11 marzo2009
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Strade nuove pag. 1
STraDE NUOVE
Giornalino a cura dell’A.C. parrocchiale san Giuseppe artigiano
anno I - n. 11 - mensile marzo 2009
Redazione parrocchia San Giuseppe Artigiano diffusione interna
Materiali e collaborazioni si intendono forniti
a titolo gratuito
Messaggio del parrocoMessaggio del parrocoMessaggio del parrocoMessaggio del parroco
Il cammino quaresimale ci chiede di rivolgere il nostro pensiero a ciò che
è davvero essenziale. L'invito alla preghiera e alla carità, l'appello alla
conversione e al digiuno dalle cose che appesantiscono la nostra vita sono
caratteristiche del cammino quaresimale e della vita cristiana in generale. Ma tutto ciò
è la via, non la mèta. L'orizzonte, che rende lieto anche un tempo di purificazione qual
è la Quaresima, è tutto nelle parole di San Paolo: "Cristo nostra Pasqua" (1Cor 5,7).
Ecco l'essenziale, che l'apostolo invita a festeggiare "con azzimi di sincerità e di verità".
Ormai siamo alla stretta finale dell’itinerario quaresimale. La Pasqua è alle porte e
siamo invitati tutti a gioire e rallegrarci per il grande evento della Risurrezione di Gesù
Cristo nostro Signore. Impegnamoci a far sì che, dopo il cammino quaresimale, anche
noi possiamo vivere da persone risorte capaci di portare gioia, fraternità e speranza ai
fratelli.
Auguri di Buona Pasqua a tutti!
don Salvatore Camillo parrocodon Salvatore Camillo parrocodon Salvatore Camillo parrocodon Salvatore Camillo parroco
FORSE DIREMO GRAZIE AL… “PRU”
Nel mese scorso grazie ad un bando emesso dalla Provincia è
stata data la possibilità ai cittadini, agli enti e alle associazioni
di poter individuare, progettare e richiedere fondi per la
realizzazione di aree denominate “PUNTI SPORT”, in sintesi la
possibilità di poter riqualificare delle zone attrezzandole con
aree per attività sportive e verde pubblico a disposizione di
tutti.
Alcuni giovani che frequentano la nostra parrocchia (Gabriele,
Alfredo, Giancarlo, Luigi) si sono subito mobilitati per poter
concorrere a questo bando mettendo a disposizione ognuno la
propria professionalità.
Abbiamo vissuto giorni frenetici per progettare e decidere
quali soluzioni potevano maggiormente soddisfare le esigenze
di un territorio che nonostante sia oramai una città satellite
rispetto al centro è privo di una adeguata urbanizzazione.
Alla fine alcuni esponenti del Comune ci hanno sconsigliato di
presentare il progetto perché in nostro aiuto arriverà la
realizzazione del “PRU”.
“PRU” non è una parolaccia ma sta per Piano di
Riqualificazione Urbana, a detta loro tra qualche settimana
inizieranno i lavori di riqualificazione urbana della nostra zona
e finalmente il campo adiacente alla nostra parrocchia potrà
essere usufruito dai ragazzi di questo territorio… speriamo che
il cavallo possa trovare diversa idonea sistemazione per
pascolare!
