appunti di economia agro-alimentare a.a. 2009/2010 a cura di stefanella stranieri
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Appunti di Economia agro-
alimentarea.a. 2009/2010
a cura diStefanella Stranieri
Stefanella Stranieri
Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e AmbientaleUniversità degli Studi di Milano
via Celoria 2 - 20133 Milanostefanella.stranieri@unimi.it
02-50316460 orario ricevimento: Mercoledì 11.30-13.30
Dipartimento di Studi socialiUniversità degli Studi di Brescia
stefanella.stranieri@unimi.it030-2988874/0302988896
orario ricevimento: Venerdì 11.15-12.30 (III bimestre)
Testi e materiale didattico
•Mariani A. e Viganò E. (a cura di) (2002): Il sistema agroalimentare dell’Unione europea, Carrocci, Roma•Stranieri S. (2008): Appunti di economia agro-alimentare a.a 2008/2009, Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale, Università degli Studi di Milano, Milano•Materiale messo a disposizione dal docente:Coordinamento verticale – Valeria Sodano (2004) L’analisi del coordinamento verticale (cap.7 e 8), in “Strumenti di analisi per l’economia dei mercati agro-alimentari”, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli.Banterle A., Stranieri S. (2008b). Information, Labelling, and Vertical Coordination: An Analysis of the Italian Meat Supply Networks. Agribusiness, 24(3), DOI: 10.1002/agr.20169.Analisi del consumatore - Alessandro Banterle, Lucia Baldi, Stefanella Stranieri (2008) Do nutritional claims matter to consumers? An empirical analysis considering European requirements, proceedings of the 8th International Conference on Management in AgriFood Chains and Networks, Ede,Wageningen, The Netherlands, 29–30 May, 2008Sicurezza alimentare - Banterle A., Stranieri S. (2008a). The consequences of voluntary traceability system for supply chain relationships. An application of transaction cost economics. Food Policy, 33(6), pp.560-569.
Articolazione del corso
• L’analisi economica del sistema agro-alimentare• le caratteristiche strutturali del settore agricolo• le caratteristiche strutturali dell’industria
alimentare • le caratteristiche strutturali della distribuzione
alimentare e della ristorazione
• le relazioni verticali fra i settori del sistema agro-alimentare
• le caratteristiche e l’evoluzione dei consumi alimentari
• l’analisi economica della sicurezza alimentare
• l’analisi economica della qualità alimentare• Le politiche per la sicurezza alimentare• l’internazionalizzazione del sistema agro-
alimentare• Le politiche agrarie e l’internazionalizzazione
Dove si colloca l’economia-agro-alimentare
economia politica
bilancioeconomia aziendale organizzazione strategia --> marketing
teoria della domandamicroeconomia teoria dell’offerta teoria dei mercati
macroeconomia
economia applicataagraria, agro-alimentare, industriale, degli intermediari finanziari, ambientale, regionale, del turismo, ecc.
Il sistema agro-alimentare
Attività del sistema agro-alimentare• agricoltura attività rivolta alla coltivazione del suolo e
all’allevamento degli animali• settore primario agricoltura, pesca, foreste• industria alimentare attività rivolta alla
trasformazioni di materie prime agricole e naturali in prodotti finiti destinati all’alimentazione umana
• distribuzione attività di servizio rivolta al trasferimento dei prodotti alimentari dal produttore al consumatore, in modo da rendere disponibili i prodotti alimentari nei luoghi e nei tempi desiderati dal consumatore
– funzione logistica e informativa– distribuzione all’ingrosso e al dettaglio
• ristorazione attività rivolta alla preparazione dei pasti per il consumatore
– ristorazione commerciale (canale HORECA)– ristorazione collettiva
Definizione di sistema agro-alimentare
• Sistema agro-alimentare (SAA): insieme delle attività di produzione e distribuzione dei prodotti agro-alimentari fino al consumatore finale. E’ composto da: le industrie di mezzi tecnici (input) per l’agricoltura, il settore agricolo, l’industria alimentare, il settore distributivo, la ristorazione, il consumo finale.• Il legame fra le diverse componenti del SAA è dato da flussi– di materie prime e di prodotti finiti– finanziari– informativi
• Sistema agribusiness: appare più generale rispetto al SAA comprendendo non solo le attività destinate alla produzione di alimenti (food system) ma anche quelle che utilizzano materie prime agricole per produzioni non alimentari (fiber system) (Davis e Goldberg, 1957).
farming
processing
distribution
food fiber
Il sistema agri-business
farm supplies
input
agricoltura
industria alimentare
distribuzione
consumo
prodottifreschi
Il sistema agro-alimentare
Input Agricoltura Industriaalimentare
Distribuzione
funzione fornire input
produrrematerieprime e
prodotti finiti
trasformare lematerie prime
agricole inprodotti finiti
offrire un serviziologistico einformativo
tipo diprodotto
differenziato omogeneo differenziato differenziato
numerositàdelle imprese
bassa alta media media
dimensionidelle imprese
grandi piccole piccole egrandi
piccole e grandi
influenzasulla
quantità dimercato
si no si si
influenza sulprezzo
si price maker
no price taker
si price maker
si price maker
barriereall’entrata
alte basse medie medie
importanzadella
pubblicità
si no si si
forma dimercato
oligopolio liberaconcorrenza
concorrenzamonopolistica
concorrenzamonopolistica
Caratteristiche sintetiche dei settori del SAA
Definizione di filiera agro-alimentare
• Filiera agro-alimentare: individua gli itinerari seguiti dai prodotti agro-alimentari nell'apparato di produzione, trasformazione, distribuzione e i differenti
flussi che vi sono legati (Malassis e Ghersi, 1995). • Rappresenta una scomposizione del SAA in senso verticale, per per categorie di prodotto. Esempi di filiere sono costituiti da quelle dei cereali, del latte, della carne, del vino, ecc.
• Settore: insieme di imprese che svolgono attività e processi di produzione simili. Rappresenta una scomposizione del SAA in senso orizzontale. Esempi: settore agricolo, industria alimentare, distribuzione, ecc.
Agricoltura
IndustriaAlimentare
Distribuzione
Filiera 1
SistemaAgro-alimentare
Filiera 2
Settori
Cereali Latte
PanePasta
FormaggioBurro
Sistema agro-alimentare,filiere e settori produttivi
Definizione di distretto agro-industriale
• Distretto industriale marshalliano (DIM): considera la variabile spaziale nei sistemi produttivi e le piccole-medie imprese specializzate in un determinato prodotto. Marshall (1927) parla di “concentramento di industrie specializzate in località particolari”. Becattini (1989) parla di “un’entità socio-economica caratterizzata dalla compresenza attiva in un’area territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata, di una comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali”.
• Distretto agro-industriale (DAI): deriva dal DIM e considera la variabile spaziale nel sistema agro-alimentare, esaminando sistemi territoriali locali specializzati in un determinato prodotto agro-alimentare.
Definizione di distretto agro-industriale
• Elementi fondamentali del distretto agro-industriale:– area territoriale delimitata e specializzata in una produzione agro-alimentare– concentrazione territoriale di imprese di piccole e medie dimensioni operanti nelle diverse fasi della filiera– scomposizione del processo produttivo e forti relazioni fra imprese operanti nelle diverse fasi della filiera– significativa quota produttiva dell’area nel mercato nazionale o internazionale (competitività) e importanza dell’area nell’economia locale– particolare atmosfera sociale e disponibilità all’innovazione
• Esempi di DAI: parmigiano-reggiano, carni suine in provincia di Modena, riso, ecc.
Importanza del sistema agro-alimentare
Importanza del sistema agro-alimentare
• Variabili per valutare l’incidenza del SAA nel sistema economico nazionale: valore aggiunto e occupazione
• Valore aggiunto del SAAVASAA = VA input+VAagr + VAia + Vadistr
VASAA
IVASAA = *100
PIL• Occupati del SAA
OCSAA = OCinput+ OCagr + OCia + OCdistr
OCSAA
IOCSSA = *100
OC TOTALI
Evoluzione del valore aggiunto del sistema agro-alimentare
Valoriassoluti
VA SAA cresceVA agricoltura cresceVA industria alimentare cresceVA distribuzione cresce
Valorirelativi
VA SAA / PIL diminuisceVA agricoltura / VA SAA diminuisceVA industria alimentare / VA SAA cresceVA distribuzione / VA SAA cresce
Evoluzione dell’occupazione del sistema agro-alimentare
valori assoluti
OC SAA diminuiscecresce
rimane costanteOC agricoltura diminuisceOC industria alimentare diminuisceOC distribuzione diminuisce
crescerimane costante
valori relativi
OC SAA / OC totale diminuisceOC agricoltura / OC SAA diminuisceOC industria alimentare / OC SAA diminuisceOC distribuzione / OC SAA cresce
Importanza del sistema agro-alimentare
Valore aggiunto ai prezzi di base del SAA italianonel 2001
mio euro %consumi intermedi agricoli 15.017 7,9%investimenti agro-industriali 16.279 8,6%contributi alla produzione (1) 1.363 0,7%imposte indirette settori agro-ind. 10.150 5,3%VA agricoltura (2) 30.754 16,2%VA industria alimentare (3) 23.063 12,1%VA commercio e distribuzione 63.586 33,5%VA servizi di ristorazione 29.773 15,7%
totale 189.985 100,0%
PIL 1.216.583 15,6%Fonte: elaborazioni su dati INEA(1) Solo altri contributi (calamità, ecc.) ed extra agricoli(2) Agricoltura, silvicoltura e pesca(3) Compreso il tabacco
L’importanza dell’agricoltura e
dell’alimentazione a livello mondiale
Il problema della fame nel mondo• Le dimensioni del problema
– nel 1995 i bambini con meno di 5 anni malnutriti erano 160 milioni, nel 2020 si stima saranno 135 milioni
– nel 2020 saranno malnutriti il 40% dei bambini (<5 anni) dell’Asia Meridionale ed il 30% di quelli dell’Africa sub-Sahariana
• Qual è un apporto calorico giornaliero sufficiente per garantire una vita sana?
– Dipende dalle temperature e dallo stile di vita dell’individuo
– per la FAO la soglia di sottonutrizione è pari a 1830 calorie al giorno nell’Africa Sub-Sahariana, a 1907 in America Latina (ma per una ‘crescita sana’ ce ne vogliono 2500..)
• La FAO stima che nel 2010 ci saranno 680 milioni di persone ‘cronicamente malnutrite’, il 10% della popolazione mondiale.
840 milioni di persone sottonutrite
• India e Cina rappresentano il 40% della popolazione mondiale sottoalimentata ma stanno rapidamente riducendo questi numeri, mediante politiche di:– aumento della produzione di alimenti– disincentivi alla procreazione (Cina) e forte controllo delle nascite (India)
Undernourished Population (2000 - 2002)
Popolazione sottonutrita
Principali cause di emergenza alimentare
• Siccità e fenomeni naturali in genere rappresentano ancora la principale causa di emergenza alimentare
• Cresce la responsabilità dei conflitti (in numerosi paesi africani le guerre civili in atto rendono difficile sia la produzione che l’accesso al cibo)
Il ruolo critico dell’agricoltura
• Nei PVS l’agricoltura rappresenta mediamente il 9% del GDP e più del 50% degli occupati totali
• I paesi in cui la popolazione sottonutrita supera il 35%, il valore della produzione agricola costituisce più del 30% del GDP.
