la leccia booklet d01

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DRAFT 01

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Q uesto albero che spande le chiome su tutto il Mediterraneo,

che penetra indolente le radici nella Terra Toscana, che vive in silenzio dentro di noi è la nostra più intima essenza.

Multiforme sotto il caldo rovente d’estate o il vento improvviso autunnale, sempre diverso nelle mille luci del giorno e della notte, ci riconduce alla bellezza del giusto cambiamento.

Simbolo storico di forza e coraggio, ci ricorda il vigore della nostra tradizione che con ostinazione si è formata attraverso i secoli per guidarci verso il futuro.

Se l’uomo lo credeva albero profetico e consacrato al culto di Pan, divinità della Natura Selvaggia, o come allegoria della Redenzione Cristiana, la natura ce lo dona come pianta indistruttibile capace di rigenerarsi dalle proprie radici anche dopo incendi, tagli e malattie.

La nostra ispirazione è questa Rinascita continua per migliorarci ad ogni stagione, sempre nuovi, con forza e coraggio. Come il frutto che nasce, matura, viene colto e rinasce. Anno dopo anno, sempre più buono.

Il Leccio, elemento maschile, Albero della Vita e della vite.

La A, elemento femminile, la Madre Terra.

I rami e le radici si confondono. Lasciano intravedere l’infinito. Ciò che muore rinasce.Dall’albero della Rinascita continua, rinasce quest’impresa.

L a Leccia è l’azienda agri-cola della famiglia Bagnoli situata sulle colline della

Val di Botte.Siamo nel cuore della Toscana: dal vicino centro agricolo di Montes-pertoli, si domina la Val di Pesa e la Val d’Elsa.Qui, munito di antica torre, si tro-vava il feudo della famiglia Machi-avelli che ne fece dono alla Repub-blica di Firenze nell’anno 1300.

La fattoria vanta una storia lun-ga più di cento anni caratterizzata dall’alternarsi di periodi di pros-perità con fasi di maggiore deca-denza. Con il recupero delle vigne e degli oliveti, il miglioramento della cantina e lo sviluppo delle nuove etichette, è stato posizionato il primo mattone per la rinascita di quest’impresa, creando le basi per affrontare le sfide del futuro. La Leccia si colloca sulla cima di un

promontorio le cui terre sottostanti detengono un’esposizione partico-larmente ventilata, sia a Nord che a Sud, a un’altitudine di 200-250 metri s.l.m.. Il territorio collinare in prevalenza sassoso è ricco di gal-estro e alberese, l’ideale per la pro-duzione di olio e di vino.

tutto d’intorno un magnifico bosco di lecci

Gòtarossa è il nostro Chianti DOCG, secondo passione.

I vigneti, orientati a Sud, si esten-dono su declini ventilati a un’alti-tudine di 250 metri s.l.m..

Il terreno mediamente calcareo e le viti vengono curate ogni giorno nel rispetto della terra.Ottenuto in prevalenza da San-giovese e in piccola parte da Mer-lot, le uve vengono selezionate e raccolte a mano nelle ore più fre-sche della mattina.Dopo 12 mesi di vinificazione in tini di acciaio inox a temperatura controllata, il vino viene fatto sta-bilizzare in bottiglia.Il Gòtarossa è stato fatto con uve provenienti sia dal lato sud dell’azienda sia dal lato nord (il merlot per esempio); la fermen-

tazione, che avviene a temperatura controllata, dura circa una settima-na; a questa segue una macerazione sulle bucce di circa 10 giorni, il vino prima di essere messo in commer-cio subisce circa 4 mesi di affina-mento in bottiglia. Dal colore rosso rubino intenso e luminoso, si riconoscono riflessi brillanti a tinta porpora.Il profumo è fresco, fruttato, molto nitido. Si percepiscono note di frutti rossi maturi, lampone e prug-na nonché delicati sentori speziati come il pepe nero e la liquirizia.In bocca i tannini, consistenti e rotondi, conferiscono bevibilità e persistenza.Da servire a 18°C, è l’ideale per an-tipasti di terra, primi piatti a base di pasta e carne rossa alla griglia.

Come le gote dei bambini

quando rincorrono

la Tramontana.Come le gote

degli ebbri di vino.

Come le gote degli ebbri

d’amore.

C antagrillo è il nostro Bianco di Toscana IGT, secondo co-

scienza.I vigneti, disposti all’interno

di un bosco centenario, si svi-luppano su un rilievo denso di profumi a un’altitudine di 200 metri s.l.m..

Impiantata su un terreno franco-argilloso, la vigna è coltivata costantemente nel rispetto della terra.

Le uve Trebbiano vengo-no raccolte a mano e vengono sottoposte a spremitura soffice senza macerazione.

La vinificazione avviene a temperatura controllata per 12 mesi per poi far stabilizzare de-finitivamente il vino una volta imbottigliato.

Dire che il vigneto è all’in-terno di un bosco centenario, a me dà l’idea di qualcosa a cui arriva poca luce , forse è meglio dire che il vigneto è circonda-to dal bosco. Inoltre credo sia più opportuno focalizzare l’at-tenzione sull’ambiente e il suo rispetto, dicendo che vengono usate un mix di tecniche mod-erne e conoscenze tradizion-ali: usare la tradizione speri-mentando nuove tecnologie.

Le uve sono spremute in maniera soffice, il mosto otte-nuto viene mantenuto a 4°C per 3 o 4 giorni), in seguito la

temperatura viene fatta innal-zare a circa 12°C naturalmente (non riscaldo la vasca) per per-mettere al mosto di fermentare. La fermentazione si mantiene a circa 15°C. L’ uso del freddo è necessario per preservare tutti gli odori e profumi particolar-mente labili (volatili) in questa varietà di uva molto difficile da valorizzare soprattutto nelle nostre zone. La fermentazione dura circa 8 giorni; non direi per “stabilizzare” sembra trop-po un processo chimico indus-triale, userei ottenere.

Dal colore giallo paglierino, leggero e luminoso, si ravvisa-no riflessi verdognoli.

Il profumo ha uno spiccato carattere minerale su uno sfon-do di note fruttate fresche di mela Golden. Si riconosce an-che un lieve e gradevole sentore di erbe officinali ed essenze aromatiche mediterranee che ne completano l’espressione olfattiva.

Al palato è un trionfo di vi-vacità e freschezza, supportata dalla rotondità del sapore con un finale molto sapido, tipico del territorio chiantigiano.

Da servire a 10°C, è azzec-catissimo come aperitivo e per accompagnare piatti di pesce e frutti di mare. E’ delizioso anche con carni bianche e an-tipasti leggieri.

D’estate distesi su un prato.

A guardar le stelle danzare.

Ad ascoltar i grilli cantare.

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