aiko - anno xi - numero 1 - dicembre 2013

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ANNO XI NUMERO 1 DICEMBRE 2013 Aìko il giornale degli studenti GIOVANI E LAVORO IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO AI RAGAZZI VITA UNIVERSITARIA: FUORI SEDE, ERASMUS, STAGE, TUTOR PROGETTI LUMSA: GOOD MORNING, YOUTH! APPROFONDIMENTI CULTURA

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Il Giornale degli studenti LUMSA

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ANNO XI

NUMERO 1

DICEMBRE 2013Aìko

il giornale degli studenti

GIOVANI E LAVORO

IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO AI RAGAZZI

VITA UNIVERSITARIA: FUORI SEDE, ERASMUS,

STAGE, TUTOR

PROGETTI LUMSA: GOOD MORNING, YOUTH!

APPROFONDIMENTI CULTURA

1

EDITORIALE

‘era unav o l t aA ì k o ,

una principessagiapponese. Venne allaluce più di otto anni dopo ilmatrimonio dei suoi geni-tori, il Principe ereditariodella corona Naruhito, pri-mogenito dell'Imperatoredel Giappone Akihito, e laPrincipessa della coronaMasako. La sua nascita sol-levò un ampio dibattitosulla possibilità di cambiarelegge di successione impe-riale, passando da unaforma di progenitura a pre-ferenza maschile ad unaegualitaria. Una commis-sione di esperti scelta dalgoverno, al fine di daremaggiore stabilità alla suc

cessione, elaborò una pro-posta di legge che avrebbepermesso anche alle donnedi accedere al Trono del cri-santemo. Ma i progetti dimodifica della legge furonobloccati dopo l'annuncioche il fratello più giovanedel PrinccAipe della co-rona, il Principe Akishino, esua moglie, la PrincipessaAkishino, erano in attesadel loro terzo figlio. Gli zii diAìko diedero alla luce unmaschio, il Principe Hisa-hito, che divenne quindi ilterzo in linea di successioneal trono, dopo suo zio Na-ruhito e suo padre Aki-shino. La famiglia imperialeebbe il suo primo eredemaschio dopo quaran-t’anni, e Aìko fu messa da

parte.Quella che vi ho appenaraccontato non è una fa-vola, ma la realtà. Aìko ènata a Tokyo il 1° dicembre2001, oggi ha dodici annied è ancora, ingiusta-mente, una principessa chenon sarà mai imperatrice.

Questa è la storia del no-stro nome. Aìko è il gior-nale degli studenti e per glistudenti della LUMSA,un’iniziativa che ha le sueradici e il suo senso proprionel corpo studentesco,aperta a tutti coloro cheabbiano voglia di raccon-tare ed informare. Un’av-ventura iniziata undici annifa, e che anno dopo anno sirinnova, pur conservandoimmutato lo spirito che l’hasempre guidata.Quest’a.a. 2013-2014 lepubblicazioni saranno tre,nei mesi di dicembre,marzo e maggio. Il giornale,oltre alla versionecartacea, sarà disponibileanche online sul sito di Ate-neo www.lumsa.it.In questo primo numeroproponiamo un approfon-dimento su temi d’attualità

che riguardano da vicinonoi studenti, al fine di for-nire ad ogni lettore tutti glistrumenti adeguati perorientarsi nel mondo uni-versitario e lavorativo; of-friamo inoltre una serie dispunti e proposte culturali,selezionati accuratamentedalla redazione tra quelli dimaggiore interesse per ilnostro audience. L’inten-zione è quella di informareformando e, soprattutto, difornire un vero e proprioservizio a tutti gli studentidella LUMSA.

Il responsabile

Rossana Palmisano

Editoria multimediale e

giornalismo

Da Tokyo a Roma: la storia di Aìko

c

Per contattare la redazione di Aìko invia un’email a: [email protected] contattare il responsabile di Aìko invia un’email a: [email protected]

Aìko

SOMMARIO

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EDITORIALE Da Tokyo a Roma: la storia di Aìko 1di Rossana Palmisano

GIOVANI E LAVORO Lavoro: la “porta del Paradiso” è chiusa per i giovani 3di Cristiana Ferrauti

Laureati, i nuovi migranti 4di Sara Anania

Affrontare la crisi: boom di giovani agricoltori 5di Roberta Lanzavecchia

Papa Francesco esorta i giovani e affascina gli scettici 6di Gaetano Gatì

VITA UNIVERSITARIA Studenti fuori sede: storie di quotidiana sopravvivenza 7di Lucia Iemme e Felicia Oleandro

Erasmus: Roma - Madrid A/R 8di Pia Stisi

Erasmus: Madrid - Roma A/R 8di Nerea Crespo Dìaz

Stage: come cambia con la Riforma Fornero e quali opportunità offre 9di Alessandra Vernile

Tutor, un aiuto concreto per lo studente 9di Stefano Billi

GOOD MORNING, YOUTH!: la prima piattaforma di dibattito 10per gli studenti LUMSA di Chiara Lorentini, Francesca Attolino, Ludovico De Angelis

CULTURA In-dipendenti: una riflessione 11di Rachele Gianfagna

Guida alla sopravvivenza (economica) dello studente universitario: 12cinema, teatri e musei low cost di Noemi Rambaldi

Eventi romani da non perdere: dicembre 2013 – marzo 2014 12di Andrea Pulcini

La nostra generazione in “due capitoli”: La Vita di Adèle 13di Valeria Verbaro

New: il ritorno di Paul McCartney 13di Camilla Valli

Stoner: una straordinaria storia ordinaria 14di Marcella Silvestri

Impaginazione e progetto grafico: Chiara Lorentini e Rossana Palmisano

Aìko

GIOVANI E LAVORO

Lavoro: la “porta del Paradiso”

è chiusa per i giovani

iamo unap i c c o l aparte dei

tanti numeri che,estrapolati da in-

dagini Istat di fine ottobre2013, corredano pagine webe cartacee. Dal 2007 al 2012,il numero di disoccupati inItalia è arrivato a 2 milioni e744mila. La crisi economica,da sola, ha portato con sé1,2 milioni di senza-lavoro. Iltasso di disoccupazione nelnostro paese è pari al 12,5%,contro una media dei paesidell’Eurozona del 12,2%. Efino a questo punto po-tremmo quasi tirare un so-spiro di sollievo: “malcomune, mezzo gaudio”. Mail campanello di allarmetorna a stordirci se buttiamoun occhio ai dati relativi aquella parte della popola-zione che ha un’età com-presa tra i 15 e i 24 anni. Iltasso di disoccupazione gio-vanile in Italia è salito al40,4%, contro una media deipaesi dell’Eurozona del24,1%. La percentuale arrivaanche al 45% nel Mezzo-giorno. Neet è un acronimo di re-cente formazione che staper “Not (engaged) in Educa-tion, Employment or Trai-ning”. Designa, quindi, queiragazzi non inseriti in alcunaattività lavorativa o in unpercorso di formazione. Se lecifre precedentemente ri-portate non hanno qualcosadi originale, l’inserimentonelle categorie Istat dei Neet

preoccupa non poco: è statonecessario creare un nuovogruppo di classificazione perquel 21%, in aumento, di po-polazione giovanile che nonproduce o che non si investeper una produzione futura.Sono ragazzi tagliati fuoridalla vita attiva della na-zione, e sono tanti. La situazione italiana rientranella norma del continente,ma è gravemente ammalataladdove dovrebbe risiederel’acceleratore per la rimonta.La classe giovanile non haspazi per potersi affacciaresul mercato del lavoro, perreinventare il paese, per so-stare più a lungo in patria.

Lo scorso giugno era stataannunciata la possibilità perle imprese di usufruire di unbonus per l’assunzione digiovani al di sotto dei tren-t’anni, senza impiego da al-meno sei mesi, fermi algrado di istruzione dellascuola media inferiore e chevivono da soli o con personea carico. Allo scoccare delle15 del primo ottobre si sonoaperti i cancelli ed è iniziatoil Click Day: le aziende, tra-mite un click, hanno avutoaccesso ai moduli di preno-tazione per il suddetto in-centivo. Ma i numeri nonsono stati impressionantiquanto i dati Istat dati allestampe qualche tempodopo. L’estate aveva visto ro-venti battute sull’inattuabi-lità dell’incentivo correre

veloci sul web. L’inverno haaccolto nuove polemiche,soprattutto da parte dei gio-vani, i quali continuano a re-clamare una miglioregestione delle risorse.Nel frattempo, il programmaErasmus+ ha superato levarie procedure senza far ru-more. Si tratta di un progettoche amplia il noto pro-gramma di formazione al-l’estero: con unostanziamento di 16 miliardidi euro (per il periodo com-preso tra il 2014 e il 2020),agli studenti viene aggiuntala possibilità di effettuare ti-rocini e periodi di volonta-riato all’estero. E le occasioninon mancano anche per gliinsegnanti i quali, inglobatinel pro-gramma, ac-q u i s i s c o n ouna forma-zione più so-lida, uscendodai confini n a z i o n a l i .Chance in piùper tutti.Quelle sopra-citate sono solo due tra lenumerose ed interessantiiniziative intraprese dal go-verno per far fronte a questagrave situazione. Tuttavia,benché gli sforzi dell’esecu-tivo siano sicuramente ap-prezzabili, appare evidentequanto essi siano insufficienti.

