con dichiarazione di responsabilità del dirigente, sia un comportamento che si pone in una stridente collisione con la ratio dell’art. 71 noif che, come motivato dal Giudice Sportivo nella delibera allegata, è del tutto trasparente: evitare il rischio che possano prendere parte alla competizione persone diverse da quelle che risultano inserite nell’elenco di gara. Ma vi è di più. Se si dovesse ricorrere, in via alternativa, al riconoscimento successivo di fronte all’organo giudicante – in caso di reclamo – qualora si fossero “ammessi comunque” qualunque calciatore – si estremizza volutamente – ci si troverebbe di fronte ad un riconoscimento potenziale di ben trentasei calciatori, presumibilmente a distanza di almeno quindici giorni. Ritengo che sarebbe una operazione impossibile per qualunque arbitro, con la necessaria conseguenza che lo spirito della norma di cui all’art. 71 cit. risulterebbe ampiamente disatteso.

L’ipotesi contemplata nella G.P. (d/r 19 della reg. 3) è abbastanza circoscritta e di poco probabile verificazione. Questo non significa che non possa accadere ma che, vista la sua particolarità, essa ha una disciplina peculiare e come tale opinabile. Ad ogni modo, siamo alla presenza di un valido documento di riconoscimento ed inoltre è prevista una notevole assunzione di responsabilità da parte del dirigente acc. uff. ed anche la società potrebbe andare incontro a gravi conseguenze. Anche nel tuo esempio, volutamente portato all’estremo visto che si parla di “palese differenza”, è sufficiente che l’arbitro prenda nota delle caratteristiche fisiche di alcuni calciatori e delle loro differenze rispetto alle foto, per poi procedere, anche a distanza di tempo, ad un semplice confronto; senza contare la possibilità di ritirare la tessera federale. Pensiamo invece a cosa potrebbe accadere in caso di soluzione opposta: l’arbitro esclude Tizio dall’essere ammesso al gioco e la sua squadra perde la partita. Se Tizio non era realmente chi sosteneva di essere, bene, altrimenti in caso contrario? Esiste la sconfitta a tavolino ma non la vittoria!

5 - IDENTIFICAZIONE DEI CALCIATORI

Con riferimento alla risposta al quesito n. 2 annesso alla Regola 3 (Decisioni FIGC e Guida pratica, ed 2000) la lettera a) precisa che l'identificazione per personale conoscenza è ammissibile soltanto per calciatori. Tale interpretazione appare incoerente con lo spirito della norma generale, precludendo all’arbitro la possibilità di ammettere, p. es., l'allenatore – pur tesserato - sprovvisto di documento d’identità personale, magari conoscendolo benissimo.

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Dipende sempre da che angolo prospettico si vedono le cose, direi comunque, che non è incoerente con lo spirito della norma generale, il fatto che i dirigenti non possano venire identificati mediante la conoscenza personale da parte dell'arbitro; piuttosto è vero il contrario, in quanto, è un'eccezione ai normali mezzi di riconoscimento, il fatto che questo particolare mezzo di identificazione sia consentito proprio per i calciatori. Ritengo che la ratio di questa eccezione, trovi il suo fondamento nella considerazione che, della presenza dei dirigenti si può fare a meno, mentre almeno sette calciatori per ogni squadra, sono indispensabili per far disputare una gara.

6 - NUMERO DI SOSTITUZIONI

Sul numero di Gennaio 2001 della Rivista il Quesito n. 1 a pag. 41 nell’argomentare che l’Arbitro non deve entrare in alcun modo nel merito di una sostituzione contra legem evidenzia la nuova formulazione della Regola 5 (vigilare sul rispetto delle regole del giuoco / imporre l’osservanza delle regole del giuoco). Ma se una squadra chiedesse di inserire in elenco 19 calciatori – con le considerazioni sopra esposte – come dovrà comportarsi l’Arbitro? E se una squadra volesse giocare con 12 calciatori sul terreno di giuoco? Le domande appaiono puramente retoriche ma, visto che tutti questi comportamenti sono contra legem come si potrebbe giustificare un diverso intervento dell’Arbitro?

Non tutte le disposizioni del Regolamento sono norme cogenti; rispetto ad alcune disposizioni, l'arbitro non ha un effettivo potere sanzionatorio ma ha solamente una funzione referente. Nel tuo esempio dei 12 calciatori, il Regolamento dà all'arbitro il potere/dovere di intervenire e di sanzionare l'accaduto; invece, in materia di sostituzioni, l'arbitro ha solo una funzione referente e se dovesse intervenire, abusando del proprio potere, avvantaggerebbe la squadra che ha commesso (o sta per commettere) l'infrazione. Un esempio potrebbe essere utile. L'arbitro ha, in prima battuta, il potere/dovere di ottenere che sia specificato se l'assistente di parte è un dirigente ovvero un calciatore; in quest'ultima ipotesi, esigerà anche che venga indicata la data di nascita. A questo punto, l'arbitro non può vietare ad un calciatore, che abbia un'età inferiore a quella necessaria per la categoria, di fungere da assistente di parte e magari successivamente di svolgere il ruolo anche di calciatore. Non ne ha il potere, avendo in seconda battuta solo una funzione referente.

7 - PUNTO DI FUORIUSCITA DEL CALCIATORE SOSTITUITO

Ho ricevuto da un commissario questo rilievo: "Controllare la sostituzione dei calciatori (il calciatore SOSTITUITO deve uscire dalla linea mediana)". Non essendo convinto di ciò ho cercato sul regolamento un riscontro che non ho trovato, in quanto è scritto solo che il giocatore che SOSTITUISCE debba entrare sul terreno di giuoco all'altezza della linea mediana.

La procedura da effettuarsi durante la sostituzione dei calciatori è dettagliatamente riportata a pag. 13 del Regolamento. Il subentrante deve obbligatoriamente entrare nel terreno di giuoco in corrispondenza della linea mediana, dopo che il compagno sostituito ne sia uscito da qualsiasi punto delle linee perimetrali. Questa disposizione tutela soprattutto il calciatore infortunato, consentendogli di uscire dal punto della linea laterale (o di porta) più vicino.

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8 - IDENTIFICAZIONE DEI CALCIATORI ED AUTOCERTIFICAZIONE

Ai fini della identificazione dei calciatori partecipanti ad una gara l'Arbitro è tenuto ad accettare delle fotocopie autenticate di documenti di identità? E se l'autenticazione avviene addirittura in autocertificazione?

L'arbitro è tenuto ad accettare una fotocopia di un documento d'identità autenticata dal Comune di residenza o da altra Autorità all'uopo legittimata o da un Notaio, in quanto ciò sostanzialmente è previsto nel punto 1 lett. c) di pagina 29 della GP, a meno che la foto non risulti indecifrabile. Ad ogni modo, quest'ultima ipotesi almeno teoricamente non dovrebbe verificarsi, visto che la fotocopia dovrebbe essere perfettamente conforme all'originale, anche in quanto a possibilità d'identificazione del soggetto in base alla foto. Invece, per quanto concerne l'autocertificazione o l'autenticazione per mezzo dell'autocertificazione, è assolutamente inammissibile.

9 - CALCIATORE RITARDARIO

Una squadra inserisce in distinta 10 calciatori titolari e 7 calciatori di riserva nella speranza che arrivi a breve l'undicesimo mancante. Inizia, quindi, giocare in 10. Trascorso del tempo senza che giunga qualcuno vorrebbero far partecipare al giuoco una delle sette riserve a completamento dell'undici titolare. Questo è possibile?

Qualora come da te prospettato una squadra nel presentare la distinta al DDG, si privi deliberatamente di inserire tra i titolari l'undicesimo giocatore, supponendo che lo stesso a breve possa giungere, cosa che poi di fatto non si concretizza, NON PUO' essere concesso alla medesima di utilizzare ad integrazione del numero, da portarsi da 10 ad 11, un atleta di riserva. Ciò in quanto lo "status" di riserva avvalorato dalla distinta in possesso del DDG, consente a tali atleti di prendere parte alla gara solo ed esclusivamente sostituendo un compagno partecipante al gioco. Per tale motivo non gli è permesso entrare per integrare i 10 titolari. Ovviamente quella squadra inizierà e terminerà la gara (salvo chiaramente provvedimenti di natura disciplinare di espulsione che dovesse intervenire nel corso della stessa) con soli 10 giocatori sul terreno di gioco.

10 - CONSEGNA DEI DOCUMENTI DI IDENTIFICAZIONE

Vorrei sapere come devo comportarmi se un dirigente alla fine del primo periodo di giuoco mi chiede il proprio documento d'identificazione perchè vuole abbandonare l'impianto sportivo per motivo x.?

Esiste un diritto del dirigente accompagnatore ufficiale e del capitano di avere in visione dall'arbitro i documenti di identificazione dei componenti la squadra avversaria, prima ed anche dopo lo svolgimento della gara. A meno che, in presenza di un motivo grave ed imprevisto che impone al dirigente di allontanarsi col proprio documento, l'altra squadra non rinunci a questo suo diritto, l'arbitro dovrà attenersi a quanto stabilito nel Regolamento.

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11 - CONFIGURAZIONE DELLO STATUS DI CALCIATORE RITARDATARIO

Una società, dopo aver presentato all'Arbitro la distinta comprendente i nominativi degli 11 calciatori titolari decide, nonostante l'assenza di un calciatore, di iniziare la gara non al completo senza avvalersi del fattibile tempo d'attesa. A gara iniziata sopraggiunge un calciatore della medesima società, diverso dal calciatore precedentemente inserito in lista ed intenzionato a partecipare al giuoco. L'Arbitro dovrà consentire la partecipazione del calciatore tesserato, a completamento del numero di titolari procedendo all'identificazione come previsto dalla normativa (con successiva correzione della distinta) in attinenza al rispetto dei vincoli obbligatori che stabiliscono la preventiva iscrizione in distinta limitata ai soli giocatori di riserva, oppure inibire la partecipazione al giuoco del soggetto attenendosi a quanto stabilito dalla dom.n.1 pag.32 della Guida pratica? Come intendimento generale potrà, nello spirito del giuoco, essere assegnato al giocatore lo "status" di "calciatore ritardatario" con il conseguente superamento dei fattori inibitori?

1) I calciatori ritardatari (anche se non iscritti in elenco) hanno diritto di prendere parte al giuoco in qualsiasi momento della gara, previa identificazione e comunque con l'assenso dell'arbitro. 2) I calciatori di riserva ritardatari hanno diritto di prendere parte al giuoco in qualsiasi momento della gara purché‚ già iscritti nell'elenco prima della stessa, previa identificazione. Il caso oggetto della domanda da parte del collega non rientra in nessuna delle due ipotesi che consentirebbe al calciatore arrivato a gara già iniziata di partecipare al giuoco, di conseguenza questi "fattori inibitori" non possono in alcun modo essere superati.

12 - SOSTITUZIONE IRREGOLARE

Durante un'azione l'arbitro si accorge che in una squadra sta giocando il n°14 che non risulta entrato in campo; dopo aver interrotto il gioco (fermo restando l'applicazione eventuale del vantaggio), si rivolge al capitano il quale gli risponde che, a gioco fermo ed all'insaputa dell'arbitro stesso, il 14 è entrato al posto dell'8. Quest'ultimo era già stato ammonito in precedenza. Fermo restando il provvedimento disciplinare (ammonizione per entrambi) e tecnico (punizione indiretta dove si trovava il pallone al momento dell'interruzione, se il gioco è stato fermato per questo motivo) la squadra giocherà in 10 o in 11?

In questo esempio, i dati di fatto sono che un calciatore di riserva è entrato nel terreno di giuoco senza il consenso da parte dell'arbitro e che un calciatore titolare ne è uscito anch'esso senza il consenso. Visto che quest'ultimo era già stato ammonito, dovrà essere considerato espulso e la squadra giocherà in 10. Anche il calciatore di riserva dovrà essere ammonito ed invitato a ritornare in panchina; se il giuoco è stato interrotto sarà ripreso con una rimessa da parte dell'arbitro.

13 - IDENTIFICAZIONE DEI CALCIATORI ATTRAVERSO DICHIARAZIONE DEL DIRIGENTE

Con riferimento al quesito IDENTIFICAZIONE DEI CALCIATORI (vd. sopra ndr.) si chiede di voler cortesemente esaminare la seguente ipotesi: il calciatore Paolo Verdi, ha dimenticato a casa il proprio documento di riconoscimento e chiede ad un compagno infortunato e presente al campo di giuoco, tale Giuseppe Rossi, di prestargli la sua carta d’identità. In elenco viene quindi trascritto il nominativo di Giuseppe Rossi e i suoi dati mentre all’identificazione si presenta Paolo Verdi. L’arbitro, a tal punto, riscontra palese

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differenza tra il volto del calciatore e quello impresso sulla foto del documento (giacché non è lui !). Ciò nonostante ammette al gioco il falso Giuseppe Rossi, facendosi rilasciare una dichiarazione dal dirigente. Posto che, a distanza di tempo (trascorrono anche mesi tra i diversi pronunciamenti degli Organi di Giustizia Sportiva), è assai difficile che l’arbitro possa ricordare colui che ha veramente preso parte alla gara, a cosa serve in concreto la dichiarazione del dirigente? Tra l’altro, se l’altra società impegnata nella gara non è al corrente di quanto accaduto (sia di come è stato ammesso alla gara il calciatore sia perché non conosce né Paolo Verdi né Giuseppe Rossi), sarà molto improbabile che d’ufficio si apra un’indagine per appurare la verità ed in tal modo un calciatore che non poteva essere ammesso ha preso parte alla gara, viziandone la regolarità. Per quale motivo noi arbitri dobbiamo andare contro l’art.71 delle N.O.I.F. ed i "desiderata" degli Organi giudicanti, tenuto anche conto di quanto precedentemente sostenuto (cfr. L’ARBITRO n° 2 - Maggio 94).

Nella domanda sono presenti diverse inesattezze. Quella di cui stiamo discutendo è un'ipotesi abbastanza grave, dove l'arbitro non ha potuto procedere all'identificazione di un calciatore, il quale è stato ammesso solamente sub iudice alla gara. Inoltre, il dirigente accompagnatore ufficiale deve rilasciare una dichiarazione scritta, la quale rappresenta una grossa assunzione di responsabilità e, se si tratta di tessera federale, l'arbitro può addirittura ritirare il documento. L'altra squadra non deve fare alcunché, in quanto il risultato della gara deve essere omologato e, nel giro di pochi giorni, il G.S. procederà ai necessari accertamenti. Se il fatto è così palese ed il documento appartiene a Giuseppe Rossi e non a Paolo Verdi, l'arbitro che magari si sarà anche appuntato alcuni riferimenti fisici (statura, segni particolari, colore degli occhi e dei capelli, ecc.), non avrà alcuna difficoltà a constatare che il sedicente Giuseppe Rossi, in realtà non era chi sosteneva di essere. La d/r n. 19 reg. 3 della GP è stata introdotta nel 1996, di conseguenza è logico ritenere che in precedenza (cfr. L'Arbitro n°2 - Maggio 1994) le disposizioni fossero diverse. Ad ogni modo, quella risposta presente nella nostra Rivista, fa riferimento soprattutto alla discordanza sui dati anagrafici e, per quanto riguarda la foto, suggerisce prudenza considerando i mutamenti fisici dei giovani nella loro crescita. Proprio questo suggerimento, sommato ad un altro dato di fatto, cioè che colui il quale è tentato da un comportamento illecito, ha a propria disposizione strumenti più raffinati di quello qui ipotizzato, ci aiuta a capire che la soluzione più logica e razionale è quella di ammettere il calciatore, sub iudice, alla partecipazione della gara.

14 - LA TESSERA IMPERSONALE

Volevo sapere due cose sulla tessera impersonale: 1) quali nominativi devono essere presenti sulla tessera impersonale (dirig. accomp.,

massaggiatore, addetto all'arbitro, medico sociale......)? 2) qualora questi nominativi NON fossero presenti e/o la tessera impersonale no fosse

relativa alla stagione in corso, come devo procedere: ignoro il fatto, mi limito a segnalarlo sul referto, impedisco l'accesso a dette persone nel recinto di giuoco o altro?

