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Arte e cultura

Prende lo spunto da una morte, quella della madre, perraccontare la vita ed esaltare l’amore il primo romanzodi Daria Bignardi “Non vi lascerò orfani” (Mondadori): unlibro che mette a nudo sentimenti e legami familiari, chescava nella memoria e nella storia, tra commozione, ma-linconia e un pizzico d’ironia, alla ricerca delle radici edi una sofferta identità. Daria Bignardi, giornalista, volto noto della tv, autrice e con-duttrice di programmi televisivi come “Le invasioni bar-bariche” e “L’era glaciale”, con questo romanzo ha vintola venticinquesima edizione del Premio “Rapallo Carige”per la donna scrittrice: un’affermazione importante, nel-l’anno in cui il Premio ha festeggiato il suo primo quartodi secolo, tanto più se si considera che i volumi parteci-panti erano 94, una trentina dei quali opere prime. La Giuria dei critici, presieduta da Leone Piccioni, ha pri-vilegiato queste ultime (per le quali, peraltro, è previstoun premio a sé stante) inserendone due nella “terna fi-nale”: il romanzo di Daria Bignardi e quello di Dunja Badn-jevic “L’isola nuda” (Bollati Boringhieri). La scrittrice ser-ba, da 40 anni in Italia, ha dedicato il libro alla memo-ria del padre, internato nel famigerato gulag jugoslavo diGoli Otok o “Isola nuda”, dopo lo “strappo” di Tito conStalin nel 1948.

Nella votazione congiunta delle due giurie, “tecnica” e“popolare”, Daria Bignardi ha ottenuto 26 voti, DunjaBadnjevic si è fermata a 20, uno in meno di Paola Ca-priolo, l’altra finalista, scrittrice affermata, già premiatadue volte a Rapallo: nel 1990 con il riconoscimento prin-cipale per il romanzo “Il nocchiero” (Feltrinelli), nel 1995con il premio speciale della Giuria per il romanzo “La spet-tatrice” (Bompiani). Quest’anno Paola Capriolo era in lizza con il romanzo “Ilpianista muto” (Bompiani) che rielabora la vicenda, ap-parsa sui giornali, del giovane smemorato, abile pianista,rinvenuto senza documenti nella primavera del 2005 inuna località del Kent, in Inghilterra. Il premio “opera prima” è andato a Marella CaraccioloChia per il volume “Una parentesi luminosa” (Adelphi),dedicato all’amore segreto tra la principessa romana Vit-toria Colonna e il pittore futurista Umberto Boccioni: unamore esploso nell’estate del 1916, la stessa della mor-te dell’artista. Il premio speciale della giuria è stato assegnato a Simo-netta Agnello Hornby per il romanzo “Vento scomposto”(Feltrinelli) che racconta la storia drammatica di una fa-miglia borghese alle prese con un’accusa infamante dipedofilia e violenza domestica a carico del padre. Per i suoi venticinque anni, il Premio “Rapallo Carige”ha allargato i suoi confini attribuendo un riconoscimen-to internazionale alla scrittrice spagnola Almudena Gran-des, che esordì con il romanzo “Le età di Lulù” e recen-temente ha dominato a lungo le classifiche del suo Pae-se con “Cuore di ghiaccio”, pubblicato in Italia da Guan-da: un romanzo che scava nel passato recente della Spa-

“Questo è la morte, oltre alla mancanza di chi non c’è più:

è la vita, con tutti i suoi ricordi. E amore. Tutto l’amore

che chi se ne va ci ha dato, buono o cattivo che sia stato…”.

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Il 25° Rapallo Carige a Daria Bignardicon “Non vi lascerò orfani”di Pier Antonio Zannoni

A fronteLa vincitrice Daria Bignardi e l’on. dott. Alessandro Scajola VicePresidente Carige.

Il Prefetto di Genova dott. Anna Maria Cancellieri consegna la medagliadel Presidente della Repubblica alla vincitrice. A sinistra l’avv. MentoreCampodonico Sindaco di Rapallo e a destra il giornalista Pier AntonioZannoni.

