lunario 2006
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a cura di
Giuseppe TaglientePaolo Calvano
Giovanni Di Rosso
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Vasto, città di grazia,!ore della mia terra.G. D’Annunzio
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Modi!cata nella forma e nell’impaginazione, nell’inquieta ricerca di un modello gra!co originale, l’edizione del Lunario 2006, si presenta tutta-via, per quanto riguarda il contenuto, di nuovo nella formula che tanto gradimento ha avuto dai lettori, seppur arricchita di schede illustrative e di un’appendice ancora più voluminosa. A rendere necessario questo ulte-riore apporto, con inevitabile aumento delle pagine del volume, è stata la concomitante ricorrenza di avvenimenti che abbiamo ritenuto di ricordare e, per certi versi, anche di celebrare. Figurano tra questi il centenario della nascita di Enrico Mattei, il leggendario fondatore dell’Eni, del quale abbia-mo segnalato lo stretto rapporto con Vasto e con alcuni vastesi “eccellenti”, e la ricorrenza del cinquantesimo anniversario della frana, che rappresenta la più grande sciagura naturale mai accaduta, superiore per vastità di danni alla frana del 1816, di cui dà notizia lo storico Marchesani. Ad essi abbiam voluto a"ancare però anche vicende minori ma pur signi!cative, come il ricordo del centenario dell’introduzione della luce elettrica, avvenuta nel marzo del 1906; del sessantesimo di un tragico episodio di teppismo po-litico avvenuto negli anni tumultuosi del primo dopoguerra, ed in!ne del quarantesimo anniversario dell’autonomia concessa all’Itis nonché della nascita di «Vasto Domani». Altra notazione importante da richiamare sin d’ora all’attenzione dei lettori è la presenza di una serie di foto d’autore cortesemente messe a disposizione da un artista fotografo, Giuseppe Ni-cola Smerilli, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, che con Vasto ha un rapporto di sangue e d’a#etto. Buona lettura, dunque, ed anche buon ascolto delle nuove canzoni vastesi che proponiamo nel ciddì allegato nelle terza di copertina.
Novembre 2005 Gli autori
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Nome: Vasto
(Istonio dal 1938 al 1944)
Denominazione antica: Histonium
Altitudine: 143 m. s.l.m.
Super!cie:70,63 Kmq
Denominazione abitanti:vastesi, localmente vastaroli
Numero abitanti: 37.223 al 30/09/2005
Provincia: Chieti
Economia: a prevalenza industriale, commerciale.
Fiorentissimo il turismo
Santo Patrono: San Michele Arcangelo
(dal 1827 con breve papale di Leone XII)
Gemellata conPerth (W.A.) dal 1989
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Il verso iniziale del canto poetico che Gabriele Rossetti dedicò alla sua città natale richiama la sua storia millenaria. Una storia che scon!nando addirittura nella leggenda la vuole fondata da Diomede, uno dei mitici eroi dell’Iliade di Omero, ma che, in realtà, ha ini zio con l’arrivo dei Frentani, una popolazione italica di stirpe sannitica dedita soprattutto al commercio della lana.
Histonium, dal greco Iston che vuol dire appunto tela di lana, fu, quindi, il nome con cui venne anticamente denominata Vasto ed isto-niesi furono detti i suoi primi abitanti.
Alleata di Roma, Histonium ne condivise gli eventi divenendo una delle città più !o-renti della costa adriatica con il privilegio della cittadinanza romana e della potestà di imporre tributi (municipium vuol dire appunto “munus capere”, ossia potestà di esigere tasse).
Con la caduta dell’impero e la invasione dei barbari la città divenne sede di guastaldato, cioè residenza di un guastaldo (amministratore di giustizia) del ducato longobardo di Benevento. Per questa ragione venne denominata “Guasto” da cui derivò il nome Vasto.
Distrutta dai Franchi di Pipino, !glio di Carlo Magno, la città venne divisa tra il Gua-staldo Aymone e il Guastaldo Gisone, conser-vando tale ripartizione amministrativa anche con i successivi feudatari.
Saccheggiata e distrutta, a più riprese, dai Saraceni e dagli Ungari, restituita, in!ne, ad unità territoriale nel 1385 per decreto di Carlo
III di Durazzo, Guasto fu feudo dapprima dei Caldora, quindi dei Guevara ed in!ne dei d’Ava-los, che la tennero ininterrottamente dal 1496 al 1806.
Per tre secoli la storia della città si confuse con quella di questa nobile famiglia di origine spagnola, i cui esponenti di maggior spicco furono Alfonso II, governatore del duca to di Milano, Ferrante Francesco, famoso condottiero vincitore della battaglia di Pavia con tro i fran-cesi di Francesco II di Valois e marito di Vittoria Colonna, Francesco Ferdinando che fu viceré di Sicilia e Cesare Michelangelo, ricordato per aver fatto coniare moneta (il tallero del Vasto, il mezzo tallero, lo zecchino ed il mezzo zecchino) e per aver ottenuto da Carlo III il diploma con il quale vennero conferiti a Vasto il 29 Marzo del 1710 il titolo di Città e l’autorizzazione a sede vescovile.
Gli avvenimenti conseguenti alla rivolu-zione francese del 1789, i moti del 1799 e l’in-staurazione della monarchia napoleonica di Gioacchino Murat che abolì le leggi feudali, ebbero un notevole in$usso sulla vita della Città, che fu uno dei centri abruzzesi più attivi nella lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia a cui tributò un notevole contributo.
All’inizio del nuovo secolo e dopo quello che ha visto due guerre mondiali ed una profonda e radicale trasformazione della società, Vasto è una città moderna, tra le più popolose ed industriose d’Abruzzo che guarda al futuro con !ducia e con nuove e più che legittime ambizioni.
“Antico municipio dei romani, ove apersi le luci ai rai del giorno,Tu che ornando la spiaggia dei Frentani, hai l’Adria a fronte e lieti colli intorno...”
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Lucio Valerio PUDENTE, incoronato poeta all’età di tredici anni in Campidoglio a Roma dall’Imperatore Traiano; Caio DIDIO, ammiraglio della $otta romana nella guerra tra Cesare e Pompeo;Riccio de PARMA, uno dei tredici cavalieri italiani che s!darono i francesi a Barletta;Bernardino CARNEFRESCA, detto il Lu-pacchino, (ca. 1490-post 1555) musicista autore di famosi madrigali e maestro del Pa-lestrina;Virgilio CAPRIOLI, (1548-1608) avvocato in Napoli si dilettò di archeologia. Fu il primo a impiantare a Vasto una tipogra!a;Orazio CRISCI, (sec. XVI) madrigalista, suoi sono alcuni componimenti inseriti nel Secon-do libro di madrigali di Domenico Sabino;Giuseppe TIBERI, (1732-1812) avvocato, archeologo, biblio!lo e poeta arcadico con il nome di Cloneso Licio;Giulio Cesare de LITIIS, (1734-1816) auto-re di dipinti a soggetto religioso;Nicola TIBERI, (1745-1805) pittore, inciso-re e poeta col nome di Orildo Apollonide;Roberto BETTI, (1780-1861) consigliere del Supremo Consiglio Amministrativo del Regno delle Due Sicilie;Gabriele ROSSETTI, (1783-1854) poeta e patriota esule in Inghilterra. Padre di Dante Gabriel, capo!la della Confraternita Prera#a-ellita, di Cristina e di William Michael;Francesco ROMANI, (1785-1852) medico, che introdusse l’omeopatia in Italia;Luigi CARDONE, (1789-1855) patriota e carbonaro;Luigi MARCHESANI, (1802-1870) medi-co, autore della Storia di Vasto;
Gabriele SMARGIASSI, (1798-1882) pitto-re della scuola napoletana.Michele GENOVA, (1802-1860) gra"ante epigrammista ha lasciato una raccolta intito-lata La Peppeide;Filippo BETTI, (1802-1877) storico, poeta e !losofo;PALIZZI Filippo (1819-1899), Giuseppe (1812-1888), Nicola (1820-1870) e Fran-cesco Paolo (1825-1870) pittori insigni di scuola napoletana;Silvio CICCARONE, (1821-1897) patriota, comandante del battaglione Vasto della Guar-dia Nazionale nel periodo risorgimentale;Valerico LACCETTI, (1836-1909) pittore e tragediografo;Giuseppe RICCI, (1844-1867) patriota ca-duto nella battaglia di Mentana;Gaetano MUROLO, (1858-1903) poeta dia-lettale autore di originalissimi sonetti in ver-nacolo;Francesco CICCARONE, (1859-1938) de-putato dal 1904 al 1919;Luigi ANELLI, (1860-1944) storico patrio e dialettologo, autore di saggi e commedie in vernacolo;Ernesto CORDELLA, (1864-1905) capi-tano di artiglieria combattente ad Adua ed esploratore nel Congo Belga;Francesco DEL GRECO, (1864-1947) psi-chiatra ed antropologo; Francesco CARDONE, (1865-1937) pitto-re, di gusto ottocentesco, erede della tradizio-ne dei Palizzi di cui fu allievo;Giuseppe MANZITTI, (1871-1925) fondò la società di assicurazioni Mutua Marittima Nazionale con sede a Genova, prima iniziativa previdenziale nel settore;
Tra i tanti concittadini che nei secoli hanno onorato la Città ricordiamo:
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Ettore IANNI, (1875-1956) scrittore e gior-nalista; per anni una delle !rme più prestigio-se del “Corriere della Sera”, di cui fu anche direttore; Camillo MANZITTI, (1877-1958) diresse da ingegnere la produzione di cannoni alla Ansldo durante la prima guerra mondiale, poi si specializzò del settore nautico;Romualdo PANTINI, (1877-1945) poeta e tragediografo, collaboratore della prestigiosa rivista letteraria “Il Marzocco”; Nicola GALANTE, (1883-1969) artista tra i più rappresentativi della pittura del Novecen-to, esponente del “Gruppo dei sei” operante a Torino e Genova;Florindo RITUCCI CHINNI, (1886-1955) artista eclettico e ra"nato, autore di liriche e di canzoni in vernacolo, pittore di grande sensibilità; Carlo D’ALOISIO da Vasto, (1892-1971) pittore e xilografo;Ra!aele MATTIOLI (1895-1973) il “ban-chiere umanista” che per un quarantennio di-resse la Banca Commerciale Italiana;Elena SANGRO (1897-1969) (nome d’arte di Maria Antonietta Bartoli Avveduti), attri-ce che ebbe grande notorietà nel periodo del cinema muto;Giuseppe SPATARO, (1897-1979) uomo politico, fondatore della Democrazia Cristia-na con Don Sturzo, più volte ministro nei go-verni del secondo dopoguerra;Giuseppe PERROZZI, (1899-1973) poeta dialettale tra i più noti ed apprezzati;
Vittorio d’ANELLI, (1902-1999) cultore di storia locale e di araldica;Aniello POLSI, (1905-1983) musicista, au-tore di notissime melodie popolari;Michele RONZITTI, (1905-1984) pittore del genere naif tra i più apprezzati in Italia.Espedito FERRARA, (1908-1992) giornali-sta e commediografo;Ernesto CIANCI, (1908-1992) esperto eco-nomista e dirigente industriale;Filandro LATTANZIO, (1908-1986) pittore che ha operato per decenni in Francia;Antonio CICCARONE, (1909-1983) ricer-catore e docente universitario di patologia vegetale;Giuseppe PIETROCOLA, (1909-2001) pubblicista ed appassionato cultore della sto-ria patria;Michele FIORE, (1910-1973) pittore sensi-bile e delicato che operò soprattutto a Geno-va;Luigi MARTELLA, (1911-1971) pittore ed educatore;Don Salvatore PEPE, (1915-1997) sacerdote e oratore valentissimo, cultore della parlature paisane;Carlo BOTTARI, (1921-2002) deputato; Carlo ANELLI, (1924-1997) insigne giuri-sta, professore universitario e presidente del Consiglio di Stato.
Numerosi i vastesi che si sono distinti all’estero. Tra questi:
Carlo DELLA PENNA, (1879-1971) emi-grato in Argentina, divenne uno dei più va-lenti industriali. Editore e fondatore della ri-vista culturale bilingue “Histonium”;Luigi RUZZI, (1881-1945) dopo aver fatto fortuna in Argentina come industriale fece co-struire nel 1931 il Politeama che porta il suo nome;
Franco PAOLANTONIO (1887-1979) a#er-mato ritrattista molto apprezzato in Sud Ame-rica;Juan DEL PRETE, (1897-1987) pittore di grande notorietà in America Latina;Pietro DI DONATO, (1911-1992) autore di Cristo tra i muratori e Tre cerchi di luce, ro-manzi che narrano le vicende degli emigrati vastesi in USA.
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dall’Unità d’Italia1860-1866 Filoteo D’IPPOLlTO
1868-1876 Silvio CICCARONE Senior
1876 Carlo NASCI
1878-1896 Francesco PONZA
1897 Luigi D’ALOISIO
1897-1919 Luigi NASCI
1919 Gelsomino ZACCAGNINI
1920-1921 Filoteo PALMIERI
1921-1923 Florindo RITUCCI CHINNI
1924-1933 Pietro SURIANI
1934-1935 Gaetano DEL GRECO
1937-1940 Erminio SCARDAPANE
1941 Francescopaolo GIOVINE
1942-1943 Silvio CICCARONE Junior
1943-1944 Emilio ZARA
1944-1945 Giuseppe NASCI
1946-1955 Florindo RITUCCI CHINNI
1955-1956 Olindo ROCCHIO
1956-1962 Idiano ANDREINI
1962-1973 Silvio CICCARONE Junior
1973-1979 Nicola NOTARO
1979-1993 Antonio PROSPERO
1994-2000 Giuseppe TAGLIENTE
2000-2001 Giovanni BOLOGNESE
2001- Filippo PIETRO-
COLA
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Lo stemma della città è uno scudo quadripartito a scacchiera con i colori del rosso e dell’ar gento tra di loro incrociati, circondato dalla scritta “VASTUM OLIM HISTONIUM ROMANUM MUNICIPIUM”
(Vasto l’antica Histonium Municipio Romano)
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di Francesco Paolo Votinelli*
M’ arecorde de lu Uaste lu paése addò so’ nate, cande jè’ pe la bbisagne a sta terra ajje migrate.Nemme puzze ma scurdaje fore la porte a lu Cuastelle, addò Sande Pandalàune vennàive ndriche e sciavunèlle.
Uaste bbèlle, terra d’éure notte e jurne penz’ a ttaje ma fa prima che mme méure te putésse arevidaje.
De la fàmmene a la Mèreche l’ome fanne nu cciudaje:ppén’ asciute da la scagne dànne satte a fà bbattaje.Se le mbiàschene la facce nghe la ciprie e lu rusciatte ma nen vàlene nu pàile de na tosta cafunàtte.
Uaste bbèlle, ecc.
Se vvulème fà le bbagne s’ ha da ije a Sàute Bbìcce ma nge sta le bbille scuje che ttinème a la Pinnicce.Aècche, l’acche de lu mare mbuzzenite de bbinzèine:a Ccasàrze sinde l’acche addurà de quarajèine.
Uaste bbèlle, ecc.
* Francesco Paolo VotinelliNasce a Vasto il 13 ottobre 1891 e dopo una giovinezza vissuta nel popoloso quartiere del “castello” a 16 anni parte da Napoli per la mitica America alla ricerca di lavoro e di un futuro migliore. A New York lavora come sarto e per il suo carattere gioviale diventa un punto di riferimento per tutta la comunità vastese. Viene chiamato “lu pelajje” proprio per la sua capacità di insaporire gli incontri dei concittadini emigranti e in una serata tra amici nasce “Uaste bbelle, terra d’eure” che diverrà l’inno dei Vastesi. Nel 1965 la nostalgia della terra natia lo spinge a tornare a Vasto dove si spegne il 14 Novembre 1969, tra l’unanime cordoglio della città.
L’inno
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I luoghi della memoria
Vista del convento
Matteo Tricoli, S. Elisabetta d’Ungheria
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Croci!sso, particolare
Tommaso Cefalo, altare ligneo
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Ricorre quest’anno il centenario della nasci-ta di Enrico Mattei e ricordarne la !gura in questo Lunario certamente non stona, poi-chè, sebbene non vastese, con Vasto e con i vastesi, ripetutamente s’intreccia la sua inten-sa, straordinaria vicenda umana. A comin-ciare dall’infanzia e dalla prima giovinezza. Nativo di Acqualagna in provincia di Pesaro, Mattei trascorre proprio qui gli anni della prima giovinezza, dopo aver conseguito la licenza elementare a Casalbordino1, dove il padre era stato mandato a comandare la sta-zione dei Reali Carabinieri. A Vasto, infatti, frequenta la Scuola Tecnica, anzi la Regia Scuola Tecnica, ch’era pressappoco la scuola media di oggi2, diretta dal professor Miche-le Lattanzio, e dimora stabilmente presso il Convitto Nasuti, il collegio che aveva sede a palazzo Ponza in via delle Lame, andato giù con la frana del 1956. Dell’adolescenza tra-scorsa sotto il cielo vastese il futuro presidente dell’Eni conserverà sempre un buon ricordo, come si ricava ad esempio dalla testimonianza di Giuseppe Spataro3, il quale racconta che, quando nel maggio del 1943 Mattei va a tro-varlo a Roma per chiedergli di essere accredi-tato presso gli ambienti antifascisti cattolici di Milano, gli dice subito, a mò di credenziale ed evidentemente per ingraziarsene il favore, di aver frequentato l’Istituto Tecnico a Vasto. Di spiccata intelligenza ma di carattere schivo,
Il personaggio dell’anno
Mattei non brilla però negli studi, nonostan-te abbia docenti severi come il canonico prof. Ernesto Del Frà ed il prof. Andrea Sacchetti. La pagella, ritrovata nell’archivio della “Ga-briele Rossetti”, ne fornisce la prova, che non rende, a dire il vero però, neanche giustizia
Enrico Mattei pone la prima pietra dell’impianto di Latina
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agli insegnanti, ai quali incomprensibilmente sfuggono le doti e la complessa personalità di quel ragazzo troppo chiuso in se stesso. Rag-giunta la famiglia a Matelica nel 1919, Mattei tornerà ad imbattersi con la città della fanciul-lezza negli anni sessanta, nel momento in cui verrà scoperto il giacimento di metano a Cu-pello. Trasferitosi intanto a Milano, dove vive l’esperienza della resistenza come capo delle formazioni partigiane democristiane e poi l’avventura dello sviluppo dell’Agip nel 1945 e della creazione dell’Eni nel 1953, curiosa-mente s’imbatte, dopo l’incontro con Spataro, con un altro vastese importante, il già miti-
co presidente della Comit Ra#aele Mattioli, con il quale simpatizza ed avvia un rappor-to che si rivela addirittura fondamentale. Se don Peppino lo aveva introdotto alla politica e gli aveva fatto persino da mentore anche dopo la liberazione, quando viene chiamato a far parte della Consulta Nazionale, primo abbozzo del Parlamento Repubblicano, e poi cooptato nella direzione nazionale della Democrazia Cristiana4, don Ra#aele diven-ta invece, nei momenti in cui si dedica alla trasformazione dell’Agip e all’edi!cazione di quel gigante delle partecipazioni statali che si chiamerà Eni, un interlocutore costante in termini di appoggio morale e soprattutto di sostegno politico e !nanziario. Del rapporto tra Mattei e don Ra#aele, che aveva pure lui da ragazzo studiato alla Regia Scuola Tecnica, si sa ch’era basato innanzitutto sulla recipro-ca considerazione, come ampiamente risulta dalle testimonianze riportate da Giancarlo Galli nel libro dedicato a Mattioli5. Signi!-cativa la circostanza riferita al prof. Ariberto Mignoli, il quale, avendo chiesto a Mattioli, de!nito “dai sentimenti rudi, sinceri”, il mo-tivo per cui nutrisse tanta simpatia nei con-fronti del presidente dell’Eni, si ebbe come risposta che Mattei era “un uomo”. Un com-plimento, anzi il massimo dei complimenti, perché, secondo il narratore, il vecchio “gat-topardo della Banca Commerciale Italiana” era solito dire che la maggioranza dell’umanità è costituita da “persone” e non da “uomini”6. Di reciproco tenore le attestazioni di stima di Mattei, che per un verso evidenziano il timore reverenziale nei confronti del banchiere, “è un gran borghese, uno studioso, ed io sono un sem-plice ragioniere”, mentre per l’altro sottolinea-no la loro stretta consonanza di idee: “quello là non è un banchiere come gli altri. Capisce.”7 La comunanza di vedute, l’amicizia e la fre-
Il Palazzo Ponza, dove Mattei è stato convittore, visto nel suo corretto posizionamento.