Ciro del Buono
SOMMARIO:
MMMMessaggio del parroco essaggio del parroco essaggio del parroco essaggio del parroco EEEEditoriale ditoriale ditoriale ditoriale
pag.1pag.1pag.1pag.1 AAAAgorgorgorgorà
Azione cattolicaAzione cattolicaAzione cattolicaAzione cattolica mamme in azionemamme in azionemamme in azionemamme in azione pag.2pag.2pag.2pag.2 lettera al giornalinolettera al giornalinolettera al giornalinolettera al giornalino pag.3 pag.3 pag.3 pag.3 RnS Cantare a Dio con ArteRnS Cantare a Dio con ArteRnS Cantare a Dio con ArteRnS Cantare a Dio con Arte Pag.4 Pag.4 Pag.4 Pag.4 Dove stiamo andando?Dove stiamo andando?Dove stiamo andando?Dove stiamo andando? CuriositaCuriositaCuriositaCuriosita’ Pag.5 Pag.5 Pag.5 Pag.5
Preghiera di TaizePreghiera di TaizePreghiera di TaizePreghiera di Taize’
La diocesi informa La diocesi informa La diocesi informa La diocesi informa Pag.6Pag.6Pag.6Pag.6 San GiSan GiSan GiSan Giuseppe useppe useppe useppe Pag.7 Pag.7 Pag.7 Pag.7
“PaulusPaulusPaulusPaulus” il musical il musical il musical il musical pag.pag.pag.pag.8888
EditorialeEditorialeEditorialeEditoriale
Visita il sito:
www.stradenuove.altervista.org
Strade nuove pag. 2
alla nostra diocesi per finire ai progetti
futuri per festeggiare i 100 anni di AC
San Severo.
Dopo i vari interventi dei responsabili di
settore è emerso il grande problema dei
giovani.
I giovani che frequentano la scuola di
formazione e preparati per essere dei
futuri responsabili, spariscono,
emigrano per studi universitari o
problemi di lavoro o addirittura
rischiano di staccarsi dall’associazione.
I giovani devono informarsi nelle varie
città dove è presente AC per avere una
continuità.
Il tallone di Achille, come è stato
definito dalla responsabile regionale,
quei pochi giovani che restano fanno
fatica a passare dal settore giovane a
quello adulto. Infatti, lo zoccolo duro è
proprio il settore adulto che non ha
contatti con i giovani.
Il delegato regionale Vincenzo di Moglie,
parlava proprio di creare dei ponti nei
vari settori, di darsi una mano dove c’è
bisogno, di sentirsi una vera famiglia.
Metteva in evidenza la cura formativa,
tirar fuori quel entusiasmo associativo
che abbiamo nel DNA, essere AC con i
propri carismi, non dare mai nulla per
scontato.
Crescere come associazione non solo dal
punto di vista numerico, ma di qualità.
Confrontarsi, creando dei ponti e
alleanza nella propria parrocchia, essere
tutti in comunione per fare Chiesa.
Creare ponti con l’esterno (“Sguardi e
oltre”).
Le tre parole chiave scambi, confronto e
comunione.
Mettere le mani da protagonisti in quel
tesoro che è lo Spirito Santo.
Marisa Cipriani
La delegazione regionale di Azione
Cattolica Puglia sta incontrando le
varie realtà diocesane presenti nella
nostra regione creando collegamenti
tra le diocesi pugliesi, impegnandosi
di promuovere i rapporti sia a livello
diocesano che nazionale.
Nel pomeriggio del 24 marzo presso il
Seminario Diocesano di San Severo la
Delegazione Regionale AC ha visitato
la nostra Diocesi. L’incontro si è svolto
con un clima a carattere famigliare, ci
sentivamo tutti parte di una stessa
famiglia. La nostra brava Presidente
Diocesana Ausilia Paoli ha presentato
la nostra realtà associativa iniziando
dalle origini, da don Felice Canelli,
all’incontro con il Papa dello scorso 4
maggio in Piazza San Pietro a Roma, ai
nostri contatti missionari in Africa nel
villaggio di Wansokou, dove è sorta
una parrocchia che appartiene .
E’ proprio vero la spina dorsale
della nostra Azione Cattolica sono le
mamme.
Questo articolo è dedicato alle
mamme dei nostri ragazzi che
quando c’è da realizzare qualche
iniziativa non dicono mai di no anzi
le ringraziamo anticipatamente,
quando si tratta di iniziative
lodevole, di togliere dal proprio
vocabolario la parola “no” .
L’Azione Cattolica della nostra
parrocchia si distingue per le tante
iniziative spirituali e materiali e che
organizza per dare a tutto il nostro
territorio un segno di presenza
attiva e gioiosa per portarci a Gesù.
