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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi Marzo - Aprile 2014 - Anno XV n. 2 25 anni di testimonianza

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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

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Marzo - Aprile 2014 - Anno XV n. 2 25 anni di testimonianza

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III - FEDE E FEDELTÀIN CONTINUO CAMBIAMENTO

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Papa Francesco coltiva unsogno quello di avere unaChiesa missionaria della

Chiesa “capace di trasformareogni cosa, perché le consuetudini,gli stili, gli orari, il linguaggio eogni struttura ecclesiale diventinoun canale adeguato per l’evange-lizzazione del mondo attuale, piùche per l’autopreservazione”1.Una Chiesa aperta e vicina, dicevaa Rio, chiamata ad uscire da séverso le periferie umane ed esisten-ziali, a dialogare con il mondoattuale e con tutti gli uomini dibuona volontà, compresi i non cre-denti, senza timori, perché Dio stain tutte le parti2. In questa ottica “lapastorale in chiave missionariaesige di abbandonare il comodocriterio pastorale del “si è fattosempre così”. Invito tutti ad essereaudaci e creativi in questo compitodi ripensare gli obiettivi, le struttu-re, lo stile e i metodi evangelizzato-ri delle proprie comunità”3. Il papanon si nasconde il rischio di questescelte né la possibilità di errori ma,dice, “preferisco una Chiesa acci-dentata, ferita e sporca per essereuscita per le strade, piuttosto cheuna Chiesa malata per la chiusurae la comodità di aggrapparsi alleproprie sicurezze … Se qualcosadeve… preoccupare la nostracoscienza è che tanti nostri fratellivivono senza …. l’amicizia conGesù Cristo, senza una comunitàdi fede che li accolga, senza unorizzonte di senso e di vita.”.4LaChiesa non può essere una chiesamondana, autoreferenziale “dicoloro che si affidano sulle proprieforze e si sentono superiori aglialtri perché osservano determinatenorme o perché sono irremovibil-mente fedeli a un certo stile catto-lico proprio del passato”5 . In altreoccasioni aveva parlato della chie-sa come un ospedale da campo6,per sottolineare che, nella situazio-ne attuale , la Chiesa deve farsiprossimo ai feriti del nostro perché“Una pastorale missionaria non èossessionata dalla trasmissionedisarticolata di una moltitudine didottrine da imporre con insistenza.L’annuncio di tipo missionario siconcentra sull’essenziale, sul

necessario, che è anche ciò cheappassiona e attira di più, ciò chefa ardere il cuore, come ai discepo-li di Emmaus”7.

Negli interventi di papaFrancesco qualcuno ha volutovedere una novità assoluta o uncambiamento della Chiesa. Non ècosì. E’ solo questione di sottoli-neature oltre ad una visione positi-va della realtà. “Abbiamo unosguardo positivo della realtà”8

esortava al santuario dell’Aparecida e no al pessimismo ste-rile insiste nell’ E. G.9. E riguardoa se stesso e al suo insegnamentoafferma “io sono figlio dellaChiesa”10 E ancora l’annuncio delVangelo“In realtà … è sempre lostesso: il Dio che ha manifestato ilsuo immenso amore in Cristomorto e risorto. Egli rende i suoifedeli sempre nuovi, quantunquesiano anziani, riacquistano forza,mettono ali come aquile, corronosenza affannarsi, camminanosenza stancarsi»11. In verità quelloche sembra preoccupare il papa èche ai cristiani spesso manca digioia dell’annuncio e così la vitasembra una quaresima senzaPasqua.12 Questo perché si è persola gioia dell’incontro con Cristo.Ogni cristiano deve rinnovare que-sto incontro13 per avere la gioiamissionaria14 di poter annunciare atutti, specialmente ai lontani agli

esclusi, la misericordia che si èsperimentata15. E questo, per ilpapa, non è un mestiere solo delclero ma investe tutti i laici chedevono prendere coscienza delladignità e della responsabilità delloro battesimo16. Il card. Bergoglio,nella stessa logica dell’ annuncioaffermava: “Non dobbiamo dimen-ticare che per andare incontro allagente è sufficiente il battesimo”.17

1 E. G. n. 272 Cfr. Gian Guido Vecchi “Francesco larivoluzione della tenerezza” Corriere dellasera pg. 1213 E. G. 334 E.G. 485 E.G. 93,946 Intervista che Papa Francesco ha con-cesso al direttore di «Civiltà Cattolica»padre Antonio Spadaro.7 ivi8 Cfr. Gian Guido…pg. 969 N. 8410 Intervista…11 E.G. 1112 Cfr. E.G. n. 2 e n. 613 Cfr. E.G. n. 314 Cfr. E.G n. 2115 Cfr. E. N. 2416 Cfr. E. G. 102 ss.17 N Jorge Bergoglio Papa Francesco, ilnuovo papa si racconta, Corriere dellaSera pg. 73

Padre Luciano Temperilli

In copertina:“Resurrezione”, Beato Angelico, 1450.

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Il papa ha individuato un altropeccato dei cristiani: il pecca-to del “si dovrebbe

fare”18.Con questo vuole indicarequell’atteggiamento di tanti cre-denti che coltivano più fantasieche opere di bene. Da qui l’invitocostante ad uscire da se stessi nonin forza di uno sforzo ascetico maper espandere la gioia e la salvez-za ricevuta19 perché “il bene tendesempre a comunicarsi”20.Certamente non dobbiamo aspet-tarci applausi sia perché viviamotempi di “desertificazione spiri-tuale”,21 (ma questo in fondo nonè un male perché “nel deserto sitorna a scoprire il valore di ciòche è essenziale”)22, sia perché lafede “conserva un aspetto dicroce”23 che si compre solo dal-l’interno dello “scandalodell’Incarnazione”24. Però, comel’apostolo Paolo “ un cristianodeve annunziare Gesù Cristo inuna maniera che venga accettato,ricevuto, non rifiutato.. Il cristia-no che vuol portare il Vangelodeve andare per questa strada:sentire tutti!”25

In fondo, sottolinea il papa inquesta omelia, oggi viviamotempi buoni in cui si possono e sidevono costruire ponti e non muri.E “ condividere l’esperienza dellafede” è il mandato per ogni cri-stiano, in forza del battesimo26.Ricorda ai giovani a Rio (ma valeper tutti) che devono essere mis-sionari, come S. Francesco, perdare il loro contributo per la vitadella Chiesa.27 Ricorda pure peròche, prima di tutto, sono loro ilcampo su cui il Signore semina laparola e sono il cantiere in cui sicostruisce “un mondo migliore”.Li invita a “non guardate dal bal-cone la vita” ma a buttarsi in essaincominciando, come ricordavamadre Teresa “da te e da me”. 28

Parlando ai catechisti, ricorda,sulla scia di papa Benedetto, che“la Chiesa non cresce per proseli-tismo ma per attrazione”29 e quin-di, sottolinea, che non bisogna“lavorare da catechisti” ma“essere catechisti”. Questa sotto-

lineatura sull’essere significa fon-damentalmente “avere familiaritàcon Cristo”, “imitarlo nell’uscireda sé e andare incontro all’altro”e “non aver paura di andare nelleperiferie”.30 Il movimento del-l’uscita da sé diventa essenzialenel seminare la parola perché oggic’è “la preoccupazione esagerataper gli spazi personali di autono-mia e distensione che porta avivere i propri compiti come unamera appendice delle vita, comenon facessero parte della propriaidentità.”31 La fede, invece, dovu-ta all’incontro con Cristo, è unaspecie di rivoluzione copernicanaperché toglie noi “e mette al cen-tro Dio”32 . Il discepolo non puòessere autoreferenziale: “o si rife-risce a Cristo o si riferisce alpopolo””33. La chiesa non puòessere quindi una chiesa di“elite”34 ma una chiesa che siincarna nella cultura del popolo35.“Essere discepolo –allora- signifi-ca avere la disposizione perma-nente di portare agli altri ’amoredi Gesù”36 vincendo il pessimi-

smo e l’accidia,37 sapendo beneche il seme della Parola “cresceanche quando l’agricoltoredorme38”.