Il ruolo del commercio agricolo
• Nei paesi con più alto livello di sottonutrizione l’incidenza delle esportazioni agricole supera il 20% dell’export totale
• I maggiori scambi si verificano dove è minore l’incidenza della sottonutrizione• Una robusta crescita della produzione agricola e l’aumento dell’integrazione sui
mercati internazionali può contribuire a ridurre il problema della denutrizione?
Il problema della fame nel mondo - sintesi
• La disponibilità di alimenti pro capite è cresciuta nel tempo, nonostante il fortissimo aumento della popolazione nei PVS
• Ciò si è verificato perché la produzione agricola mondiale è cresciuta ad una velocità maggiore di quella alla quale è cresciuta la popolazione
• Ancora oggi il 15% della popolazione dei PVS è cronicamente malnutrito: il problema sta nei vincoli che impediscono l’accesso agli alimenti
• Il problema è prevalentemente un problema di povertà– il 20% della popolazione mondiale vive con meno di 1
dollaro al giorno– più della metà vive con meno di 2 dollari al giorno– nel 1960 il reddito medio pro-capite nei paesi
industrializzati era pari a 9 volte quello medio dei paesi dell’Africa Sub-Sahariana. Oggi è 18 volte!!
Le caratteristiche del settore agricolo
Caratteristiche differenziali dell’agricoltura
• Attività destinata alla produzione di
alimenti bisogno primario
• Attività più tradizionale e antica
• Attività legata ai cicli biologici
• Attività legata alle condizioni climatiche e pedologiche
• Attività legata al territorio
• Attività legata all’ambiente
Processo produttivo agricolo impresa
processo input outputfattori di produzione produttivo
prodotti
creazione di valoreinput
•risorse naturali -->terra
•capitale fisso– macchine– impianti
•capitale circolante --> MP
– sementi– fertilizzanti– fitofarmaci– mangimi
•lavoro
processo
produttivo
output
•prodotti delle coltivazioni erbacee
•prodotti delle coltivazioni arboree
•prodotti degli allevamenti
•prodotti forestali
•prodotti della pesca
Prodotti agricoli• Prodotti delle coltivazioni erbacee
processo produttivo annuale --> ciclo produttivo ottobre-giugno e ciclo produttivo aprile-settembre
– cereali (frumento tenero, frumento duro, mais, orzo, avena, riso, ecc.)
– semi oleosi (soia, girasole, colza, ecc.)– ortaggi– barbabietola da zucchero– foraggere– tabacco– fiori
• prodotti delle coltivazioni arboreeimpianto arboreo poliannuale --> ciclo produttivo annuale con raccolta da maggio a dicembre a seconda delle specie
– vite– olivo– agrumi– frutta
Prodotti agricoli
• Prodotti degli allevamenti zootecnici processo produttivo continuo per i prodotti zootecnici e annuale per la produzione dei foraggi
– latte– carne (bovina, suina, ovi-caprina, equina, avicola)– uova– pesce
• prodotti della silvicolturaimpianto forestale poliannuale (più di 15 anni)
– legname da industria– legname ad uso energetico– prodotti forestali (castagne, noci, ecc.)
• prodotti della pesca– pesce da cattura– crostacei– altri prodotti ittici
Evoluzione del concetto di agricoltura
• Agricoltura di sussistenza (primitiva)– ciclo chiuso
• agricoltura mercantile– apertura agli scambi – specializzazione– localizzazione– settorializzazione
• agricoltura produttrice di beni alimentari
– food security– politiche agrarie di sostegno– protezionismo
• agricoltura nella globalizzazione– riduzione del protezionismo– food safety– food quality– multifunzionalità
Funzioni dell’agricoltura
agricolturagestione del territorio
produzione di input
produzione di materie prime
no food
produzione di alimenti
industria alimentare
servizi ambientali
servizi turistici
industria tessile
industria del legno
industrie degli input
Agricoltura multifunzionale
prodotti
multifunzionalità
esternalità / beni pubblici
–quantità–qualità
–ambiente–territorio–paesaggio–benessere animale
servizi
–turismo
Sviluppo rurale Principali misure: investimento in aziende agricole insediamento di giovani agricoltori formazione per imprenditori agricoli sostegno a investimenti nei settori
della trasformazione e commercializzazione
misure agroambientali imboschimento pre-pensionamento regime zone svantaggiate
Quadro finanziarioSpesa annuale nel 2000 per la PAC 40,92 mrd di euro, di cui
– 36,62 mrd di euro per i mercati – 4,30 mrd di euro per lo sviluppo rurale
50%
4% 3% 6% 5%
32% Agricoltura
Aiuti strutturali
Ricerca
Altre politicheinterne
Politiche esterne
Amministrazione
Nuove misure per lo sviluppo rurale
1. nuovo capitolo nel regolamento (CE) n. 1257/1999 dal titolo ‘qualità degli alimenti’ che comprende due misure:
– incentivi a favore degli imprenditori agricoli partecipano a programmi comunitari o nazionali per migliorare la qualità dei prodotti agricoli– aiuti a favore delle associazioni di produttori per iniziative di informazione dei consumatori e di promozione dei prodotti ottenuti nell'ambito dei programmi di qualità.
2. nuovo capitolo dal titolo ‘rispetto delle norme’ che comprende due misure:
– aiuti ai produttori per attuare norme rigorose comunitarie su ambiente, sanità animale e vegetale, benessere animale e sicurezza sul lavoro– aiuti agli imprenditori agricoli quale contributo ai costi per i servizi di consulenza agricola
Nuove misure per lo sviluppo rurale
3. introduzione nell'attuale capitolo agro-ambientale del regolamento della possibilità di concedere aiuti agli agricoltori che si assumono, per un periodo di almeno 5 anni, l'impegno di migliorare il benessere dei propri animali di allevamento al di là delle normali buone pratiche di allevamento
4. miglioramento delle misure per i giovani
le misure verranno introdotte dal 2005
per effetto della modulazione si avrà un aumento delle risorse per lo sviluppo rurale
Le caratteristiche dell’industria alimentare
Processo di trasformazione alimentare impresa
processo input outputfattori di produzione produttivo
prodotti
creazione di valoreinput
•capitale fisso– macchine– impianti
•capitale circolante --> MP
– cereali– latte– carne– olive– uva– ecc.
•lavoro
processo
produttivo
output
•pane, prodotti dolciari, pasta
•prodotti lattiero-caseari
•carne, salumi, conserve di carne
•olio•vino•ecc.
Prodotti alimentari
15.1 Carne e conserve di carne15.2 Conserve di pesce15.3 Conserve vegetali15.4 Oli e grassi15.5 Lattiero-caseario15.6 Molitorio15.7 Mangimi15.81 Panett. e pasticc. fresca15.82 Biscotti e pasticc. cons.15.83 Zucchero15.84 Cacao15.85 Pasta
15.86 Te e caffè15.87 Condimenti e spezie15.88 Omogeneiz. e dietetici15.89 Altri prod. alim. n.c.a. 15.91 Bevande alcoliche distillate15.92 Alcool etilico di fermentaz.15.93 Vino 15.94 Sidro e di altri vini di frutta15.96 Birra15.97 Malto15.98 Acque minerali e bibite analc.15.99 Altre bevande analcoliche
Produzione e occupati nell'industria alimentare dell'UE, per paeseProduzione Valore aggiunto Occupati Imprese
mld euro mld euro migliaia numero
Europa 15 626 144 2.737 29.635 Francia 115 (2) 21 392 (2) 3.604 Germania 110 27 597 6.035 Regno Unito 98 (1) 30 506 (1) 2.319 Italia 98 24 268 (3) 6.800 (3)Spagna 67 14 371 (1) 3.040 Olanda 39 (1) 6 147 (1) 855 Belgio 24 (1) 5 62 723 Danimarca 17 (1) 4 87 (1) 450 Irlanda 15 4 47 687 Svezia 13 3 53 344 Austria 11 (1) 2 79 (1) 1.264 (1)Portogallo 10 (1) 2 104 (1) 1.916 (3)Finlandia 8 2 34 336 Grecia 5 1 43 1.036 (1)Lussemburgo 1 - 4 226 (1) Imprese con più di 1 addetto(2) Imprese con più di 2 addetti(3) Imprese con più di 9 addettiFonte: elaborazioni CIAA su dati Eurostat
L'industria alimentare italiana in cifre (milioni di euro)
2000 2001 2002Valore dei consumi alimentari a prezzi correnti (1) 108.022 111.914 116.012 Valore dei consumi alimentari a prezzi costanti (1) 99.625 99.436 99.955 Valore della produzione (2) 94.544 95.752 98.000 Valore aggiunto ai prezzi di mercato a prezzi correnti (1) 29.588 30.211 32.454 Valore aggiunto ai prezzi di mercato a prezzi costanti (1) 25.793 25.626 26.584 Valore aggiunto ai prezzi di base a prezzi correnti (1) 21.882 22.602 24.873 Valore aggiunto ai prezzi di base a prezzi costanti (1) 19.432 19.411 20.313 Occupazione (unità di lavoro) (1) 471.400 454.100 482.800 Saldo degli scambi con l'estero (2) 1.536 1.535 2.180 Incidenza % del VA a prezzi di mercato sul VA industriale (1) 10,3 10,1 10,8 Incidenza % del VA ai prezzi di mercato sul PIL (1) 2,54 2,48 2,58
Fonti:(1) Elaborazioni su dati ISTAT(2) Elaborazioni su dati ISTAT e Federalimentare
Fatturato e variazioni della produzione di alcuni comparti dell'industria alimentare italiana nel 2002
Fatturato Var. % produzione(milioni di euro) 2002/2001
Lattiero-caseario 13.200 1,50 Dolciario 9.035 3,40 Salumi 7.200 0,70 Vino 6.950 -2,00Carni bovine 5.300 2,50 Alimentazione animale 4.300 3,20 Avicolo 3.850 -2,00Pasta 3.350 0,00Conserve vegetali 3.300 -4,00 Acque minerali 2.900 1,00 Olio d'oliva e di semi 2.800 8,00 Molitorio 2.635 -0,20 Caffè 1.980 1,00 Surgelati 1.865 3,50 Bevande gassate 1.600 5,50 Birra 1.530 1,30 Infanzia e dietetici 1.150 1,00 Zucchero 1.150 0,10 Succhi di frutta 1.000 8,00 Riso 800 3,00 Ittici 730 4,00 Varie 21.375 1,00 Totale 98.000 2,00 Fonte: Federalimentare e Istat
Imprese per classi di addetti nell'industria alimentare italianaClasse di addetti var % 91-01
< 10 55.161 89,1% 60.026 89,7% 8,8%10--19 3.850 6,2% 4.224 6,3% 9,7%20--49 1.938 3,1% 1.825 2,7% -5,8%50--99 493 0,8% 445 0,7% -9,7%
100--499 393 0,6% 365 0,5% -7,1%> 500 68 0,1% 51 0,1% -25,0%Totale 61.903 100,0% 66.936 100,0% 8,1%
Fonte: elaborazioni su dati Istat
20011991
Addetti per classi di addetti nell'industria alimentare italianaClasse di addetti var % 91-01
<10 171.979 36,9% 168.464 37,7% -2,0%10--19 51.089 11,0% 56.233 12,6% 10,1%20 -- 49 57.222 12,3% 53.845 12,1% -5,9%50 -- 99 33.700 7,2% 30.520 6,8% -9,4%100--499 75.369 16,2% 69.997 15,7% -7,1%
> 500 76.787 16,5% 67.726 15,2% -11,8%Totale 466.146 100,0% 446.785 100,0% -4,2%
Fonte: elaborazioni su dati Istat
20011991
Imprese e addetti nell'industria alimentare italiana per comparti