«That long black cloud iscomin’ down / I feel like I’m

knocking on Heaven’s door»(«Quella lunga nuvola nera sista abbassando / Mi sentocome se stessi bussando allaporta del Paradiso»).La salvezza, all’interno delpanorama artistico - lettera-rio, è stata più volte concre-tizzata con l’immagine dellaporta. L’uscio è simbolo di unpassaggio, anzi, spesso èstato elevato ad emblemaper eccellenza del cambia-mento da una condizione adun’altra. E Bob Dylan ha vo-luto comunicare a suon dichitarra come questo muta-mento possa essere vistocome un miglioramento:dalla terra al Paradiso. Ma aquante porte laureati, gio-vani ricercatori ed energici

ragazzi hanno bussato, senzache gli fosse mai aperto?Nella speranza di poterascoltare le campane suo-nare e gli angeli della TerraPromessa cantare, aspet-tiamo di vedere la manigliaabbassarsi. Chissà chi civerrà ad accogliere.

Cristiana Ferrauti

Scienze Umanistiche

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3Aìko

GIOVANI E LAVORO

alla vali-gia di car-tone al

trolley, dai lunghiviaggi in nave ai voli lowcost, non si può certamenteaffermare che il passo siastato breve: cento anni doponoi italiani siamo tornati ademigrare. Giovani di belle speranze la-sciano ogni giorno lo stivaleper approdare in paesi stra-nieri, per lo più Gran Breta-gna e Germania, e cercareun’occupazione. Le “nuoveAmeriche” sono infatti glistati vicini a casa nostra, rag-giungibili con un paio d’ored’aereo e con un bigliettoche, se prenotato in anti-cipo, si può pagare anchemeno di 50 euro. Ma la vera differenza tra lamigrazione dei nostri nonnie quella di noi giovani d’oggista nel possedere il pezzo di

carta, la fantomatica e am-bita laurea, che sempre piùspesso decora le pareti dellecase italiane. La chiamano“fuga dei cervelli” e dall’ul-tima indagine pubblicatadall’Istat, che vuole in calo le

partenze di chi ha interrottogli studi con la licenza media(dal 51% del 2002 al 37% del2011) e in crescita le par-tenza dei laureati (dall’ 11%del 2002 al 27,6% del 2011),l’appellativo ci sembra ap-propriato! Conseguite le lau-ree, fatti master, stage etirocini, il mondo del lavoronon dà ancora ai giovani ita-liani il pass per entrare; i piùfortunati riescono ad otte-nerlo non prima dei 30 annie spesso con i gettonatissimicontratti a progetto, ma nelgiro di 6 mesi o 1 anno ti la-sciano nuovamente allaporta, anche se con unavoce in più da aggiungere alcurriculum. L’esodo dei cervelli è l’effettodei tagli alla ricerca scienti-fica (uno dei settori più col-piti dalla spending review),alla scuola e alla sanità, dellostato di sofferenza delle no-

stre imprese, che chiudonolasciando a casa i loro dipen-denti (figurarsi se assumonoi neolaureati!), e della ri-forma del 2011 per l’innalza-mento dell’età pensionabileai 70 anni. Uno studio con-

dotto da Almalaurea, con-sorzio interuniversitario chesi propone di fare da pontetra laureati e mondo del la-voro, ha messo in luce che leposizioni occupate dai ta-lenti italiani sono tali da con-fermare che all’estero leoccasioni di lavoro sono mi-gliori e le chance di crescitasuperiori. Il 18% dei nostrilaureati che vanno a lavorareoltre confine ricopre ruoli di-rettivi, mentre in Italia que-sto succede solo all’8% deiloro coetanei. Così comefuori dai confini nazionali il10% fa il ricercatore, mentrein Italia accade solo all’1%.Notevole vantaggio hannoquesti “immigrati cinti d’al-loro” anche per quanto ri-guarda il salario, che siaggira intorno ai 2078€/mese, contro i 1330 dimedia di chi resta. Molti di questi cervelli infuga sono quelli che già unapiccola migrazione casalingal’hanno affrontata: tutti glistudenti che ogni anno la-sciano il sud per andare astudiare nelle università delcentro e del nord. Per loro lapartenza dall’Italia è sicura-mente meno drammatica,hanno quasi una "predispo-sizione genetica a fare le va-ligie"; più difficile è per chi ènato e cresciuto nelle grandicittà come Roma e Milano. Si assiste a questoimport/export di cittadi-nanze dall’Italia e per l’Italiapraticamente nella totale in-differenza dei nostri politici,i quali, per salvare la faccia

con le altre potenze mon-diali, quando non ignorano ilfenomeno, inventano centi-naia di stage non retribuitipresso i ministeri per tratte-nere il laureato più ottimistaun anno in più a casa. Ma il vero problema non è lapartenza, in quanto questapuò essere il mezzo per for-mare la nostra identità di cit-tadini nel mondo e,attraverso lo scambio e lascoperta sulla nostra pelle,per portare un valore impor-tante al nostro paese. Il pro-blema è costruire dellepossibilità per chi torna,dando loro la possibilità diesprimere il cambiamento dicui si fanno portatori. Nel frattempo che i nostripolitici ci riflettono, noi con-tinuiamo a studiare, a met-terci alla prova, a lavorare sunoi stessi, perché sarà purvero che “non c’abbiamouna lira”, ma siamo la gene-razione che si farà da sola elascerà il segno.

Sara Anania

Giurisprudenza

Laureati, i nuovi migranti

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4Aìko

GIOVANI E LAVORO

Affrontare la crisi:

boom di giovani agricoltori

r i s i ,reces-sione,

spread e disoc-cupazione sono

solo alcune parole del deso-lante vocabolario dei giovaniitaliani. “Crisi” è la parolachiave degli ultimi anni: pa-ragonabile quasi a un tor-mentone estivo, questaparola è sulla bocca di tutti,peccato che non ricordi nél’estate né le passeggiate almare. I dati sono sconfortanti: iltasso di disoccupazionecomplessivo ha toccato il12,2% e nell’ultimo trime-stre del 2014 arriverà al12,6%. La quota di disoccu-pati che lo rimangono perpiù di un anno ha superato lasoglia di allarme. Si tratta diun fenomeno mondiale chesta colpendo tutto il paese, ein particolare ne risentono igiovani, che vedono a rischioil proprio futuro. La reces-sione ne sta lasciando sullastrada circa un milione: laloro età è compresa tra i 16e 34 anni, sono senza un la-voro e senza speranza di tro-varlo in tempi brevi. È unacrisi che, al di là delle diffi-coltà economiche, è crisi esi-stenziale, è crisi d’identità, ècrisi di valori, è crisi morale.Un anno fa il Ministro del-l’Istruzione Elsa Fornero ad-ditava i giovani italiani come«troppo choosy» sottoline-ando che «è meglio pren-dere la prima offerta di stagee poi vedere da dentro e non

aspettare il posto ideale». Cihanno chiamati bamboc-cioni, fannulloni e adesso, adetta del Ministro del LavoroEnrico Giovannini, anche«poco occupabili».Ma siamo sicuri che il pano-rama sulla nostra genera-zione sia così desolante?Non tutti i nostri coetanei ri-mangono con le mani inmano, anzi, in molti sistanno ingegnando peruscire da questo tunnel dipessimismo ed hannomesso in discussione lastrada intrapresa cercandodi reinventarsi.Tra questi, aumentano ognigiorno di più i giovani chehanno deciso di sporcarsi lemani nei campi. Si può par-lare di un “ritorno alla terramadre”, una vera e propriarivoluzione culturale in corsonel mondo dell’agricoltura.Un fenomeno in pienaespansione, come emergedai dati rilevati da Swg perconto di Coldiretti: circa51.740 gli under 35 che ave-vano deciso di dedicarsi al la-voro dei campi nel 2011,diventati poi 82.110 nel2012, e i numeri sono in con-tinua crescita. Si tratta di gio-vani in possesso di titoli distudio specifici, come adesempio quello da peritoagrario o enologo, ma nonsolo. Sono tanti anche i geo-metri, gli ingegneri e gliesperti di comunicazioneche hanno deciso di mollarela scrivania e il computer perentrare nel settore primario.