18 E.G. n. 3919 Cfr. E.G. n. 8, 96; Gian Guido Vecchi,Francesco la rivoluzione della tenerezza,Corriere della Sera pg. 4020 E.G. n 921 E.G. n. 8622 E. G. ivi23 E.G. 4224 Gian Guido Vecchi, o.c. p. 8325 Omelie S. Marta 8 maggio 201326 Gian Guido Vecchi, o.c. p. 40; E. G. n.111; 12027 Rio Sabato 27 luglio 201328 Rio ivi29 Discorso ai catechisti 27 settembre201330 ivi31 E.G n. 7832 Gian Guido Vecchi, o.c pag 8333 Cfr. Gian Guido Vecchi o. c. p34 E.G n. 9535 E.G. n. 90; 115; 122-126,36 E. G. n. 12737 E.C. nn. 81.8238 E. G. n. 22

IV - FEDE È SEMINARE LA PAROLA

Padre Luciano Temperilli

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alla tomba, rotola via la pietra chechiudeva il sepolcro e addirittura vi sisiede sopra! Il messaggero celeste èsfolgorante, brillante come un fulmineed ha una veste bianca come la neve.Siamo di fronte – come già abbiamovisto meditando il passo parallelo diMarco – ad un personaggio inviato daDio, ad una suo rappresentante. Leguardie che stavano ad osservare ilsepolcro, alla vista dell’angelo, sonoprese da un timore così grande daesserne fortemente sconvolte, fino alpunto che si sentono morire.L’episodio del terremoto e dell’angeloche rotola la pietra e vi si siede soprasi trova solo in Matteo. Siamo dinanziad un particolare di grande significato.Il terremoto rivela la presenza di Dioche interviene in favore di Gesù e,nella sua potenza, fa sussultare laterra. S’intravede sullo sfondo ilSalmo di Davide che dice: Mi circon-davano flutti di morte… Nell’angosciainvocai il Signore… Dal sul tempioascoltò la mia voce… La terra tremò esi scosse… Abbassò i cieli e discese…Davanti al suo fulgore passarono lenubi… Stese la mano dall’alto e miprese, mi sollevò dalle grandi acque(cf. Sal 18,5-17). Il messaggero cele-ste che, come prode vittorioso, si col-loca sopra la pietra sepolcrale simbo-leggia la vittoria di Dio sulla morte. Iltrionfo della luce sul mondo delletenebre. La risurrezione dunque è ilsegno della potenza di Dio, capaceanche di sconvolgere e annientare ilacci degli inferi.

L’angelo del Signore, una volta

apparso sullascena, si rivolgealle donne, annun-ciando la risurre-zione di Gesù,evento che essedevono trasmettereanche ai discepoli.Le donne, contimore e gioiagrande, corrono adare la notizia aid i s c e p o l i .L’esultanza che lecontraddistinguemanifesta la rea-zione dell’uomodinanzi alla vitto-ria del Signore sulregno della morte.Qualcosa di inau-dito e stupefacenteè accaduto adopera del Creatore.La creatura non

può che tripudiare.Mentre le donne corrono, Gesù

stesso viene incontro a loro. Appenaricevono il suo saluto («salute e voi!»o «rallegratevi!»), lo afferrano per ipiedi e lo adorano. Con questo gesto,riservato alla divinità, Maria diMagdala e l’altra Maria confessano,seppur silenziosamente, la loro fede inGesù. Egli, in qualità di risorto, è illoro Signore. A questo punto Gesù rin-nova loro l’invito a recarsi dai suoidiscepoli, per esortali ad andare inGalilea, dove lo vedranno. Da notareche i discepoli sono definiti «i mieifratelli». Nella risurrezione, i discepolidi Gesù vengono resi figli di Dio, par-tecipi di quella pienezza di vita chesgorga dal Risorto.

La Buona Notizia

Gesù, colui che è stato crocifissoper i nostri peccati, è risorto. Egli èvivo e ci chiama alla comunione consé. Nella misura in cui abbiamo ilcoraggio di metterci in cammino perandare incontro a lui, avremo la gioiadi “vederlo”. In altre parole, faremol’esperienza della sua divinità e dellapotenza del suo amore che perdonatutte le colpe e risana. È questo losfondo su cui poi si colloca l’annuncioevangelico. Siamo tutti chiamati a pro-clamare la sua vittoria su ogni formadi male, a cominciare da quello costi-tuito dal nostro peccato.

[email protected]

Carissimi Amici, come già sape-te, nel corso di questo annodesideriamo orientare il nostro

sguardo sulla risurrezione di Gesù.Nel presente numero, ci soffermiamosul modo in cui tale evento straordina-rio ci viene presentato dall’evangelistaMatteo. Procediamo con la lettura-ascolto del testo biblico.

“Dopo il sabato, all’alba del primogiorno della settimana, Maria diMagdala e l’altra Maria andarono avisitare la tomba. Ed ecco, vi fu ungran terremoto. Un angelo delSignore, infatti, sceso dal cielo, siavvicinò, rotolò la pietra e si pose asedere su di essa. Il suo aspetto eracome folgore e il suo vestito biancocome neve. Per lo spavento che ebberodi lui, le guardie furono scosse e rima-sero come morte. L’angelo disse alledonne: «Voi non abbiate paura! Soche cercate Gesù, il crocifisso. Non èqui. È risorto, infatti, come avevadetto; venite, guardate il luogo doveera stato deposto. Presto, andate adire ai suoi discepoli: “È risorto daimorti, ed ecco, vi precede in Galilea;là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».Abbandonato in fretta il sepolcro contimore e gioia grande, le donne corse-ro a dare l’annuncio ai suoi discepoli.Ed ecco, Gesù venne loro incontro edisse: «Salute a voi!». Ed esse si avvi-cinarono, gli abbracciarono i piedi elo adorarono. Allora Gesù disse loro:«Non temete; andate ad annunciare aimiei fratelli che vadano in Galilea: làmi vedranno».

La gioia e la vitache sgorganodalla risurrezione

La versione matteana del raccontodella risurrezione di Gesù inizia con lamenzione di Maria Maddalena e l’altraMaria (probabilmente la madre diGiacomo e di Giuseppe di cui si parlain Mt 27,56) che vanno a visitare ilsepolcro all’alba del primo giornodella settimana, cioè la domenica.Entrambe le donne hanno assistito allamorte di Gesù (Mt 27,55-56) ed allasua sepoltura (Mt 27,61). Ora si reca-no alla tomba di Gesù, probabilmenteper rendergli omaggio.

A questo punto accade qualcosa diinaspettato. Un grande terremotoscuote le terra e dal cielo irrompe unangelo del Signore. Egli, avvicinatosi

4 II - MEDITIAMO SULLA RISURREZIONE DI GESÙNel Risorto l’umanità esulta di gioia e si apre all’annuncio (Mt 28,1-10)

di P. Roberto CecconiCP

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Maestra di vita

La gioia che questa sorella infermasapeva comunicare con il suo sorrisoera e rimane lo specchio di un’animacara al Signore. Porsi davanti a questospecchio voleva dire accorgersi delleproprie incoerenze e prendere atto ditante ingiustificate lamentele. Con lasua fede semplice, con l’accoglienzadonata a tutti quelli che l’andavano atrovare, pur con i limiti che la malattiale ha progressivamente imposto, èstata una vera maestra di vita. Sapeva

comunicare serenità trasmet-tendo la vera ricchezza cheaveva: Dio. Nutrita di pre-ghiera, di Eucaristia e di unagrande devozione mariana, lasua vita rimane preziosa testi-monianza.

Il suo letto era diventatoun piccolo altare dove Brunapregava incessantemente eamava il suo Gesù. Recitavadiversi rosari, da sola o conaltri, con gli occhi rivolti auna statuina della Madonnadi Loreto, posta davanti alsuo letto. Si confessava ecomunicava frequentemente.Un gruppo di Amici di GesùCrocifisso si riuniva regolar-mente a pregare intorno a lei.Festeggiava con solennità ilsuo compleanno, piena digioia perché per l’occasioneveniva celebrata la Messanella sua stanza. “Non ho mai

visto nessuno ringraziare con tantofervore il Signore per il dono dellavita, come faceva lei” nota un padresalesiano. «Ringrazio Gesù per lagioia che mi dà - diceva spesso - e sevolesse tenermi altri 30 anni così, nesarei felice”. La vita di Bruna è statadavvero un canto di gioia sulla croceper 37 anni. Poteva muovere legger-mente solo il capo e i suoi occhi lumi-nosi. Il resto del corpo era comemorto. Eppure la sua vita, secondo lei,era “bellissima”. Ha vissuto la suapassione non solo con fede e con pace,ma con gioia. La sua camera era spes-so piena di gente che andava da lei per

Era nata a CivitanovaMarche il 16 luglio del1931, festa della Beata

Vergine del Carmelo, coinci-denza alla quale terrà sempremolto, lei tanto devota allaMadonna.

