verifica di assoggettabilità a vas ai sensi del d.lgs n .... 22... · la cause sono di varia...
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Verifica di assoggettabilità a VAS ai sensi del D.lgs n. 152/2006 e ss. mm. ed ii. e del Regolamento di attuazione della Regione Campania COMPRENSORI 2 e 3
PROPOSTA di PUA in zona classificata “T turistica” dal PRG vigente, Comprensori 2 e 3 (istanza originaria del
27.09.2009 prot. n. 21889)
Premessa
Le società “IL QUADRIFOGLIO S.r.l.” “Immobiliare San Francesco S.r.l.” e “La Piramide S.r.l.” tutte con sede legale alla
via Lago Trasimeno n. 11 del comune di Pontecagnano Faiano (SA), risultando proprietari della totale consistenza
dell’intero comprensorio a destinazione turistica in località Picciola, individuante specifiche unità minime di intervento
(UMI) ai fini della redazione di un Piano Urbanistico Attuativo (PUA) del tipo Lottizzazione Convenzionata (PLC), hanno
conferito incarico allo scrivente ing. Giuseppe CIARDO nato a Salerno il 22.10.1968, C.F. CRDGPP68R22H703S con
studio tecnico professionale in 84131 – Salerno alla via Fondo Dattero n. 24 iscritto all’Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Salerno col n° 4366, di predisporre in risposta alla richiesta di integrazione del 16.10.2015 prot. n. 34821
ricevuta dal comune di Pontecagnano Faiano (SA), Sportello Unico per l’Edilizia il seguente elaborato progettuale.
Ci sembra opportuno delineare, ai fini ambientali, lo scenario di riferimento entro cui si sviluppa l’intervento in
oggetto, partendo dai seguenti aspetti significativi:
1. situazione attuale (problematiche ambientali);
2. scelta progettuale ed alternative di progetto;
3. analisi degli impatti previsti e prevedibili.
Situazione attuale (problematiche ambientali)
La Provincia di Salerno è caratterizzata da una potenzialità turistica di straordinaria importanza che, in molti casi,
continua a rappresentare un’occasione mancata di sviluppo e di occupazione.
Bellezze paesaggistiche, siti archeologici, natura incontaminata fanno ancora oggi da scenario ad ampie zone
urbanizzate che possono essere riqualificate ed indirizzate presso settori di sviluppo eco compatibile; tuttavia Ia forza
di attrazione della zone interne nei confronti dei flussi turistici è certamente minore di quella esercitata dalle fasce
costiere ed, in particolar modo, quella del litorale posto a sud di Salerno è minore rispetto alla costa amalfitana.
La cause sono di varia natura, ma si possono ricondurre, tra l'altro, alle precarie condizioni di sviluppo socio‐
economico che non consentono ancora di realizzare, quella completa valorizzazione di un patrimonio naturale ed
artistico estremamente ricco ed affascinante.
La marginalità economica, spesso dominante nelle aree interne, ha avuto, paradossalmente, come involontario
effetto positivo, Ia limitazione delle trasformazioni e degli interventi, salvaguardandone spesso la struttura storica,
cosa che non è avvenuta nella fascia costiera di interesse che è stata a vario modo saccheggiata e depredata sotto il
profilo naturalistico ed ambientale.
Infatti, l’area nella quale è inserita Ia zona oggetto di intervento urbanistico, ricade nella fascia litoranea posta a sud
della città di Salerno, nell'ambito del territorio del comune di Pontecagnano Faiano e presenta estese zone in cui si è
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raggiunta, e in qualche caso superata, quella soglia minima al di sotto della quale risulta difficile attivare forme di
sviluppo per l'indiscriminata e scriteriata utilizzazione delle risorse ambientali.
Tale contesto territoriale è caratterizzato dalla presenza di un esteso abusivismo edilizio che ha determinato la
crescita, su non trascurabili zone della costa, di aggregati edilizi che, stante la pressoché totale assenza di attrezzature
e servizi, non assurgono neanche al rango di ambito urbano.
Và altresì osservato, così come rilevato dal PTCP, che anche quelli realizzati senza una attenta ed adeguata (oltre che
aggiornata) programmazione urbanistica costituiscono forme di disaggregazione territoriale che hanno notevolmente
frammentato la continuità della costa e gli appezzamenti agricoli che, comunque, costituivano un elemento
caratteristico del paesaggio a sud di Salerno.
Attualmente gli insediamenti realizzati lungo costa, in particolare nella zona immediatamente a sud del comune
capoluogo, costituiscono uno sbocco naturale per quanti non riescono a trovare alloggio nella città di Salerno, creando
delle periferie nel senso più negativo del termine.
Lo stesso arenile, in tale contesto, risulta caratterizzato da fenomeni di degrado ed erosione che, oltre ai naturali
fenomeni meteo marini, ha avuto una certa accelerazione a seguito del prelievo sconsiderato di sabbia negli scorsi
decenni. Tale fenomeno, continua ancora oggi in virtù dello squilibrio generatosi da quando le portate sempre più
limitate dei fiumi e dei torrenti, hanno "rotto" il naturale equilibrio tra materiali detritici portati alla foce e l'erosione
operata dal mare.
Dalle risultanze di studi effettuati recentemente si è potuto stabilire che l'erosione ha "cancellato", a partire dal 1939,
oltre 35 ml di arenile e dal 1956 ad oggi sta "viaggiando" ad una velocità media di circa 40 cm annui.
Rispetto ai collegamenti con le aree esterne, il contesto in esame assume una posizione baricentrica per cui, se
incentivata, offre un’ottima possibilità di collegamento, assicurata su gomma dall'autostrada Salerno ‐ Reggio Calabria,
dalla SS 18 Tirrenica inferiore e dal raccordo con la tangenziale di Salerno mentre via mare questi possono essere
garantiti con le linee estive degli aliscafi, nonché per via aerea con l’attivazione e la riconversione dell'aeroporto di
Pontecagnano.
Tale assetto baricentrico dovrebbe sviluppare anche ipotesi di turismo destagionalizzato, legato alle risorse
archeologiche (Paestum e Pontecagnano) ed a quelle ambientali, costituite dall'areale dal Parco Regionale dei Monti
Picentini o quello fluviale, relativo al bacino del Sele, o alla già richiamata fascia pinetata o, ancora, dalle elevate
potenzialità agrituristiche.
In tale areale, infatti, (comprensivo della piana del Sele) rivestono un'importanza fondamentale gli interventi connessi
al recupero ed alla valorizzazione dei fondi agricoli e la rifunzionalizzazione dei casali rurali, spesso abbandonati, i quali
rappresentano testimonianza di straordinaria importanza storico‐architettonica.
L'attività agricola in quest'area rappresenta una peculiarità ed una ricchezza del territorio e, come tale, va tutelata ed
incrementata nel senso di una migliore efficienza e qualità del prodotto, privilegiando l'inserimento degli stessi nei
circuiti commerciali regionali e nazionali, ma controllando, al tempo stesso, le sostanze utilizzate in agricoltura che
spesso costituiscono un fattore di alterazione delle caratteristiche fisico‐ chimiche delle acque dei torrenti e, quindi,
del mare.
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L'economia agricola (sviluppo ed occupazione legate al settore primario),al pari di quella turistica, per poter decollare,
necessita di una rinnovata qualità e funzionalità ambientale avendo come obiettivo il consolidamento delle produzioni
locali, il loro ampliamento e la loro diversificazione.
Nella provincia di Salerno, quindi, tali economie (agricoltura e mare ‐ entrambe risorse ambientali ‐ e, quindi, legate al
turismo) non devono entrare in contrasto, ma, viceversa, bisogna assegnare loro i luoghi delle rispettive produzioni
attraverso una corretta e coordinata pianificazione territoriale, ancora formalmente assente, a scala sovra comunale,
per cui il PRG , allo stato, costituisce l’unico punto di riferimento certo e, nonostante l’epoca di redazione, contiene
elementi di riqualificazione ambientale sicuramente apprezzabili.
Scelta progettuale ed alternative di progetto
Gli interventi da realizzare in tale contesto per avere un livello credibile di sostenibilità ambientale devono avere come
obiettivo un assetto integrato del territorio al fine di conseguire anche effetti sul piano sociale, ecologico ed
economico; pertanto in tale contesto territoriale assume, quindi, fondamentale importanza sviluppare una
progettazione tesa al recupero ambientale, alla difesa del suolo ed ad una fruibilità eco compatibile.
Particolare attenzione va posta, quindi, nella scelta delle tipologie di intervento, della funzionalità degli stessi, dei
materiali e dalle relazioni che intercorrono tra gli interventi e lo stato di fatto. Per una completa descrizione ed analisi
delle caratteristiche complessive dell'area d’intervento si rinvia agli elaborati progettuali precedentemente trasmessi.
La scelta dell’operatore economico privato è quella di procedere ad un investimento che coniughi l’esigenza di
garantire una residenzialità a persone che cercano di allontanarsi dal caos del capoluogo, attraverso un intervento
edilizio che recuperi la frammentarietà territoriale ivi esistente, con la speranza che il settore pubblico provveda ad
investire in servizi collettivi e a svolgere il ruolo di coordinamento rammagliando tutte le iniziative private presenti in
zona.
Infatti il degrado presente lungo il litorale richiede uno sforzo congiunto e coordinato delle pubbliche amministrazioni
e dei privati nell'interesse della collettività e dell'ambiente, operando per ambiti di medio/grandi dimensioni, in
coerenza con il vigente P.R.G. di Pontecagnano Faiano.
Lo studio posto a base del progetto e che ha orientato la proposta di lottizzazione così come prevista e presentata è
parte integrante della documentazione precedentemente trasmessa.
Analisi degli impatti previsti e prevedibili
Il litorale tra Salerno e Pontecagnano e, quindi, anche l'area oggetto di intervento, ha subito, tra gli anni 50 e 60
interventi di trasformazione radicali che ne hanno modificato sostanzialmente l'aspetto e le caratteristiche, ed hanno
comportato la definizione di un contesto territoriale sostanzialmente diverso dal precedente.
Lo sviluppo insediativo spontaneo susseguitosi negli anni '70, ha stravolto ulteriormente l'habitat naturale, per cui
urge ricondurre l'area ad assetti ambientalmente compatibili ed in linea con l'unico strumento di programmazione
urbanistica vigente (P.R.G.).
L'azione di tutela e salvaguardia va attuata attraverso interventi volti al recupero delle condizioni ambientali conformi
agli interessi fondamentali della collettività ed alla qualità della vita. Seguendo tale logica le attività di trasformazioni
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edilizie devono essere realizzate con interventi "ambientalmente consapevoli", in grado di coniugare la qualità della
vita e dell'ambiente con le attività economiche, legando interessi privati a quelli pubblici o della collettività.
Riassumendo si ritiene che nella zona oggetto di intervento, in funzione degli impatti presenti, occorre attuare:
un'efficace azione di recupero e riqualificazione territoriale e dell’area di interesse;
aumentare la qualità della vita, degli spazi, dei servizi erogati;
operare trasformazioni sostenibili ed economicamente compatibili rispetto alle esigenze di tutela ambientale;
riqualificare gli areali posti al contorno dell'area d’intervento, sottraendola all’abusivismo e creando le basi
per uno sviluppo economico attraverso un'azione concertata e/o coordinata, tra interventi pubblici e privati;
attuare un recupero ambientale modificando il modello economico di sviluppo attualmente presente, che ha
portato solo a dequalificare il territorio e I'offerta di servizi, determinando, nel contempo, una serie di abusi
continui e ripetuti nel tempo.
Allo stato attuale, l'uso che si fa del territorio in funzione di quanto precedentemente descritto, ha i seguenti effetti
negativi sull'ambiente:
elevato inquinamento dell'aria dovuto alla notevole presenza di veicoli privati legati ad attività vacanziere del
tipo "mordi e fuggi", particolarmente intense nel periodo estivo;
elevato inquinamento acustico per gli stessi motivi;
elevata produzione di rifiuti con una indiscriminata dispersione degli stessi nell’ambiente.
complessità nelle operazioni di recupero e pulizia a causa dell’eterogeneità dei rifiuti e della loro abbandono;
passaggio da un sistema naturale complesso ad uno semplificato, che produce una riduzione della varietà
degli habitat con conseguente perdita di complessità del biotipo;
mancanza di sicurezza nel periodo invernale dovuta alla presenza di attività illecite lungo la viabilità litoranea.
L’intervento in oggetto attraverso un’analisi ed una valutazione dei fattori descritti nel progetto elaborato, tende a
rimuovere, anche se per un ambito limitato, le forme di degrado prima descritte attraverso un’operazione di recupero
e riqualificazione urbanistica mediante la realizzazione di un Comprensorio Turistico qualitativamente ed
ambientalmente eco sostenibile
Obiettivi ed azioni del piano al fine di evidenziare il rapporto con gli obiettivi dei piani sovraordinati e definendo nel
dettaglio gli aspetti dimensionali del piano.
In funzione del quadro conoscitivo del territorio di interesse, si esaminano in questa fase, i suoi elementi
costitutivi sia di valore che di carenza ambientale considerati ai fini della definizione delle scelte progettuali operate
dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
Per procedere alla definizione della proposta del progetto di lottizzazione si sono svolte analisi relative alla
posizione del lotto di interesse, definito nel P.R.G., come comprensorio T (turistico) , ed alle sue implicazioni e
interazioni con il territorio circostante.
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Il comprensorio, come detto, è individuabile in un’area sita in località “La Picciola” nell’ambito di una zona
pianeggiante posta in prossimità dell’arenile, fascia litoranea di Magazzeno, ed è direttamente collegata alla strada
Provinciale Litoranea denominata, nel tratto in questione, via dei Navigatori.
Il comprensorio T, interessato al Piano di Lottizzazione, ha una forma pressoché triangolare, coinvolgendo
un’unica Unità Minima di Intervento delimitata dalle strade di P.R.G. e dalla strada provinciale litoranea, così come
delineato nelle Norme di Attuazione del P.R.G. vigenti.
La viabilità di progetto, quindi, fa riferimento alle indicazioni contenute nel P.R.G. vigente, oltre a quella di
progetto, interna al Piano di Lottizzazione; la scelta progettuale tende a far sviluppare il comprensorio di progetto
verso l’interno, rispetto alla costa, al fine di evitare ulteriori appesantimenti per la viabilità principale costituita dalla
strada litoranea.
Pertanto, sarà proprio la viabilità di P.R.G., interessante l’area in esame, a garantire i collegamenti viari per la
nuova zona di espansione turistica.
E’ da rilevare, inoltre, che tutta la zona costiera, e quindi anche l’area di progetto, è interessata da una
drastica alterazione dei fattori ambientali; infatti sono ormai quasi completamente scomparsi gli ecosistemi naturali
originari in ragione di un sistema naturale distorto, che non è più in grado di assumere connotazioni proprie definibili
tecnicamente come “ risorsa economico‐ambientale”, ma anzi si riflette con gli stessi effetti negativi nel contesto
paesaggistico di appartenenza.
Anche da un punto di vista agricolo la zona è da considerarsi compromessa; per lo più si tratta di suoli
parzialmente o scarsamente produttivi (sabbiosi – limosi), regolati da una agricoltura marginale, ove esistente, di
basso o pressoché nullo impatto economico.
Da quanto evidenziato emerge chiaramente l’importanza di sviluppare una progettazione tesa al recupero
ambientale mirata non solo alla difesa del suolo ma anche ad una fruibilità eco‐compatibile dell’intero comprensorio,
rimuovendo, anche se per un ambito limitato, le tipiche criticità del litorale posto a sud del capoluogo.
DESCRIZIONE DELLA ZONA D’INTERVENTO
Una volta descritto nel dettaglio gli obiettivi del P.R.G. vigente, in cui si evidenzia una completa coerenza dei livelli di
pianificazione, si passa ad esaminare di seguito, il quadro programmatico territoriale, in cui sono individuate le
previsioni di altri strumenti vigenti e di settore.
Prima di descrivere gli aspetti sopra citati nel paragrafo che segue si riporta brevemente, l'inquadramento territoriale
necessario per avere un preciso quadro di riferimento.
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
La zona oggetto del piano di lottizzazione turistica è sita nel territorio del Comune di Pontecagnano‐Faiano
(SA) che in linea generale si caratterizza come di seguito indicato.
Il Comune, istituito nel 1911, è delimitano ad est della catena dei Monti Picentini, a sud dal Torrente Asa, ad
ovest dal Mar Tirreno e a Nord dal Fiume Picentino.
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Il territorio comunale si articola su una superficie di circa 37,18 Kmq ed è tipologicamente formato da
montagna, collina e pianura; su di esso scorrono diversi corsi d'acqua, che considerata la distanza dei monti dal mare,
sono di modesta portata.
Il Comune di Pontecagnano Faiano confina a nord con il Comune di Salerno e Giffoni Valle Piana, ad est con il
Comuni di Montecorvino Pugliano e Bellizzi, a sud con il Comune di Battipaglia, e ad ovest con il Mar Tirreno.
