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CITTÀ DI SAN GIORGIO A CREMANO
PROVINCIA DI NAPOLI
PIANO DI EMERGENZA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
I tecnici: Dott. Geol. Francesco Cuccurullo
Arch. Massimo Manna
Data: Ottobre 2011 ELABORATO
RIRS RELAZIONE ILLUSTRATIVA RISCHIO SISMICO
SICURLAV s.a.s di Brancato Rita Emanuela & C.
Via Previcella 10/b – 80059 Torre del Greco
Città di San Giorgio a Cremano Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile
RIRS – Relazione Illustrativa Rischio Sismico
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1. INDICE
1. INDICE ......................................................................................................... 2
2. PREMESSA ................................................................................................. 3
3. NORMATIVA E DOCUMENTAZIONE DI RIFERIMENTO ......... .................. 4
4. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ........................ ................................. 6
5. SCENARI DI RISCHIO SISMICO ................................................................ 7
6. LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE E STRATEGIA OPERATI VA .... 39
7. MODELLO D’INTERVENTO .............................. ....................................... 58
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2. PREMESSA
Il presente elaborato, relativo al Rischio Sismico, risulta parte integrante del
Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile del Comune di San Giorgio
a Cremano (NA). In particolare lo stesso fa riferimento al Piano Generale ed a
tutti gli elaborati grafici (Tavole) allegati allo stesso.
L’obiettivo del presente piano di emergenza è innanzitutto quello di valutare
la pericolosità sismica di base del territorio comunale e, una volta definita la
vulnerabilità dell’abitato, definire i possibili scenari di rischio. In una seconda
fase è stato predisposto il modello di intervento in caso di emergenza, secondo
le disposizioni riportate nel Manuale operativo per la predisposizione di un
piano comunale o intercomunale di protezione civile.
Alla presente relazione illustrativa sono allegate le seguenti Tavole
cartografiche:
• TAV. RS01 – Carta della Vulnerabilità sismica degli edifici – scala
1:5000;
• TAV. RS02 – Carta di Zonazione sismica – scala 1:5000;
• TAV. RS03 – Carta del Rischio Sismico – scala 1:5000;
• TAV. RS04 – Carta delle aree di emergenza Rischio Sismico – scala
1:5000;
• Tav. RS05 – Carte dei percorsi per il rilevamento rapido dei danni -
scala grafica.
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3. NORMATIVA E DOCUMENTAZIONE DI RIFERIMENTO
Di seguito si riporta una sintesi della normativa e della documentazione
consultata per la redazione del presente piano:
Normativa nazionale:
o Legge ordinaria del Parlamento n°225 del 24/02/199 2 – Istituzione del
Servizio nazionale della protezione civile (pubb. Gazz. Uff. Suppl. Ord.
n°64 del17/03/1992);
o Dlgs n. 112 del 31 marzo 1998: conferimento di funzioni dello Stato alle
regioni ed agli enti locali;
o Legge n. 401 del 9 novembre 2001: coordinamento operativo per le attività
di protezione civile;
o Legge n. 152 del 26 luglio 2005: disposizioni urgenti in materia di
protezione civile;
o Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ordinanza n°3274 del 20 marzo
2003. Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione
sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in
zona sismica (pubb. Gazz. Uff. n. 105 del 08/05/2003) e s.m.i.;
o Norme tecniche per le costruzioni (NTC 14 gennaio 2008).
Normativa regionale:
o Legge Regionale n°8 del 07/02/1994 – “Norme in mat eria di difesa del
suolo – Attuazione della legge 18 maggio 1989, n. 183 e successive
modificazioni ed integrazioni”;
o Legge Regionale n°9 del 7 Gennaio 1983 – Norme per l'esercizio delle
funzioni regionali in materia di difesa del territorio dal rischio sismico;
(Pubb. Bollettino Ufficiale della Regione Campania n°8 del 07/01/1983);
o Deliberazione di Giunta Regionale n°1697 del 10/09 /2004;
o Legge regionale n°16 del 22 dicembre 2004 “Norme s ul governo del
territorio”.
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Documentazione:
o “Metodo Augustus” – Linee guida per la pianificazione di protezione civile
a livello provinciale e comunale – Dipartimento della Protezione Civile
(1998);
o “Criteri di massima per la pianificazione provinciale e comunale di
emergenza” – Dipartimento della Protezione Civile, 2000;
o Manuale operativo per la predisposizione di un piano comunale o
intercomunale di protezione civile - ottobre 2007
o Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Napoli;
o Relazione Generale in allegato a “Indagine geologico tecnica per la
redazione del Piano Regolatore Generale” redatta il 30 luglio 1984, a
corredo del Piano Regolatore generale del Comune di San Giorgio a
Cremano a cura del dott. geol. Ciro Acampora;
o “Vulnerabilità sismica dell’area vesuviana”, a cura di Cherubini,
Petrazzuoli e Zuccaro del 1999.
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4. INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Per un inquadramento di dettaglio del territorio comunale si veda l’elaborato
RIPG (Relazione Illustrativa Relativa al Piano Generale). Di seguito si farà
riferimento a dati ivi riportati ed alle Tavole ad esso allegate.
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5. SCENARI DI RISCHIO SISMICO
Qualsiasi terremoto sufficientemente forte produce tre tipi di effetti principali:
sul suolo, sugli edifici e sulle persone. Il rischio è pertanto dipendente, dato un
evento sismico di caratteristiche prefissate, dall’estensione e dalla tipologia
della zona interessata dall’evento, dal valore dei beni esposti e dal numero di
persone coinvolte. Per un sistema urbano il rischio (R) può essere descritto
simbolicamente dalla relazione:
R = Pr (Pl × Eu × Vs ) dove:
Pr – pericolosità di riferimento – definisce l’entità massima dei terremoti
ipotizzabili per una determinata area in un determinato intervallo di tempo.
Questo fattore è indipendente dalla presenza di manufatti o persone, non può
essere in alcun modo modificato dall’intervento umano essendo esclusivamente
correlato alle caratteristiche sismogenetiche dell’area interessata. Costituisce
l’input energetico in base al quale commisurare gli effetti generabili da un
evento sismico.
Pl - pericolosità locale – rappresenta la modificazione indotta da condizioni
geologiche particolari e dalla morfologia del suolo all’intensità con cui le onde
sismiche si manifestano in superficie.
Eu – esposizione urbana – descrive tutto quanto esiste ed insiste su di un
determinato territorio, dalla consistenza della popolazione, al complesso del
patrimonio edilizio-infrastrutturale e delle attività sociali ed economiche.
Vs – vulnerabilità del sistema urbano – è riferita alla capacità strutturale che
l’intero sistema urbano o parte di esso ha di resistere agli effetti di un terremoto
di data intensità. Può essere descritta per mezzo di indicatori sintetici come la
tipologia insediativa, o dalla combinazione di parametri quali materiale,
struttura, età, numero di piani ecc., al fine di definire zone a vulnerabilità
omogenea.
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La pericolosità sismica di riferimento definisce l’entità massima dei terremoti
ipotizzabili per una determinata area in un determinato intervallo di tempo. Tale
fattore è indipendente dalla presenza di manufatti o persone, non può in alcun
modo essere modificato dall’intervento umano essendo esclusivamente
collegato alle caratteristiche sismogenetiche dell’intorno dell’area di interesse.
Il territorio comunale di San Giorgio a Cremano, interessato nell’arco della
sua storia sismica da più eventi, risente fortemente dell’effetto di sismi
generatisi in due delle zone sismogenetiche definite dalla Zonazione
Sismogenetica ZS9 a cura di Meletti e Valensise (marzo 2004).
Le fasce sismogenetiche sono:
� 927: Appennino campano – lucano;
� 928: Area dei vulcani napoletani.
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Figura 1: Zonazione Sismogenetica ZS9.
L'Appennino Campano rappresenta una delle zone a più elevata dinamica di
tutta la penisola italiana. Dall'analisi della sismicità storica e recente si evidenzia
che i terremoti più catastrofici si sono generati al confine Campania - Molise e
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Campania – Puglia - Basilicata ovvero nelle aree del Matese, Sannio e Irpinia
che quindi sono le aree a più elevata pericolosità.
La zona 927 (Sannio-Irpinia-Basilicata) comprende l’area caratterizzata dal
massimo rilascio di energia legata alla distensione generalizzata che, da circa
0.7 ma, sta interessando l’Appennino meridionale. Questa zona comprende
tutte le precedenti zone localizzate lungo l’asse della catena, fino al massiccio
del Pollino. Il meccanismo di fagliazione individuato per questa zona e normale
e le profondita ipocentrali sono comprese tra gli 8 e 12 km.
Figura 2: Zone sismogenetiche ed epicentri degli eventi del catalogo dei terremoti
Quanto sopra, ben si coglie dai dati riportati in Tabella 1, relativi agli eventi
più forti (in termini di Intensità macrosismica e Magnitudo) registrati negli ultimi
2000 anni, da cui è possibile rilevare come solo pochi eventi sono ascrivibili a
sismi di origine vulcanica.
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Anno Mese Giorno Lat. Long. Iloc Imax M Siti Zona
epicentrale
1694 9 8 40.87 15.4 7 10 6.8 251 Irpinia-
Basilicata
1783 3 28 38.78 16.47 4 11 6.9 900 Calabria
1883 7 28 40.75 13.88 4.6 10 5.6 27 Casamicciola
Terme
1456 12 5 41.3 14.72 7 11 7.1 218 Italia centro-meridionale
1857 12 16 40.35 15.85 7 11 7 338 Basilicata
1851 8 14 40.95 15.67 5 10 6.3 112 Basilicata
1887 12 3 39.57 16.22 3 9 5.5 142 Calabria
settentrionale
1905 9 8 38.67 16.07 5 10.5 6.8 827 Calabria
1908 12 28 38.15 15.68 4.5 11 7.1 787
Calabria meridionale-
Messina
1561 8 19 40.52 15.48 4.6 10 6.5 34 Vallo di Diano
1688 6 5 41.28 14.57 6 11 6.6 216 Sannio
1732 11 29 41.08 15.05 6.5 10.5 6.6 168 Irpinia
1805 7 26 41.5 14.47 6 10 6.6 223 Molise
1828 2 2 40.75 13.9 0 9 4.5 10 Casamicciola
Terme
1853 4 9 40.82 15.22 6.5 9 5.9 47 Irpinia
1910 6 7 40.9 15.42 5.5 9 5.8 376 Irpinia-
Basilicata
1915 1 13 41.98 13.65 3 11 7 860 Marsica
1930 7 23 41.05 15.37 7 10 6.7 511 Irpinia
1962 8 21 41.23 14.95 7 9 6.2 262 Irpinia
79 8 25 40.8 14.38 5 8 6.3 9 Area
vesuviana
1982 3 21 40.00 15.77 4.5 7.5 5.5 126 Golfo di
Policastro
1984 5 7 41.67 14.05 4.5 8 5.9 1255 Appennino abruzzese
1984 5 11 41.72 14.08 4 7 5.4 1255 Appennino abruzzese
1980 11 23 40.85 15.28 7 10 6.7 1395 Irpinia-
Basilicata
Tabella 1: Catalogo dei terremoti più forti che hanno interessato il territorio comunale di San Giorgio a Cremano (NA) dall’anno 461 a.C. al 1990. LEGENDA: Iloc = intensità macrosismica locale (MCS); Imax = intensità massima dell’evento; M = magnitudo (Richter); Siti = numero di località interessate.
(Dati INGV- Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
Eventi con magnitudo 4 – 5 ubicati a profondità fino a 35 km, sono molto
diffusi soprattutto lungo la catena appenninica; qui i trend di fratturazione
principali hanno direzione prevalente NW – SE. Non sono rari eventi con
magnitudo > 6, quale quello del 23 novembre 1980 che si è risentito nel
territorio in studio con intensità locale non inferiore al VII grado della scala
MCS.