A 21 anni Bruna si eraunita in matrimonio conBruno Ambrosi: la vita deidue sposi era piena di pro-messe, pur nella semplicità enella fatica della vita quoti-diana. Grande la loro gioiaper il dono dei figli, con l’ar-rivo prima di Paolo e, dopoqualche anno, di Roberta. Macirca un anno prima dellanascita della figlia, Brunacomincia a sentirsi male.Roberta viene al mondo por-tando gioia e speranza, ma lasua mamma potrà coccolarlaben poco. Quando la bimbaha appena 7 mesi, arriva perBruna una terribile diagnosi: “sclerosimultipla”. Questa sentenza porta sgo-mento in casa Ambrosi. Il marito cercadi nasconderla a Bruna, ma lei intuiscesubito la gravità del suo male. Nonpiange, non si lamenta, non si chiede“perché a me?”. Le uniche lacrime leversa quando le arriva la carrozzinadove sedersi, perché ormai non cam-mina più. Ma appena vi si siede, ritro-va la sua serenità e dice che è propriocomoda. Nel giro di un anno e mezzola malattia la costringe definitivamen-te a letto, immobile per i restanti 36anni della sua vita. Così comincia ilsuo calvario nella pace e nella gioia:lei, tanto fragile, è forte e decisa nel-l’abbracciare la sua croce, che offreogni giorno al Signore. Dal letto aiutala famiglia; guida i figli, educandolialla bontà e alla fede, incoraggia suomarito nei tanti problemi di ogni gior-no.

Inizia anche la sua vita “missiona-ria”: la sua grande fede, la gioia divivere, il sorriso che emana forza eluce, si diffondono e contagiano glialtri, oltrepassando le mura della suastanza e “catturando” persone di ognigenere. Molti si recano da lei, pensan-do di portare una parola buona peralleviare la sua sofferenza, ma sonoinvece loro a ricevere conforto e gioia:un incontro che rende migliori e checambia la vita di tante persone. Vannoa visitarla anche Mons. G.Franceschetti, arcivescovo di Fermo eMons. Comastri, arcivescovo diLoreto e poi cardinale.

Cervellini Bruna: un canto di gioia sulla croce

di Maria Grazia Coltorti

Bruna, canto di gioia sulla Croce

Mons. Franceschetti, arcivescovo di Fermo, visita Bruna

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imparare “la gioia”. Negli ultimi 10anni ha fatto parte degli Amici di GesùCrocifisso con quali aveva fatto laconsacrazione solenne a GesùCrocifisso. Padre Alberto Pierangioliha avuto numerosi incontri con lei, mane ricorda in particolare due: il primoe l’ultimo.

“ Il primo avvenne nel 1991, quan-do Bruna entrò a far parte degli“Amici di Gesù Crocifisso”. SuorAdriana, a quel tempo a Civitanova,mi aveva dato il suo nome per iscri-verla al nostro movimento e insistevaperché andassi a conoscerla. Avendosaputo che da molti anni era immobilea letto, ero andato a visitarla conun certo timore e mi ero preparatoa rivolgerle parole di conforto.Ma appena iniziai a parlare dicroce, lei mi interruppe, dicendo:“Ma, padre, questa non è unacroce: è una grazia bellissima”.Mi commossi fino alle lacrime. Leportai in dono un bel Crocifisso,che volle per sempre accanto alsuo letto. L’ultimo incontro avven-ne in ospedale, due giorni primadella morte. Nelle settimane pre-cedenti mi aveva fatto telefonarepiù volte, per farmi sapere che sistava aggravando e voleva veder-mi. Andai a trovarla il 18 ottobree la trovai in ospedale. Parlavadebolmente e non riuscivo a capi-re le sue parole. Accanto al suoletto, ripetei a voce alta laPromessa di Amore a Gesù

Crocifisso, mentre lei muoveva lesue labbra e poi le diedi l’assolu-zione. Quando le dissi: “Gesù tista vicino”, capii bene la sua rispo-sta: “Lo sento”. Furono le sue ulti-me parole”.

Il giorno del suo funerale lecampane suonarono a festa, comeaveva desiderato; sembrava fossela messa di Pasqua tanta era lagente che assiepava la chiesa diSan Marone a Civitanova Marcheil 22 ottobre 2000. Senza esseremai uscita di casa, Bruna, con lasua fede semplice, la sua serenità,si era fatta molti amici. Era stataper tanti una maestra di vita.

La gioia di far partedella FamigliaPassionista

Nutrita di preghiera e diEucaristia, sostenuta da una grandedevozione mariana, da un grandeamore per Gesù Crocifisso, la sua federimane una preziosa testimonianza.Riportiamo un suo scritto inviato alCapitolo Generale dei Passionisti, tenu-to in Brasile nell’agosto del 2000:

“Non mi sembra vero di aver potu-to fare la consacrazione solenne comeAmica di Gesù Crocifisso ed essereentrata così a pieno titolo a far partedella Famiglia Passionista. Mi sembraun sogno. E’ vero, sono stata sempreinnamorata di Gesù Crocifisso.Quando la notte i nervi mi tirano esento più dolori e mi sembra di non far-

cela ad arrivare al mattino, lo chiamo,lo invoco e, un poco alla volta, i dolorisi calmano. In tanti anni non ho maipensato di ribellarmi al Signore; hosempre offerto tutti i miei dolori a Lui,che mi ha dato sempre tanta gioia, perquesto io non faccio altro che ringra-ziarlo. Posso dire sinceramente a tuttiche la mia vita è bellissima. Mi dispia-ce per la mia famiglia che deve soffrire,ma per me questa croce è una grazia.Ringrazio il Signore per il tempo chevorrà ancora tenermi su questa terra;ma quando vorrà chiamami, anchel’incontro con lui sarà bellissimo”.

Grazie, Bruna!

Concludiamo con un pensiero-col-loquio di Piera Iucci con Bruna, subitodopo la sua morte.

“Cara Bruna, è passato appena ungiorno da quando ci hai lasciati, ma giàci manchi tanto! Tu eri per noi un puntodi riferimento concre to: non si potevapassare vicino a casa tua senza pensarea te, al tuo letto come a un altare, allatua stanza come a una piccola chiesa.Eri la testimonianza vera di comel’amore di Dio si manifesta anche oggiagli uomini. Avevi la missione di racco-gliere intorno a te tante persone peraiutarle a pregare, a confrontarsi con latua condizione e a sentirsi grati a Dio.

Il tuo sguardo vivo, profondo, cattu-rava chiunque t’incontrava. Venivamoda te per apprendere la gioia. Quantevolte, trascorrendo qualche ora con te,per leg gerti le vite dei santi che ti piace-vano tanto, ho trovato la soluzione a

problemi che mi tormentavano dagiorni, come se il Signore avessescelto proprio quel luogo per man-darmi il suo aiuto. Ti abbiamo affi-dato tanti compiti: prega per me,per la mia famiglia, per quella per-sona che rifiuta l’amore dì Dio, perquel malato... Li hai assolti dili-gentemente, soprattutto nelle lun-ghe notte insonni e piene di dolori,in cui evitavi di svegliare Bruno,che ti era sempre vicino, per parla-re solo con Dio. Ora che sei vicinaal Signore e ti sentiamo tanto vici-na anche a noi, puoi continuare latua intercessione... Grazie, Bruna,per il dono che abbiamo avuto distarti accanto nella tua vita. Sei laprima testimone degli AGC.

[email protected]

Bruna riceve la Comunione

P. Alberto accoglie la consacrazionedi Bruna

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Quanto andiamo di corsa!.Potremmo partecipare allecorse dei cavalli e arrivare

primi!. Ma per cosa poi, per guadagna-re tempo?, per fare tutto quello che cieravamo prefissi, ma Gesù lo abbiamoascoltato, rincorrendo il tempo?.Iltempo appartiene a Dio ed egli ci donala speranza per viverlo.

Oggi l’uomo non sa più a chiappartiene il tempo se ne sente padro-ne, ma Papa Francesco ha avvertitonell’omelia della messa celebrata mar-tedì mattina, 26 novembre, nella cap-pella di Santa Marta , che non dobbia-mo lasciarci ingannare. E ha spiegatoil perché e il come soffermandosi ariflettere su quanto propongono le let-ture di quest’ultimo periodo dell’annoliturgico. San Paolo, ci dice il Papa,«tante volte torna su questo e lo dicemolto chiaramente: “La facciata diquesto mondo sparirà”. Ma questa èun’altra cosa. Le letture spesso parla-no di distruzione, di fine, di calamità».Questo percorso è di ogni uomo ditutta l’umanità. Ma mentre la percor-riamo «il Signore ci consiglia due cose— ha indicato il Pontefice —. Duecose che sono diverse a seconda dicome viviamo, perché differente èvivere nel momento e differente èvivere nel tempo». E ha aggiunto che«il cristiano è, uomo o donna, coluiche sa vivere nel momento e sa vive-re nel tempo».

Il momento è quello che ci vieneconsegnato nel momento in cui vivia-mo. Ma non va confuso con il tempoperché il momento passa. «Forse noi— ha precisato — possiamo sentircipadroni del momento e l’inganno ècrederci padroni del tempo. Il temponon è nostro. Il tempo è di Dio».Certamente il momento è nelle nostremani e siamo liberi di affrontarlocome meglio crediamo; ha spiegatoancora il Papa; «noi possiamo diventa-re sovrani del momento. Ma del tempoc’è solo un sovrano: Gesù Cristo. Perquesto il Signore ci consiglia: “Nonlasciatevi ingannare. Molti infatti ver-

ranno nel mio nome dicendo: Sono io,e il tempo è vicino? Non andate dietroa loro. Non lasciatevi ingannare nellaconfusione».

