musica, cultura e società nelle corti rinascimentali · castiglione, il cortegiano, ii, 12 dico...
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Storia della musica
Musica, cultura e società
nelle corti rinascimentali
La musica nella cultura e
nella società
Alcuni concetti generali
Ferdinand Khnopff, Ascoltando Schumann, 1883
Ludwig van Beethoven
E. L. Lami, Ascoltando una sinfonia di Beethoven, 1840
Compositore/Creatore
Esecutore
Pubblico
Le Sfere celesti
ARMONIA delle SFERE
Terra
Luna
Mercurio Venere
Sole Marte
Giove Saturno
Stelle fisse
Cristallino
Primo mobile
Musica, cultura e società
nelle corti rinascimentali
INTRODUZIONE AI
TERMINI
FONDAMENTALI:
STORIA E GEOGRAFIA,
RINASCIMENTO, CORTE
L’Italia del Rinascimento (prima di
Cateau Cambrésis)
Ducato di Borgogna
• 1361: Filippo l’Ardito diventa duca di
Borgogna;
• sposa Margherita di Fiandra, erede di diversi
territori nei Paesi Bassi (Fiandre, Artois,
ecc.);
• Inizia così la dinastia dei Valois duchi di
Borgogna; durerà fino al 1477
Ducato di
Borgogna
Possedimenti
del re di
Francia
agli inizi del
XV secolo (in verde sulla
cartina)
Possedimenti
dei duchi
di Borgogna
nel XV secolo
Principali avvenimenti in Italia nel
XV secolo
• 1454: Pace di Lodi
• 1492: muore Lorenzo il Magnifico
• 1494: arrivo di Carlo VIII; inizio delle
Guerre d’Italia che finiranno solo nel
• 1559 con la Pace di Cateau Cambrésis;
• 1527: Sacco di Roma
L’Italia dopo Cateau Cambrésis
(situazione politica prima di
Cateau Cambrésis)
RINASCIMENTO
alcuni elementi fondamentali
• distinzione tra humanae litterae e divinae
litterae;
• laicizzazione della cultura che esplode
tra fine XIV e XV secolo;
• diverso desiderio di conoscenza;
• rinascita degli studi classici
Prima modernità • Atteggiamento SCIENTIFICO nei
confronti della realtà;
• Corpo umano sottoposto ad analisi e
misurazioni alla scoperta della sua
perfetta ARMONIA;
• Scoperta e applicazione delle leggi della
PROSPETTIVA;
Il corpo umano sottoposto
ad analisi e misurazioni
alla scoperta della sua
perfetta armonia. L’uomo
vitruviano di Leonardo da
Vinci che con le braccia
aperte si inscrive nel
quadrato perfetto.
Miniatura
del XIV sec.
L’arte medievale non si serve della
prospettiva.
Piero della
Francesca,
Pala di Brera
(circa 1470)
Scoperta e applicazione delle leggi
della prospettiva nell’arte del
Quattrocento
Rinascimento come Prima modernità
alcuni elementi fondamentali • Stato moderno
• Imprese nautiche
• Scoperte scientifiche
• Invenzione della stampa a caratteri mobili
• Armi da fuoco
• Riforma religiosa
La corte come centro
della città e dello
Stato: sistemazione
urbanistica di Ferrara
alla fine del ‘400 da
parte di Ercole I
d’Este. Il palazzo
principesco è al centro
della città e dello
stato.
Il castello estense
di Ferrara: da
fortezza
medievale a
palazzo
principesco.
Castiglione, Il Cortegiano, I, 47 la musica come elemento di distinzione del perfetto uomo di corte
Rise quivi ognuno; e ricominciando il Conte, - Signori, disse, - avete a sapere ch'io non mi contento del cortegiano e s'egli non è ancor musico e se, oltre allo intendere ed esser sicuro a libro, non sa di varii instrumenti; perché, se ben pensiamo, niuno riposo de fatiche e medicina d'animi infermi ritrovar si po piú onesta e laudevole nell'ocio, che questa; e massimamente nelle corti, dove, oltre al refrigerio de' fastidi che ad ognuno la musica presta, molte cose si fanno per satisfar alle donne, gli animi delle quali, teneri e molli, facilmente sono dall'armonia penetrati e di dolcezza ripieni. Però non è maraviglia se nei tempi antichi e nei presenti sempre esse state sono a' musici inclinate ed hanno avuto questo per gratissimo cibo d'animo -.
Allor il signor Gaspar, - La musica penso, - disse, - che insieme con molte altre vanità sia alle donne conveniente sí, e forse ancor ad alcuni che hanno similitudine d'omini, ma non a quelli che veramente sono; i quali non deono con delicie effeminare gli animi ed indurgli in tal modo a temer la morte. - Non dite, - rispose il Conte; - perch'io v'entrarò in un gran pelago di laude della musica; e ricordarò quanto sempre appresso gli antichi sia stata celebrata e tenuta per cosa sacra, e sia stato opinione di sapientissimi filosofi il mondo esser composto di musica e i cieli nel moversi far armonia, e l'anima nostra pur con la medesima ragion esser formata, e però destarsi e quasi vivificar le sue virtú per la musica.