La cartolina era stata stampata in modo speculare e successivamente così riproposta. Il verso giusto si
evince attraverso la corretta lettura del cartello posto sul balcone che reca la scritta “Partito Nazionale
Fascista - Sezione Vasto”.
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quentazione tra i due non manca di dare ri-sultati e"cacissimi sotto il pro!lo economico. E’ proprio Mattioli che mette a disposizione dell’Eni appena costituita il primo miliardo di lire e che !nanzia in seguito tante iniziative rivolte alla ricerca ed allo sfruttamento degli idrocarburi in Italia ed all’estero. Su due cose s’intendono realmente dimostrando di avere lungimiranza di idee ed una visione lucida del futuro: sul concetto che uno Stato non può dirsi libero se non controlla le fonti energe-tiche e sull’altro riguardante l’atteggiamento da assumere nei riguardi delle aree del sotto-sviluppo e del Terzo mondo in particolare. Su quest’ultimo aspetto la sintonia è totale, in quanto entrambi considerano indispensabile, non tanto per spirito caritativo quanto invece per real politik, operare nella direzione del su-
peramento degli squilibri tra il nord ed il sud dell’Italia e del mondo. Illuminante risulta una dichiarazione del Mattei impegnato nella battaglia contro il cartello internazionale delle società petrolifere: [ Mattioli ] capisce che se l’Occidente deve continuare a dominare non può farlo con la forza ma espandendo la democrazia. Non credo che Mattioli sia un democratico per coscienza, ma lo è per intelligenza8”. Il rapporto tra questi due grandi italiani si sposta inevitabilmente a metà degli anni cin-quanta sino ai primi anni sessanta anche sul versante della politica, della quale diventano, secondo alcuni, i suggeritori ed i registi oc-culti in diverse occasioni, come ad esempio nel caso della nazionalizzazione dell’energia elettrica o nel 1955 dell’elezione di Giovanni Gronchi, preferito a Cesare Merzagora quale
Il piccolo Enrico con la mamma ed il papà, maresciallo degli RR.CC.. Alle spalle i carabinieri che con il padre arrestarono il brigante Musolino
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Presidente della Repubblica. “I due uomini – sottolinea molto incisivamente Galli – erano certamente accomunati dall’insopportazione del capitalismo tron!o, l’arroganza dei potenti, l’in-sensibilità a quella che, conoscitori del tedesco ( Mattei lo parlava alla perfezione) de!nivano la Weltanschaung, la !loso!a del mondo e della vita. Soprattutto ci credevano. Forse sono stati fra gli ultimi a privilegiare, in un ambiente economico e !nanziario vieppù caratterizzato dall’arrivismo, l’Utopia all’opportunistica gestione del potere. E quando anche all’opportunismo furono obbligati a concedere, come talvolta accadde sia a Mattioli che a Mattei, mai rinunciarono ad essere se stes-si”9. Alla !ne degli anni cinquanta, poco prima del tragico ed ancora misterioso incidente ae-reo nel quale troverà la morte, Mattei incontra Vasto di nuovo sulla sua strada e la ragione di questo nuovo rendez vous, evidentemente scrit-to nelle stelle date le circostanze sopra richia-mate, è la scoperta del metano a Cupello, ove le trivellazioni, avviate dall’Eni sin dal 1957 nel quadro di un programma di ricerca nel Mez-zogiorno, hanno dato esito positivo. In una manifestazione pubblica a Ferrandina Mattei ne dà l’annuncio a#ermando non senza enfasi:
“ L’Azienda dello Stato ha rivolto con crescente impegno le sue forze all’esplorazione del sottosuo-lo delle regioni meridionali. In questa zona l’Eni non era solo, ma in gara aperta con le imprese private. Eppure anche qui i risultati conseguiti si debbono quasi interamente all’Azienda dello Stato. Questi risultati si chiamano Gela, Fer-randina, San Salvo, Pisticci, Gagliano: i nomi
Ra#aele Mattioli presidente dalla Comit
La pagella di Mattei studente della Regia Scuola Tecnica “Rossetti” di Vasto
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dei giacimenti scoperti che attestano il manteni-mento di una promessa ed altre ne aprono per la futura, più prospera vita delle popolazioni meri-dionali”10. L’aspettativa che si crea in tutto il comprensorio è grande, ma con essa s’alza però anche il vento della protesta appena si di#onde la notizia, che contraddice la grande promessa, della prevista realizzazione di un metanodotto per convogliare il gas rinvenuto verso i grandi centri di consumo di Terni e Roma. Contro questa decisione, che ha il sapore dell’ennesima spoliazione a vantaggio delle zone più ricche, la popolazione di Cupello, scende in piazza dal maggio al dicembre del 1961 e s!da la classe politica locale e nazionale, alla quale contesta un totale disinteresse nei riguardi del territo-rio. Mattei diventa in quei giorni di convulse riunioni e manifestazioni pubbliche l’icona dello Stato nemico, ma anche quella del santo da invocare per chiedere che almeno una parte del metano rimanga in zona e che, com’è già stato deciso per Ferrandina in Basilicata, Eni
1 A Casalbordino ha come maestri Aida Rigi Travagli-no, Evelina Tiberio e Carlo Della Porta.
2 La Scuola Tecnica, regi!cata nel 1889, cambiò in seguito la propria denominazione, diventando pri-ma Regia Scuola Complementare, in seguito Regia Scuola di Avviamento al lavoro ed in!ne Regia Scuola Secondaria di Avviamento Professionale. La notizia è tratta da Luigi Murolo, Cosa Strana e Nuova. Istru-zione tecnica e territorio: un caso abruzzese tra Otto e Novecento, Vasto, Il Torcoliere, 2002, p. 72.
3 Giuseppe Spataro, I Democratici Cristiani dalla ditta-tura alla repubblica, Mondatori, Milano,1968. pag. 296. Un’altra testimonianza del buon ricordo che M. aveva della Scuola Tecnica si ricava dall’adesione all’appello lanciato nel 1953 dal preside Pietro Suria-ni agli ex alunni della Scuola per la cerimonia della “bandiera”. La circostanza si ricava dal volumetto curato dalla Scuola d’avviamento professionale “G. Rossetti”, Tra luci… e ri$essi. La scuola nel ricordo degli ex alunni, Vasto, Tip. Arte della Stampa, 1953, p. 13.
4 Giuseppe Spataro, op. cit. p. 3595 Giancarlo Galli, Mattioli. Il gattopardo della Banca
Commerciale Italiana, Milano, Rizzoli, 1991.6 G. Galli, op. cit. p. 93.7 G. Galli, op. cit. p. 1658 G. Galli, op. cit. p. 1659 G. Galli, op. cit. p. 16610 AA.VV., Mattei, quell’idea di libertà, Roma, Eni, 1982.11 La Siv venne costituita il 23 maggio 1962. A sotto-
scriverne l’atto di nascita furono la Finanziaria Bre-da, E!m, rappresentata da Pietro Sette e la So!d del Gruppo Eni, rappresentata dal rag. Salvatore Pisarri. Nella Società entrerà a far parte anche l’ americana Libbey-Owens Ford Glass.
12 L’Itis, già operante dall’ottobre 1962, verrà dichia-rato autonomo nell’anno scolastico 1966/67. Meri-toria fu in tal senso l’azione svolta da Carlo Boselli. Il 20 ottobre 1967, con decreto del Presidente della Repubblica, l’Istituto venne intitolato a Mattei.
ed Iri approvino la realizzazione di un’indu-stria chimica in loco. La lotta è dura, ma alla !ne il presidente non rimane insensibile alle rivendicazioni di una popolazione che conosce molto bene e decide, sulla base delle risultan-ze di una commissione di studio, di riservare all’Abruzzo metà della produzione accertata, nella misura di 400.000 mc. da destinare alla vallata del Trigno e d’altri 400mila mc. a Chie-ti e Pescara. Di lì a poco annuncia anche la prossima costruzione nella zona di un grande complesso industriale delle Partecipazioni Sta-tali, la S.i.v. - Società Italiana Vetro11, che av-via l’atteso processo di industrializzazione del Vastese e determina il miracolo economico al quale Mattei, che scompare proprio alla vigilia di ricevere la cittadinanza onoraria di Cupello, lega per sempre il suo nome. Alla sua memo-ria, per interessamento di Salvatore Pisarri, un altro vastese che gli fu amico e collaboratore all’Agip ed all’Eni, è intitolato l’Istituto tecnico industriale12.
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decèmbre / decèmbre / december 52ª summane
lunedì 26
martedì 27
mercoledì 28
giovedì 29
venerdì 30
domenica 1sabato 31
le Sende ‘nnucïnde
Sande Dávede
Sande Ruggiëre
Sande Silve%tre Cape d’Anne
Sande Giuvuanne
Sande &tefene
Buon Compleannola foto del mese
Il mare, un gabbiano che si libra nell’aria, acqua e cielo che simbolicamente si congiungono.
L’immagine evoca l’idea di libertà ed un verso di Charles Baudelaire: “Uomo
libero, sempre avrai caro il mare!”
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© 2
005
Nic
ola
Giu
sepp
e S
mer
illi
22
lunedì 2
martedì 3
mercoledì 4
jennare / gennaio / january 1ª summane
Sand’Angela
Sanda Genuè#e
Sande Ggrigorie
La de!nizione, diventata ormai popolarissi-ma, di Abruzzo forte e gentile ha un padre che non tutti conoscono. Si chiama Primo Levi, giornalista e diplomatico nato a Ferrara nel 1853 e morto a Roma nel 1917, il quale coniò l’espressione per farne il titolo di un suo racconto di viaggio pubblicato nel 1882 con lo pseudonimo di Primo. Il libro reca il sotto-titolo impressioni di occhio e di cuore, ha 231 pagine di testo divise in ventidue capitoli e comprende un indice delle persone incontrate durante il viaggio ed un altro delle località vi-sitate o menzionate nel racconto. L’illustrazione in copertina è !rmata da Fran-cescopaolo Michetti. Il racconto di Primo comincia così: V’a nella nostra lingua, tutta, in sé stessa, semplicità ed e"cacia, una parola consacrata dalla intenzione degli onesti a desi-gnare molte cose buone, molte cose necessarie: è la parola Forza. Epperò, s’è detto e si dice il forte Abruzzo. V’a nella nostra lingua, tutta, in sé stessa, comprensi-va eleganza, una parola che vale a comprendere, de!nendole, tutte le bellezze, tutte le nobiltà.. è la parola Gentilezza. Epperò, dopo aver visto e conosciuto l’Abruzzo, dico io: Abruzzo Forte e Gentile. Visto e conosciuto. Accomiatandosi
dal lettore in!ne a#erma: Epperò, dopo aver visto e conosciuto l’Abruzzo, ho detto e ripeto io: Abruzzo Forte e Gentile.
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giovedì 5
venerdì 6
domenica 8sabato 7
jennare / gennaio / january
Sanda ‘Mëliene
la Bbufanéje
Sande Raimande Sande Severiane
Silenziosa ma attiva, com’è nella tradizione, opera, presumibilmente dalla !ne del ‘700, a Vasto una loggia massonica, oggi contraddistinta con il numero 198 O. R. A confermarne l’esistenza soccorrono alcune testimonianze che si rinvengono storicamente sin dai moti del 1799 e poi lungo tutto il periodo risorgimentale, nel corso del quale le vicende della Massoneria s’intrecciano con quelle della Carboneria e della Giovine Italia di Mazzini. Già dall’inizio dell’ottocento opera in città una “vendita” carbonara, denominata dei !lantropi Istoniesi – Oriente – di Vasto, che porta nel sigillo simboli indiscutibilmente di origine massonica ed ha addirittura una sede in un sotterraneo di Portone Panzotto, al vicolo Paquia, dietro la Chiesa di Santa Maria Maggiore. Nel 1842 viene quindi costituita, ad opera di Gaetano Crisci, un tenore che aveva cantato nei maggiori teatri d’Europa ed in Russia, una sezione della Giovine Italia, la quale dà origine ad un’intensa attività di riunioni segrete e di propaganda delle idee liberali. La loggia torna ad operare dal 1915 sino al 1925,
quando, costretta dal Fascismo ad abbassare le colonne, come si de!nisce nel linguaggio criptico degli iniziati la sospensione, cessa ogni attività versando, per mano del maestro venerabile Francesco Paolo Giovine, l’intero tesoro di settemila lire al Comitato per il monumento a Gabriele Rossetti. Risorta a nuova vita dopo la guerra, l’o"cina chiude nuovamente nel marzo del 1949 per riaprire ancora nel 1982. Segni della pratica massonica sono visibili su alcune vecchie tombe e cappelle gentilizie nella parte storica del cimitero vastese.
La loggia massonica “G. Rossetti”La loggia massonica “G. Rossetti”
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2ª summane
lunedì 9
martedì 10
mercoledì 11
jennare / gennaio / january
Sanda Unurüate
Sande Alde
Sande Adriane
Amici del LunarioUa#taréle d’adozione, felicemente sposa-to con una vastese autentica, la signora Spina Sputore, Giulio Paglione, ingegne-re ed imprenditore edile, si è fatto mol-to apprezzare per serietà, competenza, cordialità, garbo signorile ed anche per il buon gusto che caratterizza le linee architettoniche delle costruzioni che re-alizza.
Giulio Paglione
Ingredienti: linguine o spaghetti o rigatoni, gr. 750; sei scampi; campetti sgusciati, gr. 400; olio d’oliva extravergine,dl 1; due spicchi di aglio; pomodoro a pezzetti, gr 300; pomodori passati, gr. 200; mezzo bicchiere di vino bianco secco; brandy, farina 00, prezzemolo, sale e peperoncino. Pulite gli scampi e versateli in una padella, nella quale s’è fatto roso-lare l’aglio con l’olio. Versate il sale e coprite. Ap-pena rosolati, aggiungete gli scampetti sgusciati, salati ed infarinati in precedenza, e fateli rosolare aggiungendo un po’ di vino bianco. Aggiungete a questo punto il pomodoro e fate cuocere. Quindi
mettete gli scamponi da parte e teneteli in caldo. Contemporaneamente cuocete al dente le lingui-ne, versatele nella padella con gli scampi e rimet-tete sul fuoco sino all’assorbimento del liquido di cottura. Servite caldo con una spolveratina di prezzemolo tritato.
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giovedì 12
venerdì 13
domenica 15sabato 14
jennare / gennaio / january
Sande Mude%te
Sande Ilarie
Sande Primïane Lu GiubbullèSande Maure
Più che un mestiere era, “dai tempi che Berta !lava”, un’attività che veniva svolta in casa. All’enorme telaio, sotto la guida di mani esperte, la lana, il cotone ed il lino si trasformavano in lenzuola, tovaglie, len-zuola, asciugamani, coperte per il fabbiso-gno familiare e per il corredo nuziale delle !glie. Za’ Maria Baccalà, ritratta nella foto seduta davanti al suo attrezzo, era molto conosciuta per la sua attività di tessitrice, che la occupava per buona parte della gior-nata. – Ah ma’ – soleva dirle uno dei !gli maschi – #tì sembre aësse a fatijà pe’ ssa fëjje. Manghe fusse d’éure. E lei di rimando: –Ti puzza capetà ‘na sócera cchiù fatijatàre de ma e ‘na spéuse cchiù bbèlle de sórete, !jje me’.
LA TISSITRÈCE
A lu mèdeche- Dottó, me fa male ‘na cosse.- Pi $orze, ti’ nuvand’anne…- Mbe? Me fa male ‘na còsse, no’ tutt’e ddu !
Lu latte mmaràjje- Trisù, #tu latte mi pare nu ‘ccone mmaràjje. A chi l’acchëtte? - A Piscialulètte, ogne mmaténe. - Pi $orze ch’ è mmaràjje ! Cullù a li crápe ji’ d’ à mmagnà li frónne di li scarciófene.
Fett’ e Fettarille
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A la putéche de varivìre de Paulîcce Zannutìlle
3ª summane
lunedì 16
martedì 17
mercoledì 18
jennare / gennaio / january
Sanda Lebbrate
Sande Andunie
Sande Marcellëine
Pasquale, dipendente comunale, incontra un amico al bar, che insiste per o#rirgli un ca#è – Grazie, cumbuà, gli dice ri!utando l’o#er-ta – ma ni li puzze tojje, piccà nin m’inganne sîbbete lu sonne. – Ma a le otte de la matène – gli risponde sorpreso l’amico – vu durmë? – Gnorscë – replica seccamente Pasquale – Si nnà che facce a la Cummîne?
Canda t’alléve la facce, nin fa gne’ la hatte, pássete la méne arrét’a li rácchie !
– “E’ morte Bastijàne lu callaràre”. – “Mbo’, angora aëcche vuléve #tà?
Un maestro deve far capire ai piccoli allievi della scuola elementare la vocale “i”. “Mi servirò d’una immagine” – dice – come quella dell’asino usata per la “a” e dell’elefante, adoperata per la “e”. Detto fatto, disegna sulla lavagna un bell’imbuto e soddisfatto domanda agli alunni: “Ragazzi, che cos’è mai questo?” E quelli in coro: “‘Nu muttàlle”.
– T’aricùrde, Ggiuvà, canda cummèdie facia-vàme da bardèsce? Canda se jucáve a la cchîppe, a la ciunne, a sbattamîre, a mmazze, a ‘jjonda-cavalle, a la #tìcchie, a bbittîne, a mménnile, a zzopì zopà?
Paolo Di Bussolo (lu Zannutìlle)
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giovedì 19
venerdì 20
domenica 22sabato 21
jennare / gennaio / january
Sande Màrie
Sande Ba%tiane
Sanda ‘Gnaise Sande Vincenze
Nonostante siano passati trent’anni dal giorno della sua morte, avvenuta il 1 febbraio 1976, il ricordo di padre Alberto non s’è ancora spento tra la gente, a dimostrazione di quanto fossero vere le parole del cardinale Vincenzo Fagiolo, che lo de!nì nel momento del commiato un esempio educativo ed una tangibile testimonianza della operosità umana interpretata come strumento di elevazione. Nato a Vasto il 17 novembre 1906 da Giovanni e Rosalinda Del Borrello dedicò l’intera vita a Cristo nell’obbedienza alla Regola francescana. Padre guardiano a Sulmona ed a Pescara tornò a Vasto nel 1959 come parroco di Stella Maris, impegnandosi senza risparmio nella realizzazione di un istituto per l’ospitalità e la cura dei minorati psichici al quale diede il nome del Poverello d’Assisi. Oggi l’Istituto San Francesco, da lui fondato, è una realtà socio sanitaria tra le più importanti della regione, che fa capo ad una Fondazione Onlus intitolata a padre Alberto.