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Stime statistiche effettuate sulla base dei cataloghi sismici storici e recenti
hanno fornito un valore di magnitudo dell'ordine di 6.9 per il massimo terremoto
possibile nell'Appennino Campano (De Vivo et al., 1979). Questo valore
corrisponde a quello calcolato per la magnitudo del terremoto del 23 novembre
1980 che colpì l'Irpinia - Basilicata e che è l'evento sismico recente di maggiore
energia verificatosi nell'Appennino meridionale.
Figura 3: Ubicazione di tutti i terremoti registrati nell’area d’interesse negli ultimi 2000 anni (Dati INGV- Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).
Nell’area vesuviana il livello di sismicità è invece sensibilmente più basso di
quello appenninico poiché le caratteristiche meccaniche delle rocce vulcaniche
(bassa rigidità) nonché gli sforzi agenti estremamente concentrati, non
consentono un accumulo di energia molto elevata. Un'altra peculiarità della
sismicità in area vulcanica è la relativa piccola profondità degli ipocentri che
determina un'elevata avvertibilità in un'area epicentrale molto ristretta, con
effetti che si riducono rapidamente con la distanza a causa della forte
attenuazione.
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Fig. 4: - Distribuzione epicentrale degli eventi sismici vesuviani dal 1997 al 2001.
Figura 5: Numero di terremoti per anno.
Anno Mese Giorno Magnitudo
1977 Settembre 29 3.00
1977 Ottobre 21 3.01
1989 Gennaio 29 3.00
1989 Marzo 19 3.03
440 460
4530
4510
E (km )
N (k
m)
G ULF O F N AP LE S
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1989 Ottobre 21 3.00
1990 Marzo 5 3.00
1990 Luglio 8 3.01
1990 Settembre 10 3.03
1995 Agosto 2 3.02
1995 Settembre 16 3.02
1995 Settembre 24 3.01
1996 Aprile 25 3.03
1997 Novembre 5 3.00
1999 Ottobre 9 3.06
1999 Ottobre 11 3.01
Tabella 2: Sismicità al Vesuvio con magnitudo maggiore uguale a 3.0 dal 1972 al 2005 (registrazioni strumentali)
Dalla valutazione effettuata a partire dalle suddette analisi simologiche è
stata elaborata la mappa di pericolosita sismica dall’INGV (AA.VV., 2004). Nella
nostra Regione sono presenti 8 classi di amax, con valori che variano
gradualmente tra 0.075g lungo la costa a 0.275 nell’area dell’Irpinia, ad
eccezione delle aree vulcaniche Vesuvio-Ischia-Campi Flegrei dove si hanno
valori mediamente compresi tra 0.175g e 0.200g.
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Figura 6: Mappa di pericolosità sismica del territorio Nazionale
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Dalla mappa della pericolosità riportata si passa alla definizione di nuove
zone sismiche lasciando alle Regioni il compito di formare ed aggiornare gli
elenchi dei Comuni classificati.
In particolare, un criterio specificato dall’OPCM 3274 (Art 2. comma h), e
quello di evitare disomogeneità nelle zone di confine tra i vari Comuni e, cosa di
particolare rilevanza, quello di definire Sottozone nell’ambito dei territori
comunali in relazione alla caratteristiche geolitologiche e geomorfologiche di
dettaglio. Criterio quest’ultimo che e alla base della Microzonazione del territorio
comunale come già era disposto dalle normative emanate dalla Regione
Campania a partire dalla L.R. 9/83.
Una novità della classificazione sismica del 2003 consiste nella suddivisione
del territorio nazionale in 4 zone omogenee a cui corrisponde un’accelerazione
di riferimento variabile da meno di 0.05 g nella quarta zona fino a 0.35 g nella
prima zona.
Figura 7: Classificazione sismica del territorio nazionale
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Zona Accelerazione orizzontale con probabilità
di superamento pari al 10% in 50 anni
Accelerazione orizzontale di
ancoraggio dello spettro di risposta
elastico (Norme Tecniche) ag/g
1 > 0.25 0.35
2 0.15 – 0.25 0.25
3 0.05- 0.15 0.15
4 < 0.05 0.05
Tabella 3: Valori di accelerazione orizzontale attesa per zone sismiche
Nella prima colonna della Tabella precedente è riportato il valore di picco
orizzontale del suolo (ag/g) espresso in percentuale di “g” (accelerazione di
gravita) mentre nella seconda colonna sono riportati i valori dell’accelerazione
orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico nelle norme tecniche
sulle costruzioni. I valori di cui alla Tabella 1 sono tutti riferiti alle accelerazioni
che sono attese a seguito di un evento sismico laddove il sottosuolo interessato
e costituito da Formazioni litoidi o Rigide definite quali suoli di fondazione di
Categoria A (Vs ≥ 800 m/s). Nell’ambito della zona 4 sono inclusi tutti quei
territori che sono stati esclusi sino ad oggi da ogni classificazione sismica.
È da sottolineare quindi che in base al nuovo elenco tutto il territorio
nazionale è in pratica considerato potenzialmente sismico.
Facendo dei calcoli risulta che in Italia il numero dei comuni della zona 1
risultano 716; quello dei comuni della zona 2, 2324, il numero dei comuni della
zona 3, 1634; tutti i restanti comuni ricadono nella zona 4 (a rischio sismico
minimo).
In Campania sulla base della Delibera G.R. 7-11-2002 n. 5447, la situazione
è quella descritta nella seguente Tabella 4.
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Figura 8: Classificazione sismica dei Comuni della regione Campania del 2004
Tabella 5: Comuni Classificati sismici
La delibera G. R. n° 5447 del 7/11/2002 (BURC n.56 del 18/11/2002) ha
provveduto ad aggiornare la classificazione sismica dei comuni della Regione
Campania, in virtù dell’art. 94 del D.Lgs.112/98.
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Il territorio comunale di San Giorgio a Cremano (NA), a seguito della
riclassificazione sismica del 2002 effettuata dalla Regione Campania, è
classificato in II categoria - S=9 - ag=0.25g.
Figura 9: Classificazione sismica del 2002 dei comuni della regione Campania. Zona 1, valore di ag=0.35g; Zona 2, valore di ag=0.25g; Zona 3, valore di ag=0.15g.
Inoltre, la mappa del territorio nazionale per la pericolosità sismica
disponibile on-line sul sito dell’INGV di Milano, redatta secondo le Norme
Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/2008), indica che il territorio comunale
di San Giorgio a Cremano (NA) rientra nelle celle contraddistinte da valori di ag
di riferimento compresi tra 0.100 e 0.175 (punti della griglia riferiti a: parametro
dello scuotimento ag; probabilità in 50 anni 10%; percentile 50).
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Figura 10: Mappa di pericolosità sismica redatta a cura dell’INGV di Milano secondo le Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/2008) - Punti della griglia riferiti a: parametro dello
scuotimento ag; probabilità in 50 anni 10%; percentile 50.
Valutazione della pericolosità sismica territoriale
Il territorio comunale di San Giorgio non è stato, purtroppo, interessato da
studi approfonditi e dettagliati di Microzonazione Sismica, ai sensi delle recenti
e vigenti Normative antisismiche. Pertanto successivamente si farà riferimento
alla Zonazione Regionale, che risulta omogenea per l’intero territorio comunale.
Una stima di pericolosità sismica di base per il territorio comunale di San
Giorgio a Cremano è stata tratta dal “Primo rapporto sull’ambiente della
Provincia di Napoli” capitolo 4.6. La stima della pericolosità sismica per la
Provincia di Napoli per effetto di sorgenti appenniniche è stata effettuata
riferendosi al catalogo degli eventi sismici (Postpischl 1985) e considerando la
legge di attenuazione degli effetti (Grandori et al. 1987) particolarizzata per
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l’Italia Centro-Meridionale. Analogamente si è proceduto per quanto riguarda
l’accelerazione orizzontale riferendosi alla legge di attenuazione (Sabetta &
Pugliese 1987). Riferendosi alla intensità sismica, si osserva che le zone della
provincia di Napoli risentono fortemente degli effetti dei terremoti dell’Irpinia e
del Beneventano, risultando quasi del tutto interessate dalla fascia dell’VIII
grado MCS. Il quadro complessivo del danneggiamento, ricavato analizzando la
sismicità storica e recente, mostra che, a parità del valore di intensità
epicentrale, la città di Napoli soffre in misura maggiore per gli eventi sismici
provenienti dalle zone sismogenetiche localizzate a N-NE, corrispondenti
all'area Beneventana. Le zone prossime al margine tirrenico, come il territorio
risentono di effetti in forma più attenuata. A tal proposito va osservato che la
legge applicata non tiene conto che l’attenuazione degli eventi sismici in
direzione anti - appenninica è più forte di quella in direzione appenninica. Infatti,
tale risultato è confermato dai campi macrosismici dei maggiori eventi storici per
i quali non è mai stato osservato il IX grado MCS nella provincia di Napoli. Le
intensità dello scuotimento in termini di accelerazione di gravità g, compresi tra
0.05 e 0.1, confermano la previsione fatta con l’intensità macrosismica. Appare,
pertanto, che l’VIII grado MCS può essere considerato come il massimo grado
di danneggiamento per la provincia di Napoli.
In particolare il territorio comunale di San Giorgio a Cremano, dall’analisi di
dati storici, è stato più duramente colpito dai terremoti dell’Irpinia del 1930,
1962, e del 1980, già riportati nel catalogo dei terremoti, con stima del grado
dell’intensità macrosismica pari al VII grado MCS che è anche il massimo
valore d’intensità macrosismica risentito sul territorio (Imax).
Sempre dal “Primo rapporto sull’ambiente della Provincia di Napoli” è stata
definita la pericolosità sismica derivante dall’area sismogenetica vulcanica del
Vesuvio. In generale valutare la pericolosità sismica di un'area vulcanica è più
complesso che in aree tettoniche attive, non solo per le caratteristiche
meccaniche del mezzo, geometria delle stratificazioni, e quindi grande
complessità del modello da utilizzare, ma anche perché i dati disponibili non
sono sufficienti per una valutazione statisticamente attendibile delle zone
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sismogenetiche, della loro energia, del periodo di ritorno, delle leggi di
attenuazione. Un terremoto si può considerare vulcanico quando sulla sua
genesi intervengono processi come, per esempio, intrusioni magmatiche o
esplosioni di gas. In genere la sismicità vulcanica può precedere,
accompagnare e seguire un’eruzione. Nel corso dei periodi di quiescenza di un
vulcano, si hanno, sporadicamente o raggruppati in intervalli più o meno brevi,
terremoti in genere con energia non molto elevata, in quanto il mezzo nel quale
si vanno accumulando le tensioni, legate ad una dinamica regionale, ha
caratteristiche meccaniche tali da scaricare rapidamente l'energia sismica.
Nonostante la loro bassa energia, in alcuni casi questi possono provocare effetti
disastrosi in quanto concorrono alcuni elementi negativi quali la superficialità
degli eventi e fenomeni di amplificazione delle radiazioni sismiche. L'analisi dei
dati sismici rilevati nell'area vesuviana sia strumentali che macrosismici ha
consentito di ottenere un quadro conoscitivo della pericolosità sismica. I danni
provocati dall'attività sismica vesuviana, in genere solo lesioni negli edifici, sono
da attribuirsi prevalentemente all'attività sismica che accompagna le eruzioni.
Durante l’attuale periodo di riposo del vulcano, cominciato successivamente
all’ultima eruzione del 1944, la pericolosità sismica è connessa essenzialmente
ad attività poco profonda: i sismi hanno epicentri all'interno dell'area calderica
del Somma e profondità non superiore ai cinque chilometri; la massima
magnitudo registrata per questi eventi dal 1944 ad oggi è stata di 3.6 ( 9 ottobre
1999 – V grado della scala MCS).