Castiglione, Il Cortegiano, II, 12
Dico adunque che 'l cortegiano dee in questi spettaculi d'arme aver la medesima avvertenzia, secondo il grado suo. Nel volteggiar poi a cavallo, lottar, correre e saltare, piacemi molto fuggir la moltitudine della plebe, o almeno lasciarsi veder rarissime volte; perché non è al mondo cosa tanto eccellente, della quale gli ignoranti non si sazieno e non tengan poco conto, vedendola spesso. E medesimo giudico della musica; però non voglio che 'l nostro cortegiano faccia come molti, che súbito che son giunti ove che sia,
e alla presenzia ancor di signori de' quali non abbiano notizia alcuna, senza lasciarsi molto pregare si metteno a far ciò che sanno e spesso ancor quel che non sanno; di modo che par che solamente per quello effetto siano andati a farsi vedere e che quella sia la loro principal professione. Venga adunque il cortegiano a far musica come a cosa per passar tempo e quasi sforzato, e non in presenzia di gente ignobile, né di gran moltitudine; e benché sappia ed intenda ciò che fa, in questo ancor voglio che dissimuli il studio e la fatica che è necessaria in tutte le cose che si hanno a far bene, e mostri estimar poco in se stesso questa condizione, ma, col farla eccellentemente, la faccia estimar assai dagli altri - .
Castiglione, Il Cortegiano, II, 13
Allor il signor Gaspar Pallavicino, - Molte sorti di musica, - disse, - si trovano, cosí di voci vive, come di instrumenti; però a me piacerebbe intendere qual sia la migliore tra tutte ed a che tempo debba il cortegiano operarla. - Bella musica, - rispose messer Federico, - parmi il cantar bene a libro sicuramente e con bella maniera; ma ancor molto piú il cantare alla viola perché tutta la dolcezza consiste quasi in un solo e con molto maggior attenzion si nota ed intende il bel modo e l'aria non essendo occupate le orecchie in piú che in una sol voce, e meglio ancor vi si discerne ogni piccolo errore; il che non accade cantando in compagnia perché l'uno aiuta l'altro.
Ma sopra tutto parmi gratissimo il cantare alla viola
per recitare; il che tanto di venustà ed efficacia
aggiunge alle parole, che è gran maraviglia.
Sono ancor armoniosi tutti gli instrumenti da
tasti, perché hanno le consonanzie molto
perfette e con facilità vi si possono far molte
cose che empiono l'animo di musicale dolcezza.
E non meno diletta la musica delle quattro viole
da arco, la quale è soavissima ed artificiosa. Dà
ornamento e grazia assai la voce umana a tutti
questi instrumenti, de' quali voglio che al nostro
cortegian basti aver notizia.
Musica, cultura e
società nelle corti
rinascimentali Storiografia del mecenatismo
musicale
IL MECENATISMO E LA MUSICOLOGIA
i principali studi sulle corti rinascimentali degli anni 1980-1990
• Iain FENLON, Musicisti e mecenati a Mantova
nel ‘500 (1980, it. 1992)
• Lewis LOCKWOOD, La musica a Ferrara nel
Rinascimento (1984, it. 1987)
• Allan ATLAS, Music at the Aragonese Court
of Naples (1985)
• Warren KIRKENDALE, The Court Musicians
in Florence during the Principate of the
Medici (1993)
i principali critici dei precedenti
• Joseph Kerman
• Howard Mayer Brown
• Richard Sherr
• Claudio Annibaldi
in base ai seguenti argomenti (vedi slide seguente)
• KERMAN E SHERR: disagio per lo spostamento dell’interesse verso fatti ‘di contorno’ rispetto all’indagine sulle partiture;
• SHERR: lasciar perdere lo studio del mecenatismo;
• BROWN: importante ma arduo dimostrare la relazione tra un’opera (o un genere) e la società che l’ha generata.
Claudio Annibaldi: due tipi di mecenatismo
musicale nelle corti del Rinascimento:
• Umanistico
più flessibile, personalizzato legato alla musica profana e ai
musicisti di camera.
• Istituzionale
fondato sulla funzione della musica come simbolo sonoro di
un gruppo umano e dei suoi leader. Musica sacra,
musicisti della “cappella musicale”.
Alfonso Montesano, Madrigali a 5 voci. Libro I,
Napoli 1622
“La medesima natura, che ammaestra
gli uccelli a procacciarsi un albero
sotto la cui ombra agiatamente
cantino, insegna ai Musici a scegliersi
un Principe sotto la cui protezione,
sicuri e ben difesi, facciano sentire al
mondo i loro armoniosi concenti.”
• mecenatismo ISTITUZIONALE
La musica SACRA che mostra la dignità, l’autorità e
la legittimità del principe e del suo potere.
Cappella musicale.
• mecenatismo UMANISTICO
La musica PROFANA esempio della superiorità
morale e intellettuale del principe, della sua
nobiltà e virtù, della sua inclinazione all’arte.
Musicisti di camera.
Segni di rinnovamento nelle arti
visive del ‘400
• Esempi di architettura all’antica (duomo di
Pienza, Spedale degli innocenti di
Brunelleschi confrontati con l’arte “gotica”
(cattedrale di Reims, Francia);
• Adozione della prospettiva centrale
(Masaccio, Trinità, Paolo Uccello,
Monumento funebre a Giovanni Acuto
confrontati con una miniatura medievale)
Pienza, il Duomo (1460 ca.)
Firenze, lo Spedale degli innocenti (prima
metà del ‘400)
Cattedrale
di Reims
Masaccio,
Trinità
(1428)
Paolo
Uccello,
Monumento
funebre a
Giovanni
Acuto (1436)
Segni di continuità nella musica del ‘400 con quella
del secolo precedente
• Sopravvivenza delle formes fixes nella
musica profana;
• Sopravvivenza della forma del mottetto
per la musica celebrativa e liturgica.