L'unico nominativo che deve necessariamente essere presente nella tessera impersonale è quello del dirigente accompagnatore ufficiale, se ciò non fosse, o viene indicato come dir. acc. uff. un'altro dirigente presente nella tessera impersonale, oppure il nominativo deve essere depennato e la distinta deve essere firmata dal capitano. La tessera impersonale deve essere quella valida per la stagione in corso, però, soprattutto nel settore giovanile/scolastico e ad inizio stagione, l'arbitro deve essere tollerante nei confronti della società che esibisce la richiesta indirizzata alla FIGC al fine di ottenere detta tessera, e limitarsi semplicemente a segnalarlo nel referto.

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15 - MODIFICHE ALL'ELENCO DEI CALCIATORI

Una squadra presenta la distinta completa di 18 nominativi. Al momento del calcio d'inizio (trascorso anche il tempo di attesa) la squadra e' composta da soli 8 giocatoti (inseriti in distinta dal n°1 al n° 8). Dopo pochi minuti arrivano tre giocatori (inseriti in distinta con il n° 13, 14 e 15 per cui come giocatori di riserva); i n° 13, 14 e 15 entrano come nono, decimo e undicesimo giocatore, per lo spirito del gioco (tenuto conto che persino un ritardatario anche non iscritto in distinta può prendere parte al gioco fino a completare l'11 titolare) oppure essendo stati inseriti come giocatori di riserva (e pertanto giocatori ritardatari di riserva) possono solo sostituire uno degli 8 presenti, lasciando la sua squadra in 8 invece che in 11?

La risposta corretta è quest'ultima, in quanto dopo l'inizio della gara l'elenco non può essere modificato ed un calciatore inserito come "riserva" acquisisce un determinato status, che non può più essere variato. Il fatto che fino ad un massimo di quattro calciatori titolari possano, anche se non iscritti preventivamente nell'elenco, partecipare in qualsiasi momento al giuoco, è un diritto talmente forte che deve necessariamente avere come contro bilanciamento quanto sopra descritto. In sostanza, se una società decide di usare questo suo diritto, deve assumersi anche il corrispondente grado di rischio.

16 - LA FUNZIONE DI CAPITANO E DI VICE

Nelle distinte presentate al direttore di gara, può essere indicato come capitano o vice-capitano un giocatore di riserva ?

No, i calciatori incaricati di svolgere il ruolo di capitano e di vicecapitano devono essere indicati in distinta, prima dell'inizio della gara, esclusivamente tra i calciatori titolari presenti. Potranno, o meglio, dovranno essere avvicendati nella loro funzione, solamente in caso di loro sostituzione od espulsione.

17 - SOSTITUZIONI ALL'INSAPUTA DELL'ARBITRO

Come si deve comportare un arbitro se fra il primo ed il secondo tempo una squadra ha eseguito due sostituzioni senza avvisare di ciò il direttore di gara e lo stesso si accorge dell'entrata sul terreno di gioco dei sostituti solamente dopo alcuni minuti di gioco?

Sono autorizzati a partecipare al giuoco, però, entrambi saranno ammoniti per essere entrati all'interno del terreno di giuoco senza la preventiva autorizzazione da parte dell'arbitro.

17 - CAMBIO DI RUOLO NON AUTORIZZATO

Un calciatore si scambia la maglia col portiere senza avvisare l'arbitro. Poiché il regolamento prevede che il giuoco non deve essere interrotto, l'arbitro lascia proseguire l'azione. Se un avversario calcia il pallone e questo calciatore che si è sostituito col portiere

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senza autorizzazione ferma con le mani il pallone che entrerebbe sicuramente in rete, l'arbitro cosa farà? - espelle il calciatore e concede un calcio di rigore, ammonendo nel contempo l'altro

compagno del portiere; - lascerà proseguire il giuoco e ammonirà il portiere e il compagno alla prima

interruzione di giuoco?

Lascerà proseguire il giuoco ed ammonirà entrambi alla prima interruzione. Questa disposizione deriva dal fatto che il "portiere" è soltanto un ruolo contraddistinto da un colore di maglia diverso ed i ruoli si possono cambiare senza dover informare l'arbitro. Nel caso in esame è punito il fatto di essersi scambiati le maglie; la stessa cosa sarebbe stata se nessuno dei due calciatori colpevoli fosse stato il portiere.

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REGOLA 4 - Equipaggiamento dei calciatori

1 - SOSTITUZIONE DELLA MAGLIA

Nel corso della gara, in un contrasto di giuoco, un calciatore strappa involontariamente la maglietta all'avversario al punto che non è più possibile indossarla. L'arbitro come si deve comportare ? Può essere sostituita da un'altra uguale con un numero diverso, ma non appartenente a nessun altro giuocatore compreso in elenco per quella gara ? In alternativa, se non fossero disponibili altre maglie, il giuocatore può indossare quella di un compagno presente in panchina, ma non partecipante al giuoco ?

A parte che questo strappo "involontario" mi risulta difficile da immaginare, comunque può accadere, in particolar modo volontariamente e bisogna ammettere che, soprattutto nell'ambito dilettantistico, potrebbe essere un problema reperire una maglia sostitutiva con lo stesso numero. In tale situazione, l'arbitro dovrà cercare la soluzione più semplice, che può essere quella di fare indossare al calciatore una maglia senza numero oppure di rovesciare una qualsiasi altra maglia non utilizzata, l'importante è che che sia uguale a quella dei propri compagni escluso il portiere e che l'arbitro si prenda nota che, per fare un esempio, il calciatore senza numero della società Montenuovo è il n° 8. Il tutto andrà riportato nel referto sotto la voce: "varie".

2 - OCCHIALI E LENTI A CONTATTO

La guida pratica relativa alla Regola 4 nel testo 1994 forniva con la d/r 7 valida, affermativa ma sbrigativa, risposta al quesito se ad un calciatore era consentito portare occhiali. Ma, a partire dal testo 1996, tale d/r è stata soppressa, probabilmente dandone per scontata la risposta affermativa. Si deve considerare inoltre che il legislatore sportivo con il testo 1999 della Regola 4 ha modificato ed ampliato i divieti per i calciatori in tema di sicurezza, stabilendo che i monili di qualsiasi genere non devono risultare pericolosi non soltanto per gli altri ma anche per se stessi (ed è questa ultima poi la reale novità che modificò la decisione IFAB n. 2 nel testo 1996). Fatta tale premessa, si formula il seguente quesito: gli occhiali o le lenti a contatto costituiscono equipaggiamento da considerasi pericoloso per sé o per gli altri?

Calciatori che portano gli occhiali: esauriente in merito è stato quanto espresso nella circolare n° 1 stag. 2001/2002 che qui sotto riportiamo. Sono state fatte delle considerazioni favorevoli nei riguardi dei calciatori, soprattutto quelli giovani, che hanno necessità di portare gli occhiali,. E' stato riconosciuto che le nuove tecnologie hanno permesso di realizzare degli occhiali molto sicuri sia per chi li porta che per gli avversari. Spetta comunque all'arbitro prendere la decisione definitiva in merito all'autorizzazione, ad un calciatore che porta gli occhiali, a partecipare alla gara, tenendo conto dei citati progressi tecnologici.

3 - LA NUMERAZIONE DELLE MAGLIE

Nella categorie Regionali e Provinciali, la numerazione sulle maglie dei calciatori deve obbligatoriamente essere da 1 a 11 i titolari e da 12 in poi le riserve, oppure possono avere i calciatori maglie con numerazioni diverse?

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All'inizio della gara possono partecipare come titolari calciatori con maglie oltre l'undici? Eventualmente un calciatore con tale numerazione che nella lista viene indicato tra i calciatori di riserva giocasse al posto di un titolare, detta variazione deve essere riportata sulla lista oppure deve essere fatta sostituire la maglia al calciatore?

E' utile richiamare quanto stabilito dall'art. 72 comma 1 e 5 delle NOIF. 1. I calciatori sin dall’inizio della gara debbono indossare maglie recanti sul dorso la seguente numerazione progressiva: n. 1 il portiere; dal n. 2 al n. 11 i calciatori degli altri ruoli; dal n. 12 in poi i calciatori di riserva. 5. Per le sole gare della Lega Nazionale Professionisti (Campionati di Serie A, Serie B, Coppa Italia, Super-coppa di Lega) i calciatori devono indossare per tutta la durata di una stagione sportiva una maglia recante sempre lo stesso numero. Inoltre, ogni maglia deve essere personalizzata sul dorso col cognome del calciatore che la indossa. La Lega Nazionale Professionisti detta le relative disposizioni applicative. La disposizione appare chiara, non solo nelle categorie regionali e provinciali ma in tutte le gare della Lega Nazionale Professionisti Serie C e della Lega Nazionale Dilettanti, i calciatori debbono indossare la numerazione tradizionale. In caso di mancato rispetto di tale norma, richiamando per analogia quanto stabilito dai commi 4bis e 6 del medesimo articolo, gli ufficiali di gara dovranno limitarsi a segnalarlo nel proprio referto.

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REGOLA 5 - L'Arbitro

1 - ASSENZA DELL'ARBITRO DESIGNATO

(Art. 67 noif). Nel caso in cui l’arbitro designato non sia presente in campo, oltre alla procedura indicata nell’art. 67 cit., le società - solitamente e per non dire sempre - avvertono il Pronto AIA, servizio importantissimo ed oramai molto utilizzato. Qualora il designatore, avvisato dalla società dell’assenza dell’arbitro, riesca o non riesca a mettersi in contatto con il medesimo e, con atto discrezionale (vd. Artt. 41, 51 e 52 delle Nome di Funzionamento degli Organi Tecnici), revochi la designazione a costui affidando, con nuova designazione, la direzione della gara ad un altro arbitro effettivo, quest’ultimo – ritengo – non dovrà eseguire la formalità di cui al comma 4 dell’art. 67 cit. poiché, giusta sopra esposto, non si tratta di arbitro reperito dalle società e per questo “sconosciuto” al competente organo federale ma, bensì, designato, seppure all’ultimo momento, ritenendo la citata formalità da redigersi ad substantiam solamente nel caso in cui sia una delle due società, od entrambe, a reperire l’arbitro supplente mentre sia da considerarsi ad abundantiam per il prospettato caso in cui sia avvenuta una nuova designazione. Infatti, pare illogico parificare, sul piano giuridico-sportivo, l’attività pratica di ricerca e reperimento dell’arbitro supplente a quella meramente informativa del suo ritardo al Pronto AIA, il quale provvede, con l’autonomia riservata ex lege a tutti quei provvedimenti che ritenga necessari. Peraltro, si deve rilevare che l’istituto della ricusazione dell’arbitro è sconosciuto al nostro ordinamento sportivo.

Concordo pienamente con la tua interpretazione, la procedura prevista dal comma 4 dell'art. 67 NOIF, deve eseguirsi solamente quando l'arbitro venga reperito dalle società.

2 - NUMERO DI SOSTITUZIONI

Sul numero di Gennaio 2001 della Rivista il Quesito n. 1 a pag. 41 nell’argomentare che l’Arbitro non deve entrare in alcun modo nel merito di una sostituzione contra legem evidenzia la nuova formulazione della Regola 5 (vigilare sul rispetto delle regole del giuoco / imporre l’osservanza delle regole del giuoco). Ma se una squadra chiedesse di inserire in elenco 19 calciatori – con le considerazioni sopra esposte – come dovrà comportarsi l’Arbitro? E se una squadra volesse giocare con 12 calciatori sul terreno di giuoco? Le domande appaiono puramente retoriche ma, visto che tutti questi comportamenti sono contra legem come si potrebbe giustificare un diverso intervento dell’Arbitro?

Non tutte le disposizioni del Regolamento sono norme cogenti; rispetto ad alcune disposizioni, l'arbitro non ha un effettivo potere sanzionatorio ma ha solamente una funzione referente. Nel tuo esempio dei 12 calciatori, il Regolamento dà all'arbitro il potere/dovere di intervenire e di sanzionare l'accaduto; invece, in materia di sostituzioni, l'arbitro ha solo una funzione referente e se dovesse intervenire, abusando del proprio potere, avvantaggerebbe la squadra che ha commesso (o sta per commettere) l'infrazione. Un esempio potrebbe essere utile. L'arbitro ha, in prima battuta, il potere/dovere di ottenere che sia specificato se l'assistente di parte è un dirigente ovvero un calciatore; in quest'ultima ipotesi, esigerà anche che venga indicata la data di nascita. A questo punto, l'arbitro non può vietare ad un calciatore, che abbia un'età inferiore a quella necessaria per la categoria, di fungere da

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assistente di parte e magari successivamente di svolgere il ruolo anche di calciatore. Non ne ha il potere, avendo in seconda battuta solo una funzione referente.

3 - TEMPO DI ATTESA DELL'ARBITRO

Salve sono una giovane arbitra vorrei rivolgervi una domanda, una mia incertezza. Se l'arbitro arriva 48 minuti dopo l'eventuale inizio di gara la gara dovrà essere iniziata. l'arbitro cosa è tenuto a fare??? grazie in anticipo ciao colleghi

Secondo quanto stabilito nelle decisioni ufficiali F.I.G.C., in caso di assenza dell'arbitro designato, all'orario fissato per l'inizio della gara, le due squadre devono attenderne l'arrivo per un periodo pari ad un tempo della stessa; ciò non significa però che entrambe le società debbano rimanere inerti, in attesa del DDG senza porre in atto mezzi per il reperimento di un altro arbitro. In effetti la ricerca deve essere avviata seguendo precisi criteri che sono:

1. l'utilizzo del servizio pronto A.I.A., qualora in essere; 2. la disponibilità di colleghi presenti nel luogo dell'incontro, secondo quanto stabilito a

pagina 48 delle decisioni ufficiali F.I.G.C. alle quali ti rimando.

Ora, esaurita tale pemessa, necessaria a delineare un quadro chiaro dei compiti spettanti alle due squadre, in merito al quesito da te proposto, nell'ipotesi tu dovessi giungere presso l'impianto di gioco in ritardo e chiaramente oltre il termine di attesa (48 minuti dall'orario ufficiale), posto che la gara non abbia ancora avuto inizio, sei tenuta a dirigere la stessa, fermo restando la necessità del rilascio di una dichiarazione sottoscritta da parte di entrambe le società che accettano la tua direzione. Tale documento sarà ovviamente da parte tua allegato al rapporto di gara che invierai agli organi di competenza.

4 - I COMPITI DELL'ARBITRO

Se un giocatore guarda e urla contro un giocatore in particolare dalle tribune l'arbitro risale alle generalità dello spettatore e riconosce che sia un giocatore militante in un altra squadra, potrebbe squalificarlo? In quale articolo del regolamento sono previsti questi casi? In attesa di una vostra risposta cordiali saluti

L'arbitro non squalifica nessuno, esso si limita a redigere un referto dettagliato di quanto accaduto; successivamente sarà il giudice sportivo a comminare la squalifica che riterrà opportuna. La FIFA a pag. 16 del Regolamento prevede tra le competenze e gli obblighi dell'arbitro: "l'inviare alle autorità competenti un rapporto con le informazioni relative a tutti i provvedimenti disciplinari adottati nei confronti dei calciatori e/o dirigenti, e a tutti gli altri incidenti accaduti prima, durante e dopo la gara". Inoltre la FIGC nelle proprie decisioni ufficiali (pag. 47 Guida Pratica) stabilisce che: "6)L'arbitro deve comunicare all'Organo competente i nominativi dei calciatori inibiti o espulsi e di quelli ammoniti nel corso della gara, prima, durante l'intervallo, o al termine della stessa, specificando chiaramente i motivi dei provvedimenti disciplinari assunti .(...) 7) È dovere dell'arbitro, come di ogni dirigente federale o di società e di qualsiasi altro tesserato, informare senza indugio la Federazione di atti o fatti, compiuti da parte di chiunque, contro i principi della lealtà e della probità sportiva e che comunque non siano compatibili con le esigenze agonistiche e la regolarità delle competizioni sportive o con la dignità, il decoro ed il prestigio della Federazione".