È questo il caso di Elisa eGiovanni, 24 anni di Torinolei e 25 anni di Roma lui, iquali, dopo essersi laureatirispettivamente in ScienzePolitiche e Ingegneria Am-bientale, hanno deciso di ab-bandonare la città etrasferirsi nelle campagnedell’Umbria, vicino a Or-vieto. «Il nostro sogno èsempre stato quello di aprireun’azienda agricola tutta no-stra, e chi lo sa, magari se ciriusciamo anche un agrituri-smo» dice Elisa, giovane to-rinese das e m p r eamante dellanatura e deirimedi natu-rali. «Prima difare il grandepasso e com-prare un ter-reno tuttonostro cisiamo accorti di quanto siaindispensabile fare pratica,imparare le tecniche di colti-vazione e allevamento. Peradesso lavoriamo come sta-gisti in un’azienda agricola aconduzione familiare a SanQuirico (TR). Qui i proprietarici stanno insegnando tutti imestieri necessari ad avviareun’attività di questo tipo: im-pariamo a costruire serre ead allevare ovini per pro-durre latte e formaggi,stiamo anche imparandol’apicoltura per la produ-zione di miele». Giovanni ciracconta di quanto sia im-portante anche educare le

nuove generazioni al rispettodell’ambiente e per i benidella terra: «Facciamo visiteguidate alla fattoria e orga-nizziamo workshop per lescuole elementari e medie,insegniamo ai bambini comesi fa il formaggio di capra,tutto il procedimento pro-duttivo dall’ animale al pro-dotto finale». Il piacere diriscoprire la campagna, lanatura, il verde, questo èquello che stanno facendo inmolti: la terra non va mai incrisi finché l’uomo conti-

nuerà a prendersene cura.Questo è l’esempio di duegiovani che non si potreb-bero definire né choosy néfannulloni, che hanno decisodi sporcarsi le mani e impa-rare un mestiere. E allora perche continuare ainsistere sulla mollezza esulla superficialità della no-stra generazione? Siamotanti, siamo pronti a muo-verci per andare in una dire-zione migliore, abbiamoidee. Ascoltateci.

Roberta Lanzavecchia

Editoria multimediale e

giornalismo

C

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GIOVANI E LAVORO

Papa Francesco

esorta i giovani e affascina gli scetticirmai è pa-lese, Papa

Francesco è, e sta di-ventando sempre di più, unuomo dalle mille sorprese. Unreligioso dai tanti accorgimenti,pensieri, appelli, discorsi “abraccio”. Nonché avverso alleetichette, agli usi e alle conven-zioni, che hanno sempre fattola parte del leone all’internodelle mura vaticane. Gli interessi del nuovo Ponte-fice sono tanti, si rivolgono aidisoccupati, agli anziani, alleguerre, ma un suo particolareimpegno è riservato ai giovani.Certo, è un impegno che havisto anche alcuni precedenti.Ricordiamo Giovanni Paolo II,quando disse che i giovanierano la sua speranza. Questavolta, però, è diverso. I giovaninon sono soltanto delle spe-ranze per un futuro più o menoroseo. Infatti essi, per Papa Ber-goglio, sono anche motivo di

profonda preoccupazione. So-prattutto perché afflitti da tantedifficoltà da risolvere, aggra-vate dalle imperfezioni del si-stema, della politica, dellaclasse dirigente. Una dellespine nel fianco della nostra so-cietà è la disoccupazione giova-nile, definita dal Vescovo diRoma come un male delmondo. Diiverse le occasioni incui il Papa si è rivolto ad un

uditorio che andava dai 18 ai 35anni. Sempre nel suo stile di-retto, scherzoso e bonario, per-cepibile dai suoi “buon pranzo”dopo gli Angelus. Uno di questidiscorsi era rivolto a 500 gio-vani della Diocesi di Piacenza, aiquali lo scorso 28 agosto ha di-chiarato: «Quando un giovanemi dice 'Che brutti tempi, que-sti, Padre, non si può fareniente!', lo mando dallo psi-chiatra. Perché non si capisceun ragazzo o una ragazza chenon vogliano fare una cosagrande, scommettere su idealigrandi, grandi per il futuro,no?». Per il Papa non può esi-stere la possibilità che un gio-vane sia malinconico. Sebbenei tempi non siano dei migliori,sebbene l’Italia stia svendendola sua linfa vitale, approdata inporti più sicuri, per Francescogli over 15 devono vivere con ilsorriso sulle labbra. Analogoevento si è ripetuto il giorno del

suo ono-mastico, il 4ottobre. Aduna do-manda ri-guardanteil lavoro, lacrisi econo-mica e l’im-possibilitàdi metteresu una fa-

miglia, ha risposto dicendo checinquant’anni fa ci si riusciva: «Inostri nonni non si sono sposatiin condizioni peggiori delle no-stre? Però ce l’hanno fatta. Per-ché loro ci sono riusciti e noino?». Con ciò si riesce a co-gliere il pensiero di un Papa ilcui scopo (spirituale) è quello dielargire continui input che pos-sano aiutare il famoso “gregge”,che ora più che mai cerca le

braccia di un pastore. Molti, in-fatti, hanno trovato fiducia incolui che viene “dall’altra partedel mondo”, come si è autode-finito il Pontefice dal balcone diSan Pietro nel giorno della suaelezione. Gli incoraggiamenti“vestiti di bianco” però nonsono solo questi, anzi, spessorisuonano con tono ancora piùperentorio: «Dio ci dà il corag-gio di andare controcorrente.Sentite bene, giovani: andarecontrocorrente; questo fa beneal cuore, ma ci vuole il coraggioper andare controcorrente e Luici dà questo coraggio!». Questafrase può ricordare a qualchenostalgico quella che è diven-tata la massima di uno dei can-tautori più grandi del 900italiano, Fabrizio De Andrè, ilquale, esclamando in SmisurataPreghiera «Per chi viaggia in di-rezione ostinata e contraria»,sembra richiamare a raccoltanon solo quel popolo immagi-nario di ultimi e derelitti chevengono citati nella canzone,ma anche coloro i quali, soffo-cati da diverse condizioni, de-vono viaggiare in direzioneostinata e contraria. Così fa-cendo, inesorabilmente, incon-trano muri e ostacoli il cuisuperamento, stando alle pa-role del Papa, dà effetti beneficial cuore, in chiave mistica e re-ligiosa. Quel cuore che devepompare per l’abbattimentodelle barriere, dei confini e deilimiti, i quali soggiornano solonella nostra testa. Questa, pro-babilmente, può essere consi-derata la summa della frasestessa. Superare con coraggiociò che la vita ci presenta. Co-raggio che, secondo Bergoglio,è offerto da Dio. Ciò che più ha colpito, recente-mente, il mondo giornalistico

italiano è stata l’intervista rila-sciata dal Papa a Eugenio Scal-fari, fondatore di “LaRepubblica”. Un’intervista che,giornalisticamente parlando, èuno scoop, un pezzo da primapagina, un colpaccio. Ma che inrealtà non è solo questo. Infattiquell’intervista si è dimostrataun incontro epico. Un verticefra sacro e profano. La verità,laicamente intesa, sfida a singo-lar tenzone il credo religioso. Edanche in quest’occasione, dienorme rilevanza mediatica, ilPapa ha iniziato il colloquio par-lando dei giovani. Come se que-sti fossero il suo cruccio, il suopensiero fisso e costante. Queigiovani che, senza lavoro, nonsono autonomi, liberi, uomini.Quei giovani che rappresentanouna pecca della nostra società,poiché lasciati in balia del nulla.«I giovani [hanno bisogno] di la-voro e di speranza, ma nonhanno né l'uno né l'altra, e ilguaio è che non li cercano più.Sono stati schiacciati sul pre-sente. Mi dica lei: si può vivereschiacciati sul presente? Senzamemoria del passato e senza ildesiderio di proiettarsi nel fu-turo costruendo un progetto,un avvenire, una famiglia? Èpossibile continuare così? Que-sto, secondo me, è il problemapiù urgente che la Chiesa ha difronte a sé». Papa Francesco, difronte a uno dei più grandi gior-nalisti italiani, oltre a spiegarela fede e il credo religioso,spiega i giovani. Come se fos-sero l’inizio d’ogni sua preghiera.

