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The Crispi Magazine
Il primo
giorno di
scuola alle
medie di Diego M.
cl. 1^C Il giorno 5 settembre la mamma mi ha
svegliato alle sette precise e, balzato
dal letto, sono corso a lavarmi, ho in-
dossato i vestiti belli e, dopo la colazio-
ne, … via di corsa verso la scuola. Sul-
la piazza c’era un gran brulicar di ra-
gazzi che si salutavano, che urlavano…
Nel cortile della scuola ho visto subito
Michael e Marco, i miei vecchi compa-
gni, che ho ritrovato in classe alle me-
die, poi ho visto gli altri amici. Suona
la campanella! Esce la professoressa
Marenghi che spiega alcune cose, fa
entrare i ragazzi del 2° e del 3° anno e
poi comincia l’appello delle classi pri-
me. Parte con la 1^F; uffa, che ansia
l’attesa! Ed ecco… uno ad uno entria-
mo. Il cuore mi batte forte forte
dall’emozione, mi sento nervoso: scuola
nuova, insegnanti nuovi… Chissà come
sarà questo anno! Entriamo con il pro-
fessor Mango che ci accompagna in
classe e ci spiega come dobbiamo com-
portarci, ci tranquillizza. Dopo dieci
minuti entrano i nostri genitori che a-
scoltano l’insegnante, che spiega le no-
vità di quest’anno. Finalmente iniziano
le lezioni, io sono seduto vicino a Mi-
chael ma ci sono tre compagni nuovi,
Giuseppe, Tommaso e Beatrice. Entra
la prof. Marenghi, fa l’appello, ci detta
l’orario del giorno dopo, ci spiega il
materiale didattico e poi eseguiamo il
test d’accoglienza. Suona la campanel-
la e passiamo alle ore successive. Alle
ore 12.00, al suono della campanella,
Andrea, credendo che le lezioni siano
terminate, prepara la cartella per tor-
nare a casa, ma entra il prof. di musica
e Andrea torna al suo posto di corsa,
pronto per l’ultima lezione. E così è
trascorso il primo giorno di scuola!
The Crispi Magazine Anno 17 n°1 Dicembre 2013
Anno 17 n.° 1
Istituto Comprensivo P.2
Intorno a noi P.3 e P.4
Fantasia ed horror P.5
Favole per tutti P.6
Amici animali P.7
Orientamento cl.3^ P.9
Poesie . 10
In ricordo di Mandela 11
Sommario
GIORNALINO della Scuola Secondaria di 1°gr. “F. Crispi”
Pieve Porto Morone - PV Istituto Compr. Chignolo Po
www.istitutocomprensivochignolopo.gov.
it / / wwwSecondaria.pievepm. @gmail.com
Eccomi in terza media di Omar A. Cl IIIC Ebbene sì, sono arrivato all’ultimo anno delle medie.
Due anni sono passati in un lampo; il primo giorno del-
le scuole medie ero pieno di timori e preoccupazioni,
rimpiangevo le amate elementari, che mi avevano cul-
lato per cinque anni e … nuova scuola, nuova classe,
nuovi compagni, niente più maestre; da allora in poi
c’erano le prof….. Ormai manca solo un anno e poi
dovrò salutare i miei compagni che mi hanno sopporta-
to per sette anni; avrò un ultimo gradino da scalare: gli
esami, che le prof. hanno illustrato fin dal primo gior-
no. Sarà anche l’anno delle scelte, infatti entro febbraio
dovrò scegliere quale strada intraprendere ma c’è an-
cora tempo per decidere la scuola che… non annoi, ma
interessi e stimoli ad imparare!
Il mio primo giorno di scuola
Serena C. Cl. IF È il mio primo giorno di scuola, mi alzo alle 7.00, faccio co-
lazione e mi vesto. Esco di casa e attraverso la strada; da-
vanti alla scuola mi accorgo di essere in ciabatte e di non
avere messo le scarpe, allora cerco di ritornare a casa, ma è
troppo tardi, la mia mamma è ormai andata al lavoro. La
campanella suona e sono costretta ad entrare, arrivo in classe
e vicino a me c’è un uomo di una quarantina d’anni, con una
barba lunghissima. Gli chiedo che cosa ci fa qui e lui mi ri-
sponde che si chiama Luigi, è stato molto cattivo nella sua
vita ed è venuto qui per confessare i suoi peccati. Entra un
bambino piccolo, di circa tre anni e si siede davanti a me.
Mentre il mio compagno si confessa, il bimbo si gira e mi
chiede: «Qual è la radice quadrata di 3897». Gli rispondo
che non lo so. Guardo fuori dalla finestra in cerca di norma-
lità e vedo arrivare il pulmino della scuola con disegnati sui
lati delle immagini di Hello Kitty, scendono i miei compagni
ed entrano anche loro in classe. Mi siedo e mi accorgo che la
mia sedia è minuscola, come quella che avevo all’asilo e
non riesco ad arrivare al banco. Entra il prof. di italiano, si
presenta e capisco dalla sua voce che è mio fratello, allora
mi alzo per guardarlo e gli dico: «Hai solo nove anni e do-
vresti essere in quarta elementare!». Lui mi sgrida e mi dice
di portargli il diario e mi darà una nota. Mi dirigo alla catte-
dra e scivolo sulle sue biglie, quelle che lascia sempre in gi-
ro per casa, tra le risate dei miei compagni. Per fortuna la
mamma finalmente mi chiama e mi aiuta ad alzarmi:
«Serena, sveglia!». Che sollievo, era solo un incubo; il mio
primo giorno di scuola deve ancora iniziare.
SCUOLA dell’INFANZIA N° Alunni Plesso di BADIA PAVESE 20 Plesso di PIEVE P. MORONE 57 SCUOLA PRIMARIA N° Alunni Classi
CHIGNOLO PO 197 10
PIEVE P. MORONE 124 6
S. CRISTINA 89 5
MONTICELLI P. 51 5
CORTEOLONA 120 7
SCUOLA SECOND. 1° g. N°alunni Classi CHIGNOLO PO 125 6
PIEVE P. MORONE 93 5
CORTEOLONA 113 6
L’Istituto Comprensivo di Chignolo Po,
per il triennio 2012/2015, risulta così composto:
Dirigente: RISOLI ANTONELLO
Presidente: ANSELMI MARIO
Vicepresidente:LUPI SIMONE
Componente Docenti Infanzia
Manfredini Ursula
Visconti Alessandra
Componente Docenti
Primaria/
Secondaria
Malinverno Piera
Mango Antonio
Garegnani Laura
Tacchini Giuditta
Del Grosso Alfonsina
Vitaloni Rosanna
Componente Genitori:
Lupi Simone
Baffori Emanuela
Migliazza Donata
Tucci Mariella
Anselmi Mario Michele
Milanesi Cinzia Daniela
Balzarini Riccardo
Mannucci Andrea
Componente ATA:
Bollani Anna Rosa
Pagina 2 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1
NOTIZIE SCUOLA L’ISTITUTO COMPRENSIVO DI CHIGNOLO PO NOTIZIE SCUOLA
Eccovi alcuni dati sull’I. C., che aggrega le scuole materne, elementari (primarie) e medie
(secondarie) di Badia P., Pieve P. M., Monticelli P., Chignolo Po, S. Cristina e B., Corteolona,
per un totale di 988 alunni. Dirigente dell’I.C. è il Dott. Risoli Antonello.
Merry Christmas - Feliz Navidad
Joyeux Noël - Sarbatori Fericite
Frohliche Weihnachten
BUON NATALE a tutti !!
Il Natale di Alessia D. cl. 1^C
A Natale si crea una dolce atmosfera; alla Vigilia ci
riuniamo tutti insieme la sera, aspettando mezzanotte,
per festeggiare la nascita del Bambin Gesù e per vo-
lerci bene di più. A Natale siamo tutti più buoni e ci
scambiamo tanti doni, ma il regalo più bello e vero è
sempre l’affetto sincero, di una bella famiglia unita,
che si ama e si rispetta.