15.1 Carne 3.672 5,5% 57.769 12,9%15.2 Pesce 415 0,6% 6.640 1,5%15.3 Frutta e ortaggi 1.933 2,9% 30.317 6,8%15.4 Oli e grassi 4.416 6,6% 16.216 3,6%15.5 Lattiero-caseario 3.927 5,9% 54.936 12,3%15.6 Molitorio 1.966 2,9% 12.310 2,8%15.7 Mangimi 607 0,9% 9.097 2,0%15.81 Panett. e pasticc. fresca 36.269 54,2% 130.422 29,2%15.82 Biscotti e pasticc. cons. 1.207 1,8% 23.914 5,4%15.83 Zucchero 14 0,0% 4.360 1,0%15.84 Cacao 471 0,7% 14.544 3,3%15.85 Pasta 5.250 7,8% 22.407 5,0%15.86 Te e caffè 936 1,4% 7.787 1,7%15.87 Condimenti e spezie 119 0,2% 1.150 0,3%15.88 Omogeneiz. e dietetici 59 0,1% 1.474 0,3%15.89 Altri prod. alim.n.c.a. 2.670 4,0% 15.584 3,5%15.9 Bevande 3.005 4,5% 37.858 8,5%Totale industria alimentare 66.936 100,0% 446.785 100,0%Fonte: elaborazioni su dati Istat
Imprese Addetti2001
Principali imprese alimentari presenti in Lombardia
Gruppo Prov.Prov. operat
ivaAttività prevalente
2001 2002 2001 200226 Lindt & Sprungli Spa 126.080 137.621 628 661 Lindt Ch VA VA dolciario27 Martelli F.lli Spa 150.324 135.116 174 180 Martelli MN MN salumi28 Cameo Spa 119.204 134.854 286 280 Oetker D BS BS dolciario29 Saviola Spa 2 178.558 134.482 168 141 Saviola MN MN lattiero-caseario30 Macello Coop. per la Lav. Carni Scrl 103.664 132.574 122 126 Macello Coop.Carni MN MN carni31 Carlsberg Italia Spa (ex Ind.Poretti) 130.176 128.103 340 326 Carlsberg-Tuborg Dk VA VA birra32 Industria Macellazione Ghinzelli Spa 139.861 121.729 183 179 Ghinzelli MN MN carni33 Salumificio Fratelli Beretta Spa 109.703 120.215 137 141 Beretta LC LC salumi34 Campari-Crodo Spa 97.724 116.375 241 252 Campari MI MI bevande alcoliche35 Lat-Bri Latticini Brianza Spa 105.744 112.148 200 204 Lat-Bri MI MI lattiero-caseario36 Gennaro Auricchio Spa 108.487 109.051 324 340 Auricchio CR CR lattiero-caseario37 Minerva Agricola Alimentare Spa 107.019 105.234 75 79 Minerva PV PV oli e grassi38 Montana Alimentari Spa (ex Corte Buona) 77.215 103.199 280 286 Cremonini MN MN salumi39 Latteria Soresinese Scrl 107.109 102.573 278 272 Latteria Soresinese CR CR lattiero-caseario40 Illva Saronno Spa 78.544 96.556 118 127 Illva VA VA bevande alcoliche41 Mantua Surgelati Spa 89.055 95.316 508 564 Mantua Surgelati MN MN surgelati42 Bakemark Italia Srl 91.563 95.306 290 304 CSM Nl MI MI margarine43 Centrale del Latte di Milano Srl 84.323 94.605 250 228 Granarolo MI MI lattiero-caseario44 Prealpi Industria Casearia Spa 99.928 93.623 126 114 Prealpi VA VA lattiero-caseario45 Pepsico Beverages Italia Srl nd 91.262 nd 207 Pepsico Usa MI MI bevande analcoliche46 Spumador Spa 101.398 90.726 330 316 Spumador CO CO bevande analcoliche47 Mec Carni Spa 99.009 90.349 178 179 Mec Carni MN MN carni48 Rigamonti Salumificio Spa 79.179 90.287 292 304 Rigamonti SO SO salumi49 Lactis Spa 90.658 89.973 276 268 Parmalat BG BG lattiero-caseario50 Irca Srl 77.641 86.500 138 144 Irca VA VA dolciario
Valore della produzione (migliaia €)
Occupati
Modello del bipolarismo strutturale
struttura dell’industria alimentare italiana
modello bipolare coesistenza - equilibrio
piccole e medie imprese
• distretti industriali• mercati locali
(opportunità interstiziali)
• private label
grandi imprese e gruppi industriali
• economie di scala• differenziazione dei
prodotti• processi di
concentrazione
Processi di concentrazione nell’industria alimentare italiana
• Intensità dei processi di concentrazione nella seconda metà degli anni ‘80 e nei primi anni ‘90 --> l’industria alimentare comunitaria ed italiana si colloca fra i settori più dinamici per numero di acquisizioni, dopo il chimico e il meccanico. Rallentamento e dismissioni nella seconda metà degli anni ‘90 e nei primi anni 2000.
• Netta prevalenza delle acquisizioni totali e di maggioranza --> motivazioni reali --> espansione nei mercati e riduzione dei costi.
• In funzione della correlazione delle attività delle imprese, importanza delle tipologie di diversificazione intra-settoriale e orizzontali (motivazioni reali), meno rilevanti quelle di diversificazione inter-settoriale e scarse le verticali.
• Importanza delle acquisizioni effettuate da gruppi esteri nell’alimentare italiano, meno significativo il processo inverso, con alcune importanti eccezioni. Dismissioni dei gruppi esteri negli anni recenti.
Processi di concentrazione nell’industria alimentare italiana
Operazioni di acquisizione nell'industria alimentare italiana nel periodo 1985-94 per tipologia di operazioni
Fonte: Elaborazioni su dati Lab. Pol. Ind. Nomisma e altre fonti
0102030405060708090
100
1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994
Acquisizioni totali Acquisizioni di maggioranza
Acquisizioni di minoranza Acquisizioni impianti
Gruppi nazionale ed esteri nell’industria alimentare italiana
Stima del fatturato dei primi 10 gruppi operanti nell'industria alimentare italiana - 2001 (milioni di euro)
Gruppo N Fatturato (*) Cumulata Rapporto di2001 fatturato concentrazione
CRn
1 Barilla I 2.202 2.202 2,3%2 Parmalat I 1.953 4.155 4,3%3 Unilever NL, UK 1.842 5.997 6,3%4 Nestlè CH 1.676 7.673 8,0%5 Eridania B.S. I 1.709 9.382 9,8%6 Ferrero I 1.603 10.985 11,5%7 Veronesi I 1.544 12.529 13,1%8 Cremonini I 1.341 13.870 14,5%9 Galbani I 1.107 14.977 15,6%10 Lavazza I 741 15.718 16,4%
95.752(*) Il fatturato è stato stimato facendo riferimento alle attività alimentari italiane dei gruppi
Fonte: elaborazioni su dati R&S e Mediobanca
Principali acquisizioni nell’industria alimentare italiana
nel periodo 2000-2002
Impresa acquirente Impresa acquisita
Bc Partners (Uk) Galbani (Danone)Campari Sella e MoscaColussi Riso Eurico (Cereol)
Ferrarini Vismara (Nestlè)Granarolo Centrale del Latte di Milano
GranMilano (Barilla) Sanson; Sinpa; GelitIlva Saronno Corvo vini
Minerva Agricola Olio Sasso (Nestlè)Star Monini; Ponti; Paren
Veronesi NegroniFonte: Largo Consumo
Principali imprese alimentari presenti in Lombardia
Gruppo Prov.Prov. operat
ivaAttività prevalente
2001 2002 2001 20021 Nestlè italiana Spa 1.453.659 1.505.114 4.712 4.438 Nestlè Ch MI MI dolciario2 Sanpellegrino Spa 741.463 757.009 1.777 1.953 Nestlè Ch MI BG bevande analcoliche3 Egidio Galbani Spa nd 756.927 nd 4.135 Bc Partners Uk MI MI lattiero-caseario4 Unilever Bestfoods Italia Srl 644.314 747.442 756 734 Unilever Uk-Nl MI MI oli e grassi5 Kraft Foods Italia Spa 1 636.167 663.936 1.261 1.276 Kraft Usa MI MI lattiero-caseario6 Coca Cola Bevande Italia Spa 617.064 632.020 1.902 2.075 Coca Cola Usa MI MI bevande analcoliche7 Perfetti Van Melle Spa 504.041 527.164 650 655 Perfetti MI MI dolciario8 Star Spa 444.012 486.480 1.174 1.079 Star-Findim MI MI carni-cons. veg.9 Bolton Alimentari Italia Spa (ex Trinity) 286.685 340.513 462 597 Bolton Nl MI CO carni-cons. ittiche
10 Masterfoods Spa (ex Dolma) 252.213 250.862 420 401 Masterfoods-Mars Usa PV PV mangimi11 Consorzio Latterie Soc.Mantov.Scrl 251.993 240.940 297 272 Cons. Latt. Mant. MN MN lattiero-caseario12 Nestlè Purina Petcare Italia Spa 200.341 237.260 375 391 Nestlè Ch MN MN mangimi13 Danone Spa 210.137 232.049 269 302 Danone F MI CR lattiero-caseario14 Distillerie F.lli Ramazzotti Spa 147.913 216.292 173 184 Pernod Ricard F MI MI bevande alcoliche15 Sterilgarda Alimenti Spa 194.764 206.817 224 240 Sterilgarda MN MN lattiero-caseario16 Zanetti Spa 182.285 186.553 240 247 Zanetti BG BG lattiero-caseario17 Rovagnati Spa 166.301 183.401 400 422 Rovagnati MI MI salumi18 Sitia Yomo Spa 207.566 181.676 603 352 Granarolo MI MI lattiero-caseario19 Pietro Negroni Srl 172.883 178.374 448 375 Veronesi CR CR salumi20 Gran Milano Spa 141.911 172.780 818 946 GranMilano MI MI dolciario21 Giuseppe Citterio Salumificio Spa 167.911 168.765 459 456 Citterio MI MI salumi22 Leaf Italia Srl (ex Sperlari) 202.870 152.543 720 608 CSM Nl CR CR dolciario23 Cooperativa Prod.Suini Pro Sus Scrl 166.477 149.949 215 196 Coop.Prod.Suini CR CR salumi24 Bertana Srl 159.518 142.929 117 112 Bertana CR CR salumi25 Ambrosi Ind.Casearia Spa 158.272 142.174 150 148 Ambrosi BS BS lattiero-caseario
Valore della produzione (migliaia €)
Occupati
Le caratteristiche della distribuzione
Tipologie distributive• Dettaglianti tradizionali (normal trade)
– superficie < 200 mq– specializzati– basso numero di referenze– vendita assistita– area geografica del vicinato
• Minimarket o superettes– superficie fra 200 e 400 mq– despecializzati– vendita self-service– area geografica del quartiere
• Supermercati– superficie fra 400 e 2500 mq– despecializzati– alto numero di referenze– vendita self-service– area geografica del quartiere
Tipologie distributive• Ipermercati
– superficie > 2500 mq– despecializzati– altissimo numero di referenze– vendita self-service– area geografica della città
• Discount – superficie di 400-500 mq– despecializzati– basso numero di referenze
•politiche di prezzo aggressive
– vendita self-service•basso livello di servizio
– area geografica del quartiere• Centri commerciali• Convenience store• Cash and carry
•E-commerce•Door to door
Evoluzione della distribuzione• La fase storica
– diffusione dei dettaglianti tradizionali– porzionatura e confezionamento dei prodotti
effettuati dal dettagliante– qualità garantita dal dettagliante
• la fase di despecializzazione – diffusione dei supermercati– diffusione di prodotti alimentari confezionati– competizione di prezzo
• la fase di differenziazione del servizio e di fidelizzazione del consumatore
– introduzione nel supermercato di aree a vendita assistita
– introduzione delle private labels (prodotti a marchio del distributore
– competizione verticale
Evoluzione della distribuzione• la fase delle alleanze e dell’informatizzazione
– creazione delle centrali di acquisto– gestione informatica degli ordini– gestione delle informazioni sul consumatore (EPOS,
Electronic Point of Sale)– Supply Chain Management: vengono analizzate tutte
le attività associate con la trasformazione ed il trasferimento dei beni, dalla materia prima fino al consumatore finale. E’ una forma di integrazione, basata sulla collaborazione lungo la catena.
