pediatria magazine vol 4 | num 6 | 2014
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Microrganismi resistenti agli antibiotici: il momento di agire Per affrontare l’urgente minaccia di una pandemia da batteri resistenti è necessario un intervento multidisciplinare e globale.
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Il mare visto dai bambiniIl mare visto dai bambini di Palermo è un orizzonte placido, è lo scrigno che racchiude i loro sogni, è l’acqua primordiale della vita, la forza di una natura benevola che tutto può. Così lo hanno rappresentato nei loro di-segni e nelle loro poesie Flavia, Sofia, Steven, Alessio, Federica e gli altri bambini che hanno partecipato al concorso letterario ispirato al titolo del 70° Congresso Italiano di Pedia-tria “Un mare di bambini”. Non è lo stesso mare che hanno visto i loro bisnonni quando all’inizio del seco-lo scorso lo attraversarono, laceri e stremati da giorni e giorni di viag-gio, in cerca di un futuro migliore. Non è lo stesso mare che ha cono-sciuto Fadi, profugo siriano di soli 3 anni, che tra le onde, con la febbre alta, ha atteso 8 ore i soccorsi italiani. Non è quello di tanti altri bambini migranti ancora meno fortunati di Fadi, che dal mare sono stati inghiottiti. Ma questa im-
mensa distesa d’acqua ha qualcosa in comune per tutti, ed è la speranza. Ogni bambino ha la sua, ogni bambino è la sua speranza. Non tra-dirla è il difficile compito degli adulti, a partire dai pediatri che alle attese dei bambini hanno dedicato il 70° Congresso Italiano di Pediatria.
Ve lo raccontiamo in questo numero della nostra rivista.
Troppe culle vuote, ripartiamo dalle nasciteL’intervento del Presidente Corsello al Congresso di Palermo su natalità, minori migranti, qualità dell’assistenza, formazione, ambiente, stili di vita.
Intesa tra SIP, FIMP, ACP e Telefono AzzurroUn percorso comune nella prevenzione e nel contrasto al maltrattamento nell’infanzia e nell’adolescenza.
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Maestri della Pediatria 2014Rodolfo Bracci e Marcello Giovannini sono i Maestri della Pediatria del 2014. I riconoscimenti sono stati consegnati in occasione del Congresso Nazionale SIP a Palermo.
Il concorso alle pagine 24-28
Magazine della Società Italiana di Pediatriawww.sip.it
volume 4 | numero 6 | giugno 2014
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In questo numero
Minori migranti: nuove indicazioni per la tutela della loro salute 14
Il testo del documento GLNBI-SIP 14
Infezioni. Il latte umano come antidotoEnrICo BErtIno 16
Microrganismi resistenti agli antibiotici: il momento di agireMAuro StronAtI, AlESSAndro BorghESI 18
Cefalea: riconoscere quella insidiosarAFFAElE FAlSAPErlA 21
Enuresi, un problema sommerso 22
Sempre meno dolore per bambini e neonati 23
Un mare di bambini: i concorsi letterari 24
Largo ai giovani 30
NewsStati Generali della Pediatria 2014: bambini sicuri, dalla strada alla Rete 31
Appuntamento con MilanoPediatria 31
Editoriali 3
NewsAnestesia: più efficace se i genitori sono presenti 4
Trapianto di cornea artificiale 6
Paura del dentista: ecco come combatterla 7
Gli infermieri: “Come ci vedono i bambini?” 8
Primo pianoTroppe culle vuote, ripartiamo dalle nascite gIovAnnI CorSEllo 6
Immagini dal Congresso 8
Giovannini e Bracci Maestri della Pediatria 2014 8
Maltrattamenti e bullismo nell’infanzia? Stress cronico e vita più breve 10
Intesa tra SIP, FIMP, ACP e Telefono Azzurro 11
Allerta morbillo vaccinare la disinformazione 12
Nuove strategie vaccinali 13
Pediatria anno 4 | numero 6 giugno 2014
Magazine ufficiale della Società Italiana di Pediatria (SIP) via Gioberti 60 00185 Roma Tel. 06 4454912 www.sip.it
DIrettore ScIentIfIco GIovannI corSello
DIrettore
Cinthia Caruso
BoarD eDItorIale
Rino AgostinianiLiviana Da DaltDomenico MinasiAndrea PessionAlberto TozziDavide Vecchio
reDazIone David Frati
PuBBlIcItà e PromozIone
Livia Costa Tel. 06 862 82 323 l.costa@pensiero.it
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 586/2002
aBBonamentI 2014
Individuale E 40,00Istituti, enti, biblioteche E 80,00Estero E 120,00
PreSIDente GIovannI corSello
conSIGlIo DIrettIvo alBerto vIllanI (vIcePreSIDente),luIGI Greco (vIcePreSIDente), rIno aGoStInIanI (teSorIere), faBIo carDInale, antonIo correra, lIvIana Da Dalt, DomenIco mInaSI, anDrea PeSSIon, maSSImo BarBaGallo, elvIra verDucI (conSIGlIerI), valerIo flacco (DeleGato SezIonI reGIonalI SIP), coStantIno romaGnolI (DeleGato SocIetà affIlIate SIP), GIan Paolo SalvIolI (DeleGato conferenza GruPPI DI StuDIo)
Il Pensiero Scientifico Editore Via San Giovanni Valdarno 8 00138 Roma Tel. 06 862 821 Fax 06 862 82 250 www.pensiero.it www.facebook.com/ PensieroScientifico twitter.com/ilpensiero
DIrettore reSPonSaBIle Giovanni Luca De Fiore
ProGetto GrafIco e ImPaGInazIone Typo srl, Roma
ImmaGInI © 2014 Thinkstock.com
StamPa
Arti Grafiche Tris, Via delle Case Rosse, Roma giugno 2014
ISSN 2240-3183
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Cinthia CarusoDirettore di “Pediatria”
Giovanni CorselloPresidente SIP
Mohammad, Dalil e il silenzioso controesodo
dei “rinviati”
Palermo in numerianche sotto il profilo del maltrattamento e dell’abu-so. Le linee di indirizzo nutrizionale nelle prime età della vita, l’impatto dell’ambiente sulla salute dei bambini, la cefalea, le nuove vaccinazioni e le nuove linee guida SIP-SITIP sulla tubercolosi hanno com-pletato il panorama scientifico. Un interessante di-battito ha coinvolto in sede di Consulta Nazionale SIP i presidenti SIP, FIMP e ACP in vista della nuova progettualità tesa alla elaborazione di una proposta comune e condivisa sulla riorganizzazione delle cu-re pediatriche in Italia.Tanti gli ospiti di spicco al congresso, tra i quali i presidenti o i direttori generali dei più importanti ospedali pediatrici italiani: Tommaso Langiano del Meyer di Firenze, Paolo Petralia del Gaslini di Geno-va e Giuseppe Profiti dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Walter Ricciardi, Alberto G. Ugazio, Nino Cartabellotta, Monsignor Mogavero, Giuseppe Sag-gese e Stefano Semplici hanno tenuto letture che hanno affascinato i presenti per il grande interesse dei punti di vista sostenuti. Molto sentita e parteci-pata la Cerimonia inaugurale, aperta dal discorso del Presidente della SIP, e a cui hanno partecipato tra gli altri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il Ret-tore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla.
Dublino. Così devono allontanarsi al più presto dai Centri di accoglienza italiani, salire il prima possi-bile su un treno verso il nord e oltrepassare illegal-mente la frontiera. Come ha fatto la famiglia di Mohammad. Dall’inizio del conflitto quasi 3 mi-lioni di siriani hanno abbandonato il loro Paese e tra loro circa un milione e mezzo sono bambini. Molti hanno raggiunto terre dove ai richiedenti asilo vengono offerti vitto, alloggio, salario di sus-sistenza, scuola bilingue per i bambini e accesso al lavoro, in una parola: dignità. Ma molti di loro so-no tornati in Italia dopo essere stati respinti da questi Paesi. È il silenzioso controesodo dei “rin-viati”. Il regolamento europeo parla chiaro: l’Italia è il primo Paese di ingresso della UE, obbligato a prendere le impronte digitali dei profughi e offrire diritto d’asilo se lo richiedono. Mohammed scuote la testa. Spera di recuperare il suo estratto di nascita ad Aleppo e dimostrare che è minorenne per poter raggiungere la madre e suoi fratelli. Accanto a lui c’è un ragazzo, Dalil. È di Aleppo come Mohammed ma è arrivato dalla Gre-cia. Dalil appartiene all’esercito dei rinviati. Appena maggiorenne, è stato rispedito in Italia dall’Austria. Deve lasciare entro 60 giorni il nostro Paese, dove non ha voluto fare richiesta d’asilo. Nel frattempo la sua famiglia è arrivata sana e salva in Danimarca. Dalil e Mohammad, due ragazzi separati, legalmen-te e geograficamente, dal loro contesto familiare. Eppure sul piano affettivo ne hanno ancora dram-maticamente bisogno.
(Liberamente tratto dal rapporto “L’ultima spiaggia: dalla Siria all’Europa in fuga dalla guerra”, Save the Children, giugno 2014)
Mohammad è nato ad Aleppo nel 1997, ma per un errore burocra-tico nel suo passaporto la data di nascita riportata è 1995. A cau-sa di questo disguido, pur essendo ancora minorenne, non può ricongiungersi con la sua famiglia che si trova in Svezia, mentre
lui è obbligato a rimanere a Milano. Qui era arrivato con la madre e i suoi tre fratelli più piccoli dopo un lungo viaggio della speranza terminato in Sicilia. Da qui un treno li ha portati nel capoluogo lombardo, dove un cugino è arri-vato a prenderli in macchina. Ma nella vettura non c’era posto per tutti, così Mohammad, il più grande dei fratelli, è rimasto a Milano in attesa che lo venissero a riprendere. La famiglia è arrivata a Malmö, dove è stata regolar-mente ammessa per la richiesta d’asilo, mentre lui, ancora in Italia, è stato
fermato alla stazione Centrale dalla polizia italia-na e portato in Questura per l’identificazione. E qui il destino lo ha separato dalla sua famiglia. Per molti siriani in fuga dalla guerra, l’Italia rap-presenta solo un passaggio: la loro meta finale sono i Paesi del nord Europa, in particolare Svezia, Nor-vegia, Germania e Svizzera, dove vivono altri fami-liari che hanno trovato buone condizioni di acco-glienza e integrazione. Ma per arrivarci non devo-no farsi identificare dalla autorità italiane, onde evitare che raggiunto il Paese obiettivo finale del viaggio, vengano rinviati in Italia, primo Paese di ingresso nella UE, come prevede il Regolamento di
Un mare di pediatri... per un mare di bam-bini!”. Così qualcuno a Palermo ha com-mentato l’alta affluenza di pediatri al 70° Congresso Italiano di Pediatria. Questi i
numeri del Congresso: 1200 i pediatri presenti, 190 gli specializzandi impegnati nelle sessioni “Largo ai giovani” e multimediale ONSP, 8 i lavori degli spe-cializzandi premiati; 2 i nuovi Maestri della Pedia-tria: Marcello Giovannini e Rodolfo Bracci; 2 i vin-citori del Premio “Amico dei Bambini Giuseppe Roberto Burgio”: Salvo Ficarra e Valentino Picone; 13 i ragazzi delle Scuole Medie di Palermo vincitori ex aequo del premio “Un Mare di Bambini”; 3 i pe-diatri che hanno vinto la sezione pediatri del pre-mio: Paola Gianmaria, Gemma Incorpora e Andrea Scaramuzza; 13 le letture presentate al Congresso, di cui 5 di prestigiosi relatori stranieri: James Per-rin, William Balistreri, Liliana Keith, Kathryn Mc-Donald e Joseph Bellanti; 320 gli abstract delle co-municazioni poster accettati e pubblicati sul volu-me degli abstract; 100 gli abstract delle relazioni pubblicate sull’Italian Journal of Pediatrics.Sull’onda del titolo “Un mare di bambini” e dello splendido quadro di Francesco Lo Iacono sono sta-ti affrontati i temi della denatalità in Italia e dei mi-nori migranti, con il carico di drammi che la crona-ca quotidiana ci propone. Si sono delineati come obiettivi sostegno sociale e integrazione, tutela e promozione del benessere e dei diritti dei bambini,
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Edito
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La presenza dei genitori in sala operatoria durante la fase iniziale dell’anestesia su pazienti pediatrici ha effetti positivi sull’efficacia della stessa. Lo afferma uno studio presentato alla recente edizione di Euroanaesthesia 2014, il meeting annuale della European Society of Anaesthesiolo-gy, tenuto a Stoccolma. La somministrazione dell’anestesia può rappresentare una grave fonte di stress per i pazienti pediatrici e i loro familiari. L’effetto della presenza dei genitori du-rante le procedure di anestesia sull’ansia e la compliance è già stata al centro di nu-merosi studi, ma i dati emersi sono stati finora contraddittori: oggi la consuetudi-ne nella maggior parte degli ospedali pe-diatrici è dividere i bambini dai genitori all’entrata della sala operatoria fino al ri-torno del paziente operato in corsia, an-che se a volte è permesso ai genitori di ricongiungersi al figlio subito dopo l’in-tervento, già nella PACU (post-anaesthetic care unit).