Gaetano Gatì

Giurisprudenza

O

6Aìko

VITA UNIVERSITARIA

ono moltigli stu-

denti che, con-seguito ildiploma, deci-dono di lasciarela propria casaper studiare al-

trove. C’è chi si sposta dipochi chilometri, chi di tanti,ma ciò che conta è che sonocirca 7000 ogni anno i corag-giosi che si trovano a viverequesta esperienza. Espe-rienza sicuramente molto piùimportante di quel che ap-pare, e che fa emergere latipositivi e negativi sia delfuori sede sia della realtà chelo circonda.La vita da fuori sede è moltodura: sin da subito ci si ri-trova a dover affrontare queiproblemi che accomunanotutti coloro che hanno decisodi vivere fuori casa, chi inmaniera più accentuata, chiin maniera più tollerabile.Il primo problema è sicura-mente quello dei coinquilini:tutti almeno una volta nellavita ne hanno avuto o neavranno uno che ha fatto, fao farà vivere le situazioni piùassurde. Ciò è dovuto princi-palmente al fatto che tutti icoinquilini, prima di esserecoinquilini, sono anche lorodei fuori sede alle primearmi.Poi ci sono le pulizie. Anchequesta è una delle problema-tiche che, anche se meno ri-levante della precedente,riguarda tutti gli studenti

fuori sede, sia da un punto divista personale sia da quellodi relazione con gli altri. Perquanto riguarda il primoaspetto, è bene cercare di or-ganizzarsi sin da subito inmodo tale che ciò che possasembrare impossibile aprimo impatto poi diventiqualcosa di ordinaria routinequotidiana. Per il secondo,che si pone in maniera untantino più difficile, è benestabilire sin da subito delleregole.È presente nella vita del fuorisede anche il problema del-l’autogestione economica,poiché mai come in questocaso i soldi non sono mai ab-bastanza, tra le tasse, l’af-fitto, il costo elevato dellavita nelle città universitarie.È veramente difficile gestirsi,e in questo caso è doverosoorganizzarsi sin da subito percercare di pesare il menopossibile sul bilancio fami-liare o personale.La mancanza degli affetti delproprio paese di origine èuno degli scogli più duri chesi trova ad affrontare unfuori sede. All’inizio sem-brerà qualcosa di insormon-tabile, ma, man mano che sicomincerà a socializzare conaltre persone che farannoparte della nuova vita, si af-fievolirà e, anche se nonscomparirà completamente,diventerà qualcosa di piùmarginale.Non manca sicuramente al-l’appello delle problematiche

da studente fuori sede laspesa. Questo, anche selieve, è un problema checoinvolge soprattutto gli co-loro che si trovano nelleprime fasi di questa nuovaesperienza. Anche in questocaso vale la regola del sa-persi organizzare, sia se laspesa si fa singolarmente siase la si fa con i coinquilini.Meno problemi sicuramenteli avranno coloro che sonofuori sede ma non molto di-stanti da casa, ai quali a farela spesa più consistente cipensano ancora mamma epapà. Più difficile sarà per co-

loro che distano parecchioda casa: in quel caso do-vranno provvedere intera-mente da soli a fare la spesa,anche se sicuramente nonmancherà l’aiuto anche inquesto caso dei genitori conla spedizione del famoso“pacco” con tutte le delizietipiche della propria regione.Altro classico problema, checoinvolge molti studenti fuo-risede, è quello degli affitti:infatti sono molti coloro che

si ritrovano costretti a viverein abitazioni precarie, in caseche non vengono sottopostead interventi di manuten-zione da moltissimo tempo,piccolissime, spesso senzaregolare contratto di affitto,quindi senza neanche un mi-nimo di tutela, il che non faaltro che far vivere il fuori-sede in una situazione diestremo disagio.Nonostante tutti questi pro-blemi, che purtroppo sonoun dato di fatto, la vita dafuori sede è qualcosa diestremamente bello e stimo-lante, perché ti permette di

vivere “da adulto” a 360gradi, sia in negativo che inpositivo; infatti è proprio datutte queste situazioni nega-tive che si colgono gli aspettipositivi del vivere fuori sede,di cui si fa esperienza solo aquesta età e che nessunomai ti ridarà.

Lucia Iemme

Felicia Oleandro

Giurisprudenza

Studenti fuori sede:

storie di quotidiana sopravvivenza

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7Aìko

Erasmus: Roma - Madrid A/R

VITA UNIVERSITARIA

Erasmus: Madrid - Roma A/R

ono più di tremilioni gli stu-denti che dal1987, anno di

nascita del programma Era-smus, hanno fatto le valigie esperimentato lo scambio uni-versitario a livello europeo, perun periodo che va da tre mesi aun anno. Gli italiani sono tra iprimi per mobilità e numero distudenti accolti in questoquarto di secolo: a conferma diciò, lo scorso anno la percen-tuale di Erasmus italiani è cre-sciuta del 6%. Tra questi ci sonoanch’io. Dal momento in cui sul sitoLUMSA è comparso il bandoper le borse del progetto euro-peo (come ogni anno, tra la finedi gennaio e i primi di marzo),sono stata assalita da curiositàe dubbi, che presto si sono tra-sformati in un mix di eccita-zione e paura. A chi mi chiedeperché ho scelto di partire, girola domanda e rispondo: «Perché no?».

Certamente le difficoltà cui vaincontro un “aspirante Era-smus” sono diverse. Il primogrande quesito riguarda lascelta della destinazione: laLUMSA offre periodi di perma-nenza in università apparte-nenti a 27 Paesi dell’UnioneEuropea e altri quali Islanda eTurchia. La scelta dell’ateneo vaponderata in primis a partiredal proprio percorso di studi edalle proprie capacità linguisti-che, e non solo in base al desi-derio di vivere realtà altre cheanimano il nostro immaginario,ma che spesso possono noncoincidere con ciò che ci at-tende nel Paese di destina-zione. Il passo seguente è laricerca d’informazioni praticheindispensabili a chiarire allostudente il tipo di avventurache gli si prospetta. L’entità eco-nomica della borsa di studio,per esempio, varia a secondadel contributo nazionale che siva ad aggiungere alla cifra euro-pea media (pressoché fissa

negli ultimi anni) di circa 250euro mensili. Nel caso dellaLUMSA, c’è la possibilità di unulteriore incremento di talesomma grazie ad un fondo pro-prio dell’ateneo, seppure sog-getto a variazioni data anche lagrande quantità di domandeper l’Erasmus.Tra gli ostacoli che angosce-ranno poi chi ha deciso di iscri-versi al bando c’è sicuramentela grande mole di documentiche la procedura richiede. Perfortuna, però, gli interlocutoricon cui affrontare questo edaltri problemi sono molti, in pri-mis l’Ufficio Relazioni Interna-zionali, che diventerà un portosicuro nel mare magnum dellaburocrazia. Altrettanto fonda-mentale si rivela essere il con-fronto con altri studenti, exErasmus e altri “quasi – Era-smus”, nonché ragazzi stranieriche hanno scelto di venire inItalia. Le occasioni d’incontronon mancano: i corsi di linguaorganizzati dall’università, ad

esempio, sono una buona pale-stra. Lo stesso vale per l’ESN,l’organizzazione degli studentiErasmus presente in tutta Eu-ropa, tramite cui prendere con-tatti utili anche alla ricercadell’alloggio nel Paese di desti-nazione, sia che si tratti di unpiso compartido o di un college. Infine, ciò che risulta realmenteindispensabile è una buonadose di curiosità, motore che cispinge a metterci in gioco e adaprirci, non senza timore, aduna dimensione sovranazionaleche culturalmente ancora pococi appartiene. L’Erasmus, come esperienzacomplessa di formazione, è indefinitiva una buona rispostaper chi, come ha scritto Calvino,«d’una città non gode le sette ole settantasette meraviglie, mala risposta che dà ad una tuadomanda».

