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L’abbigliamento pronto

Spesso si tende a collegare la nascita dell’abito preconfezionato con quello delle prime macchine per cucire.

L’abbigliamento prontoIl concetto di abito pronto non coincide necessariamente con quello di produzione seriale o industriale.

L’abito pronto da portare si contrappone a quello su misura, ma non ha necessariamente una connotazione industriale.

L’abbigliamento pronto

Le origini dell’abbigliamento pronto risalgono ai secoli moderni (abiti usati, divise militari e abiti da lavoro).

Roma: nel1627 in una bottega di giubbonaro vi è un ricco assortimento di diversi “vestiti” e indumenti da uomo di varie fogge e tessuti (calzoni,giubboni, calzette, maniche).

Vi è anche un mercato di usato e di noleggio.

La RI e la flessione del px dei tessuti, favorì, all’inizio dell’800, la nascita di attività manifatturiere specializzate nella confezione di abiti pronti.

In Francia iniziò il mercier Pierre Parissot nel 1830.

Nel suo negozio “La Belle Jardinière”, oltre a tessuti e mercerie, vendeva capi confezionati.

Lo sweating-systemParrisot si serviva di una rete di laboratori familiari, specializzati per tipologia di capo o per funzione. Essi, a loro volta, potevano servirsi di lavoratori a domicilio.

Lo sweating-system fu per gran parte del secolo l’assetto tipico delle imprese confezioniste, non solo in Francia.

Negli anni ’40 dell’800 l’abito pronto registrò notevoli miglioramenti.

L’offerta iniziò a rivolgersi anche alla piccola borghesia.

Nel 1847 a Parigi erano attivi oltre 200 confezionisti che avevano alle loro dipendenze circa settemila lavoranti.

L’abito confezionato restava n prodotto rivolto ad un pubblico maschile.

La diffusione dell’abito confezionato aumentò nella seconda metà del secolo con la nascita dei grandi magazzini, eredi dei magasins de noveautés.

Bon Marchè, 1852 (Aristide Boucicaut).

Bazar de l’Hôtel de la Ville, 1856.

Le Printemps, 1865.

La Samaritaine, 1869

Bon Marché -Aristide Baucicaut - 1952

Superfice di 52.800 metri quadri.

Architetto L.A. Boileau - ingegnere Gustave Eiffel: i due pionieri dell'architettura funzionale che utilizzava ferro e vetro.

Le innovazioni commercial: varietà delle merci vendute e il concetto stesso della vendita. La strategia commerciale di Boucicaut si fondava infatti sulla combinazione tra un ampio volume di merci vendute a basso prezzo unitario.

La merce era esposta su scaffali aperti, ben visibile e accessibile agli avventori che potevano toccarla e decidere se acquistarla o meno.

L'intervento del commesso era previsto su richiesta dell'acquirente e i prezzi dei prodotti erano esposti e fissi e non contemplavano la contrattazione.

Quella di Boucicaut si dimostrò una formula vincente, come testimonia l'incremento degli affari il cui volume aumentò in modo vertiginoso: da 450.000 franchi nel 1852, a 5 milioni nel 1860, per arrivare a 123 milioni nel 1888.

Il Bon Marché divenne così il modello dei nuovi magazzini, non solo a Parigi.

A Londra nel 1860 Charles Dugby Harrod, allargò il negozio di famiglia situato nell'elegante quartiere di Knightsbridge, acquistando e inglobandovi negozi confinanti, dando vita al grande magazzino Harrod's composta da sette piani e trecento reparti. Nel 1898 all'interno del magazzino fu inaugurata la prima scala mobile, all'epoca un semplice tapis-roulant di cuoio, che divenne un potente mezzo di attrazione per la clientela.

Se Harrod's divenne l'emblema del grande magazzino inglese, a colpire l'immaginario collettivo del tempo fu certamente il grande magazzino dell'americano Harry Gordon Selfridge.

Nato nel Wisconsin, fattorino in un grande magazzino di Chicago, dove restò 25 anni, divenendone alla fine socio.

Emigrò quindi ricchissimo a Londra dove il 15 marzo 1909 fondò il grande magazzino a Oxford Streat.

Le strategie di marketing di Selfridge furono rivoluzionarie. Per attirare la clientela e farla rimanere il più a lungo possibile nel grande magazzino:

- ristorante con orchestra dove le donne potevano pranzare da sole;

- angolo a per la lettura di quotidiani e riviste;

- ufficio postale, servizio di prenotazioni per viaggi e spettacoli, scelse del personale specializzato destinato ad accudire la clientela straniera, proveniente da Oltremanica e dalle colonie

I grandi magazzini riscossero molto successo anche negli Stati Uniti dove all'inizio dell'Ottocento i pionieri del moderno retail furono i confezionisti.

In America la pronta riscosse un immediato e grande successo molto maggiore che in Europa.

Le prime “cattedrali” del consumo statunitense furono negozi costruiti su diversi piani e che occupavano grandi superfici dove si vendevano abiti ready-to-wear.