Le principali infrastrutture a servizio del territorio in parola sono:
autostrada A3 Salerno‐Reggio Calabria, infrastruttura di livello nazionale, che, nel progetto di
modernizzazione, prevede un ulteriore svincolo a sud della città;
Strada Statale 18 Tirrenia Inferiore, infrastruttura di livello interregionale che connette i comuni del
comprensorio “picentino”, dislocati in pianura, con Napoli, Avellino e Salerno a nord e con la Basilicata e la
Calabria a sud;
strade provinciali di connessione tra i principali centri del comprensorio “picentino”;
linea ferroviaria Salerno ‐ Reggio Calabria con scalo a Pontecagnano;
strada a scorrimento veloce denominata AVERSANA, in fase di ultimazione;
aeroporto.
STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE
Il Comune di Pontecagnano Faiano è dotato di PIANO REGOLATORE GENERALE approvato con DPGR n°18 del
07/01/1988.
Le previsioni del P.R.G. di cui sopra individuano, una moltitudine di destinazioni urbanistiche: zone residenziali di
completamento e di espansione, zone artigianali‐commerciali‐direzionali, zone industriali, zone turistiche e zone per
servizi generali su cui sono previsti varie tipologie di servizi, è da precisare che quest’ultima zona, allo stato attuale, è
priva di disciplina urbanistica, visto che il quinquennio di validità del vincolo di destinazione è ormai
abbondantemente spirato.
Il territorio comunale per ragioni strutturali può, urbanisticamente parlando, essere considerato diviso in due macro
zone delineate dalla strada ferrata.
Il territorio a sud della strada ferrata, vincolato ai sensi della Legge 1497/39, ha conservato per la stragrande
maggioranza l’uso agricolo con eccezione della fascia a ridosso della strada ferrata che è stata destinata a residenziale
di espansione, della fascia che si estende dalla foce del fiume Picentino alla foce del fiume Tusciano che è stata
destinata per larga parte ad uso turistico; inoltre, sono presenti, anche se in misura ridotta, zone a destinazione
produttiva di tipo artigianale commerciale e di tipo industriale.
A nord della strada ferrata si trova il centro urbano di Pontecagnano con le sue frazioni di San Antonio e Pagliarone e il
centro urbano collinare di Faiano, in questa fascia di territorio, le destinazioni urbanistiche previste dal P.R.G. vanno
dalle zone residenziali di completamento e di espansione, alle zone turistiche collinari, alle zone artigianali‐
commerciali‐direzionali, alle zone industriali e alle zone a servizi generali; nel centro urbano di Pontecagnano sono
presenti contenitori industriali dismessi, retaggio delle fiorenti attività agro‐alimentari che per anni hanno
caratterizzato la vita economica e sociale della zona.
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La densità delle zone urbanisticamente predisposte alla trasformazione edilizia è decisamente più alta nella zona a
nord della strada ferrata.
PIANI SOVRAORDINATI
Di seguito si riporta il quadro programmatico territoriale di riferimento al fine di evidenziare la presenza di
eventuali vincoli.
Per la zona d’interesse, nella Regione sono vigenti i seguenti piani sovra ordinati:
- Piano Territoriale Regionale della regione Campania approvato con L. R. n. 13 del 13 ottobre 2008 ‐ BURC n.
48bis del 1 dicembre 2008;
- Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Salerno adottato con delibera di C.P. n°145
del 18/12/2001 ed in fase di rielaborazione a seguito dell’entrata in vigore della LR n° 16/2004.
- Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico dell’Autorità di Bacino destra Sele adottato con delibera del
Comitato Istituzionale 26/7/2010.
- Piano Regolatore Generale del Comune di Pontecagnano Faiano adottato con delibera di C.C. n°14/s del
02/09/1985 e successiva n°15/s del 05/04/86 ed approvato con D.P.G.R. del 07/01/1988.
- Regolamento Edilizio del comune di Pontecagnano Faiano adottato con delibera di C.C. n°6 del 16/01/1993, e
ratificato dal Consiglio Provinciale con delibera n°91 del 18/11/1996.
L’esame degli elaborati costituenti gli strumenti di programmazione di cui sopra, ha consentito di effettuare
una caratterizzazione, dal punto di vista ambientale, della zona direttamente interessata dal progetto di lottizzazione,
valutandola nell’ambito del contesto definito da dette forme di pianificazione sovra ordinata.
Dall’analisi delle varie cartografie emerge che, come area tutelata ai sensi del D.Lgs. n° 490/99 (sostituito dal
vigente D.Lgs. 22/01/2004 n°42), l’area del comune di Pontecagnano Faiano, nel tratto che si estende tra la linea di
costa e l’attraversamento ferroviario, è sottoposta a vincolo paesistico ai sensi della legge n° 1492 del 1939 con D.M.
22/02/1970.
Il territorio comunale non è interessato da altre aree protette; quella più prossima al comune è rappresentata
dal Parco Regionale dei Monti Picentini istituito con L.R. n°33 del 01/09/1993, che si trova a nord‐ est rispetto ad esso;
di seguito quindi vengono brevemente descritti le interferenze con tali Piani.
PIANO TERRITORIALE REGIONALE
In conformità a quanto richiesto dal competente Settore, di seguito è stata effettuata un’analisi di coerenza al
fine di evidenziare il rapporto tra gli obiettivi dal piano di lottizzazione in progetto con gli obiettivi dei piani sovra
ordinati, evidenziandone la coerenza e/o le interferenze.
Pertanto ai fini di una migliore lettura delle analisi realizzate si riportano gli stralci aggiornati delle suddette
cartografie evidenziando, a livello grafico, le interferenze esistenti.
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PARCHI NAZIONALI E AREE PROTETTE
Area interessata dalla lottizzazione
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PARCHI REGIONALI E PIANI PAESISTICI
Area interessata dalla lottizzazione
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Dall’esame degli stralci cartografici sopra riportati si evidenzia che la zona d’interesse:
- rientra nell’ambito della rete ecologica regionale nella zona definita come Zona a massima frammentarietà
ecosistemica;
- è esterna alle aree individuate come Aree protette e siti “Unesco e patrimonio dell’umanità”;
- ricade nelle zone classificate a rischio sismico di classe terza, come da DGRC 5447/02;
- è esterna alla aree individuate come Rete infrastrutturale, ma si trova in posizione privilegiata rispetto a
queste;
- è esterna alle aree definite come Parchi nazionali ed aree protette;
- è esterna alle aree definite come Parchi regionali ed a piani Paesistici.
Rispetto al PTR , quindi, emerge una sostanziale coerenza fra l’analisi effettuata e quanto riportato in tale strumento
per le zone a massima frammentazione ecosistemica.
Questa circostanza implica che gli interventi urbanistici che comportano la trasformazione della destinazione d’uso dei
suoli, devono mirare ad una minore frammentazione del territorio, definendo unità di interventi ambientalmente
coese e correlate tra loro.
Un siffatto intervento non è realizzabile a livello singolo ma richiede sicuramente anche tempistiche diverse, per cui
l’intervento edilizio proposto e le soluzioni adottate possono costituire o assumere la valenza di un modello gestionale
da palliare a larga scala su tutto il litorale d’interesse per una fruizione eco sostenibile ed eco compatibile.
PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE
Dall’analisi della documentazione relativa al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno, adottato
con delibera di C.P. n°145 del 18/12/2001, ed in fase di rielaborazione a seguito dell’entrata in vigore della LR n°
16/2004, emerge quanto di seguito delineato.
Dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale si rileva che la zona in esame non è interessata dalla rete ecologica
provinciale che, tra l’altro, è tuttora assente, mentre è classificata come area ad agricoltura con preminente funzione
produttiva dei beni con mitigazione e progressiva riduzione della pressione sull’ambiente.
Una definizione, occorre dire, non molto felice in quanto se da un lato evidenzia la necessità di sviluppare una
agricoltura con funzione produttiva e quindi di tipo intensiva, dall’altro prevede una progressiva riduzione delle
pressioni sull’ambiente non avendo forse chiaro che l’agricoltura produttiva si estrinseca proprio in una serie di stress
ambientali a carico della matrice suolo ed acqua.
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STRALCIO SISTEMA AMBIENTALE DEL PTCP DI SALERNO
Nel seguito sono state analizzate, così come effettuato nel documento originale, le tematiche realizzati nell’ambito del
PTCP della Provincia di Salerno al fine di evidenziare tutte le possibili interferenze con la stratificazione conoscitiva
realizzata al fine della formazione di tal strumento di pianificazione.
Nel seguito si riportano oltre agli stralci cartografici relativi ai tematismi fondamentali anche eventuali
interferenze rilevate tra la lottizzazione in progetto e la suddetta pianificazione:
Lo stralcio cartografico evidenzia che l’area d’interesse ricade in una zona a medio basso indice di naturalità ; per cui le
attività di urbanizzazione non vanno a creare scompensi rispetto a talee parametro territoriale.
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Per quanto ascrivibile ai sistemi infrastrutturali l’analisi
eseguita evidenzia che l’area in esame ricade in una zona
marginale rispetto al complesso sistema dei servizi
infrastrutturali, ma proprio in funzione di tale posizione
assume un ruolo di rilancio della zona d’interesse così
come evidenziato nell’ambito della rapporto ambientale e
degli elaborati di Piano
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Le tematiche relative alla biodiversità, analizzate nell’ambito del
PTCP, evidenziano che l’area è caratterizzata da un fattore
medio basso così come descritto in relazione per cui la
realizzazione dell’intervento di urbanizzazione con la posa in
opera di piante autoctone arboree nonché di piante arbustive
(siepi) e fiori, contribuire al ripristino di una elevata biodiversità
vegetale che in modo spontaneo avrà anche effetti sulla
biodiversità faunistica dell’area d’interesse.
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Come evidenziato in relazione gli studi definiti a livello di PTCP
evidenziano che nell’area d’interesse non vi sono beni d’interesse
architettonico e/o archeologici
Rispetto alla tematica relativa alla protezione degli
acquiferi la zona è caratterizzata da una elevata
vulnerabilità; questa ai fini dell’intervento è mitigata
dall’adozione di una serie di accorgimenti che, come
evidenziato in relazione, di fatto non impattano con
l’assetto ideologico ed idraulico dell’area.
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Rispetto alle tematiche connesse alle aree protette ed ai parchi naturali, come
ampiamente discusso nella relazione , non si rilevano interferenze con tali tipologia
di aree
Come già sopra evidenziato le aree d’interesse non hanno interferenze con tale
tipo infrastrutture e le analisi effettuate a livello di PTCP confermano tali
valutazioni
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L’area d’interesse nel suo intorno e caratterizzata dalla presenza di coltivazioni sotto serra e da culture erbacee irrigue
ad elevata redditività mentre nello specifico come evidenziato nelle foto allegate, l’area d’interesse, si presenta in uno
elevato stato di degrado a fronte del quale l’intervento in progetto esplica sicuramente un effetto positivo in termini
di recupero ambientale sottraendo l’area ad abusi ed usi non corretti.
L’area d’interesse come evidenziato in relazione si inserisce nella fascia costiera definita di tutela paesistica ai sensi
dell’intervenuto dlgs n. 42/04 per cui le attività in progetto dovranno essere sottoposte al visto della Soprintendenza
ai fini paesistici; si ribadisce quanto riportato in relazione che a fronte di tale problematica, l’intervento viene
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realizzato con tecniche di ingegneria naturalistica, mentre i manufatti saranno realizzati con materiali a basso impatto
ambientale e coerenti con le dinamiche strofica del sito d’intervento.
Comunque, una volta completata la procedura di VAS, verrà realizzato un apposito studio paesistico con la
realizzazione di rendering da sottoporre ai sensi della normativa vigente agli enti competenti per i relativi pareri.
Rispetto agli assetti geomorfologici l’area in esame , come già evidenziato, non presenta fenomeni di franosità in atto
e/o pregressi , in quanto a morfologia completamente sub pianeggiante.
Rispetto alle tematiche di PTCP si evidenzia che l’area d’interesse è stato oggetto oltre che da un notevole apporto
fluviale da una serie di manomissioni antropiche rientranti nel campo della bonifica integrale (RD 1933).
Al momento non si evidenziano segni di squilibrio in atto e gli interventi previsti in progetto non prevedono vistosi
movimenti di terra e comunque il progetto di urbanizzazione dell’area una volta completata la procedura di VAS, verrà
realizzato un apposito studio da sottoporre ai sensi della normativa vigente agli enti competenti per i relativi pareri.
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Rispetto al sistema infrastrutturale nell’ambito del PTCP l’area viene definita come pianura prevalentemente ad
indirizzo agricolo ; appare evidente che tale individuazione è relativa ad una razionalizzazione a scala comunale
Rispetto agli acquiferi
presenti in zona lo studi di
PTCP evidenzia una bassa
vulnerabilità rispetto agli
acquiferi superficiali ed a
quelli eventualmente
presenti in acquiferi
confinati.
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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mentre una sua reale destinazione urbanistica và verificata a scala di PUC (ex PRG) ove si evidenzia che il
comprensorio posto sulla litoranea è ad indirizzo turistico insediativi.
PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DELL’AUTORITÀ DI BACINO DESTRA SELE, ADOTTATO CON
DELIBERA DEL COMITATO ISTITUZIONALE 26/7/2010.
Al fine di verificare la coerenza della suddetta lottizzazione sotto il profilo della compatibilità idrogeologica sono state
analizzate le cartografie redatte dall’AdB destra Sele e relative al rischio ed alla pericolosità da frane e da alluvione.
CARTA DELLA PERICOLOSITÀ DA FRANE
CARTA RISCHIO FRANE
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CARTA DELLE AREE INONDABILI
CARTE DELLE FASCE FLUVIALI
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CARTA AREE A RISCHIO IDRAULICO
Dall’esame degli stralci delle tavole (sopra riportati) e degli studi relativi al rischio frane e al rischio idraulico, così come
elaborati dall’Autorità di Bacino in destra Sele, emerge che la zona interessata dal progetto di lottizzazione non è a
rischio frane né a rischio idraulico né a rischio inondazione per cui l’intervento sotto l’aspetto legato alla pericolosità
dei siti non produce impatti.
STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE
Gli strumenti urbanistici attualmente vigenti afferiscono a :
1) Piano Regolatore Generale del Comune di Pontecagnano Faiano adottato con delibera di C.C. n°14/s del
02/09/1985 e successiva n°15/s del 05/04/86 ed approvato con D.P.G.R. del 07/01/1988.
2) Regolamento Edilizio del comune di Pontecagnano Faiano adottato con delibera di C.C. n°6 del 16/01/1993,
e ratificato dal Consiglio Provinciale con delibera n°91 del 18/11/1996.
Ed è rispetto a questi due strumenti di gestione delle attività urbanistiche che è stato elaborata la proposta di
urbanizzazione dell’area litoranea in questione e trasmessa in un Rapporto Ambientale già agli atti del competente
Settore regionale.
Comunque, di seguito, si delineeranno gli aspetti salienti di detti strumenti evidenziando la coerenza degli stessi con il
progetto di lottizzazione.
Il Comune di Pontecagnano Faiano è dotato di PIANO REGOLATORE GENERALE approvato con DPGR n°18 del
07/01/1988.
Le previsioni del P.R.G. individuano, alcune destinazioni urbanistiche:
- zone residenziali di completamento e di espansione;
- zone artigianali‐commerciali‐direzionali;
- zone industriali, zone turistiche;
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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- zone per servizi generali, sulla quale sono previsti varie tipologie di servizi; si precisa che, quest’ultima zona,
allo stato attuale, è priva di disciplina urbanistica, considerato che il quinquennio di validità del vincolo di
destinazione è ormai abbondantemente superato.
Il territorio comunale per ragioni strutturali può, urbanisticamente parlando, essere considerato diviso in due macro
zone delimitate dalla linea ferroviaria.
Il territorio a sud della strada ferrata, è vincolato ai sensi della Legge 1497/39, ed ha conservato per la stragrande
maggioranza l’uso agricolo, ad eccezione della fascia a ridosso della stessa linea ferroviaria, in quanto destinata a zona
residenziale e/o di espansione, e della fascia che si estende tra la foce del fiume Picentino e la foce del fiume Tusciano,
che è stata destinata, per larga parte ad uso turistico.
In tale contesto, inoltre, sono presenti, anche se in misura ridotta, zone a destinazione produttiva di tipo artigianale
commerciale e di tipo industriale.
A nord della strada ferrata, invece, si trova il centro urbano di Pontecagnano con le sue frazioni di San Antonio e
Pagliarone ed il centro urbano, collinare, di Faiano.
In questa fascia di territorio, le destinazioni urbanistiche previste dal P.R.G. vanno dalle zone residenziali di
completamento e di espansione, alle zone turistiche collinari, alle zone artigianali‐commerciali‐direzionali, alle zone
industriali e alle zone a servizi generali.
Nel centro urbano di Pontecagnano sono presenti aree industriali dismesse, retaggio delle fiorenti attività agro‐
alimentari che per anni hanno caratterizzato la vita economica e sociale della zona.
La densità delle zone urbanisticamente predisposte alla trasformazione edilizia è decisamente più alta nella zona
posta a nord della strada ferrata.
OBIETTIVI DEL P.R.G.