Durante processi intrusivi è probabile l’attivazione di alcune strutture che dal
basamento crostale del vulcano si propagano nel golfo di Napoli. Queste
strutture vulcano-tettoniche sono responsabili dei terremoti con magnitudo più
elevata verificatisi al Vesuvio (Milano et al., 1991). La massima magnitudo
attesa per questi eventi può raggiungere valori di magnitudo > 5.0 ed è in grado
di produrre effetti macrosismici pari al IX grado MCS. Terremoto di riferimento
che presenta queste caratteristiche è l'evento che ha colpito l'area vesuviana il
5 febbraio del 62 d.C. (magnitudo macrosismica = 5.8) che ha interessato la
città di Pompei con una intensità del IX grado (Guidoboni, 1989). Nelle
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Naturales Quaestiones, Seneca, ministro di Nerone, descrisse tale evento,
avvenuto il 5 febbraio del 62 d.C., che distrusse i templi di Giove e di Apollo nel
Foro di Pompei, mietendo diverse vittime. I danni furono gravissimi, soprattutto
a Ercolano e Pompei, ma anche a Napoli dove il teatro della città crollò qualche
tempo dopo in seguito a una lieve scossa:
“Mio caro Lucilio, mi dicono che Pompei, famosa città della Campania,
ubicata in una amena baia, con la costa di Sorrento e Stabia da un lato e quella
di Ercolano dall’altro, è stata ridotta in rovine, insieme ai paesi adiacenti, da un
terremoto. E per di più tale terremoto è avvenuto nei mesi invernali quando,
secondo le esperienze dei nostri maggiori, tali tempi sono esenti da tale
pericolo. E’ avvenuto nelle None di Febbraio (sotto il consolato di Regulo e
Verginio) e ha desolato la Campania che, del resto, non è mai sicura da simili
disastri. Porzione di Ercolano è caduta e le case rimaste in piedi sono
pericolanti; anche Nocera, se non rovinata non è neppure salva. Napoli anche
ha sofferto di danni più lievi: molte case private sono crollate, ma non edifici
pubblici” (Seneca).
I dati disponibili, compresi quelli relativi alle eruzioni più esplosive dell'ultimo
periodo eruttivo del Vesuvio (1631-1944), evidenziano che gli eventi sismici che
hanno preceduto, accompagnato o seguito le eruzioni, non hanno mai superato
l'intensità raggiunta col terremoto del 62 d.C.
Utilizzando la procedura di ”Calcolo di uno spettro e di un accelerogramma di
riferimento per definire l'input sismico (terremoto di riferimento), proposto in “La
Microzonazione Sismica”, metodi, esperienze e normative, lavoro redatto su CD
dal C.E.R.I., Centro di ricerca, Prevenzione e controllo dei Rischi Geologici e
dall’Università di Roma “La Sapienza”, è stato individuato un terremoto di
riferimentoattraverso i dati sulla PGA e PSA presenti sullo stesso CD.
L’individuazione della coppia Magnitudo – Distanza ha permesso di identificare
con il terremoto dell’Irpinia - Basilicata del 1980 quale terremoto di riferimento,
le cui caratteristiche sono già riportate nel catalogo.
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L’evento sismico del 1980 è stato adeguatamente registrato su basamento
rigido nei dintorni dell’area del comune di San Giorgio a Cremano, cioè alla
stazione ENEL di Torre del Greco (TDG - NS).
Tabella 6: evento di riferimento: 23.11.80 19:34:54 staz. TDG N-S ENEL
La tabella di seguito riportata è inerente alle richieste di finanziamento per la
legge 219/1981 (interventi in favore delle popolazione colpita dagli eventi
sismici del 1980 e 1981) permette di fornire una stima di massima dei danni
prodotti dal sisma e, soprattutto, delle aree più colpite. Non è stato, purtroppo,
possibile ottenere una documentazione inerente alle ordinanze di sgombero
relative a quell’evento. Si ricorda infine che il territorio comunale di San Giorgio
a Cremano, come da dati bibliografici, non ha subito vittime durante
quell’evento.
Numero richiesta Ubicazione
1 Via Botteghelle, 17 2 Viale Bernabò, 18 3 Via Pittore, 6 4 C.le Borrelli, 21 5 Via B. Buozzi, 36 6 Viale Bernabò, 7 7 Viale Formisano, 5 8 Via C. di Bronzo, 16 9 Via Matteotti, 3
10 Via S. Agnello, 9 11 Via Borrelli, 43 12 Via Pessina, 15 13 Via Botteghelle, 7 14 Via Sandriana, 36 15 Via Borrelli, 43 16 Via Matteotti, 17 17 P.zza Municipio, 30
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18 C.so Umberto, 15 19 Via Pessina 43-45 20 P.zza Municipio, 5 21 Via Matteotti, 9 22 Via Tufarelli, 49 23 Via Mazzini, 77 24 Via Pessina, 22 25 Via Pessina, 21 26 Via Roma, 82 27 Via Gramsci, 64 28 Via Tufarelli, 8 29 Via B. Buozzi, 17 30 Via S. Giorgio Vecchio, 99 31 Via Roma, 30 32 Via Matteotti, 14 33 Alveo Farina, 8 34 Via Tufarelli, 98 35 Via Pittore, 126 36 Via Matteotti, 30-32-34 37 Via Matteotti, 40 38 Via S. Giorgio Vecchio, 95 39 Via S. Anna, 81 40 Via Tufarelli, 36 41 Via S. Giorgio Vecchio, 1 42 Via Tufarelli, 59 43 Via Pittore, 116 44 Via Gramsci, 65 45 Via Tufarelli, 46 46 Via L. Giordano, 25 47 Via Galante 77-85 48 Via Pittore, 158 49 Via Pessina, 18 50 Via Picenna, 93 51 Via L. Giordano, 52-54
Tabella 6: Elenco richieste Pratiche 219
Vulnerabilità sismica dell’edificato
Come base per la valutazione della vulnerabilità degli edifici del territorio
comunale, è stato utilizzato il lavoro: “Vulnerabilità sismica dell’area vesuviana”,
a cura di Cherubini, Petrazzuoli e Zuccaro del 1999. Gli elementi utilizzati per la
valutazione della vulnerabilità degli edifici al rischio sismico sono stati: le
caratteristiche tipologico – strutturali, le caratteristiche delle coperture, le
altezze degli edifici.
Dal lavoro citato emergono alcune considerazioni di primaria importanza, che
qui riportiamo.
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Il centro abitato risulta suddiviso in due zone omogenee:
1. Il comparto 1 individua il centro storico; vi appartengono edifici in
muratura (1A1) costruiti tra il 700’-800’.
2. Al comparto 2 appartengono edifici in cemento armato (2B1), costruiti
dopo gli anni 60’. Sono palazzi di 6, massimo 7 piani con un’altezza
interpiano di circa 3m.
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Figura 12: Carta della distribuzione topologica - strutturale
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Nel comparto 1, l’apparecchio murario ha una buona organizzazione con
tessitura compatta in pietrame lavico per 1,5m, ed in tufo giallo squadrato per la
restante altezza. La malta è di sabbia e pozzolana. Fatta eccezione per le volte
del piano terra, i solai sono in legno nel 30% dei casi, ma esiste anche la
possibilità che siano realizzati in legno e tavelloni. La struttura verticale è
costituita da un apparecchio murario di buona tessitura, realizzato con pietre
laviche irregolari fino a 1.5m d’altezza e blocchi di tufo nella parte superiore. La
malta è di sabbia e cemento. In genere si registra la presenza di catene o
cordoli. L’altezza d’interpiano è di circa 3.5m. Le eventuali sopraelevazioni so
realizzate in tufo per un’altezza media di 1 piano. Le scale sono in genere in
muratura con archi rampanti o con un’apposizione di putrelle. I solai sono sia in
legno (30%) che in ferro e tavelloni (70%); al piano terra sono presenti volte. Lo
stato di conservazione è medio buono.
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Figura 12: Carta di vulnerabilità sismica
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Nel comparto 2 gli edifici sono in cls di scarsa qualità; tra gli inerti, di grossa
volumetria, è stato utilizzato, al posto del pietrisco calcareo, il lapillo che ha la
caratteristica di corrodere il ferro; questo a sua volta è scarsamente protetto
dagli agenti esterni data l’esiguità del copriferro. Anche il cemento è di cattiva
qualità. Le tamponature sono in laterizio con sistema a camera d’aia e/o
lapilcemento. La struttura verticale è in pilastri e travi realizzati in cls di scarsa
qualità. Lo stato di conservazione è medio buono.
La valutazione dell’indice di vulnerabilità è stata effettuata come
interpretazioni dell’edificato su scala urbana e non puntuale, utilizzando lo
stesso indice definito in “Vulnerabilità sismica dell’area vesuviana”, a cura di
Cherubini, Petrazzuoli e Zuccaro del 1999, e come base è stata utilizzata la
carta di vulnerabilità sismica, opportunamente ridisegnata e rivista, in quanto la
stessa interessava solo il comune capoluogo.
La rappresentazione presenta 4 livelli di vulnerabilità, per ciò che riguarda gli
edifici in muratura, più un livello per gli edifici in cemento armato. I cinque livelli
così definiti risultano essere:
� Vulnerabilità compresa tra 0 - 25% = bassa.
� Vulnerabilità compresa tra 25 - 50% = media.
� Vulnerabilità compresa tra 50 - 75% = elevata.
� Vulnerabilità compresa tra 80 - 100% = molto elevata.
� Strutture in cemento armato.
L’analisi di vulnerabilità è riportata nell’allegata Tav. RS01.
Dall’analisi effettuata emerge come la maggior parte delle strutture sensibili
presenti sul territorio afferiscano alla classe in c.a., tranne gli edifici delle scuola
Media Stanziale ed elementare Rubinacci.
Da informazioni attinte dall’Ufficio Comunale di Protezione Civile risulta che
le strutture di proprietà comunale siano adeguate sismicamente, anche se non
sono stati visionati i documenti al riguardo. In ogni caso sarà opportuno
effettuare un censimento per la valutazione delle verifiche sismiche di tutti gli
edifici sensibili (vedi RPG).
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Scenari di danno
La valutazione degli scenari di danno sismico, in termini di previsione degli
effetti, rappresenta uno strumento utile alla studio del comportamento del
territorio sotto l’azione di un evento sismico e, nel contempo, ha lo scopo di
ridurne l’impatto attraverso una risposta pronta ed efficace di tutte le risorse di
Protezione Civile coinvolte in emergenza.
Per raggiungere questi obiettivi, in questa sede e stato utilizzato uno studio
presentato in una pubblicazione a cura del Dipartimento Nazionale della
Protezione Civile - Università degli Studi di Roma “La Sapienza” :“La
Microzonazione Sismica” – Metodi, esperienze e normativa – Naso et al, Anno
2005. Si tratta di un utile strumento operativo a supporto dei piani provinciali e
comunali di emergenza. Lo studio in parola e compreso in un CD-ROM, la cui
prima versione, dal titolo "Rischio Sismico 2001" e stata prodotta dal Servizio
Sismico Nazionale ed e stata inviata a tutte le Prefetture, agli uffici ex-genio
civile e agli uffici provinciali e regionali della protezione civile. E' stata inoltre
allegata alla rivista Ingegneria Sismica, XVIII, (2001) una seconda versione
aggiornata, inclusa appunto nel CD "La Microzonazione Sismica” e a cura di
Fabio Sabetta, Fabrizio Bramerini, Antonio Lucantoni.
Con particolare riferimento alle attività di pianificazione, gli scenari di danno,
alla base dei Piani di emergenza, rappresentano le possibili situazioni da
fronteggiare a seguito di eventi sismici di riferimento aventi un definito impatto
sul territorio e conseguentemente un definito livello di attivazione del piano e dei
soggetti interessati. In considerazione dell'importanza che tale stima riveste, in
relazione alla quantificazione delle risorse umane e materiali da prevedere nei
Piani, bisogna precisare che il dato relativo agli scenari di danno e di rischio e di
tipo probabilistico e, quindi, le stime possono essere in qualche modo disattese.