Un team di ricercatori spa-gnoli coordinato da Alicia Sánchez Hernández, ane-stesiologa dell’Hospital de Sagunto, ha randomizzato 60 nuclei familiari (pazien-te pediatrico + genitori) in attesa di tonsillectomia in due gruppi: uno prevedeva la presenza di un genitore durante la somministra-zione dell’anestesia, uno la separazione dai genitori come avviene usualmente. La mi-sura dell’ansia dei genitori è stata effettua-ta utilizzando lo State Trait Anxiety In-ventory (STAI) in quattro momenti succes-sivi: in sala d’attesa, dopo la separazione o al momento dell’entrata in sala operatoria, durante la somministrazione dell’aneste-sia e infine nella PACU. Nel frattempo ve-niva misurata l’ansia dei pazienti negli stessi momenti della procedura, utilizzan-do però la Modified Yale Preoperative An-xiety Scale (mYPAS) e la Induction Com-
Avrebbe inevitabilmente perso l’occhio destro a causa di una trauma che lo aveva già costretto a subire numerosi interventi, ma la vista di un bam-bino di appena 7 anni è stata salvata grazie a un trapianto di cornea arti-ficiale (composta in parte da tessuto sintetico, in parte da tessuto umano) eseguito da Luca Buzzonetti, responsabile della Struttura Complessa di Oculistica dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Palidoro e dalla sua équipe. Si tratta di uno dei pochissimi interventi del genere realizzati finora al mondo su pazienti pediatrici. Per l’intervento sono stati consul-tati i chirurghi del Mass Eye & Ear Boston Keratoprosthesis Center, principale Centro internazionale per questo particolare tipo di chirurgia. Dopo una approfondita valu-tazione, considerata soddisfacente la rispo-sta funzionale dell’occhio del bambino, il team chirurgico ha deciso di procedere col trapianto. L’alternativa sarebbe stata un in-tervento totalmente demolitivo. Regolare il decorso post-operatorio del piccolo pa-ziente, che a distanza di pochi giorni ha potuto riprendere la sua vita normale.
Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggioProverbio africano
Anestesia: più efficace se i genitori sono presenti
Trapianto di cornea artificiale
pliance Checklist (ICC) per monitorare le reazioni negative dei piccoli pazienti. Al ritorno in corsia, ai genitori dei pazienti è stato anche sottoposto un questionario su vari aspetti della loro esperienza, da valu-tare con voti da 1 a 10. Gli score STAI e mYPAS sono risultati deci-samente inferiori nel gruppo che prevede-va la presenza di un genitore durante la somministrazione dell’anestesia, e sono risultati aumentare vertiginosamente al momento della separazione dai genitori nell’altro gruppo. Gli score ICC sono risul-tati buoni nell’83% dei casi nel primo gruppo e solo nel 50% dei casi nel secondo. Il 100% dei genitori presenti durante la somministrazione dell’anestesia ha riferi-to che – in caso di nuovo intervento chi-rurgico – avrebbe voluto ripetere l’espe-rienza, mentre ben l’87% dei genitori non presenti in sala operatoria ha dichiarato che avrebbe preferito essere al fianco del figlio durante la somministrazione del-l’anestesia. Spiega la Sánchez: “La presenza dei genitori migliora la qualità della fase preoperatoria sia per i pazienti che per i loro genitori. L’idea di questo trial ci è ve-nuta una volta che stavamo facendo l’ane-stesia a un bambino che abbracciava di-sperato la madre sulla porta della sala operatoria pregandola di entrare con lui. Abbiamo pensato: perché no? E abbiamo permesso alla madre di entrare. Abbiamo somministrato l’anestesia inalatoria al pa-ziente mentre era in braccio alla mamma e le cose sono andate alla grande”.
^̂^ Sánchez Hernández A. Parental presence du-ring anesthesia induction improves quality of anesthesia for children. ESA news release, 2014.
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Questionario FNOMCeOQuanto sei soddisfatto professionalmente? E quanto sei invece stressato? E tu, donna medico, riesci a conciliare lavoro e famiglia? Le nuove tecnologie per te sono un aiuto o un ostacolo nello svolgimento della professione? Sono alcune delle domande che la FnoMCeo porrà a 25.000 colleghi nella prima “Indagine Conoscitiva sulla Professione Medica per Generi e Generazioni”. Per informazioni telefonare allo 06-36203387 o scrivere a centrostudi@fnomceo.it
Paura del dentista: ecco come combatterla
Gli infermieri: “Come ci vedono i bambini?”
La paura del dentista è un sentimento che colpisce già dalla primissima infan-zia al punto che alcuni genitori talvolta usano la figura del dentista come una minaccia (“Se non fai quello che dico, ti porto dal dentista”). L’odontofobia, que-sto il termine tecnico per indicare la paura del dentista, può addirittura dege-nerare in un vero e proprio terrore al punto da rendere impossibile convincere il bambino a sottoporsi anche ad una semplice visita.“Ci sono casi in cui si impiega oltre un quarto d’ora solo per far sedere il bam-bino sulla poltrona”, spiega Marco Tur-co, dentista e responsabile dei program-mi di cura dei centri Samadent. “Du-rante gli anni in cui il bambino perde i denti da latte per mettere i denti perma-nenti, è opportuno fare dei controlli pe-riodici dal dentista, per questo è neces-sario educare il piccolo paziente a ve-derlo come una figura amica, o almeno non negativa”.
Per cercare di superare questo problema è necessario che sia i genitori sia lo spe-cialista abbiano alcune accortezze. Gli accorgimenti che un bravo professionista deve avere con i suoi piccoli pazienti sono i seguenti: ^^ essere pazienti e sorridenti è la base
della pedodonzia, o odontoiatria pedia-trica, come anche mantenere la calma e non dare segni di insofferenza anche con il paziente più restio a lasciarsi vi-sitare;^^ nei casi di bimbi traumatizzati, essere
disponibili a dedicare ai piccoli anche intere sedute solo per dimostrare loro che non hanno nulla da temere;^^ rendere lo studio accogliente e colo-
rato, con giochi in sala d’attesa per in-trattenere i bambini. Lo studio deve di-ventare un posto in cui i bimbi non si annoiano;^^ coinvolgere i bambini durante ogni
visita facendosi aiutare in alcune mano-vre della poltrona;
Il portale dell’IPASVI (Federazione Nazionale Collegi Infermieri) www.infermieriperlasalute.it si è arricchi-to di una nuova sezione, denominata “Scelti per voi”. Un contenitore multi-mediale per raccogliere i contributi più interessanti, curiosi e innovativi in grado di raccontare cosa significhi oggi prendersi cura del prossimo e promuovere stili di vita salutari, un modo indiretto per capire anche come viene percepita la figura dell’infer-miere nella società contemporanea. Non è un caso se il primo video carica-to, a disposizione di tutti gli utenti, è stato realizzato con una serie di disegni fatti da bambini della Sardegna. I gio-vanissimi studenti dovevano risponde-re alla domanda: “Chi è l’infermiere?”. Iniziativa lanciata con successo nel-l’Isola dal presidente Graziano Lebiu e dal Consiglio direttivo del Collegio IPASVI di Carbonia Iglesias.
^^ utilizzare la sedazione cosciente inala-toria, una tecnica innovativa e priva di effetti collaterali e anallergica. Questa metodica consiste nel far inalare al pa-ziente un mix di due comuni gas, ossigeno e gas esilarante, attraverso apposite ma-scherine attive in grado di indurre un ri-lassamento generale e, in questo modo, favorire la diminuzione dell’ansia e della sensibilità al dolore;^^ prevedere un sottofondo musicale o
video adatto a distrarre i bambini anche nel corso della seduta.
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È trascorso più di un secolo dal 7° Congresso Italiano di Pedia-tria, che si svolse a Palermo nella primavera del 1911. Da allora tutto è cambiato nella salute e nella vita dei nostri bambini, colpiti in quei tempi da alta mortalità infantile, da analfabeti-smo, malattie infettive e gravi carenze nutrizionali. Oggi i bam-
bini italiani possono contare su livelli di salute e su una assistenza pediatri-ca tra le migliori e le più avanzate del mondo.
Il titolo del 70° Congresso Italiano di Pediatria è ispirato a una delle marine di Francesco Lo Iacono, con un nugolo di bambini in cerca di telline e non per gioco... Perché “Un mare di bambini”? Perché la SIP è impegnata a contrastare la bassa natalità nel nostro Paese, fenomeno allarmante sul piano de-mografico e sociale. In Italia il tasso di fertilità è di 1,4 per mille donne in età fertile e il numero di nati nel 2013 si è ridotto di 22.000 unità rispetto al 2012, raggiungendo appena i 515.000 nati, minimo stori-co di tutti i tempi (al di sotto del minimo preceden-te del 1995). Un Paese, il nostro, che rischia di in-vecchiare rapidamente, con le conseguenze sociali ed economiche che ne derivano, a medio e lungo termine insostenibili. Ecco perché non sono più rinviabili misure ed interventi tesi a favorire la ri-presa della natalità, come il sostegno sociale ed eco-nomico soprattutto alle famiglie con due o più figli. Interventi che in Paesi a noi molto vicini, come la Francia o la Germania, hanno sortito l’effetto spe-rato riportando in pochi anni il tasso di fertilità a valori stabilmente superiori a 2 per mille. Il numero dei nati con un genitore straniero in Italia ha rag-giunto il 20%, fenomeno che in parte compensa il calo della natalità. In una società multiculturale co-me è ormai la nostra, è indispensabile che il pedia-tra affronti questa nuova sfida attrezzandosi per rispondere ai bisogni di salute di questi bambini, anche studiando lingue, culture, religioni diverse. La cronaca quotidiana mostra in modo drammatico quanto sia collegato il fenomeno delle migrazioni al tema del mare. È attraversando il mare che giungo-no in Italia uomini, donne, bambini, ragazzi: su bar-
Troppe culle vuote, ripartiamodalle nascite
Natalità, minori migranti, qualità dell’assistenza, formazione, ambiente,
stili di vita: queste le più importanti sfide della Pediatria. L’intervento
inaugurale del Presidente SIP
Giovanni CorselloPresidente Società Italiana
di Pediatria
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Il video del discorso integrale è disponibile sul sito www.sip.it
coni di fortuna, esposti a rischi di ogni genere, in fuga da povertà e guerre, alla ricerca di sicurezza, di salute e di benessere. Sono già oltre 50.000 i migran-ti giunti in Italia nei primi 5 mesi dell’anno, più di quanti ne sono arrivati in tutto il 2013, e di questi oltre 8000 sono minori, spesso non accompagnati. Non si possono chiudere le frontiere sul mare alle famiglie, a bambini e ragazzi che fuggono senza aver
più nulla alle spalle, rischiando la vita e in condi-zioni di assoluta precarietà. “Troppi bambini
profughi e rifugiati”, ha ricordato Papa Francesco qualche settimana fa nel cor-
so del suo viaggio in Terrasanta. Dob-biamo impegnarci perché la loro acco-
glienza in Europa sia a misura di bambi-no. Come SIP siamo impegnati in un pro-getto di formazione del personale che opera nei centri di accoglienza, con il supporto del nostro gruppo di studio del bambino mi-grante e in sinergia con le società affiliate e la FIMP. In Italia oggi più che mai abbiamo bi-sogno di una Pediatria coesa tra ospedale e territorio, funzionalmente integrata tra pedia-tria di famiglia e ospedaliera. Stiamo lavoran-do per un modello organizzativo che metta in rete le cure primarie pediatriche con quelle ospedaliere e con le specialità pediatriche, in un
sistema coordinato in grado di rispondere ai bisogni attuali della Pediatria. Ringraziamo
il Ministero della Salute per aver avviato un per-corso con la SIP, la FIMP e l’ACP che ci auguriamo
possa contribuire a ridisegnare il modello delle cure pediatriche all’interno di una rete integrata e coor-dinata di servizi. Rete che deve comprendere anche le famiglie, le associazioni di volontariato, il mondo della scuola, quello dello sport, tutto il mondo che ruota intorno al bambino e alla sua famiglia.
Occorre offrire ai giovani pediatri la formazione necessaria per affrontare questa sfida in termini di contenuti clinici, di strumenti metodologici, di preparazione ad un lavoro di équipe multidiscipli-nare. Obiettivo che diventa strategico, se pensia-mo che entro il 2020 il numero dei pediatri si ri-durrà di oltre 3000 unità, mentre aumenteranno sempre di più le opportunità di diagnosi, di cura e di intervento. La qualità dell’assistenza e il suo mi-glioramento continuo è irrinunciabile per la no-stra professione, in un contesto sociale che muta rapidamente, con tecnologie che evolvono ancor più rapidamente. Qualità deve significare anche sicurezza, accoglienza, comunicazione, ricerca. La salute dei bambini è determinata da fattori gene-tici e da molteplici fattori ambientali che agiscono sin dalle primissime età della vita anche con mecca-nismi epigenetici. Su alcuni di questi fronti possia-mo e quindi dobbiamo intervenire. Con la ricerca e con la prevenzione. Dobbiamo impegnarci per la diffusione tra i bambini e nelle famiglie di stili di vita in grado di garantire salute: promozione dell’at-tività fisica e motoria (tema degli Stati Generali del-la Pediatria del 2013), educazione nutrizionale con linee di indirizzo per i primi anni di vita (a cui stia-mo lavorando con una tavolo tecnico intersocietario SIP/SINUPE), allattamento al seno prolungato, sicu-rezza sul web e lotta contro abusi e maltrattamenti. Obiettivi che possono essere raggiunti solo con una forte unità della Pediatria. È giunto il momen-to di mettere insieme tutte le componenti scienti-fiche e professionali dell’area pediatrica, ciascuna delle quali esprime un patrimonio prezioso di esperienze, di idee, di proposte proiettate verso la salute dei bambini. È il ruolo sociale della Pedia-tria, ed è nel contempo una testimonianza etica per garantire al meglio la salute fisica, psichica e relazionale di tutti i bambini d’Italia e del mondo, per tutelare i loro diritti nella società odierna. È l’insegnamento che ci ha lasciato il Professor Bur-gio. A lui è dedicato questo Congresso.
