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Teoria del federalismo fiscale
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A quali domande vogliamo rispondere
• Perché esistono diversi livelli di governo: Stato, Regioni, Province Comuni, Citta metropolitane?
• Esistono spiegazioni economiche di tale articolazione degli enti di governo?
• Quali sono le funzioni più appropriate per il centro e la periferia?
• Quali sono le forme di finanziamento più appropriate per i diversi livelli di governo?
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• Non sono principalmente economiche, ma soprattutto politiche e ideologiche
• Le opinioni sono mutevoli nel corso del tempo
Spiegazioni del decentramento
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Spiegazioni del decentramento
La teoria dei fallimenti del mercato si fonda su ipotesi particolari
• I beni pubblici sono “nazionali” e non “locali” • Non esistono differenziazioni territoriali delle
preferenze dei cittadini • I meccanismi politici sono uno strumento
adeguato di rivelazione delle preferenze
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Alcuni concetti di base
BENE PUBBLICO LOCALE E’ un bene le cui caratteristiche di non rivalità e
non escludibilità sono limitate territorialmente (es. benefici di una diga, trasmettitore televisivo,
servizio di illuminazione stradale, servizi antincendio)
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E’ un bene le cui caratteristiche di non rivalità e non
escludibilità sono limitate territorialmente (es. benefici di una diga, trasmettitore televisivo, servizio
di illuminazione stradale, servizi antincendio)
Bene pubblico locale
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In questo caso il meccanismo allocativo andrebbe differenziato luogo per luogo
Rinvio alla Teoria della dimensione ottimale del governo locale
(la teoria dei club di Buchanan)
Bene pubblico locale
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Spiegazioni del decentramento
• I meccanismi politici non sono uno strumento adeguato di rivelazione delle preferenze (la dittatura della maggioranza)
• Per questo sono necessari meccanismi compensativi (bilanciamento dei poteri: ad es. esecutivo, legislativo, magistratura)
• Ma anche presenza di più classi di governo (centrale e locale)
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Spiegazioni del decentramento
• Storicamente non esistono stati con un solo livello di governo
• Anche se i modelli di decentramento sono molto diversi e mutevoli nel tempo
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Principi contrapposti
A favore dell’accentramento • Esigenza di uniformità e uguaglianza nella
prestazione dei servizi pubblici A favore del decentramento • Responsabilizzazione delle amministrazioni
locali • Rispetto delle diversità nelle preferenze dei
cittadini quando localmente diverse
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Le spinte politiche e ideologiche attuali: • Negazione (o sfiducia) della funzione di redistribuzione e stabilizzazione (all’occupazione pensa il mercato e l’eguaglianza non è più un obiettivo). • Grandi differenze regionali di reddito e ricchezza in Italia dopo 150 anni dall’unità nazionale. • Reazione localistica alla globalizzazione • La crisi fiscale dello Stato centrale rafforza l’idea che la responsabilizzazione locale possa stimolare l’effi- cienza delle A.P.
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ALTRE RAGIONI DEL DECENTRAMENTO
IDEOLOGICHE POLITICHE
ORGANIZZATIVE
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Ragioni ideologiche
Il Principio di sussidiarietà
• Art.3 b del Trattato dell’Unione del Parlamento Europeo
• Quadragesimo Anno (1931) • Grundgesetz tedesca (art.71 e 72)
[Art. 2 della Costituzione …diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, … ]
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Ragioni ideologiche
Il Principio di sussidiarietà:una definizione
La Comunità interviene soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi non possono essere
sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a motivo della dimensioni o
degli effetti dell’azione, essere realizzati meglio a livello comunitario.
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Ragioni ideologiche
Il Principio di sussidiarietà Verticale
Orizzontale
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Ragioni ideologiche
Il Principio di sussidiarietà Orizzontale Valorizzare le istituzioni non statali
Terzo settore, le comunità spontanee, ecc. che operano allo stesso livello del governo politico
(centrale o locale)
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Ragioni politiche
Il decentramento • favorisce la partecipazione politica dei cittadini
• consente un controllo più stretto degli amministratori da parte dei cittadini
• permette di tenere conto delle differenze nella composizione sociale (differenze linguistiche, etniche, ecc.)