La metodologia di valutazione della vulnerabilità del patrimonio abitativo
utilizza un approccio tipologico-statistico che distingue il patrimonio stesso nelle
classi A, B e C previste dalla scala macrosismica MSK e che utilizza gli
indicatori relativi alla tipologia costruttiva e all’anno di costruzione. La classe C
e differenziata tra muratura di buona qualità (C1) e cemento armato (C2),
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identificando cosi quattro classi di vulnerabilità. La ripartizione e stata effettuata
utilizzando i dati del censimento ISTAT del 1991 per tutti gli 8100 comuni
italiani, sulla base delle popolazioni campione delle abitazioni censite a seguito
degli eventi Irpinia ’80 e Lazio-Abruzzo ’84.
Nelle tabelle di seguito riportate sono riassunti i dati utilizzati nelle
pubblicazioni citate e le abbreviazioni che vengono in esse adottate ed alle
quali si farà riferimento d'ora in avanti.
La Vulnerabilità delle abitazioni (Dati elaborati d al censimento ISTAT
1991)
Nome: variabile Note
Cod_istat: Codice istat del comune
Comune: Nome del comune
ABITAZ: Abitazioni (dati Istat)
SUP: Superficie delle abitazioni (dati Istat)
ABA: Percentuale di abitazioni in classe A
ABB: Percentuale di abitazioni in classe B
ABC1: Percentuale di abitazioni in classe C1
ABC2: Percentuale di abitazioni in classe C2
Popolazione residente in abitazioni per classi di v ulnerabilità (Dati
elaborati dal censimento ISTAT 1991)
Nome variabile: Note
Cod_istat: Codice istat del comune
Comune: Nome del comune
POP_RES: Popolazione residente (dati Istat)
POPA: Percentuale di popolazione residente in abitazioni di classe A
POPB Percentuale di popolazione residente in abitazioni di classe B
POPC1 Percentuale di popolazione residente in abitazioni di classe C1
POPC2 Percentuale di popolazione residente in abitazioni di classe C2
Percentuali di danneggiamenti per le diverse classi di vulnerabilità delle
abitazioni utilizzando come parametro di pericolosi tà l'intensità MCS.
Nome variabile Note
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Cod_istat Codice istat del comune
Comune Nome del comune
M_CRO_A Percentuale di abitazioni crollate sul totale delle abitazioni nella classe A
M_CRO_B Percentuale di abitazioni crollate sul totale delle abitazioni nella classe B
M_CRO_C1 Percentuale di abitazioni crollate sul totale delle abitazioni nella classe C1
M_CRO_C2 Percentuale di abitazioni crollate sul totale delle abitazioni nella classe C2
M_INA_A Percentuale di abitazioni inagibili sul totale delle abitazioni nella classe A
M_INA_B Percentuale di abitazioni inagibili sul totale delle abitazioni nella classe B
M_INA_C1 Percentuale di abitazioni inagibili sul totale delle abitazioni nella classe C1
M_INA_C2 Percentuale di abitazioni inagibili sul totale delle abitazioni nella classe C2
M_DAN_A Percentuale di abitazioni danneggiate sul totale delle abitazioni nella classe A
M_DAN_B Percentuale di abitazioni danneggiate sul totale delle abitazioni nella classe B
M_DAN_C1 Percentuale di abitazioni danneggiate sul totale delle abitazioni nella classe C1
M_DAN_C2 Percentuale di abitazioni danneggiate sul totale delle abitazioni nella classe C2
M_TOT_A Indice di danno totale per la classe A
M_TOT_B Indice di danno totale per la classe B
M_TOT_C1 Indice di danno totale per la classe C1
M_TOT_C2 Indice di danno totale per la classe C2
Percentuali di danneggiamenti per le diverse classi di vulnerabilità delle
abitazioni. utilizzando come parametro di pericolos ità il picco di
accelerazione (PGA).
Nome variabile Note
Cod_istat Codice istat del comune
Comune Nome del comune
P_CRO_A Percentuale di abitazioni crollate sul totale delle abitazioni nella classe A
P_CRO_B Percentuale di abitazioni crollate sul totale delle abitazioni nella classe B
P_CRO_C1 Percentuale di abitazioni crollate sul totale delle abitazioni nella classe C1
P_CRO_C2 Percentuale di abitazioni crollate sul totale delle abitazioni nella classe C2
P_INA_A Percentuale di abitazioni inagibili sul totale delle abitazioni nella classe A
P_INA_B Percentuale di abitazioni inagibili sul totale delle abitazioni nella classe B
P_INA_C1 Percentuale di abitazioni inagibili sul totale delle abitazioni nella classe C1
P_INA_C2 Percentuale di abitazioni inagibili sul totale delle abitazioni nella classe C2
P_DAN_A Percentuale di abitazioni danneggiate sul totale delle abitazioni nella classe A
P_DAN_B Percentuale di abitazioni danneggiate sul totale delle abitazioni nella classe B
P_DAN_C1 Percentuale di abitazioni danneggiate sul totale delle abitazioni nella classe C1
Città di San Giorgio a Cremano Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile
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P_DAN_C2 Percentuale di abitazioni danneggiate sul totale delle abitazioni nella classe C2
P_TOT_A Indice di danno totale per la classe A
P_TOT_B Indice di danno totale per la classe B
P_TOT_C1 Indice di danno totale per la classe C1
P_TOT_C2 Indice di danno totale per la classe C2
Indici di rischio (MCS). Valori annui, utilizzando come parametro di
pericolosità l'intensità MCS.
Nome variabile Note
Cod_istat Codice istat del comune
Comune Nome del comune
M_AB_CRO Percentuale di abitazioni crollate sul totale delle abitazioni.
M_POP_CRO Percentuale della popolazione coinvolta in crolli sul totale della popolazione.
M_AB_INA Percentuale di abitazioni inagibili sul totale delle abitazioni.
M_AB_DAN Percentuale di abitazioni danneggiate sul totale delle abitazioni.
M_DANSUP Percentuale della superficie delle abitazioni danneggiate sul totale della
superficie delle abitazioni.
si = superficie con danno di livello i
fi = fattore di danno per il livello
di danno i
Livello di danno i 0 1 2 3 4 5
Fattore di danno 0 0,01 0,1 0,35 0,75 1
Indice di rischio
M_INDEX
pc = percentuale popolazione coinvolta in crolli (M_POP_CRO)
pd = percentuale di superficie delle abitazioni danneggiate
(M_DANSUP)
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Indici di rischio (PGA). Valori annui utilizzando c ome parametro di
pericolosità il picco di accelerazione (PGA).
Nome variabile Note
Cod_istat Codice istat del comune
Comune Nome del comune
P_AB_CRO Percentuale di abitazioni crollate sul totale delle abitazioni.
P_POP_CRO Percentuale della popolazione coinvolta in crolli sul totale della
popolazione.
P_AB_INA Percentuale di abitazioni inagibili sul totale delle abitazioni.
P_AB_DAN Percentuale di abitazioni danneggiate sul totale delle abitazioni.
Percentuale della superficie delle abitazioni danneggiate sul totale della superficie delle
abitazioni.
P_DANSUP
Livello di danno i 0 1 2 3 4 5
Fattore di danno 0 0,01 0,1 0,35 0,75 1
Indice di rischio
P_INDEX
pc = percentuale popolazione coinvolta in crolli (P_POP_CRO)
pd = percentuale di superficie delle abitazioni danneggiate
(P_DANSUP)
La metodologia di valutazione del rischio utilizzata si fonda sull’ipotesi di
stazionarietà degli eventi sismici, congruente con il calcolo della pericolosità
che né è alla base. Pertanto, vengono determinati i valori medi annui relativi ad
alcuni parametri ritenuti significativi. Nell’ipotesi stazionaria il rischio, in un dato
intervallo di tempo ∆T, e definito come un valore medio annuo di un
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determinato parametro moltiplicato per tale intervallo temporale. E da notare
che questa ipotesi semplificativa equivale a considerare costante anche la
vulnerabilità, la quale invece varia nel tempo e, soprattutto, dopo un evento
sismico.
Sono stati utilizzati i seguenti indici:
Per la stima dei danni al patrimonio abitativo, per ogni comune, si
definiscono:
� abitazioni crollate: tutte quelle con livello di danno 5;
� abitazioni inagibili: quelle con livello di danno 4 più una frazione (40%)
di quelle con livello di danno 3;
� abitazioni danneggiate: quelle con livello di danno 2 più quelle con
livello di danno 3 non considerate fra le inagibili;
Per la stima delle conseguenze sulla popolazione, e stata presa come base
di riferimento la distribuzione della popolazione residente rilevata dal
censimento ISTAT 1991.
Le perdite sono state espresse tramite il seguente indice:
� popolazione coinvolta in crolli: prodotto del numero di abitazioni
crollate per il numero medio di abitanti per abitazione.
� numero di senza tetto: prodotto del numero di abitazioni inagibili per il
numero medio di abitanti per abitazione
Infine è stato ricalcolato, per ciascun comune:
� indice di rischio sismico globale: somma pesata dei valori
(normalizzati rispetto al valore massimo) del danno medio totale (peso
1/3) e della popolazione coinvolta in crolli (peso 2/3).
� Tale indice è uno dei parametri utilizzati nell’Ordinanza del Ministero
dell’Interno n.2788 del 1997, per l’individuazione dei comuni “ad
elevato rischio sismico”.
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Comune Abitazioni Sup_Abitazioni % abit
classe A
% abit
classe B
% abit
classe C2
% abit
classe
C1
San Giorgio
a Cremano 18568 1657129 9.3 4.9 2.7 83.1
Tabella 7: Classe di vulnerabilità delle abitazioni - dati elaborati dal censimento Istat 1991. Dati desunti da pubblicazione prot. Civ. Nazionale Ing. Lucantoni e altri
Comune % res abit
classe A
% res abit
classe B
% res abit
classe C2
% res abit
classe C1
San Giorgio a Cremano 8.7 4.6 2.6 84.0
Tabella 8: Popolazione residente in abitazioni per classe di vulnerabilità - dati elaborati dal censimento Istat 1991. Dati desunti da pubblicazione prot. Civ. Nazionale Ing. Lucantoni e altri
Comune P_AB_CRO P_POP_CRO P_AB_INA P_AB_DAN P_DANSUP P_INDEX
San Giorgio a
Cremano 0.00360734 0.00343702 0.05880860 0.42203837 0.09326402 0.05358244
Tabella 9: Indici di rischio (PGA) (1). Valori annui. Il parametro di pericolosità utilizzato è il picco di accelerazione (PGA) - - dati elaborati dal censimento Istat 1991. Dati desunti da pubblicazione prot.
Civ. Nazionale Ing. Lucantoni e altri
Pertanto, considerato il suddetto scenari di riferimento si avrà (utilizzando
dati di stima della popolazione attuale ma sempre tenendo conto dei dati
censimento 1991 per le abitazioni):
Comune Abitazioni
crollate
Abitazioni
inagibili
Abitazioni
danneggiate
Popolazione
coinvolta in
crolli
Numero
medio
abitanti
per
abitazioni
Popolazione
con abitazioni
inagibili
Numero di
senza tetto
San
Giorgio a
Cremano
67 1091 7836 164 2.44 2670 2834
Tabella 10: Scenario sismico atteso - Dati desunti da pubblicazione prot. Civ. Nazionale Ing. Lucantoni e altri
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Il terremoto di progetto adottato nel lavoro bibliografico e l’evento più
significativo dal punto di vista del danneggiamento atteso sugli edifici nell’area
oggetto di piano passando in rassegna tutti gli eventi di diversa gravità che
possono avere origine in una delle zone o strutture sismogenetiche che
interessano il territorio in esame e selezionare quelle suscettibili di creare un
impatto maggiore, in termini di danno. Il danneggiamento atteso sugli edifici in
seguito ad un evento sismico viene, quindi, valutato determinando la
vulnerabilità degli edifici costruiti sul territorio mediante un apposito indice di
vulnerabilità che tiene conto della tipologia edilizia della costruzione (cemento
armato, muratura, acciao, ecc.) dell’età della costruzione e dello stato di
manutenzione.