Tanti sono i genitori che stanno
rivedendo la loro posizione rispetto
all’ ”uso” della parrocchia
considerata sino ad ora solo quale
sede per ricevere i sacramenti o di
presenza sporadica domenicale.
Grazie proprio a questa presenza
viva e tante volte folkloritica che
tanti stanno sperimentando di
condividere l’amicizia di Gesù .
Per organizzare tante di queste
attività chiediamo sempre aiuto alle
mamme, loro sanno cucinare, sanno
cucire, sanno consigliare sono delle
perfette ACCIERINE a loro va il
nostro GRAZIE.
Nel mese di marzo grazie alla
collaborazione del Sig. Danese Luigi
e famiglia titolari della Pizzeria del
Sole e delle nostre MAMME è stato
possibile organizzare la vendita
delle gustosissime zeppole di San
Giuseppe.
Avviso alle mamme! Sta per
avvicinarsi la data del musical
bisogna cucire i costumi………non
diteci di no!
Ciro del Buono
Strade nuove pag. 3
Non è facile, soprattutto farlo capire agli
altri, infatti, quando esco e mi relaziono
con i miei coetanei, vedo come è facile
per loro fare quello che pensano.
Quando poi esprimo il mio parere
(quanto è bello stare in parrocchia e
vedere il sorriso di un bambino) loro mi
rispondono come se io non sapessi cosa
sto dicendo. Quando mi chiamano per
uscire e gli rispondo che ho un impegno
con l’AC, mi dicono che se mi faccio
prete è meglio.
Io in un primo momento,non do
importanza a quello che mi dicono ma
poi, conclusa la telefonata ci penso e mi
chiedo:”Ma è giusto quello che sto
facendo?”. Io voglio stare in parrocchia
perché mi trovo bene. Ma ogni volta che
un mio amico mi dice”che ci vai a fare”
mi sento male. Questa esperienza
assume delle sfumature che loro non
riescono a percepire. Dobbiamo tener
presente la gioia che proviamo
nell’offrire il nostro servizio. Per loro è
difficile capire ciò che non si conosce!!!
La seconda cosa per cui ti scrivo
riguarda i bambini, perché per molti
.
l’ACR è vista solo come punto di ritrovo
e come luogo per stare insieme. Invece
noi vogliamo fare capire il vero
significato del cammino, che l’ACR
insegna e questo possiamo farlo con
l’aiuto degli educatori. L’ACR è un
cammino esigente, che richiede
l’impegno di tutti; richiede serietà, verso
le scelte che facciamo; richiede
pazienza, perché nel camminare insieme
bisogna saper tenere il passo con gli
altri.. Ma nello stesso tempo è anche
gratificante, entusiasmante, bello..
Bene, con questo ho concluso tutto ciò
che dovevo dire..
Ah dimenticavo l’invito rivolto ai
bambini e ragazzi dalla 3^elementare
alla 3^media che vogliono entrare a far
parte dell’ACR, ricordando che gli
incontri si svolgono ogni sabato dalle
17.30 alle 18.30 presso i locali
dell’oratorio.
Marco C. Animatore ACR
Caro giornalino,
è da tanto che pensavo di scriverti,
ma non avevo ancora le idee chiare su
cosa.. E ora che le ho, ne colgo
l’occasione..
Per prima cosa mi presento: mi
chiamo Marco, e frequento l’azione
cattolica da circa 2 anni. L’anno scorso
ho fatto il passaggio da ACR ad ACG,
scegliendo di diventare un animatore
a tutti gli effetti.
Quest’impegno, di animatore, l’ho
preso seriamente, perché è la mia
fede che mi spinge ad affrontare
questo.