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Ragioni organizzative
• Vantaggi delle strutture poco burocratiche • Possibilità di maggiori sperimentazioni e
innovazioni nell’offerta dei servizi pubblici
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Modelli di decentramento
CRITERIO FUNZIONALE Articolazione territoriale di enti che svolgono una
sola funzione su tutto il territorio, organizzati secondo una struttura gerarchica
CRITERIO TERRITORIALE Separazione delle competenze tra diversi livelli di
governo che hanno responsabilità di governo all’interno di una data area territoriale
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Modelli di decentramento
Modello della torta a strati
Separazione delle funzioni tra diversi livelli
Modello della marmor-torte Interrelazione tra le funzioni
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MODELLI DI DECENTRAMENTO TERRITORIALE
CENTRALISTA REGIONALISTA
FEDERALE
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Modelli di decentramento territoriale
Centralista • Funzioni dei livelli inferiori delegate e limitate. • Stretto controllo sulle modalità di offerta dei
servizi e delle forme di finanziamento.
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Modelli di decentramento territoriale
Regionalista L’attribuzione delle funzioni ai diversi livelli di
governo ha un supporto costituzionale • Autonomia fiscale, che solitamente non include
la potestà di imporre a livello decentrato nuovi tributi.
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Modelli di decentramento territoriale
Federale • Il governo centrale è emanazione degli stati o
regioni federate • Piena autonomia tributaria degli stati o regioni • La modificazione dei rapporti interstatuali
richiede l’assenso degli stati
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La teoria economica del decentramento
Quale è il ruolo degli enti decentrati
rispetto alle tre grandi funzioni dello stato di Musgrave:
Stabilizzazione, Distribuzione, Allocazione?
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Grandi funzioni dello stato e decentramento
Esistono ragioni per attribuire, in modo separato,
le tre grandi funzioni dello stato a diversi livelli di governo?
(modello della “torta a strati”)
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Grandi funzioni dello stato e decentramento
STABILIZZAZIONE Funzione centrale o addirittura sovranazionale Scarsa efficacia delle politiche di stabilizzazione a
livello locale a causa dell’elevato grado di apertura delle economie locali
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Grandi funzioni dello stato e decentramento
REDISTRIBUZIONE Funzione prevalentemente centrale
Forti motivazioni di uniformità dei criteri di equità distributiva
Rischi a livello locale di “migrazioni” e di polarizzazione della società
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Grandi funzioni dello stato e decentramento
Ad esclusione dei beni pubblici puri, quasi tutti i servizi pubblici possono essere offerti
efficientemente a livello decentrato ALLOCAZIONE
E’ la funzione privilegiata per i livelli decentrati.
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Grandi funzioni dello stato e decentramento
GESTIONE DEL DEBITO PUBBLICO E’ di solito preferibile una gestione al livello di
governo centrale che può offrire maggiori garanzie di solvibilità.
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Grandi funzioni dello stato e decentramento
Conclusione E’ molto difficile vedere realizzato il modello della torta a
strati
Anche se sarebbe il più chiaro ed efficiente
stabilizzazione e redistribuzione
allocazione
allocazione
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Modalita’ di rappresentanza degli interessi in una societa’
Le categorie concettuali di Hirschmann
Exit: si abbandona la comunità perché non ci si sente rappresentati
Voice: si esprime il proprio pensiero anche se in dissenso
Loyalty: si coopera con chi ha il potere legittimo
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Modalita’ di rappresentanza degli interessi in una societa’
In una società è bene che siano presenti tutti e tre le modalità: exit, voice e loyalty
Nella teoria del federalismo
Sono stati sviluppati due importanti costrutti Il teorema del decentramento di Oates: nello
spirito del voice Il principio di Tiebout: nello spirito dell’exit.
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Fiscal federalism (1972) In presenza di preferenze territorialmente
differenziate è sempre preferibile il decentramento dell’offerta
Teorema del decentramento di oates
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Un richiamo del concetto di elettore mediano
Si immagini l’offerta di un solo servizio.
Si deve decidere la quantità da produrre del servizio. Si ordinino i membri della comunità in senso crescente
per grado di valutazione del servizio. Si sottoponga a votazione a maggioranza la decisione.
La quantità prodotto sarà quella desiderata dal soggetto che si trova nella posizione mediana, perché è quello che consente di realizzare una
maggioranza.