L’analisi dei dati ha portato alla valutazione su base probabilistica delle
risorse da impegnare in fase di emergenza. In particolare, il dato fondamentale
e rappresentato dalla valutazione della popolazione da assistere in caso di
evento sismico grave. Il numero totale previsto dai calcoli effettuati,
considerando il numero degli abitanti attuali, è pari a 2834. Pertanto si dovrà
prevedere un numero di aree di accoglienza proprie ed improprie idonee ad
ospitare tale numero di persone.
Lo scenario così definito risulta spalmato su tutto il territorio comunale, ma su
apposita cartografia è stata effettuata una valutazione di massima identificando
due aree a diverso rischio sismico (rischio medio e rischio basso – Tav. RS03).
Tale classificazione è fondamentalmente funzione dei seguenti parametri:
• Pericolosità sismica di base;
• Vulnerabilità dell’edificato;
• Densità di popolazione;
• Dimensione delle arterie stradali;
• Richieste pratiche 219.
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6. LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE E STRATEGIA
OPERATIVA
Gli obiettivi indispensabili che il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di
protezione civile, deve conseguire per fronteggiare una situazione di
emergenza, nell'ambito della direzione unitaria dei servizi di soccorso e di
assistenza alla popolazione, costituiscono i lineamenti della pianificazione.
Gli stessi lineamenti sono gli obiettivi che il C.O.C., in quanto struttura di
supporto al Sindaco per la gestione dell'emergenza, deve conseguire
nell’ambito della direzione unitaria dei servizi di soccorso e assistenza in
emergenza alle popolazioni colpite (competenze attribuite al Sindaco quale
autorità comunale di protezione civile ai sensi dell’art.. 15 Legge 225/92).
Nel seguente piano sono state individuate le strategie da adottare ed il
complesso delle Componenti e delle Strutture Operative di Protezione Civile
che intervengono in emergenza, con i propri piani particolareggiati (da allegare
al presente al Piano) riferiti alle attivazioni di propria competenza, (art. 6 e art.
11 L.225/92), indicandone i rispettivi ruoli e compiti.
Il Piano di emergenza comprende le modalità con le quali il Comune
garantisce i collegamenti telefonici e fax, e se possibile e-mail, sia con la
Regione e con la Prefettura - UTG, sia con le componenti e strutture operative
di protezione civile presenti sul territorio - Vigili del Fuoco, Corpo Forestale,
Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Polizia provinciale, Capitanerie
di Porto, Asl, comuni limitrofi ecc., per la reciproca comunicazione di situazioni
di criticità.
Il rischio sismico, anche in funzione del tipo di evento, rientra nei rischi
sovracomunali, pertanto sarà sicuramente necessario istituire il COM. È
necessario ricordare anche che il Comune di San Giorgio a Cremano è sede
C.O.M. (Comuni di San Giorgio a Cremano – San Sebastiano al Vesuvio –
Massa di Somma) e che il Sindaco (o un suo rappresentante da designare in
tempo di pace) dovrà farne parte.
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I Centri Operativi Misti, C.O.M., sono attivati dal Prefetto, nelle aree
interessate dall'evento, al momento della dichiarazione dello stato di preallarme
o allarme. Nel Piano Generale sono riportate tutte le informazioni relative alle
sedi COM presenti sul territorio comunale.
Visto che non è possibile prevedere data, luogo ed intensità di un evento
sismico, va da sé che fasi fondamentali per l’attivazione del C.O.C. e per
l’organizzazione dei soccorsi, quali quella di attenzione e di preallarme, possibili
nel caso di rischio idrogeologico e vulcanico, per questa tipologia di evento
calamitoso non sono invece attuabili.
Quella che si viene ad attivare in caso di terremoto è un’unica fase in cui
parallelamente si sviluppano attività di emergenza e di soccorso; tale fase
quindi, vista la sua repentinità ed in considerazione della sua complessità, deve
essere ancor meglio organizzata e collaudata a tutti i livelli.
1. FUNZIONALITA’ DEL SISTEMA LOCALE REPERIBILITA’ H 24.
La struttura comunale di Protezione civile garantisce:
A. I collegamenti telefonici e fax della sede operativa:
Sede Indirizzo Telefono Fax Email
Sede Ufficio Protezione Civile Comunale.
Via Galdieri 081/5654212 081/5745771 protezione.civile@e-
cremano.it
B. Il sistema di reperibilità h 24 all’interno della struttura comunale:
Ente/Struttura Referente Telefono Fax Email
Comando dei Vigili Urbani
Responsabile 081/5654202 800616160
C. Le comunicazioni con le strutture sovracomunali:
Ente/Struttura Referente Telefono Fax email
UTG -Prefettura Resp. Dott.ssa Rosanna Sergio
081/794.31.11 081/794.35.55 rosanna.sergio@utgnapoli.it
Centro Funzionale Regionale
Resp. le Cincini 081/232.31.11 3357800078
081/232.38.60 081/780.00.78
Provinciali Napoli Sala Operativa Provinciale
800.34.34.35
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Ente/Struttura Referente Telefono Fax email
Regione Campania Sala Operativa h.24
800.44.99.11 081/796.77.62
Vigili del fuoco Sala Operativa Provinciale
115
Corpo Forestale dello Stato
Sala Operativa 1515
081/553.75.64 081/563.08.35
Carabinieri Sala Operativa 112
Polizia di stato 113 0817886111
Polizia di stato
Protezione Civile Comune di Napoli
Arch. Marianna Cerillo
0817954124 0817954761 protezione.civile@comune.napol
i.it
Protezione Civile Comune di Portici
081.7885811 800.718.718
protezionecivile@comune.portic
i.na.it Protezione Civile Comune di Ercolano
800885590 0817881241
0817770606 ercolanoprotciv.1@libero.it
Protezione Civile Comune di San Sebastiano al Vesuvio
2. STRUTTURA DI COORDINAMENTO LOCALE
A. Attivazione del Centro Operativo Comunale (COC)
CENTRO OPERATIVO COMUNALE DI SAN GIORGIO A CREMANO
Via Galdieri, 1 presso la sede della Protezione Civile Comunale Tipo Funzione Compiti/ Soggetti Referente Tel Fax Email
1) tecnico – Scientifica,
Pianificazione
Aggiornamento scenari di rischio, interpretazione dati delle reti di monitoraggio coordinamento dei rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche.
Arch. Carmine Intoccia
081/5654307 3351377896
081/5654348 d.gestioneterritorio@e-cremano.it
2) Sanità, Assistenza Sociale e
veterinaria
Censimento strutture sanitarie, elenco personale a disposizione e rappresentate del Servizio Sanitario Locale.
Dott. Mario Chirico
081/5654210
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CENTRO OPERATIVO COMUNALE DI SAN GIORGIO A CREMANO Via Galdieri, 1 presso la sede della Protezione Civile Comunale
Tipo Funzione Compiti/ Soggetti Referente Tel Fax Email
3) Volontariato
Squadre specialistiche, formazione e informazione alla popolazione, esercitazioni.
Sig. Enzo Arduini 3316029221
4) Risorse (in termini di mezzi e
materiali)
Materiali, mezzi e persone a disposizione (dipendenti ed esterni).
Sig. Troise Raffaele 081/5654212 081/5745771
5) Servizi essenziali e attività
scolastica
Referenti di ogni servizio (acqua, gas, energia elettrica, rifiuti, ecc.).
Ing. Edgardo Beato
6) Censimento danni
Individuazione sedi strategiche ed aree sicure schede di censimento danni al fine di fotografare la situazione conseguente all’evento
Arch. Stefania Duraccio
081/5654308
7) Strutture operative locali e
viabilità
Coordinamento fra le varie strutture, realizzazione piano di evacuazione e regolamentare localmente i trasporti ed il traffico.
Dott. Gabriele Ruppi
8) Telecomunicazion
i
referenti gestori telefonia fissa-mobile e radio (radioamatori)
Avv. Alfonso Raho
9) Assistenza alla popolazione
Individuazione strutture ricettive, assistenza alla popolazione.
Dott. Raffaele Peluso
Sono inoltre individuate le seguenti figure di supporto alle attività del COC:
• Responsabile della struttura di “segreteria e gestione dati”: Dott.
Leone Di Marco;
• Addetto stampa per la cura e la diffusione delle opportune
informazioni e comunicazioni: dott. Michele Ippolito;
• Responsabile della Sala Operativa: Arch. Vincenzo Forte.
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Di seguito vengono elencate le attività che svolgono le funzioni di supporto
che è necessario attivare per la gestione di emergenze connesse al rischio
sismico; per ciascuna funzione vengono indicati i soggetti e gli enti che ne
fanno parte, con i relativi principali compiti in emergenza.
I responsabili delle Funzioni di Supporto, in “tempo di pace”, si occupernnao
di:
> provvedere all’informazione alla popolazione: gli scenari, i modelli e le
previsioni di piano devono essere notificati alla popolazione e comunicati nei
modi e con i mezzi più opportuni in modo da garantire la più ampia e
approfondita conoscenza estesa all'intera cittadinanza; si dovrà inoltre
provvedere anche allo studio del sistema informativo e di comunicazione
stradale d'impatto per assicurare la massima funzionalità e fruibilità del piano
anche per i non residenti
> effettuare esercitazioni periodiche: la frequenza e la estensione delle
esercitazioni dovrà essere valutata nel dettaglio, anche in relazione ai diversi
scenari di rischio, alle attività analoghe svolte da soggetti presenti all'interno
dell'ambito del Comune (Direzione didattica, volontariato P.C., ecc.) e da quelli
presenti in ambito sovracomunale
> effettuare la manutenzione e controllo delle aree strategiche: si dovrà
predisporre un piano di manutenzione delle aree che comprenda le azioni di
manutenzione ordinaria (pulizia, manutenzione manto stradale, segnaletica
orizzontale ecc.) e straordinaria (pavimentazione, revisione/ampliamento dei
sottoservizi ecc.);
> manutenzione e controllo della viabilità di piano: si dovrà predisporre un
piano di manutenzione delle arterie interessate che comprenda le azioni di
manutenzione ordinaria (pulizia, manutenzione manto stradale, segnaletica
orizzontale ecc.) e straordinaria (pavimentazione, revisione/ampliamento dei
sottoservizi ecc.); si dovranno fissare priorità di intervento prevalenti rispetto a
tutte le altre sedi stradali del territorio comunale; si valuteranno le necessita di
modificare il regime di sosta e parcheggio lungo le strade comprese nella
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viabilità di piano per garantire il passaggio ai veicoli di soccorso anche negli
scenari più estremi.
> aggiornamento del piano: l'aggiornamento del piano dovrà essere
effettuato almeno ogni 12 mesi ovvero ogni qualvolta insorgano elementi
sostanziali di novità ai fini della gestione e della pianificazione in ambito di
Protezione Civile.
Ciascuna funzione, per il proprio ambito di competenze, valuta l’esigenza di
richiedere supporto a Prefettura - UTG e Regione, in termini di uomini, materiali
e mezzi, e ne informa il Sindaco.
FUNZIONE TECNICA E DI PIANIFICAZIONE
(Tecnici comunali, Tecnici o Professionisti locali, Enti di ricerca scientifica)
La funzione tecnica e di pianificazione interessa tutti gli enti che svolgono
attività di ricerca scientifica o di gestione sul territorio. Il responsabile, arch.