Costituito il tavolo tecnico congiunto presso il Ministero della Salute per ridisegnare l’assistenza pediatrica. Sei le priorità assistenziali dell’età evolutiva individuate dal tavolo: 1. riconoscimento della specificità delle cure pediatriche in ospedale e nel territorio, sistema di cure integrato in rete, continuità dell’assistenza e gestione dell’emergenza-urgenza in Pediatria; 2. diritto alla nascita sicura, implementazione delle politiche sociali in favore della maternità;3. assistenza ai bambini fragili con normative e procedure ad hoc, complessità assistenziale e rete integrata di servizi;4. vaccinazioni come LEA in tutta Italia (principio di equità);5. promozione di interventi di prevenzione e stili di vita, ambiente e linee di indirizzo nutrizionale (allattamento materno ed educazione alimentare, lotta contro sovrappeso e obesità);6. specificità della formazione pediatrica.
Il tavolo tecnico SIP-FIMP-ACP
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Immagini dal CongressoUna galleria fotografica di alcuni momenti del Congresso Italiano di Pediatria a Palermo: la cerimonia inaugurale alla quale hanno preso parte le autorità locali, la consegna ai bambini dei premi del concorso letterario, l’incontro di Patch Adams con i pediatri, le sessioni di lavoro e il cocktail inaugurale nella splendida cornice dell’Orto Botanico di Palermo.
Giovannini e Bracci Maestri della Pediatria 2014
Marcello Giovannini, clinico e docente di Pediatria nell’Università di Mila-no, Ospedale San Paolo, è stato pre-miato per il suo lungo, fecondo e ap-
passionato percorso scientifico. Fondatore di una scuola di Nutrizione Pediatrica approdata nella costituzione di una Società scientifica (SINUPE) affiliata alla SIP, di cui è in atto il Presidente, vanta un gran numero di allievi prestigiosi ai vertici di istituzioni scientifiche universitarie e ospedaliere. Coordinatore di studi e di ricerche di risonanza internazionale, ha interpretato il suo ruolo di Cli-nico Pediatra integrando assistenza, ricerca e for-mazione, anche in ambito internazionale e nei Paesi in via di sviluppo. I suoi contributi scienti-fici in tema di malattie metaboliche, alimentazio-
Marcello Giovannini e Rodolfo Bracci sono i Maestri della Pediatria del 2014: gli ambiti riconoscimenti sono stati loro consegnati durante il Congresso di Palermo
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Il Presidente della SIP Giovanni Corsello ha consegnato a Salvo Ficarra e Valentino Picone il premio “Amico dei Bambini”, intitolato alla memoria di Giuseppe Roberto Burgio. “Ficarra e Picone sono amati dal pubblico e anche sensibili alle esigenze dei più piccoli”, ha sipegato Corsello, “ma non tutti sanno che hanno anche una vocazione alla solidarietà. Il contributo per la realizzazione di un’aula colloqui al Tribunale dei Minori di Palermo e la Ludoteca al quarto piano dell’Ospedale dei Bambini sono alcune delle iniziative in cui si sono generosamente spesi con la onlus
Maredolce da loro fondata. Un impegno che i pediatri vogliono riconoscere anche ufficialmente”. “È un premio bellissimo” ha detto Salvo Ficarra, “che richiama alla memoria la mia infanzia: il pediatra era per me una figura mistica che risolveva tutti i problemi. Il nostro lavoro per i bambini non finisce qui, siamo impegnati nella raccolta fondi per l’acquisto di un macchinario ecografico di ultima generazione da donare all’Ospedale dei Bambini di Palermo”. In occasione della premiazione, Biomedia ha donato 5.000 euro alla fondazione Maredolce.
Un premio per Ficarra e Picone
ne e nutrizione sono una guida per i pediatri.Rodolfo Bracci, docente di Pediatria e di Neonato-logia dell’Università di Siena, è stato premiato per il suo lungo lavoro di clinico e di ricercatore. Tra i pionieri Italiani della Neonatologia come discipli-na clinica specialistica della Pediatria, ha profuso un grande impegno per diffondere la cultura neo-natologica all’interno della Pediatria italiana, svi-luppando tematiche innovative e originali come la Bioetica e il Rischio clinico. Ha promosso la ricer-ca scientifica come modello per i suoi allievi e per i giovani, dedicandovi la maggior parte delle sue esperienze scientifiche e professionali.
Marcello Giovannini e Rodolfo Bracci sono i Maestri della Pediatria del 2014: gli ambiti riconoscimenti sono stati loro consegnati durante il Congresso di Palermo
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Che i maltrattamenti subiti durante l’infanzia potessero avere conse-guenze sulla salute mentale in età adulta era cosa nota. Ora nuove evi-denze scientifiche dimostrano che
incidono persino sulla durata della vita. Una over-view di studi scientifici presentata al 70° Congres-so Italiano di Pediatria nell’ambito della tavola rotonda dedicata ai diritti dei bambini mette in luce che abusi, punizioni, negligenze e atti di bul-lismo provocano stress cronico nei bambini, in-vecchiamento precoce e un maggior rischio di sviluppare patologie quali obesità, cefalea, sindro-mi dolorose, asma, malattie cardiache, tumori. “Una ragione in più per rafforzare la sorveglianza e prevenire gli abusi sui minori, un fenomeno che interessa circa 100.000 bambini ogni anno in Italia secondo i dati Cismai”, afferma Pietro Ferrara, giudice onorario presso il Tribunale per i mino-renni di Roma e docente di Pediatria presso l’Isti-tuto di Clinica Pediatrica dell’Università Cattolica del S.Cuore e l’Università Campus Bio-Medico di Roma. “Si tratta comunque di una stima approssi-mativa in quanto nel nostro Paese non esiste un sistema di monitoraggio, gli unici dati certi sono quelli relativi agli abusi sessuali ma il maltratta-mento è un concetto molto più ampio che include molestie, abusi fisici e psicologici, negligenza nelle cure, atti di bullismo. L’OMS Europa ha stimato
che i casi reali siano 9 volte più numerosi di quelli segnalati”. “Gli studi ancora una volta confermano come sia necessario rafforzare la prevenzione degli abusi”, afferma il Presidente della Società Italiana di Pediatria Giovanni Corsello. “La SIP è da tempo impegnata a formare i pediatri a riconoscere i se-gni dell’abuso e identificare qualsiasi situazione sospetta in questo percorso. Ad esempio fratture delle ossa lunghe o rottura delle ossa costali poste-riori in bambini di età inferiore a 18 mesi, fratture ricorrenti, incidenti domestici frequenti devono far suonare un campanello d’allarme: si stima che un quarto delle fratture delle ossa lunghe nei bam-bini molto piccoli sia la conseguenza di un mal-trattamento”. Una recente ricerca apparsa su “Molecular Psychia-try” ha rivelato che le conseguenze delle punizioni e delle violenze sono cicatrici invisibili che riman-gono nella psiche e, sorprendentemente, nel DNA. Sono state intervistate le madri di 236 bambini che avevano subito violenze domestiche, assistito a comportamenti violenti tra i genitori o erano stati vittima di bullismo ed è stata misurata la lunghez-za dei loro telomeri. Si tratta delle piccole porzioni di DNA che si trovano alle estremità dei cromoso-mi e che si accorciano ad ogni divisione cellulare, fungendo da veri e propri indicatori della longevi-tà dell’individuo. I ricercatori che hanno misurato la lunghezza dei telomeri del gruppo di bambini
Una overview sulle recenti evidenze scientifiche mostra l’incidenza degli abusi sulla salute fisica a lungo termine
Maltrattamenti e bullismo nell’infanzia? Stress cronico e vita più breve
^̂^ Shalev I, Moffitt TE, Sugden K et al. Exposure to violence during childhood is associated with telomere erosion from 5 to 10 years of age: a longitudinal study. Mol Psychiatry 2013;18(5):576-581.
^̂^ Hyland ME, Alkhalaf AM, Whalley B. Beating and insulting children as a risk for adult cancer, cardiac disease and asthma. J Behav Med 2013;36(6):632-640.
^̂^ Jonson-Reid M et al. Child and outcomes of chronic child mal treatment. Pediatrics 2012;129(5):839-845.
^̂^ Bechtel K et al. Impact of an educational intervention on caregivers’ beliefs about infant crying and knowledge of shaken baby syndrome. Acad Pediatr 2011;11(6):481-486.
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maltrattati hanno osservato un accorciamento di queste strutture pari ad un invecchiamento pre-maturo di circa 7-10 anni. I segni sul corpo subìti nell’infanzia potrebbero essere predittivi di malat-tie in età adulta, sostiene un lavoro pubblicato sul “Journal of Behavioral Medicine” in cui sono state valutate le condizioni di salute di due gruppi di soggetti tra i 40 e i 60 anni: uno di 150 persone con problemi di salute come cancro, disturbi cardiaci e asma e un gruppo di controllo composto da 250 persone sane. I ricercatori dell’Università di Ply-mouth hanno rilevato che i soggetti malati riferi-vano in misura una volta e mezza superiore rispet-to al gruppo di controllo di aver subito da piccoli punizioni corporali, abusi e insulti. Se i maltratta-menti sono numerosi e ‘cronici’ le conseguenze a lungo termine sono ancora più profonde. Lo ha rivelato una ricerca della Washington University di St. Louis che ha seguito quasi 6000 bambini tra 1,5 a 11 anni dal 1993 al 2009. Maggiore è il nume-ro di maltrattamenti subiti, peggiore è l’outcome in termini di disturbi psicologici e comportamen-tali come abuso di sostanze, incidenti e traumi, malattie sessualmente trasmesse, delinquenza e tentativi di suicidio. “La relazione è direttamente proporzionale al numero di maltrattamenti subiti” precisa Pietro Ferrara. “I bambini che avevano su-bito un solo abuso sviluppavano problemi nel 39,5% dei casi, quelli con 4 episodi nel 67% dei ca-si sino al 91,9% dei minori per i quali si contavano più di 12 episodi. Un dato incontrovertibile che deve far riflettere”.Anche i neonati possono essere vittime di violenza: il caso più diffuso è la Shaken Baby Syndrome (SBS - Sindrome da bambino scosso), cioè lo scuotere violentemente il neonato da parte di un adulto. “È una delle principali cause di morte nel primo anno di vita”, prosegue Ferrara. “Il 30% dei piccoli scos-si violentemente muore e l’80% riporta gravi danni permanenti: emorragie cerebrali, disabilità, para-lisi, cecità. Eppure il 75% dei genitori non sa che scuotere un bambino può essere molto pericoloso. La causa scatenante è generalmente il pianto pro-lungato del neonato che determina nell’adulto una forma di frustrazione e di rabbia. Lo scuotimento viene messo in atto nel tentativo di farlo smettere. I ricercatori hanno dimostrato che esiste un perio-
do critico nello sviluppo del neonato che va dal-la seconda settimana al quinto mese di vita
in cui il pianto può essere molto frequente e inconsolabile. Questo periodo viene
chiamato “purple crying” e corrisponde alla finestra temporale in cui si contano il maggior numero di casi di SBS. A questa età i muscoli del collo e il cer-vello non sono sviluppati a sufficienza per resistere al trauma dello scuoti-mento. Negli Stati Uniti sono stati in-trodotti programmi di prevenzione per i genitori che insegnano a com-prendere le ragioni del pianto, gestire
la rabbia e comprendere i gravi ef-fetti del maltrattamento.
Intesa tra SIP, FIMP, ACP e Telefono AzzurroNel corso del 70° Congresso Italiano di Pediatria appena concluso a Palermo è stata siglata un’intesa tra la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), l’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e Telefono Azzurro per intraprendere un percorso comune nella prevenzione e nel contrasto al maltrattamento nell’infanzia e nell’adolescenza. Dati recenti relativi all’abuso sui minori nella Regione Europea della OMS indicano che almeno 850 bambini sotto i 15 anni muoiono ogni anno a causa di maltrattamenti. L’intesa prevede da un lato un’azione congiunta nel rapporto con le istituzioni sociali, sanitarie ed educative allo scopo di accrescere la sensibilizzazione e la consapevolezza su questo tema migliorando la capacità di riconoscere, ridurre/rimuovere le condizioni di disagio sociale, sanitario, educativo che rappresentano fattori di rischio specifici, e dall’altro lato il rinforzo della formazione rivolta ai pediatri per migliorare le loro competenze nella prevenzione e nel riconoscere precocemente i segnali del maltrattamento, primo passo indispensabile per la messa in atto di interventi di protezione e di recupero del bambino e della famiglia.
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che la vaccinazione MPR (morbillo, parotite e ro-solia) possa causare l’insorgenza di autismo. Si tratta di un falso scientifico, sostenuto 15 anni fa dal medico inglese Andrew Wakefield – radiato dall’albo per aver falsificato i dati del suo studio sull’argomento – che continua ad avere effetti di-rompenti dopo che alcune sentenze sciagurate, tra cui quella di Rimini del 2012, hanno riconosciuto un nesso di causalità tra vaccino e autismo. “La democratizzazione dell’informazione genera an-che falsa informazione”, spiega Alberto G. Ugazio. “Il ritorno del morbillo e di altre malattie infettive, come ad esempio la pertosse in Inghilterra, è un effetto collaterale della Medicina ‘postmoderna’: una Medicina che non riconosce la verità scienti-fica, che valuta solo i rischi e non i benefici, che mette le competenze del paziente sullo stesso piano di quelle del medico. Le informazio-ni sono una cosa, la conoscenza è un’al-tra: il problema è che Google mette tutto sullo stesso piano”.
L’allarme è stato lanciato in occasione del Congresso Italiano di Pe-diatria di Palermo. “Nel mese di aprile 2014 si sono verificati 236 casi di morbillo, portando a 1047 quelli segnalati dall’inizio dell’an-no, in notevole aumento rispetto al corrispondente periodo del 2013,
quando si registrarono poco più di 700 casi”, afferma Alberto G. Ugazio, Di-rettore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’Ospedale “Bambino Ge-sù” di Roma e Presidente della Commissione vaccini della SIP. “Lo scorso anno vi sono stati circa 2200 casi complessivi di morbillo, ma a fine 2014 c’è da aspet-tarsene molti di più perché i dati ad oggi disponibili non comprendono il pe-riodo maggio-giugno, quando non si è ancora esaurito il picco stagionale”.