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gna a partire dalla guerra civile degli annl 1936-39, at-traverso le vicende di due emblematiche famiglie.La cerimonia conclusiva si è svolta il 20 giugno a Rapallo,nel giardino di villa Tigullio. Ha presentato Livia Azzariti. Han-no letto alcuni brani delle opere premiate gli attori Enzo De-caro, Laura Lattuada e Monica Guerritore, madrina dellaserata. Ha partecipato la cantante-attrice Tosca.Ritorniamo a Daria Bignardi e al suo romanzo. Abbia-mo rivolto alcune domande alla scrittrice – giornalista, piùabituata a intervistare che ad essere intervistata.- Cominciamo dal titolo, “Non vi lascerò orfani”. Che co-sa significa e perché lo hai scelto.“Ho letto casualmente queste parole, lo scorso anno, suuna lapide del cimitero monumentale di Milano. Le pro-nuncia Gesù, nel vangelo di Giovanni, rivolgendosi agliapostoli durante l’ultima cena. Le ho trovate straordina-rie, in sintonia con il mio stato d’animo. Perché non misento orfana dopo la morte dei miei genitori. Mio padreè mancato quando avevo 23 anni, mia madre nella pri-mavera del 2008. Io però continuo a considerarli vivi per

tutto l’affetto che mi hanno lasciato. Spero che la stes-sa cosa possa accadere ai miei figli, Ludovico ed Emilia,quando non ci sarò più”.- Sulla copertina del libro sono raffigurate tre mele. Checosa rappresentano?“La semplicità dei miei affetti più cari: tre, ovvero i mieigenitori e mia sorella Donatella, o anche mio marito Lu-ca e i mei figli. Nelle pagine interne del libro ho riporta-to una fotografia in bianco e nero che mi è molto cara.La scattò mio padre a Castel San Pietro, il paese d’origi-ne dei miei, nel 1951, dieci anni prima che io nascessi.Si vede al centro mia madre con in braccio mia sorella,attorniata da diversi parenti del ramo paterno”.- Da dove è nata l’idea di scrivere questo libro?“Dal dolore e dal senso di smarrimento che ho provatoquando ho perso mia madre, con la quale avevo un rap-porto difficile, conflittuale, ma intenso, viscerale. Ho vo-luto mettere ordine nel groviglio dei miei sentimenti par-lando di noi, ricostruendo la genealogia della mia fami-glia, ripercorrendo il cammino della mia vita. Credo che

A fronteLa scrittrice spagnola Almudena Grandes,cui è stato attribuito un riconoscimentointernazionale per i 25 anni del Premio“Rapallo Carige”, riceve le congratulazionidal Direttore Centrale Carige Riccio Da Passano alla presenza del Vice Sindacodi Rapallo dott. Roberto Di Antonio e del Presidente della Provincia di Genovadott. Alessandro Repetto.

In bassoIl Premio Speciale della Giuria è statoassegnato alla scrittrice Simonetta AgnelloHornby, qui con l’on. Michele Scandroglio.

L’on. Sandro Biasotti consegna il PremioOpera Prima a Marella Caracciolo Chia.

Il dott. Gianfranco Bonetto Presidente dellaCorte d’Appello di Genova e l’on. Luigi Grillosi congratulano con Paola Capriolo, secondaclassificata.

In basso: Dunja Badnjevic, terza classificata,con il Procuratore Generale della Repubblicadi Genova avv. Luciano Di Noto e il Consigliere della Regione LiguriaGiovanni Macchiavello.

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questo libro fosse da tempo latente dentro di me”.- Nel romanzo le donne sono in primo piano, prevale lalinea matriarcale.“Fino ad un certo punto. La figura più positiva, in fon-do, è mio padre: buono, gentile, lavoratore, per nienteintrigante. Però indipendente, uno che amava farsi i fat-ti suoi. E cocciuto: non accettava consigli sull’abbiglia-mento. Devo star commodo (con due emme), diceva, de-vo andare nelle stalle (faceva il rappresentante di man-gimi). Le donne, mia madre e le zie, invece, sono più au-toritarie, più battagliere, più rompiscatole”.