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4ª summane
lunedì 23
martedì 24
mercoledì 25
jennare / gennaio / january
Sand’Arcangele
Sande Frangische
Sande Bernarde
Vecchi Fusti
All’anagrafe
Fett’ e Fettarille
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giovedì 26
venerdì 27
domenica 29sabato 28
Sanda Paola
Sande Vitaliane
San Tumuasse lu !lósofe Sande Cu%tanze
La Differenza nasce a Vasto nella seconda metà degli anni 90. Fabio Falcone (voce), Gio Martinelli (basso), Puma (chitarra), Jak-ka (tastiere e disturbi sintetici), Max Giuliani (batteria) sono da sempre un unico suono e cinque entità differenti tra loro.Centinaia di concerti in tutta Italia e una ca-pacità comunicativa unica, fanno de La Dif-ferenza una delle band più importanti del panorama musicale italiano. Le loro canzoni sono immediate, originali, intense, esplosive, graffianti, aggressive, energiche, ispirate ed emotivamente passionali allo stesso tempo. I concerti travolgenti, coinvolgenti, comunica-tivi, estasianti, entusiasmanti, unici nel loro stile. Preso! (Sony/Smrecords), prodotto da Stefano Severini e Lucio D’Alessandro per la produ-zione esecutiva di Sandra Marini, è il pri-mo album pubblicato dalla band nel marzo 2005 dopo la partecipazione al Festival di San Remo. La Differenza si classifica seconda nella cate-goria giovani con il brano “Che farò”, che di-
venta immediatamente una delle canzoni più trasmesse dalle radio. Il Cd Singolo rimane in classifica per svariati mesi e la Differenza di-venta la nuova band fenomeno del momento. Il primo tour de La Differenza nell’estate 2005 è un vero successo. I ragazzi dal vivo sono incontenibili, esuberanti, contagiosi, sconvolgenti e soprattutto suonano davvero e il pubblico rimane colpito, a tratti sconcerta-to dal grande talento della band.
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Buon Compleanno la foto del mese
5ª summanefurbare / febbraio / february
giovedì 2
venerdì 3
domenica 5sabato 4
la Cannelëre
Sande Biasce
Sande Gilberte Sand’Àghete
lunedì 30
martedì 31
mercoledì 1Sanda Virdejane
Sande Giuvuánne Bbosche
Sanda Savene
In bianco e nero per sottolinearne la tristezza, la foto evoca tempi lontani
e suscita il rimpianto per una civiltà contadina che non c’è più, come il vecchio
casolare ormai in rovina, al quale gli alberi nella loro triste nudità
invernale fanno da cornice.
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6ª summane
lunedì 6
martedì 7
mercoledì 8
furbare / febbraio / february
Sande Ggelòrme
Sande Rumüalde
Sande CusumëineLu Viat’Angele
La Tipografia Histonium: da Marinucci a Godi
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giovedì 9
venerdì 10
domenica 12sabato 11
furbare / febbraio / february
Sanda ‘Pullonie
Sanda Durutué
La Madonne de Lurde Sand’Adolfe
LU MULINÀREI mugnai in Città erano una volta sol-tanto tre: i fratelli Molino, Armando e Benito, i quali avevano il mulino nel rio-ne Croci, Menotti Garibaldi che operava nello stabilimento a lu Ddazie, nei pressi dell’attuale piazza Verdi e Cesare De Gi-rolamo, soprannominato Cascëgne, con sede in contrada Incoronata, a la‘Ngur-nate. Le tecniche di macinazione erano due, quella “a pietra”, la più di#usa sino agli anni quaranta, e quella “con i moli-ni a cilindri”. La prima consisteva nello sfregamento tra due parti in pietra dei chicchi di grano, che dava origine ad una miscela scura di farina e crusca (vrànnele o anche canëjje) dalla quale si poteva ri-cavare con il setaccio (setàcce oppure cri-vèlle) la farina bianca, detta anche !or di farina, mentre l’altro sistema di macina-zione “a cilindri”, più moderno, denomi-nato anche “ad alta macinazione”, avve-
niva in passaggi successivi di separazione e rimacina, che dava come prodotto la farina ra"nata. Nella foto l’ultimo mu-gnaio della zona, Valentino Bassi, attivo nella vicina San Salvo.
– Ma#tre Pasqua’, te va truvànne Ggisàrije…– Dëjje ca nin mi si’ vë#te.
7ª summane
lunedì 13
martedì 14
mercoledì 15
furbare / febbraio / february
Sande Ggiacënde
giovedì 16
venerdì 17
domenica 19sabato 18
Sanda Ggiulïana
Sande Romele
Sande Liaune Sande Curradëine
Sande Valendëine
Sanda Remeggëlde
1956: il crollo della zona orientale di Vasto
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febbraio - marzo
agosto
il pro!lo del costoneal novembre 1959
prima dell’abbattimento della chiesa di San Pietro
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Carlo Marchesa-
8ª summane
lunedì 20
martedì 21
mercoledì 22
furbare / febbraio / february
Sanda Marecarëite
Sande Felëice
Sande ‘Leuterie
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giovedì 23
venerdì 24
domenica 26sabato 25
furbare / febbraio / february
Sande Làzzere
Sand’Ida
Sanda Cu%tanze Sanda Matëlde
E li puliticànde è ttutti huàle,ognune fa lu furbe gne la hòlpe.E di tutti li cose che va malech’à guvirnàte prime té’ la colpe. Fanne n’arte solamende, a vandàrse ogne mumende. Carnivàle appru!ttàme, ddu’ diasìlle ‘i candàme.
Nghi li prumesse e nghi li fattarillesi cerche d’attiné’ li pupuattille,ma ‘st’amministrazione à da spjigà’quale prugresse à fatte ‘sta città? Pi’ ccurnicchie e pi’ ppindùne jé cimende e jé matùne. Li privàte custrutture à da sfruttà’ la cubbatùre.
La lunga !lastrocca, che si snocciola in venti strofe, è di Fernando D’Annunzio, poeta dialettale, al quale si devono anche le storie degli ultimi dieci anni, di recente raccolte in un bel volumetto.
Di lu spidàle e di lu cuambisàndese n’ariparle sole, ogne ttande.Si passe e s’aripàssene la palle,n’ zi fa ammomde e n’ zi fa mangh’ abbàlle. E chi té cacche malanne à da jì’ spirzijènne. A chi tè’ ‘na tomba vudde ‘i li stann’ ariquisènne.
Ma pi’ $urtune oppure pi’ sfurtune,a’huànne s’arifà li vutaziùne.Augurie città nostre, tand’ amàte, che ppozza rèsse bbon’ amministràte! Li bbillezze di ‘sta terre ‘ì l’ammidie tuttiquende, ma pulìtiche e ‘ndirrèsse l’arruvìne solamende.
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Buon CompleannoArriva, come da una conchiglia, il
rumore della risacca attraverso questa immagine, che !ssa anche il cromatismo insospettabile dei ciotoli della scogliera.
” Il mare…è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare”, ha scritto Giovanni Verga
ne’ I Malavoglia, ed il nostro fotografo ha dimostrato di saperlo ascoltare davvero.
la foto del mese
9ª summanemarze / marzo / marchlunedì 27
martedì 28
mercoledì 1Li Ciánnere
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domenica 5sabato 4
Sande Ruggïre
Sanda Camëlle
Sande Casemire Sande Usébbie
CarnëvaleSande Rumuane
Sande Habbriélede la ‘Ddulluruate
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10ª summane
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marze / marzo / march
Sande Giuvuannede Ddë
Sanda Filëciatte
Sanda Rose
Due Belle Tempre di VastesiMa chi l’ha detto che i centenari si trovano perlopiù dalle parti della Russia o giù di lì? Sarà per l’aria ancora buona, per il clima, la bellezza del paesaggio, il cibo buono e sano, i centenari ci sono pure qui, come possono provare all’anagrafe le due simpatiche si-gnorine che appaiono nelle foto, delle quali
diamo nome e cognome anche per dare un riferimento a chi volesse aver da loro l’elisir della lunga vita. A destra Teresa Teti, vedova Stampone, anni 105, ancora lucidissima ed in gamba, ed a sinistra Maria Pascucci, anni 100, vedova Napoletano, sette !gli e tanti ni-poti, che dal 1971 vive a Perth.
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Don Caddane l’arcepredde de Sand’Bbune
Fett’ e Fettarille
giovedì 9
venerdì 10
domenica 12sabato 11
marze / marzo / march
Sanda Frangiasca Rumüane
Sande Simblèce
Sande Cu%tandëine Sand’Uriaune
Musicisti che si fanno onoreDue giovani di cui vale segnalare la bravura, a"nché siano di stimolo ai coetanei. Allievi della Scuola civica musicale, Alessandro Pensa e Giacomo Di Rosario hanno raggiunto buo-ni livelli di preparazione e si cimentano ormai in concerti, spaziando dal classico al moderno con uguale disinvoltura. Alessandro, che suo-na il violino, ha vinto quest’anno anche una borsa di studio, o#erta da Albert Di Lallo, nostro concittadino in Australia, grazie alla quale sarà quest’anno a Perth per un semina-rio di aggiornamento.
Carminîcce, dètte Varvatórte, si n’ariprijéve de lu zijàne Caddàne, arcipredde de Sande Bbune. Nu jùrne zì predde ,‘ndrattinîte a lu Ua#te pe’ lu mmale tèmbe, telèfene a Carminëcce pe’ nu piatte de minè#tre - Va bbune, Zì Caddà, vi a la casa mà, ca màjjeme Carméle ha cótte pa#t’e fasciùle. – ‘N ti ‘ngaricà - dëce lu predde - che pur’a Sande Bbune se magne li fasciùle.
A tàvela màsse, trumminde Carminîcce avé’ ‘ccu-menzate a magnà, lu vicchie l’arechiàme tutte ‘ngazzate: – Prëime la prihìre, nepàte care. Dóppe se magne. Dóppe! Ma Carminîcce Varvatórte lè#te, nghi la vocca piàine, j’arispànne: – Zijàne me’, ‘na prihì-re… schinènze pe’ #tu piatte di fasciùle? E se fusse #tate ‘nu pullastrélle ch’avevama fa’, ‘na pricissiàne?
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11ª summane
lunedì 13
martedì 14
mercoledì 15
marze / marzo / march
Sanda Lujëise
Sanda Matëlde
Sanda Patrëzie
Ha vissuto con la saggia e concreta modestia dell’uo-mo che quotidianamente cerca con fatica il di"col-toso equilibrio della “livella” evocata nella famosa poesia di Totò, che recitava spessissimo a memoria ad amici e colleghi. Non si è certamente fatto tro-vare quindi impreparato quando è stato strappato alle so#erenze !siche che lo hanno accompagnato nell’ultima parte di una vita interamente spesa per l’a#ermazione del Diritto ed in difesa dei più debo-li. Avvocato per vocazione, oltre che per professione, meritò la toga d’oro “per aver esercitato in maniera esemplare l’attività forense”.
Zì DumìnicheZì Dumìniche se #trascinéve nghi lu bba#táne pe jjë a la putéche a’ ccattà cacchéuse. Ba#tijàne gnà li vàite je dëce: – “zi’ Dumi’, peccà si ‘sscîte? Arivàttene a la case piane piane e rende rende a ‘ssu mîre”. – “Scë – j’arispànne lu vicchie – gne li sîrge”.
‘Na mojje ‘ngazzate‘Ndonie è sempre poco cortese con la moglie Caterina, detta Iuccia, anzi Jîcce, diminutivo di Caterina. Torna a casa con una borsa di pesce appena comperato al mercato e dice in malo modo alla donna: - O Jîcce, làsse tutte ‘sse mmascéte e vamme à sciojje #tu pa#sce. E lei, risentita:- Piccà ‘ssu pa#sce #t’attaccate ?
Fett’ e Fettarille
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giovedì 16
venerdì 17
domenica 19sabato 18
marze / marzo / march
Sande Ggiulïàne
Sanda Gertrude
Sande Salvataure San Giusueppe
Di artigiani del rame, calderai e ramai, ce n’erano diversi in città ed erano tutti va-lentissimi. Luigi Santarelli, Giacomino Tenaglia, Giuseppe Miscione e Michele Stampone ne sono stati tra gli ultimi in or-dine di tempo, prima che questo mestiere scomparisse del tutto. Michele Stampone, nella foto intento a lavorare al “cavallo”, l’attrezzo di legno sul quale si batteva il rame, aveva bottega alla salita di Sant’An-na e tutto il quartiere scandiva il tempo della giornata al ritmo delle sue martellate sul metallo rosso, che via via prendeva la forma di conche (cànghe), caldaie (callàre), paioli (caccavèlle) paiolini (callarìlle), baci-nelle (vaccéle) ca#ettiere (ciucculattìre), pa-delle (cuttîre) manieri, scaldaletti, sui quali con appositi punteruoli incideva poi arti-stici disegni ornamentali.
LU CALLARÀRE
12ª summane
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martedì 21
mercoledì 22
giovedì 23
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domenica 26sabato 25
marze / marzo / march
Sande Uttävie
Sande Benedàtte
Sande Habbrìele
La ‘Nnungiaziàne Sande ‘Manuele
Sande Ermanne
Sanda Sandre
“Vecchia corteccia”, è tra gli imprenditori più conosciuti ed apprezzati per l’esperienza, la sag-gezza, la competenza. Tutt’ora in movimento, anche per testimoniare visibilmente la ragione sociale della sua Ditta, ch’è appunto quella di “movimento terra”, rappresenta un esempio da emulare per le giovani generazioni. Compli-menti, Nicola.
Nicola Jacobucci Amici del Lunario
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Nella cartolina d’epoca si vede la palazzina dell’o"cina elettrica inaugurata nel 1906. Concessionaria dell’appalto per l’erogazione dell’elettricità e della gestione dell’impianto era la ditta Ing. Vittorio Argnani & C. di Ancona.
La lucia lëttre accende le lampadine(1906-2006)
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13ª summanemarze / marzo / marchlunedì 27
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mercoledì 29
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domenica 2sabato 1
Sande Secundëine
Sanda Giuvuanna
Sande Beniamëine
Sand’Ughe Sande Frangischede Pavele
Sande Si%te
Sande ‘Libberte
Buon Compleanno la foto del meseIl mare unisce i paesi che separa, ha detto
il poeta inglese del XVIII sec. Alexander Pope, e l’ultimo orizzonte dell’Adriatico, armonicamente inquadrato nella cornice
del magni!co portale di San Pietro, sembra accomunare i popoli delle due
sponde nello stesso messaggio cristiano di speranza e di !ducia nella vita.
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abbrëile / aprile / april 14ª summane
Sande Vingenze Ferrare
Sand’Isidëre
Sande Rëccarde
La Filodrammatica di Vasto
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giovedì 6
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domenica 9sabato 8
abbrëile / aprile / april
Sanda Ggiulϕane
La Sanda SpéneSanda Virginie
Sande Silvene Lu Jurne de le PalmeSande Caloggere
La Confraternita del Toson D’oroCostituita nel 1996 sotto gli auspici dell’Amministrazione Comunale, sin-daco Giuseppe Tagliente, ad iniziativa di un gruppo di intellettuali come Fran-co Cardini, Renato Besana, Carlo Fa-brizio Carli, Marcello Staglieno, Lucio D’Arcangelo, Claudio Finzi, Giuseppe Sermonti, Giuliano Preparata, France-sco Gentile, Gaetano Massa e Giorgio Albertazzi, la Confraternita del Toson d’Oro, operante sino al 2000, vanta al suo attivo la realizzazione di manifestazioni cul-turali di indiscutibile spessore che hanno richia-mato l’attenzione del mondo culturale anche in-ternazionale. Assunto il Toson d’oro a simbolo della memoria, del messaggio e del signi!cato della cultura europea, la Confraternita lancia con un manifesto, de!nito del postmodernismo italia-no, un appello a tutti gli spiriti liberi un appello per una nuova rivoluzione, da combattere con la
più debole delle armi: la cultura. Obbiettivo del gruppo è la rinascita civile, culturale ed estetica contro ogni omologazione mondialistica, a"n-ché l’Europa torni a svolgere nel mondo il ruolo che le compete e che oggi sembra aver perduto. In questa direzione viene istituito un Premio In-ternazionale, che viene attribuito nelle varie edi-zioni a Ernst Nolte, a Marc Fumaroli, a Sergio Romano. Contestualmente dà vita ad un pre-mio triennale di saggistica, assegnato ad Alberto Arbasino per il libro Paesaggi italiani con zom-bi, ed organizza incontri mensili, denominati i Dialoghi del Toson d’oro, che vedono la par-tecipazione di Antonio Marzano, Luce D’Era-mo, Carlo Sgorlon, Massimo Caprara, Antonio Martino e Ferruccio Perazzoli.
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15ª summane
lunedì 10
martedì 11
mercoledì 12
abbrëile / aprile / april
Mercluddé SandeSande Ggilie
Sande Tibberie
Sand Pumbè
Don Michele Ron-zitti
La celebrazione della Pasqua ha inizio con la veglia, che si svolge dalla sera precedente sino allo scoccare della mezza-notte, durante la quale si rivive la Passione di Gesù Cristo e si partecipa ai Sacramenti. Ha inizio con la benedizione del fuoco e con l’accensione del cero pasquale, simbolo di Cristo-Luce, che viene introdotto in processione nella chiesa, progressivamente illuminata. Al rito fa seguito l’Annunzio del mistero pasquale di Cristo, che arriva a rischiarare la terra del Suo splendore vincendo le tenebre del peccato.
La Santa Pasqua
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giovedì 13
venerdì 14
domenica 16sabato 15
abbrëile / aprile / april
Giuvuddé SandeSande ‘Dduarde
Vennardé SandeSande Masseme
Sabbete SandeSande Ducudére
La PascheSand’Irene
16ª summane
lunedì 17
martedì 18
mercoledì 19
giovedì 20
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domenica 23sabato 22
abbrëile / aprile / april
Sande ‘Spedëite
Sanda ‘Gnàise
Sand’Anzelme
Sanda Flavie Sande GiorgeLa Madonne
de la ‘Ngurnuate
Sanda ‘Pullonie
Sande FabbieLu Pasquane
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Con l’entrata in guerra dell’Italia, a Vasto Marina, allora chiamata Istonio Marina, vennero internati esponenti antifascisti. L’internamento di guerra consisteva nel soggiorno obbligato nel comune assegnato dall’autorità di polizia ed in una rigida disciplina di sorveglianza. Gli internati di guerra di Istonio Marina alloggiavano nell’albergo dell’avv. Oreste Ricci o nella villa Marche-sani, a !anco della chiesa di Stella Maris. Il servizio di vigilanza era assicurato da dodici carabinieri e quello medico dal dottor Nicola D’Alessandro. Il numero degli internati crebbe sino a raggiungere, rispetto alle prime 79 persone del giugno del 1940, il numero di 185 presenze. Tra di essi !guravano anche nomi famo-si dell’antifascismo militante, come Mario Borsa, che poi divenne nel 1945 direttore del Corriere della Sera, Ra#aello Gialli, noto critico d’arte, Giuseppe Scalarini, caricaturista dell’Avanti!, il !losofo Edmondo Cione, il critico d’arte Mattei.