E' morto monsignor Bonicelli E' morto nella casa paterna di Bergamo l'ex vescovo di Parma e San Severo, monsignor Cesare Bonicelli, che lasciò l'incarico lo scorso anno in marzo. Era malato da tempo. Riposerà per sempre alla Villetta
Alle ore 17.00, di venerdì 6 marzo 2009,
nella casa paterna di Bergamo, è morto
l'ex vescovo di Parma Monsignor Cesare
Bonicelli. In una nota la diocesi di Parma
scrive: "Il Signore ha chiamato a sé per
l’eternità S.E. Mons. Silvio Cesare
Bonicelli. La Chiesa di Parma, unita alla
Diocesi di San Severo, che lo hanno
avuto suo Pastore lo piangono e
innalzano al Padre di ogni Misericordia
la preghiera nella certezza della
Risurrezione promessa ai suoi servi
fedeli"
Silvio Cesare Bonicelli, nato il 31 marzo
1932, dopo la laurea in giurisprudenza
alla Cattolica e il servizio militare come
ufficiale negli alpini, riceve l'ordinazione
sacerdotale nel 1962.
Per 13 anni è parroco di Santa Lucia
(Bergamo), poi vescovo di San Severo
(Foggia) per cinque anni.
Il 14 dicembre 1996, all'età di 64 anni,
viene nominato vescovo di Parma da
papa Giovanni Paolo II.
Regge la diocesi ducale per 12 anni, un
percorso vissuto vicino ai giovani,
spronando sempre i fedeli ad aprire il
cuore al prossimo, soprattutto al povero
e allo straniero, con umiltà. Monsignor
Bonicelli deve affrontare con coraggio e
fede gravi problemi di salute: la
comunità diocesana gli è stata vicina
quando è stato ricoverato per arresto
cardiaco nel 1999 e nel 2000 per un
malore.
Nel 2005 partecipa all'oceanica adunata
dei "suoi" alpini, portando con un
sorriso il cappello con la piuma. In
seguito a quei momenti di gioia,
monsignor Bonicelli parla a cuore aperto
alla città: è malato di tumore e dovrà
affrontare un'operazione al polmone al
San Raffaele di Milano. Nonostante le
condizioni di salute, il vescovo troverà la
forza per recarsi a Lourdes in segno di
ringraziamento per il buon esito
dell'intervento e a Roma, per incontrare
papa Benedetto XVI.
Nel 2007 festeggia il 75esimo
compleanno insieme ai tanti ragazzi. Il
30 marzo 2008 benedice e saluta la sua
diocesi per ritirarsi nella casa paterna, a
Bergamo, lasciando a Parma il ricordo
del suo grande sorriso.
Dalla Repubblica – Parma.it
Ci scusiamo con i
lettori e gli
interessati, perché,
nella prima stampa,
per un mero errore
materiale, è stata
pubblicata la foto di
Mons. Cassati,
predecessore di
Mons. Bonicelli
(nella foto a destra)
Strade nuove pag. 4
SECONDA PARTE
Nuovi linguaggi musicali per una nuova
evangelizzazione
La musica oggi è il linguaggio dei giovani,
e per comunicare con loro possiamo
trovare in essa un metodo efficacissimo
per stabilire un primo contatto in grado
di richiamare la loro attenzione. Bisogna
riscattare le arti, così dice Davide.
Quindi Rap, Hip-Hop, Blues, Funk,
filtrate ed eseguite con equilibrio e
sobrietà e rispettose dei testi, possono
senz’altro essere utili per ottenere
l’attenzione dei giovani. Testi con un
linguaggio creativo adatto ai giovani.
Il musicista a servizio
dell’evangelizzazione deve finalizzare
tutta la sua arte in una proposta
concreta che è l’annuncio della morte e
risurrezione del Cristo. In questa
prospettiva, anche l’uso degli strumenti,
dei suoni e delle tecniche diventano
funzionali all’annuncio che è e deve
rimanere l’unica motivazione del
musicista che evangelizza.
Cantate a Dio con arte nel giubilo
Dal «Commento sui salmi» di
sant'Agostino, vescovo (Sal 32, Disc. 1,
7-8; CCL 38, 253-254) «Lodate il Signore
con la cetra, con l'arpa a dieci corde a lui
cantate. Cantate al Signore un canto
nuovo!» (Sal 32, 2.3). Spogliatevi di ciò
che è vecchio ormai; avete conosciuto il
nuovo canto. Elevate però un canto
nuovo non con la lingua, ma con la vita.
