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Sovera edizioni angolo della poesia rivista Terza pagina 32-33

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92 TERZA PAGINA dicembre 2012

LA LACRIMA E IL FIOCCO DI NEVE

Lenta cadeva la neveun vento dolce soffiava,e un fiocco si lasciava cullaresembrava danzasse.Una ragazza vestita d’azzurropiangeva, la sua figura stonavafra i giochi dei bimbie il bianco della neve.Una lacrima caddetrasparente come un’anima,aspra come la vita.Veloce un vento gelidosegnò i volti,e la goccia e il fiocco di neve,sospesi nell’aria,si amarono.Una goccia cadde a terra.Sembrava rugiada.

Alessandro Bon (da silloge inedita)

Tutto ciò che chiede un poeta

La solitudine riempie il cuore del poeta, come il san-gue e l’ossigeno quello dell’uomo comune. Una soli-tudine talmente forte e densa da diventare un buconero. Tutto assorbe il suo cuore, la luce non sfugge alla suavoglia di cessare la propria sofferenza, e anche lei di-venta buio a sua volta. Amore, libri, sogni, sorrisi, scompaiono nel buio ge-nerato da un buco nero di solitudine. E il loro ricor-do affonda in un mare di lacrime versate nel buio diuna stanza illuminata a giorno.Non chiede nulla il poeta, se non una carezza, un ab-braccio, un bacio dato di sfuggita, un corpo caldo incui affondare la propria disperazione. Eppure dopo esser stato amato è ancora più forte lasolitudine, perché lui sa che il buco nero non lo lasce-rà mai, mentre le membra, gli umori, il gusto, il so-spiro di quell’amore passeggero saranno buio nel suoimmenso buco nero.

L’Autore

Dall’operaIL MIO CUORE DISTRATTO

Sovera 1999

LUNA

Con il mignoloho dato una spintaalla luna

senza frattaè scesa in fondoalla collina

si è posata ridentesulla ringhieradel mio balcone

ha spiatoi miei gesti impacciatidi donna

poi con pudoreha nascostoil candido volto d’avorio.

Emma Biscetti

I COLORI DEL MIO CIELO

Ho disteso una telaper tracciare tatuaggisu ogni ferita.

Ho radunato quei coloriche amavo da bambina.

Il rosso delle fragole che odoravo,lo smeraldo degli occhi verdi e lontanidi mio padre,il bianco della piccola nuvolache mi salutò un giorno.

Solo d’azzurro vivevo,non ho mai perso l’orizzonte del mio cielo.

Miriam BadianiSu segnalazione di Bottega editoriale

L’ANGOLODELLA POESIA

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TERZA PAGINA dicembre 2012 93

INCARTA E PORTA A CASA

Incarta e porta a casaè lecito “scartare”e a parte cestinarema tutto ciò che intasa…si può già riciclare.Di un mondo più pulitonon si può fare senzatu, fallo divertito,sta qui…la differenza!

Fiorella Cappelli

INCAPACE

Sulla scala Richter dell’amoreHo perso l’equilibrio molte volteE rovinando sulla torba insepolta dei sentimentiMi sono salvato.

Ho imparato così a mettere radici in ariaCome i fulminiA passare veloce come fascio di luceSulle finestre alte di palazzi in costruzioneAd ascoltare il respiro malignoSu di un battito d’ali.Orfeo sciagurato che si volta senza perdere nessuno.

Ma il respiro sta nel pensiero che io dimoro in teSenza che tu la sappiaInquilino segreto che quando di notte Chiudi gli occhi si addormenta nel tuo corpo.

Però, non so dimostrartelo.

Queste, sono cose così vere Che esistono solo con le parole.

Alessandro Monticelli(da silloge inedita Concerto di un re minore)

Nell’esternare il sentimento per la persona amata, conle mille peripezie che l’amore comporta, il poeta parlain realtà dell’incapacità di esprimere l’ispirazione chelo invade e lo possiede. Novello Orfeo potrà contare sulla potenza e l’evidenzadella lirica, universalizzando la propria condizione.