Intoccia, dovrà mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le varie componenti
scientifiche e tecniche, cui è richiesta un’analisi conoscitiva dell'evento e del
rischio associato, aggiornando lo scenario sulla base dei dati acquisiti. Il
responsabile disporrà delle cartografie di base e tematiche riguardo il proprio
territorio comunale. Durante l’emergenza, il costante scambio di dati con i
responsabili delle funzioni di supporto attivate, gli permetterà di fornire,
quotidianamente, l’aggiornamento della cartografia tematica con l’indicazione
dei danni e degli interventi sul territorio comunale. Per quanto sopra sarebbe
opportuno disporre di un’area dove organizzare ed elaborare la cartografia da
distribuire sia alle Funzioni di Supporto attivate nella Sala Operativa, sia alle
squadre di soccorritori che operano direttamente sul territorio.
FUNZIONE SANITA’, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA
(A.S.L., C.R.I., Volontariato Socio Sanitario)
La funzione sanità, assistenza sociale e veterinaria pianifica e gestisce tutte
le problematiche relative agli aspetti socio-sanitari dell'emergenza. Il
responsabile avrà il compito di coordinare le attività svolte dai responsabili della
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sanità locale e delle Organizzazioni di Volontariato che operano nel settore
sanitario, sia in tempo di pace che in emergenza. Per le attività che il
Responsabile della funzione dovrà svolgere si rimanda ai “Criteri di massima
per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi” pubblicato nel
Supplemento Ordinario alla G.U. – serie generale - n. 109 del 12/05/01,
Allegato al Decreto del Ministero dell’Interno delegato per il coordinamento della
protezione civile 13 febbraio 2001 pubblicato nella G.U. – serie generale – n. 81
del 06 aprile 2001.
FUNZIONE VOLONTARIATO
(Organizzazioni di volontariato di protezione civile)
La funzione volontariato si occupa di redigere un quadro sinottico delle
risorse in termini di mezzi, materiali, uomini e professionalità in relazione alla
specificità delle attività svolte dalle organizzazioni locali, al fine di supportare le
operazioni di soccorso ed assistenza, in coordinamento con le altre funzioni. Il
responsabile ha i seguenti compiti:
� predisporre e coordinare l'invio di squadre di Volontari nelle aree di
attesa per garantire la prima assistenza alla popolazione;
� predisporre e coordinare l'invio di squadre di Volontari nelle aree di
ricovero per assicurare l'assistenza alla popolazione, la preparazione
e la distribuzione dei pasti;
� predisporre l'invio di squadre di volontari per le esigenze delle altre
funzioni di supporto.
FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
(Aziende pubbliche e private, Volontariato, C.R.I., Amministrazione locale)
La funzione materiali e mezzi ha lo scopo di fornire un quadro costantemente
aggiornato delle risorse disponibili in situazione di emergenza, attraverso il
censimento dei materiali e mezzi appartenenti ad enti locali, volontariato, privati
ed altre amministrazioni presenti sul territorio. Nel caso in cui la richiesta di
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materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco
rivolgerà richiesta al Prefetto competente.
In linea di massima le risorse che affluiranno alla funzione sono le seguenti:
� materiali e mezzi delle Strutture operative ( art. 11 L. 225/92);
� materiali e mezzi specialistici della CISPEL regionale;
� materiali e mezzi dell’ACI o Enti coordinati con le depositerie
giudiziarie locali;
� materiali e mezzi di Ditte private locali da attivare su disposizione del
Sindaco.
Il Responsabile si occuperà di:
� stabilire i collegamenti con le imprese preventivamente individuate per
assicurare le prestazioni necessarie per il pronto intervento;
� verificare le esigenze e le disponibilità dei materiali e mezzi necessari
all'assistenza alla popolazione e disporre l'invio di tali materiali presso
le aree di ricovero;
� coordinare l'impiego dei mezzi comunali impiegati;
� monitorare l’impiego e i conseguenti costi giornalieri che dovranno
essere riportati su appositi registri.
FUNZIONE SERVIZI ESSENZIALI ED ATTIVITÀ SCOLASTICA
(Energia elettrica, Gas, Acqua, Aziende Municipalizzate, Smaltimento rifiuti,
Provveditorato agli Studi)
Il responsabile della funzione ha il compito di coordinare i rappresentanti di
tutti i servizi essenziali erogati sul territorio comunale cui è richiesto di
provvedere ad immediati interventi sulla rete per garantirne l'efficienza anche in
situazioni di emergenza, secondo i rispettivi piani particolareggiati.
In particolare il responsabile si occuperà di:
� assicurare la presenza al C.O.C. dei rappresentanti degli enti e delle
società eroganti i servizi primari;
� inviare sul territorio i tecnici e le maestranze per verificare la
funzionalità e la messa in sicurezza delle reti dei servizi comunali;
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Per quanto riguarda l’attività scolastica il responsabile della funzione ha il
compito di conoscere e verificare l’esistenza dei piani di evacuazione delle
scuole e delle aree di attesa di loro pertinenza. Dovrà, inoltre, coordinare i Capi
d’Istituto e prevedere una strategia idonea per il ricongiungimento della
popolazione scolastica con le relative famiglie nelle aree di attesa.
FUNZIONE CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
(Tecnici Comunali, Ufficio Anagrafe, Vigili Urbani, Comunità Montana,
Regione, VV.F., Gruppi Nazionali e Servizi Tecnici Nazionali)
L'attività di censimento dei danni a persone e cose riveste particolare
importanza al fine di valutare la situazione complessiva determinatasi a seguito
dell’evento in ordine all’aggiornamento dello scenario del danno, per rilevare
puntualmente il danno agli edifici e valutare la loro agibilità e per stabilire gli
interventi urgenti. In caso di eventi di non grande severità, affrontabili con mezzi
normali attraverso l’opera di tecnici dell’Ufficio Tecnico del Comune, del Genio
Civile regionale e del locale comando del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco,
nonché di tecnici volontari locali, di cui dovrà essere stilato un elenco da tenere
costantemente aggiornato, il responsabile della funzione, al verificarsi del
sisma, dovrà coordinare il censimento dei danni utilizzando le schede di rilievo
del danno e valutazione dell’agibilità ed ogni altro materiale documentale e
modulistico previste dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. In caso di
eventi di eccezionale gravità, per cui le risorse tecniche da mettere in campo
eccedano le capacità di risposta locale, un servizio di coordinamento delle
campagne di sopralluoghi verrà accentrato, a cura delle autorità nazionali e/o
regionali, in specifiche strutture tecniche di coordinamento dislocate presso uno
o più centri operativi. In questo caso, il responsabile della funzione, dopo aver
disposto i primi urgenti accertamenti, si collegherà a tali strutture di
coordinamento, utilizzando le proprie ridotte risorse tecniche locali, ad esempio,
per:
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� provvedere ad informare la popolazione di ogni procedura in atto ed,
in accordo con i coordinatori della campagna di sopralluogo, ad
informare la popolazione della data della visita di sopralluogo;
� trasmettere le istanze che riguardano edifici con danni dovuti
all’evento in atto, verificando che le richieste fatte non riguardino
ruderi o edifici non utilizzati per motivi di fatiscenza; prioritariamente
bisogna considerare edifici strategici per l’emergenza (strutture
sanitarie, casa comunale, etc.) e, quindi, quegli edifici che possono
diventare, in caso di loro manifesta agibilità, ricoveri per gli sfollati
(scuole palestre, etc.); dopo si esamineranno le chiese ed altri edifici
con delicate caratteristiche di affollamento;
� raccogliere le istanze dei cittadini riguardanti le abitazioni, segnalate
normalmente dai residenti per singole unità immobiliari e raggrupparle
e trasmetterle ordinatamente solo per edificio;
� nella individuazione degli edifici, utilizzare toponimi ufficiali, in
particolare utilizzare i nominativi ufficiali delle località riportati
dall’ISTAT ed ogni altro accorgimento atto a caratterizzare
univocamente l’oggetto del sopralluogo;
� provvedere alla redazione delle ordinanze di sgombero a firma del
Sindaco, in presenza di inagibilità totali o parziali e agli eventuali
interventi urgenti e provvisori;
� tenere aggiornata la cartografia con le risultanze dei sopralluoghi
eseguiti, segnalandone l’esito con colori diversi;
� raccogliere l’elenco degli edifici dichiarati inagibili, aggiungendo
nell’elenco il numero degli occupanti e dei nuclei familiari evacuati, la
destinazione d’uso e il titolo con il quale i residenti occupano l’unità
immobiliare;
� avvertire le forze dell’ordine per il controllo del territorio in funzione
antisciacallaggio o di vigilanza degli accessi interdetti delle aree
inagibili;
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Le risorse professionali, organizzate in squadre miste di tecnici appartenenti
a vari Enti, saranno impegnate nel rilievo del danno e nella valutazione
dell’agibilità; provvederanno, inoltre, ad indicare gli interventi urgenti,
eventualmente provvisori, agli edifici danneggiati. Le preposte autorità di
protezione civile dovranno provvedere a mettere in sicurezza tali edifici, per
evitare danni alle persone e interruzioni alla rete viaria e per limitare il
progredire del danno.
Le squadre di tecnici dovrebbero essere composte da almeno tre persone:
due tecnici ed un accompagnatore (un’esponente delle forze dell’ordine e/o del
volontariato.
In allegato al presente lavoro si riportano 8 tavole in formato A3 (Tavv RS05)
in scala grafica, una per ogni Macrozona individuata, che rappresentano i
percorsi consigliati per un veloce controllo preliminare delle squadre del
censimento danni. Gli stessi, definiti dietro precise indicazioni dell’arch. Forte,
sono stati pensati in maniera tale da non ripercorrere per due volte uno stesso
tratto, e quindi per velocizzare le operazioni.
FUNZIONE STRUTTURE OPERATIVE LOCALI, VIABILITÀ
(Forze dell'Ordine presenti nel territorio, Vigili Urbani, VV.F.)
Il responsabile della funzione strutture operative locali, viabilità dovrà
coordinare tutte le strutture operative locali, comprese quelle istituzionalmente
preposte alla viabilità.
In particolare si occuperà di predisporre ed effettuare:
� il posizionamento degli uomini e dei mezzi presso i cancelli
precedentemente individuati;
� il posizionamento degli uomini e dei mezzi per l'eventuale trasporto
della popolazione nelle aree di ricovero;
� la vigilanza degli accessi interdetti delle aree inagibili;
� il divieto di accesso nelle zone a rischio da parte del personale non
autorizzato.
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FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
(Enti gestori di reti di telecomunicazioni, Radioamatori, etc.)
Il responsabile della funzione telecomunicazioni dovrà coordinare le attività
svolte dalle società di telecomunicazione presenti sul territorio e dalle
organizzazioni di volontariato dei radioamatori, che hanno il compito, in
emergenza, di organizzare una rete di telecomunicazioni alternativa. In
particolare sarà censita la presenza di strutture volontarie radioamatoriali e
valutata l’opportunità di accesso a sistemi di comunicazione satellitare ove e
quando disponibili.
FUNZIONE ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE
(Assessorato Regionale, Provinciale e Comunale, Ufficio Anagrafe,
Volontariato)
Il responsabile dovrà:
� predisporre un quadro delle disponibilità di alloggiamento e dialogare
con le Autorità preposte all’emanazione degli atti necessari per la
messa a disposizione degli immobili o delle aree;
� provvedere ad un censimento degli appartenenti alle categorie deboli
o a particolare rischio, della loro dislocazione e dei loro immediati
fabbisogni specifici nella prima fase dell’emergenza;
� garantire l'assistenza alla popolazione nelle aree di attesa e nelle aree
di ricovero;
� attivare il personale incaricato per il censimento della popolazione
nelle aree di ricovero attraverso una specifica modulistica.