Il fenomeno non è solo italiano. Anche l’Europa e gli USA stanno registrando diversi focolai epidemici. Recentemente i CDC (Centers for Disease Control and Prevention) di Atlanta hanno denunciato negli USA 288 casi dall’inizio dell’anno fino al 23 maggio, il più alto numero di infezioni dal 1994. “Per affron-tare questa emergenza”, evidenzia Susanna Esposi-to, Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) e Presidente della Commissione dell’OMS per l’eliminazione di morbillo e rosolia congenita, “l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha creato una Commissione di esperti per attuare un Piano di prevenzione a livello europeo al quale hanno aderito 53 Paesi dell’UE e altri Stati del mon-do, con l’obiettivo di eliminare morbillo e rosolia entro il 2015”. Benché non vi siano dati certi relativi alla copertura vaccinale, pediatri ed epidemiologi non hanno dubbi: l’incremento dei casi è da attribu-ire al calo delle coperture vaccinali. “In Italia”, pre-cisa la Esposito, “la situazione della copertura vac-cinale risulta ad oggi alquanto complessa: se la co-pertura con la prima dose appare buona sebbene non ottimale (circa il 90% e non il 95% raccoman-dato), quella della seconda dose è invece nettamente inferiore agli standard richiesti, anche perché è sta-ta introdotta soltanto nel 2005. Questo il motivo per cui tanti adolescenti e giovani adulti che non hanno avuto la malattia non sono vaccinati o sono stati vaccinati solo una prima volta”.Le campagne degli antivaccinatori che spopolano su internet stanno diffondendo la falsa credenza
Allerta morbillo vaccinare la disinformazione
Pediatri italiani preoccupati per l’incremento esponenziale
dei casi registrati nel nostro Paese
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Al Congresso Italiano di Pediatria di Palermo gli esperti si sono con-frontati sulle nuove strategie vaccinali. “Tra l’80 e il 95% dei tumo-ri anali, il 50% di quelli del pene e tra il 45 e il 90% di quelli di testa e collo sono correlati ad una infezione da HPV. Da qualche anno è
stato introdotto in Italia il vaccino, che al momento è offerto gratuitamente solo alle adolescenti. Ma i tumori correlati all’infezione da HPV colpiscono in maniera considerevole anche la popolazione maschile: su circa 30.000 ca-si complessivi ben 12.000 riguardano i maschi”, spiega Chiara Azzari, pro-fessoressa di Pediatria all’Università di Firenze. “Va inoltre considerato che alcune tipologie di tumori HPV-correlati, come quelli della testa e del collo (faringe, lingua, esofago, tonsille) sono cinque volte maggiori nella popola-zione maschile rispetto a quella femminile (2300 casi tra le donne in Europa contro 11.000 tra i maschi)”. Per queste ragioni gli esperti chiedono che il vaccino HPV venga esteso anche agli adolescenti maschi.
Meningococco BDa dicembre 2013 è disponibile un nuovo vaccino contro il meningococco B. Studiato e costruito in Italia, il vaccino contiene le 4 proteine più frequen-temente espresse da tale batterio e permette una copertura dell’infezione intorno all’80%. Sommini-strabile a partire dai due mesi di vita, offre diverse opzioni di schedula vaccinale, che possono essere integrate negli attuali programmi di vaccinazione
di routine. Al momento il costo è a carico delle fa-miglie, ma come sostiene Rocco Russo dell’Unità Materno-Infantile di Benevento e Napoli1, membro della Commissione Vaccini della SIP, l’auspicio è che, una volta superati una serie di aspetti tecnico-organizzativi, si possa offrire questo tipo di vaccino gratuitamente su tutto il territorio nazionale.
PneumococcoDal 2013, la Commissione europea ha esteso l’indi-cazione del vaccino pneumococcico coniugato 13-valente a tutta l’età pediatrica, così che oggi pos-sono essere protetti dalle infezioni sostenute da Streptococcus pneumoniae (Sp) non solo i bambini nei primi anni di vita ma anche quelli di età scolare e gli adolescenti. “L’estensione dell’uso del vaccino ai soggetti di età compresa tra i 6 e i 17 anni”, spiega Nicola Principi, professore di Pediatria presso la Fondazione IRCCS Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano, “è stata possibile perché i dati acquisiti hanno chiaramente dimostrato che PCV13 è in grado di indurre anche in questi soggetti, tra i quali sono stati inclusi anche alcuni con asma, una risposta immune potenzial-mente protettiva per tutti i sierotipi inclusi nel vacci-no, senza alcun rischio di emergenza di eventi avver-si significativi. Il vantaggio dell’estensione è di par-ticolare rilievo per i bambini grandi con malattie croniche a forte rischio di complicanze pneumococ-ciche, come i soggetti con gravi malattie cardiorespi-ratorie, quelli con forme croniche renali ed epatiche, i diabetici e, in genere, tutti gli immunodepressi”.
RotavirusI rotavirus sono i principali responsabili di gastro-enterite acuta nell’infanzia con numeri da capogiro: 300.000 casi l’anno, 80.000 visite mediche e 10.000 ricoveri l’anno solo in Italia. I due vaccini attual-mente disponibili hanno mostrato di prevenire più dell’80% delle ospedalizzazioni e tra il 77 e l’80% dei casi gravi con un abbattimento notevole dei co-sti medici e sociali. E il profilo di sicurezza della vaccinazione ha portato alla raccomandazione del-l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Oggi il vaccino è entrato nei programmi di immunizzazio-ne di 50 Paesi. E in Italia? “La Sicilia è stata la prima regione a recepire la necessità di offrire gratuita-mente il vaccino anche a causa della facilità di tra-smissione del virus nei reparti ospedalieri. Da noi la vaccinazione è consigliata ed offerta gratuita-mente, viene somministrata al 3°mese di vita con un richiamo al 5° e al momento abbiamo ottenuto una copertura media del 30% con picchi a Palermo e Trapani del 45%” spiega Francesco Vitale, Ordi-nario di Igiene presso l’Università di Palermo.
Nuove strategie vaccinali
HPV nei maschi, meningococco B, rotavirus
e pneumococco nei bambini più grandi: tutte le novità
Pediatria numero 6 - giugno 201413
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Negli ultimi vent’anni si è verificato, nell’ambito dei flussi migratori nel no-stro Paese, un graduale cambiamento non solo dei numeri e della provenien-
za ma anche della tipologia delle persone immi-grate, nella popolazione sia adulta che pediatrica. L’arrivo, in numero sempre maggiore, di nuove tipologie di bambini (per esempio figli di richie-denti asilo e minori non accompagnati), da conte-sti geo-politici e con modalità di viaggio differen-ti rispetto ai precedenti flussi migratori, ha indot-to la SIP a elaborare nuove indicazioni per l’acco-glienza sanitaria del minori migranti. Le nuove indicazioni, redatte dal Gruppo di La-voro del Bambino Immigrato (GLNBI-SIP), tengo-
prima fase Anamnesi �� personale e familiare:
�^ area di provenienza e condizioni che hanno caratterizzato la vita del bambino prima della migrazione, in famiglia o istituzionalizzato, campo profughi, in residenza urbana o extra-urbana, scolarizzazione, religione e abitudini alimentari. Per quel che riguarda il bambino adottato ricostruzione dell’iter adottivo della coppia e del vissuto pre-adottivo del minore, eventuali informazioni sulle modalità dell’adozione e sull’Ente Autorizzato (L. 476/98, art.31) coinvolto nella procedura;�^ condizioni e modalità che hanno determinato e caratterizzato il percorso migratorio (durata totale del viaggio, bambino arrivato con uno o più familiari, minore non accompagnato, bambino adottato);
�� patologica: remota e prossima;�� valutazione della documentazione vaccinale.
Valutazione clinica generale �� segni vitali: temperatura corporea, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, pressione arteriosa;�� segni di disidratazione (eventuali);�� crescita staturo-ponderale: peso, altezza, circonferenza cranica (consultare sito WHO Child Growth Standards www.who.Int/childgrowth/standards/en);
�� dentizione, visus, udito;�� dismorfismi e anomalie muscolo-scheletriche (eventuali);�� cute e annessi: cicatrici o lesioni da maltrattamento;�� genitali esterni e perineo (per eventuali mutilazioni o abusi sessuali) e sviluppo puberale, tenendo in considerazione le caratteristiche psicologiche, culturali e religiose del minore;�� esame neurologico;�� valutazione dello sviluppo psico-motorio, relazionale e del linguaggio (per eventuali sintomi post-traumatici da separazione, abbandono, maltrattamento, violenza subita o assistita).
Indagini di primo livello
Esami di laboratorio:�� emocromo completo, con formula leucocitaria;�� glicemia, azotemia, creatininemia, transaminasi, protidemia, ferritine mia;�� fosfatasi alcalina, calcemia e fosforemia;�� esame urine completo con sedimento;�� TSH;�� sierologia per HBV (HBsAg, HBsAb), HCV, HAV e HIV (tenendo conto del periodo finestra);�� sierologia per LUE;�� sierologia vaccinale 1: anticorpi (Ac) anti-tetano (solo nei minori di età inferiore a sette anni);�� esame parassitologico delle feci su tre campioni, a giorni alterni;�� intradermoreazione secondo Mantoux.
Nota bene: Il calendario vaccinale e il tipo di vaccinazioni consigliate non è omogeneo nelle Regioni italiane, tanto meno nei vari Paesi di provenienza. Nei bambini di recente immigrazione è necessario attuare una strategia di vaccinazione in accordo con le indicazioni del Calendario vaccinale della Regione di pertinenza. Riguardo la copertura vaccinale in un bambino migrante non vi è al momento un consenso internazionale sulla strategia da seguire. La
Minori migranti: nuove indicazioni
per la tutela della loro salute
Elaborate dal Gruppo di Lavoro
del Bambino Immigrato
(GLNBI-SIP), sono state
presentate al Congresso Italiano
di Pediatria
Il testo del documento GLNBi-sip
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verifica della risposta anticorpale per tutte le vaccinazioni è dispendiosa e non permette di differenziare l’immunizzazione naturale da quella vaccinale, a eccezione degli esami sierologici per l’epatite B. L’assenza di documentazione relativa alle vaccinazioni eseguite, implica una probabile mancata o non adeguata vaccinazione e necessita di rivaccinazione. I bambini di età inferiore ai 7 anni non dovrebbero ricevere più di sei dosi di vaccino Difterite-Tetano per il rischio di reazioni locali e/o sistemiche. In questo caso è indicato eseguire la ricerca quantitativa anticorpale per tetano su siero per valutarne la risposta immune: valore protettivo titolo Ac maggiore e uguale 0.1 UI/ML, titolo considerato indicativo anche della risposta immune del vaccino antidifterico.
Esami strumentali: esclusivamente su indicazione clinica
Consulenze specialistiche: visita oculistica (dai 3 anni di età o prima se presente storia di prematurità e/o asfissia peri-natale).
secoNda fase
Indagini di secondo livello (in base all’esito dei precedenti e al quadro clinico)
Esami di laboratorio:�� studio delle emoglobinopatie e deficit G6PDH (su indicazione dell’esame emocromocitometrico e/o dell’area di provenienza);�� in caso di eosinofilia (i valori normali di eosinofili per l’età pediatrica sono in numero assoluto <300/mm3 e percentualmente 2-3%. Si definisce eosinofilia un numero di eosinofili nel sangue periferico >450/mm3, classificata in 3 gradi: LIEVE 450-1500 cell/mm3, MODERATA 1500-5000 cell/mm3 e MARCATA >5000/mm3):�^ ASINTOMATICA con esame parassitologico negativo: ricerca Ac anti-Strongyloides e Ac anti-Schistosoma. Se eosinofilia >20% si consiglia esecuzione anche di Ac anti-Filaria e Ac anti-Toxocara;�^ SINTOMATICA: visita infettivologica pediatrica;
�� in caso di febbre, malessere generale con/senza sintomi gastrointestinali: screening per malaria con/senza copro coltura; �� in caso di Mantoux positiva: conferma con IGRA (Interferon -gamma release assays) in particolare con test QuantiFeron-TB; �� in caso di sospetto clinico e/o laboratoristico di rachitismo: Vitamina D, Paratormone (PTH) e Magnesio ematici.
Esami strumentali in base all’indicazione clinica:�� in caso di Mantoux positiva: radiografia del torace e/o altra indagine radiologica;�� per la determinazione anagrafica della minore età:
�^ considerare la mancanza di evidenze scientifiche che supportano l’utilizzo della radiografia della mano e del polso sinistro, utile al riscontro dei nuclei di ossificazione;�^ si consiglia invio a struttura sanitaria pubblica di riferimento per valutazione multidisciplinare.