Il P.R.G. di Pontecagnano‐Faiano (SA) è dimensionato, a livello previsionale, per il raggiungimento di una popolazione
di circa 25.000 ‐ 30.000 abitanti nel rispetto dei seguenti indirizzi programmatici:
- il P.R.G. nasce in una visione politica di tutte le componenti del corpo sociale, nel rispetto della tradizione e
del patrimonio culturale della collettività;
- il P.R.G. costituisce uno strumento operativo dinamico;
- il P.R.G. garantisce la possibilità di inserimento del Comune in un processo di pianificazione urbanistica estesa
ai comuni vicini allorquando se ne verifichi la concreta possibilità e nel rispetto dell’autonomia del Comune di
Pontecagnano‐Faiano; per cui le scelte operate a livello comunale hanno evitato di pregiudicare
pianificazione a carattere comprensoriale;
- ai fini di quanto sopra le previsioni del P.R.G. sono riferite ad un arco temporale decennale, ed in tale arco di
tempo è previsto il raggiungimento di una popolazione di 25.000 – 30.000 unità;
- in linea prioritaria il P.R.G. tende al risanamento delle zone già edificate ed alla eliminazione delle carenze
igienico‐sanitarie, ambientali e dei servizi; in tali zone inoltre è previsto il riequilibrio tra le residenze ed i
servizi con particolare riferimento al verde, agli impianti sportivi di quartiere ed alle scuole dell’obbligo. Il
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raggiungimento di dette finalità è perseguito ove possibile, anche mediante l’incoraggiamento di iniziative
spontanee o l’utilizzazione di particolari suscettività ambientali come ad esempio la creazione di un percorso
pedonale attrezzato;
- particolare attenzione è riservata alla rivalutazione dei centri abitati, che sono stati trascurati in passato e
conseguentemente presentano accentuate carenze di servizi;
- le prospettive di riequilibrio e sviluppo degli insediamenti residenziali sono strettamente legate al
potenziamento delle risorse occupazionali della popolazione;
- è perseguito l’allontanamento dal centro urbano degli insediamenti industriali evitando peraltro che
l’attuazione di un tale processo possa risolversi in turbamento dei livelli occupazionali;
- il P.R.G. tiene conto delle presenze archeologiche accertate nel sottosuolo, proponendo in base ai risultati
della identificazione e delimitazione delle zone interessate, l’applicazione dei vincoli e norme disciplinari
concilianti le esigenze della pianificazione urbanistica con la salvaguardia del patrimonio archeologico;
- nel rispetto delle attività produttive il P.R.G. tende all’ampliamento degli insediamenti produttivi;
- il P.R.G. deve garantire la conservazione, ai centri abitati del comune, di caratteristiche strettamente legate
alla sua vocazione agroindustriale valorizzando il patrimonio agricolo sia sotto l’aspetto produttivo che
ambientale (disciplina e caratterizzazione tipologica ed architettonica delle costruzioni);
- particolare cura dovrà rivolgersi agli insediamenti abitativi in località Corvinia da convertire e localizzare in
modo da renderli congruenti con attività produttive nel settore agricolo (Centro agricolo contadino)
salvaguardando le prospettive di sviluppo dell’impianto aeroportuale e delle attività turistico commerciali
delle quali la presenza dell’aeroporto promuoverà lo sviluppo;
- il P.R.G. promuove attività turistico balneari lungo la fascia litoranea nel rispetto delle normative regionali in
corso di emanazione e sulla fascia collinare della quale sarà prevista l’utilizzazione collegata con le
prospettive di sviluppo del Comprensorio del Terminio nel cui ambito detta fascia collinare ricade;
- il P.R.G. indicherà possibili soluzione ai problemi connessi con la valorizzazione del patrimonio archeologico
(museo e aree tutelate);
- le previsioni di assetto generale della viabilità urbana ed extra urbana individuate nel P.R.G. saranno
sottoposte a verifiche preliminari da parte dell’amministrazione che si riserva di fornire indicazioni sullo
schema generale viario il quale dovrà assicurare adeguati collegamenti con la parte alta del territorio, il
capoluogo, la fascia costiera e le reti viarie dei comuni contermini;
- il P.R.G. analizza i problemi delle principali infrastrutture individuando quelle la cui realizzabilità si pone a
livello comunale e quelle per le quali vanno ricercate soluzioni a livello intercomunale;
- risanamento zone malsane con la previsione di tutte le urbanizzazioni primarie;
- recepimento delle indicazioni in merito agli interventi di edilizia abitativa (concessioni e lottizzazioni)
regolarmente approvati dal Comune e dalla Regione;
- individuazione di una nuova zona artigianale al di fuori del centro urbano;
- creazione del porto turistico quale polo di sviluppo in relazione al ruolo che dovrebbe svolgere in futuro la
fascia costiera;
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- il ridisegno della fascia costiera che dovrà armonizzare lo sviluppo indotto dal porto turistico e quello
conseguente alla presenza di residenze a rotazione d’uso (hotels, alberghi, pensioni ecc.);
- rivitalizzare l’aeroporto trasformandolo in civile, creando così un polo di notevole sviluppo per tutta la
provincia;
- creazione del parco archeologico che valorizza la notevole presenza di testimonianze storiche;
- potenziamento di tutte le strade urbane ed extra urbane; creazione di un’arteria a scorrimento veloce che sia
di alternativa alla strada provinciale litoranea; favorire il collegamento mare‐monti con l’eventuale creazione
di nuove arterie e di sottopassi con particolare riferimento alle vie Abate Conforti, Alfani e C. Colombo;
- creazione di un centro polifunzionale in una posizione intermedia tra Pontecagnano e Faiano;
- praticabilità di un centro commerciale e un mercato ortofrutticolo;
- evasione di edilizia unifamiliare bassa;
- realizzazione di uno scalo ferroviario in Pontecagnano;
- adeguamento dell’edilizia privata in funzione dell’edilizia pubblica.
Dimensionamento del P.R.G.
Sulla base degli indirizzi programmatici di cui sopra i progettisti hanno dimensionato lo sviluppo urbanistico del
vigente P.R.G. dove la funzionalità tra le zone omogenee e le infrastrutture rispetta il criterio di controllare lo sviluppo
urbano e di fornire un elevato standard di servizi pubblici, in modo tale da potenziare le attività legate alla produzione
ed al terziario e qualificare le esigenze future del Comune.
Per le diverse tipologie di interventi si può considerare lo schema sotto riportato, nell’ambito del quale è ricompresa
anche la zona di interesse .
- Piano di recupero: il risanamento delle zone malsane è stato perseguito con il Piano di Recupero che è stato
recepito nel P.R.G..
- Zone Commerciali ed Artigianali: per tali tipologie di interventi il P.R.G. prevede il ridisegno delle zone
esistenti. è stata prevista per tali zone una fascia artigianale‐commerciale in posizione baricentrica e con
funzioni di filtro tra la zona industriale e quella urbana. è stata prevista una zona commerciale‐artigianale in
prossimità delle nuove aree residenziali di espansione al fine di munire queste ultime dei necessari servizi. In
effetti la zona baricentrica è stata dimensionata per 20,80 ha; in Pontecagnano centro sono state previste
zone artigianali‐commerciali per 17,10 ha, di cui 12,30 ha già esistenti e 4,80 ha divise in due aree di nuova
perimetrazione in prossimità delle zone di espansione a monte e a valle della ferrovia. Inoltre, sono state
previste 4,40 ha di aree artigianali‐commerciali in Faiano e frazioni limitrofe, 5,60 ha in prossimità tra
Pontecagnano e Faiano e 6,80 ha sulla costa.
- Zone Turistiche: tali zone omogenee sono state previste in maniera uniforme tra la foce del fiume Picentino e
la foce del fiume Tusciano. Per il dimensionamento delle aree a destinazione Turistica si è partiti dal calcolo
della capacità della costa in termini di posti‐mare che ammontano a 26.000 dai quali si è arrivato a 24.600
posti letto; in effetti le aree individuate sulla costa, in maniera ampiamente cautelativa, assommano a circa
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95 ha cui corrispondono 5.700 posti letto. Inoltre, si sono previste altre zone in prossimità di Faiano per circa
30 ha, corrispondenti a circa 1.800 posti letto.
- Parco Archeologico: l’individuazione delle aree a Parco Archeologico ha delimitato il più importante centro
etrusco della Campania valorizzandolo con la previsione di un nuovo museo archeologico in area limitrofa.
- Aeroporto: per quanto riguarda l’aeroporto se ne prevede il potenziamento come polo terminale di sviluppo
delle zone Commerciali‐Artigianali, di quelle Industriali e di tutto il comprensorio comunale e sovracomunale.
Esso deve assolvere alla funzione di aeroporto civile per il traffico interregionale in funzione dello sviluppo
turistico.
- Viabilità: i punti fondamentali di potenziamento e sviluppo della viabilità sono: viabilità Nord‐Sud ‐ previsione
di strada di collegamento alternative alla SS.18 che si aggancia alla viabilità a scorrimento veloce (tangenziale
di Salerno) fino a raggiungere l’aeroporto e ricollegarsi alla SS.18 con sottopasso alla rete ferrata;
- previsione di una strada di collegamento sostitutiva della attuale litoranea, spostata di circa 800 metri verso
l’interno rispetto a quest’ultima.
- viabilità Est‐Ovest ‐ realizzazione di arterie che valorizzano e facilitano il collegamento mare‐città‐collina,
favorito dalla realizzazione dei vari sottopassi alle FF.SS. (via Alfani, via Cavalleggeri, via Colombo e via A.
Conforti).
- Attrezzature sportive: è previsto un imponente centro plurifunzionale tra Pontecagnano e Faiano e un altro
sulla direttrice che collega loc. Baroncino e San Antonio. Altre zone sono previste ai margini delle zone
Turistiche;
- Scalo ferroviario e mercato ortofrutticolo: il potenziamento dello scalo ferroviario, per adeguarlo alle
esigenze del trasporto moderno, passa attraverso la realizzazione di apposite aree da realizzarsi a valle della
zona P.E.E.P. e in zona industriale dove verrà realizzato il mercato ortofrutticolo. Nell’area Montecatini sarà
realizzato l’ampliamento della zona scambi delle FF.SS;
- Nuovi insediamenti residenziali: tenuto conto della tensione abitativa presente nel centro urbano di
Pontecagnano pari a 2‐3 abitanti/vano si è dimensionato il P.R.G. con un rapporto abitanti/vano pari a 0,8.
Tenuto conto dei vani esistenti e di quelli programmati risulta che i nuovi vani da edificare nelle zone
omogenee di espansione sono 4.583 mentre quelli in zona P.E.E.P. sono 3.900. Di tali vani nelle zone
omogenee di espansione 3.269 sono localizzati a Pontecagnano, 923 a Faiano e 391 alla località Picciola.
In particolare sono state individuate 11 nuove aree di espansione che hanno le caratteristiche di seguito indicate:
‐ area di espansione C1: P.E.E.P.;
‐ area di espansione C2: in Pontecagnano a valle della autostrada, area totale 4,065 ha, densità prevista 80
ab/ha per un totale di 325 vani ed una volumetria di 32.500 mc.
‐ area di espansione C3: in Pontecagnano zona Case Parrilli, area totale 17,556 ha, densità prevista 150 ab/ha
per un totale di 2.633 vani ed una volumetria di 263.300 mc.
‐ area di espansione C4: in Pontecagnano zona Case Parrilli, area totale 2,076 ha, densità prevista 150 ab/ha
per un totale di 311 vani ed una volumetria di 31.100 mc.
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‐ area di espansione C5: in La Picciola, area totale 2,61 ha, densità prevista 150 ab/ha per un totale di 391
vani ed una volumetria di 39.100 mc.
‐ area di espansione C6: P.E.E.P.;
‐ area di espansione C7: in Faiano, area totale 2,083 ha, densità prevista 80 ab/ha per un totale di 167 vani ed
una volumetria di 16.700 mc.
‐ area di espansione C8: in Faiano, area totale 2,536 ha, densità prevista 80 ab/ha per un totale di 203 vani ed
una volumetria di 20.300 mc.
‐ area di espansione C9: in Faiano, area totale 0,868 ha, densità prevista 80 ab/ha per un totale di 69 vani ed
una volumetria di 6.900 mc.
‐ area di espansione C10: in prossimità di Faiano, area totale 0,90 ha, densità prevista 80 ab/ha per un totale
di 72 vani ed una volumetria di 7.200 mc.
‐ area di espansione C11: in prossimità di Trivio Granati, area totale 5,16 ha, densità prevista 80 ab/ha per un
totale di 412 vani ed una volumetria di 41.200 mc.
Complessivamente le zone residenziali di espansione, escluse le zone P.E.E.P., coprono un’area totale di 37,90 ha con
un numero totale di abitanti di 4.583 con densità territoriale media di 121,1 ab/ha.
È da precisare che per le zone di espansione i cui indici territoriale e fondiario sono, rispettivamente, 1,5 e 2,00
mc/mq, zone omogenee C3, C4 e C5, per ragioni legate al rispetto di tutti i parametri può realizzarsi una volumetria di
circa i 2/3 di quella prevista.
Aree a servizi generali
Le opere e le edificazioni di cui al precedente paragrafo sono accompagnate da una previsione di servizi ripartiti nelle
diverse categorie:
5,00 mq/ab: istruzione;
2,50 mq/ab: parcheggi;
2,50 mq/ab: attività comuni;
18,00 mq/ab; verde attrezzato e sport.
Il totale di tali nuovi servizi previsti ammonta a:
266.605,00 mq: istruzione;
327.309,00 mq: attrezzature di interesse comune;
4.622.077,00 mq: verde attrezzato e sport;
167.622,00 mq: parcheggio
5.383.613,00 mq: TOTALE
A tali servizi si aggiungono 143.400,00 mq. in località Corvinia e Magazzeno che aggiungendosi ai precedenti portano il
totale complessivo di tali servizi a 5.527.013,00 mq. corrispondenti a:
5.527.013,00 mq/25.000 ab = 221 mq/ab
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Infine, le zone turistiche sulla costa sono corredate di aree destinate a servizi per un totale di 1.772.000 mq
corrispondenti a 146 mq/posti letto.
ANALISI DI COERENZA CON IL P.R.G.
Di seguito si riportano, per una completa descrizione degli aspetti d’interesse, alcuni dati relativi al P.R.G. del Comune
di Pontecagnano, già contenuti nella relazione trasmessa ed integrati con alcune considerazioni relative ai rilievi
sollevati dall’ufficio che ha istruito la documentazione di VAS.
Come evidenziato precedentemente, la zona oggetto del piano di lottizzazione turistica è ubicata nel territorio del
Comune di Pontecagnano‐Faiano (SA) lungo la fascia litoranea posta nord – ovest del centro urbano il località “La
Picciola”, nell’ambito di una zona già individuata a livello di P.R.G come turistica ricettiva.
Il Comune di Pontecagnano, è stato istituito nel 1911, ed è delimitano ad est della catena dei Monti Picentini, a sud
dal Torrente Asa, ad ovest dal Mar Tirreno e a Nord dal Fiume Picentino.
Il territorio comunale si sviluppa su una superficie di circa 37,18 Kmq ed è tipologicamente formato da montagna,
collina e pianura; in tale contesto si individuano alcuni corsi d’acqua aventi una certa rilevanza , quali ad esempio, il
Tusciano ed il Picentino.
Il suddetto Comune confina a nord con il Comune di Salerno e con il comune di Giffoni Valle Piana, ad est con il
Comuni di Montecorvino Pugliano e Bellizzi, a sud con il Comune di Battipaglia, ed ad ovest con il Mar Tirreno.
Le principali infrastrutture a servizio del territorio in parola sono:
- autostrada A3 Salerno‐Reggio Calabria, infrastruttura di livello nazionale, che, nel progetto di
modernizzazione, prevede un ulteriore svincolo a sud della città;
- Strada Statale 18 Tirrenia Inferiore, infrastruttura di livello interregionale che connette i comuni del
comprensorio “picentino”, dislocati in pianura, con Napoli, Avellino e Salerno a nord e con la Basilicata e la
Calabria a sud;
- strade provinciali di connessione tra i principali centri del comprensorio “picentino”;
- linea ferroviaria Salerno ‐ Reggio Calabria con scalo a Pontecagnano;
- strada a scorrimento veloce denominata AVERSANA, in fase di ultimazione;
- aeroporto.
DIMENSIONAMENTO DEL PIANO DI LOTTIZZAZIONE
L’area interessata dall’intervento di lottizzazione è situata in agro del Comune di Pontecagnano Faiano, essa è ubicata
in una zona pianeggiante in prossimità della località Magazzeno, lungo la fascia litoranea (vedi relazione precedente e
relativi stralci fotografici allegati); questa, con riferimento alla Carta Topografica d’Italia, scala 1:25.000 rientra nel
foglio 467 sez. II ‐ Battipaglia.
L’area di intervento è direttamente collegata alla strada Provinciale Litoranea, denominata, nel tratto in questione, via
dei Navigatori, in una zona incolta e priva di alberature di pregio o storiche.
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Dal P.R.G. del Comune di Pontecagnano Faiano si evince che l’area interessata ricade nella zona omogenea “T” di
residenze turistiche; il comprensorio di interesse risulta suddiviso in due U.M.I. denominate T1 e T2, aventi,
rispettivamente, una estensione superficiale di zona pari a mq. 70.295,08 e mq. 73.422,75.
Queste superfici devono essere depurate da tutte le particelle catastali attribuite al Consorzio di Bonifica Destra Sele
ed occupate dal sistema di canalizzazione presente in zona.