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5 - FORZA PUBBLICA

Uno dei tanti obblighi che una società di calcio deve assolvere è la richiesta di intervento della Forza Pubblica. Qualora quest'ultima non sia presente nel recinto di gioco, anche a fronte dell' avvenuta richiesta della società ospitante mediante esibizione all'arbitro della carta attestante il tutto e riportante il timbro di segreteria della stazione di pubblica sicurezza di competenza, l'Arbitro può evitare di dare inizio alla gara? Se inizia la gara senza la presenza della Forza Pubblica, in caso di effettiva necessità di intervento per gravi fatti di ordine pubblico può essere ritenuto "colpevole" di mancata prevenzione?

Premesso che l’assenza di Forza Pubblica non costituisce di per se motivo ostativo all’inizio della gara, qualora in qualità di DDG della stessa ti dovessi trovare di fronte ad una situazione di tal genere, devi solo avere l’accortezza ( e qui ritengo che tale stato di cose sia da considerarsi dai Campionati Primavera in avanti – CND ecc. ecc.) di farti esibire dal dirigente, la richiesta inoltrata alle autorità competenti. Appare ovvio che l’assenza di forza pubblica imponga a questo punto ai responsabili della società ospitante di rendersi parte attiva al fine di salvaguardare loro stessi in caso di necessità, la tua incolumità nonché quella degli atleti, garantendoti il loro pronto e fattivo intervento, adoperandosi inoltre, in caso di incidenti per reperire Forze dell’Ordine. Ne consegue pertanto che non puoi essere assolutamente ritenuto responsabile e “colpevole” di mancata prevenzione. Nell’ambito di un’ulteriore considerazione v’è però da tenere nel debito conto che se gli incidenti dovessero aver luogo precedentemente all’inizio della gara, degenerando e rendendo il clima particolarmente teso con l’aggravio di assenza di Forza Pubblica, il suggerimento più logico, non sussistendone i presupposti, è quello di non dare inizio all’incontro.

6 - POTERI DELL'ARBITRO ED AMBITI DI APPLICAZIONE

Cosa bisogna fare quando un giocatore tesserato trovandomi non in luogo sportivo mi oltraggia? Cosa fare per punirlo e come?

Deve essere ribadito il concetto che l'arbitro non punisce e non squalifica nessuno, perché in questo senso l'arbitro ha solamente una funzione referente. Spetterà poi al competente giudice sportivo decidere l'an ed il quantum della squalifica. Anche a distanza di tempo, se l'arbitro dopo aver diretto una gara dovesse incontrare nuovamente, ad esempio per strada, un calciatore che identifica con certezza come tale Mario Rossi della società Montenuovo il quale, magari facendo espresso riferimento a quella gara, lo insulta o lo minaccia, l'arbitro dovrà redigere un supplemento di referto inviandolo al g.s. del competente Comitato FIGC. E' bene che quando succedono fatti di una certa gravità come quello sopra descritto, l'arbitro ne dia immediata comunicazione all'Organo Tecnico di sua appartenenza.

7 - SOSTITUZIONE PRIMA DELL'INIZIO DI UNA GARA

Subito dopo il fischio d'inizio della gara l'Arbitro si accorge che è sceso sul terreno di gioco un giocatore di riserva (p.es.n.16) al posto di un titolare (n.7) rimasto in panchina. Quali provvedimenti dovrà assumere? Dovrà ammonire il giocatore di riserva, facendo entrare al suo posto il titolare? (ed in questo caso la squadra avrà effettuato la prima sostituzione?) - o lascerà proseguire il gioco senza assumere provvedimenti?

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Il regolamento e la casistica non prevedono specificamente il caso in esame. Infatti non si tratta di una sostituzione avvenuta senza aver avvertito l'Arbitro (che prevede l'ammonizione poichè comunque il giocatore di riserva è entrato sul terreno di gioco senza il consenso dell'Arbitro) poichè la gara è iniziata già con il n.16 al posto del n. 7. E' anche vero che la risposta n. 1 della guida pratica, in relazione al valore degli elenchi nominativi dei calciatori, afferma che essi "hanno valore determinante ai fini del diritto di partecipare alla gara, nonchè ai fini dell'identificazione dei calciatori per mezzo dei numeri apposti sulle maglie". Tuttavia, prosegue la risposta "è in facoltà delle squadre cambiare i nominativi già indicati fino a che il gioco non abbia inizio". Infine il comportamento dell'Arbitro dovrà essere diverso nel caso del settore giovanile (p.es. nel campionato esordienti), dove le società non hanno vincoli nella rotazione dei giocatori in panchina?

A parte l’inverosimiglianza del caso prospettato, prima di dare inizio alla gara, l'arbitro è tenuto a controllare che all'interno del terreno di giuoco siano presenti soltanto i calciatori titolari, nel caso qui proposto l'arbitro non avrebbe dovuto dare inizio alla gara. Qui dovrebbe terminare la risposta, perché non si possono fare ipotesi partendo da una premessa impossibile o quanto meno errata. Ad ogni modo, affinché non sembri un sottrarsi alle proprie responsabilità, ragionando per assurdo si cercherà comunque di dare una risposta. Nel caso prospettato, se sono passati pochi istanti dall'inizio della gara, l'arbitro interromperà il giuoco, ammonirà entrambi i calciatori colpevoli, inviterà il numero sedici a prendere posto in panchina ed il numero sette ad entrare sul terreno di giuoco, e darà nuovamente inizio alla gara. Della vicenda sarà fatta menzione dettagliata nel referto di gara. Un caso che si potrebbe verificare invece, è quello previsto dalla d/r 8 della Guida Pratica FIFA qui di seguito riportato: “Prima dell’inizio di una gara da disputarsi secondo il regolamento stabilito per la competizione, un calciatore è sostituito senza che l’arbitro ne sia preventivamente informato. Questo sostituto è autorizzato a partecipare al giuoco? Sì, ma il calciatore sarà ammonito per essere entrato all’interno del terreno di giuoco senza la preventiva autorizzazione da parte dell’arbitro”.

8 - APPLICABILITA' DEL PROVVEDIMENTO TECNICO ED INTERVENTO DELL'ASSISTENTE

Durante un'azione di gioco, un attaccante colpisce un difendente con il pallone non a distanza di gioco. L'arbitro sanziona il fallo con una ammonizione, e dato che il giocatore che ha commesso l'infrazione era già ammonito, gli viene mostrato il cartellino rosso per cui viene espulso. Nel frattempo un assistente richiama l'attenzione del direttore di gara e gli fa notare che la palla era uscita lungo la linea laterale. A questo punto l'arbitro richiama in campo il calciatore che stava uscendo dal terreno di gioco. E' possibile che il direttore di gara abbia il potere di revocare una sanzione disciplinare da lui stesso comminata? E' possibile che, non avendo visto la segnalazione del suo collaboratore, possa revocare comunque la sanzione disciplinare? E' possibile che verbalizzato sul referto del direttore di gara quanto descritto, il G.S. o la C.D. non intervengano (oltretutto, nella casistica esiste un caso pressoché identico?).

E' verissimo che un caso pressoché identico è previsto dalla d/r n.23 Reg. 5 della Guida Pratica ma è necessario stabilire con precisione il fatto accaduto ed oggetto della domanda. Quanto descritto: "un attaccante colpisce un difendente con il pallone non a distanza di gioco", sarebbe di per sé sola una motivazione raffigurante una condotta violenta e di conseguenza passibile di espulsione. Dunque, la prima cosa da fare è quella di capire il perché, in un primo momento, l'arbitro ha espulso l'attaccante.

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Esiste una regola generale che consente all'arbitro di prendere provvedimenti disciplinari anche a giuoco fermo, mentre i provvedimenti tecnici possono essere assunti solamente con il pallone in giuoco. E' indubbio che, essendo uscito dalla linea laterale, il pallone non era più in giuoco e l'arbitro non poteva adottare provvedimenti tecnici ma doveva comunque prendere quelli disciplinari. Mi spiego: se è stata posta in essere una condotta violenta od antisportiva, con il pallone non più in giuoco, l'arbitro doveva lo stesso assumere il provvedimento disciplinare del caso. L'unica eccezione è il caso della condotta gravemente sleale, nella quale se il pallone non era più in giuoco, non è stata negata nessuna chiara ed evidente opportunità di segnare una rete alla squadra avversaria, e di conseguenza se in un primo momento l'arbitro ha estratto il cartellino rosso, dovrà successivamente ritornare sulla propria decisione revocando la precedente espulsione.

9 - IMPOSSIBILITA' DI ESEGUIRE UN'ESPULSIONE

Durante l'intervallo, prima dell'inizio del 2° tempo di gioco, un allenatore offende l'arbitro. Invitato da quest'ultimo ad uscire, l'allenatore si siede in panchina e rifiuta di uscire. Interessato della questione il capitano, questi si dimostra solidale con l'arbitro, ma gli dice che non può costringere con la forza taluno ad uscire (mettendo "le mani addosso" alla persona). Come dovrà comportarsi l'arbitro? Dovrà comportarsi allo stesso modo se il rifiuto ad uscire gli è opposto da un giocatore espulso durante un periodo di gioco, che si sieda in panchina e non voglia uscire?

Un caso pressoché identico è previsto dalla d/r n. 30 Reg. 5 della Guida Pratica. Nei confronti del capitano che cerca in tutti i modi di far uscire dal recinto di giuoco l'allenatore allontanato od il compagno espulso, non deve essere adottato alcun provvedimento disciplinare. Nel caso in cui il capitano non riesca a farli uscire, l'arbitro dovrà sospendere definitivamente la gara riportando dettagliatamente l'accaduto nel proprio referto.

10 - TERMINE DI APPLICABILITA' DEL VANTAGGIO

Con l’occasione vorrei chiedervi di chiarirmi il significato della risposta al quesito 8 di pag.55 della guida pratica che nonostante i miei sforzi non mi è comprensibile.

Questa domanda ci permette di chiarire una cattiva interpretazione della norma

del vantaggio che sta prendendo piede. In effetti la d/r n. 8 reg. 5 della Guida Pratica è un po' contorta e non ci aiuta a capire bene la fattispecie. Partiamo dal momento del fallo, è qui che l'arbitro doveva decidere se il gioco poteva proseguire, o meglio, se interrompendolo avrebbe avvantaggiato la squadra che aveva commesso l'infrazione. Da qualche anno a questa parte non è più così e l'arbitro può sospendere per un breve lasso di tempo la propria decisione. E' bene sottolineare che non si tratta di un tempo definito in modo tassativo, perché tutto ruota attorno alla "concretizzazione" o meno del vantaggio. L'arbitro dovrà attendere la possibilità che si verifichino due situazioni:

a) il calciatore che ha subito il fallo rimane in possesso del pallone e dimostra di poter validamente proseguire il giuoco;

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b) un compagno del calciatore che ha subito il fallo è entrato in possesso del pallone e continua l'azione.

Dal momento in cui si verificano queste due situazioni, il vantaggio si è concretizzato o materializzato che dir si voglia, e l'arbitro non potrà più ritornare sulla sua decisione. Nelle tue ipotesi citate, deve risultare chiaro che ad esempio, se nel prosieguo dell'azione il calciatore che ha subito il fallo sbaglia il tiro ovvero il proprio compagno perde un contrasto, l'arbitro non può ritornare indietro e concedere il calcio di punizione iniziale.

11 - RUOLO DEI SOGGETTI AMMESSI IN PANCHINA E DISPOSIZIONI TECNICHE

Volevo chiedere come si deve comportare l'arbitro nel caso l'allenatore di una squadra sia anche un giocatore di riserva. Può questi stare in piedi per dare disposizioni? E nel caso si renda colpevole di comportamento non regolamentare l'arbitro lo deve allontanare o espellere mostrandogli il cartellino rosso?

Dal punto di vista formale, un soggetto non può ricoprire più ruoli; lo stesso nominativo non può figurare in più "caselle" della distinta. Questa elementare disposizione, che se non esistesse consentirebbe ad una sola persona di ricoprire nella stessa gara tutti i ruoli (dirigente accompagnatore, allenatore, massaggiatore, assistente di parte, calciatore...), viene troppo spesso ignorata. Tale principio è talmente scontato che è implicito nell'intero Regolamento, tant'è che l'unica ipotesi espressamente prevista, nella quale un soggetto può ricoprire un "doppio incarico", è il caso abbastanza marginale del dirigente accompagnatore ufficiale nelle gare della Lega Nazionale Dilettanti in ambito Regionale e del Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica, il quale può anche fare funzioni di dirigente incaricato all'assistenza degli ufficiali di gara. Venendo al caso in esame, dal punto di vista sostanziale, un calciatore può dare disposizioni ai propri compagni ma dal punto di vista formale non può essere inserito in elenco sia come calciatore, sia come allenatore; conseguentemente la domanda posta è priva di fondamento.

12 - SOSTITUZIONE DEL DIRIGENTE INIBITO

Un dirigente/allenatore/massaggiatore prima/dopo la consegna delle liste si rende colpevole di comportamento irriguardoso e/o offensivo. Ovvio il provvedimento di inibizione da parte dell'Arbitro, ma lo stesso potrà essere sostituito da un altro soggetto?

La risposta è indubbiamente affermativa se il fatto avviene prima della consegna delle liste, nel senso che l'arbitro al massimo è in grado di sapere che si tratta di un dirigente della società "X"; mentre se il comportamento irriguardoso e/o offensivo si verifica dopo la presentazione dell'elenco, anche se la gara non è ancora iniziata riteniamo che, in analogia a quanto previsto per l'inibizione dei calciatori, un dirigente inibito non possa essere sostituito con un altro non inserito in distinta.

13 - IL POTERE DISCIPLINARE DELL'ARBITRO

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Ho un compagno di classe arbitro che sostiene che se io dico: "non sai arbitrare", lui può non farmi giocare la partita di campionato in cui lui è stato designato come arbitro. Gli è concesso?

No, il potere disciplinare dell'arbitro comincia da quando arriva allo stadio; è vero che si protrae anche dopo la gara ma esclusivamente per fatti collegati alla gara stessa. Ad ogni modo, sarebbe buona norma rifiutare di dirigere gare nelle quali sono coinvolti parenti e/o amici.

14 - STRISCIONI OFFENSIVI

Una tifoseria espone prima dell'inizio della partita degli striscioni: come deve comportarsi l'arbitro? Deve comunicare al capitano della squadra cui si riferisce la tifoseria di farli rimuovere o deve prima valutare se essi siano offensivi o abbiano contenuto razzista? Se la stessa cosa succedesse nel corso di una partita, l'arbitro deve sospendere la partita? Se questi non vengono rimossi, può essere decisa la sospensione definitiva dell'incontro?

Ad eccezione di casi particolari che possono compromettere l'ordine pubblico e salvo che il Regolamento della competizione non preveda diversamente, l'arbitro dovrà limitarsi a segnalarlo nel proprio referto.

15 - ABBANDONARE IL TERRENO DI GIUOCO SENZA IL CONSENSO DELL'ARBITRO

Come deve comportarsi un arbitro nel caso in cui un giocatore (ma anche un dirigente) si allontani dal terreno di giuoco volontariamente in segno di protesta? Lo deve considerare espulso (o allontanato)? Può accettare che questo rientri in un momento successivo (in caso di un ripensamento dello stesso)?

Nel caso citato, se si tratta di un calciatore dovrà essere considerato definitivamente espulso, invece, se si tratta di un dirigente dovrà essere considerato definitivamente allontanato. Non è concesso alcun ripensamento.

16 - ABBANDONO DEL TERRENO DI GIUOCO DA PARTE DI UNA SQUADRA

Qualora il capitano di una squadra (a nome della propria squadra) comunichi all'arbitro la volontà di non voler disputare (continuare) una gara, è necessario che l'arbitro alleghi al referto una dichiarazione scritta del capitano (controfirmata magari dal dirigente accompagnatore ufficiale in caso il giuocatore sia minorenne), o basta solamente la sua parola? Può poi in un momento successivo tornare sulle proprie decisioni optando per disputare (o continuare) la partita?