Formes Fixes della musica vocale
profana del ‘400
• Ballade
• Rondeau
• Virelai o Bergerette
C’erano già almeno dal ‘300
Altre forme e tecniche della musica
celebrativa/liturgica del ‘400
• Mottetto
(che spesso è)
• Politestuale
(e su)
• Cantus firmus
(e)
• Isoritmico
C’erano già almeno dal ‘300
Trasformazione della corte nel ‘400
• Sacralizzazione della figura del sovrano
Marc Bloch,
I re taumaturghi. Studi sul carattere
sovrannaturale attribuito alla
potenza dei re particolarmente in
Francia e in Inghilterra,
1924
John Adamson,
The Princely Court,1500-1750 (1999):
«the court located itself as part of a hierarchy of
power that was not merely secular, but also
divine.»
La sacralizzazione del sovrano raggiunge
«an intensity rarely matched either before or
since, in the period between the mid 15th
century and at least the end of the 17th.»
Il baldacchino è un
elemento che
tradizionalmente
protegge il
tabernacolo. Nel ‘400
diviene un elemento
caratteristico del
Principe: esso ricopre
il suo trono e la sua
mensa. Due esempi
Ridefinizione dei rituali fondamentali della cultura
cortese dalla seconda metà del ‘300: due esempi
• Codificazione dell’elezione dell’imperatore
(Sacro romano impero);
• Codificazione cerimoniale del torneo
cavalleresco.
Olaf Mörke , The Symbolism of Rulership, in Princes and
Princely Culture 1450-1650 (2001):
- Nel 1356 la Bolla d’oro dell’imperatore Carlo IV stabilisce le REGOLE per l’elezione degli Imperatori del Sacro Romano Impero.
«Attraverso la fissazione di ruoli, gerarchie, gesti e simboli, la Bolla d’oro trasforma il rituale dell’elezione in un sistema regolato di comunicazione simbolica adatto a teatralizzare l’ordine politico dell’Impero e la funzionalità della sua gerarchia feudale.»
Renato d’Angiò, Livre des tournois (ca. 1460)
Renato d’Angiò, Le livre du coeur d’amour épris
(ca. 1460)
Musica, cultura e società nelle
corti rinascimentali
La corte papale e la cappella pontificia
Monodia liturgica (Canto gregoriano; Canto piano)
(Manoscritto del ‘400)
Monodia
liturgica
(Canto
gregoriano;
Canto piano)
(Edizione
moderna a
stampa)
Cappella Sistina, Cantoria.
Guillaume Dufay (o Du Fay)
• 1397? Vicino Bruxelles;
• figlio illegittimo;
• educato nella maîtrise della cattedrale di
Cambrai;
• 1414 primo beneficio a Saint Gery;
• 1420 Rimini (Pesaro) presso i Malatesta;
• 1424 Bologna a servizio del legato
pontificio;
• 1428 Roma, cappella papale fino al 1434;
• 1435 Roma fino al 1440, quando torna a
Cambrai, questa volta come canonico;
Struttura del Mottetto
Triplum
Motetus
Tenor
(il canto liturgico è al TENOR)
Esempio di un mottetto a 3 voci
Triplum
Motetus Contratenor
Tenor
(il canto liturgico è al TENOR)
Esempio di un mottetto a 4 voci
Come si compone un Mottetto isoritmico:
1) si prende una melodia tratta dal repertorio liturgico
(solo le altezze, non le durate)
Melodia liturgica
I color
II color
III color
Come si compone un Mottetto isoritmico:
2) si ripete la melodia tante volte quante si desidera.
La ripetizione della melodia prende il nome di
COLOR (I color, II color ecc.)
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
I color
II color
III color
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
2+3+2+4+1+2+1
Come si compone un Mottetto isoritmico:
3) si organizzano le altezze in sequenze di durate che si
ripetono.
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
I color
II color
III color
I talea
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
2+3+2+4+1+2+1
II talea III talea
VI talea, ecc. V talea IV talea
Come si compone un mottetto isoritmico:
4) Ogni ripetizione della sequenza di durate prende il nome
di TALEA
Oltre a quello appena osservato, ci possono essere diversi tipi di mottetto isoritmico.
In questo esempio la melodia non si ripete (c’è un solo color) organizzato in più talaee
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
I color
I color (segue)
I color (segue)
I talea
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
2+3+2+4+1+2+1
II talea III talea
VI talea, ecc. V talea IV talea
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
I color
IV color ecc.
I talea
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
II talea III talea
VI talea, ecc. V talea IV talea
II color III color
In quest’altro esempio color e talea coincidono
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
I color
III color
V color ecc.
I talea
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1 2+3+2+4+1+2+1
2+3+2+4+1+2+1
II talea III talea
VI talea, ecc. V talea IV talea
II color
IV color
In quest’altro talea e color sono tra loro sfasati
Dufay, Ecclesiae militantis/Sanctorum
arbitrio/Bella canunt gentes (1431)
Mottetto isoritmico a 5 voci per la cappella papale:
1) Triplum (“Ecclesiae militantis”)
2) Motetus (“Sanctorum arbitrio”)
3) Contratenor (“Bella canunt gentes”)
4) Tenor primus (strumentale, dall’antifona
gregoriana “Gabriel”)
5) Tenor secundus (strumentale, dall’antifona
gregoriana “Ecce nomen Domini”)
• Il Triplum e il Motetus, le due voci
superiori, sono “libere”, cioè senza
ripetizioni rigidamente schematizzate
(anche se si trovano molte ripetizioni
“libere” sia all’interno di una voce che da
una voce all’altra).
Il Contratenor è isoritmico, con color
(altezze) e talea (durate) che coincidono.