Dal calcolo realizzato (vedi relazione prima citata) si ottiene una superficie utile di calcolo pari a mq. 67.325,12 per il
comparto T1 e di mq. 71.865,55 per il comparto T2.
I posti letto turistici realizzabili nelle due U.M.I. sono circa 900, secondo parametri indicati nella Relazione di
accompagnamento al P.R.G.
Descrizione dello stato attuale dell’ambiente relativamente alle componenti ambientali e territoriali a scala
comunale pertinenti il Piano.
Nel presente paragrafo, si è cercato di esplicitare in maniera esaustiva, le componenti ambientali e territoriali.
ANALISI DEGLI INDICATORI AMBIENTALI.
Vengono di seguito appresse definite le matrici ambientali (n.5) e la serie dei vari indicatori ambientali, distinti per le
matrici di riferimento, individuati come “macroaree” da utilizzare per l’analisi delle criticità eventualmente presenti
nella zona oggetto d’intervento.
Le matrici individuate sono:
ATMOSFERA
GEOSFERA (suolo)
IDROSFERA
BIOSFERA E BIODIVERSITA’
RIFIUTI
Per ogni matrice sono stati poi individuati gli elementi o indicatori di riferimento che dovranno essere popolati in
funzione del monitoraggio che viene generalmente realizzato dagli organismi preposti (nel nostro caso ARPAC).
In funzione, quindi, degli elementi che l’ARPAC sottopone a monitoraggio, sono stati selezionati i seguenti indicatori
distinti per le varie matrici di riferimento ambientale prima descritte.
ATMOSFERA
L’inquinamento atmosferico è definito come l’accumulo nell’aria di sostanze in concentrazioni tali da provocare danni
temporanei o permanenti a uomini, animali, piante e beni.
La concentrazione, a cui una sostanza provoca inquinamento, varia molto da elemento a elemento: pochi miliardesimi
di grammo (nanogrammi) per metro cubo di aria di benzopirene provocano un danno maggiore di una decina di
milligrammi per metro cubo di ossido di carbonio.
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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Facendo riferimento alla quantità globale di tutti gli inquinanti emessi, notiamo che cinque di essi contribuiscono da
soli a più del 95% del totale (valutazione ARPAC 2007).
Questi inquinanti sono:
l’ossido di carbonio (CO),
il biossido di zolfo (SO2),
gli ossidi di azoto (NOX),
gli idrocarburi,
il materiale particolato.
La concentrazione di questi cinque inquinanti, oltre a quella dell’ozono, viene utilizzata come indice della qualità
dell’aria e le normative di settore fissano i valori massimi che queste concentrazioni possono raggiungere.
L’anidride solforosa (SO2)
Una quantità significativa di questo inquinante è immessa in atmosfera da fenomeni naturali (es. esplosioni
vulcaniche); lo zolfo è presente anche negli oceani e si libera in atmosfera attraverso la schiuma marina; precipita poi
con le piogge depositandosi direttamente sul suolo e da qui viene poi assorbito dalla vegetazione.
Nelle città, escludendo le emissioni industriali, la maggior sorgente di anidride solforosa è il riscaldamento domestico
(perciò la concentrazione di SO2 nell’aria dipende molto dalla stagione e dalla rigidità del clima).
Circa il 70% dei quasi 130 milioni di tonnellate di SO2 immersi annualmente nell’aria proviene da combustioni
effettuate in impianti fissi, mentre appare trascurabile l’apporto dato dai mezzi di trasporto; infatti il petrolio, oltre
agli idrocarburi contiene anche composti con atomi di zolfo che può arrivare fino all’1% (dati ARPAC 2007).
Lo zolfo è invece praticamente assente nella benzina ed è contenuto in piccole quantità nel gasolio; l’olio
combustibile si suddivide in olio a basso tenore di zolfo (Btz) e olio ad alto tenore di zolfo (Atz); mentre il carbone ne
contiene una percentuale che varia dallo 0,5% al 2,5% e dipende dalla zona di provenienza.
La combustione negli impianti fissi, come le fabbriche e le centrali termiche per la produzione di energia immettono
nell’aria una notevole quantità di biossido di zolfo (SO2), in quanto tali impianti utilizzano carbone o olio combustibile
spesso ad alto tenore di zolfo. Sull’uomo provoca principalmente irritazione dell’apparato respiratorio, possibili
spasmi bronchiali ed in casi estremi bronchiti croniche ed enfisemi.
A parte gli effetti sulla salute dell’uomo, l’SO2 provoca l’ingiallimento delle foglie delle piante poiché interferisce con la
formazione ed il funzionamento della clorofilla.
L’effetto dannoso sulle piante è ancora più accentuato quando l’anidride carbonica si trova in presenza di ozono.
Tale fenomeno si chiama sinergismo: con questo termine si intende definire l’effetto di due sostanze, che quando
sono insieme, è maggiore della somma degli effetti delle sostanze prese separatamente.
Il sinergismo si verifica di frequente negli episodi di inquinamento; per esempio l’azione dannosa di molti inquinanti
ed è aumentata dalla presenza di particolato (ppm).
L’anidride solforosa provoca danni anche su alcuni materiali, aumentandone, ad esempio, la velocità di corrosione.
Inoltre il biossido di zolfo, combinandosi con il vapore acqueo, origina acido solforico (H2SO4), uno dei maggiori
responsabili delle piogge acide. Comunque oggi, in Italia, grazie all’impiego di combustibili meno inquinanti sotto
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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questo aspetto, il biossido di zolfo è presente in concentrazioni talmente minime che il suo monitoraggio non risulta
significativo.
Gli ossidi di azoto
Nel mondo vengono emesse annualmente circa 50 milioni di tonnellate di NOX e più del 90% è prodotto da processi di
combustione (in impianti fissi, civili o industriali, e in sistemi di trasporto).
In zone ad alta intensità abitativa o industriale, e soprattutto in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli, la
concentrazione media giornaliera può raggiungere 0,4‐0,5 ppm (cioè superare di 400‐500 volte i valori medi di un’aria
non inquinata).
Nei gas di scarico degli autoveicoli sono contenute quantità più elevate di monossido di azoto (NO) rispetto al biossido
di azoto (NO2), il loro rapporto relativo è circa 95 a 5. Solo successivamente in atmosfera l’NO subirà un’ulteriore
ossidazione convertendosi in NO2. Tale processo è attivato dalla radiazione solare, si avrà quindi una maggiore
concentrazione di NO2 in rapporto all’NO nei mesi estivi. L’NO2 viene considerato come inquinante secondario poiché
deriva dalla trasformazione in atmosfera subita dall’NO.
Per quanto riguarda le emissioni degli autoveicoli, si hanno emissioni maggiori a velocità costante e tanto più elevate
quanto è elevata la velocità. Il biossido di azoto è di colore bruno‐rossastro e di odore pungente e soffocante, mentre
il monossido di azoto è incolore ed inodore.
L’NO2 è circa quattro volte più tossico dell’NO ed esercita il suo principale effetto sui polmoni provocando edemi
polmonari. Ad elevate concentrazioni si possono avere convulsioni e paralisi del sistema nervoso centrale, irritazione
delle mucose e degli occhi e nefriti croniche.
Oltre agli effetti dannosi sulla salute dell’uomo, gli ossidi di azoto producono danni alle piante, riducendo la loro
crescita, e ai beni materiali: corrosione dei metalli e scolorimento dei tessuti.
Il monossido di carbonio
Le concentrazioni di monossido di carbonio, così come quelle di idrocarburi incombusti sono direttamente correlabili
ai volumi di traffico, infatti circa il 90% di CO immesso in atmosfera è dovuto ad attività umana e deriva dal settore dei
trasporti.
Vi sono comunque anche altre fonti che contribuiscono alla sua produzione: incendi boschivi, processi di
incenerimento di rifiuti, combustioni agricole (ad esempio di sterpaglia) ed alcune attività industriali specifiche
(industria petrolifera, fonderie ecc.).
Anche il fumo di tabacco, a livelli ristretti, costituisce una sorgente di inquinamento da monossido di carbonio; in
questi casi il contenuto di CO può arrivare a 700‐800 ppm e il livello di carbossiemoglobina (composto formato
dall’unione del CO con l’emoglobina del sangue) in un fumatore raggiunge il 7% contro lo 0,5% di un non fumatore che
vive in un’aria pulita.
Il monossido di carbonio è un composto inodore ed insapore e deriva da una combustione incompleta dei composti
contenenti carbonio; in particolare la presenza di CO nei gas di scarico è causata da rapporti errati aria‐combustibile,
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36
impurezze o additivi così che non si arriva all’ossidazione completa dell’atomo di carbonio (in condizioni ideali i
prodotti della combustione dovrebbero essere unicamente acqua e biossido di carbonio).
Le emissioni di CO sono maggiori in un veicolo con motore al minimo o in fase di decelerazione e diminuiscono a
velocità di crociera (60‐110 Km/h) per poi aumentare nuovamente ad alte velocità.
Il monossido di carbonio va considerato inquinante primario a causa della sua lunga permanenza in atmosfera, che
può raggiungere anche i sei mesi. Gli effetti sull’ambiente sono da considerarsi trascurabili mentre quelli sull’uomo
sono estremamente pericolosi.
Questo inquinante, concentrandosi al suolo, costituisce una minaccia serissima per i bambini come pure per gli adulti
affetti da anemia, inoltre minaccia lo sviluppo del feto e aggrava le malattie cardiovascolari.
La tossicità è proporzionale alla concentrazione ed al tempo di esposizione. La concentrazione di monossido di
carbonio nelle città, a causa del traffico, è ben superiore a 0,1 ppm che costituisce il valore normale di un’aria non
inquinata e non sono rare medie di 30‐40 ppm nei centri cittadini, raggiungendo, per qualche secondo, valori di 150‐
200 ppm in zone dove barriere architettoniche (sottopassi o gallerie) impediscono la libera circolazione dell’aria.
Gli idrocarburi
Gli idrocarburi (composti formati da idrogeno e carbonio) vengono bruciati per ricavare energia dalle combustioni.
Oltre che come combustibili essi vengono anche utilizzati come prodotti di partenza nell’industria chimica per
ottenere medicinali, cosmetici e materie plastiche.
Anche alcune attività legate all’agricoltura e l’incenerimento dei rifiuti solidi sono altre sorgenti dell’inquinamento da
idrocarburi. I veicoli a benzina contribuiscono più degli altri alle emissioni di idrocarburi, essendo la benzina una
miscela di idrocarburi semplici e molto volatili. Negli autoveicoli le emissioni maggiori si hanno a velocità basse,
mentre quelle minori a velocità comprese tra i 70 ed i 100 Km/h.
Complessivamente gli idrocarburi di origine umana immessi nell’atmosfera annualmente,nel mondo, ammontano ad
un centinaio di milioni di tonnellate e solitamente la loro concentrazione nei centri urbani è mille volte superiore a
quella misurabile nei boschi.
Gli idrocarburi interferiscono sui processi respiratori ed irritano gli occhi, mentre alcuni tra gli idrocarburi policiclici
aromatici sono cancerogeni. Il solo idrocarburo che eserciti un effetto dannoso sulle piante è l’etilene: esso rallenta la
loro crescita interferendo con gli ormoni che ne regolano il metabolismo.
Il particolato atmosferico (ppm)
Tutti gli inquinanti presi in considerazione fino ad ora, sono, a temperatura ambiente, dei gas. Nell’atmosfera vi sono
però anche delle microscopiche goccioline o particelle solide a cui viene complessivamente dato il nome di particolato
atmosferico.
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Esso può avere origine naturale (ad esempio la polvere sollevata dal vento, le emissioni vulcaniche, i fumi degli incendi
delle foreste tropicali ecc.) o artificiale: circa 280 milioni di particolato (poco più del 10% della quantità totale immessa
nell’atmosfera in un anno) sono di origine umana e sono emesse in zone limitate della Terra.
Le dimensioni del particolato sono molto variabili e possono andare da un millesimo di micron fino a qualche
millimetro; le particelle di dimensioni minori di 0,1 micron vengono definite particelle di Aitken; quelle di dimensioni
maggiori di 1 micron sono dette particelle giganti.
L’esperienza comune insegna che ciò che va in alto deve poi ricadere e ciò vale certamente anche per le particelle
solide o liquide sospese nell’aria.
Tuttavia l’aria esercita un effetto ritardante con una forza verso l’alto che è proporzionale alla velocità di caduta ed al
raggio delle particelle. Inoltre il tempo di permanenza nell’aria dipenderà dalla natura dei venti e dalle precipitazioni.
Le particelle più piccole possono rimanere nell’aria per molto tempo; alla fine gli urti casuali e la reciproca attrazione
fa ingrossare le stesse al punto da far loro raggiungere una velocità di caduta sufficiente a farle depositare al suolo.
Oltre a questo meccanismo di deposizione a secco l’eliminazione dall’atmosfera avviene anche per effetto della
pioggia. Il particolato atmosferico può diffondere la luce del Sole assorbendola e riemettendola in tutte le direzioni; il
risultato è che una quantità minore di luce raggiunge la superficie della Terra.
Il particolato provoca danni ai materiali, come la corrosione dei metalli, danneggiamento ai circuiti elettrici ed
elettronici, sia per azione chimica che meccanica, insudiciamento di edifici e opere d’arte, ridotta durata dei tessuti.
La polvere (per esempio quella dei cementifici) può provocare sulle piante delle incrostazioni che interferiscono con il
processo di fotosintesi, in quanto intercettano la radiazione solare.
Alcune particelle, per le loro piccole dimensioni (da 0,0002 micrometri a 10 micrometri), sono in grado di raggiungere
gli alveoli polmonari dell’uomo apportandovi anche altre sostanze inquinanti (metalli pesanti e nitrati derivanti dalle
combustioni, dai processi industriali e dall’agricoltura).
Esse possono provocare aggravamenti di malattie asmatiche, aumento di tosse e persino convulsioni, oltre agli effetti
tossici diretti sui bronchi e sugli alveoli polmonari.
Poiché il particolato non è un gas, la sua concentrazione nell’aria non è espressa in ppm, ma si usa come misura la
massa presente in un certo volume d’aria, generalmente i microgrammi per mc.
Questa grandezza, in un’aria pulita, non supera i 10 microgrammi per mc, mentre nella maggior parte delle aree
urbane raggiunge valori di un centinaio di microgrammi per mc toccando punte di 2000‐3000 microgrammi per mc
durante episodi di inquinamento eccezionalmente gravi.
OZONO
Per i dati relativi all’ozono, come si evince dalla tabella 1, sotto riportata, le misure sono effettuate solo nella stazione
di Salerno Scuola Osvaldo Conti, che ove resi disponibili, saranno utilizzati per la caratterizzazione di tale elemento ai
fini del popolamento della matrice ambientale.
GLI ELEMENTI MONITORATI A LIVELLO LOCALE
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Le stazioni di monitoraggio sono attualmente presenti solo nel territorio del comune di Salerno (ad oggi il
monitoraggio, salvo specifiche richieste, viene effettuato solo nei capoluoghi di provincia ove si presume vi sia il top
dell’inquinamento atmosferico su base provinciale).
Pertanto i dati di riferimento sono ascrivibili solo a tali stazioni di seguito riportate
Comune nome stazione indirizzo
Salerno Scuola Pastena Monte via dei Mille
Salerno USL 53 via Vernieri
Salerno Scuola Osvaldo Conti via Buonservizio
Tabella 1: Elenco stazioni di riferimento
Nella sottostanti tabelle, invece, sono riportati gli elementi monitorati (ARAPC)
ATMOSFERA Biossido di zolfo (SO2 ) Il valore orario di 350 µg/m3 non può
essere superato più di 24 volte
nell’arco dell’anno civile
Ossido di Carbonio (CO) Il valore orario di 240 µg/m3 non può
essere superato più di 18 volte
nell’arco dell’anno civile
Biossido di azoto (NO2) Il valore massimo della media mobile
calcolata sulle 8 ore non può
superare i 10 mg/m3
Polveri sospese con F < 10 µm
(PM10)
Il valore giornaliero di 50 µg/m3 non
può essere superato più di 35 volte
nell’arco dell’anno civile
Ozono (O3) Per il valore orario la soglia di
informazione è pari a 180 µg/m3, la
soglia di allarme è pari a 240 µg/m3
(D.M.n.60 del 02/04/2002 e, per l’O3, D.Lgs.n.183 del 21/05/2004)
Nel seguito vengono evidenziati gli elementi monitorati nelle singole stazioni ed a cui si farà riferimento per le analisi e
le valutazioni riportate.
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Tabella 2: Elenco delle stazioni di monitoraggio atmosferico nella provincia di Salerno
In funzione della matrice sopra si provvederà ad acquisire, a livello esecutivo, tutti i dati ai fini di una verifica
dell’inquinamento atmosferico presente a scala provinciale tenendo conto che le condizioni atmosferiche della zona
(zona di litorale aperto fronte mare) favoriscono la dispersione degli eventuali inquinati rilevati.
