rizom@ - ignazio licata (second life)

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Intervento di Ignazio Licata a RIZOM@ - convergenze fra arte e scienza tenutosi al Brain 2 Brain club il 15 aprile 2010 nella sim della Long Island University

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Enzo Melandri ha mostrato che l’analogia si oppone al principio dicotomico che domina la logica occidentale. L’analogia svela le trappole nascoste nelle dicotomie logiche: particolare/universale; forma/contenuto; soggetto/oggetto.Le somiglianze di rapporto tra scienza ed arte non possono essere analizzate sulla base di una formula predefinita, ma all’interno di scelte contestuali.

arte scienza

Tessuto comune:

-Atto creativo

-su un corpus di conoscenze storicizzate

-scelta di point of view sul mondo

-giocare un gioco ed arricchirlo (importanza delle regole)

-medium (matrice generativa di convenzioni derivate (ma non identiche) dalle condizioni materiali, uno spazio disciplinato di possibilità che si apre all'artista ed allo scienziato.

Sintassi e Semantica

L’osservatore e l’osservato

Diego Velázquez “Las meninas” 1656

anamórphosis, composto di ana + morphee nuova + forma ;

rigenerazione

Anamorfosi dello spettatore (rif. Lacan)individuando la giusta prospettiva lo spettatore “vede”individuando la giusta la chiave lo spettatore accede, interpreta e trasforma

Teresa Iaria “Twistors” 2008

Gino De Dominicis 1969

“Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno ad un sasso che cade nell’acqua” e “Tentativo di volo”,

Gino De Dominicis e il fascino dell’entropia

“Che cosa veramente la interessa nella costruzione di un quadro? “Che una volta terminato mi sorprenda e mi rimandi più energie di quante ne ho messe per realizzarlo. Così l’opera essendo ‘antientropica’ contraddice il ‘secondo principio della termodinamica’ e si riappropria del problema della morte e dell’immortalità del corpo, che è sempre stata l’istanza principale dell’arte visiva, senza delegarlo alla scienza e agli scienziati, il che sarebbe pericoloso.” Ma l’opera d’arte obbedisce, secondo lei, a criteri oggettivi o soggettivi? “Per metà la faccio io e per metà si autodetermina.”

Da una intervista apparsa su “ll Foglio” nel 1997

La scienza non è un algoritmo!Non esistono “ricette” per fare scienza; i problemi scientifici fecondi producono nel tempo sempre

nuove forme.

Particella: meccanica newtonianaOnda: fluidodinamica; elettromagnetismo; relatività generaleParticella + onda: meccanica quantisticaNé onde né particelle ma modi del campo: Teoria quantistica del campo, gravità quantistica

Ma come si crea il linguaggio vincolato delle teorie e dei modelli scientifici? Anche qui la soggettività dell’approccio individuale gioca un ruolo fondamentale. Nel 1926-27 si affermarono ben tre forme di meccanica quantistica: quella estremamente astratta e generale degli operatori di Dirac, quella “matriciale” di Heisenberg, Jordan e Pauli e quella “ondulatoria” di Schrödinger. Pur riferendosi allo stesso oggetto fisico, le tre formulazioni erano estremamente diverse per ispirazione epistemologica e stile. La differenza è data dalla questione del “realismo” in fisica, ossia la possibilità di descrivere i fenomeni quantistici dentro o fuori una tradizionale “cornice” spazio-temporale. Heisenberg riteneva che possiamo descrivere fisicamente solo ciò che possiamo misurare, per cui il concetto di “osservabile” è l’unico centrale e vengono espulsi tutti i concetti “classici” come quello di “traiettoria”, mentre per Schrödinger la funzione d’onda aveva non soltanto un valore probabilistico ma una sorta di esistenza nello spazio-tempo.

Tre “qualia” per una meccanica quantistica

Samuel Beckett: una scrittura “quantistica”

Nella trilogia i personaggi sono in stato di sovrapposizione, permutano secondo Statistiche che violano il principio d’identità, fino a sovvertire i rapporti

casuali spazio-temporali.

Bill Viola, The Visitation, 1995, video

Visitazione di Jacopo Pontormo (1528–1529),

Scienza e Arte: una conclusione provvisoria (come tutte le buone conclusioni!)

Sono la stessa cosa? Evidentemente NO!Sono due cose totalmente diverse? NO (ma non è così evidente)

Dunque:

Sono spazi disciplinati in cui la soggettività radicale incontra il mondo, le regole e la loro storia; in entrambe la teoria e l’opera realizzano

“concrezioni del mondo” (E.Bloch e N.Goodman)

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