Pia Stisi

Produzione culturale: testi e

format per l'audiovisivo

S

o scelto difare il mio Era-smus a Roma

tantissimo tempo fa.Comunque, anche se almenoquesto mi era chiaro, sono statiparecchi gli ostacoli incontratiman mano che la partenza siavvicinava.La prima difficoltà da affrontareè la lingua. Conviene comin-ciare a studiare almeno le no-zioni basilari della lingua delPaese di destinazione primadella partenza, soprattutto per-ché uno dei prerequisiti per en-trare in tante università è avereun certo livello linguistico certi-ficato. Una buona idea è usu-fruire delle borse di studio peruno dei corsi EILC offerti dal-l’Unione Europea, così da rin-frescare quanto già appreso o

avere in questo modo un primocontatto con la lingua.D'altra parte, una volta supe-rato il problema linguistico,resta da affrontare la burocra-zia. Decisa la città in cui trasfe-rirsi, tocca scegliere l'università.Bisogna passare diverse ore aleggere informazioni sui corsidelle varie lauree cui è possibileaccedere, per vedere qualisono più interessanti, e fareuna ricerca sull'università (i suoimezzi, la qualità della forma-zione, i tipi di servizi che forni-sce, qual è la sua posizione...).Insomma, il processo che portaad avere assegnato il posto è al-quanto lungo e tedioso.Nel mio caso, dopo lunghe ri-flessioni, la mia prima opzioneè stata la LUMSA. Siccome èun'università privata, tutti i con-

tatti amministrativi sono più fa-cili e veloci. Ho anche valutatola sua ubicazione privilegiata,che mi avrebbe permesso diabitare vicino al centro di Romae di vivere così al meglio la città.Un altro elemento che mi ha in-coraggiato a scegliere la LUMSAè stato provare a formarmi unanno in un'università privata ecomparare le differenze con ilsistema pubblico. Ora che sonoqui già da qualche mese, possodire che l'attenzione durante lelezioni è concentrata sulle sin-gole persone dato che le classisono piccole, e questo è ungran vantaggio per gli studenti.Una volta assicurato il posto, mirestava da elaborare solo ilpiano di studi, cosa che non èpoi molto complicata. Infine, prima di partire bisogna

tener conto di quella che èforse la parte più difficile: biso-gna essere consapevoli che nelgiro di pochi mesi ce ne an-dremo via e lasceremo per unpo’ nel nostro paese i nostriamici, la nostra famiglia, la no-stra relazione di coppia... Maanche se all'inizio adattarsi puòrisultare un po’ duro, il risultatoformativo dell’Erasmus è ric-chissimo. La mente si apre adaltre culture e maniere di capireil mondo, rompendo i precon-cetti. Senza dubbio, è un'espe-rienza che ti fa crescere comepersona e maturarerapidamente.

Nerea Crespo Dìaz

Grado en Periodismo y Comu-

nicaciòn Audiovisual

8Aìko

VITA UNIVERSITARIA

Stage: come cambia con la Riforma Fornero e quali opportunità offre

l primo impatto cheogni studente ha

con il mondo del la-voro avviene attraverso un pe-riodo di tirocinio pressoun’azienda o un ente pubblico.Il tirocinio formativo ha comescopo l’arricchimento del baga-glio di conoscenze e l’acquisi-zione di competenzeprofessionali. È, dunque, un pe-riodo di orientamento al lavoroe di formazione in una situa-zione che non si configuracome un reale rapporto di la-voro. I destinatari sono tutti co-loro che hanno conseguito untitolo di studio entro e nonoltre i 12 mesi dall’inizio del ti-rocinio, che mediamente durasei mesi (sono ammesse proro-ghe e, in alcuni casi, si può pro-cedere alla sospensione dellostesso). L’ordinamento italianocontempla diverse tipologie distage che sono regolamentatein relazione al soggetto che par-tecipa al progetto formativo ealle finalità dello stesso. Sonostati molteplici gli interventi le-

gislativi che hanno modificatola regolamentazione della ma-teria, ma il vero cambio di rottarispetto al passato si è avutocon l’entrata in vigore della Ri-forma del mercato del lavoro,noto anche come Riforma For-nero, attuato con la legge del28 giugno 2012, n.92. Il comma34 dell’art. 1 della stessa di-spone che, entro centottantagiorni dalla data di entrata in vi-gore della legge (che è avve-nuta il 18 luglio 2012), ilGoverno, le regioni e le provin-cie autonome di Trento e Bol-zano concludano un accordoper la definizione delle lineeguida in materia di tirocini for-mativi e di orientamento. Taleprevisione si è concretizzata inuno schema di accordo che haportato, lo scorso 24 gennaio2013, la Conferenza delle re-gioni e delle province auto-nome a sancire l’accordoprevisto. Le modifiche e le ag-giunte fatte sono state intro-dotte con l’art. 2 del decretolegislativo n. 76 del 18 giugno

2013, successivamente conver-tito nella legge 99/2013. Novitàrispetto al passato è l’introdu-zione di un’indennità minimagarantita non inferiore ai 300 €lordi mensili. Nel caso di tirociniin trasferta, al di fuori della cittào regione nella quale si svolge iltirocinio, il rimborso spese pre-visto è di 46,48€ al giorno chediventano 77,47 € per le tra-sferte effettuate all’estero, alnetto delle spese di viaggio e ditrasporto. Solitamente il tiroci-nio viene promosso da Regionie Province autonome ma tra ipromoter troviamo anche i cen-tri per l’impiego e le agenzie re-gionali per il lavoro, gli istituti diistruzione universitari, statali enon, abilitati al rilascio di titoliaccademici, centri di forma-zione professionale e di orien-tamento pubblici o apartecipazione pubblica e sog-getti autorizzati all’intermedia-zione dal Ministero del Lavoro.Come si attiva un tirocinio. In-nanzitutto è necessario stipu-lare preventivamente una

convenzione fra soggetti pro-motori e soggetti ospitanti pub-blici o privati. A questa si allegail progetto formativo indivi-duale preparato sulla base dimodelli predefiniti da Regioni eProvince autonome. Il tiroci-nante interessato ad avviare unperiodo di formazione deve ri-volgersi presso uno dei centrimenzionati, tra cui l’UfficioStage e Tirocini della propriauniversità. L’obbligo dello sta-giaire è quello di attenersi aquanto previsto nel progettoformativo individuale, svol-gendo le attività concordatecon il tutor responsabile dell’or-ganizzazione dello stage. Il pro-motore, al termine del periodo,rilascerà un’attestazione dei ri-sultati ottenuti e specificherà leeventuali competenze acqui-site. L’esperienza di tirocinio ef-fettuata dovrà esseresuccessivamente registrata sulLibretto formativo del cittadino.

Alessandra Vernile

Relazioni Internazionali

scriversi all’uni-versità è sem-

pre un passodifficile da affrontare. E appenadopo l’iscrizione al propriocorso di laurea le difficoltà sem-brano aumentare a dismisura.Ogni studente che abbia intra-preso in maniera seria il propriopercorso didattico si sarà sicu-ramente chiesto: quale esamesarebbe meglio sostenere nellaprossima sessione? Su qualetesto è preferibile studiare? Èconveniente seguire questo oun altro corso? Per risponderea questi interrogativi, la mag-gior parte degli studenti si af-fida spesso ai consigli di amici,fratelli e sorelle maggiori, com-pagni di corso, coinquilini. Tut-

tavia, i consigli che talvolta si ri-cevono possono essere fuor-vianti, non per mala fede, maper inesperienza del consi-gliere, per distrazione o, piùsemplicemente, perché lostesso consigliere è confuso nelsuo percorso di studi. Allora,proprio per ricevere una rispo-sta seria e professionale a taliquesiti, ci si può rivolgere ad unapposito UFFICIO TUTOR, isti-tuito presso ogni dipartimentodel proprio Ateneo, la cui esi-stenza però è spesso scono-sciuta agli studenti. La figura deltutor è costituita da professori,dottorandi, o ancora da laure-andi, i quali sono preposti al-l’aiuto degli studenti e alsupporto della loro carriera uni-

versitaria. Il tutor può soste-nere lo studente nell’affrontarein maniera proficua ed efficaceil proprio percorso di studio,fornendo informazioni su comepreparare in maniera solida eaccurata un esame, oppure mo-nitorando il livello di progres-sione nell’analisi e nellaripetizione di un testo scienti-fico, o pianificando in manierarealistica ed efficiente sia le ses-sioni di esame sia le sessioni dilaurea. Inoltre, il tutor opera instretto contatto con altri organiaccademici, come l’ufficio Rela-zioni Internazionali o come l’uf-ficio Stage e Tirocini, o come leSegreterie studenti e le Segre-terie di Dipartimento, cosicchélo studente possa sempre es-

sere indirizzato nella sede cor-retta, in relazione alle proprienecessità. Per rivolgersi al ri-spettivo tutor di riferimento econoscerne i giorni e gli orari diricevimento, è possibile visitareil sito web di ateneo, ricercandol’apposita pagina dedicata al tu-torato, costantemente aggior-nata da tutti i dipartimenti.Usufruire dell’Ufficio Tutor puòrivelarsi, soprattutto per tutti glistudenti che sono all’inizio delproprio percorso universitario,una tra le carte vincenti per rag-giungere quell’eccellenza che,da più di settant’anni, la LUMSApersegue alacremente.