Ciascuna funzione, per il proprio ambito di competenze, valuta l’esigenza di
richiedere supporto a Prefettura -UTG e Regione, in termini di uomini, materiali
e mezzi, e ne informa il Sindaco.
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3. CENSIMENTO DELLE RISORSE
A. Censimento strutture sanitarie comunali e limitrofe
Tipologia e Sede Ricettività - posti letto
Referente Telefono fax
A.S.L. NA 5 – Distretto 54 081/5509225
Clinica Grimaldi 130 081/0207281 081/0207198
* Ospedale Santa Maria di
Loreto Mare 233
dott.ssa Maria Corvino
dott. Mario Esposito 081/2542793 081/2542791
B. Volontariato e professionalità
Sede Risorse umane e
professionalità Telefono fax email
Gruppo Comunale di
volontariato di Protezione
Civile di San Giorgio a
Cremano
50 unità idonei per le attività
di: antincendio; soccorso
sanitario; logistica;
radiocomunicazione.
Ognuno è munito di idoneo
DPI
081/5654249
081/5745771
vincenzo.forte@tin.it
Associazione Vesuvio –
Centro Victor
12 unità
Operatori
disponibili, idonei per le
attività di: gestione campo;
radiocomunicazioni, mass
media.
081/485363
331/3199859
329/0281332
081/2551707
assvesuvio@tin.it
Associazione Il Nibbio
O.N.L.U.S
17 unità tutti dotati di DPI
idonei con seguenti
competenze:
1 infermiere
5 soccorritori con brevetto
BLSA
4 operatori radio
2 autisti
5 operatori generici
081/276337
339/5412720
ilnibbioprociv@tiscali.it
Radio Club Centro Gamma 081/2552106
Ass. Volontariato PC
Auxilium
081/474575 081/5745191
C. Enti Gestori dei servizi essenziali
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Aziende / Società Referente Telefono fax email Servizi elettrici Utenze ENEL S.P.A. Centro Direzionale Napoli
081/5625822
Servizio Idrico G.O.R.I. S.p.a. (Gestione Ottimale Risorse Idriche) – Ercolano (NA) Segnalazione disservizi e urgenze
081/7390760
N° verde 800-218270
comunicazione@goriacqua.com
CIRCUMVESUVIANA 800.05.39.39 081/963.44.20
TELECOM 187 Autostrade Meridionali 0817508246 0817508269
D. Altre strutture sul territorio (Aziende con convenzioni – è in corso di pubblicazione il
bando per l’iscrizione agli elenchi di ditte di fiducia dell’ente).
Aziende/Società Risorse disponibili Referente telefono fax email
4. AREE DI PROTEZIONE CIVILE
Per ciò che concerne le aree di protezione civile sono state individuate e
censite le aree di protezione civile distinguendole in aree di attesa e aree di
accoglienza.
AREE DI ATTESA DELLA POPOLAZIONE
Luoghi di prima accoglienza per la popolazione immediatamente dopo
l’evento calamitoso o successivamente alla segnalazione della fase di
preallarme. In tali aree la popolazione riceverà le prime informazioni sull'evento
e i primi generi di conforto in attesa di essere sistemata in strutture di
accoglienza adeguate.
Per il rischio sismico sono state individuate le seguenti aree di attesa:
Sito
Area di via Palmiro Togliatti Area Comunale Via Formisano Area Comunale di via Mormone
Area antistante Cimitero Comunale Ex rilevato autostradale
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Sito
Piazza Europa Piazza padre Pio da Pietrelcina Area Comunale Via Brodolini Area Comunale Via Mazzini
Area Comunale Via Noschese Parcheggio Comunale via Bachelet
Piazza Troisi Piazza Municipio Villa Comunale Via Cappiello Largo Arso
Maggiori informazioni sulle aree di attesa sono riportate nelle relative schede
allegate al Piano Generale, mentre la loro ubicazione è riportata nell’allegata
Tav RS04..
AREE/STRUTTURE DI ACCOGLIENZA DELLA POPOLAZIONE
Luoghi in grado di accogliere ed assistere la popolazione allontanata dalle
proprie abitazioni
Tipologia delle aree:
- strutture esistenti idonee ad accogliere la popolazione (alberghi, scuole
ecc.)
- tendopoli
- insediamenti abitativi di emergenza (casette prefabbricate)
I requisiti per l’individuazione
• numero di persone potenzialmente a rischio
• posizionamento in zone sicure
• vicinanza ad una viabilità principale ed ai servizi essenziali (acqua, luce, e
smaltimento acque reflue).
Per il rischio sismico, sono state considerate le seguenti aree di accoglienza: Sito
Campo Sportivo Barracca Campo Sportivo Paudice
Parco Pubblico via Picenna Palaveliero
Scuola Mazzini
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Sito
Uffici Comunali via Mazzini ITC Scotellaro
Scuola Media Dorso Liceo Scientifico Urbani Scuola Media Marconi
Istituto Comprensivo De Filippo Scuola elementare Don Milani
Scuola Elementare Capobianco Scuola Media Card. G. Massaia
Scuola elementare Rubinacci Area Comunale Via Cappiello
Scuola Media Troisi Scuola Elementare Rodari
Scuola Materna San Martino Parco di Villa Vannucchi
Parco di Villa Bruno Area Comunale di via Aldo Moro Area Comunale Via Noschese
Area Comunale di via Mormone
Come definito in precedenza, si ipotizza che per un evento sismico ci
potrebbe essere un numero di circa 2800 senza tetto. Pertanto risulta
necessario disporre di un numero di aree da attrezzare a tendopoli idoneo ad
accogliere tale numero di persone. Tra le aree scoperte individuate, molte sono
in fase di ristrutturazione (Villa Bruno, futura area mercatale di via Mazzini etc.),
mentre aree come Villa Vannucchi si presentano strutture poco idonee ad
essere adibite ad aree di accoglienza, ma, essendo poche gli spazi liberi,
devono essere comunque inseriti nell’elenco. Come esempio per una efficace
progettazione delle aree di accoglienza, è stato redatto il progetto per la
realizzazione di due tendopoli nei campi sportivi Baracca e Paudice, che sono
stati allegati alla Relazione Generale del Piano.
Per il Campo Sportivo Paudice è stata progettata una tendopoli per circa 270
posti letto, per il campo sportivo Paudice è stata progettata una tendopoli per
circa 120 posti letto.
Verosimilmente, dunque, le aree a disposizione sembrano insufficienti a
coprire l’eventuale numero di senza tetto. Pertanto di dovrà ricorrere all’utilizzo
di aree coperte, la cui disponibilità e funzionalità dovrà essere verificata
attentamente dai tecnici della funzione di supporto censimento danni.
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AREA DI AMMASSAMENTO (DEI SOCCORRITORI E DELLE RISORSE)
Sono aree dove far affluire i materiali, i mezzi e gli uomini necessari alle
operazioni di soccorso). Tali aree devono essere segnalate in giallo sulla
cartografia e indicate con segnaletica adeguata sul territorio.
Come probabile area di ammassamento sul territorio comunale di San
Giorgio a Cremano è stata individuata l’area di Villa Buonocore.
Sito Foglio Dimensioni (mq)
Foto
Villa Buonocore – Via Manzoni
2 50.000
5. VIABILITÀ, PIANO DEL TRAFFICO
Sarà necessario effettuare un’ispezione e verifica di agibilità delle strade per
consentire, nell'immediato, l'organizzazione complessiva dei soccorsi. Per lo
svolgimento di tale operazione sarà dato mandato all’ufficio tecnico comunale,
in collaborazione con altri soggetti, sotto il coordinamento della funzione di
supporto “censimento danni a persone e cose” attivata all’interno del C.O.C..
In particolare la verifica sarà eseguita in corrispondenza delle opere d’arte
stradali, che potenzialmente possono aver subito danni tali da inficiare la
percorribilità normale delle strade, come pure in corrispondenza degli edifici
danneggiati che prospettano sulla sede viaria, i quali possono provocare
interruzioni per caduta di parti pericolanti anche in occasione di successive
repliche. Ciò diventa fondamentale per l’accesso dei soccorsi, per i necessari
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collegamenti tra le varie strutture d'intervento e per quanto concerne l'attività
prevista per il C.O.M..
In merito a quest’ultimo aspetto, dato il particolare tessuto urbano, va trattata
con particolare attenzione, in tempo di pace, la problematica della presenza di
auto in sosta lungo le arterie stradali con sede ridotta, probabile ostacolo per il
transito dei mezzi di soccorso in occasione di evento sismico. Queste possono
diventare ostacoli insormontabili anche se danneggiate da eventuali crolli.
Dovrà, quindi, essere garantita la viabilità in tutte le strade comunali, ed in
particolare lungo la rete della Viabilità di Piano, arterie che assumeranno
particolare ruolo in occasione di un evento calamitoso.
Considerato il tessuto urbano e stradale del territorio comunale, dovrà essere
valutata in tempo reale l’eventuale interruzione di alcune strade.
In particolare si segnala presenza di strade con carreggiata stretta che
potrebbero essere interessate da crolli di edifici vetusti (centro storico – vedi
Tav. PGE04). L’interruzione potrebbe interessare anche alcuni alvei strada,
molto diffusi sul territorio comunale, in quanto alcune videoispezioni effettuate
hanno evidenziato alcune situazioni particolarmente critiche (spallette di
sostegno in condizioni di dissesto). In particolare si segnala l’importante asse
stradale di via Cappiello.
Si ricorda inoltre la presenza di sottopassi stradali in prossimità
dell’Autostrada A3 e della Circumvesuviana che potrebbero impedire il
passaggio ai mezzi di soccorso.
6. STRUTTURE A RISCHIO
Tutte le strutture di importanza strategica dislocate sul territorio comunale
risultano a possibile rischio sismico Pertanto andrà fatta una valutazione
preliminare sulle stesse per utilizzarle nelle fasi di emergenza.
7. SISTEMI DI ALLARME
Per Garantire le comunicazioni verso la popolazione ci si può dotare di
dispositivi locali di allarme (altoparlanti montati su autovetture) o comunicare
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per via telefonica e/o porta a porta, mediante il Volontariato, la Polizia
Municipale, in coordinamento con le altre Forze dell’Ordine ed i Vigili del fuoco.
Referente Telefono
Modalità di allerta della
popolazione
Dirigente Settore Protezione Civile Arch. Carmine Intoccia
081/5654307 sirene, altoparlanti montati su autovetture, altri sistemi
acustici Funzionario Settore Protezione Civile
Arch. Vincenzo Forte 081/5654212
Comunicati stampa e annunci siti internet
dott. Michele Ippolito Comunicati stampa e annunci siti internet
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7. MODELLO D’INTERVENTO
Il modello di intervento consiste nell'assegnazione delle responsabilità e dei
compiti nei vari livelli di comando e controllo per la gestione dell’emergenza a
livello comunale. Nel modello vengono riportate le procedure suddivise in
diverse fasi operative per l’attuazione più o meno progressiva delle attività
previste nel Piano, in base alle caratteristiche ed all’evoluzione dell’evento, in
modo da consentire l'utilizzazione razionale delle risorse in termini di materiali e
personale, ed il coordinamento degli operatori di protezione civile presenti sul
territorio.
La procedura di attivazione del sistema di comando e controllo è finalizzata a
disciplinare il flusso delle informazioni nell’ambito del complesso sistema di
risposta di protezione civile, garantendo che i diversi livelli di comando e di
responsabilità abbiano in tempi rapidi le informazioni necessarie a poter attivare
le misure per la salvaguardia della popolazione e dei beni esposti.
A tal fine è necessario costruire un sistema di procedure attraverso il quale il
Sindaco, autorità comunale di Protezione Civile, ricevuto un allertamento
immediato, possa avvalersi di informazioni dettagliate provenienti dalle squadre
che operano sul territorio, disponendo l’immediato e tempestivo impiego di
risorse, fornendo le informazioni a Prefettura – UTG, Provincia e Regione, ed
attivando le necessarie ed adeguate forme di soccorso.