Va precisato chiaramente che, nel periodo estivo, ove si ha la massima affluenza, con concentrazioni di traffico
veicolare sia di tipo privato che da autocarro, si possono avere punte di inquinamento locale connesse a presenze di
sostane solforate ed ad idrocarburi nonché un aumento consistente dell’ossido di carbonio. In tal caso si provvederà
ad installare una centralina multipara metrica per il rilievo periodico di tali sostanze, dando opportuna comunicazione
ai residenti sui livelli rilevati, tenendo presente che come evidenziato precedentemente, i possibili inquinati della zona
sono connessi essenzialmente all’elevato traffico veicolare e quindi a :
l’ossido di carbonio (CO),
gli ossidi di azoto (NOX),
gli idrocarburi,
Il biossido di zolfo (SO2), come già sottolineato, non è significativo ed inoltre , per i motivi prima esposti è infatti non
monitorato nelle stazioni del capoluogo; mentre per il particolato va fatto un discorso un po’ diverso anche se nella
zona d’interesse la presenza pressoché costante di venti fa sì che non vi siano particolari ricadute
Per contro la previsione di allocare lungo il lato occidentale prospiciente la litoranea, fronte mare, visti i venti
prevalenti presenti in zona , aventi direzione NE‐SO , fanno si che nell’area si verifichi una elevata dissipazione degli
inquinati atmosferici prima descritti.
LA GEOSFERA
Come già evidenziato nella precedente relazione i principali processi di degradazione fisica dei suoli sono riconducibili
ad una serie di fenomeni che, in molti casi, sono il risultato di una gestione del territorio che non ha saputo coniugare
le esigenze dello sviluppo produttivo con quelle della conservazione della risorsa suolo.
Il processo di modernizzazione dell’agricoltura degli ultimi 30 anni ad esempio, se da un lato ha comportato un
sensibile aumento della produttività, dall’altro sta spesso generando fenomeni di importante degrado, come
un’eccessiva compattazione causata dall’uso di macchine agricole sempre più pesanti.
Dall’altro lato l’urbanizzazione intensiva e incontrollata del territorio, cui si è assistito negli ultimi decenni, ha
determinato preoccupanti fenomeni di impermeabilizzazione .
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L’urbanizzazione avvenuta spesso, in particolare al sud, senza un vero piano urbanistico attuativo ha provato inoltre
fonemi di marginalizzazione delle aree con forme di abbandono e degrado talvolta di notevole impatto e di difficile
recupero.
Tale fenomeno è notevolmente diffuso e si calcola, infatti, che circa i 2/3 dei suoli italiani siano interessati da
preoccupanti fenomeni di degrado, accentrati soprattutto nelle aree soggette ad una maggiore pressione antropica.
La degradazione biologica è un fenomeno strettamente correlato a quello della degradazione fisica; la distruzione
della struttura del suolo interferisce profondamente con gli equilibri biologici delle biomasse microbiche e della fauna
del suolo, determinando ad esempio perdita di biodiversità.
La quantificazione di tutti questi fenomeni è di importanza fondamentale per definire la soglia oltre la quale essi
diventano irreversibili e di conseguenza per orientare preventivamente le politiche di gestione del territorio.
Tale quantificazione risulta allo stato alquanto complessa per la mancanza di dati, a copertura nazionale e regionale ,
su alcuni dei principali fenomeni di degrado.
I principali processi di degradazione fisica dei suoli sono riconducibili a fenomeni quali:
la compattazione
l’erosione
la salinizzazione
la diminuzione di sostanza organica
la impermeabilizzazione
la diminuzione della biodiversità.
Per l’area in questione, è significativo analizzare l’elaborato “Stralcio del Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale”, relativo alla fragilità dei suoli.
Dall’esame di tale documento si evince che la zona interessata al progetto di lottizzazione non è interessata da
fragilità idraulica né da fenomeni di erosione eolica né da erosione da salinizzazione e subsidenza.
Compattazione
La compattazione è un fenomeno dovuto alla compressione delle particelle che costituiscono il suolo, con la
conseguente riduzione della sua porosità; essa è il risultato di una eccessiva pressione meccanica sul suolo, dovuta ad
esempio ad un uso continuo di macchinari pesanti o ad un pascolamento eccessivo.
Le principali conseguenze della compattazione sono la perdita di fertilità, dovuta alla riduzione dello spazio disponibile
per le radici delle piante e quindi per l’assorbimento di acqua e nutrienti, e l’aumento del ruscellamento superficiale,
dovuto alla difficoltà dell’acqua ad infiltrarsi nel suolo, con il conseguente aumento del rischio di erosione idrica.
Erosione
L’erosione è un fenomeno naturale dovuto all’azione dell’acqua e del vento che rimuovono particelle di suolo.
Alcune attività umane, come l’uso improprio dei terreni, l’agricoltura intensiva in zone collinari, la deforestazione, gli
incendi boschivi, contribuiscono sensibilmente ad aumentare i livelli di erosione naturale, specialmente in suoli che,
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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per le loro caratteristiche intrinseche, come un basso contenuto in sostanza organica o una tessitura limosa, risultano
maggiormente predisposti.
I risultati si traducono in danni di notevole entità, quali perdite di produzione agricola, deterioramento delle risorse
idriche, movimenti di massa e inondazioni con danneggiamento delle opere idrauliche.
Salinizzazione
La salinizzazione è un fenomeno dovuto all’eccessiva presenza in un terreno di sali solubili, che determina
conseguenze negative sulle colture, in quanto limita la capacità delle piante di rifornirsi di acqua; questa provoca
squilibri nutrizionali e induce fenomeni di tossicità.
Questo processo è tipico di ambienti dove le precipitazioni non sono sufficienti ad eliminare i sali contenuti nel suolo;
nei terreni irrigati è invece frequente un tipo di salinizzazione, detta secondaria, dovuta sia all’apporto di acque di
irrigazione non idonee, i cui sali si concentrano nel terreno a causa della evapotraspirazione, sia all’innalzamento del
livello delle falde acquifere, che può apportare sali al terreno direttamente o impedire la lisciviazione dell’eccesso.
Nelle zone costiere, come nel nostro caso, la salinizzazione è spesso associata a uno eccessivo sfruttamento delle
acque sotterranee per scopi civili, agricoli e industriali, che può determinare l’abbassamento della falda freatica e/o
un aumento dei fenomeni di ingressione marina.
Diminuzione di sostanza organica
La materia organica presente nel suolo, costituita da residui di piante, di animali, di microrganismi e da sostanze
sintetizzate dagli organismi viventi nel terreno, svolge un ruolo centrale nel mantenimento delle funzioni chiave del
suolo essendo un fattore determinante per la fertilità, per la resistenza all’erosione e per il mantenimento di proprietà
quali il potere tampone e la capacità legante, che a loro volta contribuiscono a limitare la diffusione dell’inquinamento
dal suolo all’acqua.
Le attività agricole possono avere un notevole impatto sul contenuto di sostanza organica dei suoli come nel caso
dell’abbandono delle pratiche di rotazione colturale, che contribuiscono al mantenimento del tenore di materia
organica dei suoli.
Impermeabilizzazione
L’impermeabilizzazione è il fenomeno di rivestimento del suolo causato principalmente dalla costruzione di edifici e di
strade; tale fenomeno riduce di fatto la superficie disponibile per lo svolgimento di importanti funzioni quali
l’assorbimento di acqua piovana ed il filtraggio, modificando di fatto le modalità di deflusso dell’acqua, il che, tenuto
conto anche della frequente inadeguatezza delle reti urbane di scarico, può causare fenomeni di piene urbane e
diminuire l’ apporto alle falde sotterranee.
Diminuzione della biodiversità
Il suolo è l'habitat di una grande varietà di organismi viventi. I batteri, i funghi, i protozoi e gli altri piccoli organismi
presenti nel suolo svolgono un ruolo essenziale nel mantenimento delle sue proprietà fisiche e biochimiche .
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Essi fungono da serbatoi di sostanze nutritive, sopprimono gli agenti patogeni esterni e scompongono gli inquinanti in
componenti più semplici e spesso meno dannosi.
Gli organismi più grandi, come vermi, lumache e piccoli artropodi, scompongono la materia organica, che viene
ulteriormente degradata dai microrganismi, trasportandola verso gli strati più profondi del suolo, dove essa è
maggiormente stabile.
La diminuzione della biodiversità espone pertanto il suolo ad importanti fenomeni di degrado ed è strettamente
collegata con le proprietà chimiche e fisiche del suolo stesso. La distruzione della struttura del suolo per fenomeni di
compattamento, ad esempio, può ridurre o impedire l’apporto di ossigeno per gli organismi aerobici, favorendo quelli
anaerobici e alterando così i rapporti all’interno della biomassa microbica.
Anche l'uso inadeguato di alcuni pesticidi scarsamente selettivi, così come un eccessivo apporto di nutrienti, possono
avere gravi ripercussioni sugli equilibri dei microrganismi e della fauna del suolo.
Pertanto tenendo conto del processo di urbanizzazione dell’area con una modifica sostanziale dell’uso del suolo
verranno effettuate una serie di valutazioni sulle variazioni connesse ai fenomeni sopra descritti.
Mentre ai fini del popolamento degli indicatori da individuare per la matrice suolo sono stati individuati solo i seguenti
elementi che riportati nella tabella allegata saranno oggetto di apposito monitoraggio opportunamente protratto nel
tempo.
GEOSFERA
salinizzazione Controllo periodico su campioni d’acqua prelevati dai
pozzi presenti nell’area d’interesse ai fini di rilevare il
livello di conducibilità
Nel caso di specifico interesse:
i fenomeni di compattazione non sono influenti, nella zona di diretto interesse, in quanto questa è da tempo
soggetta ad un disuso agricolo a causa anche della presenza delle infrastrutture del Consorzio che ne
impediscono un uso intensivo;
rispetto ai fenomeni di erosione l’area oltre ad essere sub orizzontale è ben protetta dai venti in quanto
leggermente sotto posta ai piani viari presenti;
per gli aspetti relativi alla salinizzazione la zona presenta una mutua interferenza con le falde marine
(ingressione) anche se la soglia acqua dolce/salata, è posta oltre i 30 m;
per la diminuzione di sostanza organica già presente, il reinserimento di vegetazione autoctona come siepi e
filari e la formazioni di giardini ed aree a verde, farà in modo che il ciclo vegetazionale naturale aumenterà il
contenuto di biomassa sia animale che vegetale in modo da ricostituire le condizioni di vita naturali;
per quanto riguarda l’impermeabilizzazione, le attività edilizie previste (tipologie) sono del tipo a basso
impatto e prevedono, a meno dei tetti, una infiltrazione efficace poco al disotto di quella naturale (10‐1) per
cui rispetto alle attuali condizioni (ristagno ed evapotraspirazione indefinita) la razionalizzazione dei deflussi e
di fruibilità delle aree condizionerà in modo positivo gli aspetti legati al deflusso superficiale;
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Le attuali condizioni di degrado della diminuzione della biodiversità saranno sicuramente migliorate in
funzione degli aspetti prima descritti , infatti un ripristino della vegetazione autoctona con una
razionalizzazione ed una integrazione di specie arboree di per sé e un intervento che comporta il
miglioramento della biodiverisità anche se di tipo selezionato e controllato. Tale intervento indirettamente
comporta un ripopolamento delle specie animali in quanto faranno da richiamo sia agli insetti che ai piccoli
mammiferi ed ai roditori eliminando le specie infestanti e fornendo anche un ricovero ed un punto di
nidificazione per l’avifana sia stanziale che migratoria.
L’ARPAC ha inserito tra gli aspetti legati alla biosfera anche quelli legati all’inquinamento o degrado dei suoli inserendo
in tale matrice altri due fenomeni che sono oggetto di attenzione da parte degli organismi pubblici preposti alla
salvaguardia ambientale:
1. Contaminazione da fonti diffuse
2. Contaminazione da fonti puntuali.
Contaminazione da fonti diffuse
La contaminazione del suolo da fonti diffuse è un fenomeno imputabile all’immissione nell’ambiente di prodotti
chimici provenienti da diverse attività antropiche, che può determinare cospicue alterazioni degli equilibri chimici e
biologici del suolo, causando spesso la contaminazione indiretta di acque superficiali e sotterranee e un potenziale
pericolo per la salute umana.
Negli ultimi anni si è assistito ad un uso sempre più consistente di molti composti organici ed inorganici, quali prodotti
fitosanitari, detergenti, solventi, lubrificanti, etc., i quali, una volta introdotti nell’ambiente, possono permanervi per
periodi molto lunghi a causa della loro stabilità. Analogamente, alcune pratiche come il riciclaggio di fanghi di
depurazione delle acque reflue o lo spandimento al suolo di effluenti zootecnici, se da un lato rappresentano un utile
sistema di riutilizzo di sostanza organica ed elementi nutritivi, dall’altro comportano un rischio potenziale per la
presenza nella matrice organica di contaminanti, come ad esempio i metalli pesanti o i nitrati, che possono alterare gli
equilibri del suolo, entrare nella catena alimentare e costituire un pericolo per le acque sotterranee.
Una delle più importanti cause della presenza sul suolo di contaminanti di origine antropica è rappresentata dalla
deposizione atmosferica di sostanze inquinanti provenienti da emissioni industriali, traffico veicolare, incendi di rifiuti.
Tale deposizione determina il progressivo accumulo sia di sostanze acidificanti come SO2 e NOX, sia di metalli pesanti
e di contaminanti organici, come diossine, policlorobifenili e idrocarburi policiclici aromatici.
Contaminazione da fonti puntuali
Uno dei principali fattori in grado di compromettere la qualità del suolo e delle altre matrici ambientali ad esso
correlate è rappresentato dall’inquinamento da fonti puntuali, dovuto soprattutto alla presenza sul territorio di
attività industriali inquinanti attive o dismesse, di aree interessate da smaltimento incontrollato di rifiuti, di zone
oggetto di sversamenti di sostanze tossiche o di incidenti rilevanti.
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Si definiscono "siti contaminati" quelle aree che presentano livelli di contaminazione o alterazioni chimiche, fisiche o
biologiche del suolo, o del sottosuolo o delle acque superficiali o delle acque sotterranee tali da determinare un
pericolo per la salute pubblica o per l’ambiente naturale o costruito.
Nel nostro caso si avrà cura, quindi, nella fase di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei presenti in zona di procedere
ad analizzare anche eventuali fenomeni di inquinamento da fonti diffuse effettuando analisi complete su quelle che
sono definite nella normativa di settore (D.Lgs 152/06) inquinati prioritari e pericolosi. (Tab. A e B allegato 1).
Nel secondo caso la gestione controllata dell’area oggetto d’intervento eviterà in modo assoluto la dispersione anche
di tipo abusiva di “rifiuti”.
L’IDROSFERA
Con il termine di idrosfera vengono ricompresi tutti gli aspetti connessi alla presenza dell’acqua elemento
indispensabile per la sopravvivenza dell’ambiente biologico in senso esteso.
Dell’acqua percepiamo quindi, con immediatezza, le alterazioni qualitative (cattivo sapore ed odore dell’acqua che
beviamo, colore ed aspetto dell’acqua in cui nuotiamo) e quantitative (carenza idrica, esaurimento di pozzi e sorgenti,
fiumi asciutti).
Questa consapevolezza sulla necessità di poter disporre per tutta la biosfera di quantitativi d’acqua qualitativamente
idonei ha storicamente determinato un’attenzione privilegiata per l’idrosfera, nell’ambito della pianificazione e della
programmazione degli interventi di tutela e di monitoraggio ambientale.
Inoltre gli sviluppi soci economici ricomprendono in tale complesso settore, oltre che aspetti qualitativi anche quelli
quantitativi; nel nostro caso tali spetti non sono legati solo all’uso della risorsa idrica ma anche alla salvaguardia della
vita umana (vedi aspetti legati alle alluvioni ed al più ampio discorso del rischio idrogeologico).
Pertanto, vanno esaminati gli aspetti di seguito delineati al fine di ricercare utili indicatori per costruire una matrice
ambientale in tale tematica.
Si possono, quindi, definire come aspetti legati all’idrosfera le seguenti problematiche:
rischio idrogeologico: frane ed alluvioni;
stato qualitativo della acque superficiali e sotterranee;
dotazioni idriche (approvvigionamenti per i fabbisogni dell’insediamento);
scarichi e depurazione.
Rischio idrogeologico: frane ed alluvioni
Dall’esame della cartografia relativa al PAI adottato dell’AdB destra sele (vedi stralci delle tavole e delle relative
leggende degli studi realizzati per la definizione delle condizioni di rischio da frane e al rischio idraulico), emerge che la
zona interessata dal progetto di lottizzazione non è a rischio frane né a rischio idraulico né a rischio inondazione
(vedi parere espresso nella seduta del 25.07.2007, prot. n. 1135).
Stato qualitativo della acque superficiali e sotterranee
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Per tale aspetto si evidenzia che non esistono , nella zona d’interesse, corpi idrici superficiali di tipo naturale mentre si
rileva la presenza di un canale di bonifica utilizzato come collettore irriguo per gli agricoltori consorziati della zona.
Per quanto attiene la falda sotterranea non si hanno informazioni particolari ad eccezione di quelle riscontrabili negli
elaborati dell’Autorità di Bacino destra Sele, nell’ambito dei quali, per la zona in esame, si segnala la presenza di più
falde sovrapposte, la cui esistenza è legate alle particolari condizioni litostratigrafiche della piana con la presenza di
lenti più permeabili rispetto ad un assetto generale a permeabilità variabile da zona a zona.