Stefano Billi

Giurisprudenza

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Tutor, un aiuto concreto per lo studente

VITA UNIVERSITARIA

GOOD MORNING, YOUTH!

la prima piattaforma di dibattito

per gli studenti LUMSA

Cos’è?GOOD MORNING, YOUTH! èun progetto nato da tre stu-denti della facoltà di Scienzedella Comunicazione dellaLUMSA interessati ad analiz-zare i processi storici, politicie sociali che caratterizzano ohanno caratterizzato lo sce-nario italiano ed internazio-nale.

Quali sono gli obiettivi? L’obiettivo è quello di creareun luogo di incontro per glistudenti interessati ad appro-fondire criticamente le dina-miche socio-culturali dellastoria, rimanendo sempreconcentrati sugli avvenimentidei nostri giorni. Inoltre ci sipropone di informare su te-matiche che non sempresono poste come prioritàdall’agenda dei media, mache sono di notevole inte-resse per una cittadinanza at-tiva e consapevole.L’intenzione è quella dicreare una rete di studentiattivi all’interno dei vari di-partimenti della LUMSA, cheinsieme possano favorire la li-bera circolazione di idee cheportino ad un confrontoaperto e costruttivo.

Perché? Per coinvolgere gli studentidesiderosi di fare, di appren-dere e di esprimere la propriaopinione, per far nascere lavoglia di analizzare in pro-

spettiva critica la realtà edare la possibilità di esporsi adibattiti e confronti.

Come?Organizzando una serie di in-contri, che andranno da di-cembre 2013 fino a maggio2014, all’interno dei qualiverrà presentato un tema at-traverso slide e materiale in-formativo preparato daglistudenti; durante l’incontrointerverranno anche dei te-stimoni esterni che racconte-ranno la loro esperienzadiretta sul tema, fornendo ilpunto di vista di chi ognigiorno se ne occupa. Puntocruciale di ogni incontro saràla parte finale, quella del di-battito, dove ognuno potràesprimere liberamente leproprie idee.

Primo IncontroMartedì 3 Dicembre p.v. siterrà il primo incontro delprogetto, che verterà sulla si-tuazione delle carceri e sullaviolazione dei diritti umani al-l’interno delle stesse. I temiche verranno affrontati ri-guardano le motivazioni delsovraffollamento carcerario ele possibili soluzioni a questoproblema. Ci sarà, inoltre,uno spazio dedicato ad unapprofondimento sulle mi-sure alternative alla deten-zione. Durante l’incontrointerverranno il Dott. Gio-vanni Tamburino, Capo del

Dipartimento dell’Ammini-strazione Penitenziaria(D.A.P), e Valentina Vitale,membro dello staff del Di-fensore Civico di ANTIGONE,associazione attiva nella di-fesa dei diritti dei detenuti.Nelle nostre carceri vengonoogni giorno violati i dirittiumani, ma in che modo?Non viene fornita assistenzasanitaria, spesso manca il ri-scaldamento, ma soprat-tutto i detenuti sonocostretti a vivere in spazi an-gusti e affollati. Un caso si-mile è stato registrato nelcarcere di Bari, con undicipersone costrette a soprav-vivere in venti metri quadrati. Situazione degra-dante, non degna di unpaese democratico qualedovremmo essere. La CorteEuropea di Strasburgo ha di-chiarato, analizzando la gra-vità delle condizioni di vitadei detenuti, che l’Italia è re-sponsabile della violazionedei diritti umani. Le do-mande che sorgono sponta-nee sono molte: perché nonsi risolve il problema? Pos-sono bastare un indulto eduna amnistia per diminuire ilnumero dei detenuti? È giu-sto cominciare a considerarei tossicodipendenti comepersone che necessitano diun percorso riabilitativo,quindi fuori dal carcere, enon come detenuti? Ri-guardo a questo, si pensi

che, nel solo carcere di Re-gina Coeli a Roma, il 30% deidetenuti è tossicodipen-dente.

Secondo IncontroÈ in programma tra Gennaioe Febbraio 2014 un secondoincontro sul problema del-l’immigrazione in Italia conriferimento alle politiche europee.

GOOD MORNING, YOUTH! èanche social, essendo attivosul web attraverso la paginaFacebook. Vi invitiamo a clic-care su “Mi piace” per rice-vere aggiornamenti suglieventi in programma, noti-zie e approfondimenti suitemi che verranno discussi.

Vi esortiamo a parteciparenumerosi al progetto per farsì che la nostra indifferenzanon sia più complicità.

Chiara Lorentini

Francesca Attolino

Ludovico De Angelis

Scienze della

Comunicazione

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CULTURA

In-dipendenti:

una riflessione

ipendenzadi per sé

non è un bel voca-bolo. Fa paura. Al-

lontana, ma allo stessotempo avvicina incredibil-mente. La dipendenza è tor-bida, poco chiara. Molto piùchiara al soggetto passivo chea quello agente. E qui il rap-porto si inverte. Il soggettopassivo è infatti l'oggettodella dipendenza, il punto diarrivo o di mai partenza delsoggetto dipendente, dun-que del soggetto attivo. Ilmeccanismo è decisamenteperverso e poco chiaro. IrvineWelsh nel suo celeberrimoTrainspotting entra, con effi-cacia neo-realista, nel mondodei giovani scozzesi durante ilperiodo Tatcher. La droga nonè altro che l'oggetto che ac-comuna i protagonisti. Ilmezzo che spinge tutti allamiserrima condivisione dellastessa condizione. Un com-plesso pretesto per poter af-frontare questioni altrettantocomplesse e maggiormenteintrinseche alla naturaumana. Dipendenza non èuno status fine a se stesso.Dipendenza è "dipendenzadalla dipendenza". Bieca ecieca sottomissione a sestessi, alla sfera messa a ta-cere delle proprie debolezze.Dipendenza è progressivo au-toconvincimento di esserenel giusto pur consapevoli diessere in errore. Indescrivi-bile terrore di uscire da sestessi per potersi osservare

accartocciati come un fogliodi carta sporco e impolveratolasciato nell'angolo più in-fimo della propria anima. Ladroga non è che un gravepretesto per marchiare afuoco il vuoto che paralizza.Un'ancora alla quale aggrap-parsi con tutte le proprieforze per fuggire dall'insoddi-sfazione di se stessi e giustifi-carsi nella consapevolezza disbagliare. Dipendenza è unaschiavitù senza pari e la solauscita di sicurezza è la propriaanima. Essere indipendentida se stessi prima ancora chedagli altri. Riuscire ad interio-rizzare a tal punto il concettodi indipendenza tanto da ren-derlo un dato assunto nonpuò che portare ciascuno dinoi alla perfetta autosuffi-cienza spirituale. Rimanefermo, tuttavia, il sostanzialebisogno che ciascuno di noiha di ricevere dal mondoesterno tutta una serie di se-gnali e conferme che altri-menti da soli non potremmomai darci, se non peccandodella più falsa misantropia.Autonomia non è bastare ase stessi. Autonomia è l'appli-cazione positiva del "gnotiseauton" delfico: conoscerese stessi per apprezzarsi ap-pieno. Possedere una tale si-curezza della propria bellezzadi esseri umani in carne edossa, tale da rendersi contodi quanto si possa essere in-dipendenti per se stessi. Au-tonomia è tante cose tutteinsieme. E' indipendenza, au-

tosufficienza, voglia di eva-sione da se stessi prima chedal mondo circostante. Cre-scere. Saper e voler dire dino. Autonomia è spiccare ilvolo con tutte le proprieforze. La carica del primo sti-pendio. L'indescrivibile vogliadi indipendenza da tutto e datutti. Autonomia è il coraggiodi chi fa una valigia piena diricordi e affetti da portareovunque il lavoro legherà. In-dipendenza lavorativa è li-bertà, e libertà è autonomia.Adattabilità e spirito libero.Indipendenza economica èavere il coraggio di saltare daltrampolino più alto e ri-schiare. Rischiare di non tro-vare il lavoro che da sempresi è desiderato. Rischiare diesserne immediatamente de-lusi. Ma che importa?! Indi-pendenza è rischio. E rischioè guardare più avanti del pre-sente. Essere indipendentiporta necessariamente a vi-vere in un presente progres-sivo continuo. Ad inforcare gliocchiali dell'esser pronti adaffrontare ogni situazione, adaccettare molte condizioni,pur di continuare a riuscire avedere uno spiraglio di pro-getto. Il sogno americano hatante sfaccettature. Una diqueste è proprio la capacitàdi riuscire a vedere dietro lecose, di percepire il progettodella propria vita dietro unmestiere o una condizionenon del tutto accattivanti almomento. Indipendenza è di-namica pura, rapidità. Dipen-

denza è un'inconscia apatia.Un morboso e statico attac-camento a ciò che è altro perpoter fuggire da sé. Non ri-cordo con esattezza chi fu adire che sono i forti a doversidifendere dai deboli. Duesono le categorie di deboli: ipotenzialmente forti e i de-boli convinti. I primi, consa-pevoli della propriaconvinzione, vivono perpoter cambiare, per potersiaffrancare da loro stessi, dallaschiavitù più violenta. I se-condi, invece, sguazzanonella propria debolezza. Con-sapevoli del proprio male divivere, pur di non allontanar-sene per autocompiacimentoindotto o becera pigrizia, siaggrappano con la stessaforza figurativa delle animedannate di Doré alle gambedei cosiddetti forti, trascinan-doli con sé nel vorticoso buiodella debole dipendenza. Lavita è un gioco di apparenze:il forte è solo apparente-mente forte e il debole è soloapparentemente tale, e lasola plausibile soluzione aquesto grottesco gioco piran-delliano delle maschere del-l'anima sta nel cercare disvicolare dalla dipendenzaper vivere una sana, unica emovimentata indipendenza.