Genitori eletti nei consigli di classe
CLASSE 1^C CLASSE 2^C CLASSE 3^C CLASSE 3^F
Milanesi Cinzia
Anselmi Mario Michele
Dell’Acqua Rosalia
Picardi Maurizio
Marinoni Carol Tronconi Maria Rosa
Verde Luigi
Moro Daniela
Mascaretti Simona
Tacchinardi Angelica
Boselli Giampiera
Minuti Nadia
CLASSE 1^F
Cobianchi Angelo
Bollani Cristina
BUON ANNO HAPPY NEW YEAR
ЩАСЛИВОГО РІЗДВА
Buon Natale
Ringraziamo tutti coloro che, con l’acquisto
del giornalino e con la pubblici-
tà, ci permettono di comprare
materiale didattico per la scuo-
la. Quest’anno abbiamo acqui-
stato una nuova LIM (lavagna
interattiva); ringraziamo l’Avis
di Castel S. Giovanni, Pieve
P. Morone e Sarmato, che
quest’anno ci ha regalato parec-
chio materiale didattico: qua-
dernoni, biro, pastelli, pennarel-
l i… Ogni anno l ’Avi s
(l’associazione volontari donato-
ri di sangue) premia un alunno
della scuola media, di cl. 3^, con
una borsa di studio. Il san-
gue: un diritto trovarlo,
un dovere donarlo!
Una punizione in 1^ C: Come mi piace ridere, come mi piace giocare, per me la scuola è una giornata di festa. Uffa! Il prof. mi ha sgridato e questa frase 20 volte devo copiare!
Arrivano altri immigrati Alessia B. Cl.3^C Durante la notte tra venerdì 16 e sabato 17 agosto 2013, sono
arrivati altri immigrati sulle coste siciliane. Una motovedetta
della Guardia Costiera ha soccorso un gommone a bordo del
quale si trovavano 95 persone e, verso l’una, sono approdati a
Pozzallo. Tra i profughi, anche 20 donne di cui 4 incinte e un
neonato. Altri 195 migranti sono arrivati a bordo di un barcone
che è stato intercettato dalla nave della Marina militare a 42 mi-
glia a Sud di Lampedusa. I migranti, arrivati nella notte, sono di
nazionalità eritrea, somala . ... Sul tema degli immigrati è inter-
venuto anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolita-
no, che ha elogiato pubblicamente i bagnanti della spiaggia di
Morghella a Pachino, in provincia di Siracusa che, con una cate-
na umana, hanno tratto in salvo circa 160 emigranti siriani che
non riuscivano a raggiungere la riva, tra i quali c’erano molti
bambini. Il Capo dello Stato ha detto che azioni come queste
fanno onore all’Italia e dimostrano come gli Italiani siano capaci
di agire, mossi da un senso di umanità e di solidarietà che sovra-
sta sia la paura sia il pregiudizio. Anche Papa Francesco l’8 lu-
glio aveva organizzato un viaggio a sorpresa nella terra più a
sud del continente, ribattezzata “ la porta d’Europa”, che ha ac-
colto negli anni migliaia di disperati. Prima di scendere sul molo
di Lampedusa, ha deposto in mare una corona di fiori per ricor-
dare i migranti morti in mare. Il Pontefice ha inaugurato così la
sua prima visita nell’isola, dove lo attendeva una folla di 10 000
persone. È stata proprio la notizia degli “ immigrati morti in ma-
re, su quelle barche che invece di essere una via di speranza so-
no state una via di morte” ad averlo spinto a scegliere Lampedu-
sa come meta. Lo scopo, come ha ricordato durante la messa, è
“ risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non
si ripeta”. Si calcola che nei viaggi della speranza dall’Africa
all’Europa abbiano perso la vita almeno 25 000 persone negli
ultimi 20 anni. E ancora gli sbarchi continuano. Sono immagini
forti quelle che ormai si vedono tutti i giorni al telegiornale,
raccontano storie tristi di persone disperate; l’ultima volta sul
barcone c’era anche una donna siriana che ha partorito una
bellissima bambina, per fortuna sana. Non solo tragedie ma an-
che lieti eventi che danno uno spiraglio di speranza. Gli sbarchi
continuano!
Pagina 3 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1
Salvataggio in mare Irene P. Cl. 3^C
Quest’estate, ad Arma di Taggia, un piccolo paese in
provincia di Imperia (Liguria), ho assistito ad un salva-
taggio in mare: una madre e sua figlia, entrambe di co-
lore, hanno rischiato di morire annegate. Era un caldo
pomeriggio di luglio in cui soffiava un forte vento e il mare era
piuttosto mosso, anche se non in burrasca. Molti bagnanti erano in
acqua a divertirsi, ma senza andare troppo al largo, come segnala-
vano le bandiere rosse. I bagnini, sempre attenti, scrutavano in lon-
tananza con i loro binocoli, ma fortunatamente tutto sembrava tran-
quillo. A metà pomeriggio, uno dei bagnini di turno vede qualcosa.
Va sulla torre, portandosi un cannocchiale e guarda meglio: laggiù,
in fondo, due persone sembrano in difficoltà e riescono appena a
tenere fuori dall’acqua il naso. Di corsa scende, chiamando un col-
lega e si attivano per i soccorsi. Il primo bagnino si butta in acqua
e nuota con tutta la sua forza, ma non riesce ad andare molto velo-
ce perché ha le onde contro; il collega lo segue con il pattino. In
loro aiuto arriva un altro uomo del salvataggio della spiaggia di
fianco. Il primo arriva a nuoto e subito si accorge che una delle
persone in difficoltà è una bambina; si avvicina e cerca di sostene-
re la signora, ma soprattutto la piccola. Intanto arriva anche la bar-
ca ed entrambe le bagnanti vengono recuperate e coperte con un
telo termico. A riva si verificano le condizioni di salute: solo qual-
che colpo di tosse, un grande spavento e tutto si aggiusta: la bam-
bina e la madre stanno bene e i bagnini vengono ringraziati e ap-
plauditi da tutti noi spettatori. Spesso il mare nasconde perico-
li,anche se non sono evidenti e molti li sottovalutano. Bisogna
quindi stare attenti, non scherzare troppo ed essere sempre pru-
denti in quello che facciamo.
UNO SGUARDO INTORNO A NOI
Disastri della natura Mattia B. cl 3^C - Ogni anno nel mondo accadono fenomeni naturali che causano disastri e, purtrop-
po, anche vittime. Alcuni sono prevedibili, perciò molte popolazioni vengono allertate in tempo, come nel caso di tifoni e tornadi.
Gli ultimi episodi sono accaduti nelle Filippine l’8 settembre con il tifone Haiyan, che ha causato distruzioni e oltre 5000 tra morti
e dispersi. Il 19 novembre 80 tornadi hanno colpito 10 stati americani, con raffiche di oltre 270 km orari. Le vittime sono
solo 7, grazie al servizio meteorologico statunitense, che ha diramato l’allerta per una situazione pericolosa. In questo periodo
dell’ anno, non sono eventi eccezionali, ma è anomalo il loro numero nel giro di poche ore. Da anni geologi e metereologi
parlano di inquinamento atmosferico e surriscaldamento della zona tropicale, che si scontra con quella fredda e secca del-
le zone polari e questo aumenta anche la potenza dei fenomeni. Anche in Italia ultimamente ci sono state regioni colpite da
scosse sismiche o masse enormi d’acqua cadute in poche ore; è successo in Liguria, Toscana e in Sardegna. Sembra che la
natura ci stia avvisando di quello che accadrà in futuro. Quando vedevo al telegiornale le immagini di questi fenomeni che sem-
bravano succedere solo in America e nei paesi tropicali mi dicevo:” Meno male che qui da noi non avvengono, ma forse questi spa-
ventosi tornadi stanno arrivando anche da noi. Tutti dovremmo avere più rispetto per l’ ambiente, per la natura. Questo eviterebbe
crolli, cedimenti, alluvioni e perdite di vite umane. È assurdo che ancora oggi si possa morire per eventi causati dall’ uomo.