•L’obiettivo è riorganizzare l’insieme delle attività così che vengano svolte in modo complementare e collaborativo, eliminando quelle che non creano valore per il consumatore --> creare un vantaggio competitivo
• Il progetto ECR (Efficient Consumer Response)
Il progetto ECR
• Aziende della distribuzione e della produzione condividono esperienze e conoscenze dei mercati e dei consumatori e migliorano i processi --> si migliora la soddisfazione del consumatore e si minimizzano i costi
• La gestione delle attività avviene:– dal lato dell’offerta (ottimizzazione del processo di
rifornimento dei pdv)– dal lato della domanda (category management,
promozione di prodotti, introduzione di nuovi prodotti)
Evoluzione dei punti vendita in Italia
Evoluzione dei punti vendita in Italia
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Numero di esercizialimentari
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Numero supermercati
Sup.Media
mq
Da 609 nel 1971 i supermercati divengono 7.143 nel 2001Le superfici medie passano da 690 a 850 mq (+22%)
Evoluzione del numero di addetti nei supermercati in Italia
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addetti
Presenza di supermercati nelle regioni italiane
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Numero supermercati
sup.media
I supermercati in Europa
• Chi conta
Evoluzione degli ipermercati in Italia
- Gli ipermercati passano da 182 a 388 dal 1991 al 2003- Il numero di ipermercati nei paesi UE è molto più elevato: Francia: 1.200 - Gran Bretagna: 1.100 - Germania: 1.600
0
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1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003
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superficie media (mq)
Presenza degli ipermercati nelle regioni italiane
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-1.0002.0003.0004.0005.0006.0007.0008.0009.00010.000
numero unità di vendita
superficie media (mq)
Evoluzione del numero di addetti negli ipermercati in Italia
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addetti
Evoluzione degli ipermercati in Italia
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5,200Numeroipermercati
sup.media
Nord-Ovest42%
Nord-Est20%
Centro16%
Sud-Isole22%
- Gli ipermercati passano da 158 a 459 in un decennio- Il numero di ipermercati nei paesi UE è molto più elevato:
- Francia: 1.200 - Gran Bretagna: 1.100- Germania: 1.600
- Il 62% degli ipermercati si trova nelle regioni del Nord
Gli iper in Europa
• Chi conta
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Evoluzione dei discount in Italia
Presenza di discount nelle regioni italiane
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Punti di vendita
Sup.media
I discount in Europa• Chi conta
• Paese di origine e presenza
Le caratteristiche della ristorazione
Struttura dell’offerta del consumo extra-domestico
Il peso dei consumi in casa e fuori casa
Ripartizione % della spesa
Tipologie della ristorazione
consumi non organizzati in una
comunità
ristorazione veloce (es. bar, fast food,
ecc.)
ristorazione tradizionale(es. ristoranti, trattorie,
ecc.)
commerciale
collettiva
ristorazione
ristorazione commerciale
ristorazione collettiva
consumi organizzati in comunita’
autoproduzione
produzione esterna
fornitura indiretta(impresa “rete” buoni
pasto)
fornitura diretta
cucina tradizionale
(es. mense “fresche”, cucine “centralizzate”,
ecc.)
pasti precucinati
(es. surgelati, refrigerati, ecc.)
Tipologie della ristorazione
DATORE DILAVORO
DIPENDENTE PUBBLICIESERCIZI
IMPRESA DI RISTORAZIONECOLLETTIVA
buoni pasto
1buoni pasto
2
Rete dei buoni pasto
Fornitura indiretta del pasto
Tecniche di preparazione del pasto
• massimo di lavoro nelle ore di erogazione del pasto• possibilità di distribuire i carichi di lavoro
1. cucina tradizionale - pasto erogato in loco- pasto veicolato
2. pasto precucinato- tecniche di refrigerazione- tecniche di surgelazione- tecniche di sterilizzazione- tecniche del sottovuoto
Fornitura diretta del pasto
Le tappe dello sviluppo della ristorazione collettiva
• ristorazione aziendale
• ristorazione scolastica
• ristorazione sanitaria
• ristorazione in altre comunità: caserme, istituti di prevenzione, istituti religiosi, colonie, congressi
Segmentazione della ristorazione collettiva
• E’ un un settore stazionario a causa del•calo dell’occupazione nelle grandi imprese •diversa articolazione e riduzione dell’orario di lavoro•diffusione dei buoni pasto
• A causa delle cattive prospettive del settore, le imprese che vi operano si stanno diversificando verso altri segmenti della ristorazione o verso settori vicini (buoni pasto, vending, ristorazione commerciali..) o verso settori diversi (pulizie, manutenzioni..) --> global service•le prime tre imprese del settore sono: Onama, Sodexho, Gemeaz Cusin
• Il settore vale 2.500 milioni di euro
La ristorazione aziendale
• E’ un un settore in aumento nel breve periodo, grazie a:•prolungamento della carriera scolastica •diffusione dell’orario pomeridiano
nonostante l’andamento demografico (invecchiamento della popolazione) --> nel lungo periodo prevarrà questo aspetto
• Fattore critico: frequente partecipazione alle gare di piccole imprese improvvisate, con offerte fuori mercato•le prime tre imprese del settore sono: Sodexho, Onama, Pedus
• Il settore vale 1.400 milioni di euro
La ristorazione scolastica
• E’ un un settore in forte crescita grazie alla tendenza delle amministrazioni ospedaliere ad affidare in outsourcing questa attività:
– oggi il 44% della ristorazione sanitaria pubblica è ancora in gestione diretta, il 56% è in appalto
• Esistono in questo settore poche grandi imprese (nei capitolati è spesso richiesto di ristrutturare le cucine). Le prime tre sono: Sodexho, Onama, Pedus
• Il settore vale 1.600 milioni di euro
La ristorazione sanitaria
• E’ un un settore in fortissimo aumento, grazie alla recente apertura di caserme, comunità religiose, carceri ecc. alle società di ristorazione collettiva
• La prospettiva è di un sempre maggiore outsourcing anche per altre attività (pulizie, manutenzioni..)