Ma come non lasciarsi raggirare daquesti inganni? Spiega Papa Francescoche noi cristiani, per vivere il momen-to dobbiamo prendere la preghiera e ildiscernimento come nostre bussole.«Gesù rimprovera quelli che non sape-vano discernere il momento», haaggiunto il Papa che ha poi fatto riferi-mento alla parabola del fico, nellaquale Cristo rimprovera coloro chesono capaci di intuire l’arrivo del-l’estate dal germogliare del fico e nonsanno invece riconoscere i segni diquesto «momento, parte del tempo diDio». Perciò il discernimento è un fra-tello saggio che ci serve «per conosce-re i veri segni, per conoscere la stradache dobbiamo prendere in questomomento». La preghiera, ha prosegui-to il Pontefice, è la sorella che ci sug-gerisce come vivere bene questomomento.

E allora il tempo? diciamo tutti !Del tempo, «del quale soltanto ilSignore è Padrone», noi , ha sottoli-neato il Pontefice , non possiamo farenulla. L’unica virtù possibile per guar-

dare al tempo «deve essere regalatadal Signore: è la speranza».

Preghiera e discernimento per ilmomento; speranza per il tempo: «cosìil cristiano si muove su questa stradadel momento, con la preghiera e ildiscernimento. Ma lascia il tempo allasperanza. Il cristiano sa aspettare ilSignore in ogni momento; ma speranel Signore alla fine dei tempi. Uomoe donna di momenti e di tempo, di pre-ghiera e discernimento e di speran-za».E l’invocazione finale del Papa èstata:

«Ci dia il Signore la grazia dicamminare con la saggezza. Anchequesta è un dono: la saggezza chenel momento ci porta a pregare e adiscernere e nel tempo, che è mes-saggero di Dio, ci fa vivere con spe-ranza».

Allora non è meglio camminarenel momento che ci viene donato conil bastone della Speranza, e con la bus-sola di Gesù che ci viene donata nellapreghiera?.

Se corriamo perdiamo la nostraStella di riferimento, Gesù, e saremonaufraghi senza meta e senza speran-za.

L’ATTIMO CON GESÙ:trasformare il tempo in speranza

di Manuela Peraio

Le parole del Papa

Il cristiano è un uomo o una donna che sa vivere nel momento e che sa vivere nel tempo. Il momento è quel-lo che noi abbiamo in mano adesso: ma questo non è il tempo, questo passa! Forse noi possiamo sentircipadroni del momento, ma l’inganno è crederci padroni del tempo: il tempo non è nostro, il tempo è di Dio!Il momento è nelle nostre mani e anche nella nostra libertà di come prenderlo. E di più: noi possiamodiventare sovrani del momento, ma del tempo soltanto c’è un sovrano, un solo Signore, Gesù Cristo.”

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Anna, da tutti chiamataNannetta, non sembrava pro-prio destinata alla santità.

Era nata il 25 aprile 1911 adAnnecy, in Francia, nel castello diLa Cour. Fin da piccolissima, mostròi segni di un carattere forte, vivacee intelligente, ma, al tempo stesso,terribilmente geloso e capriccioso.Non sembrava proprio chiamata afarsi santa. Invece... Dio compiemeraviglie.

Nel 1915 la guerra mondialechiamò il conte Jacques, padre diAnna, al fronte. Egli rimase ferito trevolte e, infine, venne ucciso. Ful’evento che cambiò definitiva-mente la vita della figlia, che gli eramolto legata. . Da collerica si fecetutta dolce e buona. La bambinaribelle e pestifera diventò un angelodi bontà. Da quando si era aperta acomprendere, aveva imparato cheGesù è il più grande Amico che cisia, che Lui è infinitamente buono epuò tutto. Ora, nei giorni del dolore,Anna si ricordò di Lui e si strinse alsuo Cuore divino come a Colui chesolo poteva venirle incontro. Il suoprimo impegno: consolare lamamma rimasta sola, aiutare i fratel-lini a crescere buoni.

Da quando la sua ragione di bam-bina si era aperta a comprendere,Nannetta capì che Gesù è il piùgrande Amico e che per la sua infi-nità bontà Egli può tutto. Perciò labimba, a soli 4 anni, decise di com-piere tanti piccoli sacrifici per amoredi Gesù.

Chiedeva alla mamma che cosadoveva e poteva fare e poi seguiva lesue istruzioni, contenta di aver fattoqualcosa per ricambiare l’amore diGesù. Nel mese di ottobre decise dioffrire alla Madonna “tante rosesenza spine”, metafora dei suoi pic-coli sacrifici, a volte impegnativi.Così, senza farsi troppo accorgeredagli altri, riempiva le sue giornatedi sacrifici fatti con gioia e conamore, per chiedere a Maria SS.mache gli uomini diventassero piùbuoni, anzi, amici di Gesù.

All’età di sei anni lapiccola Anna ricevetteper la prima volta laComunione. Avevaricevuto una dispensaspeciale da un superio-re gesuita che, interro-gandola, l’aveva trovatapronta per il grandepasso. Su un suo quader-netto, dove già da qual-che anno annotava ciòche aveva capito delleomelie, scrisse: “MioGesù, io ti amo e perpiacerti, faccio il propo-sito di obbedirti sempre.

Era cresciuta, eradiventata una bambinaproprio bella, ma nel suointimo ella capì chedoveva essere bella perLui solo. Confidò allamamma: “Per Gesù,voglio che il mio cuoresia puro come ungiglio”. Gli amici, lamaestra del catechismo,le persone adulte che la conosceva-no, tutti rimanevano stupiti dallapurezza che la bambina irradiava.La piccola, da parte sua, non soppor-tava di sentire che qualcuno avevaoffeso Dio con qualche peccato ediceva: “Dobbiamo amare noi,molto di più il Signore Gesù, perquelli che non lo amano”. Però nongiudicava nessuno e chiedeva perdo-no a Dio per chi si rendeva responsa-bile di qualche sbaglio.

Crescendo, Anna volle riceverel’Eucarestia ogni giorno e chiedevaspesso la Confessione. La catechistaaffermò: “Era giunta a dimenticarese stessa, come se ella non esistessepiù”. Oltre alla preghiera e ai sacrifi-ci, Nannetta incominciò a fare tuttociò che era nelle sue capacità dibambina per offrire aiuto ai biso-gnosi, fosse una sorellina o un pove-ro della città.

Il 19 dicembre 1921 Annacominciò ad avvertire dolori lanci-nanti alla testa e alla schiena.

Anna de Guignè

Un’encefalite l’aveva colpita grave-mente, anche se la bambina facevadi tutto per non lamentarsi dei suoidolori. La mamma, per rasserenarla,le disse: “Stai consolando Gesù econvertendo i peccatori”. Allora leirispose: “Ebbene, se è così, vogliosoffrire ancora”. Il 28 dicembre siconfessò e si comunicò con gran fer-vore e due giorni dopo ricevettel’Unzione degli infermi. Poi chiesealla mamma se poteva seguirel’Angelo custode che le era apparso.Morì subito dopo. Il 3 marzo 1990,Papa Giovanni Paolo II l’ha dichia-rata “eroica nelle sue virtù cristia-ne”, cioè “venerabile”. Attendiamoil giorno in cui la Chiesa, iscrivendo-la tra i santi, la indicherà a modelloper i piccoli e i grandi nel mondo.Papa S. Pio X aveva profetizzato ungiorno: “Vi saranno dei santi tra ibambini”. Il grande Teologo P.Garrigou-Lagrange era solito ricer-care e scrivere le biografie dei “bam-bini santi.

di Manuela Peraio

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9AMICI AGGREGATI

Ho sempre davanti a meil Crocifisso

Sono venuto a conoscenza delMovimento Laicale Passionista“Amici di Gesù Crocifisso” tramite ilvostro sito web. Abito a Firenze, sonosposato e ho un bambino, lavoro comeinformatore medico, sono ministrostraordinario dell’Eucaristia.