The Crispi Magazine Anno 17 n°1
Ricordando l’estate trascorsa …
Pozzuoli: pullman precipita dal viadotto Marco M. cl 3^ C Lunedì 29 luglio 2013, guardando il telegiornale, ho visto l’incidente, accaduto a Pozzuoli, di un pullman pieno di perso-
ne, di ritorno dalla visita ai luoghi nativi di Padre Pio. Il mezzo viaggiava su un’autostrada ed è precipitato da un viadot-
to alto 30 metri. Nell’impatto ci sono stati 39 morti, tra cui l’autista e molti pellegrini: mogli, mariti, sorelle o fratelli, co-
gnate, figli o genitori. La polizia ha dedotto che il pullman andava ad una velocità elevata e, dopo aver urtato qualche
macchina, ha sfondato le barriere cadendo dal viadotto. Le forze dell’ordine hanno ipotizzato tre cause: la prima che il
mezzo avesse i freni danneggiati perché, lungo il tratto di strada antecedente all’impatto, sono stati trovati pezzi relativi
al motore e ai freni; la seconda che l’autista abbia avuto un malore e che non sia riuscito a controllare il mezzo e l’ultima
che possa essere scoppiato uno pneumatico; questa ipotesi è avvalorata dalla testimonianza di una bambina ferita, che ha
sentito uno scoppio poco prima dell’impatto che ha provocato lo sbandamento del mezzo. Ora è tutto in mano agli inqui-
renti. Questi incidenti non dovrebbero più succedere; i mezzi per il trasporto delle persone dovrebbero essere revisionati
più spesso, in modo da garantire la sicurezza dei viaggiatori. Anche i dispositivi installati sulle strade dovrebbero ga-
rantire sicurezza in caso di urto. La tragedia è che 40 persone, felici per la gita, sono morte!
Addio auto, Roma si riprende il Colosseo Omar A. cl. 3^ C
Roma, 13 agosto; via dei Fori Imperiali è un tappeto di gente. Romani e turisti si godono lo spettacolo per festeggiare
con il sindaco Ignazio Marino la chiusura al traffico del cuore archeologico di Roma. Quando il sindaco risponde ai gior-
nalisti, ripete a tutti che questa chiusura al traffico privato è soltanto l'inizio di un sogno, quello della creazione di un
grande parco archeologico dal Campidoglio all'Appia Antica! “Abbiamo la responsabilità di mantenere questa archeolo-
gia, che è la testimonianza dell'origine della civiltà occidentale; dobbiamo scegliere se vogliamo le automobili o custo-
dire i nostri monumenti.” L'Italia è ricca di cultura. In ogni angolo del territorio si trovano monumenti importanti,
paesaggi e ambienti unici al mondo; abbiamo l'80% dei beni culturali al mondo, in opere d'arte, siti archeologici e città
piene di storia. Potremmo essere lo stato più ricco al mondo solo valorizzando il turismo e rispettando il territorio.
Purtroppo invece si continua con la distruzione ambientale, con colate di cemento sulle coste marine; Pompei, città visi-
tata da milioni di turisti, sta crollando e altri monumenti sono lasciati all'abbandono. Spero si risvegli l'interesse di tutti
per rispettare l'Italia e i suoi tesori, vera ricchezza che abbiamo e che tutto il mondo ci invidia
Malala Yousafzai Cristian C. cl. 3^ C
Non vuole essere ricordata per l’attentato dei talebani né per il premio Nobel, ma per la sua battaglia:
“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”. C’è tutta la saggezza
di questa piccola, grande donna, nella risposta che Malala, 16 anni, ha dato sul Corriere della Sera nel
giorno della pubblicazione della sua autobiografia: ”Io sono Malala”. Non vuole essere ricordata come
la ragazzina alla quale i talebani spararono in faccia sul pulmino all’uscita della scuola, il 9 ottobre del 2012. La sua col-
pa era aver scritto un diario per la BBC, in cui denunciava il divieto, per le bambine, di andare a scuola. Fu curata prima
in Pakistan, poi a Birmingham, dove rimase con la famiglia a causa delle minacce degli estremisti. Si è ripresa e lo scor-
so 12 luglio, al Palazzo di Vetro di New York, si è appellata alle Nazioni Unite per il diritto allo studio, in tutto il mondo,
di maschi e femmine. Malala non vuole essere ricordata neppure per questo, ma come una ragazzina che ha lottato per
l’istruzione. Chiedeva a Dio di farla crescere di altri 4 o 5 centimetri d’altezza; la rese alta come il cielo. La sua battaglia
è straordinaria. In Pakistan 5 milioni di bambini non vanno neppure alle elementari, malgrado la Costituzione ne scandi-
sca il diritto. Malala si sta impegnando per tutti. In fondo è una sedicenne come le altre: i suoi idoli sono Justin Bieber,
Selena Gomez, America Ferrara, le piacciono Masterchef e Ugly Betty alla TV, Twilight al cinema. Ammira e riconosce
il peso di Barack Obama, Nelson Mandela, Mahatma Gandhi e Abramo Lincoln.
I prof di Yasmine E. Alessia V cl. IC
La prof Marenghi è gentile, è una brava insegnante;
la prof Scoglio è simpatica e non si arrabbia mai ;
il prof Esposito è divertente e scherzoso;
il prof Casella è bravo, si arrabbia facilmente;
il prof Amoroso è generoso ;
la prof Bardoneschi è sempre sorridente;
la prof Artuso es muy guapa;
la prof Mirabelli è gentile e scherzosa;
Pagina 4
La chitarra di Jennifer C. I C La chitarra ha sei corde,
ogni corda ha otto note.
Se metti insieme quelle note,
viene una melodia
che ti riempie il cuore di allegria.
Con la chitarra puoi fare questo
e anche di più!
Pagina 5 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1
I nostri racconti: tra fantasia e Horror
La gamba di Fabio M. Cl. IIC
In una casetta isolata, in aperta campagna padre, madre e figlio stava-no guardando la televisione. Il tempo cambiò improvvisamente e si scatenò un violento temporale. D’un tratto il cane corse verso la porta ringhiando, si girò e attaccò il padre uccidendolo. La moglie si alzò dal divano, andò in cantina, tornò col fucile e uccise il cane sparando-gli. Il padre fu seppellito in giardino, mentre il figlio e la madre so-pravvissuti, diventarono poveri perché non avevano abbastanza soldi per comprarsi da mangiare. La madre dopo qualche settimana, vec-chia, morì di fame lasciando da solo il figlio e raccomandandogli di fare di tutto per sopravvivere. Il figlio, prima di seppellirla, le tagliò una gamba in modo da cucinarsela e mangiarsela e poi la seppellì vi-cino al padre. Dopo qualche giorno sentì bussare alla porta; vide una signora incappucciata che gli disse: “Oh buon uomo, ho camminato molto e sono stanca, sto cercando un riparo, fammi entrare, ti paghe-rò“. Il figlio la fece entrare e la fece accomodare in poltrona. La si-gnora disse ancora:“Senti, io ho camminato molto; lavami i piedi, ti pagherò di più“. Il figlio provò a guardarla ma il cappuccio le oscura-va tutta la faccia. Andò a prendere un catino pieno d’acqua calda; le prese il primo piede e glielo lavò, quando fece per prendere il secondo si accorse che mancava. Stupito le chiese:“ Scusi, ma che fine ha fatto la gamba?“ E la signora rispose:“Me l’hanno tagliata “e il figlio: “Ma chi ?! “ E la signora si alzò in piedi e disse: “Sei stato tu !!!” Il giorno dopo venne trovato il cadavere dell‘uomo. Si era impiccato per il ri-morso.
