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Il sistema di welfaredel Rapporto annuale
sulla situazione sociale del Paese del Censis
Dr.Dr.ssassa ConcettaConcetta Maria Vaccaro Maria Vaccaro Potenza, 21 Novembre 2006Potenza, 21 Novembre 2006
CENSIS Centro Studi Investimenti SocialiCENSIS Centro Studi Investimenti Sociali
Lo scenario attuale
• Il nostro è un sistema di welfareormai in perpetua mutazione ma che appare rinserrato ...
• nella accesa polemica sulle risorse e le sempre più difficili compatibilitàeconomiche
• nel complesso aggiustamento dei nuovi scenari di titolarità dei soggetti nell’ambito dell’avanzato processo di devolution
Oggi in una fase di passaggio, stretto tra l’empasse di fine legislatura e l’attesa per la
trasformazione da nuovo ciclo
Le radici della crisi
• La necessità di un riequilibrio economico, dopo una fase erratica di esplosione dell’offerta (necessitàlegata anche agli obiettivi sovranazionalidi compatibilitàmacroeconomica)
• L’inefficacia sostanziale delle risposte tradizionali di fronte alle trasformazioni della domanda (struttura demografica, modelli familiari, mercato del lavoro, molecolarizzazione, autonomia decisionale, complessificazione dei percorsi di vita…) ed all’impatto dell’innovazione tecnologica
• L’iniquità e le difese di stampo corporativistico di categorie privilegiate di assistiti
La tutela imperfetta
• L’incidenza assolutamente preponderante della spesa previdenziale su tutti gli altri comparti
• La prevalenza dei trasferimenti monetari sull’erogazione dei servizi
• Il mantenimento ed anzi l’accentuazione di forti squilibri sul piano territoriale
• Il permanere di residualità e situazioni irrisolte (ad es. prestazioni famiglie e disoccupazione)
La tutela imperfetta
• In uno stato sociale lavoristico- categoriale, si sono trovate nel tempo soluzioni /escamotageper risolvere problemi di esclusione/ redistribuzione (ed. le pensioni di invalidità) ma oggi è più grave lo scarto tra ipercopertura e posizioni prive del tutto o quasi di tutela
• Il carico eccessivo imposto alle famiglie, chiamate ad intervenire in forma massiccia in tutti i casi di carenza od assenza di servizi e che le rende ancora oggi, di fatto, il quarto pilastro del welfare all’italiana
Le prestazioni sociali in Italia
Malattia25,7%
Altro0,1%
Vecchiaia51,5%
Disoccupazione1,8%
Invalidità6,4%
Famiglia e maternità
4,1%Casa0,1%
Superstiti10,3%
Anno 2003
Fonte: Elaborazione Censis su dati Eurostat
Le prestazioni sociali in Europa
(1) Dati provvisori(2) Dati stimati
Val. % Anno 2003
Fonte: Elaborazione Censis su dati Eurostat
41,8
30,5
20,5
30,7
27,7
29,6
25,7
28,3
5,1
4,8
13,5
7,4
7,8
9,4
6,4
8,0
18,1
36,5
37,2
40,9
41,4
41,5
51,5
41,1
5,1
6,8
0,0
2,9
1,5
3,4
10,3
4,6
16,0
9,0
13,2
3,0
10,5
6,9
8,0
3,2
2,9
2,3
0,8
0,8
5,6
0,1
2,0
8,4
7,9
9,8
13,3
8,6
2,7
6,6
2,3
1,6
3,5
1,0
1,7
0,9
4,11,8
1,4
0,1
Irlanda (1)
Francia (1)
Danimarca
Spagna (1)
Germania (1)
Regno Unito (1)
Italia (1)
EU 25 (2)Altro
Disoccupazione
Casa
Famiglia ematernità
Superstiti
Vecchiaia
Invalidità
Malattia
L’instabilità che crea insicurezza: la mutevolezza
del quadro normativo• Mancano riferimenti
normativi e regolatori certi e stabili
• In ciascun comparto, dopo l’approvazione di un intervento quadro, che si voleva di riorganizzazione complessiva…
• …si sono susseguiti un lungo corollario di interventi regolatori o di altro tipo, demandati a livello regionale e locale
• che hanno sconfessato la norma quadro
• o hanno comunque alimentato un clima di insicurezza sul framedei comparti
L’instabilità che crea insicurezza: l’articolazione
delle competenze istituzionali
• La ridefinizione dellagovernance reale che si è consolidata negli ultimi anni appare una priorità ineludibile
• Come si è declinata la responsabilizzazione delle Regioni e degli Enti locali?