Rachele Antonia

Gianfagna

Giurisprudenza

D

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CULTURA

Eventi romani da non perdere: dicembre 2013 – marzo 2014

ei il tipico stu-dente in crisip r e - e s a m e ,

frustrato dalla monotonia deicaratteri del libro e con la scri-vania sommersa da evidenzia-tori e penne di ogni tipo?Tranquillo, ti proponiamo unaguida pratica per vivere ap-pieno la tua esperienza univer-sitaria nella Capitale. Perché, infondo: studere, studere, postmortem quid valere? Allora,promemoria alla mano e tantavoglia di uscire e godere dei pic-coli piaceri della vita, con un oc-chio al portafoglio e l’altro allacultura.

Il Palazzo delle Esposizioni (ViaNazionale, 194) ogni primomercoledì del mese dalle ore14.00 alle 19.00 offre l’ingressogratuito per i visitatori under30. Gli studenti, ricercatori, dot-

torandi degli atenei romani (siapubblici che privati), il venerdìe il sabato, dalle ore 19,00 finoalla chiusura della biglietteria,hanno diritto ad acquistare il bi-glietto di ingresso alle mostre alprezzo di € 4,00. In tutti gli altricasi i giovani fino a 26 annihanno diritto al ridotto alprezzo di €6,00. www.palazzo-delleesposizioni.it

Presso la biglietteria AGIS La

Sapienza (Viale Regina Elena,334), riservata ai soli studentiuniversitari, possono essere ac-quistati biglietti per il cinema eil teatro a costi ridotti fino al50%. Orari: dal lunedì al ve-nerdì ore 10.00 - 17.30.Info: tel. 06 97276594 - [email protected] -www.spettacoloromano.it/tea-tro-30-e-lode/biglietterie-uni-versitarie/.

Segnaliamo inoltre il Botte-

ghino Last Minute Teatro

(presso Libreria Arion Z Sotto-passo piazza Fiume), dove èpossibile l’acquisto immediatodi biglietti all’ultimo minuto, aprezzi scontatissimi (fino al50%) per gli spettacoli delgiorno, e anche l’acquisto di bi-glietti del cinema Adriano(Piazza Cavour, 22/B) a soli3.00€. Orari: dal martedì al sa-bato dalle 13.00 alle 19.45 –domenica dalle ore 12.00 alleore 16.00. Info: tel. 0644117799 - [email protected] - www.spettacolo-romano.it/last-minute-teatro/.

La LUMSA, inoltre, ha stipulatonumerose convenzioni per stu-denti e personale, con scontifino al 10%, disponibili fino alluglio 2014 e consultabili sulsito di Ateneo

all’indirizzo www.lumsa.it/vivi-lumsa_convenzioni. Quindi, caristudenti, munitevi del badgedella LUMSA e date libero sfogoalle vostre passioni! In particolare, vi segnaliamo ilTeatro Olimpico di Roma, sito apiazza Gentile da Fabriano 17,che applica il 10% di sconto subiglietti e abbonamenti neigiorni dal lunedì al giovedì (info:tel. 06.32.65.991 - http://tea-troolimpico.it/) e il Teatro

Ghione, sito in via Delle Fornaci37, che permette l’acquisto dibiglietti a € 16,00 anziché€25,00 (info: tel. 06 6372294 /06 39670340 - [email protected] - http://www.teatro-ghione.it/).

Noemi Rambaldi

Giurisprudenza

Guida alla sopravvivenza (economica) dello studente universitario:

cinema, teatri e musei low cost

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Enrico Brignano

presenta Il RugantinoTeatro Sistina, Via Sistina n.129

14 nov. 2013 – 9 feb. 2014

Brignano torna in scena per ce-lebrare il 50esimo anniversariodel Rugantino, con lui una com-pagnia composta da 20 attori,20 ballerini solisti e un’orche-stra dal vivo. La messa in scenaverrà curata dallo stesso Bri-gnano, che riprenderà la regiaoriginale di Garinei e Giovan-nini. PREZZI da martedi a giovedi:poltronissima € 71.50, poltronae prima galleria € 62.00, se-conda galleria € 54.00, terzagalleria € 38.00 /da venerdi adomenica: poltronissima € 83.00, poltrona e prima galle-ria € 71.00, seconda galleria € 61.00, terza galleria € 43.50ORARI da martedì a sabato: ore21.00 /domenica: ore 18.00INFO http://www.ilsistina.it/ [email protected] - tel. 064200711

Cézanne e gli artisti

italiani del '900 Complesso del Vittoriano, Via di

San Pietro in Carcere

5 ott. 2013 – 2 feb. 2014

L’esposizione raccoglie circa100 opere di Cézanne e di al-cuni tra i più importanti artistiitaliani del XX secolo. In questamostra lo spettatore compie unviaggio nella mente del pittoree ci viene mostrato il modo incui molti artisti italiani hannosaputo seguire il sentiero da luitracciato.PREZZI intero € 12,00 - ridotto€ 9,00ORARI lunedì - giovedì: ore9.30-19.30 / venerdì – sabato:ore 9.30-23.30 / domenica: ore9.30-20.30INFO [email protected] - tel. 06 6780664 -6780363

National Geographic, 125

anni.La grande AvventuraPalazzo delle Eposizioni, Via Na-

zionale n.194

28 set. 2013 – 2 mar. 2014

Un viaggio nel tempo, foto checreano emozioni, antico e mo-derno che si fondono, dandovita ad una mostra che arricchi-sce l'anima. Interessanti, oltreche le meravigliose foto, anchele frasi che troverete sulle pe-reti del museo, un aforismariograzie al quale usciamo dallamostra arricchiti non solo visi-vamente ma anche spiritual-mente. PREZZI intero: € 7,50, ridotto: €6,00ORARI martedì – mercoledì –giovedì: ore 10.00 - 20.00 / ve-nerdì – sabato: ore 10.00 -22.30 / domenica: ore 10.00 -20.00INFO http://www.palazzoespo-sizioni.it/Home.aspx - tel. 0639967500

I libri degli altri”. Il lavoro

editoriale di Italo CalvinoBiblioteca Nazionale Centrale di

Roma, Viale Castro Pretorio 105

25 ott. 2013 – 31 gen. 2014

Un Calvino diverso, critico mi-litante e mediatore culturaledell’Italia del secondo 900, "let-tore" curioso della giovane let-teratura, ideatore e promotoredi iniziative editoriali innova-tive. Lettere, prime edizioni, ar-ticoli, autografi, sopraccoperteautografate, questo si pro-spetta a chi visiterà la mostra. PREZZI ingresso gratuitoORARI lunedì - venerdì: ore10.00 - 18.00 / sabato: ore10.00 - 13.00 INFO http://www.bncrm.li-brari.beniculturali.it/ - [email protected] - tel.064989344

Andrea Pulcini

Editoria

multimediale e

giornalismo

CULTURA

La nostra generazione in “due capitoli”:

