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IL SOGNO DELLE
QUATTRO STAGIONI Pittura murale per la Casa di Riposo
“Monumento ai caduti in guerra”
Stampato presso la tipografia Biennegrafica, Musile di Piave (VE) - giugno 2016
Foto realizzate in collaborazione tra il Servizio Educativo della Casa di Riposo e il
prof. Giovanni Cesca
IL SOGNO DELLE
QUATTRO STAGIONI Pittura murale per la Casa di Riposo
“Monumento ai caduti in guerra”
a cura di
Giuseppe Cataldo - Giovanni Cesca - Orsolina Valeri
“Solo donando parte di se stessi agli altri, senza
pretendere nulla in cambio, si può definire una
vita degna di questo nome”
Daniela Volontè
(da “Insegnami a vivere” – 2013)
La Casa di Riposo “Monumento ai Caduti in Guerra” è stata istituita nel 1925. Nel 1926 le
prime somme di denaro raccolte furono destinate alla costruzione di una “casa di ricovero per
vecchi e invalidi al lavoro”. Nel 1936 fu eretta in Ente Morale. Attualmente la Residenza è una IPAB
(Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficienza), Ente con natura giuridica pubblica.
La missione della Casa di Riposo è sempre stata ed è tutt’ora quella di mettere a disposizione degli
anziani che non possono o non desiderano più abitare nella loro casa un luogo dove vivere
serenamente, aiutandoli a mantenere il più possibile l’autonomia delle loro azioni. L’impegno della
nostra organizzazione si traduce, sul piano operativo, nel prendersi cura delle persone fornendo
risposte adeguate ai bisogni, in modo da consentire ad ognuno di esprimere abitudini, interessi e
decisioni proprie nel rispetto della vita all’interno della comunità.
La sfida attuale, rappresentata dall’invecchiamento demografico, si può affrontare e vincere solo
elaborando un progetto da attuare con il contributo di ognuno. L’importanza del lavoro collettivo
è ciò che in Casa di Riposo abbiamo imparato osservando all’opera gli Autori del murale “Il sogno
delle quattro stagioni”. Gli Autori del dipinto hanno dimostrato la consapevolezza di essere al
servizio di un progetto, dove ciascuno dei partecipanti ha messo a disposizione le proprie capacità
tecniche in un “modus operandi” comune.
Ringraziamo gli Artisti per questo insegnamento “in corso d’opera” e non solo per il bellissimo
dipinto murale “Il sogno delle quattro stagioni”, che l’Accademia Marusso lascia nei locali della
Casa di Riposo ma che è da considerare un omaggio a tutta la Città di San Donà di Piave.
Il Consiglio di Amministrazione
Città di San Donà di Piave (Decorata con Croce al Merito di Guerra e con medaglia d’Argento al Valor Militare)
Una nuova opera d’arte è sempre un arricchimento per tutta la Città. Soprattutto quando, come nel caso del nuovo murale inaugurato nella Casa di Riposo Monumento ai Caduti, vengono ripresi elementi tipici del paesaggio. Le quattro stagioni della vita sono incardinate agli elementi naturali a noi familiari, il fiume, l’acqua, e alle suggestioni del territorio. Un omaggio alla nostra terra d’acqua, quindi, ma non celebrativo. In fondo la stessa sede storica della Casa di Riposo, in viale Libertà, era nata come opera non celebrativa quanto piuttosto funzionale. Il Monumento ai Caduti che diventa facciata di un edificio a vocazione sociale, per sopperire alla distruzione dovuta alla Guerra. E oggi anche un angolo della nuova sede della casa di riposo diventa esso stesso arte. La realizzazione, inoltre, è stata possibile grazie a un bell’esempio di collaborazione tra istituzioni storiche della Città. Un pensiero speciale va all’Accademia Marusso, ai maestri Giovanni Cesca e Rosita Bernardo, ai loro allievi – oltre 20, un numero che fornisce la misura dell’impegno – che hanno profuso impegno per oltre un anno per ultimare il dipinto. Grazie, quindi, a chi lo ha promosso e a chi lo ha realizzato. La Città da oggi è più bella.