Tra gli esempi più significativi ricordiamo quello di Daniel Devlin che, dopo alcune esperienze nel campo della confezione a New York, aprì nella centralissima Broadway il grande magazzino D. Devlin & Co. Il punto di forza del grande magazzino era l'offerta di una vasta gamma di articoli di abbigliamento pronto, esposti in una ampia gamma di combinazioni, di modelli, di taglie e di prezzi.

La logica commerciale di Devlin fu quella di rifornire di ogni articolo di vestiario tutta la potenziale clientela: dal “quacchero al Dandy”.

Fratelli Brooks, nel 1857 costruirono uno sfarzoso palazzo a Manhattan: il grande magazzino Brooks Brothers, specializzato nella vendita di abbigliamento pronto e alla moda di ottima fattura e qualità, prevalentemente da uomo.

Tra il 1860 e il 1880 i grandi magazzini divennero un fenomeno diffuso in molte città degli Stati Uniti

In Inghilterra l’abito pronto maschile inizia a diffondersi negli anni 30 dell’800: abiti militari, divise per le scuole, livree servitù.

Utilizzo del sweating-system.

Inizialmente la produzione di abbigliamento confezionato era concentrata a Londra, nel East End.

Uno dei primi imprenditori fu Hyam Hyam, inizialmente venditore nell’Essex di abiti confezionati.

Inizio anni ’40 si trasferisce a Londra per poi aprire negozi di abiti pronti in 11 città del Regno Unito, che promuove con l’utilizzo della pubblicità.

Negli anni ’50 dava lavoro a ottomila operai.

Nella seconda metà dell’800, la diffusione della macchina per cucire, stimolò processi di concentrazione produttiva.

Leeds, tra Otto e Novecento, contese a Londra il primato nazionale dell’industria della confezione.

Situata nel West Riding, una delle aree tessili laniere dell’Inghilterra.

Le origini dell’industria dell’abbigliamento pronto a Leeds risalgono all’opera pioneristica di John Barran che avvia la prima impresa cittadina di confezioni nel 1856.

Barran introdusse una macchina innovativa che permetteva di tagliare diversi strati di tessuto sovrapposti.

Strozzatura nella produzione. Necessità di ricorrere alla subfornitura delle operazioni di assemblaggio di capispalla a laboratori esterni.

All’interno dell’impresa venivano effettuate da manodopera femminile le più semplici cuciture dei pantaloni.

Negli anni ’70, solo la ditta Barran disponeva di 2000 macchine da cucire e 3-4000 operai.

Il primo imprenditore della confezione femminile fu Morris Cohen, un ebreo immigrato a Londra nel 1877, sarto alla corte dello zar.

Iniziò con la confezione di giacche per signora su commissione di rinomate sartorie per mettersi in proprio dopo qualche anno.

Nel 1895 apre una fabbrica di mantelli per signora nell’East End.

Il primo indumento ad essere nato come “prodotto di fabbrica” fu l’impermeabile.

Tessuto inventato da Charles Macintosh e brevettato nel 1823.

Scoperta del processo di vulcanizzazione nel 1843 (Thomas Hancock, Charles Goodyear).

In Italia le più antiche testimonianze di abbigliamento pronto risalgono al 1823 a Milano.

Fratelli Bocconi. Intorno alla metà dell’800 Ferdinando Bocconi inizia a lavorare con il padre come ambulante di stoffe e vestiti usati a Lodi.Nel 1865 insieme al fratello Luigi apre un piccolo negozio in Via Santa Radegonda a Milano: primo emporio italiano di abiti confezionati maschili. Abiti di buon fustagno, fatti confezionare da oltre cento lavoranti.

Visto il successo, il negozio si trasforma nel primo grande magazzino italiano per la vendita di stoffe, abbigliamento ed arredi (1877).

I due fratelli presero in affitto lo stabile dell'Hotel Confortable nel pieno centro di Milano: un grande palazzo che disponeva di 400 stanze e presentava alcune strutture innovative per l'epoca come l'ascensore e il montacarichi.

Il primo magazzino si chiama "Aux villes d'Italie”

poi ribattezzato "Alle città d'Italia".

• Nel 1889 è inaugurata la nuova sede milanese in Piazza Duomo che occupa 132 persone.

• Il palazzo Bocconi, che impiegava 1.432 persone, si sviluppava su circa 2.300 metri

• L’idea innovativa dei magazzini Bocconi fu quella di puntare su una vasta gamma di proposte di consumo offerte in un amplissimo ventaglio di prezzi.

• Una nuova organizzazione dei piani di vendita.

• Verso il 1880 iniziano ad avvalersi anche della vendita per corrispondenza, attraverso cataloghi stagionali (gli "Album delle Novità").

All’inizio il lavoro di confezionamento era affidato a laboratori a domicilio.

Alla fine dell’800 il lavoro venne concentrato in opifici che occupavano fino a 900 operai.

• Dal 1871 i fratelli Bocconi risultano negli elenchi dei commercianti romani.