Considerando che sento laPassione come il centro della mia spi-

ritualità, invio la scheda di adesione alMovimento per condividere la spiri-tualità passionista. Fin da piccolo, hosempre sentito una particolare attra-zione per Gesù Crocifisso. Quandoentravo in una chiesa, cercavo subito ilCrocifisso, di fronte al quale “contem-plavo” qualcosa che non conoscevo,considerando la tenera età. Qualcosaperò, sia quando ero triste, sia quandoero contento, mi diceva che proprio“lì” c’era il Cuore della Vita.Crescendo, ho avuto i miei momenti diaridità, ma anche quando mi sembravadi “essere abbandonato da Dio”, strin-gevo fra le mani o il Rosario o ilCrocifisso che porto sempre al collo.In ogni aspetto della mia vita, ivi com-presa quella professionale, ho visto,per grazia di Dio, una via che gradual-mente diventa sempre più chiara. Daqualche tempo, ho sempre nel miocuore e nella mia mente l’immagine

del Crocifisso. Di fronte a GesùCrocifisso, sento tutta la mia pochezzae la mia insufficienza e avverto ognimancanza, anche lieve, in tutta la suainterezza e profondità. Nelle mie pre-ghiere invoco sempre lo Spirito Santoaffinché mi illumini e mi plasmisecondo la Volontà di Dio. Spero dipoter presto parlare di queste cose dipersona. La ringrazio infinitamenteper avermi accolto nel Movimento. Lechiedo di pregare affinché “non sia ioa vivere, ma sia Cristo a vivere in me”.

Cortigiani Fabrizio

Desidero con tuttoil cuore consacrarmiper semprea Gesù Crocifisso

Vorrei tanto fare la Consacrazionesolenne a Gesù Crocifisso, ma per ilmomento non posso assentarmi dacasa. Anche se impossibilitato a fareadesso tanti chilometri, spero che tuvoglia accettare questo mio desiderio,che già da tanti anni vivo nel cuore enella vita pratica di tutti i giorni,offrendo a Dio ogni istante della miavita, secondo la Sua Volontà.Personalmente mi sento già consacra-to, anche se non ho potuto partecipareliturgicamente alla S. Messa diConsacrazione. Ciò che desidero ren-derti partecipe è questo: “Voglio edesidero, con tutto il cuore, contutta l’anima, con tutta la mia vita,consacrarmi solennemente e inmodo perpetuo, a Gesù Crocifisso!Mi impegno a meditare ogni giorno laPassione di Nostro Signore GesùCristo, morto e risorto, sull’esempio diMaria Santissima ai piedi della Croce.Mi impegno a testimoniare, con imezzi e con gli strumenti che Dio miconcederà, la Parola di Dio e laPassione di Gesù, pregando e vivendo,affinché la Divina Volontà sia fattacosì in Cielo, come in Terra, ora e

sempre! Mi impegno a vivere tutti igiorni della mia vita secondo lo spiritoe la regola della SpiritualitàPassionista, vivendo in spirito di con-divisione con lo stile di vita, di pre-ghiera e di azione della CongregazionePassionista. Amen!”. Benedicimi,Padre Alberto! e accogli l’offerta dellamia vita consacrandomi con la tua pre-ghiera e per il Ministero Sacerdotaleche vivi da tanti anni, all’AmoreCrocifisso. Grazie! E che Dio benedi-ca Te e tutta la Comunità Passionista,religiosa e laica.

Fabrizio

Sono felicissimo di farparte della FamigliaPassionista

Sono felicissimo di far parte dellafamiglia passionista e di ricevere larivista, per la quale invio il mio contri-buto. Periodicamente, per sentirmi piùunito a voi, vado a Lucca, al santuariodi s. Gemma Galgani e la prego dipoter riavere il mio lavoro. Per questomotivo non mi è stato possibile venirea Morrovalle alla casa madre di noipassionisti. Malgrado la distanza, iospiritualmente sono sempre vicino avoi e spero un giorno di poter venire afarvi visita e ricevere la consacrazio-ne. Spero che pregherai per questaintenzione. Faccio parte da 6 annidegli AGC e sono veramente felice divivere seguendo la regola passionista:cercavo e Gesù mi ha concesso divivere la spiritualità passionista con lapreghiera continua, vivere pregando,lavorare pregando per mio figlioGabriele e mia moglie Monica.Pregare è il massimo per vivere dabuon cristiano. Grazie, Gesù, che mihai dato il dono del carisma passioni-sta per vivere meglio questa mia vitain una società difficile e complicatacome oggi.

Bassoni Moreno di Cascina PI

Inizio questa pagina per gli Aggregati con una testimonianza del 2006, con la quale Fabrizio Cortigiani diFirenze, già presidente dei sociologi della Toscana, aderiva agli AGC e iniziava 8 anni di piena adesione e pre-ziosa collaborazione che tutti gli AGC hanno seguito con interesse sulla rivista. Come Amico Aggregato aMorrovalle, ha mandato un’accorata dichiarazione sul suo ardente desiderio di consacrarsi a Gesù Crocifisso.Molti nostri lettori ricorderanno le sue sofferenze dopo la nascita prematura di Anna, con gravissimi proble-mi. Tutti abbiamo ammirato la risposta cristiana a tante sofferenze da parte sua e della sua sposa Beatrice.Presento la prima e l’ultima testimonianza di Fabrizio.

P. Alberto Pierangioli

Fabrizio Cortigiani tra la madree il figlio Giovannino

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10 II - Resoconto di un viaggio in Terra Santa

di Piera Iucci

Riprendo il racconto iniziatonel numero precedente del giorna-lino.

Grande giorno quello dopo, ilPadre Francescano era riuscito aprenotare l’altare al Golgota davantialla statua della MadonnaAddolorata per la mattina alle sei.Ero in ansia già da tempo e pensavoa quanto avrei dovuto dire alSignore in quel luogo. Siamo arriva-

ti puntuali, ma il gruppo precedentenon aveva terminato la celebrazio-ne. Ci siamo messi subito in fila perpoterci inginocchiare sotto l’altaredove c’è una piccola apertura chepermette di toccare la roccia nella

quale era infissa la Croce diGesù. Non so quanto tempoè durata l’ attesa perchéfosse il mio turno.

La mia mente era confu-sa: non sapevo se continuas-se il sogno fatto tante voltedi essere lì, o fosse la realtà.Ho cercato più volte di reci-tare la Promessa d’amore aGesù Crocifisso, qualeposto migliore per farlo!Non sono stata capace difarlo, non avevo pensierinella mente, volevo soloinginocchiarmi e rimanerelì. Il cuore mi scoppiava.Quando è stato il mio turnoho infilato il braccio in tuttala sua lunghezza finchè hopotuto. Capivoche non potevot r a t t e n e r m itroppo perché

nel frattempo la fila eraaumentata, ho dovutofare un grosso sforzo astaccarmi da lì. Appenail gruppo precedenteha finito la sua celebra-zione, è iniziata lanostra. Tutte le paroledette dal sacerdote,hanno acquistato unsignificato che ha resoquella celebrazione

unica nella mia vita.Come poteva esserediversamente? Da unaparte il luogo dove eraavvenuta la crocifissio-ne, dall’atra il sacrifi-cio eucaristico che siripresentava. Vedevol’espressione del visodel sacerdote scavato eintensamente compre-so in quello che faceva.Niente omelia, checosa ci sarebbe stato dadire di più?

Ora, a distanza digiorni, tante sono le

riflessioni che continuano a venirmiin mente e che so e me lo auguro,continueranno a lungo. Prima ditutto ho pensato: perché tutte lecelebrazioni eucaristiche a cui par-tecipo non assomigliano almeno un

po’ a quella? Perché a volte, di fron-te al Signore, il silenzio mi parevuoto e lì, in quel momento, si èrivelato così pieno, così compiuto?La sete del Signore sulla Croce, lasete del suo popolo nel deserto, si ètrasformata in un dono capace diestinguere in quel momento, qua-lunque mia sete e me ne sono resaconto! Dunque, il desiderio di salva-re l’umanità del Crocifisso (la suasete), può dare ai suoi figli una pic-cola caparra anche su questa terra.Tante altre sono le riflessioni che inquesti giorni mi riempiono la mente.

Ma passiamo al racconto diquanto visto nel Santo Sepolcro.Non avevo osservato attentamenteun tempietto posto al lato sinistroguardando il Sepolcro. Il Padre ci ha

spiegato che in quel punto i familia-ri potevano sostare per assistere allacrocifissione dei loro.

E’ situato ad un livello più bassorispetto al luogo della crocifissione.Sicuramente Maria e le altre donnehanno potuto vedere tutto da lì. Gv.19, 25 “...stavano presso la Croce diGesù sua madre, la sorella di suamadre, Maria di Cleofa e Maria diMgdala...” Ora, presso il tempietto,si fermano soprattutto i genitori chehanno perso un figlio e dicono chene sentano un grande giovamentoperché riescono a capire il significa-to della loro sofferenza e ad accetta-re la volontà di Dio. Questa è laTerra Santa, come ci ha ripetuto ilPadre Francescano, è si la visita deiluoghi, ma soprattutto è una vici-nanza percepita del Signore ed avolte un balsamo che guarisce.