Andrea Cereser sindaco per San Donà di Piave
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Sommario
“Il sogno delle quattro stagioni” pag.13
Il cantiere artistico di via San Francesco
di Giovanni Cesca
- Il cantiere (foto)
- La tecnica (foto)
La conduzione didattica e tecnica pag.20
di Rosita Bernardo
- Gli allievi protagonisti (foto)
Scheda tecnica pag.24
Catalogo fotografico pag.25
di Giuseppe Cataldo e Giovanni Cesca
- Prime pennellate
- Il cantiere continua
- Cielo e tubi
- Particolari nel sogno
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IL SOGNO DELLE QUATTRO STAGIONI
IL CANTIERE ARTISTICO DI VIA SAN FRANCESCO
di Giovanni Cesca
Nel realizzare il bozzetto del dipinto
murale, presentato nell’aprile 2015, non
avrei mai pensato che l’opera si sarebbe
sviluppata così nel tempo fino al punto da
assumere le attuali dimensioni della
superficie dipinta. L’originalità del lavoro ,
articolato in un’infinità di dettagli
raccordati in una visione d’insieme, è il
risultato della continua rivisitazione
dell’esistente divenendo così un vero e proprio work in progress. Man mano che il
lavoro procedeva, ci siamo accorti che il gruppo si stava organizzando come un vero
e proprio cantiere artistico con precise mansioni stabilite per i vari collaboratori.
Inizialmente il dipinto doveva occupare solo le pareti verticali, in seguito si è visto
che era necessario dare al dipinto un maggior respiro e lo spazio a disposizione era
verso l’alto. Certo il lavoro sarebbe aumentato e di molto rispetto al progetto
iniziale, ma ne sarebbe valsa la pena. Si è pensato, quindi, di dipingere anche tutto il
soffitto e gli altri accessori della Sala,
lasciando inalterate le travature lignee
quasi a integrarle nel dipinto stesso come
parte di una grande pompeiana a raggiera.
“IL SOGNO DELLE QUATTRO STAGIONI “ si
sviluppa all’interno di un grande cielo,
metafora onirica nella quale emergono
simbolicamente immagini che
rappresentano le quattro stagioni
dell’anno e contemporaneamente anche le varie fasi della giornata.
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Quattro alberi antropomorfi individuano la Primavera, l’Estate, l’Autunno e
l’Inverno, mentre il cielo stellato è innanzitutto Sogno che diviene poi Notte, Alba,
Giorno e Crepuscolo. Gli alberi sono metafora della vita rappresentata nelle figure
femminili e maschili che si alternano lungo il dipinto. L’anno solare, così articolato,
dialoga con le varie fasi della giornata. La Primavera, con il suo pruno fiorito, è
quindi stagione e al contempo l’inizio della
giornata. Alle sue radici si sviluppa
un’ortensia rigogliosa, primo segno luminoso
che proviene dal cielo stellato che si
stempera nelle pratoline; a vigilare sull’inizio
della giornata c’è l’airone cinerino tra gli iris,
presenza attenta e seminascosta. Poi, al
centro, il grande fico che rappresenta
l’Estate, proteso verso il fiume, la nostra
Piave, che percorre tutto lo spazio della parete. E’ il periodo più caldo dell’anno e al
contempo il momento di maggiore luce della giornata; all’ombra dell’albero
sbocciano molti fiori e brulicano piccoli insetti, varietà della natura nel suo momento
più animato. A scandire lo spazio verso la nuova stagione, si mostra l’andamento
ampio del convolvolo abbarbicato su quanto rimane di una struttura in legno. E poi
l’Autunno, raffigurato dalla vite americana profusa in una gamma cromatica di
grande vivacità, arrampicata su una vecchia e inagibile cancellata parte di una
recinzione ormai in rovina. Questo elemento è stato così pensato anche per dare un
senso alla porta di servizio che si trova in questo punto delle parete, creando così un
gioco verosimile proprio sull’idea base dell’apertura. Unisce in senso spaziale e
temporale tutto il paesaggio “l’asta” luminosa della Piave con le sue rive alberate, i
variegati riflessi declinati nei colori stagionali e il pacato movimento dell’acqua.