La Vita di Adèlere ore di proie-zione scorrono

in un attimo graziealla straordinaria ca-

pacità di Kechiche di far immer-gere lo spettatore così a fondonella storia da poter stralciarnela trama, farne assaporare soloi momenti essenziali, lasciandoa noi in sala il compito di imma-ginare ciò che accade nelle el-lissi tra un capitolo e l’altro dellavita di Adèle. L’occhio magico eimpertinente della macchina dapresa gioca sulla “misteriosa de-bolezza del volto umano”, suprimissimi piani e dettagli chelasciano sullo sfondo la tran-quilla esistenza nella cittadina diLille per concentrarsi sugli occhi,sull’animo tormentato di questagiovane donna al cui “cuoremanca qualcosa”. Nasce cosìuna storia universale, alla scoperta di se

stessi, una storia di sofferenza,crescita, insoddisfazione e rea-lizzazione, Amore e Libertà, nonsolo sessuale. Kechiche, infatti,narra con estremo realismo l’at-trazione magnetica fra Adèle edEmma, ma non è l’omosessua-lità il focus della pellicola, ched’altronde rifiuta qualunque eti-chetta: è la profondità dei senti-menti che segnano i volti dellegiovani protagoniste. Il corpo di-venta solo lo strumento attra-verso cui l’anima affiora insuperficie ed esplode con tuttala sua forza. Ecco perché La vitadi Adèle ha oscurato ogni altrapellicola in concorso a Cannes.Entra nella pelle attraverso sen-timenti e bisogni comuni a tutti.Parla di scelte, apparentementedefinitive, della necessità di tro-vare il proprio posto e la propriaidentità; allude agli scontri ge-nerazionali e ai pregiudizi e alle

incomprensioni, e lo fa con ungusto vagamente bohème, perquesto, forse, più accattivante.Adèle rappresenta un’intera ge-nerazione di giovani che cer-cano di colmare un buco nelcuore; educati dal presente adaver paura del futuro e dell’in-certezza; atterriti dall’idea di es-sere abbandonati; disposti acostruire la loro esistenza me-diando tra ciò che desiderano eciò che la realtà offre, senzaperò rinunciare alla speranza eall’engagment, l’impegno . Gio-vani consapevoli che la loro vita,come quella di Adèle, non si in-terrompe con i titoli di coda,continua anche quando loschermo si oscura e si riaccen-dono le luci, perché, in realtà,questi sono solo i primi due ca-pitoli e, per scrivere gli altri, bi-sogna voltare pagina,allontanarsi da ciò che ostacola

il cammino. Proprio come faAdèle.

Titolo originale: La vie d’Adèle -

Chapitres 1&2. Regia: Abdellatif

Kechiche. Con: Adèle Exarcho-

poulos, Léa Seydoux. Dramma-

tico, 179’. Francia 2013.

Distribuzione (Italia): Lucky Red

Valeria Verbaro

Scienze della comunicazione,

informazione e marketing

T

ew, il nuovoalbum di Paul

McCartney, è uscitoil 14 ottobre scorso, anticipatodall’omonimo singolo e da unconcerto a sorpresa tenuto aTimes Square. Si tratta del16esimo disco da solista dell’exBeatle, che arriva a sei anni didistanza dall'ultima raccolta diinediti. L’album è composto da 12 brani,in bilico tra nostalgia ed innova-zione. Fedelmente al titolo, ce-lebra l’idea che la musica poppossa ancora ispirare e sorpren-dere, se sai come reinventarla.Compito al quale Sir Paul, nono-stante il mezzo secolo di carrieraalla spalle, assolve ancora con grinta. Lo spirito eclettico e fre-sco di New è dovuto anche alla

collaborazione con giovani pro-duttori di talento: Paul Epworth,Mark Ronson e due eccellentieredi, Ethan Johns e Giles Mar-tin, rispettivamente figli di GlynJohns e George Martin, già assi-stenti dei Beatles.Il cd raccoglie le poliedricheesperienze musicali del baro-netto. La prima parte vuole ri-percorrere gli stilemi tradizionalidi McCartney. Ad aprire l'albumc'è la travolgente Save Us,primo inedito presentato all'He-art Radio Festival, con un riffforte ed energico. L’impetodell’opener è affievolito da Alli-

gator, un nostalgico pezzo acu-stico, inframmezzato daeleganti fraseggi di chitarra elet-trica e da una brusca interru-zione, un vezzo propriamente

maccartiano che ritroviamo invecchi successi come Live & Let

Die e nella psichedelia leggeradi Queenie Eye. Il singolo è statoaccompagnato da uno sceno-grafico video girato agli AbbeyRoad Studios, nel quale appa-iono Johnny Depp, Kate Moss,Meryl Streep, Jude Law e moltialtri ancora. La title-track New sirivela il pezzo più classico, conun sound spensierato che dimo-stra come l’esperienza con iBeatles non sia mai stata abban-donata e risulti sempre appro-priata. La seconda metà deldisco si discosta dai tratti usualidell’artista per convergere inun’esperienza fresca ed innova-tiva, come si desume in Appre-

ciate, costruita su ritmiche hiphop, guidata dalla voce filtrata

di Sir Paul e da inserti elettro-nici. Hosanna, ballata acustica,è caratterizzata da un ritmo mi-stico e dolente. Ed infine a chiu-dere l’album Road, che si snodain maniera soffusa, accompa-gnata dal pianoforte.Intanto Macca è impegnato apromuovere il suo nuovo albumin Giappone, ma si vocifera cheben presto seguirà un attesis-simo tour europeo.

Camilla Valli

Scienze della comunicazione,

informazione e marketing

13Aìko

New: il ritorno di Paul McCartney

CULTURA

Stoner

una straordinaria storia ordinaria

uando siinizia a

leggere unlibro, perquanto ben re-censito, per

quanto accattivante, perquanto famoso, non pos-siamo mai sapere se sarà ingrado di catturarci, se av-verrà ‘’la magia’’.Non stupitevi se i primi capi-toli di Stoner di William E.John non saranno in grado dicatturarvi, perché questolibro non ha assolutamentenulla di sensazionale, nénella trama né nei perso-naggi. Eppure si possono faregrandi romanzi con piccolestorie, con le ordinarie o me-schine vite di noi esseriumani. L’autore ci racconta la vita diun giovane di umilissime ori-gini, tranquillo e introverso,che viene spedito dai geni-tori all’Università di Colum-bia, per studiare agraria.Durante il primo anno fa ilsuo dovere senza infamia esenza lode, ma ben prestoscopre che la sua vera strada,i suoi veri studi, si incentre-ranno sulla letteratura. Cam-bia indirizzo e si innamorafollemente della materia,delle parole, l’unico amoreche non lo abbandonerà maie che resterà sempre al suofianco, silente e amico, comesolo un libro sa essere. Diventa un insegnante e inquegli stessi anni conosce

Edith, la futura moglie, unpersonaggio che spicca perla sua complessità e che faràin modo, nella sua dispera-zione, di rendere il matrimo-nio con Stoner freddo einfelice, una guerra a due in-tessuta di amarezza e se-greti, sempre presenti esempre intuiti da entrambi.Forse è proprio qui che ri-siede l’infelicità di un legamed’amore: nei lunghi silenzi enei profondi segreti. Questa distanza verrà col-mata solo con l’arrivo di unadesiderata figlia, Grace, crea-tura sensibile ed empatica,relegata ai margini della nar-razione da una madre troppoprepotente e da un padretroppo remissivo che, litigan-dosi l’affetto della bambina,finiranno presto per renderlauna malinconica e taciturnapresenza.Il nome Stoner fa pensare altermine stone, pietra, e in-fatti, passivamente comeuna pietra, il protagonista as-siste al logoramento dei suoiaffetti e poi della sua carrierad’insegnante congelata dalloscontro con il collega HollisLomax.Possiamo quindi dire che du-rante il racconto gli unicisorsi di felicità vengono assa-porati da Stoner con l’arrivodella figlia e poi con l’incon-tro con Katherine Driscoll,personaggio che si riveleràsorprendente. Date le premesse questo ro-

manzo potrebbe sembraredeprimente e piatto, ma nonfermatevi alle apparenzeperché Stoner saprà coinvol-gervi. La bellezza di un rac-conto, infatti, non va cercatasolo nella fantasia di un ri-tratto ma anche nella sa-pienza insita nel saperraccontare, con semplicitàma sottigliezza, una straordi-naria storia ordinaria. Sfo-glierete le prime pagine,forse, con un po’ di noia mapoi, in un normale venerdì, viritroverete assorbiti dalla let-tura di questo libro senzanemmeno capacitarvi delperché. Vi appassionerete,vorrete sapere al più prestocosa succederà DOPO.Ed è proprio qui che sta la

magia: calarsi nel mondo let-terario scordandosi del pro-

prio, piangere e gioire in-sieme al protagonista che siinsinuerà in noi diventando,a tutti gli effetti, un caroamico. Un amico a cui vor-remmo dare dei buoni consi-gli, con cui vorremmoparlare, senza renderci contoche il nostro nuovo compa-gno è, in realtà, bloccato inalcune pagine, nelle lettere enell’inchiostro, che solo noi,con la nostra fantasia, pos-siamo far rivivere ogni volta.

Marcella Silvestri

Giurisprudenza

14Aìko

Aìkoil giornale degli studenti

www.lumsa.it