Il complesso color/talea è ripetuto tre
volte, secondo la proporzione 9:6:9, cioè
la seconda volta ogni nota dura un terzo di
meno della prima, mentre per la terza
ripetizione si ritorna alle durate originali.
Il Tenor primus e il Tenor secundus sono
isoritmici. Anche in questo caso colores e
taleae coincidono in ciascuna voce.
Inoltre, la talea del Tenor primus dura
esattamente quanto quella del Tenor
secundus (anche se ovviamente sono
diverse).
I complessi colores/taleae dei due tenores
sono ripetuti sei volte, secondo la
proporzione 6:3:4:2:6:3.
Due esposizioni delle taleae dei due
Tenores si sovrappongono esattamente
ad una della talea del Contratenor,
secondo lo schema seguente (le
proporzioni della talea del Contratenor
sono state moltiplicate per 3 per
permettere il confronto):
Contratenor: 9 : 6 : 9
Tenores: 6:3 : 4:2 : 6:3
Dufay, Ecclesiae militantis, tenores dal manoscritto
Trento, Castello del Buonconsiglio Ms 1374 (olim 87)
“Supremum est mortalibus bonum” mottetto isoritmico di Guillaume Dufay composto nel 1433 per la cappella
papale (incontro di papa Eugenio IV con l’imperatore Sigismondo)
Supremum est mortalibus bonum
Pax, optiumum summi dei donum.
Pace vero legum praestantia I talea ecc.
Viget atque recti constantia;
Pace dies solutus et laetus,
Nocte sonus trahitur quietus;
Pax docuit virginem ornare II
Auro comam crinesque nodare;
Introduzione ]
I Color
Pace rivi psallentes et aves
Patent laeti collesque suaves III
Pace dives pervadit viator,
Tutus arva incolit arator.
O santa pax, diu expectata, IV
Mortalibus tam dulcis, tam grata,
Sis eterna, firma, sine fraude, V
Fidem tecum semper esse gaude.
[segue I Color]
II Color
Et qui nobis, o pax, te dedere VI
Possideant regnum sine fine:
Sit noster hic pontifex eternus
Eugenius et rex Sigismundus!
Amen
[segue II Color]
Coda
Dufay, Nuper rosarum flores (mottetto per la
consacrazione di Santa Maria del Fiore con la
cupola di Brunelleschi 1436)
Nuper rosarum flores (Dufay 1436) Cronaca della cerimonia di consacrazione
«Si udirono cantare voci così numerose e così varie, e tali sinfonie s'elevarono verso il cielo, che si sarebbe creduto di sentire un concerto d'angeli [ ... ] Quando il canto cessava [ ... ] si sentivano suonare gli strumenti in maniera [ ... ] allegra e soave [ ... ] Al momento dell'elevazione la basilica tutta intera risuonò di sinfonie così armoniose, accompagnate dal suono di diversi strumenti, che si sarebbe detto che il suono e il canto del paradiso fossero scesi dal cielo sulla terra.» (Giannozzo Manetti)
• 1) C. Warren, Brunelleschi's Dome and Dufay's Motet, The Musical Quarterly, 59 (1973), 92–105;
• 2) C. Wright, Dufay's "Nuper rosarum flores", King Solomon's Temple, and the Veneration of the Virgin, Journal of the American Musicological Society, 47 (1994), 395–441;
• 3) M. Trachtenberg, Architecture and Music Reunited: A New Reading of Dufay's "Nuper Rosarum Flores" and the Cathedral of Florence, Renaissance Quarterly 54 (2001), 740-775
Studiosi che hanno 1) proposto, 2) confutato, 3) riproposto la
corrispondenza tra le proporzioni del mottetto di Dufay e quelle
del duomo e della cupola di Firenze
Dufay, Nuper rosarum flores, elaborazione isoritmica del canto liturgico nel Tenor
Selezione del COLOR
Dufay, Nuper rosarum flores, elaborazione
isoritmica del canto liturgico nel Tenor: organizzazione del COLOR e delle TALEAE
Dufay, Nuper rosarum flores (1436), struttura isoritmica
Musica, cultura e società
nelle corti rinascimentali
La corte di Borgogna
La messa “ciclica”
L’homme armé
Napoli VI E 40
Ducato di Borgogna
• 1363: FILIPPO L’ARDITO diventa duca di
Borgogna;
• 1369 FILIPPO sposa MARGHERITA DI
FIANDRA, erede di diversi territori nei Paesi
Bassi (Fiandre, Artois, ecc.);
• Inizia così la dinastia dei VALOIS duchi di
Borgogna; durerà fino al 1477
Possedimenti
dei
Duchi di
Borgogna
tra ‘400 e
‘500
Possedimenti
del
re di Francia
ai primi del
‘400
La Cappella musicale di
Filippo il Buono di Borgogna
(duca 1419-1467)
17 “chapelains” tra cui i
principali compositori
dell’epoca:
Nicolas Grenon (maestro di
Dufay),
Gilles Binchois,
Robert Morton,
Jill Joye,
La Cappella musicale di
Carlo il Temerario di
Borgogna
(duca 1467-1477)
Ha una sua cappella già
prima di diventare duca;
Tra i suoi musicisti ci sono
Antoine Busnois
Hayne van Ghizeghem;
Guillaume Dufay è in
rapporti stretti con lui
La Cappella musicale di
Filippo il Bello di Borgogna
• nasce nel 1478; nel 1593
diviene duca di Borgogna;
• nel 1496 sposa Giovanna la
Pazza figlia di Isabella di Castiglia
e Ferdinando d’Aragona (i re
cattolici);
• nel 1506 diviene re di Spagna;
• muore nel 1506; suo figlio Carlo
diviene imperatore (Carlo V), re di
Spagna, duca di Borgogna.