Una cartolina inviata da un internato di guerra. Il suo nome è Francesco Jovenit-ti, leggibile in alto a destra sopra al timbro postale di partenza, dal quale si ricava il luogo ed il giorno della spedizione.Il testo è indirizzato alla moglie Giuseppina Ronzi Jovenitti, via A. Sciesa, 21, Milano: 28-2 = Pina, mia diletta, Anima, Pensiero e vita. Ti ricordo con forte nostalgia e ricordo te Lino e La Rita e questa cartolina bruciata. Quello che più è vivo in me è la vostra visita e da quella porta vi ò visto partire e in me vi era una cosa grande grande quanto l’a$etto che sento per voi. O’ benedetti momenti se pur dolorosi e Voi Pinuccia, cosa c’era nei nostri cuori quando la prima volta i nostri occhi si sono visti e sotto il bersò abbiamo mangiato. Come ti ò vista, amata adorata, e come ti ò vista e sentita nel tuo amore e in tutta la tua azione di sposa, di donna e di madre, come allora e più di allora, ti sento mia e tanto ti voglio bene. Francesco Jovenitti.
Gli Internati di Vasto Marina
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17ª summane
lunedì 24
martedì 25
mercoledì 26
abbrëile / aprile / april
Sande Marcelleine
Sande Marche
Sande Gelarde
Cristian Nicola Salvatorelli.In risposta alla richiesta dall’ONU di fronteggia-re la situazione in Somalia, stremata da anni di guerra civile, carestia e pestilenze, il 13 Dicem-bre 1992, nell’ambito dell’operazione umanitaria multinazionale Restore Hope, i primi reparti italia-ni iniziavano ad a'uire in Somalia. Il contingente italiano denominato Italfor – Ibis, incentrato sulla Brigata Paracadutisti Folgore, era stanziato su un territorio esteso tra Mogadiscio e il con!ne somalo con l’Etiopia. Tra i ragazzi italiani impegnati nella missione c’era anche il nostro caro Cristian che, animato dagli stessi valori umanitari di libertà e
di pace, accoglieva la chiamata all’azione nel corso del suo periodo di ferma, unendosi ai parà della Folgore in missione in Africa. Ci ha lasciato trop-po presto, vittima di un incidente stradale.
Giuseppe Catania, Peppino per gli amici, presidente dell’Associazione vastese della stampa ha festeggiato nel 2005 le nozze d’oro con il giornalismo, Infatica-bile, collabora ancora attivamente con varie testate nazionali e locali e vanta al suo attivo numerosi pre-mi meritati per l’impegno e per la serietà professio-nale dimostrata in ogni momento. Lo vediamo nella foto insieme a Stefano Pallotta, presidente dell’Or-dine Regionale, mentre spegne le tradizionali can-deline nel corso della festa che ha voluto celebrare accanto a tutti i colleghi vastesi.
50 ANNI DI GIORNALISMO
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giovedì 27
venerdì 28
domenica 30sabato 29
Sanda Zéite
Sande Vitale
Sanda Catarëine Sande Mizie
abbrëile / aprile / april
Amici del LunarioLeano Di Giacomo
C. Nel 2002, nella ricorrenza del centena-rio del calcio vastese, ha curato la realizza-zione di un cd dal titolo “Grazie Vasto”, contenente quattro inni biancorossi.
Leano è il suo “nom de plume”, perché in realtà si chiama Sebastiano ed è nato e residente a Vasto. Ha pubblicato raccol-te di poesie: Stagioni (1983), Blue-jeans (1984), La tua idea (1985), Amori (1986). Dal 1986 è iscritto alla Siae come paroliere e suoi testi sono stati incisi da Franco Toz-zi, Tony Dallara, Mal, Cristian, La Strana Società, Wilma De Angelis, Valerio Libo-ni, Gianni Drudi, Mara Meis, l’Orchestra Papillon, Alex Damiani, Orchestra Sergio Pezzi, I Mitici, Al Rangone, Dino, I Nuovi Angeli. Sue canzoni per i più piccoli sono state presentate nei festivals del Microfo-no d’oro, Cantablù, Giocamusica, Pompei Giovani, Verdinote, Bimbofestival, La Vela d’oro. Nel 1989 ha scritto “Cuore Bianco-rosso”, inno della squadra di calcio, inciso su 45 giri in occasione del ritorno in serie
... ConiugaliConsigli
... Economici
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18ª summane
lunedì 1
martedì 2
mercoledì 3
giovedì 4
venerdì 5
domenica 7sabato 6
maje / maggio / may
Lu Legne de la Cráce
Sande Flurïane
Sande Ninzie
Sanda Bbenedatte Sande ‘Nnucienze
Sande ‘Ttanasie
Sande Giusuéppe Arteggiane
Buon Compleanno
Dolce e chiara è la notte e senza vento, / e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
posa la luna… Dinanzi alla serenità che suscita questa immagine insolita
del crinale di Punta Penna, ritornano spontanee alla mente le bellissime rime
del canto di Giacomo Leopardi.
la foto del mese
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19ª summane
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Sande ‘Ndunëine
Sande Libbratàure
Sande Vittàure
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giovedì 11
venerdì 12
domenica 14sabato 13
maje / maggio / may
Sande Fabbïane
Sande Nerè
La Madonne de Fàteme
Sande Matté
Disponibile, ma discreto e riservato, come si conviene ad un gentiluomo per cultura e per tradizione familiare, il professor Luigi vive da tanti anni a Vasto, dove ha svolto con passione la professione di docente. Originario della vicina Pollutri, ha contri-buito allo sviluppo ed alla modernizzazio-ne di quel comune come promotore, tra i più convinti ed attivi, della realizzazione della Cooperativa vinicola “San Nicola”, proprietaria di una delle cantine sociali più dinamiche del comprensorio.
Luigi D’Agostino Amici del Lunario
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20ª summane
lunedì 15
martedì 16
mercoledì 17
maje / maggio / may
Sande Pasquale
Sande Ubbualde
Sanda Matalene
Non esiste più, ma sorgeva in località Selvotta la chiesetta che si vede qui di !anco in una cartolina d’epoca. Di preciso era ubicata lun-go la strada provinciale che reca a San Salvo, in corrispondenza del bivio di via Buonanot-te ed era stata eretta dai monaci francescani nel 1957 e poi demolita nel 1963. Accanto ad essa funzionava anche una scuola elemen-tare, rurale, come si diceva allora, realizzata
nel 1962 della quale la foto, ch’è di quattro anni successiva, fornisce la prova. Al centro l’insegnante signora Angelucci. In prima !la da sinistra si riconoscono: Franco Pascuc-ci, Anna Tana, Rosa Maria Jacovitti, il !glio della maestra, Nicola Troiano, Antonietta Antenucci, Bruno Pascucci. In seconda !la: Lina Giacomucci, Giuseppe Ciccotosto, Ma-ria Travaglino, Antonietta Tana, Eva Pascuc-ci, Rita Zinni, Nicola Giacomucci, Michele Tana, Rocco Antenucci.
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giovedì 18
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domenica 21sabato 20
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Sande Venanzie
Sande Cili%tëine
Sande Bernardëine Sande Sicundëine
A lu cuambisande
Fett’ e Fettarille
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21ª summane
lunedì 22
martedì 23
mercoledì 24
maje / maggio / may
Sanda Giuvëine
Sande Desiderie
Sanda Rëite da Cascie
Nata a Teramo sul !nire dell’800, conservò per tutta la vita, interamente trascorsa a Vasto, un aspetto ottocentesco, nel modo di essere, di porsi, d’intendere soprattutto la scuola. In-segnò francese a generazioni di giovani e lo fece ininterrottamente con dedizione assoluta per oltre quarant’anni. Severa ed esigente ver-so gli alunni, fuori dalle mura scolastiche era mite e gentile. Trascorreva a Parigi due mesi all’anno per aggiornare la sua conoscenza del-la lingua e solo alla soglia dei settant’anni, su consiglio di Padre Pio da Pietrelcina, al quale era molto devota, si ritenne esonerata da tale obbligo morale. E’ scomparsa nel 1995, ma la sua eccezionale !gura di insegnante resta nitida nella memoria di molti vastesi.
quasi matematiche
Equazioni
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giovedì 25
venerdì 26
domenica 28sabato 27
maje / maggio / may
Sande Gregorie
Sande Feleppe
Sande Federëiche La ‘ScenziauneSande Emëlie
Non data certamente dall’insediamento della Siv la presenza di un’industria vetraria nel vastese. Antichi documenti provano, infatti, che laboratori per la lavorazione del vetro furono impiantati a Vasto dal XVII secolo ad iniziativa di maestri vetrai venu-ti da Murano. Il sistema di lavorazione era quello, appunto, della so"atura praticato nella località veneziana, che consisteva nel trasformare il bolo di vetro in una vescica, la quale veniva poi spaccata per lungo al !ne di ottenere un vetro piano.
LU VETRÀRE
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24ª summane
lunedì 29
martedì 30
mercoledì 31
giovedì 1
venerdì 2
domenica 4sabato 3
maje / maggio / may
Sande Giurduane
Sande Giu%tëine
Sand’Uggenie
Sanda Clutëlde La PendecosteSande Quirëine
Sande Ferdenande
Sande Massimëine
Buon Compleanno
“La notte…ci piace perché, come il ricordo, sopprime i particolari oziosi”,
ha scritto il grande poeta argentino Jorge Luis Borges. L’inconfondibile sky-line della città illuminata che si specchia
nelle acque del mare dà un colpo d’occhio immediato della bellezza incomparabile
di quest’angolo del mondo.
la foto del mese
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25ª summane
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Sande Robberte
Sande Feleppe
Sande Fiurenze
La foto è stata scattata a bordo di un piroscafo e, se le informazioni assunte sono veritiere, !ssa un momento felice d’una crociera in Adriatico alla volta di Pola , o forse di Zara, or-ganizzata dall’O.N.D (Opera Nazionale Dopolavoro) che suscitò tant’eco all’epoca. Una gita in mare, allora come oggi, è sempre un’occasione irripetibile di mondanità.
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giovedì 8
venerdì 9
domenica 11sabato 10
ggine / giugno / june
Sande Severëine
Sande ‘Rrëiche
Sande Zaccarëje La TernetèMadonne di li Merécle
Punto di stella
Giuseppe Trovarelli
Amici del Lunario
Circh’ a monde e circ’a bballe, circh’a pìte e cirche ‘n cëime, ndo stà Pippëne Trovarelli? Nzi ferme nu mu-mende, viàt’ a àsse. Li pù truvuà cacche vodde a la uattàte, mentre stà sott’a lu sàle a rinducculà nghi lu martelle lu faggiàne e la faggìje.
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Il Circolo Socio Culturale S. Antonio Abate
24ª summane
lunedì 12
martedì 13
mercoledì 14
ggine / giugno / june
Sande ‘Ndonie de Padeve
Sanda Alëice
Sande ‘Nufre
Sorto nel 1987 per iniziativa di un gruppo di abitanti del quartiere omonimo, dopo alcuni anni di as-sestamento, si è strutturato stabil-mente con un gruppo di dirigenti attorno al presidente Giovanni Salvatorelli (sostenuto dal dinami-co parroco Don Domenico) pro-ponendo iniziative culturali, spor-tive e ricreative per valorizzare le potenzialità della zona in continua espansione. La festa del quartiere, la sagra della pizza, i gruppi fol-cloristici organizzati per cantare le #torie e lu Sand’Andunie sono alcuni tra gli esempi di questo decennale impegno. Diventata inutilizzabile la vecchia sede i soci si sono impegna-ti, sostenendo anche gli oneri !nan-ziari, a costruirne una nuova senza attendere che strutture pubbliche risolvessero il problema. Quest’an-no, all’interno del piccolo parco giochi, è stato inaugurato l’edi!cio del “Centro”, segno tangibile del loro impegno civile e del loro attac-camento alla contrada.
Il gruppo dei dirigenti che hanno sostenuto l’iniziativa e la facciata del centro.
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Si ‘vvù aripaiudëOgne tande me piàce a jë a Nicole, a la Logge Am-blingh. Ci porte amëice e ‘mmigréte australiène. Pe’ $à bbèlla !hîre me vajj’ a raccummuannè prëme: “Niculà, vujje fa bbèlla !hîre nghe puche sodde”.
Canda me porte lu cuànde però, scimmadàtte, pè farme forze curagge me déce ridenne: “A tá facce pahà sole la vidìte”. ‘N grazi’a Ddë – hàjj’ arispòste l’utima vodde – accuscë aripaiudèsce sìbbete sìbbete… ‘#ta mazzanne tra cap’e colle”.
Fett’ e Fettarille
giovedì 15
venerdì 16
domenica 18sabato 17
ggine / giugno / june
Sande Veite
Sand’Ureliane
Sande Adolfe Lu Corpus ‘DdòmeneSande Curnuelie
Ha rappresentato insieme al medico, dott. Francesco Rocchio, l’istituzione sa-nitaria alla Marina, quando il rione era abitato da poche persone, dedite perlopiù alla pesca ed alla coltivazione dei campi. Farmacista a tempo pieno sino al 2000, quando ha ritenuto di dover passare il te-stimone ai !gli, è stato per la correttezza e la disponibilità sempre dimostrata nei confronti della gente un punto di riferi-mento per tanti che avevano bisogno. Un uomo che de!niremmo d’altri tempi, se non avessimo !ducia che il suo esempio nella vita e nel lavoro ha certamente pro-dotto emuli anche al giorno d’oggi.
Vincenzo Russi
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25ª summane
lunedì 19
martedì 20
mercoledì 21
ggine / giugno / june
Sande Lujëgge
Sanda Micchelëine
Sande Rumüalde
Immancabili, quasi statuari come don Gabrie-le, che dall’alto della stele ne controlla compli-ce movimenti e parole, Lello, Geggè e Giggine sono i veri padroni di Piazza Rossetti, dove tra-scorrono buona parte del loro tempo di pensio-nati sereni. Tra una “vasca” e l’altra del continuo andirivieni, a mond’e bbàlle, passano al setaccio tutti i fatti del giorno spaziando dalla politica, allo sport, ch’è il loro più grande argomento di discussione. Tre moschettieri, insomma, ai quali, come D’Artagnan, s’aggiunge Ca’Gian-franco, il quale smessa la livrea di commesso a Montecitorio, torna di tanto in tanto a integrare la bella e spensierata compagnia.
Vecchi Fusti
Piccola Pubblicità 1930da «Il Vastese d’Oltre Oceano»
del tempoPrevisioni
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Geometri e Ragionieri del 1945
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domenica 25sabato 24
ggine / giugno / june
Sande Paulëine
Sande Nazzarie
Sande Giuuánne Batte%te
Sande Hujerme
Punto di stella
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domenica 2sabato 1
gginîe / giugno / june 26ª summane
Sand’Irené
San’Bitre e Pavele
Sande ‘Nnuciénze
Sande &tefene Madonne di li Grazie
Sande Clemende
Sande Giuvuanne e Pavele
Punto di stella
Buon Compleanno
Oltre il limite di quel cancello, nella perfetta prospettiva disegnata dalle antiche colonne c’è l’incanto
del cielo e del mare e la vista d’un angolo di paradiso che ci fa pensare quanto
non sia esatta l’a$ermazione di Marcel Proust, secondo cui
“i veri paradisi sono i paradisi perduti”.
la foto del mese
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lîjje / luglio / july 27ª summane
Sanda Filummuéne
Sanda Maréjja Guràtte
Sanda Cláudie
Sand’Adriane Sande Ggiste
Sanda Sabbette
Sande Tumuásse
Presidente della Cantina Cooperativa San Michele, che ha sede legale ed operativa in località Pagliarelli, rappresenta ed ammini-stra con encomiabile passione questa bella realtà economica creata ad iniziativa degli imprenditori agricoli locali. Docente e vice preside presso l’Istituto Commerciale e per Geometri “Filippo Palizzi”, si è comple-tamente dedicato, dopo il ritiro dall’inse-gnamento, alle attività della Cantina , che hanno registrato un notevole incremento nell’ultimo periodo.
Amici del LunarioAntonio Nocciolino
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Nata nel 1962 come sezione staccata dell’Indu-striale di Chieti, l’ITIS di Vasto ottiene l’auto-nomia nell’ottobre 1966. Nelle foto, momen-ti della solenne cerimonia di intitolazione ad Enrico Mattei, alla quale partecipa la Signora Margareta, vedova dello scomparso presidente dell’ENI. Nella foto a destra sono riconoscibili il prof. Edoardo Suriani, la signora Elia La Pa-lombara Boselli e don Antonio Moretta. In bas-so il preside Carlo Guazzotti e il comm. Carlo Boselli.
Saraceni, Angelo Michele Sera!ni, Francesco Paolo Sorgente, Francesco Paolo Spadaccini, Bruno Spinetti, Domenico Stivaletta, Nicola Stivaletta, Antonio Tana, Francesco Tartaglia, Nicola Tartaglia, Ercole Zulli.
I PRESIDIPrima dell’autonomia:Silvio Mele (1962-66); vice presidi, Vincenzo Russo (1964-65) e Edoardo Suriani (1965-66).Dal 1966 ad oggi: Carlo Sergio Guazzotti (1966-71); Gino Levantesi (1971-72 e 1974-76); Ennio Palucci (1972-73); Anna Maria D’Amore (1973-74); Rocco Morgia (1976-78); Gabriele Moro (1978-79); Fernando Fiore (1979-2006).
I primi diplomati del 1966/67:Giovanni Abbadessa, Antonio Aceto, Giuseppe Argentieri, Roberto Armeno, Mario Bevilacqua, Osvaldo Bozzelli, Nicolangelo Bucciarelli, Ma-rio Candeloro, Luigi Carriero, Giovanni Cian-ci, Aristide Ciavatta, Carlo Cimino, Giuseppe Cinquina, Michele Ciu", Nicola Crognale, Vitale D’Achille, Francesco Paolo D’Adamo, Nicola D’Adamo, Mario D’Amelia, Franco De Filippis, Federico Di Fabio, Nicola Di Fabio, Francesco Di Fano, Ennio Di Fonzo, Nicola Di Ninni, Antonio Di Vito, Michele Felice, Nicola Giampietro, Nicola Giuliani, Nedo Golfarini, Nicola Malatesta, Piero Mancini, Nino Mari-ni, Antonio Menna, Nicola Miscione, Michele Molino, Nicola Nocciolino, Antonio Odio, Sal-vatore Palma, Davide Perrozzi, Pietro Perrozzi, Domenico Piccinino, Mario Prosperi, Basso Ritucci, Francesco Salerno, Domenico Salle-se, Giuseppe Sanese, Dario Saraceni, Pasquale
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28ª summane
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martedì 11
mercoledì 12
lîjje / luglio / july
Sande Furtunüate
Sande Bbenedàtte
Sanda Isabella
Cosa accadde quel 7 luglio 1946? Se n’é persa memoria, ma i più anziani non hanno dimenticato che in quella “calda estate” dell’ imme-diato dopoguerra in Città si scatenò la piazza. Ad originare gli scontri, che si pro-trassero per più gior-ni, per l’esattezza dal 5 del mese, fu lo sciopero indetto dal sindacato per prote-stare contro il caro-
vita e la disoccupazione incalzanti. In quel giorno una pallottola vagante, sparata dalla mano di un oppositore, nel corso di un più acceso tumulto sotto la sede della Democrazia Cristiana, ferì una giovane donna. La successiva morte per cancrena avrebbe de!nitivamente risolto la vicenda. Su di una lapide del Camposanto “vecchio”, sotto un’ allegoria un po’ naïve con il motto Libertas in-scritto in uno scudo crociato, si legge il seguente epita"o: “Colpita da piombo fratricida / Anna Marinucci di Sal(vator)e / nata nel Vasto il 26. 6.1923 decedeva il 23.7.1946 / Dell’Idea Cristia-
na ardente assertrice / sacri!cio sublime / di una giovinezza infranta”. Sessant’anni dopo quindi la giovane donna riassume un nome ed un cognome ed i suoi uccisori vengono individuati da quell’ac-cusa incisa sulla pietra che parla di “piombo fra-tricida”. Due condanne a sette anni irrogate dalla Corte di Assise di Lanciano, o#rivano, in quanl-che modo, risposta al problema giudiziario, ma una questione, tuttavia rimaneva oscura: perché quella mano era armata?