La Pomata Svanilina di Matteo D.. Cl. IIC
Giovannino è un ragazzino che abita in una fattoria fuori dal paese di
Svirgola. Tutti i pomeriggi i compagni di classe di Giovannino si re-
cano da lui per fare i compiti, giocare con gli animali e correre in
mezzo ai campi. Giocare alla fattoria è divertente, non ci si annoia
mai, tutti i giorni si inventano giochi nuovi e i pomeriggi volano. C’è
una cosa che spaventa Giovannino e i suoi amici: i pipistrelli. I ragaz-
zini credono alle leggende dove si racconta che i pipistrelli se si attac-
cano ai capelli non riescono più a liberarsi, bisogna per forza andare
dal barbiere per farsi rasare a zero. Un pomeriggio i ragazzi si trovano
a giocare in un angolo del fienile dove erano stati abbandonati un sac-
co di oggetti interessanti, fra cui un curioso barattolo colorato senza
etichetta. Giovannino, con molto coraggio, ha aperto il barattolo e
sorpresa! Il barattolo è vuoto. Il gruppo di amici ha continuato a gio-
care, finché Mario ha notato che qualsiasi oggetto messo nel baratto-
lo scompare. I ragazzi avevano trovato un barattolo magico, ma come
usarlo? Dopo aver pensato ad un sacco di soluzioni, ecco l’idea giu-
sta: usare il barattolo per far sparire i pipistrelli. Per interi pomeriggi
il gruppo di amici ha trascorso il tempo a studiare un piano per cattu-
rare un pipistrello e infilarlo nel barattolo, ma per magia un giorno un
pipistrello è entrato da solo nel magico contenitore. Da quel momento
tutti i pipistrelli sono svaniti. Che bello giocare tranquilli senza paura,
ma dopo qualche pomeriggio non si può stare più all’aperto, troppi
insetti. Per fortuna la magia del barattolo è limitata e i pipistrelli sono
tornati a volare. Nel giro di qualche ora gli insetti sono stati mangiati
e si poteva stare nei campi senza le fastidiose zanzare. Giovannino e i
suoi amici hanno capito l’importanza dei pipistrelli e il barattolo ma-
gico è tornato in mezzo agli oggetti abbandonati nel fienile.
Io: Cristiano Ronaldo di Pietro C. l .IIIF Una sera stavo guardando una partita del Real Madrid
ed espressi un desiderio:”Quanto vorrei essere Cristiano
Ronaldo.” Il mattino dopo mi svegliai e mi trovai in un
letto matrimoniale con a fianco una donna. Ero in una
stanza grande e dalla finestra vidi un giardino immenso.
”Ma dove sono finito?” Andai in bagno per sciacquarmi
la faccia e nello specchio vidi riflesso Cristiano Ronal-
do. Ero io! Non ci potevo credere. Il mio sogno si era
avverato. Feci i salti di gioia. La villa era immensa, pie-
na di trofei, palloni d’oro … ero la persona più felice del
mondo. Mi vestii e andai agli allenamenti. Oltre ad esse-
re diventato famoso, vidi tantissimi altri campioni come:
Dì Maria, Casillas, Sergio Ramos, Bale e il grande alle-
natore italiano Carlo Ancelotti. Tantissimi tifosi, soprat-
tutto bambini, mi chiamavano. Mi ricordai di quando
ero andato a vedere gli allenamenti dell’Inter e nessun
giocatore si era fermato per una foto con me, perciò non
volli far provare a quei bambini la delusione che avevo
provato, mi fermai a firmare e a fare foto. Tutti mi ac-
clamavano e dopo un po’ me ne andai negli spogliatoi.
Non sapevo come comportarmi. Se qualcuno mi avesse
chiesto qualcosa? Che cosa avrei fatto? Decisi di parlare
il meno possibile. Il mister in campo ci spiegò che nelle
prossime due settimane ci saremmo allenati duramente,
per affrontare il Barcellona. Pensai:”Affronterò Lionel
Messi, il giocatore più forte al mondo. Riuscirò a batter-
lo?” Iniziammo una corsa lenta per il campo, ma quando
ci allenammo per gli scatti, mi accorsi che non ero agile
e scattante come Cristiano e i compagni iniziarono a
guardarmi con sospetto. Il mister urlò:”Cristiano! Vedi
di riprenderti, se continui così ti lascio in panchina!” I
tifosi mi incoraggiarono. Non riuscivo a fare le cose più
semplici come palleggiare, scattare, stoppare il pallone
… La gente incominciò ad andarsene e io capii che ero
diventato Cristiano Ronaldo solo fisicamente ma, men-
talmente e nell’ agilità ero rimasto bambino. Ogni gior-
no la stessa solfa e arrivò la sera del match: Real Madrid
- Barcellona, le big spagnole. Il mister ci comunicò la
formazione. Ero in panchina! Era la punizione per il mio
scarso rendimento. All’ottantesimo minuto i tifosi ini-
ziarono a gridare: ”Cristiano Ronaldo! Dove è la freccia
portoghese!” Il mister mi chiamò ed entrai. Avevo paura
di fare una figuraccia. Correvo scoordinato, non riusci-
vo a stoppare un pallone e i miei tiri facevano pena. Il
pubblico cominciò a fischiarmi. A fine partita tornai a
casa e decisi di ritirarmi dal calcio. Persi tutto:soldi,
casa, moglie, fama. Ormai da oltre dieci anni vivo di
elemosina e un giorno, mentre ero in un bar e trasmette-
vano una partita del Real Madrid, fece il suo esordio in
Liga un giovane talento italiano Pietro Codazzi. Ero io!
Ero agile, scattante e gran tiratore, con le capacità
di Cristiano Ronaldo. Il mio sogno si era avverato
a metà e ora non potevo farci niente. Ero destinato
a morire da solo in povertà, senza essere ricordato.
Pagina 6 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1
Favole per tutti L’orso e l’ape
Greta P. cl. 1^C Un giorno un’ape andò dall’orso:
“Ciao, caro orso!”. “Oh! Bene,
anche stavolta sei venuta a portarmi il miele;
meno male, così non dovrò faticare!” L’ape
disse che aveva molte altre cose da fare e lui
era sempre presuntuoso, quindi si era stanca-
ta di portargli tutte le mattine il miele. L’orso
si giustificò: “Ape, io non ho amici e tu sei
l’unica durante la giornata che, anche se per
cinque minuti, mi fa compagnia. L’ape: “Se
fossi un amico vero, non ti approfitteresti di
me con la presunzione, per farti portare il
miele; se non hai amici, sii più gentile e ne
troverai!” L’ape se ne
andò, così l’orso da
quel giorno, tutte le
mattine, dovette cer-
carsi il miele da solo,
come tutti gli altri
orsi. Se maltratti gli
amici, finirai per restare solo.
Mai giudicare il libro dalla
copertina Gaia G.
cl. 1^ C La principessa di Ciocco-
landia aveva ormai rag-
giunto 20 anni, il che sta-
va a significare che era
pronta per diventare regi-
na. Prima però doveva cercare il suo
principe azzurro. Moltissimi erano i
partecipanti, giunti al castello per in-
contrare la bella principessa: conti, du-
chi e principi. Finita la festa, la princi-
pessa, ormai esausta, si era arresa
all’idea che non avrebbe mai trovato,
tra tutti quegli splendidi ragazzi, uno
che fosse anche intelligente e, sconso-
lata, decise per una passeggiata nel re-
gno; quando vide un ragazzo che offri-
va cibo e denaro ad una poveretta, pen-
sò che aveva davvero un gran cuore.
Così la principessa di Cioccolandia
decise di passare un po’ di tempo con
lui, finì per innamorarsene e lo sposò .
Non è la bellezza fisica che fa bella
una persona, ma la sua bontà.
Il topolino goloso
Stefano P. cl 1^ C Un giorno un topolino trovò un
pezzo di formaggio nella cucina
di una casa. Pensando che fosse
troppo piccolo, si mise alla ri-
cerca di altri pezzi ma non ne
trovò; nel frattempo arrivò il
padrone di casa e lui dovette
fuggire subito nella sua tana,
senza il pezzo di formaggio.....
Chi troppo vuole
nulla stringe!
Il pappagallo
e il canarino
Beatrice P. cl. 1^C Il pappagal-
lo, chiuso
nella sua
gabbia, in
un angolo
della casa,
si sentiva bello, così colorato e
passava la giornata a pettinarsi
le piume. Il canarino si sentiva
un po’ solo e passava la giorna-
ta a pensare a come evadere
dalla sua gabbietta. Cercò di
passare attraverso una fessura,
sul tetto della gabbia. Quando si
liberò, il pappagallo lo pregò di
liberare anche lui, ma il
canarino gli disse: “
Invece di pettinarti le
piume, potevi trovare
anche tu un modo per
fuggire!” Poi, però,
impietosito, lo liberò e,
quando il portone si spalancò, i
due volatili volarono liberi in-
sieme, prima esitanti, poi felici
e sicuri perchè insieme affronta-
vano la libertà.
Chi trova un amico trova un
tesoro.