Ci siamo spostati poi sotto il

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Golgota (o luogo del cra-nio), dove si vede la spac-catura della roccia che pro-segue fino sopra. Mt 27,51-54 “Ed ecco il velo deltempio si squarciò in dueda cima a fondo, la terra siscosse, le rocce si spezza-rono”, la spaccaturapotrebbe essere il risultatodi un tale cataclisma. Sottoal Golgota, abbiamo visto ilocali dove venivano tratte-nuti quelli che arrivavanolegati al patibolo. Le paretisono completamente rico-perte da centinaia di crociincise nella roccia, unadiversa dall’altra, La tradi-zione dice che probabil-mente i condannati le inci-devano aspettando il loroturno di morte. Ho avuto un brividopensando: anche Gesù potrebbeaver aspettato il suo turno lì. IVangeli non lo dicono.

C’è anche chi dice che furono ipellegrini armeni ad inciderle, vistala loro devozione alla croce. C’è poiun altro locale dove venivano gettatii patiboli su cui morivano i crocifis-si. La tradizione vuole cheSan’Elena, madre di Costantino ilGrande, giunta a Gerusalemme,chiese alle autorità se conoscevanoil luogo nel quale si trovava la Crocedella Passione di Cristo. Solo un taledi nome Giuda lo sapeva e fucostretto a rivelarlo. Si scavò alloranel luogo indicato dove vennerofuori tre croci che furono esposte

nella piazza di Gerusalemme.Quanto ci sia di leggenda e quantodi verità in tutto questo, non è possi-bile stabilirlo. Quel giorno non èstato possibile visitare il S. Sepolcroperché c’erano migliaia di pellegrinie “turisti” in fila.

L’indomani mattina alle quattroci siamo alzati e siamo arrivatiall’apertura delle porte della basili-ca, siamo stati quindi i primi a met-terci in attesa di entrare nelSepolcro. Abbiamo aspettato chefinisse una celebrazione deiFrancescani e, finalmente, uno allavolta e per pochissimo tempo, cisiamo potuti inginocchiare davantialla pietra che forse ha sostenuto ilSignore. Le probabilità che la sepol-

tura sia avvenuta proprio lì sonomolte, ce lo dicono i Vangeli: Lc.23, 50-56  “C’era un uomo di nomeGiuseppe, membro del sinedrio,persona buona e giusta. Non avevaaderito alla decisione e all’operatodegli altri. Egli era di Arimatèa, unacittà dei Giudei, e aspettava il regnodi Dio.  Si presentò a Pilato e chieseil corpo di Gesù.  Lo calò dallacroce, lo avvolse in un lenzuolo e lodepose in una tomba scavata nellaroccia, nella quale nessuno erastato ancora deposto.  Era il giornodella parascève e già splendevanole luci del sabato.  Le donne cheerano venute con Gesù dallaGalilea seguivano Giuseppe; esseosservarono la tomba e come erastato deposto il corpo di Gesù, poitornarono indietro e prepararonoaromi e oli profumati”.

Nei pochi attimi in cui mi sonopotuta trattenere davanti alla pietradel sepolcro, ho allargato le bracciain più possibile come per ricoprirneil più possibile. Devo dire però, chenon sentivo in me pensieri di morte,ma di grande letizia, perché latomba era vuota!

Così prosegue il Vangelo perla nostra speranza, perché:

“Se Cristo non è risuscitato,allora è vana la nostra predicazio-ne ed è vana anche la nostra fede”(1 Cor 15,14) 

Concludo quiper il momento ilmio racconto, masul sito è proba-bile che continuicon una terzaparte perchémomenti impor-tanti sono statianche quelli sullago Tiberiade,sul monte delleBeatitudini esoprattutto sulMonte Tabor.

continua...

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12 PASSIONISTI CHIESA E SOCIETÀ

PASSIONISTI

Medaglie

Giovedì 23 gennaio nell’ambitodell’Assemblea Plenaria dellaConferenza Episcopale del Perù, iVescovi hanno consegnato laMedaglia di “Santo Toribio deMogrovejo” a diverse congregazionied istituti missionari del Perù; i passio-nisti hanno ricevuto questo importantericonoscimento per i 100 anni di pre-senza missionaria. L’evento è statoguidato dal Presidente dellaConferenza Episcopale, Mons.Salvador Pineiro.

Il padre Generalericeve l’onorificenzadi “Compagnodell’Ordine della Stelladella Melanesia”.

Il P. R.mo Joachim Rego ha rice-vuto la terza più alta onorificenza inPapua Nuova Guinea dal GovernatoreGenerale dello stato dal titolo di“Compagno dell’ordine della stelladella Melanesia” (CSM). P. Joachimha ricevuto questa onorificenza con laseguente motivazione: “per i servizialla comunità come sacerdote cattoli-co nella cura pastorale tra i Sepik e lecomunità della Capitale Nazionale enella formazione di religiosi nazionalidella Congregazione della Passione dicui è attualmente il SuperioreGenerale”. La sua dedizione per piùdi 18 anni alla Papua Nuova Guinea èstata riconosciuta ora dal GovernoNazionale

P. Gabriele Orsini

Sacerdote della Provincia PIET. Èpassato al Regno del Padre il giorno 9gennaio.

P. Gabriele era nato 74 anni fa, il29 marzo 1940, aveva professato il 15settembre 1960 ed era stato ordinatosacerdote il 26 febbraio 1968. E’ statoparroco a Recanati, superiore allaMadonna della Stella e missionario.Risiedeva nell’Infermeria provinciale“San Gabriele”. RIP

CHIESA

L’appello del Papa:accogliere la vita

“Ognuno, nel proprio ruolo e nelproprio ambito, si senta chiamato adamare e servire la vita, ad accoglierla,rispettarla e promuoverla, specialmentequando è fragile e bisognosa di attenzio-ni e di cure, dal grembo materno finoalla sua fine su questa terra”. È questol’appello lanciato da Papa Francesco inoccasione della Giornata della Vita cele-brata il 2 febbraio che si è celebrata il 2febbraio sul tema “Generare futuro.

L’anno della vitaconsacrata

La Chiesa dedicherà il 2015 alla vitaconsacrata, e ai microfoni di RadioVaticana il prefetto della Congregazioneper gli Istituti di Vita consacrata e leSocietà di Vita apostolica, il  cardinaleJoao Braz de Aviz, ha raccontato lagioia dei superiori delle Congregazionireligiose quando papa Francesco avevaannunciato loro la volontà di indire que-sta iniziativa. La scelta «dell’anno 2015ha anche altre ragioni – ha affermato -come, per esempio, il fatto che stiamoper compiere i 50 anni della “PerfectaeCaritatis”  che è il Decreto sulla vitaconsacrata, l’aggiornamento della vitaconsacrata. ».

La regina d’Inghilterra

“La Regina si recherà a Roma gio-vedì 3 Aprile, accompagnata dal Ducadi Edinburgo. La visita avviene suinvito del Presidente della RepubblicaItaliana.   In questa occasione saranno

ricevuti in Udienza da Sua SantitàPapa Francesco in Vaticano.”Il cardi-nale Cormac Murphy-O’Connor, arci-vescovo emerito di Westminster, checonosce bene la coppia reale, ha accol-to la notizia con gioia, dicendo: “Sonomolto lieto che Sua Maestà, la Reginae Sua Altezza, il Principe Filippo,incontreranno Papa Francesco durantela loro visita a Roma. Sarà un occasio-ne memorabile e di grande importan-za.”

SOCIETÀ

A Parigi e Lionein piazza controla “familofobia”

Decine di migliaia di persone - 80mila secondo la polizia, 500 milasecondo gli organizzatori - sono scesein piazza(il 2 febbraio) ieri a Parigi perprotestare contro i progetti di legge suimatrimoni e le adozioni gay, la pro-creazione assistita per le coppie lesbi-che, le ‘madri in affitto e in difesadella famiglia.

Altri 20mila hanno manifestato a Lione,  rispondendo alla convocazionedi ‘Manif pour tous’ (“Una manifesta-zione per tutti”). Un enorme corteounito, tra l’altro, dallo slogan “no allateoria di genere” attribuita al governoche vorrebbe negare le differenze digenere e promuovere l’omosessualitàattraverso un’educazione sessuale spe-cifica.