La “Calda Estate” del ‘46
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venerdì 14
domenica 16sabato 15
lîjje / luglio / july
Sande ‘Rreiche
Sande Camélle
Sande Bbonavendïre La Madonnade lu Cármene
Punto di stella
Con un territorio così ricco d’argilla (cri-táne) Vasto ha potuto vantare per secoli un artigianato per la produzione di vasi, tegami (tijélle), giare, orci (càndre), piatti, trù$ele e ciùcene, rispettivamente recipien-ti per l’acqua per il vino. L’attrezzo prin-cipale di lavoro era la ruota, azionata dal movimento del piede su un pedale, con la quale mani sapienti modellavano le varie forme delle terraglie (critàjje).Un laboratorio di vasai si trovava sino a cinquant’anni fa negli stessi locali in cui oggi è ospitato il ristorante “Le Cisterne” e vi lavoravano, sotto la direzione di un tal ma#te Vingenze, un paio di operai.
LU VASÀRE
medicaRicetta
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29ª summane
lunedì 17
martedì 18
mercoledì 19
lîjje / luglio / july
Sand’Arsenie
Sanda Marëine
Sande Cirille
La foto ritrae il dott. Francesco Rocchio in par-tenza per una visita domiciliare con la sua bor-setta di attrezzi sanitari. L’istantanea è emble-matica di un certo modo di fare medicina ch’è purtroppo ormai scomparso e di un tempo nel quale il medico era considerato più l’amico di famiglia che il professionista distaccato, stacca-ricette, al quale siamo abituati oggidì. Medici che hanno lasciato dietro di loro profumo di ga-lantuomini, tra i quali si ricordano ancora Tom-maso Cordella, Marchesani, Mucci, Marcello Sangiovanni, capostipite d’una generazione di professionisti, Filoteo Ricci, Nicola D’Ales-sandro, Giulio Colangelo, Radoccia, Vincenzo
IL MEDICO DELLA MUTUA
Martone, Silvestro Bile, Luigi Peluzzo, Elios Pe-trilli, D’Agostino.
Piccola Pubblicità 1930da «Il Vastese d’Oltre Oceano»
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domenica 23sabato 22
lîjje / luglio / july
Sand’Aurelie
Sande Claudie
Sanda Maréjja Matalene
Sanda Bbréggede
Il suo nome è Giovanni Luca Giombetti, in arte John Betti. E’ nato a Fano dove vive e lavora a tempo pieno come pittore ed illu-stratore, vignettista per “Il Resto del Carlino” ed altri giornali. I suoi dipinti fanno parte di collezioni italiane e straniere. Conosce bene Vasto ed ha saputo con spirito ed eleganza !ssare sulla tavolozza alcuni eventi di vita cittadina. Sue sono, infatti, le illustrazioni delle cartoline commemorative stampate in occasione della riapertura del Teatro Rossetti, dell’inaugurazione della piscina comunale e della Scuola Civica Musicale, dell’incontro di boxe Coggi-Hiranaka del 1989, della giorna-ta commemorativa dello scrittore italo-ameri-cano Pietro Di Donato nel 1993, delle tappe del Giro d’Italia del 1998 e del 2000.
John Betti, il vignettista amico
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30ª summane
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lîjje / luglio / july
Sand’Annee Giuvuacchëine
Sande Giàcheme
Sanda Cristëine
Punto di stella
Scomparso prematuramente nel 1978, fu tra gli imprenditori protagonisti nel dopoguerra della ri-nascita economica del comprensorio. La “F.lli Mo-lino” realizzò, proprio grazie a lui, ch’era il più an-ziano dei fratelli, le basi di una solidissima fortuna imprenditoriale che ancora dura. Al lavoro riusciva anche ad alternare momenti di socializzazione, che lo portarono a diventare presidente della squadra di calcio nel momento certamente più esaltante della sua storia e cioè della promozione in serie C. Agli imprenditori che con lui sostenevano la Pro Vasto amava ripetere: “ Il pallone è tondo, si sa, ma dob-biamo far di tutto, a cifre tonde, perché la Città abbia la squadra che merita”.
30 luglio 1905Nelle elezioni provinciali nel manda-mento di Vasto viene eletto l’avvocato Erminio Boschetti di Cupello, il quale sconfigge per 758 voti a 498 l’avvocato Edoardo Suriani di Monteodorisio, che intendeva sostituire nella carica lo zio morto da poco.
La varicàtte avë smarrate e da li mîure di li Láme le fámmene se raccummuannàvene: “ Ca Ddë t’accumbagne, ‘nnómmene Patre, Fëjje e Spirde Sande, Madonna de le Grazie, Sande Micchè, Sand’Andrà, Sande Scimàune e tutti li Sende…
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domenica 30sabato 29
lîjje / luglio / july
Sande Celestëine
Sanda Serene
Sanda Marte Sanda Biatrëice
Il “campionissimo” all’Aragona
La foto ritrae Fausto Coppi durante la riunione ciclistica del 5 maggio 1953 a Vasto. Nell’istantanea si riconosco-no, in alto, Gelardo Gagliardi, Mi-chele Di Rosso e Salvatore Verre; in
basso, il corridore Milano, Angelo Di Marco (giovanissimo) e l’organizzato-re della manifestazione, il commissa-rio della Federazione Ciclistica, Luigi Colamarino.
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31ª summane
lunedì 31
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mercoledì 2
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domenica 6sabato 5
ahâ%te / agosto / august
Sand’Usebbie
Sanda Lèdie
Sande Giuvuanne
Sand’Osvalde Sand’Uttaviane
Sande ‘Li#anze
Sande ‘Gnazie
Punto di stella
Buon Compleanno
“Il mare non è stato mai amico dell’uomo. Tutt’al più è stato complice della sua
irrequietezza”. Lo ha scritto Joseph Conrad e lo conferma questa immagine che con il forte ed intenso contrasto dei
colori pare sottolineare proprio il senso di mistero che fortemente attrae gli spiriti
liberi ed irrequieti.
la foto del mese
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32ª summane
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mercoledì 9Sande Rumüane
Sande Ddumuéneche
Sande Caddane
ahâ%te / agosto / august
Scambi culturali con l’AustraliaContinuano, coronati da un successo crescente, gli scam-bi culturali tra le scuole di Vasto e di Perth. E#etto migliore non poteva scaturire dal gemellaggio tra le due Città, che è davvero ormai proiettato nel futuro rappresentato dai tantissimi giovani coinvolti in questo progetto. Nella foto, l’ultimo gruppo di giovani intorno a Silvio Petroro, ideatore del gemellaggio.
H())*+,-. /( 0122.34,.Nella foto: olio su tela di Florindo Ritucci Chinni degli anni Venti che, in una suggestiva ambientazione vastese, ritrae il personaggio.
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domenica 13sabato 12
ahâ%te / agosto / august
Sande Lurenze
Sanda Chiare
Sand’Erculüane Sand’Ippolete
Mestiere antico che si perde nella notte dei tempi, quello del canestraio, e che richiede tempi di preparazione piuttosto lunghi. Lu canestràre, infatti, doveva pri-ma far provvista di canne e poi passare alla lavorazione vera e propria. La scelta era fatta di solito in periodo di mman-ganze, cioè di luna calante. Alle canne si dovevano aggiungere quindi i ramet-ti scelti dagli alberi di salice o di olmo. Nella fase esecutiva si cominciava a rea-lizzare la base del canestro con le stecche più robuste per dare solidità e poi man mano, utilizzando i rametti più $essibili, se ne confezionavano le pareti. Sante Di Nicola, detto Senzasanghe, è stato l’ul-timo canestràre di cui s’abbia memoria. Colto in $agranza dal proprietario di un campo ove s’era furtivamente introdotto nelle prime ore del mattino per procu-
LU CANESTRÀRE
rarsi canne e rami, gli vennero richiesti a titolo risarcitorio tre canestri.- Pover’a mma ! M’ajj’azzàte de notte, so’ senza san-ghe e me fì pahà tande salàte ? Che mmala jurnàte, scimmadàtte.
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Amici del Lunario
33ª summane
lunedì 14
martedì 15
mercoledì 16
ahâ%te / agosto / august
Sande Rocche
L’Assunzianede Sanda Maréjje
Sande Massemiliane
Punto di stella
Con un padre come Remo, s’è praticamen-te nutrita sin da bambina di pane e impre-sa e non poteva non diventare una giovane manager. Nunzia Salvatorelli ha infatti un ruolo di primo piano nel gruppo Vastarredo srl, azienda che opera nel settore dell’arreda-mento per scuole d’ogni ordine e grado, presente sul mercato internazionale con uno stabilimento persino in Polonia. Il suo credo professionale è condensato in queste poche parole: conoscenza, tenacia e capacità di mettersi in discussione ogni giorno.
Nunzia Salvatorelli
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domenica 20sabato 19
ahâ%te / agosto / august
Sande Settëmie
Sand’Elene
Sanda Sare Sande Bernarde
Ma#t’Andonie Furtàzze, al se-colo Antonio Ritucci, fale-gname in via Barbarotta, era uno spirito allegro, estroverso ed un grande sportivo. Ave-va soprattutto passione per il calcio (lu futtebballe) e per la Pro Vasto innanzitutto. Della squadra, che s’era guadagnata ai suoi tempi la de!nizione di “Fiorentina d’Abruzzo”, fu sempre un accanito sostenito-re, come prova la foto che lo ha colto insieme a Nicola Fer-rara ed a Carmine Costantini, presidente e segretario del club biancorosso. Coltivava anche l’hobby della musica e fece parte come batterista di bande e complessi musicali. Durante la guerra par-tecipò persino a spettacoli viaggianti destinati ai campi di prigionia in Francia come orche-strale dello “Special Show American”. Dotato di senso dell’humor, aveva sempre la battuta pronta e di lui si racconta che un tal giorno, dopo aver ascoltato l’apprendista che giusti-
Vecchi Fusti
!cava il ritardo in bottega con lo studio pro-lungato dei verbi, chiese a costui il presente indicativo del verbo essere. Non avendo avuto risposta, provvide ad incoraggiarlo lui stesso avviandone la coniugazione con uno stra-scicato “io sono”, al quale l’apprendista fece però seguire subito un terri!cante “tu soni”, che suscitò la risposta feroce di ma%t’Andonie: - …e màmmete abbàlle” .
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34ª summane
lunedì 21
martedì 22
mercoledì 23
ahâ%te / agosto / august
Sanda Réuse
Sanda Maréjje Riggëine
Sande Fabbrézie
Alain Delon
al Film Festival
2005
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Figlia di Nicola e di Giulia Pracilio è nata a Perth, dove è considerata una vera propria star della tele-visione. Lavora infatti per diversi canali televisivi ed è testimonial del “Nulsen Haven Association” e di “Canale 7 Telethon”. Dal 1999 al 2002 è stata ripetutamente eletta “presentatrice dell’anno”. In-segna public speaking training a politici, impren-ditori e manager di importanti aziende come Mc-Donalds e BHB Billiton. Abita nella capitale del West Australia, in pieno centro, a poca distanza dal Vasto Lake, il grande parco intitolato alla città d’origine dei genitori .
Tina Altieri
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domenica 27sabato 26
ahâ%te / agosto / august
Sande Bartlummué
Sanda Lucille
Sande ‘Lessandre Sanda Mòneche
Costituito negli anni ottanta come Circolo Pensio-nati Vastesi, è stato intelligentemente trasformato in Centro di aggregazione anziani, diventando un punto di riferimento per le generazioni meno gio-vani, che ad esso si rivolgono per assistenza socio sanitaria e per consulenza. Intitolato alla memoria di Michele Zaccardi, che all’assistenza sociale de-dicò tutta la vita, promuove, grazie all’infaticabile opera del direttivo presieduto da Dalmata Fabbri (nella foto con Angela Poli Molino), anche mani-festazioni culturali e ricreative.
Il Centro di aggregazione anziani “Michele Zaccardi”
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35ª summane
lunedì 28
martedì 29
mercoledì 30
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domenica 3sabato 2
ahâ%te / agosto / august
Sanda Sabbëine
Sande Marëine
Sand’Eggedie
Sande ‘Lpedie Sande Durutué
Sanda Candede
Sande ‘Hu%teine
Buon Compleanno la foto del meseAerea, leggera la musica sale direttamente
al cielo, a questo sembra voglia alludere quest’immagine scattata dalla cassarmonica che viene posizionata in piazza durante le
festività del Santo Patrono. Tornano alla mente le parole di Johann Sebastian Bach:
“per tutta la musica, il suo !nis e la sua causa !nale non dovrebbero mai essere altro
che la gloria di Dio e la ricreazione della mente. Se non si bada a questo, in verità, non c’è musica, ma solo grida e strepito”.
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Sanda Eve
Sanda Riggëine
Sanda Rosalie
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domenica 10sabato 9
settèmbre / settembre / september
Sande Sticchenicchje
Cand’è nateSanda Maréjje
Sanda Sarafëine Sanda Nichëuleda Tulundëine
LU VUTTÀRE
La Carnarëjje, la Carneria, è una contrada distante sei o sette chilometri dal vecchio centro, in direzione nord, tra Collemartino, Erce e Velluto. Nella zona c’è una caverna nella quale
secondo un’antica leggenda, è sepolto un tesoro custodito addirittura da un diavolo. Di qui il detto: Vá’ a chiamá’ lu dijàvele a la gràtte di la Carnarëjje”, che viene pronunciata all’indirizzo di chi desidera arricchirsi.
Di bottai e tinai i meno giovani ricordano Ange-lo Di Sario, che aveva bottega il via Vittorio Ve-neto, Felice Di Sario in via Valloncello e Saverio Di Rosso in via Po. Il mestiere è ormai scomparso, tanto che l’unico artigiano che rimane in tutto il Vastese si trova addirittura a Castiglione Messer Marino e si chia-ma Lino Di Tullio (nella foto). A determinarne la !ne è stata, l’introduzione di nuove e più eco-nomiche tecniche di conservazione del vino, che hanno indotto a sostituire il legno con la plastica, con il cemento o con la vetroresina. E’ auspicabile però che nel prossimo futuro, in considerazione dei nuovi orientamenti che spin-gono verso la qualità del prodotto, si torni a riu-tilizzare questo antichissimo contenitore. Perché, come si sa, una buona botte fa il vino buono.
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37ª summane
lunedì 11
martedì 12
mercoledì 13
settèmbre / settembre / september
Sande Lebborie
Sande Guide
Sanda Ggiacënde
13 settembre 1946 : Terminano i lavori di costruzione del muraglione del “Muro delle Lame” in via Adriatica.
30 settembre 1946: Alla presenza del ministro dell’Agricoltura Antonio Segni viene inaugurata la prima Rassegna Ippica.
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Il Premio San Michele
Taglia il traguardo della decima edizione ilo premio San Michele di quest’anno, che è di-ventato uno degli appuntamenti più attesi del panorama culturale cittadino. Nell’edizione 2005 sono stati premiati: Italo Carfagnini, un vastese titolare di una nota industria del Forlivese operante nel settore chimico; Stefa-
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domenica 17sabato 16
settèmbre / settembre / september
Sande Crescenze
La Madonne de le Sette Dilïure
Sande Cipriane Sande Robberte
no Rocchio, manager che ha collaborato con importanti aziende italiane ed internazionali; Luigi Murolo, docente ed autore di pubbli-cazioni storiche; Mario Pachioli, scultore con atelier a Firenze; l’Associazione “Vita & Soli-darietà”, impegnata nel campo della coopera-zione e dell’assistenza ai Paesi sottosviluppati.
38ª summane
lunedì 18
martedì 19
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giovedì 21
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domenica 24sabato 23
settèmbre / settembre / september
Sanda ‘Usebbie
Sande Mattè
Sande Maurëzie
Sande Lëine Sande Pacëfeche
Sande Gennere
Sanda Sufuëje
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39ª summane
lunedì 25
martedì 26
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domenica 1sabato 30
settèmbre / settembre / september
Sande Terrenzie
Sande Fauste
Sande MicchélePatrone de lu Ua%te
Sande Gelòrme Sanda Trisëine de Ggisì
Sande Coseme e Damïane
Sande Sérge
Buon Compleannola foto del mese
Simmetria di archi: quelli delle !nestre alla veneziana di palazzo
Ritucci-Chinni, quelli “posticci” delle luminarie del dì consacrato a
San Michele, quello del portale della cattedrale. Eleganza di linee uniformi, analogia di geometrie che non sfuggono
all’occhio dell’artista fotografo.
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40ª summane
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Sande Frangische
Sande Mude%te
Sande Remegie
L’ Arciconfraternita della Carità e della Morte
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domenica 8sabato 7
uttabbre / ottobre / october
Sande Sande
Sande Brune
la Madonnede lu Rusuarie
Sande Scimàune
Figlio di don Florin-do, dopo la laurea in medicina conseguita in Italia e la specializ-zazione in ostetricia e ginecologia a Genova si trasferisce in Ame-rica dove consegue, nel “New York Policli-nic Medical School et Hospital”, il diploma di anestesiologia. Al culmine di una presti-giosa carriera diviene direttore generale del servizio sanitario della “Hanover Trust Company”. Membro di prestigiose as-sociazioni e istituti (Georgia Institute of Tecnology, Albert Einstein College of Medicine, New York Academy of Scien-ce, World Medical Association) è ancora sulla breccia e si dedica a ricerche in cam-po medico – biologico.Nonostante il successo professionale nel
Amici del LunarioFranz Ritucci Chinni
suo animo permane la nostalgia di Vasto dove torna con grande piacere appena può per ritrovare gli amici d’infanzia e rivivere la struggente atmosfera della vec-chia casa paterna, dove ha vissuto gli anni dell’adolescenza e della giovinezza.Nella foto, lo vediamo con l’allora presi-dente degli U.S.A. Bill Clinton e il suo vice Al Gore.