La Cappella musicale di
Filippo il Bello di Borgogna
Dinastia degli Asburgo
(duca 1493-1506)
Riorganizza la Cappella:
• Grande chapelle (14
cappellani (tra cui i principali
compositor/cantori dell’epoca), 2
chierici e sette inservienti);
• petite chapelle, per i servizi
liturgici privatissimi del duca;
• inoltre un alto numero di
strumentisti e trombettieri
La messa ciclica polifonica
• È un genere nuovo; si sviluppa nel ‘400, soprattutto intorno alla metà del secolo;
• non ha quindi una storia significativa prima di quelle date (nel ‘300 il genere è pochissimo documentato);
• diviene uno dei generi compositivi di punta delle cappelle di corte;
• diviene rapidamente il genere di composizione più elevato (vedi Tinctoris e la sua classificazione dei tipi di composizione praticati alla sua epoca nel suo Terminorum musice diffinitorium – slide 12)
Messa polifonica
“ciclica”
• intona solo
l’ORDINARIUM
• sulla base di uno
stesso materiale
musicale
canti della Messa
Messa “ciclica”
Intonazione “musicalmente unificata”
dell’ordinarium
1. Kyrie
2. Gloria
3. Credo
4. Sanctus
5. Agnus Dei
Johannes Tinctoris, Terminorum
musice diffinitorium (1474)
• Missa est cantus magnus;
• Motetus est cantus mediocris;
• Cantilena (= chanson) est cantus parvus
La messa del principe
• Le messe sulla chanson monodica
L’homme armé sono le composizioni
simbolo dei sovrani del ‘400-’500
Chanson “L’homme armé”
L’homme, l’homme, l’homme armé
l’homme armé doibt on doubter.
On a fait partout crier,
que chascun se viegne armer
d’un haubregon de fer.
L’homme, l’homme, l’homme armé.
Chanson “L’homme armé”
L’uomo, l’umo, l’uomo armato,
Si deve aver paura dell’uomo armato.
Lo hanno gridato ovunque,
Che ognuno deve armarsi
Di una cotta (letter. usbergo) di ferro.
L’uomo, l’uomo, l’uomo armato.
“Haubregon de fer”
Cotta di maglia di ferro
Chanson “L’homme armé”
La chanson L’homme armé è legata al
contesto della crociata contro i Turchi dopo
la conquista di Costantinopoli. Possibile uso
delle prime messe su questa melodia nelle
sedute dell’Ordine del Toson d’Oro, ordine
cavalleresco che era stato fondato da
Filippo il Buono di Borgogna nel 1430.
Collare del Toson d’oro
Ripartizione della chanson “L’homme armé” come
cantus firmus nelle 6 messe anonime del Ms di Napoli
1
2
3
4
5
Ripartizione della chanson “L’homme armé” come
cantus firmus nelle 6 messe anonime del Ms di Napoli
6
Ripartizione della chanson “L’homme armé” come
cantus firmus nelle 6 messe anonime del Ms di Napoli
Canone della messa n. 6
Arma virumque cano, vincorque per arma
virumque
parafrasi del v. 1 dell’Eneide:
Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris
Esempio di TROPO: il Kyrie della messa n. 2
Kyrie fidei miro arma donans
viro quis cum hoste dimicet
diro eleyson. Kyrie cuius
virtute vir armatus tute
hostem vincit gaudet salute
eleyson…
Proliferazione dell’uomo armato
nelle messe del ms di Napoli
Kyrie della messa n. 2
- Cantus firmus: “L’homme armé, l’homme armé, l’homme armé”
- Canone: “Ambulat hic armatus homo, verso quoque vultu arma rapit…”
- Tropo: “Kyrie fidei miro arma donans viro quis cum hoste dimicet diro eleyson. Kyrie cuius virtute vir armatus tute hostem vincit gaudet salute eleyson…”
• Cantus firmus: “L’homme armé, l’homme armé,
l’homme armé”
• Canone: “Questo uomo armato cammina e con il
viso girato prende le armi e procede a destra e
poi si gira andando a sinistra. Tornando alla sua
prima posizione torna indietro. La fine corrisponde
all’inizio.”
• Tropo: “Kyrie, che dona le armi all’uomo di
meravigliosa fede, così che possa combattere col
crudele nemico, eleyson. Kyrie, grazie alle cui
virtù protettrici l’uomo armato conquista i nemici
e gioisce sicuro, eleyson…”
Immagine dal Ms di Napoli con le messe L’homme armé: le note rosse nelle voci che
non hanno il cantus firmus segnalano la presenza o l’assenza del tenor (con il cantus
firmus) nella compagine polifonica
Musica, cultura e società
nelle corti rinascimentali
Napoli aragonese
Il Regno di
Napoli
nel periodo
aragonese
(1442-1504)
Alfonso V d’Aragona, I re aragonese di Napoli
(dal 1442 al 1458)
Ferrante (Ferdinando) I, re di
Napoli dal 1458 al 1494)
Alfonso II re di Napoli (1494-1495)
Ferrandino (Ferdinando II) re di
Napoli (1495-1496)
Federico I re di Napoli (1496-1501)
Il maschio angioino
L’arco di trionfo di Alfonso I
La musica alla corte aragonese di Napoli
• Prima di conquistare il Regno di Napoli Alfonso aveva una piccola cappella musicale, sul modello di Avignone. Documentazione scarsa, non ci saranno stati che circa 7 cantori quando lui arriva in Italia. È un sovrano guerriero, la cappella viaggia con lui nel campo. Dimensioni agili. Comunque dagli anni 1430 in avanti è chiara la continuità dell’istituzione.