La falda superficiale è chiaramente inquinata in quanto risente delle interferenze con gli usi antropici ivi esistenti
mentre quella più profonda in genere è esente, salvo casi particolari, da forme di inquinamento, chiaramente la
situazioni idrogeologica è da tenere sotto controllo al fine di evitare possibili forme di contaminazione.
Dotazioni idriche (approvvigionamenti per i fabbisogni dell’insediamento) e scarichi e depurazione.
Per tali aspetti, nella documentazione precedentemente trasmessa (anche come file in formato .pdf su CD), è
dettagliatamente riportato il calcolo del fabbisogno idrico e quello relativo allo smaltimento delle acque bianche e
nere, con sistema separato, che hanno già ottenuto il parere favorevole della SIIS (Servizi Idrici Integrati Salernitani) in
data 29.03.2007, prot. n. 471, dell’Azienda Sanitaria Locale Salerno 2 .
Rispetto a tali elementi l’insediamento, per la sua tipologia non comporta un deterioramento dei vari fattori coinvolti,
ma, anzi, ne migliora sostanzialmente le condizioni, andando a disciplinare ed a regimentare le acque che attualmente
circolano in modo indisciplinato sulla superficie, creando, talvolta, fastidiosi ristagni con il proliferare di insetti
infestanti.
Per quanto riguarda le idroesigenze relative alle sistemazioni a verde ed alle zone attrezzate, si evidenzia che in
conformità alle prescrizioni del SIIS, saranno avanzate apposite istanze per la captazione di acque sotterranee. Tali
istanze saranno corredate da un dettagliato studio idrogeologico finalizzato a definire gli aspetti quali quantitativi della
risorsa idrica sotterranea disponibile e le modalità di prelievo da realizzare al fine di non determinare squilibri nella
stessa in funzione degli usi previsti.
RIFIUTI
Per quanto attiene i rifiuti si fa riferimento ai dati messi a disposizione dal consorzio Salerno 2 relativamente Comune
di Pontecagnano Faiano (SA) espressi in kg rispetto agli abitanti censiti.
Nella tabella sottostante sono descritte e valutate le tipologie di rifiuto stimate a scala comunale:
Abitanti* Forsu* Verde* Vetro* Carta* Plastica* Beni
durevoli
altri rifiuti
recuperabil
rifiuti
particolari
rifiuto
residuo*
raccolta
differenziata
Rifiuto
totale
19.826 752.540 812.540 407.900 794.510 448.270 9.760 17.220 3.571 1.681.010 3.246.311 4.927.321
Legenda
FORSU (frazione organica dei rifiuti urbani):
materiale organico putrescibile ad alto tasso di umidità proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti
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urbani e costituito da residui alimentari, ovvero scarti di cucina. La raccolta avviene di norma presso utenze
domestiche e/o selezionate (quali mense, ristoranti, ecc.) mediante modelli di gestione riconducibili
all’utilizzo di specifici contenitori stradali o alla raccolta presso il domicilio dell’utenza interessata (raccolta
porta a porta);
VERDE:
la frazione costituita esclusivamente da scarti della manutenzione del verde privato e pubblico,
comprendente sfalci e potature, anche proveniente dalle aree cimiteriali, indipendentemente dal tasso di
umidità e dal p.c.i. utile;
FRAZIONI SECCHE RECUPERABILI (vetro, carta, plastica, lattine):
le frazioni costituite da materiali recuperabili, costituiti ad esempio da vetro, metalli ferrosi e non ferrosi,
plastica, carta, cartone, anche mescolati tra loro, ma selezionabili con procedimenti manuali o meccanici;
MULTIMATERIALE:
frazione composta da diverse tipologie di imballaggi che per comodità vengono raccolte insieme (es.
raccolta di vetro‐plastica‐lattine);
BENI DUREVOLI:
i rifiuti di cui all’art. 44 del d.lgs. n. 22/97, quali, ad esempio, frigoriferi, surgelatori e congelatori, televisori,
computer, lavatrici e lavastoviglie, condizionatori d’aria;
ALTRO RECUPERABILE:
categoria che raggruppa diverse raccolte omogenee di frazioni minori, diverse dagli imballaggi e beni
durevoli, ma comunque destinate a recupero (tessuti, metalli, legno….);
RIFIUTI PARTICOLARI:
i rifiuti che per le loro caratteristiche o per espresse disposizioni di legge devono essere avviati a forme
particolari di recupero o smaltimento e quindi, a tal fine, devono essere raccolti in modo differenziato (ad
esempio: olii minerali usati, pile e batterie per ap¬parecchiature elettriche ed elettroniche di uso
domestico, medicinali scaduti, contenitori contaminati da liquidi e sostanze infiammabili, irritanti nocivi
tossici corro¬sivi e ecotossici, batterie per auto esauste possedute da privati, olii e grassi vege¬tali ed
animali esausti);
RIFIUTO URBANO RESIDUO:
rifiuto urbano misto che residua dopo aver attivato, oltre alle raccolte obbligatorie, anche la raccolta
separata della frazione organica dei rifiuti.
Dallo scenario prima descritto si può quindi stimare una Produzione in kg/annui per abitante: 248 kg/a.
La valutazione previsionale per l’insediamento in progetto, è stata stimata sia in funzione delle persone(60 ab) che in
relazione al periodo di residenza, che nel nostro caso è di tipo stagionale (mesi 4).
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
47
Tali presupposti portano alle seguenti valutazioni:
‐ Produzione annua dell’insediamento in kg/annui in relazione al periodo residenziale (mesi 4)
‐ (248 kg/a x 60 Ab) x 4/12 = 14880 x 4/12 = 4960 Kg/a pari 1 per mille dell’intera produzione comunale 0,001).
Per cui appare evidente che l’insediamento in oggetto non comporterà nessuna variazione sostanziale al ciclo di rifiuti
a scala comunale.
LA BIOSFERA E LA BIODIVERSITA’
La biosfera non è una cosa separata dalle altre matrici ambientali, ma si compenetra con esse; infatti gli esseri viventi
sono presenti sia all'interno dell'idrosfera che negli strati più bassi dell'atmosfera e nella geosfera (soprattutto nella
pedosfera, cioè lo strato superficiale dei suolo).
La biosfera (da bios, vita) costituisce il livello di organizzazione più ampio riconosciuto dagli studiosi di ecologia; si
tratta di una sottile epidermide di aria, acqua, suolo in cui la vita può manifestarsi.
Potremmo dire che essa è una parte della più ampia ecosfera costituita, oltre che dall’insieme della biosfera, da
compartimenti di natura fisica differente: solida, liquida, gassosa.
Gli studiosi hanno l’abitudine di dividere le componenti che la costituiscono in sfere: la litosfera, l’idrosfera,
l’atmosfera, a queste prime tre sfere si aggiunge la biosfera; questa si estende:
‐ verso l'alto, sin dove esiste lo stato liquido e comunque, non oltre i 6.200 m., le piante clorofilliane non sono più
presenti;
‐ nei mari e negli oceani, da pochi millimetri a un centinaio di metri, sin dove penetra la luce solare (la zona illuminata
dal sole viene detta eufotica), ma la forza di gravità spinge alcune forme di vita anche più a fondo, fino a 11 chilometri;
‐ nel suolo, per decine di metri, sin dove possono spingersi le radici delle piante.
Le zone meno favorevoli e marginali dove si possono trovare forme di vita latente, viene denominata parabiosfera.
Di fatto, però, in uno spazio di 200 m (100 sotto il livello del mare e 100 sopra la superficie della terra), vive la maggior
parte degli organismi viventi.
Se la biosfera costituisce la scala di lettura più ampia, gli studiosi di ecologia considerano anche altri ordini di
grandezza ; tra questi gli ecosistemi rappresentano poi uno dei principali mattoni dell’organizzazione degli ambienti
naturali.
La biosfera è il luogo della biodiversità intesa come insieme e variabilità degli organismi viventi di ogni origine, del loro
materiale genetico e dei complessi ecologici dei quali essi fanno parte. Questo concetto, introdotto verso la metà degli
anni ottanta del secolo scorso dai naturalisti, divenne molto popolare con la Conferenza di Rio (1992).
Con il termine biodiversità o diversità biologica si intende la varietà degli organismi viventi, degli ecosistemi e di tutti i
complessi ecologici nei quali essi vivono.
Il termine, dunque, si riferisce non solo alla variabilità delle forme di vita ma comprende molteplici livelli di
organizzazione biologica:
‐ diversità genetica: riferita ad organismi appartenenti alla stessa specie;
‐ diversità di specie o specifica: afferente ad organismi appartenenti a specie diverse;
‐ diversità di habitat e di paesaggio o ecosistema: comprende i due precedenti livelli e rappresenta la
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
48
varietà tra ecosistemi costituita da una componente biotica ed una componente abiotica
Pertanto vengono considerati tre livelli di biodiversità:
diversità delle specie, il loro inventario costituisce il modo più semplice per valutare la diversità biologica;
diversità genetica, tra popolazioni appartenenti a una medesima specie e tra individui di una stessa
popolazione;
diversità degli ecosistemi, ogni ecosistema è costituito da un complesso di specie e dal loro ambiente fisico.
A livello Campano il problema della tutela della biosfera e della biodiversità è stato posto in termini di aree tutelate a
livello ambientale.
In questo settore la Campania si pone tra le prime regioni d’Italia ‐ insieme all’Abruzzo ed al Trentino Alto Adige ‐
come superficie regionale protetta.
Nello specifico, vengono riportate nella tabella sottostante, la distribuzione tipologica delle aree protette presenti in
Regione Campania:
Tipologia Aree Protette in Campania
TIPOLOGIA NUMERO
Parco Nazionale 2
Riserva Naturale Statale 4
Area Naturale Marina Protetta 1
Parco Naturale Regionale 8
Riserva Naturale Regionale 4
‐ Parchi Nazionali e Riserve Naturali Statali
I Parchi Nazionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti
o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche,
biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e
ricreativi tali da richiedere l’intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future
(art. 2 c.1 L. 6 dicembre 1991, n.394).
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
49
Le Riserve Naturali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie
naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentano uno o più ecosistemi importanti per le
diversità biologiche o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali
in base alla rilevanza degli interessi in esse rappresentati (art. 2 c.3 L. 6 dicembre 1991, n.394).
Nella tabella seguente sono evidenziati i Parchi Nazionali e le Riserve Naturali Statali della Campania.
Parchi Nazionali e Riserve Statali in Campania
Denominazione Normativa Superficie
(ha)
Parco Nazionale del Cilento e
Vallo di Diano
L. 394, 06.12.91 ‐ D.M. 04.12.92 ‐ D.M.
05.08.93 ‐ D.P.R. 05.06.95 178.172,00
Parco Nazionale del Vesuvio L. 394, 06.12.91 ‐ DD.MM. 04.12.92 /
04.11.93 / 22.11.94 ‐ D.P.R. 05.06.95 7.259,00
Riserva Naturale Statale
Castelvolturno D.M. 13.07.77 268,14
Riserva Naturale Statale Cratere
degli Astroni D.M. 24.07.87 250,00
Riserva Naturale Statale Tirone
Alto Vesuvio D.M. 29.03.72 1.005,00
Riserva Naturale Statale Valle
delle Ferriere D.M. 29.03.72 455,00
Area Naturale Marina Protetta di
Punta Campanella D.M. 12.12.97 / 13.06.00 1.539,00
IV Aggiornamento Elenco Ufficiale Aree Protette ‐ Delibera Conferenza Stato Regioni n.
1500 del 25.07.2002
Altre aree protette
Con il termine "Altre aree protette" si indicano le oasi, i parchi suburbani ecc., la cui gestione è affidata principalmente
ad associazioni ambientaliste o svolta in collaborazione con ente pubblico o privato proprietario dell’area.
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
50
Altre Aree Protette
Denominazione Tipologia di area
protetta Normativa
Superficie
(ha)
Area naturale Baia di
Ieranto Area Naturale A.n.p. 22.04.97 49,50
Oasi Bosco di San Silvestro Oasi Convenzione 06.02.93 76,00
Oasi naturale del Monte
Polveracchio Oasi
D.C.C. 92, 14.11.85 ‐
Convenzione 28.01.94 200,00
Si riferisce alle “altre Aree Protette” inserite nell’ Elenco Ufficiale Aree Protette
(Delibera Conferenza Stato Regioni n. 1500 del 25.07.2002)
Dati: Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e Regione Campania, Settore
Ecologia
Le zone Umide
Le "Zone Umide" sono quelle Aree Naturali che raggruppano "Paludi, acquitrini, torbe, bacini naturali o artificiali,
permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, ivi comprese le distese di acqua
marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i 6 metri" (Convenzione di Ramsar ‐ Iran 1971).
La Regione Campania, con la Deliberazione di Giunta Regionale N° 285 del 19/01/01, ha espresso parere favorevole in
merito all’inclusione di due aree nella Convenzione di Ramsar.
Le Zone Umide della Campania
DENOMINAZIONE PROV. SUPERFICIE(ha)
Variconi CE 150
Persano SA 300
FONTE: Regione Campania, Settore Ecologia
I principali riferimenti normativi, finalizzati alla tutela della biodiversità, sono la Direttiva Comunitaria 92/43/CEE
"Habitat" e 79/409/CEE "Uccelli"
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
51
Tali Direttive prevedono la tutela degli ambienti naturali e delle specie della fauna e della flora attraverso la
costruzione di una Rete Europea di siti protetti denominata "Rete Natura 2000" che individua:
Siti di Importanza Comunitaria (SIC): un sito che, nella o nelle regioni biogeografiche cui appartiene, contribuisce in
modo significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di habitat naturale (...) o una specie (...).
Zone di Protezione Speciale (ZPS): i territori idonei alla conservazione delle specie elencate nell'allegato I della
Direttiva “Uccelli” per le quali sono previste misure speciali di conservazione. L’Italia, attraverso il Programma
"Bioitaly", ha individuato i SIC, nell’ambito del proprio territorio nazionale.
In Campania, al termine del Progetto Bioitaly sono stati censiti 132 SIC.
Attualmente, in seguito alla richiesta da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio di rivedere le
perimetrazioni dei SIC attraverso una verifica tecnico ‐ scientifica, il numero dei SIC risulta 106. La loro superficie,
nonostante il numero sia inferiore, è aumentata (è stato designato un nuovo SIC e molte aree hanno subito un
allargamento).
pSIC in Campania
PROVINCIA SUPERFICIE
(ha) N. SITI
AVELLINO 71.351 15
BENEVENTO 33.632 8
CASERTA 48.795 15
NAPOLI 41.707 30
SALERNO 167.045 38
TOTALE 362.530 106
FONTE: Regione Campania, Settore Ecologia
La Regione Campania ha individuato, in attuazione della Direttiva "Uccelli", 21 Zone di Protezione Speciale.
Zone di Protezione Speciale in Campania
PROVINCIA N. ZPS SUPERFICIE
(ha)
AVELLINO 3 67.675
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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BENEVENTO 1 1.468
CASERTA 2 26.126
NAPOLI 5 7.056
SALERNO 10 87.395
TOTALE 21 189.720
In merito all’insediamento proposto si evidenzia, come da cartografia allegata , che questo non interferisce con
nessuna area protetta; mentre per gli aspetti relativi alla salvaguardia della vegetazione esistente, come già
sottolineato nella precedente relazione, si evidenzia che nell’area oggetto di intervento allo stato non è presente
alcuna specie arborea o arbustiva (vedi documentazione fotografica) per cui non si hanno situazioni di tutela
particolari.
Analoghe circostanze si verificano nei confronti della fauna, che a causa dell’abbandono dell’aree e dalla presenza
della limitrofa viabilità litoranea, è di fatto assente, salvo piccoli invertebrati tipici delle aree a verde incolte ed agli
insetti tipizzanti aree incolte e/o abbandonate.
Con la piantumazione di specie autoctone così come previsto in progetto (vedi paragrafo 4.5 dell’Analisi di Impatto
Ambientale) invece, si creeranno situazioni tali da far si che alcuni uccelli migratori possano trovare sosta nei loro
circuiti stagionali e potrà anche prendere forma una tipica vita di ambienti alberati con piccoli mammiferi (anche
roditori ma non infestanti) nonché tutta una serie di specie animali richiamate dalla ripresa della vegetazione arborea
ed arbustiva a corredo degli insedianti antropici previsti in zona.
Da quanto brevemente descritto appare evidente che il passaggio ad una zona degradata ad alta rumorosità incolta e
priva di piante arboree, si passerà ad una zona ben tenuta e manutenuta con essenze arboree ed arbustive, anche
floreali, che costituiranno riparo ed alimento per tutta una serie di elementi biologici, di vario ordine e grado, che
migliorerà lo stato della biodiversità presente in questo contesto dell’area litoranea.
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
53
Descrizione delle peculiarità ambientali delle aree interessate in maniera significativa dal Piano
In funzione delle matrici ambientali prima descritte, si procede ad una descrizione delle stesse evidenziando quelle
che tipizzano o che caratterizzano l’area di intervento edilizio.