• Fattore critico: le gare sono al massimo ribasso, con importi complessivi molto elevati --> rischio per l’impresa che vince (spesso sottocosto) e per l’appaltatore (servizio non adeguato o interrotto se l’impresa entra in crisi) •le prime tre imprese sono: Sodexho, Onama, Pedus
• Il settore vale 800 milioni di euro (500 solo l’Esercito)
La ristorazione nelle grandi collettività
• Ristorazione tradizionale: rappresenta la quota più importante (ristoranti, pizzerie, alberghi..): gli italiani vi spendono 44,5 miliardi di euro
• Ristorazione commerciale a catena (in forte crescita ma poco sviluppata rispetto ad altri paesi)
• le prime tre insegne sono: Mc Donald’s, Spizzico, Pastarito• il settore vale 2.000 milioni di euro
• Home delivery
La ristorazione commerciale
• Ristorazione ferroviaria (in fortissimo aumento)
- le prime tre imprese sono: Cremonini, Wagon Lits, Gemeaz Cusin
- il settore vale 170 milioni di euro• Ristorazione navale (in forte crescita)
- le prime tre imprese sono: Ligabue, Gemeaz Cusin, Scoccimarro
- il settore vale 500 milioni di euro• Ristorazione autostradale (in aumento)
- le prime tre imprese sono: Autogrill, Ristop, Moto
- il settore vale 1.000 milioni di euro• Inflight catering (in forte diminuzione)
- le prime tre imprese sono: LSG Sky Chef Italia, Ligabue Gate Gourmet Italia, Servair Airchef
- il settore vale 50 milioni di euro
La ristorazione che viaggia
• Settore polverizzato 1.400 aziende, 5.000 unità locali, 50.000 lavoratori. Circa 1/3 delle aziende gestisce una sola mensa
• settore con diversi gruppi strategici multinazionali, cooperative, gruppi nazionali, piccole imprese
• committenti pubblici capitolato di appalto concorso per assegnazione fornitura variabile critica è il prezzo (soprattutto se capitolato molto dettagliato)
• committenti privati offerta con politiche di prodotto-servizio
• costi lavoro è quello principale (fino al 60% del costo totale) seguito dal costo degli approvvigionamenti dei prodotti alimentari e dai trasporti
Caratteristiche strutturali della ristorazione collettiva
Le relazioni verticali fra i settori del sistema agro-alimentare
Strumenti di co-ordinamento verticale
1) STRUTTURE DI MERCATO (Borse merci e mercati ortofrutticoli)
2) CONTRATTO
3) SOCCIDA
4) ACCORDI INTERPROFESSIONALI (ORGANISMI INTERPROFESSIONALI)
5) COOPERAZIONE
6) ASSOCIAZIONI DEI PRODUTTORI (ORGANIZZAZIONI DEI PRODUTTORI)
Strutture di mercato
Borsa merci (agricoltura - industria alimentare)
- prodotti non deperibili
- prodotto non è fisicamente presente
- contrattazione - quotazioni
- futures markets
Mercato ortofrutticolo (agricoltura - distribuzione)
- prodotto deperibile
- fisicamente presente
- contrattazione - quotazioni
- trasferimento del prodotto
SCHEMA DEL MERCATO ORTOFRUTTICOLO
Produttori agricoli
Commercianti Intermediari Cooperative
Mercato ortofrutticolo
Commercianti Intermediari Piccoli dettaglianti
GDO Ristorazione
Contratti• Accordo tra due parti (produttore agricolo e produttore industriale) per l'acquisto del bene agricolo, viene stipulato prima che il prodotto sia realizzato e spesso prima che inizi il processo produttivo
• i comparti in cui sono diffusi i contratti sono:- lattiero-caseario- barbabietole da zucchero- pomodori per inscatolati - ortaggi surgelati - soia
• il contratto prevede una serie di condizioni --> prezzo, quantità, caratteristiche qualitative, tempi e modalità di consegna, costi del trasporto, tempi di pagamento, penali
Contratti• Accordo tra due parti (produttore agricolo e produttore industriale) per l'acquisto del bene agricolo, viene stipulato prima che il prodotto sia realizzato e spesso prima che inizi il processo produttivo
• i comparti in cui sono diffusi i contratti sono:- lattiero-caseario- barbabietole da zucchero- pomodori per inscatolati - ortaggi surgelati - soia
• il contratto prevede una serie di condizioni --> prezzo, quantità, caratteristiche qualitative, tempi e modalità di consegna, costi del trasporto, tempi di pagamento, penali
ContrattiVantaggi:
- sicurezza di collocamento del prodotto e di prezzo
- definizione delle caratteristiche qualitative
- definizione costo materia prima
Svantaggi:
- clausole
- differenza di potere contrattuale (libera concorrenza)
Soccida
• Riguarda il comparto zootecnico
• Due figure (soccidante e soccidario)
• una parte cede il bestiame, mentre l’altra parte svolge la funzione di allevatore, fornendo i fabbricati e le strutture per l'allevamento; la parte che ha fornito il bestiame si impegna a riacquistare il bestiame, pagandolo in funzione dell'incremento ponderale raggiunto
• stretto contatto tra agricoltura e industria
Accordi interprofessionali(organizzazioni
interprofessionali)• Accordi non vengono effettuati tra singoli imprenditori, ma tra le
diverse organizzazioni dei produttori agricoli e degli industriali alimentari
• non sono obbligatori (e vincolanti)
• sono diffusi in diversi comparti e in particolare nel comparto del latte, pomodoro, bietola e dei semi oleosi
• Definiti a vario livello (nazionale, regionale)
• Stabiliscono tipologia dei contratti, requisiti qualitativi, prezzi, garanzie,
• OI (Associazioni fra le parti - 1 per prodotto) [coordinamento immissione, contratti tipo, valorizzazione prodotti, qualità, metodi ecocompatibili]
Associazioni di produttori(Organizzazioni dei produttori)
• Obiettivo di concentrare l’offerta --> migliorare potere contrattuale dei piccoli produttori
• in Italia le associazioni dei produttori non risultano particolarmente diffuse, anche se vi sono alcune importanti realtà come ad esempio nel comparto ortofrutticolo
• OP Criteri più stringenti per riconoscimento (volume commercializzato, controllo produzione)
• Compiti
Cooperative agro-alimentari
• Le cooperative di trasformazione hanno la funzione di valorizzare le materie prime conferite dai soci
• i comparti in cui le cooperative sono maggiormente diffuse risultano essere quelli in cui si ha un maggiore collegamento fra agricoltura e industria, come: viti-vinicolo (cantine sociali), lattiero-caseario (caseifici sociali), oleario, ortofrutticolo, carni
• giudizio di convenienza per la trasformazione dei prodotti --> Valore di trasformazione
Vt = Rv – Ct
Vtu = put = Vt / qu
• L’integrazione verticale in senso stretto si ha quando un’impresa opera in diverse fasi della filiera produttiva. Pertanto sia la fase agricola che la fase di trasformazione industriale vengono compiute all’interno della stessa impresa
• esempi più significativi: comparto viti-vinicolo, lattiero-caseario
Integrazione verticale
strutture di mercato
(contratti, accordi,ecc.)
cooperative
integrazione verticale
Coordinamento verticale
-
+
Teorie economiche del coordinamento verticale
• Teoria neoclassica
•Supply chain management
• Approccio organizzativo (New Institutional Economics) razionalità limitata, conoscenza imperfetta e comportamento opportunistico degli individui
New Institutional Economics
• Teoria dell’informazione
• Teoria dei contratti (incompleti, impliciti e d’agenzia)
• Teoria dei diritti di proprietà
• Teoria dei costi di transazione (Transaction Cost Economics) di Williamson (1985, 1996)
Transaction Cost Economics
Obiettivo: scegliere la forma di governo efficiente minimizzazione dei costi di transazione e di produzione
Costi di transazione: costi di informazione, di negoziazione, di monitoraggio
Caratteristiche della transazione:
• grado di frequenza
• grado di incertezza
•grado di asset specificity
Tipologie di transazioni
Non specifico Misto Idiosincratico
Occa
sio
na
le
Acquisto equipaggiamenti standardizzati
Acquisto equipaggiamenti specializzati
Costruzione impianto
Ric
orr
en
te
Acquisto materiali standardizzati
Acquisto materiali specializzati
Trasferimento in loco di prodotti semilavorati
Fre
qu
en
za
Caratteristiche dell'investimento
Strutture di controllo
Non specifico Misto IdiosincraticoO
ccas
iona
leR
icor
rent
e
Controllo bilaterale
Controllo unificato
Fre
qu
enza
Controllo di mercato (contratazione classica)
Controllo trilaterale (contrattazione neoclassica)
Caratteristiche dell'investimento
Transaction Cost Economics
• Se transazione è certa mercato (buy)
• In condizioni di incertezza delle transazioni dovuta a razionalità limitata degli individui:
– basso livello di asset specificity mercato (buy)
– alto livello di asset specificity integrazione verticale (make)
• Il grado di frequenza viene interpretato in relazione del grado di specificità degli investimenti e del grado di incertezza.
L’analisi economica dei consumi alimentari
Domanda individualeRelazione quantità domandata di un bene -
prezzo del bene
Relazione quantità domandata di un bene - reddito del consumatore
y
p
p2
p1
y1 y2
R
y
Curva di Engel
La legge di Engel e i suoi effetti
All’aumentare del reddito, la spesa per consumi di base (primari, essenziali) cresce in assoluto ma cala in percentuale rispetto alla spesa per tutti i consumi.
In questa logica, se lo sviluppo economico procede e, quindi, se i redditi crescono, lo spazio per i consumi alimentari si limita a crescere ma meno di quanto avviene per gli altri consumi. Ciò significa che il settore trae minori benefici di altri settori, in termini relativi, dalla crescita economica.
Domanda individualeyi = f (pi, pj, R, g)
dove yi = quantità domandata del bene i; pi = prezzo del bene i; pj = prezzo di beni sostituti; R = reddito del consumatore; g = preferenze qualitative
yi = f (pi)
variazione % della quantità domandata elasticità = ------------------------------------------------
variazione % del prezzo
i prodotti alimentari sono beni di prima necessità per i prodotti alimentari generalmente l’elasticità è bassa
(<1, domanda rigida) --> alla diminuzione del prezzo la quantità aumenta in modo meno che proporzionale
la domanda è più rigida per i prodotti prossimi al livello di saturazione
Domanda individualeyi = f (R)
variazione % della quantità domandata elasticità al reddito = ------------------------------------------------
variazione % del reddito
per i prodotti alimentari (beni di prima necessità) l’elasticità rispetto al reddito è bassa --> all’aumento del reddito la quantità aumenta in modo meno che proporzionale
all’aumento del reddito cresce la domanda di beni non alimentari --> si riduce l’incidenza percentuale dei consumi alimentari sui consumi complessivi
con lo sviluppo economico si riduce negli anni il peso percentuale dei consumi alimentari, ma cresce il valore assoluto
la rigidità della domanda rispetto al reddito comporta una stabilità dei consumi nel medio periodo
Domanda aggregata Domanda individuale --> yi
incremento demografico distribuzione del reddito nella popolazione distribuzione della popolazione per classi di età
domanda di beni alimentari
consumi extra domestici• ristorazione commerciale
--> canale Horeca• ristorazione collettiva
consumi domestici• acquisto di prodotti
alimentari per uso domestico
caratteristiche• molto dinamici• in aumento rispetto al
totale dei consumi• elevata elasticità al
reddito
caratteristiche• stabili in termini fisici• in calo rispetto al totale
dei consumi• ridotta elasticità al
reddito
Le determinanti della domanda di alimenti
Cambiamenti sociali e socioeconomici• struttura sociale• redditi• stadio di sviluppo economico• percentuale occupati su totale popolazione• occupazione femminile• single• movimenti interni popolazione
Cambiamenti demografici• età media, distribuzione classi di età• presenza anziani, donne• scolarizzazione • dimensione famiglie
Le determinanti della domanda di alimenti
Cambiamenti nei comportamenti dei consumatori• stili di vita• modelli alimentari salutistici• i consumi “idiologici”• le mode alimentari • modelli tradizionali rivisitati• esigenze legate al lavoro
Movimenti personali• viaggi lavoro/vacanze• emigrazione/immigrazione• scambi interpersonali
Le determinanti della domanda di alimenti
Commercio internazionale e distribuzione• import/export• prodotti novità• evoluzione settore distributivo
Mezzi di comunicazione di massa• TV, film giornali, internet (forniscono informazioni e immagini che comunicano modelli alimentari innovativi e novità alimentari)
Marketing dei produttori• informazione su prodotti/prezzi• promozione• distribuzione
Dove va la domanda di alimenti: un percorso evolutivo
Necessità vitali da soddisfare
Aumento delle quantità pro-capite