• Il suo modello è quello di una cappella regale dell’epoca, inizi del XV secolo. Dedicata alla devozione del principe, cui aggiunge solennità con la possibile esecuzione di polifonia, ma le dimensioni sono ridotte.
• Le cose cambiano con la conquista del Regno nel 1442: abbiamo notizia della presenza di 2 organisti, e con ancora dei fanciulli, i pueri cantores, proprio come c’era in Spagna, nella sua cappella di Barcellona. Non erano una costante di tute le Cappelle, ma potevano esserci. Per esempio nella cappella del papa non c’erano;
• Nel 1444 ci sono 15 membri inclusi i maestri di cappella e il maestro dei fanciulli;
• Sono tutti Spagnoli.
• Questo ultimo particolare è importante. Con Alfonso la
corte di Napoli è la residenza preferita di un re che ha
diverse corone (Aragona, Sicilia, Napoli), ma la cui
identità resta quella di un sovrano catalano. La
cappella è dominata dagli spagnoli così come la
burocrazia e l’amministrazione sono in lingua
catalana, e la poesia è in castigliano. La cappella
appartiene alla “casa reale”, ne condivide quindi le
caratteristiche amministrativo-burocratiche e
ideologiche.
• Da questo punto di vista la cappella è una istituzione
per così dire connotata in senso “provinciale”,
localistico, rispetto a quella del papa o di altri potentati
della Penisola, come vedremo, che favoriranno
cantori/compositori internazionali.
• Nel 1453 arriva nella cappella JOHANNES
CORNAGO che inizia un rapporto che
continuerà con il successore Ferrante I;
• Cornago compone poi per Alfonso la messa
Aggio visto lo mappamondo. È a 3 voci come le
messe scritte per la Cappella di corte di Napoli.
È una messa ciclica, quindi come le messe sul
L’homme armé si basa su un cantus firmus (di
origine profana) uguale per tutti e 5 i movimenti
dell’ordinarium missae. È il genere principale, il
tipo di composiziuone più lungo, il cantus
magnus, come dirà Tinctoris, il grande
compositore e teorico della corte di Ferrante.
Aggio visto lo mappamondo
Aggio visto lo mappamondo
E la carta da navicare
Ma Cicilia pure mi pare
La più bella de questo mundo
Ripresa (ritornello) di una barzelletta composta di più
stanze:
Ritornello xyyx; stanza, formata da mutazioni abab, e
volta bccx; segue ritornello xyyx, e così via
Aggio visto lo mappamondo
Aggio visto lo mappamundo x
E la carta da navicare y
Ma Cicilia pure me pare y
La più bella de questo mundo. x
[…]
Tre Cicilie son, non piue, a
Tota tri si coronaro, b
Re Alfonso n’a le due a
Citrafaro e Ultrafaro, b
E la terza è ‘n calendaro, b
Non si parla de la quarta, c
Non si trova scripta in carta, c
Perché venne d’altro mundo. x
Ripresa
Stanza
mutazioni
volta
Aggio visto lo
mappamondo canzone monodica che
celebra le imprese di
Alfonso I come re di
Napoli (Sicilia)
Ferrante I ingrandisce e internazionalizza la
cappella di corte. Arrivano i primi
cantori/compositori oltremontani
• Johannes Vincenet
• Johannes Cordier
• Johannes Tinctoris Uno dei suoi trattati è per noi particolarmente importante:
il Terminorum musice diffinitorium, un dizionario di
termini musicali donato alla principessa Beatrice figlia di
Ferrante che si sposa con Mattia Corvino (a lei era stato
donato dalla Borgogna il manoscritto di Napoli con le 6
messe l’Homme armé).
Musica alla corte di Ferrante I: lo chansonnier “Mellon”
(1470-80). Confezionato per Beatrice d’Aragona, figlia di
Ferrante e sposa del re d’Ungheria Mattia Corvino
Musica alla corte di Ferrante I: J. Tinctoris, O virgo miserere mei,
“Beatissime virgini dive Beatrici de Aragonia”, mottetto celebrativo per
Beatrice nello chansonnier “Mellon”
La musica e i libri di musica delle corti
francese e borgognona sono il modello per
la musica e per il libri di musica delle corti
europee del ‘400. Anche nella corte
aragonese di Napoli si confezionano
chansonniers simili a quelli in uso nelle
corti del nord. Nelle prossime slides ci
sono due esempi di questi preziosissimi
libri di piccolo formato in pergamena e
riccamente decorati
Chansonnier francese del ‘400
(Chansonnier “Laborde”)
Altro Chansonnier francese del ‘400
La musica nelle corti italiane
del Rinascimento
Milano e gli Sforza
Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti
Gli Sforza a Milano
• 1441 il condottiero Francesco Sforza (1401-66)
sposa Bianca Maria Visconti, figlia (illegittima)
di Filippo Maria Visconti (per cui Sforza guidava
gli eserciti);
• 1447 muore Filippo Maria Visconti senza eredi.
Si instaura la Repubblica Ambrosiana;
• 1450 dopo anni di guerra e assedio Francesco
sconfigge la Repubblica e entra a Milano: ha
inizio così la dinastia degli Sforza “duchi” di
Milano.