Visite specialistiche su indicazione clinica o laboratoristica: �� visita audiologica (se disturbo o ritardo di linguaggio e/o dello sviluppo cognitivo/relazionale);�� visita NPI (se presenti indizi di stress psichico o alterazione dello sviluppo neuropsichico);�� visita/ consulenza infettivologo pediatra;�� visita odontoiatrica;�� visita chirurgica pediatrica, se indicate anche quella oro-facciale e plastica;�� visita ortopedica;�� visita endocrinologica;�� visita dermatologica;�� visita cardiologica.
no conto sia delle attuali evidenze scientifiche sia del rapporto costo-beneficio delle singole prestazioni nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Inoltre, pur riconoscendo come centrale la figura del pediatra, la strutturazione in diversi livelli d’intervento permette anche al medico non pediatra, di utilizzare queste indica-zioni “in scienza e coscienza”, adattandole a ognuna delle suddette tipologie e – nello specifi-co della provenienza e della storia personale e familiare – al singolo bambino. Ogni standar-
dizzazione nell’approccio rischia di rivolgere l’attenzione su aspetti epidemiologici e infettivo-logici generali con ricadute non positive sia sui bisogni specifici del singolo sia sulla spesa sani-taria, senza un reale vantaggio in termini di sa-lute pubblica. Il fine ultimo dell’accoglienza sa-nitaria al minore migrante è l’inclusione del bambino il più presto possibile nell’ambito del SSN italiano e il suo regolare accesso ai percorsi dedicati alla popolazione pediatrica, in un’ottica d’inclusione e di equità. �
60.000Migranti arrivati
via mare dal 1° gennaio
al 30 giugno 2014
11.000Migranti minori
(di cui oltre 6.500 non accompagnati)
SiriaNazionalità prevalente
dei minori
5 anniEtà media dei minori
migranti siriani
1 annoDurata media
del viaggio dalla Siria
(Dati Save The Children - Rapporto “Ultima spiaggia”, 2014)
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Disponiamo oggi di conoscenze sem-pre più approfondite in base alle quali è possibile considerare il latte umano oltre che un alimento un sistema biologico “dinamico”. Par-
ticolare interesse viene rivolto a specifici fattori bioattivi che possono fra i vari effetti, non solo garantire all’ospite adeguate difese passive contro le infezioni, ma anche modulare in modo attivo la risposta immunitaria e modificare in modo favorevole la flora batterica intestinale. Sono sta-ti presentati al Congresso Italiano di Pediatria i risultati di alcune recenti ricerche condotte presso la Terapia Intensiva Neonatale dell’Uni-versità di Torino in collaborazione con l’Uni-versità Politecnica delle Marche che hanno messo in evidenza in modo particolare le concentrazioni e le modificazioni nel latte umano di due componenti, oligosaccaridi e glicosaminoglicani, il cui ruolo biologico anti-infettivo si sta delineando con sem-pre maggiore evidenza. In particolare le concentrazioni di questi due compo-nenti sono maggiori nel latte delle donne che hanno avuto un parto pretermine e, in generale, nel pri-mo latte prodotto anche dopo un parto a termine, cioè nel latte de-stinato a soggetti in cui le difese immunitarie sono ridotte. L’American Academy of Pediatrics ha pubblicato nel 2012 un Policy Statement sui benefici della nutri-zione con latte materno. Nel docu-mento è evidente che, se si conside-rano solo le patologie per cui il ri-schio a breve o a lungo termine si riduce di oltre il 50% negli allatta-ti con latte materno, ad esclusio-ne del morbo celiaco si tratta di tutte patologie infettive (otite media, infezioni delle alte e basse vie respiratorie, bron-
Infezioni. Il latte umano come antidoto
Enrico BertinoProfessore Associato, Università degli studi di Torino Direttore SCDU Neonatologia, Presidi Ospedalieri OIRM-S.AnnaAOU Città della Salute e della Scienza, Torino
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chiolite da RSV, gastroenterite) e della enterocolite necrotizzante del pre-
termine. Di particolare interesse sono tre meta-analisi pubblica-te successivamente, che hanno considerato in modo specifico
le infezioni respiratorie e ga-strointestinali. Sebbene riguar-
danti studi eseguiti in setting di-versi (Nord Europa, Paesi in via di
sviluppo e Paesi industrializzati) queste tre meta-analisi concordano
nell’evidenziare un effetto protettivo del latte umano verso le infezioni ga-strointestinali e respiratorie. Le evi-denze scientifiche degli effetti favo-
revoli dell’allattamento materno sulla prevenzione delle gastroen-
teriti costituiscono oggi una delle prove più solide in epide-miologia clinica, pari a quelle sull’associazione fra fumo di sigaretta e tumore al polmone.
Le infezioni gastrointestinali e respiratorie costituiscono
oggi a livello mondiale la principale causa di mor-bilità e mortalità in età
pediatrica al di sotto dei 5 anni. È stato stimato che nel
2011 si sono verificate 1,3 mi-lioni di morti per polmonite e
700.000 per diarrea. Da notare che il 72% dei decessi per diarrea e
l’81% di quelli per polmoniti è avvenu-to nei primi 2 anni di età. In particolare la morbilità per diarrea sotto i 6 mesi d’età negli allattati al seno è ridotta del 63%, mentre il rischio di ospedalizzazio-ne per infezioni delle vie respiratorie è
ridotto del 59%. L’effetto protettivo del latte materno vs. formula os-
servato è dose-dipendente, con particolari vantaggi per l’al-
lattamento esclusivo nei primi sei mesi. Questo sot-tolinea il ruolo rilevante di una adeguata nutrizione nei primi mesi di vita, nei quali l’allattamento al seno costituisce elemento prioritario. Da notare che l’attacco precoce al seno entro le prime 24 ore di vita riduce nei primi 28 giorni il rischio di mortali-tà per sepsi del 58%, come osservato dal Depart-ment of International Health, Johns Hopkins Blo-omberg School of Public Health di Baltimora in una recente meta-analisi in Paesi non industrializzati. Per quanto riguarda il latte umano di banca sappia-mo che la pastorizzazione modifica in parte le ca-ratteristiche nutrizionali e immunologiche del latte, sebbene, come risulta dagli studi dell’Università di Torino e di Ancona, alcuni componenti come gli oligosaccaridi e i glicosaminoglicani non risultino alterati dalla pastorizzazione mantenendo quindi almeno in parte una plausibilità biologica di effica-cia del latte di banca sulle infezioni. Come sottoli-nea un recente documento dell’ESPGAN attualmen-te tuttavia le uniche evidenze cliniche su questi aspetti sono limitate ad una protezione dall’entero-colite necrotizzante neonatale. Tutte le informazioni cliniche sulle patologie in-fettive supportano quindi le raccomandazioni del-la AAP, dell’OMS e dell’Institute of Medicine per un attacco precoce al seno e una durata esclusiva dell’allattamento al seno nei primi sei mesi, che è stata negli ultimi anni oggetto di dibattito.L’Healthy People 2020 ha posto come obiettivo per l’anno 2020 il raggiungimento di una percentuale pari al 25,5% di allattamento esclusivo al seno a 6 mesi di vita. Negli Stati Uniti, secondo i dati dei CDC riferiti al 2010, la percentuale di allattamento esclusivo a 6 mesi è stata del 16,4%; in Italia non esistono dati nazionali sull’allattamento al seno ma solo dati parziali a livello regionale, difficil-mente aggregabili. La stima per l’allattamento esclusivo al seno a 6 mesi del VI Rapporto di Ag-giornamento sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia ‒ 2012-2013 è intorno al 5%, anche se i dati di una ricerca attualmente in corso in 9 Regioni italiane per valutare l’efficacia dei 7 Passi dell’iniziativa “Comunità Amica dei Bambini” mostrano a 6 me-si valori lievemente superiori (10% e 7 % rispetti-vamente nelle 24 ore e nei 7 giorni precedenti). È quindi evidente la necessità di proseguire il per-corso avviato dalle Società scientifiche, in partico-lare per l’Italia dalla SIN e dalla SIP, di protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno anche come strategia prioritaria nella prevenzione delle infezioni in età pediatrica. �
Gli effetti favorevoli dell’allattamento materno
sulla prevenzione delle gastroenteriti costituiscono oggi
una delle prove più solide in epidemiologia clinica
^̂^ Breastfeeding and the Use of Human Milk - SECTION ON BREASTFEEDING. Pediatrics 2012; DOI: 10.1542/peds.2011-3552
^̂^ Lamberti LM, Zakarija-Grković I, Fischer Walker CL, Theodoratou E, Nair H, Campbell H, Black RE. Breastfeeding for reducing the risk of pneumonia morbidity and mortality in children under two: a systematic literature review and meta-analysis. BMC Public Health 2013;13(Suppl 3):S18 DOI: 10.1186/1471-2458-13-S3-S18
58% Riduzione del rischio di mortalità per sepsi nei neonati attaccati
al seno materno entro le prime 24 ore di vita
25,5%Obiettivo per il 2020
di neonati con allattamento esclusivo al seno
a 6 mesi di vita
Circa 5%Neonati italiani con
allattamento esclusivo al seno a 6 mesi di vita
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Di resistenza batterica agli antibiotici molto si parla in congressi ed articoli scientifici. Poco invece si fa nella pra-tica quotidiana per prevenirla. Si tratta tuttavia di un fenomeno che ci
riguarda molto da vicino. È divenuto consueto leg-gere referti microbiologici accompagnati da anti-biogrammi in cui una lunga fila di “R” di “Resisten-te” affianca l’elenco degli antibiotici studiati. Fortu-natamente il più delle volte una “S” (di “Sensibile”) spezza la serie di “R”: abbiamo ancora armi a dispo-sizione per combattere quell’infezione e salvare il piccolo paziente. L’antibiotico cui il germe è sensi-bile viene somministrato, e l’annoso problema del-le resistenze può tornare a riposare in un cassetto, almeno fino al successivo referto microbiologico. Una presa di coscienza, individuale e collettiva, è necessaria e urgente. Il rischio di un pianeta popo-lato da germi letali multi- o pan-resistenti non vive solo nelle fantasie di pochi: è un rischio concreto, per il quale il mondo potrebbe doversi preparare a vivere un’era post-antibiotica ed affrontare una mortalità per infezione pari a quella che si registra-va prima della scoperta della penicillina. I batteri resistenti agli antibiotici includono l’En-terococcus faecium vancomicina-resistente (van-comycin-resistant enterococcus, VRE), lo Staphylo-coccus aureus meticillino-resistente (methicillin-resistant S. aureus, MRSA), le Enterobacteriaceae produttrici di β-lattamasi a spettro esteso (exten-
ded spectrum β-lactamase, ESBL), la Klebsiella pneumoniae produtrice di carbapenemasi (KPC), ed infine Acinetobacter baumanii, Pseudomonas aeruginosa, ed Enterobacter species resistenti a di-verse classi di antibiotici. Tali microrganismi sono stati definiti patogeni ESKAPE; l’acronimo, che in-clude le specie sopra elencate, esprime bene la dif-ficoltà di trattare le infezioni causate da microrga-nismi che scappano o sfuggono al controllo da parte delle terapie mediche. L’uso eccessivo ed in-discriminato dei farmaci antibatterici, anche ‒ ma non solo ‒ per via delle incongrue prescrizioni me-diche, contribuisce non poco all’emergere di ceppi portatori di nuovi geni di resistenza. È necessario, volendone limitare la comparsa, modificare il no-stro modo di trattare le infezioni e il nostro modo di utilizzare i farmaci antimicrobici che ancora si dimostrano efficaci. In generale, gli antibiotici so-no sovraprescritti negli ospedali; in un report dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta si legge che più della metà dei pazienti ospedalizzati riceve almeno un antibiotico nel cor-so della degenza, e circa un terzo dei pazienti rice-ve un antibiotico ad ampio spettro. Lo European Centre for Disease Prevention and Control riporta che l’Italia è tra i Paesi primi classificati per utiliz-zo giornaliero di antibiotici, occupando il quinto posto dopo Grecia, Francia, Lussemburgo e Bel-gio. In termini numerici, tra il 2008 ed il 2010, l’utilizzo giornaliero di antibiotici in Italia è stato
Microrganismi resistenti agli antibiotici: il momento di agire
Mauro Stronati
Alessandro Borghesi
Neonatologia, Patologia Neonatale
e Terapia Intensiva Fondazione IRCCS Policlinico
San Matteo, Pavia
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di circa 26-30 dosi giornaliere per 1000 abitanti, contro le 11-15 dosi giornaliere per 1000 abitanti che sono state consumate nello stesso periodo in Olanda, Paese ultimo nella classifica. I microrganismi multi-resistenti patogeni per l’uo-mo vengono solitamente isolati in contesti noso-comiali, a volte in corso di eventi epidemici; si diffondono poi all’interno dei reparti e degli ospe-dali trasmessi da paziente a paziente o dall’am-biente al paziente, anche con l’involontario aiuto degli operatori sanitari che trascurano di mettere in atto semplici ed efficaci presidi quale il lavaggio delle mani. Le Terapie Intensive neonatali e le Pe-diatrie non fanno eccezione. Dai singoli ospedali o centri di cura i microrganismi resistenti si dif-fondono rapidamente. È ciò che è avvenuto nell’ul-tima decade: nel 2000 l’analisi di un campione raccolto nel 1996 in un ospedale del North Caro-lina ha permesso di isolare un ceppo di Klebsiella portatore del gene KPC che conferisce resistenza ai carbapenemi; nel 2003 batteri KPC-positivi sono stati isolati in un ospedale di New York City (NYC) e, nel 2007, il 21% dei ceppi di Klebsiella isolati ne-gli ospedali di NYC erano portatori del gene di re-sistenza; il viaggio degli stessi ceppi è poi conti-nuato oltreoceano per giungere in Israele, e da Israele in altri paesi tra cui l’Italia, la Colombia, il Regno Unito e la Svezia. È del 2008 la scoperta di un altro ceppo di Klebsiella, portatore del gene di resistenza NDM, emerso in India e diffusosi rapi-damente al Regno Unito. Da tutto ciò si comprende come il panorama sia tutt’altro che roseo, e come stia assumendo conno-