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41ª summane
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uttabbre / ottobre / october
Sande Sandëine
Sande Ciatté
Sanda Sare
Zì Frangische attìzze lu calláre, uarde llu mmo#te che vòlle. Zà Lucè, trumminde s’aripése mette ‘na bbella cipullate a la tijèlle e jétte uatte uatte ‘na duzzéne de melechitàgne a lu calláre: se spanne nu prufîume senza pare. Nghi piatte e tazzitélle, arréve bardèsce e vicinate pe’ n’assagge de lu cùtte prelibbàte. Zì Frangische accundende tutte quen-de. Arrive schinenze Senzasanghe e je ne dà nu tragne, sichïre ca fa risajje la pressiàne. A Sande Martène ugne mmo#te devènde huìne e zì Fran-gische se le cale nu vùcale rase rase. Po’ s’assétte saziate e bbelle e se le fa ‘na bbona sbambatèlle.
LU CERAJÈLEUn mestiere anticamente molto di#uso ma di cui s’è perduto per!no il ricordo è quello di ceraio. I cerai vastesi erano mol-to apprezzati, insieme a quelli di Lanciano, nell’intera regione e dalle loro botteghe uscivano ceri per uso liturgico, ma anche candele e lumini d’ogni sorta. Una delle ul-time industrie artigianali rimaste sulla piaz-za, come s’apprende dal settimanale Istonio dell’agosto del 1905, fu quella del signor Gaetano Celano e di suo !glio Michele. Fino agli anni Cinquanta, in via Giulia era in attività l’artigiano Vincenzo De Rosa.
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uttabbre / ottobre / october
Sande Serafëine
Sande ‘Duarde
Sanda Furtunüate Sanda Trèse
Accennammo, già, alla Società A.C.A.C.E. di Roma che nello scorso anno venne qui a trattare con l’illustre nostro podestà per la cessione del suolo da parte del Municipio e costruzione di case e villini, alle stesse condizioni di centri importanti, e cioè con pagamento di un quarto della spesa alla stipula del contratto e gli altri tre quarti a rate mensili nel periodo di venticinque anni. Annunziamo ora, con vivo compia-cimento che i primi due palazzi a sinistra del nuovo corso Littorio sono a buon pun-to, e saranno, certo, abitati in settembre dell’entrante anno. Progettista sapiente e direttore dei lavori è l’ing. cav. Giuseppe Peluzzo. E non basta. Prima dei due pa-lazzi in costruzione vi sono due altri suoli
edi!catori. Ora siamo lieti di apprendere che nel primo di essi sorgerà presto il se-condo edi!cio scolastico con un importo spesa di lire ottocentotrentacinquemila e dell’altro, la spettabile Società ACACE ha, già, avanzato domanda di cessione, per un altro palazzo. In!ne, a destra del corso Littorio, e subito dopo il magni!co primo edi!cio scolastico si sta costruendo un bel palazzo, su progetto dell’ing. agronomo Giulio D’Adamo. Con la costruzione del secondo edi!cio scolastico e dei quattro palazzi su accennati, la città nostra (che ha, già, una piazza degna di gran centro, là dove è il monumento a Gabriele Ros-setti) avrà un corso egualmente degno ed invidiabile.
12 ottobre 1971. Muore Luigi Mar-tella, architetto, preside dell’Istitu-to magistrale, pit-tore di buona fa-ma ed animatore di manifestazioni culturali ed arti-stiche.
13 ottobre 1929
Piccola Pubblicità
1930da «Il Vastese
d’Oltre Oceano»
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42ª summane
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Sande Lìuche
Sande Ruduolfe
Sanda Marecarëite
Schierato nell’aula consiliare del Palazzo di Città l’intero corpo dei Vigili Urbani. La foto è del 1977 e si riconoscono da sinistra in basso: Cesare Florio, Giuseppe Casanova, il vice co-mandante Paolino Di Lello, l’assessore alla polizia municipale Ra#aele Petroro, il comandante Evandro Sigismondi, il brig. Pietro Palombo, Carlo Bosco, Mario Giampietro. In seconda !la, da sinistra: Mario Jubatti, Anna Camilla Vecchiotti, Ivana Zendri, Angela Stivaletta, Cesare Marino, Antonio Di Vito, Errico Ronzitti. In Alto: Elvezio Giancristoforo, Nicola Mastrago-stino. Paolo Bruno, Antonio Parisi, Giuseppe Vicoli, Nicola Stivaletta.
Vecchi Fusti
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Lo chiamano professor Salvataggi, e questo titolo lo inorgoglisce più dell’altro di pro-fessore in matematica, perché s’è meritato la medaglia d’oro al valor civile dal Presidente della Repubblica per aver tratto prontamen-te in salvo cinque persone che nell’estate del 1988 rischiavano di annegare. In acqua è un vero e proprio portento e non c’è nessuno in grado di tenergli testa. Basta pensare che ancora oggi, fedele ad un appuntamento che ricorre da cinquant’anni e che è entrato a forza nel calendario delle manifestazioni estive, entra ogni anno in mare per compie-re a nuoto la traversata di dieci chilometri da Punta D’Erce sino al pontile della Marina .
Costanzo Mari-
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domenica 22sabato 21
uttabbre / ottobre / october
Sanda Lauratte
Sanda ‘Delëine
Sand’Ursulëine Sande Dunüate
E con un tempo davvero da Guinnes dei primati per uno che non ha più vent’anni.
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43ª summanelunedì 23
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Sanda Grazie
Sande Ra#ajele
Sande Giuvuanne de Cape%trane
Ottobre 1956: Viene aperta al culto la nuova chiesa di S. Lorenzo.Ottobre 1966: Viene costituita l’Associa-zione Civica Vastese “Il Faro”.Ottobre 1976: Posa della prima pietra del Palazzo di Giustizia.16 ottobre 1946: Si svolge a vasto Marina il decimo congresso provinciale delle ACLI.22-23 ottobre 1946: Al Politeama Ruzzi XI congresso provinciale della Democrazia Cristiana.
Piccola Pubblicità
1930
da «Il Vastese d’Oltre Oceano»
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domenica 29sabato 28
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Sand’Umbüerte
Sande Crispëine
Sande Taddè Sand’Unurüate
Una istituzione per la città di Vasto; la prima struttura moderna che si propose come risposta alle esigenze dei turisti. L’albergo aperto al pub-blico il 24 marzo 1929 in via Bebbia in un pa-lazzina costruita e arredata dal signor Francesco Paolo Desiati. L’edi!cio ha una facciata essen-ziale nella parte inferiore, impreziosita al piano superiore da balconi in ferro battuto e da inte-ressanti fregi e decorazioni liberty. La struttura viene inizialmente gestita da Alessio Di Paolo, un cuoco di Villa S. Maria, per poi passare sotto la direzione di don Ciccio Nardizzi. Fiore all’oc-chiello dell’albergo erano i gustosi manicaretti
della tradizione locale preparati dalla signora Maria Saveria Di Lello. Nei pressi della piazza della fontana, dove Frangische Mmassciàte scari-cava dalla sua “vettura” i viaggiatori provenienti dalla stazione ferroviaria declamando il fatidico “Vasto centro”, i coniugi Nardizzi accoglievano con squisita ospitalità operatori commerciali, viaggiatori e, nel periodo estivo, turisti. L’attivi-tà è stata continuata dal !glio Emilio !no alla chiusura avvenuta nel 1986. Nella foto, che ri-sale ai primi anni di attività, vediamo l’interno della cucina con tutta la famiglia Nardizzi e il personale addetto al ristorante.
Albergo “Nuova Italia”: e arrivano i turisti
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nnuvembre / novembre / november
Tutte li Sende
L’Alme di li Murte
Sande ‘Ggisarie
Sande Carle Burrumué
Sande Giude
Sande Quindëine
Sanda Duruté
Punto di stella
Buon Compleanno la foto del meseL’architettura, ha scritto
Johann Wolfgang Goethe è “musica congelata”. L’elegante geometria delle linee
architettoniche del Palazzo d’Avalos, che si stagliano nitide nell’azzurro del cielo come nel verde del seicentesco giardino
napoletano, conferma la musicalità di cui parla il grande scrittore tedesco.
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nnuvembre / novembre / november
Sande Gu#rede
Sanda Déure
Sanda Germane
Sande Martëine Sande Giusa#átte
Sand’Erne%te
Sande Fau%te
Funerali di... classeUn misto di tristezza e di ilarità suscitano que-ste foto sbiadite dal tempo, scattate dinanzi all’ingresso del Camposanto. Fa ridere soprat-tutto l’enorme di#erenza di trattamento tra le tre classi di servizio e la meticolosa descrizione delle opzioni che assicura la sconosciuta ditta de lu carejamùrte. Fa stringere il cuore il freddo richiamo all’o#er-ta praticata per i bambini, che testimonia d’una mortalità altissima tra i giovani, falcidiati dalle cattive condizioni igienico sanitarie di allora e
da malattie, come il tifo, la tisi, il vaiolo, che soltanto più tardi verranno scon!tte. Strug-genti questi versi di Luigi Anelli, che evocano per l’appunto il dramma d’una madre per la morte del !glioletto: “Piccá ni’ m’arispînne, !-jje mé’?… Piccà ‘ssa vocca belle sì’ ‘mbirrate ?… Accùndeje cacchêuse a mamma tè’!… Cunzùleje lu core #trazijate!…Dëjje ca #tè’ cchiù mäjje!…Ni’ li sé’ ca tè’ soltande a tä?… ‘N è nu puccate ca mê’, alu dagge di la vëita tè’, di jërte a fracità’ sì cunnannate” .
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46ª summane
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nnuvembre / novembre / november
Sande ‘Libberte
Sande Giuquànde
Sande Bonomme
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domenica 19sabato 18
nnuvembre / novembre / november
Sanda Marecarëite
Sanda Sabbette
Sande Cri%tejìane Sanda Tëlde
Pessciaréle a riposo ma con ancora tanta vitali-tà, partecipa attivamente ad iniziative sociali e soprattutto alle manifestazioni religiose nel-le quali la sua voce si fa notare per il timbro inconfondibile che fa quasi da eco a quella degli altri fedeli. Tra ricordi più belli che ama raccontare, c’è l’incontro con San Pio da Pie-trelcina a San Giovanni Rotondo, nel corso del quale, non riuscendo a trattenere la com-mozione, si rivolse a Lui dicendogli: “Padre, un giorno Lei diventerà santo”. Una predizio-ne di cui Antonio va giustamente !ero.
Vecchi Fusti
Piccola Pubblicità 1905da «Istonio»
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Piccola Pubblicità
1905da «Istonio»
47ª summane
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nnuvembre / novembre / november
Sanda Cecëlie
Sande Diàghe
Sand’Uttavie
A Vasto, negli anni immedia-tamente successivi al secondo con$itto mondiale, ha porta-to il senso della concretezza, che spesso manca ai vastesi , la cultura d’impresa e la geniali-tà di certe sue intuizioni. Creò la Salto, azienda operante nel mondo della produzione del Tabacco, che dava lavoro a centinaia di persone in que-gli anni di"cili, ma estese il suo impegno anche nel so-ciale divenendo un attivo e brillante ideatore di iniziative e di eventi che hanno lasciato un segno positivo nella storia della Città. Tra le sue realizzazioni !gura so-prattutto il Festival della Canzone Abruzzese e Molisana, che calamitava a Vasto celebrità
artistiche e presenze gior-nalistiche importanti, come ad esempio quella di Gianni Grazzini del “Corriere della Sera”. Fu a capo della neonata Azienda di Soggiorno e Turi-smo, presidente della Pro Va-sto e della Società Operaia di Mutuo Soccorso, sodalizio al quale teneva moltissimo e che nel periodo della sua gestione ottenne brillanti risultati so-prattutto in termini di parte-cipazione alla vita associativa.
Presidente del Consiglio di amministrazio-ne dell’Itis , fu uno degli arte!ci maggiori dell’iter che portò nel 1966 al riconoscimento dell’autonomia dell’Istituto intitolato ad En-rico Mattei.
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nnuvembre / novembre / november
Sande Clemende
Sanda Flére
Sanda Catarëine Crë%te RràSande Lunuarde
LU SPACCALÉNEFar provvista di legna pe’ lu fuculàre era un’at-tività alla quale si provvedeva per tempo ogni anno in vista dell’inverno. A svolgerla era appunto lu spaccalène, che dopo aver ri-dotto i tronchi alla giusta pezzatura li imma-gazzinava dentro lu funacàtte dell’abitazione del cliente. Antonio Carabba (nella foto) era lo spaccalegna più conosciuto nella zona, il quale per questo duro lavoro si accontenta-va di poco: qualche liretta, una bottiglia di vino buono ed una robusta colazione consi-stente in una frittata d’una dozzina d’uova, farcita di salsiccia o pancetta. Ecco spiegato ilo motivo per cui quando, alla vigilia della stagione fredda, Carabba chiedeva di casa in casa: “- Cumbuà, canda spaccàme ‘ssa làne ?”- la gente gli rispondeva sorridendo - Canda la hallëne fète dudice òve”.
11 novembre 1956: muore don Giustino Cianci canonico - cantore della Cattedrale. 27 novembre 1906: giunge a Vasto per un’ispezione la Commissione tecnica del pia-no regolatore dei porti.
27 novembre 1926: viene inaugurata la loca-le sezione dell’ANMI intitolata alla medaglia d’oro Ra#aele Paolucci.
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48ª summane
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nnuvembre / novembre / november
Sande Saturnëine
Sand’André
Sanda ‘Ligge
Sanda Bibbïane Sande Frangische Saverie
Sande Giácheme
Sande Virgëlie
Buon Compleanno
Un tramonto che “…’ntenerisce il core”, tanta la serenità d’animo che suscitano i colori del cielo e del mare, le suggestioni
del chiaroscuro, i ri%essi sulle pietre lambite dalla risacca che annunciano il
prossimo arrivo delle stelle.
la foto del mese
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49ª summane
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decèmbre / decèmbre / december
Sanda Nichële de Bbare
Sande Vasse
Sanda Barbere
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decèmbre / decèmbre / december
Sand’Urbane
la Cungiuzïane
Sanda Valerie la Madonne de Lurète
LU ‘RROTACURTÌLLENei mesi di ottobre e novembre cala-vano a Vasto dai centri di montagna, soprattutto dal vicino Molise, arrotini (arrutacurtìlle) ed ombrellai. Giravano per le vie cittadine, portan-dosi appresso gli attrezzi del mestiere in una cesta, e per farsi riconoscere lancia-vano con un caratteristico grido stridulo l’annunzio del loro arrivo. Il lavoro avveniva quindi in strada, per-lopiù sotto gli occhi del cliente, al qua-le l’oggetto veniva riconsegnato subito dopo la riparazione. Un arrotino “a posto !sso” si trovava in-vece all’incrocio di via Marchesani con corso de Parma.
Piccola Pubblicità
1905da «Istonio»
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50ª summane
lunedì 11
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mercoledì 13
decèmbre / decèmbre / december
Sanda Lucëie
Sanda Amalie
Sande Sabbëine
Tempra inossidabile, grinta da ventenne, lucidità di pensiero e d’azione, don An-giolino, senza malùcchie, non mostra dav-vero l’età che ha. Classe 1912, si muove come se non avesse novant’anni e lavora con un ritmo ed un entusiasmo che ha dell’incredibile. Soprattutto non vive di ricordi. Al suo attivo tuttavia ha una vita trascorsa all’impronta dell’impegno lavo-rativo nell’azienda di trasporti su gomma che porta il suo nome e che sotto la sua guida sapiente è diventata una delle più importanti dell’Abruzzo. Tutt’altra cosa
dall’aziendina a conduzione familiare che, con il mezzo antidiluviano che si vede in fotogra!a, trasportava persone da Gissi a
Angelo Cerella
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venerdì 15
domenica 17sabato 16
decèmbre / decèmbre / december
Sande Giuvuannede la Crauce
Sanda Silvia
Sand’Adelaide Sande Làzzere
Ecco un vero campione d’altri tempi. di quel-li che vivevano lo sport con passione e senza ingaggi miliardari. Nato a Vasto nel 1917, Spallini è stato ripetutamente campione pro-vinciale d’atletica leggera nella corsa sulla di-stanza dei 1.500 metri. Nel 1936 a Roma ed a Torino trionfò nei 3000 siepi. Nel 1938 fu inserito nella formazione degli atleti che do-vevano rappresentare l’Italia a Tokio, ma gli eventi bellici che si annunciavano all’orizzon-te fecero annullare la manifestazione interna-zionale.
Vecchi Fusti
In sostituzione del dimissionario comm. prof. Pietro Suriani che per lungo tempo ricoprì ed assolse con fermezza e dignità il delicatissimo u"cio, è stato in questi giorni nominato segre-tario politico di Vasto il sig. Romolo Marcan-toni. Ecco come egli ne ha dato oggi l’annun-zio alla cittadinanza: “ Chiamato dalla !ducia del segretario federale provinciale comm. Tom-maso Bottari a rappresentare politicamente questa ospitale e ridente città dell’Adriatico, nel prendere possesso della carica, porgo il mio deferente saluto a tutti i cittadini di Va-
sto. Nutro piena !ducia che tutti i fascisti di questa sezione, consci dell’ intendimenti del Partito, lo serviranno senza ambizioni ma con sacri!cio e con abnegazione. Ispirato a questi principi, con la fede di squadrista provato della prima ora dedicherò tutta la mia attività mode-sta, serena ed obbiettiva al servizio dell’Italia e del Duce e voi mi aiuterete. Per l’Italia e per il Duce alalà.” Dalle colonne de La Tribuna vada al signor Marcantoni il nostro cordiale saluto ed al comm. Bottari il nostro compiacimento per la scelta indovinata.
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51ª summane
lunedì 18
martedì 19
mercoledì 20
decèmbre / dicembre / december
Sande Libbrate
Sande Darie
Sande Ggraziane
Un thè danzante ebbe luogo l’altra sera, dal-le 17 alle 20, per gentile concessione fatta dal Principe di Pescara Carlo D’Avalos a mezzo del suo procuratore e vostro corrispondente, cav. u#. A. di Michele, nella sala più grande del Palazzo. La serata riuscì come non poteva me-glio. Intervenne tutta la “elitè” nostra in abiti elegantissimi. Molte e belle gentili signorine. Ecco, fra i tanti, qualche nome: Signore . Mar-cantoni, Di Stefano,Giuliani, Calmieri e signo-rine, Ritucci-Chinni, Fanti, Laccetti, Cardone, Tana, Marchesani, Nasci, Colangelo, Anellini, Martone, Cancellieri, Palombara, De Pompeis, Giacomucci, Zara, Nazzaro e signorina Scot-ti e signorina Muzi, Martini e signorina. E le signorine: prof. Bonarelli, Angeli, Marchetti, Olivieri, Monacelli, Boraschi, Martone, Cieri, Bernardini, Cordella, Di Lorenzo, Del Negro, Muzi, Miscione, Scotti, Di Fonzo, Rocchio, D’Ettorre, Sangiovanni, Carmenini, Laccetti, Umile, Giacomucci, Marrollo, Chinni, D’Er-cole, Della Penna,Trivelli, Murolo, Di Fonzo, Malatesta, Razionale, Spataro. E fra gli uomi-ni: comm. prof. Pietro Suriani, nostro Podestà, Romolo Marcantoni neo segretario politico del Fascio (assai complimentato e festeggiato) prof. Gioacchino Di Stefano direttore della R. Scuola commerciale; il tenente dei RR Carabinieri Giu-liani; il ten.di Finanza Michele Seo e signora; l’avv. Ritucci Chinni; centurione prof. Fanti, cav.