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Ciò che rimane del muretto
sostenuto dai pilastrini in primo piano,
animati dalle lucertole, fa da quinta al
paesaggio oltre i rovi e le edere. Ora i toni
si smorzano per annunciare l’Inverno
nelle sembianze di un albero che nella
corteccia lascia intravedere la figura
accovacciata di una vecchissima
immagine.
Il picchio sovrastante ha facile gioco per trovare le sue prede. A completare il
paesaggio invernale un tronco di glicine ormai spoglio e innevato nella notte: fiocchi
di neve si confondono con le stelle confermando il legame fra i vari aspetti della
natura. Come tutto inizia a partire dalle
stelle del sogno così il dipinto si conclude
ritornando al cielo stellato iniziale quasi a
sottolineare la ciclicità del tempo.
Per quanti hanno partecipato alla
realizzazione dell’opera, rimarrà la
preziosa esperienza del lavoro fatto
assieme. E’ stata vissuta la bellezza del
fare artistico come sintonia di visione, lavoro, emozione e azione dell’anima. A volte
la musica ha accompagnato il lavoro, altre volte invece è stato il silenzio: musica che
ha la forza di col-legare in quanto connessa con l’Unità, con il Tutto.
Grazie Anima dell’Arte che ci hai donato questa esperienza.
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IL CANTIERE
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LA TECNICA
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LA CONDUZIONE DIDATTICA E TECNICA
di Rosita Bernardo
Il lavoro collettivo è un'esperienza che richiede nella sua realizzazione la
consapevolezza di essere "a servizio" di
un progetto; in ognuno dei partecipanti le
capacità tecniche devono trovare un
"modus operandi" comune, così da
divenire nella messa in opera, un
amalgama di voci ove il singolo elemento
è raccordato agli altri in un gioco di
equilibri ben definiti. Realizzare il Murale
"Il sogno delle quattro stagioni" , ha
richiesto un lavoro sinergico dove
molteplici momenti didattici si sono
concretizzati in tecniche realizzative
specifiche, adattate e pensate proprio
per concretizzare il soggetto.
Il bozzetto dell'opera ci ha guidato nella
costruzione dell'insieme e nelle prime
fasi tutti i partecipanti hanno dovuto
abituarsi a dipingere su un supporto ben
diverso dal foglio da disegno o dalla tela. Fondamentale nella genesi del tutto è stato
comprendere da subito che era
necessario costruire, attraverso le prime
stesure pittoriche, un'atmosfera generale,
di base, dove si congiungessero il variare
delle stagioni ai moti del sogno , alla
percezione della notte e del giorno.
La realizzazione del cielo ci ha portati a
dipingere anche il soffitto: ci siamo
suddivisi per squadre e velatura di colore
su velatura e poi, con l'uso della tecnica della spugnatura e della rotazione del
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pennello grande, abbiamo costruito l'insieme "atmosferico” dalla notte profonda
alla piena luce.
Nel soffitto, "obbligati" dalle travature, abbiamo cercato di conservare un
senso prospettico e una relazione stretta
con quanto dipinto sulle pareti verticali. La
tecnica della spugnatura è storicamente
usata nella decorazione murale e consente
di passare delicatamente le tinte in una
sovrapposizione di semitoni talmente
varia che rende poi l'illusione ottica di
trovarsi non più di fronte ad una superficie
in muratura ma in uno spazio dilatato,
aperto.