Renzo MaggioreSovera 2006Dall’opera

“Respiro di presente”

RESPIRO DI PRESENTE

La nave più vecchia dei mondo mai affondò negli oceani... galleggia ancoraquidavanti a mea fianco di fioche lune.Sembra un modellinonella vaschetta di un bambino.

Gioco di riflessisu onde increspate.

Estemporaneii rimproveri del vento ridanno coscienza alla realtà nel respiro presente.

ATTESA

Sto aspettando …chi mi faccia ambire più che capirechi mi faccia dare più che averechi mi faccia desiderare più che volerechi mi faccia emozionare più che goderechi mi faccia essere più che apparirechi mi faccia sentire più che pensarechi mi faccia sognare più che accettarechi mi faccia sperare più che crederechi mi faccia vivere più che esistere.Nestore Mais (da silloge inedita)

Non c’è momento più magico dell’attesa e nessunaespressione artistica la esprime meglio della poesia. Inquesta lirica il poeta rende la progressione e il passag-gio da stati mentali ed esistenziali consolidati ad altripiù dinamici che consentano il cambiamento e unamigliore realizzazione di sé.

L’ANGOLODELLA POESIA

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94 TERZA PAGINA dicembre 2012

NIDO VUOTO

Anche oggi lo strazio della puntura,sindone della mia bianca carne.Mente e corpo in clausura,della vita mia non so che farne.

Dal nido vuoto acre solitudine,l’indice sulle ferite stolte.L’ago porta inquietudine,sono diventata due per tre volte.

Figli, avete preso il volo flebile,avuti e persi in un solo secondo.Il medico continua a dire sterile,nel mio delirio l’utero fecondo.

Arriva la notte, vi sento ridere,siete nelle fiamme del camino lucente.Tra le dita scorre solo cenere,vi stringo nel seno accogliente.

Ti cerco tra le pieghe del cereo lenzuolo,scivoli via unto di indipendenza.Dolce e incantevole mio figliolo,il tuo distacco mi ha distrutto l’esistenza.

Dei miei sorrisi eravate le indovine,svanite come stelle nel cielo puro.Mie bionde e soavi sorelline,al posto vostro un immenso muro.

Fonte di tutte le ambizioni,io madre di dolce figliolanza.Il desiderio già creava emozioni,ma nel mio grembo l’eterna mattanza.

Oggi la veste nera mi va un po’ stretta,il medico non guarisce il mio dramma.Da schizofrenia sono affetta.Mamma! Mamma! Mamma!

Ismaela Evangelista

Ordinaria ViolenzaHo stroncato una vita,con un colpo di mano.Quante volte lo rifarei.Qualche schizzo di sangue sul muro del bagno,per non sentirti più.Forse paghi per tutte,o forse eri proprio una di quelle,invece.Nessun rimorso, nessuno;non mi è costato poi molto,solo un piccolo vuoto interiore,un senso di infinita sconfitta,un endocetto di ineluttabilità.Un gesto breve e velocee il tuo corpo per sempre si schianta,merdosa, schifosa,zanzara.

Gianluigi Giacconi

CAMMINO A RITROSO1 gennaio 2009

Il senso del viaggioGli incontri con la genteÈ un cammino a ritrosoDi terre mai conosciute.

Un’acqua che scorre leggeraPer prendere la strada del mareUn tuffo nel blu profondoGiù in fondo c’è buio di notte passataUn sogno vissuto d’amoreIn quell’acqua oceanica e fonda.

L’ANGOLODELLA POESIA

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TERZA PAGINA dicembre 2012 95

Lì inizia la vita che affioraSu un letto di sabbia bagnata si adagiaMani di stelle e un soffio di ventoDecidono loro in che mondo trovartiOra domani fra dieci cento anniEccoti pronta nelle loro maniUn volo d’uccello e via per lungheDistese in un cielo infinito.

Un sorso d’acqua è la vitaNemmeno la bevi… è già finita.

Lucia Izzo

PASSAGGI

No, non mi hai perduto.Sono io che mi sono ritrovata.

Tu, punto fermo, immutato e immutabile,io, satellite timido e confuso,

ora, posso guardarti negli occhi.Si sono diradate le nebbie

E il mio, il nostro tramontoè rosso fuoco.

Rossana Bonadonna

L’ANGOLODELLA POESIA