Social network

Il 4 febbraio Facebook compie 10anni. Una data significativa perchésegna anche i dieci anni dalla nascitadei social network, cioè di una nuovaforma di comunicazione e di parteci-pazione attraverso il web, con tutti gliaspetti positivi e negativi della vicen-da. Il 4 febbraio 2004 gli iscritti erano25, oggi sono 1,2 miliardi. Per un fat-turato annuo di 5 miliardi.

di P. Lorenzo Mazzoccante

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13TESTIMONIANZE

Conosco una cosa sola:io amo il Signoree Lui ama me

Caro padre,ti ringrazio per le belleparole che mi hai scritto. Sono fiera dellatua fiducia, ma quando sono con voi misento come una pecorella smarrita, per-ché voi avete tanta cultura e io no. Peròuna cosa la so: io amo il Signore e ilSignore ama me. Quando guardo Gesùin croce e penso al cammino della miavita, mi viene da piangere e nello stessotempo mi sento felice, perché Lui mi hasorretto e rialzata e mi ha dato la forzaper non perdere mai la fede e superaretutte le difficoltà della vita.

Febi Graziella

“L’Incarnazionee la Passionemistero trinitario”

Caro padre, ti voglio ringraziare dicuore per la bella meditazione di ierisera “L’Incarnazione e la Passionemistero trinitario”,. Sono tornata acasa con il cuore colmo di gioia perchéil Signore sta compiendo meraviglienella nostra fraternità di Giulianova. Hosentito proprio la grazia nel cuore e nonti nego che davanti a “grandi” testimo-nianze mi sono emozionata! Grazie aDio, ho visto grande gioia anche nei visidelle persone venute per la prima volta.

Olga Erasmi

Abbindolatadai Testimoni di Geova

Padre vorrei aprirle il mio cuore perchiederle come migliorare me stessa, peressere una vera discepola di Gesù. Sonostata una grande peccatrice, perché sonostata abbindolata dai Testimoni diGeova. Ma pregando il mio Dio ho rice-vuto la grazia di farmi tornare sui mieipassi e tornare ad amare il mio vero Dio,quello che la Chiesa mi ha sempre inse-gnato e che il mio cuore ha seguito.Nella mia vita ho fatto tante cose bruttema anche tante cose buone, anche se incambio ho ricevuto solo cattiverie, mapiù le ricevevo e più mi avvicinavo aGesù Cristo. Sono inciampata tantevolte, ma con l’aiuto di Dio e della fedemi sono rialzata, per ricominciare la miacorsa verso Dio nostro Padre. La corsa èlunga e non smetto mai di pregare Gesù

perché non mi abbandoni mai, e mi fac-cia arrivare al suo traguardo. Ora misento felice, come una pecorella che ètornata all’ovile.

T. B.

“Mi hai chiamata,eccomi Signore”!

Il 9 novembre ho fatto la consacra-zione perpetua come Amica di GesùCrocifisso nella Fraternità di SanNicolò a T.. Il momento più emozio-nante è stato rispondere all’appellocon il mio “Mi hai chiamata, eccomiSignore”: mi ha fatto pensare allaVergine che dà la sua disponibilità aDio, come l’ho data anch’io, di mette-re Gesù al primo posto e accettaretutto ciò che vorrà da me! Poi il secon-do momento, quando, in ginocchio, hopreso il Crocifisso tra le mani ed hopensato a quanto sono stata amata daLui, che ha dato la vita per me. Finitala bellissima celebrazione, consumatal’agape e tornata a casa, ho riflettuto alungo sulla mia consacrazione! PregoGesù, perché mi dia la forza di viveresantamente il mio quotidiano, di dareamore a tutti e di testimoniare il gran-de Amore di Gesù Crocifisso.

Giovanna Cioci

Visita all’assistenteDon Magloire

Il 27/12/2013 la fraternità AGC diSulmona siamo andati a visitare DonMagloire che da settembre è diventatoparroco a Campo di Giove, continuan-do a seguire la nostra fraternità in unodei due incontri mensili. A lui siamo

legati e grati per gli insegnamenti el’aiuto spirituale che gratuitamenteoffre alla nostra fraternità da due anniin aiuto al nostro parroco DonCarmine. Volevamo portargli gli augu-ri di Natale e vederlo nella sua realtàdi parroco. Ci ha accolti con affetto efatto festa nella sua casa e poi nellachiesa, dove abbiamo partecipato congioia alla preghiera dei vespri e allaMessa. I bambini si sono vestiti perservire la messa da chierichetti. DonMagloire ci ha presentati alla comuni-tà parrocchiale. La nostra coordinatri-ce Cinzia ha presentato gli Amici diGesù Crocifisso e il nostro cammino emissione passionista, alla luce dellaesortazione apostolica “Evangeliigaudium” di Papa Francesco. Noisperiamo che anche a Campo di Giovepossa nascere una fraternità AGC.

Francesca Marinucci

Completoquello che mancaalla Passione di Cristo”

Carissimo padre, ho ancora ilcuore pieno di emozioni per laConsacrazione Perpetua a GesùCrocifisso del 3 novembre. Ora la stra-da comincia a salire. Vivere pienamen-te la Consacrazione battesimale secon-do la spiritualità passionista e faredella giornata una continua offertad’amore a Gesù Crocifisso e soprattut-to essere vicini ai “crocifissi” sonoimpegni che richiedono perseveranzae piena disponibilità. Sono fedele aquesta vocazione anche se conosco lamia fragilità. Sto scoprendo il valorepositivo della sofferenza unita allaPassione di Cristo e ne sento la prezio-

Incontro di preghiera e di festa degli Amici di Macerata

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14 TESTIMONIANZE

sità. Contemplando la Croce, l’associoalla mia croce, cosa che non riuscivo afare in passato. Sperimento quanto dice-va san Paolo: “Completo quello chemanca alla Passione di Cristo”. Sentoche la mia fede si è fatta più matura, lasperanza ha un oggetto chiaro, la caritàun nuovo motore. Tutto questo ha porta-to in me la Consacrazione.

Fabiola

Un grido dall’Australia:“Amate Gesùe fatelo amare”!

Caro padre, anche se sono tanto lon-tana, in Australia, sono unita a voi nellagrande Famiglia Passionista, perchéviviamo lo stesso amore per Gesù, per lasua Passione e le sue Sante Piaghe. Ilnostro cuore deve palpitare di amore perGesù Appassionato. Vorrei che la miavoce arrivasse a ogni angolo della terra,per gridare a tutti: “Amate Gesù e fate-lo amare”! Facciamo tutto per amore:soffrire per amore, pregare per amore,lavorare per amore, riposare per amore.Facciamo tutto con il cuore dellaMadonna, madre di Gesù e madrenostra. Mi piace tanto parlare di cosesante. Il nome di Gesù e di Maria è comeun miele per la mia bocca! Vostra sorel-la spirituale.

Giuseppina Romagnoli

Dante Scarpettail primo Amicodi Morrovalle!

Il 5 dicembre 2013 il Signore hachiamato a sé Dante Scarpetta diMorrovalle. Da qualche tempo non usci-va più da casa. Ogni tanto mi telefonavaper la confessione e comunione e quan-do la malattia dava qualche segno diaggravamento voleva rinnovare l’unzio-ne dei malati. Ero stato da lui per l’ulti-ma volta, pochi giorni prima della suamorte, quando non c’era ancora un indi-zio di crollo imminente. Lo avevo cono-sciuto nel 1977, quando fui trasferito aMorrovalle, sempre presente alle funzio-ni della nostra chiesa, sempre immanca-bile all’ora di adorazione eucaristica perle vocazioni del giovedì sera. Poi loincontrai nel gruppo del RNS aCivitanova e nel 1981 come primo ade-rente al gruppo del RNS di Morrovalle,di cui fu il primo responsabile. Nel 1989nacquero gli Amici di Gesù Crocifisso,Dante fu il primo iscritto di Morrovalleil 28-2-1990, con il n. 11 sui 3076 attua-

li, insieme alla sua fedele sposa Pierina ealla cugina Valeria e a Serenella. Permolti anni Dante è stato il responsabileattento e fedele della Fraternità diMorrovalle, sempre alla ricerca insisten-te di qualcuno che prendesse il suoposto, del quale per umiltà si sentivaincapace. Fu nel primo gruppo dei con-sacrati a Gesù Crocifisso il 23 novembre1997 e tra i primi consacrati perpetui il21 maggio 2000. Per più di 20 anni fusempre il primo ad arrivare agli incontri,con l’auto sempre piena, il primo a pre-parare la sala degli incontri, sempre par-tecipe nell’animazione della Fraternità,con la parola e con l’esempio. All’iniziodel 2009, Dante dovette arrendersi aglianni che passavano e ai disturbi di saluteche gli impedivano di guidare l’auto dinotte e dovette comunicarci che nonpoteva partecipare più agli incontri sera-li. La Fraternità volle ringraziare Dantecon un incontro di festa e una messasolenne di ringraziamento al Signore peraverci dato per più di 20 anni l’esempiodi umile e grande fede e di servizio diDante, senza mancare mai a un incontro.Ho ritrovato nelle mie cartelle due pen-sieri umili e sinceri di Dante che deside-ro farne dono a tutti.