tati allarmanti. Gli organi di controllo, tra cui i CDC e l’OMS, stanno studiando le misure più ade-guate a contrastare su più fronti l’emergere di cep-pi batterici resistenti. Maryn Mackenna, una gior-nalista indipendente di Atlanta, riporta in un ar-ticolo quanto sia inquietante sentir parlare Sally Davies, il consulente governativo per la Sanità pubblica del Regno Unito, e Thomas Frieden, di-rettore dei CDC, di “problema grave quanto il ter-rorismo”, di “incubo”, di “minaccia catastrofica” e di “necessità di dare l’allarme”, tanto più se si con-sidera che è consuetudine dei dirigenti degli orga-ni di controllo sanitari evitare toni catastrofici e descrizioni apocalittiche. Circa 2 milioni di persone ogni anno negli Stati Uniti contraggono un’infezione da microrganismi resistenti e 23.000 persone ogni anno muoiono a causa di microrganismi resistenti; stime combina-te per Stati Uniti ed Europa parlano di 48.000 de-cessi ogni anno. Se il problema è quanto mai pressante, non è però certo un fatto nuovo o recente. Già Alexander Fle-ming, scopritore del lisozima e della penicillina avvertiva, in un’intervista del 1945 al “New York Times”, che era opportuno ridurre l’uso della pe-nicillina per rallentare lo sviluppo delle resistenze. La storia della scoperta di nuove classi di antibio-tici ci insegna che l’emergere di resistenze avviene naturalmente non appena l’antibiotico viene uti-lizzato. Se però già da tempo eravamo a conoscen-za della minaccia di veder scomparire il miracolo degli antibiotici sotto l’effetto della pressione se-lettiva causata da un utilizzo sconsiderato, perché soltanto ora gli organi governativi e di controllo sanitario intensificano gli sforzi per dare l’allarme e trovare soluzioni? Per comprenderlo è necessa-rio guardare allo sviluppo di nuovi antibiotici negli anni passati. Per decadi ci siamo sentiti pro-tetti sotto l’ombrello delle aziende farmaceutiche che investivano nello sviluppo di nuove molecole e “sfornavano” ogni anno nuovi antibiotici da im-mettere nel mercato. Secondo dati dei CDC tra il 1980 ed il 1984 la Food and Drug Administration (FDA) approvò ben 19 nuove molecole; negli anni 1985–1989 furono approvate 11 nuove molecole, così come nei periodi 1990–1994 e 1995–1999. Il numero di nuove molecole approvate si è ridotto a sole 4 negli anni 2000–2004, 3 negli anni 2005–2009 e un solo nuovo antibiotico è stato approva-to nel periodo 2010–2012. Le ragioni della diffi-coltà nella scoperta di nuovi antibiotici sono mol-teplici, e comprendono fattori di ordine farmaco-cinetico e farmacodinamico (basti pensare alla complessità di identificare un composto chimico che penetri attraverso la membrana esterna lipi-dica dei batteri Gram negativi, o alla necessità, per colpire cellule procariotiche, di utilizzare con-centrazioni di farmaco micromolari, mediamente 2-3 volte più alte delle concentrazioni di farmaci “tipici” che agiscono contro bersagli di cellule eu-cariotiche). Ancora più preoccupante è il progres-sivo disinteresse delle industrie farmaceutiche
Per affrontare l’urgente minaccia di una pandemia da batteri resistenti
è necessario un intervento multidisciplinare e globale
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negli investimenti sulla scoperta di nuove mole-cole antibiotiche: le terapie antibiotiche sono di solito somministrate per cicli brevi, ed anche lad-dove se ne dovesse prolungare la durata la com-parsa di resistenze ne limiterebbe l’uso a lungo termine. Al contrario, farmaci come gli anti-ipertensivi, gli antinfiammatori, i farmaci per ridurre la colesterolemia e i farmaci per il diabe-te, utilizzati per anni o per decenni, sono netta-mente più redditizi. Il quadro che emerge è quello di un mondo in cui l’arsenale per combattere i microrganismi è sem-pre più povero di mezzi: da un lato lo scarso inve-stimento delle industrie farmaceutiche nella sco-perta di nuove molecole, dall’altra la circolazione su scala mondiale di batteri resistenti a pressoché tutti gli antibiotici già in commercio. Per affronta-re una simile situazione è necessario un intervento globale e multidisciplinare. È di fondamentale im-portanza che i governi promuovano la scoperta di nuove molecole garantendo che le industrie far-maceutiche abbiano un ritorno finanziario imme-diato, che riporterebbe l’interesse delle industrie nel settore senza incentivare l’utilizzo smodato degli antibiotici. Esistono almeno 200 molecole conservate ed essenziali nelle funzioni cellulari batteriche che hanno la potenzialità di diventare bersaglio di nuovi antibiotici. Da soli, però, tali nuovi antibiotici, benché più che mai necessari, non offrono una soluzione definitiva al problema: probabilmente non saranno economici (e non sa-ranno pertanto facilmente disponibili nei paesi di via di sviluppo) e, soprattutto, è inevitabile che an-che essi, dopo un certo periodo di utilizzo, perda-no la loro efficacia e vengano neutralizzati da nuo-vi meccanismi di resistenza. Ove possibile – e specialmente in contesti ospeda-lieri – l’attenzione dovrebbe essere massimamente focalizzata sulla prevenzione più che sul tratta-
mento delle infezioni. Tutti i presidi pre-ventivi, primo fra tutti il lavaggio delle mani,
dovrebbero essere massimamente incenti-vati negli ospedali. Non basta. È necessa-
rio che la prescrizione degli antibiotici sia strettamente regolamentata. Risulta
evidente che non è più sufficiente sen-sibilizzare i singoli medici ed affida-re loro la gestione delle terapie anti-biotiche. Un documento recentemente pub-blicato sul sito dei CDC incoraggia
l’adozione, in ogni ospedale, di un “Antibiotic Stewardship Program”, con
la creazione di infrastrutture che miglio-rino la collaborazione tra le strutture com-
petenti e guidino i medici nelle prescrizioni, operando mediante un programma di sor-
veglianza sia al momento della prescri-zione che nel corso del trattamen-
to (http://www.cdc.gov/media/releases/2014/p0304-poor-
antibiotic-prescribing.html). I CDC proseguono poi con un ulteriore passo, suggerendo che gli elementi della stewardship siano verificati mediante una checklist, che serva a determinare sistematicamente che gli elementi e le azioni chiave per una prescrizione antibiotica ottimale siano presenti, e che serva a guidare i medici nella pre-scrizione e limitare l’uso eccessivo degli antibioti-ci negli ospedali (http://www.cdc.gov/getsmart/healthcare/implementation/checklist.html). Benché i CDC siano consapevoli che non tutti i punti possono essere rispettati in tutti gli ospedali e che si deve tener conto, nella realizzazione di una stewardship, delle realtà locali, rimane certo che gli elementi presenti nella checklist si sono dimostrati efficaci nel migliorare l’uso degli antibiotici. John R. Combes, senior vice president della Ame-rican Hospital Association, sottolinea come tali misure non debbano essere viste come un ostaco-lo burocratico; al contrario, si tratta di operazioni che potrebbero garantire la qualità nelle cure pro-teggendo al tempo stesso pazienti ed antibiotici. Il problema delle resistenze va pertanto affrontato ad un duplice livello: locale e globale. È necessaria maggiore educazione alla prevenzione delle infe-zioni e alla prescrizione degli antibiotici; ed è un bene che gli organi di controllo competenti si muo-vano per definire politiche efficaci nel prevenire la minaccia di pandemie da microrganismi pan-resi-stenti. Uno sforzo multidisciplinare è necessario: medici e pazienti devono comprendere il valore de-gli antibiotici e contribuire, ciascuno dalla propria posizione, a proteggere tale vulnerabile risorsa. Se vogliamo preservare il prezioso strumento a nostra disposizione, bisogna che tutto il nostro modo di comportarci attorno agli antibiotici cambi, inizian-do dal rendere appropriate ed aderenti alle linee guida le prescrizioni mediche. La ben nota frase di Tancredi nel romanzo “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa “Se vogliamo che tutto ri-manga come è, bisogna che tutto cambi” è oggi più attuale che mai. �
^̂^ Levin BR, Baquero F, Johnsen PJ. A model-guided analysis and perspective on the evolution and epidemiology of antibiotic resistance and its future. Curr Opin Microbiol 2014;19C:83-89 DOI: 10.1016/j.mib.2014.06.004
^̂^ Alfsnes K, Raynaud X, Tønjum T, Ambur OH. Mathematical and live meningococcal models for simple sequence repeat dynamics - coherent predictions and observations. PLoS One 2014; 9(7):e101637 DOI: 10.1371/journal.pone.0101637
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La cefalea rappresenta motivo di accesso estremamente comune al Pronto Soc-corso pediatrico, con un forbice del 3-10% di tutte le visite. Si tratta di un
disturbo comune nei bambini e negli adolescenti, con un notevole aumento dell’incidenza, che varia dal 37,7% (dai 2 ai 5 anni) all’80% sopra i 12 anni. Le cefalee rappresentano ancora oggi una sfida diagnostica per il pediatra, anche se la maggior parte sono benigne e pur rientrando
nei codici bianchi. La definizione di codice bianco (in effetti non rappresenta una condizione ingra-vescente) viene data ad un bambino con cefalea ma che di mal di testa pregresso ha sofferto pur non avendo altri segni neurologici e quindi defini-to asintomatico. L’inquadramento tra i codici bianchi non esonera però il pediatra da una valu-tazione medica generale e neurologica attenta e minuziosa e un supplemento di indagini diagno-stiche possono essere di fondamentale importanza nella cura del paziente.I motivi più frequenti che inducono i genitori a condurre il proprio figlio che già soffre di cefalea a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso sono grossolanamente riassumibili in:^^ il peggior “mal di testa” mai provato;^^ attacco più violento degli altri;^^ attacco diverso dagli altri;^^ dolore che non recede dopo terapia usuale;^^ attacco accompagnato da stato ansioso.
Da diversi autori sono state identificate le cosid-dette “red flags” (segni di allarme ad alto rischio) e le “relatively red flags” (segno di sospetto di al-larme) come strumenti anamnestici utili nel per-mettere un corretto iter diagnostico e ‘scovare’ le forme secondarie che necessitano di una diagnosi tempestiva. Per implementare l’accuratezza dia-gnostica inoltre vengono annoverati 13 “segni di allarme” che determinano un alto rischio di pato-logia intracranica. Tra questi segni clinici vengono segnalati: condizioni generali scadenti, alterazione della coscienza e/o del comportamento, aumento della circonferenza cranica, soffi endocranici, pa-ralisi dei nervi cranici, movimenti oculari abnor-mi e/o riflessi pupillari alterati, difetti del campo visivo, papilledema, deficit neurologici focali, de-
ficit della deambulazione e/o di crescita, pu-bertà precoce o ritardata. Si sottolinea che il
ricorso al neuroimaging deve essere riser-vato per i casi dubbi di cefalea secondaria
avvertendo preliminarmente la fami-glia sulla possibilità di reperti casuali aspecifici. Ancora oggi il ruolo del clinico è centrale e si basa fondamen-talmente sulla conoscenza delle ca-ratteristiche della cefalea, sul l’esame
obiettivo neurologico e del fondo oculare. In conclusione, la
possibilità di una ce-falea secondaria in-
sidiosa che rientra nei codici bian-chi in PS deve es-sere tenuta in considerazione, specie se non ri-entra nei criteri diagnostici del-l’International
Headache Society (IHS) o se la rispo-sta al trattamento è atipica. �
Cefalea: riconoscere quella insidiosa
Raffaele FalsaperlaUOC Pediatria e PSP Azienda
O-U Policlinico-Vittorio Emanuele, Catania
L’inquadramento nei codici bianchi in alcuni casi non esonera il pediatra
da un supplemento di indagini diagnostiche
Servono nuove linee guidaLo conferma uno studio presentato al Congresso Italiano di PediatriaLa cefalea è cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi trent’anni, anche a causa del netto cambiamento dello stile di vita degli adolescenti. “Oltre alla predisposizione genetica disturbi del sonno, scarsità di ore destinate al riposo, ma anche l’uso eccessivo di videogiochi, tv, tablet e smartphone possono essere in parte responsabili dell’aumento dei casi, cui si aggiungono fattori emotivi, ansia e stress”, spiega Pasquale Parisi, responsabile del Centro Cefalee Pediatriche della Cattedra di Pediatria di “Sapienza” – Università di Roma presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma. “Tutto ciò rende urgente implementare la ricerca di settore e di conseguenza rivedere le Linee Guida per la diagnosi e la terapia della cefalea in età pediatrica, secondo criteri di Evidence Based Medicine”. A confermare questa necessità è uno studio di prossima pubblicazione presentato per la prima volta al Congresso Italiano di Pediatria che ha coinvolto 11 Centri italiani afferenti alla Società Italiana di Neurologia Pediatrica. Nell’ambito dello studio è stato utilizzato AGREE II, uno strumento epidemiologico standardizzato che valuta l’adeguatezza delle linee guida: “Per la prima volta possiamo sostenere su base scientifica la necessità di questa revisione. Occorre inoltre rafforzare la ricerca pubblica e indipendente per valutare l’efficacia dei farmaci nella popolazione pediatrica, ancora poco studiata”.
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Il Congresso ha suscitato grande interesse sulla stampa, con circa 250 articoli pubblicati tra quotidiani nazionali e locali, agenzie di stampa, periodici e portali web e dedicati ai temi emersi dal Congresso, quali bambini migranti, maltrattamenti, vaccini, ritorno delle malatttie infettive, nutrizione ecc. Grande attenzione anche dalle tv nazionali e locali, con passaggi televisivi sulle mettenti RAI, SKY, Mediaset. La rassegna stampa è disponibile sul sito della SIP al link http://sip.it/sezioni/area-stampa/rassegne-stampa.
Il Congresso e i media
Iniziativa sicupp La locandina della SICuPP sul bilinguismo, uno dei temi trattati al Congresso Italiano di Pediatria.