Differenziazione verso alimenti più ricchi (proteine animali, grassi, zucchero)
Cibo come scelta Sicurezza alimentare
IV gammafunctional food, nutraceutical
alimenti di nicchiaprecucinatodiete - cibi light
alimenti rari, pregiati, ricercati
confezionatocontenuto un nutrienti
cibo soddisfazioneservizi, convenience foodhealth, wellness, fitness
bio
tipico etnico
etico
Evoluzione del peso dei consumi alimentari fuori casa in Italia
Fonte: Largo Consumo
75,1 74,6 74,3 73,3 72,0 71,5 70,5
24,9 25,4 25,7 26,7 28,0 28,5 29,5
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000
consumi extradomestici
consumi domestici
Spesa delle famiglie per prodotti alimentari e tabacco dal 1970 al 2000 (in miliardi di lire)
Fonte: Istat, Conti economici nazionali
-
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
1970
1972
1974
1976
1978
1980
1982
1984
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
a prezzi correnti a prezzi 1995
Composizione percentuale della spesa familiare negli ultimi 15 anni
Fonte: Istat, I consumi delle famiglie
27
73
26
75
24
76
23
77
24
77
23
77
22
78
23
77
22
78
22
78
21
79
20
80
19
81
19
81
19
81
0
20
40
60
80
100
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
Consumi non alimentari
Consumi alimentari
CONSUMI ITALIANI DEI PRINCIPALI PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI (Kg/ anno per persona)
1951 1961 1971 1981 1990 2000Frumento 161,2 159,6 174,2 168,7 160 162,3Risone 7,8 8 6 6,8 7,2 8,8Frutta fresca 56,7 90,3 119,3 110,7 132,1 152,7Ortaggi 106,6 169 192,6 204 218,4 215,3Carni 16,5 30,7 66,8 74 83,3 79,8 -bovine 6,6 14 25,2 25,2 26,2 - -suine 4,4 6,4 11,9 21,2 26,9 -Latte 48,1 61,6 69,5 83,5 79,4 82,9Formaggi 6,4 9 10,6 14,5 16,1 18,6Grassi vegetali 7 13,2 21,5 21,1 25,6 27Olio d'oliva 5 9 11,2 10,6 12,1 -Olio di semi 2 4,2 10,3 10,5 13,5 -Vino (000 hl) 141,6 108,2 112,4 92,5 60,5 55,1Birra (000 hl) 3 6,1 12,1 17,6 23,5 25fonte: Istat, Annuario Statistico
La percezione del consumatore della
sicurezza alimentare e della qualità
Qualità e sicurezza alimentare
Qualità: concetto di difficile definizione univoca poiché basato sulla ‘percezione’ soggettiva. Considera sia attributi intrinseci (nutrizionali, sicurezza, organolettici, di processo) che estrinseci
Sicurezza alimentare: è un importate attributo del prodotto legato all’assenza di componenti intrinseche cui è associato un rischio di danno alla salute
Attributi del prodotto alimentare
Sicurezza alimentarePatogeniMetalli pesanti e tossinePesticidi e residui di medicinaliContaminanti di acque e terreniAdditivi e conservantiBotulismo e altre sporeIrradiazioni e fumigazioniGeni di altra specie
Attributi nutrizionaliCalorieGrassi e colesteroloSodio e altri mineraliCarboidrati e fibreProteineVitamine
Attributi intrinseci di qualitàAttributi organolettici/sensoriali
GustoColoreFreschezzaMorbidezzaOdore/aroma
Attributi di funzioneIntegrità della confezioneDimensioneStileFacilità di preparazioneMateriali di confezionamentoConservabilità
Attributi di processoBenessere degli animaliAutenticità del processo/origine del prodottoRintracciabilitàBiotecnologie/biochimiciImpatto ambientale/biologicoSicurezza dei lavoratori
Fonte: Caswell, Noelke, Mojduszka (2002)
Attributi del prodotto alimentareAttributi estrinseci di qualità
IndicatoriSistemi di gestione di qualitàCertificazioneEtichettaturaStandard minimi
SegnaliPrezzoMarcaNome del produttore
Nome del distributore
ConfezionamentoPubblicitàPaese di origineAssortimentoGaranzie ReputazioneEsperienze di acquisto passateAltre informazioni disponibili
Fonte: Caswell, Noelke, Mojduszka (2002)
Attributi del prodotto
asimmetria informativa --> ricerca di informazioni svolta dal consumatore sulle caratteristiche qualitative di un prodotto --> costo-beneficio (Stigler, 1961)
classificazione degli attributi del prodotto sulla base della ricerca di informazioni e delle caratteristiche qualitative:
attributi search/ricerca --> si possono rilevare prima dell’acquisto
attributi experience/esperienza --> si possono rilevare dopo il consumo
attributi credeance/fiducia --> non si possono rilevare anche dopo il consumo
Attributi del prodottoProdotti ‘ricerca’
Le caratteristiche del prodotto sono note ai consumatori prima della decisione di acquisto (simmetria informativa): i consumatori, dati i prezzi, scelgono la qualità che preferiscono
-> non esiste alcun problema.
Prodotti ‘esperienza’Le caratteristiche del prodotto sono note ai consumatori solo dopo il consumo: se si tratta di prodotti ad acquisto ripetuto, le imprese hanno un incentivo ad offrire beni di buona qualità ad un prezzo adeguato alla qualità ed a fornire ai consumatori informazioni corrette circa le caratteristiche del prodotto
-> poiché i consumatori, dopo il consumo, acquisiscono piena informazione sulle caratteristiche del prodotto, si può creare una “reputazione” del prodotto
Attributi del prodottoProdotti ‘fiducia’
Le caratteristiche del prodotto e del processo di produzione non sono note ai consumatori neanche dopo il consumo: i produttori conoscono tutte le caratteristiche di ciò che offrono, i consumatori neanche dopo il consumo
-> esempi di caratteristiche qualitative dei prodotti agro-alimentari che li rendono beni ‘fiducia’Caratteristiche del prodotto:
- prodotto a “denominazione di origine controllata o protetta”- prodotto che “non arreca danni alla salute”- prodotto che “fa bene alla salute”- prodotto che “non contiene OGM”
Caratteristiche del processo di produzione:- prodotto da “agricoltura biologica”- prodotto “rispettando la natura”- prodotto “senza impiego di bambini”- prodotto “rispettando il benessere animale”
Attributi del prodottoProdotti ‘fiducia’
Alcuni consumatori saranno disponibili a pagare di più un prodotto che abbia una o più di queste caratteristiche.
-> l’asimmetria informativa, in presenza di differenze qualitative del prodotto, nei costi di produzione e di una disponibilità a pagare dei consumatori per caratteristiche non osservabili, determina un forte incentivo per le imprese ad offrire ai consumatori prodotti di qualità inferiore come prodotti di più alta qualità
Il mercato per un prodotto ‘fiducia’ può svilupparsi:- sulla base di un atto di fiducia del consumatore (nel produttore)- grazie ad una ‘garanzia’ fornita da terzi sulle caratteristiche del prodotto o del processo che il consumatore non è in grado di verificare da sé.
L’analisi economica della sicurezza alimentare
Problematiche economiche della sicurezza alimentare
La sicurezza alimentare (food safety) in senso economico è un attributo del prodotto legato all’assenza di componenti intrinseche cui è associato un rischio di danno alla salute
valore economico della sicurezza alimentare
il prezzo non è un mezzo efficiente per regolare domanda e offerta
fallimento del mercato della sicurezza alimentare» asimmetria informativa» bene pubblico» costi “sociali” della sicurezza alimentare» divergenze fra rischio percepito e rischio reale
efficienza del sistema economico --> intervento pubblico --> politiche per la sicurezza alimentare
Domanda e offerta di sicurezza alimentare
domanda di sicurezza alimentare offerta di sicurezza alimentare
informazione- imperfetta all’atto dell’acquisto
- asimmetrica
fallimento del mercatoil prezzo non è un mezzo efficiente per regolare domanda e offerta
politiche per la sicurezza alimentare
ridurre l’asimmetria informativa tra produttori e consumatori
garantire la salubrità degli alimenti
sicurezza alimentare (food safety)
asimmetria informativa
bene pubblico
fallimento del mercato
Problematiche etiche della sicurezza alimentare
Sicurezza alimentare come attributo etico del prodotto
diritto per i consumatori
all’alimentazione all’alimentazione sicura
food security food safety
equità del sistema economico --> intervento pubblico --> politiche per- food security- food safety
strumenti dell’intervento pubblico per la sicurezza alimentare
Politiche per la sicurezza alimentare
informazione - etichettatura
di prodottostandard di processo di prodotto e di processo
HACCP
rintracciabilità
Obiettivi dell’intervento pubblico:ridurre l’asimmetria informativa tra produttori e
consumatorigarantire la salubrità degli alimenti
Politica comunitaria per la sicurezza alimentare
Base giuridica generale – libro bianco sulla sicurezza alimentare del 2000– regolamento 178/2002
finalità garantire un livello elevato di tutela della salute umana e degli interessi dei consumatori in relazione agli alimenti
principi generali– libera circolazione dei beni e concorrenza– principio di precauzione– strategia integrata --> approccio sistemico -->
considerare l’intero sistema agro-alimentare (dai campi alla tavola) --> i diversi operatori hanno una responsabilità primaria nella sicurezza alimentare
– analisi del rischio– autorità sulla sicurezza alimentare
Sicurezza alimentare e analisi del rischio
Risk assessment --> valutazione del rischio
risk management --> gestione del rischio
risk comunication --> informazione sul rischio
Politica comunitaria sulla sicurezza alimentare
Analisi del rischio
– valutazione del rischio– analisi dell’informazione– Autorità alimentare
– gestione del rischio– principio di precauzione– normativa– Commissione, Parlamento,
Consiglio– comunicazione del rischio
– dialogo con gli interessati– etichettatura e pubblicità– Autorità alimentare
Politica comunitaria sulla sicurezza alimentare
Regolamento 178/2002
– Applicazione del libro bianco
– finalità: garantire un livello elevato di tutela della salute umana in relazione agli alimenti
– istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare
– istituisce la rintracciabilità
La politica per la food safety
Politica comunitaria per la sicurezza alimentare
Etichettatura – direttive 2000/13/CE, 2001/101/CE, 2003/89/CE– regolamento 1830/2003 sugli organismi
geneticamente modificatiStandard
– igiene --> regolamenti 852/2004, 853/2004, 854/2004, 882/2004
– additivi --> direttiva 89/107/CEE– residui e contaminanti --> regolamento 315/93– ecc.
HACCP– regolamenti 852/2004 e 853/2004
Rintracciabilità– regolamento 178/2002
L’etichettatura
La direttiva 2000/13/CE concerne l’etichettatura dei prodotti alimentari destinati al consumatore finale, nonché aspetti relativi alla loro presentazione e la relativa pubblicità
La disciplina richiede obbligatoriamente le seguenti indicazioni:
• denominazione di vendita• ditta che mette in commercio il prodotto, sede dello stabilimento di produzione e confezionamento• elenco degli ingredienti• peso netto, termine minimo di conservazione, condizioni particolari di conservazione (per prodotti in imballaggi pre-confezionati)
Gli standard di sicurezza
Standard di prodotto: impongono il raggiungimento di un determinato livello di sicurezza al prodotto (es. residui sostanze chimiche) lasciando i produttori liberi di scegliere le tecniche di produzione per raggiungerlo
Standard di processo: è una norma attraverso la quale vengono fissate e attuate le procedure atte a garantire determinati livelli di sicurezza nella fase produttiva (specifica la tecnologia)
Standard di prodotto e di processo: possono avere contenuto ‘positivo’ obbligando i prodotti a contenere determinati ingredienti o ad adottare precisi metodi di produzione, oppure ‘negativo’ vietando l’impiego di particolari ingredienti o processi produttivi
La nuova disciplina comunitaria sull’igiene dei prodotti alimentari
• Regolamento 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari
• regolamento 853/2004 che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale
• regolamento 854/2004 che stabilisce norme specifiche per l’organizzazione dei controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano
• regolamento 882/2004 relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali
• direttiva 2004/41/CE che abroga alcune direttive recanti norme sull’igiene dei prodotti alimentari e le disposizioni sanitarie per la produzione e la commercializzazione di determinati prodotti di origine animale destinati al consumo umano e che modifica le direttive 89/662/CEE e 92/118/CEE e la decisione 95/408/CE
La nuova disciplina comunitaria sull’igiene dei prodotti alimentari
Considerazioni sul regolamento 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari
• stabilisce i principi generali in materia di igiene dei prodotti alimentari (strutture, locali, trasporti, ecc.)