Nel caso in cui il capitano si rifiuti di rilasciare una dichiarazione scritta, l'arbitro si limiterà a riportare dettagliatamente l'accaduto nel proprio referto; ad ogni modo, anche se non c'è stata alcuna dichiarazione scritta, l'arbitro dovrà considerare la gara definitivamente terminata.

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17 - PRESENTAZIONE DELLE SQUADRE ALLO STADIO

Quanto tempo prima della partita devono arrivare le squadre allo stadio? Se non viene rispettata tale regola quali sanzioni possono venire prese?

Le squadre devono arrivare allo stadio e consegnare l'elenco dei tesserati all'arbitro, in tempo utile per iniziare la gara all'ora prefissata; nel caso in cui ciò non avvenisse, dovrà essere segnalato nel referto di gara. Inoltre, salvo che il regolamento della competizione non preveda diversamente, è stabilito un periodo massimo di attesa pari alla durata di un tempo di gara.

18 - LA FORMA DELLA DISTINTA DI GARA

Supponendo che una squadra abbia terminato i moduli prestampati per le distinte di gara (o ne sia sprovvista) può utilizzare un qualsiasi foglio (in buono stato ovviamente, come un foglio di protocollo) e scriverla interamente a mano? (in duplice copia ovviamente). Con "scriverla interamente a mano" intendo dall'intestazione, alla parte tabellare dove si inseriscono i giuocatori, etc... L'arbitro può accettarla come documento di gara o deve rifiutarla? In caso di risposta affermativa deve segnalare qualcosa a referto a riguardo della squadra che ha utilizzato i fogli e non i moduli prestampati?

La risposta deve essere senza ombra di dubbio affermativa, in quanto nessuna disposizione stabilisce con effetto vincolante che l'elenco dei calciatori debba per forza essere redatto all'interno dei moduli prestampati. Certo è che il rispetto della modulistica garantisce semplicità ed uniformità di comportamenti, di conseguenza il caso proposto deve considerarsi eccezionale e dettato da cause di forza maggiore. A discrezione dell'arbitro, tale circostanza può essere segnalata nel referto sotto la voce "varie"; in questo caso, la discrezionalità è dettata dal fatto che si tratta di un particolare evidente, il quale comunque viene a conoscenza del giudice sportivo.

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REGOLA 6 - Gli assistenti dell'arbitro

1 - I COMPITI DELL'ASSISTENTE ARBITRALE

In quali casi gli Assistenti all'Arbitro Ufficiali sono tenuti ad intervenire richiamando l'attenzione dell'arbitro, alzando la bandierina, per far allontanare un elemento presente in panchina (giuocatore o dirigente) ? In quali casi non gli è consentito farlo in maniera diretta durante la gara, ma solo ed esclusivamente segnalando i fatti sul proprio referto di gara?

Per comodità riportiamo la d/r n° 4 Reg. 6 della Guida Pratica che ci sembra abbastanza chiara ed esauriente; se non lo fosse, rimaniamo a Vostra disposizione per ulteriori chiarimenti. 4) Quali sono i comportamenti riprovevoli accaduti al di fuori del campo visivo dell’arbitro che l’assistente dell’arbitro è tenuto a segnalare? Sono i seguenti: 1) atti di violenza consumati o tentativi di violenza, lancio di sputi, gesti o frasi ingiuriose da

parte di calciatori (anche di riserva), di persone indicate in elenco, nei propri confronti o nei confronti del IV ufficiale di gara;

c) atti di violenza consumati e lancio di sputi da calciatori (anche di riserva) o da persone in elenco nei confronti di calciatori (anche di riserva) o di persone indicate in elenco.

2 - SOSTITUZIONE DELL'ASSISTENTE UFFICIALE

Durante lo svolgimento del gioco, in un gara valevole per il campionato Provinciale di Promozione, se uno dei due assistenti ufficiali si infortuna e non è più in grado di collaborare con l'Arbitro è possibile sostituirlo con un collega reperito in tribuna in un tempo breve (5-10 minuti) oppure la gara deve proseguire con l'ausilio degli assistenti di parte?

No, se viene reperito un collega arbitro, la gara deve continuare con due assistenti ufficiali. Altrimenti dovrà riprendere con due assistenti di parte, ma l'altro assistente ufficiale dispensato dovrà rimanere a disposizione, perchè se addirittura nel corso della gara, dovesse sopraggiungere un collega arbitro od assistente in grado di sostituire quello infortunato, la gara dovrà continuare con due assistenti ufficiali.

3 - ASSISTENTE DI PARTE

Durante una gara, da disputarsi con assenza di assistenti ufficiali, un assistente di parte viene colpito da malore. Con queste particolari condizioni: - che la società di appartenenza non abbia alcun elemento in panchina; - che i giocatori in campo siano al minimo regolamentare; - potrà essere ammesso, su richiesta del capitano e previa identificazione, a fungere da

assistente di parte un soggetto che, trovandosi in tribuna, non era stato iscritto in lista prima della gara?

La risposta deve essere indubbiamente affermativa.

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Qualsiasi tesserato che non sia colpito da provvedimento di squalifica o inibizione, ancorché non iscritto preventivamente in distinta, può andare a ricoprire il ruolo di assistente di parte.

4 - ASSISTENTI DI PARTE E SANZIONI

Da questa stagione nelle categorie giovanissimi e allievi può fungere da assistente anche un giocatore di riserva. Questi può poi anche sostituire un compagno. Se mentre ricopre il ruolo di assistente protesta contro una decisione arbitrale come si deve comportare l'arbitro (richiamo o ammonizione)? E se offende (allontanamento o espulsione)?

Dalla stagione sportiva in corso e solamente per le gare del Settore Giovanile e Scolastico, un calciatore impiegato inizialmente come assistente dell'arbitro può prendere parte alla gara. Fino a quando ricopre il ruolo di assistente, a livello disciplinare, dovrà essere richiamato e/o allontanato; invece, quando prenderà parte alla gara come calciatore dovrà essere ammonito e/o espulso. E' superfluo aggiungere, che un'ammonizione inflitta ad un calciatore che nella parte iniziale della gara svolgeva il ruolo di assistente, non si somma con un'eventuale richiamo verbale subito in precedenza nell'espletamento di tale ruolo.

5 - LA "DIVISA" DEGLI ASSISTENTI DI PARTE

E' obbligatoria per un assistente di parte indossare durante il periodo in cui si svolge la partita la tuta (divisa) della propria società?

A tale riguardo, esiste una poco conosciuta disposizione della FIGC, che impone agli assistenti di parte di indossare una tuta identificativa della società di appartenenza. Ad ogni modo, nel caso in cui detta direttiva non sia rispettata, l'arbitro dovrà limitarsi a segnalarlo nella voce "varie" del proprio referto.

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REGOLA 7 - Durata della gara

1 - DURATA DELL'INTERVALLO

La regola 7 prevede che l'intervallo tra il primo ed il secondo tempo di una gara non debba superare i 15 minuti, aggiungendo però che questa durata "può essere modificata solo con il consenso dell'arbitro". Per "modificata" si intende solo ridotta o anche aumentata? Ed in quest'ultimo caso quali sono le cause che possono consentire all'Arbitro di prolungare il riposo oltre i 15 minuti?

Questa modifica è avvenuta nel 1996, precedentemente la durata dell'intervallo veniva stabilita in 5 minuti e non poteva durare di più, salvo espresso consenso dell'arbitro. La Guida Pratica del 1994 stabiliva inoltre, che: "...per consuetudine, il riposo non dovrebbe essere superiore ai 15 minuti primi". Nello stabilire che l'intervallo non deve superare i 15 minuti, il Regolamento ha correttamente recepito una "consuetudine" oramai generalmente accettata. Il fatto di avere conservato la possibilità che la durata dell'intervallo possa essere modificata con il consenso dell'arbitro, deve considerarsi un, seppur ridotto, indispensabile margine di discrezionalità. La risposta alla domanda posta è senza dubbio affermativa, come pure è evidente il fatto che questa ipotesi va confinata in casi eccezionali. Sarebbe impossibile farne un elenco completo, di conseguenza seguirà solo qualche esempio. Allo scadere dei 15 minuti d'intervallo, un violento ed improvviso acquazzone estivo si abbatte sul campo di giuoco; così pure in presenza di qualche altro improvviso quanto passeggero evento atmosferico.

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REGOLA 8 - Calcio d'inizio e ripresa del giuoco

1 - INTERRUZIONE DI GIUOCO E RIMESSA DELL'ARBITRO

Un portiere blocca il pallone, subito l'arbitro fischia e ferma il gioco per un infortunio di un giocatore con intervento dei sanitari. L'arbitro consente poi la ripresa del giuoco normalmente con un rilancio del portiere senza riprendere il gioco con la "palla a due". Da quel rilancio si verifica l'azione da rete. E' un errore tecnico?

Non mi risulta che "normalmente" succeda una simile ripresa del giuoco, anche perché oltre ad essere sbagliata, essa non è prevista in nessun punto del Regolamento. Quando l'arbitro ha interrotto il giuoco per far soccorrere un calciatore seriamente infortunato, lo riprenderà sempre con una propria rimessa nel punto in cui si trovava il pallone al momento dell'interruzione (salvo quanto previsto dalla Reg. 8).

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REGOLA 9 - Pallone in giuoco e non in giuoco

1 - RIPRESA DI GIUOCO ED ERRORE DELL'ARBITRO

Sulla battuta di un calcio di punizione, l'arbitro fischia un fuorigioco avvedendosi, subito dopo, che tale fuorigioco non andava fischiato perché non punibile. Nel caso che tale arbitro intenda riconoscere e riparare all'errore, come dovrà riprendere il gioco? 1 - facendo comunque battere il fuorigioco? 2 - con una propria ripresa? e, nel caso, in quale punto? 3 - facendo ripetere la punizione?

Nel caso in cui l'arbitro si accorga di aver sbagliato, dovrà riprendere il giuoco con una propria rimessa nel punto in cui si trovava il pallone al momento dell'interruzione.

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REGOLA 10 - Segnatura di una rete

1 - RETE E CORPO ESTRANEO

La risposta alla domanda n° 76 della guida pratica a pag. 153 del regolamento edizione 1996 prevedeva che “se un portiere interrompe la traiettoria del pallone, lanciando un qualsiasi oggetto dovrà essere ammonito per condotta scorretta e la sua squadra punita con un calcio di punizione indiretto nel punto in cui si trovava il portiere stesso. Soggiunge il quesito: “Se invece il pallone dovesse entrare in porta, la rete dovrà essere convalidata e il portiere ammonito”. Problema: poiché la traiettoria del pallone è stata interrotta ciò significa che vi è stato contatto tra l’oggetto (o corpo che dir si voglia) lanciato ed il pallone stesso. A tal proposito, la seconda decisione I.F.A.B. inerente la regola 10 inconfutabilmente prevede che: “Non può essere in alcun caso accordata una rete se il pallone è stato toccato da un qualche corpo estraneo prima di oltrepassare la linea di porta”. Non vi pare ci sia qualche contraddizione ? (cfr. anche “L’ARBITRO” - anno XLVI n. 2 - febbraio 89 pag. 9 quesito n° 8). Come mai tale situazione non è stata ripresa nella più recente guida pratica? È cambiato qualcosa?

Per quanto concerne la tua sostanziale critica, possiamo anche essere d'accordo ma il nostro compito, che tra l'altro abbiamo appena iniziato, riguarda soprattutto il futuro e di quello, per quanto di nostra competenza, ce ne assumeremo ogni responsabilità. Venendo al tuo quesito, il portiere, lanciando l'oggetto, pone in essere un comportamento antisportivo passibile di ammonizione e di calcio di punizione indiretto; se l'oggetto non colpisce il pallone, l'arbitro concederà la norma del vantaggio, convaliderà la rete ed ammonirà il portiere; altrimenti, se l'oggetto colpisce il pallone, l'arbitro interromperà il giuoco, espellerà il portiere per condotta gravemente sleale ed accorderà alla squadra avversaria un calcio di punizione indiretto dal punto in cui si trovava il portiere.

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REGOLA 11 - Fuori giuoco

1 - LA SOVRAPPOSIZIONE DEI TRONCHI CORPOREI

Avendo dei dubbi sulla regola del fuorigioco, sono andata sul vostro sito per controllare il regolamento. E' abbastanza chiaro, ma c'è un punto che non ho capito bene: nella figura che si trova nella sezione "Decisioni ufficiali F.I.G.C. e guida pratica, regola n. 11 (il fuorigiuoco)", intorno al punto 20, leggo nella didascalia: "SOVRAPPOSIZIONE DEL TRONCO CORPOREO: il calciatore n. 10 nella fig. A è allineato con l'avversario in quanto i due tronchi corporei sono interamente sovrapposti; invece nella fig. B non è allineato in quanto i due tronchi non sono sovrapposti neanche parzialmente". Non mi è chiaro se in caso di non completa, ma parziale sovrapposizione dei tronchi corporei il giocatore è considerato in linea o in fuorigioco. Potreste chiarirmi questo dubbio?

Qualora dovesse verificarsi una "non completa" ma solo "parziale" sovrapposizione dei tronchi corporei, agli effetti della valutazione del fuori giuoco, l'elemento che terrai in considerazione, circa la punibilità o meno, sarà solo ed esclusivamente la cosiddetta "luce" che viene a crearsi tra i tronchi dei due calciatori; essendo, la stessa, l'elemento discriminante affinché ci sia la posizione di fuori giuoco.

2 - DEVIAZIONI E PUNIBILITA'

Sono un tifoso e vorrei delucidazioni sulla regola del fuorigioco non punibile. Non riesco a trovare la norma, spesso citata ed invocata, in base alla quale in seguito ad una deviazione volontaria o non di un difensore, l'attaccante che si trovasse in posizione di off-side verrebbe ritenuto in situazione non punibile.

Infatti, una tale norma non esiste essendo espressamente previsto il contrario. Nella Guida Pratica (Regola 11, d/r 22), è esemplificata l'ipotesi in questione: "Quando il pallone, su tiro o passaggio del compagno, viene deviato per ultimo da un difendente, la posizione di un calciatore in fuori giuoco viene sanata? No, in quanto la valutazione del fuori giuoco deve essere effettuata al momento del passaggio del compagno".

3 - FUORIUSCITA DEL DIFENDENTE DAL TERRENO DI GIUOCO

Volevo un chiarimento circa la d/r 16 della Regola 11 (Guida Pratica ed.2000 pag.112). La domanda prende in esame il caso in cui un difendente oltrepassi intenzionalmente una linea perimetrale allo scopo di mettere in fuorigioco un avversario. La risposta, oltre a precisare che questo comportamento non sortisce alcun effetto circa la posizione degli attaccanti (ovvero per la rilevazione del FG si considera il difensore come se fosse sempre all'interno del terreno di gioco), stabilisce il difendente deve essere ammonito alla prima interruzione. Ma se il difendente oltrepassa involontariamente ed a causa della dinamica dell'azione le linee perimetrali, come dovrà essere considerato ai fini della valutazione della posizione di fuorigioco degli avversari? (ad esempio il portiere che, dopo aver effettuato una parata, ricade completamente all'interno della propria porta e quindi fuori dal terreno di giuoco)

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Una delle funzioni del campo per destinazione è proprio quella di consentire ai calciatori di sconfinarvi soltanto per fatti di giuoco. Ciò premesso, se nella dinamica del giuoco un calciatore oltrepassa le linee perimetrali, questo sconfinamento avverrà per uno spazio limitato e per un lasso temporale ridotto. Anche nel tuo esempio, il portiere dovrà immediatamente riprendere la propria posizione e, se ciò avviene, ai fini della valutazione del FG, dovrà essere considerato come se non avesse mai sconfinato fuori dal terreno di giuoco. Del resto, in questa situazione, l'assistente ufficiale essendo in linea col penultimo difendente, si troverebbe in un'oggettiva difficoltà (o impossibilità) di valutazione. Invece, continuando l'esempio del portiere, se esso rimane volontariamente all'esterno del terreno di giuoco al fine di determinare la posizione di FG di un avversario, dovrà essere considerato colpevole di comportamento antisportivo e punito secondo quanto previsto dalla d/r 16 di pag. 112.