• Non sempre coerenza tra regolazione nazionale e locale
• Contrasti ripetuti e generalizzati per un vincolo di bilancio gestito centralmente a fronte di responsabilità e competenza sempre più gestite localmente
• I cittadini favorevoli alle logiche di responsabilizzazione del livello locale, come chiave per avvicinare domanda ed offerta, ma disillusi sulla capacità dei nuovi assetti di produrre cambiamenti reali e verificabili in termini di miglioramento della appropriatezza, della efficacia e della qualità dei servizi e delle prestazioni
Federalismo e qualità
Le valutazioni positive sul nuovo ordinamento aumentano con il crescere del numero di servizi sanitari ritenuti adeguati dagli intervistati, passando dal 39,6% per 2 servizi sanitari ritenuti adeguati al 55,6% per oltre 6servizi sanitari ritenuti adeguati
Più alto è il livello di soddisfazione per il servizi più sono diffuse le posizioni favorevoli alla regionalizzazione della sanitàquindi le differenze territoriali di opinione sul federalismo rinviano ad una dimensione molto concreta, quella della qualità percepita dei servizi
Ruoli da privilegiare negli assetti futuri
33,3
39,0
27,7
46,2
31,9
21,9
Il ruolo dello Stato centrale perassicurare l’equilibrio tra le varie
parti del paese
Il ruolo delle Regioni cherappresentano gli interessi dei
diversi territori
Il ruolo di Province e Comuni chesono le istituzioni più vicine ai
cittadini
2001 2006
Fonte. Indagine Censis, 2006
L’instabilità che crea insicurezza: la scarsità di
risorse
Per la previdenza• si è di fatto ridotta
l’esposizione finanziaria pubblica fino a quasi sovraccaricare la responsabilità individuale
• senza avere ancora creato gli strumenti perché essa possa operare (vedi il mancato decollo della previdenza complementare)
Per la sanità e in parte per l’assistenza• non si può contare solo solo su un
eventuale maggiore potere contrattuale rispetto ad altri settori del pubblico
• ma è necessario mobilitare risorse aggiuntive, tendendo conto della responsabilità individuale e di quella comunitaria
• anche individuando nuovi strumenti (si pensi all’impatto modernizzatore che avrebbe la reale attivazione di un Fondo per la non autosufficienza)
Alla riproposizione più netta delle autonomie regionali si accompagna una sottostima sistematica del Fondo sanitario e la tendenza alla ulteriore riduzione
delle risorse finanziare per il welfare locale
Gli effetti perversi
L’instabilità normativa eregolatoria protratta
• crea un divario con i concreti comportamenti sociali
• produce insicurezza, sfiducia e richiesta di ulteriori interventi riparatori
• dà luogo a logiche di adattamento difensivo della domanda ad un’offerta insufficiente che sviluppano nuove situazioni di iniquità
Invece il welfare deve
• creare sicurezza, stabilità
• definendo uno scenario per quanto possibile stabilizzato al fine di consentire alle famiglie di proiettare nel futuro le proprie scelte, con un’allocazione efficiente di risorse individuali, soprattutto in una prospettiva intergenerazionale
I settori in cui gli elettori ritengono più urgente una radicale riforma: anni 1996-2005 (val.%)
21,223,4
34,4 33,136,7
41,4
27,0
19,0
33,1 32,532,5
22,8
23,4
14,9 14,8
19,9
1996 2001 2004 2005
Sanità
Previdenza/pensioni
Giustizia
Scuola
Fonte: indagine Censis, 2005
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Sanità Previdenza/pensioni
Giustizia Scuola Tutela deilavoratori
Fisco Regolazioneprofessioni
Poteri degliEnti Locali
Amm.Pubblica
Sistemaelettorale eistituzionale
Nord ovest Nord est Centro Sud e isole
La necessità delle riforme
Fonte. Indagine Censis, 2006
Domanda ed offerta: due diverse dinamiche
Nella sanità regionalizzata:• crescono i conflitti con il
livello centrale sulla questione delle risorse economiche
• sono poco percepibili i risultati in termini di reale miglioramento dell’assistenza
• si mantengono profonde differenziazioni territoriali
• le liste d’attesa fungono da regolatori occulti dell’accesso
• l’ospedale mantiene la sua centralità
Tra i cittadini:• aumentano i livelli di
informazione e di autonomia dei cittadini nella gestione della propria salute
• è centrale la richiesta di qualità ed il peso assegnato agli aspetti intangibili dell’assistenza
• esiste il rischio di accesso erratico ai servizi ed alle prestazioni
Fonte: indagine FBM-Censis, 2006
L’informazione prima di tuttoCome si comporta quando si parla di salute?