• Presso i loro magazzini in via del Corso si potevano acquistare, fra le altre cose, abiti da uomo confezionati, stoffe diverse, manifatture, abiti da donna e da ragazzo, accessori, macchine da cucire.

Edificio progettato da Giulio De Angelis (1850-1906) e inaugurato nel 1887.

Esempio più clamoroso della nuova architettura; e novità delle quattro facciate esterne tutte uguali, sia che si aprivano sul Corso o su Largo Chigi - piazza Colonna.

L'interno era organizzato come una struttura aerea, impostata su pilastri di ghisa intorno ad uno spazio vuoto, illuminato dal lucernario centrale per ottenere l'effetto d'un pozzo di luce.

La vera modernità consisteva nello sfondamento del pianterreno che poneva il negozio a diretto contatto con la strada, dalla quale era diviso soltanto da grandi vetrine sorrette da esili strutture metalliche.

Alla morte di Ferdinando Bocconi, il figlio Ettore prosegue l'attività del padre, ma gli affari non vanno ugualmente bene.

I Magazzini Bocconi diventano una spa.

Nel 1917 vengono rilevati da Senatore Borletti, imprenditore milanese, grazie al sostegno di una cordata di imprenditori.

I Magazzini Bocconi cambiano il nome in “La Rinascente“.

Nel corso dell’800 prese sempre più piede la maglieria, primo esempio di articoli ready-made.Successo dell’abbigliamento pronto:

1- miglioramento condizioni economica delle classi popolari,

2 – flessione px dei tessili,

3 – organizzazione del lavoro.

In Italia sorsero altri magazzini di abiti confezionati.

A Torino la Società Anonima Tonin nel 1865, e la Donato Levi & figlio nel 1884;

All’inizio del ‘900 la Lubiam a Mantova, l’Abitificio Rossi di Mondovì, la Società Manifatture Falco a Napoli.

Le innovazioni sartoriali

Ricerca costante del miglioramento qualitativo dell’abito pronto.

Importante l’evoluzione di sistemi di misura standardizzati.

L’invenzione metro da sarto, che permise l’introduzione di misure precise in scala ridotta.

Inoltre si diffuse il concetto di proporzionalità delle misure delle varie parti del corpo.

Le innovazioni sartoriali

Data la mancanza di un sistema di taglie, al quale si sopperiva con la produzione di indumenti di tre misure (piccola, mezzana e maggiore), questi primi indumenti ready to wear richiedevano l’intervento del sarto per essere indossati da uomini dalle diverse corporature.

Le innovazioni sartoriali

Solo nel 1788 si hanno notizie dell’introduzione di altre innovazioni nel sistema di misurazione sartoriale, quando a Venezia, sull’esempio dei sarti militari austriaci e prussiani, furono uniti alle tre stature anche due corporature (secca e grassa), permettendo un raddoppio delle taglie stesse.

Le innovazioni sartoriali

Fu però nel corso dell’Ottocento che si pervenne alle prime innovazioni sartoriali e tecnologiche in grado di dare una svolta consistente alla produzione di abiti pronti da indossare, come l’invenzione della triangolazione del taglio datata 1855, opera del sarto italiano Basile Scariano.

Partendo da 2/3 misure rese direttamente sul cliente, grazie a una serie di tavole, il sarto poteva elaborare l’abito.

Divenne possibile suddividere le varie sezioni che componevano un capo in tante figure geometriche dalle quali si ricavavano i modelli da seguire.

In America si iniziò a sperimentare l’abbigliamento confezionato per l’esercito.

New York. Il sarto Samuel Whitmarsh 1818, negozio a Broadway.

Daniel Devlin, 1834 magazzino di tessuti e fasi di lavorazioni. Nel 1852 “D. Devlin & Co.” nuovo e sontuoso grande magazzino: varietà di taglie articoli.

• Dagli anni ’30 si inizia la distribuzione nel resto del paese.

• I confezionisti avevano compreso che bisognava far diventare l’abito pronto un prodotto in grado di intercettare anche la domanda di consumatori medi.

• Sviluppare anche un settore haute de gamme.

• I colletti bianchi: simbolo del nuovo ceto metropolitano.

• Una mezza dozzina di colletti staccabili costava un dollaro e mezzo: meno di una camicia.

• A metà del secolo XX, solo a New York, oltre

mille punti vendita di vestiario maschile.

La guerra civile (1861--1865) diede la possibilità di raccogliere dati antropometrici.

Altre innovazioni: miglioramento macchina per cucire. 1842-1895: 7.000 brevetti.

1870-72 innovazioni nel taglio. Coltello che poteva tagliare fino a 18 pezze di tessuto. Energia a vapore.1890 taglierine a lama circolare: 24 pezze, energia elettrica. ferro da stiro.

• Nel 1890 il 90% dei ragazzi e degli uomini indossava abbigliamento pronto.

Inizio ‘900 il vestiario femminile entra nel circuito produttivo della confezione.

Emancipazione femminile e sport.

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