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REGOLA 12 - Falli e comportamento antisportivo

1 - CONDOTTA GRAVEMENTE SLEALE DEL CALCIATORE DI RISERVA

Quali decisioni dovrebbe assumere l'arbitro nei confronti di un calciatore di riserva che a gioco in svolgimento s’introduce sul terreno di gioco e calcia il pallone all'interno della propria area di rigore impedendo alla squadra avversaria la segnatura di una rete. In particolare, si chiede se il calciatore debba essere espulso, considerato che l'arbitro non potrà accordare alcun calcio di punizione.

Questo caso è previsto nella d/r n. 53 reg. 12 della Guida Pratica e l'arbitro dovrà: interrompere il giuoco, espellere il colpevole e riprendere con una propria rimessa. Ad ogni modo, mi sembra che la domanda molto intelligente miri ad altro e, per alcuni aspetti, ricalca la problematica sollevata in una precedente interrogazione. Quando si crea una regolamentazione, bisogna prevedere delle regole generali in grado di disciplinare tutti i possibili casi, ciò è molto difficile e non sempre avviene. Esistono delle ipotesi, che potremmo definire eccezioni, le quali non rientrano a pieno titolo nelle tre definizioni generali di: comportamento antisportivo, condotta violenta e condotta gravemente sleale; ecco alcuni esempi. Il comportamento antisportivo prevede come sanzione tecnica il calcio di punizione indiretto, però ci sono dei falli, punibili tecnicamente con il calcio di punizione diretto o di rigore e che vengono sanzionati disciplinarmente con l'ammonizione, che potrebbero benissimo considerarsi comportamento antisportivo. Essi sono: cercare di segnare una rete colpendo il pallone con la mano; interrompere un'importante azione avversaria, toccando il pallone con la mano; colpire da tergo un avversario, con la possibilità di giocare il pallone. La condotta violenta richiederebbe come sanzione tecnica un calcio di punizione indiretto, diretto o di rigore ma abbiamo già avuto modo di notare che il giuoco potrebbe essere ripreso con una rimessa da parte dell'arbitro. Inoltre, se pensiamo che dopo l'abolizione della "condotta gravemente scorretta", il linguaggio ingiurioso o blasfemo viene fatto rientrare nella condotta violenta, dobbiamo anche ricordare che in quest'ipotesi, il calcio di punizione sarà battuto dal punto in cui si trovava il calciatore colpevole. Infine, anche per quanto riguarda la condotta gravemente sleale, esistono delle ipotesi (come quella oggetto della domanda), che pur non essendo punibili con un calcio di punizione o di rigore, potrebbero essere comunque ricondotte, per quanto riguarda l'aspetto disciplinare, alla stessa condotta gravemente sleale.

2 - RETROPASSAGGIO E CONDOTTA GRAVEMENTE SLEALE

Un calciatore passa intenzionalmente con i piedi il pallone al proprio portiere il quale, nella propria area di rigore, per evitare che un avversario se ne impossessi con l’evidente opportunità di segnare una rete lo blocca con le mani. Il portiere deve essere espulso? Poniamo ora che un calciatore passa intenzionalmente con i piedi il pallone al proprio portiere che, nella propria area di rigore, per evitare un’autorete, essendosi accorto del passaggio in ritardo, lo blocca con le mani. Il portiere deve essere espulso?

Sì, il portiere dovrà essere espulso per condotta gravemente sleale e dovrà essere assegnato un calcio di punizione indiretto, in favore della squadra avversaria, nel punto in cui il portiere ha toccato il pallone con le mani (fatto salvo quanto previsto dalla regola 8). Invece, la risposta alla seconda domanda non può che essere negativa.

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Indipendentemente dal fatto che il portiere si accorga in ritardo del passaggio, se consideriamo che il portiere, come lo definiscono i francesi, è il "guardiano della porta", avviene quasi sempre che se il portiere non arrestasse il pallone, quest'ultimo finirebbe nel sacco. In questa seconda ipotesi, completamente diversa di quella presa in considerazione poc'anzi, c'è solamente un'infrazione da parte del portiere, della norma che gli vieta di prendere il pallone con le mani, su passaggio volontario effettuato con i piedi, da parte di un compagno.

3 - CONDOTTA VIOLENTA NEL CAMPO PER DESTINAZIONE

Con il pallone in giuoco, un calciatore lancia deliberatamente una scarpa contro l’allenatore della squadra avversaria, che ovviamente si trova nel campo per destinazione. Fermo restando il provvedimento di espulsione, non potrebbe assegnarsi un calcio di punizione indiretto dal punto in cui si trovava il “lanciatore” secondo il principio che se il giuoco viene interrotto per ammonire od espellere un calciatore deve assegnarsi un calcio dio punizione? A me sembra più corretto della semplice rimessa da parte dell’arbitro prevista a pag.138 della guida pratica.

La d/r n. 4 reg. 12 della Guida Pratica è molto chiara; nell'esempio prospettato il calcio di punizione dovrebbe essere accordato all'esterno del terreno di giuoco e visto che ciò non è possibile, si riprende il giuoco secondo quanto stabilisce il principio generale: se l'arbitro non interrompe il giuoco per accordare un calcio di punizione, lo riprenderà con una propria rimessa nel punto in cui si trovava il pallone al momento dell'interruzione.

4 - SOTTRARRE LA PALLA AL PORTIERE

Può un calciatore sottrarre (ad esempio, con un colpo di testa) il pallone in possesso delle mani del portiere (e quindi in giuoco)? Secondo una videocassetta della Scuola Arbitrale “Il regolamento alla moviola” riguardante falli e scorrettezze si tratterebbe di condotta scorretta da punirsi con calcio di punizione indiretto ed ammonizione. Perché tale comportamento è da ritenersi contrario allo spirito del giuoco?

Sappiamo che il portiere, dal momento in cui viene in possesso del pallone, ha sei secondi per liberarsene. Durante questo lasso di tempo, il portiere non può essere né caricato né contrastato per il possesso della palla, perché c'è una disposizione che addirittura vieta di "ostacolare" il portiere mentre si sta spossessando del pallone (pag. 25 del Reg.).

5 - "CARICARE UN AVVERSARIO"

Dopo che nel 1995 gli Organismi Internazionali a ciò preposti hanno riscritto la regola 12, tra le sei infrazioni che devono essere punite con un calcio di punizione diretto è previsto alla lettera (d) “caricare un avversario” - sic et simpliciter (mentre in precedenza era specificato “da tergo” e “in modo violento o pericoloso”). Ancora oggi, però, in alcuni quesiti della guida pratica (cfr. pag. 142, quesiti nn.27 e 28), si fa più volte riferimento all’esistenza di una “carica regolare” che dal testo della Regola 12 sembrerebbe non dover esistere. Inoltre, considerato il testo attualmente vigente (cfr. anche Regolamento Internazionale “Lois de Jeu” - FIFA), non è prevista una diversa sanzione (calcio di punizione indiretto) per un calciatore che “carica lealmente, cioè di spalla, quando il pallone non è a

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distanza di giuoco dal calciatore interessato e quando questi non è chiaramente in procinto di giocarlo” o per la cosiddetta “carica al portiere”. È lapalissiano che la dicitura “caricare un avversario” comprende le altre ipotesi. Non capisco quindi le risposte fornite ai quesiti 31 e 32 pag.143 nonché 81 e 82 di pag.154 della guida pratica.

L'aggiornamento del Regolamento, che abbiamo appena terminato, è stato abbastanza semplice; invece, la revisione della Guida Pratica, al fine di renderla più logica ed organica, richiederà tempo e fatica. La tua istanza, deve necessariamente trovare riscontro non in questa sede, bensì in una nuova ed aggiornata riformulazione della GP.

6 - I FALLI DEL PORTIERE

In quali casi si deve punire e come si devono valutare i falli del portiere su un attaccante dentro l'area di rigore?

I falli compiuti dal portiere a danno di un avversario sono valutati alla stregua di qualsiasi altro fallo compiuto dagli altri calciatori.

7 - COND. GRAV.MENTE SLEALE DEL PORTIERE

Se un portiere ricevendo un passaggio da un compagno, e sbagliando il rinvio tocca male il pallone e per evitare, che un avversario se ne impossessi, lo blocca successivamente, anticipando l'intervento dell'avversario, commette fallo?

Sì, violando la disposizione che impedisce al portiere di toccare il pallone con le mani in seguito a passaggio volontario con i piedi da parte di un compagno. La sanzione tecnica sarà il calcio di punizione indiretto e quella disciplinare sarà l'ammonizione. Invece, se il tocco con le mani ha negato ad un calciatore avversario la chiara ed evidente opportunità di segnare una rete, si concretizza una condotta gravemente sleale e, pur rimanendo inalterato il provvedimento tecnico, cambierà quello disciplinare, dovendo il portiere essere espulso.

8 - SANZIONI A CARICO DI CALCIATORI NON PARTECIPANTI AL GIUOCO

Come si deve comportare l'arbitro nel caso in cui un giuocatore che si trova in panchina si alzi ed entri nel terreno di giuoco aggiungendosi ai propri compagni ? Vorrei sapere tutti i casi: sia che il panchinaro partecipi al giuoco, sia che non ne prenda parte attivamente, sia che si renda colpevole di condotta violenta, gravemente sleale o antisportiva. In particolare vorrei sapere il provvedimento disciplinare, ma soprattutto la ripresa del giuoco.

Salvo il "vantaggio", l'arbitro dovrà interrompere il giuoco, ammonire il calciatore colpevole di comportamento antisportivo e riprendere con una propria rimessa dal punto in cui si trovava il pallone al momento dell'interruzione (fatte salve le disposizioni particolari della Reg. 8). Il calciatore è punibile soltanto a livello disciplinare, di conseguenza se pone in essere una condotta più grave (violenta o gravemente sleale) dovrà essere espulso ma, in alcun caso, potrà essere concesso un provvedimento tecnico e, se il giuoco è stato interrotto, la ripresa sarà sempre quella testé esposta.

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9 - APPLICABILITA' DEI PROVVEDIMENTI TECNICI

Rif. Risposta n.33 - Una precisazione da cui è scaturita la nostra domanda. Il Regolamento alla Regola 12 recita così: Un calcio di punizione indiretto sarà parimenti accordato alla squadra avversaria del calciatore che, secondo l’arbitro: • <cut> • ... • commette altri falli non menzionati in precedenza nella Regola 12, per i quali la gara è

stata interrotta per ammonire od espellere un calciatore. L'intervento tecnico dell'arbitro si applica solo ed esclusivamente nei confronti dei giocatori partecipanti al giuoco e NON a quelli di riserva ?

Ribadiamo il concetto che i calciatori di riserva, essendo considerati come qualsiasi altra persona estranea al giuoco, non possono essere puniti con nessun provvedimento tecnico, ma soltanto con provvedimenti disciplinari (inibizione, ammonizione ed espulsione). L'unico caso che potrebbe trarre in inganno è quello dei calciatori ritardatari non di riserva, i quali possono anche non essere indicati preventivamente in elenco ma, dal punto di vista tecnico, devono essere sanzionati al pari degli altri calciatori titolari.

10 - CONDOTTA GRAVEMENTE SLEALE

Un giocatore riprende il gioco con un calcio di rinvio o un calcio di punizione (diretto o indiretto) all'interno della propria area di rigore. Calcia male e si accorge che il pallone può arrivare ad un avversario appostato all'esterno dell'area di rigore e libero, una volta raggiunto dal pallone, di trovarsi a tu per tu con il portiere avendo una chiara occasione da rete. Il calciatore che ha ripreso il gioco per evitare ciò ferma il pallone (magari anche con le mani) prima che questo esca dall'area di rigore. Posto che il pallone non era ancora in gioco e la ripresa di gioco va ripetuta, si può considerare condotta gravemente sleale?

No, non può essere considerato un episodio di condotta gravemente sleale perché il pallone non è mai entrato in giuoco e di conseguenza l'arbitro non lo può interrompere per accordare un provvedimento tecnico, presupposto necessario per la condotta gravemente sleale; però il calciatore in questione deve essere ammonito per comportamento antisportivo, trattandosi indubbiamente di un atto contrario allo spirito del giuoco. Invece, nel caso in cui il pallone sia uscito dall'area di rigore e colui il quale l'ha calciato lo tocca per la seconda volta consecutivamente, negando ad un avversario la chiara ed evidente opportunità di segnare una rete, l'arbitro dovrà interrompere il giuoco, espellere il calciatore colpevole per cgs e riprendere il giuoco con un calcio di punizione indiretto a favore della squadra avversaria.

11 - RETROPASSAGGIO E C.G.SLEALE - VOLONTARIETA' FALLO DI MANO

Un calciatore passa volontariamente con i piedi la palla al proprio portiere senza accorgersi che vi e' un attaccante nei pressi della propria porta mentre l'attaccante in piena area di rigore sta raggiungendo la palla avendo quindi una

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chiara occasione da rete, il portiere si tuffa respingendo la palla con le mani. si deve assegnare un calcio di punizione indiretto ed espellere il portiere per aver annullato una chiara occasione da rete o si deve solo assegnare il calcio di punizione indiretto? Se un difensore cade nella propria area di rigore e cadendo con le braccia fa fermare il pallone si deve concedere un calcio di rigore alla squadra avversaria?

Per quanto concerne la prima questione posta, si tratta indubbiamente di una condotta gravemente sleale, quindi il portiere dovrà essere espulso ed alla squadra avversaria dovrà essere accordato un calcio di punizione indiretto. La seconda risposta invece, ruota attorno alla volontarietà o meno del fallo di mano; solamente nel primo caso l'arbitro dovrà concedere un calcio di rigore. Su questo punto ci sia consentita una riflessione. Quando si cade, la prima cosa che viene istintiva fare allo scopo di proteggersi, è quella di appoggiare le mani per terra; se successivamente avviene il contatto tra il pallone e le mani, è logicamente inverosimile sostenere che ci sia stata la volontarietà di colpire il pallone con le mani.

12 - SCAMBIO DI PORTIERE

Pacificamente ammesso che lo scambio di maglia tra giocatori non è ammesso e, se compiuto, deve essere punito come comportamento antisportivo, è sempre stata ritenuta altrettanto pacifica l'eccezione per il portiere che scambia il proprio ruolo con un altro calciatore. Appare allo scrivente di indubitabile evidenza che la condizione necessaria per cui si possa avverare l'accennata eccezione (comunque non codificata) sia che l'arbitro venga preventivamente informato dello scambio. Orbene, la guida pratica relativa alla Regola 4 nel testo 1994 con la d/r 5 imponeva all'arbitro, in caso di indebito scambio, di interrompere il gioco e, dopo avere ammonito i colpevoli, riprenderlo con un calcio di punizione indiretto dal punto in cui si trovava il primo colpevole individuato. La guida pratica nel testo 1996 con la medesima d/r 5 (identica nel contenuto alla d/r 7 nel testo 2000) modificò tale interpretazione, imponendo questa volta all'arbitro di non interrompere il gioco, ammonendo i colpevoli alla prima interruzione. Premesso quanto sopra si formula il seguente quesito: Se il portiere scambia la propria maglia con quella di altro calciatore e quest'ultimo (avendo ora indebitamente la maglia da portiere) giochi volontariamente con le mani la palla nella propria area di rigore, si dovrà applicare la punizione tecnica del calcio di rigore e, successivamente, quella di ammonizione per indebito scambio di maglia ma anche, ed ancora successivamente, quella disciplinare di espulsione qualora si configuri una condotta gravemente sleale, atteso che il primo provvedimento disciplinare è stato ritardato e non può essere strettamente collegato alla condotta gravemente sleale (non sembrando giusto applicare qui l'unicità del provvedimento disciplinare, come avviene per il caso in cui un giocatore esce e rientra sul terreno di gioco senza il consenso dell'arbitro). Oppure il nuovo portiere, seppure con indebito scambio di maglia, deve essere considerato comunque portiere e quindi solo ammonito alla prima interruzione del gioco?