Galeazzo Maria Sforza (1444-1476)
La cappella di Galeazzo Maria Sforza
negli anni 1470
• Loyset Compère (fino al 1477)
• Alexander Agricola (fino al 1477)
• Johannes Martini (fino al 477)
• Gaspar van Weerbeke (fino al 1477)
• Josquin Desprez (?, forse solo negli anni
1480)
Lettera di Galeazzo Maria al vescovo di Novara
(anni 1470)
• Havendo nuy da alcuni tempi in qua
pigliato delectatione de musica et de canto
più che veruno altro piacere, havemo dato
opera de havere cantori per fare una
capella, te fin da mò haveno conducto bon
numero de cantori ultramontani [= franco-
fiamminghi] et da diversi paesi et
cominzata una celebre et digna capella.
Bernardino Corio, Storia di Milano (fine ‘400)
• Il duca si dilettava molto col canto, per quale tenea
circa trenta cantori oltremontani [= franco-fiamminghi],
da esso onorevolmente stipendiati, e tra gli altri uno
ne avea chiamato Cordiero, al quale dava per
stipendio 200 ducati al mese. Avea tanti ornamenti di
cappella che erano del valore di centomila ducati;
nella festa dell’apostolo ordinò che fossero vestiti a
lutto, e poi impose loro che tutti i giorni in avvenire
cantassero nella messa questo versetto tolto
dall’ufficio dei morti: «Maria mater gratiae, mater
misercordiae» [motto di Galeazzo Maria ]
Bernardino Corio, Storia di Milano (fine ‘400)
• Fu oltremodo liberalissimo, cupido di gloria e
d’essere temuto. Avea caro che si potesse dire
con verità che la sua corte era una delle più
splendide dell’universo; era magnificentissimo
di suppellettili e nel suo vivere e nella sua corte
fu oltre modo splendidissimo
Galeazzo Maria
Sforza nelle vesti
del re biblico
Davide prega di
fronte a Dio.
Dalla lettera
miniata “A”
all’inizio
dell’Introito della I
messa d’Avvento
“Ad te levavi
animam meam”.
Da un Messale
sforzesco
Canti della Messa Mottetti missales
1. loco Introitus
2. loco GLORIA
3. loco CREDO
4. loco Offertorii
5. loco SANCTUS
6. ad o post Elevationem
7. loco AGNUS
8. Loco Deo gratias
Cicli di mottetti missales
• Loyset Compère: Missa Galeazescha;
• van Weerbecke: Ave mundi domina;
Quam pulchra es;
• Josquin Desprez: Vultum tuum
deprecabuntur
• Gaffurio: Salve matris Salvatoris ecc.
Compère, Missa Galeazescha
I nomi Sforza
Francesco, sposa Bianca Maria Visconti (figlia di
Filippo Maria)
Figli: Galeazzo Maria, Ippolita Maria, Filippo Maria,
Sforza Maria, Ludovico Maria, Elisabetta Maria,
Ascanio Maria, Ottaviano Maria.
Galeazzo Maria, sposa Bona di Savoia
Figli: Gian Galeazzo Maria, Ermes Maria, Bianca
Maria, Anna Maria.
Musica, cultura e società
nelle corti rinascimentali
Ferrara e gli Este
Este MARCHESI poi DUCHI di Ferrara, Modena e Reggio
• NICCOLÒ III, Marchese di Ferrara e di
Modena, marchese 1393-1441;
• LEONELLO, figlio illegittimo, marchese 1441-
50;
• BORSO, altro figlio illegit, 1450-71. DUCA di
Modena dal 1452, titolo comprato
dall’imperatore con doni, denaro, ecc.
Este MARCHESI poi DUCHI di Ferrara, Modena e Reggio
• ERCOLE I, figlio legittimo di Niccolò. 1471-
1505. DUCA DI FERRARA dal 1471, titolo
papale. Due diversi “padroni”, imperatore e
papa;
• 1473 Ercole sposa Eleonora d’Aragona, figlia di
Ferrante. Alleanza con un re, in funzione
antipapale.
La musica alla corte di Niccolò III (1393-1441)
• Piffari e trombetti;
• Cantori del Duomo;
• rapporti con Dufay,
che scrive per lui la
ballade “C’est bien
raison”
La musica alla corte di Leonello (1441-1450)
• Fonda una Cappella “more
regio”;
• 1443: 4 cantori; 1445: 9;
1447: 10.
• tutti franco/fiamminghi o
inglesi: tra cui Jean Fede,
Gerard Leay, Giovanni di
Filiberto, Ugolino Madoeten,
Johannes presbiter Londini,
Symonis Brabant, Nicolaus
Phillippus de Olandia
La musica alla corte di Borso (1450-1471)
• Chiude la Cappella di
corte;
• Potenzia il gruppo dei
piffari e trombetti;
• Si circonda di
cantori/esecutori,
come Pietrobono de
Burzellis, detto del
Chitarrino
Bibbia di
Borso d’Este
La musica alla corte di
Ercole I (1471-1506)
• Progetta di creare da
subito una “cappella
famosissima”;
• Reclutamento di
cantori/compositori ad
hoc;
• Provenienza francese,
“borgognona”, tedesca
dei cantori. Grandi nomi
Ercole I (1471-1506)
Cantori/compositori della cappella:
Johannes Brebis,
Johannes Martini,
Ghiselin Verbonnet
poi
Josquin Desprez,
Jacob Obrecht,
poi
Antoine Brumel
Josquin Desprez (ca. 1450-1521)
• Maestro di Cappella del duca 1503-1504;
• Reclutato per la somma astronomica di
200 ducati;
soffia il posto a
• Henricus/Heinrich Isaac che ne avrebbe
pretesi 120 (era compositore in una
posizione di rilievo a Firenze).