La struttura di responsabilità in fase di emergenza comprende il Sindaco,
l’Ufficio Comunale di Protezione Civile e il COC, attraverso i referenti delle varie
funzioni di supporto. In sintesi, il Sindaco si avvale del Centro Operativo
Comunale, COC, per la direzione dei servizi di gestione, soccorso e assistenza
alla popolazione interessata.
La sede del COC è attualmente ubicata presso la sede dell’ufficio di
Protezione Civile Comunale lungo Via Galdieri.
Quella che si viene ad attivare in caso di terremoto è un’unica fase in cui
parallelamente si sviluppano attività di emergenza e di soccorso; tale fase
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quindi, vista la sua repentinità ed in considerazione della sua complessità, deve
essere ancor meglio organizzata e collaudata a tutti i livelli.
Il modello d’intervento rappresenta il coordinamento di tutte le azioni da
compiere, come risposta di protezione civile da parte del comune di San Giorgio
a Cremano, al verificarsi di un evento sismico, per cui, nel quadro sinottico
sottostante, sono riportate le procedute operative che i referenti delle funzioni di
supporto individuate dal Sindaco, devono attuare per fronteggiare l’emergenza
e la post-emergenza.
Di seguito si riporta una check list degli interventi che ciascun fattore del
sistema di protezione civile comunale deve adottare nelle varie fasi operative.
Procedure operative Rischio Sismico
FASE
OPERATIVA
ATTIVITA’ DELLA STRUTTURA OPERATIVA COMUNALE
Fase di
Emergenza
Indicatori di evento:
• In seguito al verificarsi di un terremoto:
Interventi
Il Sindaco :
• Attivare il Centro Operativo Comunale (C.O.C.).
• Avvisare Regione, Prefettura e Provincia e richiedere, se necessario,
l’attivazione delle procedure per la dichiarazione di Stato di Emergenza e
l’apertura di un Centro Operativo Misto (C.O.M.).
• Disporre il richiamo in servizio del personale comunale.
• Attivare la procedura d’emergenza per l’emissione di avvisi alla popolazione.
• Mantenere costanti contatti con gli organi di informazione.
• Coordinarsi con i Sindaci dei Comuni limitrofi eventualmente coinvolti od
interessati.
• Gestisce, altresì, i contatti con i dirigenti comunali per garantire i servizi e la
funzionalità degli uffici comunali attivati in emergenza.
Il referente funzione di supporto Tecnica e di Pian ificazione:
• Sulla base delle prime notizie e dai contatti mantenuti con le varie realtà
scientifiche, analizza lo scenario dell’evento, determina i criteri di priorità
d’intervento nelle zone e sugli edifici più vulnerabili.
• Provvede, sulla base delle informazioni ricevute, all’aggiornamento dello
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Procedure operative Rischio Sismico
scenario di evento.
• Convoca il personale tecnico e fa eseguire sopralluoghi sugli edifici per settori
predeterminati, in modo da dichiarare l’agibilità o meno dei medesimi. Lo
stesso criterio sarà utilizzato per gli edifici pubblici, iniziando dai più vulnerabili
e dai più pericolosi.
• In collaborazione con la funzione Volontariato, invia personale tecnico, nelle
aree d’attesa non danneggiate per il primo allestimento delle medesime.
• Determina la richiesta d’aiuti tecnici e soccorso (es. roulotte, tende, container)
e con l’ausilio dell’Ufficio di Protezione Civile, garantisce la presa in carico dei
suddetti beni di soccorso.
• Mantiene continui contatti sia con il CFR sia con le squadre di tecnici inviate
sul posto, coordinandone le azioni;
• Determina, con continuo confronto con gli altri enti specialistici, quali il
Servizio Sismico Nazionale, la Difesa del Suolo, la Provincia, la Regione, una
situazione d’ipotetica previsione sul possibile nuovo manifestarsi dell’evento
sismico.
• Mantiene contatti operativi con il Personale Tecnico del Corpo Nazionale dei
Vigili del Fuoco.
• In accordo con le Funzione “Trasporto, Viabilità e Circolazione” e “Materiali
Mezzi e controllo del territorio” predispone il ripristino della viabilità di
collegamento con gli ospedali.
Il referente funzione di supporto Sanità, Assistenz a sociale e Veterinaria : • Attiva il Piano Disastri della A.S.L. di riferimento.
• Coinvolge tutto il personale disponibile per portare assistenza alla
popolazione.
• Crea eventuali cordoni sanitari con Posti Medici Avanzati (PMA).
• Mantiene contatti con tutte le strutture sanitarie locali o esterne per eventuali
ricoveri o spostamenti di degenti e disabili attraverso le associazioni di
volontariato sanitario (Croce Rossa, Pubbliche Assistenze, ecc…).
• Si assicura della situazione sanitaria ambientale (presenza di epidemie,
inquinamenti idrici ed atmosferici).
• Agisce di concerto con la funzione volontariato, gestendo le aree di attesa e di
ricovero per la popolazione nonché alberghi e/o ostelli a disposizione.
• In particolare gestisce l’allestimento dei posti letto e delle mense nelle aree di
ricovero, sia per le persone evacuate che per volontari ed operatori.
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Procedure operative Rischio Sismico
• In accordo col Sindaco o suo delegato nonché con le autorità scolastiche,
dispone l’eventuale interruzione e la successiva ripresa dell’attività didattica.
• Garantisce assistenza psicologica ed assistenza sociale alle persone presenti
nelle aree di attesa, informazione e primo soccorso.
• Predispone l’invio di volontari presso i domicili delle persone non auto-
sufficienti e bisognose di assistenza;
• Richiede la reperibilità delle farmacie locali.
Il referente funzione del volontariato : • Coordina i volontari per l’assistenza alle attività delle diverse Funzioni di
supporto;
• Coordina i volontari presenti presso le aree di emergenza, necessari ad
assicurare l’assistenza alla popolazione;
• Coordina i volontari per il supporto all’evacuazione, della popolazione
residente nelle aree a rischio, con particolare attenzione ai disabili, agli
anziani, nonché ai bambini ed ai loro genitori, secondo le varie fasce di età.
Il referente funzione di supporto Materiali e Mezzi : • Gestisce tutte le risorse comunali (materiale, uomini e mezzi)
preventivamente censite con apposite schede, secondo le richieste di
soccorso, seguendo una scala prioritaria determinata assieme alla funzione
Tecnico - Scientifica e Pianificazione.
• Collabora, mettendo a disposizione il proprio personale tecnico qualificato,
con la funzione Tecnico – Scientifica e Pianificazione nelle verifiche di agibilità
post - sisma.
• Cura la parte informatica della struttura operativa in emergenza, in particolare
garantendo (salvo danni di eccezionale gravità occorsi alle reti) i collegamenti
telefonici e telematici del C.O.C. per tutta la durata dell’emergenza.
• Cura l’approvvigionamento alimenti e generi di conforto e carburanti.
• Creazione e gestione di un magazzino viveri per la fase di emergenza; tali
risorse dovranno poi essere razionalmente distribuite con priorità individuate
in accordo con le funzioni Assistenza Sociale e Volontariato.
• Stipula accordi con ditte od attività in grado con la loro opera di far fronte alle
necessità primarie della popolazione accolta nelle aree di attesa e di ricovero.
Il referente funzione di supporto Servizi Essenzial i:
• Contatta gli enti preposti alla gestione delle reti di distribuzione idrica,
telefonica, del gas, dell’energia elettrica etc…e del sistema fognario, per
conoscere gli eventuali danni subiti da tali reti e, coordinandosi con essi,
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Procedure operative Rischio Sismico
opera per il ripristino nel più breve tempo possibile dei servizi essenziali alla
popolazione.
• In caso di evento in orari scolastici dovrà coordinare il ricongiungimento della
popolazione scolastica con le relative famiglie nelle aree di attesa.
Il referente funzione di supporto Censimento danni a persone e cose : • Organizza le azioni necessarie alle verifiche degli eventuali danni già in atto o
situazioni di imminente rischio, coordinandosi con il referente della funzione
Tecnica e Pianificazione.
• Dispone l’ispezione e la verifica di agibilità delle strade per consentire,
nell'immediato, l'organizzazione complessiva dei soccorsi.
• Coordina le squadre dei tecnici e si rapporta con i Vigili del Fuoco per il
censimento degli immobili da sottoporre a verifiche di agibilità.
• Esegue con squadre di tecnici ed in collaborazione con i Vigili del Fuoco, la
verifica di staticità delle infrastrutture e delle opere pubbliche in generale.
• Conclusasi la fase di emergenza, cura il censimento delle opere d’arte
eventualmente danneggiate dal sisma.
Il referente funzione di supporto Strutture Operati ve locali e viabilità:
• Allerta gli uomini e mezzi per la predisposizione e l’attivazione dei cancelli;P
• redispone il servizio per la chiusura della viabilità nelle zone colpite
dall’evento mediante barriere al traffico.
• Valuta le indicazioni fornite sulla fruibilità delle strade;
• Preso atto dello scenario d’evento, predispone la viabilità d’emergenza.
• Mantiene contatti con le strutture operative locali (Polizia, Carabinieri, Guardia
di Finanza, Volontariato, ecc…), assicurando il coordinamento delle
medesime per la vigilanza ed il controllo del territorio attraverso, ad esempio,
le operazioni antisciacallaggio e sgombero delle abitazioni.
• Predispone azioni atte a non congestionare il traffico non solo in prossimità
delle aree di emergenza ma anche su tutto il territorio comunale.
• Assicura la scorta ai mezzi di soccorso e alle strutture preposte esterne per
l’aiuto alle popolazioni delle zone colpite.
• Garantisce il trasporto della popolazione alle aree di attesa e
successivamente alle aree di accoglienza.
• Fornisce personale di vigilanza presso le aree di attesa e di ricovero della
popolazione, per tutelare le normali operazioni di affluenza verso le
medesime.
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Procedure operative Rischio Sismico
Il referente funzione di supporto Telecomunicazioni :
• Garantisce l’affidabilità e l’efficacia delle comunicazioni, attiva il contatto con
gli Enti Gestori dei servizi di telecomunicazione e dei radioamatori se presenti,
radio, stampa e televisive.
• Predispone le dotazioni per il mantenimento delle comunicazioni in
emergenza con le squadre inviate sul territorio.
• Si accerta della funzionalità degli scambi informativi tra i referenti delle varie
funzioni e tra questi e gli operatori sul posto, adottando, qualora necessario,
misure di supporto.
• Cura l’informazione alla popolazione attraverso gli strumenti più idonei.
• Emette, coadiuvato dall’addetto stampa dott. Michele Ippolito, comunicati
stampa aggiornati sull’evolversi della situazione e sulle operazioni in corso
utilizzando tutte le reti di informazione disponibili, sia locali che nazionali.
• Garantisce il funzionamento delle comunicazioni radio fra il C.O.C. e le altre
strutture preposte (Prefettura, Provincia, Regione, Comuni limitrofi, ecc...).
Il referente funzione di supporto Assistenza alla p opolazione :
• Coordina le attività di evacuazione della popolazione delle aree a rischio;
• Provvede al censimento della popolazione evacuata;
• Garantisce la prima assistenza e le informazioni nelle aree di attesa;
• Provvede al ricongiungimento delle famiglie;
• Fornisce le informazioni circa l’evoluzione del fenomeno in atto e la risposta
del sistema di Protezione Civile.
Comunicazioni alla popolazione: Si deve prevedere una comunicazione continua
alla popolazione durante la fase di emergenza.
Torre del Greco, lì 14/10/2011
I tecnici incaricati
dott. geol. Francesco Cuccurullo
arch. Massimo Manna
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