Quello del portiere è semplicemente un ruolo che, per forza di cose, deve essere rappresentato da un colore di maglia che non ha eguali. Nel caso in cui l'indebito scambio di maglie avvenga tra il portiere ed un suo compagno, il nuovo portiere sarà quello che indosserà la maglia diversa da tutti gli altri ed i due calciatori dovranno essere puniti (a livello disciplinare ed eventualmente anche tecnico) unicamente per "comportamento antisportivo".

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13 - ESERCIZIO DEI POTERI DELL'ARBITRO E SECONDA AMMONIZIONE

Premesso che i poteri dell'arbitro in ambito disciplinare iniziano allorquando egli giunge sul campo di gioco, si chiede di precisare se, cosa dovrà fare l'arbitro in caso di comportamento antisportivo di un calciatore commesso prima dell'inizio della gara: a) fuori dal terreno di gioco b) dentro il terreno di gioco E cosa dovrà fare ancora l'arbitro qualora il calciatore si rendesse nuovamente colpevole di comportamento antisportivo dopo l'inizio della gara, visto che il punto 7 dei falli passibili di espulsione della reg. 12 parla di seconda ammonizione ma nel corso della stessa gara?

La disciplina regolamentare su questo punto è ben chiara nel punto 4 delle decisioni FIGC presenti a pag. 46 della Guida Pratica 2000: "L'autorità dell'arbitro e l'esercizio dei poteri che gli sono conferiti, per questioni di carattere disciplinare, iniziano dal momento in cui egli giunge nell'area comprendente il terreno di giuoco, gli spogliatoi, tutti gli impianti e locali annessi, e termina allorquando se ne sarà definitivamente allontanato. L'arbitro, comunque, è tenuto a menzionare nel proprio rapporto qualsiasi infrazione verificatasi anche lontano dal terreno di giuoco o dalla sede della gara". Premesso ciò, risulta evidente che la sanzione disciplinare dell'ammonizione può essere comminata anche prima della gara e anche dopo il termine delle stessa. Dal momento in cui si accede sul terreno di giuoco per iniziare la gara, fino al termine della stessa, l'arbitro notificherà l'ammonizione al calciatore interessato esibendogli il cartellino giallo; mentre se il comportamento antisportivo avviene prima di accedere sul terreno di giuoco, durante l'intervallo, oppure dopo il termine della partita, l'arbitro ne darà comunicazione verbale al capitano del calciatore colpevole. Nel caso in cui, la prima ammonizione sia avvenuta negli spogliatoi prima di iniziare la gara e la seconda ammonizione sia avvenuta durante la gara con conseguente espulsione, il primo provvedimento andrà riportato nel referto tra gli ammoniti, mentre il secondo andrà riportato tra gli espulsi con l'indicazione che si tratta della seconda ammonizione. Invece, se la seconda ammonizione viene comminata, ad esempio, dopo il termine della gara, la motivazione andrà riportata nel referto tra le "varie", evidenziando che si tratta della seconda ammonizione.

14 - SANZIONAMENTO DEL FALLO DI MANO E VOLONTARIETA'

Volevo proporre questa situazione che mi è capitata in una gara: la squadra attaccante usufruisce di un calcio di punizione indiretto al limite dell'area di rigore avversaria. Uno degli attaccanti, dopo il fischio dell'arbitro, calcia il pallone direttamente in porta. Questo entrerebbe sicuramente se un difensore non lo fermasse sulla linea di porta con le mani, bloccandolo. Io, dopo aver interrotto il gioco, ho assegnato il calcio di rigore alla squadra attaccante ed ho ammonito il difensore per aver commesso un fallo di mano volontariamente. Ho agito correttamente?

Per essere punito il fallo di mano deve essere sempre volontario; una volta che l'arbitro ha deciso di sanzionarlo tecnicamente con un calcio di punizione diretto o di rigore, ha stabilito che il fallo di mano è volontario. A questo punto l'arbitro deve: 1) ammonire il calciatore colpevole per comportamento antisportivo se ha interrotto

un'importante azione d'attacco avversaria ovvero se ha cercato di trarre in inganno l'arbitro portandosi avanti il pallone con la mano o addirittura cercando di segnare una rete;

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2)

3)

espellere il calciatore colpevole per condotta gravemente sleale se ha impedito alla squadra avversaria una chiara ed evidente opportunità di segnare una rete; limitarsi al solo provvedimento tecnico (calcio di punizione diretto o di rigore) in tutti gli altri casi.

Nel caso evidenziato, se non ci fosse stato il fallo di mano, il giuoco sarebbe ripreso con un calcio di rinvio; perciò in questo caso, che non rientra in nessuna delle prime due ipotesi, l'arbitro non doveva adottare alcun provvedimento disciplinare.

15 - UNO STRANO CASO DI... CONDOTTA GRAVEMENTE SLEALE

Il portiere di una squadra (ma non mi sembra neppure rilevante il ruolo, rispetto al caso prospettato) si aggrappa, stile “tarzan”, alla traversa e, parando con il corpo un tiro di un avversario, evita che venga segnata una rete. Ovvia per tutti la sanzione tecnica (c.p. indiretto dal punto della linea dell’area di porta parallela alla linea di porta più vicino al punto ove è stata commessa l’infrazione), profonda invece la discordanza sulla sanzione disciplinare. Secondo alcuni si tratta di comportamento antisportivo, secondo me di condotta gravemente sleale, derivando dal comportamento antisportivo la privazione di una rete ad un calciatore avversario. Il punto 5 del falli passibili di espulsione della Regola 12 (testo 2001, con variazioni rispetto al testo 1999) mi sembra chiaro in proposito: non è più richiesto che il fallo sia commesso sull’avversario, ma solo che la rete venga evitata ad un avversario (mancando questi, p.es. retropassaggio, si parlerebbe solo di comportamento antisportivo) con un fallo punibile con un calcio di punizione, diretto od indiretto, o di rigore.

Il caso è puramente teorico, perché se il portiere vuole veramente impedire una rete cercherà di parare il pallone con le mani, anziché aggrapparsi alla traversa al fine di .... . Ad ogni modo, il portiere pone in essere sì un comportamento antisportivo ma che successivamente, avendo impedito la segnatura di una rete alla squadra avversaria, ha dato luogo ad una condotta gravemente sleale. Calcio di punizione indiretto sulla linea dell'area di porta parallela alla linea di porta (...), ed espulsione del portiere.

16 - INTENZIONALITA' DEL FALLO DI MANO DEL PORTIERE

Qualora il portiere, su un terreno particolarmente scivoloso per le avverse condizioni climatiche, blocchi con le mani all'interno dell'area di rigore un tiro di un attaccante avversario poi, appena dopo, a causa delle precarie condizioni del terreno, scivoli con il pallone tra le mani all'esterno dell'area, commette infrazione punibile con un calcio di punizione diretto? Esistono i presupposti della volontarietà, necessari per il provvedimento tecnico? Ovviamente non si parla di provvedimento disciplinare che, in questo caso, non esiste.

Alle due domande va necessariamente data risposta affermativa. L'intenzionalità di effettuare la parata e la consapevolezza che, se questa avviene vicino alla linea delimitante l'area di rigore, esiste la possibilità di scivolare fuori dalla stessa soprattutto in presenza di una situazione ambientale come quella descritta, portano alla conclusione che il fallo di mano è volontario e dovrà essere punito. Inoltre, si tenga presente che quando il portiere vede che sta scivolando all'esterno dell'area di rigore, dovrebbe immediatamente lasciare il pallone che tiene tra le mani; se

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questo non avviene e così facendo viene negata un'importante azione d'attacco avversaria ovvero la chiara ed evidente opportunità di segnare una rete alla squadra avversaria, l'arbitro dovrà anche adottare il provvedimento disciplinare del caso.

17 - IL PRESUPPOSTO DELLA VOLONTARIETA' DEI FALLI

La volontarietà del fallo (non di mano), è sanzionata allo stesso modo in area e fuori?

La regola 12 divide i dieci falli punibili con un calcio di punizione diretto in due parti: la prima parte comprende sei falli punibili anche se manca la volontarietà; mentre la seconda parte prevede che per essere sanzionati i rimanenti quattro falli (tra cui il fallo di mano) debbono essere commessi volontariamente. Anche per quanto riguarda i falli punibili con un calcio di punizione indiretto, il Regolamento non fa alcuna distinzione fra dentro e fuori dall'area di rigore, perché il fallo deve essere sanzionato allo stesso modo indipendentemente dal punto del terreno di giuoco nel quale è stato commesso. Considerato che nella domanda non è specificato di quale "area" si tratti, è bene ricordare che una disciplina particolare riguarda il falli punibili con un calcio di punizione indiretto commessi da un calciatore della squadra difendente all'interno della propria area di porta, nei quali il calcio di punizione dovrà essere battuto sulla linea dell'area di porta parallela alla linea di porta, nel punto più vicino a quello in cui è stata commessa l'infrazione.

18 - FALLO SUL...L'ARBITRO

Come dovrà comportarsi l'arbitro se durante un'azione di giuoco un giocatore lo spinge contestandogli un fallo? Prima di espellerlo dovrà fischiare? E il giuoco come verrà ripreso?

Il problema di fondo è che gli arbitri fisicamente non dovrebbero neppure essere sfiorati dai calciatori, invece assistiamo quasi ogni domenica a scene di arbitri spinti e strattonati, a volte letteralmente accerchiati, al punto che se dessimo per assodato il provvedimento disciplinare indicato nella domanda, le espulsioni arriverebbero a go go. Per quanto riguarda il provvedimento tecnico non ci sono problemi, salva la possibilità di concedere la norma del vantaggio, l'arbitro interromperà il giuoco ed accorderà alla squadra avversaria, un calcio di punizione indiretto dal punto in cui si trovava il calciatore colpevole. Invece, per quanto riguarda la sanzione disciplinare, è necessario stabilire se si tratta di un comportamento antisportivo (falli, atti, gesti od atteggiamenti contrari allo spirito del giuoco o contro gli ufficiali di gara) ovvero di una condotta violenta (falli, atti o gesti che arrecano o tendono ad arrecare un danno fisico o morale a chicchessia); nel primo caso ci sarebbe l'ammonizione, nel secondo l'espulsione. La domanda indica un generico "spinge" non precisando di quale entità è stata la spinta; questo aspetto è fondamentale per stabilire se si tratta di un gesto di protesta che rientra nel comportamento antisportivo (cartellino giallo), oppure di una energica spinta rientrante nella condotta violenta (cartellino rosso).

19 - ABBANDONARE IL TERRENO DI GIUOCO

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In base all'Angolo del Regolamento del v.s sito , in riferimento ad atteggiamenti come : abbandonare, entrare o rientrare sul terreno di giuoco senza il preventivo assenso dell'arbitro è prevista l'ammonizione, ma in base alla reg.12, nella guida pratica, quesito n.60, pag.149 , un giocatore reo della suddetta infrazione viene espulso; chiedo quale sarà la motivazione? 1) 2)

condotta antisportiva ( non prevede l'espulsione)? condotta gravemente sleale?

Sono due cose diverse: un conto è abbandonare il terreno di giuoco senza il preventivo assenso da parte dell'arbitro che comporta l'ammonizione (comportamento antisportivo), altra cosa è abbandonare il terreno di giuoco in segno di protesta nei confronti dell'arbitro che comporta l'espulsione (condotta violenta). Quest'ultimo è un comportamento grave che va oltre la semplice protesta punibile disciplinarmente con l'ammonizione perché contraria allo spirito del giuoco; tecnicamente si potrebbe definire un gesto che tende ad arrecare un danno morale nei confronti dell'arbitro. Per un maggiore approfondimento rimandiamo allo schema presente nella Rubrica dell'Angolo del Regolamento.

20 - ELEMENTI DELLA CONDOTTA GRAVEMENTE SLEALE

Volevo porvi due domande:

1)

2)

un calciatore passa intenzionalmente con i piedi il pallone al proprio portiere il quale tenta di rinviarlo con i piedi il più lontano possibile. Sbaglia però il rinvio, svirgolando il pallone che sta andando verso la propria porta, a quel punto pressato da un avversario blocca il pallone con le mani. Commette infrazione?

la condotta gravemente sleale (provvedimento disciplinare di espulsione) si può avere solo se l'infrazione commessa è punibile con un calcio di punizione diretto o di rigore? Esempio: un calciatore salta sulla schiena di un compagno sulla linea di porta impedendo così la segnatura di una rete alla squadra avversaria, deve essere espulso o solo ammonito? Anche per il portiere vale la stessa regola o ci sono delle eccezioni?

A queste due domande, che tra l'altro sono collegate, è già stata data risposta

all'interno dell'Angolo del Regolamento: 1)

2)

se l'arbitro ritiene che il portiere, così facendo abbia negato ad un avversario la possibilità di segnare una rete, dovrà espellerlo ed accordare alla squadra avversaria un calcio di punizione indiretto; l'ipotesi dell'esempio va sanzionata tecnicamente come un comportamento antisportivo che però, avendo impedito la segnatura di una rete, dal punto di vista disciplinare deve essere considerata come una condotta gravemente sleale (calcio di punizione indiretto ed espulsione del colpevole).

21 - "TRATTENERE UN AVVERSARIO"

E' calcio di rigore il caso in cui un difendente, nella propria area di rigore, dopo aver subito un tunnel, si interpone passivamente tra attaccante e pallone, disinteressandosi del pallone stesso e, pur non calciando o atterrando il giocatore avversario, a causa del suo immobilismo, provoca lo scontro con l'attaccante impedendone l'incedere verso la porta?

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Considerato che il difendente si è disinteressato del pallone, ha frapposto ostacolo ad un avversario ed infine è venuto in contatto fisico con quest'ultimo, si rientra nell'ipotesi prevista dall'ottavo fallo punibile con un calcio di punizione diretto o di rigore, vale a dire: "trattenere un avversario".

22 - PRESUPPOSTI PER LA SOSPENSIONE DEFINITIVA DI UNA GARA

Nel corso di una gara, dopo l'espulsione a seguito di doppia ammonizione, il calciatore reo sputa in faccia all'arbitro. Come dovrà comportarsi quest'ultimo? Sarebbe giusto sospendere definitivamente la gara?

E' pacifico che lo sputo è un gesto particolarmente odioso ma dal punto di vista regolamentare è classificabile come: "un gesto che arreca o tende ad arrecare un danno morale"; come tale, alla pari di un insulto verbale, non può essere fondato motivo per sospendere definitivamente la gara. Questa interpretazione regolamentare è pacifica anche a livello di giustizia sportiva, la quale, nei casi di erronea sospensione definitiva della gara da parte dell'arbitro, ha ordinato sempre la ripetizione della stessa.

23 - IL REQUISITO "ATTIVO" DELL'OCCASIONE DA RETE

Un calciatore sulla propria linea di porta, per evitare una autorete, devia volontariamente il pallone in angolo o lo blocca con le mani. E' corretto se l’arbitro assegna un calcio di rigore senza sanzioni disciplinari, in conformità della domanda n° 73 e 76, in quanto non ha impedito una chiara occasione da rete ad un avversario?

Sì, la risposta alla d/r 73 Reg. 12 della Guida Pratica è corretta. Non bisogna però fossilizzarsi sul termine "avversario", l'importante è che si tratti di una "attiva" chiara ed evidente occasione da rete. Dire che l'occasione è stata impedita ad un avversario ovvero alla squadra avversaria è la stessa cosa, purché si abbia ben chiaro che deve trattarsi di un'occasione attiva e non di un'occasione "passiva" che scaturisce unicamente dall'altrui agire.

24 - SANZIONE DEL CALCIATORE DI RISERVA CHE EVITA LA SEGNATURA DI UNA RETE

Come deve comportarsi l'arbitro se un calciatore di riserva entra nel terreno di giuoco ed evita la segnatura di una rete spazzando il pallone con i piedi? L'arbitro della nostra sezione ha espulso il calciatore ed ha ripreso il gioco con una sua rimessa nel punto in cui il calciatore ha toccato il pallone. DOMANDA: la sanzione disciplinare è esatta? Al riguardo ci sono pareri discordanti. Alcuni affermano che il calciatore doveva essere ammonito, altri espulso.

L'arbitro in questione si è comportato correttamente (d/r n. 53 Reg. 12 della GP).