Lettera di G. de Artiganova ad Ercole nelle fasi di
contrattazione per il reclutamento di un nuovo maestro
di cappella per il duca
• «[…] a me Isaac [pare] per molto apto a
servir la Signoria Vostra, molto più che
Josquin, perché è de meglior natura fra li
compagni, e farà più spesso cose nove;
vero è che Josquin compone meglio, ma
fa quando li piace, non quando l’homo
vole; e domanda 200 ducati di provisione,
e Isaac starà per 120, si che la Signoria
Vostra facia quello li piace.»
Josquin Desprez
Messa Hercules Dux Ferrariae
Soggetto cavato
Il “soggetto cavato” della Missa
Hercules Dux Ferrariae di Josquin
Esacordo di Guido d’Arezzo:
Ut Re Mi Fa Sol La (Si)
her – cu – les dux fer – ra – ri – (a) e
Re Ut Re Ut Re Fa Mi Re
Manoscritto della
messa Hercules
dux Ferrariae di
Josquin. La
presenza del
cantus firmus
Hercules al
superius prima
ancora che al
tenor (sua
destinazione
propria), è
segnalata con
l’uso di note
rosse nella voce
più acuta.
Il tenor della messa Hercules di Josquin nella stampa di Petrucci (1506)
Il superius della messa Hercules di Josquin nella stampa di Petrucci (1506)
Messa Hercules
dux Ferrariae di
Josquin adattata
come Messa
Philippus rex
Castiliae.
ARMONIA delle SFERE
Re
La
Re
La
Re
I manoscritti di musica sacra
polifonica del principe
• Pergamenacei
• Riccamente decorati
• Decorati con immagini sacre e stemmi
araldici che scandiscono le voci
• Nel corso del ‘500 somigliano sempre di
più ai manoscritti di monodia liturgica
La musica nelle corti
del Rinascimento
Mantova e i Gonzaga
Gonzaga marchesi/duchi di Mantova
• Gian Francesco
(marchese: 1433-
1444)
• Ludovico III (1444-
1478)
• Federico I (1478-
1484)
• Francesco II (1484-
1519)
• Federico II (1519-
1540) poi duca
• Federico II (duca:
1530-1540)
• Francesco III (1540-
1550)
• Guglielmo (1550-
1587)
• Vincenzo I (1587-
1612)
• Francesco IV (1612)
• Ferdinando (1612-
1626) […]
Mantegna: Camera degli
sposi
Leon Battista Alberti, Sant’Andrea; San
Sebastiano (Mantova)
Isabella d’Este,
marchesa di
Mantova,
sposa nel 1490
Francesco II
Gonzaga
Impresa di Isabella d’Este:
pentagramma con chiave, 4 diverse
indicazioni di tempo e pause
Guglielmo
Gonzaga
(1550-1587)
La basilica di S. Barbara nel Palazzo ducale di Mantova
La basilica di
Santa Barbara
nel Palazzo ducale di
Mantova: facciata
Inno monodico Aeterna Christi munera
Palestrina, Missa “Aeterna Christi munera”, Kyrie,
inizio
*
* * * * * *
*
* *
* *
*
* Melodia dell’inno monodico
ecc.
ecc.
* ecc.
[…]
Lorenzo Costa,
Concerto
(ca. 1490):
ritrae esecutori di
una frottola
La frottola
Ripresa Stanza
Testo ab ba cd cd da
Musica ABCD* ab ab cd
*maiuscole perché sia parole che musica sono sempre le stesse nella ripresa
Bartolomeo Tromboncino
“Su, su leva alza le ciglia”
RIPRESA
Su, su leva alza le ciglia
Non dormir ché non dorm’ io;
E sei hai caro il viver mio,
Apri li occhi e te risveglia.
STANZA I
Lassa il somno et odi il canto
D’un che va per te penando
E che affetto è d’amor tanto
Che per te va quinci errando
E si forte lamentando
Che col strido te resviglia.
RIPRESA
Su, su leva alza le ciglia
Ecc.
STANZA II
Tu riposi et io, qua fora,
Per te fo pensier diversi
E l’ardor che cresce ognora
Tenmi i spirti in duol sumersi,
Tal che con dolenti versi
Forza m’è che ti resviglia.
RIPRESA
Su, su leva alza le ciglia
Ecc.
La musica nelle corti
del Rinascimento
La Firenze dei Medici
Cantori/compositori oltremontani nella
cappella di San Giovanni sotto Lorenzo il
Magnifico
• Heinrich Isaac (dal 1484)
• Alexander Agricola (dal 1491)
• Colinet de Lannoy (dal 1491)
• Johannes Ghiselin Verbonnet (1492-3)
Il madrigale
Cantori di frottola
cantori di madrigale
Particolare di un dipinto del Cinquecento con un libro-parte di
madrigali
Philippe Verdelot (ca. 1480-ca.1530), Ultimi miei
sospiri (testo di Ludovico -?- Martelli)
Ultimi miei sospiri,
che mi lasciate fredd’ e senza vita,
contate i miei martiri
a chi morir mi vede e non m’aita.
Dite: «o beltà infinita,
dal tuo fedel ne caccia empio martire».
Et se questo gl’ è grato
gitene ratt’ in ciel a miglior stato.
Ma se pietà gli porge il vostro dire,
tornate a me ch’io non vorrò morire.
Carlo Gesualdo, Itene miei sospiri, madrigale a 5 voci dal V libro dei madrigali, 1611.
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