P resentati al Congresso Italiano di Pedia-tria i risultati del Progetto Over, realiz-zato dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP), che ha
indagato l’epidemiologia del fenomeno enuresi, valutando un campione di 3165 bambini tra i 5 e i 14 anni compiuti in tre Regioni italiane (Veneto, Toscana e Puglia). L’indagine è stata condotta da 75 pediatri di famiglia nel periodo che va dall’11 novembre al 31 dicembre del 2013.“I risultati sono molto interessanti”, ha spiegato Marina Picca, Presidente SICuPP. “La prevalenza del disturbo a 5 anni è del 16,2% e decresce progressi-vamente con l’età: a 13 anni il 4,6% bagna ancora il letto. Familiarità e disturbi del sonno sono poten-ziali fattori di rischio”. “Solo il 33% dei genitori ha parlato del problema con il pediatra”, avverte Giu-seppe Ragnatela, pediatra di famiglia e tra i coordi-natori del Progetto Over, “evidenziando in tal modo la scarsa consapevolezza con cui ancora oggi i geni-tori vivono l’enuresi. Un dato estremamente inte-
ressante riguarda i bambini con enuresi in tratta-mento: al momento dell’indagine solo il 12,2% dei bambini affetti è in terapia”.L’indagine ha valutato anche la percezione del pro-blema da parte dei genitori: il 33,3% ammette che il disturbo condiziona in modo notevole l’organizza-zione familiare, il 24,7% ritiene che limiti molto la attività del figlio con i compagni e l’11% lo conside-ra molto imbarazzante. “I dati raccolti”, ha conclu-so Marina Picca, “hanno messo in luce la possibili-tà della Pediatria di famiglia di raccogliere in tempi brevi dati numerosi e rilevanti. In particolare il Pro-getto Over ha dato la possibilità di ottenere dati ag-giornati sulla prevalenza della enuresi, una patolo-gia che possiamo definire sommersa. È importante ricercare e riconoscere il problema, perché questo può aiutare a migliorare la qualità di vita dei pa-zienti e delle loro famiglie”. �
Enuresi, un problema sommerso Ne soffre il 16% dei bambini, ma il 70% dei genitori non ne parla con il pediatra
Pediatria numero 6 - giugno 201422
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Il dolore subìto in età neonatale e nell’infanzia lascia per sempre una traccia, eppure conti-nua a essere ancora sottovalutato. L’ultima conferma arriva dai risultati di una indagine
condotta in Italia su 19 Pronto Soccorso dal grup-po di studio PIPER (Pain in Pediatric Emergency Room): il dolore è la prima causa di accesso al PS per gli under 14, tuttavia solo nel 26% delle strut-ture il dolore viene preso in considerazione. Circa un terzo delle strutture non lo misura attraverso apposite scale, quasi la metà non applica protocol-li per il trattamento del dolore. Capire l’importanza del dolore e le conseguenze nel bambino, misurarlo e contrastarlo sono gli obiettivi del progetto formativo NienteMaleJunior, rivolto ai pediatri ospedalieri e di famiglia, che ha visto una importante tappa al Congresso Italiano di Pediatria di Palermo. Spiega Franca Benini, membro della Commissione Nazionale Terapia del Dolore e Cure Palliative e coordinatrice del pro-getto: “Il dolore ha non ha solo conseguenze a bre-ve termine (peggioramento clinico, complicanze, prolungamento dell’ospedalizzazione) ma anche a lungo termine, tra cui la cronicizzazione, l’altera-zione della soglia del dolore, problemi psico-rela-zionali. Stimoli dolorosi ripetuti, senza copertura analgesica, determinano infatti modificazioni strutturali e funzionali persistenti del sistema nocicet tivo/antalgico. Queste rimangono per tutta la vita e modificano la soglia del dolore”.Ciò vale ancor di più per il neonato. Già a partire dalla 23° esima settimana di gestazione il feto è in grado di percepire il dolore: “A parità di stimolo doloroso il neonato percepisce un dolore più in-tenso rispetto al bambino, perché i circuiti neuro-nali sono immaturi quindi manca la capacità di risposta inibitoria dell’organismo allo stimolo do-loroso”, spiega Patrizia Papacci, neonatologa della Terapia Intensiva Neonatale dell’Università Catto-lica di Roma. “Nel neonato anche la visita medica o operazioni di nursing possono essere percepite come dolorose, specialmente se vengono effettua-te dopo una procedura dolorosa come un prelievo. Stimoli esagerati, come luci suoni, provocano ri-sposte analoghe a quelle causate da dolore”.L’indicazione è quindi valutare e trattare il dolore in modo adeguato in tutti i bambini e in tutte le situazioni in cui tale sintomo può manifestarsi. “Per misurare il dolore”, aggiunge Franca Benini, “esistono molte scale validate. Fra queste tre sono quelle di riferimento per efficacia nella definizione della quantità del dolore provato ed applicabilità nei diversi setting (ospedale, ambulatorio domici-lio). La scala di Flaccsi va usata al di sotto dei 3 anni e prende in considerazione le reazioni non verbali (espressione del volto, posizione delle gam-be, attività, pianto e consolabilità). La scala di Wong-Baker si utilizza a partire dai 4 anni ed è costituita da sei facce, da quella sorridente corri-spondente a “nessun male” a quella che piange corrispondente a “il peggior male possibile”. Da 8 anni in poi, quando il bambino ha acquisito le no-zioni di proporzione, può essere utilizzata, anche dai genitori, la scala numerica.
Oltre al trattamento farmacologico esistono anche tecniche non farmacologiche per il controllo del do-lore, la cui validità è stata dimostrata dalla ricerca scientifica. Tra queste la respirazione, la visualizza-zione (viaggio mentale nel luogo preferito), la lettura, il racconto di storie, le bolle di sapone cui si aggiun-gono alcune tecniche di desensibilizzazione, come il guanto magico e il gioco dell’interruttore, usate per abbassare la sensibilità di una determinata zona cor-porea. La scelta della tecnica da utilizzare dipende dall’età del bambino, dalla patologia, dal tipo di do-lore. Nel neonato invece le stimolazioni sensoriali multiple quali stimolazione tattile (“gentle han-dling”, carezze) in grado di attutire la trasmissione del dolore a livello centrale, l’uso di sostanze dolci, il contenimento, sono le tecniche più utilizzate. �
Sempre meno dolore per bambini e neonatiMisurarlo e contrastarlo sono gli obiettivi del progetto formativo NienteMale Junior
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Martina De Rosalia, Martina Namio
Istituto comprensivo “Lombardo Radice” di PalermoDirigente scolastico Prof.ssa Agata Caruso
Istituto di Scuola Secondaria di primo grado “Leonardo da Vinci” di PalermoDirigente scolastico Prof.ssa Rosa Sinagra
Elaborato su foglio di ramE
Martina De Rosalia e Martina Namio
Piccola sillogE. cinquE PoEsiE E quattro calligrammi “alla maniEra di cEcco angioliEri”Federica Cusimano, Steven De Franchis, Federica Di Vita, Gabriel Gallo, Gevethen Genhatheran, Alessio Giacalone, Sofia Maria Lo Bianco, Flavia Olivieri, Marzia Pernice, Nideesan Selvanayagam, Giovanni Simeone
Coordinatrice del lavoro: Prof.ssa Paola Catanzaro
I vincitori della sezione bambini e adolescenti
In occasione del 70° Congresso Italiano di Pediatria la siP ha bandito due concorsi letterari a premio ispirati al titolo del Congresso “Un mare di bambini”: uno rivolto a medici pediatri, infermieri, insegnanti o altri professionisti impegnati nella salute o nella educazione dei bambini provenienti da tutto il Paese; l’altro, con il patrocinio degli Assessorati alla Cultura e alla Istruzione del Comune di Palermo, rivolto
a bambini o adolescenti degenti nelle Unità Operative di Pediatria degli ospedali cittadini e a studenti delle scuole elementari e medie della città. I componimenti, in poesia o prosa (o anche disegno nel bando rivolto a bambini e adolescenti) giudicati migliori da una giuria nominata dal Presidente del Congresso, sono stati premiati durante la cerimonia inaugurale del Congresso. Li pubblichiamo in queste pagine di Pediatria.
Un mare di bambini: i concorsi letterari
Pediatria numero 6 - giugno 201424
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Gabriel Gallo, Flavia Oliveri
riflEssi sul marE...
Se io fossi mare tutti farei giocare
Se io fossi mare di gioia il mondo farei rinfrescare
Se io fossi mare dei pesci donerei per gli uomini rinfrescare
Se io fossi mare i brutti ricordi farei annegare
Federica Di Vita
ParolE mutE
Se io fossi mare tutti gli inquinatori farei via andare.
Se io fossi mare tutti i dolori farei affogare.
Se io fossi mare a tutti i bimbi sicurezza vorrei dare.
Se io fossi mare con tutti vorrei giocare.
Se io fossi mare tutti i cuori farei calmare.
Se io fossi mare da tutti mi farei amare.
Se io fossi mare sempre con te vorrei stare.
Alessio Giacalone
sarEi
Se io fossi mare sarei bellezzaSe io fossi mare sarei fiero di meSe io fossi mare sarei calmo e rilassatoSe io fossi mare sarei salvatore di tutte le specie di pesci Se io fossi mare sarei luogo apprezzato dagli uomini
Se io fossi mare sarei libero di guardar sempre il cielo Se io fossi mare sarei padrone di toccare la sabbiaSe io fossi mare sarei gioia e parte fondamentale del mondo perché darei sostentamento agli esseri viventi.
Steven de Franchis
marE PEr amarE
Se fossi mare salperei per il mondoSe fossi sabbia m’inumidirei d’acquaSe fossi un pesce varcherei gli oceaniSe fossi ancora marenon smetterei mai di amare.
“Alla maniera di Cecco Angiolieri”
Pediatria numero 6 - giugno 201425
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Gevethen Gengatheran, Giovanni Simeone
s’io fossi
S’io fossi conchiglia i suoni marini ascolterei
S’io fossi sabbia castello mi farei
S’io fossi alga tra le onde ondeggerei
S’io fossi pesce nell’immenso nuoterei
S’io fossi barca l’infinita bellezza attraverserei
S’io fossi mare dolce e puro diventerei
Sofia Maria Lo Bianco
all’orizzontE
Se fossi una vela sul mare salirei,
se fossi una barca il mare attraverserei,
se fossi una conchiglia l’orma sulla spiaggia lascerei,
se fossi un pesce nel mare in tempesta mi tufferei,
se fossi un’alga nel mare mi fletterei,
se fossi un gabbiano le onde sfiorerei,
se fossi un’onda nel mare mi immergerei,
se fossi sole ognuno riscalderei,
se fossi un delfino con tutti i bambini giocherei
Nideesan Selvanayagam
comE CeCCo
S’io fossi il mare annegherei tutti i malviventiS’io fossi il mare nutrirei tutti gli esseri della terra S’io fossi il mare sarei amico di tuttiS’io fossi il mare sarei accanto ai miei fratelli Sole e Terra S’io fossi il mare avrei tutta l’eternità
Federica Cusimano
sE io fossi marE
Se io fossi mare, allagherei il mondo. Se io fossi sabbia, ricoprirei l’acqua.Se io fossi una barca, navigherei nel vuoto. Se io fossi acqua, bagnerei il tutto.Se io fossi un pesce, nuoterei nel profondo
Marzia Pernice
mEtamorfosi
S’io fossi mare tutta la mia forza contro la riva vorrei scagliare.S’io fossi barca verso nuovi mondi mai smetterei di viaggiare.S’io fossi conchiglia il rumore del mare vorrei donare.S’io fossi delfino un bimbo sul dorso vorrei portare
“Alla maniera di Cecco Angiolieri”
Pediatria numero 6 - giugno 201426
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Gemma Incorpora
un marE di nEvE, un marE di bambini
Dr. Andrea ScaramuzzaPediatra diabetologo
un marE di bambini...Poesia
Dr.ssa Gemma Incorpora
un marE di nEvE, un marE di bambini
Racconto breve
Dr.ssa Paola GianmariaPediatra di famiglia
PiccolE storiE
Video
I vincitori della sezione professionisti
Andrea Scaramuzza
ParolE mutE. un marE di bambini...
Siete entrati nella mia vita Come una folata di vento D’autunno Che muove e scompiglia le foglie ingiallite, Onde impaurite di un mare sconfinato.
Un mare di bambini.
E come vento D’autunno Avete scompigliato e mosso I fili dell’anima mia Impietrita Nella contemplazione del dolore e della malattia.
Ho negli occhi gocce di pioggia Come sui vetri appannati dal soffio Del vostro fiato leggero, quando curiosi guardate fuori Verso l’orizzonte sconfinato della vita.
Un pallido sole nell’ombra della sera Illumina volti impauriti, i fieri capelli multicolori, E gli occhi color verde, azzurro, nocciola.
Diamanti grezzi, Nel tramonto della sera, Nel chiarore del mattino, Nell’alba della vita.
E come vento continuate a soffiare, A scompigliare i nodi della mia Anima. Dolci e leggeri Lasciando alle spalle traccia di voi.
Un mare di bambini.