Cantate a lui un canto nuovo, cantate a
lui con arte (cfr. Sal 32, 3). Ciascuno si
domanda come cantare a Dio? Cantate
con arte, o fratelli. Quando, davanti a un
buon intenditore di musica, ti si dice:
canta in modo da piacergli; tu, privo di
preparazione nell'arte musicale, vieni
preso da trepidazione nel cantare,
perché non vorresti dispiacere al
.
musicista; infatti quello che sfugge al
profano, viene notato e criticato da un
intenditore dell'arte. Orbene, chi
oserebbe presentarsi a cantare con arte
a Dio? Come potresti mostrare un'abilità
così perfetta nel canto, da non
offendere in nulla orecchie così
perfette? Ecco egli ti dà quasi il tono
della melodia da cantare: non andare in
cerca della parole, come se tu potessi
tradurre in suoni articolati un canto di
cui Dio si diletti.
Canta nel giubilo. Cantare con arte a Dio
consiste proprio in questo: Cantare nel
giubilo. Il giubilo è quella melodia, con la
quale il cuore effonde quanto non gli
riesce di esprimere a parole. E verso chi
è più giusto elevare questo canto di
giubilo, se non verso l'ineffabile Dio?
Infatti è ineffabile colui che tu non puoi
esprimere. E se non lo puoi esprimere, e
d'altra parte non puoi tacerlo, che cosa
ti rimane se non «giubilare»? Allora il
cuore si aprirà alla gioia, senza servirsi di
parole, e la grandezza straordinaria della
gioia non conoscerà i limiti delle sillabe.
Cantate a lui con arte nel giubilo (cfr. Sal
32, 3).
Il dono del canto e della lode
Tutto è dono della bontà di Dio. Il canto
è uno dei doni più belli ed espressivi che
Dio abbia fatto all’umanità. Ma perchè
l’uomo sente il bisogno di cantare? La
lode e il canto, aiutano ad esprimere e
trasmettere i sentimenti che abitano
nella nostra anima dando a chi lo
esercita ed a chi lo ascolta come un
senso di profonda libertà. Il progetto di
Dio riguardo questo dono, è che noi
possiamo usarlo per dar gloria al suo
Santo nome in eterno, allenandoci fin da
ora a glorificarlo per l’eternità.
Sant’Agostino poi afferma che “chi canta
bene prega due volte”.
Il dono del canto fa parte dei talenti
naturali, mentre la lode è un carisma.
Il talento è un dono dato a molti fin dalla
nascita che non dipende affatto né dai
meriti né dalla bravura personale, anche
se si può migliorare con lo studio.
Il carisma è una grazia dello S.S. che
viene infusa come piace a Dio e su chi lo
desidera.
Possiamo dire però che un cantante di
professione in possesso di un talento
naturale, non è detto che
automaticamente abbia il carisma della
lode e dell’animazione.
La lode, come il canto, pur essendo un
dono non va lasciato incolto, ma va
sostenuto ed aiutato a crescere e per
alimentarlo ha bisogno di un
atteggiamento serio e deciso.
Dice Crisostomo: “se lo vuoi, puoi
trasformare te stesso in cetra,
dominando le membra del tuo corpo, e
realizzerai una bella sinfonia fra il tuo
corpo e l’anima tua. Quando la carne
non ha desideri contrari allo Spirito (Gal
5,17), lo Spirito ti eleva e ti farà
partecipare al coro del canto spirituale.
Per fare questo c’è bisogno soltanto di
buona volontà, e di un’anima libera e
ben disposta.”
Dice ancora: “il canto distacca la mente
dalla terra, solleva l’anima,
l’alleggerisce, le dà le ali e la fa volare in
alto.”
“L’anima è un ottimo musicista, un
artista: il corpo, invece, è l’organo, che
prende il posto della cetra, del flauto e
della lira… Il Signore, volendo insegnarti
che tu devi sempre lodare e benedire, ha
fatto sì che lo strumento per cantare le
sue lodi(corpo) sia sempre unito a te.”