La leonessa e la piccola antilope Alessia V. cl. 1^C Una leonessa era a caccia e, vedendo una piccola antilope affamata, la immaginò già
nella sua pancia. Giocò d’astuzia. Si avvicinò all’antilope e disse: ”Sei molto affamata;
dovresti venire nella mia tana, dove ti darò dell’ottima paglia e dell’acqua fresca e
buona.” La piccola andò, con un pizzico di timore, ma quando entrò nella tana della
leonessa, subito essa si affrettò a sbranarla. Fidarsi è bene non fidarsi è meglio.
Le due mosche Greta P. cl. 1^ C Un giorno due mosche si intrufolarono nella casa di una signora, fissata con
l’ordine, che non sopportava le mosche. La donna, appena vide una di quelle
due mosche, prese il giornale e la rincorse. La mosca scappò, volando ovun-
que ma la donna, sempre più furiosa, non aveva la minima idea di arrendersi.
Mentre la mosca si stava avvicinando sempre di più alla morte, l’altra non si
fece vedere e andò a chiamare altre mosche per salvarla. Quando arrivarono tutte le
mosche, la donna impazzì e, furiosa, aprì la finestra indicando alle mosche di uscire. In
questo modo la donna si dimenticò che tra quelle ne stava ricorrendo una, quindi …
quella non morì. L’unione fa la forza!
Il cane e il serpente di Sara Z. cl. 1^F Un cane si perse nel bosco, aveva molta paura perché non ritrovava la strada per torna-
re dal suo padrone. Incontrò un serpente che gli chiese dove stava andando e il cane
rispose che si era perso. Nel frattempo arrivò un cacciatore che voleva catturare il ser-
pente ma il cane abbaiò, così il serpente riuscì a nascondersi su un albero e il cacciato-
re fuggì spaventato. Quando non si vide più il cacciatore, il serpente scese dall’albero
e, strisciando, accompagnò il cane fuori dal bosco e lo aiutò a ritrovare il suo padrone.
Pagina 7 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1
La rana-sveglia Dalila C. cl. 3^ C
Ogni ragazzo ha un oggetto, un gioco dal quale non si separerebbe per nulla al mondo. Nella mia
stanza, vicino al mio letto, ho una rana a cui sono affezionata. E’ una “rana-sveglia” e non so chi
l’abbia comprata, perché l’ho trovata un paio di anni fa in una scatola in soffitta. Ha una forma
sferica, con due grandi occhi bianchi posti sulla parte superiore. La bocca, larga e spalancata,
contiene l’orario in forma digitale. Questo corpo è sorretto da due gambette messe in una tal posizione da farla
sembrare in corsa. Anche le braccine producono lo stesso effetto di movimento. La sua particolarità sono gli
occhi che, se schiacciati, illuminano la bocca con una luce arancione, così anche di notte è possibile vedere
l’ora. Il suo allarme non è uguale a tutti gli altri: lei gracida! Non la uso tutti i giorni; infatti punto la sveglia
solo quando mi devo svegliare per attività che mi piacciono. Quest’estate ha lavorato molto: ogni volta che
sono andata in piscina, quando sono partita per il mare, quando ho visitato Milano… Sono talmente affeziona-
ta a quest’oggetto, che lo porto in vacanza con me e non permetto a nessuno di utilizzarlo, perché ho paura che
si rompa. Per me rappresenta un modo simpatico per iniziare la giornata perché, vedendola, mi viene voglia di
ridere e di divertirmi e non di girarmi e continuare a dormire.
Il cane robot Cecilia A. cl. 3^ C
E’ il 2112; un mese fa io e miei fratelli stavamo tornando da scuola in macchina, quando io vidi un
piccolo cagnolino vicino a un sacco della spazzatura nell’angolo della via; scesi dalla macchina e
diedi un’occhiata a quel povero cane. Era completamente grigio, di piccola taglia e molto intelli-
gente, perché capiva la parola seduto e sdraiato. Non aveva collare, ma non era mal nutrito nè spor-
co; strano, per un cane abbandonato. Lui mi guardava con i suoi occhioni neri e lucidi e da quel momento capii
che era speciale; volevo assolutamente portarlo a casa, così lo nascosi nel giubbotto e lo portai con me. Era
strano, perché rifiutava i croccantini, sembrava che avesse paura dell’acqua ed era attratto dal ferro, per uno
strano motivo!!! Provai ad accarezzarlo e capii che era un robot perché la pelliccia non era vera, ma un rivesti-
mento grigio e morbido, duro e compatto, forse di ferro! Ero stupita e anche molto felice di avere un cane ro-
bot. Ed ancora adesso lo sono e per me è un compagno fedele!! Il suo nome è Tibit. (E’ uno dei tanti cani ro-
bot in circolazione, ma è difficile riconoscerli.)
Il bue solitario Michael M. cl. 1^ C
C’era un bue che non voleva stare con nessuno e per questo si rifugiò in una valle, lontano da tutti. Un giorno,
mentre pascolava, sentì le pecore di un gregge che dicevano: “C’è una valle rigogliosa, ma per andarci bisogna
superare la montagna.” Il bue si avvicinò e disse: “Ho sentito bene?” C’è una valle bellissima e rigogliosa?”
“Sì, è ricca di cibo e acqua inesauribili, ma è oltre la montagna” dissero le pecore. “Nessun problema; io sono
forte e riuscirò sicuramente a raggiungerla” disse il bue e si incamminò. Arrivò ad una montagna maestosa e la
scalò; arrivato in cima, era sfinito ma scorse una foresta e poi la valle. “Ci sono quasi; ancora un piccolo sfor-
zo…” e così scese dalla montagna. C’era un ostacolo che si poneva tra lui e la valle: la foresta. Si inoltrò;
c’erano tanti alberi e là dentro era come un intricato labirinto, così il bue finì per perdersi. Stremato dalle forze
si accasciò a terra, credendo che fosse arrivata la sua fine ma, all’improvviso, apparve una scimmia, anche lei
alla ricerca della valle. “Rialzati, andremo assieme alla valle, conosco la strada!” Il bue si rialzò e insieme rag-
giunsero la valle “Eccola, eccola, è la valle!” disse la scimmia ma il bue rispose: “Sono con-
tento per essere arrivato fin qui, ma sono ancora più contento, perché ho trovato qualcosa di
più prezioso: un amico, che mi ha insegnato a lottare, a non arrendermi mai!”
Amici nel deserto Giovanni R. cl 1^ C
La biscia del deserto si guardò intorno. Davanti a lei solo sabbia, ai suoi lati altra sabbia e dietro di lei sassi
enormi e bollenti come brace, arroventati dal sole cocente. Fu pronta a scommettere che, a parte lei, non c’era
anima viva, eccetto qualche arbusto rinsecchito e l’erba delle rare oasi. Fu contentissima quando trovò un dipo
mezzo morto e stremato, che curò amorevolmente con cibo, acqua e riposo al fresco. Quando si svegliò, la bi-
scia chiese come si era ridotto in quello stato. Il dipo raccontò che non ci vedeva tanto bene e il suo gruppo lo
aveva fatto perdere nel deserto con un trucco, perché era diventato una zavorra. “E se non mi avessi trovato
tu” disse il dipo “sarei stramazzato tra il caldo martellante e il freddo insopportabile”. Da allora divennero
grandi amici e condivisero insieme i momenti di gioia e di dolore. Chi trova un amico trova un tesoro!
Pagina 8 The Cr ispi Magazine Anno 17 n.° 1
MODI DI DIRE “Fare bancarotta” di Olexandra K.– IIC
A Siena nel 1472 viene fondata la prima banca del mondo, il Monte dei Paschi
di Siena.La banca prestava i soldi ai commercianti che li usavano per comprare
le merci per poi rivenderle guadagnando, ma messer Poldo non ebbe fortuna: coi
soldi ottenuti in prestito aveva comprato delle tuniche di lana in estate quando
costano meno perché faceva caldo, per rivenderle ai primi freddi d'inverno...Ma
le tarme erano penetrare nei bauli che contenevano le tuniche e le avevano tutte
bucherellate, rendendole invendibili. Così il povero commerciante Poldo, non
guadagnando sulla vendita delle tuniche, si trovò in grave difficoltà. Non pote-
va restituire al Monte dei Paschi i soldi ricevuti in prestito. Una brutta mattina
d'inverno si presentarono a casa sua le guardie. Queste chiesero a Poldo la resti-
tuzione dei soldi con gli interessi. Poldo rispose che non aveva i soldi. Le guar-
die allora applicarono la legge che al tempo della Repubblica Senese era sacra:
la rottura in mille pezzi del banco dove il commerciante Poldo quotidianamente
proponeva la sua merce, in modo che gli acquirenti sapessero che non bisognava
fidarsi di lui e non era saggio prestagli soldi. Con la banca rotta non poteva più
esporre la merce e neppure continuare la sua attività.Da allora quando qualcuno
fallisce si dice che ha fatto "bancarotta".