Giuseppe Laccetti, rag. Luigi Laccetti; dott. Prof. Giulio Cardone; Michele Spataro; tenente Tana, rag. Ulrico Marchesani, cav. Avv. Luigi De Pom-peis; cav. Avv. Giuri, dott. Cav. Vincenzo Marto-ne, avv. Domenico La Palombara; Guido Zara; dott. Cordella; N. Scotti, dott. Cav. Marcello Sangiovanni, Giacomo Marrollo, il prof. Sbroc-co e signora, il cap. Alessandrini, il dott. Corra-dini, prof. Di Rocco, cap. Olivieri, avv. Ciavatta, Di Salvio, dott. D’Angelo, rag. Trivelli, dott. M. D’Ettorre, C. Santarelli, dott. Ernesto Cianci, ten. Russo e il vostro corrispondente. L’orchestra locale, composta dei signori Vincenzo Perrozzi, Michele Parente, Giuseppe Cilli, Ettore Anelli, il maestro Dragoni, Cesario Fiore, e diretta come sempre e gentilmente dall’avv. cav. Florindo Ri-tucci Chinni, è stata inappuntabile. La iniziativa, e, insieme la riuscita di così bella festa si deve alla Segretaria del Fascio femminile Amalia Roberti-Palmili, coadiuvata dalla signora Lidia Cardone e dalle signorine Irene Cieri, prof. Maria Mo-nacelli e Leonilde Martone, nonché dai giovani del R. Istituto commerciale Giuseppe Lazzaro e i fratelli Turilli. Un bel numero del simpatico trattenimento è stato la dizione di versi in dia-letto vastese di Carlo Palmili. Autore e dicitore Izzi Vittorio sono stati assai applauditi. In!ne un gruppo di studenti e studentesse del R. Istituto commerciale contribuì a dare alla festa un’accen-tuata nota di vivacità.
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Quando a S. Giuseppe c’erano le scuole elementari
giovedì 21
venerdì 22
domenica 24sabato 23
decèmbre / dicembre / december
Sande Severëine
Sande Flaviane
Sanda Vittorie Sanda Irmëine
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52ª summane
lunedì 25
martedì 26
mercoledì 27
decèmbre / decèmbre / december
Sande Giuvuanne
Sande &tefene
la Sanda Natale
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giovedì 28
venerdì 29
domenica 31sabato 30
decèmbre / decèmbre / december
le Sende ‘nnucïnde
Sande Davede
Sanda Ilarie Sande Silve%tre
Ni n éme li cignutte!Il senso della locuzione è il seguente: «non siamo noi i masnadieri!». È così che il carissimo Tonino Ritucci mi ha restituito il signi!cato della proposizione dopo avermela più volte riferita. Ma chi fossero in realtà questi cignutte, il mio ottimo amico non mi ha saputo dire. Qualche piccola ricerca sul campo mi ha portato a concludere che, in senso spregiativo, gli abitanti della città chiamavano i pescatori duggenòtte a Giulianova, dulgignòtte a Silvi e cignutte lungo la costa del Chietino. Ne consegue allora che, con questo termine, erano indicati gli abitanti di Dulcigno, la Ulcinj del Montenegro posta al con!ne con l’Albania. E proprio perché, tra i secc. XVI e XVII, il sito era considerato un luogo di pirati, cignutte veniva a coincidere con quest’ultimo signi!cato. La perorazione di Tonino era chiara. Pirati, semmai, erano gli altri.
Na lîsce d’accheNell’ormai quasi obsoleto lessico marinaresco vastese la locuzione designa l’‘acquazzone’. Il valore semantico del termine lîsce coincide con quello del toponimo plurale Lîuce (Luci) [sing. lîce], l’area extraurbana su cui insisteva la ‘sorgente’
dell’antico acquedotto romano. Prestito lessicale del lombardesco lüscia (‘acqua’) – con$uito nella lusce (‘acqua’) del gergo vastese – ha il corrispettivo nel francese deluge.
a cura di Luigi Murolo
Pasquale Celommi, Partenza della lancetta
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L’A--*2*53,16*72. C7-(21/.
Sindaco: Filippo PIETROCOLAVice Sindaco: Vincenzo OTTAVIANO
Assessori: Antonio Catalano Dario Ciancaglini
Guido Giangiacomo - Nicola SoriaVincenzo Sputore - Nicola Traino
C725*8/*7Michele Notarangelo - Camillo Litterio Giovanni Claudio Conti - Lino Naglieri Alfonso De Filippis - Angelo Spatocco
Saverio Scampoli - Andrea Bischia - Roberto Suriani - Sabrina Bocchino - Lorenzo Russo
Ethelwardo SigismondiPiero Cipollone - Paolo Leonzio
Mario Olivieri - Francesco Paolo D’Adamo Fernando Fiore - Sabrina Scampoli Nazario Augelli - Nicola Del Prete
Nicola D’Adamo - Roberto Molino Fabio Giangiacomo - Antonio Di Santo Lucio Basso Ritucci - Gaetano Fuiano Francesco Piccolotti - Nicola Tiberio
Rocco CerulliSegretario Generale: Michele Memmo
D*,*8.23*Giacinto Palazzuolo (Direttore Generale)
Michele D’Annunzio (Urbanistica)Roberto D’Ermilio (Lavori pubblici, Servizi)
Evandro Sigismondi (Polizia urbana)Mariapia D’Ugo (Anagrafe)
Vincenzo Marcello (Pubblica istruzione, Cultura, Beni culturali)
Domenico Smerilli (Commercio, Annona, Turismo)Nicola Bevilacqua (Ragioneria)
Caterina Barbato(Direttrice della Istituzione dei Servizi Sociali)
M18*53,13(,1Presidente Tribunale
Guido GhionniProcura della Repubblica - Procuratore Capo
Vincenzo Colantonio
A.S.L.Dir. Generale - Elio Tilli
I53*3(6*72* S97/153*9:.:D*,*8.23*
Liceo Scienti"co “R. Mattioli” - Nicola D’AdamoIst. Tec. Industriale “E. Mattei” - Fernando Fiore
Liceo Classico “L.V. Pudente” e Ist. d’Arte - Franco PalomboIst. Tec. Comm. e Geom. “F. Palizzi” - Luigi Sabatini
Ist. Magistrale “R.Pantini” - Francesco SantulliScuola Media “G. Rossetti” - Letizia Daniele
Scuola Media “R. Paolucci” - Florindo MarchioneI Circolo Didattico “G. Spataro” - Maria Manso
III Circolo Didattico - Amelia Zaccardi
F7,6. ;.//’O,;*2.Commissariato Polizia di Stato Vice Questore UgoTerracciano
Compagnia CarabinieriGiuseppe Loschiavo
Tenenza Guardia di FinanzaCosma Porta
U#cio Locale MarittimoAndrea Zanghì
Distaccamento Vigili del FuocoAntonio Ottaviano
Corpo Forestale dello StatoDomenico Racciatti
C7.A.S.I.V.CdA - Fabio Giangiacomo, Nicola Del Prete,
Manuele Marcovecchio
C7257,6*7 ;* B72*<*91Commissario - Giuseppe Torricella
P1,,799:*. . P1,,79*Concattedrale di S. Giuseppe - Giovanni Pellicciotti
S. Maria Maggiore - Decio D’Angelo S. Pietro in S. Antonio - Stellerino D’Anniballe
S. Paolo Apostolo - Gianni Sciorra S. Maria Incoronata - Eugenio Di Giamberardino
S. Maria del Sabato SantoTommaso Di Stefano e Domenico Larcinese
Stella Maris - Agostino FrezzaS. Giovanni Bosco - Francesco Labarile
S. Lorenzo - Andrea Sciascia S. Marco Evangelista - Luigi Smargiassi
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Elvira Cancellieri e Camilla Grilli. Foto Nicola Anelli, 1925.
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… Non mi propongo qui di esaminare in dettaglio il pensiero o le concezioni di Enrico Mattei, né di cercare di evocare sia pur sinteticamente la !gura di Mattei quale imprenditore di fama mondiale, gran-de capitano d’industria, oppure alto funzionario dello Stato che iniziò un dibattito importante sul ruolo dell’impresa pubblica in un’economia mista ed una società democratica. Storici, biogra! ed altri intellettuali, molti dei quali ebbero il privilegio di conoscere e di lavorare con quest’uomo eccezionale, hanno già espresso e pubblicato le loro valutazioni e i loro giudizi, ed è probabile che ancora altre ope-re sull’argomento compaiano in futuro. Mi sembra più opportuno, in questa occasione, esporre alcu-ne considerazioni sull’Eni, sul suo ruolo presente e futuro in Italia e nell’economia mondiale, e porre in rilievo alcuni dei problemi che attengono al suo sviluppo futuro. La prima e più importante questio-ne riguarda la natura dell’impresa pubblica, il suo ruolo nella società democratica contemporanea e la struttura della sua pubblica responsabilità. Nel caso di Mattei è ampiamente accertato che il suo orien-tamento fu condizionato da due sue caratteristiche personali strettamente correlate tra loro, cioè il suo nazionalismo e la sua decisa avversione per il potere monopolistico. Il suo non era un nazionalismo me-schino o ristretto: ri$etteva, piuttosto, la sua acuta comprensione della natura del potere economico e di come tale potere potesse essere usato da estranei a detrimento del suo stesso paese. La recente storia dell’Italia, negli anni della seconda guerra mondiale e in quelli successivi, gli aveva insegnato, come a molti altri, che la condizione necessaria per lo status di grande potenza a#onda le radici nell’economia. Fin dai primi anni del dopoguerra, pertanto,egli concepì l’impresa pubblica che dirigeva come uno
strumento per assicurare che, in un mondo costitui-to da Stati nazionali più forti e più deboli, la sua na-zione potesse crearsi una base economica su"ciente a garantirle un minimo di autonomia nel tracciare il proprio destino. Il modo in cui egli gestì l’Agip, le sue alleanze politiche in Italia, la sua meticolosi-tà nel preparare il terreno per la creazione dell’Eni nel 1953, come anche il modo in cui egli diresse
di Joseph La Palombara
La straordinaria vicenda umana di Enrico Mattei dal giorno della scomparsa, avvenuta il 27 ottobre 1962, è stata materia di studio per storici, biogra!, economisti, giornalisti e persino fonte d’ispirazione per registi cinema-togra!ci e televisivi. Tra le tante pubblicazioni a lui dedicate abbiamo selezionato quella di Joseph La Palombara, uno dei più noti studiosi di politica internazionale, docente alla Yale University, il quale si so$erma ad analizzare il ruolo che l’Eni ha avuto nel contesto politico ed economico nazionale e mondiale. Il saggio di La Palombara, che, com’è noto, è un italo-americano di origine vastese, è contenuto nel volume Mattei, quell’idea di libertà, con il titolo: Multinazionali e ambiente politico: da Mattei ai nuovi equilibri – Responsabilità nazionali ed inter-nazionali delle imprese del settore pubblico: alcune ri%essioni su Mattei. Eccone uno dei passi più signi!cativi
Mattei con il Presidente Luigi Einaudi
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questa pubblica impresa negli anni che seguirono, dimostrano tutti chiaramente questa preminen-te preoccupazione. Se Mattei rinunciò a un ruolo formale nella politica, non fu certamente perché non si rendesse pienamente conto dell’importanza centrale del processo politico nel futuro della nuova impresa. Piuttosto, la sua concezione dell’Eni era così innovatrice e le probabilità che essa venisse compresa, per non dir poi accettata e attuata, erano così problematiche che Mattei giustamente decise di dedicare all’Eni quell’attenzione concentrata ed univoca che divenne il suo contrassegno. Per oltre un decennio, l’idea dell’Eni come forma nuova di impresa pubblica divenne per Enrico Mattei un interesse predominante, che a volte quasi rasen-tava l’ossessione. Cosa signi!ca esattamente tutto ciò? Tanto per cominciare, almeno in Italia, l’Eni
rappresentò veramente qualcosa di nuovo, e ricor-do ancora con quale entusiasmo alcuni miei coeta-nei presero a lavorare nel suo U"cio Studi. L’Eni era, infatti, una grande società che avrebbe dovuto svolgere un’attività imprenditoriale non in vista del ristretto interesse del pro!tto, o nell’interesse di co-loro che avrebbero potuto essere chiamati a diriger-la, bensì a bene!cio della società in genere. Dalla legislazione con cui l’Eni fu creato risulta chiara-mente che quelli che avevano compilato, discusso e !nalmente pilotato la legge in Parlamento si aspet-tavano che esso divenisse un grande strumento di cui lo Stato potesse avvalersi per sviluppare un’attiva e dinamica politica economica… Abbiamo visto come, sia prima che dopo la creazione dell’Eni, il concetto di responsabilità sociale corresse il rischio di degenerare rapidamente nella pericolosa idea che le imprese industriali pubbliche sono principalmen-te strumenti di salvataggio, sia che si tratti di salvare industrie marginali, ine"cienti o arcaiche, oppure i posti di lavoro che ad esse sono legati. La responsa-bilità sociale delle imprese pubbliche non può essere stoltamente confusa con il concetto, di per sé vali-do, che il moderno Stato democratico è anche un “welfare state”, cioè uno Stato assistenziale che deve garantire ai suoi cittadini taluni minimi diritti ma-teriali ed altri ad essi collegati. Anche se le conside-razioni fondamentali dei pro!tti e delle perdite non debbono arrivare a dominare il modo di pensare dei managers della pubblica impresa, in un’economia mondiale altamente competitiva, esse non posso-no, tuttavia, essere trattate come se fossero solo di marginale importanza, come se rispecchiassero solo gli interessi di coloro che dirigono le industrie del settore privato. Come ritengo fosse stata concepita da Mattei, e dagli altri pionieri dell’Eni, responsabi-lità sociale signi!cava soprattutto ricerca dei mezzi per assicurare che la pubblica impresa operasse in modo da stimolare la crescita economica, da ridurre le sperequazioni geogra!che nei livelli di sviluppo economico, da introdurre nuove forme di relazio-ni industriali e, nel corso del processo, realizzare un’integrazione degli sforzi del settore pubblico e di quello privato per modernizzare l’economia e la società. Tutto questo, inutile dirlo, avrebbe dovuto aver luogo in vista di assicurare una duratura vitalità dell’Italia nell’economia internazionale…
Mattei ad una cerimonia d’inaugurazione
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Il nome nella Bibbia è sempre inteso come la chiave di una vocazione, il segno di un destino: quello del Patrono rivela la vocazione e il destino di un popo-lo. Che signi!ca dunque che l’Arcangelo Michele è “patrono” di Vasto, compatrono dell’intera nostra Arcidiocesi? “Michele” - “Mi ka - ‘El”, “Chi è come Dio?” - è un nome singolare: esso è un’a#ermazio-ne in forma di domanda, una domanda, cioè, che porta già in sé l’abissale risposta. Proprio così, Michele è il messag-gero – ovvero l’“angelo” – di un grande messaggio, di quel mes-saggio che a sua volta è “arché”, cioè principio e forma di ogni altro che venga da Dio. Perciò è detto “Arcangelo”, angelo del messaggio che è inizio, sorgente e modello d’ogni altro messaggio, che sia buona novella. A partire dal nome il messaggio fonda-mentale annunciato dall’Arcan-gelo Michele richiama tre verità decisive: l’assoluta sovranità di Dio; la condizione “agonica”, ov-vero di lotta e di battaglia propria dell’uomo; e la !nale vittoria dell’Eterno, già ora anticipata nella forza che Egli dona ai suoi servi fe-deli.1. “Mi ka - ‘El” – “Chi è come Dio?”: sta qui, in questa domanda semplice e grande il primo mes-saggio di cui Michele si fa portatore. Dio è Dio e nessuno è come Dio: non lo è il creato in tutte le sue pur meravigliose espressioni; non lo è l’uomo, che pure è vertice e signore del creato secondo il racconto biblico della creazione. “Dio è Dio e l’uo-mo non è Dio!” (“Gott ist Gott und der Mensch ist kein Gott!”): così il grande teologo evangelico Karl Barth compendiava questo messaggio. Nessu-na pretesa umana può emulare Dio. Nessuna mania di grandezza, nessun protagonismo storico può so-stituirsi alla signoria di Dio sul cuore e sulla vita. La pretesa dell’uomo di fare tutto da sé ha avuto negli ultimi secoli una portentosa espressione: le ideolo-
gie. Esse pensavano di cambiare il mondo a partire dalla misura e dalla forza esclusiva della ragione: due secoli di ebbrezza ideologica, però, non han-no a#atto prodotto un mondo più libero, giusto e felice. L’enorme cumulo di violenza che ha segnato la stagione dei grandi racconti ideologici basta da solo a provare come l’uomo – anche e specialmen-te nella sua illusione di essere come Dio – non è
Dio e non può sostituirsi a Lui. L’Arcangelo San Michele – col messaggio di cui è portatore, in-ciso nel suo nome – ci richiama tutti ad una radicale umiltà, alla certezza di non essere tutto, ma piccola parte di un disegno che ci sovrasta e al quale è possibile cor-rispondere solo se ci si pone in at-teggiamento di ascolto !ducioso e obbediente. “Chi è come Dio?” è per eccellenza la domanda anti-idolatrica, il pensiero semplice e grande che viene a liberarci da tutte le illusioni dell’auto-esalta-zione dell’uomo, vaccinandoci rispetto ai miti ideologici e alle
utopie assetate di dominio e portatrici di violenza. Proprio così, l’interrogativo “chi è come Dio?” che l’Arcangelo pone, è invito alla fede umile e !ducio-sa, che sa costruire la vita giorno dopo giorno in ascolto di Dio, totalmente riposta nelle sue mani e nutrita di preghiera e di con!denza in Lui.2. Davanti all’assoluta sovranità di Dio, sta la sce-na vasta e terribile della storia del mondo: una sce-na di lotta, di agonia e di passione. Sembra che la storia avanzi attraverso il con$itto: popoli e gruppi sociali, intere culture e singoli individui sembrano incapaci di coesistenza paci!ca. Anche l’immediato presente, questo inizio del Terzo Millennio, è let-to da molti con lo schema interpretativo tragico e sempli!cante dello “scontro delle civiltà” (“the crash of civilizations”, di cui parla Samuel Huntington): l’Occidente cristiano sarebbe inesorabilmente de-stinato al con$itto con l’Oriente islamico. Dopo il
Omelia per la Festa di San Michele 2005di † B,(27 F7,3.
Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto
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secolo dello “scontro delle Nazioni”, l’Ottocento, dopo quello dello “scontro delle ideologie”, il No-vecento, il XXI secolo sarebbe inevitabilmente il secolo dello scontro fra i mondi religiosi e le civil-tà in cui essi si esprimono. La barbarie terroristica, ma anche la tragica risposta di guerra ad essa data, sembrerebbero confermare questa analisi. Essa però è sempli!cante e fuorviante, perché dimen-tica che il con$itto originario è in ciascuno di noi: è la grande lotta fra il bene e il male, fra l’egoismo e l’amore. Questa è la condizione tragica dell’uo-mo: la percezione di trovarsi nell’impossibilità di fare il bene che vorrebbe, come fosse schiavo della seduzione del male. Ed è qui che il messag-gio dell’Arcangelo è luminoso e salutare: nessuno potrà liberarci dalla nostra condizione di morte se non Colui che è il Signore della vita! Miche-le ci dice che Dio è con tutti coloro che lottano perché il male non vinca, perché l’amore trion! e la giustizia si faccia. Dio soccorre il debole nella prova e impedisce che la tentazione lo schiacci: nessuno è come Dio, perché solo Dio può abi-tare nel cuore di ognuno di noi e darci la forza necessaria e su"ciente per vincere la lotta della fedeltà e scegliere in ogni istante la comunione con Lui. Perciò, nelle tre volte in cui appare nel Primo Testamento, precisamente nel libro di Da-niele (10,13.21; 12,1), Michele è indicato non a caso come il difensore del popolo ebraico e il capo supremo dell’esercito celeste che sta dalla parte dei deboli e dei perseguitati: “Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui !gli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c’era mai stato dal sorgere delle nazioni !no a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro” (Dn 12,1).3. In questa vicinanza che nella lotta l’Eterno garantisce ai suoi servi fedeli è anticipata la Sua !nale vittoria, oggetto della speranza che non de-lude: l’Arcangelo Michele con la domanda di cui è portatore – “Chi è come Dio?” – è il messag-gero della speranza, Colui che ne accende e ne alimenta la !amma nei cuori. Che vi sia bisogno di speranza oggi come e più di sempre è sotto gli occhi di tutti: la tentazione sottile di non spera-re più si di#onde come un tarlo negli animi di questa società ammaliata dal nichilismo e dalla ri-nuncia ad amare. Il relativismo di#uso e suaden-te toglie alle menti e ai cuori ogni àncora ferma, cui aggrappare e su cui fondare la vita. Senza un
orizzonte ultimo, senza una patria della speran-za, non c’è cammino che valga la pena di essere vissuto, non c’è senso che tenga. L’Arcangelo è il custode del grande messaggio: possiamo sperare, perché Dio è con noi e nel Suo Figlio fatto uomo per noi ha vinto e vincerà la morte. La vita e la storia non vanno a precipitare negli abissi del nul-la, ma a riposare sulla sponda dell’eternità, nelle braccia amorose di un Padre – Madre della vita, il cui volto ci è stato rivelato ed o#erto in Gesù, il Redentore dell’uomo. Con l’aiuto dell’Arcangelo, perseverando con fedeltà nella lotta che pervade la vita, possiamo essere i testimoni della speran-za, i portatori della buona novella che Dio ci ha donato e che illumina di senso il cuore e la storia. Ce ne rende sicuri la visione del capitolo 12 del li-bro dell’ Apocalisse: “Scoppiò una guerra nel cie-lo. Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente an-tico, colui che chiamiamo diavolo e satana e che seduce tutta la terra fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi”. La speranza è poter cantare già ora con le labbra e con la vita il cantico della vittoria degli umili e dei redenti da Dio: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte… Essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’ Agnello e grazie alla testimonian-za del loro martirio, poiché hanno disprezzato la vita !no a morire. Esultate, dunque, o cieli, e voi che abitate in essi”. Le tre verità decisive, veicolate nel nome del nostro Patrono, l’Arcangelo Miche-le, divengono allora un progetto di vita e un’in-vocazione per ciascuno di noi e per l’intera nostra comunità di Chieti - Vasto: che ciascuno di noi e noi tutti insieme possiamo sempre riconoscere e proclamare con la parola e con la vita l’assoluta sovranità di Dio; che accettiamo di vivere con !-ducia la condizione “agonica”, ovvero di lotta e di battaglia propria della nostra esistenza, sapendo di non essere soli, ma accompagnati, custoditi e sostenuti dalla fedeltà dell’amore divino, rivelato in Gesù; e che la !duciosa speranza nella !nale vittoria dell’Eterno, già ora anticipata nella forza che Egli dona ai suoi servi fedeli, illumini tutti i nostri passi e le nostre scelte, facendole aurora di sempre nuovo futuro, di vita, di gioia e di bellezza
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In vacanza, settimanale umoristico-letterario, 1878, dir. Ra#aele De Luca e Luigi Anelli. Istonio, corriere della domenica; 1887, dir. Emilio Monacelli. Il Vasto, 1889. Abruzzo dei giovani, 1890. Il Frizzo, 1902, dir. Ernesto Giovine.L’Abruzzo umoristico, rivista, 1912, dir. Carlo D’Aloisio L’Indipendente, settimanale di politica, scienza, arte, letteratura, 1914, dir. Andrea Saviello. La rivista d’oggi, periodico quindicinale di politica e d’arte, 1913, dir. Roberto Roberti.Il Littorio, quindicinale politico amministra-tivo,1922, dir. Giuseppe Mattioli. Tic-Tac, numero unico, stagione balneare 1922. Il Vastese d’oltre oceano, foglietto quindici-nale,1922, dir. Luigi Anelli. Il Gragnoletto, 1927, dir. Giuseppe Perrozzi (?). La Botta Marina, 1928, dir. Giuseppe Per-rozzi (?) Lo Scudo, quindicinale della D.C., 1944, dir. Luigi Muzii. Histonium, voce d’Abruzzo giornale d’infor-mazione,1945, dir. Espedito Ferrara. Lavoro Arte e Libertà, giornale indipenden-te, 1951, dir. Luigi Del Greco. Rinnovamento Abruzzese, quindicinale di informazione,1955, Vasto, dir. Lelio Sciolè. Il Solco, mensile di cultura, arte e vita; 1957, dir. Mario Sacchetti. Pomeriggio Palizziano, Vasto, 1961, dir. At-tilio Grosso. Iniziativa, periodico Società Operaia Vasto, 1962, dir. Luigi Zimarino.
Vasto Domani, Giornale degli Abruzzesi nel mondo, 1966, dir. Angelo Cianci. La Feluca, organo della Repubblica Studen-tesca vastese, 1967.Alfa, numero unico di operai e studenti, 1968.Il Corriere del Vasto, periodico di informa-zione a cura della sez. DC di Vasto,1969, dir. Roberto Bontempo. SIV Spa, San Salvo periodico trimestrale, 1971, dir. Aldo Pellissoni. L’Informazione del Contribuente, trime-strale, 1971, dir. Francescopaolo Molino.Gazzetta del Vasto, periodico di cultura, 1973, dir. Costantino Cavallini. Il Diavolo a Quattro, periodico del Fronte della Gioventù. Msi-Dn, Vasto, 1972, dir. Giuseppe Tagliente.Vasto, notiziario del Comune, bimestrale; 1974, dir. Valeriano Moretti. Presenza e Azione, periodico mensile di poli-tica e informazione,1976, dir. Valeriano Mo-retti. Presenza e Azione d’Abruzzo, periodico mensile di informazione e vita politica, 1981, dir. Valeriano Moretti. Il Nuovo, mensile di informazione (poi quin-dicinale), 1982, dir. Alfonso Di Virgilio.Gong, mensile di attualità e informazione politica,1982, dir. Gino Di Tizio. Il Progetto, periodico,1982, dir. Valeriano Moretti. Il Taschino, settimanale, 1983, dir. Lorenzo Russo. Il Notiziario del Vastese, periodico di attua-lità, arte, cultura, turismo, folklore,1984, dir. Giuseppa Rosa Di Marco ed Eugenio D’Al-berto.
Giornali e Periodici Vastesi dall’800 ad Oggi
Intensa è sempre stata l’attività giornalistica in Città. Riportiamo qui di seguito l’elenco delle testate con l’indicazione dell’anno di iscrizione e del nome del direttore responsabile, desunto dal relativo Registro presso il Tribunale a partire dal 1983.
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In|contro, dir. Valeriano Moretti. Puntoaccapo, dir. Anna Giacomucci.Io, dir. Giovanni Gaetano Quagliarella. Rinnovare, 1994, dir. Giuseppe Tagliente.
1997. Suppl. a VitAlba, Dir. Sandro Di LiberatoreI quaderni dell’Hosteria del Pavone, 1997, dir. Pino JubattiAenne, dir. Giuseppe Buscemi. Valore Csi News, dir. Michele Tana. Interno ed oltre, dir. Nicola Del Prete.Herpes, dir. Anna Giacomucci. 2000 Anno Zero-Nuovi Annunci e A!ari, dir. Michele Tana. Lo Sguardo, dir. Miriam Giangiacomo. Il Giullare, dir. Gabriele Cerulli. Vasto 2001 Piccola Srl. Coop arl, dir. Gabrie-le Cerulli. Rivista Erreesse Gulliver, periodico mensile, dir. Claudio Vecchio. Rivista Progetto Tre Sei Gulliver, periodico mensile, dir. Claudio Vecchio. Rivista Il Ca!e, periodico mensile, dir. Mi-chele Tana. Rivista Vastonline, quotidiano, dir. Michele Tana. Bimensile La nota, dir. Giuseppe Forte. Prima Pagina, edizione Abruzzo e Molise, dir. Michele Tana. Scuolando, quaderno per la comunicazione dei docenti, dir. Clotilde Muzii e Luigi Mu-rolo. Quiquotidiano, 2003, dir. Giuseppe Ta-gliente. Diogene, mensile, dir. Luca Zappalorto. Riforma Liberale, 2004, dir. Miriam Gian-giacomo, La Rosa, 2004, dir. Gianni Quagliarella
Piazza Rossetti, agenzia di notizie politi-che,1984, dir. Giovino Scogno e Giuseppe Tagliente. Vetro Siv, periodico di informazione per il personale del gruppo Siv, 1987, dir. Nicola D’Adamo. Mostralfonso, mensile di umorismo, fumet-ti, giochi, musica, sport e informazione pub-blica, 1987, dir. Romano Garofano. Lo Sguardo, mensile politico di attività e cul-tura, 1987, dir. Marcello Bertoncini.Il Vastese Volante, quindicinale di utilità pubblica, 1987, dir. Antonio Ragni. Vasto notiziario del Comune, 1988, dir. Va-leriano Moretti. La Città, dir. Giuseppe Jubatti. La Corsea, 1988, dir. Giuseppe Cavuoti. Vasto Notizie, dir. Nicola D’Adamo.Il Nuovo sport Vasto, dir. Di Virgilio Alfon-so.Forum Vasto, dir. Giuseppe Cavuoti. Asso Vasto Notizie, dir. Giuseppe Cavuoti. First Network News Vasto, dir. Anna Bon-tempo. Per Ricominciare a crescere, dir. Giuseppe Cavuoti. Diogene, dir. Giovanni Gaetano Quagliarel-la. Orizzonte Gabrielista, dir. Carlo Necci.Il Vastese, dir. Nicola Carmenini. Lean Informazione Denso News, dir. Nico-la D’Adamo. Nuovo Vasto Notizie, dir. Giuseppe Forte.Il Popolo di Vasto, dir. Giuseppe Cavuoti. La locandina d’Abruzzo e Molise, dir. Ma-rina Recinelli. Il Balocco vastese, dir. Giovanni Gaetano Quagliarella.
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e le voci di...Carmela Camperchioli
Albert Di LalloMichele Di Casoli
I testi delle canzoni contenute nel cd
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di G. Perrozzi - A. Polsi
Tinghe ‘mpette nu gran foche che m’abbrusce poche a poche. I’ vulesse pijjà mojje, mo mi more de ‘sta voje.
‘Na belle giuvinettenen mi fa cchiù campà; i’ cerche la ricette chi che mi pò risanà’.Le sa pure Mariucce, che la ricetta me è ‘llu curucce.
Notte e jurne n ‘aripose,tenghe sempre stu nirvose.i’ le sacce ch’ajja fa’ pe’ guarì:: m’ajja spusà’.
Ma po’, si cià ripenseJ pense ma ca mi sa?A me che tiuglie fretteChi mi po’ capità?Si po’ stutà nu focheS’i n’appice naddre a poco a poco.
di Luigi Anelli
- Tu ‘na vodde a ‘stu quardille tanda bene ‘i vulive,ore e ore ci pirdive a sindirele a candà’.
Canda dendr’ ala cajole nghi chiss’ ucchie li cuveve, lu cillete ti faceve nu zumbette e nu ci-ci;
e da ‘m bacce ala cajolema ti ni vulive i’.Si dapù ‘i li stinnive‘na cirasce u ‘na pirucce,nghi lu picche la manucce ti minive a pizzica.
Si nghi me stive ammusete e sindive ca candave,li paturnie ti passave, nu vasciucce dive a me;e la vocia so’ la pace mi faceve fa’ nghi te.
Ma da cand’ a ‘stu quardilleni’ ‘i fe’ chiù ‘na carezze, à pirdiute l’alligrezze, ‘n dè’ chiù vojje di candà.
Pi’ passione li pinnucce sta ittanne a une a une; ma tu manghe ti n’ addune, chiù nu sguarde ni’ ‘i dè’;mo’ chi ni’ vu’ bene a esse, ni’ vu’ bene mangh’ a mè!
di Florindo Ritucci Chinni
Ah. Ah. Ah. / Ah. Ah. Ah.Quanta gente pi la vigne vè e vàAh. Ah. Ah. / Ah. Ah. Ah.Li canistre d’uva piene nzi mantè:
Cujje nu Vasce, mittili mocche ujje t’attocche nin ci pinzà,Quest’è lu tempe di la vinnegneMentre ti tegne l’amor si fà.
Ah. Ah. Ah. / Ah. Ah. Ah.Cand’ è bbone l’uva d’ore fa ncantàAh. Ah. Ah. / Ah. Ah. Ah.L’aspettame ntere l’anne pi magnà
Cujje nu vasce, mittili mmoccheujje t’attocche nin ci pinzà,Quest’è lu tempe di la vinnegneMentre ti tegne l’amor si fà.l’amor si fà...
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di Tilli - Zaccardi
Si coglie !ure da li giardine,se coglie frutte da lu vicinema nen se coglie le vasce belle senza la vocche de Mariuccelle. Ritornello
Mariucce’, nen li si la nuvutà’? mamme ha dette scij, ca te puzze spusà’,m’ave’ già stanghate d’aspettà; Mariuccelle Manucce’, pecché se’ tu l’amore me!
Da quande ggente sso mmidiate pe quest’arnore che è fortunate:scibbinidette la sorte belle che’ m’ha dunate sta madunnelle.
RitornelloLu !ume scegne da la muntagne,la ggente corre a la cuccagne, vulesse saghe !n’a’ le stelle pe la vuccucce de Mariuccelle. Ritornello
Aje fatte na pinzate proprie a fantasieaje jute a fà na case mbacce ala marine:e bone e belle la case a quattre murema sarà cchiu belle si c’intrasse j pure!
e tuppe e tuppe lu cor’è paszziarelletuzzul’a a’ la porte pi nu pustarelle!...
Ma vite a chi st’amore cand’è cirvilline.Se jute a fà la case mbacce al la marine:na palummelle sopr’a lu tette volegne na nuvulette... tente da lu sole!...
e tuppe e tuppe lu cor’è paszziarelletuzzul’a a’ la porte pi nu pustarelle!...
Dentr’a sa case ci sta tre pirzonela lune nghi lu sole nzimbre ala la patrone!... nghi la scalette ci saje zitte zittea ssa !nistrelle... piene di !uritte!...
e tuppe e tuppe lu cor’è paszziarelletuzzul’a a’ la porte pi nu pustarelle!...
di O. Giannangeli e B. Bianchi
I’ me recorde ancore la casetteQuasce arragnate ‘n pette alla muntagne‘sceve lu sole e tutte la campagnese culureve d’re là per là. E passe l’anne e passe... Gna facce a scurdarme de te ? Paese mé luntane, Se te putesse arvedé ! Paese mé famm’armenì : alla casetta mé vojje murì!Recorde ‘na caiole allla !nestreAddò cantè ‘na coppie de cardille:recorde élle vicine ‘na franguélleche me facé sta l’ore a reguardà. E passe l’anne e passe… Me pese sta vite pecché È triste, è triste assale A sta luntane da te! Paese mé ...Recorde mammarosse a lu telareChe me diceve: !jje, tu mò perte, :chi sa se facce a tempe a revederte:leste a ‘rmenì ca nen me trove chiù: E passe l’anne e passe… Ma la vecchierelle addò sta? E’ ferme a lu tilare E piagne mamme e tatà. Paese mé ...E mò quatrara belle, me sce scrittePe tante tanta tempe so ‘spettate,passe la primavere e po’ l’estate,fa feste li cardille e tu n’gi stì. E passe l’anne e passe… Vulesse li scenne tené
Pe’ revulà a ‘ssa case Pe’ riabbracciarme nghi tté. Paese mé ...
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di S. D’Ercole - A. Polsi
Cande la vede st’ucchie ma’ si stracche e nin si sazie di guardarle ma’:camina pronta-pronte a punte e tacche nghe tanta grazie che ti fa ‘ngantà’.
Ticche-tti... ticche-tta,è na musica che passee fa tutte arivuddà’.
‘Ss’ucchiune bbelle e chisse cijja niree ‘ssi ba"tte che ti vo’ spuntà’ sopr ‘a ‘ssi labbre rusce, che pinzire maliziuse spesse mi fa fa’!...
Ticche-tti.... ticche-tta, ecc., ecc...Brunetta me’, si vu’ che nin ‘mpazzisce j’aveme a lu chiù preste da spusa... Si !’ la sustinute e nin capisce, tu cacche mattitate mi !’ fa’.
Ticche-tti... ticche-tta, ecc., ecc...
di R. Pantini - F. Ritucci Chinni
L’acque che cande... è belle cchiù belle... è lu candoreSpuntate è nu !ore che nterre e nciele stà.
Trallalalà TrallalalàL’amore vè e vàTrallalalà Trallalalà l’amore vè e và.
L’acque che passe... cande femmene... belle avande gajarde è l’amante l’amore vè e và
Trallalalà trallalalà l’amore vè e vàTrallalalà trallalalà, l’amore vè e và.
Ogne !ore ... addoreSe... mbette a tè uajonaSi pone la passione di lu piccione tè
Trallalalà trallalalàL’amore vè e vàTrallalalà trallalalà, l’amore vè e và.
Se po’ na ... rosa rosceTe dà... lu nnammurateLa vite t’ha dunate e la felicità
Trallalalà trallalalàL’amore vè e vàTrallalalà trallalalà, l’amore vè e và.
di F. Ritucci Chinni
J chi sò na giuvunette e sò la prima cantarineE nisciune mi te pete, da li lame a la marine...N’hai piante di nuttate, n’hai passate di pene amare...Chi sti !je, ma làssate, nghi stu mare triste e care.
Sant’Andrea binidette, Binidicime la sca#ette Na cianghetta pi cambà, na cianghetta pi cambà...Tralla la la, la la la, la la la, tralla la la, la la la, la la llà.
J chi sò na vicchiarella e la rete mi s’jmbruje‘Nghi sti maje lesche e cjche, l’ucchie e l’anime se strujeN’hai piante di nuttate, n’hai magnate di pan’amare...Chi sti !je, ma lassate, ‘nghi stu mare triste e care.
Sant’andrea binidette, Binidicime la sca#ette, na cianghette pi cambàna cianghette pi cambà...Tralla la la, la la la, la la la, tralla la la, la la la, la la llà.
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Martone, Vincenzo 78
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Premessa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 5
Carta d’identità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 6
Cenni storici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 7
Figli illustri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 8
I Sindaci. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 10
Lo stemma araldico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 11
L’Inno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 12
I luoghi della memoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 13
Il Personaggio dell’anno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 15
Il Lunario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 20
Le Istituzioni Cittadine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 126
Mattei e l’Eni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 129
Chi è come Dio? di † Bruno Forte. . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 131
Giornali e Periodici Vastesi dall’800 ad Oggi . . . . . . . . . . . . . .p. 133
Canzune di lu Ua%te . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 135
Glossario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 143
Bibliogra!a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 155
Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 159
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