Padre Alberto

Domanda per farela prima consacrazionenel 1997

“Carissimo padre, ringrazio Gesùper avermi creato e fatto cristiano eringrazio anche lei per averci chiamatia fare questo cammino passionista congli AGC. Spero di riuscirci e di ricor-darmene ogni giorno. Prego Gesù chemi sia sempre vicino per aiutarmi aprepararmi bene a fare que-sta consacrazione. Chiedo alSignore, nel tempo chevorrà ancora darmi, la gra-zia di fare sempre la suasanta volontà”.

Decennaledella primaconsacrazione:20 maggio 2007

“La nostra vita è cam-biata molto: nel 1980 abbia-mo conosciuto prima il RNSche ci ha insegnato la pre-ghiera di lode e ringrazia-mento al Signore, la recitaquotidiana delle lodi al mat-

tino e del vespro alla sera. Poi c’è statol’ingresso negli Amici di GesùCrocifisso, un movimento davverocommovente, con le catechesi, lameditazione per approfondire laPassione di Gesù e comprendere quan-to Gesù ci ha amato, fino a morire inCroce per noi. Ringraziamo il Signoreper il grande dono di questi 10 anni diconsacrazione a Gesù Crocifisso e peraverci fatto conoscere la FamigliaPassionista; chiediamo la grazia delleperseveranza e l’aiuto per fare semprela sua santa volontà. Assicuriamo chepreghiamo sempre per il nostro assi-stente, per i postulanti e religiosi cheabbiamo conosciuto”.

Dante, Pierina, Valeria.

Dante Scarpetta

Dante con Pierina, P. Alberto,Serenella e Valeria

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15Consacrazioni

Due nuovi amiciconsacratiche ci fanno da maestri

Nel nostro lungo cammino, abbia-mo avuto a Morrovalle tanti fratelliche ci hanno aiutato a crescere nellafede: uno di questi è Enzo Ferretti conla sua fedelissima sposa EnricaGaudenzi. Enzo era un gigante buono,cristiano, robusto, lavoratore, amantedella vita e delle moto, ma all’improv-viso si è trovato malato di SLA, unamalattia che in breve lo ha devastato eridotto all’immobilità. L’amicizia congli AGC è iniziata a marzo 2013 con laPeregrinatio Crucis nella loro casa,quando Enzo fece questa preghieracommovente: “Ti ringrazio, Signore,per avermi dato la fede e ti ringrazioora anche per questa malattia chemi ha unito più profondamente allatua croce”. Il 2 aprile 2013 si sonoiscritti al nostro movimento. La lorocasa è un continuo via vai di amici,perché, anche se la malattia di Enzo èmolto seria e progressiva e sperimentala difficoltà di una persona iper-attivae ora dipendente in tutto da altri, inquella casa è trasmessa solo la gioia el’allegria, a volte anche fragorosa.Non mancano le battute scherzose fraEnzo e sua moglie che lui chiama sim-paticamente “La sua Santa Croce”! Atutti coloro che vengono a visitarlidispensano santini di Gesù Crocifissocon la Promessa di Amore. Appesi almuro, molti rosari, che Enzo chiamasimpaticamente “i loro attrezzi dilavoro”; alle 18 in punto, chiunque sitrova in loro compagnia, deve unirsialla recita del Santo Rosario. Con que-sta grande fede e accettazione della

volontà di Dio, si sono preparati allaconsacrazione perpetua a GesùCrocifisso, che si è svolta il 2 febbraio,con una messa celebrata da P. Albertonella loro casa e partecipata da tantiAmici. Enzo, accanto alla moglie, si èservito della voce di un giovaneamico.

Nadia Montecchiari

Grazie, Grazie, Grazie!

Grazie alla malattia di Enzo, siamoarrivati al bellissimo momento dellaConsacrazione solenne a GesùCrocifisso. Lo scorso anno un’ amicaci ha proposto di accogliere ilCrocifisso della Peregrinatio Crucis,durante la Quaresima. Abbiamo accet-tato molto volentieri e così abbiamoconosciuto P. Alberto e alcuni membri

del movimento laicaleM.L.P. “Amici diGesù Crocifisso”.Quella serata é stataper noi un momentointenso di preghiera edi gioia. Ascoltando lacatechesi di P. Albertosiamo rimasti colpiti einteressati a questocammino. Pur nonpotendo frequentare, acausa della malattia diEnzo che si era aggra-vata, siamo stati aiuta-ti da vari Amici che cihanno recapitato lecatechesi di P.Alberto. Durante que-

sto anno di cammino, diverse volteabbiamo avuto la gioia di accogliere P.Alberto che con le sue preghiere ci èstato molto vicino, insieme alla coor-dinatrice Marica e ad altri membri delgruppo. Insieme abbiamo pregato ecantato, rallegrati da Laura e dalla suainseparabile chitarra. A rendere ancorapiù gioiosa l’atmosfera c erano semprele battute di Enzo rivolte soprattutto ame. É stata per noi una grande graziaentrare a far parte della FamigliaPassionista, perché in questa sofferen-za abbiamo sperimentato l’amore di

Dio che non ciabbandona mai.Enzo continua aripetere: “Ti rin-grazio Signoredi aver permes-so questa malat-tia, perché miha fatto vederel’altra facciadella medaglia”,cioè capire ilsignificato dellacroce e apprezza-re le piccolecose, che tidanno più gioia eti gratificano,anche un solo“ g r a z i e ” .R i n g r a z i a m o

tutto il gruppo, sperando di essere unesempio continuo, trasmettendo atutti, con questa consacrazione, fede,gioia e impegno. Grazie, grazie, grazieda me e da Enzo.

Gaudenzi Enrica

La gioia di Enzo ed Enrica al termine della Messacelebrata da P. Alberto

Enzo (per mezzo della “voce”) ed Enricafanno la consacrazione a Gesù Crocifisso

Tanti AGC fanno festa ad Enzo ed Enrica

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SOMMARIO

2. P. Luciano Temperilli Fede è fedeltà in continuo cambiamento3. P. Luciano Temperilli Fede è seminare la Parola4. P. R. Cecconi Meditiamo la Risurrezione di Gesù5 – 6. Coltorti M. Grazia 25 anni di Testimonianza 7. Manuela Peraio Trasformare il tempo in speranza8. Manuela Peraio Anna de Guignè9. P. Alberto Amici Aggregati10.- 11 Piera Iucci Viaggio in Terra Santa12. **** Passionisti Chiesa e Società13. Vari Testimonianze14. P. Alberto Dante Scarpetta: il primo grande Amico di Morrovalle15. Nadia ed Enrica: Consacrazione di Enzo ed Enrica16. BUONA PASQUA

Preghiamo per i nostri defunti: Zarroli Erminia di Trasacco, cons. perp: 26-12-13. Proietti Marina Madonna d. Stella, cons. perp.: 11-01-2014.

De Capite Giuseppina, Rivisondoli: 27-1-14. Morlacco Sordoni Maria, Civitanova, cons. perp.: 01-02-2014.

Marzo-Aprile 2014 – Anno XV n. 2

Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano TemperilliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

BUONA QUARESIMA E BUONA PASQUASiamo nel pieno della Quaresima, in cammino verso la Pasqua del Signore. E’ il tempo di noi Passionisti. LaChiesa ci prende per mano con delicatezza e fede e per mezzo delle pagine più belle della Parola di Dio ci portaad accompagnare Gesù che cammina verso Gerusalemme. Ci aiuta ad ascoltare gli ultimi e accorati insegnamentidel Signore: “Vegliate. Pregate e state con me... Ho pregato perché la vostra fede non venga mai meno e voipossiate confermare i vostri fratelli… Padre, perdona loro… Ecco la vostra Madre… Ho sete… Tutto ècompiuto”. O Gesù, Amore Crocifisso, dall’alto della tua Croce attira a te i nostri cuori. In questo tempo santo,vogliamo portare la tua Croce in tutte le famiglie per piantarla in tutti i cuori, perché tutti siano attirati dal tuoamore. Noi vogliamo amarti e vogliamo aprire al tuo amore tutti i cuori per i quali hai versato il tuo preziosissimoSangue. Aiutaci in questa santa Quaresima ad essere tuoi missionari convincenti con l’esempio della nostra vita econ l’efficacia della tua Parola. Aiutaci a trasformare le nostre croci in atti di amore. Fa che nessuno di noi manchiall’appuntamento quotidiano delle ore 15,00 sul Calvario, in attesa di contemplarti risorto.Buona Quaresima e Buona Pasqua a tutti gli AGG e amici degli Amici. P. Alberto

CALENDARIO DEGLI AMICI 2014 28 febbraio Festa della Passione e benedizione delle croci

02 marzo: Ritiro mensile a Morrovalle

06 aprile: Ritiro mensile a Morrovalle

18 aprile: Venerdì Santo

04 maggio: Ritiro e consacrazioni a Morrovalle