“Fare le cose alla Carlona” di Sara Z.-Cl. IIC C’era una volta un monaco amanuense di nome Augusto che viveva in un mona-
stero nei pressi di Roma. Quest’ultimo veniva sempre incaricato dal re di ricopia-
re alla perfezione molte opere importanti per far sì che nel tempo non fossero
andate perse. Purtroppo lui non rifiutava , però così facendosi ritrovava con una
tale mole di lavoro da non avere un attimo di tregua. Tuttavia svolgeva sempre il
compito in modo impeccabile. Col passare degli anni le sue mani non erano più
quelle di una volta e non riusciva più a gestire tutto quello che il re gli affidava.
Poi un giorno purtroppo morì. Il re non sapendo più che cosa fare senza il suo
fidato monaco chiese consulenza alla sua gentile consorte. Lei gli raccomandò di
affidare il lavoro al loro nipote Carlone, il quale aveva da poco terminato gli stu-
di in seminario costretto dalla famiglia. Infatti a lui non piaceva la vita di sacrifi-
cio dei monaci, mentre adorava i divertimenti e la vita spensierata e sfarzosa di
corte. Nonostante questo il re gli affidò un importante opera. In un primo mo-
mento sembrava che Carlone sarebbe riuscito a completare l’opera, ma alla con-
segna di quest’ultima il re notò che oltre ad essere scritta con pessima grafia era
anche piena di errori. Tuttavia essendo il suo primo incarico, gli diede un’altra
possibilità. Purtroppo la situazione non migliorò affatto nemmeno nelle altre
opere affidategli, anzi gli errori aumentarono a causa del suo poco impegno e la
sua trascuratezza dei dettagli. A tal punto che il re si vide costretto a togliergli
l’incarico e nessuno più gli offrì lavoro, non perché era stato licenziato dal re
bensì per il suo modo di fare proprio “alla Carlona”. Da qui nasce il detto.
“Chi va con lo zoppo impara a zoppicare” di Andrea V.-Cl. IIC
Molti anni fa, nel Medioevo tra le vie di un feudo molto ricco, mendicava un
vecchio zoppo astuto e furbo, infatti riusciva sempre a raccogliere molti soldi
recitando la commedia del povero storpio. Un giorno arrivò di passaggio nel feu-
do un giovane mendicante a cui però nessuno faceva la carità, anzi lo cacciarono
dicendogli che sarebbe stato meglio che fosse andato a lavorare così avrebbe
guadagnato qualcosa onestamente e ne sarebbe stato orgoglioso. Il giovane che
però era pigro e che proprio non voleva saperne di lavorare, mentre usciva dalle
mura del castello incontrò lo zoppo e o osservò mentre recitava la sua parte. Il
giovane decise di fare amicizia con lui. Il vecchio gli insegnò qualche trucco e il
ragazzo imparò a raggirare gli altri. Dopo aver fatto un po’ di pratica
s’incamminò verso altri feudi fingendo di essere un povero giovane zoppo, con la
vita rovinata perché non poteva lavorare e riuscì a diventare ricco.
ALLUVIONE IN SARDEGNA
Linda B. - Melissa B.- Cl. IIIF Il 25 novembre la Sardegna è stata colpita
da una devastante alluvione.47 centimetri
d’acqua in meno di cinque ore hanno por-
tato 2300 sfollati, 10 dispersi e 16 morti.
Fango ovunque: l’asfalto sgretolato vomita
fango, le case ne sono stracolme. I sardi
hanno perso tutto, ricordi, lavoro, alcuni
anche persone care. La popolazione di Ol-
bia, una cittadina in Sardegna, particolar-
mente colpita da questa alluvione, conosciu-
ta come la città diventata fiume, si fa senti-
re: “Non è colpa solo della piog-
gia;”sostengono che tutta quell’acqua non
sia arrivata solo per causa del nubifragio.
Sono molti i danni causati dall’alluvione,
soprattutto su strade e ferrovie. In seguito al
crollo di un ponte un uomo ha perso la vita,
come un poliziotto che è morto nel crollo di
un ponte a Monte Pino dove vennero coin-
volti altri suoi due colleghi che, però, sono
stati tratti in salvo. Tra le tante vittime ricor-
diamo la commovente storia di Patrizia e la
figlia Morgana, spazzate via dall’acqua
mentre erano in macchina con Innocenzo
Giagoni, compagno di Patrizia, e padre di
Morgana. L’uomo è riuscito a salvarsi, sen-
za però essere stato in grado di aiutare la
figlia e Patrizia che sono rimaste uccise in
questo brutale incidente. Il piccolo Enrico,
di due anni, e il papà Francesco, di 35, sono
morti sotto gli occhi del nonno Paolo. Il pa-
dre di Francesco, corso sul posto in seguito
a una telefonata del figlio, al suo arrivo vide
i due nel punto più alto della macchina per
sfuggire all’acqua; proprio in quel momento
un’onda li spazzò via e il nonno, impotente
potè solo stare a guardare la scena. “Diceva:
nonno, nonno… e io non potevo fare nulla”
ripete commosso il nonno ai giornalisti. Il
lato positivo di questa disgrazia è che i sardi
si sono uniti per aiutarsi l’uno con l’altro;
molti infatti si sono improvvisati volontari
per soccorrere i compaesani bisognosi di
aiuto.
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Pagina 9
Campus
sull'orientamento
a Villanterio Sofia C. - Cl. 3^ F
Il 9 novembre 2013 a Villanterio
si è svolto il campus
dell’orientamento per la scelta
della scuola superiore di 2° gra-
do. Il campus era ospitato nelle
aule dell’Istituto Comprensivo di
Villanterio. Il programma della
giornata era il seguente:
ore 9:00 saluto della Dirigente
dell’Istituto Comprensivo di
Villanterio;
ore 9:15 intervento di esperti ;
ore 10:inizio delle presentazioni
nelle aule;
ore 14:00 fine campus.
Ogni aula ospitava uno stand con
volantini riguardanti un determi-
nato istituto e un professore che
rispondeva a curiosità e richie-
ste , mentre nelle aule LIM ,ogni
mezz’ora, si svolgeva una pre-
sentazione approfondita di ogni
scuola, con gli orari, materie e i
punti di forza. Il campus era
aperto ai ragazzi e genitori di
seconda e terza media degli isti-
tuti comprensivi di Chignolo Po,
Belgioioso e Villanterio. Ragaz-
zi dei tre istituti indirizzavano
genitori e ragazzi nelle aule e
distribuivano volantini informa-
tivi.
AGGIORNAMENTI DAL MONDO
SPORTIVO Fabio M.Andrea V. Cl. IIC
Il girone di andata del cam-
pionato di calcio sta per
terminare, la Juventus è
prima in classifica, seguita
da Roma, Napoli e Inter
mentre l’ultima in classifica
è il Catania. L’Inter, anche
se è alta in classifica, non sembra andare
molto bene. La nostra Nazionale di calcio
si è qualificata per i Mondiali dell’anno
prossimo. FORZA AZZURRI! Marc Mar-
quez, ventenne, ha vinto il 1° Mondiale in
Moto GP; invece il mondiale di Formula 1
si è concluso con la vittoria del titolo mon-
diale da parte di Sebastian Wettel; ma ci
sono già delle novità previste per il prossi-
mo anno, arriverà in Ferrari Kimi Raikko-
nen per prendere il posto di Massa che
guiderà per la Williams. Aspettiamo con
curiosità di sapere chi vincerà l’incontro di
tennis tra Nadal e Frieder. Ovviamente Na-
dal è il favorito! Per quanto riguarda
l’hokey è imminente il derby tra le squadre
Val di Fassa e Alta Badia. Lutto nel mondo
del Rugby , Cigarini un giocatore italiano,
mentre giocava in una squadra in Florida, è
morto per un colpo involontario alla caroti-
de. Vicinissima è la partitona tra la nostra
nazionale di rugby e quella Neo Zelandese
degli All Blecks, speriamo bene!