25 - E' UN'INFRAZIONE FAR RIMBALZARE IL PALLONE ?

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Il portiere è da considerarsi in "possesso" del pallone anche se, dopo aver effettuato una parata, lo fa rimbalzare per terra e se ne reimpossessa più volte, come indicato nella Decisione numero 3 della Regola 12 del Regolamento? In questo caso, un calciatore posizionato accanto al portiere, deve essere punito se colpisce il pallone mentre il portiere lo fa rimbalzare a terra dopo una parata?

Anche la d/r n. 15 Reg. 12 della casistica FIFA, è in linea con la Decisione richiamata, affermando: "Un portiere dopo aver bloccato il pallone lo fa rimbalzare (più volte) prima di spossessarsene. E’ un’infrazione fare rimbalzare il pallone? No. Secondo lo spirito delle Regole del Giuoco, il portiere non sarà considerato come se avesse lasciato il pallone e ne avesse perso il possesso". Ciò premesso, se l'arbitro individua un comportamento teso ad "ostacolare il portiere nell'atto di liberarsi del pallone che ha tra le mani", dovrà intervenire accordando un calcio di punizione indiretto alla squadra avversaria.

26 - CONTEMPORANEITA' DEI FALLI E SANZIONE

Il regolamento dice che verificandosi due falli contemporanei di uguale gravità, commessi tra due calciatori avversari, si deve punire tecnicamente il più grave. Quali sono gli elementi su cui ci si deve basare per discernere quale dei due e' il più grave?

Nella domanda è contenuta un'affermazione errata: è una contraddizione in termini sostenere che in due falli contemporanei di uguale gravità, debba essere punito il più grave. Per chiarire questa questione, è utile richiamare le d/r nn. 21 e 22 Reg. 12 della Guida Pratica: solamente nel caso in cui si verifichino due falli contemporanei di diversa gravità, va punito il più grave. Invece, quando i due falli sono di uguale gravità, dovrà essere concesso un calcio di punizione in favore della squadra difendente; e a questa disposizione (che manca nell'attuale GP) si collega quanto stabilito nella d/r n. 22.

27 - UNO STRANO CASO DI... COMPORTAMENTO ANTISPORTIVO

Durante l'esecuzione di un calcio di rigore, un avversario del tiratore lancia una scarpa verso il pallone, dopo che questo era stato calciato, e ne interrompe la traiettoria. Va considerato che, se non si fosse trattato del caso di specie, tale atto avrebbe configurato un comportamento antisportivo con la ulteriore conseguenza del provvedimento di espulsione per condotta gravemente sleale, essendo tale comportamento antisportivo punibile con un calcio di punizione indiretto. Senonchè il provvedimento tecnico da adottare in questo caso non è il calcio di punizione indiretto (diretto, o di rigore) ma la ripetizione del calcio di rigore. Si può comunque parlare di condotta gravemente sleale?

Questa domanda ci è utile per rivolgere un appello a tutti i colleghi, affinché evitino le discussioni puramente teoriche, le quali, oltre ad essere effimere, compromettono il buon funzionamento di quest'angolo regolamentare. Con una condotta gravemente sleale, viene tolta alla squadra avversaria la possibilità di segnare una rete; nell'esempio in questione, la chance di poter segnare una rete battendo un calcio di rigore, è rimasta immutata. Possiamo discutere sul fatto che la scarpa potrebbe aver colpito il pallone mentre quest'ultimo stava certamente entrando in rete, ed allora non sarebbe più corretto parlare di chance immutata; venendosi a profilare l'ipotesi della condotta gravemente sleale. D'altro canto, la scarpa potrebbe aver colpito il pallone quando quest'ultimo stava certamente uscendo dalla linea di porta all'esterno dei pali o

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sopra la sbarra trasversale; venendo così a svanire l'ipotesi della condotta gravemente sleale. Potremmo continuare ma sarebbe un inutile sofisma. Concludendo, se si dovesse verificare il caso qui descritto, il calcio di rigore dovrà essere ripetuto ed il calciatore colpevole dovrà essere ammonito per comportamento antisportivo.

28 - UN CALCIATORE DI RISERVA EVITA LA SEGNATURA DI UNA RETE

Quali provvedimenti disciplinari dovrà adottare l'arbitro quando un giocatore della panchina entra in campo e con un suo intervento impedisce la realizzazione di un gol? Esempio: un giocatore sta facendo riscaldamento a bordocampo, entra in campo e a portiere battuto respinge un tiro sulla linea di porta evitando così un gol.

Anche se commessa da un calciatore di riserva non partecipante al giuoco, si tratta pur sempre di una condotta gravemente sleale, che dovrà essere punita con l'espulsione del reo. Inoltre, questo è un caso particolare di c.g.s., dove il calciatore non può essere punito tecnicamente ed il giuoco sarà ripreso con una rimessa da parte dell'arbitro.

29 - PUO' UN GIUOCATORE ESPULSO SOSTITUIRE UN ASSISTENTE?

Può un giocatore squalificato prendere parte alla gara come assistente? Può un giocatore espulso nella stessa partita prendere il posto di un assistente che per motivi suoi deve abbandonare il terreno di giuoco?

Assolutamente no, il calciatore espulso deve immediatamente abbandonare il recinto di giuoco.

30 - CAMBIO DEL PORTIERE ALL'INSAPUTA DELL'ARBITRO

Un calciatore cambia il proprio ruolo con il portiere scambiandosi la maglia, senza il consenso dell'arbitro. Successivamente questo calciatore che si è scambiato di ruolo col portiere, para un tiro diretto nella propria porta. Come deve comportarsi l'arbitro? Concederà un calcio di rigore ed espellerà il calciatore per condotta gravemente sleale, considerandolo un calciatore come un'altro poiché non aveva ufficializzato il suo scambio col portiere, oppure lascerà proseguire il giuoco e alla prima interruzione ammonirà i due calciatori per condotta antisportiva, giudicando lo scambio avvenuto in quanto i due hanno voluto palesarlo cambiandosi la maglia?

Si tratta semplicemente di un cambio di ruoli, l'unico problema è che non è stato comunicato all'arbitro. Il "portiere" è solo un ruolo contraddistinto da una maglia di diverso colore; durante la stessa gara, tutti i calciatori potrebbero ricoprire questo ruolo per un breve lasso di tempo. Nel caso de quo, l'arbitro farà proseguire il giuoco ed alla prima interruzione ammonirà i colpevoli per comportamento antisportivo.

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31 - IL CONFINE TRA IL COMPORTAMENTO CONTRARIO ALLO SPIRITO DEL GIUOCO E QUELLO VIOLENTO

Come mai in qualche partita quando ci sono degli accenni di rissa (dove i giocatori non arrivano alle mani) i giocatori vengono puniti con il cartellino giallo (e non con il rosso previsto per la condotta violenta o nel caso in cui ci siano offese reciproche con un linguaggio ingiurioso o blasfemo)? Cosa dovrebbe scrivere in questo caso l'arbitro sul referto come motivazione per l'ammonizione?

Un comportamento contrario allo spirito del giuoco va punito con l'ammonizione, un comportamento che tende ad arrecare un danno fisico va punito con l'espulsione; a volte, la soglia tra questi due tipi di comportamento può essere molto labile.

32 - ATTI DI ECCESSIVO GIUBILO

Un giocatore che dopo un gol si arrampica sulla sbarra trasversale della porta per esultare, va punito con il cartellino giallo? Se la stessa cosa succedesse al termine della partita, e il giocatore salisse sopra la traversa per festeggiare la vittoria, come deve comportarsi un arbitro? Deve segnalare qualcosa a referto?

La risposta n°10 della Regola 12 nella casistica Fifa recita: "Il fatto di festeggiare dopo la segnatura di una rete fa parte integrante del giuoco del calcio. Una ammonizione è giustificata solo se il calciatore compie atti di eccessivo giubilo, salta sopra le barriere di protezione, gesticola davanti ad un avversario od agli spettatori al fine di ridicolizzarli, esibisce la propria maglia sventolandola o compie altre forme di provocazione". L'arrampicarsi sulla sbarra trasversale della porta rientra nella fattispecie sopra descritta; nel caso in cui tale comportamento antisportivo avvenga a fine gara, l'arbitro dovrà riportarlo nel proprio referto, sotto la voce "varie".

33 - UNO STRANO CASO DI CONDOTTA GRAVEMENTE SLEALE

Un portiere vedendosi superato alla palla, mentre quest'ultima sta per varcare la linea di porta si toglie una scarpa e la lancia verso la palla deviandola fuori. In che modo va punito il portiere? Con il cartellino rosso per aver impedito la segnatura di una rete? Come deve essere ripreso il gioco? E se la palla fosse entrata ugualmente in porta nonostante il lancio della scarpa (o comunque di un oggetto), come si deve considerare questo gesto? Come un atto volto ad impedire una rete ma non riuscito (cartellino giallo) o nulla semplicemente?

Premesso che il caso è puramente teorico, se la scarpa colpisce il pallone, il giuoco dovrà in ogni caso essere interrotto, il portiere dovrà essere espulso e, successivamente, il giuoco dovrà essere ripreso con un calcio di punizione indiretto; invece, se la scarpa non colpisce il pallone, l'arbitro accorderà la norma del vantaggio e, alla prima interruzione, ammonirà il portiere per comportamento antisportivo.

34 - CALCIO DI PUNIZIONE DAL LIMITE E RIPRESA DEL GIUOCO

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Sono un portiere e mi è capitato che mentre piazzavo la barriera l'arbitro ha fischiato e ho preso gol. Quale è la regola in questi casi ? Una volta che è stata chiamata la distanza l'arbitro non deve aspettare che il portiere piazzi la difesa ?

Il fischio che interrompe l'azione per concedere un calcio di punizione, vale anche come segnale di ripresa del giuoco. Il rispetto della distanza è un diritto che ha solo la squadra in favore della quale è stato concesso il provvedimento tecnico, soltanto i calciatori ad essa appartenenti possono chiedere il rispetto di tale diritto. La squadra che subisce il calcio di punizione non può invocare alcunché. In particolare per quanto concerne le punizioni dal limite in assenza di comportamenti ostruzionistici, però, buon senso vuole che l'arbitro, prima di dare il segnale di ripresa del giuoco, attenda qualche secondo affinché il portiere abbia preso posizione.

35 - LA VOLONTARIETA' NEI FALLI DI MANO

Un calciatore in barriera salta con le braccia alzate, pur facendolo per protezione del viso. Se la barriera si trova in area deve essere assegnato il calcio di rigore?

Il fallo di mano per essere punito deve essere volontario, indipendentemente dal fatto che ci si trovi o meno in area di rigore. L'arbitro dovrà astenersi dall'intervenire se il fallo di mano non è volontario (e per volontario si intende anche il cercare di frapporre ostacolo), ovvero se il calciatore ha cercato di proteggersi il viso o il basso ventre.

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REGOLA 14 - Calcio di rigore

1 - RETI E RIPRESE DI GIUOCO

Nel Regolamento del Calcio si distinguono le varie riprese di gioco come "si può segnare una rete direttamente" e come "si può segnare direttamente una rete nella porta avversaria". A questa seconda possibilità appartiene il calcio di punizione diretto, e recentemente è entrato a farne parte anche il calcio d'angolo. Sembrerebbe invece appartenere alla prima classe il calcio di rigore, pertanto Ti chiedo come si dovrà regolare l'arbitro se il pallone, dopo la regolare esecuzione del rigore, colpisse un palo o la traversa e, dopo avere attraversato l’intero campo, si infilasse nella porta del tiratore? Autogol o calcio d'angolo?

Non sarei così rigoroso nell'attribuire diverso significato a due forme espressive sostanzialmente analoghe. Su riprese di gioco non può mai essere segnata direttamente un'autorete e se paragoniamo il calcio di rigore ad un calcio di punizione diretto, la risposta viene spontanea: NO, ed il gioco dovrà essere ripreso con un calcio d'angolo.

2 - RESPINTA SU CALCIO DI RIGORE

Vorrei sapere se è vero che, durante l'esecuzione di un calcio di rigore, in caso di respinta del portiere, l'unico autorizzato a ribadire in porta è il giocatore che ha calciato il rigore. Mi è stato detto questo, ma ritengo invece che si tratti di un errore: il tocco del portiere rimette in gioco tutti, compreso il tiratore che in caso di rimbalzo sul palo sarebbe escluso dall'azione fino al successivo tocco di un giocatore. Mi piacerebbe avere una risposta in merito per eliminare ogni dubbio relativo a questa situazione di gioco.

Nell'effettuazione di un calcio di rigore, in caso di respinta da parte del portiere, il pallone può essere giocato da qualsiasi calciatore, compreso colui il quale ha calciato il rigore. Soltanto nel caso in cui, il pallone, sia rimbalzato sul palo o sulla sbarra trasversale, esso non può essere rigiocato nuovamente dal calciatore che ha effettuato il calcio di rigore. Tutto ciò, in virtù della norma che vieta al calciatore che batte il calcio di punizione o di rigore (ma vale in generale per tutte le riprese di giuoco), di rigiocare nuovamente il pallone prima che lo stesso sia stato toccato da un altro calciatore; il quale può essere un compagno ovvero un avversario.

3 - IL TIRATORE DEL CALCIO DI RIGORE

Dopo che l’arbitro ha emesso il segnale per l’esecuzione di un calcio di rigore, al posto del calciatore incaricato di batterlo effettua inaspettatamente il tiro un suo compagno. Quale decisione deve assumere l’arbitro?

Il comportamento in questione è da classificarsi come antisportivo, e possono verificarsi quattro ipotesi:

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a. se il pallone va in rete, il tiro sarà da ripetere previa ammonizione del calciatore colpevole;

b. se il pallone viene parato, il giuoco prosegue ed il calciatore verrà ammonito alla prima interruzione;

c. se il pallone supera la linea di porta fuori dai pali , il giuoco sarà ripreso con un calcio di rinvio ed il calciatore sarà ammonito;

d. se il pallone viene respinto da un palo, dalla sbarra trasversale o dal portiere, l'arbitro accorderà alla squadra avversaria un calcio di punizione indiretto dal punto del rigore ed ammonirà il colpevole.

4 - EFFETTUAZIONE DI UN CALCIO DI RIGORE ED ELEMENTI ESTRANEI

Di norma, se durante il giuoco il pallone entra in contatto con un corpo estraneo, oppure si sgonfia o scoppia, o ancora se l'arbitro emette inavvertitamente un fischio, il giuoco deve essere interrotto e ripreso con una rimessa da parte dell'Arbitro nel punto in cui si trovava il pallone al momento dell'interruzione. Se però questi eventi si verificano durante l'effettuazione di un calcio di rigore, dopo che il pallone è entrato in giuoco ma prima che il tiro abbia esaurito il suo effetto? La Guida Pratica (reg.14 d/r 9 e 11) prende in esame i primi due casi, stabilendo che il calcio di rigore debba essere ripetuto. E' corretto ritenere che, per analogia, anche il terzo caso debba essere disciplinato allo stesso modo? Oppure in assenza di un riferimento normativo specifico, si deve applicare quanto previsto dalla Guida Pratica (reg.9 d/r 9) ovvero rimessa da parte dell'arbitro?

Molto probabilmente la GP non ha considerato il terzo caso qui descritto per la quasi inesistente possibilità che esso si verifichi durante l'effettuazione del calcio di rigore. Ad ogni modo, per analogia a quanto previsto nelle prime due ipotesi, anche nel caso del fischio emesso inavvertitamente dall'arbitro durante la traiettoria del pallone, il calcio di rigore dovrà essere ripetuto.

5 - ULTIMAZIONE DEL CALCIO DI RIGORE DURANTE UN PROLUNGAMENTO DEL PERIODO DI GIUOCO

Calcio di rigore dopo i tempi supplementari: la palla calciata colpisce la traversa, rimbalza sul terreno di gioco (30/40 cm. dentro) e, per l'effetto acquisito, entra definitivamente in porta. La rete è valida? Io e il collega Scarpellini diciamo di sì, ma alcuni altri sostengono il contrario perché, secondo loro, rimbalzando la palla in gioco, verremmo a trovarci nella situazione descritta alla regola 14 (calcio di rigore), punto 12) della "Guida pratica" - lettera h. - che dice: "se il pallone colpisce un palo o la sbarra trasversale e rimbalza in gioco: il gioco ha termine".