Non sono particolarmente interessato alle
informazioni sulla salute
7,1%
Presto sempre attenzione, sono
sempre interessato ad
acquisire informazioni per tutelare la mia
salute59,3%
Presto attenzione
soltanto quando si tratta di
qualcosa che potrebbe davvero
riguardarmi33,6%
L’avanzata dei media
Fonti principali dell'informazione sanitaria (val. %)71,6
22,8
30,5
32,9
2,8
8,9
1,5
8,1
3,3
65,8
43,2
35,2
21,7
13,1
11,1
9,0
7,6
1,3
Medico di medicina generale
Rubriche Rai-Tv nazionale
Giornali e riviste
Familiari, amici, colleghi
Internet
Pubblicazioni specializzate
Rubriche Tv satellitare
Farmacista
Altro
2003 2006
Fonte: indagine FBM-Censis, 2006
L’impatto sui comportamenti
Fonte: indagine FBM-Censis, 2006
La frequenza con cui viene messo in pratica ciò che si apprende dai mass media, per titolo di studio (val. %)
71,5 67,157,4
49,660,7
24,5 31,640,0
45,836,4
4,0 1,3 2,6 4,6 2,9
Nessuno/ Licenzaelementare
Licenza media Diploma scuola media superiore
Laurea Totale
Spesso
Qualchevolta
Mai
Un impatto differenziato
I comportamenti adottati a seguito di quanto appreso dai mass media (val. %)
26,0
18,4
15,2
14,4
10,7
10,4
9,3
7,3
7,1
6,6
Modificare realmente il proprio stile di vita
Sottoporsi ad un check up o ad uno specifico accertamento
Acquistare un farmaco diverso rispetto a quello abituale
Discutere di quanto appreso con il proprio medico
Recarsi in una struttura ospedaliera diversa da quella di riferimento
Rivolgersi alla medicina non convenzionale
Non ricorrere al medico perché ha trovato risposta al suo problema
Decidere di sottoporsi o meno ad un intervento chirurgico
Recarsi in una struttura o da una professionista di un'altra regione
Comportarsi in modo diverso rispetto a quanto indicato dal medico
Fonte: indagine FBM-Censis, 2006
Un impatto differenziato
Comportamenti adottati in caso di malattia (val. %)
38,0
94,0
8,6
1,4
1,2
1,6
52,2
3,0
In caso di malattia lieve
In caso di malattia grave
Non si cura mai da solo Curarsi da solo sulla base di informazioni fornite dai mediaCurarsi da solo sulla base di informazioni di familiari ed amiciCurarsi da solo sulla base della sua esperienza personale
Fonte: indagine FBM-Censis, 2006
Il peso del differenziale culturale
Opinione sull'informazione sulla salute
Troppe informazioni rischiano di
confondere chi non è esperto, sulla salute devono
decidere i medici46,6%
Sia opportuno procurarsi il
maggior numero di informazioni per
decidere autonomamente
della propria salute53,4%
Fonte: indagine FBM-Censis, 2006
La mobilità ospedaliera: l’opzione per la qualità
La migliore qualità nei rapporti umani con il personale medico e paramedico
La migliore qualità delle strutture
La migliore qualità dei medici
L’impossibilità nel mio ospedale di svolgere quel tipo di prestazione
I minori tempi per svolgere la prestazione rispetto all’ospedale della mia regione
La presenza di un familiare nella zona
La maggiore facilità nel raggiungere l’ospedale
La conoscenza di un medico/ infermiere nell’ospedale extraregionale
Area della qualità66,2
Area della dimensione pratico-logistica
30,9 Area della necessità26,2
2,2
30,7
33,3
4,66,0
20,3
5,0
21,2
Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte Fonte: Indagine Censis 2005
L’importanza degli aspetti intangibili
Nelle opinioni sull’ospedale, emerge l'aspirazione ad un mix di qualità tecnica e rassicurazione emotiva. Il 29% fa riferimento alla funzione di rassicurazione di uno dei servizi più contestati ed al centro delle polemiche sul rinnovo dei servivi per la salute
L’ ospedale per gli italiani è presidio “vicino”, facilmente raggiungibile, dotato di una potenza tecnologica e professionale che dàsicurezza e rappresenta un aspetto rilevante della qualitàdella vita del territorio
Il servizio sanitario nella propria regione, negli ultimi
due anniRimasto uguale
50,9%
Migliorato22,5%
Peggiorato26,6%
Fonte: indagine FBM-Censis, 2006
La valutazione dei servizi: il divario nord-sud
Giudizio di adeguatezza sui servizi della propria zona (val.%)
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
ass.domiciliare
ass.ospedaliera
day hospital
ass.spec.e lab.