Laboratorio orientamento in 3^
Il progetto Con. D. Or Denise, Riccardo, Armando cl. 3^c L’anno scorso è iniziato il progetto Condor, con lo scopo di orientarci nella scelta
della scuola superiore. Alcuni questionari da noi compilati, ci sono stati riconse-
gnati quest’anno. Gli studenti universitari di Pavia ci hanno spiegato i nostri pro-
fili emersi dai test e ci hanno chiarito le idee sulla scelta della scuola superiore. Il
28 novembre 2013 c’è stato il secondo incontro organizzato in due laboratori per
le classi 3^C/F. Noi della 3^c abbiamo lavorato sulla motivazione alla scelta della
scuola e sulla gestione dello stress in nuove situazioni. Il 1^ laboratorio ci ha por-
tato a riflettere su svantaggi e vantaggi, delle scuole da scegliere; il 2^ci ha per-
messo di analizzare situazioni che potrebbero provocare stress. E’ stato un utile
lavoro di riflessione sulla nostra scelta futura. Faremo la scelta giusta?
CORSI DI ALFABETIZZAZIONE PER STRANIERI Lunedì, 2 dicembre, presso la Scuola Media di Chignolo Po, sono comin-
ciati i corsi <Vivere in Italia>.I corsi di “alfabetizzazione e cittadinanza”
sono destinati a stranieri adulti e prevedono due livelli di alfabetizzazione.
Chi seguirà il corso di livello A2 potrà sostenere un esame e conseguire un
attestato di competenza linguistica, necessario per il permesso di soggiorno
lungo. Questi corsi , che termineranno a metà maggio, sono realizzati con i
fondi europei per l’ integrazione di cittadini dei paesi terzi e grazie all’ a-
desione alla rete territoriale lodigiana. ( Nada , Francesco , Amal cl 2 ^c)
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POETI IN CLASSE LA SCUOLA di Riccardo M. I F A settembre è iniziata la scuola,
in estate il tempo vola
neanche il tempo di giocare
che subito a scuola si deve tornare.
Quando arriva la professoressa
dobbiamo chiudere la finestra
“Presto, presto, iniziamo a studiare
abbiamo tanto da imparare”:
storia, inglese, geografia,
matematica, geometria,
ma se saremo diligenti
diventeremo degli ottimi studenti
e studiando a volontà,
un bel giorno andremo all’università.
C’ERANO UN CANE E UN GATTO
di Elisa B. di I F C’era un cane
che andava in giro
al suono delle campane
e un gatto
che coglieva sempre
le persone sul fatto.
C’eran questi due animali
che guardavan la tv
e cambiavan i canali,
perché avevan due padroni ricchi
come gli arabi sceicchi.
Non sapevan mai che fare.
Allora un giorno decisero di imparare
a leggere e a contare,
ma è meglio non farglielo fare,
altrimenti non saprebbero più
miagolare e abbaiare.
LA NEVE di Cecile A. cl. I F Prima neve
che cade a Pieve!
Gioia e felicità
percorre tutta la città!
I bambini sull’argine,
con risate,
van giù con gran scivolate;
scherzare e ridere:
ecco il gran piacere.
Oh cara neve,
non partire da Pieve!
L’ATLETICA di Yasmine e Diego cl. I C
L’atletica è uno sport fantastico
ed è molto fanatico;
con un’allenatrice tosta
a volte si va sull’argine a Costa;
corri, salta e divertiti!
I nostri amici sono miti!
GLI AMICI di Tommaso G. cl. I C
Gli amici
sono felici
di stare con te,
perché giocano con te,
ridono con te,
vivono per te.
E sono molto felici,
se possono aiutarti!
IL NATALE di Gaia/Chiara cl.I C
Nel giorno di Natale
il cielo è speciale:
è nato il buon Gesù
ed una cometa è lassù!
Il Natale è amore;
devi aprire il cuore!
Quando ti regalano un gioco
Senti il calore del fuoco.
La notte della vigilia
è dolce come la vaniglia;
ma la notte di Natale
resta sempre speciale!
Nel giorno di Natale
E nata una persona speciale,
è nato il Salvatore
che nella vita è tuo accompagnatore!
I COLORI di Giulia A., Andrea C. e
Giuseppe V. cl I C
I colori sono tanti;
puoi colorare ciò che vuoi.
Sono accesi e spenti,
caldi e freddi,
chiari e scuri.
Con i colori ti diverti.
Ti diverti a colorare,
e con il prof Casella
si impara a pitturare.
I colori riempiono
il cuore d’ allegria;
tutto è una magia!
LA NOTTE DI SANTA LUCIA di Alessia V. e Chiara C. cl. I C
Tu vieni di notte
per portare dolcetti e regalini,
ai bambini più piccini;
tu vieni di notte
e porti sorprese
a tutto il paese;
tu vieni di notte:
ti porta l’asinello
e vi scaldate col fuocherello.
La notte di Santa Lucia
è la più bella che ci sia.
Pagina 10
LA NEVE di Diego C. cl I F L’inverno finalmente è arrivato,
con il freddo e il gelo
e il paese tutto innevato.
Scende dal cielo, fitta fitta,
in fiocchi piccoli e grossi,
a ricoprire prati e fossi.
Mi preparo a spolverare e lucidar
la mia slitta, che riposava
da un anno in soffitta.
La neve, bianca e candida,
i giorno fa brillar tutto intorno;
di notte riposa, brilla
e riflette una luna splendida.
I ragazzi con le loro slitte
scendono dalle sponde dell’argine;
con gioia e allegria
si divertono in una splendida armonia.
Non importa se siamo tutti bagnati,
infreddoliti e affamati,
ma con la neve ci siamo sfogati.
L’AMICO di Marco C. cl. I C
L’amico è una persona che ti aiuta.
L’amico fa tutto per te.
E tu sei sempre pronto ad aiutarlo.
È questo l’amico!
LA POESIA di Federico C. cl. I C La poesia guarda con occhi diversi,
per raccontare il mondo in versi.
Ascolta con orecchio fino
la natura da vicino.
Spiega degli uomini l’amore
che hanno racchiuso nel cuore.
CENA DI NATALE di Niccolò P. ,
Giovanni R., Alex I. cl. I C
Alla cena di Natale
la felicità sale,
ci sono i parenti
felici e sorridenti.
E con i molti doni,
giochi e vestitoni
son felici tutti i bambini
ricconi e poverini.
Ci si siede alla tavola
perché di solito Natale vola,
mamma apre una scatola
e rivela un primo da favola.
E dopo un dolce celestiale
si rivela lo spirito del Natale,
ogni famiglia, ogni ragazzaccio,
si riunisce in un abbraccio.
IL SOLE Nicolò A. Cl.1F
O sole,
compagnero
del giorno,
pieno di amore
e fantasie,
di ricordi
e armonie,
che ci riscaldi
con l’ amore
del tuo calore,
che ci apri
viali
di bontà
e felicità!