Sotto il profilo della MATRICE Aria come già evidenziato, il sito di interesse è caratterizzato e condizionato dalle
immissioni antropiche (e non) di inquinanti di qualsiasi genere in atmosfera.
Per cui le possibili immissioni in atmosfera (inquinanti) sono connessi a:
‐ Impianti industriali;
‐ Traffico urbano ed extra urbano;
‐ Altre immissioni.
Nella località oggetto d’intervento non si riscontrano, per un intorno significativo (max 1,00 km), insediamenti
industriali e/o ad essi assimilabili; quindi, non vi è nella zona una particolare concentrazione di gas ascrivibili a tale
attività.
Infatti, dall’osservazione dello stralcio cartografico di seguito riportato, si rileva che l’insediamento in oggetto ricade in
una zona non densamente urbanizzata e lontana da nuclei industriali di particolare rilevanza (l’area industriale è
concentrata a nord ovest uscita tangenziale Salerno ‐ litoranea a circa 10 km dalla zona di interesse).
Figura 1: Orto immagine dell’area oggetto di studio; tratta da Google maps.
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
54
Per quanto attiene il traffico veicolare l’area d’interesse si trova in prossimità della litoranea Salerno Pontecagnano (ex
ss 18).
Lungo tale arteria, come è noto, si sviluppa soprattutto nel periodo estivo, un lungo flusso veicolare sia privato che
commerciale, connesso proprio all’utilizzo turistico delle aree balneari entro cui si inserisce l’intervento a farsi.
Tale flusso è pressoché continuo nelle 24 ore per circa 4 mesi, periodo questo entro il quale si sviluppa l’attività
turistica nella zona, mentre nel restante periodo non si registrano flussi veicolari di particolare intensità, anche se il
traffico veicolare non è da sottovalutare a causa dell’intensa attività agricola presente in zona.
Pertanto, rispetto a tale matrici, eventuali forme d’inquinamento sono connesse proprio alla concentrazione degli
scarichi di tali veicoli e, quindi, a ossidi di zolfo e di carbonio; fortunatamente trovandoci nell’ambito di una zona
litoranea aperta e non interclusa, le correnti d’aria che si vengono a generare fanno in modo che tali inquinanti non
ristagnino in zona ma vengano rapidamente dispersi nell’atmosfera.
Un altro aspetto da considerare è il rumore provocato dal traffico veicolare che, come già accennato, nel periodo
estivo , si sviluppa quasi in modo ininterrotto lungo tale arteria.
In merito ad altre forme di inquinamento eventualmente presenti nella zona di interesse, al momento non si
riscontrano altri dati .
L’opera in progetto non prevede forme di immissione particolari ad eccezione di quelle di cantiere connesse alla
realizzazione delle opere per le quali verranno attivati gli accorgimenti specifici e riportati nei relativi piani di sicurezza.
Per quanto attiene la residenzialità, come già evidenziato in progetto, la circolazione interna con mezzi meccanici e/o
autoveicoli è estremamente limitata, ne sono previste caldaie di riscaldamento ad elevato inquinamento oltre alla
circostanza che la residenzialità prevista è tipicamente vacanziera e quindi estiva, ma non possono essere esclusi
utilizzi anche nel periodo invernale, considerato il rilancio che si intende fare di questo contesto extra metropolitano.
Le installazioni saranno, quindi, di tipo autonomo e saranno effettuate prevedendo l’utilizzo di dispositivi conformi
all’attuale normativa di settore ad elevato rendimento ed a bassa emissione.
In funzione di quanto descritto, si ritiene che l’opera in progetto non incide in nessun modo sulla matrice atmosferica,
anzi, a livello di sito, ne migliora sicuramente la qualità complessiva.
Vi possono essere invece risentimenti negativi per i residenti nei confronti dei rumori e delle emissioni provenienti dal
traffico veicolare prima descritto, venendo a concomitarsi la massima presenza nell’insediamento in contemporanea
alla massima fruibilità della viabilità litoranea.
Al fine di attutire tale circostanza, così come evidenziato in progetto, l’area sarà dotata di una estesa piantumazione di
alberi di alto fusto che oltre ad ammortizzare i rumori provvederanno ad assorbire l’anidride carbonica emessa in zona
(CO) rilasciando quantitativi di ossigeno maggiori di quelli attualmente presenti; per cui l’impatto complessivo, verso
gli inquinati atmosferici, è da ritenersi positivo nei confronti dell’ambiente esterno.
Sotto il profilo della MATRICE Suolo, come già evidenziato, l’area di interesse è caratterizzata e condizionata da
fenomeni naturali e da attività antropiche; rispetto alle eventuali criticità presenti si possono realizzare le seguenti
considerazioni generali e particolari.
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
55
Per quanto attiene i fenomeni legati all’erosione nell’area, allo stato, non sono stati rilevati fenomeni erosivi e/o
evolutivi in atto o in preparazione e gli interventi a farsi, sicuramente, contribuiscono ad un uso controllato del
territorio.
Analoghe considerazioni possono essere ascritte alla compattazione del suolo, così come delineata nei paragrafi
precedenti; dalle ricognizioni e dalle analisi eseguite nell’area d’intervento tale fenomeno non è presente, in quanto
questa si presenta allo stato incolta ed in un stato di marginale degrado connesso proprio allo stato di abbandono.
L’intervento proposto, anche se di tipo insediativo, è di tipo “rado” per cui le lavorazioni sui suoli non comportano
alterazioni sostanziali sotto il profilo della compattazione.
La salinizzazione dei suoli, alle nostre latitudini, è un fenomeno connesso a due fenomeni:
- evaporazione delle acque marine e precipitazione dei Sali;
- elevati emungimenti con sovrasfruttamento della falda ed aumento dell’ingressione marina e conseguente
salinizzazione delle acque presente nei suoli e conseguente contaminazione degli stessi.
Rispetto a tali fenomeni generali, nell’area d’interesse non vi sono pozzi e le dotazioni idriche saranno garantite
attraverso idonei ed opportuni collegamenti alle reti infrastrutturali presenti in zona.
Rispetto alla salinizzazione dei suoli derivante dalla ricaduta di precipitati da acque marine, il fenomeno sarà
parzialmente affrontato mediante piantumazione di essenze arboree ed arbustive che, oltre a far da ostacolo alle
correnti a bassa quota, potrà assorbire, attraverso i processi di fotosintesi, parte dei Sali precipitati sul terreno.
In merito a criticità connesse a fenomeni legati alla diminuzione di sostanza organica, si evidenzia che allo stato
nell’area è rilevabile un elevato stato di degrado con un basso stato di produzione di sostanza organica.
L’intervento previsto invece, come già descritto, provvedendo ad una razionalizzazione degli spazi con un ripristino
della vegetazione arborea ed arbustiva, consentirà un ripristino di condizioni ottimali idonee alla produzione di
sostanze organiche; chiaramente per garantire l’attecchimento delle stesse saranno realizzati interventi di ingegneria
naturalistica e di vero e proprio giardinaggio così da garantire, anche con interventi progressivi, la crescita della
vegetazione impiantata.
Dopo un primo ciclo di impianto e di mantenimento si avrà un notevole incremento naturale (anche se su ripristino
antropico) della sostanza organica che favorirà la crescita di un sub strato biologico e la produzione di sostanza
organica necessaria a garantire lo sviluppo delle essenze impiantate.
Per quanto attiene i problemi legati alla impermeabilizzazione dei suoli, si evidenzia che rispetto allo stato attuale, in
cui vi è un sostanziale disordine idraulico, legato allo stato di abbandono dell’area, l’intervento anche se prevede
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
56
chiaramente la realizzazione di parti impermeabili (tetti e coperture di vario tipo e di spazi attrezzati) garantisce un
deflusso organizzato e controllato attraverso il quale (vedi dati di progetto) sostanzialmente non vengono variati i
coefficienti di infiltrazione efficace dei suoli, garantendo un impatto nullo rispetto alle falde eventualmente presenti in
zona.
Infine, le matrici ambientali prima trattate hanno individuato anche aspetti legati alla diminuzione della biodiversità;
nel merito si evidenzia come già definito precedentemente, che l’area si presenta in uno stato di degrado
fondamentalmente dovuto allo stato di abbandono.
Per cui allo stato , per quanto è stato possibile accertare, la biodiversità presente è di tipo infestante sia per ciò che
riguarda la fauna sia per ciò che riguarda la flora; in particolare il ristagno di acque fa si che si sviluppino insetti quali
mosche e zanzare notevolmente fastidiose sia a livello antropico che a livello animale.
La realizzazione degli interventi in progetto con una razionalizzazione del verde e la previsione di zone alberate ed
aiuole con fiori e piante autoctone, ripristinerà condizione di biodiversità migliori di quelli attuali favorendo nel
contempo anche lo sviluppo di una fauna anche di livello superiore, nonché di uccelli migratori che troveranno nelle
alberature previste in progetto, asilo e sede anche per una loro stanzialità.
In funzione di quanto sopra evidenziato , anche se a livello qualitativo, si evidenzia che l’intervento previsto in
progetto è sicuramente migliorativo delle singole matrici ambientali, portando dei correttivi, anche se minimali,
considerata l’estensione dell’intervento in progetto, complessivi all’ambiente circostante.
Valutazione di eventuale problema ambientale esistente o pertinente al piano ed evidenziazione del rapporto tra
l’area interessata dal Piano ed eventuali zone vincolate/protette presenti nel territorio comunale.
Nei paragrafi precedenti sono stati evidenziati alcuni aspetti relativi all’incidenza del piano sulle matrici ambientali,
concludendo che, salvo alcuni aspetti connessi proprio alla realizzazione dei singoli manufatti (matrice suolo), non si
hanno impatti particolari sulle stesse ma, anzi, la realizzazione dell’intervento in progetto, con una razionalizzazione
controllata dei vari aspetti ambientali, comporta un sensibile miglioramento delle situazioni di degrado oggi rilevabili
nel contesto territoriale di interesse.
Per una valutazione delle forme di degrado attualmente presenti si rimanda ai paragrafi precedenti ed alla
documentazione già trasmessa nell’ambito delle quali è dimostrato senza alcun debbio l’effetto positivo determinato
dalla realizzazione dell’intervento proposto
Per quanto attiene le zone vincolate o protette presenti in zona, le analisi effettuate e gli stralci cartografici allegati,
evidenziano, in modo inequivocabile, che l’area non interferisce assolutamente con nessuna tipologia di area protetta
e/o vincolata.
Inoltre, l’urbanizzazione proposta è coerente con la pianificazione urbanistica vigente ed in virtù della stessa,
l’insediamento, nel suo complesso, terrà conto delle prescrizioni e delle indicazioni del P.R.G. ed, in particolare ,per
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
57
ciò che concerne le distanze dai confini ed alla viabilità esistente, a livello comunale e sovra comunale, nonché alla
eventuali infrastrutture esistenti nell’intorno dell’area d’interesse (vedi a d es. canale consortile).
Allo stato questi sono gli unici vincoli territoriali rilevati oltre a quelli previsti dal regolamento edilizio e relativi
all’urbanizzazione dell’area, a fronte della quale, è stato già acquisito un visto di conformità.
Selezione degli obiettivi di sostenibilità ambientale pertinenti alla realtà locale, relazionandoli alle tematiche
presumibilmente interessate dagli effetti del piano e esplicitando la coerenza con gli obiettivi specifici del Piano al
fine di evidenziare come la componente ambientale sia stata considerata nel processo di pianificazione
Si individuano gli indicatori di prestazione, gli obiettivi e le priorità d’azione:
‐ Gli obiettivi di sostenibilità ambientale pertinenti alla realtà locale;
‐ La coerenza con gli obiettivi specifici del Piano;
‐ Specificare come la componente ambientale sia stata considerata nel processo di pianificazione.
Obiettivi di sostenibilità ambientale
Si realizza una griglia di valutazione, rispetto alle tematiche ambientali interessate, di seguito riportata, nella quale è
possibile individuare, rispetto agli indicatori o elementi individuati (pressioni), le singole ricadute (interferenze di
settore x) relative all’insediamento in progetto.
TEMATICHE
AMBIENTALI INDICATORI DI PRESSIONE
SETTORI
AGRICOLTURA e FORESTE
PESCA
INDUSTRIA
ENER
GIA
TURISMO
TRASPORTI
DOMESTICO/CONSU
MAT
PATR
IMONIO CULTURALE
Cambiamenti del clima
Emissioni di CO2 x x x x
Emissione totale di gas a effetto serra x x x x
Riduzione dell’ozono
stratosferico Produzione e consumo di CFC e di HCFC x
Acidificazione
Emissioni di SO2 x x x x
Emissioni di NOx x x x
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
58
Emissioni di NH3 x
Ozono troposferico e
ossidanti
Emissioni di CO x x x x
Emissioni di VOC x x x x
Emissioni di NOx x x x x
Sostanze chimiche
(pesticidi, metalli
pesanti, POP)
Emissioni di metalli pesanti x x
Emissioni inquinanti organici persistenti (POP) x x
Consumo di pesticidi per usi agricoli x
Rifiuti
Produzione totale di rifiuti per settore x x x x x
Produzione totale e pro capite di rifiuti urbani x x
Produzione di rifiuti pericolosi x x x x x x
Importazione ed esportazione di rifiuti pericolosi x x x
Natura e biodiversità
Densità delle infrastrutture legate alla rete dei trasporti x x x
Area adibita ad agricoltura intensiva x x x x
Zone edificate x x x
Acque
Estrazione di acque: per area, pro capite e per settore x x x x x
Consumo di acqua pro capite x x x x
Emissioni di metalli pesanti (Hg, Pb, Cd) nelle acque x
Emissioni di Nutrienti in acqua (azoto e fosforo) per
fonte (famiglie e settori economici) x x
x
Emissioni di materia organica (kg BOD pro capite) x x x
Ambiente marino e
costiero
Cattura di pesce, per specie x x
Flussi di azoto e fosforo in mare (Eutrofizzazione) x x
Degrado del suolo
Cave ed attività estrattive x x x
Estrazione di idrocarburi x x
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
59
Superficie occupata da discariche x x x
Uso del suolo: cambiamento da area naturale ad area
edificata x x
x
Superficie agro‐pastorale per fascia altimetrica x
Area disboscata sul totale dell’area boschiva x x
Superficie aree golenali occupate da insediamenti
infrastrutturali x
Ambiente urbano
Densità della popolazione nelle città x x x
Produzione totale e pro capite di rifiuti urbani x x
Emissioni di CO, NOx, particolato, metalli pesanti, VOC x x x x x
Emissioni acustiche x x x x
Rischi tecnologici
N° incidenti notificati: Industria e Trasporti x x
Impianti a rischio di incidente rilevante (siti “Seveso”) x x
Rischi naturali N° episodi di calamità naturali (terremoti, eruzioni,
ecc.)
Paesaggio e patrimonio
culturale Trasformazione degli ambiti naturali e storico‐culturali x
Il settore Turistico, quindi, dalla matrice sopra riportata, è considerato quello di riferimento per la tipologia di
insediamento previsto, influenza essenzialmente la tematica “Ambiente Urbano”, interferendo anche con il ciclo dei
rifiuti, ed in modo marginale con natura e biodiversità ed acqua.
Per quanto attiene l’individuazione degli obiettivi specifici del Piano, rispetto alle finalità degli interventi proposti ,
nella relazione precedentemente trasmessa, si ritrova una nuova griglia, di seguito riproposta, ove è possibile
valutare gli obiettivi previsti in relazione alle priorità e alle finalità degli interventi correttivi e mitigatori previsti in
progetto.
obiettivi priorità Indicatori di prestazione Finalità degli interventi
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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A
Ridurre la
necessità di
spostamenti
urbani
Trasporti in
ambiente
urbano
1. Riduzione del numero di tragitti
percorsi in auto dai centri di attività
economica attorno alla città
1. Riduzione del 10% di spostamenti
urbani per e dai nuclei abitati attorno
alla città.
B
Aumentare
il territorio
sottoposto a
protezione
Natura e
biodiversità
2. Aumento della superficie totale
designata ai fini di conservazione
della natura;
3. Definizione di piani gestione per le
aree protette;
4. Risorse supplementari per la
protezione contro gli incendi
forestali;
2. Aumento del 10% entro l’anno 200X;
3. Per numero X di siti della rete natura
2000 entro l’anno 200X;
4. (Descrizione tipo misura) per le zone
A, B, C.
C
Garantire usi
peculiari
della risorsa
idrica
Acque e suolo
5. Mantenimento dei livelli delle acque
sotterranee;
6. Riduzione del contenuto di nitrati
nei fiumi nell’area industriale e
artigianale;
5. Mantenimento dei livelli;
6. Riduzione di del 50 % nei torrenti
D
attuazione
convenzione
biodiversità
Natura e
biodiversità 7. Aumento della copertura boschiva
7. Aumento del 15% nelle zone attorno
ai centri abitati;
E
Assicurare
idonei
processi di
recupero dei
rifiuti
prodotti
Rifiuti 8. Aumento della percentuale dei
rifiuti urbani riciclati
9. Aumento del 15% dei rifiuti urbani
riciclati nelle aree urbanizzate.