consultori fam.
medicina generale
pediatria di base
serv.di lungodegenza
ser.di riabilitazione
serv.residenz. per anziani non autosf. e disabili
serv. diurni per anziani non autosf. e disabil
totale
Sud
Centro
Nord-Est
Nord-Ovest
2002 2005Piemonte 116 105Valle d'Aosta 131 121Lombardia 118 114Trentino -Alto Adige 154 155Veneto 117 126Friuli -Venezia Giulia 131 134Liguria 110 136Emilia -Romagna 120 126Toscana 124 115Umbria 89 89Marche 107 121Lazio 82 81Abruzzo 84 80Molise 83 80Campania 82 80Puglia 68 65Basilicata 56 84Calabria 66 54Sicilia 74 73Sardegna 79 85ITALIA 100 100
Indice regionale(1) di performance (2) dell’offerta sanitaria per i cittadini: confronto anni 2002-2005
(1) L'indice è stato costruito come media standardizzata degli indicatori semplici che lo definiscono; attraverso la costruzione dell'indice viene attribuito all'Italia il valore 100 e valori proporzionalmente decrescenti o crescenti alle regioni.
(2) Comodità orari, durata delle code agli sportelli, soddisfazione per i servizi ospedalieri di assistenza medica, infermieristica, ecc.
Fonte: elaborazione Censis su dati Istat, Ministero della Salute
Le opzioni di rinnovamento del sistema
Le proposte. Una scaletta che individua 4 priorità:
• Sviluppo assistenza domiciliare per malati cronici (27,9% e più al nord-est e al sud)
• Sviluppo assistenza domiciliare per ridurre o evitare ricoveri (27,1% e più al sud)
• Collegamento tra ospedali generali e centri ad alta specialità (27,8% e più al nord-ovest ed al nord-est)
• Potenziamento medicina d’urgenza ed emergenza (27% e più al centro)
Domanda ed offerta: due diverse dinamiche
La previdenza, recentemente riformata ma con le nuove strade ancora da delineare, appare sempre nell’occhio del ciclone. I nodi:
• le sperequazioni tra i regimi• la “fatica” della previdenza
complementare• l’incertezza sull’uso del Tfr• l’applicazione di vecchi
schemi alle nuove situazioni lavorative come nel caso degli atipici
I cittadini temono:• le possibili derive strumentali
delle misure attuative della previdenza complementare
• i continui ripensamenti legislativi che accentuano le incertezze sul futuro e le possibili iniquità
• Sono possibili effetti perversi come l’accesso quanto piùprecoce possibile al pensionamento e l’accesa rivendicazione dei diritti acquisiti
Grado di informazione dei lavoratori sul proprio pensionamento: confronto internazionale (val.%)
58,0
55,0
50,0
48,0
46,0
45,0
36,0
30,0
30,0
21,0
59,0
49,0
49,0
44,0
30,0
36,0
26,0
17,0
19,0
14,0
Olanda
Usa
Germania
Regno Unito
Spagna
Canada
Belgio
Italia
Portogallo
Francial’ammontare della futura pensionela data del proprio pensionamento
Fonte: Axa Retirement Scope, 2005
Fiducia nel futuro delle pensioni: confronto internazionale (val.%)
2,0 1,07,0 4,0 1,0 5,0 1,0 2,0 3,0 4,0
43,052,0
51,0 61,0 66,070,0 82,0 84,0 84,0
73,0
55,047,0 42,0
35,0 33,025,0
17,0 14,0 13,023,0
Finlandia Olanda Spagna Svezia Belgio Italia Germania Francia RegnoUnito
Ue
Fiducia
Sfiducia
Nonrisponde
Fonte: Eurobarometro, 2005
Lavoratori che si sono preparati finanziariamente per la pensione: confronto
internazionale (val.%)
73,0
70,0
67,0
65,0
64,0
62,0
42,0
40,0
35,0
24,0
Usa
Canada
Regno Unito
Germania
Belgio
Olanda
Francia
Portogallo
Spagna
Italia
Fonte: Axa Retirement Scope, 2005
Età effettiva nella quale ci si prepara al pensionamento: confronto internazionale (v. in anni)
51
46
46
37
37
35
34
34
34
31
Italia
Portogallo
Spagna
Belgio
Francia
Olanda
Usa
Canada
Germania
Regno Unito
Fonte: Axa Retirement Scope, 2005
Fondi Iscritti (1) Risorse D.P. (2)2005 2005 var. %
2004/20052005 var. %
2004/2005
Fondi pensione negoziali 43 1.155.168 +8,7 7.615 +29,5Fondi pensione aperti 89 407.022 +6,5 2.954 +32,5
Fondi pensione di nuova istituzione