La rete è valida, perché tutti gli esempi della d/r n°12 Reg. 14 della Guida Pratica hanno come leitmotiv, quello che il tiro deve avere concluso il proprio effetto. Nell'esempio riportato, forse sarebbe più corretto aggiungere che il rimbalzo deve avvenire verso il terreno di giuoco.

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REGOLA 15 - Rimessa dalla linea laterale

1 - RIPETIZIONE DELLA RIMESSA LATERALE

Cosa si deve fare nel caso in cui su rimessa laterale il pallone non entri in gioco ma esca in un punto diverso? Si dovrà ripetere la rimessa o dare il cambio? E in quale punto?

La domanda non è chiara ma, se nell'effettuazione di una rimessa laterale il pallone non entra all'interno del terreno di giuoco, la stessa dovrà essere ripetuta dalla stessa squadra.

2 - RIMESSA LATERALE DAL PUNTO SBAGLIATO

Se si effettua una rimessa laterale nel punto sbagliato, la stessa deve essere ripetuta da squadra avversaria, vero?

Esatto, anche se è necessario avere il giusto equilibrio e non essere fiscali all'eccesso. Secondo La Fifa, una rimessa dalla linea laterale effettuata nel raggio di un metro dal punto nel quale il pallone è uscito, deve essere generalmente tollerata.

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L'area tecnica

1 - COMPORTAMENTO DELLE PANCHINE

Quali sono i criteri e i comportamenti da seguire nell'area tecnica?

L'allenatore e le altre persone presenti nell'area tecnica devono mantenere un comportamento corretto, per il resto si rimanda a quanto dettagliatamente previsto a pag. 38 del Regolamento.

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Procedure per la determinazione della squadra vincente di una gara

1 - I TIRI DI RIGORE

Una squadra in 11 va ai rigori contro una squadra in 10 e rinuncia ad un tiratore. Durante i rigori, la prima squadra patisce un'espulsione. Deve reintegrare l'escluso iniziale oppure l'altra squadra deve rinunciare a sua volta ad un uomo?

Se il calciatore espulso durante l'effettuazione dei tiri per la determinazione della squadra vincente ha già effettuato regolarmente il proprio tiro e la gara si decide al massimo dopo dieci tiri per squadra, non è necessario fare nulla. Diversamente, se il calciatore espulso non ha già effettuato il tiro ovvero se dopo dieci calci di rigore effettuati da ogni squadra il risultato è ancora di parità: la squadra in superiorità numerica dovrà reintegrare il calciatore inizialmente escluso; nel tuo esempio, ciascuna delle due squadre rimarrà con dieci calciatori.

2 - I TIRI DI RIGORE

Vorrei sapere se ai calci di rigore per determinare la vittoria di una partita il portiere para il pallone lo stesso tocca il terreno di gioco poi entra in rete il gol e valido? Mi hanno detto che se tocca il terreno dopo essere stato parato dal portiere e va in porta non e' valido vero?

Qui la casistica potrebbe essere molto ampia, di conseguenza limiterò strettamente la risposta alla domanda prospettata. Nell'effettuazione dei tiri di rigore per la determinazione della squadra vincente come pure in caso di prolungamento del primo o del secondo periodo di giuoco, regolamentare o supplementare, per far battere o ripetere un calcio di rigore, non può essere discriminante il fatto che il pallone tocchi o meno il terreno di giuoco, bensì, al fine di stabilire se il giuoco abbia termine, è discriminante il fatto che il pallone rimbalzi o venga respinto verso il terreno di giuoco. L'esempio un po' paradossale ma che ci aiuta a capire è: "Se il pallone, toccato dal portiere, rimbalza sul palo o sulla sbarra trasversale e tocca nuovamente il portiere (questo rimpallo può avvenire anche rasoterra), oltrepassando la linea di porta all'interno dei pali; la rete è valida? Sì, perché in questo caso, solo dopo che il pallone è entrato in rete, il tiro ha sortito il proprio effetto".

3 - TIRI DI RIGORE E PARITA' NUMERICA

Durante i tiri di rigore per determinare la squadra vincente, entrambe le squadre devono essere composte da un ugual numero di calciatori. Per cui se una arriva con 7 elementi, anche l'altra dovrà escludere dalla sequenza dei tiri dal dischetto tanti calciatori quanti ne occorrono per arrivare a 7. Se durante la serie dei rigori, un calciatore della squadra che ha concluso la partita in 11 viene espulso dall'Arbitro (ad esempio per condotta ingiuriosa verso lo stesso), potrà essere reintegrato uno dei calciatori precedentemente esclusi al fine di mantenere la parità numerica delle due squadre?

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I tiri di rigore sono una delle due procedure per la determinazione della squadra vincente, nella quale, il Regolamento impone che entrambe le squadre abbiano lo stesso numero di calciatori. Nel tuo esempio, la squadra con undici calciatori dovrà escluderne quattro; questi calciatori prenderanno posto in panchina ma non sono stati né sostituiti, né possono considerarsi calciatori di riserva, magari in grado di sostituire il portiere che si infortuna durante l'esecuzione della procedura in esame. Ad eccezione di quest'ultimo caso, solo i calciatori presenti sul terreno di giuoco al termine della gara, o dei tempi supplementari quando previsti, sono autorizzati ad eseguire i tiri di rigore. Tutto ciò è espressamente previsto dal Regolamento e ci induce a rispondere affermativamente alla tua domanda; essendo i quattro calciatori, in questo caso, solo momentaneamente esclusi. Essi, non essendo stati sostituiti ed avendo terminato la gara partecipando al giuoco, sono in possesso dei requisiti per eventualmente rimpiazzare un loro compagno, o meglio, dei loro compagni espulsi durante l'effettuazione dei tiri di rigore per la determinazione della squadra vincente.

4 - I TIRI DI RIGORE E PARITA' NUMERICA

Durante i tiri di rigore per determinare la squadra vincente, entrambe le squadre devono essere composte da un ugual numero di calciatori. Per cui se una arriva con 7 elementi, anche l'altra dovrà escludere dalla sequenza dei tiri dal dischetto tanti calciatori quanti ne occorrono per arrivare a 7. Se durante la serie dei rigori, un calciatore della squadra che ha concluso la partita in 11 viene espulso dall'Arbitro (ad esempio per condotta ingiuriosa verso lo stesso), potrà essere reintegrato uno dei calciatori precedentemente esclusi al fine di mantenere la parità numerica delle due squadre?

I tiri di rigore sono una delle due procedure per la determinazione della squadra vincente, nella quale, il Regolamento impone che entrambe le squadre abbiano lo stesso numero di calciatori. Nel tuo esempio, la squadra con undici calciatori dovrà escluderne quattro; questi calciatori prenderanno posto in panchina ma non sono stati né sostituiti, né possono considerarsi calciatori di riserva, magari in grado di sostituire il portiere che si infortuna durante l'esecuzione della procedura in esame. Ad eccezione di quest'ultimo caso, solo i calciatori presenti sul terreno di giuoco al termine della gara, o dei tempi supplementari quando previsti, sono autorizzati ad eseguire i tiri di rigore. Tutto ciò è espressamente previsto dal Regolamento e ci induce a rispondere affermativamente alla tua domanda; essendo i quattro calciatori, in questo caso, solo momentaneamente esclusi. Essi, non essendo stati sostituiti ed avendo terminato la gara partecipando al giuoco, sono in possesso dei requisiti per eventualmente rimpiazzare un loro compagno, o meglio, dei loro compagni espulsi durante l'effettuazione dei tiri di rigore per la determinazione della squadra vincente.

5 - TIRI DI RIGORE E SOSTITUZIONE DEL PORTIERE

Durante l'effettuazione dei calci di rigore per determinare la squadra vincente, il portiere può essere sostituito e per quante volte e le squadre dovranno sempre raggiungere il numero pari di giocatori?

Durante l'effettuazione dei tiri di rigore per la determinazione della squadra vincente, può essere sostituito soltanto il portiere e solamente in caso di infortunio, sempre che la squadra non abbia già usufruito del numero massimo di sostituzioni consentite dalla

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competizione. Le due squadre devono avere un numero uguale di calciatori che partecipano ai tiri (vedi risposte già date).

6 - LA SEQUENZA DEI TIRI DI RIGORE

Qualora, durante la procedura dei tiri di rigore per determinare la vincente, eseguito da tutti gli incaricati almeno un tiro, non è più necessario che un calciatore aspetti un nuovo giro completo, potendo tirare – rispettando comunque l’alternanza – sempre lui tutti i tiri necessari. Non v’è dubbio che la stretta, anzi strettissima, interpretazione letterale, direi sintattica, della norma favorisce questa lettura. Ed è anche vero che quando la norma è chiara va interpretata per così com’è scritta. Tuttavia mi sembra che la ratio della norma porti verso una diversa soluzione interpretativa, imponendo sempre “il giro completo”, anche qualora si rendessero necessari anche 30 tiri di rigore.

L'interpretazione letterale proposta è priva di alcun fondamento regolamentare e prende in considerazione solamente la seconda parte del seguente punto: "Ogni tiro di rigore è eseguito da un calciatore diverso e tutti i calciatori incaricati devono averne eseguito uno prima di eseguirne un secondo" (pag. 36 Reg./punto 10). Il principio che ogni tiro deve essere eseguito da un calciatore diverso, non vale solo per il primo giro completo ma bensì per l'intera sequenza dei tiri di rigore. E' detto che un calciatore non può battere per la seconda volta prima che abbiano calciato un tiro tutti gli altri; da tutto ciò è implicitamente deducibile che un calciatore non può battere per la terza volta prima che ciascun calciatore partecipante alla procedura per la determinazione della squadra vincente abbia calciato il suo secondo tiro e così via.

7 - TIRI DI RIGORE E PRINCIPIO DELLA PARITA' NUMERICA

Per determinare la squadra vincente, in gare di qualificazione o finale di una competizione o tornei, quando al termine della gara o dei tempi supplementari, risulti parità di punteggio dovranno essere battuti tiri dal punto del calcio di rigore. Una delle due squadre affronterà i tiri di rigori in dieci in quanto durante la gara un proprio calciatore è stato espulso. Battuti dieci tiri per ciascuna squadra il risultato di parità permane ancora, si dovrà di regola proseguire con l'undicesimo tiro. A questo punto chi batterà il tiro di rigore per la squadra rimasta in dieci?

L'oggetto di questa domanda riguarda una novità introdotta con la circolare n°1 della scorsa stagione sportiva. Prima di iniziare a battere i tiri di rigore, la squadra in superiorità numerica dovrà escludere un numero tale di propri calciatori fino ad eguagliare quello della squadra avversaria.

8 - ESAURIMENTO DEGLI EFFETTI DEL TIRO DI RIGORE

Nell'esecuzione dei calci di rigore, per determinare la vincente al termine di una gara finita in parità, il pallone ha colpito il palo andando a sbattere sul portiere e finendo in rete. E' goal?

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Sì, in questo caso si tratta di una rete, in quanto il tiro ha terminato il proprio effetto solamente dopo aver superato la linea di porta.

9 - PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI NEL CORSO DEI TIRI DI RIGORE

Durante l'esecuzione della procedura dei calci di rigore per determinare la squadra vincente di un torneo uno dei giuocatori esce dal cerchio del centrocampo per motivi suoi (o scambia la maglia con un compagno), come deve comportarsi l'arbitro? Deve mostrargli il cartellino giallo o semplicemente menzionare il provvedimento a lui stesso e al capitano?

I tiri di rigore per la determinazione della squadra vincente possono considerarsi come un'appendice alla gara facenti parte integrante della stessa; conseguentemente, la gara non può dirsi ancora conclusa, e a chi si rende colpevole di comportamento antisportivo durante questo lasso temporale, l'arbitro gli dovrà esibire il cartellino giallo.

10 - SOSTITUZIONI DURANTE I TIRI DI RIGORE

E' noto a tutti che durante la gara l'arbitro non può impedire ad una squadra di effettuare una sostituzione in violazione delle norme della competizione; così facendo, infatti, priverebbe la squadra avversaria della possibilità di fare reclamo e di vincere eventualmente la gara a tavolino. Se però, durante la sequenza dei tiri di rigore per stabilire una vincente, una squadra chiede di effettuare una sostituzione (che non riguardi il portiere eventualmente infortunato) l'arbitro deve impedirglielo o no? La mia opinione è che l'arbitro dovrebbe impedirglielo; infatti durante i tiri di rigore, le sostituzioni sono vietate (con l'unica eccezione menzionata), mentre durante la gara sono consentite (semmai solo limitate). Inoltre il nuovo entrato, pur non avendo terminato la gara, entrerebbe nel novero di coloro abilitati a tirare il calcio di rigore, contravvenendo così a quanto espressamente stabilito dal regolamento.

E' fuor di dubbio, che quanto sostenuto dal collega deve essere condiviso; ogni ulteriore aggiunta sarebbe superflua.

11 - SCAMBIO DI MAGLIA NEL CORSO DEI TIRI DI RIGORE

Durante la serie di calci di rigore per determinare la squadra vincente di una competizione, un giocatore, giunti all'incirca al 9-10 tiro, ha calciato per due volte un rigore. Supponendo che l'arbitro non se ne sia accorto, in quanto il giuocatore l'ha tratto in inganno scambiando la propria maglia con quella di un proprio compagno di squadra che non ne ha ancora calciato uno, e che se ne sia accorto solo successivamente (dopo che sono stati battuti altri rigori) su segnalazione di un avversario accortosi del fatto, cosa deve fare l'arbitro in questo caso se si rende conto dell'avvenuto scambio di ruoli? Deve limitarsi a segnalare l'accaduto sul referto di gara o deve ammonire i due giocatori colpevoli di essersi scambiati le maglie e fare ripetere il tiro (anche se nel frattempo sono già stati calciati altri calci di rigore)?

Il fatto che, ad esclusione dei portieri, tutti coloro i quali battono i calci di rigore (per la determinazione della squadra vincente) debbono rimanere, quasi "sotto controllo",

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all'interno del cerchio di centro campo, dovrebbe appunto evitare episodi di questo tipo. Nell'ipotesi in cui si verifichi tale fattispecie, l'arbitro dovrà ammonire entrambi i calciatori per comportamento antisportivo e continuare l'esecuzione dei tiri di rigore facendo battere il calciatore che non ha ancora battuto alcun calcio di rigore. Dell'accaduto dovrà essere fatta dettagliata menzione nel referto di gara.

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Il Regolamento del calcio a 5

1 - IL VANTAGGIO

Come deve essere concesso il vantaggio nel calcio a 5? E' uguale al calcio a 11?

In considerazione del fatto che si tratta di un giuoco diverso, anche l'applicazione della norma del vantaggio avrà criteri diversi. In linea generale quando il vantaggio risulta chiaro ed immediato, sino al raggiungimento del 5° fallo cumulativo il vantaggio deve essere accordato con continuità. Se il presunto vantaggio non si realizza, gli arbitri hanno la possibilità di punire il fallo pregresso entro un breve periodo (circa due secondi). Dopo il 5° fallo cumulativo se il vantaggio non dà la chiara opportunità di segnare una rete dovrà essere accordato il tiro libero.

2 - IL RILANCIO DEL PORTIERE

Vorrei sapere se attualmente è in vigore la regola che prescrive che su rilancio del portiere, costui per rigiocare il pallone deve aspettare che questa oltrepassi la linea di metà campo oppure no.

Mi sembra che l'oggetto della domanda è la rimessa dal fondo che nel calcio a 5 deve tassativamente essere effettuata dal portiere con le mani. Il pallone è in giuoco dal momento in cui esce completamente dall'area di rigore all'interno del terreno di giuoco ed il portiere non può rigiuocarlo fino al verificarsi di una delle seguenti condizioni:

a. sia stato toccato da un avversario; b. abbia superato la metà campo.

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ASSOCIAZIONE ITALIANA ARBITRI Via Tevere, 9 00198 Roma

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