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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‐ Obiettivo “A”
La creazione di un nucleo residenziale in area turistica, consente di ridurre gli spostamenti dalle zone di lavoro alla
propria residenza ed i tempi di permanenza in auto (traffico urbano), e come già evidenziato nell’elaborato trasmesso
precedentemente, consente una sostanziale riduzione del numero di tragitti percorsi in auto dai centri di attività
economica posti nell’intorno del capoluogo.
Si ottiene, quindi, un effettivo positivo per l’atmosfera consistente in una sensibile diminuzione nella immissione di
sostanze inquinati derivanti dall’uso di veicoli privati e commerciali.
Tale azione produce di fatto:
1. Ridurre i pericoli per l’ecosistema, la salute umana e la qualità della vita derivanti dalle emissioni nell’atmosfera,
nelle acque e nel suolo di sostanze chimiche nocive o pericolose;
2. Eliminare l’uso di sostanze cancerogene nei cicli di produzione e nei prodotti;
3. Ridurre le emissioni di sostanze che favoriscono la formazione di ozono troposferico (NMVOCS e NOx) e degli altri
ossidanti fotochimici;
4. Tutela e la salute umana e del patrimonio agricolo e forestale;
5. Limitare le emissioni acide in atmosfera (SO2, NOX, NH3) e favorire appropriati sistemi di gestione del territorio;
6. Eliminare le emissioni atmosferiche di sostanze che provocano la riduzione della fascia di ozono stratosferico
(CFC, Halons, HCFC);
7. Concorrere al rispetto degli obiettivi fissati per il contributo nazionale alle emissioni globali;
8. Limitare le emissioni di gas a effetto serra che contribuiscono al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici
(CO2, CH3, N2O e CFC);
9. Concorrere al rispetto degli obiettivi fissati per il contributo nazionale alle emissioni globali.
‐ Obiettivo “B”
La realizzazione di un insediamento “controllato” e gestito in modo ecosostenibile, anche se indirettamente,
contribuisce a:
1. Aumentare il territorio sottoposto a protezione (discariche abusive sulla litoranea);
2. Tutelare le specie minacciate e della diversità biologica;
3. Promozione degli interventi di conservazione e di recupero degli ecosistemi;
4. Promozione degli interventi di riduzione dei rischi derivanti dall’introduzione di specie naturali allogene;
5. Promozione delle tecnologie che favoriscono la biodiversità.
‐ Obiettivo “C”
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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La corretta gestione delle risorse idriche è uno dei problemi della società moderna, attesa l’inesauribilità della risorsa,
per cui una gestione coordinata e integrata degli usi idrici contribuisce in modo diretto ed indiretto a tale obiettivo
generale; pertanto per il raggiungimento di tali obiettivi occorre procedere a:
1. Adeguare le infrastrutture fognarie e depurative ai criteri della direttiva 91/271 e del nuovo decreto
legislativo sulle acque;
2. Garantire usi peculiari dei corpi idrici;
3. Garantire acqua potabile di buona qualità a tutta la popolazione;
4. Raggiungere un livello di qualità dei corpi idrici “sufficiente” entro l’anno 2008, secondo quanto disposto dal
nuovo decreto legislativo.
5. Proteggere la qualità dei suoli quale risorsa limitata e non rinnovabile per la produzione di cibo e di altri
prodotti e come ecosistema per gli altri organismi viventi;
6. Difendere il suolo dai processi di erosione e di desertificazione;
7. Identificare e catalogare i siti potenzialmente contaminati, anche nelle aree di sviluppo industriale in attività;
8. Consolidare, estendere e qualificare il patrimonio paesaggistico delle aree depresse;
9. Identificare le aree a rischio idrogeologico;
10. Ripristinare la funzionalità idrogeologica dei sistemi naturali.
‐ Obiettivo “D”
La corretta gestione degli ambienti naturali contribuisce alla qualità della vita soprattutto in un ottica di sviluppo
sostenibile.
Pertanto l’insediamento in progetto, anche se con un minimo incremento della copertura arborea ed arbustiva, non
infestante ,di specie autoctone, opportunamente mantenute, contribuisce anche se in modo indiretto a:
1. Aumentare il territorio sottoposto a protezione;
2. Tutelare le specie minacciate e della diversità biologica;
3. Promozione degli interventi di conservazione e di recupero degli ecosistemi;
4. Promozione degli interventi di riduzione dei rischi derivanti dall’introduzione di specie naturali alloctone;
5. Promozione delle tecnologie che favoriscono la biodiversità.
‐ Obiettivo “E”
La realizzazione di un “insediamento di qualità”, che si rivolge ad un utente che tende a sviluppare la qualità della
propria vita e di quella dell’ambiente circostante, di riflesso tende anche ad una gestione controllata dei rifiuti
provenienti dal suo ciclo vitale attesa la drammatica priorità (emergenza ) di tali aspetti.
Pertanto l’insediamento in progetto contribuisce, anche se in modo marginale, sul ciclo generale dei rifiuti mentre
nello specifico contribuisce a:
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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1. Ridurre la produzione e la pericolosità dei rifiuti, in particolare attraverso l’adozione e lo sviluppo di
tecnologie pulite;
2. Assicurare idonei processi di riutilizzo, riciclaggio, recupero e smaltimento dei rifiuti prodotti;
3. Raggiungere l’autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti per ambiti territoriali ottimali;
4. Organizzare la raccolta dei rifiuti in modo da consentire la progressiva separazione dei principali flussi
produttivi (rifiuti domestici, mercatali, attività di servizio, attività commerciali, attività produttive, attività
agricole);
5. Usare i rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia;
6. Conferire almeno il 25% dei rifiuti urbani da recuperare attraverso la raccolta differenziata entro il 2001 ed
almeno il 35% dal marzo 2003; almeno il 50% di recupero e il 25% di riciclaggio degli imballaggi dal maggio
2002;
7. Riutilizzo, a valle della raccolta e delle iniziative per la riduzione dei rifiuti;
8. Minimizzare lo smaltimento in discarica.
Evidenziazione del legame tra azioni specifiche del piano ed effetti possibili sulle tematiche ambientali/territoriali
realmente interessate (criteri di sostenibilità ambientale – obiettivi – azioni – effetti sulle tematiche ambientali)
Relativamente ai legami tra azioni specifiche del piano ed effetti possibili sulle tematiche ambientali/territoriali
realmente interessate, si fa riferimento ai principi fondamentali che caratterizzano l’Agenda 21 ed in particolare:
Sussidiarietà
Condivisione
Integrazione
In quest’ottica lo sviluppo sostenibile non può concretizzarsi senza l’integrazione delle azioni intraprese ai diversi livelli
privati ed istituzionali; in tal modo viene superata la visione settorializzata dell’ambiente e tutti gli aspetti della
sostenibilità vengono verificati in ogni azione da intraprendere.
Quindi, il processo di pianificazione posto in essere, in coerenza con gli strumenti di pianificazione sovra ordinati
(P.R.G.), se correttamente realizzato, può essere un esempio di come da “interessi privati o singoli” si passa ad
interessi “pubblici e/o collettivi” più generali.
La realizzazione del progetto oltre ad un incremento delle attività economiche, durante la fase di realizzazione porterà
benefici duraturi sia sugli aspetti economici sia su quelli ambientali.
Gli impatti positivi sull’ambiente e sull’ecosistema sono stati già ampiamente discussi nei capitoli precedenti, per cui
restano da delineare solo i criteri di sostenibilità ambientale già ampiamente trattati negli elaborati progettuali, ove,
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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nel dettaglio, viene sviluppato il discorso sulla qualità dell’insediamento e sull’utilizzo di materiali e sulle tecniche di
lavorazione per lo più naturali ed eco compatibili.
Come già evidenziato nel progetto precedentemente trasmesso, intervenire in un area caratterizzata da profonde
contraddizioni e da un notevole degrado non è cosa agevole e sicuramente non riesce da sola, senza un serio sostegno
pubblico, a modificare in modo sostanziale il trend evolutivo.
Lontani dalla città, senza segni e riferimenti significativi sul territorio, ma con una molteplicità di temi e problemi,
occorre rapportarsi alla complessità della realtà locale, ai problemi da risolvere ed ai conflitti da comporre: problemi
tecnologici, ambientali, economici, di composizione architettonica, sociali, politici, normativi, urbanistici.
In tale contesto diventa fondamentale il ruolo che riveste l’impostazione progettuale per ridare qualità allo spazio e
dignità all'ambiente, per creare servizi e quindi per sostenere e promuovere lo sviluppo e la riqualificazione di un
litorale che, nel passato, aveva indubbiamente una rilevanza da un punto di vista ambientale.
L'obiettivo è quindi quello di realizzare un progetto "ecologico" e "naturalistico" quale modello per altre iniziative
similari che tengano conto di :
• spazi a misura d'uomo (in particolare di bambini, di donne e disabili, purtroppo troppo spesso dimenticati nei
progetti);
• controllo del microclima;
• uso di materiali sani;
• salubrità;
• percezione positiva dello spazio;
• nessun pericolo per l'incolumità delle persone;
• il rispetto per l'ambiente;
• una politica di risparmio/efficienza energetico e delle risorse;
• durabilità, recuperabilità e riciclabilità dei materiali.
L’intervento tende, quindi , nella sua concezione di base a rinsaldare (sviluppo sostenibile) un forte legame con la
natura, con la terra che ci ospita, il che vuol dire, recupero dei valori paesaggistici e ripristino, consolidamento e
ricostruzione dell'ecosistema con tecniche di ingegneria naturalistica (o comunque utilizzando il più possibile specie
vegetali e materiali inerti tradizionali), il recupero e Ia "ricucitura" del lotto al paesaggio naturale circostante, con Ia
speranza di innescare un processo di progressivo ed esteso recupero dell'intero litorale.
Descrizione delle misure di impedimento, riduzione e compensazione limitatamente alle tematiche ambientali che
saranno interessate da effetti negativi del piano ed evidenziati al punto precedente.
E’ indiscutibile che un intervento del tipo proposto (P. L. C.) vada a trasformare lo stato dei luoghi in maniera
sostanziale, anche sotto il profilo paesaggistico.
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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Allo stato attuale, l'uso che si fa del territorio ha i seguenti effetti negativi sull'ambiente:
forte inquinamento dell'aria dovuto alla notevole presenza di vacanzieri "mordi e fuggi", con auto propria nel
periodo estivo;
forte inquinamento acustico per gli stessi motivi;
ristagno di acqua di pioggia e proliferazione di insetti infestanti e dannosi per al salute umana;
forte accumulo di rifiuti con un frequentatore medio che ha una scarsa sensibilità verso la raccolta
differenziata; tra l'altro nella zona i rifiuti vengono dispersi ovunque nell'ambiente, rendendo complesse le
operazioni di pulizia.
• forte distruzione del patrimonio naturale dovuto alla mancanza di protezione e manutenzione ed al suo
notevole uso;
• passaggio da un sistema naturale complesso ad uno semplificato, che produce una riduzione della varietà dì
habitat con conseguente perdita di complessità del biotipo;
• mancanza dì sicurezza nel periodo invernale dovuto alla presenza di attività illecite, innanzitutto la
prostituzione lungo le, strade della litoranea.
Analizzando questi dati viene da chiedersi subito quali ulteriori danni può mai produrre un intervento che tende alla
gestione coordinata e controllata del territorio.
Gli interventi previsti in progetto nella loro concezione di base, come illustrato nei paragrafi precedenti, è di fatto un
intervento di compensazione dei detrattori ambientali così come sopra descritti, per cui si rimanda, per una
trattazione esaustiva dei singoli argomenti, al progetto ed agli elaborati ed esso relativi.
Selezione degli opportuni indicatori che consentono di monitorare gli effetti del piano sulle tematiche ambientali e
territoriali evidenziati nelle valutazioni precedenti. Per il set di indicatori individuati definizione dell’unità di misura
e il soggetto/ente che provvederà a fornire i dati utili al popolamento degli stessi indicatori.
Al fine di ottemperare a quanto previsto dalla procedura di VAS, rispetto al monitoraggio ambientale del Piano
Attuativo in questione, si ritiene opportuno evidenziare che il soggetto attuatore del Piano si impegnerà, all’atto del
rilascio dei titoli abilitativi (permessi di costruire) ad attivare un sintetico Piano di Monitoraggio Ambientale.
Le matrici ambientali considerate ed il relativo set di indicatori scelti per la caratterizzazione delle stesse sono di
seguito descritti.
ARIA
Il set di parametri da utilizzare, coerentemente con quanto definito nei capitoli precedenti, è riportato nella seguente
tabella:
SET INDICATORI UNITA’ DI MISURA ENTE PREPOSTO AL
MONITORAGGIO
SISTEMA DI
CONTROLLO
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Biossido di zolfo (SO2 )
Il valore orario di 350
µg/m3 non può essere
superato più di 24 volte
nell’arco dell’anno civile
ARPAC Centralina multi
parametrica
Ossido di Carbonio (CO)
Il valore orario di 240
µg/m3 non può essere
superato più di 18 volte
nell’arco dell’anno civile
ARPAC Centralina multi
parametrica
Biossido di azoto (NO2)
Il valore massimo della
media mobile calcolata
sulle 8 ore non può
superare i 10 mg/m3
ARPAC Centralina multi
parametrica
Polveri sospese con F < 10
µm (PM10)
Il valore giornaliero di 50
µg/m3 non può essere
superato più di 35 volte
nell’arco dell’anno civile
ARPAC Centralina multi
parametrica
Ozono (O3)
Per il valore orario la
soglia di informazione è
pari a 180 µg/m3, la
soglia di allarme è pari a
240 µg/m3
ARPAC Centralina multi
parametrica
Tali parametri come già evidenziato, sono oggetto di monitoraggio presso tre stazioni di riferimento, ubicate sulla
provincia di Salerno e saranno utilizzati per le verifiche a mezzo di centralina multi parametrica per la misura diretta
degli stessi.
Come già evidenziato sono omesse le misure di SO mancando i parametri di riferimento, mentre per il PM10 sarà
utilizzato quale valore soglia per l’attivazione di eventuali azioni correttive.
La centralina utilizzata sarà automatica ed autosufficiente (pannelli solari) e consentirà una misura in continuo dei
parametri di riferimento.
ACQUA
Il set di parametri da utilizzare, coerentemente con quanto definito nei capitoli precedenti, è riportato nella tabella 3,
dell’allegato 2, al D.Lgs. 30/2009 ed è espresso in µg/l; gli analiti che saranno ricercati ai fini del monitoraggio
verranno definiti a seguito di un campionamento di base.
L’Ente preposto al monitoraggio di tali elementi è l’ARPAC al quale si farà riferimento per il popolamento della
matrice di controllo.
PianodiLottizzazioneConvenzionataComprensori2e3turisticilocalitàPicciola VAS
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Per il monitoraggio periodico della falda presente in zona, verrà installato un piezometro di controllo; tale sistema
permetterà la misurazione del livello di oscillazione della falda e il prelievo, con cadenza semestrale, di campioni di
acqua di falda al fine di verificare rispetto ai parametri di base (prima dell’insediamento) se vi sono oscillazioni
significative rispetto al cuneo salino e rispetto ad eventuali inquinanti previsti dal D.Lgs 152/06.
SUOLO
Per quanto attiene il suolo le attività poste in essere garantiscono di per se, una tutela del suolo nei confronti delle
forme di degrado individuate dalla letteratura tecnico scientifica.
Pertanto, rispetto a tale matrice, si ritiene di non dover porre in essere nessun strumento di controllo particolare,
anche perché eventuali processi di salinizzazione connessi all’evaporazione meteo marina saranno monitorati
direttamente con il controllo delle acque di falda che risentono direttamente ed indirettamente di tali processi.
Conclusioni.
Con la realizzazione dell’intervento urbanistico, si tenderà a migliorare le condizioni al contorno caratterizzate da un
elevato stato di degrado connesso proprio al disuso delle aree di interesse.
La realizzazione di un insediamento di “qualità” provocherà in modo diretto ed indiretto un miglioramento delle
situazioni di degrado presenti al contorno in funzione delle presenze antropiche che, anche se in modo stagionale, si
concretizzeranno nel sito di interesse.
Le attività urbanistiche previste per la riqualificazione della zona di intervento saranno sottoposte agli organismi
competenti per acquisire i pareri del caso a livello di fattibilità e fermo restante la necessità di acquisire ulteriori pareri
in fase esecutiva.
In particolare saranno sentiti gli Enti di seguito riportati:
- ASL Salerno 2; - Autorità di bacino Regionale Destra Sele; - Genio civile - S.I.I.S.
Pertanto il progetto nel tener conto di quanto richiesto dagli Enti sopra indicati, avrà cura di predisporre all’atto
esecutivo, idonee soluzioni tecnico funzionali.
Per quanto attiene invece le dotazioni idriche necessarie per le attrezzature e per la sistemazione a verde
dell’insediamento turistico in oggetto, si procederà ad avanzare istanza alla competente amministrazione provinciale
ai fini dell’ottenimento delle opportune concessioni per il prelievo di acqua sotterranea per uso non potabile. Tale
richiesta sarà accompagnata da uno specifico e particolareggiato studio idrogeologico finalizzato a valutare le risorse
disponibili e i quantitativi che possono essere emunti senza intaccare gli aspetti quali quantitativi della falda, in
armonia con quanto espresso nei precedenti capitoli.
Dott. ing. Giuseppe CIARDO
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