l’inflazione · 2018. 3. 10. · •lo stipendio medio di un impiegato era 200 mila lire al mese...
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© P. Montalbano e U. Triulzi 2009© P. Montalbano e U. Triulzi 2009
CORSO DI POLITICA ECONOMICA AA 2017-2018
DOCENTEPIERLUIGI MONTALBANO
pierluigi.montalbano@uniroma1.it
L’INFLAZIONE
© P. Montalbano
2
DEFINIZIONI: La misura del livello dei prezzi e dell’inflazione
I prezzi di beni e servizi cambiano nel tempo
Es. nel ’68:
• lo stipendio medio di un impiegato era 200 mila lire al mese
• la Mercedes 200 costava 2 ml di lire
• un caffè 60 lire
• biglietto tram 70 lire
Le cause microeconomiche—i cambiamenti nei singoli mercati—possonospiegare solo in minima parte le variazioni di prezzo di beni e servizi
• che derivano in gran parte da un continuo aumento del livello deiprezzi
Inflazione: aumento del livello dei prezzi da un periodo di tempo all’altro
Il tasso di inflazione misura la variazione percentuale del livello dei prezzida un periodo di tempo all’altro
Deflazione: diminuzione del livello dei prezzi da un periodo di tempo all’altro
© P. Montalbano
NB es. dal 1913 al 2013 il
valore della moneta si è
ridotto di ben 7642 volte: in
pratica il potere d’acquisto
di una lira di 100 anni fa
corrisponderebbe oggi a
quello di 7.642 lire (€
3,94).
Chi nel 1939 sperava di
poter «avere mille lire al
mese» vorrebbe oggi un
mensile di circa € 870.
Calcolo:
[1000*(7642,667/4,539)]/19
36,27
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Cos’è l’inflazione?
Aumento continuo e generale del livello dei prezzi e conseguente perdita di valore della moneta
Il “tasso di inflazione” rappresenta la variazione percentuale del livello generale dei prezzi. Il tasso di inflazione varia nel corso del tempo e tra i diversi paesi.
Gli indici più utilizzati per misurare l’inflazione
sono:
Il tasso di variazione del deflatore del PIL (lato produzione): rapporto
fra PIL nominale (q*prezzi correnti) e PIL reale (q*prezzi anno base) in
un dato periodo di tempo;
Il tasso di variazione dell’indice dei prezzi al consumo (IPC o IACP)
(lato consumo): costo di un paniere predefinito di beni rappresentativo
degli acquisti di un consumatore urbano medio in termini relativi
rispetto al costo del medesimo paniere rilevato in un periodo base;
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Il deflatore del PIL riflette il prezzo di tutti i beni e i
servizi prodotti internamente;
l’IPC riflette il prezzo di tutti i beni e i servizi
acquistati dal consumatore, indipendentemente dal
fatto che si tratti di importazioni o produzione
interna.
Es. se cresce il prezzo delle automobili Peugeot
(made in France), il deflatore del PIL italiano non ne
risentirà, mentre si registrerà un aumento dell’IPC.
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Aumento del
costo dei beni
importati
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Tipologie di Inflazione
“inflazione strisciante”, legata ad un aumento contenuto del livello dei prezzi (nell’ordine del 2-3% l’anno);
“inflazione moderata”, legata ad un aumento del livello dei prezzi non superiore alle due cifre (non è generalmente considerata “allarmante”);
“inflazione galoppante”, fenomeno di aumento generale dei prezzi superiore alle due cifre
“iperinflazione”, fenomeno di aumento generale del livello dei prezzi superiore alle tre cifre (è, invece, unanimemente considerata vera e propria “patologia” del sistema).