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La premiazione della categoria bambini
e adolescenti
Alla fine degli anni settanta “il male oscuro” colpi-va senza distinzione di sesso o provenienza e i lat-tanti affetti da bronchiolite erano allora come ora, tanti. I bambini che sarebbero arrivati notte tempo da oscure rotte del ridente mediterraneo, mai sopi-ti gli echi del vagabondante Ulisse, non avremmo potuto mai immaginarli.Fresca di laurea e ancora non specializzata lavora-vo il sabato e la domenica a Linguaglossa, ultimo paese per chi sale verso l’Etna, prima che casta-gneti, querceti e pineti e più in alto ancora, boschi di betulle, cedano il posto alle grandi colate, alle spente bottoniere, alla sciara selvaggia in un andi-rivieni di ginestre e macchie mediterranee che per chilometri ci separano dalla cima oltremodo in-quietante del nostro grande Vulcano. Mio nonno, orgoglio di nonno, aveva diffuso la voce che sua nipote studiava per diventare pediatra e che era brava, molto brava. Non esisteva guardia medica, non esisteva la pediatria di famiglia. La sera uscivo
per le visite domiciliari e percorrevo stradine strette, buie perlopiù in salita. Il rumore dei miei passi sul selciato unica musica, il vento freddo di tramontana che soffiava e si infilava ovunque e toglieva il respiro, unica compagnia. Si davano la voce le mamme, “c’è la dottoressina in giro” e da una, le visite diventavano tante.La notte scende veloce d’inverno in questi luoghi e quando il cielo promette neve, diventa di un plumbeo particolare, che col tempo impari a co-noscere e non sbagli più. Quella sera il cielo sem-brava proprio promettere neve. A casa ero tornata stanca, il calore della stufa e l’odore della legna bruciata mi avevano avvolta. L’orologio del cam-panile della chiesa della “Nunziata” rintoccava ogni quarto d’ora, le ore più i quarti. I rintocchi, mai a disturbarmi, erano nenia per me e lo sono per tutti i valligiani, fanno parte dei rumori noti, quelli che conosci e che si imprimono nella memo-ria dei ricordi e quando li perdi, ti mancano. Così cullata caddi tra le braccia di Morfeo.Non so quali sogni mi accompagnarono in quella notte, non lo ricordo più. Quello che ricordo è lo squillo improvviso e violento del campanello del-la porta di casa. Apro gli occhi e un silenzio irrea-le mi investe, i rintocchi ovattati dell’orologio ven-gono come da molto lontano e ne ascolto cinque. Intanto una voce dalla strada urla “dottoressa il mio bambino sta male, malissimo venga subito”. Mi alzo di corsa, mi affaccio al balcone e una sfer-zata di vento freddo e di fiocchi di neve gelidi e fitti mi investe. È buio fondo. “Scendo subito, ar-rivo”. La neve è tantissima, il signore è venuto a piedi, non so se perché non ha la macchina o per-chè è meglio a piedi. Un manto di neve alto, soffi-ce e immacolato, una coltre leggera illumina il buio e copre ogni cosa. Altri fiocchi cadono fitti, continui, silenziosi, il vento ogni tanto mugugna e mancano poche ore al chiarore dei primi albori. Le impronte che lasciamo su quella neve immacolata, scompaiono via via, per altra neve che cade, ma se ne formano di nuove più profonde, per neve che si accumula. Cerchiamo di accelerare il passo.
Pediatria numero 6 - giugno 201427
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Paola Gianmaria PiccolE storiE
La nostra identità culturale è forte dell’integrazione di tante culture attraverso la storia. E, come ora i nuovi immigrati, noi italiani, nei secoli scorsi, siamo stati i nuovi migranti in terre promesse come l’America del Nord e del Sud, l’Australia, il Nord Europa. Come i nuovi migranti, anche noi italiani, e le testimonianze dei nostri cari ne danno prova, siamo stati oggetto di diffidenza, emarginazione, derisione, mancata integrazione. La storia si ripete. Gli italiani, attraverso percorsi faticosi per raggiungere l’integrazione nelle nuove terre, hanno raggiunto in
molti con la loro fantasia, energia e determinazione posti importanti nella cultura, nella scienza, nella politica, nello sport, nell’economia, nella società tutta. Il Presidente Giorgio Napolitano, nel suo toccante discorso di inaugurazione dell’anno scolastico 2013-2014, con forza sottolineava la necessità di non essere chiusi al nuovo che arriva dal mare. Da esso si deve trarre energia e linfa vitale per la nostra società. Le nuove generazioni di immigrati, con i loro sogni, speranze ed aspirazioni
possono essere per i nostri figli occasione di apertura verso un nuovo concetto di cittadinanza. I bambini ed i ragazzi immigrati, compagni di banco dei nostri figli, possono con la loro testimonianza di vita rendere più consapevoli ed aperti al mondo le nuove generazioni di italiani. Il video che ho preparato vuole essere, attraverso immagini di archivio, fotografie e storie della mia famiglia, testimonianze di bimbi, madri e padri che seguo come pediatra, un invito a non dimenticare che la storia è fatta di uomini e di sogni e che ciclicamente, inesorabilmente, si ripete.
Il video è disponibile in libera visione su YouTube all’indirizzo: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=wruObgpzWBQ
È possibile raggiungerlo anche dalla pagina http://sip.it/pianeta-sip/piccole-storie del sito siP
Entrati a casa, un’onda di calore ci investe. In pie-di la mamma in preda al terrore, tiene avvolto in uno scialle un bimbo. Appena mi vede lo lancia tra le mie braccia. Lo afferro, il bambino è febbrile e in convulsioni, lo spoglio, lo adagio in posizione laterale, faccio quel poco che posso fare, il cuore mi batte forte, la paura è tanta, ma per fortuna dopo poco la crisi cessa. Il bimbo è ora li sereno, sonnecchia e ogni tanto ci guarda un po’ smarrito. Non sa cosa è successo, non sa della grande nevicata fuori, non sa della grande paura, non sa della grande spinta vitale che è in ogni bambino, non sa che io non ho fatto nul-la per lui. Non sa ancora nulla della vita.Mi attardo con i genitori, li tranquillizzo, scrivo la terapia, do consigli. Il tempo passa e la luce di un nuovo giorno illumina la stanza. Il vento si è cal-mato, non nevica più. Arrivano i nonni. Finiti i convenevoli saluto per tornare a casa. Alla porta d’ingresso la tanta luce esterna mi abba-glia, non più fiocchi dal cielo, non più vento e non più freddo, come sempre dopo le grandi nevicate. Un sole meraviglioso illumina quel mare di neve. Riprendo il mio rientro, imbocco serena, ma ancora confusa, il giardino da attraversare per tornare a ca-sa e uno spettacolo meraviglioso e inconsueto come un miraggio, si para davanti ai miei occhi: su quel mare di neve soffice e fredda, bianca e accecante, alta e impalpabile un mare di bambini di tutte le età, coloratissimi, allegri, gioiosi e festosi corrono, salta-no, si inseguono, rotolano, sprofondano, tirano pal-le di neve, scaldati da un sole meraviglioso e felici di tutta quella neve che silenziosa e abbondante era
scesa dolcemente durante i loro sogni e li aveva col-ti di sorpresa e aveva imbiancato strade, tetti, case e giardini, aveva levigato spigoli, ricoperto alberi e na-scosto sporcizia, aveva creato catarsi e pace.Fu quella l’ultima grande nevicata che vide Lin-guaglossa e caddero, nei dintorni, fino a tre metri di neve. Eventi umani anche innaturali, hanno contribuito a cambiamenti climatici inquietanti e oggi a poco più di trent’anni di distanza da quella grande nevicata non più albe di neve in questo pa-ese pedemontano.Fu quella la prima convulsione febbrile che vidi, da allora di convulsioni ne ho viste tante. Ho im-parato a curarle, abbiamo imparato a curarle, a gestirle. Abbiamo imparato le metodiche di riani-mazione, abbiamo fatto tanta strada per quel mare di bambini che intersecano giorno dopo giorno con invisibili agganci d’amore il nostro percorso di vita e di lavoro .L’immagine fascinosa e bellissima della pittura di Francesco Lo Iacono, che individua il 70° Congres-so Italiano di Pediatria, con quei bambini immersi in quella palude, in quella luce riflessa di sole e di acqua, in quell’aria che riesce a farci percepire il ca-lore estivo e la brezza marina, ha riportato in mente, dai luoghi ormai lontani della mia memoria, l’epi-sodio dei bambini sulla neve. Anche la neve è acqua. L’acqua della vita, l’acqua del battesimo, l’acqua che purifica, che disseta, che scorre, che culla i sogni senza memoria in ogni grembo materno. Per me, per noi, stagioni andate di incontaminato incantamento.
(Catania 28 aprile 2014 )
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Il 70° Congresso Nazionale di Pediatria può certamente vantare tra i suoi successi quello di aver dedicato agli specialisti in formazione ed ai giovani pediatri una serie di eventi, ide-
ati e realizzati, per renderli sempre più protagoni-sti e parte attiva dell’annuale appuntamento dei pediatri italiani. “Largo ai giovani” con le sue ses-sioni distribuite in tutti i giorni di lavoro congres-suale si è dunque delineata non solo come un in-sieme di immancabili incontri di alto profilo me-todologico, quanto un fil rouge programmatico per affrontare molteplici tematiche inerenti for-mazione, assistenza e soprattutto stato della ricer-ca in Pediatria. Argomenti questi sempre attuali ed in evidenza, cui hanno dato un tangibile con-tributo numerosi esperti nazionali ed internazio-nali ma che mai, sino ad ora, erano stati trattati grazie anche all’ausilio delle nuove tecnologie e della multimedialità ovvero, con un concreto sguardo al futuro.
Molti i numeri del successo, a partire dagli oltre 360 E-Poster pervenuti alla Segreteria Scientifica, affermandosi quindi fruttuosa l’intuizione di de-dicare, già dalla scorsa edizione, un’area informa-tizzata e “open” nell’ambito della quale è stato possibile consultare ed approfondire i singoli con-tributi mediante PC dotati di un apposito software. Sono state 24 le comunicazioni orali selezionate per la sessione della mattina del 13 giugno e che, per l’elevato profilo scientifico, la rigorosa analisi dei dati, gli spunti di riflessione inerenti il miglio-ramento dell’outcome di molte patologie, hanno ben rappresentato la vivacità della ricerca in tutti i campi delle specialità pediatriche, dalla neonato-logia all’adolescentologia, e ciò nonostante le note difficoltà cui i giovani pediatri devono far fronte nella loro quotidianità lavorativa.Ancora, quasi 200 gli specializzandi presenti a Pa-lermo che, con l’innovativa esposizione dei casi clinici ideata e curata dall’Osservatorio Nazionale Specializzandi Pediatria, hanno voluto porre l’ac-cento sulla semeiotica digitale ormai entrata di diritto nella pratica clinica quotidiana. La sessio-ne, come sempre molto partecipata, si è altresì contraddistinta quale immancabile appuntamento per il confronto e scambio di conoscenze e com-petenze tra le Scuole di specializzazione Italiane.Infine, il 14 giugno è stato il momento del corso “Manuscript Preparation”, che ha avuto fra i pro-tagonisti un ospite di eccezione, William F. Bali-streri del Cincinnati Children’s Hospital, che fornendo costantemente suggerimenti per la pre-parazione, ottimizzazione e revisione di un arti-colo scientifico, è stato capace di appassionare gli astanti in un confronto sempre alla pari. In questo quadro e con queste premesse è dunque oggi possibile affermare che “Largo ai giovani” ha contribuito a fornire ulteriori strumenti alle nuove generazioni di pediatri chiamate a rinno-vare e rilanciare un impegno già in atto... quello della presa in carico di quel “Mare di bambini”, i veri protagonisti del 70° Congresso Nazionale di Pediatria.
Largo ai giovaniRicerca, innovazione e multimedialità: l’impegno della SIP per i pediatri del futuro
soPra: la sessione ONSP.
a dEstra: William F. Balistreri durante il corso "Manuscript Preparation".
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Pediatria numero 6 - giugno 201430
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L’iniziativa, istituita nel 2011, viene orga-nizzata ogni anno dalla Società Italiana di Pediatria, ed è articolata in un evento na-zionale e in una serie di eventi che si svol-gono a livello regionale su un tema comune a tutte le manifestazioni, individuato di anno in anno dal Consiglio Direttivo della SIP. Obiettivo è coinvolgere genitori, inse-gnanti, istituzioni, media e tutti coloro che a vario titolo ruotano intorno al mondo del bambino per costruire alleanze strategiche in favore dei bambini e degli adolescenti. Il tema della sicurezza dei bambini e degli adolescenti sarà al centro degli Stati Gene-
60 milioni Animali domestici nelle case italiane. Il cane rimane il compagno di vita più diffuso (56%), seguito dai gatti (49,7%), dalle tartarughe (7,9%) e dai conigli nani (5,3%).
Cefalee in ospedaleNe soffrono medici (8,8%), infermieri (0,5%), tecnici di laboratorio (2,3%), amministratori (1,3%) secondo un studio effettuato presso gli Ospedali Riuniti di Ancona.
Stati Generali della Pediatria 2014: bambini sicuri, dalla strada alla Rete
Appuntamento con MilanoPediatria
“Bambini Sicuri” è il titolo degli Stati
Generali della Pediatria 2014 che si terranno
in occasione della Giornata Mondiale
del Bambino e dell’adolescente
che si celebra ogni anno il 20 novembre
I temi del 2014? Nutrizione, genetica e ambiente per l’educazione alla salute
20 e 23 novembre 2014. Sono queste le giornate in cui si svolgerà presso l’Hotel Executive di viale L. Sturzo 45 il con-gresso MilanoPediatria 2014, ormai storico appuntamento biennale che co-me nelle scorse edizioni vedrà come protagonisti i maggiori esperti di fama nazionale ed internazionale nel campo della Pediatria, della nutrizione e della prevenzione. Nutrizione, genetica e ambiente, infatti, saranno le temati-che che anche quest’anno costitui-ranno il filo conduttore di un mo-mento di scambio di elevato valore scientifico, durante il quale si toc-cheranno gli argomenti che più inte-ressano gli operatori sanitari che si occupano dell’età evolutiva.
Numerose saranno le sessioni di lavoro, e numerose anche le tematiche in discus-sione, sicuramente quelle di maggior ri-lievo per la formazione del medico pedia-tra di oggi: il ruolo della nutrizione sulla salute e sulla prevenzione, i disturbi del comportamento alimentare e le proble-matiche del l’adolescente, la prevenzione e la terapia del l’asma e delle allergie, le vac-cinazioni, fino ad arrivare alle nuove pro-spettive nel campo della cura delle malat-tie metaboliche. Verranno presentati inol-tre i più recenti dati evidenziati da studi scientifici nutrizionali europei. “Un bam-bino sano per un adulto sano”.
Scopri il programma del Congresso: www.milanopediatria.it
rali della Pediatria del 2014, con una forte attenzione alla prevenzione degli incidenti stradali, che rappresentano una tra le prin-cipali cause di mortalità infantile, e alla prevenzione dai rischi della Rete ai quali sempre più sono esposti gli adolescenti che navigano online: dal cyberbullismo al sex-ting. L’evento nazionale verrà realizzato in collaborazione la con la Polizia Postale e con il social network Facebook con l’obiet-tivo di favorire una maggiore conoscenza dei rischi tra gli utilizzatori ma soprattutto tra genitori, insegnanti, pediatri. Bambini sicuri in strada come in Rete!
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