In ricordo di Nelson Mandela
di Anna P. - Cl. IIIF Era da tempo che non si vedeva più , l’uomo stimato anche dai
nemici , non parlava più nelle manifestazioni pubbliche e dalla
televisione ; ma per quelli che ricordano il vero senso della pa-
rola razzismo , dimenticare la figura di Nelson Mandela , è im-
possibile…Madiba è morto nella sua casa di Johannesburg il 5
dicembre 2013. Era nato nel 1918 , nella famiglia reale dei
Thembu , in Sudafrica. Il suo vero nome era Xhosa, venne
chiamato Nelson solo quando iniziò a frequentare il collegio
coloniale britannico di Healtdown. Mandela è stato il simbolo
dell’ultima lotta dell’Africa nera contro la dominazione bianca
nel continente; un uomo cresciuto nel regime razzista
dell’apartheid che oppresse il Sudafrica dal 1948 al 1994, un
leader che ha guidato la lotta, passato quasi un terzo della sua
vita in carcere e ne è uscito come un “Gandhi nero”, che ha
saputo riconciliare il paese senza alcuna ombra di sangue o
ricorrendo all’uso della violenza. Studiò legge all’università del
Witwatersrand e frequentò dirigenti dell’African National Con-
gress (ACN) , il primo partito fondato nel 1912 dai neri in Su-
dafrica; nel 1952 aprì anche uno studio legale insieme ad Oli-
ver Tambo. Insieme ad altri 150 uomini venne nel 1956 arresta-
to e accusato di tradimento. Nel 1964 fu condannato ai lavori
forzati a vita; dal banco degli imputati, Mandela pronunciò il
suo celebre discorso in difesa del diritto degli oppressi e con-
tro la violenza degli oppressori; proclamò anche i suoi ideali di
società non razzista con uguali diritti per le persone bianche e
nere. Gli fu concessa definitivamente la scarcerazione nel 1990
dal presidente Federi de Klerk. Venne eletto presidente
nell’ACN e venne insignito del Nobel per la
pace nel 1993. Il 27 aprile 1994 in Sudafrica
si ebbero le prime elezioni con la partecipa-
zione della popolazione di colore e Mandela
vinse con il 62 ℅. La sua presidenza durò un
solo mandato, ma la sua influenza non smi-
se mai, rimase sempre per tutto il mondo un
modello alla quale guardare con ammirazio-
ne. “Esseri liberi non significa semplicemen-
te rompere le catene, ma vivere in modo tale
da rispettare e accentuare la libertà altrui “
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E per concludere …GIALLO; GIALLO; GIALLO
“Il delitto quasi perfetto” di Marta P.– IIIF Erano le 20:30, i coniugi Smith e la nipote avevano appena
finito di cenare, quando sentirono bussare alla porta: era arri-
vato John, che si unì a loro; scambiarono quattro chiacchiere,
presero un bicchiere di whisky e il conte Hilton salutò, per
trascorrere nel suo studio il resto della serata. Appena si fu
allontanato,la bella Elsie, che detestava il marito, costrinse la
nipote ad andare nella sua stanza. Nella sala da pranzo rimase-
ro solo lei e il cugino. Quella sera faceva molto caldo e il si-
gnor Smith decise di aprire una finestra, quella nascosta
dall’edera rampicante sul muro esterno. Dopodichè continuò a
scrivere, ma fu interrotto quando sentì qualcuno bussare alla
sua porta. In un primo momento pensò si trattasse della nipote
Ilary che era venuto a salutarlo, ma consultando il grande oro-
logio a pendolo si accorse che era troppo presto e quindi si
precipitò alla porta. Aprì e vide la moglie: “Sei ancora qui
Hilton? Perché non vieni a dormire?” Sbuffando il conte ri-
spose: “Ancora un paio d’ore e arrivo…” La moglie teneva in
mano un bicchiere di plastica che gli offrì: “Tieni caro, ho
pensato che un pò d’acqua potesse dissetarti con tutto questo
caldo… ora vado a dormire perché sono molto stanca…” Il
conte prese il bicchiere e lo appoggiò sul suo scrittorio, chiuse
la porta a chiave e riprese a scrivere. Faceva veramente caldo
e si ricordò del bicchiere di plastica, lo prese e iniziò a sorseg-
giare. Improvvisamente si sentì mancare e cadde in un sonno
profondo. Ilary era in camera sua, ma voleva andare a salutare
il nonno… non riuscì nemmeno ad alzarsi dalla stanchezza
che si addormentò. L’ indomani mattina erano tutti a tavola
per fare colazione: tutti tranne Hilton. Ilary andò a cercarlo .
Bussò. Bussò ancora. Niente, nessuno rispondeva e presa dal
panico andò a chiamare aiuto. Il conte era sdraiato a terra,
pallido e freddo, morto. La nipote iniziò a piangere e subito
venne chiamato l’ispettore George Oliver che arrivò subito e
venne condotto nello studio; pregò tutti di uscire e osservò il
cadavere: aveva la bocca aperta… nella stanza non c’era nulla
di strano; finestra aperta, un bicchiere rovesciato e l’orologio
a pendolo furono gli oggetti che più lo colpirono. Uscì e inter-
rogò i presenti: sul volto della nipote si leggeva chiaramente
che era innocente; la moglie disse di avergli portato solo
dell’acqua e il cugino rimase in silenzio. Il signor Oliver rien-
trò, solo, nella stanza e si accovacciò sul cadavere del morto;
osservò bene il viso; notò della polverina bianca sulle labbra,
prese il bicchiere: anche lì era presente la sostanza bianca.
Fece un mucchietto e l’analizzo: era un sonnifero! Corse ver-
so la finestra aperta e venne colpito da delle macchie verda-
stre che notò anche sulla base dell’orologio e sul manoscritto
di Hilton. Aprì l’orologio e osservò quegli strani ingranaggi e
toccandoli si accorse di un flaconcino verdastro, infilato in un
guanto di lattice. Era veleno, precisamente il VELCK121.
Aveva capito tutto e convocò i familiari. “ Oliver iniziò a
spiegare: “L’assassino ha un complice e vi comunico che que-
sti ruoli sono stati svolti da John Harker e Elsie Smith!” Silen-
zio totale. “Ieri sera al signor Hilton è stata data dell’acqua,
con un sonnifero. Il conte si addormenta e dalla finestra aper-
ta, notata prima dalla moglie, John entra e fa bere alla vittima
del veleno che agisce uccidendolo! Per sbarazzarsi del veleno
lo nasconde tra gli ingranaggi dell’orologio, abbandona il
cadavere ed esce dalla finestra.” I colpevoli non poterono ne-
gare l’evidenza e vennero condannati per omicidio.
L’enigma del diamante scomparso di Giulia C. — Cl. III F
La signora Elena e suo marito Pino Morano vedendo arrivare l’ora
di chiusura decisero di sistemare il negozio e andare a casa. Il signor
Nerini, direttore della gioielleria, depose in cassaforte uno dei loro
ultimi acquisti, un costosissimo diamante, davanti all’occhio vigile
dei signori Morano. Lunedì i Morano e Nerini arrivano in gioielleria
aprono la cassaforte e con loro grande sorpresa il diamante era spari-
to. Qualche minuto dopo arrivò la polizia e con essa il famoso com-
missario Colombo. Cominciò subito a fare domande. “Buongiorno
signori cosa è stato rubato?” “E’ stato rubato un diamante di inesti-
mabile valore”- dissero io proprietari- “Era custodito nella nostra
cassaforte ma senza il codice non si può aprire” Il signor Colombo
chiese: “Oltre a voi chi conosceva la password?” Il proprietario ri-
spose velocemente alla domanda: “Mia moglie, mia figlia, il signor
Nerini e Sara la nostra commessa” Dopo varie settimana fu scoperto
il ladro. Il commissario fece radunare tutti i familiari e gli impiega-
ti: fra loro c’era anche il fidanzato della figlia. L’investigatore Co-
lombo espose la sua teoria: “Dopo vari giorni di investigazioni sono
giunto alla conclusione che il ladro sapeva la password dato che non
ci sono segni di scasso, ed non ci sono impronte digitali per cui ha
utilizzato dei guanti.Il ladro è…il fidanzato di vostra figlia Angela,
il signor Manuel Prandera”“ Non è vero e poi perché avrei dovuto
farlo?” Il commissario gli spiegò: “Dato che la band non vendeva
più dischi eri quasi al verde , ma hai finito del tutto i soldi sul banco
da gioco; per questo avevi un salato debito di gioco con un certo
James ,che non vedendo arrivare i soldi ti ha minacciato. Tu preso
dalla paura hai pensato subito alla gioielleria dei signori Morano.
Una notte in discoteca hai approfittato dell’occasione che Antonella
era ubriaca per rubarle la password. Il giorno dopo hai detto tutto a
James che ha deciso di aiutarti. La sera prima verso le due di notte
siete entrati nel negozio dopo aver disattivato allarme e telecamere,
avete rubato il diamante , siete usciti e siete andati a casa come se
nulla fosse”. Il ragazzo disperato rispose : “Si è vero, mi dispiace
Antonella non avevo soldi.” Dopo i saluti andarono in commissaria-
to e fu arrestato Manuel insieme al suo complice James , il diamante
fu restituito ai signori Morano e tutto finì.
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