Esempio classico di iperinflazione è la situazione tedesca degli anni Venti. Dall’agosto del 1922 al novembre del 1923 la Germania registrò un tasso medio di inflazione pari al 322% mensile. Tale esempio non è, tuttavia, storicamente l’unico
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casi di iperinflazione 1
Ungheria
Offerta di
moneta
19251924192319221921
Livello dei
prezzi
100,000
10,000
1,000
100
Indice
(Gennaio
1921 = 100)
Austria
Livello dei
prezzi
100,000
10,000
1,000
10019251924192319221921
Offerta di
moneta
Indice
(Gennaio
1921 = 100)
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casi di iperinflazione 2
Germania
1
100 trillion
1 million
10 billion
1 trillion
100 million
10,000
100
19251924192319221921
Polonia
Livello dei prezzi
100
10 million
100,000
1 million
10,000
1,000
19251924192319221921
Offerta di
monetaOfferta di
moneta
Livello dei prezzi
Indice
(Gennaio
1921 = 100)
Indice
(Gennaio
1921 = 100)
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Cause dell’inflazione
“da domanda”
• Finanziaria (espansione della componente pubblica della D – in deficit)
• Creditizia (espansione della componente privata della D – credito bancario)
• Importata (espansione delle componenti estere della D, es. deprezzamento tc)
“da offerta”,
• da costi (trasferimento sui prezzi dei maggiori costi variabili dell’impresa)
• da profitti (aumento dei margini di profitto in presenza di regimi di mercato non concorrenziali)
• Importata (aumento dei costi delle materie prime importate)
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I costi dell’Inflazione
Costo delle suole: più oneroso detenere moneta in forma liquida; ciò spinge i consumatori a detenere meno moneta in portafoglio e ad affrontare maggiori costi di transazione (quantificabili come costo dei servizi bancari, perdita di tempo, ecc.)
Costo del Menu: induce le imprese a cambiare frequentemente il listino dei prezzi dei prodotti, con tutti i costi, materiali ed immateriali, che tale maggiore frequenza comporta.
Effetti di redistribuzione della ricchezza tramite riduzione del
valore reale dei debiti
Effetto Tanzi-Oliveira: distorsioni fiscali. La normativa tributaria, generalmente, assoggetta a tassazione il reddito nominale passato, riducendo così il gettito reale;
“Illusione monetaria”, cioè il fatto che le persone commettono errori sistematici nel distinguere tra grandezze nominali e reali (reddito, attività finanziarie, consumo/risparmio). Esse finiscono per prendere decisioni sbagliate ed il sistema economico raggiunge equilibri non ottimali
Iperinflazione e crollo del potere di acquisto della moneta
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I costi della deflazione?
Debiti più onerosi (es. mutui ipotecari): mentre l’inflazione avvantaggia i debitori (che vedono svalutarsi il valore del debito) la deflazione penalizza i debitori (i quali vedono il debito diventare più oneroso nel tempo). Vale anche per le imposte (al contrario di Tanzi-Oliveira)
Riduzione dei consumi: induce i consumatori a posporre le decisioni di acquisto in previsione di una riduzione del livello generale dei prezzi (contribuendo ad alimentare il fenomeno recessivo)
Riduzione degli investimenti: le imprese riducono gli investimenti produttivi perché i prezzi scendono, riducendo salari ed occupazione
“Illusione monetaria” 2, le persone commettono errori sistematici nel distinguere tra grandezze nominali e reali (reddito, attività finanziarie, consumo/risparmio). Esse finiscono per prendere decisioni sbagliate ed il sistema economico raggiunge equilibri non ottimali
c.d. «spirale deflazionistica» minore domanda delle famiglie, minore offerta delle imprese, minore occupazione, ulteriore minore domanda delle famiglie, ecc.
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Deflazione = Recessione?
I giornali a volte confondono la deflazione con la
recessione. Deflazione e recessione possono
manifestarsi contemporaneamente, ma non sono la
stessa cosa. La deflazione è una riduzione del livello
dei prezzi. La recessione è una riduzione del Pil reale
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Scuole di pensiero
Rivoluzione keynesiana
• l’inflazione scaturisce dal conflitto per la distribuzione del
reddito derivante dalla pretesa delle varie categorie di
aumentare la propria quota del reddito reale (data la
produttività)
• L’aumento dell’occupazione può avere come contropartita
un aumento dell’inflazione (curva di Phillips)
Neo-classica/monetarista
• L’inflazione è un fenomeno esclusivamente monetario
• Teoria quantitativa della moneta
• AR, Effetto Fisher ed iperinflazioni
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