132 1.562.190 +8,1 10.569 +30,3
Autonomi 331 609.561 28.741Interni a banche e a imprese di assicurazione
124 56.000 3.700
Fondi pensione preesistenti (3) 455 665.561 32.441
Totale Fondi pensione 587 2.227.751 +5,5 43.010 +11,1
Polizze Individuali Pensionistiche (5)
811.199 +18,4 3.338 +55,3
Totale Generale 3.038.950 +8,7 46.348 +13,4
Il quadro della previdenza complementare in Italia (dati di fine periodo; importi in milioni di euro)
(1) Iscritti e cosiddetti differiti.
(2) Risorse complessivamente destinate alle prestazioni.
(3) I dati sono parzialmente stimati.
(4) Fondi con soggettività giuridica. I dati includono anche 11 fondi, di ridotte dimensioni, interni a società non finanziarie.
(5) Il dato sugli iscritti, posto pari alle polizze emesse dall’avvio della commercializzazione dei prodotti, potrebbe risultare sovrastimato a causa di duplicazioni.
Fonte: Covip, 2006
Gli atipici: “Il futuro? Ci penserò domani”
• Sono consapevoli del fatto che nel futuro non disporranno di una pensione adeguata (64,7%)
• Sono molto più pessimisti, poiché convinti in percentuale significativamente più alta (il 58,5% contro il 44,0% delle famiglie) che la copertura pubblica sarà ridotta
• Emerge il carattere strategico della famiglie come rete di tutela: il 56,4% degli intervistati ha fatto ricorso al supporto dei parenti ed il 35,8% a quello degli amici. I parenti hanno offerto aiuto economico nel 74% dei casi
• Il 58,2% degli intervistati attualmente non ha attivato alcun tipo di strumento per garantirsi una vecchiaia serena
• Il 33,4% degli intervistati definisce il versamento all’Inpsuna tassa aggiuntiva che non apporterà alcun beneficio
Domanda ed offerta: due diverse dinamiche
Nel settore socio-assistenziale si assiste:
• alla frammentazione dei risultati e ad assetti territoriali sempre più difformi e minacciati dalle incertezze di finanziamento
• ad una emblematica difficoltà di realizzazione dell’integrazione sociosanitaria e di servizi trasversali rispetto alle varie competenze
• a causa delle resistenze dovute a riflessi autoreferenziali, corporativi e di chiusura burocratica di molti dei soggetti istituzionali e operativi coinvolti
I cittadini si auto-organizzano attraverso:
• i meccanismi sempre piùconsolidati della solidarietà
• ma anche comportamenti diautotutela improntati alla logica del low cost (ricorso alle badanti per far fronte all’enorme divario tra offerta e domanda di interventi socio-sanitari ed assistenziali a domicilio)
Il caso emblematico dell’integrazione socio-sanitaria
• E’ vero che le esperienze regionali si vanno caratterizzando per le loro specificità, ma tutte afferiscono ad alcuni pilastri fissati dalla 328/2000 e presenti in tutte le normative regionali di riorganizzazione del comparto
• Piani di zona, sistemi informativi sociali, gestione associata dei servizi sono parte del lessico e della pratica degli operatori del settore
• Diventa evidente la necessità di sviluppare strumenti innovativi di accompagnamento di processi spontanei di rapporto tra domanda e offerta dei servizi
Il caso emblematico dell’integrazione socio-sanitaria
• Mentre si discute delle modalità di finanziamento e organizzazione dei servizi per la non autosufficienza
• le famiglie hanno adottato comportamenti improntati alla logica dellow cost, sviluppando il mercato privato dell’assistenza per agli anziani ed ai non autosufficienti grazie alla disponibilità di badanti fino ad oggi reperibili ancora accettabili
• risorse stimabili tra 1 e 2 miliardi di euro all’anno
Casi trattati in ADIsul totale dei 65+ anno 2004
5,17a 9,96 (4)3,94a 5,17 (4)2,29a 3,94 (4)1,27a 2,29 (3)0,22a 1,27 (5)
Utenti delle strutture sanitarie residenziali per