FINE SECONDA PARTE
Fabio Candido RnS Comunità Magnificat
“L’amore non si vede in un luogo e non si cerca con gli occhi del corpo. Non si
odono le sue parole e quando viene a te non si odono i suoi passi.”
Sant’Agostino
Strade nuove pag. 5
Fotocamera digitale, audio digitale, ricevitore
digitale terrestre...Digitale è un vocabolo che
utilizziamo molto spesso oggi, nell'era dei
computer. Ma ci siamo mai chiesti cosa significhi
veramente questo termine? E che cosa hanno in
comune la nostra macchinetta fotografica digitale
con le impronte lasciate dalle dita che si chiamano
appunto digitali?
Neanch'io, un figlio dell'era digitale, mi ero posto
queste domande fino a qualche domenica fa,
quando il nostro parroco don Salvatore, sapendo
che faccio parte della redazione di Strade Nuove
Online, mi ha chiesto quale fosse il significato
proprio di digitale, una parola di uso tanto comune,
però la domanda mi ha lasciato un po' perplesso,
poichè digitale è un termine che utilizzo molto
spesso ma di cui non avevo mai capito bene il
significato. Ho così pensato di cercare il vocabolo
sullo Zingarelli-Zanichelli, e ho trovato ben tre
omografi con etimologia simile!!!
Digitale (1) [voce dotta, lat. digitāle(m) 'relativo al
dito (digitus)] agg. ● Proprio di un dito o delle dita.
Digitale (2) [dal latino digitālis, per la forma a dito
(digitus) del fiore] s. f. ● Pianta erbacea delle
Scrofulariacee con foglie grandi, a margine crenato,
e fiori con corolla a forma di ditale di color rosa-
violetto dalla quale si ricava la digitalina (Digitalis
purpurea).
Digitale(3) [ingl. digital 'relativo al calcolo con
elementi numerali (digits propr. 'cifre, unità
.
numeriche, dal lat. digitus 'dito (che serve per
numerare)] agg. ● Numerico, nei sistemi di
trattamento automatico delle informazioni.
Beh, dopo un'illuminazione di questo tipo, credo
che molti di noi abbiano capito i significati di
digitale. Però riflettendo, mi sono chiesto come
facesse una foto ad essere propria di un dito,
oppure ad essere numerica.
Wikipedia lo spiega chiaramente:
“Un oggetto viene digitalizzato, cioè reso digitale,
se il suo stato originario (analogico) viene tradotto
e rappresentato mediante un insieme numerabile
di elementi. Per esempio una foto, normalmente
formata da un infinito numero di punti ognuno dei
quali formato di un'infinita gamma di colori, viene
digitalizzata, e quindi tradotta in foto digitale,
allorché la sua superficie la si rappresenti divisa in
un numero discreto di "punti" (in genere piccoli
quadrati o rettangoli detti pixel) ognuno dei quali
formato di un colore tra i 16.777.216 possibili (se
codificati in RGB, e cioè in una combinazione di 256
sfumature di rosso, 256 di verde e 256 di blu),
ovvero 256 bit per colore”.
E allora avete capito che significa digitale?
Carlo del Buono
Abbiamo sentito, un’infinità di volte,
dire che, alla base della convivenza civile
e dell’esercizio del potere, deve esserci
giustizia e legalità.
A dire il vero,però,i fatti di ogni giorno
smentiscono questa affermazione!
Infatti, la giustizia nel nostro Paese è
davvero lenta,lentissima e non sempre
le colpe vengono punite come
richiederebbero,(stupri a catena negli
ultimi tempi,episodi d'intolleranza
gravissimi in cui sono implicati
responsabili poco più che bambini,
Nettuno è un esempio, il più piccolo del
gruppo ha appena 16 anni,tanto per
ricordare gli avvenimenti più recenti)!