Teorema del decentramento di oates (Ipotesi di preferenze differenziate)
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Q
p
0 Q1 Q2 Q3
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DC DA
QB=Q* QC QA
E
D
F
G H
C
Teorema del decentramento di Oates
0 Q
p
DB Perdita di A
Perdita di C
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Teorema del decentramento di oates
Ipotesi • Lo stato non è in grado di offrire quantità
differenziate (difficoltà organizzative o costi eccessivi per una offerta centralizzata e
differenziale) • Costo marginale costante, assenza di
economie di scala • Assenza di effetti di traboccamento • Preferenze identiche all’interno di ciascuna
comunità (ipotesi poco realistica)
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Il meccanismo allocativo di tiebout
Un meccanismo di rivelazione delle preferenze per i beni pubblici
“Votare con i piedi”
(Preferenze eterogee per i beni pubblici locali)
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Il meccanismo allocativo di tiebout
Ipotesi implicite
• numero ampio di autorità locali con un uno specifico mix di servizi
• Non ci sono economie di scala • Si adotta esclusivamente il principio del beneficio • Informazione completa • Non ci sono costi di mobilità
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Il meccanismo allocativo di tiebout
Implicazioni poco soddisfacenti • Tendenza crearsi comunità locali con
autoselezione rispetto al reddito (i ricchi con i ricchi, i poveri con i poveri)
• Tendenze alla migrazione dei poveri nelle comunità dei ricchi
• Costi di transazione • Aspetti equitativi perversi e instabilità sociale
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HARD BUDGET CONSTRAINT
L’efficienza politico-amministrativa si realizza pienamente solo se esiste una corrispondenza tra funzioni da svolgere e risorse disponibili (principio
di corrispondenza)
Un altro importante principio della teoria del federalismo
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La dimensione ottimale dei governi locali
Due concetti fondamentali: § Le economie di scala (Es. ospedale, inceneritore,…) § Il trade-off tra congestione e condivisione dei costi (la teoria dei club di Buchanan)
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La dimensione ottimale dei governi locali
Le economie di scala
Si pone attenzione ai costi di produzione
dei servizi locali Si calcolano il costo pro-capite di un servizio al
variare della dimensione degli enti locali, misurata dalla popolazione
Si individuano generalmente curve a U.
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Dimensione del comune
Costo pro capite del servizio i-esimo
0
S1
Dimensione ottima per S1
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Dimensione del comune
Costo pro capite del servizio i-esimo
Dimensione ottima per S1
0
S1
S2
Dimensione ottima per S2
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Fitted values spesa c orrente procapite
1 20
447.144
2508.42
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Emerge un problema: a diversi tipi di servizi cor- rispondono dimensioni ottimali di popolazione diverse. Difficoltà di ricondurre ad unità geografica le amministrazioni locali.
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La dimensione ottimale dei governi locali
La teoria dei club di Buchanan
E’ un modello di spiegazione della dimensione ottimale partendo dall’analogia tra ente locale e un
Club (es. circolo del tennis, ospedale)
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La dimensione ottimale dei governi locali La teoria dei club di Buchanan
Variabili spiegate dal modello
Popolazione del club Quantità del servizio prodotta
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La dimensione ottimale dei governi locali La teoria dei club di Buchanan
Obiettivo
Massimizzare il beneficio pro-capite netto Bn = B – C
Pari alla differenza tra B, beneficio pro-capite
C, costo pro-capite
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La dimensione ottimale dei governi locali La teoria dei club di Buchanan
B, beneficio pro-capite
B = B(N,Q) BN < 0
BQ > 0 BQQ < 0 Aumenta N, maggiore congestione
Aumenta Q maggiore benessere, ma con saturazione
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La dimensione ottimale dei governi locali La teoria dei club di Buchanan
C, costo pro-capite
In assenza di economie di scale C = aQ/N
Aumenta N, minore costo pro-capite Aumenta Q maggiori costi
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Popolazione (N) 0
B,C
Costi
Benefici
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Quantità del servizio 0
B,C
Costi
Benefici
a
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La dimensione ottimale dei governi locali La teoria dei club di Buchanan
Max Bn = B(N,Q) – C(N,Q)
Q,N
Si determinano i valori ottimali di N e Q
Le condizioni di ottimo sono due: (a) ∆B/∆Q=∆C/∆Q
(b) ∆B/∆N=∆C/∆N
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La dimensione ottimale dei governi locali La teoria dei club di Buchanan
Esiste un trade-off tra
Vantaggi (al margine): • Maggiore Q (decrescente per saturazione) • Maggiore N [condivisione dei costi] (decrescente
iperbole)
Svantaggi (al margine): • Maggiore Q (maggiori costi: costante a) • Maggiore N [congestione] (crescente)
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La dimensione ottimale dei governi locali Alcune conclusioni
La teoria dei club fornisce indicazioni molto generali di cui non è facile trarre implicazioni operative
Le curve a U dei costi, in presenza di molteplici servizi, portano a concludere che non esista una dimensione ottima in assoluto. Vi saranno necessariamente spill-over di benefici
Con riferimento all’Italia, si comprende la inadeguatezza della dimensione dei comuni in Italia rispetto a queste indicazioni teoriche
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