• prevede l’adozione delle procedure del sistema HACCP
• è basato sulla strategia integrata per la sicurazza alimentare, ma esclude l’applicazione dell’HACCP alla produzione primaria (agricoltura)
• sostituisce la direttiva 93/43/CEE con il regolamento --> armonizzazione delle legislazioni nazionali
• rende obbligatoria l’adozione dei requisiti di igiene e dell’HACCP nell’intero mercato comunitario allargato --> Peco
Possibili effetti della nuova disciplina comunitaria sull’igiene dei prodotti
alimentariValutazione degli effetti in termini di rapporto costi-benefici
Mercato comunitario
effetti sui produttori alimentari– costi di adeguamento alla nuova normativa
• per i prodotti a marchio industriale e per i prodotti a marchio del distributore (private label)
• per l’intero mercato comunitario “allargato” --> nei Peco consistenti costi di adeguamento
– benefici• maggiore protezione del mercato rispetto ai grandi
competitori internazionali• maggiore fiducia del consumatore
effetti sul consumatore– costi
• possibile incremento “orizzontale” dei prezzi• possibile incremento delle imposte per i costi dei
controlli– benefici
• maggiore food safety per l’applicazione della normativa e per controlli più efficienti
effetti sul sistema– costi
• costi per l’organizzazione dei controlli– benefici
• maggiore efficienza del sistema• maggiore integrazione nelle filiere
Possibili effetti della nuova disciplina comunitaria sull’igiene dei prodotti
alimentari
Mercato internazionale
effetti sulle esportazioni dei prodotti comunitari
effetti sulle importazioni dai paesi in via di sviluppo– difficoltà di adeguamento alle normative – barriere non tariffarie (barriere tecniche) alle
importazioni
effetti sulle importazioni comunitarie dai paesi industrializzati
Possibili effetti della nuova disciplina comunitaria sull’igiene dei prodotti
alimentari
Hazard Analysis Critical Control Point HACCP
Procedura di autocontrollo per- identificazione- valutazione- controllo
dei rischi rilevanti per la sicurezza degli alimenti, basata sulla prevenzione e non sull’analisi del prodotto finale.
Grande diffusione dell’HACCP tra i paesi industrializzati:
--> utilizzato come metodo preferenziale a livello internazionale per garantire la sicurezza dei prodotti alimentari da possibili rischi microbiologici (problema per i PVS)
TracciabilitàTracciabilità•Prima definizione (D. Lgs. 189/1992 e 155/97)Prima definizione (D. Lgs. 189/1992 e 155/97)Legata alle norme di sicurezza dei prodotti alimentari.•Seconda definizione (art. 18 del Reg. CE 178/2002)Seconda definizione (art. 18 del Reg. CE 178/2002)
È disposta in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione la rintracciabilità degli alimenti e dei mangimi destinati alla produzione alimentare e di qualsiasi altra sostanza destinata o atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime.
•Terza definizione (Norma UNI 10939)Terza definizione (Norma UNI 10939)È la capacità di ricostruire la storia e di seguire
l’utilizzo di un prodotto mediante identificazioni documentate, relativamente ai flussi materiali ed agli operatori di filiera.
La rintracciabilità deve permette non solo di risalire La rintracciabilità deve permette non solo di risalire all’indietro all’indietro (rintracciabilità ascendente)(rintracciabilità ascendente), ma anche di , ma anche di seguire in avanti il percorso di un lotto produttivo seguire in avanti il percorso di un lotto produttivo (rintracciabilità discendente).(rintracciabilità discendente).
FunzioniFunzioni• Individuare le eventuali responsabilità• Ritirare dal mercato, gli eventuali prodotti non
conformi• Garantire il consumatore sulla sicurezza alimentare• Permettere un’analisi strutturata di costi-ricavi
dell’azienda per migliorare efficienza e redditività• Rendere fruibile il patrimonio dei dati raccolti per il
miglioramento della qualità del prodotto• Valorizzare l’immagine aziendale
Problemi pratici da risolvereProblemi pratici da risolvere• Gestione dei lotti dei processi• Azienda leader della filiera• Strumento di comunicazione• Definizione della filiera di base• Ruolo della certificazione di parte terza
European traceability European traceability systemssystems
White Paper (COM(719)1999)
EU policy (mandatory)
Reg. 1760/2000 (meat sector)
Reg. 178/2002 (agri-food products)
National/international
Standards (voluntary)
UNI, EN, ISO
European traceability systemsEuropean traceability systems
Voluntary traceability(UNI 10939)
• “supply chain traceability”
• “product traceability”
Mandatory traceability(Reg.178/2002)
“supply chain traceability”
Register the flow of goods throught the supply chain with an appropriate procedure
Livello cogente dell’UELivello cogente dell’UE• Regolamento CE 178/2002 Regolamento CE 178/2002 Rintracciabilità anagrafica obbligatoria per tutte le produzioni
entro il 1° gennaio 2005 Rintracciabilità a fasi indipendenti: non esiste alcun obbligo
aggiuntivo nella trasmissione delle informazioni Parziale esclusione dell’agricoltura dell’obbligatorietà:
l’oggetto della tracciabilità sono gli alimenti, perciò le aziende agricole sono escluse da azioni obbligatorie
• Regolamento CE 1760/2000 per i prodotti di origine animaleRegolamento CE 1760/2000 per i prodotti di origine animale Anagrafe degli allevamenti e del bestiame Etichettatura obbligatoria in tutta l’UE dal 1° gennaio 2002• Direttiva 2001/18/CE, operativa dal 17 ottobre 2002Direttiva 2001/18/CE, operativa dal 17 ottobre 2002 Obbligo di garantire la tracciabilità degli OGM in tutte le fasi
dell’immissione in commercio (Art.4 e 5) L’obbligo non si estende ai prodotti derivati da OGM, i quali
sono regolati dai Regolamenti CE n. 49/2000 e 50/2000
Livello volontario: Norma UNI 10939Livello volontario: Norma UNI 10939• Si definiscono i principi di rintracciabilità• Si specificano i requisiti per l’attuazione del sistema stesso: Definire i prodotti, i componenti e le organizzazioni
coinvolte Definire le modalità di registrazione dei flussi materiali Assicurazione del corretto funzionamento tramite verifiche
Vantaggi della Vantaggi della rintracciabilità rintracciabilità obbligatoriaobbligatoria
Rassicurazione in termini di safety
Controllo dei flussi materiali
Definizione delle responsabilità e delle cause dei problemi
Mettere in atto adeguate azioni correttive
Vantaggi della Vantaggi della rintracciabilità rintracciabilità
volontariavolontaria Valorizzazione della
qualità Trasparenza dell’origine
del prodotto Identificazione delle
organizzazioni coinvolte Informazioni al
consumatore Differenziazione
dell’offerta di mercato
Italian voluntary traceabilityItalian voluntary traceability
UNI 10939 (2001)
• Traceability at level of the operators involved in the supply chain (supply chain traceability)
• Traceability at the level of single firm organisation (product traceability)
--> in this way it is possible to reconstruct the history of specific products --> tracead back to relative agricultural raw materials
Italian voluntary traceabilityItalian voluntary traceability
The economic effects of UNI 10939
• Food safety --> better risk management
• Food quality --> better standards management
• Vertical coordination
• Supply chain agreements
• information flow• trust• liability
Theoretical frameworkTheoretical frameworkTransaction Cost Economics (Williamson 1985, 1996)
Minimization transaction costs (information, negotiating, monitoring costs)
Governance transaction structure
Transaction structure- degree of asset specificity (bilateral dependency of agents)- degree of uncertainty (information asymmetry and opportunistic behaviour)- degree of frequency
Theoretical frameworkTheoretical framework
Williamson contracting scheme
economic incentives (p>0)contractual support (s>0)
The implementation of VT leads:• An increase of asset specificity• A variation of relative degree of uncertainty• A variation of transaction costs (monitoring costs)
Incentive to promote new transaction governance based on supply chain agreements
– Contrapposizione fra la crescente domanda di sicurezza alimentare e di attributi di qualità e il processo di liberalizzazione dei mercati
– le nuove istanze rappresentano nuove potenziali barriere di natura non tariffaria (NTB)
Attualmente gli accordi GATT-WTO che regolamentano questa complessa materia sono:
– accordo sulle misure Sanitarie e Fitosanitarie (SPS)
– accordi sulle Barrire Tecniche (TBT)
– accordo sui diritti di proprietà intellettuale legati al commercio (TRIPS, art. 22-24)
Problematiche internazionali
Classificazione politiche di food safety
Misure per il mercato interno
• informazione / etichettatura
• standard
• HACCP
• rintracciabilità
Misure per gli scambiinternazionali
import
• barriere tecniche
L’analisi economica della qualità nel
sistema agro-alimentare
Definizione di qualità Qualità: concetto di difficile definizione univoca poiché basato sulla ‘percezione’ soggettiva. Considera sia attributi intrinseci (nutrizionali, sicurezza, organolettici, di processo) che estrinseci
Qualità --> scelta strategica --> posizionamento sul mercato
Differenziazione del prodotto caratteristiche intrinseche (nutrizionali,
organolettiche, funzionali, ecc. ) ed estrinseche marchio privato e marchio collettivo certificazione pubblicità premium price
strumenti per la qualità agro-alimentare
Classificazione delle politiche per la qualità agro-alimentare
regolamentati da politiche comunitarie e nazionali
regolamentati da organismi internazionali(ISO, UNI, EMAS, ecc.)
cogenti
volontari
– etichettatura– classificazione dei prodotti
con standard (es. olio di oliva, uova, ecc.)