La definizione della terra e del fiume e con essi l'orizzonte definito dal paesaggio, ha
richiesto un lungo lavoro . Il primo piano
dei prati ha reso necessari più
accorgimenti tecnici: all’uso di una
tecnica "divisionista", a pennellate
piccole curatissime si sono sovrapposte
altre innumerevoli piccole variazioni di
colore tenendo conto delle stagionalità. I
grandi alberi tuttavia, veri protagonisti
della composizione sono stati le nostre
sfide più impegnative; nel rappresentare soggetti realistici ogni artista ha una
visione propria ed era quindi una bella sfida dipingere insieme questi elementi cosi
ampi e imponenti mantenendo la visione
armonica dell’insieme.
Ne consegue che, per essere al massimo
omogenei e credibili nella
rappresentazione, una volta definiti i
tronchi abbiamo studiato per molto
tempo il fogliame e la tipologia delle
ramificazioni. Da osservazioni condotte
dal vero e da fonti iconografiche ,
abbiamo ricavato delle "mascherine" che ci hanno facilitato la realizzazione delle
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chiome, in particolare del pruno, del fico e della vite americana. La tecnica e l'uso
delle mascherine, è pratica antica : prevede la realizzazione con la carta intagliata di
un soggetto, che poi, posizionato sul muro, consente la trasposizione cromatica
tramite una spugnatura o tamponatura del colore. In questo modo abbiamo
realizzato la massa degli elementi, utilizzando le sovrapposizioni reiterate che hanno
reso a livello percettivo "la casualità" dell'elemento naturale. La tecnica delle
mascherine da noi usata non è da confondersi con i comuni stencil proposti oggi
dall'industria; qui tutto è stato disegnato e ritagliato per lo specifico, per il solo fico
ad esempio abbiamo realizzato una
trentina di mascherine diverse.
Una volta definiti i grandi alberi siamo
passati in modo attento e peculiare a
trattare ogni parte del murale nei dettagli
con l’inserimento degli animali e di tutti
gli elementi fioriti. Nel concludere il
murale, abbiamo poi rivisto tutto: ogni
elemento dalle foglie degli alberi ai più
piccoli fiori, definiti con cura e attenzione poiché ogni parte fosse armonica nel
tutto.
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ALLIEVI PROTAGONISTI
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SCHEDA TECNICA
IL SOGNO DELLE QUATTRO STAGIONI
Bozzetto di Giovanni Cesca
Direzione artistica e realizzazione dell’opera:
Giovanni Cesca e Rosita Bernardo
Superficie del dipinto: stima approssimativa di circa mq 210 distribuiti sulle
pareti verticali, sul soffitto, sui tubi di areazione.
Tecnica: pittura a colori acrilici su muro preparato, con verniciatura protettiva
finale.
Alla realizzazione del dipinto hanno collaborato alcuni soci dell’Accademia
d’Arte Vittorio Marusso di San Donà di Piave, in qualità di allievi degli stessi
docenti che hanno ricoperto il ruolo di Direzione Artistica.
Gli allievi che si sono distinti per la rilevante partecipazione sono: Lorena
Biasi, Renzo Brichese, Maria Grazia Buso, Giuseppe Lapis, Bruno Marcon,
Paola Martina, Ivone Ortolan, Tiziano Rui, Orsolina Valeri.
Hanno anche dato il loro contributo in taluni casi in modo significativo:
Stefania Cancellier, Loredana Cibin, Michele Palmeri, Tania di Tos.
Quest’opera, realizzata dai Docenti ed Allievi sopra indicati, rappresenta un dono
che l’Accademia d’Arte Vittorio Marusso fa alla Casa di Riposo “Monumento ai
Caduti in guerra”, come testimonianza e omaggio al Comune di San Donà di Piave.
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CATALOGO FOTOGRAFICO
LE PRIME PENNELLATE
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IL CANTIERE CONTINUA
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CIELO E TUBI
TUBI
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PARTICOLARI NEL SOGNO
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