E che dire del diritto ad un lavoro
.
dignitoso,del diritto alla vita,del diritto
al rispetto che ,ogni giorno,vengono
calpestati dai prepotenti di turno? E
cosa dire della legalità?
Troppi non sanno cosa voglia dire
legalità!
Dovrebbe significare: Agire in
conformità alle prescrizioni della legge!
Ma ogni giorno vediamo mille illegalità!
Ed allora dove stiamo andando?
Il grande filosofo Aristotele sosteneva
che … quand'è perfetto,l'uomo è la
migliore delle creature,così pure,quando
si stacca dalla legge e dalla giustizia,è la
peggiore di tutte.
(Politica,Cap.1,2)
E' quello che si sta verificando,l'uomo di
oggi sembra non ricordare più nulla di
questi insegnamenti ed agisce come se
fosse privo di qualunque lezione morale.
Forse l'uomo di oggi dovrebbe fare un
bel viaggio dentro se stesso, rimuovere
il suo istinto bestiale, agire più
razionalmente e ritrovare la parte
migliore di sè.
Naturalmente,un ruolo fondamentale
spetterà alla Famiglia e alla Scuola,
auguriamoci che facciano in fretta a
recuperare il terreno perduto!
Silvana Isabella
Strade nuove pag. 6
Il mese scorso, venerdì 13 febbraio,
insieme al seminarista Marco della Malva,
abbiamo proposto nella nostra comunità
parrocchiale, l’esperienza della preghiera
di Taizè.
Come al solito, scarsa è stata la
partecipazione sia da parte dei giovani,
che degli adulti, forse anche perché non la
si conosce bene.
Vi starete chiedendo cos’è, allora, questa
preghiera, con questo nome strano..
Ora cerco di spiegarvela in poche righe:
Taizé, è un piccolo paesino della Francia,
noto perché ospita una comunità
ecumenica (insieme delle religioni
cristiane, quindi non di soli cattolici) di
frati.
Oggi la comunità di Taizé conta un
centinaio di fratelli, cattolici e di diverse
origini evangeliche, provenienti da quasi
trenta nazioni. Con la sua stessa esistenza,
la comunità è una “parabola di
comunione”, un segno concreto di
riconciliazione tra cristiani divisi e tra
popoli separati.
L’intuizione (o ispirazione) avuta da freire
Roger, il primo priore e fondatore della
comunità di Taizè, stà nell’aver pensato a
una preghiera che fosse accessibile a tutti,
e potesse andar bene a qualsiasi
confessione cristiana.
La comunità ogni anno raduna migliaia di
giovani provenienti da tutto il mondo.
Un fratello di taizè racconta che
“attraverso il canto, il silenzio, i
giovani, si scoprono capaci di un cuore
nuovo, d’un cuore semplice nel senso
etimologico del termine, senza pieghe,
un cuore spiegato. I primi cristiani
parlavano della preghiera come di un
modo per far sciogliere il « grasso
spirituale » che appesantisce i pensieri
ed i desideri.
L’invito della comunità di taizè, e
proprio quello di vivere all’interno
delle parrocchie un piccolo momento
.
per pregare insieme, e pregare per
l’unità dei cristiani e per la pace nel
mondo.
Ora questo invito lo giriamo a tutti, sia
giovani, che adulti.
La prossima preghiera si terrà venerdì
17 aprile, negli orari sopraindicati.
Gabriele Camillo
UFFICIO DIOCESANOUFFICIO DIOCESANOUFFICIO DIOCESANOUFFICIO DIOCESANO
PER LA PER LA PER LA PER LA
PASTORALE GIOVANILEPASTORALE GIOVANILEPASTORALE GIOVANILEPASTORALE GIOVANILE
Oggetto: Veglia per la XXIV Giornata mondiale della
Gioventù
Carissimi,
ricordiamo che sabato 4 aprile vivremo come diocesi la
veglia in preparazione alla XXIV Giornata Mondiale della
Gioventù che ha per tema: “Abbiamo posto la nostra
speranza nel Dio vivente”.