– tutela dell’origine dei prodotti (DOP, IGP, STG, VQPRD, DOCG, DOC, IGT)
– prodotti biologici
– certificazione di processo– certificazione di prodotto– rintracciabilità– certificazione ambientale– certificazione etica
volontari
Classificazione delle politiche per la
qualità agro-alimentare
Misure per il mercato interno
• informazione / etichettatura
• tutela dei prodotti tipici (DOP, IGP, STG, VQPRD, DOCG, DOC, IGT)
• certificazioni
• tracciabilità volontaria
• agricoltura biologica
Misure per gli scambi
internazionali
import
•barriere tecniche
export •tutela dei prodotti
tipici a livello internazionale
Tutela dell’origine dei prodotti
• Tipicità di un prodotto agro-alimentare --> prodotto legato ad una specifica area di produzione:– origine delle materie prime– processo produttivo tradizionale dell’area
• Regolamenti 2081/92 e 2082/92– DOP -->(denominazione di origine protetta)
materie prime e processo produttivo legati all’area di origine del prodotto (Parmigiano reggiano)
– IGP -->(indicazione geografica protetta) materie prime o processo produttivo sono fatti nell’area
– STG -->(specialità tradizionali garantite) fa riferimento a un processo (es. mozzarella) realizzabile ovunque
Denominazione di Origine Protetta DOP
• Per poter ricevere l’appellativo di denominazione d’origine devono sussistere 3 condizioni:– Il prodotto deve essere originario di una
regione, di un determinato luogo, di un paese
– La produzione e/o elaborazione delle materie prime e la loro trasformazione fino al prodotto finito devono essere effettuate nell’area delimitata
– Le particolari qualità e caratteristiche del prodotto devono derivare essenzialmente dall’ambiente geografico del luogo di origine
Indicazione Geografica Protetta IGP
• Il legame con una specifica area geografica è garantito da almeno una delle fasi della sua preparazione. Condizioni necessarie perché ad un prodotto venga apposta la denominazione sono:– Il prodotto deve essere originario di una regione,
di un determinato luogo, o di un paese; tuttavia le materie prime possono provenire anche da un’altra regione
– Almeno una delle fasi di produzione e/o trasformazione e/o elaborazione devono essere effettuate nell’area delimitata
– Deve esistere un collegamento tra la qualità e/o la reputazione del prodotto e la regione da cui prende il nome
Le prime regioni produttrici di produzioni tipiche italiane
Le produzioni biologiche– Il Regolamento CEE 2092/91 definisce le condizioni da
rispettare perché un prodotto agricolo o un prodotto alimentare possano essere offerti facendo riferimento al metodo di produzione biologico
– il Regolamento CEE 1804/99 considera i prodotti dell’allevamento biologico
– i regolamenti definiscono i disciplinari per la produzione biologica
logo dei prodotti italiani dell’agricoltura biologica
Definizione di internazionalizzazione
• Per internazionalizzazione delle imprese si considera che l’ambito di azione dell’impresa non si limita a una sola realtà nazionale, ma si estende a più paesi --> la presenza dell’impresa all’estero avviene mediante i prodotti dell’impresa stessa, mediante investimenti e altre modalità --> le diverse modalità possono essere attivate nel medesimo tempo.
• Per internazionalizzazione del mercato ci si riferisce a un sistema economico aperto --> paese in cui si realizzano scambi internazionali (in entrata e in uscita) di beni e di capitali, con barriere commerciali nulle o molto ridotte.
• La globalizzazione dei mercati rappresenta un’estensione del concetto di internazionalizzazione.
Modalità di internazionalizzazione
• commercio internazionale CI
• investimento diretto estero IDE
• accordi AC
presenza estera limitata al prodotto
flussi di import - export
filiali commerciali
filiali produttive
acquisizioni
crescita interna
crescita esterna
Finalità dell’internazionalizzazione
• espandere l’area di mercato• approvvigionamenti materia prima• espandere l’area di mercato• approvvigionamenti di materie prime• ridurre i costi del lavoro• evitare politiche protezionistiche• evitare fluttuazioni monetarie• conoscere aspetti sociali, istituzionali, ecc
CI
IDE
AC• ridurre costi di approvvigionamento• ridurre costi distribuzione• ridurre costi di R&S, logistici, ecc.
Ipotesi: prodotti non differenziati, mercati concorrenziali
dotazione di fattori produttivi di ciascun paese
risorse abbondanti risorse scarse fattori poco costosi fattori costosi
costo comparato
vantaggio comparato
specializzazione produttiva di un paese
export
una nazione esporta i prodotti realizzati con i fattori più abbondanti ed importa i prodotti che devono essere realizzati con i fattori più scarsi e quindi più costosi (Venturini, 1989)
Modello di Heckscher-Ohlin
Paese importatore Paese esportatore
SD
Pw
Pi
Qs Qd
SD
Pw
Qd’ Qs’
P
Q Q
P
Pi
Modello di Heckscher-Ohlin
Qi Qi
Valutazione degli scambi commerciali
• Saldo assoluto Saldo normalizzato SAi = Exporti - Importi EXP i - IMPi
SNi = dove i = prodotto o settore EXP i + IMPi
valore min -1 --> solo import valore max +1 --> solo exp
• Incidenza dell’import e dell’export sul valore della produzione IMP EXP Iimp = * 100 Iexp = * 100 VdP VdP
• Quota di mercato delle esportazioni (Export Market Share)
dove i = prodotto o settore j = paese n = paesi totali
100
1
n
jij
ijij
EXP
EXPEMS
Internazionalizzazione nel sistema agro-alimentare
Agricoltura Ind alim Distribuzione
• commercio internazionale si si no
filiali commerciali no si si
• IDE filiali produttive no si no
acquisizioni (si) si si
• accordi no si si
Scambi commerciali agro-alimentari
italiani
Fonte:Inea
2001 - Mio euro
Scambi commerciali agro-alimentari
italiani2001 - Mio euro
Fonte:Inea
Strumenti di politica agraria e
internazionalizzazione dei mercati
Principali fasi della Politica agricola comunitaria
• Anni ’60 e 70 fase produttiva politica dei prezzi
• Anni ’80 fase critica quote latte e stabilizzatori
• Anni ’90 fase di revisione riforma della Pac
• Anni 2000 fase di ulteriore riforma Agenda 2000
• Anno 2003 mid term review
Politiche di sostegno per il settore agricolo
Misure per il mercato interno
• politiche dei prezzi (accoppiate)
• politiche di aiuto diretto al reddito parzialmente disaccoppiate
• politiche di aiuto diretto al reddito totalmente disaccoppiate
• politiche di restrizione dell’offerta
• politiche per lo sviluppo rurale
• politiche dei fattori di produzione
Misure per gli scambiinternazionali import• tariffe
• prelievi variabili
• restrizioni quantitative
export
• sussidi alle esportazioni
• restituzioni
Analisi della politica di sostegno dei prezzi
Paese importatore Paese esportatore
SD
Pw
Pi
Qs QdQs’ Qd’
a b dc
(-) CS = area (a + b + c + d)
(+) PS = area a
(+) TS = area b
Perdita netta (dead weight loss) = area c + d
SD
Pw
Pi
Qd’ Qs’Qd Qs
a b dc
P
Q Q
P
(-) CS = area (a + c)
(+) PS = area (a + c + b)
(-) TS = area (c + b + d)
Perdita netta (dead weight loss) = area c + d
SD
Pw
Pw+S
Qs’Qd Qs
a b c
CS = 0 (prezzo al consumo =Pw)
(+) PS = area a + b
(-) TS = area (a + b + c)
Perdita netta (dead weight loss) = area c
P
Q
Analisi della politica di sostegno diretto al reddito (S) parzialmente
disaccoppiatoPaese importatore
SD
Pw
Pw+S
Qs QdQs’
a b
CS = 0 (prezzo al consumo =Pw)
(+) PS = area a
(-) TS = area (a + b)
Perdita netta (dead weight loss) = area b
P
Q
Paese esportatore
Confronto tra sostegno dei prezzi e sostegno diretto al reddito
parzialmente disaccoppiato (Paese esportatore)Sostegno diretto al reddito
(S)Sostegno dei prezzi Pi)
SD
Pw
Pw+S
Qs’Qd Qs
a b c
CS = 0 (prezzo al consumo =Pw)
(+) PS = area a + b
(-) TS = area (a + b + c)
Perdita netta (dead weight loss) = area c
SD
Pw
Pi
Qd’ Qs’Qd Qs’
a b dc
P
Q Q
P
(-) CS = area (a + c)
(+) PS = area (a + c + b)
(-) TS = area (c + b + d)
Perdita netta (dead weight loss) = area (c + d)
SD
Pw
Pw+S
Qd Qs
a b
CS = 0 (prezzo al consumo =Pw)
(+) PS = area (a + b)
(-) TS = area (a + b)
P
Q
Analisi della politica di sostegno diretto al reddito (S) totalmente
disaccoppiatoPaese importatore
SD
Pw
Pw+S
Qs Qd
a
CS = 0 (prezzo al consumo =Pw)
(+) PS = area a
(-) TS = area a
P
Q
Paese esportatore
SD
Pw
Pq
Qd’ Qs’
a b
(+) PS = area a
TS = 0 ?
P
Q
Analisi delle politiche di restrizione dell’offerta
Paese con economia chiusa
SD
Pi
Qq Qi
(-)CS = area (a + b)
(+) PS = area (a - c)
TS = 0
P
Q
Paese con restrizioni delle importazioni
S’
Pq
a b
c
Perdita netta (dead weight loss) = area (b + c)
(-) CS = area (a + b + c + d)
c d
QsQd
Perdita netta (dead weight loss) = area (b+c+d)
Politiche per la sicurezza alimentare
Misure per il mercato interno
• informazione / etichettatura
• standard
• HACCP
• rintracciabilità
Misure per gli scambiinternazionali
import
• barriere tecniche
Politiche per la qualità
agro-alimentare
Misure per il mercato interno
• informazione / etichettatura
• tutela dei prodotti tipici (DOP, IGP, STG, VQPRD, DOCG, DOC, IGT)
• certificazione
• rintracciabilità
• agricoltura biologica
Misure per gli scambi
internazionali
import
• barriere tecniche
export • tutela dei prodotti
tipici a livello internazionale
di mercato
politiche agrarie
non di mercato
Classificazione delle politiche agrarie
accoppiate --> sostegno dei prezzi, aiuti anticiclici, ecc.
disaccoppiate (totalmente o parzialmente) --> sostegno diretto al reddito
di controllo dell’offerta --> set-aside, quote, diritti di impianto, ecc.
per i fattori di produzione --> misure per investimenti (sviluppo rurale), formazione, lavoro, affitti, imposte, ecc.
per multifunzionalità --> misure agro-ambientali (sviluppo rurale), agri-turistiche, forestali, ecc.
per il sistema e le filiere
politiche agro-alimentari
per i singoli settori
Classificazione delle politicheagro-alimentari
– politiche di food safety (sicurezza alimentare) --> etichettatura, standard, HACCP, rintracciabilità
– politiche di food quality --> denominazioni di origine, agricoltura biologica, rintracciabilità, certificazione
– politiche di food security --> crescita dell’offerta nei paesi in via di sviluppo
– politiche per le relazioni verticali --> chain management, cooperative
– politiche per il commercio internazionale
– politiche alimentari per fasce più povere
– per il settore agricolo --> Pac– per l’industria alimentare --> es.
antritrust– per la distribuzione --> es. licenze
Bibliografia essenziale Banterle A. (1995): Processi di concentrazione delle imprese: un’analisi del settore agro-alimentareitaliano, Milano, Franco Angeli.Bertelè U. e Brioschi F. (1981): L'economia agro-alimentare italiana, Bologna, Il Mulino.Bertelè U. e Casati D. (a cura di) (1992): L'industria agro-alimentare italiana. Primo rapporto annuale, Roma, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, Hoepli.Casati D. (a cura di) (1997): Evoluzione e adattamenti nel sistema agro-industriale, Milano, Franco Angeli.Davis J.K. e Goldberg R. (1957): A Concept of Agribusiness, Boston, Harvard University.Cesaretti G.P., Mariani A.C. e Sodano V. (a cura di) (1994): Sistema agroalimentare e mercati agricoli, Bologna, Il Mulino.Connor J.M. e Schiek W.A. (1997): Food Processing. An Industrial Powerhouse in Transition, New York, John Wiley & Sons.Galizzi G. e Linda R. (a cura di) (1991): Strategie di internazionalizzazione dell'industria alimentare europea, Bari, Laterza.Henke R. e Sardone R. (1998): L’industria alimentare italiana. Struttura e localizzazione regionale, Roma, Inea.
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