- Il personaggio centrale è comunque tua madre.“Con lei ho avuto un rapporto insostituibile, un dialogoche continua. A cinque dalla sua morte, non ho anco-ra smesso di litigare con mia madre, mi disse una vol-ta la compianta scrittrice Gina Lagorio. Questo vale an-che per me, dopo un anno e mezzo, ma solo in parte,perché negli ultimi tempi la nostra conflittualità si era af-fievolita: lei era diventata più dolce, io più comprensi-va. Scrivendo il libro ho scoperto che da giovane mia ma-dre era una ragazza solare, allegra, piena di amiche, vi-brante di emozioni, sogni e speranze; del tutto diversa

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dalla donna ansiosa, pessimista e sempre preoccupatache ho conosciuto”.- Sono importanti anche i luoghi della tua infanzia.“Certo, principalmente Castel San Pietro, dove trascor-revo le estati e mi sentivo, solo lì, a casa mia. Oggi vivoa Milano e apprezzo Ferrara, dove sono nata e cresciu-ta, ma allora, in famiglia, la consideravamo una città estra-nea, ci sentivamo esuli”.- Il romanzo è una sorta di saga familiare che parte dal-la seconda metà dell’Ottocento, con tanti personaggi.“Ho fatto una ricerca sui due rami della famiglia: i Bi-gnardi che mia madre (inserendomi fra loro) definivabeschtie ed egoischti!, con la sc e il punto esclamativofinale e i Bianchi (ai quali, secondo lei, apparteneva miasorella) che considerava invece buoni d’animo. Ho veri-ficato fatti, curiosità e leggende familiari, districandomifra figure diverse: addirittura un santo, san Gabriele del-l’Addolorata, morto a 24 anni nel 1862, che era zio del-la bisnonna materna Francesca Possenti; e un poeta, Cor-rado Govoni, scomparso nel 1965, che era cugino del non-no Dante Bignardi, al quale era intitolata la mia scuolaelementare. Un santo e un poeta, dunque, senza dimen-ticare i parenti emigrati in America, i nonni repubblica-ni, i genitori fascisti legati alla monarchia, la guerra d’E-tiopia di mio padre, l’occupazione dei tedeschi nella ca-sa di Castel San Pietro durante la guerra: credo di ave-re scritto la storia di una tipica famiglia italiana”.- “Non vi lascerò orfani” ha avuto un grande successo:

10 edizioni esaurite in pochi mesi, 100.000 copie ven-dute, i diritti acquisiti per la Spagna, la Germania, l’Al-bania. E siamo solo agli inizi. È il tuo primo romanzo. Re-sterà l’unico?“Non credo. Con questa esperienza mi si è aperto un mon-do nuovo, che non conoscevo. Finora, a parte un rac-conto di otto pagine partorito quando avevo sette anni (s’in-titolava “Illusioni perdute”, parlava di due fidanzati ches’incontrano a Londra per lasciarsi) avevo scritto solo perlavoro. Il romanzo sta suscitando l’interesse di numero-si lettori, che mi inviano lettere e messaggi e questo miprocura una particolare emozione. Con il mio carattereschivo sono forse più portata per la scrittura che per latelevisione, che mi obbliga a esercitare violenza su mestessa e da un po’ di tempo mi procura molta fatica. Ionon amo mettermi in mostra. In tv sono arrivata relativa-mente tardi, a 32 anni. Prima facevo la giornalista dellacarta stampata. Ora sto riflettendo. Vedremo”.- Per concludere. Qual’è il pensiero principale che hai vo-luto esprimere con il tuo libro?“Che l’unica cosa che conta nella vita è l’amore, che pos-siamo dare a chi ce lo chiede, siano i genitori, i figli, inonni o la prima persona che incontriamo per strada. Avolte basta poco per fare felici gli altri, soprattutto gli an-ziani: un gesto, una telefonata, un ricordo. È sempre me-glio dare, anche in maniera sbagliata, che non dare. L’as-senza d’amore è egoismo, è solitudine. L’amore dà un sen-so alla nostra vita e non ci lascia orfani”.

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A fronteLe vincitrici.

A fiancoL’attore Enzo Decaro.

In centroL’attrice Monica Guerritore, madrina del “Premio” mentre legge un brano.

L’attrice Laura Lattuada.

In bassoLivia Azzariti presentatrice “storica” del Premio Letterario.

Ospite la cantante Tosca.

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