anzianisul totale dei 65+ anno 2004
3,81 a 4,56 (3)2,12 a 3,81 (3)1,14 a 2,12 (3)0,13 a 1,14 (4)0,01 a 0,13 (5)
L’articolazione territoriale dell’assistenza agli anziani
Nel 2004, 373.000 anziani assistiti in ADI, circa il 3,3% degli over65, e 186.000 in strutture sanitarie residenziali, pari all’1,6% (dati Ministero della Salute)
Famiglie che ricevono aiuto
51,8
42,8
45,7
40,4
24,3
Famiglie con almeno un individuo congravi problemi di autonomia
Famiglie con almeno un bambino conmeno di 14 anni e madre occupata
Famiglie con almeno una persona di 80anni e più
Genitori soli con almeno un bambino conmeno di 14 anni
Totale delle famiglie che ricevonoalmeno un aiuto
Fonte: Elaborazione Censis su dati Istat 2004
34,2
33,3
31,4
30,0
16,8
20,3
13,9
18,4
11,6
7,8
21,7
2,2
13,4
6,7
4,4
Famiglie con almeno un individuo con gravi problemi diautonomia
Famiglie con almeno un bambino con meno di 14 annie madre occupata
Famiglie con almeno una persona di 80 anni e più
Genitori soli con almeno un bambino con meno di 14anni
Totale delle famiglie che ricevono almeno un aiuto
Informale Privato Pubblico
Famiglie che ricevono aiuto
Fonte: Elaborazione Censis su dati Istat 2004
Il supporto alle famiglie
0-2 anni 3-5 anni 6-10 anni 11-13 anni Totale
55,7 57,352,2 52,0
42,746,1 46,1
39,4 39,9
28,5
Di cui ai nonni
Bambini affidatialmeno qualchevolta a settimana
Fonte: Elaborazione Censis su dati Istat 2004
I punti da cui partire
• Come superare le difficoltà operative e frizioni politico-istituzionali legate alla necessità di definire meglio gli assetti istituzionali e di raccordarsi sulle relative responsabilitàfinanziarie?
I punti da cui partireModernizzare il rapporto tra
la legge e il sociale• non normare in astratto ma
fissare obiettivi praticabili(si pensi a quante volte si èdovuto procedere a interventi ex-post per riparare alla sottostima dei fabbisogni sanitari o a certe programmazioni regionali che sono un libro dei sogni e non piani praticabili)
• tenendo conto delle risorse disponibili e delle dinamiche spontanee
• Riportare progressivamente la distribuzione istituzionale della responsabilità finanziaria in armonia con quella delle competenze
• Attivare un approccio diverso nei confronti dei soggetti non pubblici superando l’approccio strumentale, valorizzandoneil contributo e dandoglicoerenza rispetto alla rete di servizi e strutture esistenti evitando duplicazioni ed inefficienze
I punti da cui partire
• Ridare centralitàalla domandaanche perchémolta parte della direzione da imprimere al cambiamento èinsita nei suoi processi di evoluzione
• Nel nuovo nuovo welfareche emerge dai cittadini sono già presenti importanti aspetti come
• la responsabilizzazione• l’articolazione dei
percorsi di prevenzione ed autotutela
• la progettualità e lo sviluppo di connessioni solidali reticolari e flessibili
• l’attenzione alla qualitàed ai bisogni della comunità locale
I punti da cui partire
• Non sottovalutare le profonde interconnessioni di sistema che caratterizzano il welfare
• vale a dire valorizzare gli impatti positivi del collegamento tra politiche previdenziali, sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali
• il rapporto tra la nuova attenzione alla prevenzione e all’autotuteladella salute e il potenziale rallentamento dell’insorgenza di malattie cronico-invalidanti e della connessa domanda assistenziale
• il contributo che lo sviluppo di servizi socioassistenziali sul territorio può dare all’attenuazione del ricorso alle prestazioni ospedaliere
• in negativo, lo scarso peso dato alle politiche sociali in molti contesti va producendo disagi e bisogni che si scaricano sul sociosanitario o sui servizi sanitari
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