Ci incontreremo alle ore 19,30 nella Parrocchia Croce
Santa in San Severo da dove partiremo in pellegrinaggio
verso la Cattedrale dove si svolgerà la seconda parte della
veglia.
Si prega tutti di arrivare per tempo nella Parrocchia Croce
Santa in quanto cercheremo di iniziare con la massima
puntualità alle 19,30.
Vi aspettiamo numerosi.
Nella gioia di Gesù Sr Francesca e don Nico
Mario Favilla
Strade nuove pag. 7
Di San Giuseppe non si può fare una biografia come per gli altri santi, perché la sua figura e missione lo collocano talmente
vicino a Cristo da doverlo considerare alla luce del mistero dell’incarnazione, fondamento della redenzione. Diversamente non
sarebbe san Giuseppe. Di qui la necessità di considerarlo sotto due aspetti: quello teologico e quello del fatto religioso.
LO SPOSO DI MARIA
Maria ha concepito Gesù in modo miracoloso per
opera dello Spirito Santo ed è onorata come
“Madre di Dio”. Se gli evangelisti, allora, dicono
espressamente che Maria era “sposa di
Giuseppe” non dovevano certamente mancare i
motivi.
Spiegando perché Gesù abbia dovuto nascere da
una donna “sposata”, san Tommaso d’Aquino ne
indica alcuni non trascurabili, ad esempio, perché
gli infedeli non avessero motivo di rifiutarlo, se
apparentemente illegittimo, perché Maria fosse
liberata dall’infamia e dalla lapidazione e perché
la testimonianza di Giuseppe garantisce la nascita
di Gesù da una vergine.
Matteo, tuttavia, è più interessato al motivo
cristologico, ossia sostenere la discendenza di
Gesù da Davide, garantita appunto dal fatto che
Giuseppe era riconosciuto da tutti come “sposo
di Maria”.
I figli della moglie non sono, infatti,
giuridicamente figli del marito? La legge sta lì
proprio per questo, a difesa dell’onore della
donna e della prole. Ecco perché Giovanni Paolo
II scrive: “Ed anche per la Chiesa, se è importante
professare il concepimento verginale di Gesù,
non è meno importante difendere il matrimonio
di Maria con Giuseppe, perché giuridicamente è
da esso che dipende la paternità di Giuseppe”
(RC, n.7)
da San Giuseppe,
Il Santo più vicino a Gesù
di Tarcisio Stramare
In Parrocchia sono disponibili i libretti di “San Giuseppe, Il Santo più vicino a Gesù, di Tarcisio
Stramare, al prezzo di € 3,50.
Per info rivolgersi a don Salvatore
Settembre 2008
Nella terza settimana del mese di settembre 2008 mi
aggiravo nel mio box sistemando alcune cose, quando ad un
certo punto avvertii una strana sensazione; mentre cercavo
di capire cosa fosse mi trovai di fronte ad un dipinto, che
avevo realizzato per partecipare ad una mostra. Al termine
di codesta manifestazione presi il dipinto, lo smontai dal
telaio, lo arrotolai, e lo incartai per conservarlo. Feci ciò
perché era troppo ingombrante e per lo più avevo paura di
rovinarlo. Cosa vi era dipinto su questa tela? Ma c’era lui,
San Giuseppe. Allora decisi di rimontare la tela sul suo telaio
e di donarlo alla parrocchia. Così feci, nella speranza che San
Giuseppe potesse aiutare quanti, per un qualsiasi motivo,
chiedessero il suo intervento presso Dio. Il lunedì successivo,
mentre stavo montando il quadro, mio figlio mi disse che un
signore, presso cui aveva fatto richiesta di lavoro, lo aveva
contattato per informarlo di presentarsi il giorno dopo. Sarà
opera di San Giuseppe? Boooooooooooo! A me piacerebbe
pensare che ci fosse il suo zampino…
Strade nuove pag. 8
Si ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla
realizzazione di questo numero.
Le collaborazioni gratuite a questo giornalino sono sempre
gradite.
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